Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 9 2016

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N° 403

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N IN &FORDUSTRIA I MAZ IONE

ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

Presentato al summit ONU sui cambiamenti climatici a Kigali l’International Special Issue 2016-17 di Industria&Formazione

Presentato per la seconda volta a Rai1 dal Centro Studi Galileo il Patentino Frigoristi (nella foto il docente CSG Marcello Collantin) Anno XL - N. 9 - 2016 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato


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Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ L’ing. Bassi posa con gli allievi che hanno da poco terminato un corso sui Refrigeranti Alternativi. Con l’emendamento approvato nell’ultima riunione del Protocollo di Montreal tenutasi a Kigali, Rwanda, gli HFC verranno definitivamente messi al bando nei prossimi decenni per essere sostituiti da refrigeranti eco compatibili. Gli indiscussi vantaggi di carattere ambientale costituiranno tuttavia uno sforzo importante da parte dei Tecnici: i nuovi refrigeranti sono infiammabili e richiedono un’accurata formazione per essere maneggiati.

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A MILANO Violi Salvatore 3G srl Cusano Milanino

Sirtori Davide LGS ENERGY srl Bernareggio Stucchi Loris LGS ENERGY srl Bernareggio Mancino Moris Cormano

Lʼelenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”) DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo

Oteri Massimo Usmate Velate Poggiali Andrea RA IMPIANTI srl Canavaccio di Urbino Rossi Andrea Casarza Ligure

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A CASALE MONFERRATO Pilia Danilo ASSIBAR snc Alessandria - S. Michele

Bejenaru Ion Segrate Bruno Ivano CENTRO SERVIZI srl Savigliano Golè Danilo CENTRO SERVIZI srl Savigliano

Borsotti Manuel A&M IDROTERMICA srl Piacenza Ancona Massimiliano Rovello Porro Tosi Giorgio DASIT GROUP spa Cornaredo Bottini Daniele DASIT GROUP spa Cornaredo Pellegatta Giorgio ECO CLIMA srl Caponago Russo Giancarlo EDILIZIA ENERGETICA srl Corsico Barbuti Nicolas FERROTEC srl Borgomanero Arici Fabio IDROIMPIANTI snc Cornaredo Gambari Simon KADEF SERVICE srl Gavardo Peli Maurizio Carlo KADEF SERVICE srl Gavardo

Anche in Arabia Saudita la collaborazione Nazioni Unite - Centro Studi Galileo forma nuovi Tecnici del Freddo. Nella foto il Docente ing. Stefano Sarti posa con gli allievi che hanno da poco ottenuto la Certificazione europea Fgas per maneggiare, comprare e installare impianti che contengono gas refrigeranti fluorurati. Questa certificazione europea è di esempio e ambita dai tecnici di tutto il pianeta, per questo motivo il Centro Studi Galileo, primario istituto internazionale di formazione e di informazione, viene chiamato a sempre un maggior numero di corsi nel mondo per conto di UNEP, UNIDO, UNDP.

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Buoni Marco CENTRO STUDI GALILEO srl Casale M.to Furione Carlo Borgo Vercelli Balsano Ignazio GD TELECOMUNICAZIONI srl Savigliano Mazzurco Masi Morris GD TELECOMUNICAZIONI srl Savigliano Grava Umberto Ivrea Grassi Luca HEINEN & HOPMAN ITALIA srl La Spezia Tognini Diego HEINEN & HOPMAN ITALIA srl La Spezia

L’ing. Bassi, decano dei Docenti CSG, assiste un allievo durante la prova pratica di carica vuoto dell’impianto. Fase molto delicata del lavoro del Tecnico del Freddo che deve prevedere la totale assenza di perdite e il pieno recupero del refrigerante.

Vivian Roberto IL DISGELO srl Pontey

Mossi Mattia MOSSI MARTINO & C. sas Mede

Borsetti Sennen Yari LADISA spa Bari

Marando Orlando TECO NOVA sas DI ANGELO RICCIO Vallecrosia

CORSI A CASALE MONFERRATO AB SERVICE Cesareo Davide Orzinuovi

AGF DI ALBERTONE snc Albertone Giampiero Chivasso ALLEMANDI sas Allemandi Diego Marene

ARZANI ALESSANDRO San Salvatore M.to CECCO FABIANO Bibione CM CONFORMITÀ DI CARMINATI MAURO Carminati Mauro Presezzo COPOTEL soc. coop. Cavi Tiziano Torino ENERTAG snc DI TATTI & AGUS Agus Mario Costantino Oristano FDC coop. rl D’Amico Gabriele Pero IDRATERM snc Freddi Alessandro Pedroni Alessandro Gussago MARTINI & ROSSI spa Canaparo Massimo Gallo Giuseppe Rubinetto Pierluigi Pessione MINISTERO DIFESA UTTAT Bellucci Martino Nettuno SALARIS GIOVANNI Alice Castello SAMA snc Piazza Salvatore Torino

Sede del Centro Studi Galileo di Bologna. I docenti Madi Sakande, Luca Rollino e Gianfranco Cattabriga in alcuni momenti formativi: prove tecniche, carica vuoto e consegna degli Attestati. Le sedi dei corsi del Centro Studi Galileo sono 15 nelle diverse regioni italiane per dare la possibilità a tutti i Tecnici del Freddo di trovare il corso più adatto alle proprie esigenze.

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SARDELLA IMPIANTI srl Rodoquino Antonello Parabiago


TERMOIMPIANTI DI SANTAGATI Santagati Salvatore Agrate Brianza UASONE snc Piotto Massimo Torino ZANGARINI IVAN Cremona

CORSI A MILANO A2A AMBIENTE Miluso Domenico Lo Torto Luca Milano ABBIATI LORENZO Reggio Emilia ABS snc DI SETTI MIRCO Setti Mirco Luzzara ALBINI FRANCESCO Albini Francesco Moliterno ALITERMICA srl Dazzara Massimo Torino ALTEA TERMOIDRAULICA Altea Massimo Pantigliate ANSALDO GIE srl Scarpellini Ricardo Genova BAROTTI NICOLA GIORGIO Genova

Luca Rollino con tecnici Tunisini alle prese con le prove pratiche per la Certificazione. Sotto l’egida delle Nazioni Unite – dipartimento Ambiente, Centro Studi Galileo ha formato i primi gruppi di tecnici maghrebini. L’eliminazione degli HFC deve riguardare tutto il pianeta e tutti i Tecnici devono possedere le stesse basi di conoscenza. L’attrezzatura presente al corso fornita all’interno del progetto ONU a cui partecipa il Centro Studi Galileo è indispensabile per il buon lavoro del Tecnico del Freddo e include il recuperatore, la pompa del vuoto, la bombola del recupero, il cercafughe, il manometro e il vacuometro (meglio se digitali), il termometro, la bilancia e l’utensileria per il trattamento delle tubazioni. BIANCO REFRIGERAZ. IND.LE DI BIANCO Bianco Giuseppe Voghera BIFULCO VALENTINA Caserta CASARI srl Casari Denis Appiano Gentile

CD IMPIANTI DI CERABOLINI Cerabolini Daniele Giuseppe Cipolletta Marco Bresso CLIMA SERVICE srl Campanella Alfredo Meroni Matteo Taborelli Stefano Erba

CM ENGINEERING srl Gessi Maurizio Partemi Igor Settimo M.se CR IDRAULICA DI CHEBBI Chebbi Ridha Milano D’AMICO MIRKO D’Amico Mirko Buccinasco

DERRICK SERVICE srl Arcamoni Simone S. Stefano di Magra DGR srl Guana Davide Villa di Tirano DUÒ MAURIZIO Duò Lorenzo Bruino

Il corso di 5 giorni di Tecniche Frigorifere Base e Specializzazione è molto utile per prepararsi all’esame del Patentino Italiano Frigoristi PIF. Nella foto, scattata nel laboratorio della Sede Centrale CSG di Casale Monferrato, il VicePresidente Area Marco Buoni e il Docente Centro Studi Galileo Roberto Ferraris consegnano agli allievi gli Attestati di frequenza al corso di preparazione. Il giorno successivo i Tecnici hanno sostenuto l’esame.

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ELETTROCALOR ONE srl Caglioti Antony Saluggia ELETTROLUX snc DI MILESI E GORINI Gorini Fabio Castenedolo FACILITY DIVISION srl Lippolis Filippo Maniscalco Stefano Lissone FENIM srl Barboni Nicholas Rho GAVO TECNOIMPIANTI srl Cappellini Roberto Cerro Lambro GECOS IMPIANTI srl Giordano Roberto Vinci Giuseppe Milano GHADGHUD FERAS SALEM Milano ICRI srl Giaculli Lorenzo Schinaia Renato Todisco Roberto Milano

Il Docente Centro Studi Galileo Madi Sakande istruisce dei Tecnici del Freddo tunisini. Il Centro Studi Galileo ha ricevuto da tre anni l’incarico da parte delle Nazioni Unite di formare i Tecnici del Freddo delle Nazioni in via di sviluppo. In quest’ambito collabora con l’UNEP per la stesura di libri e di schemi di formazione e di certificazione in Gambia, Tunisia, Arabia Saudita, etc.. IDEALCLIMA snc Ambrosioni Luca Giordano Lacchiarella LV IMPIANTI srl Vismara Luca Trezzo Adda MALASPINA LORENZO Milano

MEDINA QUISPE ZENON Vigevano MELI RENATO Palermo MELLÈ P. srl Ferraris Sergio Torino

MILELLA SERVICE CLIMA DI MILELLA VITO Milella Michele Modugno NTS NEW TECNOLOGY SYSTEM srl Savi Alessandro Loc. Dossobuono – Villafranca NUOVA ENERGIA srl Rizzetto Riccardo Roveda Daniele Caronno P.lia OPOKU MICHAEL Cantù ORGALLO GIUSEPPE Genova OSCARTIELLE spa Lodetti Mattia Treviolo PADDEU ROBERTO Arzago Adda PALOMBA ANTONIO LUIGI Copertino PARKER HANNIFIN MANUFACTURING srl Albertini Gianluca Gennari Andrea Corsico PASQUINI FRIGO Pasquini Ivan Milano RIZZI JOEL HERNAN Roma SANDRE GABRIELE Vittorio Veneto

Saldobrasatura nella sede Centro Studi Galileo di Roma. Effettuare una perfetta brasatura è fondamentale per la corretta tenuta dell’impianto ed evitare così i problemi ambientali.

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SANGALLI IMPIANTI srl Colombo Raffaele Cuna Alessandro Sangalli Donato Besana Brianza

SARDELLA IMPIANTI srl Codato Massimo Rodoquino Antonello Bramati Ivan Parabiago SAUTER ITALIA spa Voleno Benedetta Cinisello B.mo SEMERARO IMPIANTI DI SEMERARO A. Ducange Annalisa Bresso SORRENTINO FRANCESCO PAOLO San Damiano Asti STAURENGHI IMPIANTI srl Cristallo Paolo Cislago TECHNO SKY srl Rossi Gianluca Volpato Stefano Furlan Paolo Perrone Giancarlo Maltese Salvatore Roma TECNO SERVICE srl Gioia Sandro Prato TECNO SERVICE srl Bosi Nicola Sorbi Francesco Zanetti Roberto Lucca TECNOGI IMPIANTI DI CIPOLLA Cipolla Giovanni Melzo TECO ASSISTENCE snc Notarstefano Alberto Tarozzo Fabio Cesano Maderno TOP IMPIANTI DI TENCONI Tenconi Paolo Domenico Milano


UNICOOP FIRENZE sc Pieraccioli Francesco Vichi Gianluca Scandicci VIRGONA PIETRO Varese ZAPPA STUDIO Seregno

CORSI A BRUGINE BRX SRL La Barbera Salvatore Rovere Roberto Brocca Danilo Montelabbate CRIOCABIN spa Baldon Matteo Busato Emilio Praglia di Teolo CAREL INDUSTRIES spa Semenzato Pierluigi Brugine

CORSI AD AGLIANA GOANTA ION Prato MRASSISTANCE DI RUSSO Russo Massimiliano Monsummano Terme SOS CALDAIA DI LEONELLI Leonelli Luca Follonica

TECNOEDIL SISTEMI Galantini Gianni Firenze

TECNICI CHE HANNO SUPERATO ESAME PATENTINO BRASATURA A CASALE MONFERRATO Morelli Alessandro IMA spa Trezzano S/N Schena Diego SERIM srl Carugate

SEMINARIO SU DIRETTIVA PED 2014/68/CE E SU CERTIFICAZIONE BRASATURE E BRASATORI A CASALE MONFERRATO AIR BONAITA spa Bonaita Attilio Vanzaghello FERRERO spa Cantore Gabriele Rabbia Riccardo Saglia Marco Alba PARKER HANNIFIN MANUFACTURING srl Riondato Michele Sant’Angelo di Piove

Gli impianti didattici presenti in tutte le sedi corsi del Centro Studi Galileo, insieme a moltissima attrezzatura indispensabile per il Tecnico del Freddo, sono un valido strumento didattico. Nella foto una prova pratica durante il corso appena concluso in Arabia Saudita. L’allievo effettua le prove di controllo perdite, verifica delle pressioni e delle temperature ad un corso propedeutico all’ottenimento della certificazione. SCOTSMAN ICE srl Costantino Giovanni Romagnoli Guido Bettolino di Pogliano

TECNOARIA DI SEMENZATO snc Semenzato Massimiliano Andrea Guanzate

SOFIND DI ZAMENGO Zamengo Tullio Albairate

VIK DI SAMUELLI Samuelli Diego Arluno

CORSO DI FORMAZIONE PER IL PERSONALE ADDETTO AL RECUPERO DEI GAS FLUORURATI NEI VEICOLI A MOTORE REG. CE 307/2008 A CASALE MONFERRATO AGRIMACCHINE sas Airoldi Lorenzo Trecate B&D AUTOCARROZZERIA Delfino Andrea Mergozzo BETA srl Prete Andrea Casale M.to BORNINO & C. snc Bornino Diego Savona CARROZZERIA F.LLI MARENGO Manengo Paolo Caresanablot MOLINARA sas Molinara Mario Sesto San Giovanni MOTORSERVICE GRUPPO 4M & C. sas Viana Paolo Caresanablot

La formazione è senza confini! Il Docente Centro Studi Galileo Gianfranco Cattabriga consegna gli attestati ai nuovi Tecnici del Freddo a Banjul, capitale del Gambia dove il Centro Studi Galileo ha in corso un progetto di formazione per i tecnici locali insieme all’agenzia ONU per il clima. I Paesi africani passeranno direttamente alle nuove tecnologie?

OFFICINA IVAN Seita Ivan Settimo T.se

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REGGIMENTO GESTIONE AREE DI TRANSITO - RSOM Chiarello Domenico Faretra Aldo Scarcia Rossano Bellinzago N.se ROATO SOC. SEMPLICE AGRICOLA DI ROATO Roato Giacomo Casorzo SCAPAZZONI MAURIZIO Arcola SOLUZIONE spa Giacometti Davide Pesimena Mattia Vercelli STAV spa Bianchi Andrea Vigevano STAZIONE ESSO DI SIMEONE Simeone Pasqualino Milano

CORSO DI FORMAZIONE PER IL PERSONALE ADDETTO AL RECUPERO DEI GAS FLUORURATI NEI VEICOLI A MOTORE REG. CE 307/2008 PRESSO TRIX DI BERGAMO AM MOTORS De Toffol Michele

AMATO ANTONIO AUTOFFICINA Amato Ciro Giacomo AUTOSIMEONE Salvadei Roberto BOSCHINI GEROLAMO Boschini Davide CATTANEO GIULIO snc Cattaneo Giovanni EFFEPI RICAMBI Parolini Andrea EFFRETTI srl Papa Pietro FERRARI GOMME Ferrari Danilo FLERO DIESEL Lombardi Eros GAIO snc Gaio Marco Alessandro GARBARINI AUTORIMESSA Rigamonti Alessandro GHIME srl Bailo Dario GRECHI ANDREA GUALENI DI GUALENI Gualeni Marco ITAL AGRI GARDEN Suardi Sergio

Un aspirante Tecnico del Freddo alle prese con una prova pratica per l’ottenimento della Certificazione, l’ambito Patentino Italiano Frigoristi per maneggiare i gas refrigeranti dannosi al riscaldamento terrestre. Il CSG ha contribuito al recente Accordo sul Clima presentando a Kigali in Rwanda ai grandi della terra riuniti, tra cui John Kerry, Segretario di Stato americano, la rivista internazionale International Special Issue 2016-2017 (richiedere copia gratuita). LAMBROCAR Gambarini Fabio

LAMBROCAR Ballerini Marzio LAMBROCAR Cecchetto Stefano LOCATELLI PNEUMATICI Miola Alessandro MAFFEZZOLI ALESSANDRO snc Maffezzoli Alessandro OG CARROZZERIA Omassi Nicola PIALORSI FELICE Trenti Gerardo REMI MAURO RISINI OFFICINA Risini Fabio ROTA DAVIDE Rota Nicola ROTUNDO ACHILLE AUTOFFICINA Rotundo Antonella TRIX Dolci Cristian Formenti Fabio Fumagalli Mario TRM srl Maggi Daniele

Sede Centrale Centro Studi Galileo a Casale Monferrato. Prove pratiche durante l’esame per la certificazione. Sono 3000 i Tecnici Italiani del Freddo che hanno ottenuto negli ultimi 4 anni la certificazione a Casale Monferrato, storica Capitale del Freddo.

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Sommario Direttore responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo Editoriale

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Il mondo che cambia M. Buoni – Vice Presidente AREA – Segretario Generale ATF

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A Kigali, Rwanda, scritta la storia del clima. L’anno zero dei cambiamenti climatici F. Riboldi – Responsabile della Comunicazione Istituzionale

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Come sviluppare una catena del freddo affidabile ed efficiente nel settore agroalimentare Halima Ben Houidi Thraya – Ministero dell’Industria

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www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF)

Le innovazioni tecnologiche nel freddo e nel condizionamento L. Bulgarelli – Zanotti

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Corrispondente in Francia: CVC

Principi di base del condizionamento dell’aria

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Refrigerazione con energie rinnovabili F. Monico – Mondial Group

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Sviluppo di chillers a basso GWP Nacer Achaichia – Honeywell Belgium Giancarlo Matteo – Honeywell Italy

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Le pompe per lo scarico condensa Sheb Powell – REFCO

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Ricevitore di liquido come sostituto del condensatore P.F. Fantoni – 197ª lezione

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Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento

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Comitato scientifico Marco Buoni, Enrico Girola, PierFrancesco Fantoni, Alfredo Sacchi Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato tel. 0142/452403 fax 0142/525200 Pubblicità tel. 0142/453684 E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India

La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

Foto di copertina da IISD/Kiara Worth (www.iisd.ca/ozone/resumed-oewg38mop28/11oct.html)

ASERCOM + EPEE Symposium a ChillVenta 2016 – AREA e ATF a ChillVenta 2016: 11-15 Ottobre – AREA General Assembly: 14-15 October – Guida AREA – 2° Forum di consultazione F-gas della Commissione Europea – La logistica per il trasporto di derrate deperibili a temperatura controllata, Convegno in Tunisia

Associazione dei Tecnici del Freddo

Rappresentante per la Tunisia all’IIF/IIR Importanza del problema discusso – Usare la parola “catena” è utile per: – Le parti interessate alla catena del freddo – La situazione nelle fasi della catena – Cause di interruzione della catena del freddo – Conclusioni

Alcune verifiche sul circuito idraulico del chiller P.F. Fantoni – 177ª lezione Introduzione – Doppio circuito – Manutenzione del filtro acqua – Verifica della portata d’acqua – Verifica dell’assenza di aria nel circuito idraulico

Stato dell’arte – Sviluppi – Linee guida proposte – Conclusioni

Introduzione – Fluidi a basso gwp – Fluidi a media e bassa pressione – Limite di carica – Commercializzazione dei chiller – Conclusioni

LED diagnostico – Connessione USB – Sensore digitale del livello dell’acqua – Applicazione universale – Fusibile integrato sostituibile

Introduzione – Ancora sui problemi di condensazione – Quando condensiamo troppo bene – Le valvole barostatiche – Un vero e proprio vicario N. 403 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.

(Parte centosessantesima) – A cura di P.F. Fantoni Aletta – Area – Cogenerazione – Dalton, legge di – Fgas – Gassoso – Inch – kg/h – NBP – Perfluorocarburi – Raffreddamento sotto vuoto – Sottoraffreddamento – Smaltimento – Valvole di sicurezza Aggiungi agli amici “Centro Studi Galileo” su Facebook

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Editoriale

Il mondo che cambia

MARCO BUONI Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA Segretario Generale Associazione dei Tecnici italiani del Freddo - ATF Il mondo cambia e noi operatori del settore della refrigerazione, condizionamento e pompe di calore, cambiamo con lui. L’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici è stato ratificato ed ora 200 Nazioni della Terra ridurranno le emissioni di gas serra garantendo un ambiente migliore per le generazioni future. L’attesa è per la politica ambientale del neo Presidente americano Donald Trump. A Kigali, in Rwanda, dove 2 anni fa avevo svolto il primo Patentino Frigoristi Europeo PEF fuori dai confini continentali, è stato firmato uno storico documento in cui le 200 Nazioni hanno stabilito un accordo vincolante, pari al famoso Protocollo di Montreal, per la riduzione pressoché totale dell’uso dei potenti gas ad effetto serra contenuti come refrigeranti all’interno dei nostri impianti di refrigerazione e condizionamento; gli HFC, gli idrofluorocarburi: sostanze fluorurate che hanno un potenziale di riscaldamento della terra pari a migliaia di volte maggiore dell’anidride carbonica. Le normative, in tutto il mondo, si stanno adattando a questi cambiamenti. Il refrigerante R32 si è in poco tempo affermato negli impianti di condizionamento. Si tratta di un buon refrigerante con una bassa infiammabilità. Da tempo si ha uno sviluppo importante dei refrigeranti naturali soprattutto gli idrocarburi negli impianti di refrigerazione di piccole dimensioni, ma anche l’anidride carbonica nei supermercati e nelle pompe di calore per acqua calda sanitaria. L’uso dell’ammoniaca ha sempre ritmi sostenuti soprattutto

per le applicazioni industriali di grandi dimensioni con impianti molto efficienti ma con richiesta di particolari misure di sicurezza contro l’infiammabilità e la tossicità. Un futuro incerto, ma sicuramente importante, quello dei nuovi refrigeranti HFO e delle miscele che insieme agli HFC verranno composte per abbassare il GWP in particolar modo per il periodo di transizione durante il quale migliaia di impianti di refrigerazione dovranno abbandonare velocemente i refrigeranti R404a (GWP 3922) e R507 (GWP 3985), e subito dopo, ma con altrettanta prudenza e solerzia, l’R410a (GWP 2088) nel condizionamento. Gli standard per gli impianti di condizionamento e di refrigerazione sono stati cambiati per comprendere le nuove necessità normative e per poter continuare a costruire impianti a misura di cittadino; il servizio del raffrescamento e della conservazione degli alimenti nel prossimo futuro, infatti, è destinato ad aumentare sensibilmente, in particolare nei paesi in via di sviluppo nei quali aumenteranno richiesta e fabbisogno nei prossimi anni. Questi dati sono stati diffusi nella recente conferenza alla quale ho presenziato in Tunisia sulla catena del freddo nei climi caldi. Il mondo ha deciso di seguire l’esempio dell’Europa che già dal 1 gennaio 2015 aveva optato per un cambiamento radicale. Dal 2019 seguiranno gli altri paesi sviluppati, ai quali poi faranno eco nel 2024 e 2029 i paesi meno sviluppati che richiedono maggior tempo per arrivare ai livelli di

industrializzazione e di sviluppo che noi abbiamo raggiunto diverso tempo prima, beneficiando certamente dei nostri sbagli e soprattutto delle nostre soluzioni. (leggi articolo “Dentro la notizia” redatto da Federico Riboldi in questo numero della nostra rivista Industria e Formazione) Di questo argomento e di altri si parlerà nella prossima riunione al Ministero dell’Ambiente organizzata per il 17 novembre (alla data di stampa ancora non avvenuta) nella quale presenterò “lo stato dell’arte sulle competenze e sulla formazione dei tecnici in materia di utilizzo di gas alternativi nelle apparecchiature e le criticità riscontrate”. Nel corso del meeting verranno inoltre definiti i punti del prossimo decreto del Ministero per l’implementazione della regolamentazione europea 517/2014 di prossima uscita in Italia, ormai agli sgoccioli per essere definita senza incorrere in sanzioni e richiami per mancata implementazione (procedura di infrazione) soprattutto sui punti riguardanti l’aggiornamento dei nuovi refrigeranti alternativi e sulla formazione/certificazione. La prima deve essere disponibile, per esempio, tramite elearning, garantito dal progetto Real Alternatives, redatto dalla nostra organizzazione come partner principale e promosso dal Ministero dell’Ambiente e dalla Commissione Europea. L’incontro al Ministero italiano, certamente di grande importanza per le sorti del settore legate al nostro paese, è di introduzione all’altrettanto significativo appuntamento del 1° dicembre a Bruxelles dove saranno

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invitati tutti gli stakeholder (parti interessate) al grande cambiamento che vede l’Europa primeggiare sul resto del mondo, ma per questo anche fun-

gere da “cavia”. Annualmente l’Fgas forum è un momento di confronto (richiesto e indicato proprio dalla regolamentazione stessa) sulle problema-

ASERCOM + EPEE Symposium a ChillVenta 2016 Heating, Cooling and Refrigeration: Cruciale per raggiungere gli obiettivi europei sull’energia e il clima

Marco Buoni presenta “Nuove esigenze di formazione nell’Unione Europea: la formazione svolge un ruolo cruciale nella graduale riduzione degli HFC, in quanto vi è necessità di aumentare la consapevolezza sull’uso dei refrigeranti naturali e delle alternative; l’uso di refrigeranti naturali e delle alternative saranno spinti di conseguenza. La formazione servirà a colmare l’attuale divario in conoscenza e coprire gli aspetti importanti della sicurezza, infiammabilità, tossicità e alta pressione, che dovranno essere prese in considerazione. AREA raccomanda alle istituzioni globali ed europee e soprattutto all’industria di far rispettare i requisiti minimi per la formazione e la certificazione per la gestione dei refrigeranti a basso GWP , così da spingere la loro diffusione sul mercato. La presentazione ha coperto anche una panoramica delle esigenze di formazione e di informazione offerte in tutto il mondo. Un accordo globale sugli HFC ha bisogno fin da ora di essere anticipato da un incremento globale di competenza dei tecnici che utilizzeranno i nuovi refrigeranti che saranno per la maggior parte leggermente, se non altamente, infiammabili. La certificazione del personale è iniziata in Europa a partire dal 2008. E’ stata accettata e implementata in tutte le Nazioni UE ed è quindi considerata un esempio di buon lavoro per l’armonizzazione delle conoscenze, essendo pure mutualmente riconosciuta da ciascuno stato europeo. E’ quindi riconosciuta come la prima vera certificazione di una professione senza barriere all’interno dell’Unione Europea”.

Allo stand ATF/CSG il direttore della rivista giapponese JARN sigla l’accordo di collaborazione con Industria e Formazione, da sinistra KEISHO KA, Marco Buoni Segretario ATF, Laura CSG, Olivier Janin Segretario AREA.

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tiche che si stanno susseguendo nei paesi membri per giudicarne la gravità e le soluzioni. Lo scorso anno ero stato chiamato come unico speaker non facente parte della Commissione europea per illustrare il progetto di formazione online sui refrigeranti alternativi, apprezzato e ora utilizzato da un gran numero di paesi europei ed extraeuropei, in quanto ora anche utilizzato nei paesi arabi e russi (www.realalternatives.eu). Anche alla fiera internazionale ChillVenta, (in cui il Centro Studi Galileo e l’Associazione dei Tecnici del Freddo erano presenti con due stand sia autonomamente nella Hall 8/514 sia con l’AREA nella Hall 9/320), si sentiva atmosfera di rinnovamento e di cambiamento. Alla cerimonia di apertura di CHillVenta il 10 ottobre ho presentato ad un vasto gruppo di decision makers, durante il simposio AsercomEPEE, il futuro del nostro settore in particolare per quanto riguarda la necessità di formazione e di certificazione del personale che utilizzerà le nuove tecnologie. Certificazione che è già obbligatoria in Olanda e formazione che è già presente tramite Real Alternatives , già prima menzionata e tradotta in 8 lingue (inglese, italiano, francese, spagnolo, tedesco, olandese, finlandese e presto russo), accessibile al sito www.realalternatives.eu In ChillVenta, dove una grande maggioranza di partecipanti, come espositori o come visitatori, sono italiani, praticamente tutte le aziende già erano pronte alle nuove tecnologie legate ai


refrigeranti alternativi dando ormai per archiviati i “vecchi” gas HFC e presentando recuperatori, pompe del vuoto, bombole appositamente realizzati per

i nuovi gas leggermente (A2L) o altamente infiammabili (A3) tra cui le miscele HFO-HFC, R32, idrocarburi, ammoniaca o anidride carbonica.

AREA e ATF a ChillVenta 2016: 11-15 Ottobre – Un altissimo livello di partecipazione e diversi incontri svolti con successo alla fiera ChillVenta con la presenza dei nostri collaboratori di Industria e Formazione in due stand quello di AREA e di ATF/CSG • Incontro con l’Associazione Thailandese TRA Thai Association of Refrigeration (foto sotto) • Incontro e cooperazione con la rivista Giapponese JARN • Aumento della cooperazione con gli attuali partner CSG/ATF Platinum, Gold, Silver • Presentazione al Convegno Asercom/EPEE della formazione del futuro • Riunione e Coordinamento della riunione AREA di cui siamo Presidenti con i Gruppi di Lavoro sui Refrigeranti alternativi, Comunicazione e Nazioni Unite

AREA General Assembly: 14-15 October – Information Group – Seamus Kerr, Chairman – TF PED – Coen van der Sande, Chairman – TF Energy – Coen van der Sande, Chairman – TF Communication / TF UNEP – Marco Buoni, Chairman – TF Low GWP Refrigerants – Marco Buoni, Chairman – TF F-Gas – Graeme Fox, Chairman – TF Skills – Stig Rath, Chairman

Inoltre i componenti interessati da questo cambiamento saranno molteplici: in primis i compressori ma anche gli scambiatori e gli involucri entro cui i componenti sono contenuti, che dovranno essere progettati per evitare ogni formazione di scintilla e quindi in regola con le ATEX ATmosfere EXplosive. Lo standard europeo EN 378 e la sua omologa ISO sono ora definitive e pronte per essere pubblicate per indicare la via a tutti gli operatori del settore, sul corretto utilizzo, progettazione, installazione e riparazione degli impianti. Da un recente progetto internazionale dal nome AREP, diretto dall’associazione AHRI americana, i gas attualmente studiati come alternative sono oltre 60: improponibile per qualsiasi installatore gestire una tale mole di bombole. I vari produttori internazionali di refrigeranti, di cui una lista non esaustiva comprende Dupont, Honeywell, Mexichem e recentemente Daikin Refrigerants, stanno facendo a gara per uscire con la migliore soluzione; solo alcune saranno definitive per il mercato. Per questo motivo i Tecnici del Freddo dovranno stare attenti a scegliere il giusto refrigerante, e per giusto si intende pure che sia quello definitivo, che ancora si troverà dai nostri distributori di fiducia nei prossimi anni. “Scegli il Giusto Refrigerante” in tutti i sensi, progettuali ma anche temporali e di lungimiranza. Per concludere il futuro presenta certezze e incertezze:

Guida AREA sulle attrezzature per refrigeranti infiammabili, scritto e coordinato da Marco Buoni Chairman del comitato sui Refrigeranti alternativi e VicePresidente AREA per gli Affari Internazionali Nuove lingue disponibili (Inglese, Francese, Italiano, Portoghese, Russo, Spagnolo, Turco) Possono essere scaricati dal sito dell’AREA http://area-eur.be/publications/guide-equipment-low-gwp-refrigerants

andiamo verso un maggior rispetto dell’ambiente che ci circonda, cambiando tecnologie esistenti ed affidabili anche per garantirci nuove opportunità economiche ed industriali di ricerca e sviluppo a livello mondiale

dobbiamo cambiare in sicurezza promuovendo la crescita delle competenze di tutti gli attori ed operatori che dovranno usare, progettare, installare e riparare queste nuove tecnologie.

Cambiamo ora, con competenza!

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2° FORUM DI CONSULTAZIONE F-GAS DELLA COMMISSIONE EUROPEA

LA LOGISTICA PER IL TRASPORTO DI DERRATE DEPERIBILI A TEMPERATURA CONTROLLATA Convegno IIR in Tunisia

La Commissione Europea DG Clima ha convocato il secondo Forum sulla regolamentazione F-Gas per il 1° dicembre presso il Centro de Conférences Albert Borschette a Bruxelles. Il Forum è previsto ai sensi dell’articolo 23 del regolamento UE n. 517/2014 sui gas fluorurati ad effetto serra. E’ utile per fare il punto sullo stato dell’arte dell’applicazione del regolamento e per confrontarsi con gli opinion leader del settore anche in virtù delle straordinarie novità internazionali introdotte dall’approvazione dell’emendamento al Protocollo di Montreal che vieta i gas fluorurati in tutto il mondo. Nel meeting dello scorso anno, prima edizione, Marco Buoni, Segretario generale dell’Associazione dei Tecnici italiani del Freddo, ha tenuto una relazione sul progetto (vista l’importanza del progetto, invitato come unico relatore in agenda non facente parte dei governi degli stati membri EU). L’agenda del Forum di quest’anno prevede: 1. Informazioni della Commissione sull’accordo globale di riduzione progressiva degli HFC siglato a Kigali in seno al Protocollo di Montreal 2. Iniziative legate alle norme nazionali circa le tecnologie sostitutive ai gas fluorurati – Informazioni della Commissione sulla relazione redatta ai sensi dell’articolo 11 (6) del regolamento, una bozza di mandato per le organizzazioni degli standard di prodotto – la proposta 2016 del programma Life – le decisioni delle Parti del Protocollo di Montreal sugli standard di prodotto adottati nel mese di ottobre 2016. – Informazioni da parte dei membri del forum consultivo in materia di iniziative recenti o future. 3. La formazione del personale per la gestione sicura dei refrigeranti alternativi per sostituire e ridurre l’uso di gas fluorurati – Informazioni della Commissione sulla relazione redatta ai sensi dell’articolo 21 (6) del regolamento e invito a presentare proposte per il sotto-programma “LIFE azioni per il clima” – Informazioni da parte dei membri del forum consultivo in materia di iniziative recenti o future. 4. Redazione della relazione in conformità con l’articolo 21 (3), del regolamento sul divieto relativo ai sistemi di refrigerazione centralizzati multipack per uso commerciale – Presentazione di un’analisi esterna da parte di OkoRecherche

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L’intervento di Buoni

Marco Buoni, Segretario Generale ATF e Vicepresidente AREA, ha partecipato in qualità di relatore alla Conferenza di Tunisi, organizzata dall’Istituto Internazionale della Refrigerazione sul tema della logistica per il trasporto di derrate deperibili a temperatura controllata. Nei paesi caldi, dove la crescita microbica è più veloce a causa delle alte temperature, l’uso della refrigerazione deve essere considerato essenziale. Circa l’80% della popolazione mondiale vive in paesi in via di sviluppo (la maggior parte di questi paesi ha un clima caldo: equatoriale, tropicale o mediterraneo) e si stima che il 50% della popolazione di questi paesi viva in città con problemi di approvvigionamento alimentare. Tuttavia, nei paesi in via di sviluppo, l’accento è posto su un aumento della produzione agricola che non vede parimenti uno sviluppo dei sistemi refrigerati connessi. Questo è il motivo per il quale le perdite di post-produzione sono notevoli durante il trasporto, in magazzino o durante la distribuzione. Queste perdite causano una diminuzione della quantità e della qualità alimentare. Secondo l’Istituto Internazionale del Freddo (IIR), che stabilisce lo standard delle catene del freddo per i prodotti alimentari nei paesi in via di sviluppo, un adeguato sistema di refrigerazione permetterebbe a questi paesi di aumentare del 15% la disponibilità di cibo. In alcune Nazioni la percentuale di deperimento di frutta e verdura raggiunge il 50% del totale prodotto. @REAL_Alts_EU presenta la formazione per i paesi caldi alla conferenza @IIFIIR sulla catena del freddo



Dentro la notizia

A Kigali, Rwanda, scritta la storia del Clima. L’anno zero dei cambiamenti climatici FEDERICO RIBOLDI Responsabile relazioni esterne Centro Studi Galileo Responsabile della Comunicazione Istituzionale Associazione dei Tecnici del Freddo

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e 1999 (Pechino). Ad oggi 192 nazioni hanno ratificato il Protocollo, con l’esclusione di Andorra, Iraq, Timor Est e Città del Vaticano. E’ considerato l’unico accordo internazionale interamente rispettato e l’ex segretario dell’ONU Kofi Annan dichiarò che: “Si tratta di un esempio di eccezionale cooperazione internazionale: probabilmente l’accordo tra nazioni di maggior successo.” Visti i risultati odierni il politico e diplomatico ghanese aveva ragione! Il buco dell’ozono si è ridotto sensibilmente e si va verso una normalizzazione nei prossimo decenni. Un’altra grande sfida però attende le Nazioni mondiali: il contrasto al surriscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.

Quale migliore sede quindi per affrontare il tema se non le riunioni del Protocollo di Montreal? Ed è qui che giungiamo al recente successo: l’emendamento, sul quale esperti, associazioni, imprese, delegati degli Stati lavoravano da dieci anni, approvato all’unanimità. Il provvedimento costituisce una svolta storica per il nostro settore prevedendo l’eliminazione graduale, per la prima volta globale, dei gas fluorurati HFC ad effetto serra. L’emendamento approvato eviterà un aumento di 0,5 °C, la più grande riduzione di temperatura terrestre mai ottenuta in un unico accordo e contestualmente garantirà un risparmio di 70 miliardi di tonnellate di CO2 emesse in ambiente.

Consumo HFC – Diminuzione per paesi art. 5 e non art. 5

% della base di partenza

Un risultato fondamentale ottenuto grazie allo stretto lavoro tra Nazioni Unite e istituzioni europee. Negli ultimi decenni il Centro Studi Galileo, l’Associazione Tecnici del Freddo e l’Air Conditioning and Refrigeration European Association AREA hanno contribuito a questo storico risultato con le pubblicazioni internazionali, i corsi formativi e il Convegno Europeo giunto alla XVII edizione in 34 anni di attività. Kigali, capitale di quel Rwanda protagonista involontario nel recente passato di una sanguinosa guerra civile, è diventata il simbolo di un accordo storico che consentirà di salvare il Pianeta e garantire uno sviluppo sostenibile alle generazioni future. Quali condizioni hanno permesso di raggiungere un risultato tanto importante? Il piccolo stato africano ha avuto l’onore di ospitare dal 10 al 14 ottobre scorsi il MOP28, il “Meeting delle Parti”, assemblea che riunisce tutte le Nazioni Firmatarie del Protocollo di Montreal. Il “Meeting delle Parti” MOP è convocato ogni anno in uno dei paesi aderenti per valutare la validità e l’efficacia del Protocollo. Eventualmente apporta delle modifiche al trattato al fine di mantenerne integra l’efficienza. “Montreal” è un trattato internazionale volto a ridurre la produzione e l’uso di quelle sostanze che minacciano lo strato di ozono, firmato il 16 settembre 1987, entrato in vigore il 1º gennaio 1989 e sottoposto a revisioni nel 1990 (Londra), 1992 (Copenaghen), 1995 (Vienna), 1997 (Montreal)

Anno


Per il settore HVAC è, come detto, una giornata storica. Dopo l’Unione Europea tutto il mondo passerà a refrigeranti alternativi agli HFCs: idrocarburi, ammoniaca, CO2, HFO o R32. Le economie più floride come gli Stati Uniti inizieranno a limitare l’uso di HFC nel giro di pochi anni con un taglio netto del 10% dal 2019. La Cina, i Paesi africani, le Nazioni dell’America Latina e le isole della Micronesia ne bloccheranno l’uso dal 2024. Altri paesi, in particolare India, Pakistan, Iran, Iraq e gli Stati del Golfo non congeleranno l’uso fino al 2028. La Cina, il più grande produttore al mondo di HFC, darà il via all’applicazione della riforma nel 2029 (con -10%). La situazione nelle nazioni in via di sviluppo circa l’uso dei refrigeranti dannosi negli ultimi anni si era fatta preoccupante con una crescita d’utilizzo del 16% annuo! La notizia era emersa dalla relazione della Climate and Clean Air Coalition (CCAC) e della OzonAction Branch delle Nazioni Unite. Il report “NATIONAL HYDROFLUOROCARBON (HF) INVENTORIES: a summary of the key findings from the first tranche of studies” riporta la sintesi di alcune Nazioni campione: Bangladesh, Cile, Colombia, Ghana, Indonesia e Nigeria affermando che l’uso di HFC (per l’80% R134A) sarebbe cresciuto in maniera smodata nei prossimi decenni, a meno che non fossero poste in essere azioni speciali. Un gruppo di Nazioni e alcuni filantropi privati hanno messo a disposizione la somma di 80 milioni di euro per sostenere i paesi in difficoltà nel processo di Phase Down. Si è trattato della donazione privata più consistente di sempre del settore. Centro Studi Galileo e l’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo hanno immediatamente espresso il plauso all’assemblea MOP28 del Protocollo di Montreal, richiamando l’attenzione sulle responsabilità, sui cambiamenti e sulle innovazioni delle quali dovrà rendersi protagonista il settore. La straordinaria innovazione tecnologica che deriverà dall’adattamento delle apparecchiature a refrigeranti non dannosi per l’ambiente imprimerà una crescita senza precedenti al comparto partendo, in ogni caso, dal presupposto

Non-A5 (Paesi sviluppati) Valori base componenti HFC Valori base componenti HCFC Freeze - Bloccati 1° gradino 2° gradino 3° gradino 4° gradino Finale Note

A5 (Paesi in via di sviluppo) Gruppo 1 2011-2013 2020-2022 Consumo medio HFC Consumo medio HFC

A5 (Paesi in via di sviluppo) Gruppo 2 2024-2026 Consumo medio HFC

65% valore base

65% valore base

65% valore base

– 2019 – 10% 2024 – 45% 2029 – 70% 2034 – 80% 2036 – 85% Bielorussia, Federazione Russa, Kazakhstan, Tajikistan, 25% componenti HCFC e i primi 2 gradini sono più tardi: 5% in 2020, 35% in 2025

2024 2029 – 10% 2035 – 30% 2040 – 50%

2028 2032 – 10% 2037 – 20% 2042 – 30%

2045 – 85% Articolo 5 Paesi non facenti parte gruppo 2

2047 – 85% Paesi del Golfo GCC, India, Iran, Iraq, Pakistan

che non si può tutelare le produzioni industriali tradizionali condannando a morte il pianeta nel quale devono essere utilizzate. Il 13 ottobre a Kigali lo Speciale della rivista Industria & Formazione “International Special Issue 2016-2017” è stato protagonista con il lancio internazionale e la distribuzione ai delegati. La rivista, nata nel 2006 da una partnership Nazioni Unite – Centro Studi Galileo – Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo, è un punto fisso delle riunioni di Montreal e serve per fornire ai delegati delle Nazioni trattanti un utile aggiornamento sulle ultime tecnologie e sugli obiettivi futuri in materia di tutela ambientale e delle produzioni industriali. Centro Studi Galileo e l’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo hanno, come detto in premessa, profuso notevole impegno per far si che l’accordo potesse essere raggiunto e che il settore HVAC si trovasse preparato allo storico cambio di refrigeranti che ha richiesto evoluzioni tecnologiche senza precedenti. Decine di corsi nelle 15 sedi italiane e in 30 nazioni mondiali hanno formato le maestranze all’utilizzo dei nuovi gas che sono un beneficio per il clima avendo impatto quasi zero ma che, a differenza dei predecessori, sono leggermente infiammabili e quindi richiedono istruzioni e attenzioni specifiche. Inoltre i Convegni (Convegno Europeo

biennale presso il Politecnico di Milano e eventi straordinari come il doppio appuntamento presso EXPO2015 sulla conservazione dei cibi nelle Nazioni in via di sviluppo) hanno permesso a operatori del settore, decision maker e rappresentanti delle istituzioni di essere informati e preparati alle nuove sfide. ● RIVISTA DIGITALE Tutte le riviste possono essere pure sfogliate online in formato digitale. Al seguente link: http://bit.ly/rivista8-2016 può prendere visione delle ultime notizie dal mondo della refrigerazione e del condizionamento

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ULTIME NOTIZIE NOTIZIE DALL’EUROPA (Sintesi a cura del prof. Fantoni) LEGISLAZIONE Revisione dell’EN 13313 – Lo standard EN 13313–sistemi di refrigerazione e pompe di calore verrà revisionato. Infatti si ritiene che l’addestramento e la formazione del personale ricoprirà un ruolo fondamentale per lo sviluppo del settore. (Pagina 7 della Newsletter AREA) Fgas: registro dell’apparecchiatura – L’AREA ha ideato un nuovo modello per il registro dell’apparecchiatura così come dall’articolo 6 del Regolamento sugli F-gas. Questo per aiutare operatori e tecnici a registrare con accuratezza i dati relativi ai circuiti frigoriferi che ricadono all’interno delle disposizioni della normativa. Il registro è anche stato inviato alla Commissione Europea per la visione, con l’intento che essa lo possa prendere come modello per l’adozione di un formato ufficiale. La visione è disponibile sul sito-web dell’AREA. (Pagina 3 della Newsletter AREA) F-gas: Commissione al lavoro – La Commissione Europea è al lavoro per preparare le quote produttive di refrigerante da assegnare nel 2018 alle singole aziende. Per ora pare che non ci sarà alcuna revisione del Regolamento 1516 riguardante i requisiti standard per il controllo delle perdite dai circuiti. Pare invece intenzionata a preparare una proposta per un phasedown internazionale degli HFC. (Pagina 4 della Newsletter AREA) F-gas: monitoraggio dell’implementazione – Alcuni deputati del Parlamento Europeo raccomandano alla Commissione di monitorare attentamente il rispetto del regolamento F-gas. I deputati chiedono inoltre alla Commissione di garantire che l’uso di refrigeranti alternativi sia sicuro, conveniente e in linea con gli altri obiettivi dell’UE, come ad esempio quello dell’efficienza energetica. (Pagina 7 della Newsletter AREA) Revisione della Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici – La Commissione Europea vuole apportare degli emendamenti alla Direttiva esistente finalizzati al rafforzamento delle disposizioni già vigenti. Uno di essi riguarda la volontà di fissare ad almeno il 27% l’obiettivo di efficienza energetica per il 2030, con l’intento di portarlo al 30% in una successiva revisione da effettuare nel 2020. L’idea di fondo è quella di introdurre nuove disposizioni per migliorare l’efficienza energetica degli edifici già esistenti. Inoltre si prevede di richiedere agli installatori una valutazione energetica complessiva di un impianto tecnico quando viene installato, sostituito o ammodernato in un edificio. Tale valutazione rimarrebbe depositata presso il proprietario in modo tale che possa venire impiegata anche per futuri miglioramenti delle prestazioni energetiche dell’edificio. Per quanto riguarda i requisiti dell’aria interna degli ambienti, pare che la revisione non porterà alla determinazione di una soglia di requisiti minimi, anche se tali parametri entreranno in gioco per il calcolo del rendimento energetico degli edifici. (Pagina 4 della Newsletter AREA) Ecodesign – CEN e CENELEC hanno costituito un gruppo di lavoro per sviluppare nuovi standard europei trasversali riguardo l’efficienza energetica dei materiali per facilitare la progettazione ecocompatibile prevista dalla Direttiva Ecodesign. Oggetto del lavoro sarà la durata, l’aggiornabilità e la possibi-

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lità di riparazione dei prodotti, il loro riutilizzo e riciclaggio, ma anche guide su come utilizzare questi standard per prodotti specifici. (Pagina 5 della Newsletter AREA) Refrigerazione commerciale – Per quanto riguarda i prodotti di refrigerazione professionale, la Commissione Europea ha pubblicato chiarimenti sulle norme e sui metodi di transizione per le apparecchiature della refrigerazione commerciale: – Regolamento 2015/1094 sull’etichettatura energetica (armadi professionali) – Regolamento Eco-design 2015/1095 (armadi refrigerati professionali, abbattitori, unità di condensazione e chiller di processo). Inoltre, la Commissione europea ha fissato il metodo per determinare il rapporto di prestazione energetica stagionale (SEPR) per i chiller di processo e un aggiornamento del foglio di calcolo in Excel per calcolare la SEPR per le unità condensanti. (Pagina 5 della Newsletter AREA) Efficienza energetica – Secondo le ultime stime, entro il 2030 nell’Unione Europea si otterrà una riduzione del 24% del consumo di energia primaria. Poiché il dato non è soddisfacente, la Commissione Europea intende, per tale motivo, porre revisione alla Direttiva sull’Efficienza Energetica per giungere almeno all’obiettivo del 27%, con possibilità di rivedere il target nel 2020 per portarlo al 30%. (Pagina 6 della Newsletter AREA) ENERGIA Strategia per il caldo e il freddo – A metà settembre, il Parlamento europeo ha approvato la strategia dell’UE in materia di riscaldamento e raffreddamento. L’idea è quella di tenere un approccio olistico alle tecniche per il riscaldamento e il raffreddamento. Da alcune parti si chiede alla Commissione di prendere in considerazione l’introduzione di un sistema di etichettatura energetica per gli impianti di riscaldamento installati. Inoltre, si chiede una definizione delle priorità di modernizzazione dei sistemi e lo sviluppo di fonti rinnovabili di riscaldamento. Si mette in evidenza il ruolo fondamentale delle tecnologie ad energia rinnovabile, tra cui l’uso della biomassa sostenibile, dell’aerotermica, della geotermia e del solare, delle celle fotovoltaiche in combinazione con batterie elettriche sia per riscaldare l’acqua che per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici. Priorità sarà data al teleriscaldamento e al teleraffreddamento anche se c’è la volontà di dare ai consumatori la libertà di scegliere le tecnologie in base alle loro esigenze. Infine si sottolinea l’importanza dell’educazione permanente, della formazione e certificazione di installatori e architetti, considerando che sono il primo punto di contatto per i consumatori. (Pagina 6 della Newsletter AREA) BREVI DALL’AREA Elezioni – Per Jonasson è stato eletto per la 2a volta Presidente dell’AREA durante l’Assemblea Generale che si è svolta a Dublino nel maggio scorso. Sostanzialmente riconfermate anche le altre cariche esecutive. (Pagina 3 della Newsletter AREA) Nuova guida – L’AREA sta portando a termine la terza edizione della sua guida sugli F-gas. In essa vengono riportati alcuni chiarimenti riguardo la formazione e la certificazione del personale e alcune integrazioni concernenti gli atti implementativi della legislazione. A lavoro ultimato sarà pubblicata sul sito-web dell’associazione. (Pagina 3 della Newsletter AREA)


Speciale trasporti refrigerati

Come sviluppare una catena del freddo affidabile ed efficiente nel settore agroalimentare

HALIMA BEN HOUIDI THRAYA Ministero dell’Industria Rappresentante per la Tunisia all’Istituto Internazionale del Freddo IIF/IIR

INSTITUT INTERNATIONAL DU FROID 177, Bd Malesherbes - 75017 Paris Tel. 0033/1/42273235 - www.iifiir.org

La catena del freddo punta a mantenere i prodotti ad una temperatura sufficientemente bassa allo scopo di conservarli durante il loro periodo di vita , a mantenere le loro qualità organolettiche e garantire i consumatori dal punto di vista sanitario. Il difficile sviluppo di un’affidabile catena del freddo ha svariati obiettivi: una ricca produzione agricola, una maggiore sicurezza alimentare, un sempre più ampio accesso ai mercati e la limitazione delle perdite di cibo e dello spreco di risorse naturali. Ogni prodotto ha una propria durata variabile che dipende da tre componenti: • natura del prodotto; • condizione microbiologica iniziale; • catena del freddo continua ed efficace. La catena del freddo riguarda principalmente la sicurezza igienica degli alimenti per la durata di conservazione del prodotto alimentare. L’interruzione della catena del freddo è pericolosa in quanto può comportare un deterioramento dei prodotti; il termine per il loro consumo sarebbe quindi drasticamente e rapidamente ridotto, comportando perdite economiche e sociali. Per affrontare queste sfide e risponde-

re alle necessità prioritarie per la refrigerazione nei vari sottosettori agroalimentari, i governi e le parti interessate devono concentrarsi nei seguenti settori: • amministrazione; • strutture di base; • tecnologia per il trasporto; • R&D; • formazione; • organizzazioni professionali; • dialogo tra industrie; Importanza del problema discusso La catena del freddo è costituita da una serie di fasi (raccolta, produzione, confezionamento, stoccaggio, trasporto, distribuzione, consumo...) necessarie per la conservazione in frigorifero di prodotti alimentari congelati o surgelati a bassa temperatura al fine di preservare le loro capacità nutritive e qualità organolettiche. La refrigerazione ferma anche la crescita di microrganismi che possono causare intossicazioni alimentari o il deterioramento degli alimenti. Ogni tipo di prodotto alimentare possiede, a seconda della sua natura, un fattore che definisce la sua temperatura di conservazione. Per la maggior parte dei casi si tratta di un microrganismo che potrebbe esistere in modo naturale. In ogni caso la refrigerazione ferma o solamente rallenta la sua crescita. Questo microrganismo è inoltre modificabile fino a quando il prodotto alimentare non sia esposto ad una tem-

peratura superiore, che corrisponde all’ambiente naturale a lui necessario. A seconda dei prodotti, gli standard indicano le temperature limite e le tolleranze massime consentite (0 °C a + 2 °C per il pesce fresco, + 2 °C e + 8 °C per molti alimenti freschi, massimo -18 °C per gli alimenti surgelati). (Fonte: per i prodotti di origine animale e per le pietanze a base animale, le temperature per lo stoccaggio, il trasporto, l’esposizione e la vendita vengono determinate dal decreto di legge del 21 dicembre 2009 e dal regolamento n° 853/2004). Per eventuali altri prodotti alimentari, le temperature sono indicate dal decreto legge del 8 ottobre 2013 relativo alle norme sanitarie applicabili alle attività di vendita al dettaglio, stoccaggio e trasporto dei prodotti alimentari e dei prodotti alimentari diversi dai prodotti di origine animale e dei prodotti alimentari a base animale). Usare la parola «catena» è utile per: • Mettere in evidenza la necessità di fasi continuative; nessun passo deve essere trascurato per evitare la crescita batterica e qualsiasi pericolo

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dovuto all’interruzione della catena del freddo. • Mettere al sicuro da eventuali surriscaldamenti un prodotto alimentare, la cui qualità è garantita dal luogo di produzione al cliente finale. Le parti interessate alla catena del freddo La catena del freddo riguarda ogni ramo alimentare. È un dato di fatto che tutte le parti interessate hanno il compito di mantenere le temperature richieste ad ogni livello della catena. Queste temperature vengono definite durante la produzione, l’immagazzinamento, il trasporto e la distribuzione di prodotti alimentari al fine di prevedere la loro durata che dovrebbe essere preservata da tutte le parti della catena compreso l’utente finale. I consumatori devono considerare la refrigerazione come una componente integrante della qualità e della sicurezza e devono essere prudenti per continuare e sostenere tutti gli sforzi intrapresi in precedenza dai professionisti fino al “piatto”. i

La situazione nelle fasi della catena I dati in tutto il mondo sulle principali fasi della catena del freddo (stoccaggio, trasporto e distribuzione) mostrano una variazione di capacità a seconda della situazione economica delle regioni e paesi. Le perdite di derrate alimentari deperibili per mancanza di refrigerazione va dal 9% al 23% rispettivamente nei paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. (rif: IIR Informatory Note). Per informazione, nel Medio Oriente/ Nord Africa, i tassi di perdita e di scarto per i prodotti alimentari a causa della mancanza di strutture sufficienti ed efficienti per la catena del freddo sono stimate intorno al 55% per la frutta e la verdura, al 22% per la carne, al 30% per pesci e frutti di mare e al 20% per i prodotti lattiero-caseari (FAO, 2011). È un dato di fatto, i paesi e le regioni sottosviluppate e in via di sviluppo hanno i rapporti più bassi: considerando il volume di stoccaggio di refrigerazione in metri cubi (in m3) /pro capite (popolazione urbana) (ref: 2014 Globale Cold Storage Capacity Report).

www.environment.gov.au/atmosphere/ozone/publications/cold-hard-facts-2.html ii JARN, December 2012. (http://www.iifiir.org/clientBookline/service/reference.asp?INSTANCE=EXPLOITATION&OUTPUT= PORTAL&DOCID=IFD_REFDOC_0006496&DOCBASE=IFD_REFDOC_EN&SETLANGUAGE=EN) iii La RPF.frgoo.gl/feKDbO iv JARN, May 25, 2012

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Capacità dei magazzini di stoccaggio nei paesi del mondo metri cubi per popolazione urbana (in 1.000) Regioni del mondo I metodi di trasporto refrigerato (marittimo, stradale, ferroviario, aereo) come pure i camion refrigerati sono meno utilizzati nei paesi in via di sviluppo rispetto ai paesi sviluppati. Ciò crea difficoltà nel trasporto di derrate deperibili all’interno e tra paesi in via di sviluppo, anche per la mancanza di buone infrastrutture stradali che potrebbero ridurre il tempo di trasporto. Paesi

Camion refrigerati

Australia

28,000 i(in 2012)

Cina

20,000 ii(in 2010)

France

110,000 iii(in 2013)

India

6,000 iv(in 2011)

Inoltre, il numero di frigoriferi domestici è stimato a 627 e 70 per 1000 pro capite rispettivamente nei paesi sviluppati e in via di sviluppo. Panoramica e prospettive di sviluppo per la catena del freddo nel settore agroalimentare nell’Africa sub-sahariana La panoramica della catena del freddo


nel settore agroalimentare in Africa sub-sahariana (redatta nel 2014 dalla FAO e IIR) ha contribuito a mettere in evidenza alcuni importanti problemi e le barriere che ostacolano lo sviluppo di una catena del freddo affidabile ed efficiente in questi paesi, tra cui: • capacità piuttosto bassa di immagazzinamento; • difficoltà di accesso alla rete dell’energia elettrica; • mancanza o scarsità delle infrastrutture stradali; • basso livello di competenze tecniche (mano d’opera non qualificata, manutenzione effettuata da tecnici della refrigerazione stranieri); • mancanza di impianti refrigeranti adeguati o di giuste dimensioni; • mancanza di un mercato ritenuto sufficiente per i produttori di apparecchiature e problemi per reperire crediti per le piccole imprese produttrici; • mancanza di una strategia politica nazionale chiara rispetto allo sviluppo della catena del freddo; • sistema giuridico mancante e basso livello di organizzazione e implementazione dei controlli degli standard di conformità. Cause di interruzione della catena del freddo La catena del freddo è lunga e un’interruzione può avvenire in qualsiasi momento: • subito dopo che il prodotto è stato raccolto nel caso in cui non venga immagazzinato automaticamente in condizioni adeguate; • durante lo stoccaggio sul sito di produzione; • durante il trasporto; • a livello di vendita al dettaglio; • per incuria del consumatore durante un trasporto lungo o durante la conservazione; • nel corso di una fase di transizione (carico, scarico di un camion, una vetrina, etc.). Si parla di interruzione della catena del freddo quando il prodotto alimentare è esposto a temperature superiori a quelle previste durante le varie fasi della catena stessa. Questo aumento delle temperature accelera la crescita microbica e batterica.

I principali problemi possono verificarsi nei seguenti casi di interruzione: • mancanza di corrente; • guasto di uno o più componenti nel sistema di refrigerazione; • aperture frequenti delle porte, porte non adeguatamente chiuse o rimaste aperte per troppo tempo; • guarnizioni non a tenuta stagna (non impermeabili); • perdite nella parte isolante; • perdita di refrigerante; • basso utilizzo delle strutture disponibili. Conclusione Le considerazioni sullo stato attuale della catena del freddo in Africa subsahariana hanno portato a suggerire strategie e raccomandazioni riguardo a: • amministrazione (definizione e attuazione efficace di leggi e regolamenti sulla catena del freddo); • sviluppo delle infrastrutture di base: strade, impianti di refrigerazione; • R & D (compreso lo sviluppo e la distribuzione di apparecchiature solari) che coinvolgono il settore privato, per l’identificazione, la previsio-

ne e il continuo soddisfacimento delle aspettative dei soggetti del mercato; • professionalizzazione delle parti interessate: formazione e informazione sulla catena del freddo, lo sviluppo di organizzazioni professionali; • incentivi in favore degli investimenti privati. Lo sviluppo delle infrastrutture energetiche e di comunicazione, responsabilità degli Stati e delle Amministrazioni, è la forza trainante per la catena del freddo. Gli altri aspetti dello sviluppo della catena del freddo devono essere esaminati come strategie settoriali e come sub strategie settoriali nel settore agricolo o rurale, coinvolgendo tutte le parti interessate: i Ministeri (agricoltura, pesca, allevamento, industria, istruzione superiore, ricerca scientifica, economia) e i soggetti privati della catena del freddo. Questo approccio deve favorire i partenariati pubblico-privato e privato-privato che sono assolutamente necessari per raggiungere gli obiettivi. Inoltre, ogni azione deve considerare i soggetti locali disponibili che già operano nel ramo. ●

ULTIME NOTIZIE Il lancio ufficiale di International Special Issue – Industria&Formazione, Rivista internazionale nata dalla partnership Centro Studi Galileo – Nazioni Unite – IIR

Nella prestigiosa cornice del MOP28, la 28esima riunione del Protocollo di Montreal, è avvenuto il lancio ufficiale dalla rivista biennale International Special Issue. La pubblicazione, speciale in lingua inglese della rivista Industria&Formazione, è stata fortemente voluta a partire dal 2006 dall’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite. La collaborazione con l’Istituto Internazionale della Refrigerazione di Parigi ha contribuito al significativo livello scientifico garantito dalla vastità di firme internazionali che collaborano con il Centro Studi Galileo e con l’Associazione dei Tecnici del Freddo. L’introduzione è stata, come tradizione, affidata al Ministro dell’Ambiente italiano in carica, per quest’edizione l’On. Gian Luca Galletti. La scelta di lanciare lo Speciale a Kigali durante il MOP28 assume un significato particolare. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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Speciale il futuro del freddo

Le innovazioni tecnologiche nel freddo e nel condizionamento

LORENZO BULGARELLI Intervento al Convegno organizzato da CSG in Padiglione Italia ad EXPO

Zanotti

Visto dal nostro settore di costruttori di impianti per il settore della refrigerazione, il regolamento F-GAS ci impone di pensare ad una revisione profonda dei prodotti attualmente offerti per soddisfare tutte le esigenze della conservazione delle derrate alimentari. Questo comporta di conseguenza notevoli sforzi sia economici che organizzativi per trovare quelle soluzioni che rispondano efficacemente al regolamento e siano altresì in grado di essere prodotte industrialmente e quindi offerte sul mercato. La conservazione, ricordiamo, riguarda sia il prodotto fresco che quello congelato. Quando andiamo al supermarket diamo per scontato di trovare tutto ciò che ci serve, già porzionato e pronto o per la tavola o per essere scaldato al microonde. Esigiamo di trovare le buste con la pasta già pronta o i filetti di pesce solo da scaldare o il dessert o il gelato da portare in tavola senza dover perdere troppo tempo tra la spesa ed il consumo. Ma abbastanza spesso ci si scorda che occorrono gli impianti tecnologici necessari, non basta solo l’arredo, quante volte ci si sente chiedere la consegna delle centrali in tempi limitatissimi perché incombe l’apertura. La ricerca delle soluzioni alternative per la sostituzione degli attuali R404A o R507, proprio nelle applicazioni in bassa temperatura, rappresenta però a tutt’oggi una delle sfide ancora non del tutto superate allo scopo di proporre soluzioni sempre più green e che non siano solo soluzioni tampone.

Già oggi infatti, nonostante il divieto scatti dal 1 gennaio 2020, capita di sempre più spesso di ricevere richieste di impianti che non utilizzino più questi refrigeranti, per i più svariati motivi, dalla tassazione in vigore in alcuni paesi, dalle future spese di manutenzione ipotizzate sempre crescenti. Le soluzioni proponibili però non possono che essere legate all’attuale stato dell’arte con tutti i limiti conseguenti. Non è mia intenzione elencare le varie soluzioni che i diversi produttori di fluidi refrigeranti stanno proponendo per l’utilizzo nelle varie applicazioni che ci vengono richieste e di cui già facciamo uso se non sul campo, almeno a livello di test di laboratorio. In molti casi tutte queste soluzioni si basano sull’utilizzo delle ben note tecnologie, con varianti legate o alla temperatura di scarico elevata per cui si aggiungono altri dispositivi di controllo, o a problematiche di lubrificazione con relativi nuovi additivi. Le soluzioni che andiamo cercando, pur con i tanti limiti dettati e dalle normative e dall’impossibilità di rispondere generalisticamente a tutte le esigenze, ci portano ad investigare sull’utilizzo dei refrigeranti HC come il propano ed il propilene. Per questo sono stati sviluppati una serie di gruppi frigoriferi, rigorosamente in versione monoblocco, per l’impiego su celle di piccola e media cubatura in cui l’obiettivo principale è quello di rimanere entro l’ambito dei 150 grammi di carica massima. Questo non perché non sia tecnicamente possibile costruire impianti con

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carica superiore, anzi ne sono stati costruiti e tuttora sono in produzione con numeri significativi, ma bensì perché gli attuali limiti di sicurezza (nel caso specifico i famigerati 8 grammi/m3) imposti dalle norme li rendono molto spesso non utilizzabili. I gruppi monoblocco a propano necessitano però dello sviluppo di compressori (specialmente ermetici) che possano andare anche oltre gli attuali 1800/2000 Watt di potenza (in applicazione positiva) e che soprattutto siano sviluppati in modo significativo anche per la bassa temperatura, con potenze almeno fino a 1500 Watt. L’attuale limite (attorno ai 900/1000 Watt) risulta troppo restrittivo pensando alle cubature delle celle di conservazione che si aggirano per lo più attorno ai 7-10 m3. Se questo è attualmente un limite, che si può pensare di superare collaborando con i costruttori dei compressori, il rispetto del limite di carica dei 150 grammi pone altri problemi le cui soluzioni sono in via di sviluppo e ottimizzazione. E’ per questo che sono state studiate e applicate, soluzioni tendenti alla minimizzazione della carica riducendo ad esempio, il volume degli scambiatori o dello stesso piping. Però pongo anche una domanda all’autorevole uditorio, il limite dei 150 grammi, al di sopra del quale scattano le forche caudine della verifica del volume minimo della cella su cui installare il gruppo frigorifero, è immodificabile in una prossima revisione della norma?


Sempre avendo come obiettivo la sicurezza al massimo livello, ed avendo la possibilità della installazione dei diversi dispositivi di rilevamento, segnalazione o interruzione (in caso di fuga) del flusso del refrigerante penso non sia improponibile alzare tale limite a valori che rendano possibile l’utilizzo di questi impianti su una scala più larga dell’attuale. Per impianti con potenze superiori (dai 2500 Watt in poi), rimanendo sempre nell’ambito degli idrocarburi, sono stati costruiti gruppi frigoriferi a propilene (R1270), in alternativa ai gruppi a propano. Questo sia perché l’utilizzo è stato reso possibile dall’approvazione per i vari compressori semiermetici anche per questo refrigerante, sia perché dai nostri test interni si è riscontrato oltre ad un effettivo incremento della potenza frigorifera, anche una riduzione significativa della carica di refrigerante (indicativamente un 20% in meno) E dal nostro punto di vista i risultati ottenuti sono stati più che soddisfacenti anche in relazione ad una temperatura di scarico più elevata che ci consente di sfruttare al meglio altri dispositivi atti ad esempio, all’eliminazione dell’acqua di condensa proveniente dallo sbrinamento. Se l’utilizzo degli HC (GWP=3) si pone come un superamento totale dei refrigeranti a cui siamo stati finora abituati, utilizzabile per una serie di impianti che anche se non utilizzeremo ovunque (ad oggi solo monoblocchi, no a versioni di tipo split) pensiamo comunque sia il primo passo per proporre soluzioni a lungo periodo senza l’incombenza di dover riprogettare ex novo i gruppi a seconda delle varie scadenza regolamentari. Per cui proseguendo nella nostra esperienza con refrigeranti o tecnologie meno consuete passo a illustrare quanto ora pensiamo sia una innovazione nella continuità della nostra storia. Storia che ci ha portato a diffondere il concetto di gruppo frigorifero di tipo monoblocco anche nel settore industriale in tempi in cui ciò non sempre era accettato di buon grado. Rifacendoci a quell’idea vogliamo proporre una serie di gruppi monoblocco di tipo industriale sviluppati ora per la bassa temperatura, aventi come refrigerante la CO2.

ULTIME NOTIZIE A Kigali, Rwanda, scritta la storia sul clima. Il plauso del Centro Studi Galileo e dell’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo Come si può leggere nell’editoriale di Industria & Formazione su “HFC eliminati gradualmente a livello globale” a Kigali è stata scritta la storia del Clima. Centro Studi Galileo e Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo, che, nella direzione dell’approvazione dell’emendamento lavorano da dieci anni, esprimono il plauso all’assemblea MOP28 del Protocollo di Montreal e richiamano l’attenzione sulle responsabilità e sui cambiamenti che avverranno nel nostro settore. Il 13 ottobre nella stessa Conferenza lo Speciale della rivista Industria&Formazione “International Special Issue 2016-2017” è stato protagonista con il lancio internazionale e la distribuzione ai delegati delle circa 200 nazioni che hanno preso parte ai lavori. La rivista, nata nel 2006 da una partnership Nazioni Unite – Centro Studi Galileo – Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo è un punto fisso delle riunioni di Montreal e serve per fornire ai delegati delle Nazioni trattanti un utile aggiornamento sulle ultime tecnologie e sugli obiettivi futuri in materia di tutela ambientale e delle produzioni industriali. Centro Studi Galileo e l’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo hanno, come detto in premessa, profuso notevole impegno per fare sì che l’accordo potesse essere raggiunto e che il settore HVAC si trovasse preparato allo storico cambio di refrigeranti che ha richiesto evoluzioni tecnologiche senza precedenti. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

28esima riunione delle parti del Protocollo di Montreal La 28esima riunione delle parti del protocollo di Montreal MOP 28 è in corso a Kigali. Come consuetudine l’assemblea tratterà il tema delle sostanze che riducono lo strato di ozono e provocano effetto serra. In questa delicata fase si prenderanno in particolare considerazione i negoziati su un emendamento agli idrofluorocarburi (HFC). Inutile dire come ciò influisca pesantemente sul futuro del nostro settore. L’eventualità dell’approvazione dell’emendamento sarà una iattura o un’occasione per il mondo della refrigerazione e del condizionamento? Noi riteniamo, con le dovute cautele, di propendere per la seconda. La straordinaria innovazione tecnologica che deriverà dall’adattamento delle apparecchiature a refrigeranti non dannosi per l’ambiente imprimerà una crescita senza precedenti al comparto. Continua a leggere su www.industriaeformazione,it

In questa serie di monoblocchi rendiamo pertanto disponibile una gamma di prodotti, utilizzabili in questa applicazione, con un range di potenze che va dai 3 ai 20 kW. I compressori sono del tipo transcritico a doppio stadio, il telaio racchiude in modo compatto tutta la parte frigorifera comprendente sia il gas-cooler che l’intercooler sulla parte condensante, mentre l’evaporatore è collegato al telaio tramite il solito tampone isolante. Il quadro elettrico con la strumentazione di comando e controllo resta a bordo macchina con la possibilità di controllo in supervisione dei parametri di funzionamento per un intervento puntuale anche da remoto. Il sistema racchiude gli scambiatori necessari all’ottimizzazione del ciclo transcritico oltre al ricevitore di liquido opportunamente dimensionato e completo di tutti i sistemi di sicurezza necessari per evitare lo scarico della CO2 in caso di temperature esterne elevate combinate con i necessari cicli

di fermo macchina e per termostatazione e per fermo cella (cella vuota che non necessita di freddo). L’evaporatore può avere lo sbrinamento di tipo elettrico oppure anche a “gas caldo”. Con questo sistema totalmente montato in fabbrica ed ivi collaudato pensiamo anche di dare un aiuto tangibile alla diffusione di questi sistemi che a volte si scontrano con difficoltà di tipo impiantistico spicciolo, per la necessaria qualificazione del personale addetto al montaggio delle varie parti dell’impianto. Naturalmente questa macchina va a completare il parco delle soluzioni già note da tempo quali gli impianti centralizzati da sala macchine, e in certi casi può costituire una nuova opportunità per la semplicità di installazione e gestione. Questa soluzione è disponibile anche in versione split dove, sempre mantenendo gli stessi standard di sicurezza, è possibile ampliare il ventaglio delle soluzioni disponibili. ●

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Speciale principi di base del condizionamento dellʼaria

Principi di base del condizionamento dell’aria

Alcune verifiche sul circuito idraulico del chiller 177ª lezione PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOSETTANTASETTESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 19 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

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INTRODUZIONE Molti sono i vantaggi che l’impiego dei chiller offrono nel campo del condizionamento dell’aria rispetto ad altre tipologie di impianti. Tuttavia esistono anche delle attenzioni supplementari che è necessario porre per garantire il buon funzionamento dell’impianto e garantire, così, la potenza di raffreddamento nominale. Tali attenzioni vanno poste principalmente sul circuito idraulico, che rappresenta quel “di più” che non è presente, ad esempio, negli impianti ad espansione diretta. In particolare risulta essere di fondamentale importanza garantire sempre un’adeguata portata d’acqua all’evaporatore, in quanto la sua scarsità provoca senz’altro una penalizzazione delle rese frigorifere. Una scarsa portata d’acqua può essere causata da diversi inconvenienti. Per questo, anche sul circuito idraulico vanno condotte le opportune verifiche e manutenzioni periodiche. DOPPIO CIRCUITO Dal punto di vista delle attenzioni che si devono prestare al funzionamento dell’impianto, i chiller richiedono qualche riguardo in più. Infatti, come ugualmente succede in tutti i circuiti che contengono refrigerante, va sempre monitorato e reso oggetto di manutenzione il circuito frigorifero. Ma poichè in un chiller è presente anche un circuito idraulico, anch’esso va

sempre tenuto sotto osservazione. Quindi, dal punto di vista del controllo operativo, il lavoro da eseguire è più cospicuo e richiede altrettanta cura quanta ne richiede il controllo del funzionamento del circuito frigorifero. In particolare ci si deve sempre assicurare che gli scambi termici avvengano correttamente e con le modalità previste visto che l’efficienza di un’apparecchiatura per la produzione di freddo si fonda proprio sugli scambi di calore. MANUTENZIONE DEL FILTRO ACQUA Innanzitutto è importante proteggere adeguatamente l’evaporatore: esso è lo scambiatore che permette il trasferimento di calore dall’acqua al refrigerante e una sua cattiva funzionalità compromette completamente sia l’efficacia del processo di raffreddamento che il regolare funzionamento del circuito frigorifero. Generalmente gli scambiatori impiegati oggi sono del tipo a piastra o a fascio tubiero: i primi per le loro ridotte dimensioni in relazione alla potenza frigorifera che possono garantire, i secondi per il loro minor costo rispetto ai primi. Soprattutto negli evaporatori a piastre è importante che l’acqua sia esente da sostanze solide in sospensione anche di piccola entità, considerato che gli interstizi tra una piastra e l’altra entro cui scorre l’acqua sono veramente ridottissimi. Ecco la necessità, allora, di installare


Figura 1. Schema idraulico che evidenzia i componenti principali del circuito. (Catalogo Aermec)

sempre un filtro-acqua (vedi figura 1, componente 2) in ingresso dell’evaporatore sul lato acqua, con maglia anche inferiore al decimo di millimetro ma comunque tale da garantire l’assenza di cadute di pressione significative. Pare inutile ricordare che tale filtro va mantenuto pulito attraverso interventi periodici di manutenzione ordinaria per assicurare il regolare deflusso d’acqua. La frequenza dei controlli e della pulitura risulta essere variabile in funzione delle caratteristiche dell’acqua e del

filtro, ma comunque è preferibile fare in modo che almeno ogni 3 mesi venga effettuata tale operazione. Se essa viene a mancare con la dovuta scadenza il rischio che si corre è un drastico calo della portata d’acqua che attraversa lo scambiatore e quindi della quantità di calore che si può scambiare all’evaporatore. Tale diminuzione comporta, sul lato del circuito frigorifero, un calo della pressione di evaporazione con la possibilità, se tale diminuzione è significativa, dell’intervento delle protezioni di

Distributore SUNISO leader mondiale lubrificanti minerali e sintetici (P.O.E.) per compressori frigoriferi 00157 ROMA - Via Melissa, 8 Tel. (+39) 06 41793441-5232 Fax (+39) 06 41793078 www.sacirt.it sacirt@sacirt.it

bassa pressione. Dalla parte del circuito idraulico, la ridotta portata potrebbe portare all’intervento delle sicurezze di pertinenza. Questo è dovuto al fatto che una ridotta portata di acqua può comportare un eccessivo raffreddamento della stessa durante il suo passaggio nell’evaporatore con il rischio che, se tale temperatura scende troppo, si possa giungere in prossimità di 0 °C e quindi causare la cristallizzazione dell’acqua. Gli scambiatori a piastre sono particolarmente sensibili al problema della cristallizzazione dell’acqua visto che gli interspazi tra una piastra e l’altra sono estremamente ridotti: la formazione anche di piccoli cristalli può causare anche un serio danneggiamento dello scambiatore con contaminazione di entrambi i circuiti. Una delle misure cautelari che si possono prendere per limitare tale problema è l’impiego nel circuito idraulico di un liquido antigelo che permetta di abbassare la temperatura di congelamento dell’acqua al di sotto di 0 °C. Il suo uso, però, va attentamente valutato, dato che l’aggiunta del glicole comporta maggiori consumi e maggiore usura della pompa dell’acqua (vedi figura 1, componente 12).

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VERIFICA DELLA PORTATA D’ACQUA Fondamentale per il corretto funzionamento del chiller è la portata d’acqua che transita nell’evaporatore. Per questo è importante garantire che tale portata corrisponda sempre a quanto indicato dal costruttore. In condizioni di funzionamento standard di solito la temperatura dell’acqua che esce dal chiller si aggira sui 7 °C mentre quella in entrata si attesta sui 12 °C: risulta, così, una differenza di temperatura di 5 °C tra ingresso e uscita. Durante il funzionamento del chiller è normale aspettarsi, però, anche valori leggermente diversi (2-3 °C in più o in meno a seconda delle condizioni di lavoro). La temperatura di evaporazione del refrigerante, invece, risulta essere di circa 5 °C. Se la portata d’acqua è eccessiva allora è probabile che l’acqua, transitando nello scambiatore, non venga raffreddata adeguatamente e quindi che la sua temperatura d’uscita risulti essere più alta di 7 °C. Se la portata d’acqua è inferiore a quanto dovuto allora essa viene raffreddata maggiormente durante il passaggio nell’evaporatore ma la capacità di raffreddamento dell’impianto si riduce in quanto viene a mancare in parte il fluido vettore che veicola il calore dall’aria ambiente al refrigerante. Dal punto di vista del circuito frigorifero, la scarsità di acqua si riflette in una diminuzione della pressione di evaporazione del refrigerante. In questo caso è probabile l’intervento delle protezioni sia del circuito frigorifero sia del circuito idraulico. VERIFICA DELL’ASSENZA DI ARIA NEL CIRCUITO IDRAULICO Vi è un altro aspetto che va verificato se non si vuole incorrere in inconvenienti di funzionamento. In particolare bisogna evitare che nel circuito idraulico sia presente aria perchè essa, quando risulta superiore ai limiti tollerati, provoca un’inadeguata circolazione dell’acqua e quindi tutta la serie di inconvenienti che sono stati sopra elencati. Per eliminare l’aria dall’interno delle tubature è necessario predisporre opportuni sfiati dell’aria (vedi figura 1, componente 4). ●

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ULTIME NOTIZIE NOTIZIE DALL’EUROPA (Sintesi da refripro.eu) POLITICA & AMBIENTE 80 milioni di dollari a sostegno di phase-down degli HFC ed efficienza energetica • Il 22 settembre, più di 100 paesi sono stati coinvolti per garantire l’ambizioso emendamento del Protocollo di Montreal in vista del phase-down globale degli HFC. Il settore richiede un miglioramento della Qualità dell’Ambiente Interno (IEQ) • Molte associazioni di settore, tra cui l’EPEE, che rappresenta in Europa i produttori del settore RAC & HP, hanno pubblicato un documento congiunto in cui richiedono il miglioramento della Qualità dell’Ambiente Interno e la promozione di impianti e soluzioni finalizzati al raggiungimento di un’alta qualità dell’ambiente interno e di un minore consumo energetico negli edifici nuovi e non. INDUSTRIA & TECNOLOGIA Schneider Electric Ltd. multata per il rilascio di gas dal suo commutatore • Secondo la rivista britannica RAC Magazine, a Schneider Electric Ltd è stata inflitta una multa di 3.000 sterline (più 18.000 sterline di spese) per il mancato recupero di un gas fluorurato, rilasciato invece nell’atmosfera a Stanford-le-Hope (Essex) nel 2013. Singapore approva l’R32 nei multi-split • Le autorità di Singapore hanno approvato l’uso del refrigerante R32 negli impianti di condizionamento dell’aria multi-split. L’R32 presenta un minor potenziale di riscaldamento globale ed è “leggermente infiammabile”. ECONOMIA & GENERALITÀ EPEE cerca un Consulente Tecnico per rinforzare il suo team • La European Partnership for Energy and the Environment (di seguito “EPEE”) è l’associazione europea che rappresenta il settore di riscaldamento, raffreddamento, refrigerazione e pompe di calore in Europa. È composta da 47 membri tra aziende e associazioni. EPEE segue da vicino e interviene in tutte le discussioni politiche che possono avere un impatto sull’industria HVAC-R, con particolare attenzione alla normativa UE su efficienza energetica e refrigeranti. 4E rilascia un rapporto aggiornato sui successi di standard ed etichettatura • L’ultimo rapporto di 4E si basa su oltre 150 singole valutazioni ed offre una sintesi esaustiva dei successi dei programmi relativi agli standard di efficienza energetica ed etichettatura (EESL) per dispositivi e apparecchiature.

Due anni di carcere per smaltimento abusivo di refrigeranti. 1 anno e mezzo per vendita illegale Il proprietario di una società di riciclaggio è stato condannato a due anni di carcere dopo essersi dichiarato colpevole di gestione illegale di rifiuti. Nel corso delle operazioni di smaltimento di apparecchiature elettroniche l’uomo ha provocato il rilascio in atmosfera di refrigeranti ozono lesivi e ad alto coefficiente di riscaldamento ambientale. Un’operazione scellerata rilevata dalle forze dell’ordine e punita severamente dalla magistratura che oltre alla già citata condanna di carattere penale ha comminato all’azienda una sanzione pecuniaria e il ritiro della licenza aziendale per tre anni. Il fatto, accaduto nella municipalità spagnola di Soria, è stato seguito dall’Unità di Protezione Ambientale della Guardia Civile (SEPRONA). L’attività illegale andava avanti dal luglio 2013. 600 articoli elettronici, tra cui 203 frigoriferi, sono stati confiscati su richiesta del pubblico ministero. L’indagine ha inoltre rilevato 40 kg di composti di mercurio scaricati nel terreno. I refrigeranti clorofluorocarburi (CFC) R11 e R12 rilasciati in atmosfera equivalgono a 331 tonnellate di anidride carbonica. Inoltre piombo, cadmio e zinco sono stati trovati nelle aree di lavoro della società. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

I refrigeranti nel mondo. Singapore approva l’R32 nei multi-split Il Governo di Singapore ha autorizzato l’utilizzo di R32 negli impianti di condizionamento multi split. Il refrigerante, appartenente alla categoria dei leggermente infiammabili, presenta un minore potenziale di riscaldamento globale. La Nazione asiatica ha vietato l’utilizzo di idrocarburi a causa delle loro caratteristiche di infiammabilità e aveva approvato l’R32 nei single split nel 2015. Nelle scorse settimane una comunicazione del Direttore della divisione materiali pericolosi del Singapore Civil Defence Force (SCDF), Matthew Goh, ha autorizzato l’uso dell’R32 negli impianti nuovi multi-split appositamente progettati, vietando implicitamente l’utilizzo in quelli progettati per vecchi gas. La circolare spiega che la decisione è stata presa dopo aver fatto chiarezza su rischi d’incendio, standard di sicurezza, manutenzione e smaltimento. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


Speciale nuove tecnologie con fonti di energia alternativa

Refrigerazione con energie rinnovabili Stato dell’arte e possibili linee guida per lo sviluppo di refrigeratori riciclabili impieganti energie rinnovabili, con particolare riferimento alle necessità in essere nei paesi in via di sviluppo

FRANCO MONICO Claudio Fossati, General Manager Mondial, al Convegno CSG in EXPO

Mondial Group

Un tema fondamentale per lo sviluppo sostenibile nel nostro pianeta è con certezza la necessità di sfruttare al meglio le risorse alimentari disponibili. È altresì noto che nei paesi in via di sviluppo, in particolare nel caso di produzioni agricole a uso locale, le difficoltà alla generazione e al mantenimento della catena del freddo, dovute alla mancanza di energia elettrica generata da fonti tradizionali (centrali a carbone, fuel, etc.) comportano il deterioramento di importantissime quantità di derrate alimentari fondamentali per il sostentamento vitale. Mondial Group, alla luce di tale problema, ha definito, in collaborazione con centri di ricerca universitari e primarie aziende mondiali, all’interno delle proprie strategie di rinnovamento del portafoglio prodotti, linee guida di ricerca e sviluppo volte alla definizione di soluzioni in grado di offrire tecnologie innovative che consentano, a partire da energie rinnovabili, il mantenimento della catena del freddo anche laddove questo non possa avvenire per mancanza di alimentazione elettrica ed il recupero pressoché totale dei materiali all’atto dello smaltimento a fine vita.

STATO DELL’ARTE

SVILUPPI

L’attuale tecnologia disponibile nell’ambito della refrigerazione commerciale ha raggiunto standard inimmaginabili solamente pochi anni fa. Infatti, grazie ai numerosi progetti di ricerca messi in atto da aziende come Mondial Group, da sempre attenta all’innovazione e dotate di R&D departement, sono stati raggiunti importanti obiettivi per quanto riguarda: • La riduzione dei consumi elettrici, grazie all’adozione di compressori e motoventole ad alta efficienza, luci led. • La riduzione dell’impatto ambientale grazie all’impiego di schiume poliuretaniche ad acqua o a ciclopentano, comunque esenti da CFC e HCFC. • Aumento dell’efficienza frigorifera e riduzione dell’impatto ambientale grazie al progressivo abbandono dei gas fluorurati in favore degli idrocarburi. • Porta passiva, ovvero isolamento della porta più performante, grazie all’adozione di vetri camera con gas argon e trattamento basso emissivo, pellicola antiappannante che in molti casi permettono l’abbandono delle resistenze di sbrinamento. • Utilizzo di sistemi di controllo intelligenti in grado di ridurre ulteriormente i consumi durante le ore notturne o di minor utilizzo dell’apparecchio. • Riduzione degli interventi di manutenzione, grazie all’impiego di condensatori maintenance free.

La ricerca prosegue senza accontentarsi dei risultati finora ottenuti, vi sono infatti progetti di ricerca in atto riguardanti nuovi materiali e cicli tecnologici avanzati di schiumatura attraverso cui realizzare una nuova generazione di apparecchi frigoriferi ad alta efficienza energetica e con struttura isotermica a bassissimo impatto ambientale. Ad esempio un progetto in fase di avvio riguarda il poliuretano. Esso infatti è presente in tutti gli apparecchi frigoriferi Mondial Group, quindi un innalzamento della performance di questo elemento si riflette su tutta la produzione. I poliuretani sono polimeri termoindurenti ottenuti dalla reazione chimica tra poliolo e isocianato. Con l’aggiunta nella formulazione di un agente di espansione è possibile ottenere poliuretani espansi, cioè polimeri in cui alla fase solida si affianca una fase gassosa che è permanentemente contenuta all’interno delle celle che si formano durante la reazione di polimerizzazione. Grazie a queste celle che rimangono per la maggior parte chiuse contenendo al loro interno il gas di espansione, il poliuretano rigido è un ottimo isolante termico. Ma l’attuale tecnologia del poliuretano presenta spunti di miglioramento per incrementare la capacità di isolamento termico. Si stanno affacciando sul panorama mondiale nuove tecnologie per quanto riguarda i materiali base, i processi di lavorazione (polimerizzazione) e gli espandenti il cui studio caratterizza l’attuale progetto R&D. Il progetto pre-

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vede una partnership con Istituti di ricerca universitari e con produttori di sistemi poliuretanici. Verranno preparati sistemi poliuretanici sperimentali utilizzando: • Poliolo derivante da fonti di riciclo. • Poliolo derivante da fonti rinnovabili. • Espandenti naturali e di sintesi a bassissimo GWP.

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Gli obiettivi sono: • Riduzione della conducibilità termica e miglioramento delle prestazioni termoisolanti • Riduzione del peso della schiuma contenuta nella scocca • Riduzione del consumo energetico dell’apparecchio • Impatto ambientale: riduzione di CO2.

LINEE GUIDA PROPOSTE Purtroppo però l’attuale tecnologia è per lo più usufruita dalle nazioni appartenenti alla parte ricca del pianeta mentre è ancora poco fruibile dalla restante parte della popolazione. La sfida che Mondial vuole affrontare è quella di rendere fruibile questa tecnologia anche ai paesi in via di sviluppo. Lo studio proposto e sintetizzato in un bozzetto di un prototipo concept, prevede la realizzazione di un refrigeratore alimentato da varie possibili fonti rinnovabili, di cui l’esempio più semplificato riguarda un pannello fotovoltaico che può essere fissato sulla sommità dell’apparecchio oppure può essere installato su una pensilina che svolge sia azione ombreggiante sia azione di produzione energia. • La corrente prodotta è accumulata in un apposito accumulatore e successivamente impiegata dal compressore in corrente continua a giri variabili, che permette una partenza “dolce” evitando grossi assorbimenti per lo spunto.


• Un controllore elettronico ottimizza e riduce al minimo i consumi elettrici. • Il fluido frigorigeno è a bassissimo GWP. • L’espansione avviene in una serpentina collocata all’interno di due piastre eutettiche che hanno il compito di creare una zavorra termica in modo da mitigare gli effetti dovuti alla non costante produzione di energia. • Il condensatore di tipo maintenance free consente interventi minimi e semplici per la pulizia, è realizzato in tubo e fili di ferro, è facilmente recuperabile a fine vita. • L’isolamento è garantito da poliuretano derivato da fonti rinnovabili, avente alto spessore (circa 100 mm) è completamente recuperabile o smaltibile a fine vita grazie al fatto che è realizzato da stampo ad iniezione. • Le lamiere in acciaio inox anticorrosione che compongono la scocca e il coperchio sono perfettamente idonee ad affrontare le più svariate condizioni climatiche e sono separabili e recuperabili a fine vita. • Quattro robuste ruote gemellate consento agevolmente lo spostamento dell’apparecchio. • Le cerniere heavy duty permettono al coperchio infiniti cicli di apertura e chiusura. Sono possibili variazioni sul tema della fonte di produzione di energia, infatti è possibile accoppiare ad esempio un gruppo elettrogeno che sopperisca ai momentanei cali di produzione di corrente del pannello fotovoltaico, il cui rendimento è notoriamente legato alla condizione meteo. A titolo esemplificativo di seguito viene

ULTIME NOTIZIE Un solare da record ad Abu Dhabi I costi degli impianti fotovoltaici sono in netto calo e le Nazioni dove la possibilità di ricavare energia dai raggi solari è più elevata ne approfittano. Ad Abu Dhabi, per esempio, è al via la costruzione di un grande impianto che sta battendo ogni record di economicità. La Abu Dhabi Water & Electricity Authority, partecipata al 100% dal Governo emiratino, ha ricevuto l’offerta record di 2,42 centesimi al kilowatt ora. L’obiettivo è generare un impianto di almeno 350 megawatt. La cinese JinkoSolar Holding Co. e la giapponese Marubeni Corp. si sono aggiudicate l’opera mediante il meccanismo dei ribassi d’asta. L’offerta, come detto, segna il record per i prezzi della tecnologia solare, che sono diminuiti del 70% negli ultimi cinque anni. L’impianto sarà situato a Sweihan, circa 120 chilometri a est della città di Abu Dhabi. Gli Emirati Arabi Uniti stanno cercando di diversificare la propria fornitura di energia. Oggi il gas naturale alimenta la maggior parte delle centrali. Abu Dhabi, che è titolare del 6% delle riserve mondiali di petrolio, e Dubai, il secondo più grande sceiccato, stanno sviluppando congiuntamente grandi impianti solari. I minori costi di finanziamento hanno aiutato gli sviluppatori a fare offerte record; la recente di Abu Dhabi ha battuto i record precedenti di 2,91 centesimi in Cile il mese scorso e 2,99 centesimi a Dubai nel mese di maggio. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

La refrigerazione magnetica alla prova nei supermercati Carrefour La Cooltech Applications leader mondiale nella refrigerazione magnetica, ha stipulato un accordo con Carrefour per installare una vetrina completamente accessoriata presso la sede centrale della catena e dare il via alla sperimentazione nei centri commerciali. “L’intenzione è di testare diverse vetrine a Refrigerazione Magnetica nei punti vendita. In abbinamento alle prestazioni ambientali rese significative dall’emissione zero di gas il raffreddamento magnetico garantisce un notevole risparmio energetico” ha affermato Jean-Michel Fleury, Dirigente Carrefour. “Abbiamo lavorato a lungo affinché i benefici della Refrigerazione Magnetica potessero essere estesi alla refrigerazione commerciale. Siamo lieti quindi di collaborare con una catena di supermercati leader a livello mondiale come Carrefour”, ha dichiarato Christian Muller, Presidente Cooltech. Guarda il video

proposto il bozzetto concept dell’apparecchio frigorifero sopra illustrato CONCLUSIONI E’ possibile sfruttare meglio le risorse alimentari disponibili. Una strada percorribile è quella di intervenire sulla

conservazione degli alimenti, anche quando sono pochi, evitando così che vadano disperse risorse preziose. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo però occorre lavorare in sinergia su più fronti. Mondial Group da parte sua è disponibile a mettere in campo tutta la propria esperienza e know how nel campo della progettazione e produzione di apparecchiature frigorifere, cercando di abbattere i costi di produzione grazie ad investimenti mirati presso i propri stabilimenti dotandoli di impianti sempre più efficienti e produttivi. E’ altresì importante mantenere stretti contatti con le università e i reparti ricerca e sviluppo dei fornitori di componentistica e materiali avanzati e questo impegno è già realtà per Mondial Group. Alla fine un ruolo importante è giocato dalle aziende produttrici di sistemi di produzione e accumulo di energia che dovranno mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili affinché questo e altri importanti progetti diventino realizzabili. ●

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Speciale refrigeranti a basso impatto ambientale

Sviluppo di Chillers a basso GWP

Lo sviluppo dei chillers ha attraversato cambiamenti importanti guidati dal rispetto delle normative. Il Protocollo di Montreal richiede il bando delle sostanze con potenziale di riduzione dell’ozono. Questo ha comportato una variazione dei refrigeranti per Chillers dai CFC agli HCFC e agli HFC, in particolare R134a che ad oggi è il refrigerante più utilizzato nei chiller centrifughi. Il protocollo di Kyoto poi ha evidenziato il problema del riscaldamento globale. I refrigeranti come gli HFC vengono messi in discussione a causa delle loro proprietà radiative che li rendono potenzialmente agenti di Riscaldamento Globale. La Direttiva Europea F-Gas è stata aggiornata. Ora include un bando per i refrigeranti ad elevato GWP in alcune applicazioni, e una riduzione del consumo di HFC basata sulla CO2 equivalente. Regole ancora più rigide sugli F-Gas esistono già in Svizzera. L’Ordinanza ORRChim è stata aggiornata per installazioni con 400 kW e oltre. Per queste taglie sono consentiti solo fluidi con GWP<10. Questo limite ha conseguenze dirette sulla installazione di chiller in Svizzera. E’ stata sviluppata una nuova generazione di refrigeranti con GWP<=1 che mantengono le alte efficienze tipiche degli HFC. Questi nuovi refrigeranti sono già utilizzati in chiller centrifughi a bassa e media pressione, con risultati molto incoraggianti. Questo documento

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NACER ACHAICHIA

GIANCARLO MATTEO

Honeywell Belgium

Honeywell Italy

analizza i cambiamenti nella tecnologia dei refrigeranti per chiller centrifughi, che consente applicazioni senza riduzione dell’ozono e senza impatto diretto sul riscaldamento globale. INTRODUZIONE La scelta del refrigerante per chiller centrifughi a bassa e media pressione è stata oggetto di considerazioni legate all’Ambiente nel corso degli anni. I refrigeranti più diffusi durante gli anni 80 per chiller centrifughi a bassa e media pressione sono stati R-11 ed R-12 rispettivamente. Entrambi sono stati progressivamente sostituiti a cause delle loro caratteristiche di distruzione dell’ozono. Durante gli anni 90 si sono

diffusi chiller basati su R-123 ed R134a. Fluidi HCFC come R-123 erano considerati dal Protocollo di Montreal come transizione verso soluzioni a lungo termine basate sugli HFC. Questo ha comportato la diffusione sul mercato di un numero crescente di chiller ad R-134a, che è di fatto diventato il refrigerante più utilizzato per i chiller centrifughi. Questa evoluzione dei refrigeranti per chiller centrifughi è illustrata in Figura 1, che evidenzia la transizione del mercato dai CFC, attraverso gli HCFC fino agli HFC. Questi cambiamenti sono basati essenzialmente su motivazioni legate all’Ambiente. A causa del crescente interesse riguardo l’uso di fluidi ad elevato potenziale di riscaldamento globale, la Direttiva Europea F-Gas è stata aggiornata. Per

Figura 1 – Evoluzione del mercato dei chiller centrifughi


alcune applicazioni, è stato definito un bando per refrigeranti ad elevato GWP, ed una riduzione progressiva del consumo di HFC basata sul valore di CO2 equivalente. In Europa si prevede una riduzione dell’80% nell’uso di HFC entro il 2030. Standard minimi per le prestazioni energetiche (Minimum Energy Performance Standard, MEPS) sono in sviluppo in Europa, attraverso l’Ecodesign. Al momento attuale, i requisiti proposti implicherebbero il bando dal mercato di più del 90% dei chiller. Una legislazione più severa è già in vigore in Svizzera. La Normativa ORRChim è stata aggiornata per installazioni di 400kW e oltre. Applicazioni con tale capacità richiedono esclusivamente fluidi con GWP<10. Questo limite ha implicazioni dirette per l’installazione di chiller in Svizzera. FLUIDI A BASSO GWP I refrigeranti tradizionali a basso GWP hanno limiti dovuti a considerazioni sulla sicurezza e/o sulle prestazioni. Idrocarburi come il Propano, Isobutano e n-Pentano sono estremamente infiammabili, e le quantità necessarie per chiller centrifughi creerebbero seri problemi di sicurezza. R-717 è anche utilizzato in alcune applicazioni con chiller, ma il suo uso è limitato dalla elevata tossicità. Tre nuove molecole di refrigeranti a basso GWP (R-1234yf, R-1234ze, R-1233zd) sono state identificate. Queste molecole sono disponibili commercialmente, e verranno qui menzionate utilizzando i loro nomi commerciali Solstice™ YF, Solstice™ ze a Solstice™ zd. Queste molecole sono Idro-Fluoro-Olefine (HFO) ed hanno una vita atmosferica molto corta, e un potenziale di riscaldamento globale (GWP) estremamente basso. Solstice™ YF è blandamente infiammabile ed è classificato 2L. Viene utilizzato come sostituto del R134a in sistemi di condizionamento su autovetture. Anche Solstice™ ze è blandamente infiammabile e classificato 2L e Gruppo 2 in PED, ma ha il vantaggio ulteriore di essere non infiammabile a temperature ambiente sotto i 30°C, e ha GWP<1. Solstice™ zd invece è non infiammabile ed ha GWP=1. Tabella 1 elenca alcuni

Tabella 1 – Proprietà di alcuni fluidi

potenziali fluidi a basso GWP, con alcune delle proprietà citate. I nuovi refrigeranti possiedono anche un complesso insieme di proprietà richieste per l’applicazione in chiller. Solstice™ zd è ideale per applicazioni a bassa pressione, basate in precedenza su R-11 ed R-123. Solstice™yf e Solstice™ze sono più indicati per applicazioni a media pressione, che utilizzavano in precedenza R-12 o R-134a. R-22 è ancora utilizzato in chiller ad alta pressione, anche se questo tipo è sempre meno diffuso. FLUIDI A MEDIA E BASSA PRESSIONE Ci sono diversi benefici nell’utilizzare fluidi a bassa e media pressione per i

chiller. La Figura 2 illustra un confronto delle prestazioni termodinamiche di alcuni fluidi. In generale, a minore pressione corrisponde una maggiore efficienza. In effetti, si possono identificare 3 gruppi di efficienza, corrispondenti a fluidi a bassa, media ed alta pressione. I risultati mostrano che per fluidi a media pressione, Solstice™ze è un buon candidato per sostituire R-134a, hanno efficienze molto vicine. Solstice™ze ha una capacità di circa il 25% inferiore rispetto a R-134a, ma con giranti maggiorate e diversa velocità si possono ottenere capacità simili. Questi risultati mostrano che Solstice™ze ha il potenziale per sostituire R-134a con cambiamenti minimi. Solstice™zd ha efficienza confrontabile a R-123. A pari diametro della giran-

Figura 2 – Prestazioni relative di vari fluidi

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te, la capacità di Solstice™zd è circa 40% più elevata rispetto a R-123. Per mantenere la stessa capacità è necessario ridurre le dimensioni della girante. I fluidi a bassa pressione hanno anche altri vantaggi, in termini di integrità strutturale e rischio di perdite. Le pressioni operative sono basse, e questo comporta perdite minori. Alcuni costruttori di macchine a bassa pressione dichiarano zero perdite. Figura 3 mostra la pressione relativa di alcuni fluidi per chiller. Si può notare che alcuni fluidi si trovano ad operare in pressione negativa sul lato evaporatore. Questo tipo di chiller include normalmente un sistema automatico di spurgo per eliminare i non-condensabili. Figura 3 – Pressioni operative LIMITE DI CARICA Molte norme e standard si occupano dell’uso di refrigeranti infiammabili. EN 378 e ISO 5149 forniscono indicazioni sulla sicurezza per pompe di calore e refrigerazione. La nuova classificazione di sicurezza A2L è stata adottata e inclusa nella ISO 5149. Questo standard riconosce la blanda infiammabilità della classe 2L e i limiti di carica

associati all’uso di questi refrigeranti sono stati adeguati. L’allegato A di ISO 5149 specifica i limiti per la carica di refrigerante permessi per sistemi in varie classi di installazione e occupazione. Per un refrigerante A2L come Solstice™ze usato in un chiller posizionato all’esterno o in un locale tecnico non ci sono limiti di carica.

ULTIME NOTIZIE UE e F-gas: quote refrigerante, monitoraggio implementazione, chiarimenti sulla refrigerazione commerciale e nuovo foglio di calcolo della Sepr per unità condensanti La Commissione Europea è al lavoro per preparare le quote produttive di refrigerante da assegnare nel 2018 alle singole aziende. Per ora pare che non ci sarà alcuna revisione del Regolamento 1516 riguardante i requisiti standard per il controllo delle perdite dai circuiti. Sembra invece si vada nella direzione di preparare una proposta per un phase-down internazionale degli HFC. Alcuni deputati del Parlamento Europeo raccomandano alla Commissione di monitorare attentamente il rispetto del regolamento F-gas. Chiedono inoltre alla Commissione di garantire che l’uso di refrigeranti alternativi sia sicuro, conveniente e in linea con gli altri obiettivi dell’UE, come ad esempio quello dell’efficienza energetica. Per quanto riguarda i prodotti di refrigerazione professionale, la Commissione Europea ha pubblicato chiarimenti sulle norme e sui metodi di transizione per le apparecchiature della refrigerazione commerciale: – Regolamento 2015/1094 sull’etichettatura energetica (armadi professionali) – Regolamento Eco-design 2015/1095 (armadi refrigerati professionali, abbattitori, unità di condensazione e chiller di processo). Inoltre, la Commissione europea ha fissato il metodo per determinare il rapporto di prestazione energetica stagionale (SEPR) per i chiller di processo e un aggiornamento del foglio di calcolo in Excel per calcolare la SEPR per le unità condensanti. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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Refrigeranti di classe A1 come Solstice™zd non hanno ovviamente limiti di carica. Riguardo alla classificazione PED, sia Solstice™ze che Solstice™zd non sono pericolosi, quindi ricadono nel Gruppo 2, che pone meno vincoli per la progettazione di attrezzature basate su questo tipo di fluidi. COMMERCIALIZZAZIONE DEI CHILLER Le eccellenti proprietà di Solstice™ze sono state identificate dall’industria, e ad oggi ci sono molti chiller centrifughi nel mondo basati su questo nuovo refrigerante. La Figura 4 mostra uno dei primi chiller ad essere commercializzati, da Geoclima, con Solstice™ze. Il produttore dichiara di avere già costruito alcuni di questi chiller per

Figura 4 – Chiller centrifugo di Geoclima basato su Solstice™ze


supermercati. Anche STAR Refrigeration ha sviluppato un chiller che utilizza compressori Turbocor. Il chiller basato sulla gamma Indigo è stato provato, ed i risultati sono stati confrontati con un chiller simile ad R-134a in condizioni ambiente molto varie. I risultati indicano che a pari capacità i valori di COP raggiunti con Solstice™ze sono 5-7% maggiori rispetto a quelli con R-134a. I vantaggi per l’Ambiente di una transizione da R-134a a Solstice™ze per questa applicazione sarebbero doppi: 1) Riduzione dell’impatto dirette sul riscaldamento globale di oltre il 99.7%, dovuto al bassissimo GWP di Solstice™ze. 2) Riduzione dell’impatto indiretto sul riscaldamento globale, dovuto alla maggiore efficienza in condizioni ambientali molto variabili.

chiller Quantum-G “ecologico”, con capacità fino ad 1.1 MW, basato su Solstice™ze è stato aggiunto al catalogo. Anche questo tipo di chiller utilizza compressori Turbocor.

ge il vantaggio di operare bene a temperature ambiente molto più elevate. Alcuni altri costruttori di chiller offrono ora macchine basate su Solstice™ze. Anche lo sviluppo di chiller centrifughi a

Figura 7 – Chiller raffreddato ad acqua “Quantum-G” di Cofely

Figura 10 – Chiller CenTraVac di Trane a Solstice™zd

Compressori a vite a velocità variabile per Solstice™ ze sono stati sviluppati e validati. Figura 8 mostra un compressore a vite semi-ermetico compatto di Frascold, validato per HFO. Altri produttori hanno già offerto oppure offriranno a breve chiller con controllo a frequenza variabile.

bassa pressione con Solstice™zd è in corso, da parte di produttori di chiller a R-123. TRANE è stato il primo costruttore ad offrire un chiller a bassa pressione con Solstice™ zd. Un’ampia gamma di chiller a Solstice™zd è ora disponibile nel loro catalogo. La gamma “CentraVac” ha esteso l’offerta di Trane fino a 14 MW (la maggiore capacità sul mercato). Trane dichiara fino a 13.5% maggiore efficienza energetica rispetto alla concorrenza diretta in questa fascia di carica. Questa soluzione combina i benefici dell’elevata efficienza associati con fluidi a bassa pressione e la elevata capacità dovuta alla pressione leggermente superiore rispetto ad R-123.

Figura 5 – “IndigoChiller” di Star Refrigeration

La gamma “TurboChill™” di Airedale è disponibile con Solstice™ze e compressore Turbocor, con circuito semplice o doppio e gamma di capacità fino a 1.5 MW. Uno di questi chiller è installato nel negozio John Lewis a York (UK).

Figura 8 – Compressore a vite compatto semi-ermetico Frascold

La nuova gamma “Kappa-Rev” del costruttore italiano BlueBox, basata sulla tecnologia dei compressori a vite a velocità variabile di un fornitore tedesco, è stata lanciata (Figura 9). La tecnologia dei compressori a vite aggiun-

Figura 6 – Gamma “TurboChill™” di Airedale

Anche chiller raffreddati ad acqua basati su Solstice™ze sono comparsi sul mercato. Cofely ha esposto chiller di questo tipo a Chillventa 2014. Un

Figura 9 – Gamma “Kappa-Rev” di BlueBox con compressori a vite

CONCLUSIONI Molecole con basso GWP sviluppate di recente sono state valutate in chiller a bassa e media pressione. Prestazioni confrontabili a quelle con refrigeranti esistenti possono essere ottenute nelle applicazioni considerate fino ad ora, senza modifiche significative. Solstice™ze è una valida alternativa per sostituire R-134a nei chiller centrifughi a media pressione, mentre i risultati con Solstice™zd mostrano prestazioni interessanti in applicazioni a bassa pressione per sostituire R-123. Queste due applicazioni supporteranno l’industria nel rispetto dei requisiti imposti dalla Direttiva F-Gas, e nel raggiungere gli obiettivi MEPS dettati dall’Ecodesign. ●

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Speciale tecnologie di condizionamento

Le pompe per lo scarico condensa

SHEB POWELL REFCO

Dopo più di due anni e mezzo di ricerca e sviluppo, è pronta la nuova generazione di pompe per la condensa. Queste pompe brevettate presentano sei nuove caratteristiche che supportano al meglio distributori e installatori. In aggiunta alle sei caratteristiche queste pompe hanno nuovi accessori che ne assicurano la corretta installazione, offrendo prestazioni ineguagliabili. In questo articolo forniamo innanzitutto una breve descrizione delle sei nuove caratteristiche del prodotto, illustrando i vantaggi che esse comportano per distributori e installatori. Infine, parte non meno importante, spiegheremo brevemente i problemi connessi all’installazione e all’applicazione che hanno determinato lo sviluppo dei nuovi modelli e delle nuove funzioni.

Modalità silenziosa:

neare molto più facilmente i parametri della pompa con i requisiti del sistema di condizionamento dell’aria. Le pompe hanno due interruttori dip switch separati che permettono così quattro diverse impostazioni di potenza: Bassa, Mediobassa, Medio-alta e Piena potenza. Cambiando la configurazione della potenza tramite gli interruttori dip switch, si possono così modulare la potenza, la portata e anche i parametri di rumorosità. Più potenza = più rumore = maggiore portata e, viceversa, meno potenza = meno rumore = minore portata. REFCO offre al mercato e agli installatori una pompa destinata a un’ampia gamma di applicazioni e dal funzionamento esattamente controllabile. Grazie a questa funzione gli installatori possono scegliere la configurazione di potenza appropriata per la singola applicazione. La pompa così non consumerà solo meno corrente, ma ridurrà anche potenziali rumori di disturbo. Il motivo che ha spinto a sviluppare questa funzione è l’enorme gamma di potenza kW (Btu/H) entro la quale possono funzionare i sistemi di condizionamento dell’aria. I distributori e i produttori non possono sapere a priori quali sono le dimensioni del singolo sistema in cui sarà installata la pompa né il tasso di umidità relativa che presenta il locale di installazione. Abbiamo quindi progettato una pompa che possa essere installata su sistemi di condizionamento di potenza compresa tra 1,75kW e 35kW (tra 6.000 Btu/H e 120.000 Btu/H.) L’intervallo di portata della pompa va da 1 l/h a 42 l/h (da 0,25 gal. a 11 gal /h.)

LED diagnostico

Le pompe per la condensa possono essere configurate manualmente in fase di installazione per ottimizzarne la resa in fatto di portata e di rumorosità. Questo permette di alli-

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Il tempo delle supposizioni è finito. Le pompe per la condensa dispongono di un LED a due colori di lunga durata. L’uso degli indicatori a LED non è una novità nel settore HVAC/R, ma è sicuramente inedito nel mercato delle pompe per la condensa. Questo LED mostra subito agli installatori e ai tecnici addetti all’assistenza lo stato attuale della pompa, indicando: l’assenza di corrente, la configurazione attuale del relè d’allarme (NO/NC), la condizione di pausa per mancanza d’acqua, il pompaggio dell’acqua,


l’avvicinamento alla portata massima, l’attivazione del relè di allarme e può persino segnalare al tecnico la necessità di una maggiore potenza, se la configurazione originaria prevede un valore di potenza troppo basso. Il vantaggio di questa funzione è una migliore qualità dell’installazione iniziale del prodotto nonché la maggiore rapidità della fase di risoluzione dei problemi e di diagnosi negli interventi di assistenza. L’immediato feedback visivo aiuta i tecnici dell’assistenza a decidere se il problema sta nella pompa per condensa o in altre parti del sistema di condizionamento. Questa nuova funzione è nata dalle domande tipiche che i tecnici dell’assistenza si pongono in tutto il mondo. Per avere una risposta a tutte queste domande e ad altre ancora, ora basta guardare la sequenza di lampeggiamento del LED. • Come faccio a sapere se questa pompa funziona correttamente? • Questa pompa per la condensa sta interrompendo la corrente diretta all’evaporatore? • Questa pompa per la condensa è cablata bene? • Il fusibile interno è bruciato? • Qual è l’attuale posizione del relè di allarme? • Questa pompa è sufficiente a far scorrere l’acqua di condensa di questo impianto?

pompe da destinare ad applicazioni specifiche ed aumentare così il grado di soddisfazione del cliente finale. Il motivo che ha indotto a sviluppare questa funzione deriva dai tempi di consegna e di conservazione. I prodotti Refco sono coperti da una garanzia di due anni. Prima, i nostri distributori di tutto il mondo non avevano modo di determinare quanto era durato il trasporto di un particolare

prodotto e per quanto tempo quel prodotto era rimasto in magazzino prima di essere venduto. Adesso, per fugare ogni dubbio, basta una connessione USB.

Sensore digitale del livello dell’acqua:

Connessione USB: Questa funzione, esclusiva, permette a installatori, grossisti e distributori di accedere in modo facile a tutta la storia della singola pompa. Basta avere un cavo USB e un computer collegato ad Internet. Collegandosi alla pompa, è possibile visualizzare immediatamente il numero di serie del prodotto, la data di produzione, la data di installazione, il numero totale di cicli, le ore di funzionamento, le attivazioni del relè di allarme, il tempo totale in cui il dispositivo è stato in modalità di allarme, l’attuale configurazione del relè d’allarme e della potenza. Tutti questi dati possono quindi essere scaricati e fungere poi da riferimento. Il vantaggio di questa funzione è che, esaminando la storia operativa di una particolare pompa, installatori e grossisti possono valutare subito che cosa è successo, se la pompa è ancora in garanzia e se vi sia stato o meno un uso improprio sul campo. In più, in base alla storia operativa, gli installatori e i distributori possono selezionare meglio le

Questo elemento è il frutto di 25 anni di esperienza in materia di tecnologia dei sensori digitali e di 19 anni di applicazione di questa tecnologia alle pompe per la condensa. Anni fa vennero appurati gli svantaggi del semplice galleggiante dotato di sensore magnetico ad effetto Hall. Per dirla in termini semplici, questi sensori si inceppano, sono limitati alla funzione on/off, devono essere posizionati in piano e succede spesso che l’anello del galleggiante è installato al contrario, diventando così inutilizzabile. La tecnologia dei sensori digitali presenta numerosi vantaggi. Anche se non costituisce certo una novità, completamente nuovo è il software proprietario che comanda

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le nuove funzioni della pompa e che permette di sfruttare al meglio le possibilità offerte dai componenti digitali. • I sensori digitali non possono incepparsi, perché non hanno parti mobili. • La misurazione del livello dell’acqua è molto più precisa rispetto a quella data da un sensore magnetico ad effetto Hall. • Il sensore digitale misura il livello dell’acqua 50 volte al secondo per garantire un funzionamento della pompa impeccabile. • L’uso del software permette di variare i valori di potenza e portata. • I sensori digitali sono completamente programmabili e consentono così di personalizzare l’esatta risposta della pompa e l’attivazione dell’allarme. • Gli installatori hanno più opzioni per l’orientamento del sensore, non essendo più obbligati a posizionarlo in piano. • La pompa si attiva sempre silenziosamente e lentamente, evitando reclami dovuti alla rumorosità. Il vantaggio della tecnologia digitale è dunque il fatto che tali sensori sono più affidabili, più precisi e molto meno complicati da installare all’interno di un condizionatore. Gli installatori montano le pompe con maggiore facilità e si riducono le richieste di nuovi interventi da parte degli utenti finali. A determinare questa innovazione è stata la necessità di controllare in modo rapido e preciso l’acqua di condensa che esce dall’evaporatore e, in funzione della maggiore o minore quantità d’acqua, alimentare di conseguenza la pompa. L’uso dei sensori digitali è inoltre estremamente utile per evitare errori di installazione sul campo e molto più efficiente rispetto alle vecchie pompe ad accensione e spegnimento, ancora molto diffuse nel nostro settore.

Applicazione universale: Il nome della funzione è già esplicativo. Sviluppando una pompa per la condensa con un ingresso di alimentazione universale (100-240 VCA) e un intervallo di portata che arriva a superare i 42 l/h (11 gal/h) i produttori OEM, i distributori del settore HVAC/R e gli installatori possono acquistare adesso e tenere in magazzino una sola pompa che sarà conforme a più del 90% dei vari requisiti di sistema. Per rispondere adeguatamente ai possibili requisiti dei sistemi sul campo, non occorre più tenere in magazzino quattro diverse pompe per condensa, una per la portata massima, una per la portata minima, e per le due versioni un modello da 110 V e un modello da 220 V. Le nuove pompe hanno tutto ciò che è necessario per i vari interventi, combinato in un unico prodotto. Il vantaggio è evidente: i magazzini di parti di ricambio, i veicoli di servizio e i distributori dovranno tenere un solo prodotto. Questo permette di risparmiare tempo e denaro lungo tutta la catena di fornitura. L’esigenza di sviluppare questa caratteristica nasce dai produttori di condizionatori d’aria OEM. Per soddisfare le esigenze delle diverse applicazioni, esistono dozzine di varianti di potenza tra i sistemi di condizionamento. Queste diverse potenze producono molta quantità di condensa. E tanto per rendere le cose

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ancora più difficili, i produttori di condizionatori devono soddisfare diversi requisiti di voltaggio per l’evaporatore. Produrre una pompa dal voltaggio universale con un intervallo di portata straordinariamente ampio risolve sia i problemi di applicazione che quelli della catena di fornitura.

Fusibile integrato sostituibile:

Vengono presentate ora le prime pompe per condensa dotate di fusibili da 10 A incorporati. Sappiamo bene che la posa dei cavi elettrici negli evaporatori per condizionatori split deve fare i conti con uno spazio molto ristretto. Un tempo i produttori di pompe per condensa vi offrivano due possibilità: o fornivano un portafusibili “da installare sul campo”, e vi chiedevano di inserirlo in qualche modo nella scatola di controllo già stipata di componenti, oppure incorporavano un fusibile che però restava non accessibile e non sostituibile. Ora questi problemi appartengono al passato. Integrando un fusibile sostituibile nelle nuove pompe, vi assicuriamo che la loro installazione all’interno del circuito dell’allarme non comporterà né un lavoro né un ingombro supplementare. In questo modo si proteggono non solo la pompa da potenziali problemi elettrici provenienti dall’evaporatore interno, ma anche il ventilatore e la pompa stessa da pose scorrette dei cavi. Anziché rischiare di distruggere una nuova pompa cablandola in modo errato, ora dovete solo sostituire un fusibile che vi costerà pochissimo e potrete quindi proseguire con l’installazione. L’esigenza di questa caratteristica è nata dai sistemi già installati sul campo. I componenti elettrici degli evaporatori dei sistemi split, per esempio i grandi motori delle ventole, richiedono più potenza rispetto a una piccola pompa per condensa. Se questi componenti assorbono molto e il relè di allarme della pompa si attiva per alimentare l’unità interna, spesso l’anello più debole della catena è proprio il relè. Un guasto elettrico di un componente dell’evaporatore interno può danneggiare o distruggere i relè d’allarme a basso amperaggio che si trovano all’interno delle pompe per condensa. E tanto per aggravare ulteriormente il problema, spesso i fusibili “da installare sul campo” non ci sono proprio. Per evitare questo problema, è stato installato non solo un relè d’allarme da 10 A, ma anche un fusibile da 10 A sostituibile perché le nostre pompe siano le più robuste e affidabili sul mercato. Queste nuove pompe per condensa sono dotate anche di numerosi nuovi accessori come il nuovo tubo stellare brevettato ed altre funzioni come l’avvio a rotore bagnato e i vassoi di raccolta dei sedimenti incorporati, per risolvere ancora più facilmente i problemi di installazione, migliorare l’affidabilità del prodotto e renderlo estremamente silenzioso. ●


Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF

Ricevitore di liquido come sostituto del condensatore 197ª lezione di base

PIERFRANCESCO FANTONI ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI

CENTONOVANTASETTESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 19 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2016, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

Introduzione Concludiamo l’analisi delle varie funzioni che può avere un ricevitore di liquido all’interno di un circuito frigorifero. Quello che vediamo è il caso di un condensatore che, in certi periodi di funzionamento, viene ad essere troppo grande rispetto alle necessità. Anche in questo caso, tra le varie soluzioni tecnologiche che esistono per risolvere il problema, vi è la possibilità di contare sul ricevitore, che da mero serbatoio di accumulo del refrigerante viene ad assumere il ruolo di scambiatore di calore, seppur primordiale. Ancora sui problemi di condensazione In queste ultime lezioni di base sulle tecniche frigorifere abbiamo cercato di mettere in evidenza alcuni aspetti fondamentali riguardanti i compiti che il ricevitore di liquido può svolgere all’interno di un circuito frigorifero. Come visto, molteplici sono i suoi compiti e utile è la sua presenza anche per le operazioni di manutenzione che il tecnico frigorista può essere chiamato ad eseguire. Uno degli aspetti più rilevanti già visti è che il ricevitore è un valido aiuto per il condensatore quando quest’ultimo va in crisi, cioè quando ci sono problemi di scambio termico ed il circuito non riesce più a rigettare le necessarie quantità di calore per poter funzionare bene. Le difficoltà di scambio

portano ad un aumento della pressione di lavoro del condensatore, che si ripercuote poi sul funzionamento di tutti gli altri componenti del circuito: valvola d’espansione e, in cascata evaporatore, e soprattutto sul compressore che vede aumentare i propri consumi. Altra conseguenza di una condensazione problematica è la possibile diminuzione del sottoraffreddamento del liquido con, anche in questo caso, conseguenze piuttosto significative sulla resa frigorifera dell’impianto e, in cascata, varie complicanze d’ordine pratico che non stiamo qui a ricordare. Ormai è ben noto che l’aumento della pressione di condensazione è un fatto problematico per il funzionamento dell’impianto, in maniera piuttosto importante quando raggiunge determinati limiti (che implicano, ad esempio, l’intervento dei pressostati di sicurezza che arrestano la marcia del compressore), ma che comunque va sempre tenuta sotto osservazione e possibilmente corretta anche se avviene in misura più ridotta. Ai tecnici con una certa esperienza non sfugge sicuramente il fatto che anche una diminuzione eccessiva della pressione di condensazione può portare ad importanti modifiche nella regolarità di funzionamento del circuito e per tale ragione anch’essa va tenuta sotto controllo e, quando raggiunge valori eccessivi, va opportunamente corretta per riportarla entro valori accettabili. Anche in questo caso risulta essere molto importante la funzione svolta dal ricevitore di liqui-

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do che, ancora una volta, viene in soccorso del condensatore addirittura sostituendosi ad esso nello svolgimento del suo compito di routine.

Figura 1. Schema frigorifero di un sistema di by-pass del condensatore mediante l’uso di valvole barostatiche.

Quando condensiamo troppo bene Il serio problema della pressione di condensazione troppo alta certe volte ci fa perdere di vista il fatto che anche avere una pressione di condensazione troppo bassa provoca perturbazioni al funzionamento del circuito. Quando condensiamo bene, eccessivamente bene, e la pressione di condensazione scende troppo si può andare incontro a clamorosi errori di diagnosi nell’analisi del funzionamento del circuito e giungere a conclusioni quantomai disastrose. Il termine è volutamente esagerato perché vuole indicare che se non si riesce a cogliere la reale portata del problema si può giungere a concludere che nel circuito vi è scarsità di refrigerante e si agisce, di conseguenza, in modo assolutamente errato andando a movimentare del refrigerante che, invece, non deve essere toccato. Al di là dell’aspetto prettamente pratico legato ai tempi di lavoro ed ai conseguenti costi connessi all’aggiunta di refrigerante al circuito (che invece non deve essere fatta) ma anche poi a quelli connessi al suo recupero dallo stesso (in quanto sicuramente a posteriori ci si accorgerà che esso è presente in eccesso nel circuito) va anche considerato il fatto, ormai divenuto oggigiorno prioritario per chi svolge la professione, che nell’ambito delle pratiche di lavoro meno

refrigerante si movimenta meglio è. Specialmente se tale movimentazione è inutile. Le valvole barostatiche Una delle tante possibilità che si ha per il controllo della pressione di condensazione è quello “storico” dell’impiego delle valvole barostatiche regolatrici della pressione di condensazione. Tale tipo di valvola agisce in modo da contrastare la diminuzione della pressione, cosa che avviene attraverso un progressivo riempimento di refrigerante del condensatore e, di conseguenza, riduzione della superficie di scambio. Dal punto di vista impiantistico tale risultato si ottiene nel modo illustrato in figura 1. La valvola 1 è una valvola

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Figura 2. Tipologie di valvole regolatrici della pressione di condensazione e di valvole unidirezionali. (Catalogo Danfoss)

che permette il passaggio del refrigerante quando esso si trova al di sopra di una determinata pressione, che può essere impostata sulla valvola stessa mediante una vite di regolazione. Se la pressione è inferiore a tale valore la valvola chiude. Interviene, allora la valvola unidirezionale 2, che permette il bypass del condensatore, che così viene escluso dal circuito. A fare le sue veci interviene allora il ricevitore di liquido. Un vero e proprio vicario La figura 2 mostra due tipologie di valvole per la regolazione della pressione di condensazione. Tali valvole possono avere sia degli attacchi a brasare sia attacchi a cartella e bocchettoni. Le valvole unidirezionali, invece, solitamente si trovano solamente con attacchi a brasare. Esse risultano avere l’otturatore normalmente chiuso, in modo che, se tra monte e valle


non esiste differenza di pressione, non permettono il passaggio di refrigerante. Quando invece esiste una differenza di pressione (solitamente da circa 1 a 3 bar a seconda del modello) la valvola unidirezionale apre e permette così al gas di bypassare il condensatore per giungere direttamente nel ricevitore di liquido. In tale modo quest’ultimo vicaria in maniera completa il condensatore. Nei periodi in cui la temperatura esterna è bassa, il condensatore viene allagato dalla chiusura della valvola 1. L’impianto, tuttavia, deve poter funzionare nelle medesime condizioni, ossia deve produrre la potenza frigorifera necessaria, così come da progetto. Questo implica che attraverso l’evaporatore transiti la quantità di refrigerante solita, anche se una parte risulta confinata nel condensatore. Per tale ragione, quando in un impianto frigorifero vengono montate delle valvole di regolazione della pressione di condensazione la carica di refrigerante deve essere aumentata, in modo da tenere conto della quantità di liquido che viene immagazzinata nel condensatore durante i periodi freddi di funzionamento dell’impianto. La quantità di carica da aggiungere deve essere calcolata in base al volume delle tubazioni comprese tra la valvola di regolazione (punto B di figura 1) e l’inizio del condensatore circa. Ovviamente il peso di tale carica aggiuntiva dipende dal tipo di refrigerante utilizzato. D’altra parte, d’estate, quando le temperature dell’aria esterna sono elevate e la pressione di condensazione aumenta, tutto il liquido aggiunto in sovrappiù deve poter essere contenuto nel ricevitore di liquido (che quindi deve avere maggiori dimensioni) in modo che al condensatore vengano evitati fenomeni di allagamento, e quindi di riduzione della sua capacità frigorifera. Quando si installa una valvola regolatrice della pressione di condensazione è preferibile, data la maggiore quantità di refrigerante che deve essere caricata, adottare un sistema di pump-down per l’impianto, in modo da evitare indesiderati allagamenti dell’evaporatore durante i periodi di fermo del compressore. ● È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

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GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centosessantesima) Sedicesimo anno

A cura dell’ing. PIERFRANCESCO FANTONI

Aletta: Lamina di metallo, generalmente di alluminio, di spessore esiguo che viene fissata perpendicolarmente all’asse della tubazione di uno scambiatore di calore in modo da aumentarne la sua superficie di scambio termico. Condizione essenziale perché ciò si realizzi è che l’aletta si trovi il più possibile in perfetto contatto con la tubazione. Le recenti ricerche e le tecnologie sviluppate hanno permesso di sviluppare geometrie delle alette molto particolari, in modo da creare particolari turbolenze nell’aria che transita attraverso lo scambiatore ed aumentare, così, lo scambio di calore. Il passo delle alette dipende, tra le altre cose, dalla tipologia di scambiatore (evaporatore, condensatore,….) e dalla sua temperatura di lavoro. Più le alette sono ravvicinate una all’altra, più alta è la possibilità che fra di esse si interpongano materiali e/o ghiaccio che limitano fortemente il flusso di aria che normalmente le attraversa. Frequentemente, durante la vita lavorativa di un impianto frigorifero, le alette vengono piegate o danneggiate accidentalmente: questo peggiora lo scambio di calore

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della batteria alettata. AREA: Air conditioning and Refrigeration European Association. Associazione europea per la refrigerazione ed il condizionamento dell’aria. Tale associazione, fondata nel 1988 per fornire un servizio alle aziende ed ai tecnici europei che operano nel settore della refrigerazione e del condizionamento, comprende 22 associazioni nazionali di 19 diversi Paesi. Le associazioni-membro rappresentano circa 13000 aziende che offrono impiego a circa 110000 lavoratori e hanno un giro d’affari stimabile in 23 miliardi di euro. L’AREA si propone di informare riguardo gli effetti della globalizzazione del mercato, di promuovere l’integrazione all’interno dell’Unione Europea (per quanto riguarda l’armonizzazione, la standardizzazione, i nuovi regolamenti e le direttive), di promuovere elevati standard qualitativi in termini di affidabilità, sicurezza, efficienza energetica e protezione ambientale per quanto riguarda gli impianti per la produzione del freddo. L’AREA, inoltre, è uno degli interlocutori principali della Commissione Europea per quanto riguarda le tematiche normative del settore. Uno degli obiettivi che l’Associazione ora cerca di raggiungere è quello di contribuire alla definizione in ambito europeo degli standard professionali che devono essere posseduti da coloro i quali maneggiano i nuovi tipi di refrigeranti alternativi che andranno prossimamente a sostituire gli HFC. Il membro italiano a pieno titolo dell’AREA è l’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF). L’AREA ha sede a Bruxelles (Belgio). Cogenerazione: Generazione combinata di energia elettrica e termica. La produzione simultanea di energia meccanica o elettrica e di energia termica a partire dai combustibili primari nel rispetto di determinati criteri qualitativi di efficienza energetica (Direttiva Europea 2002/91 CE sul rendimento energetico nell’edilizia)

Dalton, legge di: Legge secondo la quale la pressione creata da una miscela di gas presenti all’interno di un recipiente è data dalla somma delle pressioni di vapore dei singoli gas presenti all’interno del recipiente stesso. Nel caso di presenza indesiderata di aria all’interno di un circuito frigorifero, la pressione che si misura all’interno, ad esempio, di un condensatore, è data dalla somma tra la pressione che il refrigerante avrebbe se occupasse da solo tutto il volume interno del condensatore e la pressione dell’aria stessa. In generale, quindi, in presenza di aria o incondensabili all’interno del circuito si può registrare un aumento delle pressioni di lavoro dello stesso. La pressione dell’aria atmosferica è data dalla somma tra la pressione dell’aria secca e la pressione del vapor d’acqua in essa contenuto. F-gas: Termine con il quale si individuano tutti i gas fluorurati. In tale categoria di fluidi sono compresi gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi (PFC), l’esafluoruro solforoso (SF6), alcuni composti perfluorurati e tutte le sostanze che contengono tali tipi di refrigeranti. Gli F-gas sono sostanze in grado di provocare effetto serra, così denominati in quanto contengono nella loro molecola l’elemento chimico fluoro. Gassoso: Uno dei tre stati in cui si può trovare la materia. È possibile ottenere un gas attraverso l’ebollizione di un liquido o la sublimazione di un solido. È lo stato della materia in cui le molecole presentano il più alto contenuto energetico. Una sostanza allo stato gassoso non ha né volume né forma propria. Qualsiasi aeriforme che si trova ad una temperatura superiore alla sua temperatura critica si trova allo stato gassoso, mentre se si trova ad una temperatura inferiore a quella critica viene detto vapore. Inch: Pollice. Unità di misura che non fa parte del Sistema Internazionale ma che viene di norma utilizzata nei Paesi anglosassoni per esprimere le


lunghezze ed in alcuni settori tecnologici (come la termotecnica, la refrigerazione ed il condizionamento) per esprimere il diametro delle tubazioni. L’inch corrisponde a 2,54 centimetri ma nella pratica operativa frigoristica e idraulica tale corrispondenza viene modificata anche in funzione della natura del materiale di cui è costituita la tubazione. Ha come simbolo in oppure anche il doppio apice “. Kg/h: Unità di misura del Sistema Pratico che permette di esprimere la portata massica di refrigerante in un determinato componente di un circuito frigorifero. Essa indica la quantità di refrigerante (espressa in chilogrammi) che transita in un’ora in quel dato componente. La corrispondente unità di misura del Sistema Internazionale è il kg/s. NBP: Normal Boiling Point (punto normale di ebollizione). È la temperatura a cui un refrigerante monocomponente allo stato liquido inizia la fase di ebollizione alla normale pressione atmosferica (101325 Pa). Nelle miscele di refrigeranti zeotrope l’NBP corrisponde alla temperatura di bolla, cioè quella alla quale il liquido diventa saturo ed inizia l’evaporazione. I refrigeranti che presentano un valore ridotto di NBP sono idonei per essere impiegati nelle applicazioni a bassa o bassissima temperatura, mentre quelli con NBP elevato vengono impiegati nelle applicazioni a temperatura positiva. Perfluorocarburi: Composti organici costituiti solamente da carbonio e fluoro aventi la caratteristica di non contenere più di sei atomi di carbonio nella loro molecola. Risultano compresi nella categoria degli F-gas e quindi il loro utilizzo è regolamentato dal Regolamento UE 517/2014. Il valore del loro GWP è molto elevato e può superare in molti casi di 8-9000 volte quello dell’anidride carbonica, risultando così estremamente dannosi per quanto rigarda l’effetto serra.

Raffreddamento sotto vuoto: Procedura utilizzata per il raffreddamento delle derrate alimentari, come ad esempio le verdure. Essa consiste nel porre il prodotto da raffreddare in un’opportuna camera ove viene progressivamente diminuita la pressione dell’aria atmosferica mediante la sua estrazione tramite una grossa pompa per il vuoto. Diminuendo man-mano la pressione atmosferica si abbassa la pressione di vapore del vapor d’acqua presente nell’aria, cosicché si verifica una graduale evaporazione dell’umidità in essa presente. Poiché per tale cambiamento di stato è necessario somministrare calore, l’evaporazione progressiva dell’umidità porta ad una sottrazione di calore dalle derrate ed a un loro conseguente raffreddamento. Sottoraffreddamento: Procedura che consiste nel portare un liquido ad una temperatura inferiore a quella di saturazione, mantenendone costante la pressione. Il sottoraffreddamento non implica alcun cambiamento di fase: per tale motivo la quantità di calore che viene sottratta per sottoraffreddare il liquido risulta essere di tipo sensibile. In un impianto frigorifero il sottoraffreddamento si realizza nel condensatore o nel ricevitore di liquido e consiste in una diminuzione della temperatura del liquido saturo, generalmente tra i 5 e i 10 K. Una possibilità di eseguire il sottoraffreddamento è quella di predisporre uno scambiatore di calore in controcorrente tra la linea del liquido ed il tubo di aspirazione. Il sottoraffreddamento risulta essere molto vantaggioso dal punto di vista energetico, in quanto permette di ridurre preventivamente il quantitativo di vapore che si forma durante il processo di laminazione. L’evaporatore viene alimentato, così, con un titolo di vapore inferiore e ciò permette di aumentare la capacità frigorifera dell’impianto, a parità di energia che deve essere spesa per il suo funzionamento.

Smaltimento: Procedura che viene effettuata per la completa eliminazione del refrigerante recuperato da un circuito frigorifero. La distruzione del fluido deve avvenire secondo modalità approvate e va affidata agli opportuni centri di trattamento autorizzati. Valvola di sicurezza: Dispositivo che ha la funzione di impedire un eccessivo aumento della pressione del refrigerante all’interno del circuito frigorifero. Generalmente tale tipo di valvola viene montato sul lato di alta pressione in corrispondenza del condensatore o in corrispondenza del ricevitore di liquido. Talora si trovano valvole di sicurezza montate anche sul lato di bassa pressione. Quando la pressione all’interno del circuito frigorifero sale al di sopra del valore di taratura della valvola, quest’ultima si apre lasciando fuoriuscire il refrigerante dal circuito primario fino a quando la pressione non ritorna al di sotto del valore impostato per la valvola. Tale refrigerante, comunque, non può generalmente essere disperso in ambiente e quindi va convogliato all’interno di un’opportuno recipiente specificamente destinato ad eseguire tale funzione. Nonostante l’intervento della valvola di sicurezza, quindi, non viene persa la carica di refrigerante in caso di sovrapressioni anomale. Tale tipo di valvola trova particolare impiego nei circuiti frigoriferi funzionanti a CO2. ● Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.

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I gas refrigeranti alternativi DuPont® Opteon® Ridurre le emissioni di “gas serra” oggi è semplice e possibile, senza cambiare tecnologia ed in sicurezza

Opteon® XP10

Opteon® XP40

Opteon® XP44

R-513A

R-449A

R-452A

GWP

631

1.397

2.141

CLASSE

A1

A1

A1

SOSTITUISCE

R-134a

R-404A, R-507

R-404A, R-507

APPLICAZIONI

Refrigerazione TN, Chiller

Refrigerazione BT

Trasporti refrigerati

Capacità frigorifera superiore al R-134a e COP simile

Efficienza energetica superiore al R-404A ed R-507

Efficienza energetica e temperature di scarico simili a quelle con R-404A ed R-507

REFRIGERANTE N° ASHRAE

NOTE

Rivoira Refrigerants S.r.l. - Gruppo Praxair Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428 sales.rivoira.refrigerants@praxair.com

Il Regolamento Europeo F-Gas n°517/2014 richiede di abbandonare rapidamente l’uso dei gas refrigeranti ad elevato GWP (indice di “Riscaldamento Globale”). I primi gas ad essere eliminati saranno quelli con GWP>2500, come i refrigeranti per le basse temperature R-404A ed R-507. Le alternative sono ora disponibili: i gas DuPont Opteon® sono refrigeranti a base di HFO, a basso GWP, che possono essere utilizzati in sicurezza (classe A1 = non infiammabili e non tossici) negli impianti di refrigerazione tradizionali. Rivoira Refrigerants è a disposizione per qualsiasi informazione sui prodotti e per un supporto tecnico al fine di facilitare la transizione verso i nuovi refrigeranti Opteon®.

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