Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 10/2015

Page 1

N° 394

AN

NI CSG ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

I DOCENTI INTERNAZIONALI CSG I NUMERI 1 PER LA TUA PROFESSIONE

• Uniti al Ministero dell’Ambiente per il nuovo Decreto Italiano sulla CE 517/2014 • Parigi COP21 e Dubai MOP27 Clima VS Refrigerazione e Condizionamento • Nuovi fluidi refrigeranti sintetici e naturali, urgente cambiare! FOTO COPERTINA: dettagli, informazioni, didascalie e descrizioni a pag. 23

Anno XXXIX - N. 10 - 2015 - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato


#CASTEL_MAGASIN

Valvole di ritegno ad angolo Serie 3184-3185

La forza “nascosta” di un prodotto indispensabile Castel, società leader nei settori della refrigerazione e del condizionamento, è diventata espressione del miglior Made in Italy nel panorama nazionale e internazionale. Realtà ormai consolidata da oltre cinquant’anni di attività, Castel si contraddistingue per l’elevata affidabilità e qualità dei suoi prodotti unitamente alla notevole capacità organizzativa, all’efficienza logistica e alla puntualità nelle consegne.

Castel in ogni luogo, in ogni tempo, per ogni esigenza.

Seguici su

www.castel.it



Serie BM Il classico gruppo manometrico svizzero Nuovo con luci a UV e LED

REF-LOCATOR Cercafughe di alto livello

REF-VAC Vacuometro elettronico

OCTA-WIRELESS Bilancia elettronica ENVIRO-DUO/-OS: Ora anche applicabile per R32 e R1234yf

ENVIRO-DUO/-OS

HY-EX-6 Set espansore idraulico completo

UnitĂ di recupero per tutti i refrigeranti di uso comune

Per la gamma completa di prodotti REFCO Vi preghiamo di contattare il Vostro distributore HVAC/R locale. DIGIMON-SE

patent pending

Gruppo manometrico digitale a 2 e 4 vie

REFCO M Manufacturing anufacturing Ltd. 6285 Hitzkir Hitzkirch ch - Swit Switzerland zerland www.refco.ch www .refco.ch






STEP MONDIALI DEL CENTRO STUDI GALILEO PRESSO LE NAZIONI UNITE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL COMUNE OBIETTIVO DI CERTIFICAZIONE, FORMAZIONE ED INFORMAZIONE PER I TECNICI DEL FREDDO A LIVELLO MONDIALE

Summit Nazioni Unite a Parigi su formazione ed informazione con il lancio della rivista internazionale Industria & Formazione ISI 2015 distribuita pure a tutti i summit delle Nazioni Unite da parte del direttore del Centro Studi Galileo nella foto in alto al centro, a sinistra il direttore dell’IIR e a destra il direttore OzonAction dell’UNEP.

Summit di Bangkok 2015 delle Nazioni Unite sui refrigeranti alternativi ai gas fluorurati, di premessa al Convegno Europeo UNEP-IIRCSG #XVIconfEXPO2015: al centro del tavolo della presidenza il direttore del Centro Studi Galileo al microfono, parla dell’importanza della formazione nell’uso dei nuovi gas.

Intervento presso Nazioni Unite, UNIDO di Vienna sui corsi e diversi progetti CSG sul trasferimento tecnologico e di conoscenze ai Paesi africani.

Il Centro Studi Galileo chiamato alla trasmissione Rai1 mattina per approfondire la certificazione per i frigoristi italiani (a sinistra il docente M. Trichilo).

9


Formazione Online per frigoristi tramite il Centro Studi Galileo: “Corso impianti ad idrocarburi” Le nuove frontiere della qualificazione della professione Centro Studi Galileo si mantiene fedele alla propria mission: offrire un’ampia qualificazione ai Tecnici del Freddo. Innovare affinché il mestiere del Tecnico del Freddo sia riconosciuto e rispettato per la preparazione tecnica dei suoi addetti. Molti frigoristi, in particolare nei periodi caldi dell’anno, non si possono muovere verso una delle 15 sedi dei corsi Centro Studi Galileo in Italia. Stare lontano dai clienti e dal lavoro a volte non è possibile. Quindi Centro Studi Galileo ha creato un nuovo portale, che si affianca al sito tradizionale www.centrogalileo.it: www.galileo-online.it E’ un portale di formazione a distanza che consente di approfondire le tecniche frigorifere, la climatizzazione e le energie rinnovabili comodamente con il proprio smartphone da casa e dal luogo di lavoro. La novità di questi giorni è il nuovissimo corso sugli impianti ad idrocarburi in 2 video per un totale di 4 ore di corso circa, con a disposizione diapositive stampabili.

PROGRAMMA

– Gli Idrocarburi come refrigeranti, R290 propano – R600a isobutano – Come riconoscere il refrigerante e l’impianto – Come usarli – La scelta dei componenti – Quando usarli – Le performance, confronti con gli altri refrigeranti – Il Tecnico del freddo – Frigorista: – Attrezzatura idonea da utilizzare per la manutenzione e la riparazione – Adempimenti normativi – Limiti di impiego e limiti di carica Per prezzo e maggiori dettagli www.galileo-online.it

FORMAZIONE ON LINE (e-learning) Gli stessi argomenti trattati nei videocorsi possono essere seguiti anche come Formazione on line: TRATTASI DI CORSI USUFRUIBILI DIRETTAMENTE DA QUALSIASI COMPUTER,TABLET E DISPOSITIVO (per tutti i corsi on line www.galileo-online.it). Per le energie rinnovabili vi è il percorso formativo per la figura del tecnico delle energie rinnovabili (con il rilascio dell’Attestato Energy Management Technician in EU-EMTEU).

10


Anidride Carbonica

Idrocarburi

Split

Ammoniaca

Altri corsi: Nuovi libretti obbligatori climatizzazione CertiÂżcazione azienda Risparmio energetico impianti refrigerazione

Condizionamento

Banchi frigoriferi

/H VHGL Casale Monferrato - Milano - Padova - Bologna - Agliana (Toscana) - Roma - Napoli*** - Bari*** - Palermo*** - Cagliari***

** per questi corsi sono richieste le conoscenze di base del Tecnico del Freddo *** sedi solo Patentino Frigoristi

* opzionale, rivolto a coloro che non sanno brasare (N.B. obbligatorio sapere brasare per potere affrontare l’esame per il Patentino)

Chiller

Frigoriferi industriali

Corsi Specialistici**

Tecniche Frigorifere base + specializzazione Manutenzione avanzata Patentino Frigoristi Brasatura*

indispensabile per acquisire la completa conoscenza degli argomenti per diventare tecnico del freddo

Percorso formativo per il Tecnico del Freddo


Tecnici di 3 generazioni in 40 anni di corsi con una media di oltre 3000 allievi allʼanno si sono specializzati al CSG

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ

Il Corso è terminato e i saluti finali sono accompagnati dalla consegna dei tradizionali Attestati Centro Studi Galileo, molto apprezzati dalle principali aziende. Nella foto alcuni allievi di un corso serale di preparazione all’esame per il Patentino Frigoristi. Il CSG organizza oltre 300 corsi all’anno nelle 15 sedi in tutta Italia. Inoltre organizza corsi con le Nazioni Unite. Nei Balcani, Turchia, Arabia Saudita, Benin, Rwanda e Regno Unito.

MASTER DEL FREDDO A CASALE MONFERRATO B-UNO IMPIANTI DI BONFISSUTO Bonfissuto Giuseppe Palazzolo V.se CALDO E FREDDO sas DI ZUCCA Zucca Massimo Borgofranco Ivrea

TECNEA ITALIA srl Lanaud Francis Casale M.to VAILLANT GROUP ITALIA spa Reale Modesto Milano VANNUCCI ROBERTO Lido di Camaiore

Lʼelenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”) DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF AD AGLIANA

Cioria Samuele BLUCLIMA srl Scandicci

Monnetti Daniele DORIN spa Compiobbi

Gori Marco CAMPERA IMPIANTI srl Madonna Dell’Acqua

Franceschini Enrico ELETTRODEPURCLIMA DI FRANCESCHINI Suvereto

Bertolucci Davide BERTOLUCCI DAVIDE TERMOIDRAULICA Pontasserchio

Dini Luca CDE DI DINI & C. snc Capezzano Pianore

Fantini Franco Campi Bisenzio

Cavedaschi Simone BLUCLIMA srl Scandicci

Orellana Jezer Noe CFT soc. coop. Firenze

Pescioni Tommaso GESTICLIMA srl Montemurlo

COLUMBIA srl Meneghetti Claudio Monselice CREMONESI ALBERTO Marmirolo ELIWELL CONTROLS srl De Barba Mauro Pieve d’Alpago FARID IFRAH Arese FERRARI BATTISTA & C. snc Ferrari Fabrizio Angolo Terme FRIGOSERVICE PT DI BARNI Barni Cristian Pistoia FRIMONT spa Boga Luca Gervasi Stefano Villardita Angelo Bettolino di Pogliano POMATTO SILVIO Rivarolo C.se SOFIND DI ZAMENGO Zamengo Tullio Albairate

12

Sede dei Corsi di Bologna. Il docente, Stefano Sarti, posa con gli allievi al termine di un corso di Tecniche Frigorifere Specializzazione. Referente della sede è il collaboratore CSG Madi Sakande che segue oltre ai corsi, pure i progetti europei e delle Nazioni Unite con i paesi francofoni dell’Africa.


Iannone Cristian Agliana Monari Massimiliano Siena Rinaldi Sanchez Fernando Wladimir OFFICINA MOBILE FR Prato Ricci Giuseppe ROMAGNOLI OFFICINA snc Prato Kola Arben SILEO srl Bologna Ratto Daniele SILEO srl Bologna Beccati Alberto SIRAM spa Milano Binazzi Alessandro SIRAM spa Milano Bruschi Alessandro SIRAM spa Milano

Riccardo Gaviati, tra i decani dei docenti Centro Studi Galileo, conduce una lezione per la preparazione all’esame per l’ottenimento del Patentino Frigoristi presso la sede centrale CSG di Casale Monferrato.

El Kettani Hamid SIRAM spa Milano

Zetti Stefano SIRAM spa Milano

Michelotti Jacopo SMART SERVICE DI MEI snc Altopascio

Turini Christian TERMOSERVICE srl Prato

Gheorghe Giuliano SIRAM spa Milano

Crociani Valerio SIRAM spa Milano

Leonelli Luca SOS CALDAIA DI LEONELLI Follonica

Fornaro Cosimo TOP ASSEMBLING DI FORNARO Agliana

Cesari Claudio SIRAM spa Milano

Mei Marco SMART SERVICE DI MEI snc Altopascio

Ranieri Valentino TERMOSERVICE srl Prato

CORSO DI FORMAZIONE PER PERSONALE ADDETTO RECUPERO GAS FLUORURATI NEI VEICOLI A MOTORE PRESSO TRIX A TUTTO GAS Signani Stefano ANDREOLI GIANPIETRO sas Andreoli Gianpietro AUTO OKAY DI MANGIONE Mangione Domenico AUTO PARTS.IT Carolillo Saverio AUTOFFICINA GOMMISTA BOX Iannucci Nicola AUTOFFICINA MANZONI Manzoni Carlo AUTOFFICINA ROBERTO Fantoni Roberto AUTOFFICINA RUBINI Rubini Marco AUTOFFICINA SPORT Romagnolo Andrea BALDELLI ANTONIO AUTORIPARAZIONI Baldelli Antonio

Sede dei corsi Centro Studi Galileo di Roma. Il docente Donato Caricasole posa con alcuni allievi al termine di un corso di Tecniche Frigorifere Base. Il corso è propedeutico e preparatorio ad affrontare l’esame per il Patentino Frigoristi PIF. Inoltre il Percorso Formativo per il Tecnico del Freddo considera indispensabili la Manutenzione Avanzata degli impianti e le tecniche di brasatura. Sono invece facoltativi ma altrettanto importanti i corsi specialistici come ad esempio: idrocarburi, ammoniaca, anidride carbonica come fluidi refrigeranti, banchi frigo, industriali etc…

BASSINI EREDI Bassini Ugo BELLINI CARLO BELTRAMELLI FELICE LUIGI

13


FRANZINI AUTORIPARAZIONI Franzini Daniele G. ZAPPA Zappa Luca Massimiliano GAIANI AUTOFFICINA Betti Ivan GARAGE NOÈ Noè Dario GIANNERINI Giannerini Fabio GMA MOTORSPORT Bonfanti Maurizio GRECO AUTOFFICINA Greco Alessandro GRISCAR Toninelli Angelo IANNELLO AUTOFFICINA Iannello Pasquale L’ing. Stefano Sarti, docente Centro Studi Galileo, ha appena terminato un corso di tecniche frigorifere e brasatura presso la sede toscana dei corsi Centro Studi Galileo ad Agliana. Eseguire una perfetta brasatura è condizione essenziale per il buon funzionamento dell’impianto e garantire la minima perdita di refrigerante. BEMA snc Bettoni Dalmazio BICHICCHI OSVALDO Bichicchi Luca BONOMI DOMENICO Bonomi Stefano BRESCIA CLIMA SERVICE Plodari Umberto BRESCIANINI MICHELE

ELETTRAUTO BALDAZZI Baldazzi Diego Strada Luigi

F.LLI MOLINARI AUTODEMOLIZIONI Molinari Roberto

ELETTRAUTO D’ELIA Busi Alberto

F4 I MECCATRONICI Raccagni Gabriele

EMMEAUTO srl Morrone Fortunato

FALCONI FLAVIO

EUROMOTORS Fornoni Alessandro

FALCONI RODOLFO Falconi Michele

FAVALLI RENATO LUIGI Sgalbazzi Luciano FELINI AUTORIPARAZIONI Felini Luca FERRARI OLIVIERO Ferrari Luca FIORINI GABRIELE

IMOLA CAR Balzani Renato LIBERAUTO DI GAMBUTO Gambuto Domenico MISTER CAMPERCAR Maregatti Roberto NEW POINT SERVICE Mazzola Giuseppe NEW SERVICE CAR Ferraglio Giuseppe NUOVA DIESEL Scaratti Campagnoni Marco

BROGLIO E MONTANARI Broglio Giuseppe CAPELLI MOTORS Capelli Paolo CASTREZZATI MASSIMO CATTANI snc Cattani Bernardo CAVALLARO sas Cavallaro Giovanni Mesiti Albano CENTRO AUTOVEICOLI INDUSTRIALI Belotti Gianfranco CHEMIR MOTOR Mirani Flavio CONTI ALDO sas Conti Luca CURIAUTO Rignanese Marco DE GIRONIMO SALVATORE DIESELCAR DI ARDUINI Buggio Walter

14

Sede dei corsi del Centro Studi Galileo di Milano presso il Centro Padre Piamarta. Il docente Davide Gricini alle prese con la formazione teorica di frigoristi che si preparano alla professione con l’ottenimento del Patentino Frigoristi PIF. Il CSG ha certificato quasi 10.000 tecnici degli oltre 50.000 patentati in totale in Italia. Avvengono ora i primi controlli.


OFFICINA CORSINI Messana Daniele OFFICINA ELETTR. BASILI Vincenzi Paolo OFFICINA F.LLI CASTELLANO Castellano Alessandro OFFICINA LEONE Leone Homar OMCF Fanton Stefano PUTTI MAURIZIO SARA DI PAGANI Bertelli Matteo SCANDELLA AUTOCARROZZERIA Scandella Maurizio SERVICE CAR Figus Antonio SINTESI AUTOMOTIVE Gerri Marco

Corso sugli impianti ad anidride carbonica negli impianti di refrigerazione: conclusione con la consegna degli attestati di partecipazione. La regolamentazione europea in vigore da quest’anno impone ad ogni Stato Membro EU di mettere a disposizione corsi di formazione sui refrigeranti alternativi come gli idrocarburi, ammoniaca e CO2. Il Centro Studi Galileo, partner del progetto europeo Real Alternatives, propone pure un percorso di certificazione volontaria per dimostrare di essere competenti su questi refrigeranti del futuro.

STAZIONE SERVIZIO ESSO Zamò Andrea Massimo TINTI ENRICO snc Tinti Enzo TRONICAR Bresciani Mauro VALENTI OMAR Valenti Matteo XEKA snc Xeka Ervin

CORSO DI FORMAZIONE PER PERSONALE ADDETTO AL RECUPERO DEI GAS FLUORURATI NEI VEICOLI A MOTORE PER UNIONE SERVIZI DI MILANO AUTOFFICINA CANTONI Izzo Mauro AUTOFFICINA F.LLI REBECCANI Canciani Fabrizio

AUTOFFICINA RR DI RAMPA Rampa Cesare

CARROZZERIA JOLLY Agostinetto Loris

AUTOFFICINA SALVOLDI Salvoldi Moris

CENTRO ASSISTENZA GRANATA Bosisio Marco Guido

CAPO GIOVANNI CARROZZERIA AZZURRA Gambuti Fabio CARROZZERIA BONSIGNORI Bonsignori Josè

CGR snc Coci Renato CHIOVENDA srl Chiovenda Marco CIRONE LUCIANO

ELETTRAUTO LORENTEGGIO Mansi Gerardo ELETTRAUTO NUOVA ORPE La Morticella Fernando GHEZZI IMPIANTI Ghezzi Roberto GUZZARDI FILIPPO L’OFFICINA DI MAZZEO Mazzeo Rocco Nicola M&D CAR Dones Massimo MACOCAR Zanoni Valter MALGARINI AUTO Malgarini Stefano NEW CAR snc Chiodini Guglielmo OFFICINA MALGARINI Mutti Claudio SABOCAR AUTOFFICINA Sardone Vito SADAUTO Patron Diego SPEEDY AUTO Giorgi Ezio STAGNI RAFFAELE Stagni Sergio

Anche i Tecnici che operano con i gas per la ricarica dei climatizzatori delle automobili devono ottenere la propria Certificazione. Il docente Centro Studi Galileo, Pasquale Zurlo, posa con alcuni allievi della BMW che hanno ottenuto il Patentino Attestato Condizionamento Auto PAC.

15


CORSI A TORINO BORLA PATRIZIO Lanzo T.se D’ALBA FRANCESCO San Mauro T.se LASERTECH SERVICE srl Marioni Daniel Mondo Carlo San Gillio LONGO SEBASTIANO Bra ROSSO ALBINO Rivalta di Torino

CORSI A BRUGINE AFINOX srl Civiero Karim Campo San Martino AIR CONTROL srl Crosta Paolo Besnate BARBIERI GIOVANNI & C. snc Barbieri Marco Montegaldella BORSATO SILVIO Istrana BOTTEGA NICOLA San Salvo CAROBBA MATTEO Torre d’Isola

Una brasatura perfettamente eseguita su un supporto di notevoli dimensioni. Condizione essenziale per l’ottenimento del Patentino e la pratica della professione del Tecnico del Freddo è saper eseguire una brasatura eccellente per prevenire le perdite di refrigerante dannoso all’ambiente. Le maggiori perdite avvengono sulle giunzioni meccaniche (tipo schrader) e a pressione. CELLI spa Dedda Vincenza Fraternale Luca San Giovanni in Marignano DOARDO FABIO Campodarsego DUE BI srl Bottacin Fabrizio Mestre

ECR ITALY spa Molinarolo Gianluigi Milano ELECTROLUX PROFESS. Camatta Massimiliano Giusti Lorenzo Marangon Damiano Securo Matteo Pordenone

ELIWELL CONTROLS srl Fasolo Silvia Marcon Devis Paci Giacomo Russo Vito Tona Carlo Pieve d’Alpago FANELLI F.LLI EURO FRIGO srl Manuelli Simone Muggia

FRIGOTECNO srl Cimolai Simone Del Ben Gabriele Roveredo in Piano IDEALCLIMA DI VINCENZI Vincenzi Alberto Gonzaga LEVORATO ODDONE Levorato Marco Vigonza MERCURI ANGELO FRINDES Mercuri Ivan Mercuri Stefano Zingonia MTA spa Villa Alberto Conselve MULTI RAIL srl Schincariol Diego Cimavilla di Codognè NILMA spa Diemmi Roberto Parma NOVA COOP sc Ravetti Cristiano Vercelli PARVU DAN IOAN Buttrio

Il futuro ci porterà ad utilizzare sempre più refrigeranti a basso impatto ambientale. E’ una sfida per la salvezza del Pianeta che l’Europa ha colto per prima. Ciascun settore industriale deve fare la propria parte affinché il surriscaldamento terrestre non superi i 2 gradi centigradi rispetto agli anni pre rivoluzione industriale rendendo il fenomeno irreversibile. Il settore della refrigerazione e del condizionamento ha grandi responsabilità e grandi doveri e l’utilizzo dei nuovi refrigeranti (che hanno caratteristiche di infiammabilità sconosciute rispetto ai tradizionali) necessita di una formazione mirata. Nella foto il docente Centro Studi Galileo, Roberto Ferraris, è impegnato in una lezione sugli impianti ad idrocarburi.

16

PEDROTTI sas Pedrotti Christian Sguera Ruggiero Bolzano PROTEO DUE srl Rudello Paolo Gallarate


SARTI STEFANO San Lazzero di Savena TECHNOGEL spa Ferrari Passio Fusini Nicola Grassobbio TECNOJOULE CLIMA sas DI LIMONTA Limonta Felice Merone VISCHI ENRICO Giacciano

CORSO AD HOC PER ILD HOMAIR A ROMA Bone Alan Doyle Mick Elkins Mark Francillotti Giuseppe Gardiner Nathan Grimshaw Adrian Halley Kenny Hunter Rob Martin Colin O’Dowd Kevin

CORSO AD HOC PRESSO NUOVA SALENTO ENERGIA DI LECCE Calogiuri Francesco Candido Romeo Casalini Claudio Andrea Casaluci Massimo Castelluzzo Agostino Castiglione Giovanni Cordella Francesco Costantini Luigi

Il prof. Enrico Buoni, fondatore e direttore del Centro Studi Galileo, accompagnato dal docente Roberto Ferraris, consegna gli Attestati di partecipazione ad un corso di Tecniche Frigorifere. La foto è stata scattata nell’aula corsi della sede centrale Centro Studi Galileo di Casale Monferrato De Mitri Emira Della Bona Fabiana Fino Donato Fracella Sergio Garrisi Giuseppe Girardi Antonio Marra Silvano Mauro Martino Milo Federica Perrone Giuseppe Perrone Massimiliano Petrelli Fabio

Pinto Paolo Renato Filiberto Romano Antonio Schiattino Guglielmo Sciarra Alessandro Marco Sicara Francesco Simone Antonio Spada Chiodo Luigi Toma Giovanni Toma Massimiliano Tommasi Crocefisso Francesco

CORSO AD HOC PRESSO FENICE spa Colombatto Ivan Gozzer Marco Marcianò Domenico Orlanduccio Luigi Saponaro Antonio Teramo Felice

CORSO AD HOC PER AERONAUTICA MILITARE A VILLAFRANCA DI VERONA Del Coco Davide Murgia Alessio Papale Nicola Sassone Ciro Servillo Giuseppe

CORSO AD HOC PRESSO FERRERO spa AD ALBA Cairone Roberto Casetta Luigi Crespo Maurizio Mozzone Claudio Riccardi Ivano

CORSO AD HOC CPL CONCORDIA PRESSO OSPEDALE SANTA CORONA DI PIETRA LIGURE Botta Pierluigi Campaniello Gaetano Lacirignola Carlo Lombardo Guido Mazzone Fabio Nan Marco Pollero Corrado Vallarino Marco Vassallo Cristian Zambarino Giorgio Conclusione di un corso di preparazione al Patentino Frigoristi PIF, la fase di preparazione è fondamentale per arrivare all’esame preparati. Sono infatti diversi gli argomenti sulla regolamentazione ambientale e sul registro delle apparecchiature che i tecnici del freddo anche con grande esperienza sul campo possono non conoscere in quanto di ultima uscita e implementazione.

17


Industria&Formazione: boom di lettori e stiamo raggiungendo i principali online anglosassoni! Oggetto: 6000 visitatori in un giorno, 350 articoli tecnici, 60 mila visitatori unici I NUMERI DI I&FOnline

Grazie ai nostri lettori e ai nostri Partners, che dall’inizio hanno creduto in noi, con una scommessa che si sta rivelando vincente! RIVISTA ONLINE ANGLOSASSONE

18

La notizia, per noi redattori di notizie è estremamente soddisfacente. Quando pensammo ad un portale Online della storica rivista Industria&Formazione, giunta al traguardo dei 40 anni di attività, non prevedemmo un successo tanto esplosivo. I dati invece iniziarono sin dai primi mesi a confortarci. Dai poco più di 100 accessi al giorno delle prime settimane iniziarono i picchi sino a 5800 visualizzazioni in un giorno! In questo anno I&FOnline ha accolto più di 60 mila visitatori unici con circa 350 articoli tecnici e di attualità sul mondo del freddo e del condizionamento. Abbiamo ricevuto visite da 112 Nazioni mondiali e commenti da tecnici frigoristi di oltreoceano! Il paragone nasce spontaneo con i principali competitor in lingua inglese. E’ ovvio che un giornale online in lingua inglese gode di un vantaggio iniziale importantissimo: 1 miliardo di possibili lettori nel mondo (Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia e tutte le persone che parlano tale lingua…) contro i nostri 60 milioni circa della popolazione italiana! Ebbene, nonostante il gap fosse difficile da colmare ci siamo quasi riusciti! Uno dei principali giornali online del settore ha pubblicato la scorsa settimana questo grafico che si avvicina molto a quello successivo che è relativo ai nostri accessi.

I&F ONLINE


Sommario Direttore responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato scientifico Marco Buoni, Enrico Girola, PierFrancesco Fantoni, Alfredo Sacchi Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato tel. 0142/452403 fax 0142/525200 Pubblicità tel. 0142/453684 Grafica e impaginazione A.Vi. Casale M. Fotocomposizione e stampa A. Valterza - Casale Monferrato E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Corrispondente in Argentina: La Tecnica del Frio Corrispondente in Francia: CVC La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

12

I&F online – Industria & Formazione: boom di lettori e stiamo raggiungendo i principali online anglosassoni

18

Editoriale

Uniti al Ministero. Un documento comune per la nuova normativa nazionale F-Gas F. Riboldi – Responsabile della Comunicazione Istituzionale Associazione dei Tecnici del Freddo Incentivo al recupero e allo smaltimento dei refrigeranti fluorurati – Miglioramento della terminologia – Difficoltà operative nella riconciliazione gas acquistati e gas movimentati/stoccati – Formazione, possibile conflitto di interesse delle aziende produttrici che sono Organismo di Valutazione per la Certificazione – Vendita di climatizzatori split esclusivamente a chi dimostra venga installato da personale certificato – Vendita di gas refrigerante ad aziende non certificate – Certificazioni refrigeranti naturali – Sanzioni e maggiori controlli – Deroga alla scadenza della Certificazione in caso di inattività – Adozione da parte degli enti certificatori di linee comuni nell’ambito dei requisiti per la certificazione aziendale

Ventisettesima conferenza delle parti del Protocollo di Montreal (MOP-27) D. Coulomb – Direttore International Institute of Refrigeration - IIR

24

Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP-21)

Analisi delle prestazioni dello scambio termico per la miscela R32/R1234ze(E) D. Del Col, M. Azzolin, S. Bortolin – Dipartimento di Ingegneria Industriale –

26

Università di Padova Introduzione – Apparato sperimentale – Test sperimentali sulle perdite di carico – Penalizzazione dei coefficienti di scambio termico – Conclusioni

29

Cold Energy: l’impianto frigorifero con il turbocompressore M. Ascani – Angelantoni Industrie Introduzione – Descrizione dell’idea innovativa correlata al progetto cold energy – Test bench e set up sperimentale – prospettive future – Conclusioni

33

R32: Il nuovo refrigerante per il condizionamento residenziale Problemi di funzionamento alle basse temperature P.F. Fantoni – 168ª lezione R32: il futuro è già qui – Cosa ne pensa il compressore? – Basse temperature

Tecnologia di misura all’infrarosso per la rilevazione di fughe di gas refrigeranti M. Roncoroni – TDM - Inficon

36

Problemi di ritorno dell’olio nei compressori funzionanti in parallelo: soluzioni impiantistiche P.F. Fantoni – 188ª lezione

38

Introduzione – I gruppi rack, ossia i compressori in parallelo – Il problema del ritorno dell’olio – Riserva dell’olio

Retrofit di circuiti con refrigeranti alternativi e obblighi normativi

41

Real Alternatives Project Introduzione – Eliminazione degli Fgas (phase down) – Recupero degli HFC – Conversione degli impianti ad alto GWP – Refrigeranti disponibili – Obblighi normativi per i refrigeranti alternativi – Principali normative – Regolamenti e direttive – Refrigeranti fluorurati - Legislazione sui refrigeranti infiammabili – DSEAR (Regno Unito)

46

Linee guida per retrofit degli impianti fissi E. Campagna – Rivoira N. 394 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.

20

Introduzione – Importanti informazioni sulla sicurezza – Informazioni generali sulla conversione da R404A/R507 a R449A – Modifiche all’impianto – Conversione da R404A/R507 a R449A – Procedura di conversione a R449A

Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento

50

(Parte centocinquantaduesima) – A cura di P.F. Fantoni Aggiungi agli amici “Centro Studi Galileo” su Facebook

Diventa follower di “Centro Studi Galileo” su Twitter

Cerca i video di “Centro Studi Galileo” su YouTube


Editoriale

Uniti al Ministero. Un documento comune per la nuova normativa nazionale F-Gas

FEDERICO RIBOLDI Responsabile della Comunicazione Istituzionale Associazione dei Tecnici del Freddo Nella foto: Federico Riboldi interviene al secondo Convegno unico in EXPO2015 sulla conservazione degli alimenti per i paesi in via di sviluppo. Da sinistra prof. A. Cavallini (Università di Padova), J. Curlin (Nazioni Unite UNEP), D. Coulomb (IIR).

Il 26 novembre scorso la Direzione Generale Clima ed Energia del Ministero Italiano dell’Ambiente ha ospitato un incontro tra i funzionari ministeriali Antonella Angelosante e Domenico Belli, della Divisione Clima e Certificazione ambientale, e una delegazione mista composta dell’Associazione dei Tecnici del Freddo, presenti il Segretario Generale Marco Buoni, il Responsabile della Comunicazione Istituzionale Federico Riboldi e l’esperto Giuseppe Schilirò, e di Assofrigoristi, rappresentata dal Segretario Generale Marco Masini, dal VicePresidente Franco Faggi e dagli esperti Valentino Verzotto e Luca Tarantolo. La riunione, convocata per discutere del recepimento del Regolamento (UE) 517/2014 che dovrebbe comportare l’aggiornamento e la modifica del DPR 43/2012, è servita a valutare le difficoltà riscontrate nell’applicazione della normativa comunitaria e nazionale (Dpr n. 43/2012), e recepire le indicazioni e le proposte di modifica degli operatori. L’esame delle prime valutazioni in merito all’impatto sul mercato derivante dall’applicazione degli obblighi di cui al regolamento (UE) 517/2014 già in vigore e i nuovi obblighi scaturenti dal regolamento (UE) stesso, con particolare riferimento a quelli derivanti dall’art. 11, hanno costituito un importante elemento di confronto.

20

La posizione delle due Associazioni rappresentanti il settore è stata univoca, confermata da uno “Statement” di indirizzo consegnato al Ministero e siglato in loco dal Segretario Generale ATF e dal VicePresidente Assofrigoristi. La riunione ha analizzato gli 11 punti segnalati dalle Associazioni che andiamo a riepilogare.

Incentivo al recupero e allo smaltimento dei refrigeranti fluorurati E’ stato evidenziato che recupero, riuso, riciclo, rigenerazione sono di fondamentale importanza per il raggiungimento degli obiettivi della regolamentazione, in special modo a causa del fatto che i refrigeranti HFC non saranno in un tempo relativamen-

NOTIZIE DALL’EUROPA (da www.refripro.eu) • POLITICA & AMBIENTE L’industria dedicata all’efficienza energetica reclama un obiettivo del 40% per l’efficienza energetica – In una lettera inviata al Parlamento Europeo, l’industria dedicata all’efficienza energetica si appella ai deputati affinché s’impegnino a raggiungere un obiettivo vincolante del 40% in efficienza energetica. COP21: un ruolo per gli HFC – Durante un evento organizzato nell’ambito del summit sul clima COP21 di Parigi, l’associazione industriale americana The Alliance ha presentato due iniziative dell’industria della refrigerazione e della climatizzazione per sottolineare il suo impegno nella lotta al riscaldamento climatico. • INDUSTRIA & TECNOLOGIA Carrier organizza il suo secondo summit dedicato alla catena del freddo – Il dimezzamento degli scarti alimentari e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rientrano negli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite. È su questo tema che verte il secondo summit mondiale di Carrier dedicato alla catena del freddo e alla riduzione degli scarti alimentari che si è tenuto a inizio dicembre a Singapore. I supermercati giocano un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi di phase-down – In occasione del RAC Retail Question Time di Londra, il consulente Ray Gluckman si è rivolto a utenti finali e frigoristi affinché non sottostimino i requisiti del phase-down degli HFC. Fonte:www.coolingpost.com • ECONOMIA & GENERALITÀ Requisiti di efficienza energetica per prodotti: chi ne beneficia? – Secondo un nuovo studio del GW Regulatory Studies Center della George Washington University, i nuclei famigliari potranno risparmiare circa 23 miliardi di dollari grazie ai requisiti di efficienza energetica dei prodotti (equiparabile all’eco-design europeo) fissati dal ministero dell’energia americano DOE (Department of Energy). Non è però chiaro che beneficerà di questi risparmi. 165 centrali di carbone potrebbero chiudere grazie ai requisiti di efficienza energetica – Un nuovo studio della Commissione Europea, redatto da Ecofys, Waide Strategic Efficiency, Tait Consulting e Sea Green Tree ventila l’ipotesi dei requisiti energetici mondiali per prodotti e ne esamina i risparmi potenziali che si potrebbero realizzare.


split. Il tavolo, congiuntamente, ha proposto il registro online delle apparecchiature. Miglioramento della terminologia La difficile interpretazione di alcuni termini, quali ad esempio “operatore” (ma anche Terzo responsabile, Proprietario, conduttore ecc.), crea confusione e interpretazioni difficoltose ad una veloce lettura della norma. E’ auspicabile quindi una più lineare e direttamente comprensibile definizione. La parola “operatore” scaturisce dal regolamento europeo. Il tavolo ha concordato sul fatto che l’”Operatore” deve avere potere decisionale ed economico sull’apparecchio (decisioni in merito a manutenzione o addirittura alla sostituzione dell’apparecchio stesso). La responsabilità deve poter essere attribuita tramite un documento scritto. Uniti al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per definire il nuovo Decreto italiano di attuazione della Regolamentazione Europea 517/2014 sulla riduzione dell’uso degli HFC. Da sinistra Giuseppe Schilirò esaminatore CSG, Marco Buoni VicePresidente AREA e Federico Riboldi Responsabile Comunicazione ATF.

te breve più reperibili sul mercato e conseguentemente il settore potrebbe subire delle distorsioni imposte da una forzata instabilità di fornitura. La struttura e le modalità tramite le quali avviene oggi il recupero e lo smaltimento dei rifiuti HFC non consentono risultati apprezzabili. Il costo è sostenuto dal proprietario della macchina dalla quale recuperare il fluorurato a valle della filiera, con costi di gestione e logistica troppo elevati. Ciò produce spesso il rilascio in atmosfera dei fluorurati con grave nocumento per l’ambiente. Le Associazioni propongono quindi una struttura tale per cui il “rifiuto fluorurato” immesso sul mercato riceva subito un contributo per la gestione dello smaltimento, come avviene per le altre filiere del recupero di rifiuti, dai RAEE agli imballaggi. Tale pratica permetterebbe di abbattere molti dei problemi legati allo scarso recupero (siamo tra gli ultimi in Europa).

Sarebbe probabilmente opportuno diminuire la soglia minima per l’inserimento nel registro apparecchiatura dalle attuali 5 tonnellate equivalenti di CO2 in modo da includere un maggior numero di impianti. L’esigenza scaturisce dalla presenza, in Italia, di milioni di piccoli impianti, diversamente dagli altri paesi europei dove sono meno diffusi gli impianti

Difficoltà operative nella riconciliazione gas acquistati e gas movimentati/stoccati La prassi è l’acquisto di kg di refrigerante di qualsivoglia natura. Lo stoccaggio viene contabilizzato per bombole e kg equivalenti. La registrazione, secondo il regolamento 517, dovrà essere per tonnCO2eq. Le Associazioni hanno ritenuto opportuno, anche per la fase di controllo e sanzione, un sistema di registrazione e tracciabilità coerente con le pratiche di mercato unificando il conteggio in kg.

Obbligatorietà del Registro di Apparecchiatura La tracciabilità passa anche attraverso la verifica puntuale delle caratteristiche della macchina da incrociare con il registro delle movimentazioni dei fluorurati.

21


Formazione, possibile conflitto di interesse delle aziende produttrici che sono Organismo di Valutazione per la Certificazione E’ stato segnalato che alcune aziende di produzione o distribuzione delle apparecchiature per la climatizzazione sono organismo di valutazione per la Certificazione del Personale generando un possibile conflitto di interesse, evidenziato chiaramente nella Regolamentazione Europea. L’Italia è infatti l’unico Paese che permette l’accreditamento come Ente di Valutazione ad aziende produttrici. Il possibile conflitto di interesse scaturisce dal rapporto cliente/fornitore che insiste in quello allievo/esaminatore Vendita di climatizzatori split esclusivamente a chi dimostra venga installato da personale certificato La norma Europea è chiara: il venditore per poter procedere alla vendita deve avere la garanzia che il Tecnico che installerà l’apparecchio sia in possesso di certificazione secondo la regolamentazione FGas 517/2014. Ciò purtroppo non avviene. Una delle soluzioni adottate è una modulistica dove il venditore chiede all’acquirente di firmare un disclaimer nel quale viene inserito il numero della certificazione personale o dell’azienda della persona che lo andrà ad installare. Le Associazioni hanno suggerito al Ministero di predisporre un format, scaricabile on-line. Vendita di gas refrigerante ad aziende non certificate Un caso particolare riguarda la vendita di refrigerante da parte delle GDO, fai-da-te, etc… è necessaria una campagna informativa maggiore, molti dei sopra elencati infatti ancora non sono a conoscenza delle normative. Certificazioni refrigeranti naturali In Olanda sono già in fase di rilascio certificazioni sui refrigeranti naturali da sommare a quelle sugli HFC; le Associazioni consigliano quindi di richiedere ai Tecnici, al momento del mantenimento annuale, se siano stati istruiti per i refrigeranti alternativi, visti i pericoli di infiammabilità, tossicità, alte pressioni dei nuovi refrigeranti alternativi.

22

ULTIME NOTIZIE A MONTREAL CONFERENZA MONDIALE “LA CATENA DEL FREDDO ALIMENTARE” Il 21 novembre a Montreal si è tenuto un importantissimo workshop organizzato dall’Agenzia per lo sviluppo industriale delle Nazioni Unite l’UNIDO che si è posto come ambizioso obiettivo quello di riunire aziende e istituzioni per migliorare la catena alimentare del freddo con una sempre maggiore consapevolezza ambientale. Lo stesso argomento è stato trattato presso EXPO2015 in due eventi collegati al XVI Convegno Europeo. La catena del freddo legata alla conservazione dei cibi è un settore particolarmente dinamico in termini di sviluppi tecnologici e politici, nonché di iniziative del settore privato. È quindi, opportuno prendere in considerazione con particolare attenzione questo settore, al fine di migliorare la nostra la comprensione della diversità delle opzioni tecnologiche e di gestione disponibili. Si è inoltre inaugurato un forum tra rappresentanti di governi, organizzazioni internazionali, industria e organizzazioni ambientali sulle particolari sfide affrontate dai paesi in via di sviluppo nell’adozione di tecnologie e politiche alternative per affrontare il cambiamento verso i refrigeranti a impatto zero in questo particolare settore. Il Centro Studi Galileo era presente all’incontro tramite il proprio Docente Madi Sakandé, imprenditore italo – burkinabé eletto “Miglior imprenditore africano in Italia” che intervenuto come relatore ha successivamente dichiarato: “Il 21 novembre a Montreal è andato in scena un importantissimo evento di livello mondiale. L’obiettivo è stato quello di condividere informazioni e competenze in materia di tecnologie e misure politiche con un focus sulla catena del freddo legata ai cibi: la maniera più sostenibile per muovere le produzioni dall’azienda agricola al mercato. Ci sono alternative ecocompatibili a sostanze dannose per l’ozono in ogni parte della catena alimentare freddo dove la refrigerazione è indispensabile. La catena del freddo alimentare utilizza un quinto di tutti gli HFC sul mercato. Il ruolo delle aziende e delle istituzioni è fondamentale. Ho particolarmente insistito sulla creazione di associazioni nazionali di tecnici e rivenditori, sui corsi di formazione e di certificazione con riconoscimento internazionale. L’importanza di condividere le conoscenze mie e dei colleghi impegnati da anni nella certificazione in Italia e in 50 nazioni mondiali attraverso Centro Studi Galileo e sotto l’egida dell’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite l’UNEP” Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


FOTO DI COPERTINA: dall’alto e da sinistra a destra: 1 • I corsi sui refrigeranti del futuro tenuti dai docenti Internazionali CSG: nella foto conclusione del corso per una delegazione delle Nazioni Unite proveniente dagli stati della Federazione Russa. 1 2

2 • I docenti CSG, fra i maggiori esperti della refrigerazione e del condizionamento, dal secondo da sinistra a destra: Roberto Ferraris, Madi Sakande, Davide Modica, Enrico Girola, Stefano Sarti, Ilario Spinello, Luigi Vanin (primo a sinistra Federico Riboldi, responsabile relazioni esterne CSG, e ultimo a destra Enrico Buoni, direttore generale CSG). 3 • Marco Buoni CSG presenta la regolamentazione europea alle 3 associazioni della Svizzera al 1° Swiss Cooling EXPO a Friburgo.

3

4 • A Bruxelles l’AREA discute il futuro della refrigerazione: da sinistra a destra Richard Biffin FETA/BRA, UK - Stig Rath VKE, Norway - Tonko Curko 4 Craca, Croatia - Coen van de Sande NVKL, Netherlands - Seamus Kerr - IRI, 5 6 Ireland - Marco Buoni ATF, Italy - Wolfgang Zaremski VDKF, Germany - Vahe DAGDEVIRENEL Sosiad, Turkey - Marco Masoero ATF, Italy - Per Jonasson KYL, Sweden - Aslantas Kivanc Sosiad, Turkey - Grzegorz Michalski KFCH (NRF), Poland – Olivier Janin Orgalime, Belgium - Scott Gleed B&ES RACHP, UK - Graeme Fox B&ES RACHP, UK - Matthias Schmitt BIV, Germany - Peter Bachman BIV, Germany - Philippe Maison SNEFCCA, France - Kim Valbum AKB, Denmark - Peter Tomlein SZ CHKT, Slovakia - Jiri Broz SCHKT, Czech Republic - Declan Fitzmaurice IRI, Ireland - Russell Beattie FETA/BRA, UK. 5 • Il lancio della Rivista Special International Issue del Centro Studi Galileo, Nazioni Unite UNEP e IIR sui problemi climatici presso l’UNESCO a Parigi, distribuita come sempre pure ai Capi di Stato durante i summit ONU. Nella foto da sinistra il direttore dell’Istituto Internazionale del Freddo, Didier Coulomb, il segretario dell’Associazione dei Tecnici del Freddo e direttore CSG, Marco Buoni, e il direttore UNEP, Shamila Nair-Bedouelle. 6 • Intervento del direttore CSG a Dubai alla conferenza sul protocollo di Montreal, i paesi arabi spingono per standard comuni di formazione e certificazione per poter cambiare e utilizzare i nuovi refrigeranti.

Sanzioni e maggiori controlli E’ fondamentale che l’Italia dia al più presto attuazione a quanto previsto dalla Legge (art. 25.1 Reg. 517), onde evitare che il comportamento scorretto di pochi possa favorire quel che appare esser diventato un vero e proprio problema a fronte del quale le prescrizioni del regolamento appaiono ad oggi lettera morta. La definizione delle tipologie delle sanzioni stesse in relazione ai singoli operatori (produttori, distibutori e installatori/manutentori) va realizzata con una legislazione specifica, come il D.L. 26/2013 per il Regolamento 842. Il Ministero ha informato che l’organismo di Polizia deputato alle Sanzioni è il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri che è l’unico corpo di Polizia posto alle dirette dipendenze funzionali del Ministero dell’Ambiente. Le segnala-

zioni vanno effettuate alle locali Stazioni dei Carabinieri in quanto il NOE non è l’incaricato di ricevere le segnalazioni. Il tavolo ha inoltre proposto una modifica al decreto sanzioni tendente alla modulazione della pena in base al tipo di refrigerante disperso, al suo GWP e alla quantità. Deroga alla scadenza della Certificazione in caso di inattività Nell’ambito delle problematiche per il rinnovo della certificazione delle persone (privati) che, nell’attuale congiuntura storica, non lavorano e risultano disoccupati, le Associazioni hanno chiesto di prolungare la deroga che sembra esser stata promulgata con una circolare del MISE a sei mesi oltre la scadenza. I delegati delle Associazioni hanno espresso preoccupazione poiché la crisi che sta attraversando il settore

fa sì che alcuni tecnici possano trovarsi disoccupati per lunghi periodi anche superiori a 48 mesi. Adozione da parte degli enti certificatori di linee comuni nell’ambito dei requisiti per la certificazione aziendale E’ auspicabile, e richiesta da parte delle Associazioni al Ministero, l’adozione da parte degli Enti Certificatori di linee comuni nell’ambito dei requisiti per la certificazione aziendale e specificare meglio gli strumenti per i quali è richiesta la taratura ai fini del raggiungimento degli obiettivi auspicati. E’ stato richiesto inoltre che il regolamento di Accredia sulla certificazione delle aziende venga semplificato e adottato in modo, il più possibile, universale. ●

23


Speciale ambiente, clima, refrigerazione

Ventisettesima conferenza delle parti del Protocollo di Montreal (MOP-27) DUBAI 1-5 novembre 2015

DIDIER COULOMB Direttore International Institute of Refrigeration - IIR

INSTITUT INTERNATIONAL DU FROID 177, Bd Malesherbes - 75017 Paris Tel. 0033/1/42273235 - www.iifiir.org

L’Istituto Internazionale del Freddo è un’organizzazione indipendente ed intergovernativa fondata sulla scienza e sulla tecnologia. Diffonde su scala mondiale le conoscenze sulle tecnologie del freddo e sulle tecnologie ad esso associate che permettono di migliorare la qualità della vita in modo proficuo e durevole dal punto di vista ambientale, ivi compresi: • la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari lungo tutta la catena alimentare; • il confort all’interno degli edifici residenziali e commerciali; • i prodotti e i servizi sanitari; • la tecnologia legata alle temperature molto basse e alla liquefazione dei gas; • il rendimento energetico; • l’utilizzo di refrigeranti che non siano lesivi all’ozono e abbiano un impatto debole sul riscaldamento del pianeta. Il freddo (ivi compreso il condizionamento dell’aria) è indispensabile alla vita. Il fabbisogno di freddo è destinato ad aumentare nel tempo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. La produzione del freddo contribuisce a due delle principali minacce per l’ambiente del nostro pianeta: l’impo-

24

verimento dello strato dell’ozono e i cambiamenti climatici. Le prime azioni da intraprendere per scongiurare queste minacce hanno portato al Protocollo di Montreal e al Protocollo di Kyoto. L’impatto del settore del freddo sull’ambiente ha due origini:

1 - il freddo utilizza alcuni refrigeranti che, se liberati nell’atmosfera per mancanza di tenuta stagna degli impianti o per un recupero difettoso dei refrigeranti alla fine del loro ciclo vita, hanno un impatto negativo sull’ambiente; • i CFC e, in minor misura, gli HCFC,

Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP 21) PARIGI 30 novembre - 12 dicembre 2015 Relazione del dott. Didier Coulomb Direttore Generale dell’Istituto Internazionale della Refrigerazione (IIR) La refrigerazione e il condizionamento dell’aria sono indispensabili alla vita. Continueranno a crescere in futuro, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, la refrigerazione rappresenta il 17% del consumo globale di elettricità ed alcuni refrigeranti (la maggior parte dei CFC, gli HCFC e gli HFC) sono potenti gas ad effetto serra, se rilasciati nell’atmosfera. Il coordinamento con il Protocollo di Montreal deve essere attuato il prima possibile in modo da ottenere la riduzione degli HFC caratterizzati da un elevato potenziale di riscaldamento. Il rendimento energetico dei refrigeranti alternativi agli HCFC e agli HFC è un fattore di cruciale importanza. E’ già stato raggiunto un livello soddisfacente in molte applicazioni ed è probabile che altri risultati positivi saranno ottenuti a breve per altre applicazioni grazie ai progressi tecnologici in corso. Il problema della sicurezza potrebbe ostacolare l’utilizzo di queste soluzioni alternative, in quanto potrebbero presentare dei rischi. E’ necessario adattare gli standard e le regolamentazioni a queste nuove tecnologie, si tratta di un punto molto importante sia a livello internazionale che a livello nazionale. E’ indispensabile avere a disposizione informazioni pratiche aggiornate ed obiettive sulle tecnologie già esistenti e su quelle in fase di sviluppo, sulle loro applicazioni e sui loro vantaggi e svantaggi. L’Istituto Internazionale della Refrigerazione (IIR) è in grado di offrirvi tutto ciò. Unitevi a noi.


Presentazione libro sugli schemi di certificazione dei tecnici del freddo pubblicato da UNEP e lanciato a Dubai durante il MOP-27: da destra Didier Coulomb (Direttore IIF), Marco Buoni (VicePresidente AREA), Saad Al Numeiri (Consigliere Ministro UAE), Shamila Nair-Bedouelle (UNEP).

contribuiscono all’impoverimento dell’ozono stratosferico; • i CFC, gli HCFC e gli HFC sono perlopiù potenti gas ad effetto serra e favoriscono il surriscaldamento del pianeta; 2 - il freddo utilizza energia e contribuisce così indirettamente all’emissione di quantità importanti di CO2. Rappresenta in media il 17% del consumo mondiale di elettricità. Per questa ragione così come per ragioni di costi e di capacità elettrica futura, sarà possibile accettare una soluzione che preveda la sostituzione del dispositivo, solo se quest’ultimo avrà un rendimento energetico almeno pari a quello sostituito. Dunque, l’IIF ha promosso la produzione e la diffusione di un’informazione scientifica imparziale attraverso l’organizzazione di convegni, la pubblicazione di guide e di note informative per fornire un aiuto a tutte le parti , ai paesi, alle imprese e alle università al fine di diminuire le emissioni dei refrigeranti e il consumo energetico degli impianti. Tutto ciò, nel 2015, si traduce in: • pubblicazione di note informative sulle regolamentazioni che limitano l’utilizzo degli HFC con un interesse particolare per la regolamentazione europea sui gas contenenti fluoro, sul freddo evaporativo, sulla certificazione dei tecnici e degli ingeneri, sul ruolo del freddo nell’economia mondiale;

• pubblicazione di una guida sulla CO2 e di una guida sul freddo indiretto e le pompe di calore;

• organizzazione di conferenze, ad esempio, quella sull’ammoniaca e la CO2 a maggio; • azioni da parte di gruppi di lavoro dell’IIF, sull’analisi del ciclo di vita degli impianti refrigeranti, sulla catena del freddo nei paesi caldi e su progetti regionali, sul freddo magnetico, sui refrigeranti alternativi. Il 2015 è un anno chiave per tutti noi in virtù del piano di eliminazione degli HCFC, dell’adozione della nuova regolamentazione europea sugli HFC e soprattutto, della conferenza sul clima di Parigi, con il possibile accordo internazionale sul surriscaldamento del clima. In tutti i paesi si dovrà, dunque, sviluppare ed adottare tecnologie a debole potenziale di riscaldamento climatico e ad alto rendimento energetico nel settore del freddo. L’IIF sarà in grado di offrire un aiuto imparziale ed obiettivo. Fate ricorso alla nostra esperienza. ●

ULTIME NOTIZIE

La UE revisiona la Regolamentazione F-Gas Scopri le novità Importanti nuove dalla Commissione Europea per la regolamentazione F-Gas. Ecco l’anteprima degli atti di revisione che erano in fase di preparazione negli ultimi mesi e che sono stati pubblicati: • Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2067 sui requisiti minimi e le condizioni per il riconoscimento reciproco della certificazione delle persone fisiche per quanto riguarda le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore, unità di refrigerazione e di autocarri e rimorchi refrigerati contenenti gas fluorurati ad effetto serra e per la certificazione delle imprese per quanto riguarda le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti gas fluorurati ad effetto serra (Questo regolamento sostituisce il 303/2008); Scarica il testo ufficiale pubblicato in italiano su www.industriaeformazione.it • Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2065 che stabilisce il formato della notifica dei programmi di formazione e certificazione degli Stati membri (Questo regolamento sostituisce il 308/2008); Vedi il testo ufficiale pubblicato in italiano su www.industriaeformazione.it • Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2068 che stabilisce il formato di etichette per prodotti e apparecchiature contenenti gas fluorurati ad effetto serra (Questo regolamento sostituisce il 1494/2007); Vedi il testo ufficiale pubblicato in italiano su www.industriaeformazione.it • Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2066 che stabilisce i requisiti minimi e le condizioni per il riconoscimento reciproco della certificazione delle persone fisiche che effettuano l’installazione, assistenza, manutenzione, riparazione o la disattivazione di quadri elettrici contenenti gas fluorurati ad effetto serra o il recupero dei gas fluorurati ad effetto serra provenienti dai quadri elettrici (Questo regolamento sostituisce 305/2008). Vedi il testo ufficiale pubblicato in italiano su www.industriaeformazione.it Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

25


Speciale nuovi refrigeranti

Analisi delle prestazioni dello scambio termico per la miscela R32/R1234ze(E)

DAVIDE DEL COL, MARCO AZZOLIN, STEFANO BORTOLIN Nella foto: intervento di D. Del Col, alla sua sinistra il prof. A. Cavallini.

Articolo tratto dal 16° Convegno Europeo

Negli ultimi anni, molta attenzione è stata rivolta all’uso di isomeri propano fluorurati per la sostituzione di refrigeranti ad alto GWP in applicazioni di refrigerazione e di condizionamento.Tuttavia, gli HFO (idrofluoro-olefine) non possono coprire tutte le applicazioni. Al fine di ottenere un fluido che unisca le buone caratteristiche di scambio termico degli HFC, come R410A, e i bassi valori di GWP degli HFO, nella letteratura più recente si è cercato di miscelare R1234ze(E) con un altro refrigerante come R32. R32 è relativamente a basso GWP e ha ottime caratteristiche termodinamiche. In questo lavoro si è indagata una miscela di R1234ze(E) e R32. In particolare, si è misurato il gradiente di pressione per attrito e i coefficienti di scambio termico locali durante vaporizzazione e condensazione in canale singolo. Le prove sono state effettuate nell’apparato sperimentale disponibile presso il laboratorio di scambio termico bifase dell’Università degli Studi di Padova. I dati sperimentali ottenuti

26

Dipartimento di Ingegneria Industriale - Università di Padova

sono poi stati confrontati con i dati dei fluidi puri. Questo ha permesso di analizzare la penalizzazione dei coefficienti di scambio termico a causa della resistenza al trasporto di massa di questa miscela zeotropica. Parole chiave: microcanali, miscela, basso potenziale di riscaldamento globale, scambiatori di calore, deflusso bifase.

INTRODUZIONE L’allarme per il riscaldamento globale ha portato ad un crescente interesse nelle nuove tecnologia HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata) a basso impatto ambientale. Quando si considera questo impatto sia un effetto indiretto a causa del consumo di energia e un effetto diretto a causa delle fughe di refrigerante deve essere considerato. L’introduzione dei microcanali nel campo dello scambio termico e nelle applicazioni di refrigerazione e condizionamento è sicuramente un tentativo di rispondere a queste esigenze. Oltre all’obiettivo di progettare scambiatore di colore efficienti e compatti, c’è un crescente interesse verso i refrigeranti che possiedono basso GWP. Dopo il Protocollo di Kyoto, nel 2012, la Commissione europea ha proposto di tagliare le emissioni di gas fluorurati di due terzi entro il 2030. La ricerca di alternative si concentra principalmente sull’uso di refrigeranti naturali (idrocarburi, ammoniaca, anidride carbonica) e di nuovi refrigeranti

sintetici aventi basso GWP. Tuttavia, i refrigeranti naturali sono spesso infiammabili o tossici e alcuni nuovi refrigeranti a basso GWP non sono ancora ben sviluppati. Quindi, per la maggior parte delle applicazioni un’alternativa potrebbe essere quella delle miscele di refrigeranti. Koyama et al. (2010) hanno cercato di miscelare R1234ze(E) con un altro refrigerante R32. Dai loro test hanno concluso che una miscela di R32/R1234ze(E) 0.5/0.5 in massa, in alcune condizioni operative ha raggiunto COP superiori. In letteratura, esiste un numero limitato di pubblicazioni di dati sperimentali sulle perdite di carico e sui coefficienti di scambio termico per miscele di HFO e HFC in canali di piccolo diametro (Dh <3 mm). Per quanto riguarda la vaporizzazione di R1234ze(E)/R32, Kondou et al. (2013) hanno condotto delle prove di vaporizzazione in un tubo microfin con un diametro interno di 5.21 mm con diverse composizioni di massa. Hossain et al. (2013) hanno misurato il coefficiente di scambio termico della miscela R1234ze(E)/R32 con composizione 55/45% all’interno di un tubo di 6 mm.

APPARATO SPERIMENTALE I test sperimentali sono stati eseguiti presso il laboratorio di scambio termico bifase dell’Università degli Studi di Padova. Nell’impianto sperimentale il refrigerante sottoraffreddato passa attraverso una pompa ad ingranaggi e successivamente attraverso un misu-


Figura 1 – Sopra: Apparato sperimentale. Sotto: Sezione sperimentale.

GRADIENTE DI PRESSIONE

ratore di portata ad effetto Coriolis. Prima di entrare nella sezione di prova, il refrigerante può essere sia sottoraffreddato o riscaldato, vaporizzato e surriscaldato. Il refrigerante viene infine inviato attraverso la sezione di prova per la misurazione delle perdite di carico o attraverso la sezione di prova per indagini scambio termico. La sezione per le perdite di carico è costituita da una pre-sezione e dalla sezione di misura. La pre-sezione è uno scambiatore di calore in controcorrente utilizzato per fissare il titolo di vapore all’ingresso della sezione di misura. Quest’ultima è stata ottenuta da una barra di rame con un diametro interno di 0,96 mm avente una rugosità superficiale interna Ra = 1.3 µm. La lunghezza della sezione di misura tra le prese di pressione è pari a 0,22 m. La sezione di misura per i test di scambio termico è completamente descritta in Matkovic et al. (2009) ed è stata ottenuta dalla stessa barra di quella per le perdite di carico. Si compone di due settori: una pre-sezione di 50 mm e la sezione di misura di 230 mm. In entrambi i settori acqua e refrigerante fluiscono in controcorrente. Le temperature dell’acqua in ingresso e uscita sono misurate da termocoppie alle estremità di ciascun settore, mentre le differenze di temperatura dell’acqua in entrambi i settori sono misurati da termopile rame-costantana. Nella sezione di misura 15 termocoppie sono state installate nel circuito acqua e 13 termocoppie sono utilizzate per misurare la temperatura di parete in varie posizioni.

TEST SPERIMENTALI SULLE PERDITE DI CARICO TITOLO DI VAPORE [J]

La composizione in massa di R32/R1234ze(E) considerate in questo studio è 0.505/0.495 per le perdite di carico bifase durante deflusso adiabatico e di 0.457/0.543 per le prove di scambio termico. Le composizioni di massa sono state misurate utilizzando un gas-cromatografo. Durante le perdite di carico bifase il titolo di vapore all’ingresso della sezione di misura viene fissato con la presezione. Per la presente miscela, le prove sono state effettuate a 18 bar, corrispondenti ad una temperatura di

Figura 2 – Gradiente perdite di carico per R1234ze(E) e per la miscela a 400 kg m-2 s-1.

rugiada di 43.7 °C e ad una temperatura di bolla di 36.3 °C. Diverse prove sono state eseguite con la stessa portata di massa per ottenere il gradiente di pressione a diversi titoli di vapore. In Figura 2, si riporta il gradiente di pressione per il fluido puro R1234ze(E) e la miscela 0.5/0.5. Come si può vedere, ad una certa velocità di massa, il

gradiente delle perdite di carico con il titolo del vapore fino al valore massimo, a circa 0.8-0.9. Un effetto della composizione può essere visto; aggiungendo R32 il gradiente di pressione è significativamente ridotto rispetto al fluido puro R1234ze(E). In determinate condizioni di lavoro (G=400 kg m-2 s-1 e x=0.6), il gradien-

27


vaporizzazione x=0,2

COEFFICIENTE DI TRASMISSIONE DEL CALORE [W m2 K-1]

COEFFICIENTE DI TRASMISSIONE DEL CALORE [W m2 K-1]

vaporizzazione x=0,4

COMPOSIZIONE IN MASSA (Frazione di R32)

condensazione x=0,74

condensazione x=0,46

COMPOSIZIONE IN MASSA (Frazione di R32)

Figura 3 – Coefficienti di scambio termico sperimentali durante la vaporizzazione (destra) e in condensazione (sinistra) per la miscela R32/R1234ze(E) e i fluidi puri a G=400 kg m-2 s-1. Le linee tratteggiate si riferiscono a un comportamento ideale. te di pressione per la miscela è inferiore di circa il 40% a causa delle diverse proprietà del fluido.

PENALIZZAZIONE DEI COEFFICIENTI DI SCAMBIO TERMICO In Figura 3 è riportato il coefficiente di scambio termico per la miscela e i componenti puri a G=400 kg m-2 s-1, durante la vaporizzazione (x=0.4 e 0.2) e la condensazione (x=0.74 e 0.46). Durante i test di vaporizzazione viene utilizzata acqua come fluido secondario per trasferire calore alla

miscela. Il coefficiente di scambio termico è stato misurato ad una pressione di 14 bar. La presente miscela di refrigerante ha mostrato dei coefficienti di scambio termico inferiori rispetto quelli dei fluidi puri durante la vaporizzazione. La penalizzazione dei coefficienti di scambio termico con riferimento ad un comportamento ideale partendo dai valori dei fluidi puri è circa il 50%. Questa degradazione è principalmente dovuta alla resistenza termica addizionale dovuta al trasporto di massa. Per la condensazione, il confronto è riportato a G=400 kg m-2 s-1 e due diversi titoli di vapore. La figura mostra che i coefficienti di

Distributore SUNISO leader mondiale lubrificanti minerali e sintetici (P.O.E.) per compressori frigoriferi 00157 ROMA - Via Melissa, 8 Tel. (+39) 06 41793441-5232 Fax (+39) 06 41793078 www.sacirt.it sacirt@sacirt.it

28

scambio termico per la miscela sono sempre inferiori ai valori calcolati partendo da un comportamento lineare ideale dai valori relativi ai fluidi puri. La penalizzazione a x=0.74 è di circa il 23% e a x=0.46 circa il 12%.

CONCLUSIONI In questo lavoro si sono presentate le prestazioni di scambio termico durante la condensazione e la vaporizzazione all’interno di un microcanale con un diametro di 0,96 mm della miscela R32/R1234ze(E). Durante i test in condensazione e in vaporizzazione si è evidenziata la penalizzazione dei coefficienti di scambio termico a causa della resistenza al trasporto di massa. La penalizzazione può essere stimata confrontando i coefficienti di scambio termico misurati rispetto a un comportamento lineare ideale della miscela tra i valori relativi ai componenti puri. L’analisi delle prestazioni di questa miscela è stata completata con l’indagine delle perdite di carico per attrito durante il deflusso adiabatico. Con l’aggiunta di R32 il gradiente di pressione risulta notevolmente ridotto rispetto ai valori del fluido R1234ze(E) puro. ●


Speciale nuove tecnologie di risparmio energetico

Cold Energy: l’impianto frigorifero con il turbocompressore

MAURIZIO ASCANI Angelantoni Industrie

Articolo tratto dal 16° Convegno Europeo

Molti sforzi sono stati fatti nel corso degli anni per ridurre la potenza consumata dal compressore principale degli impianti di refrigerazione. Questo articolo è relativo all’adozione di una speciale tecnica basata sulla rigenerazione di potenza per cicli interni al fine di ridurre il consumo di energia. L’innovazione è correlata alla introduzione di uno scambiatore di calore per il recupero di energia e di un turbocompressore all’interno di un impianto di refrigerazione convenzionale. L’applicazione di questo dispositivo consente di ottenere un considerevole miglioramento dell’efficienza e della capacità di refrigerazione dell’impianto. Entrambi gli effetti aumentano al diminuire della temperatura di esercizio e della temperatura di evaporazione. Angelantoni Cleantech ha realizzato un banco di test nel quale è stata sperimentata una applicazione a bassa temperatura e per 100 kW di potenza frigorifera. I positivi risultati conseguiti dai test effettuati

aprono la strada ad una nuova fase della sperimentazione nella quale altri range di temperatura e altre applicazioni verranno testate. Il prossimo passo riguarda la fase di industrializzazione e produzione di un turbocompressore per diversi tipi di applicazioni e diverse condizioni operative.

INTRODUZIONE Il freddo artificiale è ampiamente utilizzato per la refrigerazione e per l’air conditioning. I sistemi di refrigerazione a compressione di vapore sono i più comunemente utilizzati ed utilizzano prevalentemente motori elettrici. I sistemi di refrigerazione a compressione di vapore consumano circa il 15% della totalità dell’energia elettrica mondiale.

Ne consegue che l’energia elettrica consumata nel mondo da tali sistemi di refrigerazione a compressione di vapore è una enorme quantità. Circa il 4,5% delle emissioni totali di gas serra è connessa con tale produzione di elettricità. Si comprende facilmente che una piccola percentuale di risparmio energetico per unità di kW frigorifero prodotto conduce ad una quantità enorme di risparmio di energia primaria e di emissioni di CO2 e di altri gas inquinanti. Vari brevetti sono stati sviluppati in questo ambito. Angelantoni Group ha sviluppato a tal proposito un brevetto riguardante un dispositivo di refrigerazione ed un metodo per la circolazione di un fluido refrigerante ad esso associato. La figura 1 mostra lo schema funzionale alla base del brevetto Cold Energy. L’idea correlata risulta essere

Figura 1 – Schema dell’impianto di refrigerazione con i dispositivi utilizzati nel brevetto Cold Energy e diagramma p-h del ciclo termodinamico correlato.

29


Figura 2 – Immagine del turbocompressore utilizzato nel progetto Cold Energy.

Figura 3 – Grafico estratto da studi teorici recante il risparmio di energia e l’incremento della potenza frigorifera in funzione della temperatura di esercizio e della temperatura di evaporazione dell’impianto.

la più efficace in termini di realizzabilità e di risparmio atteso di potenza del compressore principale per un valore fissato di potenza frigorifera.

DESCRIZIONE DELL’IDEA INNOVATIVA CORRELATA AL PROGETTO COLD ENERGY Il principale punto di inefficienza in un comune impianto di refrigerazione è la valvola di espansione, che consente il passaggio del liquido refrigerante dall’alta pressione alla bassa pressione senza utilizzare l’energia potenziale disponibile. Partendo da questa considerazione, il progetto Cold Energy si è proposto di cercare di utilizzare tutta l’energia disponibile del liquido refrigerante, incrementando l’efficienza del processo, Tutto ciò può essere ottenuto realizzando un dispositivo che, applicato ai VCRS, consentisse di ottenere un risparmio energetico in linea con i valori teorici determinati teoricamente. Il dispositivo si riferisce all’applicazione di un “turbo” derivato dal settore automobilistico e applicabile in sistemi frigoriferi a bassa, media e alta temperatura di evaporazione. In Figura 2 è riportata una immagine del turbocompressore utilizzato nel banco Cold Energy. Oltre al turbocompressore, due scambiatori di calore per il recupero di energia sono stati introdotti all’interno del-

30

Figura 4 – Schema del layout del dimostratore.

l’impianto, essendo essi stessi parte del dispositivo innovativo. Il progetto di ricerca Cold Energy è stato sviluppato dalla Angelantoni

Cleantech, in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università di Roma Tre, il cui referente scientifico è il prof.


Giovanni Cerri, e in collaborazione con l’azienda italiana Se.Te.L. Group. La ricerca, parzialmente finanziata dal Ministero dell’Ambiente, è stata portata avanti da Gennaio 2012 a Maggio 2014 ed ha dimostrato l’applicabilità del dispositivo (convenzionalmente chiamato SEC) ai sistemi di refrigerazione. Sono stati di fatto confermati i benefici in termini di risparmio di energia e incremento della capacità frigorifera che erano teoricamente attesi. Il progetto Cold Energy è stato considerato come il terzo miglior progetto italiano nel 2012 tra quelli finanziati dal Ministero dell’Ambiente e premiato presso il Politecnico di Milano.

TEST BENCH E SET UP SPERIMENTALE Gli studi teorici hanno portato ad importanti conclusioni. Sia l’incremento di efficienza che l’incremento di capacità frigorifera ottenuti grazie all’adozione del dispositivo Cold Energy aumentano al diminuire della temperatura di esercizio e della temperatura di evaporazione dell’impianto. La figura 3 mostra i risultati delle elaborazioni. Come mostra il grafico, il massimo beneficio può essere ottenuto per una applicazione a bassa temperatura. Partendo da queste considerazioni, sono stati portati avanti test in un banco da 100 kW di potenza frigorifera in differenti condizioni operative. Il fluido organico utilizzato è stato l’R404a. Tale banco è stato attrezzato con il dispositivo Cold Energy. Il banco di test è stato progettato in accordo ai risultati delle simulazioni effettuate. È stata scelta l’adozione di due spillamenti con un unico compressore installato in corrispondenza dello spillamento di maggiore pressione, mentre il secondo spillamento viene iniettato a valle del compressore di recupero. In figura 4 viene riportato uno schema del Sistema di controllo, mentre in figura 5 viene mostrata un’immagine dell’intero banco di test usato nel progetto Cold Energy. È stato possibile simulare diverse condizioni operative, che potrebbero essere descritte nel modo seguente: • Temperatura di evaporazione com-

Figura 5 – Immagine dell’intero banco di test utilizzato nel progetto Cold Energy.

23%

∆Pc/Pc% R407A

25 20

R404A

15

R410A

10

R134A

5 0

Isobutano R134A R410A R404A R407A

Isobutano -40

-20 Te [°C]

0

Figura 6 – Grafico teorico relativo al risparmio di potenza al compressore principale per diversi tipi di fluidi organici e per differenti condizioni di funzionamento. presa tra -40 °C e +10 °C • Temperatura di condensazione fino a +45 °C • Potenza frigorifera fino a 200 kW. I risultati hanno dimostrato un 15% di risparmio di energia per una applicazione a -40 °C (questo significa una temperatura di esercizio di -25 °C). I risultati sono molto simili a quelli ottenuti teoricamente. Se si considera un impianto di refrigerazione di 100 kW di potenza frigorifera, funzionante nel campo delle basse temperature (-35 °C di temperatura di evaporazione) il 15% suddetto di

risparmio energetico si traduce in un risparmio economico superiore ai 10.000 euro/anno.

PROSPETTIVE FUTURE I test sperimentali hanno dimostrato l’applicabilità dell’idea e il fatto che il dispositivo consente realmente di ottenere un risparmio considerevole di energia. I prossimi passi riguarderanno un miglioramento delle performance dell’impianto e lo sviluppo della fase di industrializzazione, in un range

31


di applicazioni che vanno dai 20 ai 200 kW di potenza frigorifera. Un ulteriore ambito di attività riguarderà l’estensione dei benefici ottenibili grazie all’applicazione del dispositivo Cold Energy anche a diversi tipi di refrigeranti, diversi dall’R404a fino ad ora testato. I risultati delle simulazioni teoriche fin qui effettuate è riassunto sinteticamente in figura 6.

CONCLUSIONI I consumi di potenza degli impianti criogenici possono essere ridotti per

mezzo della rigenerazione di potenza diretta. Cicli interni fanno sì che il sotto-raffreddamento del fluido condensato aumenti prima che il fluido passi attraverso la valvola di laminazione e che la pressione del fluido stesso aumenti all’ingresso del compressore principale. La potenza elettrica risparmiata in sistemi ottimamente progettati e accoppiati dovrebbe essere superiore al 20% rispetto a quella del semplice ciclo. I risultati sperimentali provano la possibile applicazione del dispositivo

Cold Energy in differenti mercati, sia nei nuovi impianti che come upgrade degli impianti esistenti. I risultati positivi ottenuti dai test effettuati aprono la strada a un nuovo genere di sperimentazione nella quale altri range di temperatura e altre applicazioni saranno testate. L’obiettivo di ACT per il futuro in relazione al progetto Cold Energy è di migliorare le performances del prototipo, di iniziare la fase di industrializzazione con l’obiettivo di rendere disponibile sul mercato primariamente il range di bassa temperatura. ●

ULTIME NOTIZIE Inaugurata l’associazione dei frigoristi della Bosnia Erzegovina

La presentazione del CSG, ospite d’onore, all’inaugurazione dell’Associazione della Bosnia Erzegovina.

La Bosnia Erzegovina, lasciatasi alle spalle le ferite della guerra civile che negli anni ’90 ha insanguinato tutta l’area balcanica, è oggi una Nazione moderna che ambisce ad entrare nelle Comunità Europea. Ovviamente per avere accesso al “club dei 28” stati membri UE occorre mettersi al pari con le direttive comunitarie. Anche nell’ambito delle certificazioni dei Tecnici e delle imprese che utilizzano gas fluorurati. L’inaugurazione dell’Associazione nazionale di frigoristi ha quindi sancito l’intenzione di adottare uno schema di certificazione di stampo europeo. A tal proposito è intervenuto il VicePresidente AREA Marco Buoni con una relazione dal titolo “EU training and certification scheme Alternative Refrigerants” (clicca qui per scaricare la presentazione) che è stata accompagnata dal saluto del rappresentante del Ministero dell’Economia Azra Rogovic-Grubic e del Segretario Generale dell’Associazione Adela Terek. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

In salita il prezzo degli HFC per il mercato UE Aumenti sino al 15%! Dal primo gennaio 2015 è entrato in vigore il regolamento Europeo sui gas fluorurati. La riduzione delle quote di mercato degli HFC nel 2016 sarà nell’ordine del 7%. Questo comporterà una diminuzione di disponibilità di idrofluorocar-

32

buri e un conseguente aumento dei prezzi dei prodotti per il mercato comunitario. Gli aumenti medi si aggireranno attorno al 10/15% a seconda dei prodotti. La Phase Down degli HFC è nata per permettere il raggiungimento degli obiettivi comunitari connessi al cambiamento climatico. Come tutti sappiamo lo stato di salute dell’ambiente è gravemente compromesso. Occorre un grande sforzo per “salvare” e il sacrificio è richiesto in primis a chi utilizza sostanze che contribuiscono al surriscaldamento globale, come il nostro settore. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Gli effetti benefici di una buona qualità dell’aria Studio di Harvard University Lo studio è tale da destare immediatamente interesse. Se nel luogo di lavoro c’è un giusto clima, un’adeguata ventilazione, i livelli di CO2 sono bassi e c’è assenza di inquinamento le capacità cognitive migliorano. In particolare migliorano le capacità statistiche e le possibilità di far fronte ad emergenze. Il campione sul quale i ricercatori dell’Università hanno operato è formato da 24 persone con professioni differenti. Dai tecnici, ai progettisti, a esperti di marketing e Manager di carattere finanziario. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Impianti termici: guida per esercizio, manutenzione e controllo di efficienza Il Ministero dello sviluppo economico MISE pubblica la guida per la corretta gestione degli impianti per il riscaldamento e il raffrescamento. La guida chiarisce gli adempimenti previsti dalla legge nazionale per la manutenzione e il controllo di efficienza degli impianti termici e le loro tempistiche. Infatti una precisa regolazione e una corretta manutenzione degli impianti termici, ricorda la guida, consentono di ridurre sensibilmente i consumi e con essi anche la spesa sostenuta per farli funzionare. E non solo. Un impianto ben tenuto è più sicuro e inquina meno, perché emette nell’atmosfera una minore quantità di gas che hanno effetti negativi sull’ambiente e sulla nostra salute. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


Speciale principi di base del condizionamento dellʼaria: nuovi refrigeranti a R32

R32: il nuovo refrigerante per il condizionamento residenziale Problemi di funzionamento alle basse temperature PARTE QUINTA

168ª lezione PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOSESSANTOTTESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 18 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

INTRODUZIONE Sembra proprio che l’R32 si stia imponendo come il nuovo refrigerante per il condizionamento, almeno in taluni tipi di impianti. Questo a discapito dell’R410A, che in futuro dovrà essere progressivamente abbandonato. Esistono anche altri tipi di refrigerante che possono essere impiegati in questo settore, ma l’R32 pare sia preferibile rispetto ad essi. Risulta necessario, tuttavia, tenere presente alcune problematiche connesse all’utilizzo di tale refrigerante, problematiche che possono amplificarsi qualora l’installazione e la manutenzione delle apparecchiature non sia rispettosa delle dovute cautele. In generale il circuito frigorifero a R32 ha delle diversità rispetto a quello a R410A, pur essendoci dei punti che accomunano i due fluidi. R32: IL FUTURO È GIÀ QUI

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

Fino ad oggi, i refrigeranti più utilizzati nel settore del condizionamento fisso e mobile sono l’R134a, l’R407C, l’R410A e l’R22 (ormai abolito). Solo recentemente si va diffondendo l’R1234yf nei climatizzatori degli autoveicoli di nuova omologazione. Nei Paesi in via di sviluppo l’R22 rimane la soluzione più diffusa. Anche per i tre refrigeranti HFC la prospettiva di utilizzo in futuro va diminuendo a causa degli obiettivi mondiali in tema ambientale. In generale si può dire che maggiore è il GWP di un refrigerante e minore è la sua infiammabilità e la sua efficienza

termodinamica. L’R32 ha un GWP molto più basso di tutti e tre gli HFC citati ma presenta un’infiammabilità maggiore rispetto ad essi. Esistono altri refrigeranti a basso GWP che potrebbero trovare largo impiego nel settore del condizionamento dell’aria, come ad esempio l’R1234yf (già sopra citato), il propano (R290) e l’anidride carbonica (R744). Rispetto ad essi l’R32 risulta avere un potenziale di surriscaldamento globale maggiore come si vede dai valori del GWP riportati in tabella 1. Tabella 1 Refrigerante

Tipo

R32 R1234yf R290 R744

HFC HFO HC Naturale

GWP (100 anni) 675 4 6,3 1

In termini di infiammabilità, tossicità e proprietà termodinamiche (conducibilità termica, calore latente di vaporizzazione e volume specifico) l’R32 rappresenta una buona scelta. Anche dal punto di vista della compatibilità ambientale l’R32 presenta dei vantaggi rispetto alla concorrenza. Rispetto agli altri HFC, come già detto, presenta un GWP ridotto mentre rispetto agli altri refrigeranti elencati nella tabella 1 presenta il più basso LCCP, un indice che indica la compatibilità ambientale di un refrigerante da un punto di vista complessivo, considerando i suoi effetti dal momento della produzione di un sistema fino

33


alla sua demolizione definitiva. Per tutte le ragioni citate l’R32 sembra, al momento, una delle scelte più probabili a lungo termine per determinate applicazioni di condizionamento. Ce lo confermano i produttori di apparecchiature di condizionamento, che già commercializzano prodotti con questo tipo di refrigerante dopo aver abbandonato l’R410A.

Figura 1. Diagramma che indica le possibilità di utilizzo di un compressore in base alle temperature di evaporazione e condensazione. Come si nota utilizzando R410A si ha un campo di utilizzo più ampio, specialmente quando la temperatura di evaporazione scende al di sotto di 5 °C.

COSA NE PENSA IL COMPRESSORE? Già in altre occasioni abbiamo visto che, nonostante molte carateristiche positive, l’R32 presenta principalmente il problema delle alte temperature di scarico. Questo non è un problema da poco specialmente se pensiamo che le apparecchiature per il condizionamento, ma anche le pompe di calore, sono destinate a funzionare o in periodi caldi dell’anno (quindi con elevate temperature ambiente) o per finalità di riscaldamento: in entrambi i casi ci aspettiamo temperature di condensazione elevate che comportano già intrinsecamente elevate temperature di scarico del compressore. Con l’uso dell’R32 il problema si ingigantisce. Logico, quindi che il compressore non veda di buon occhio tale situazione. Di questo il tecnico frigorista deve avere la consapevolezza, perchè risulta strategico, in tale contesto, cercare di far lavorare sempre bene la macchina, provvedendo al meglio alla sua manutenzione in modo che le condizioni di condensazione siano ottimali. Con questo refrigerante saranno perdona-

te di meno le frequenti trascuratezze che vengono di norma riservate alle apparecchiature split che, molto spesso, una volta installate, vengono lasciate a funzionare per anni senza adeguata manutenzione e controllo. Ovviamente anche l’installazione giocherà un ruolo fondamentale, specialmente per quanto riguarda gli scambi di calore dell’unità condensante. Per capire la portata di tale problema possiamo confrontare nuovamente alcune delle proprietà termodinamiche dell’R32 con quelle corrispondenti dell’R410A. Nella tabella 2 viene confrontato il rapporto tra il calore specifico del vapore a

ULTIME NOTIZIE La Regolamentazione F-Gas della Confederazione Svizzera Anche la Svizzera, pur non aderendo alle Direttive Comunitarie in materia, ha promulgato una propria regolamentazione per la riduzione dei gas dannosi per l’ambiente. I prodotti refrigeranti sono quindi regolamentati dall’allegato 2.10 dell’ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici (ORRPChim). Le modifiche di questa ordinanza rispecchiano l’evoluzione dello stato della tecnica. Nel corso del tempo è quindi stato ampliato l’elenco delle sostanze e dei gruppi di sostanze, che, a causa dei loro effetti nocivi sullo strato di ozono o sul clima, sono vietate o consentite solo in maniera limitata per i prodotti refrigeranti. Per facilitare l’adattamento ai nuovi divieti vigenti esistono delle disposizioni transitorie per l’impiego di prodotti refrigeranti. Inoltre, possono essere concesse delle deroghe temporanee su richiesta motivata. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

34

Tabella 2 Proprietà Rapporto calore specifico (vapore, 18,3 °C, 10 bar) Calore latente di vaporizzazione (kJ/kg)

R410A

R32

1,34

1,44

275

384

pressione costante e volume costante dei due refrigeranti. Come si nota l’R32 ha un valore di oltre il 7% superiore a quello dell’R410A. Maggiore è tale rapporto maggiore risulta essere la temperatura di scarico del compressore. Tale parametro non gioca a favore, quindi, dell’R32. Anche il calore latente di vaporizzazione dell’R32 è superiore a quello dell’R410A: ciò significa che, evaporando, un chilogrammo di R32 “acquista” una quantità maggiore di calore di circa il 40% in più rispetto all’R410A. Ovviamente nella fase di compressione questo fatto ha il suo peso, contribuendo all’aumento di temperatura del vapore compresso. Inoltre va considerato che il volume specifico del vapore di R32 è maggiore di quello dell’R410A: ne deriva che il motore del compressore viene raffreddato in maniera inferiore dal gas aspirato con conseguente ulteriore effetto negativo silla temperatura di scarico.


Un ulteriore parametro “operativo” che va tenuto sotto controllo per non aggravare la situazione è il surriscaldamento del vapore: quando il gas giunge al compressore già troppo caldo, durante la compressione si raggiungono temperature ancora più elevate del consueto, con conseguenze sulla temperatura di scarico. Capiamo, allora, che i condizionatori split a R32 vanno installati con molto scrupolo, facendo attenzione alla corretta carica del circuito che deve essere raggiunta e prestando particolare riguardo alla lunghezza delle tubazioni che collegano le due unità splittate ed al loro isolamento proprio per non determinare valori del surriscaldamento eccessivi durante il funzionamento dell’apparecchiatura.

CALENDARIO CORSI 2016 ed esami certificazione frigoristi Centro Studi Galileo Per programmi, informazioni e dettagli: Tel. 0142 452403 - Fax 0142 909841

www.centrogalileo.it (alla voce “corsi”)

BASSE TEMPERATURE Quando le temperature di scarico sono troppo elevate il compressore può andare incontro a problemi di funzionamento nel tempo. Anche i compressori scroll, molto affidabili nel loro funzionamento rispetto ad altre tipologie anche in condizioni di lavoro critico, possono andare incontro a problemi. La zona che risente maggiormente delle alte temperature è, ovviamente, quella in corrispondenza dello scarico e della relativa valvola di non ritorno posta sulla mandata. Ma è l’intero involucro del compressore che subisce un riscaldamento generalizzato, con possibili problemi alle guarnizioni in materiale plastico e, soprattutto, all’olio che può perdere progressivamente le sue caratterische lubrificanti dando origine, nel tempo, a problemi meccanici, specialmente alle bronzine. Il problema si amplifica quando è necessario lavorare con rapporti di compressione più elevati, come ad esempio può succedere nelle pompe di calore che funzionano con basse temperature esterne. Come si vede nel diagramma di funzionamento di un compressore scroll riportato in figura 1, al diminuire della temperatura di evaporazione al di sotto di 5 °C le temperature di condensazione che si possono tenere con l’R32 sono di quasi 10 K inferiori a quelle che si possono mantenere con l’R410A.

35


Speciale nuove tecnologie ricerca perdite

Tecnologia di misura all’infrarosso per la rilevazione di fughe di gas refrigeranti

MAURIZIO RONCORONI TDM - Inficon

La strumentazione più avanzata per la rilevazione di fughe di gas refrigeranti utilizza un Fotometro abbinato ad un Filtro (FILTOMETER) ad assorbimento infrarosso come mezzo per effettuare la misura. Il “FILTOMETER” ad assorbimento infrarosso è costituito da una cella di campionamento con una sorgente a raggi infrarossi (o emettitore) ad una estremità, un rilevatore di energia infrarossa (sensore) all’altra estremità e un filtro ottico posizionato nel mezzo. Così come la luce visibile l’energia infrarossa è una parte dello spettro dell’energia elettromagnetica. Onde a raggi X, microonde, ultravioletti e radio sono tutti parte dello spettro. La maggior parte dei materiali assorbe* lunghezze d’onda specifiche e

conosciute di energia infrarossa. Le particolari lunghezze d’onda di energia assorbite da uno specifico materiale sono meglio note come “spettro di assorbimento”. Quando la luce bianca attraversa un gas, allo spettro continuo vengono a mancare alcune radiazioni monocromatiche, le quali sono state assorbite dal gas stesso. Infatti facendo passare questa luce attraverso un prisma di vetro trasparente, si nota che nello spettro sono presenti una o più righe nere su un fondo colorato continuo. Lo spettro corrispondente si chiama spettro di assorbimento. Tutti i refrigeranti hanno spettri di assorbimento simili nell’intervallo da 7,5 a 14 nanometri.

Figura 1. Sensore IR per rilevazione gas refrigeranti.

La sorgente infrarosso (emettitore) crea un flusso ad alta intensità energetica avente tutte le lunghezze d’onda nello spettro infrarosso. Attraverso un filtro ottico si va ad interferire e bloccare tutte le lunghezze d’onda ad eccezione di quelle particolari che sono assorbite dai gas refrigeranti. L’energia infrarossa filtrata provocherà un riscaldamento del sensore infrarosso quando questi verrà colpito dall’energia stessa. Quando il refrigerante viene aspirato attraverso la cella di campionamento dalla pompa interna, l’energia infrarossa filtrata viene assorbita dal refrigerante con conseguente riduzione dell’energia che colpisce il sensore. Il sensore infrarosso perderà tempera-

Figura 2. Spettro dell’energia elettromagnetica.

*NOTA: Un termometro a infrarossi rileva l’energia infrarossa che viene emessa da un oggetto. Il “FILTOMETER” ad assorbimento infrarosso e il termometro a infrarossi utilizzano le stesse proprietà dell’energia elettromagnetica infrarossa, ma lo fanno in modo opposto “assorbimento verso emissione”.

36


Figura 3. Spettro di assorbimento.

Figura 5. Sensore IR per Rilevazione CO2.

tura in proporzione alla quantità di energia infrarossa che riceve o, per dirlo in un altro modo, in proporzione alla quantità di energia infrarossa assorbita dal refrigerante. Quando il calo di energia infrarossa è elevato, causato da una maggiore concentrazione di gas refrigerante e indicato anche da una forte riduzione della temperatura del sensore, avremo da parte dello strumento rilevatore una segnalazione d’allarme. L’intero processo richiede una frazione di secondo. L’accurata selezione del filtro ottico consente ad alcuni Rilevatori di fornire precisioni e sensibilità senza pari a tutti i refrigeranti, tra cui R-410A, R404A, R-507 e molti altri ancora, indipendentemente dalla loro esatta composizione chimica. Una variante del sistema consente anche di effettuare la rilevazione di perdite di CO2. Inoltre, poiché non vi è esaurimento di

Figura 4. Area di interferenza del filtro ottico.

Figura 6. Rilevatore IR per refrigeranti.

prodotti chimici (come in un rilevatore a diodo riscaldato) una presenza elevata di refrigerante non danneggia la cella di misura e il tempo di recupero del rilevatore sarà immediato dopo che il refrigerante verrà espulso dalla cella stessa. I vantaggi di questo tipo di sensori con tecnologia IR sono numerosi e comprendono: • Sensibilità elevata • Nessun deterioramento o indebolimento del sensore nel tempo o con l’uso. • Non subisce “avvelenamento” da esposizione a dosi massicce di refrigerante. • Lunga durata - fino a 10 volte superiore rispetto alla maggior parte dei sensori riscaldati – così i sensori devono essere sostituiti molto meno frequentemente. • Molto stabile e non è soggetto a falsi

Figura 7. Rilevatore IR per CO2.

allarmi provenienti da altri media (ad esempio, fumo) o da alterazioni nella circolazione dell’aria, della temperatura, ecc. • Uguale sensibilità a tutti i refrigeranti, indipendentemente dalla loro esatta composizione chimica, comprese le nuove miscele refrigeranti (HFO). ●

Ultime informazioni su www.associazioneATF.org Continua a seguire Centro Studi Galileo su:

37


Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF

Problemi di ritorno dell’olio nei compressori funzionanti in parallelo: soluzioni impiantistiche 188ª lezione di base PIERFRANCESCO FANTONI ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI

CENTOTTANTOTTESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 18 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2015, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

38

Introduzione Soprattutto negli impianti di più grosse dimensioni, dove sono presenti molte unità evaporanti che non necessariamente funzionano contemporaneamente, si preferisce installare più compressori di diverse potenze in parallelo tra loro piuttosto che un’unico compressore. Questo è il caso, ad esempio, degli impianti frigoriferi per i supermercati. Anche per tali compressori esiste il problema del ritorno dell’olio: ovviamente aumentando la complessità del circuito frigorifero il problema della gestione dell’olio diventa ancora più problematico rispetto ai casi di circuito con un solo compressore. Per tale motivo il solo separatore dell’olio, componente indispensabile per garantire una buona e permanente lubrificazione del compressore, non è più sufficiente ma va affiancato ad un altro accessorio, costituito dal serbatoio di riserva dell’olio. I gruppi rack, ossia i compressori in parallelo Nei circuiti frigoriferi di una certa capacità refrigerante invece che un’unico compressore di grande potenza si preferisce avere più compressori di potenza inferiore collegati in parallelo tra loro. Non necessariamente i compressori devono essere della stessa potenza frigorifera: in certi casi, infatti, è conveniente avere installate potenze frigorifere diverse, soprattutto quando si vuole parzializzarne il loro funzionamento. In questo modo è possibile

avere alcuni vantaggi nel funzionamento del circuito come ad esempio la possibilità di fare funzionare alternativamente i compressori quando le necessità di raffreddamento sono ridotte, arrestando i compressori non necessari a fornire la potenza richiesta. Combinando opportunamente la marcia dei compressori aventi potenze diverse si possono ottenere varie capacità di raffreddamento, riuscendo in questo modo ad evitare il ricorso all’uso della costosa tecnologia ad inverter. La parzializzazione permette di seguire con una discreta fedeltà il carico termico, ossia le necessità di raffreddamento che, come, sappiamo, sono variabili nel tempo. Di riflesso si ottengono vantaggi dal punto di vista energetico, in quanto la potenza di compressione non risulta essere sovradimensionata rispetto al carico termico quando ci troviamo nel funzionamento non di picco. Un altro vantaggio, ad esempio, è quello che si ha in caso di guasto: con un solo compressore il circuito frigorifero si blocca, così come la produzione di freddo, mentre con più compressori in parallelo in caso di guasto di un compressore gli altri possono continuare a funzionare permettendo comunque di fornire il freddo alle utenze, anche se in misura ridotta rispetto alla massima capacità nominale. Lo stesso si può dire in caso sia necessario eseguire una manutenzione, ordinaria o straordinaria, al compressore: quando si hanno a disposizione più compressori collegati in parallelo si può pensare di isolare uno alla volta


Figura 1. Schema semplificato del circuito di ritorno dell’olio ai compressori in parallelo: non è garantito nè il ritorno della necessaria quantità d’olio nè l’equa distribuzione dell’olio ad ogni compressore.

compressore singolo, mentre dal punto di vista frigorifero va considerato che, se i compressori sono installati molto vicino uno all’altro (come succede nella maggior parte dei casi degli impianti commerciali) è bene prevedere che le tubazioni di un compressore non risentano eccessivamente delle sollecitazioni provocate dalle vibrazioni di un altro compressore durante la sua fase di avviamento. Infatti con l’andare del tempo possono prodursi fessurazioni che danno origine a perdite di refrigerante. Altro problema da tenere sotto controllo è il numero di ore di funzionamento di ogni singolo compressore. Preferibilmente è meglio non avere alcuni compressori che lavorano per più ore di altri, in quanto vanno incontro ad usure che incidono sensibilmente anche sulla quantità di olio che viene espulsa dal compressore stesso durante la fase di compressione. Nei compressori con più ore di lavoro l’olio espulso è maggiore per cui è necessario provvedere ad un sistema che permette all’olio di ritornare in maggiore quantità al compressore stesso rispetto ad un compressore meno usurato. Il problema del ritorno dell’olio

i compressori per eseguire le necessarie operazioni senza però avere l’obbligo di fermare il funzionamento del circuito frigorifero. Ovviamente agli aspetti vantaggiosi del collegamento in parallelo dei compressori vanno contrapposte le problematiche sia costruttive che di funzio-

namento che sono collegate. Ad esempio, è necessario che i compressori possano avviarsi e fermarsi l’uno indipendentemente dall’altro in modo che si possa realizzare un’efficiente parzializzazione. Dal punto di vista elettrico questo richiede dei collegamenti aggiuntivi rispetto al caso di

Nel funzionamento in parallelo dei compressori il problema del ritorno dell’olio è ancora più sentito. In questo caso, infatti, non esiste solo il rischio che l’olio espulso dal compressore rimanga intrappolato lungo il circuito senza poter fare più ritorno al compressore. Qualora esso sia in grado di ritornare, infatti, bisogna verificare che esso possa ritornare in maniera bilanciata a tutti i compressori, senza privilegiarne alcuni e penalizzarne altri. In tale caso comunque tutti i compressori possono andare incontro a guasti di funzionamento: quelli che ricevono meno olio del dovuto perchè, ovviamente, sono costretti a funzionare con scarsa lubrificazione mentre quelli che ricevono troppo olio perchè possono andare sotto sforzo in quanto la rotazione del rotore può venire rallentata dall’eccessivo livello dl lubrificante. Il conseguente sovra-riscaldamento che ne consegue, se perdura nel tempo, può dare luogo a seri problemi. Come per il circuito ad un solo compressore l’uso del separatore d’olio è

39


indispensabile per intercettare l’olio che esce dai compressori. Esso va installato sul collettore comune che unifica tutte le tubazioni di mandata dei singoli compressori. L’olio può ritornare ai compressori attraverso l’apposito tubo di ritorno che poi si suddivide per alimentare ogni singolo compressore (vedi figura 1). Un’alternativa a tale soluzione potrebbe anche essere quella che prevede l’uso di un separatore per ogni singolo compressore, con costi di installazione ovviamente diversi. Come appena detto, anche con l’uso del separatore non viene garantita sempre la necessaria disponibilità di olio per soddisfare le esigenze complessive di tutti i compressori o tale quantità potrebbe non suddividersi in maniera corretta per le singole richieste di lavoro dei compressori.

Figura 2. Schema semplificato del circuito di ritorno dell’olio ai compressori in parallelo: la riserva dell’olio permette di poter sempre integrare la quantità d’olio che ritorna ai compressori.

Riserva d’olio La riserva dell’olio è un recipiente che svolge la funzione di “banca” dell’olio. Esso al suo interno contiene sempre una certa quantità di lubrificante, anche in più rispetto a quella che in un certo momento è in grado di inviargli il separatore dell’olio. Lo schema semplificato di collegamento è mostrato in figura 2. La riserva, per svolgere correttamente la sua funzione, deve anche essere in grado di diminuire la pressione dell’olio che le giunge dal separatore. Qui, infatti, siamo in alta pressione, mentre l’olio che arriva ai compressori deve trovarsi in bassa pressione. Questa caduta di pressione costituisce anche la “spinta” che permette all’olio di circolare e ritor-

40

nare ai compressori. Con tale componente si ha sempre la disponibilità di olio, in modo da soddisfare le richieste complessive del gruppo di compressori. Rimane però ancora il problema di stabilire come tale quantità di olio vada distribuita ad ogni singolo compressore: ciascuno, infatti come detto in precedenza, può avere esigenze di lubrificazione diverse da quello degli altri.

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

RIVISTA DIGITALE Tutte le riviste possono essere pure sfogliate online in formato digitale. Al seguente link: http://bit.ly/rivista9-2015 può prendere visione delle ultime notizie dal mondo della refrigerazione e del condizionamento


Speciale formazione sui refrigeranti alternativi per i soci ATF

Retrofit di circuiti con refrigeranti alternativi e obblighi normativi

REAL ALTERNATIVES PROJECT www.realalternatives.eu

INTRODUZIONE In questo modulo si parla del retrofit con refrigeranti alternativi. Questa è solo un introduzione all’argomento. Non sostituisce la formazione pratica e l’esperienza. Le pagine seguenti spiegano quali sono le opzioni per sostituire l’R404A, l’R507 e altri refrigeranti a elevato GWP con altri a basso GWP nei circuiti già in funzione. L’attenzione è concentrata sugli HFO ma i contenuti possono essere estesi anche a nuovi refrigeranti. Il retrofit di sistemi in funzione con ammoniaca, idrocarburi e anidride carbonica non è consigliabile per ragioni di sicurezza e incompatibilità dei componenti, degli oli e delle tubazioni. Il retrofit con i refrigeranti ad elevato GWP non viene trattato in questo modulo poichè questo non è una soluzione a lungo termine e non va incentivato.

ELIMINAZIONE DEGLI F-GAS (PHASE DOWN)

refrigerante del 2015 il GWP medio dovrebbe ridursi a 2139. In alternativa potrà essere posta in vendita una quantità maggiore di HFC se il suo GWP medio è inferiore e viceversa. L’aspetto più significativo delle quote è che i refrigeranti ad alto GWP non saranno disponibili o lo saranno di meno a partire dal 2018. Sono compresi l’R404A, R507, R422D, la serie dell’R407 e l’R410A. Questi refrigeranti (con esclusione dell’R422D) sono tutti già impiegati nei nuovi circuiti, così per essi sarà difficile l’assistenza, specialmente in caso di perdite, molto prima della data fissata per la loro eliminazione. Recupero degli HFC Quando si dismette un impianto è obbligatorio recuperare i refrigeranti HFC. Il recupero deve essere eseguito da un tecnico certificato. Un recuperatore deve essere in grado di rimuovere almeno il 95% del refrigerante contenuto in un circuito. L’F-Gas recuperato può essere:

• inviato alla distruzione per incenerimento da parte di un’azienda autorizzata; • inviato ad un impianto di rigenerazione che trasforma il vecchio refrigerante in uno con proprietà identiche a quello vergine; • soggetto ad una pulizia di base ed essere impiegato nuovamente come refrigerante riciclato. Il refrigerante HFC inviato alla rigenerazione può contenere delle impurità anche se il refrigerante contaminato non può essere rigenerato e deve essere inviato a distruzione. Importante è non mescolare gas differenti nella stessa bombola – poichè questo rende non rigenerabile il contenuto della bombola.

CONVERSIONE DEGLI IMPIANTI AD ALTO GWP La maggior parte dei refrigeranti alternativi che sono inclusi nel progetto Real Alternatives non sono adatti ad

Il Regolamento F-Gas 2015 fissa un sistema di quote che, dal 2017, imporrà una restrizione alla vendita di refrigeranti ad alto GWP che sono ancora largamente usati negli impianti di refrigerazione e di condizionamento. La seguente tabella mostra il programma di eliminazione nella vendita di HFC in Europa. La percentuale di riduzione è basata sulla CO2 equivalente. Per esempio nel 2016/2017 se i fornitori continuano a porre in vendita la stessa quantità di

41


essere usati negli impianti già funzionanti a causa della loro infiammabilità, tossicità e/o elevate pressioni operative. I produttori di refrigeranti stanno sviluppando una serie di miscele basate sui refrigeranti HFO (R1234ze e R1234yf) che sono adatte per la conversione degli impianti esistenti. Il numero di miscele HFO sta aumentando poichè ciascun produttore sta sviluppando miscele diverse. Ciascuna miscela è stata sviluppata per applicazioni specifiche e per sostituire i refrigeranti già usati in quelle applicazioni. Per esempio ci sono refrigeranti disponibili per sostituire: • R134a negli impianti a media temperatura; • R404A negli impianti fissi a media e bassa temperatura; • R404A negli impianti per veicoli a media e bassa temperatura; • R404A in impianti a bassa temperatura; • R404A in impianti di condizionamento e pompe di calore. Le miscele che sono adatte a sostituire l’R404A possono anche sostituire la serie di refrigeranti R407. Quando si sostituisce un refrigerante è consigliato seguire i seguenti criteri: • Infiammabilità – alcune miscele HFO sono leggermente infiammabili (classificazione di sicurezza A2L) e quindi non sono adatte per molti impianti esistenti. • Prestazioni – se l’impianto è sovradimensionato allora è accettabile una piccola riduzione della capacità frigorifera. Una riduzione nell’efficienza energetica non dovrebbe mai essere accettata. • Pressione – se i nuovi refrigeranti hanno pressioni di lavoro e di fermo impianto maggiori allora si ha una ripercussione sulla pressione massima ammissibile dell’impianto. I dispositivi di misura e regolazione della pressione, se fissi sul circuito, devono essere sostituiti e deve essere variato il set-point di alta pressione. Molto importante è che l’impianto deve essere ri-classificato in base alla Direttiva PED poichè il cambio di refrigerante comporta variazioni sul circuito frigorifero. • Temperatura di scarico – in molte miscele la temperatura di scarico è maggiore di quella dei vecchi refrige-

42

Profilo Phase Down: primo forte taglio nel 2018

I tagli nei primi 3 anni sono modesti – potrebbe provocare un fallimento nel creare urgenza I tagli nel 2018 sono molto forti (37%) 2017 include pure l’ingresso delle quote per gli impianti precaricati (10%) 2020 il divieto nel service

Immagine tratta da Gluckman Consulting 2015

ranti e questo può provocare problemi in particolare negli impianti a bassa temperatura. • Glide – molte miscele presentano un glide elevato e questo richiede la ritaratura e la regolazione della valvola termostatica. • Oli – di solito è necessario controllare che l’olio usato nel circuito sia compatibile con il refrigerante sostitutivo. • Compatibilità con i componenti – il produttore del componente va consultato prima di eseguire il retrofit per assicurarsi della compatibilità del compressore, del condensatore, degli scambiatori di calore, ecc., al fine di non invalidare le garanzie e di assicurare che le

prestazioni e la capacità frigorifera originale vengano rispettate. Sono disponibili software che aiutano a simulare gli effetti di un possibile cambio di refrigerante, molto utili per prendere delle decisioni.

REFRIGERANTI DISPONIBILI I produttori stanno sviluppando una serie di miscele di HFO per cui l’elenco dei refrigeranti disponibili cambia rapidamente. Contatta il tuo fornitore per maggiori informazioni circa le ultime miscele disponibili e idonee.

Alcuni esempi di nomenclatura ASHRAE di miscele HFO/HFC adatte agli impianti di refrigerazione. Refrigeranti sostitutivi disponibili a Febbraio 2015 e adatti al retrofit.


OBBLIGHI NORMATIVI PER I REFRIGERANTI ALTERNATIVI

Tabella 1 – EN378

Questo modulo parla degli obblighi normativi che riguardano i refrigeranti alternativi a basso GWP. Viene data una panoramica generale degli standard e delle leggi più significative. Ulteriori requisiti possono essere richiesti a seconda del tipo di refrigerante e del tipo di apparecchiatura. Le pagine seguenti comprendono notizie riguardo le leggi e gli standard più importanti che si applicano specificamente agli impianti di refrigerazione e condizionamento funzionanti con refrigeranti alternativi. Esistono due standard principali e due Regolamenti che riguardano tutti i refrigeranti che sono trattati nello specifico: • ISO 817:2014 • EN3787:2008 • Regolamento F-Gas • 2014 DSEAR

PRINCIPALI NORMATIVE EN378 Impianti di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti ambientali e di sicurezza Questa è la norma “base”1 che riguarda gli impianti di refrigerazione, condizionamento e pompe di calore. La tabella 1 mostra le quattro sezioni della norma ed elenca le parti specifiche che riguardano espressamente i refrigeranti alternativi. ISO817: 2014 Refrigeranti – Designazione e classificazione di sicurezza Questa norma internazionale fornisce un sistema di identificazione e di classificazione univoco dell’infiammabilità dei refrigeranti.

REGOLAMENTI E DIRETTIVE Direttiva sulle apparecchiature in pressione 97/23/CE La Direttiva sulle apparecchiature in pressione (PED) è una direttiva europea che stabilisce gli standard per la progettazione, il collaudo e la fabbricazione delle apparecchiature in pressione che superano di solito il volume 1. Una norma “base” tratta i principi, i concetti, la terminologia e le caratteristiche tecniche fondamentali.

di un litro e hanno una pressione massima superiore a 0,5 bar rel (come negli impianti frigoriferi). Stabilisce, inoltre, gli obblighi amministrativi per la “valutazione della conformità” dell’apparecchiatura in pressione, per poter essere commercializzata liberamente nel mercato europeo senza l’obbligo di sottostare a normative locali. Risulta obbligatoria in tutta l’Unione Europea dal 30 Maggio 2002. R717, R32, R1234ze e i refrigeranti idrocarburi sono classificati come refrigeranti di classe 1. R744 appartiene alla classe 2. Regolamenti sulla sicurezza degli impianti in pressione (PSSR) 2000 Questi regolamenti si applicano agli impianti che hanno una potenza complessiva installata superiore a 25kW. Viene richiesto un rapporto scritto del controllo il quale richiede che ogni cinque anni i ricevitori di liquido e i dispositivi di sovrapressione vengano controllati da una persona competente.

REFRIGERANTI FLUORURATI Sintesi del Regolamento F-gas Il Regolamento sui gas fluorurati ad effetto serra (CE 517/2014) riguarda i refrigeranti HFC, compreso l’R32. La tabella 2 riporta una sintesi del Regolamento.

Questo Regolamento sostituisce il Regolamento CE 842/2006 ed è entrato in vigore l’1 gennaio 2015. Controllo perdite F-gas Il Regolamento EU 517/2014 stabilisce che gli obblighi di ricerca delle fughe negli impianti già in funzione si devono basare sulla carica espressa in tonnellate equivalenti di CO2. Il GWP di ogni singolo refrigerante è fornito nell’Allegato 1 del Regolamento EU 517/2014 e per le miscele di refrigerante deve essere calcolato a partire dal GWP di ogni singolo componente (vedi il documento ACRIB per ulteriori informazioni). La frequenza dei controlli delle fughe viene fornita nella tabella 3, con alcuni esempi dell’entità della carica per l’R32. Sono richiesti sistemi fissi di rilevamento delle perdite per gli impianti che superano le 500 tonnellate equivalenti di CO2. Essi devono avvisare automaticamente l’operatore dell’apparecchiatura o l’azienda che esegue l’assistenza e devono essere controllati una volta l’anno. Gli obblighi di tenuta del registro dell’apparecchiatura sono variati dai precedenti 3kg di carica di HFC del circuito a una carica equivalente di 5 tonnellate equivalente di CO2 (vedi la tabella 3 sopra per esempi di carica per diversi tipi di refrigerante).

43


Tabella 2 – Sintesi degli obblighi del Regolamento CE 517/2014 sugli F-gas

to serra ed il loro utilizzo sicuro. Questo include i refrigeranti idrocarburi, R744, R717 e gli HFO. Si attendono ulteriori specifiche da parte della Commissione riguardo queste disposizioni. Assistenza Dal 1 gennaio 2020 l’uso di F-Gas con GWP>2500 sarà proibito in assistenza negli impianti che contengono una carica superiore a 40 tonnellate di CO2 equivalente. Rimangono esclusi i refrigeranti riciclati o rigenerati che possono essere usati fino al 1 gennaio 2030. Divieti di immissione in commercio di F-Gas Ci sarà un graduale divieto di uso di alcuni HFC, in funzione del loro GWP e del tipo di applicazione. I più importanti divieti sono mostrati nella tabella 4. Nota: queste disposizioni riguardano i nuovi impianti venduti a partire dalle date citate, non gli impianti esistenti.

Tabella 3 – Frequenza dei controlli

Impianti pre-caricati Le unità pre-caricate non ermeticamente sigillate possono essere installate solo da aziende che impiegano tecnici certificati FGas. Un esempio di impianti di questo tipo sono i condizionatori split in cui l’unità esterna è pre-caricata con refrigerante.

LEGISLAZIONE SUI REFRIGERANTI INFIAMMABILI

* 10 tonnellate di CO2 equivalente per circuiti ermeticamente sigillati - si applica dal 1 gennaio 2017.

Formazione, certificazione e assistenza con F-Gas La qualificazione individuale dei tecnici che operano con F-Gas viene definita dal Regolamento CE303/2008 che rimane tutt’ora valido.

44

Un’ulteriore disposizione, introdotta recentemente, stabilisce che i programmi di certificazione e formazione devono includere informazioni sulle tecnologie più idonee per sostiturie o ridurre l’uso dei gas fluorurati ad effet-

Per la progettazione degli impianti funzionanti con refrigeranti infiammabili esistono delle norme e degli standard di riferimento. ATEX è il nome che comunemente si dà alle leggi che riguardano le atmosfere esplosive ed all’adeguatezza delle apparecchiature e dei sistemi di protezione che devono essere usati. • ATEX 95 (94/9/EC) riguarda la progettazione delle apparecchiature e dei sistemi di protezione da utilizzare in atmosfere potenzialmente esplosive. • ATEX 137 (99/92/EC) riguarda i requisiti minimi in termini di sicurezza e protezione della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere potenzialmente esplosive. Si applica, per esempio, ai tecnici che eseguono assistenza sugli impianti ad HC. • Nel Regno Unito la ATEX 137 trova


implementazione nella Regolamentazione DSEAR. EN378 non è armonizzata con la direttiva ATEX e non specifica come essa va applicata ma cita gli standard ATEX così come fa EN60079. I progettisti di impianti devono ottemperare alle disposizioni ATEX per verificare se è possibile che si creino atmosfere potenzialmente esplosive. I seguenti documenti riportano i riferimenti per gli impianti che impiegano refrigeranti infiammabili. Nota: anche EN378 (vedi tabella 1) fornisce informazioni riguardo la massima carica e i limiti pratici per i refrigeranti infiammabili.

Tabella 4 – Divieto d’uso degli HFC

DSEAR (Regno Unito) Nel Regno Unito DSEAR è il regolamento che implementa l’ATEX 137. DSEAR è la sigla acronimo di Regolamenti 2002 per le sostanze pericolose e le atmosfere esplosive. Le sostanze pericolose possono mettere a rischio la sicurezza delle persone a causa dell’infiammabilità e di esplosioni. Il regolamento DSEAR stabilisce i doveri dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori autonomi per la sicurezza e la protezione dai rischi di incendi ed esplosioni ed eventi simili nei luoghi di lavoro. Sono incluse anche le persone non specificamente addette al lavoro ma che possono correre dei rischi a causa delle attività lavorative. I lavoratori devono: • individuare quali sostanze pericolose sono presenti nel loro luogo di lavoro e quali sono i rischi di esplosione; • eseguire delle misure di controllo sul luogo di lavoro sia per rimuovere tali rischi sia per, dove ciò non è possibile, controllarli; • adoperarsi per ridurre gli effetti di potenziali incidenti che comprendono le sostanze pericolose; • predisporre dei piani e delle procedure di emergenza da implementare in caso di incidente; assicurarsi che tutti gli interessati siano adeguatamente informati e addestrati ad affrontare i rischi dovuti alle sostanze pericolose; • identificare e classificare le aree di lavoro dove si possono formare atmosfere esplosive ed evitare fonti di accensione (derivanti da apparecchiature non protette, ad esempio) in tali aree. ●

Tabella 5 – Documenti di riferimento per i refrigeranti infiammabili

45


Speciale nuovi refrigeranti

Linee guida per retrofit degli impianti fissi

ENNIO CAMPAGNA Rivoira

Introduzione L’R404A e l’R507, refrigeranti a base di idrofluorocarburi (HFC) non lesivi dello strato d’ozono e sviluppati in sostituzione dell’R-502 nelle applicazioni di refrigerazione alle basse e medie temperature, sono in uso in diversi tipi di impianti fin dagli anni ‘90. Grazie alle norme esistenti o in fase di adozione e al regolamento sul potenziale di riscaldamento globale (GWP) diretto dei refrigeranti, le alternative a più basso GWP, tese a ridurre l’impronta di carbonio totale degli impianti, sono sempre più diffuse. Opteon® XP40 è un refrigerante a basso GWP a base di idrofluoro-olefina (HFO) concepito per la sostituzione dell’R404A/R507 nei sistemi volumetrici a espansione diretta alle basse e medie temperature. Opteon® XP40 è il nome commerciale registrato di una miscela di HFC-32/HFC-125/HFC134a/HFO,1234yf (percentuale in peso 24,3/24,7/25,7/25,3%) con denominazione ASHRAE R449A. È utilizzabile sia per il retrofit degli impianti esistenti a R404A/R507 sia nei sistemi nuovi. R449A offre migliore efficienza energetica e proprietà ambientali di R404A/R507, nonché un GWP pari a 1397 (vs. 3922 di R404A). Il refrigerante R449A ha un potenziale di riduzione dell’ozono (ODP) pari a zero. Molti sistemi operanti con R404A/R507 potranno quindi essere convertiti a R449A continuando a funzionare in tutta sicurezza ed efficienza con un impatto ambientale notevolmente ridotto.

46

Importanti informazioni sulla sicurezza Come tutti i refrigeranti sintetici è sicuro purché maneggiato in modo opportuno. L’uso inadeguato di un qualsiasi refrigerante può infatti provocare gravi lesioni personali, anche con esito fatale. Prima di utilizzare un refrigerante, si raccomanda pertanto di consultare le presenti linee guida e la Scheda tecnica di sicurezza (SDS), nonché di indossare indumenti protettivi idonei. • Proteggere sempre almeno le mani (guanti) e gli occhi (occhiali di sicurezza). • Non lavorare in presenza di alte concentrazioni di vapori di refrigerante. Mantenere l'ambiente di lavoro sempre ben ventilato. Non respirare i vapori. Non respirare i fumi dei lubrificanti che fuoriescono dagli impianti. In caso di fughe di refrigerante areare l’ambiente prima di tentare di riparare l’impianto. • Non utilizzare rilevatori di fughe portatili per controllare se l’aria è respirabile in ambienti di lavoro chiusi. Questi dispositivi non indicano se l’aria è sicura e respirabile. Utilizzare sistemi di monitoraggio dell’ossigeno per assicurarsi che esista un’adeguata quantità di ossigeno per gli operatori. • Non utilizzare fiamme o lampade ad alogenuro per individuare le perdite. Le fiamme libere (ad es. lampade ad alogenuro o cannelli di saldatura), in presenza di refrigeranti a base di fluorocarburi, possono rilasciare grandi quantità di composti acidi alta-

mente pericolosi. Le lampade ad alogenuro non sono efficaci per individuare le fughe di refrigeranti HFC, in quanto rilevano solo la presenza di cloro nel refrigerante. R449A, R404A e R507 non contengono cloro. Tali dispositivi pertanto non sono in grado di rilevare le fughe di questi refrigeranti. Utilizzare invece un apposito rilevatore di fughe elettronico. Se, mentre si utilizza il cannello di saldatura per riparare l’impianto, le dimensioni o il colore della fiamma cambiano visibilmente, smettere immediatamente di lavorare e abbandonare la zona. Areare l’ambiente e bloccare eventuali fughe di refrigerante prima di riprendere il lavoro. Le fiamme potrebbero indicare un’alta concentrazione di refrigerante e quindi continuare a lavorare senza un’adeguata aerazione dell’ambiente potrebbe determinare gravi lesioni a carico dell’operatore se non addirittura il suo decesso. Nota: I refrigeranti possono essere pericolosi se utilizzati in modo improprio. Costituiscono un pericolo i liquidi o i vapori ad alta pressione, ma anche il congelamento provocato dalle fuoriuscite di liquido. Un’eccessiva esposizione al vapore di refrigerante ad alte concentrazioni può provocare asfissia o arresto cardiaco. Si raccomanda di leggere attentamente tutte le informazioni sulla sicurezza prima di utilizzare i refrigeranti. Per informazioni specifiche sulle procedure di sicurezza consultare la


Tabella 1 – CONFRONTO DELLE CARATTERISTICHE TECNICHE

scheda tecnica (SDS). Per ulteriori informazioni sull’utilizzo sicuro dei refrigeranti fare riferimento al Safety Bulletin. Infiammabilità R449A non è infiammabile. In base allo standard ASHRAE SP34, rientra nella dasse di sicurezza A1. Tuttavia si consiglia di non utilizzare miscele di HFC e aria per rilevare la presenza di fughe nell’ impianto.

Informazioni generali sulla conversione da R404A/R507 a R449A Confronto fra le prestazioni attese di R449A e R404A La tabella 1, basata sull’analisi del ciclo termodinamico, mette a confronto le proprietà di R404A e R449A. La performance effettiva di un determinato impianto dipende da diversi fattori, fra cui le condizioni operative di tutti i componenti e dell’ambiente di lavoro.

Modifiche all’impianto Lubrificante Il lubrificante poliestere (POE), attualmente in uso nella maggior parte dei sistemi operanti con R404A/R507, in linea di massima dovrebbe essere compatibile anche con R449A. Tuttavia, in caso di dubbio o se i test indicano l’esistenza di una contamina-

zione o di un’alta concentrazione di composti acidi, sostituire il lubrificante. Contattare il produttore del compressore per informazioni specifiche sulla viscosità e la marca del lubrificante. Compressore Le prestazioni generali (capacità ed efficienza energetica) dell’impianto operante con R449A risulteranno simili a quelle di R404A/R507. Le pressioni di mandata e di aspirazione del compressore differiscono a seconda del refrigerante utilizzato, R449A o R404A/R507; pertanto potrebbe essere necessario regolare i set-points e gli interruttori per evitare di superare i limiti operativi del compressore. Contattare il produttore dell’impianto per ulteriori istruzioni in merito. Il refrigerante inoltre raggiunge temperature di mandata leggermente superiori (10-20 K) a quelle di R404A. Anche in questo caso rivolgersi al produttore del compressore per maggiori informazioni sul funzionamento del compressore con R449A. Dispositivo di espansione R449A ha una portata massica inferiore (~20-25%) a quella di R-404A, ma dovrebbe rientrare nel range di utilizzo di un dispositivo di espansione a R404A adeguatamente installato e dimensionato senza richiedere sostituzioni. Potrebbe tuttavia essere necessario eseguire alcune regolazioni della(e) valvola(e) di espansione al fine

di resettare il valore di surriscaldamento a seguito della conversione dell’ impianto. Utilizzare la tabella PT (valori del punto di condensazione-vapore saturo) per misurare e settare correttamente il valore di surriscaldamento dell’evaporatore. Per ulteriori informazioni sulle dimensioni delle valvole e sulla regolazione del valore di surriscaldamento, consultare il fabbricante del dispositivo di espansione. Dimensione delle tubazioni R449A offre portata massica e densità inferiori rispetto a R404A /R507. Si raccomanda di controllare le dimensioni delle tubazioni esistenti per verificare che le cadute di pressione e le velocità all’interno del tubo siano adeguate per l’uso con il nuovo refrigerante. È importante impiegare tubazioni della giusta dimensione al fine di garantire una capacità di refrigerazione ottimale e un sufficiente ritorno dell’olio al compressore. Condensatore ed evaporatore A causa della differente pressione di aspirazione fra R449A e R404A, per far funzionare correttamente l’impianto potrebbe rendersi necessario resettare i regolatori e i pressostati. La pressione di mandata è lievemente inferiore a quella di R404A; pertanto potrebbe essere necessario regolare leggermente le ventole del condensatore e i comandi della pressione di testa. Il refrigerante è una miscela, si raccomanda quindi di fare riferimento alla

47


tabella PT per settare il valore di surriscaldamento e il punto di condensazione (vapore saturo). Analogamente, per misurare il sottoraffreddamento si consiglia di basarsi sul punto di ebollizione (liquido saturo). Sistemi di controllo dell’impianto Molti supermercati utilizzano sistemi e metodologie di controllo della refrigerazione che si basano sul rapporto pressione-temperatura di un determinato refrigerante. Nella conversione da R404A/R507 a R449A, anche se i sistemi di controllo dell’ impianto con tutta probabilità funzioneranno correttamente, per consentire agli impianti di operare con il refrigerante R449A occorrerà comunque aggiornarli per ottenere prestazioni ottimali. Per maggiori informazioni sull’aggiornamento dei dati del refrigerante o per istruzioni sull’utilizzo di R449A, contattare il produttore del sistema di controllo.

Conversione degli impianti da R404A/R507 a R449A Di seguito si riportano in dettaglio le procedure per la conversione degli impianti da R404A/R507: 1. Rilevare i parametri di riferimento degli impianti a R404A/R507 Raccogliere i dati sulle prestazioni di R-404A o R-507 in uso nell’impianto. Verificare che il refrigerante sia stato caricato correttamente e che le condizioni operative siano ottimali. I valori di riferimento delle

48

temperature e delle pressioni rilevate in diversi punti (evaporatore, condensatore, aspirazione e mandata compressore, surriscaldamento del vapore dell’evaporatore e sottoraffreddamento del liquido del condensatore) a condizioni operative normali saranno utili per individuare eventuali malfunzionamenti del sistema e per ottimizzarne il funzionamento con il nuovo refrigerante. Le presenti linee guida contengono una Scheda tecnica dell’impianto per la raccolta dei valori di riferimento. 2. Controllare il lubrificante Il lubrificante poliestere (POE), attualmente in uso nella maggior parte dei sistemi operanti con R404A/R507, in linea di massima dovrebbe essere compatibile anche con l’R449A.Tuttavia, in caso di dubbio o se i test indicano l’esistenza di una contaminazione o di un’alta concentrazione di composti acidi, sostituire il lubrificante. Contattare il produttore del compressore per informazioni specifiche sulla viscosità e la marca del lubrificante. 3. Rimuovere l’R404A/R507 e porlo in apposite bombole di recupero Rimuovere tutto il refrigerante R404A dall’impianto e porlo in bombole di recupero. Calcolare la quantità di R449A da caricare nel sistema in base al peso del liquido rimosso. 4. Sostituire il filtro essiccatore È normale prassi sostituire il filtro essiccatore durante le procedure di manutenzione del sistema.

5. Altre modifiche al sistema Eseguire tutte le modifiche o gli aggiornamenti eventualmente necessari. 6. Evacuare l’impianto e controllare che non vi siano perdite Per l’evacuazione dell’aria o di altri gas non condensabili e qualsiasi altro residuo di nebbia dal sistema, utilizzare una pressione inferiore a 1,32 mbar (EN 378). Se il sistema non è in grado di mantenere il vuoto significa che potrebbe esserci una perdita. Successivamente al test del vuoto, pressurizzare l’impianto con azoto secco avendo cura di non superare la pressione massima prevista per l’impianto in uso e verificare che non ci siano perdite. Non utilizzare miscele di aria e refrigerante per individuare le perdite, in quanto potrebbero risultare infiammabili. Dopo la ricerca di eventuali fughe, rimuovere l’azoto residuo con una pompa per vuoto. 7. Caricare l’impianto R449A è una miscela ed è importante che il refrigerante venga caricato in fase liquida (rimuovere dall'apposito cilindro). (Se la bombola non è dotata di valvola con tubo pescante, capovolgerla in modo che la valvola risulti sotto la bombola.) La posizione corretta della bombola viene spesso indicata dalle frecce poste sulla valvola (presenti sul cilindro stesso e sulla relativa confezione). Dopo aver svuotato la bombola, il refrigerante può essere immesso nell’impianto sotto forma liquida o gassosa, in base alle proprie esigenze. Attenzione: Non caricare il refrigerante liquido nel tubo di aspirazione. Tale manovra può infatti provocare un danno irreversibile al compressore. Utilizzare i collettori o una valvola a farfalla per far passare il refrigerante dalla forma liquida a quella gassosa prima di immetterlo nel tubo di aspirazione. In generale, i sistemi di refrigerazione richiederanno un carico di refrigerante leggermente superiore a quello del refrigerante originale (R404A o R507). La quantità ottimale di refrigerante dipenderà dal tipo di impianto e dalle condizioni


operative. Il carico iniziale dovrà costituire l’85% circa del carico standard per R404A o R507. Dopo l’accensione e le regolazioni, il carico finale sarà pari al 105% circa di quello previsto per R404A o R507. 8. Sistema di avvio e controllo del funzionamento • Controllare e regolare la valvola di espansione (TXV) e/o il carico per ottenere valori di surriscaldamento/sottoraffreddamento ottimali. • Controllare i livelli dell’olio nel compressore. Rabboccare l’olio se necessario per mantenere i livelli adeguati. 9. Applicare un’etichetta sull’impianto indicante il nuovo refrigerante e il lubrificante utilizzati

Procedura di conversione a R449A 1. Rilevare i parametri di riferimento con R-404A/R-507 (Vedere la scheda tecnica per i dati necessari) 2. Contattare il produttore dei componenti originali dell’impianto per istruzioni in merito a: Compatibilità con materie plastiche Compatibilità elastomerica Lubrificante (viscosità, produttore, additivi) Dimensioni del dispositivo di espansione termica Procedure di conversione per il mantenimento della garanzia, se applicabile 3. Controllo della qualità dell’olio POE esistente ed eventuale sostituzione 4. Completare le modifiche al sistema (valvole TXV, dimensioni dei tubi, ecc.) basandosi sull’analisi progettuale 5. Sostituire il filtro essiccatore con uno approvato per l’uso con un refrigerante per retrofit 6. Ricollegare il sistema ed evacuare con la pompa per vuoto (Evacuare completamente (vuoto

totale) [132 Pa (1.32 mbar) ai sensi della norma EN 378-4:2013]). 7. Controllare l’eventuale presenza di fughe. (Ri-evacuare il sistema dopo la ricerca delle perdite.) 8. Caricare il sistema con il refrigerante R-449A Inizialmente caricare fino all’85% circa in peso del carico di R-404A specificato dal produttore. Quantità di refrigerante caricato: .............................. 9. Avviare l’impianto e regolare il cari-

co fino al raggiungimento delle condizioni operative desiderate Se il carico è troppo basso, procedere per incrementi del 2-3% in peso. Quantità di refrigerante caricato: ............................... Refrigerante totale caricato: ..................................... 10. Applicare un’etichetta sui componenti e sull’impianto indicante il tipo di refrigerante e di lubrificante 11. Conversione completata ●

49


GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centocinquantaduesima) Quindicesimo anno

A cura dell’ing. PIERFRANCESCO FANTONI

Armadio frigorifero: Apparecchio di refrigerazione isolato provvisto di uno o più scomparti accessibili attraverso una o più porte o cassetti, in grado di mantenere gli alimenti a temperatura costante nei limiti prescritti per la temperatura di esercizio per la refrigerazione o il congelamento, utilizzando un ciclo a compressione di vapore, e destinati allo stoccaggio di alimenti in ambienti non domestici ma non all’esposizione o all’accesso da parte dei clienti (Regolamento UE 2015/1094) BTU/h: Unità di misura della potenza termica, il cui uso è comune nei paesi anglosassoni. Viene molto utilizzato nella pratica per esprimere la potenza frigorifera dei condizionatori split (sia per quanto riguarda la capacità di raffreddamento che di riscaldamento nel funzionamento in pompa di calore). Il BTU/h corrisponde a circa 0,29 watt. Desurriscaldatore: Scambiatore di calore utilizzato per il parziale recupero di calore dal refrigerante caldo che esce dal compressore. Esso viene utilizzato principalmente nelle pompe di calore per la produzione di acqua calda sanitaria contemporaneamente alla funzione di riscaldamento degli ambienti. Il desurriscaldatore può fornire acqua calda solo quando la pompa di calore è in funzione.

50

Freddo negativo: Modalità di raffreddamento delle derrate alimentari utilizzata per la conservazione a temperature inferiori a 0 °C. Generalmente il raffreddamento avviene per conduzione, ossia ponendo le derrate a diretto contatto con le pareti fredde della vetrina o del banco frigorifero, dotate di opportuni evaporatori a serpentina. Per ottenere la massima propagazione del freddo le derrate devono essere poste ben a contatto tra di loro, anche per evitare la formazione di brina sulle confezioni che ostacolerebbe la propagazione del freddo. Joule: Unità di misura del Sistema Internazionale utilizzata per esprimere le misure di energia, lavoro e calore. Occorrono circa 4,18 joule per avere una caloria. Ha per simbolo la lettera J. Neopor: Sostanza isolante a base di polistirene espanso che viene impiegata per la costruzione dei pannelli per le celle frigorifere. Esso contiene al suo interno un materiale a base di grafite, che viene aggiunto durante la fase di polimerizzazione della sostanza, che consente di ridurre gli scambi di calore per irraggiamento che normalmente si verificano all’interno delle piccole celle che formano la struttura del materiale. Il neopor presenta un valore della conducibilità termica molto basso (circa 0,032 W/mK alla temperatura di 10 °C). Pressione statica: Nel campo delle tecnica del condizionamento, la pressione statica indica la differenza tra la pressione assoluta dell’aria in un determinato punto (condotto, canale di distribuzione, ecc.) e la pressione atmosferica. Questa definizione coincide con quella di pressione relativa di un fluido, come già è stata definita. La pressione statica dell’aria può essere positiva o negativa, a seconda che la pressione assoluta nel punto considerato sia maggiore o minore della pressione atmosferica. La pressione statica fornisce un’indicazione della quantità di

energia potenziale posseduta per unità di volume dall’aria. Essa indica, anche, la pressione che viene esercitata dall’aria perpendicolarmente alle pareti di un condotto. Nel caso dei ventilatori la pressione statica rappresenta il lavoro che è in grado di compiere l’apparecchio per comprimere l’aria. Refrigerazione industriale: Branca della refrigerazione riguardante tutti gli impianti frigoriferi, generalmente di grosse dimensioni, che vengono progettati e costruiti su commessa specifica per il cliente. Gli impianti industriali vengono utilizzati per lo stoccaggio e la conservazione in grandi quantità delle derrate alimentari nei magazzini, per la fabbricazione del ghiaccio (anche per impianti sportivi), per processi di produzione industriale o nell’industria chimica. Gli impianti di refrigerazione industriale si caratterizzano per un ampio range di temperature di evaporazione: da temperature positive (anche +10 °C) fino a temperature estremamente basse (-60/-70 °C). Inoltre essi devono rispondere a specifiche costruttive ben precise, per cui solitamente vengono assemblati in loco. Date le grandi potenze frigorifere che devono soddisfare tali impianti generalmente sono composti da componenti (condensatori, compressori, evaporatori, ecc.) multipli collegati in parallelo. SCOP: Coefficiente di prestazione medio stagionale di una pompa di calore determinato in condizioni di riferimento secondo quanto stabilito dalla norma EN 14825 per la climatizzazione invernale (Normativa relativa all’efficienza energetica degli edifici). ●

Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.


I gas refrigeranti alternativi DuPont® Opteon® Ridurre le emissioni di “gas serra” oggi è semplice e possibile, senza cambiare tecnologia ed in sicurezza

Opteon® XP10

Opteon® XP40

Opteon® XP44

R-513A

R-449A

R-452A

GWP

631

1.397

2.141

CLASSE

A1

A1

A1

SOSTITUISCE

R-134a

R-404A, R-507

R-404A, R-507

APPLICAZIONI

Refrigerazione TN, Chiller

Refrigerazione BT

Trasporti refrigerati

Capacità frigorifera superiore al R-134a e COP simile

Efficienza energetica superiore al R-404A ed R-507

Efficienza energetica e temperature di scarico simili a quelle con R-404A ed R-507

REFRIGERANTE

N° ASHRAE

NOTE

Rivoira Refrigerants S.r.l. - Gruppo Praxair Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428 sales.rivoira.refrigerants@praxair.com

Il Regolamento Europeo F-Gas n°517/2014 richiede di abbandonare rapidamente l’uso dei gas refrigeranti ad elevato GWP (indice di “Riscaldamento Globale”). I primi gas ad essere eliminati saranno quelli con GWP>2500, come i refrigeranti per le basse temperature R-404A ed R-507. Le alternative sono ora disponibili: i gas DuPont Opteon® sono refrigeranti a base di HFO, a basso GWP, che possono essere utilizzati in sicurezza (classe A1 = non infiammabili e non tossici) negli impianti di refrigerazione tradizionali. Rivoira Refrigerants è a disposizione per qualsiasi informazione sui prodotti e per un supporto tecnico al fine di facilitare la transizione verso i nuovi refrigeranti Opteon®.

* il costo della chiamata è determinato dall’operatore utilizzato.

Follow us on facebook www.facebook.com/RivoiraRefrigerants

www.rivoiragas.com


ECCELLENZA NELLA RIPARAZIONE DEI COMPRESSORI.

Potete fidarvi degli elevati standard qualiativi di Green Point in tutto il mondo: in qualità di network di assistenza del Gruppo BITZER, offriamo un servizio clienti rapido e flessibile per il Vostro compressore. Siamo in grado di riparare qualsiasi tipo di compressore alternativo/vite con estrema velocità, affidabilità e qualità grazie ad un esperienza pluriennale e all'utilizzo esclusivo di ricambi originali. Green Point: il servizio di riparazione d'eccellenza per compressori BITZER ed altri importanti marchi. Per maggiori informazioni potete contattare Green Point Italia: Tel. 0444-284184 e-mail: service@bitzergreenpoint.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.