Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 4-2020

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Air conditioning and Refrigeration European Association

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ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE N.438

LA FASE 2 DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO

Diagramma a blocchi dal bollettino tecnico AREA sul corretto utilizzo, manutenzione e accensione degli impianti di condizionamento in periodo di pandemia Covid-19

Ultime Notizie Speciale Covid-19

ALL’INTERNO Refrigeranti naturali per la ripartenza

Uso corretto degli impianti di condizionamento

Anno XLIV - N. 4 - 2020 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.452403 - 15033 Casale Monferrato




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NUMERO 4 / MAGGIO 2020

Direttore Responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato Scientifico Marco Buoni, Marcello Collantin, Pierfrancesco Fantoni, Marco Carlo Masoero, Alfredo Sacchi, Madi Sakande, Stefano Sarti Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato AL tel. 0142/452403 fax 0142/909841 Pubblicità tel. 0142/452403 E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

N. 438 – Periodico mensile Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 123 del 13.6.1977 Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00

Sommario

6 Editoriale Editoriale: Ventilazione e Condizionamento dell’aria, un’arma in più per sconfiggere il virus M. Buoni - Presidente AREA Air Conditioning and Refrigeration European Association, Segretario Generale ATF, Direttore Centro Studi Galileo

10 Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini

19 Rubrica approfondiamo il decreto F-Gas e la banca dati 20 Rubrica Domande frequenti tratte dal webinar CSG “Gli impianti dopo la pandemia: gestione, igienizzazione componenti” Paolo Mattavelli - Errecom SpA

22 Impianti di Condizionamento e COVID-19: Bollettino Tecnico AREA - Air Conditioning and Refrigeration European Association

24 Garantire una transizione sicura dei refrigeranti

Stephen R. Yurek - President & CEO, Air-Conditioning, Heating, and Refrigeration Institute AHRI

26 Guida mondiale sulla bassa carica di ammoniaca

Klára Zolcer Skačanová - Manager, Market Development, Shecco, Lead Author.

Cicli a CO nel settore HVAC/R 32 Biagio Lamanna - Manager dell’HVAC/R 2

INDUSTRIES SpA

Knowledge Center, CAREL

di base del condizionamento dell’aria 35 Principi Buone pratiche nella realizzazione dei collegamenti elettrici tra le due unità di un climatizzatore split P. Fantoni - 212° Lezione

efficienza energetica con HFO (R1234ze & R455A) e basso GWP (R448A) 37 Alta Carmine Marotta - GeneralGas di base sulle tecniche frigorifere 41 Concetti Sostituzione dell’R404A con R449A: come capire se il compressore ce la può fare P. Fantoni - 232° Lezione

43 Ultime Notizie

Speciale Coronavirus: condizionamento e ristoranti: due metri troppo pochi? - da AREA, il report sull’impatto del virus sul settore HVAC/R europeo - una guida alla manutenzione anche da ISHRAE - da AICARR, un prontuario sull’utilità degli impianti per prevenire i contagi - slitta anche l’Eurovent Summit: appuntamento a Ottobre 2021 - un sondaggio da Chillventa 2020: “ascoltiamo il nostro pubblico!” - l’importanza delle parole: si parla in modo improprio della “sanificazione” degli impianti? - climatizzazione? “Aiuta la prevenzione”, affermano gli esperti di settore - Nuovi corsi su sanificazione e igienizzazione impienti HVAC in streaming con iFAD e Galileo Online - da AREA e ATF le linee guida per operare sugli impianti di condizionamento dell’aria - Messico, industria HVAC/R in crisi, AHRI richiede l’aiuto del Dipartimento di Stato USA - Da UNIDO, una nuova newsletter dedicata al protocollo di Montreal - risposte su ventilazione e condizionamento dell’aria nei locali - parla l’epidemiologo: “Aria condizionata? I colpi di calore sono più pericolosi” - Bombole refrigeranti, cambiano i colori: OzonAction fa chiarezza - Refrigera 2021, si riparte! Centro Studi Galileo, ATF e Industria&Formazione ancora una volta Official Partner

48 Ditte collegate

50 Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento (Parte centonovantaseiesima) – A cura di P. Fantoni

INDUSTRIA & formazione /5


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Ventilazione e Condizionamento dell’aria, un’arma in più per sconfiggere il virus

Marco BUONI Presidente AREA Air Conditioning and Refrigeration European Association, 26 Associazioni europee 22 Stati 110.000 frigoristi Direttore Centro Studi Galileo Segretario generale ATF Associazione dei Tecnici italiani del Freddo

L’epidemia di Covid-19, un evento senza precedenti che ha radicalmente cambiato le abitudini e lo stile di vita di miliardi di persone in tutto il mondo, ha alimentato un dibattito anche all’interno del settore della ventilazione e del condizionamento dell’aria. Se, sin dall’inizio dell’epidemia, è stato più volte ribadito il ruolo fondamentale dell’industria del freddo nella gestione della crisi, con i Tecnici del Freddo impegnati in prima linea per garantire il mantenimento dei servizi essenziali, dalla conservazione degli alimenti a quella dei farmaci, senza dimenticare la manutenzione dei Data Center che garantiscono il corretto funzionamento della rete Internet, di recente sono stati sollevati alcuni interrogativi in merito al ruolo che i condizionatori e gli impianti di ventilazione possono avere in merito alla diffusione del virus.

Dal report dettagliato CDC si può notare il flusso turbolento dell’aria che crea una zona di ricircolo chiusa li dove le persone sono rimaste contagiate. Le bocchette di estrazione erano bloccate e il locale era sovraffolllato per il capodanno Cinese 6/ INDUSTRIA & formazione

Tutto è partito da un case study, “COVID-19 Outbreak Associated with Air Conditioning in Restaurant, Guangzhou, China, 2020”, pubblicato il 2 Aprile sull’EID Journal. Stando all’articolo, i flussi di aria condizionata all’interno di un ristorante di Guangzhou potrebbero aver contribuito a veicolare il virus all’interno dell’ambiente, a partire da una famiglia originaria di Wuhan, primo focolaio dell’epidemia, contagiando tre famiglie per un totale di nove persone. La possibilità che gli impianti di ventilazione e condizionamento dell’aria potessero quindi diventare potenziali veicoli di contagio, facendo viaggiare negli ambienti le ormai famose goccioline respiratorie infette, ha quindi iniziato a venire studiata e analizzata come una possibilità concreta, alimentando un dibattito anche sui principali media nazionali e arrivando alla proposta di vietare o limitare in modo pesante l’accensione e l’utilizzo degli impianti, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva, periodo di massimo utilizzo dei sistemi. In ogni caso, gli operatori del settore, nonché diversi epidemiologi, hanno contestato queste conclusioni, fornendo un quadro più completo e giungendo a conclusioni diametralmente opposte: una buona gestione dei flussi d’aria può essere un utilissimo strumento di prevenzione, e il blocco agli impianti avrebbe, con il caldo estivo, conseguenze drammatiche sulla salute pubblica, esponendo a shock termico e colpi di calore le fasce più sensibili della popolazione. Innanzitutto, lo studio presenta alcuni limiti e una marcata carenza di informazioni, a partire dall’impossibilità di ricostruire l’ambiente per effettuare esperimenti di trasmissione a parità di contesto, e fa riferimento a circostanze particolari e che hanno visto i protagonisti esposti al contagio per un periodo di tempo prolungato. Studi successivi hanno poi mostrato come il


REFRIGERANTE R-744


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

problema di Guangzhou potrebbe avere al massimo avuto a che fare con una cattiva gestione dei flussi d’aria e con la formazione di una zona di aria stagnante (nessuno degli altri avventori, e nessun membro dello staff, sono stati contagiati), mentre un impianto gestito nel modo corretto potrebbe non solo limitare il fenomeno della contaminazione da contatto, ossia il depositarsi del virus sulle superfici, ma anche immettere costantemente aria fresca dall’esterno, veicolata in modo costante e a bassa portata, limitando i periodi di esposizione e beneficiando dei sistemi di filtrazione, aiutando a prevenire la diffusione del virus. ATF e AREA, hanno costantemente monitorato la situazione nelle ultime settimane, fornendo una serie di linee guida su come operare correttamente sugli impianti ed evidenziando come una corretta manutenzione e sanificazione degli impianti siano una misura di grande importanza per contribuire a mantenere gli ambienti salubri. Sullo stesso argomento è intervenuto anche il CSG, il principale ente per la formazione sul freddo, che ha dedicato ampio spazio al tema della sanificazione degli impianti, con una serie di precisi ed esaustivi appuntamenti in streaming, destinati ai Tecnici del Freddo, con un corso ad hoc in Formazione a Distanza, un Incontro Formativo a Distanza e uno dei tantissimi Webinar organizzati da marzo a maggio. I webinar, in particolare, già da anni tra i principali strumenti messi a disposizione dal Centro Studi Galileo, sono diventati un appuntamento fisso per migliaia di Tecnici, registrando uno straordinario successo di pubblico e fornendo un importantissimo servizio di approfondimento e di formazione gratuita ai partecipanti: 9 webinar | 18 partner coinvolti | 22 speaker | 12 ore di registrazioni | 3.400 iscritti | 2.150 partecipanti in diretta e 2.800 su YouTube | Record partecipanti in diretta: 345 e su Youtube: 629. Il successo dei webinar e l’interesse del pubblico verso i nuovi sistemi di formazione a distanza possono essere uno strumento fondamentale da cui ripartire al termine del lockdown: una corretta formazione permette ai Tecnici e a chi opera nel settore di operare con maggior sicurezza e consapevolezza, contribuendo a costruire ambienti e spazi in cui ripartire salubri, sani e sicuri per tutti. 8/ INDUSTRIA & formazione

IGIENIZZAZIONE E DISINFEZIONE DELL’ARIA CONDIZIONATA E DEGLI AMBIENTI (parte seconda) Tratto dalla presentazione di Errecom SPA del dott. Paolo Mattavelli al recente webinar CSG, visionabile integralmente su www.industriaeformazione.it Frigoriferi e Refrigerazione: rischi di una cattiva sanificazione • Maniglie e le superfici di contatto con le mani • l’interazione tra più persone crea situazione di diffusione delle infezioni. • Ventole di ricircolo dell’aria: raccolgono e ridistribuiscono la flora batterica • Vani di appoggio dei prodotti: ricettacolo di residui alimentari che lasciati deperire marciscono creando muffe, alghe, funghi e batteri • Scarichi condensa: germinazione di batteri e alghe Climatizzatori Evaporatore: la sua struttura ad ampia superficie è un facile ricettacolo di sporco, virus e batteri

Filtro di materiale plastico o tessuto è il luogo di raccolta e diffusione di polvere, virus e batteri.

Disinfezione Utilizzo di Prodotti Biocidi o PMC la cui efficacia è stata comprovata dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute. Devono avere un numero di registrazione che li identifichi univocamente. Uccidono più del 99,9% di batteri, muffe e virus. Igienizzazione Gli igienizzanti sono prodotti la cui efficacia è testata ma che non hanno l’approvazione del Ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità Per assicurarsi dell’efficacia selezionare marche di produttori noti, con esperienza nel settore. Verificare nella scheda di sicurezza dei prodotti la presenza di: • Alcool Etanolo o Propanolo > 70% • Sali di Ammonio Quaternario > 0,4%

• Cloro o Ipoclorito (candeggina) > 0,1% Ndr: UV e Ozono sono efficaci ma eliminano i virus presenti solo in superfice. Perché intervenire? L’intervento di detersione deve rientrare nelle normali procedure di manutenzione dell’impianto. Oltre a migliorare le prestazioni dell’impianto renderà più tangibile l’intervento anche al cliente più inesperto. La detersione rende più efficace la successiva operazione di disinfezione o igienizzazione. Si igienizza non solo per la salute del cliente ma anche per tutelare quella del tecnico che frequentemente entra in contatto con batteri e virus accumulati nel sistema di refrigerazione e condizionamento. Come intervenire? L’intervento di detersione e sanificazione deve essere effettuato da tecnici esperti. E’ necessario indossare idonei DPI per tutelare la salute del tecnico. E’ necessario avvalersi di prodotti specifici e professionali (pulitori acidi, neutri e alcalini; pulitori liquidi e schiumosi; pulitori in bombola aerosol; pulitori con azione anticorrosiva; igienizzanti; disinfettanti ecc.) E’ necessario utilizzare strumenti di lavoro che agevolino la pulizia e l’igienizzazione dei diversi componenti dell’impianto permettendo un intervento efficace e rapido (teli protettivi, pennelli, spazzole a setole morbide, idropulitrici portatili ecc.) Quando intervenire? Gli intereventi di manutenzione devono essere frequenti per garantire la migliore performance dell’impianto. Anche per gli impianti domestici si consiglia ALMENO OGNI CAMBIO STAGIONE e comunque prima dell’accensione e dopo lo spegnimento dello stesso. Per gli impianti di refrigerazione è consigliabile un intervento mensile o comunque in accordo con quanto previsto dal piano HACCP. Più l’impianto è utilizzato e maggiore sarà la frequenza dell’intervento. In questo periodo le operazioni devono essere svolte con maggiore frequenza.


NUMERO 4 / MAGGIO 2020

La Giornata Mondiale della Refrigerazione La refrigerazione e l’aria condizionata, ancor più in questo momento di Pandemia, vengono riconosciute come essenziali. Tutta la popolazione ha capito che senza i supermercati, il fresco e i surgelati la nostra permanenza a casa non sarebbe stata così agiata. L’aria condizionata è una necessità ma anche un motivo di preoccupazione per il suo movimento dell’aria ma come vedremo nel proseguo dell’articolo chiaramente senza reale motivazione. La Giornata Mondiale della Refrigerazione nella sua seconda edizione non farà che ribadire l’importanza del nostro settore più visibile durante l’ attuale crisi. Svolgeremo quindi con 8 aziende leader di settore un webinar tutto il giorno, il 26 giugno, per celebrare questo momento a noi tutti dedicato: maggiori info su bit.ly/giornatamondialerefrigerazione Coronavirus, Il DpCM Spegne Gli Impianti Di Condizionamento? No! Chiarimenti Da Regione Veneto e Assoclima All’interno del DPCM 17 maggio 2020, e più nello specifico nell’Allegato 17: Linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 16 maggio 2020, sono state ventilate alcune limitazioni all’utilizzo degli impianti di condizionamento. In particolar modo, c’è una frase che potrebbe lasciare adito a di-

verse possibili interpretazioni, potenzialmente limitanti per il settore HVAC/R: “Favorire, ove possibile, il regolare e frequente ricambio d’aria negli ambienti interni ed escludere totalmente, per gli impianti di condizionamento, la funzione di ricircolo dell’aria”. Qualora non sia possibile, come nel caso di uno split, o di un fan coil, effettuare quanto richiesto, l’impianto può quindi comunque essere lasciato in funzione? REGIONE VENETO: Un chiarimento, all’interno di una circolare interpretativa, è prontamente arrivato anche dalla Regione Veneto: “Le linee di indirizzo di cui all’allegato 1 dell’ordinanza n. 48 prevedono in diversi punti l’esclusione della funzione di ricircolo dell’aria per gli impianti di condizionamento […]. La prescrizione deve intendersi subordinata alla possibilità tecnica di escludere il predetto riciclo dell’aria, tenuto conto dell’impianto in essere, senza obbligo di sostituzione, di adeguamento tecnologico né di interdizione. L’impianto può pertanto essere utilizzato anche se determina il ricircolo, con misure compensative quali l’arieggiamento provvisorio dei locali“. ASSOCLIMA: Informa che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato, con il supporto degli uffici di prevenzione dei Dipartimenti di Sanità pubblica e all’unanimità (ai sensi dell’art. 1 comma 14 del decreto-legge n. 33/2020) l’aggiornamento e l’integrazione alle “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive” In particolare, l’indicazione di “Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni ed escludere totalmente, per gli impianti di condizionamento, la funzione di ricircolo dell’aria” è stata ovunque sostituita con la seguente: “Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni. Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se

tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria; se ciò non fosse tecnicamente possibile, vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e in ogni caso va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati, secondo le indicazioni tecniche di cui al documento dell’Istituto Superiore di Sanità.” La versione aggiornata delle “Linee guida” della Conferenza delle Regioni è stata inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Ministro della Salute, Roberto Speranza e al ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, perché si possa procedere all’aggiornamento del DPCM del 17 maggio 2020 ai fini della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, per un coerente coordinamento dei testi. Segnala infine l’articolo apparso domenica 24 maggio su Corriere.it con le dichiarazioni del dott. Gaetano Settimo, dell’ISS e di Assoclima. Continua a leggere su : www.industriaeformazione.it ASSOCIAZIONE DEL FREDDO:

DEI

TECNICI

Anche ATF pone dubbi sulla formulazione iniziale del testo del DPCM. Le considerazioni sono: • Con la frase ivi enunciata viene dato adito alle migliaia di attività commerciali che spegnere il condizionatore e utilizzare un semplice ventilatore con la finestra aperta sia una soluzione preferibile, dove sappiamo che il problema è la movimentazione dell’aria non il suo raffreddamento. • Una verifica dei flussi d’aria, che non colpiscano le persone direttamente, e l’utilizzo delle unità a velocità minima potrebbero essere un giusto compromesso di bassa movimentazione dell’aria e raffreddamento. • Quest’estate il blocco forzato degli impianti creerebbe shock termici pericolosissimi alle fasce più deboli (anziani, bambini…)

INDUSTRIA & formazione /9


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Tecnici di 3 generazioni in 45 anni di corsi con una media di oltre 3.000 allievi all’anno si sono specializzati al CSG

DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

Gli attestati dei corsi, i più richiesti dalle aziende, sono altresì utili per la formazione dei dipendenti prevista dal DLGS 81/2008 (Ex Legge 626) e dalla certificazione di qualità. Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A CASALE MONFERRATO Faraci Alberto ALBAGEL srl Grinzane C. Parola Gianfranco Vincenzo AM srl Asti Mostoni Alessandro DL EUROPA srl Trezzano S/N Pollini Maurizio ELETTROMP Gragnano T.

L’elenco in continuo aggiornamento di tutti i nominativi,divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studio Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce Corsi > organizzazione)

Accornero Gioele ELETTROCASA sas Asti Ivaldi Marco EUROELETTRA sas Novi Ligure Ferrero De Abreu Anesio Luan Maxswel Bryan Torino Caka Arnold FUTUR SERVICE srl Savigliano GRILLO ALBERTO Ovada Franceschini Stefano PEDROTTI sas Bolzano Panetta Daniele Francesco PNEUMATIC IND.TECH. srl Villastellone

Zanotti Gianmarco ZAMAR MEDICAL D.O.O. Vrsar

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A MILANO

Ilardo Gaetano HC SERVICE srl Bergamo Principato Trosso Luca IMA SPA Trezzano S/N Grioni Raoul Alessandro IMA SPA Trezzano S/N

Salvatore Ernestino CM ENGINEERING srl Settimo M.Se

D’Agostino Raffaele ITALSCHELL srl Monza

Raineri Matteo Luigi DOMUS IMPIANTI srl Milano

Zacchetti Claudio ON OFF DI ZACCHETTI San Giuliano M.Se

Fusca Francesco GIOAM TECHNOLOGY SOLUTIONS srl Milano

Strusi Raffaele REKEEP SPA ZOLA PREDOSA Zola Predosa

Una classe di Tecnici del Freddo, presso la sede di Agliana del Centro Studi Galileo, mostra con orgoglio gli attestati che confermano il superamento con successo del corso PIF – patentino Italiano Frigoristi, tenuto dal docente del CSG Stefano Sarti. Foto scattata a febbraio ante DPCM 10/ INDUSTRIA & formazione


SISTEMI DI RECUPERO E RICICLO SISTEMI DI RECUPERO E RICICLO RECYCLING AND RECOVERY SYSTEMS RECYCLING RECOVERY SYSTEMS F-GAS REGULATION -AND PHASE DOWN Dal 2018 in poi, il regolamento 517/2014) F-GAS REGULATION - PHASE (EU DOWN

€ SAVE THE PLANET SAVE THE PLANET

sui gas fluorurati prevede massicci tagli alle di HFC nell’UE. Dalquantità 2018 indisponibili poi, il regolamento (EU 517/2014) sui gas fluorurati prevede massicci tagli alle From 2018 onwards, EUnell’UE. F-Gas Regulation quantità disponibili di the HFC (EU 517/2014) creates massive cuts in the2018 available quantities HFCsRegulation in the EU. From onwards, the EUofF-Gas (EU 517/2014) creates massive cuts in the available quantities of HFCs in the EU. SPY Gruppo manometrico a diagnosi visiva conSPY refrigerante Gruppo manometrico riciclato a diagnosi visiva con refrigerante SPY riciclato Manifold with visual diagnosis SPYrecycled with Manifold refrigerant with visual diagnosis with recycled refrigerant

SAVE MONEY SAVE MONEY

SPY Gruppo manometrico a diagnosi visiva conSPY refrigerante Gruppocontaminato manometrico a diagnosi visiva con refrigerante SPY contaminato Manifold with visual diagnosis withSPY contamined Manifold refrigerant with visual diagnosis with contamined refrigerant

RECUPERA RICICLA RIUTILIZZA RECUPERA RICICLA RECOVER RIUTILIZZA RECYCLE REUSE RECOVER RECYCLE REUSE

Bombola per recupero refrigerante Bombola per recupero Bottle refrigerante for refrigerant recovery Bottle for refrigerant recovery

Distillatore integrato a controllo di flusso Integrated distillation Distillatore integratosystem with automatic flow control a controllo di flusso Integrated distillation system with automatic flow control

Più alto è il GWP del refrigerante, più sarà soggetto alla Phase-down (riduzione graduale) dell’HFC, con conseguenti aumenti dei prezzi e potenziale carenza. Più alto è il GWP del refrigerante, più sarà soggetto HFO puri, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFC riciclati o rigenerati alla Phase-down (riduzione graduale) dell’HFC, con conseguenti non rientrano nella Phase-down (riduzione graduale). aumenti dei prezzi e potenziale carenza. L’HFC riciclato e rigenerato - anche con GWP> 2500 - può ancora HFO puri, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFC riciclati o rigenerati essere utilizzato per il servizio fino al 2030. non rientrano nella Phase-down (riduzione graduale). L’HFC riciclato e rigenerato - anche con GWP> 2500 - può ancora essere utilizzato per il servizio fino al 2030.

EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Unità di recupero e riciclo EASYREC1R-2R / EASYREC-HP EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Unità di recupero e riciclo Recovery and recycling units EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Recovery and recycling units

The higher the GWP of the refrigerant, the more it will come under pressure by the HFC phase-down, leading to likely price increases and potential shortages. The higher the GWP of the refrigerant, the more it will come under Pure HFOs, CO2, hydrocarbons, ammonia, reclaimed or recycled pressure by the HFC phase-down, leading to likely price increases HFCs etc. do not fall under the phase-down. and potential shortages. Recycled and reclaimed HFCs – even with a GWP > 2500 - can still Pure HFOs, CO2, hydrocarbons, ammonia, reclaimed or recycled be used for service until 2030. HFCs etc. do not fall under the phase-down. Recycled and reclaimed HFCs – even with a GWP > 2500 - can still be used for service until 2030.


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Pagliaroli Gianni Luca RONCHINI RV GRANDI IMPIANTI srl Faloppio Accetturo Mauro SAF srl Carugate

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A AGLIANA Ranieri Andrea AR COSTRUZIONI srl Follonica Bonaguidi Matteo BONAGUIDI & GIUSTI ASS. srls Empoli Campioni Andrea CAMPIONI ELETTROTECNICA sas Certaldo Hogea Ioan EDIL GIDA Follonica

Al termine di un corso ad hoc realizzato per l’azienda Carpigiani, il docente del Centro Studi Galileo Stefano Sarti consegna l’attestato a un Tecnico del Freddo, che ha completato con successo il programma. Foto scattata a febbraio ante DPCM Fiorente Gennaro ELETECNO ST spa Robbiate

Del Vasto Giovanni GREEN SERVICE srl Prato

Longo Claudio ELETECNO ST spa Robbiate

Varocchi Lorenzo GREEN SERVICEsrl Prato

Pozzolini Enrico ELETECNO ST spa Robbiate

Martinelli Marco GREEN SERVICE srl Prato

Sbrana Massimo GS CALDAIE snc Pisa Marinoni Mattia IMA GROSSETO srl Grosseto Ciabattari Daniele INNOVATIVE AUTOMATION srl Collesalvetti

Marco Buoni, direttore del Centro Studi Galileo e presidente di AREA, associazione europea dei Tecnici del Freddo, accoglie insieme ai docenti del CSG un gruppo di Tecnici, intenti a seguire in Formazione a Distanza un corso atto a conseguire il Patentino Italiano Frigoristi, illustrando le modalità di partecipazione. 12/ INDUSTRIA & formazione


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LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Gennaro Giovanni PETIT FORESTIER ITALIA srl Grugliasco Prestifilippo Ivan PINO SERVIZI srl Sesto F.No Neri Alessio RF ANTINCENDIO DI FORCONI Empoli Ricca Andrea TOSCANA ASSISTENZA srls Sesto F.No TREZZA ARMANDO Pistoia

TECNICI CHE HANNO SEGUITO IL RIPASSO PER IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI TRAMITE FAD BRAVO EMANUELE San Felice Circeo CADALPE srl Prantl Lucas Vazzola DANIELE MAURIZIO Daniele Maurizio Barale Federico Borgo San Dalmazzo

ENIMA srl Cavalli Edoardo Achille Fratta Polesine FENIM SRL Albiero Sergio Nerviano FIRBIMATIC spa Candido Alessandro Sala Bolognese FURIA SALVATORE Ventimiglia FUTUR SERVICE srl Bendini Marco Savigliano GALLI F.LLI G&P snc Galli Lorenzo Fizzonasco Di Pieve Em. GLOBO SERVICE srl Lombardo Franco Romano Lombardia H2H FACILITY SOLUTIONS spa Davenia Luigi De Benedictis Luigi Rigon Roberto Callieri Massimiliano Contin Alessandro Luigi Claudio Zola Predosa IMPIANTI TECNOLOGICI srl Giani Lorenzo Empoli RIELCO IMPIANTI srl Fornari Federico Enei Cristian Vazia Rieti

I corsi ad hoc del Centro Studi Galileo permettono alle aziende di garantire una formazione specializzata e puntuale ai propri tecnici: in foto, presso Alfa Laval, una delle sempre più numerose Women in Refrigeration mostra l’attestato conseguito al termine del corso, tenuto dai docenti CSG Marino Bassi e Renzo Casamassima. Foto scattata a febbraio ante DPCM RTM SERVICE srl Belviso Luca Colombo Matteo Sesto Calende

CORSO SULLA CERTIFICAZIONE AZIENDALE REG. 2067/2015 E DPR 146/2018 CASALE MONFERRATO BG IMPIANTI DI BATTAGLIA Emmanuele Damiano Busto Garolfo

ALETTO VITTORIO Montemagno ARZANI MARCO IMPIANTI Arzani Marco Castellazzo Bormida BRIANZA SERVICE DI SPAGNUOLO Spagnuolo Alessandro Desio CARPE srl Franchini Roberto Golasecca

Un gruppo di Tecnici del Freddo di fronte a una delle tantissime sedi che il CSG può vantare in tutta Italia, in particolare quella di Tecnica della Saldatura, a Roma. Foto scattata a febbraio ante DPCM 14/ INDUSTRIA & formazione


NUMERO 4 / MAGGIO 2020 TECNOFORNO snc Tullo Vincenzo Cerignola TRAILER SERVICE srls Chiozzi Sara Ghedi

CORSO BRASATURA A MILANO GALVANI srl Zucchi Alessio Begnoni Paolo Marastoni Fabiano San Giovanni Lupatoto

Al termine del corso, i Tecnici del Freddo mostrano gli attestati conseguiti presso la storica sede del CSG, a Casale Monferrato. Con loro, oltre al docente Roberto Ferraris, anche il Dr. Enrico Buoni, fondatore del Centro Studi Galileo. Foto scattata a febbraio ante DPCM ELETTROSERVICE DI PERILLO

Perillo Salvatore Palazzo Pignano FABRIZIO FRIGORIFERI DI ALTIERI

Altieri Fabrizio Grugliasco FABRIZIO FRIGORIFERI DI ALTIERI

Lacerenza Giorgia Grugliasco

FD STORE srl Cavalletti Riccardo Spilamberto GS&V srl Giglio Valerio Loano IDRO TEK TERMOIDR. DI BERSANI Bersani Alessio Miradolo Terme MS DI SANKARI MUSTAPHA S. Ilario Enza

PROFESSIONAL SERVICE & MANAGEMENT srl Di Mattia Giovanni Montalto Di Castro SICURO GRANDI IMPIANTI Sicuro Berardino Vieste

IDRO CLIMA SERVICE Cestari Fabrizio Asti IMA GROSSETO srl Marinoni Mattia Grosseto IMA spa Grioni Raoul Alessandro Principato Trosso Luca Trezzano S/N

STEA srl Florea Costica Firenze TECHNOLOGY SYSTEM srl Ricco’ Dario Walter Ferruccio Milano

TOSCANA ASSISTENZA srls Ricca Andrea Sesto F.No

Una lezione di Tecniche Frigorifere, tenuta dal docente Roberto Ferraris, viene registrata in diretta. Numerosi corsi del Centro Studi Galileo sono disponibili anche con la formula della Formazione Online, grazie alla pratica piattaforma galileo-online.it. Foto scattata a febbraio ante DPCM INDUSTRIA & formazione /15


CERCAFUGHE MULTIGAS per la rilevazione di perdite in ambito industriale (HFC, HFO, R32, R600a, R290, gas tracciante H2 )

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CERCAFUGHE MULTIGAS Vantaggi Progettato con un’unica sonda di rilevamento per i gas refrigeranti e il gas tracciante H2 Adatto per uso portatile Manutenzione semplice VULKAN Italia S.R.L. | Via dell‘Agricoltura 2 | 15067 - Novi Ligure / AL | Italy | Tel.: +39 0143 310 247 | Mail: cristina.fasciolo@vulkan.com

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NUMERO 4 / MAGGIO 2020

CORSO TECNICHE FRIGORIFERE E CONDIZIONAMENTO BASE TRAMITE FAD AMAGA SPA Semplici Luca Abbiategrasso CADALPE srl Prantl Lucas Vazzola STULZ SPA COSMOTEC Venturini Elia Valeggio S/M

CORSO TECNICHE FRIGORIFERE E CONDIZIONAMENTO BASE E SPECIALIZZAZIONE A CASALE MONFERRATO

EURA GLACE srl Tornielli Matteo Casalmaiocco FRIGOMAR srl Arpe Lorenzo Bandini Riccardo Carasco NUTRISERVICE srl Ciccone Matteo San Paolo PRINZ srl Braschi Lapo San Donnino RENAT srl Berti Alessandro Capannori SARDA IMPIANTI srl Bortolotti Alessio Arzachena

ACETO srl Migliori Davide Lipomo

TODOS IT srl Barral Bruno Drovetti Sandro Pisogne

ARTE BIANCA spa La Vore Francesco Brescia

AIT SCHWEIZ AG Otero-Suarez Esteban St Antonino

BALSAMO F.LLI snc Sandu Flavian San Damiano Asti

IFI spa Spadoni Riccardo Tavullia

Il lockdown e la distanza non sono un problema, per il Centro Studi Galileo: grazie alle piattaforme per la Formazione a Distanza, il docente Gianfranco Cattabriga ha potuto seguire passo a passo la formazione di una selezione di Tecnici del Freddo in Qatar, a oltre cinquemila Km di distanza. MBM DI GRASSO ALBERTO Maffei Stefano Savona

FAREL srl Rota Massimiliano Lissone

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO BRASATURA A CASALE MONFERRATO ABM SYSTEMS srl Limonta Riccardo Martinelli Claudio Azzano S. Paolo

GREGO TERMOIDRAULICA Grego Gabriele Milano NUTRISERVICE srl Saccenti Giordano Bassani Anthony San Paolo

Nella sede di Agliana del Centro Studi Galileo, una delle 15 sedi che coprono il territorio nazionale, un gruppo di Tecnici del Freddo mostra l’attestato che conferma il completamento del Corso di Preparazione alla Certificazione dell’Azienda. Foto scattata a febbraio ante DPCM

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LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO BRASATURA A ROMA BOMBARDIER TRANSP. HOLD. USA INC Mazzilli Francesco Vado Ligure EDA INDUSTRIES spa De Santis Luciano Cittaducale IES SRL Marcari Giuseppe Cittaducale

Foto di rito durante un corso ad hoc a Roma, presso HG Support. Il Centro Studi Galileo, oltre ai corsi in aula e a distanza, organizza anche corsi dedicati e specifici per le singole aziende. Foto scattata a febbraio ante DPCM

Gli allievi del Centro Studi Galileo svolgono le prove pratiche durante l’esame per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi - PIF svolto nella sede principale di Casale Monferrato in periodo Covid 19

Grazie alla FAD – Formazione a Distanza, il Centro Studi Galileo ha potuto proseguire con l’organizzazione dei suoi corsi di formazione, in particolar modo il PIF – Patentino Italiano Frigoristi, obbligatorio e indispensabile per maneggiare in sicurezza gli F-GAS. 18/ INDUSTRIA & formazione


NUMERO 4 / MAGGIO 2020

NUOVA RUBRICA: APPROFONDIAMO IL DECRETO F-GAS E LA BANCA DATI CHI ACQUISTA GAS MA NON EFFETTUA INSTALLAZIONI DEVE AVERE LA CERTIFICAZIONE? Sono titolare di una piccola ditta che produce apparecchiature contenenti gas fluorurati ad effetto serra, ma non ci occupiamo di installazione delle stesse. Facciamo riparazione esclusivamente presso la sede di produzione. Per poter acquistare il gas il fornitore ci richiede la certificazione f-gas dell’azienda. Senza certificazione non ci vendono il gas. Devo pertanto provvedere alla certificazione? Le aziende che forniscono gas fluorurati ad effetto serra hanno l’obbligo di dichiarare la vendita del gas in Banca Dati. Ai fini della dichiarazione il venditore deve individuare se 1. L’azienda a cui vende il gas è un’azienda sottoposta all’obbligo di certificazione aziendale, 2. Se necessita solamente di certificazione del personale e non aziendale 3. Oppure se non necessita né dell’una né dell’altra. La decisione sulla categoria di appartenenza della ditta acquirente dipende dal tipo di attività svolte dalla stessa. Naturalmente il venditore non deve preoccuparsi oltremodo di definire a quale categoria appartiene l’acquirente. Nel caso in cui la ditta acquirente sia in possesso di certificazione aziendale il venditore inserirà in Banca Dati il numero di certificato f-gas della ditta. Sono obbligate ad essere certificate tutte le ditte che si occupano di installazione, manutenzione, riparazione, controllo delle perdite di apparecchiature fisse di refrigerazione contenenti gas fluorurati ad effetto serra. Nel caso 1) sarà l’acquirente stesso ad identificarsi come cliente non sottoposto all’obbligo di certificazione aziendale. Per fare alcuni esempi sono i casi in cui la persona acquista i gas per operazioni di ricarica di impianti di condizionamento installati su veicoli oppure per la manutenzione delle apparecchiature di proprietà dell’azienda per conto della quale opera o nel caso di riparazioni effettuate nella sede di produzione. In questo caso il venditore dovrà indicare in Banca Dati oltre al patentino anche il nominativo della ditta per la quale opera. Anche nel caso 3) l’acquirente deve identificarsi come soggetto non sottoposto né alla certificazione del personale né a quella aziendale. E’ il caso di coloro che acquistano f-gas per la prima ricarica degli impianti effettuata da fabbricanti oppure per la ricarica di apparecchiature mobili installati su mezzi per i quali non è richiesta la certificazione della persona né dell’azienda. In questo caso il venditore dovrà dichiarare la vendita cliccando su “finalità differenti da quelle di cui all’art.11, paragrafo 4 del regolamento 517/2014”. Sarà necessario scaricare il modello di dichiarazione corrispondente reperibile nell’area Modelli raggiungibile dalla home page, farlo compilare dall’acquirente e caricarlo nell’area dedicata della Banca Dati. █

█ CERTIFICATI F-GAS IN TEMPI DI CORONAVIRUS Il periodo di fermo delle attività non essenziali ha portato alcune deroghe ai normali adempimenti FGas Innanzi tutto, anche in questo periodo, Accredia ha autorizzato il proseguo delle attività di certificazione sia delle persone che delle aziende se sussistono comprovate esigenze lavorative e urgenze (circolare 10/2020). L’autorizzazione prevede che gli esami teorici e pratici possano essere fatti in modalità on line, in diretta e registrati. Il Centro Studi Galileo sta continuando l’attività sia per la preparazione che per il rilascio dei patentini F-gas che per la preparazione alla certificazione dell’azienda,

attività che sta riscuotendo molto successo in quanto si può seguire la sessione comodamente da casa. Sempre Accredia, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, ha emesso una circolare in cui tutti i certificati in scadenza nel periodo compreso tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020 resteranno validi fino al 15 giugno. L’obbligo viene rimandato agli organismi di certificazione che devono quindi posticipare audit, scadenze, estensioni e mantenimenti. Per quanto riguarda invece le scadenze dei controlli periodici delle apparecchiature con più di 5 tonnellate di CO2, non c’è alcuna circolare specifica alla data odierna. Tuttavia, è auspicabile pensare che la stessa proroga valga per i controlli obbligatori delle apparecchiature che andavano verificate nel periodo di chiusura forzata delle attività. In questo momento, stiamo lavorando sia a livello italiano che europeo perché ciò avvenga. █ IL GAS RICICLATO: OBBLIGHI DI LEGGE A partire dal 1° gennaio 2020 tutte le attività di assistenza e manutenzione su apparecchiature di refrigerazione funzionanti con gas fluorurati avente un gwp superiore a 2500 e con un contenuto di refrigerante pari o superiore a 40 tonnellate di CO2 possono essere svolte esclusivamente con gas rigenerato o riciclato. E’ il caso di apparecchiature che contengono gas come il 404a o il 507 in quantità superiore ai 10 kg circa. A partire dal 1° gennaio 2020 tutte le attività di assistenza e manutenzione su apparecchiature di refrigerazione funzionanti con gas fluorurati avente un gwp superiore a 2500 e con un contenuto di refrigerante pari o superiore a 40 tonnellate di CO2 possono essere svolte esclusivamente con gas rigenerato o riciclato. E’ il caso di apparecchiature che contengono gas come il 404a o il 507 in quantità superiore ai 10 kg circa. Conformemente all’art 12 par 6, i gas fluorurati ad effetto serra rigenerati o riciclati sono etichettati con l’indicazione che la sostanza è stata rigenerata o riciclata, informazioni sul numero di lotto e il nome e l’indirizzo dell’impianto di rigenerazione o riciclaggio. Seguendo le indicazioni della Banca Dati, se l’attività di riciclaggio (per la cui definizione si rimanda al Regolamento 517/2014) del F-gas viene svolta dal manutentore con un’attrezzatura idonea a tale funzione, nella comunicazione dell’intervento si dovrà indicare che l’F-Gas è stato riciclato dalla stessa impresa certificata che svolge l’intervento, specificando se viene utilizzato nella stessa apparecchiatura dalla quale è stato recuperato o in altre. In entrambi i casi si dovrà indicare il nominativo del produttore ed il modello dell’attrezzatura usata per riciclare il gas. E’ opportuno sottolineare che durante l’inserimento in Banca Dati, alla voce manutenzione viene chiesto se è stata svolta attività di recupero. A tal fine è opportuno riportare le istruzioni contenute nel manuale per la comunicazione degli interventi: “scegliere SI se, nel corso delle operazioni e prima dello smaltimento dei prodotti o delle apparecchiature, è stata svolta un’attività di recupero ovvero di raccolta e stoccaggio di gas fluorurati a effetto serra e indicare la quantità di F-GAS recuperata. Scegliere NO se tutti gli F-GAS sono stati reinseriti nell’apparecchiatura”. Pertanto, nel caso di un intervento di manutenzione, se il gas viene recuperato per poi essere immesso nuovamente nella stessa apparecchiatura, l’attività di recupero non va segnalata. Va segnalato il recupero solamente quando finalizzato al riciclaggio, riciclo o smaltimento.

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LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

NUOVA RUBRICA: Domande frequenti tratte da Incontro Formativo a Distanza iFAD | “Gli impianti dopo la pandemia: gestione, igienizzazione, componenti” Webinar | “Dai refrigeranti alternativi all’igienizzazione degli impianti”risposte di Errecom SpA

Abbiamo parlato di aumento dei flussi d’aria, ma al tempo stesso l’aumento dei flussi può diventare aumento di rischio contagio. Come troviamo il giusto incremento del flusso d’aria? Cercando di evitare moti turbolenti nell’ambiente. Ogni situazione va analizzata singolarmente, è proprio importante l’esperienza del tecnico

La legge n.82 è specifica per le imprese di pulizia, mentre chi fa manutenzione sugli impianti non è compreso in questa legge. Ovviamente a chi esegue questi tipi di manutenzione l’utente potrà e dovrà richiedere la competenza/idoneità. Questo è in fase di chiarimento. A un chirurgo, per esempio, non chiedono la licenza di sanificatore degli strumenti. Il suo grado di competenza è ritenuto già idoneo e superiore.

Qual è, e come dobbiamo scegliere, il principio attivo in base a quali materiali trattare? Le macchine che andiamo a trattare hanno in sé metalli, rame, alluminio e plastiche e gomme... Quali sono le compatibilità? Il mio suggerimento è utilizzare prodotti a base di sali di ammonio quaternari.

I prodotti Errecom destinati alla sanificazione ambienti piuttosto che terminali di climatizzazione sono tutti idonei/certificati per eliminare covid19? Il miglior prodotto per l’Eliminazione è Sanibact, tra i prodotti Errecom. Gli Igienizzanti sono un valido aiuto per ridurre il rischio di diffusione ed evitare di unire all’infezione da virus altre criticità microbiche. Voglio dire che oltre a evitare la diffusione del Covid-19 è bene evitare che ci si possa infettare di altro: tra loro i patogeni non sono “gelosi” e un ambiente non sano può aggredire le persone in diversi modi.

Una delle slide riguarda impianti non canalizzati e quindi a tutt’aria interna. Cioè ricircolo. Non si dovrebbe eliminare? Si, è stata inserita per attrarre l’attenzione tra l’evaporatore split di casa e i sistemi di grandi aree come supermercati e ospedali. L’ideale è evitare il ricircolo.

Quali Quali prodotti prodotticonsigliate consigliateper peri grandi i grandi impianti? impianOgni ti? situazione va studiata esattamente come l’impianOgni to. Sulsituazione nostro catalogo va studiata può trovare esattamente dalla bomboletta come l’impianuso to. Sul nostro catalogo appartamento a prodotti può pertrovare la grande dallamanutenzione. bomboletta uso appartamento a prodotti per la grande manutenzione. Per quanto riguarda la Campania, l’ordinanza della PerRegione quanto riguarda a seguitola di Campania, apertura di l’ordinanbar/ristoza della ranti ecc.Regione prevedea la seguito sanificazione di apertura dell’ambiente di bar/ristoe ranti ecc. prevede l’igienizzazione degli la sanificazione impianti di ventilazione/clidell’ambiente e matizzazione l’igienizzazione condegli la sostituzione impianti didei ventilazione/clifiltri. Dovendo matizzazione essere la sanificazione con la sostituzione degli ambienti dei filtri. effettuata Dovendo da essere laaddette aziende sanificazione che presentano degli ambienti un effettuata determinato da aziendeATECO, codice addetteper che quanto presentano riguarda unl’igienizzaziodeterminato codice ne deveATECO, essere effettuata per quanto dariguarda impiantisti? l’igienizzazioDal ne mio devepunto essere di effettuata vista, sì. Si dapotrebbero impiantisti? valutare dei Dal mio corsi di formazione punto di vista, dedicati. sì. Si Vi potrebbero immaginate valutare il rischio dei corsicomporta che di formazione un’impresa dedicati. di pulizia Vi immaginate senza competenze il rischio cheimpianti di comporta che,un’impresa pur conoscendo di pulizia i prodotti senza competenze disinfettanti, di impianti mette manoche, all’impianto? pur conoscendo i prodotti disinfettanti, mette mano all’impianto? Come si fa il tampone? Esistono Come diversi si fa prodotti. il tampone? Nella maggior parte dei casi è Esistono diversi sufficiente appoggiare prodotti. il prodotto Nella maggior sulla superficie parte dei casi indiviè sufficiente duata comeappoggiare rappresentativa il prodotto e trattare sullacon superficie il reagente. indivi-

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duata come Quindi rappresentativa prodotti specifici e trattare percon condizionatori il reagente. con presidio Quindi prodotti medico chirurgico specifici per non condizionatori esistono? Sì: con Sanibact. presidio medico chirurgico non esistono? Sì: Sanibact. Le UTA dotate di recuperatore a flussi incrociatoLe a tutt’aria UTA dotate esterna di possono recuperatore funzionare a flussi meglio? incroAssolutamente ciato a tutt’aria sì. Purché esternanon possono vi sia contaminazione. funzionare meglio? Per fare una sanificazione la soAssolutamente sì. Purché non vi siadell’impianto contaminazione. luzione potrebbe essere un intervento congiunto con un’impresa Per fare unadisanificazione pulizie? dell’impianto la soIl luzione mio parere potrebbe è che debba essere farlo unun intervento tecnico che congiunto conosce glicon impianti, un’impresa i materiali di pulizie? e le problematiche del settore. Il mio parere è che debba farlo un tecnico che conosce gli impianti, Errecom i materiali ha unemanuale le problematiche specifico? del settore. Si, ogni prodotto ha la TDS dedicata e abbiamo prodotto un manualetto Errecomdiha corretta un manuale detergenza specifico? e disinfezione. Si, ogni prodotto ha la TDS dedicata e abbiamo prodotto un manualetto Per quanto di corretta riguarda detergenza la macchina e disinfezione. ad ozono che avete a catalogo, per quali applicazioni viene utilizzata? Per quanto riguarda la macchina ad ozono La che macchina avete ageneratrice catalogo, per di Ozono quali applicazioni è un’alternativa viene alla sanificazione utilizzata? degli ambienti con l’utilizzo di prodotti chiLa macchina mici. Tuttavia, generatrice utilizzando l’ozono di Ozono si rinuncia è un’alternativa all’azione alla desanificazione tergente del disinfettante degli ambienti o igienizzante con l’utilizzochimico. di prodotti L’ozono chimici. Tuttavia, quindi garantisce utilizzando una disinfezione l’ozono sisolo rinuncia superficiale all’azione perché detergentel’operazione manca del disinfettante meccanica o igienizzante di rimozione chimico. dello sporco. L’ozono quindi garantisce una disinfezione solo superficiale perché contribuire a undello cambio di mancaDobbiamo l’operazionetutti meccanica di rimozione sporco. mentalità, anche ai clienti finali! Sanificazione e igienizzazione Dobbiamosono tuttisempre contribuire stati visti a uncome cambio un codi mentalità, sto inutile. anche ai clienti finali! Sanificazione e Èigienizzazione assolutamentesono necessario sempre stati rendere visticonsapevoli come un co-i clienti sto inutile. finali dell’importanza della pulizia e della sanificaÈ zione assolutamente degli impianti,necessario non solo perché rendere se queste consapevoli opera-i clienti zioni rientrano finali dell’importanza nell’ordinariadella manutenzione pulizia e della si riducono sanificaizione costi degli sia inimpianti, termini non di minori solo perché rotture se dell’impianto queste operache zioni di minori rientrano costi energetici, nell’ordinaria ma manutenzione anche e soprattutto si riducono per le i costi sia in termini conseguenze in termini di minori di salute rotture che dell’impianto una scarsa puliche di minori zia genera. costi Daenergetici, parte nostra mastiamo anchecercando e soprattutto di portare per le conseguenze avanti questa opera in termini di sensibilizzazione di salute che una da anni. scarsa Chissà pulizia genera. che il periodo Daattuale parte non nostra siastiamo davvero cercando il momento di portare giusto avanti per dare questa una svolta. opera di Sesensibilizzazione avete bisogno didaqualsiasi anni. Chissà supche il periodo porto, non esitiattuale a contattarci. non sia davvero il momento giusto per dare una svolta. Se avete bisogno di qualsiasi supporto, non Come esitisia può contattarci. dimostrare al cliente quanti e quali batteri vi sono sul suo impianto? Purtroppo, Come i batteri si può sono dimostrare visibili soloalacliente microscopio, quantima e Le quali assicuro batteri chevisesono Lei pulisce sul suo anche impianto? solo uno split (filtro, Purtroppo, i batteri evaporatore, scoccasono interna, visibili ecc…) solocon a microscopio, i prodotti giusti ma e Le assicuro convoglia tutto chelose sporco Lei pulisce e l’acqua anche di risciacquo solo uno split all’interno (filtro, evaporatore, di un contenitore scocca e lainterna, fa vedere ecc…) al suo con icliente, prodottidicendo giusti e convoglia che tutto quello tutto lo che sporco ha eraccolto l’acqua sarebbe di risciacquo finitoall’interno nei suoi di un contenitore polmoni, non è necessario e la fa vedere che abbia al suo un microscopio cliente, dicendo per che tutto quello convincerlo dellache necessità ha raccolto dell’operazione sarebbe finito di pulizia. nei suoi Se polmoni, va sul nostro non sito è necessario e scarica che il nostro abbiacatalogo un microscopio troverà tutti per convincerlo gli strumentidella per fare necessità quellodell’operazione che le ho appena di pulizia. descritto. Se va faccia Mi sul nostro sapere sitocome e scarica è andato il nostro l’esperimento! catalogo troverà tutti gli strumenti per fare quello che le ho appena descritto. Azioni di pulizia con ionizzatori posMi faccia sapere come èambiente andato l’esperimento! sono essere più adatti rispetto alle lampade UV? No, sull’ambiente Azioni di pulizia deterso ambiente la luce UV con è più ionizzatori efficienteposdeglisono ionizzatori. essere più adatti rispetto alle lampade UV? No, sull’ambiente deterso la luce UV è più efficiente degli ionizzatori.

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Vi saranno più specifiche nelle linee guida per la sanificazione degli ambienti? Salve, c’è un riferimento normativo che prevede obblighi di manutenzione sugli split in appartamento o comunque piccole potenze? Attualmente non esistono linee guida normate da leggi o enti. Tuttavia, Errecom, per dare supporto ai suoi clienti, ha redatto un manuale per la pulizia dei climatizzatori che speriamo possa esserle di aiuto. Chiaramente, per qualsiasi esigenza o richiesta specifica siamo sempre a disposizione.

Per la sanificazione dei sistemi aeraulici come ci si deve comportare? Occorre disinfettare i filtri di uscita di ogni bocchetta con il prodotto adatto a seconda del tipo di materiale e detergere l’area circostante. Intervenire sull’evaporatore detergendolo e disinfettandolo. Attivare sistemi di lavaggio dei tubi (esistono spazzole a elica, robot...) e successivamente ripetere il trattamento con disinfettanti non corrosivi. Il mantenimento poi può essere fatto con fumi disinfettanti, che possono essere fatti entrare dall’aspirazione. Esistono anche impianti che si possono montare permanentemente sulle canalizzazioni e possono erogare quantità di disinfettante. Tutti questi trattamenti però prevedono che nessuna persona ne venga esposta. Va ragionato caso per caso in fase di progettazione.

Con il Covid-19, AICARR consiglia di massimizzare le portate d’aria e dove possibile chiudere i ricircoli. Questo consiglio è assolutamente condivisibile. Più si aumentano le portate d’aria e maggiore sarà la dispersione del virus perché si abbasserà la sua concentrazione in un’ambiente. No, un flusso troppo intenso rimescola eccessivamente l’aria favorendo il contagio. Occorre generare un buon ricambio, eliminando certamente la funzione di ricircolo e immettendo aria pulita per diluire il rado di contaminazione. I ricircoli invece sono pericolosi in termini di diffusione dell’infezione perché potenzialmente riportano in circolo nell’aria anche il virus che si è già depositato sulle superfici dell’ambiente.

Buon giorno, in una attività di studio dentistico hanno consigliato al mio cliente di fare una disinfezione con una macchina che genera ozono, me è una cosa efficace? L’utilizzo dell’ozono è sicuramente un metodo alternativo di disinfettare la cui efficacia contro COVID-19 a oggi non è provata. Inoltre, rispetto ad una disinfezione con un disinfettante chimico queste le principali differenze: 1. Non pulisce, non deterge. Non avendo un’azione meccanica lo sporco non viene rimosso. L’azione rimane quindi solo superficiale. 2) non si ha la possibilità di profumare l’ambiente e quindi questa operazione viene poco percepita come eseguita con successo dal cliente finale. Purtroppo, siamo ormai abituati al “profumo di pulito”. Questa è una delle principali ragioni per cui spesso viene poi utilizzato un profumatore ambientale che rilasci un “piacevole profumo di pulito”. Con un disinfettante o un igienizzante questa seconda operazione non è necessaria perché già profumati.

Utilizzando i vostri prodotti potremmo rilasciare qualche documento di sanificazione? Al momento non esiste un documento in tal senso. Potete però rilasciare una dichiarazione in cui affermate di aver eseguito il trattamento con “il prodotto”.

Ci sono dei protocolli per gli studi odontoiatrici? Purtroppo, per quanto ne sappiamo, non esistono ancora protocolli dettagliati per nessuno.

Se fosse disponibile un prodotto anti COVID19, è possibile inserire cartucce per la diffusione negli ambienti? il condizionamento potrebbe diventare strumento per combattere i virus nell’aria. Il limite dei disinfettanti in generale è che hanno azione Biocida: semplificando, così come aggrediscono le cellule batteriche o la parete dei virus, aggrediscono anche le nostre cellule. Quindi si, esistono prodotti anti COVID19 ma solo per gli oggetti. È possibile tuttavia aiutare la lotta attraverso l’aria condizionata ad esempio attivando la disinfezione di un edificio la sera, dopo che TUTTI sono usciti, e calcolando il corretto tempo di azione e successivo cambio di aria.

L’ipoclorito è ottimo! Uno dei prodotti più efficaci. Non sempre adatto a tutte le superfici però.

Quali sono le aziende che in questo momento garantiscono prodotti efficaci? L’efficacia dei disinfettanti è data dalla certificazione di PRESIDIO MEDICO CHIRURGICO che deve essere comprovata da un numero di registrazione rilasciato dal Ministero della Salute. Quella degli igienizzanti o di altri prodotti, invece, è data dalla rigorosità dei processi produttivi e dei test che sono eseguiti nei laboratori chimici delle aziende produttrici o di enti terzi che li certificano. Nel nostro caso, ad esempio, essendo un’azienda chimica produttrice certificata, progettiamo, formuliamo, testiamo e produciamo i nostri prodotti tutti internamente. Molti sono testati da enti terzi o da clienti che li hanno omologati. Altri nostri prodotti sono certificati e dichiarati disinfettanti in Germania dove la burocrazia ha tempi di risposta decisamente diversi rispetto all’Italia. Anche in questi mesi, purtroppo abbiamo visto tutti come la burocrazia italiana sia talmente elefantiaca che, nonostante l’emergenza sanitaria, non è stata in grado di supportare aziende straordinarie che hanno riconvertito le proprie linee produttive in pochi giorni a servizio dell’emergenza COVID19. Se vuole avere maggiori informazioni sui nostri prodotti può collegarsi al nostro sito www.errecom. com e scaricare il nostro catalogo. Chiaramente siamo a disposizione per qualsiasi approfondimento o visita in azienda dove potrà toccare con mano la professionalità, la serietà e la qualità del nostro lavoro.

Negli impianti canalizzati, dove certe volte è impossibile arrivare agli evaporatori, come possiamo sanificare? Il fumo riesce a muoversi lungo il canale. Comunque diventerà necessario, con il tempo riprogettare gli impianti in modo che sia più semplice intervenire in tal senso.

Passo tra le alette? Se intende tra le alette delle batterie alettate, con il prodotto giusto è possibile garantire la pulizia delle batterie alettate. Verifichi sul nostro catalogo (download dal sito www.errecom.com sezione CATALOGHI) EVAPORATOR CLEANER, EVAPORATOR CLEANER FOAM o POWER CLEAN IN. Se avete bisogno di maggiori informazioni rispetto a quanto a catalogo non esitate a contattarci.

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LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Impianti di Condizionamento e COVID-19: Bollettino Tecnico

AREA Air Conditioning and Refrigeration European Association, 26 Associazioni europee 22 Stati 110.000 frigoristi

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1 CORONAVIRUS COVID-19 A causa del rapido sviluppo dell’’attuale epidemia di coronavirus (COVID-19) si sta verificando un conseguente veloce cambiamento delle indicazioni dei Governi e degli esperti scientifici. Questo lavoro si basa sulle migliori conoscenze disponibili nel momento in cui è stato redatto. Nel caso di eventuali repentine variazioni della situazione è consigliato consultare i siti web dei Governi nazionali europei e dei sistemi sanitari nazionali. Questa guida riguarda la gestione in sicurezza dei comuni sistemi di ventilazione.

2 SITUAZIONE Vasta eco hanno avuto recenti articoli di giornali in cui si riportavano i risultati di ricerche che concludevano che “il coronavirus potrebbe essere diffuso dai sistemi di condizionamento dell’aria”. Esistono pochissime ricerche attendibili a supporto di questa tesi, e mentre ci sono molte cose che non si conoscono ancora su questo nuovo coronavirus, le prime ricerche pubblicate su Lancet hanno indicato che la via di trasmissione primaria è da persona a persona. Si ritiene che la trasmissione di COVID-19 avvenga principalmente attraverso goccioline respiratorie generate da tosse e starnuti e


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attraverso il contatto con superfici contaminate. Si presume che le modalità di trasmissione predominanti siano la gocciolina e il contatto. 3 PREVENZIONE I meccanismi primari per prevenire la trasmissione del coronavirus si fondano su regolari e accurati lavaggi delle mani con sapone e acqua calda per almeno 20 secondi, insieme alla stretta osservanza delle regole di distanziamento sociale e al fatto di rimanere a casa. La diluizione dell’aria contaminata riduce il rischio derivante da tale contaminazione, pertanto si consiglia di impostare qualsiasi sistema di ventilazione o di condizionamento esistente, che normalmente funziona in modalità di ricircolo, nella modalità a piena aria esterna, se tale sistema necessita di funzionare e non può essere spento. In questo momento il potenziale beneficio per la salute pubblica ottenibile con questo accorgimento ha maggiore importanza rispetto alla penalizzazione causata dalla riduzione dell’efficienza energetica conseguente al mancato ricircolo dell’aria. Qualsiasi contaminante dell’aria può essere ridotto attraverso una filtrazione efficiente dell’aria, una manutenzione regolare e una adeguata pulizia del sistema di ventilazione così come previsto dalle indicazioni normative e dalle buone pratiche operative. 4 MISURE OPERATIVE DA OSSERVARE Sono state sollevate domande in merito a quali misure speciali dovrebbero essere adottate in questo momento quando si affrontano le attività di manutenzione, la sostituzione o la pulizia dei filtri, ecc. È importante sottolineare che molte misure che dovrebbero essere adottate sono pratiche standard e dovrebbero essere sempre prese, non solo durante l’attuale crisi pandemica. • DPI: ᴑ I previsti DPI devono sempre essere indossati. Essi prevedono l’uso di guanti monouso, una maschera FFP3, occhiali e preferibilmente una tuta monouso. ᴑ Prima di indossare qualsiasi dispositivo di protezione respiratorio

aderente deve essere eseguito un test di adattamento facciale. È importante notare che se il tipo di dispositivo disponibile non è quello ottimale a causa della mancanza di forniture, è necessario completare ulteriori test di adattamento frontale. • Considerazioni generali ᴑ In base al tipo di impianto o ambiente considerato: ▶ Normalmente funziona in depressione o in sovrapressione? ▶ Lo spegnimento delle ventole crea un problema nell’area dove opera il tecnico della manutenzione in quanto sta potenzialmente attirando aria sporca verso di lui o nel condotto/ apparecchiatura quando i pannelli di accesso vengono aperti o rimossi? ▶ L’aria può ugualmente essere movimentata attraverso l’impianto mentre i filtri vengono rimossi? ᴑ Spegnere le ventole prima di aprire gli sportelli del pannello di accesso per rimuovere i filtri consentendo l’interruzione del flusso d’aria e permettendo una compensazione della pressione. L’aria non dovrebbe fluire attraverso l’impianto senza gli appositi filtri correttamente posizionati e il manutentore non dovrebbe esporsi a nessuna corrente di aria non filtrata che fluisce attraverso o verso l’impianto • Filtri usa e getta (comunemente usati nelle unità di trattamento aria, ecc.) ᴑ Dovrebbero essere maneggiati, quando possibile, dal telaio di cartone mentre il dispositivo filtrante deve essere lasciato intatto. Devono essere maneggiati con cura per evitare il distaccamento delle particelle di particolato dal dispositivo filtrante. ᴑ I filtri devono essere immediatamente posti in un contenitore chiuso per evitare la dispersione di eventuali particelle. ᴑ I contenitori devono essere chiusi saldamente prima di essere movimentati. ᴑ Al momento, e se possibile, i filtri devono essere lasciati per almeno 72 ore in un’area di stoccaggio sicura prima di essere smaltiti.

mento): ᴑ Dovrebbe essere maneggiati, quando possibile, attraverso i bordi del telaio mentre il mezzo filtrante deve essere lasciato intatto. Devono essere maneggiati con cura per evitare il distaccamento delle particelle di particolato dal dispositivo filtrante ᴑ I filtri devono essere immediatamente chiusi in un contenitore e portati in una zona di lavaggio sicura. ᴑ I filtri devono essere lavati con acqua calda e sapone per almeno 20 secondi in linea con le raccomandazioni per il lavaggio delle mani come misura preventiva. ᴑ I filtri devono essere asciugati prima di essere reinseriti nell’apparecchiatura. • Igiene personale ᴑ Per quanto riguarda il lavaggio delle mani, lo smaltimento o la conservazione delle tute, ecc. le procedure di pulizia raccomandate devono sempre essere seguite al completamento di ogni fase di lavoro e prima di lasciare il luogo in cui si è operato. In particolare, non si devono maneggiare filtri puliti con gli stessi guanti con cui sono stati rimossi i filtri sostituiti per ridurre al minimo qualsiasi rischio di contaminazione incrociata. ᴑ In qualsiasi caso il personale si deve riferire alle norme nazionali e contattare la propria associazione nazionale per eventuali domande. Vedi anche la biblioteca AREA Covid-19. Nota: questo documento è stato predisposto sulla base delle conoscenze disponibili al momento della pubblicazione e deve essere inteso per scopi generali, non per fare affidamento su specifiche questioni tecniche o legali, nel qual caso è necessario affidarsi sempre ad una consulenza indipendente. Nessuna responsabilità di alcun tipo per lesioni, morte, perdite, danni o ritardi comunque causati, derivanti dall’uso dei consigli e delle raccomandazioni contenuti nel presente documento, è addebitabile agli autori o ad altri soggetti coinvolti nella sua pubblicazione (inclusa la Building & Engineering Services Association ).

• Filtri in plastica lavabili (tipici dei moderni impianti di condizionaINDUSTRIA & formazione /23


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Garantire una transizione sicura dei refrigeranti

Stephen R. YUREK President & CEO, Air-Conditioning, Heating, and Refrigeration Institute AHRI

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Air conditioning and Refrigeration European Association

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Articolo tratto dal 18° Convegno Europeo Richiedere atti e video

Figura 1 24/ INDUSTRIA & formazione

Ora che lo storico Emendamento di Kigali del Protocollo di Montreal è stato ratificato dal numero appropriato di paesi in tutto il mondo ed è entrato in vigore nel gennaio di quest’anno, c’è ancora molto lavoro da fare per garantire una transizione sicura dai Refrigeranti Idrofluorocarburi HFC ad alto GWP. La situazione attuale negli Stati Uniti rispetto a una riduzione graduale nazionale o alla partecipazione ad una riduzione graduale globale è confusa, poiché l’amministrazione Trump sembra poco incline a ratificare il trattato. La prospettiva legislativa si fa di giorno in giorno meno chiara per via delle elezioni presidenziali del 2020 che si profilano all’orizzonte, influenzando ogni sforzo legislativo in termini politici crudi e aumentando la difficoltà di successo. Si sommino a questo mix una ple-

tora di attività a livello statale e il percorso diventerà forse ancora più difficoltoso. Vedere la Figura 1. La California ha l’obiettivo politico di ridurre le emissioni del 40% entro il 2030, ossia di 5-10 anni in avanti rispetto all’emendamento Kigali. Vedi la Figura 2. Ma anche di fronte all’incertezza, il percorso del settore è chiaro: una nuova generazione di refrigeranti a basso potenziale di riscaldamento globale è all’orizzonte e sia i produttori di refrigeranti che i produttori di apparecchiature stanno procedendo a un ritmo serrato. Oltre alle vie legislative e regolamentari, costruttori e produttori hanno, sotto l’egida di AHRI, ricercato refrigeranti alternativi idonei per le numerose applicazioni necessarie dal 2011. I più promettenti di questi sono attualmente classificati come leggermente infiammabili (A2L) o infiammabili (A3) e quindi ne è vietato l’uso in molte aree e per molte applicazioni. L’attuale ricerca sul refrigerante infiammabile nel mondo reale che coinvolge il Dipartimento di energia degli Stati Uniti, AHRI, ASHRAE e lo Stato della California è ora ben avviata, con diversi progetti completati Fig. 3. I risultati di questa ricerca indicano chiaramente l’idoneità di molti A2L con le opportune attenuazioni, poiché la maggior parte delle fonti di ignizione domestiche e le superfici calde non possono infiammare questi refrigeranti. L’idoneità degli A3 per la maggior parte delle applicazioni è molto meno chiara, tuttavia, poiché la ricerca ha dimostrato che non solo sono infiammabili, ma in alcuni casi sono esplosivi. Ulteriori ricerche in corso o che avranno presto inizio comprendono la valutazione delle carat-


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HFC Emissioni Business as Usual senza misure di riduzione H1: scenario considerando le riduzioni storiche con i CFC H2: scenario considerando le riduzioni storiche con R22 BC: scenario con caso migliore con retrofit e nuove attrezzature con basso GWP WC: scenario con caso peggiore Obiettivi delle Emissioni Riduzioni del 40% al di sotto della linea di riferimento CA 2013 entro il 2030 Figura 2

teristiche del rivelatore di refrigerante per l’uso in apparecchiature HVACR, uno studio sul rischio di sottoprodotti della combustione e la valutazione dell’efficacia dei requisiti di mitigazione. Indipendentemente da ciò, per essere considerati adatti per l’uso in case e aziende, gli standard di sicurezza e i codici di costruzione sia negli Stati Uniti che in gran parte del resto del mondo dovrebbero essere rivisti. L’AHRI sta lavorando con comitati di standard, normatori, funzionari di costruzione e organizzazioni antincendio per tenerli informati delle ultime ricerche che garantiranno l’uso sicuro di questi refrigeranti. La linea di fondo è questa: la nostra industria è pronta per questa transizione imminente, ma c’è ancora molto lavoro da fare. È fondamentale lavorare tutti insieme per il nostro settore, che è basilare per il continuo comfort, sicurezza e produttività dei cittadini del mondo.

Attrezzatura Condizionatori monoblocco

A2L

A3 (R290)

X

X

Mini-split

X

Rooftop

X

AC Residenziale

X

Refrigeratore Reach-in

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Celle frigorifere

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Impianti elettrici e datacenter

X

X

Figura 3

INDUSTRIA & formazione /25


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Guida mondiale sulla bassa carica di ammoniaca NORMATIvE E STANDARD UNA PANORAMICA

Klára Zolcer Skačanová Manager, Market Development, shecco Lead Author

Questo capitolo fornisce il quadro normativo che regola l’uso dell’ammoniaca come refrigerante in tutto il mondo. L’uso dei tradizionali sistemi ad ammoniaca richiede ulteriori requisiti normativi nella maggior parte dei paesi, a causa della classificazione del refrigerante come fluido pericoloso e caustico nella sua forma concentrata. Tali requisiti normativi si basano generalmente sulla carica di ammoniaca, che richiede regole più rigorose quanto più grande è il sistema. Pertanto, i sistemi a bassa carica di ammoniaca di solito beneficiano di controlli più tolleranti. L’INTERVENTO SULL’INQUINAMENTO GLOBALE STA ACCELERANDO L’USO DELLA TECNOLOGIA A BASSA CARICA DI AMMONIACA L’HCFC-22 è stato ampiamente utilizzato nella refrigerazione industriale in tutto il mondo, ma ora viene gradualmente eliminato a livello globale. Ai sensi del protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono - un trattato internazionale progettato per proteggere lo strato di ozono - le economie mondiali hanno concordato di eliminare gradualmente la produzione e il consumo di sostanze che riducono lo strato di ozono entro il 2030, con una scadenza antecedente al 2020 per i paesi sviluppati. L’emendamento di Kigali al protocollo di Montreal - che mira a ridurre gradualmente l’uso e la produzione di HFC a livello globale ed è entrato in vigore il 1 ° gennaio 2019 - sta accelerando l’utilizzo di refrigeranti naturali, compresa l’ammoniaca e la tecnologia a bassa cari-

26/ INDUSTRIA & formazione

ca di ammoniaca. Inoltre, l’efficienza energetica nel settore HVAC & R viene sempre più attentamente esaminata a livello globale. Spronati dall’accordo di Parigi raggiunto da quasi 200 paesi alla 21ª sessione annuale della conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), le Parti si sono impegnate a fissare obiettivi climatici ed energetici per mantenere l’innalzamento della temperatura globale al di sotto di 2 ° C, pur proseguendo gli sforzi per limitarlo a 1,5 ° C (rispetto ai livelli preindustriali) entro il 2100. Spinta dall’azione legislativa globale, nonché dalla maggiore attenzione per la sicurezza e la proattività di alcuni utenti finali, la tecnologia a bassa carica di ammoniaca sta guadagnando terreno in tutto il mondo nella refrigerazione industriale in sostituzione delle installazioni HCFC22, ma anche altri sistemi obsoleti. Dal punto di vista tecnico, la norma internazionale ISO 5149 (“Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti di sicurezza e ambientali”) è il riferimento per l’uso sicuro dell’ammoniaca nella refrigerazione. La maggior parte delle norme regionali e nazionali, come la EN 378 in Europa, fa riferimento a questa norma internazionale. La politica è tradizionalmente uno degli elementi più importanti quando si tratta di passare a nuove tecnologie e non è diverso nel caso di sistemi a bassa carica di ammoniaca. Shecco ha chiesto agli esperti del settore in un sondaggio globale, quali siano le misure politiche più efficaci per l’adozione della tecnologia a bassa carica di ammoniaca. I risultati di oltre 800 intervistati indicano che diversi tipi di misure svolgono un ruolo importante e l’efficacia potrebbe dipendere dalle circostanze regionali e da altri fattori. Mentre


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Poiché le apparecchiature HCFC22 esistenti stanno per esaurirsi, i sistemi a base di ammoniaca sono ben quotati per essere utilizzati come tecnologie sostitutive. STATI UNITI: PANORAMICA SULLA NORMATIVA

Figura 1

tutti i tipi elencati di misure politiche si sono posizionati in modo simile in ordine di importanza, i divieti sugli HFC con un elevato potenziale di riscaldamento globale hanno ricevuto un numero leggermente maggiore di voti rispetto ad altri. STATI UNITI: QUADRO NORMATIVO I M P O R TA N T E P E R L E INSTALLAZIONI AD ALTA CARICA DI AMMONIACA L’ammoniaca e l’HCFC-22 sono ampiamente utilizzati nella refrigerazione industriale negli Stati Uniti. La progressiva eliminazione di HCFC22 e la pesante regolamentazione governativa sull’uso dei tradizionali sistemi ad ammoniaca stanno conducendo il mercato verso la tecnologia a bassa carica di ammoniaca. I sistemi tradizionali ad ammoniaca sono fortemente regolamentati negli Stati Uniti e le organizzazioni devono riferire ad un gran numero di agenzie federali differenti per rimanere conformi. A causa della loro tossicità, gli im-

pianti ad ammoniaca sono regolati più rigorosamente e potrebbero essere necessari requisiti aggiuntivi. Questi requisiti aggiuntivi non rappresentano necessariamente un ostacolo, ma possono rappresentare un grosso onere per i produttori e le strutture. L’uso della tecnologia a bassa carica di ammoniaca consente ai proprietari di impianti di evitare o limitare i requisiti normativi descritti di seguito, in quanto non superano la soglia di carica che consente alle autorità di applicare le normative. A seguito degli impegni assunti ai sensi del protocollo di Montreal, i regolamenti della US Environmental Protection Agency (US EPA) emanati ai sensi della sezione 601-607 del Clean Air Act eliminano gradualmente la produzione e l’importazione di sostanze che riducono lo strato di ozono (ODS), tra cui HCFC-22 tra il 1° gennaio 2010 al 1° gennaio 2030. Il prossimo passo nel processo di eliminazione graduale riguarderà il 1° gennaio 2020, con una prevista riduzione del 99,5% della produzione e delle importazioni di HCFC-22.

A livello federale, i sistemi con cariche di ammoniaca superiori a 4.536 kg [10.000 libbre] possono essere soggetti a: • Standard OSHA “Gestione della sicurezza dei processi di sostanze chimiche altamente pericolose” (PSM): i requisiti minimi per la conformità sono che un impianto sviluppi, attui e mantenga 14 elementi elencati nel programma PSM, come lo sviluppo di procedure operative standard incluse pratiche di lavoro sicuro, formazione adeguata per i tecnici del freddo e del personale coivolto, nonché la comunicazione dei requisiti di audit per certificare che l’impianto sia conforme alle norme PSM. • L’EPA “Programma di gestione dei rischi per la prevenzione di rilascio accidentale di sostanze chimiche” (RMP): l’obiettivo del regolamento RMP è di prevenire il rilascio accidentale di sostanze chimiche e minimizzarne l’impatto. Le strutture di refrigerazione ad ammoniaca devono soddisfare i requisiti aggiuntivi dettagliati nella Guida al programma di gestione dei rischi supplementari per le strutture di refrigerazione ad ammoniaca. Le norme RMP dell’EPA si applicano a tutti i sistemi di refrigerazione ad ammoniaca contenenti almeno 4.536 kg [10.000 libbre]. • Sezione 313 della pianificazione delle emergenze e del diritto alla conoscenza della comunità (EPCRA), ai sensi della legge sugli stanziamenti per la sicurezza nazionale del 2007: la sezione 313 dell’EPCRA stabilisce i requisiti di segnalazione all’APE. L’ECPRA richiede inoltre che le strutture soggette alla Sezione 313 siano in contatto con il proprio Comitato di pianificazione delle emergenze locali e la Commissione di risposta alle emergenze dello Stato. • Standard antiterrorismo delle strutture chimiche attuati ai sensi della legge sugli stanziamenti per la sicurezza nazionale del 2007: i proINDUSTRIA & formazione /27


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

prietari di strutture devono riferire al dipartimento per la sicurezza nazionale (DHS) la quantità totale di ammoniaca all’interno del sistema e lo stato fisico, la temperatura e la pressione esistente nelle bombole e nel condensatore. Le strutture che utilizzano apparecchiature a bassa carica di ammoniaca non sono in genere soggette ai requisiti OSM PSM e EPA RMP in quanto la loro carica di ammoniaca è inferiore a 4.536 kg [10.000 libbre]. Tuttavia, indipendentemente dalla quantità di ammoniaca utilizzata, i datori di lavoro sono soggetti sia alla clausola di obbligo generale dell’OSHA sia dell’EPA. Sia l’OSHA che l’EPA possono applicare le loro clausole di servizio generale per garantire che i datori di lavoro forniscano un luogo di lavoro libero da pericoli riconosciuti. IIAR LINEE GUIDA PER LA BASSA CARICA DI AMMONIACA In risposta alla crescente domanda di installazioni a bassa carica di ammoniaca, che gli utenti finali riconoscono sempre più come un modo efficace per ridurre l’onere normativo, l’Istituto internazionale di refrigerazione dell’ammoniaca (IIAR) ha sviluppato linee guida per aiutare gli utenti ad installare in sicurezza, utilizzare e manutenere i sistemi di refrigerazione ad ammoniaca che utilizzano una carica di 226,8 kg o inferiore (e al di sotto di 45,5 kg nel passo successivo). Queste linee guida, denominate ‘’ Ammonia Refrigeration Management - Low Charge (ARM-LC) ‘’, sono una versione ridotta delle linee guida ARM che IIAR aveva precedentemente emesso per i sistemi ad ammoniaca che utilizzano cariche comprese tra 226,8 kg e 4.536kg. L’obiettivo generale delle linee guida ARM-LC è di aiutare gli utenti finali a rispettare la clausola del dovere generale della legge sulla sicurezza e la salute sul lavoro, che richiede che un luogo di lavoro sia “libero da pericoli riconosciuti”. Secondo le linee guida, le aziende costruttrici che installano sistemi a bassa carica di ammoniaca saranno comunque responsabili della forma28/ INDUSTRIA & formazione

zione dei propri dipendenti in loco, sebbene la formazione sarebbe significativamente meno intensiva rispetto alle grandi strutture industriali che utilizzano maggiori quantità di ammoniaca. La formazione dei dipendenti dovrebbe riguardare alcune aree chiave, inclusi i rischi per la sicurezza dell’ammoniaca, il monitoraggio del sistema e le misure da adottare in caso di emergenza. Le linee guida ARM-LC raccomandano un controllo del sistema ogni cinque anni.

La struttura deve inoltre effettuare un controllo di conformità almeno una volta ogni cinque anni e l’RMP deve contenere due comunicati di situazioni possibili in caso di incidente. I severi requisiti per gli impianti ad ammoniaca in California sono i motori chiave alla base della maggiore diffusione di sistemi innovativi a bassa carica di ammoniaca rispetto ad altri Stati USA.

LA CALIFORNIA IMPOSTA MISURE PIÙ RIGIDE SULL’AMMONIACA

EUROPA: IL REGOLAMENTO UE SU F-GAS POTENZIA L’ADOZIONE DELL’APPARECCHIATURA DI AMMONIACA

La California è particolarmente severa sull’uso di ammoniaca nella refrigerazione rispetto alle normative federali. La California Accidental Release Prevention (CALARP) stabilisce un limite di soglia quantitativo per l’ammoniaca anidra di 226,8 kg [500 libbre], contro il limite di 4.536 kg [10.000 libbre] a livello federale. Le strutture con sede in California devono essere ispezionate dall’Agenzia amministrativa ogni tre anni, mentre un programma di gestione del refrigerante (RMP) aggiornato deve essere presentato all’Agenzia amministrativa ogni cinque anni.

L’ammoniaca come refrigerante beneficia in genere del piano di riduzione graduale degli HFC dell’Unione Europea ai sensi del regolamento UE sui gas fluorurati 2014 (n. 517/2014). Il regolamento sui gas fluorurati controlla l’uso di gas fluorurati ad effetto serra in Europa e ha un impatto significativo sugli utilizzatori di refrigeranti HFC. Nel sottosettore della refrigerazione industriale, il regolamento vieta l’uso di HFC con un potenziale di riscaldamento globale superiore a 2.500 a partire da gennaio 2020. Ciò influisce in particolare sull’uso di HFC-404A nella refrigerazione industriale.

Figura 2


NUMERO 4 / MAGGIO 2020

Laddove esistano limitazioni all’uso dell’ammoniaca dovute a regolamentazione della distanza di sicurezza, i sistemi di refrigerazione a bassa carica di ammoniaca possono contribuire ad aggirare tali problemi, pur rimanendo conformi alla riduzione graduale degli HFC dell’UE. Non esistono restrizioni nazionali significative che vadano oltre i requisiti dell’UE per le apparecchiature di refrigerazione, condizionamento dell’aria e pompe di calore a base di ammoniaca. Tuttavia, nel 2016 la Commissione europea ha riferito che “la Francia è l’unico paese a imporre” regole restrittive “sull’uso dell’ammoniaca nella refrigerazione”. La Commissione ha dichiarato che “questo non deve essere considerato un ostacolo che creerà problemi significativi ad una maggiore penetrazione nel mercato dei sistemi ad ammoniaca”. Inoltre, il feedback degli esperti ha confermato la conclusione che “non sono necessarie modifiche urgenti alle norme o alle normative vigenti in materia di ammoniaca [nell’Unione europea]”. UE: PANORAMICA SULLA REGOLAMENTAZIONE Di seguito sono descritte in dettaglio le normative e i requisiti specifici applicati nell’Unione Europea per l’uso sicuro dell’ammoniaca come refrigerante. Le aziende che operano nell’Unione Europea e che utilizzano o producono apparecchiature di refrigerazione commerciale e industriale a base di ammoniaca devono conformarsi alla Direttiva Apparecchiature ATEX (ATEX / 94 / CE). ATEX / 94 / CE che può applicarsi ai sistemi installati in strutture o luoghi che contengono elementi potenzialmente esplosivi. I luoghi dedicati ai sistemi di refrigerazione “standard” a base di ammoniaca non sono ”normalmente” classificate come aree pericolose. L’ammoniaca è classificata come refrigerante non infiammabile, ai sensi dei requisiti ATEX. Inoltre, i sistemi ad ammoniaca devono essere installati in conformità con la Direttiva ATEX sul posto di lavoro (ATEX 99/92 / ED). Il presente regolamento richiede che

venga eseguita la classificazione delle aree pericolose (HAC) laddove sussista il rischio di esplosione a causa della presenza di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori, polvere, ammoniaca inclusa. Il regolamento prevede inoltre che, per garantire un funzionamento sicuro, qualsiasi apparecchiatura (sia elettrica che non elettrica) utilizzata in un’area classificata rientri nell’ambito di applicazione del regolamento e deve pertanto essere adatta all’uso nella rispettiva zona. La classificazione dell’area viene effettuata facendo riferimento a codici. La norma EN 60079-10 (atmosfere esplosive) stabilisce un metodo quantitativo per identificare le fonti di rilascio di gas, vapore o polvere infiammabili. La norma EN 60079 è armonizzata con la direttiva ATEX. Lo standard copre i sistemi elettrici utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive e stabilisce tre diverse categorie di ambienti che presentano determinati pericoli quando si utilizzano apparecchiature elettriche. La EN 60079 stabilisce anche i requisiti tecnici per le apparecchiature elettriche utilizzate in questi ambienti. La norma EN 378 (Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti di sicurezza e ambientali) si applica a quasi tutti i sistemi di refrigerazione all’interno di tutti gli stati membri dell’Unione Europea. La norma include disposizioni specifiche relative all’uso dell’ammoniaca come refrigerante, compreso il monitoraggio delle perdite. La norma EN 378 stabilisce che le perdite e altri guasti nel sistema devono essere immediatamente risolti da una persona qualificata. Tutti i sistemi di refrigerazione e condizionamento dell’aria devono essere conformi ai requisiti della Direttiva europea sulle attrezzature a pressione (PED) (97/23 / CE). Per la maggior parte dei sistemi, ciò significa che i produttori devono identificare la massima pressione di sistema (PS) delle proprie apparecchiature, assicurarsi che tutti i componenti siano adatti per la PS e adeguatamente protetti, identificare la categoria di pericolo in cui l’apparecchiatura rientra, assicurarsi che i materiali

siano conformi allo standard corretto e tracciabili, assicurarsi che i brasatori e i saldatori siano qualificati e le macchine funzionino secondo uno standard appropriato, testare correttamente il sistema e contrassegnarlo CE. Ai sensi dell’articolo 9 della PED, l’ammoniaca è considerata un fluido del gruppo 1, a causa della sua tossicità e infiammabilità. FRANCIA: REQUISITI SPECIFICI PER LE INSTALLAZIONI BASATE SU AMMONIACA In Francia, le strutture che utilizzano sistemi a base di ammoniaca con una carica da 150 kg a 1,5 tonnellate sono soggette a relazioni obbligatorie e ispezioni periodiche da parte di organizzazioni approvate (articolo L. 512-11 del Codice francese dell’ambiente). Gli utenti che intendono dotare il proprio sito di un sistema di refrigerazione o di sistemi la cui carica totale è superiore a 1,5 tonnellate di ammoniaca richiedono l’autorizzazione della prefettura (che rappresenta lo stato francese in ciascuno dei dipartimenti regionali della Francia) prima di poterlo fare. L’Unione Europea riconosce che la legislazione francese rappresenta un ostacolo per una più ampia diffusione della tecnologia a base di ammoniaca nel paese. I sindacati francesi hanno sostenuto un allentamento amministrativo per incoraggiare l’uso dell’ammoniaca nella refrigerazione industriale anche prima dell’adozione del regolamento UE sui gas fluorurati. In ogni caso, gli impianti ad ammoniaca in Francia possono spesso beneficiare di un certificato di risparmio energetico (CEE), grazie al recupero di calore offerto da queste tecnologie. CEE è un bonus di efficienza energetica emesso dallo stato che finanzia il lavoro fatto in questa direzione. GIAPPONE: PIANO DI FINANZIAMENTO A S O S T E G N O D E G L I UTILIZZATORI FINALI CHE ADOTTANO REFRIGERANTI NATURALI Fino alla metà degli anni ‘70, l’uso di sistemi diretti ad ammoniaca era uno standard nel settore della refriINDUSTRIA & formazione /29


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

gerazione industriale giapponese, ma una serie di incidenti nei siti di refrigerazione industriale dell’ammoniaca ha suscitato preoccupazioni in merito alla sicurezza del refrigerante. Di conseguenza, la legge sulla sicurezza dei gas ad alta pressione è stata rafforzata nel 1978 allo scopo di prevenire ulteriori incidenti nei siti ad ammoniaca. Ciò ha avuto l’ovvio impatto della diluizione della quota di mercato dell’ammoniaca, che è stata aggirata in favore dell’HCFC-22. Tuttavia, con l’eliminazione graduale delle sostanze che riducono lo strato di ozono, la tecnologia a bassa carica di ammoniaca consente agli utenti di conformarsi ai piani legislativi attuali e futuri sui gas fluorurati garantendo la massima sicurezza. L’aumento dell’uso di ammoniaca a bassa carica in Giappone è stato spinto in particolare da un regime di sovvenzioni gestito dal Ministero dell’Ambiente. Il progetto di sovvenzione quinquennale (2018-2022) aiuta gli utenti finali a ridurre il costo di capitale delle tecnologie di refrigerazione naturale, comprese le installazioni a bassa carica di ammoniaca. Questo piano si rivolge al settore della vendita al dettaglio e della produzione alimentare e alle strutture di conservazione frigorifera. Nell’anno finanziario 2018 (FY2018), il piano ha funzionato con un budget di 6,4 miliardi di ¥ (47 milioni di euro), mentre nell’anno 2019 è aumentato a 7,4 miliardi di ¥ (58 milioni di euro).

Figura 3 30/ INDUSTRIA & formazione

La legge sul controllo delle sostanze chimiche impone la valutazione, il monitoraggio e la comunicazione di alcune proprietà pericolose di sostanze chimiche che sono destinate a essere fabbricate o importate in Giappone, compresa l’ammoniaca. Le apparecchiature HVAC/ R a base di ammoniaca devono essere conformi alla legge sulla sicurezza dei gas ad alta pressione. La legge riguarda le applicazioni fisse, come aria condizionata e refrigerazione. La legge regola l’adeguamento delle strutture e delle attrezzature alle normative tecniche, la preparazione di linee guida per una gestione sicura da parte degli operatori e l’assegnazione di personale qualificato. Anche le apparecchiature che usano l’ammoniaca sono regolate dalla “Legge sul controllo degli odori aggressivi”. Ogni prefettura giapponese è responsabile ai sensi della legge per definire come e dove verrebbe applicato il controllo delle sostanze odorose. La legge sul controllo delle sostanze velenose e dannose controlla la produzione, l’importazione, la vendita, lo stoccaggio, il trasporto e l’esposizione di sostanze tossiche per scopi non medici, compresa l’ammoniaca. La legge stabilisce i requisiti di sicurezza nella produzione, manipolazione, trasporto e smaltimento dell’ammoniaca. La norma JIS B 8612 (Armadi di refrigerazione commerciale) specifica i

materiali e l’uso appropriato riguardante vetrine refrigerate per vendita al dettaglio di alimenti, comprese le apparecchiature a base di ammoniaca. AUSTRALIA: LA FASE HAS DI HFC ACCELERA L’ADOZIONE DELLA TECNOLOGIA A BASSA CARICA DI AMMONIACA La riduzione graduale dell’HFC in Australia è iniziata il 1 ° gennaio 2018. Il paese punta a ridurre il consumo di HFC dell’85% entro il 2036, in linea con gli obblighi previsti dall’emendamento Kigali al protocollo di Montreal. Ciò si otterrà riducendo gradualmente la quantità massima consentita di importazioni all’ingrosso di HFC. Poiché la legislazione allontana l’industria dai refrigeranti ad alto GWP, esiste un ulteriore potenziale di crescita delle apparecchiature a basso carico di ammoniaca che rimpiazzeranno le apparecchiature basate su HFC in circa 100.000 magazzini refrigerati. AUSTRALIA: PANORAMICA NORMATIVA In base alle leggi australiane sulla salute e la sicurezza sul lavoro, i luoghi di lavoro con sistemi di refrigerazione a base di ammoniaca devono disporre di un piano di emergenza scritto. Il governo australiano fornisce una guida online “Guida dell’occupante”


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alla pianificazione di emergenza per i sistemi di refrigerazione a base di ammoniaca che assiste gli utenti nella preparazione e attuazione di un piano di emergenza per i sistemi di refrigerazione a base di ammoniaca. La guida alla pianificazione di emergenza per tutte le industrie pericolose è fornita anche online in Pianificazione di emergenza: una linea guida per i pericoli nell’industria. Inoltre, è attualmente in fase di aggiornamento uno strumento di sicurezza sul lavoro nel Queensland (WHSQ) per la sicurezza della refrigerazione con l’ammoniaca (che comprende una lista di controllo e materiale di supporto di riferimento). Questo strumento aumenterà la consapevolezza dei pericoli e delle misure di controllo dei rischi e fornirà materiale aggiuntivo per l’istruzione e la formazione sulla sicurezza dell’ammoniaca nel settore della refrigerazione industriale. Lo standard tecnico di riferimento australiano per i sistemi di refrigerazione a base di ammoniaca è AS / NZS 5149: 2016, che fa riferimento allo standard internazionale ISO. CINA: ADOZIONE DELLE NORME DI SICUREZZA, CHIAVE PER IL FUTURO DELL’AMMONIACA La Cina è attualmente in procinto di eliminare gradualmente l’uso e la produzione di HCFC, offrendo all’ammoniaca a bassa carica un vantaggio competitivo in sostituzione della scelta dell’HCFC-22 nella refrigerazione industriale. Nel 2015, la Cina aveva già raggiunto il suo obiettivo politico preliminare di ridurre il consumo di HCFC del 10%. L’eliminazione totale dell’uso e della produzione di HCFC in Cina è prevista per il 2040. Inoltre, il sostegno del governo all’efficienza energetica e allo sviluppo tecnologico per mantenere il vantaggio competitivo del Paese nel mercato mondiale, nel settore industriale, potrebbe portare a un uso molto maggiore di refrigeranti naturali in Cina, sia da parte dei produttori che degli utenti finali. L’ammoniaca è stata utilizzata in applicazioni industriali per oltre 60 anni.

Tuttavia, ha guadagnato un certo livello di attenzione tra il pubblico e il governo cinesi, soprattutto a causa di due incidenti mortali verificatisi nel 2013. Ciò, a sua volta, ha portato a una rigorosa regolamentazione del refrigerante nel mercato cinese che la include nella lista nera da parte dei governi locali. Tuttavia, sotto la crescente pressione per eliminare gradualmente i refrigeranti sintetici, l’uso sicuro dell’ammoniaca è una chiara priorità che la Cina deve affrontare. Una maggiore attenzione agli standard e alle pratiche di sicurezza combinata con una maggiore formazione dei tecnici sarebbe la chiave per il ritorno dell’uso dell’ammoniaca nel paese. L’Associazione cinese per la refrigerazione sta guidando gli sforzi per creare e applicare standard di progettazione e operativi adeguati che garantiscano la sicurezza quando si lavora con i sistemi ad ammoniaca. L’uso sicuro dell’ammoniaca in Cina è regolato da una serie di standard di sicurezza. L’adozione del Codice di sicurezza per celle frigorifere (GB28009-2011) alla fine del 2012 ha spianato la strada all’uso sicuro dell’ammoniaca come refrigerante nelle infrastrutture di conservazione frigorifera della Cina. La regolamentazione stabilisce norme e principi di sicurezza dettagliati per la progettazione, la costruzione, il funzionamento e la manutenzione delle celle frigorifere. Si applica a sistemi di refrigerazione sia diretti che indiretti che utilizzano ammoniaca e refrige-

ranti fluorurati (HFC e HCFC) e include regole dettagliate relative alla gestione della sicurezza per la sala macchine, le apparecchiature e i sistemi di refrigerazione, i compressori, i refrigeranti e altre apparecchiature ausiliarie di refrigerazione. Inoltre, secondo il codice cinese per la progettazione di celle frigorifere (GB50072-2010), che è stato recentemente sottoposto a revisione, i proprietari delle strutture devono eseguire una manutenzione regolare del sistema per garantire che il sistema di refrigerazione sia in buone condizioni e ridurre al minimo il rischio di perdite di ammoniaca. Le crescenti restrizioni imposte all’uso dell’ammoniaca, le revisioni degli standard di sicurezza e il coinvolgimento dei principali gruppi industriali, dovrebbero creare condizioni di mercato adeguate per l’adozione rapida di soluzioni a bassa carica di ammoniaca, che hanno già visto un veloce sviluppo negli ultimi dieci anni in Cina. “Se gli utenti finali possono dimostrare al governo che, sebbene l’uso di ammoniaca comporti legittimi problemi di sicurezza, questi possono essere facilmente gestiti con standard e formazione adeguati, allora si possono fare progressi in Cina”, ha affermato Jin Ma, vicedirettore del Comitato per la conservazione a freddo e la lavorazione a freddo presso l’Associazione cinese di refrigerazione.

INDUSTRIA & formazione /31


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Cicli a CO2 nel settore HVAC/R INTRODUZIONE

Biagio LAMANNA Manager dell’HVAC/R Knowledge Center CAREL INDUSTRIES SpA Brugine (Padova)

L’anidride carbonica (CO2) è considerata uno dei grandi “problemi” del pianeta perché, come principale emissione dei processi industriali e civili, contribuisce in maniera significativa all’effetto serra. Per fortuna esiste una nicchia del mondo industriale, quello che si occupa di refrigerazione e condizionamento, in cui questa molecola viene riabilitata in qualità di refrigerante naturale a basso impatto ambientale, semplicemente perché gli altri refrigeranti contribuiscono 10, 100, 1000 volte di più all’effetto serra. CO2 COME REFRIGERANTE La CO2 come refrigerante ha pro e contro. È il miglior refrigerante naturale disponibile sul mercato perché non ha le controindicazioni degli altri gas naturali. Gli idrocarburi, infatti, sono altamente infiammabili e l’ammoniaca è tossica, corrosiva e leggermente infiammabile. Tuttavia, il ciclo termodinamico della CO2 ha pressioni di lavoro alte, superiori ai 100 bar, e, conseguentemente, bassa efficienza a causa dell’elevato lavoro di compressione necessario per raggiungere tali pressioni. L’alta pressione comporta la necessità

di dotare le macchine di componenti adeguati, spesso basati sull’acciaio inox al posto del rame, e sulle saldature a TIG al posto delle saldobrasature in lega d’argento. Occorre inoltre utilizzare sistemi di sicurezza, come le valvole di sfiato. Dal punto di vista termodinamico, invece, il valore di pressione non ha particolare rilevanza. Lo ha invece il fatto che il ciclo a CO2 è l’unico che in condizioni normali può raggiungere lo stato trans-critico in uscita dal compressore. Questo significa che la CO2, allo stato gassoso, non può essere condensata grazie a un semplice scambio termico. Per questo lo scambiatore che nei circuiti tradizionale è un condensatore, nei circuiti a CO2 è un “gas cooler” La regolazione della pressione del gas cooler è il primo dei motivi per cui un circuito a CO2 è diverso rispetto a quelli tradizionali. In primo luogo non deve raggiungere valori troppo alti, pena il blocco del sistema o lo sfiato delle valvole di sicurezza. Inoltre, il suo valore ottimale non coincide con “il più basso possibile” che si applica ai circuiti tradizionali. Esistono infatti studi e sperimentazioni secondo i quali c’è un valore ottimo di pressione per ogni condizione di lavoro interna ed esterna al circuito. Il mantenimento di questo valore durante il funzionamento di una macchina è alla base dell’ottimizzazione della sua efficienza. Ho pensato di riassumere in questo articolo, nella maniera più semplice possibile, l’evoluzione dei cicli frigoriferi a CO2 evidenziandone i pregi e i difetti. CONFRONTO TRA CIRCUITI A CO2

Pressione ottimale CO2 in un diagramma P-H 32/ INDUSTRIA & formazione

L’implementazione più semplice di un circuito frigorifero a CO2 corrisponde al circuito frigorifero tradizionale, utilizzato per qualsiasi altro refrigerante. Esso prevede l’utilizzo di un compressore, un organo di espansione e due scambiatori, di cui un evaporatore e un gas cooler/ condensatore. La semplicità di que-


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Circuito transcritico a CO2 a singolo stadio con una valvola di espansione

sto schema rispetto ai seguenti costituisce il suo principale PRO: è il più economico. Sempre tenendo presente che la resistenza ad alte pressioni ha un costo rispetto ai circuiti con altri refrigeranti. Tra i principali CONTRO c’è la bassa efficienza. Infatti, avendo a disposizione una sola valvola di regolazione, non è possibile ottenere contemporaneamente un controllo della pressione ottimale del gas cooler e un controllo del surriscaldamento in uscita all’evaporatore. La valvola asseconderà una o l’altra condizione, e non potrà ottimizzare entrambi gli scambiatori. Inoltre, il salto entalpico di evaporazione (capacità frigorifera) è di poco superiore a quello di compressione (consumo elettrico). Questo comporta una bassa efficienza di ciclo. Per migliorare questo schema se ne può adottare uno più complesso che permette di ottenere il controllo contemporaneo della pressione del gas cooler e del surriscaldamento dell’evaporatore. Rispetto al ciclo precedente sono stati aggiunti: una valvola di controllo di pressione del gas cooler, un serbatoio, detto anche “flash tank” che permetta di disaccoppiare il flusso della suddetta valvola e di quella di espansione, e una terza valvola che sfiati il refrigerante gassoso nel serbatoio nel momento in cui il lavoro, indipendente delle altre due valvole, ne faccia salire troppo la pressione. Complicato? Provo a spiegarlo “fluodinamicamente”. Se durante la regolazione della pressione del gas cooler la prima valvola immette nel serbatoio 10kg/s di refrigerante mentre la valvola di espansione ne preleva 8kg/s per regolare correttamente l’evaporare, occorre che la terza valvola compensi la

differenza sfiatando il gas in eccesso. Dove? Verso l’ingresso del compressore. Abbiamo così ottenuto un circuito in grado di ottimizzare contemporaneamente entrambi gli scambiatori. Inoltre il refrigerante prelevato dal serbatoio verso la valvola di espansione è nello stato di liquido saturo, con un basso contenuto entalpico che pertanto aumenta notevolmente la capacità frigorifera dell’evaporatore (la quale,

come noto, aumenta all’aumentare del salto entalpico tra ingresso ed uscita dello stesso). In sintesi, questo schema ha due valvole in più, un serbatoio, i relativi costi ma anche maggiore efficienza e controllo delle condizioni di lavoro. I contro? Una parte della portata di refrigerante che viene processata dal compressore ritorna al compressore stesso dalla valvola di compensazione (o “flash gas valve”). Di fatto è un by-pass dissipativo, uno spreco necessario a mantenere sotto controllo la pressione del serbatoio. Pertanto l’efficienza seppur incrementata non è ancora ottimale. Per ovviare a questo difetto si può ulteriormente modificare il circuito sostituendo la valvola di flash con un compressore. Domanda scontata: come può un compressore costoso essere una soluzione migliorativa rispetto a una valvola? La risposta risiede nello schema seguente. In realtà non abbiamo aggiunto un compressore in più: abbiamo “diviso” il compressore dello schema precedente in due

Circuito transcritico a CO2 a singolo stadio con tre valvole e Flash Tank

Circuito transcritico a CO 2 a singolo stadio con due valvole, Flash Tank e compressione parallela INDUSTRIA & formazione /33


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

GLI EIETTORI A CO2

Principio di funzionamento dell’eiettore

Circuito transcritico a CO2 a singolo stadio con eiettore

compressori più piccoli. Occorre anche considerare che questa tipologia di schema è adatta a macchine di una certa capacità frigorifera che solitamente montano due o più compressori. Questo schema prevede che uno di questi, definito compressore “parallelo”, in caso di necessità prelevi la portata richiesta dal serbatoio, e non dall’evaporatore, attraverso valvole deviatrici. Perché questo schema è più efficiente? Perché la portata bypassata non viene compressa a partire dalla pressione di evaporazione, come per il circuito precedente, ma dalla pressione del serbatoio. Il lavoro compiuto dal compressore parallelo e il suo consumo elettrico sono pertanto inferiori rispetto a quello che avrebbe fatto il gruppo di compressione principale. Il risultato ottenuto è una maggiore efficienza. Tuttavia non si è ancora raggiunta la soluzione ottimale. Anche il circuito a compressione parallela ha una portata di massa che viene compressa ma non è utile alla causa, non produce capacità frigorifera. Ma è effettivamente possibile evitare il by-pass? 34/ INDUSTRIA & formazione

Purtroppo no, anche avendo un serbatoio resistente ad altissime pressioni esso non potrebbe contenere tutto il refrigerante dell’impianto, a meno di dimensioni irragionevoli, e prima o poi la sua pressione raggiungerà valori che necessitano del by-pass.

L’ultimo schema proposto parte da un presupposto differente e da un dispositivo peculiare. L’eiettore. Il presupposto è lo sfruttamento del primo dei difetti citati di questo refrigerante, ovvero l’alta pressione che si sviluppa nel gas cooler. L’eiettore è un dispositivo in grado di prelevare “l’energia potenziale” del refrigerante ad alta pressione per aspirare refrigerante in bassa pressione e portarlo a un pressione intermedia. Questa capacità di aspirazione è in grado di sostituire il lavoro compiuto dal compressore principale azzerandone pertanto il consumo elettrico. In questo ciclo, la portata di massa di by-pass è l’unica effettivamente compressa. Questo schema è quindi il ciclo più efficiente proposto per i circuiti a CO2. È anche quello più complesso perché integra tutti i precedenti. Infatti la modalità mostrata, detta “ejector mode”, si attiva solo in condizioni di alta pressione. In tutte le altre condizioni il ciclo funziona con compressori, principali e paralleli, e valvole di espansione tra le quali l’eiettore stesso come negli schemi precedenti. Per finire, occorre evidenziare che quanto descritto è solo la base di partenza per lo sviluppo delle applicazioni della CO2. Esistono varianti e componenti che completano il quadro e costituiscono lo strumento per utilizzare al meglio questa molecola così flessibile.

Nel corso del lockdown, il Centro Studi Galileo ha continuato senza sosta la sua attività di formazione e informazione: il docente Luca Rollino ha tenuto una serie di appuntamenti iFAD, Incontri Formativi a Distanza, direttamente in streaming. Nella schermata, un approfondimento con il partner ERRECOM su igienizzazione e sanificazione degli impianti.


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LEZIONE 212 > PRINCIPI DI BASE DEL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA

Buone pratiche nella realizzazione dei collegamenti elettrici tra le due unità di un climatizzatore split INTRODUZIONE

Pierfrancesco FANTONI

Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 20 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONi Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

Ci sono piccoli accorgimenti che si possono adottare nella realizzazione dei collegamenti elettrici tra le due unità di un climatizzatore che consentono di migliorare la qualità complessiva del lavoro eseguito e che svolgono un efficace ruolo nel tentativo di rendere minimi i possibili inconvenienti di funzionamento elettrico dell’apparecchiatura. La posa e l’adeguato fissaggio del cavo di collegamento tra le due unità e la realizzazione delle connessioni dei singoli conduttori alle rispettive morsettiere sono due aspetti importanti in tal senso. Quadretto esterna

elettrico

dell’unità

Nei collegamenti elettrici all’unità esterna dello split va posta l’ulteriore attenzione che non vi sia possibilità alcuna che umidità o acqua possano penetrare all’interno del quadretto elettrico. Per questo è bene accertarsi che il coperchio di protezione che permette di accedere al quadro sia ben posizionato e fissato attraverso le apposite viti. Inoltre, il cavo di connessione non deve sollecitare meccanicamente tale coperchio. Per tale motivo, come si può vedere in figura 1, esso va saldamente fissato alla carcassa dell’unità esterna mediante l’apposito fermacavo che obbliga il cavo stesso a stare, a valle del fermacavo, sullo stesso piano d’appoggio della morsettiera. A monte del fermacavo, invece, il cavo va sistemato in modo tale che, attraverso una opportuna curvatura, si disponga perpendicolarmente al piano della morsettiera in modo che possa

essere agevomente inserito nell’apposito passacavo che ne consente la fuoriuscita dal quadretto elettrico. Nel caso in cui il passacavo abbia il senso di percorrenza verticale, invece che orizzontale come nell’esempio precedente, a monte del fermacavo il cavo permane nel piano della morsettiera, attraversa il passacavo e, una volta uscito all’esterno del quadretto elettrico può essere orientato nella direzione desiderata. Qualsiasi sia tale direzione è sempre bene accertarsi che il cavo di alimentazione non sia mai teso eccessivamente, soprattutto nella direzione perpendicolare a quella del coperchio del quadretto elettrico, per evitare che lo solleciti eccessivamente all’apertura. Ogni mancanza, anche minima, di tenuta del coperchio può essere fonte di infiltrazione di acqua o umidità all’interno del quadretto elettrico dell’unità esterna. Problemi di connessione dei conduttori Nel caso in cui il cavo di connessione tra le due unità contenga un numero di conduttori sovrabbondante, i conduttori che non vengono impiegati vanno isolati, dove scoperti, con del nastro isolante in modo tale che la loro anima di rame in nessun modo possa venire a contatto con parti metalliche della carcassa dell’unità, della morsettiera o con l’anima di rame di altri conduttori. Una delle ragioni di tale avvertenza è che bisogna evitare in maniera tassativa ogni possibilità di formazione di archi elettrici, scintille od altro, specialmente nel caso in cui il refrigerante che viene impiegato nel circuito frigorifero sia leggermente infiammabile (come INDUSTRIA & formazione /35


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Figura 1 – Fermacavo e passacavo sono utili ausili per evitare che il cavo di collegamento elettrico all’unità esterna eserciti sollecitazioni meccaniche al coperchio del quadretto elettrico compromettendo la sua impermeabilità agli agenti atmosferici. (adattato da catalogo OLIMPIASPLENDID)

l’R32, per esempio). Allo scopo risulta essere di grande utilità anche il fermacavo di cui s’è detto in precedenza, in quanto evita che i conduttori connessi ai singoli morsetti della morsettiera possano venire strappati e/o parzialmente disconnessi a seguito di trazioni inavvertite del cavo di alimentazione. Tali accadimenti possono portare alla formazione di archi elettrici o dispersioni di corrente e quindi vanno rigorosamente prevenuti per ragioni di sicurezza generale. Inoltre, nel caso in cui la connessione non avvenga impegnando l’intera sezione dell’anima di rame, si possono produrre dei surriscaldamenti anomali del conduttore dovuti all’eccessiva densità di corrente che lo attraversa. Modalità di connessione dei conduttori Per evitare le problematiche sopra esposte, i conduttori vanno fissati seguendo le indicazioni che il produttore dell’apparecchiatura fornisce. Per questo è importante riferirsi sempre a quanto viene riportato sul libretto di installazione. Una delle attenzioni da porre è che l’anima di rame che correda il conduttore venga fissata agli appositi morsetti coinvolgendo 36/ INDUSTRIA & formazione

tutta la sua sezione disponibile. Se il contatto viene realizzato impegnando solo una parte di sezione, come già si diceva in precedenza, è possibile il verificarsi di surriscaldamenti anomali dei conduttori o di funzio-

Figura 2 – Terminale a pressare tondo ad anello utile per il fissaggio di un conduttore a trefoli ad un morsetto a vite. (adattato da catalogo DAIKIN)

namento anomali dei componenti elettrici dello split (compressore, ventole, ecc.). Realizzare una buona connessione è più agevole nel caso in cui il conduttore abbia un’anima in rame solida e unica, mentre maggiore attenzione va posta nel caso in cui l’anima del conduttore sia realizzata in trefoli, come avviene in molti casi. In questo caso, infatti, è possibile che non tutti i trefoli (cioè i singoli filetti di rame) vengano a contatto con il morsetto, per cui è come se la sezione complessiva del conduttore fosse ridotta rispetto a quanto risulta essere necessario. Casi di questo

genere si possono verificare quando, nell’eliminare la guaina isolante del conduttore per mettere a nudo l’anima di rame che va connessa al morsetto, si trancia inavvertitamente con la forbice anche qualche trefolo. Oppure quando, nella connessione al morsetto, qualche trefolo rimane escluso perchè piegato in maniera anomala. Per evitare questo tipo di inconvenienti, qualche costruttore di apparecchiature consiglia di non collegare direttamente il conduttore al morsetto mediante i trefoli ma di dotare l’estremità del conduttore di una connessione ad anello, come si vede in figura 2. Il terminale tondo viene preventivamente fissato mediante l’apposita pinza a pressione all’estremità del conduttore in modo tale che tutti i singoli trefoli possano partecipare alla conduzione della corrente elettrica. La sua conformazione tonda ad anello favorisce la connessione del conduttore al morsetto in quanto permette un ottimale contatto elettrico tre i due elementi. Per agevolare tale contatto viene impiegata anche una rondella piatta (vedi figura 3) che viene posizionata al di sotto del terminale. In questo modo viene aumentata la superficie di contatto per il passaggio della corrente elettrica e si viene a costituire una sorta di “sandwich”

Figura 3 – Modalità di fissaggio di un conduttore ad un morsetto mediante l’ausilio di un terminale di connessione tondo ad anello. (adattato da catalogo DAIKIN

per il terminale di connessione che risulta così essere “imprigionato” tra la rondella stessa e la testa della vite di fissaggio al morsetto. Tale modalità di realizzare la connessione alla morsettiera risulta essere particolarmente importante quando le correnti in gioco hanno un’intensità notevole. Minore è la resistenza che si oppone al flusso di corrente minore è il surriscaldamento che viene prodotto e che interessa la morsettiera.


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Alta efficienza energetica con HFO (R1234ze & R455A) e basso GWP (R448A)

Carmine MAROTTA General Gas

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membro

Air conditioning and Refrigeration European Association

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Articolo tratto dal 18° Convegno Europeo Richiedere atti e video

Figura 1

Negli ultimi anni sono stati sviluppati studi sull’ottimizzazione dei cicli di refrigerazione funzionanti con CO2 in condizioni transcritiche. Spesso in questi studi si sono presi come riferimento studi effettuati su cicli di refrigerazionemonostadio funzionanti con R404A nella loro configurazione base. E’ certamente condivisibile la necessità di un confronto più approfondito tra le soluzioni che prevedono l’utilizzo della CO2 transcritica e non e soluzioni di impianto che prevedano l’utilizzo di refrigeranti HFO o LGWP a limitato effetto serra con l’ausilio di soluzioni tecnologiche ben note nel mondo della refrigerazione da svariati anni e poco note ed utilizzate. Pertanto abbiamo sviluppato uno studio termodinamico delle performances di un chiller avente le seguenti caratteristiche termotecniche: Potenza di refrigerazione all’evaporatore = 38KW; Temperatura di evaporazione = -10 °C; Surriscaldamento utile = 5 °C, surriscaldamento passivo = 5 °C;Temperatura dell’aria ambiente = 10 °C, 20 °C e 33 °C. Lo studio termodinamico è stato svi-

luppando realizzando un software di calcolo che utilizzando Refprop 9.1 del NIST calcola le performances del chiller. Al fine di elaborare uno studio approfondito dei punti di funzionamento del ciclo sono stati considerati i rendimenti volumetrici ed isoentropici caratteristici dei compressori più comunemente utilizzati nel mercato e prodotti da società leader nel settore. Tali valori sono stati calcolati utilizzando i software messi a disposizione dai produttori di compressori. Nella prima parte dello studio si è proceduto nello studiare le performances dei seguenti cicli di refrigerazione funzionanti con CO2 in condizioni transcritiche o subcritiche in funzione della temperatura ambiente: 1. Ciclo Monostadio Standard. 2. Ciclo Monostadio con Separatore di Fase ed espansione intermedia. 3. CicloMonostadio con Separatore di Fase ed espansione intermedia + Compressore Parallelo. 4. CicloMonostadio con Separatore di Fase ed espansione intermedia + Compressore Parallelo + Eiettore. Le condizioni di lavoro di tali cicli sono di seguito riportate:T aria 33, 20 e 10 °C;Temperatura di uscita dal gas cooler = T aria + 3 °C; Pressione Gas Cooler ottimizzata; Temperatura di evaporazione = -10 °C; Surriscaldamento all’evaporatore = 5 °C; Surriscaldamento Passivo = 5 °C. Nei casi in cui è prevista una pressione intermedia di espansione, tale valore è stato scelto in maniera tale da massimizzare il COP del ciclo. I risultati ottenuti nel caso di Temperatura dell’aria ambiente pari a 33 °C, sono riportati nel diagramma seguente. Come si può notare dalla figura 1 riportata di fianco, il COP aumentaman mano che la configurazione di impianto diventa più complessa ed efficiente. Di fatto l’utilizzo della tecnologia utiINDUSTRIA & formazione /37


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Figura 2

Figura 3

Figura 4

Figura 5

lizzata, migliora l’efficienza del ciclo monostadio base, efficienza che in assenza di soluzioni tecnologiche performanti, si attesta su valori molto bassi. Si è poi passati ad analizzare le performances dei cicli funzionanti con i seguenti refrigeranti fluorurati: R1234ze, R455A e R448A. I cicli analizzati sono i seguenti: 5) Ciclo monostadio standard. 6) Ciclo monostadio con scambiatore liquido-vapore. 7) Ciclo monostadio con economizzatore. 8) Ciclo monostadio con economizzatore + scambiatore liquido-vapore. Questa ultima configurazione è stata studiata anche in una configurazione “High Performances”; tale configurazione prevede un surriscaldamento all’evaporatore molto basso (circa 38/ INDUSTRIA & formazione

1 °C) ed una temperatura di evaporazione incrementata da -10°C a -8°C utilizzando lamaggiore potenza scambiata dall’evaporatore nel caso in cui si lavori con un surriscaldamento molto basso. Tale condizione migliora di molto sia la potenza di refrigerazione e sia il COP di funzionamento del compressore frigorigeno. Le condizioni di lavoro di tali cicli sono di seguito riportate: T aria 33, 20 e 10°C; ΔT di lavoro al condensatore = 10 °C (Temperatura media di condensazione – Temperatura della aria); Sottoraffreddamento = 3 °C; Temperatura di evaporazione = -10 °C; Surriscaldamento all’evaporatore = 5 °C; Surriscaldamento Passivo = 5 °C.Nei casi in cui è prevista una pressione intermedia di espansione, tale valore è stato scelto in maniera tale da massimizzare il COP del ciclo.

Nel caso di utilizzo di scambiatore liqvap, lo scambio termico scelto è quello che massimizza il COP. Stessa cosa dicasi per la scelta del sottoraffreddamento meccanico realizzato a mezzo di economizzatore. Riportiamo di seguito i risultati ottenuti per l’R1234ze con una temperatura dell’aria ambiente pari a 33 °C. Come si può evincere dalla figura 2, il COP del ciclo termodinamico aumenta fino al 16%rispetto al ciclo monostadio base utilizzando le soluzioni tecnologiche descritte in precedenza. L’utilizzo delle stesse soluzioni determina inoltre una diminuzione dello spostamento volumetrico necessario al fine di ottenere la stessa potenza di refrigerazione utile desiderata. Nella figura 3 si può notare come la diminuzione ottenibile è sostanziale raggiungendo il valore pari al 20% ri-


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Figura 6

Figura 7

spetto al ciclo monostadio base considerato. Nella stessa figura vengono indicati i valori ottenuti nelle varie ipotesi di lavoro, pari allo spostamento volumetrico del compressore primario in blu oltre che allo spostamento volumetrico del compressore secondario in arancio, asservito o all’economizzatore utilizzato nel ciclo o al compressore parallelo nel caso di utiliz-

zo di un separatore di fase. Ugual risultato si ottiene con i cicli funzionanti con R455A e R448A così come viene riportato nelle figure 4 e 5. Analizzati i buoni risultati ottenuti nel miglioramento dell’efficienza energetica dei cicli descritti, si è proceduto con il confronto in condizioni di lavoro comparabili, del ciclo termodinamico funzionante con CO2 con i cicli termo-

dinamici funzionanti con i refrigeranti a basso impatto ambientale R1234ze & R455A (HFO) e R448A (LGWP). Riportiamo nella figura 6 i risultati ottenuti. Come è possibile notare dal diagramma riportato, i cicli termodinamici ottimizzati funzionanti con refrigeranti fluorurati mostrano valori di COP superiori anche del 50%ai valori ottenuti nei cicli funzionanti con CO2. Miglioramenti simili si sono ottenuti nell’analisi delle performances dei cicli studiati a temperature ambienti inferiori: 20°C (miglioramenti del COP dal 15% al 30% ) e 10 °C (miglioramenti del COP dal 12% al 22% ). Si è quindi provveduto nel calcolare i consumi elettrici riferiti alla potenza di refrigerazione richiesta pari a 38KWa -10°C e le temperature dell’aria caratteristiche della città di Milano.Nella figura 7 si evincono risultati di sicuro interesse in termini di puro saving energetico. E’ possibile, infatti, ottenere saving energetici fino al 23% in funzione delle tecnologie utilizzate. Stante l’elevata attenzione alle problematiche riguardanti l’emissione di gas serra con conseguente riscaldamento delle temperature ambienti derivanti dall’effetto serra, è stato calcolato il valore del TEWI caratteristico di ciascuna soluzione tecnologica. Per il calcolo del TEWI indiretto abbiamo utilizzato il valore specifico pari a 0,334 kg CO2 / kWhr di energia elettrica, valido per l’Italia nel 2016. Riportiamo i risultati ottenuti nella figura 8 di seguito riportata. In tale diagramma è possibile evincere in prima battuta come il contributo dell’effetto diretto prodotto dalle perdite di gas refrigerante, incide molto poco sul valore del TEWI totale anche nel caso di gas refrigerante LGWP R448A avente un GWP pari a 1273. L’incidenza massima calcolata per l’R448A è pari al 12%. Nel caso dei cicli funzionanti con R1234ze e R455A, l’incidenza % dell’effetto diretto non supera l’1,5%. Tali risultati fanno propendere la scelta della soluzione tecnologica da adottare dal punto di vista dell’impatto ambientale verso soluzioni di impianto che utilizzino R1234ze ed R455A come prima scelta ed R448A come seconda scelta. Le soluzioni che prevedono l’utilizzo di CO2 sono fortemente penalizzate dallaminor efficienza energetica caratteINDUSTRIA & formazione /39


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

efficienzevenergetiche rimangono fortemente favorevoli per i cicli funzionanti con R1234ze, R448a e R455A. Per necessità di sintesi non riportiamo nel documento i risultati ottenuti.

Figura 8

CONCLUSIONI

ristica di tali sistemi. Risultati qualitativamente simili si ottengono anche con temperature ambientali inferiori: 20 °C e 10 °C. Le differenze nella efficienza energetica ovviamente

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diminuiscono, migliorando l’efficienza energetica dei cicli funzionanti con CO2 a temperature ambienti molto basse minori o uguali a 10 °C. Nel caso di temperatura ambiente pari a 20 °C, le differenze nelle

Nello studio elaborato sono state confrontate diverse soluzioni tecnologiche scelte allo scopo di incrementare l’efficienza energetica degli impianti di refrigerazione funzionanti con refrigeranti HFO (R1234ze & R455A) e LGWP (R448A). I risultati ottenuti da tale studio dimostrano come utilizzando alcune soluzioni tecnologiche semplici da implementare e gestire, sia possibile aumentare l’efficienza energetica di tali impianti a valori di gran lunga superiori a quelli ottenuti con le migliori soluzioni impiantistiche utilizzate con il refrigerante CO2. Le migliori efficienze energetiche ottenute migliorano in maniera apprezzabile anche i valori di TEWI prodotti dalle diverse tecnologie utilizzate, facendo diventare le soluzioni impiantistiche proposte le migliori soluzioni in termini diminor impatto ambientale ottenibile (minor TEWI).


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LEZIONE 232 > CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE

Sostituzione dell’R404A con R449A: come capire se il compressore ce la può fare INTRODUZIONE

Pierfrancesco FANTONI Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 20 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2020, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONi Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

Quando si esegue la sostituzione del refrigerante in un circuito frigorifero la principale preoccupazione deve essere quella di capire se il compressore è in grado di adeguarsi alle nuove condizioni di lavoro richieste poichè, in caso contrario, ben presto si potrebbe andare incontro ad un suo default. Per poter giungere ad una risposta significativa può essere utile riferirsi al grafico in cui il costruttore riporta i campi operativi di possibile impiego del compressore. GRAFICO OPERATIVO PER COMPRESSORE A R404A Come già visto le scorse volte, il compressore è il componente del circuito frigorifero che deve essere verificato con più attenzione quando si esegue il retrofit del circuito frigorifero da a R449A. Così come avviene con altri refrigeranti sostitutivi, il problema principale risulta essere quello delle maggiori temperature di scarico e quindi, in sostanza, del controllo permanente del grado di surriscaldamento cui è soggetto il componente. Le maggiori temperature di lavoro sono fortemente correlate alla temperatura del gas che viene aspirato e dalle temperature di evaporazione e di condensazione. Per avere un’idea di quale sia il grado di correlazione, in base al caso specifico che si sta trattando, ci si può riferire ai grafici operativi che i produttori di compressori predispongono per i loro prodotti. Un esempio di tale grafico viene riportato in figura 1. Come punto di riferimento si consi-

dera il campo di temperature di lavoro dell’R404A. Esso è definito dalla linea blu in figura. Il compressore in questione è deputato a lavorare in circuiti frigoriferi con basse temperature di evaporazione con un range che va da -40 °C a -10 °C. Nella parte di sinistra il campo di lavoro viene “tagliato”a partire da temperature di condensazione di 40 °C se la temperatura di evaporazione è inferiore a -30 °C. Questo “taglio “ rappresenta proprio la difficoltà che incontra il compressore di un apparecchiatura a bassa temperatura (ad esempio un abbattitore di temperatura oppure un armadio congelatore di tipo commerciale, oppure una vetrina aperta per surgelati) a “pompare” il gas quando deve essere raggiunta una certa pressione di condensazione. Tale pressione è in relazione alla temperatura di funzionamento del condensatore la quale, a sua volta, dipende dalla temperatura dell’aria che lo raffredda. Possiamo ragionevolmente supporre che una temperatura di condensazione di 40 °C si verifichi quando la temperatura dell’aria che lo raffredda è tra i 25 ed i 30 °C, a seconda delle caratteristiche del condensatore. Questo ci conferma che più la temperatura di evaporazione che viene richiesta è bassa più il compressore necessita di temperature di condensazione basse. Nella tabella 1 vengono riportati i valori-limite delle temperature di condensazione quando si impiega il compressore in questione. Le celle colorate in giallo evidenziano proprio le limitazioni che si devono osservare nelle temperature di condensazione e corrispondono alla linea obliqua riportata nel grafico operativo di figura 1. Come ci specifica il costruttore, tali INDUSTRIA & formazione /41


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Tabella 1 Temperatura di evaporazione(°C)

Massima temperatura di condensazione (°C)

-25

+60

-40 -37 -35 -32 -30 -20 -15 -10

+40 +45 +50 +55 +60 +60 +60 +60

valori sono da ritenersi validi per un valore della temperatura di aspirazione fino a 20 °C.

dal grafico operativo, se il surriscaldamento del gas aspirato viene contenuto entro i 10 K. Infatti, se le condizioni operative cambiano, dal grafico si può facilmente osservare come le limitazioni di lavoro imposte dal compressore siano ben diverse. In sostanza se si vuole continuare ad avere una temperatura di aspirazione di 20 °C, come quella che si ha con l’R404A, non è più pensabile avere temperature di lavoro (in evaporazione e in condensazione) simili a quelle in cui si riesce a contenere il surriscaldamento entro i 10K.

Tabella 2 Temperatura di

evaporazione(°C)

-40

-37

-35

-32 -30 -25 -20

-15 -10

Massima temperatura di Massima temperatura di condensazione ammessa condensazione ammessa per R404A (°C) per R449A (°C)

+40

+45

+50

+55 +60 +60 +60

+60 +60

+40

+45

+50

+52 +55 +60 +60

+60 +60

Differenza (K)

0

0

0

-3 -5 0 0 0 0

100 °C, l’olio del compressore va incontro ad un rapido deterioramento delle sue caratteristiche e può non garantire più la sua necessaria azione lubrificante. Questo è principalmente dovuto alla variazione della sua viscosità al variare della temperatura. Nel grafico di figura 1 la zona ombreggiata di grigio segnala che nel passaggio a R449A è necessario, oltre al refrigerante, sostituire anche l’olio del compressore, passando ad una tipologia con viscosità più elevata proprio per continuare a garantire le idonee condizioni di lubrificazione. Ovviamente, la sostituzione anche dell’olio, porta ad un aggavio del lavoro da eseguire sul circuito frigorifero e quindi va attentamente valutato in fase preliminare se vi è la reale necessità di ricorrervi. In sostanza, il tecnico che esegue il retrofit dovrà chiedersi, nel caso dell’esempio specifico riportato, se il compressore in questione sarà chiamato a lavorare, nel corso della sua vita, con temperature di condensazione superiori a 55 °C: in caso di risposta affermativa ci sarà l’esigenza

GRAFICO OPERATIVO PER COMPRESSORE A R449A In figura 1 viene anche riportato il comportamento del compressore quando si utilizza come refrigerante l’R449A. La linea rossa tratteggiata replica abbastanza fedelmente quella blu dell’R404A, ma il “taglio” che si ha è più marcato per le alte temperature di condensazione. Infatti, al di sopra dei 50 °C la linea rossa risulta essere molto più inclinata e quindi esclude di poter lavorare con le stesse temperature di condensazione che invece si possono avere con l’R404A (a parità di temperatura di evaporazione). Nella tabella 2 è possibile avere un raffronto più immediato dei valori di lavoro per i due tipi di refrigerante. Le celle colorate in giallo evidenziano la zona di lavoro in cui il compressore non è in grado di garantire le stesse temperature di condensazione dell’R404A quando si usa l’R449A. Queste considerazioni valgono, però, come si desume sempre 42/ INDUSTRIA & formazione

Figura 1 – Grafico operativo di un compressore alternativo per basse temperature di evaporazione (adattato da catologo Tecumseh)

IL PROBLEMA DELL’OLIO Il grafico operativo riportato in figura 1 permette anche di percepire a colpo d’occhio quali sono le temperature di lavoro critiche per l’olio del compressore. Infatti, quando si raggiungono temperature generalmente superiori a

di sostituire anche l’olio, oltre che al refrigerante, mentre in caso di risposta negativa si potrà evitare questa incombenza. La decisione da prendere, e che va fatta prima di eseguire qualsiasi azione, è molto delicata.


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NEWS ULTIME NOTIZIE NEWS ULTIME NOTIZIE > CORONAVIRUS, CONDIZIONAMENTO E RISTORANTI: DUE METRI TROPPO POCHI? Dalla Cina, uno studio sui flussi d’aria all’interno di un ristorante solleva alcuni interrogativi a fronte dell’alto tasso di contagi tra chi si trovava a ridosso dell’impianto di condizionamento. Mentre i 9 avventori sotto ai tavoli con aria condizionata sono stati quasi tutti contagiati da un singolo soggetto asintomatico, nessuno degli altri 73 clienti presenti, così come nessun cameriere, avrebbe contratto il virus: emergerebbe questo dall’analisi di un caso di studio riferito alle conseguenze di un pranzo a Guangzhou, in Cina, a gennaio. Oltre alle persone direttamente vicine al tavolo del paziente infetto, e ai suoi commensali, gli unici altri soggetti colpiti sarebbero stati raggiunti dalle ormai note goccioline respiratorie, diffuse nell’ambiente seguendo la direzione dei flussi d’aria originati dagli split. La famiglia cui apparteneva il soggetto contagioso, una donna di 63 anni che poco dopo sarebbe stata trovata positiva al Coronavirus, proveniva da Wuhan, primo focolaio, all’epoca ancora non messa in quarantena dalle autorità locali. Lo studio si è concentrato sui movimenti dei flussi d’aria e sulla disposizione dei tavoli, oltre che sui periodi di sovrapposizione in cui i soggetti coin-

volti hanno condiviso gli stessi spazi. A fronte della scarsa distanza tra i tavoli, un metro l’uno dall’altro, la presenza di uno split di aria condizionata avrebbe portato l’aria (e le goccioline infette) a viaggiare per la stanza fino a raggiungere i soggetti poi contagiati a loro volta. Da “il Corriere della Sera” > CORONAVIRUS: DA AREA, IL REPORT SULL’IMPATTO DEL VIRUS SUL SETTORE HVAC/R EUROPEO

AREA ha condotto un’indagine sugli impatti dell’epidemia COVID-19 sull’industria europea della refrigerazione, del condizionamento dell’aria e delle pompe di calore, grazie anche alla collaborazione, per l’Italia, di ATF – Associazione Italiana dei Tecnici del Freddo. Sono pervenute 12 risposte, riguardanti 11 paesi: Germania, Slovacchia, Danimarca, Grecia, Norvegia, Spagna, Irlanda,

Svezia, Italia, Regno Unito e Francia. Il rapporto, diviso per argomenti e per trimestri, evidenzia i risultati principali riscontrati dal sondaggio. Cliccare QUI per scaricare il documento completo. CRESCITA Senza sorprese, l’epidemia di COVID-19 ha avuto un impatto negativo sul settore HVAC/R. Sebbene alcune nazioni abbiano risentito in misura minore delle circostanze, il mercato europeo è stato interessato da un netto trend negativo. La nazioni più esposte sono state Spagna (-70% nel Q1 e -50% nel Q2), Francia (-30% e -60%) e Grecia (-50% nel Q2), mentre altre (Germania, Irlanda, Svezia e Regno Unito) hanno registrato perdite nulle o moderate. ORDINI. In modo similare, numerose nazioni hanno registrato un tracollo delle ordinazioni. Se la Spagna rimane la nazione più colpita (-85% nel Q1, -60% nel Q2), anche nazioni come la Gran Bretagna, Francia, Danimarca e Grecia hanno registrato un calo consistente degli ordinativi. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> CORONAVIRUS, UNA GUIDA ALLA MANUTENZIONE ANCHE DA ISHRAE Anche ISHRAE, la principale associazione dei Tecnici del Freddo indiana, ha pubblicato una utilissima guida, in lingua inglese, relativa alla ventilazione e al condizionamento dell’aria nel corso dell’epidemia di Coronavirus. Negli ultimi mesi, numerose associazioni ed enti hanno fornito ai tecnici guide e consigli su come procedere a una corretta manutenzione e igienizzazione degli impianti (di recente, anche il Centro Studi Galileo, la più importante realtà per la formazione sul freddo, ha dedicato un webinar all’argomento) Ishrae, che a Febbraio ha firmato uno storico MoU, Memorandum of Understanding, con AREA, siglato dai Presidenti Marco Buoni e Vikram Murthy, ha reso il documento disponibile per il download, offrendo una nuova e utilissima risorsa ai Tecnici del Freddo. INDUSTRIA & formazione /43


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NEWS ULTIME NOTIZIE NEWS ULTIME NOTIZIE > CORONAVIRUS, DA AICARR, UN PRONTUARIO SULL’UTILITÀ DEGLI IMPIANTI PER PREVENIRE I CONTAGI.

AiCARR ha reso disponibile un utile prontuario che mette in evidenza il ruolo positivo che possono avere gli impianti nel limitare la diffusione del virus. “Il prontuario illustra i motivi per i quali gli impianti di climatizzazione possono ridurre i rischi di contagio da coronavirus responsabile della malattia COVID-19”: questa la descrizione ufficiale del documento, scaricabile direttamente dal sito di AiCARR. Lo scopo del prontuario è quello di far luce e chiarezza sul ruolo degli impianti di ventilazione, oggi al centro, spesso senza studi sufficientemente articolati alle spalle, di accuse e polemiche. Il documento, non destinato a un solo pubblico di esperti, mette bene in evidenza il ruolo di grande importanza che un impianto di ventilazione, se ben gestito, può ricoprire nel prevenire la diffusione del Coronavirus, riducendone l’impatto negli ambienti chiusi sia d’inverno che d’estate. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> CORONAVIRUS, SLITTA ANCHE L’EUROVENT SUMMIT: APPUNTAMENTO A OTTOBRE 2021 Gli organizzatori di EuroventSummit, previsto a settembre, hanno deciso di rinviare la

manifestazione all’anno successivo: l’evento si svolgerà quindi dal 12 al 15 ottobre ad Antalya, in Turchia. La decisione è stata presa dagli organizzatori come misura cautelare in risposta alla pandemia di Covid-19, che ha causato il rinvio di numerose manifestazioni anche settore della refrigerazione e del condizionamento dell’aria. Naci Sahin, presidente di Eurovent Association, ha dichiarato: “sebbene non sia stata una decisione facile, la salute e la sicurezza dei partecipanti sono la nostra prima preoccupazione. L’evento si svolgerà più avanti, quando l’emergenza sanitaria sarà rientrata e potremo garantire maggiori certezze alle parti coinvolte: lavoreremo sui dettagli con i nostri partner e a breve forniremo maggiori informazioni.”

e cancellazioni che hanno interessato l’intera filiera delle manifestazioni fieristiche, Chillventa, tra gli appuntamenti più importanti all’interno del settore HVAC/R, nonostante il recente annuncio dell’intenzione di proseguire con l’organizzazione come da programma, ha indetto un sondaggio per dar voce al proprio pubblico e decidere in che modo orientare le sue decisioni future. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> CORONAVIRUS, L’IMPORTANZA DELLE PAROLE: SI PARLA IN MODO IMPROPRIO DELLA “SANIFICAZIONE” DEGLI IMPIANTI?

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> CORONAVIRUS, UN SONDAGGIO DA CHILLVENTA 2020: “ASCOLTIAMO IL NOSTRO PUBBLICO!”

Chillventa 2020, uno degli eventi più attesi dell’anno, ha di recente confermato l’intenzione di procedere come da programma con l’organizzazione dell’evento, previsto a Ottobre, ma i recenti sviluppi hanno spinto a indire un sondaggio per raccogliere le opzioni e opinioni del pubblico. In seguito ai numerosi rinvii

Una nota stampa di CNA installazione impianti fa chiarezza sulle troppe informazioni errate che si sono susseguite negli ultimi giorni, anche in ambito normativo. Nelle ultime settimane, a partire dalla quarantena imposta per prevenire il diffondesi del Coronavirus in Italia, si è spesso parlato di “sanificazione” degli impianti, ma troppo spesso in modo improprio, anche all’interno normativa. A evidenziare il problema è stato CNA installazione impianti, con una nota a mezzo stampa, per fare maggior chiarezza sulla situazione, che rischia di creare fraintendimenti anche a livello normativo. L’associazione ha citato l’emanazione di alcune ordinanze regionali, ad esempio Toscana ed Abruzzo, nelle quali impropriamente si dispone la “sanificazione delle griglie, bocchette e dei filtri dell’aria, mediante lavaggio, disinfezione/ sterilizzazione o mediante sostituzione”. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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NEWS ULTIME NOTIZIE NEWS ULTIME NOTIZIE > CORONAVIRUS, CLIMATIZZAZIONE? “AIUTA LA PREVENZIONE”, AFFERMANO GLI ESPERTI DI SETTORE Nelle ultime settimane, in piena emergenza Covid-19, si è molto parlato del ruolo che ventilazione e climatizzazione possono avere quando si parla della diffusione del virus all’interno degli ambienti, troppo spesso in modo superficiale. Assoclima (Associazione dei Costruttori di Sistemi di Climatizzazione) ha messo in evidenza diversi casi di disinformazione, che in modo improprio hanno individuato climatizzatori e sistemi di ventilazione come possibili veicoli di contagio, invitando a tenerli spenti. Resta comunque fermo che sarà fondamentale procedere a sanificare gli impianti prima di avviarli, come suggerito anche da ATF – Associazione Italiana dei Tecnici del Freddo e dal Centro Studi Galileo, principale ente per la formazione sul freddo, occorre sin da subito fare chiarezza onde evitare possibili e dannosi allarmismi. > NUOVI CORSI SU SANIFICAZIONE E IGIENIZZAZIONE IMPIANTI HVAC IN STREAMING CON IFAD E GALILEO ONLINE

Presentati i nuovi corsi iFAD a disposizione sulla piattaforma Galileo Online: lezioni online sia in diretta, in streaming, che registrate In seguito al grandissimo successo dei corsi in Formazione a Distanza, dei Webinar e dei nuovissimi corsi iFAD, il Centro Studi Galileo, più autorevole e longeva istituzione per la formazione sul freddo (da decenni collaboratore

fisso delle Nazioni Unite, in particolar modo UNIDO e UNEP), ha annunciato che sono disponibili una serie di lezioni sugli importanti e attuali argomenti della sanificazione e progettazione degli impianti. Questi sono acquistabili ora su www.galileo-online.it, la piaffarma ufficiale dei corsi online per il Tecnico del Freddo. > COVID-19, DA AREA E ATF LE LINEE GUIDA PER OPERARE SUGLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA

Coronavirus e condizionamento dell’aria, già disponibili le linee guida con i consigli per operare in sicurezza da AREA e ATF. AREA, l’Associazione Europea che rappresenta 26 Associazioni nazionali dei Tecnici del Freddo, e oltre 110.000 associati, e ATF - Associazione Italiana dei Tecnici del Freddo, hanno diramato una serie di linee guida atte a garantire il corretto utilizzo degli impianti di ventilazione e condizionamento dell’aria nel corso dell’attuale emergenza sanitaria. In particolar modo, AREA e ATF hanno voluto sfatare una voce, riportata spesso in modo errato, stando alla quale gli impianti di ventilazione e condizionamento dell’aria contribuirebbero a diffondere il virus COVID-19 all’interno degli ambienti, elemento mai comprovato da nessuno studio scientifico. Il veicolo di trasmissione principale del virus rimangono le goccioline respiratorie, principalmente tramite contatto diretto, e secondariamente tramite le superfici infette: i sistemi di aera-

zione e ventilazione possono invece non solo favorire il ricambio dell’aria all’interno degli ambienti, limitando la possibilità di contagio disperdendo eventuali concentrazioni di particelle infette nell’ambiente, ma con l’arrivo dell’estate contribuiranno a ridurre gli effetti dello stress termico, che rende diverse categorie a rischio molto più soggette a possibili infezioni. > MESSICO, INDUSTRIA HVAC/R IN CRISI, AHRI RICHIEDE L’AIUTO DEL DIPARTIMENTO DI STATO USA La Catena de l Freddo messicana e quella americana sono strettamente collegate: stando ad AHRI, la situazione oltreconfine rischia di ripercuotersi sugli USA Con una lettera al Segretario di Stato Mike Pompeo, questa settimana, il Presidente di AHRI Stephen Yurek ha chiesto l’urgente assistenza del Dipartimento di Stato nel “convincere le giurisdizioni federali, statali e locali in Messico a consentire di continuare le attività di produzione delle industrie HVAC/R, con l’impegno di aderire a rigorosi standard di sicurezza e salute sul luogo di lavoro“. Yurek ha spiegato che, oltre a danneggiare i clienti in Messico, “la costante incapacità di alcune delle aziende associate AHRI di fabbricare prodotti nei loro stabilimenti messicani avrà presto un grave impatto sulla nostra capacità di fornire prodotti essenziali al mercato americano, mettendo a rischio la vita e la salute di numerosi cittadini americani“

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NEWS ULTIME NOTIZIE NEWS ULTIME NOTIZIE > D A U N I D O , U N A N U O VA NEWSLETTER DEDICATA AL PROTOCOLLO DI MONTREAL Disponibile nuova Newsletter da UNIDO (United Nation Industrial Development Organization): aggiornamenti trimestrali sul Protocollo di Montreal, sul mondo della refrigerazione e sulla lotta ai cambiamenti climatici. La nuova newsletter di UNIDO, con cadenza trimestrale e gestita da MPD, la Montreal Protocol Division, si unisce alle numerose attività collegate a quello che è stato, e rimane tuttora, uno dei trattati ambientali più efficienti ed efficaci di sempre. UNIDO, negli ultimi 30 anni, ha contribuito a numerosi innovativi progetti legati al taglio delle sostanze che ledono lo strato di Ozono, e conseguentemente alle nuove sfide che il più recente Emendamento di Kigali proporrà, il lancio della newsletter sarà un ottimo metodo con contribuire a diffondere e a far conoscere il lavoro svolto. Già dal primo numero, la newsletter copre numerosi argomenti diversi tra loro: l’evoluzione della refrigerazione dell’industria del condizionamento dell’aria, un intervista all’unità OzonAction in Montenegro, amica del CSG che ha svolto nel 2017 un corso in tale Stato, e persino alcuni divertenti rompicapo su refrigeranti contraffatti e sui calcoli di base degli HFC Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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> CORONA VIRUS: RISPOSTE SU VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA NEI LOCALI

Nel corso di un webinar organizzato da BESA (Building Engineering Service Association), Graeme Fox, alla guida di REFCOM ed ex presidente di AREA, ha parlato di come limitare eventuali rischi di propagazione di COVID-19. L’intervento di Graeme Fox, della durata di circa venti minuti, ha analizzato anche, tra gli altri argomenti, il caso del ristorante di Guangzhou, Cina, (di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane), evidenziando come i flussi d’aria all’interno del locale, mal gestiti, abbiano creato una zona di aria stagnante che potrebbe aver favorito il diffondersi del virus. Dall’intervento è evidente che nel caso del ristorante di Guangzhou, che molti organi di informazione hanno più volte utilizzato per accusare i condizionatori, il primo rapporto è stato molto carente di informazioni, mentre il secondo rapporto sullo stesso caso, dando più dettagli, ha chiarito che non ci fosse alcun nesso.

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> CORONAVIRUS, PARLA L’EPIDEMIOLOGO: “ARIA CONDIZIONATA? I COLPI DI CALORE SONO PIÙ PERICOLOSI” Nel corso di un intervento a Radio Capital, nel corso della tramissione “Circo Massimo”, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco ha fornito alcuni importanti chiarimenti sul dibattuto tema del rapporto tra condizionamento dell’aria e diffusione del Coronavirus.

L’epidemiologo ha voluto porre l’accento sul fatto che le preoccupazioni in merito al ruolo che i sistemi di condizionamento dell’aria potrebbero avere nella diffusione di Covid-19 sono stati in larga parte alimentati da uno studio (di cui Industria&Formazione ha parlato QUI) che ha fatto però riferimento a circostanze estremamente particolari, dalla prolungata esposizione delle persone coinvolte alla loro posizione statica mantenuta per lungo tempo, e che in ogni caso eventuali problematiche potrebbero essere ascrivibili ai flussi d’aria, e non direttamente agli impianti di condizionamento: “È fuor di dubbio che l’aria condizionata in casa non possa avere alcun effetto sulla trasmissione. I problemi potrebbero essere i flussi d’aria che vengono creati dai condizionatori perché potrebbero spostare le famose goccioline che contengono il virus molto più lontano dal famoso metro di distanziamento. Dipende se l’aria condizionata crea dei flussi“. Pier Luigi Lopalco ha poi ricordato come non sia al momento realistica una normativa atta a imporre lo spegnimento degli impianti, o altre restrizioni d’uso, considerando inoltre come con l’approssimarsi dell’estate “un colpo di calore potrebbe fare più danno“.


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NEWS ULTIME NOTIZIE NEWS ULTIME NOTIZIE del Tecnici del Freddo partner istituzionale e Industria&Formazione Communication Partner. > CENTRO STUDI GALILEO, TANTISSIME OPZIONI PER LA FORMAZIONE DA REMOTO!

> BOMBOLE REFRIGERANTI, CAMBIANO I COLORI: OZONACTION FA CHIAREZZA Una nota di OzonAction fa chiarezza sui nuovi colori scelti per differenziare le bombole di gas refrigeranti. Sebbene non esista uno standard universalmente riconosciuto, le linee guida di AHRI (Air-Conditioning, Heating, and Refrigeration Institute), pur non legalmente vincolanti sono utilizzate da tutti i maggiori produttori di gas al mondo. Queste linee guida servono a supportare non solo loro, ma anche ingegneri, installatori, tecnici ed “end users”. Sebbene il colore della bombola non possa rimanere l’unico sistema per determinare quale gas viene contenuto nel cilindro, onde evitare errori ed incidenti, rimane un sistema estremamente semplice quanto utile a disposizione di chi quotidianamente ha a che fare con i gas refrigeranti.

> REFRIGERA 2021, SI RIPARTE! CENTRO STUDI GALILEO, ATF E INDUSTRIA&FORMAZIONE ANCORA UNA VOLTA OFFICIAL PARTNER. Annunciate le date della seconda edizione di Refrigera, la fiera internazionale interamente dedicata alla catena del freddo, che si svolgerà a Bologna dal 16 al 18 Febbraio 2021: CSG, ATF e Industria&Formazione ancora una volta protagonisti. La manifestazione farà seguito al grande successo della prima edizione, che si svolse a Piacenza dal 20 al 22 febbraio del 2019, affermandosi sin da subito come un appuntamento fondamentale per tutta la filiera della refrigerazione, italiana e non, coinvolgendo 200 espositori e oltre 7.000 operatori del settore da oltre 20 nazioni. Ancora una volta, il CSG sarà Official Scientific e Technical Partner, ATF - Associazione Italiana

Nel corso delle ultime settimane, il CSG ha risposto al lockdown incrementando esponenzialmente i suoi servizi online e garantendo l’opportunità di continuare a formarsi a migliaia di Tecnici del Freddo. Già in passato, il CSG ha avuto modo di dimostrare la sua capacità di formare i Tecnici non solo grazie alle lezioni in aula, ma anche da remoto, grazie ai DVD, alla piattaforma galileo-online.it e, prima ancora, ai videocorsi in VHS. Oggi, con il lockdown, la risposta è stata pronta e immediata: oltre ai corsi in FAD, che hanno permesso ai Tecnici di trovare lo stesso stretto rapporto con i docenti, pur da remoto, che avrebbero potuto trovare nelle quindici sedi italiane, e ai tradizionali webinar, già da anni apprezzatissima opportunità di formazione gratuita per settimane organizzati a ritmo serratissimo, sono stati introdotti anche i corsi iFAD, Incontri Formativi a Distanza, ulteriore utilissimo strumento a distanza messo a disposizione del pubblico.

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Industrie che collaborano alla attività della rivista mensile Industria & Formazione divise per ordine categorico Per ogni informazione gli abbonati possono rivolgersi a nome di Industria & Formazione ai dirigenti evidenziati nelle Industrie sottoelencate, oppure alla segreteria generale tel. 0142 / 452403

SCONTI PER GLI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEI TECNICI ITALIANI DEL FREDDO-ATF PRODUZIONE COMPONENTI BITZER ITALIA compressori Pietro Trevisan 36100 Vicenza Tel. 0444/962020 www.bitzer.it CAREL regolazione elettronica, sistemi di supervisione Mauro Broggio 35020 Brugine Tel. 049/9716611 www.carel.it CASTEL valvole, filtri, rubinetti, spie del liquido Giorgio Monaca 20060 Pessano c/Bornago Tel. 02/95702225 www.castel.it CORE EQUIPMENT componentistica per refrigerazione e condizionamento Daniele Passiatore 50127 Firenze Tel. 055/334101 www.core–equipment.it DANFOSS compressori, filtri, spie del liquido, valvole Gabriele De Bona 31015 Conegliano Tel. 0438/336636 www.danfoss.com DENA accumulatori di liquido, filtri Daniele Francia 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/454007 www.dena.it DORIN compressori Giovanni Dorin 50061 Compiobbi Tel. 055/623211 www.dorin.com EMBRACO EUROPE compressori ermetici Enrico Albera 10023 Riva presso Chieri Tel. 011/9437381 www.embraco.com

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NUMERO 4 / MAGGIO 2020 RECO componenti e impianti per la refrigerazione e il condizionamento Stefano Natale 70123 Bari Tel. 080/5347627 www.re-co.it ROTOCOLD componenti per refrigerazione, condizionamento, ventilazione Loredana Rotolo 90143 Palermo Tel. 091/6257871 www.rotocold.it SPLUGA componentistica, energie rinnovabili, pompe Andrea Cagnacci 09010 Vallermosa Tel. 0781/79399 www.spluga.it UNICOLD 3 componenti per refrigerazione e condizionamento, saldatura, impianti Vittorio Chinni 70123 Bari Tel. 080/5061742

REFRIGERAZIONE COMMERCIALE AIR LIQUIDE gas tecnici industriali Mariafrancesca Caprino 20158 Milano Tel. 02/4026522 www.airliquide.com IARP-EPTA REFRIGERATION congelatori, vetrine, armadi, distributori Emanuela Di Costa 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/436111 www.iarp-plugin.com MONDIAL FRAMEC vetrine Filippo Campese 15040 Mirabello Monferrato Tel. 0142/478211 www.mondialframec.com SANDEN VENDO EUROPE distributori automatici Valter Degiovanni 15030 Coniolo Tel. 0142/335153 www.sandenvendo.com

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INDUSTRIA & formazione /49


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte 196a) ventesimo anno

A cura dell’ing. Pierfrancesco FANTONI Armadio a basse prestazioni: Armadio refrigerato professionale in grado di mantenere costante la temperatura di esercizio per la conservazione di alimenti refrigerati o congelati in tutti gli scomparti in condizioni ambientali corrispondenti alla classe climatica 3 (temperatura a bulbo secco 25 °C, umidità relativa 60%, punto di rugiada 16,7 °C, massa di vapore acqueo in aria secca 12 g/kg). Se l’armadio è in grado di mantenere la temperatura costante in condizioni ambientali corrispondenti alla classe climatica 4 (temperatura a bulbo secco 30 °C, umidità relativa 55%, punto di rugiada 20 °C, massa di vapore acqueo in aria secca 14,8 g/kg non è considerato un armadio a basse prestazioni. Viene anche chiamato armadio semiprofessionale. Capacità nominale di raffreddamento: Rappresenta la capacità di raffrescamento di un chiller per la climatizzazione d’ambiente e/o di un condizionatore d’aria o di un ventilconvettore quando eroga raffrescamento d’ambiente alle «condizioni nominali standard». Nel caso di un chiller di processo la temperatura ambiente di riferimento è di 35 °C per i chiller raffreddati ad aria e alla temperatura dell’acqua in entrata al condensatore di 30 °C per i chiller raffreddati ad acqua. Nel caso di un armadio refrigerato e di un’unità di 50/ INDUSTRIA & formazione

condensazione rappresenta la capacità di raffreddamento che l’unità di condensazione, a pieno carico e collegata a un evaporatore ed a un dispositivo di espansione, consente di raggiungere nel ciclo di compressione del vapore, misurata alle condizioni nominali standard ed alla temperatura ambiente di riferimento di 32 °C.Si esprime in kW.

La sua installazione risulta essere particolarmente semplice e veloce in quanto richiede unicamente il posizionamento della macchina nel luogo desiderato e l’attacco alla rete idraulica ed elettrica. Tali tipi di refrigeratori possono essere dotati di compressori alternativi, a vite o centrifughi nei modelli di altissima capacità frigorifera.

Efficienza: Per un ventilatore è rappresentata dall’efficienza statica, comprensiva dell’efficienza del motore e dell’azionamento di ciascun ventilatore dell’unità di ventilazione (nella configurazione di riferimento), definita alla portata d’aria nominale e alla caduta di pressione esterna nominale

Sistema di raffrescamento ad acqua: I componenti o le apparecchiature necessarie per la distribuzione dell’acqua raffreddata e il trasferimento di calore da spazi interni all’acqua raffreddata, al fine di raggiungere e mantenere la temperatura interna desiderata di un ambiente chiuso, quale un edificio o parti di esso, per il comfort termico delle persone.

Portata massima: È la massima portata di aria dichiarata di un’unità di ventilazione, ottenibile con dispositivi di regolazione integrati o forniti separatamente, in condizioni normali dell’aria (20 °C e 101 325 Pa), purché l’unità sia stata installata nella sua interezza (ad esempio sia dotata di filtri di pulizia) e nel rispetto delle istruzioni del fabbricante. Per le Unità di Ventilazione Residenziale da canale la portata massima è in riferimento ad un flusso d’aria a 100 Pa di differenza di pressione statica esterna e per le Unità di Ventilazione Residenziale non da canale è riferita ad un flusso d’aria alla differenza di pressione minima totale ottenibile, da scegliere tra i valori 10 (minimo), 20, 50, 100, 150, 200, 250 Pa in modo che corrisponda o sia immediatamente inferiore alla differenza di pressione misurata. Refrigeratore package: Apparecchiatura utilizzata per la produzione di acqua refrigerata con o senza glicole e per la produzione di salamoie. Essa contiene tutti i componenti frigoriferi ed idraulici necessari allo scopo, compreso le unità condensanti nel caso in cui esse possono essere installate all’esterno. In tale caso l’intera struttura deve essere costruita in modo tale da poter resistere nel tempo agli agenti atmosferici esterni.

Temperatura ambiente: In un’unità di condensazione è la temperatura dell’aria a bulbo secco, espressa in gradi Celsius. Per i chiller di processo che utilizzano un condensatore raffreddato ad aria, è la temperatura dell’aria a bulbo secco, espressa in gradi Celsius. Per i chiller di processo che utilizzano un condensatore raffreddato ad acqua, è la temperatura dell’acqua in entrata al condensatore, espressa in gradi Celsius.

Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.

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