Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 7 2017

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N° 411

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Tecnici del Freddo - FGAS I nuovi Regolamenti (CE) 517/2014 e 2067/2015 confermano l’obbligo di certificazione per Personale e Aziende coinvolte nell’utilizzo dei Gas Fluorurati (il Certificato della Persona è definito familiarmente Patentino del Frigorista). In mancanza del Certificato, il Personale e le Aziende non possono svolgere attività quali installazione, manutenzione, riparazione, recupero e smantellamento delle apparecchiature contenenti tali gasfluorurati, nè acquistare gas refrigeranti ad effetto serra, vedendo limitato quindi il proprio lavoro e rischiando pesanti sanzioni. Bureau Veritas è accreditato da Accredia e approvato dal Ministero dell’Ambiente per tutte le attività di certificazione di Persone e Imprese che operano in questo settore e può aiutare i tecnici e le aziende a soddisfare questo obbligo di legge.

Tecnici del Caldo - UNI 11554 I tecnici che si occupano di progettazione, collaudo, installazione o manutezione di Impianti a Gas di tipo civile hanno spesso bisogno di comunicare a un mercato sempre più esigente le proprie capacità e competenze, a garanzia del servizio offerto. Per questo motivo, la certificazione secondo la norma UNI 11554 può essere un sicuro vantaggio per i tecnici. Si tratta di una norma volontaria che garantisce al cliente che il tecnico incaricato è un professionista competente. Bureau Veritas offre una certificazione accreditata per le 3 figure previste: responsabile tecnico, installatore e manutentore.

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Sommario Direttore Responsabile Enrico Buoni

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

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Responsabile di Redazione M.C. Guaschino

Missioni internazionali M. Buoni – Vice Presidente AREA – Segretario Generale ATF

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Comitato Scientifico Marco Buoni, Marcello Collantin, PierFrancesco Fantoni, Enrico Girola, Marco Carlo Masoero, Alfredo Sacchi

Una delegazione di 16 professori universitari cinesi, a scuola di gas refrigeranti alternativi F. Riboldi – Responsabile Relazioni Esterne Centro Studi Galileo, Responsabile

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Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato AL tel. 0142/452403 fax 0142/909841

S. Romanò – International Affairs Officer Centro Studi Galileo

Il clima e la refrigerazione: situazione attuale e sviluppi futuri S. R. Yurek – Presidente & CEO, Air conditioning, Heating and

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Pubblicità tel. 0142/453684

Il Regolamento europeo sui gas fluorurati: prospettive T. Grabiel – Environmental Investigation Agency – EIA

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Impiego dell’anidride carbonica negli impianti frigoriferi P. Amirante – Professore di Macchine e Impianti di Industrie Alimentari –

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Cosa fare del refrigerante recuperato da un circuito frigorifero? Facciamo riferimento a cosa dice la norma EN 378 rivisitata P.F. Fantoni – 205ª lezione di base

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Retrofit di refrigeranti con glide di temperatura elevato

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Guida alla soluzione dei problemi per sistemi AC/R

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Notizie dall’Europa

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Principi di base del condizionamento dell’aria

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Industrie che collaborano alla attività della rivista mensile Industria & Formazione divise in ordine categorico

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Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento

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E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Corrispondente in Francia: CVC La rivista viene inviata a: 1) Installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

N. 412 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.

della Comunicazione Istituzionale Associazione dei Tecnici del Freddo

Refrigeration Institute – AHRI

Introduzione – Obiettivi senza precedenti – Osservazioni e considerazioni – Diffondere le tecnologie europee a livello globale

Politecnico di Bari Introduzione – I regolamenti e la legislazione sull’impiego dei fluidi frigorigeni – Impiego dei fluidi refrigeranti naturali nella frigoconservazione

Introduzione – Una prassi scorretta – Sfiatare o recuperare? – Recuperare, riutilizzare o smaltire seconda parte A cura di Danfoss Cooling

A cura del Centro Studi Galileo A cura di P.F. Fantoni

Manutenzione ordinaria preventiva degli impianti di climatizzazione per veicoli P.F. Fantoni – 185ª lezione Introduzione – Manutenzione preventiva – Verifiche su compressore e tubazioni – Controllo del condensatore – Verifiche sulla qualità dell’aria – Verifiche sul motore – Refrigerante

(Parte centosessantottesima) – A cura di P.F. Fantoni Articolo 5, nazioni - Frigocongelatore a due porte – GPM – MAC – Operatore – Rpm – Sala macchine – Surriscaldamento – Ton of refrigeration Aggiungi agli amici “Centro Studi Galileo” su Facebook

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Corso ad hoc presso la società Fenice. Il docente Stefano Sarti posa con gli allievi che hanno appena ricevuto l’Attestato di partecipazione. Ogni anno il CSG realizza 50 corsi presso le aziende e 300 corsi a catalogo www.centrogalileo.it

Lʼelenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”) DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A TREVISO Benetazzo Denis AQUATECH srl Santa Maria di Sala

Faraone Antonio FRIULAIR srl Cervignano D.F.

Della Libera Matteo ILSA spa Castello Roganz. S. Fior

Sette Andrea SIRAM spa Milano

Zattel Luca GM SERVICE srl Bolzano

Bandiera Enzo NAPLA G APPALTI srl S. Anatolia di Narco

Toffolo Andrea SIRAM spa Milano

Nardelli Federico GM SERVICE srl Bolzano

Seno Francesco OPERA DIOCESANA ASS. RELIGIOSA Belluno

Moscardi Roberto SIRTI spa Milano

Florean Damiano ATIS srl Valvasone Arzene Posocco Diego AVIANO AIR BASE PN Aviano Zambon Massimo AVIANO AIR BASE PN Aviano Trentin Giuliano BB GOVERNMENT SERVICES srl Vicenza Boarina Denis Jesolo Giarolo Livio BREZZA snc San Bonifacio Sterrantino Mauro CSMI sas Gardolo Dainese Sergio ECODREAMING srl Fossò Festa Gianni Matera

Tutti promossi! Gli allievi che hanno appena ottenuto il Patentino Frigoristi posano con il Fondatore del Centro Studi Galileo Enrico Buoni, presso la Sala Galileo di Palazzo Anna d’Alençon. Oltre 10.000 i tecnici sono stati preparati e certificati dal CSG negli ultimi 5 anni.

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Maestrello Claudio STENA TECHNOWORLD Cavenago Brianza Tangredi Alessandro L’Aquila Pascaru Ion TECHPA DI RONCHIN snc Scorzè Bulgac Eduard TECHPA srl San Dono di Massanzago Venturi Valerio Pocking Pessau Zottino Marco ZOTTINO srl Jesolo

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A ROMA Loss Sergio ACOTEC IMPIANTI srl Roma Sala Renato ATLAS COPCO ITALIA spa Cinisello B.mo Floris Luca ATS srl Roma Liistro Giovanni ATS srl Roma

Nella sede veneta dei Corsi CSG a Motta di Livenza, il Direttore Marco Buoni, vicepresidente Affari Internazionali AREA, assiste alla fase di controllo delle Temperature, Pressioni, Parametri di funzionamento su impianto didattico appositamente costruito dalla Elettronica Veneta, durante un esame per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi PIF.

Bernardinetti Filippo L’Aquila Bianco Vincenzo Baselice Carballo Miguel Angel CARBALLO MANUTENZ. IMPIANTI Incisa Caretta Domenico Avezzano

Russo Paolo EDIL POWER srl Ardea Danieli Stefano EFO SERVICE COOL DIVISION Santa Marinella Di Clemente Daniel ELETTRONICA BIO MEDICALE srl Foligno

Rossi Federico ELETTRONICA BIO MEDICALE srl Foligno Montereali Sisto FUTURE srl Monterotondo Campodonico Lorenzo INNOVA SERVICE srl Follonica

La Sala Rossa del Comune di Casale Monferrato ospita una delegazione di professori universitari cinesi giunti in città per un corso del Centro Studi Galileo sui nuovi refrigeranti alternativi. Nella foto, a destra il Sindaco della Città di Casale Monferrato Titti Palazzetti. Il corso è stato commissionato al CSG dalle Nazioni Unite Ambiente. Sono molti i paesi assistiti dal CSG per la formazione: Tunisia, Bahrain, Gambia, Caraibi, Argentina, Arabia Saudita, Montenegro...

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Moranti Claudio ITC srl Roma Mastrodicasa Lucio Gianluca LFOUNDRY srl Avezzano Colasanti Massimo LFOUNDRY srl Avezzano Fracassi Fabio LFOUNDRY srl Avezzano Buffone Alessandro MANITALIDEA spa Ivrea Dadi Ephrem Tulu MAR srl Latiano Morelli Lorenzo Civitella S. Paolo Terzaroli Massimiliano PERNAZZA GROUP srl Narni Cafolla Davide QUATTROCIOCCHI EGIDIO srl Frosinone

Un candidato all’ottenimento della Certificazione sostiene la prova di brasatura. Una sua realizzazione perfetta serve per evitare perdite di refrigerante, ottimizzando quindi l’efficienza energetica dell’impianto. Da studio UK, un impianto tipo con una perdita del 50% della carica ha un’efficienza ridotta alla metà. I supermercati hanno perdite del 20% annuo.

Tieri Massimiliano RIEM SERVICE srl Gallicano nel Lazio

Bianchini Massimiliano SEA SOLUZIONI ENERGETICHE ALTERNATIVE Civitavecchia

Lorusso Riccardo SAFEAR SERVICE srl Fonte Nuova

Marinelli Giuseppe TECNOCALOR srl Roma

Mandngsong Arnulfo Botones SAFEAR SERVICE srl Fonte Nuova

Del Rossi Marco TECNOCLIMA DI DEL ROSSI Bussi Tirino

Grasso Marco TERMINAL FLAVIO GIOIA spa Napoli - Interno Porto Casisole Alessandro TERMOTECNICA CASISOLE snc Montalto Di Castro Casisole Alessandro Jr TERMOTECNICA CASISOLE snc Montalto di Castro

CORSI A BOLOGNA AGRISYSTEM snc DI CIPRIANI & SANTELLI Santelli Maicol San Matteo delle Chiaviche AGSM VERONA spa Bragantini Nicola Verona

Sede dei corsi CSG dell’Emilia Romagna presso la New Cold System di Calderara di Reno (BO). Gli allievi hanno ottenuto il Patentino Italiano Frigoristi e posano con il docente CSG Madi Sakande. Il CSG svolge corsi in 15 sedi in tutte le regioni italiane, programma completo dei corsi su www.centrogalileo.it

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NORTHROP GRUMMAN ITALIA spa Bagaglia Maurizio Pomezia TECO srl Zanella Daniel Ravenna TIF SNC Gaddoni Matteo Faenza VANACORE GIANPIO Sorrento

CORSI A ROMA AS AXA DI SORDINI Sordini Adalberto Roma

Eseguire una perfetta brasatura è requisito essenziale per la buona tenuta dell’impianto. Le giunzioni meccaniche sono spesso fonte di perdite per cui la brasatura è da preferirsi. Nei corsi propedeutici all’ottenimento del Patentino Frigoristi i docenti CSG (nella foto Donato Ciccarone) addestrano i futuri Tecnici del Freddo.

BORMAC GIORGIO srl Vaccari Davide Carpi BOTTIONI ELETTROIMPIANTI srl Caimi Luca Parma CECCHINATO CARLO Cento

COLINA CARLOS JULIO Parma ETI srl Tartari Yuri Modena EUROCRIMA sas Camellini Mauro Bibbiano

GRANDI PASTAI ITALIANI spa Sgarbi Roberto Falato Pasquale Correggio GRANFRUTTA ZANI soc. coop. Mbaye Serigne Merendi Arlen Granarolo Faentino MANDRIOLI srl Mandrioli Andrea Bologna

CANELLA PIETRO srl Canella Lamberto Civitavecchia CIAB soc. coop. Surace Andrej Bologna CINECITTÀ STUDIOS spa Ciuffini Giuseppe Roma CLIMAT & C. srl Degortes Manuel Olbia COLLODELLO RUGGERO Bottega Riccardo Santa Lucia di Piave

Corso ad hoc nella base dell’Aeronautica Statunitense ad Aviano (Friuli Venezia Giulia) sulle problematiche elettriche degli impianti frigoriferi. Il docente Donato Caricasole titolare del corso spiega tutte le manutenzioni, riparazioni e installazioni elettriche che possono occorrere sugli impianti di refrigerazione e condizionamento. Spesso i problemi sono di carattere elettrico più che meccanico.

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DI TULLIO DANILO Bari ELETTRONICA BIO MEDICALE srl Di Clemente Daniel Rossi Federico Foligno ELETTROSERVICE DI CORONA Corona Luca Caposele FILMARC SERVICES Filippone Giorgio Formentera GENERAL TERMIC srl Clementi Matteo Roma GREGORIO TERMOIDRAULICA Gregorio Pasqualino Torella dei Lombardi GRISAFI EMILIO Grisafi Cataldino Ciro’ Marina GTI GENERAL TECNOIMPIANTI srl Bozza Stefano Brembate Sopra INTEGRATION POWER NET srl Cipolletta Armando Napoli L’ELETTROIDRAULICA DI GRIGOLI Grigoli Carmelo Certaldo

Il docente Stefano Sarti e gli allievi cinesi studiano gli impianti a CO2 su un apparecchio didattico realizzato appositamente per il corso del CSG dalla ditta Castel. Il corso viene svolto presso la sala prove della ditta SandenVendo. La Cina nell’ambito del nuovo piano HPMP (di riconversione ai nuovi gas) ha instaurato una forte collaborazione con il CSG per formare molti suoi tecnici anche utilizzando il nuovo prodotto Real Alternatives (www.realalternatives.eu).

LOTTI GAETANO Capranica MAGRINI ALAN MICHAEL Roma MAR srl Dadi Ephrem Tulu Latiano MTI srl Gazzani Rocco Yan Alessandria

PARMALAT spa Tettamanti Adelio Milano

RONCO IMPIANTI sas Femia Vincenzo Alessandro Roma

PERNAZZA GROUP srl Terzaroli Massimiliano Narni

SDP DISTRIBUZIONE PETROLI Spadafora Luca Genova

PICUTI MARIO Fiamignano QUERCIA MICHELE Corato

SILVI ENZO Campanelli Luca Silvi Enzo Castel Giorgio SIRTI spa Di Mambro Francesco De Chirico Gioacchino Romaldetti Amerigo Bassotti Flavio Milano SOPRANZI RICCARDO Roma TAFCIU GENTIAN Mezzolombardo TECNICAL SERVICES srl Laudani Antonino Seregno TERMOELETTRICA IMPIANTI sas Celli Cristiano Roma TIGIT srl Auletta Giuseppe Roma

Il docente CSG Roberto Ferraris assiste un’allieva cinese durante l’esame per l’ottenimento della Certificazione. Il corso per la delegazione cinese si è inserito nell’ambito della formazione sui refrigeranti alternativi idrocarburi e anidride carbonica per cui sono state organizzate pure visite alle maggiori aziende del settore in questo comparto: IARP e SandenVendo.

TRIS IMPIANTI srl Speranza Pierluigi Mirabella Eclano

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CORSO A MILANO PER INSTALLATORI E MANUTENTORI DI IMPIANTI ENERGETICI ALIMENTATI DA FONTI RINNOVABILI AERSAT MILANO srl Lovato Dario Lorenzo Cassina De’ Pecchi AIR CLIMA ENGINEERING Nobili Andrea Cameri AIR SYSTEM srl Illini Roberto San Giacomo Telio BONIFORTI IMPIANTI srl Baratelli Andrea Ranica BRAMBILLA LUCIANO Roncello CORIM BRIANZA sas DI VALUSSI Valussi Mauro Cesano Maderno EFFE TRE IMPIANTI srl Ferrara Giuseppe Alessio Ferrara Pasquale Milano ETM DI TOCCO MORENO Tocco Moreno Cornaredo FENIM srl Barboni Nicholas Rho

Il docente Simone Porta valuta un allievo che sta eseguendo una delle tre prove pratiche dell’esame PIF: carica – vuoto con attrezzatura specifica richiesta anche per la certificazione dell’azienda. La strumentazione deve essere di qualità e propriamente tarata. Il CSG propone formazione, certificazione (tramite OdC), consulenza e taratura degli strumenti.

FLUIDIMPIANTI srl Cavalli Marco Gorgonzola

KRIOS srl Fabio Luca Milano

RCINQUE srl Romeo Davide Desio

FOCUS 45 srl Olivieri Giacomo Cazzago Brabbia

LV IMPIANTI srl Vismara Luca Trezzo Adda

RIESS srl Cappello Lorenzo Cologno M.se

H2O SERVICE DI PACCHIA Pacchia Massimiliano Monza

MARINACCI GINO & C. srl Marinacci Gino Bareggio

TRUDEN IMPIANTI Truden Alvin Milano

IDROTECNICA srl Franzero Stefano Nizza M.to

PJ srl Piccininni Jader Cambiago

Il Corso di Tecniche Frigorifere è un corso completo utile per preparare il Tecnico del Freddo nel suo lavoro partendo dalle basi, per poi proseguire con la specializzazione e infine la manutenzione avanzata degli impianti. Per diminuire al massimo il disagio agli allievi il Centro Studi Galileo opera in 15 regioni italiane permettendo a tutti, senza sacrificare giorni di lavoro in lunghi viaggi, di ottenere la Certificazione.

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Editoriale

Missioni internazionali

MARCO BUONI Formazione nelle Isole Caraibiche sui refrigeranti infiammabili, con il docente Marino Bassi nella foto.

Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA Segretario Generale Associazione dei Tecnici italiani del Freddo - ATF

L’Unione Europea in collaborazione con la confederazione delle industrie indiane lancia il messaggio su come contrastare i cambiamenti climatici. Il rappresentante di tutte le associazioni dei tecnici del freddo europee, Marco Buoni, sottolinea a Nuova Delhi che “Il settore della Refrigerazione può fare molto per la salvezza del clima” Dialogo aperto tra UE e India. Scambio di buone pratiche per la salvaguardia del clima, argomento mai come oggi d’attualità: gli uragani sferzano l’America centrale e settentrionale, la siccità aumenta in Africa e la superficie ghiacciata ai Poli non è mai stata ai minimi termini come nell’estate appena trascorsa. “L’industria può fare molto, particolarmente quella del settore Refrigerazione e Condizionamento che ha utilizzato, e in parte utilizza ancora, potenti gas che causano effetto serra e cambiamenti climatici e che consuma il 17% dell’energia elettrica mondiale” dichiara Buoni. Alla presenza di Ministri e alti funzionari della Repubblica dell’India e dell’Ambasciatore dell’Unione Europea in India e Bhutan si è svolto a New Delhi il 12° Sustainability Summit.

Panoramica della sala al 12° Sustainability Summit.

Marco Buoni presenta l’impatto del nostro settore sui cambiamenti climatici al summit EU – INDIA. Refrigerazione e condizionamento sono responsabili del 10% del consumo energetico e delle emissioni mondiali.

Marco Buoni, Segretario Generale dell’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo, a nome di tutte le associazioni dei tecnici del freddo europee è intervenuto alla conferenza precisamente nella sessione “Green Cooling and sustainable refrigeration” presieduta da Cornelius Rhein, Officer della Sezione DG Clima della Commissione Europea. La sessione ha affrontato i possibili risultati della cooperazione UE India nella riduzione di emissioni dannose; lo stato asiatico è tra le nazioni più inquinanti del pianeta. E’ emersa una forte necessità di reperimento di risorse oltre che una carenza di formazione e qualificazione che, garantendo una manutenzione di livello, potranno sostenere il paese nella transizione verso le produzioni green, ottenendo benefici ambientali e sociali attraverso un processo di professionalizzazione. La sessione ha esplorato ulteriormente le possibilità di lavoro comune tra UE e l’India per attuare l’emendamento di Kigali e il Paris Agreement sui cambiamenti climatici e quale ruolo la cooperazione internazionale possa svolgere. ●

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Speciale formazione internazionale

Una delegazione di 16 professori universitari cinesi, a scuola di gas refrigeranti alternativi

FEDERICO RIBOLDI1 – SILVIA ROMANÒ2 1Responsabile

Relazioni Esterne Centro Studi Galileo della Comunicazione Istituzionale Associazione dei Tecnici del Freddo 2International Affairs Officer Centro Studi Galileo 1Responsabile

Un pubblico di rilievo quello che ha affollato la Sala Galileo nelle scorse settimane: 16 professori universitari cinesi, accompagnati da due alti funzionari governativi, nella veste di allievi del Corso di Formazione “Refrigeration and air conditioning systems using alternative refrigerants” sugli apparecchi di refrigerazione e aria condizionata che utilizzano refrigeranti alternativi. I Tecnici cinesi non sono nuovi a mis-

sioni a Casale Monferrato. Nel 2012 e nel 2013 due delegazioni avevano trovato ospitalità nella Capitale del Freddo per formarsi e collaborare. Il corso di questa settimana è frutto proprio di questa collaborazione, che potrebbe in futuro portare alla creazione di corsi di formazione ad hoc, sostenuti anche dal progetto Europeo Real Alternatives (www.realalternatives.eu) ed appositamente progettati per il Paese del dragone.

L’argomento del corso è un tema fondamentale per il futuro del settore. L’Emendamento approvato da tutte le nazioni nel corso della Riunione del Protocollo di Montreal a Kigali impone di abbandonare gradualmente i gas attualmente utilizzati (HFC), che hanno proprietà climalteranti con grande potere di surriscaldamento globale, a favore di un ritorno ai gas naturali già utilizzati agli albori della refrigerazione ante seconda guerra

La delegazione cinese prima di mettersi al lavoro sugli impianti contenenti gas refrigeranti alternativi.

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Sullo scalone d’onore di Palazzo San Giorgio, sede della città di Casale Monferrato, foto ricordo dei partecipanti al Corso “Refrigeration and air conditioning systems using alternative refrigerants” con Marco Buoni (Segretario Generale ATF) e Silvia Romanò (International Affairs Officer).

mondiale, o dei nuovissimi sintetici di 4° generazione (HFO), che non inquinano ma che hanno dei contro rilevanti, primo su tutti l’infiammabilità, rendendo dunque necessaria una formazione ad hoc. I temi principali trattati in aula sono stati quindi l’utilizzo sicuro degli impianti ad idrocarburi, i sistemi industriali ad ammoniaca e gli impianti a cascata con anidride carbonica. Molte aziende del settore collaborano al corso mettendo a disposizione le conoscenze dei loro Tecnici e i loro impianti più evoluti. E’ il caso per la CO2 della Sanden Vendo di Coniolo Monferrato, della Castel di Rescaldina (MN) e delle Officine Mario Dorin di Compiobbi (FI); quest’ultima, tramite un innovativo software sviluppato internamente, simula sistemi a cascata e booster unitamente alla selezione del compressore più adatto. Nell’ultimo giorno di corso si terrà una

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visita ai laboratori di ricerca e sviluppo della EPTA – IARP di Casale Monfer-

rato. Al termine avverrà la consegna ufficiale degli attestati di partecipazione e, il giorno successivo, l’esame per la verifica delle competenze, il Patentino Frigoristi PIF, riconosciuto in tutto il mondo e richiesto anche per la sua valenza internazionale. Tutte le nazioni mondiali a seguito dell’eliminazione dei gas refrigeranti HFC sono desiderose di aumentare le proprie competenze tramite l’ottenimento della certificazione del Centro Studi Galileo, anche in vista di una crescente necessità di refrigerazione e condizionamento. Centro Studi Galileo non è nuovo ad esperienze formative con nazioni estere, commissionate come in questo caso dalle Nazioni Unite tramite le Agenzie UN Environment e UNIDO. Negli ultimi 10 anni si sono tenuti corsi e sessioni di certificazione per Tecnici di una settantina di nazioni. Molti hanno ottenuto la certificazione presso la sede centrale CSG, altri nei Paesi di provenienza. Le ultime missioni internazionali sono state: Sri Lanka, Thailandia, Ethiopia, Eritrea, Rwanda, Benin, Tunisia, Gambia, Montenegro, Bosnia Herzegovina, Turchia, Bielorussia, Ukraina, Uzbekistan, Tajikistan, Ghana, Colombia, Stati Uniti d’America, Nigeria, Arabia Saudita, Tunisia, Giordania, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, India e Caraibi. ●

ULTIME NOTIZIE L’Associazione dei Tecnici del Freddo al XII Sustainability di New Delhi Missioni su mandato Commissione Europea e governo Thai di ATF in India e Thailandia

L’Unione Europea in collaborazione con la Confederazione delle industrie indiane promuove un meeting per contrastare i cambiamenti climatici. Il rappresentante di tutte le Associazioni dei Tecnici del Freddo europee Marco Buoni sottolinea che “Il settore della Refrigerazione può fare molto per la salvezza del clima”. Dialogo aperto tra UE e India. Scambio di buone pratiche per la salvaguardia del clima, argomento mai come oggi d’attualità: gli uragani sferzano l’America centrale e settentrionale, la siccità aumenta in Africa e la superficie ghiacciata dei Poli non è mai stata ai minimi termini come nell’estate appena trascorsa. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


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Speciale situazione internazionale

Il clima e la refrigerazione: situazione attuale e sviluppi futuri

STEPHEN R. YUREK Presidente & CEO, Air conditioning, Heating and Refrigeration Institute – AHRI

Articolo tratto dal 17° Convegno Europeo Richiedere atti e video INTRODUZIONE Tutte le Nazioni mondiali stanno indirizzando i propri sforzi verso la ratifica dell’Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, preparandosi contestualmente al “phase down” globale degli HFC; il futuro che ci attende è colmo di sfide e di opportunità. Da una parte la nostra industria che è pronta forse più che mai al maggior cambiamento nei refrigeranti; dall’altra l’atteggiamento relativo all’importanza del trattato da parte degli esperti, soprattutto negli Stati Uniti, rappresenta una sfida che richiede compattezza da parte dell’industria e uno sforzo notevole da parte di tutti. Lo scenario politico americano ha subito notevoli cambiamenti e le iniziative relative alla salvaguardia del clima potrebbero non essere sempre ben accette. Tuttavia anche di fronte all’incertezza, il futuro dell’industria è chiaro: una nuova generazione di refrigeranti dal potenziale di riscaldamento globale più basso è all’orizzonte e sia i produttori di refrigeranti sia quelli di OEM si stanno muovendo velocemente in questa direzione. Vi è, inoltre, la

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necessità di portare avanti una buona formazione a livello globale particolarmente dei tecnici affinché siano in grado di installare e di svolgere le procedure di manutenzione degli impianti utilizzando le nuove tecnologie in piena sicurezza. Esaminiamo la situazione attuale, per poi passare alle necessità dei prossimi anni. L’Emendamento di Kigali deve essere ratificato dal 20% delle Nazioni che lo hanno approvato prima che possa entrare in vigore; un ostacolo che sarà superato a breve. Quando entrerà in vigore, il processo di diminuzione prenderà il via e gli HFC saranno ridotti seguendo percentuali diverse nei prossimi 30 anni a seconda che il paese sia A2, A5-1 o A5-2 (vedi Figura 1). E’ improbabile che gli Stati Uniti facciano parte del 20% iniziale, anche se la ratifica è nel loro interesse e i loro produttori pagherebbero le conseguenze maggiori nel caso in cui il loro paese non

ratificasse l’Emendamento. Al momento, gli Stati Uniti stanno seguendo due vie. Il Dipartimento di Stato americano non ha ancora sottoposto il trattato al Senato degli Stati Uniti, che dovrebbe approvarlo con una maggioranza di due terzi per giungere alla ratifica. L’industria invece sta lavorando duramente per avere accesso ai nuovi refrigeranti una volta che il trattato (speriamo) sia ratificato. Se il trattato viene sottoposto al Senato, sarà richiesto un voto bipartisan. Mentre i Repubblicani al momento hanno la maggioranza, i 67 voti necessari (sui 100 richiesti) richiederanno voti sia da parte dei Democratici che dei Repubblicani. La sfida maggiore per l’industria sarà quella di convincere i Repubblicani che questo trattato è nell’interesse della nostra industria, che siamo in grado di attuarne le previsioni. Il fatto che sia l’industria che gli ambientalisti lo sostengano, dovrebbe essere di aiuto, dato che si tratta di un

Figura 1


evento abbastanza raro, ma l’obiettivo non sarà facile da raggiungere. Nel frattempo, mentre i politici lavorano sulla ratifica del trattato, gli addetti al settore si stanno occupando della ricerca dei refrigeranti. Quando il “programma di valutazione dei Refrigeranti Alternativi a Basso GWP” ha valutato le potenziali alternative HFC, la maggior parte di quelli più promettenti presentavano un problema di non poca importanza: l’infiammabilità. Ciò ha creato un nuovo ostacolo, perché siano considerati come una scelta possibile all’interno delle abitazioni private e dei luoghi di lavoro i codici edilizi degli Stati Uniti e nel mondo intero dovrebbero subire delle modifiche, e per fare ciò è necessario che i funzionari addetti siano convinti della loro sicurezza. Un ulteriore programma di ricerca che ha coinvolto il Dipartimento dell’Energia americano, l’AHRI, l’ASHRAE e lo Stato della California è tuttora in corso, con numerosi progetti da completare; per il completamento del prossimo ciclo di normativa tutte le maggiori ricerche devono essere completate entro la fine di quest’anno (vedi figura 2). Dei 29 progetti di ricerca identificati dalla stima industriale del 2015, 8 apparvero urgenti e furono immediatamente portati avanti. Un progetto è stato oggi completato e gli altri ci si aspetta che verranno completati entro la fine del 2017 o l’inizio del 2018, periodo in cui i risultati saranno valutati e sottoposti agli enti preposti. Anche se lavoriamo per ottenere la ratifica di Kigali ed avere a disposizio-

Figura 2

ne i nuovi refrigeranti, questi passi non sono quelli finali. Dopo aver testato i nuovi refrigeranti e averli approvati per le diverse applicazioni, i tecnici americani e del mondo intero dovranno essere formati all’utilizzo corretto dei nuovi refrigeranti. Si tratta di un punto importante data la natura infiammabile

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di molti di essi; riveste ulteriore importanza perché, a differenza di oggi, laddove abbiamo dei refrigeranti dominanti per il condizionamento fisso e mobile residenziale e commerciale e per la refrigerazione ad uso commerciale, la prossima generazione, probabilmente, sarà più di nicchia con applicazioni e sotto applicazioni che renderanno più complesso il compito del Tecnico. Si sta lavorando duramente a livello internazionale a questo riguardo con il programma “Refrigerant Driving Licence” sviluppato dall’UNEP e l’iniziativa “Global Refrigerant Management”, unitamente ad altri progetti a livello nazionale. L’industria è pronta a questa transizione, ma vi è ancora molto lavoro da fare. E’ indispensabile che si lavori tutti insieme per la nostra industria, che riveste un’importanza cruciale per il benessere, la sicurezza e la produttività dei cittadini del mondo. ●

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Speciale eliminazione HFC ad alto GWP

Il Regolamento europeo sui gas fluorurati: prospettive

TIM GRABIEL Environmental Investigation Agency – EIA

Articolo tratto dal 17° Convegno Europeo Richiedere atti e video INTRODUZIONE I settori della refrigerazione ed il condizionamento sono destinati ad una radicale trasformazione nei prossimi anni e l’Europa è alla guida di questo cambiamento. Nell’Unione Europea (UE), questa trasformazione è già in stato avanzato. E con i prossimi consistenti passi di riduzione degli HFC previsti per il 2018 e, successivamente, nel 2021, il ritmo di questo cambiamento è destinato ad accelerare. La questione, in Europa, non è se le tecnologie non climalteranti prive di fluorurati prenderanno piede e domineranno il mercato ma, piuttosto, quanto rapidamente questo succederà. A questo proposito dovrebbe essere interesse di consumatori, istituzioni e di tutti gli operatori del settore evitare una faticosa, costosa e rischiosa transizione dai refrigeranti HFC ad altro GWP a tecnologie a medio GWP basate sempre su HFC, specialmente considerando che queste ultime richiederanno comunque a medio termine una transizione ulteriore a tecnologie non climalteranti prive di HFC.

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L’Europa, quindi, dovrebbe fare fin da oggi un’unica, strategica, transizione verso le tecnologie non climalteranti prive di gas fluorurati. Allo stesso tempo c’è in atto una trasformazione a livello internazionale che coinvolge anche i paesi in via di sviluppo. All’interno del Protocollo di Montreal i paesi in via di sviluppo (PVS) devono affrontare la definitiva uscita dagli HCFC prevista per il 2020. Come nel caso dell’UE, i PVS devono scegliere se: 1) fare una doppia transizione, es. da HCFC-22 agli HFC, che poi comporterà in futuro un’altra transizione per eliminare questi ultimi, oppure 2) una transizione strategica, che significherebbe saltare direttamente le tecnologie basate sui fluorurati e andare direttamente alla soluzione finale. La tempistica di queste trasformazioni potrebbe essere una coincidenza, ma il loro impatto combinato è chiarissimo: sono mature le condizioni perché le tecnologie senza HFC prosperino e arrivino a dominare il mercato europeo e globale nei prossimi anni. Questo sviluppo metterebbe finalmente la parola fine sulla routine chimica CFC-HCFC-HFC-HFO grazie al ruolo di leadership che ha l’Europa. Quanto segue è un’analisi del regolamento UE sui gas fluorurati con alcune osservazioni e lezioni apprese durante i primi anni di applicazione dello stesso; ci sono inoltre alcune considerazioni su come sfruttare al meglio la transizione europea a livello internazionale.

OBIETTIVI SENZA PRECEDENTI L’UE guida a livello mondiale la transizione verso le tecnologie non climalteranti prive di HFC. Nel 2014 l’UE ha adottato il Regolamento (UE) 517/2014 che istruisce una forte riduzione degli HFC in tutti i settori economici, partendo dal congelamento del mercato nel 2015, seguito da un riduzione del 7% nel 2016, che poi diventa del 37% nel 2018, sarà del 55% nel 2021 fino ad arrivare al 69% nel 2024, al 76% nel 2027 e al 79% nel 2030. Questo calendario è molto più ambizioso di quello previsto a livello internazionale nello scorso ottobre dall’accordo conosciuto come “l’emendamento di Kigali”, come si evince dalla figura 1. Subito due piccole osservazioni degne di nota. La prima è che la baseline dell’UE è più bassa di quella mondiale, e questo è dovuto al fatto che non include alcun consumo di HCFC mentre nell’Emendamento di Kigali questo è ancora considerato; il punto di partenza europeo, quindi, è più stringente. La seconda è che i passaggi chiave nell’eliminazione progressiva nel piano europeo sono più precoci e sono più frequenti. Infatti nel momento in cui altri paesi sviluppati sono ancora alla fase di congelamento del mercato, per esempio nel 2023, l’UE avrà già più che dimezzato il suo consumo di HFC. Per quanto tutto questo sembri ambizioso, in realtà è sottostimato. A ben vedere, infatti, l’eliminazione progressiva degli HFC nel regolamento


(UE)517/2014 è molto più ambiziosa di quanto non appaia, per due ragioni. In primo luogo la baseline di partenza non includeva le apparecchiature pre-caricate, nonostante che questi apparecchi debbano rientrare, a partire dal 2017, dentro il sistema di quote. Questo comporterà un aumento della domanda a cui non corrisponderà un aumento dell’offerta. In secondo luogo i gas usati per certi usi esenti, come gli inalatori dosati, vengono sottratti alle quote rese disponibili per il resto del mercato. Questo significherà che l’offerta a disposizione degli altri settori di mercato diminuirà ulteriormente. Quando aggiustiamo i conti per includere la sottrazione di questi volumi, la riduzione appare molto più sostanziosa in termini reali, come si può notare nella figura precedente. Quindi, in realtà, l’UE ha già ridotto le forniture di HFC del 17% nel 2017 e le ridurrà fino a quasi la metà (48%) nel 2018 e di quasi i due terzi (64%) nel 2021.

Figura 1: comparazione tra il protocollo di Montreal e il Reg. 517/2014. In grigio la situazione “Business As Usual” senza nessun intervento.

OSSERVAZIONI E CONSIDERAZIONI L’applicazione del regolamento sui gas fluorurati non è stata priva di problemi, alcuni previsti ed altri meno. Accaparramento dei gas HFC – Nel 2014, l’anno prima che avesse inizio l’eliminazione progressiva degli HFC per effetto del regolamento, i produttori e gli importatori hanno accumulato il 62% in più di gas rispetto all’anno precedente. Questo accaparramento ha drogato il mercato, mantenendo artificialmente basso il costo degli HFC nel 2015 e 2016 e ha contribuito a non fare percepire l’urgenza della transizione a tecnologie non climalteranti prive di HFC. Prezzi degli HFC in forte aumento – Tuttavia, una volta che le scorte hanno cominciato ad esaurirsi e che l’eliminazione progressiva ha cominciato a farsi sentire nel 2016 e 2017, i prezzi degli HFC sono schizzati alle stelle. Ormai gli annunci di aumento dei prezzi dei gas si susseguono ogni mese e i prezzi di alcuni HFC sono raddoppiati nell’ultimo anno.

Figura 2: in verde la differenza tra la quantità di gas ipoteticamente disponibile per refrigerazione e raffrescamento e quella realmente disponibile una volta dedotte le quantità per usi esenti dal Reg.

Gli HFC ad alto GWP – Diversi gas ad alto GWP non sono più disponibili sul mercato. Per esempio Honeywell recentemente ha annunciato che non venderà più Europa il 404A (GWP 3922) e il 507 (GWP 3985) a partire dal 2018.

Contrabbando – Alcune discrepanze tra i dati doganali e quelli riportati ufficialmente indicano che potrebbe essere in corso un fenomeno di contrabbando . Un produttore di gas fluorurati ha stimato che le importazioni illegali nel 2015 erano all’incirca il 5%

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del mercato. Un fenomeno che colpisce in particolar modo i paesi dell’est e del sud dell’Europa e che potrebbe assestarsi attorno al 14% nel consuntivo del 2016. Questi dati sottolineano un problema potenzialmente molto grave: il mancato collegamento tra le autorità doganali e gli organismi di verifica del regolamento (UE) 517/2014. A partire da oggi è necessario porre la massima attenzione al fenomeno del commercio illegale. Scarsità di fluorite – Un fattore inatteso potrebbe star ulteriormente influendo sui prezzi degli HFC: un’importante materia prima nella produzione dei gas fluorurati, la fluorite (nota anche come fluorina o spatofluore), ha recentemente cominciato a scarseggiare nel mercato cinese e questo ha causato un aumento del suo prezzo del 40% rispetto a febbraio scorso . Si tratta di un problema che impatta particolarmente i gas a medio GWP e basso GWP perché, in generale, necessitano di una maggiore quantità di questo materiale per la loro produzione; per esempio l’aumento del 40% del costo della fluorite ha comportato un aumento del 160% del costo del HFC-32 in Cina. Non è ancora chiaro se questa scarsità di prodotto abbia influenzato i costi degli HFC anche in Europa, ma è presumibile che, se la scarsità perdura, l’effetto non si farà attendere. DIFFONDERE LE TECNOLOGIE EUROPEE A LIVELLO GLOBALE Nel momento stesso in cui il regolamento 517/2014 sta cambiando il mercato europeo, un’altra trasformazione sta iniziando nei PVS nell’ambito del Protocollo di Montreal. Nell’ambito di questo accordo, infatti, i paesi in via sviluppo devono ridurre gli HCFC del 35% entro il 2020, che è appena due anni dopo l’importante passaggio del 2018 in Europa. Questa trasformazione passa per il Piano di Gestione dell’eliminazione (HPMP) che quasi ovunque non prevedono il passaggio a tecnologie con HFC ad alto GWP. La questione sarà capire in che misura le economie in via di sviluppo salteranno a piè pari le tecnologie di basso

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e medio GWP per passare direttamente a quelle prive di HFC e sostenibili per il clima. In altri termini, il punto è capire come possiamo usare la 517/2014 e la sua ambiziosa riduzione degli HFC per fare in modo che una simile trasformazione tecnologica avvenga anche a

livello internazionale: si tratta, infatti, di una straordinaria occasione per i produttori di tecnologia e componentistica che lavorano con i gas naturali, e l’occasione dovrebbe essere colta facendone un focus di attività principale nei prossimi anni. ●

ULTIME NOTIZIE Credenziali per accedere all’area riservata su sito ATF Gentile abbonato, di recente è online il nuovo portale per l’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo, principale Associazione di Categoria del settore, da sempre impegnata in prima linea per il riconoscimento della professione del Frigorista. All’interno del sito, restyling delle pagine online dal 2004, una vasta collezione di articoli tecnico informativi, raccolta delle newsletter, tutti i numeri di Industria&Formazione e preziose informazioni sulle ultime normative in materia di refrigerazione e condizionamento. Per accedere alle aree riservate le ricordiamo che deve immettere il suo indirizzo email e la password personale che ha ricevuto in precedenza a tale indirizzo. Se per qualche disguido non ha ricevuto le credenziali d’accesso, scriva ad segreteria@associazioneatf.org indicando l’indirizzo al quale vuole ricevere la password.

Agli associati dell’Associazione dei Tecnici del Freddo in omaggio atti, riprese e power point del XVII Convegno Europeo L’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo rappresenta dal 2004 gli interessi degli operatori del settore HVACR. In tempi di grandi cambiamenti è importante che la categoria sia unita e che i rappresentanti abbiano l’autorevolezza per far sentire la voce del settore nelle Istituzioni nazionali a Roma ed Europee a Bruxelles. ATF è infatti full member di AREA, l’Associazione Europea dei Tecnici del Freddo, e tramite il Segretario Generale Marco Buoni ne detiene la VicePresidenza. Per chi si associa un’importante promozione in collaborazione con Centro Studi Galileo. In omaggio i PDF degli Atti, i video e i Power Point dei relatori del XVII Convegno Europeo, principale simposio europeo di settore. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


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Speciale refrigeranti naturali

Impiego dell’anidride carbonica negli impianti frigoriferi PRIMA PARTE

PAOLO AMIRANTE Corso del Centro Studi Galileo sulla refrigerazione commerciale a CO2 presso Carel.

Professore di Macchine e Impianti di Industrie Alimentari Politecnico di Bari

1. INTRODUZIONE

gior parte dei CFC con l’accordo conosciuto come “protocollo di Montreal”, protocollo sottoscritto nell'anno 1987 (cfr. Fig.2). Tale ipotesi è stata poi convalidata da altri studiosi ed accettata dai Governi di molti Stati che hanno siglato ulteriori accordi tesi a contenere il fenomeno del cosiddetto buco dell’ozono attraverso limitazioni dell’uso dei CFC e degli HCFC. Una minaccia ben più grave per il nostro pianeta è, però, dovuta agli effetti della combustione degli idrocarburi e all’uso delle altre fonti energetiche non rinnovabili che determinano il fenomeno noto come effetto serra. L’effetto serra è il fenomeno del riscaldamento del pianeta a causa dell’azione dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria a concentrazioni relativamente basse (anidride carbonica, vapore acqueo, metano, ecc.). I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera, mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e dalla bassa atmosfera (il calore riammesso). In pratica, si comportano come i vetri di una serra e favoriscono la regolazione e il mantenimento della temperatura terrestre ai valori odierni. Questo processo è sempre avvenuto naturalmente e fa sì che la temperatura della Terra sia più calda di quanto lo sarebbe senza la presenza di questi gas. L’anidride carbonica, prodotta dai gas di scarico e dall’emissione nell’atmo-

1.1 Fluidi naturali utilizzabili come refrigeranti Negli impianti di refrigerazione a compressione di vapore, l’utilizzo di fluidi naturali come l'aria, l’anidride carbonica, gli eteri, l’ammoniaca, l’anidride solforosa e il cloruro di metile, ha avuto inizio nel secolo scorso. Nel passato, alcuni studi dimostrarono che l’aria e l’anidride carbonica non si prestavano ad essere adoperate nei piccoli impianti, mentre le rimanenti sostanze risultavano chimicamente pericolose o infiammabili. Il problema è stato superato con l’avvento, nel 1930 circa, dei fluorocloro-carburi che, come fluidi refrigeranti, presentavano favorevoli condizioni di sicurezza, stabilità e resa; il loro impiego ha fornito notevole impulso alla tecnologia della refrigerazione e all'uso dei CFC anche in campi diversi, come quello dell’aerosol e della solvenza, ed ha portato la quantità delle loro immissioni nell’atmosfera ad una crescita esponenziale. Negli anni ‘70, il chimico messicano Mario Molina e il chimico statunitense Sherwood Rowland (cfr. Fig.1) ipotizzarono per primi che i clorofluorocarburi (CFC) e gli idro-clorofluorocarburi (HCFC) potessero contribuire all’assottigliamento e alla conseguente distruzione dell’ozono stratosferico; tali scoperte hanno permesso che gli fosse attribuito il premio Nobel e parallelamente tale scoperta ha indotto molti governi a vietare l'uso della mag-

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sfera di clorofluorocarburi, avvolge il nostro pianeta trattenendo una buona parte del calore emesso dalle radiazioni solari, impedendo loro di disperdersi nello spazio; si stima che la CO2 fornisca l’80 % del contributo al cosiddetto effetto serra (cfr. Fig.2). La conseguenza di questo fenomeno, la temperatura media sulla Terra è aumentata di circa mezzo grado negli ultimi cento anni; pertanto, anche se gli esseri umani non avvertono questi mutamenti, essi provocano sul nostro pianeta vere tragedie ambientali come, per esempio, la siccità e lo scioglimento del ghiaccio delle calotte polari con conseguente innalzamento del livello dei mari. In termini quantitativi è stato valutato che il 50% dei gas responsabili dell’effetto serra liberati nell’atmosfera vengono prodotti dagli Stati Uniti d’America, dai Paesi dell’ex Unione Sovietica e dell’Unione Europea; per questa ragione sarebbe opportuno che questi Paesi cominciassero a porsi limiti severi. I principali indici per la valutazione dei danni ambientali sono: • l’Ozone Depletion Potential (ODP): fattore che raffronta il potenziale distruttivo nei confronti dell’ozono atmosferico; tale indice può avere un valore compreso fra 0 e 1 (CFC-12= 1); • il Global Warming Potential (GWP): indica l’impatto del refrigerante sul riscaldamento dell’atmosfera (effetto serra). Esprime i chilogrammi equivalenti di anidride carbonica (CO2) rispetto ad un chilogrammo di gas refrigerante;


Figura 1 – Immagine degli scienziati statunitensi Molina e Rowland.

• l’Halocarbon Global Warming Potential (HGWP): indice simile al GWP con la sola differenza che non utilizza la CO2 come parametro di riferimento, bensì l’R-11. Tuttavia l'indice di maggior efficacia per la valutazione dell’effetto serra è il TEWI (Total Equivalent Warming Impact), il quale tiene conto non solo degli effetti diretti del refrigerante, ma anche di quelli indiretti dovuti alle emissioni di CO2 per la produzione di energia nelle centrali termoelettriche. Il rapporto degli scienziati coinvolti dall’ONU per indicare lo stato di salute della Terra, prevede un incremento vertiginoso delle temperature dal 2000 al 2099, con un incremento termico di oltre 10 °C in molti Paesi dell’emisfero settentrionale del nostro pianeta (cfr. Fig. 3).

• riduzione della produzione degli HCFC del 65% entro 31/12/2004; • riduzione della produzione degli HCFC del 65% entro 31/12/2007; • riduzione della produzione degli HCFC del 10% entro 31/12/2015; • cessazione totale della produzione alla data del 31/12/2030. Il protocollo non prevedeva restrizioni per i Paesi in via di sviluppo (art. 5, tra i principali: Cina e India) fino al bando totale stabilito per questi ultimi al 2040. Le direttive del trattato di Montreal sono state recepite dalle singole

• all’1/1/2002 ( 85 % del 2001); all’1/1/2003 (45 % del 2001); all’1/1/2004 : 30 % del 2001; • all’1/1/2008 (25 % del 2001); all’1/1/2010 : 0 % del 2001. Il protocollo non prevedeva restrizioni per i Paesi in via di sviluppo (art. 5, tra i principali: Cina e India) fino al bando totale stabilito per questi ultimi al 2040. Le nazioni o regioni aderenti venivano lasciate libere di adottare norme più restrittive. Grazie alle misure intraprese a partire dall’Accordo di Montreal, le emissioni dei CFC sono calate dell’87% dal 1987 e si stima che intorno al 2040 il buco dell’ozono si sarà richiuso. Le nazioni o regioni aderenti venivano lasciate libere di adottare norme più restrittive. 2.2 Il protocollo di Kyoto

Figura 2 – Emissione di anidride carbonica prodotta dalla combustione degli idrocarburi.

Il COP3 di Kyoto nel 1990 ha ufficialmente determinato la massa di emissioni di CO2 e degli altri gas dovute alle attività umane (principalmente produzione di energia elettrica tramite combustione); questa massa viene adottata come riferimento per le dimi-

2. I REGOLAMENTI E LA LEGISLAZIONE SULL’IMPIEGO DEI FLUIDI FRIGORIGENI 2.1 Il protocollo di Montreal Il protocollo di Montreal (1987) è stato il primo regolamento ad occuparsi dei fluidi CFC ed HCFC ritenuti dannosi per l'ozono stratosferico (Ozone Depleting Substances - ODS); nella Figura 4 è riportata l’immagine dell’assemblea di Montreal e del comitato esecutivo che compilò il testo definitivo del protocollo. Il suddetto protocollo prevedeva la messa al bando totale dei CFC entro il 31/12/1994 e ha regolamentato la produzione degli HCFC, secondo una produzione di riferimento vincolata dalla seguenti scadenze:

Figura 3 – Rapporto degli Scienziati dellíONU sullo stato di salute della Terra.

nazioni aderenti e convertite nei rispettivi regolamenti. L’Unione Europea, con il nuovo Regolamento Europeo sulle sostanze che riducono lo strato di ozono (L 244/1 del Parlamento Europeo) stabilisce le quantità di HCFC che i produttori e gli importatori potranno immettere sul mercato comunitario con la seguente scala di riduzione:

nuzioni che le nazioni aderenti al protocollo di Montreal (salvo le note eccezioni) si impegnavano ad apportare entro il 2010-2012. Esso fissava, per i Paesi industrializzati, l’obiettivo di ridurre del 5,2% le emissioni complessive di gas serra rispetto ai valori del 1990 per il periodo dal 2008 al 2012 (primo periodo di adempimento) attraverso il controllo

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delle emissioni dei prodotti chiamati “Gas serra” o “Green House Gases” (GHGs). Per l’attuazione del protocollo di Kyoto è stato necessario, quindi, non solo ridurre la produzione dei gas serra più noti come l’anidride carbonica, il metano ed il protossido di azoto, ma anche di altri tre gas serra meno noti, prescritti dallo stesso protocollo, che sono tutti composti del fluoro: gli idrofluorocarburi, i perfluorocarburi e l’esafluoruro di zolfo. Tali gas fluorurati, pur rappresentando solo una piccola percentuale dei gas serra emessi dall’intera Europa (intorno al 2%), hanno un potere di riscaldamento climatico che è ben 24mila volte superiore a quello dell’anidride carbonica: vale a dire che l’emissione di una tonnellata di tali gas equivale all’emissione di 24mila tonnellate di anidride carbonica. Quindi la riduzione anche minima di questi gas può portare un contributo significativo nella diminuzione delle emissioni totali di gas serra. I successivi accordi del COP4 di Buenos Aires (1999) hanno definito un paniere di sei gas che, oltre alla CO2, al metano e agli ossidi di azoto, comprende anche gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi e l’esafluoruro di zolfo, soggetti alle riduzioni in questione; nella Figura 5 è riportata una immagine di Buenos e dei cortei che sfilarono nella città in occasione della manifestazione. 2.3 La Legislazione Europea La Legislazione Europea (Regolamenti n. 3093/94 e 2037/2000) aveva già bandito l'uso delle ODS nella maggior parte delle applicazioni, incluse la refrigerazione e l’aria condizionata. In particolare era stato previsto di eliminare totalmente il gas HFC 134a e procedere alla riduzione degli altri gas. Con l'approvazione del Protocollo di Kyoto, (decisione 2002/358/CE del 25 aprile 2002) l’Europa si è poi impegnata ad una riduzione dell'8% e l'Italia in particolare deve contribuire con una riduzione del 6,5% (Francia 0%, Germania 21%), con una riduzione complessiva di 336 milioni di tonnellate equivalenti di biossido di carbonio. Si prevedeva quindi, per quanto possi-

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Figura 4 – Immagini del comitato esecutivo che contribuì alla definizione del protocollo di Montreal.

Figura 5 – Imagine di Buenos Aires e dei cortei che sfilarono nella città.

bile, di eliminare l’effetto diretto che i gas refrigeranti alogenati producono con il loro accumulo nella stratosfera. In secondo luogo (ma è l’operazione più importante) si doveva ridurre al massimo la produzione di CO2 dovuta al funzionamento dei sistemi di refrigerazione, di qualunque natura possa essere il refrigerante utilizzato (calcolo del TEWI); quest’ultima considerazione comportava la scelta molto attenta di refrigeranti che rendano possibili efficienze termodinamiche, e quindi in ultima analisi complessive, le più alte possibili. Con l’entrata in vigore della decisione 280/2004/CE dell’11 febbraio 2004, il Protocollo di Kyoto è diventato giuridicamente vincolante per tutti gli Stati membri. Esso abroga la decisione 93/389/CEE che istituiva il vecchio meccanismo comunitario di controllo delle emissioni di CO2 e di altri gas a effetto serra, fondato unicamente sugli obblighi derivanti dalla convenzione UNFCCC del 1992. Il meccanismo instaurato dalla nuova decisione tiene conto, invece, anche degli obblighi previsti dal protocollo di Kyoto. La decisione 280/2004/CE istituisce, infatti, un meccanismo destinato: • al monitoraggio delle emissioni di origine antropica dalle fonti e l'assorbimento tramite pozzi di

assorbimento dei gas a effetto serra non inclusi nel protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono negli Stati membri; • alla valutazione dei progressi compiuti nell’adempimento degli impegni assunti dalla Comunità a livello di emissioni e del loro assorbimento; • all’attuazione della convenzione UNFCCC e del protocollo di Kyoto relativamente agli inventari dei gas ad effetto serra; • alla verifica della bontà e della precisione delle informazioni inviate da Comunità e Stati membri al segretariato della UNFCCC. La Legislazione Europea con il Regolamento CE n° 842/2006 pubblicato in gazzetta ufficiale UE il 14-062006 ha sancito i seguenti obiettivi: • rendere sicuro l’utilizzo dei gas fluorurati disciplinati nel protocollo di Kyoto cioè HFC, PFC e esafluoruro di zolfo (SF6); • contenere, prevenire e quindi ridurre le emissioni di gas fluorurati ad effetto serra contemplati dal protocollo di Kyoto. Il regolamento si applica ai gas fluorurati ad effetto serra elencati nell’allegato A del suddetto protocollo. Infine, numerosi regolamenti sono stati emessi negli anni successivi riguardanti: a) Controllo Perdite degli impianti di


refrigerazione, condizionamento e pompe di calore; b) Recupero dagli impianti di refrigerazione, condizionamento e pompa di calore; c) Manutenzione e riparazione degli impianti di refrigerazione, condizionamento e pompa di calore; d) Installazione di impianti di refrigerazione, condizionamento e pompa di calore. 2.4 La Legislazione Italiana più recente La legislazione italiana ha recepito le indicazioni delle normative internazionali con: • il DPR 147/2006: “modalità per il controllo ed il recupero delle fughe di sostanze lesive della fascia d’ozono stratosferico da apparecchiature di refrigerazione e condizionamento d’aria e pompe di calore, di cui al regolamento CE n° 2037/2000”; • il DPR 27/1/2012 n.43 (G.U. 20/4/2012 n.93): relativo all’attuazione del regolamento CE 842/2006 e successive proposte applicate con regolamenti emessi dal 2008 al 2012.

te) ed un sufficientemente alto calore di vaporizzazione. Questo affinché il ciclo termodinamico inverso (Rankine) offra la miglior efficienza termodinamica possibile per un sistema di refrigerazione; • la sostanza deve essere chimicamente stabile, cioè non reattiva in contatto con le varie sostanze (metalli, polimeri, fluidi lubrificanti etc.) che si possono utilizzare come componenti meccanici in un sistema di refrigerazione, al fine di assicurare una lunga vita ed affidabilità ai sistemi; • la sostanza deve essere non riduttiva dello strato d’ozono, avere un basso GWP, non essere infiammabile ed avere bassa tossicità (acuta e cronica). Il costo, naturalmente, è un fattore di grande importanza. Nella Tabella 1 si riportano le caratteristiche di alcuni fluidi naturali, potenzialmente impiegabili come fluidi refrigeranti, che hanno un GWP (Global Warming Potential) basso o insignificante. Tra questi i più interessanti risultano essere la CO2, l’aria, gli idrocarburi e l’ammoniaca.

L’aria (R729), in miscela con l’azoto (N2) al 76%, con l'ossigeno (O2) al 23% e l'argon (A) all'1%, è stata tra i primi fluidi naturali ad essere utilizzati negli impianti di refrigerazione grazie alla facilità di reperimento e alla sua non tossicità e non infiammabilità. L’aria è stata utilizzata sia in impianti ad espansione diretta in cella sia come fluido confinato, ma l’avvento dei fluidi frigorigeni di sintesi chimica, a più elevata efficienza, ha segnato la scomparsa di questo fluido negli impianti di refrigerazione. I problemi ambientali hanno ridestato l'interesse per tutti i fluidi naturali ed in particolare per l'aria che risulta il più sicuro, il meno tossico e in assoluto il meno inquinante. Il vero problema degli impianti ad aria risiede nella bassa efficienza e quindi il problema dell’inquinamento visto in termini globali, ossia effetto diretto ed indiretto, torna prepotentemente. La Figura 6 mostra il diagramma entalpico dell’aria, mentre la Figura 7 mostra un impianto per la refrigerazione di prodotti alimentari utilizzato sulle

Tabella 1 – Caratteristiche di alcuni fluidi refrigeranti naturali.

3. IMPIEGO DEI FLUIDI REFRIGERANTI NATURALI NELLA FRIGOCONSERVAZIONE 3.1 Aspetti generali sull’uso dei fluidi refrigeranti naturali In sostituzione dei refrigeranti sintetici vengono oggi presi in considerazione i fluidi refrigeranti naturali già utilizzati in passato, che grazie ad una maggiore sensibilità alle problematiche ambientali, vengono oggi proposti con maggiore attenzione. Numerose ricerche sono state condotte per identificare famiglie di prodotti chimici che possono condurre al refrigerante ideale, sicuro sia per l'uomo che per l'ambiente e con proprietà fisiche ottimali per funzionare come un efficiente fluido di lavoro in refrigerazione; le caratteristiche ideali dei suddetti fluidi possono così riassumersi: • la sostanza deve essere volatile in un campo di temperature ben definito, con una temperatura critica abbastanza alta (sopra la normale temperatura di condensazione ambien-

Figura 6 – Diagramma entalpico dell’aria.

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navi e risalente al 1890 realizzato dalla “J&E Hall”. In Figura 8, inoltre, è rappresentato lo schema di un impianto di refrigerazione ad aria con il “bootstrap compressor”. L’anidride carbonica (R744) è il fluido frigorigeno naturale su cui sono poste le maggiori aspettative da parte dei costruttori di impianti e quindi degli utenti; infatti molti di coloro i quali hanno dovuto abbandonare l’utilizzo dei CFC hanno accettato con riluttanza gli apparenti inconvenienti dell’ammoniaca, come la sua tossicità ed infiammabilità. La CO2 viene riconosciuta come l’alternativa economicamente più vantaggiosa per gli impianti industriali dei magazzini refrigerati e gli impianti di

Figura 7 – Impianto di refrigerazione ad aria della J&E Hall.

Figura 8 – Schema di un impianto di refrigerazione ad aria con bootstrap compressore.

congelamento, anche considerando i costi delle apparecchiature di regolazione. In alcuni casi, comunque, questa riluttanza ha indotto i progettisti di impianti a prendere in considerazione altri tipi di refrigeranti naturali. Già negli anni trenta del secolo scorso essa veniva utilizzata negli impianti di refrigerazione delle navi e per il condizionamento degli edifici, considerato che in entrambe le applicazioni veniva richiesto un refrigerante “sicuro”; a suo sfavore giocano le sue proprietà termodinamiche, ovvero la sua temperatura critica di 31°C e la sua pressione critica di 74 bar. L’anidride carbonica viene già largamente utilizzata in numerose applicazioni sia in piccoli impianti che in grossi impianti per ipermercati.

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Figura 9 – Impianto “Chillventa” dell’azienda italiana ENEX.

Le centrali frigorifere ad anidride carbonica installate nel mondo sono ormai molto numerose per impianti di grandi dimensioni, ma vanno diffondendosi anche per impianti di piccole dimensioni ed avranno sicuramente più successo in futuro, soprattutto per il suo trascurabile inquinamento ambientale e la sua efficienza energetica. Inoltre, la CO2 si fa preferire in quelle applicazioni in cui le perdite non possono essere evitate e nelle applicazioni con maggiori efficienze energetiche, che possono essere raggiunte proprio mediante l’utilizzo di questo fluido e del suo ciclo caratteristico. Nella Figura 9 è raffigurato l’impianto a CO2 denominato “Chillventa” dell’azienda italiana ENEX, che è stato rea-

lizzato con la tecnologia ENJECTOR; si tratta di una soluzione per il recupero dell’energia contenuta nel fluido ad alta pressione in uscita dal condensatore/gas cooler. Nel successivo capitolo saranno esposte le caratteristiche tecnologiche di un impianto di piccole dimensioni realizzato nel Laboratorio di Macchine e Impianti di Industrie Agroalimentari dell'università di Bari in collaborazione con la società Enex dell’ing. Sergio Girotto, nell’ambito del progetto PRIN del 2005 cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) dal titolo “Tecnologie innovative nella frigoconservazione con fluidi refrigeranti naturali”. ● Continua sul prossimo numero.


Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF

Cosa fare del refrigerante recuperato da un circuito frigorifero? Facciamo riferimento a cosa dice la norma EN 378 rivisitata 205ª lezione di base PIERFRANCESCO FANTONI ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI

DUECENTOCINQUESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 19 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2017, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

Introduzione Sfiatare il refrigerante è una delle prassi più diffuse tra i tecnici del freddo. Questo, principalmente, perchè altre procedure, come il recupero, sono più costose, e richiedono maggior impegno lavorativo. Ma anche perchè fino ad oggi il refrigerante è stato acquistabile a prezzi abbastanza contenuti. In futuro non sarà più così per i refrigeranti HFC che risultano essere molto inquinanti per l’ambiente quando vengono liberati. La norma EN 378 sintetizza molto bene quali sono le opzioni disponibili per gestire il refrigerante una volta che viene recuperato dal circuito frigorifero. Una prassi scorretta Uno dei motivi che disincentiva i tecnici del freddo a recuperare il refrigerante dal circuito frigorifero è che non sempre si conosce bene cosa fare, poi, di quanto recuperato. Lo posso riutilizzare? Come va smaltito? Posso conservarlo in bombola e stoccarlo nel magazzino dell’azienda? Troppi quesiti a cui è difficile avere delle risposte certe. Aggiungiamo, poi, che il recupero richiede tempo, attrezzature, lavoro e quindi è un costo che può incidere anche sensibilmente sull’importo da fatturare al cliente. Quindi? Quindi c’è chi aggira il problema, anzi non se lo pone proprio. Sfiatiamo che così evitiamo tutti questi problemi. Si fa più in

fretta. E poi si può sempre dire che il circuito lo abbiamo trovato scarico perchè c’era una perdita. Siamo in una botte di ferro. Chiaro che di fronte a questa prassi non c’è Regolamento che tenga, anche se europeo, e non possiamo pensare che i consumi di refrigerante possano diminuire nel tempo, nè che gli effetti sull’ambiente di tali pratiche possano essere meno gravosi di quanto lo sono ora. Già, l’ambiente. Quando sentiamo certe notizie, ci preoccupiamo. Bombe d’acqua, smottamenti, corsi d’acqua che allagano interi quartieri, estati torride con temperature mai viste (50 °C percepiti non devono essere molto piacevoli da sentire), trombe d’aria, ghiacciai che scompaiono. Il clima sta cambiando. Anche, sottolineamo anche, a causa delle emissioni di refrigeranti altamente inquinanti. Ma poi, quando si tratta di contribuire, con il nostro operato, a limitare tali fenomeni ci si dimentica tutto e.......si sfiata a cuor leggero. E in tal modo non si fa che dare ragione al legislatore che, per limitare l’impatto sull’ambiente, ha deciso di limitare drasticamente la vendita dei refrigeranti più inquinanti, da qui al 2030. Sfiatare o recuperare? Quali sono le situazioni in cui si può arrivare allo sfiato del refrigerante dal circuito invece che procedere al suo recupero? Una, sicuramente, è quella

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che si verifica quando si deve procedere alla sostituzione del vecchio refrigerante con uno di nuovo tipo. Questo è il caso, ad esempio, di un impianto frigorifero ancora in ottimo stato, capace di garantire buone prestazioni dal punto di vista frigorifero ed energetico, e di cui si prevede un funzionamento futuro senza eccessivi problemi. Accade una fuga di refrigerante, poniamo R22, di non grande entità ma a cui comunque non si può più rimediare mediante rabbocco proprio perchè l’impiego di R22 è ormai vietato. Sia R22 vergine che rigenerato o riciclato. Valutata la non opportunità economica di procedere alla sostituzione dell’intero impianto, proprio perchè ancora in buono stato e perchè tale soluzione verrebbe a costare troppo, si decide di procedere con la sostituzione del refrigerante, cioè di quello che resta della carica originale, dopo la fuga verificatasi, all’interno del circuito frigorifero. Ecco che subito nasce il problema: quell’R22 che deve essere sostituito come lo gestisco? Cosa ne faccio? Recuperare, riutilizzare o smaltire Il recupero, il riutilizzo, il riciclo, la rigenerazione e lo smaltimento vanno sempre effettuati da personale competente ed addestrato. Ogni singolo processo risulta collegato agli altri così come viene mostrato in figura 1. Escluso per quanto sopra detto lo sfiato, l’unica opzione rimanente possibile

Figura 1. Correlazione che può esistere tra i vari processi di recupero e post-recupero del refrigerante da un circuito frigorifero secondo la norma EN378 rivisitata.

è il recupero del refrigerante. Se il recupero avviene all’interno del circuito frigorifero (ad esempio nel condensatore o nel ricevitore di liquido o altro) allora esso può essere senza dubbio riutilizzato così com’è. Se invece il recupero avviene in una bombola apposita, esternamente al circuito, allora tale refrigerante può essere ugualmente riutilizzato così com’è, a patto che non risulti essere inquinato. Se dopo il recupero si verifica che il refrigerante è inquinato, e quindi non può essere riutilizzato in alcun modo,

allora va scelta la via dello smaltimento. Per lo smaltimento del refrigerante ci si deve affidare ai centri di raccolta che sono autorizzati a gestire tale processo. Una terza opzione possibile, oltre a quella dello smaltimento o del riuso immediato, è quella che prevede di riportare il refrigerante alle sue caratteristiche originali. Questo può avvenire mediante il riciclo del refrigerante o la sua rigenerazione. Il primo processo prevede una pulizia più sommaria del fluido rispetto al secondo. Generalmente già un buon recuperatore provvede a tale pulizia: così, il refrigerante che viene prelevato dal circuito mentre entra nella bombola di recupero si trova già privato dell’olio, dell’umidità e delle impurità solide. Il processo di rigenerazione, invece, risulta essere più profondo e può avvenire solamente nei centri specializzati che provvedono a riportare il refrigerante alle sue caratteristiche originali. Dalla figura 1 si nota come, dopo il riciclo o la rigenerazione, il refrigerante possa essere nuovamente reimpiegato. ● È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

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Speciale caratteristiche nuovi refrigeranti

Retrofit di refrigeranti con glide di temperatura elevato SECONDA PARTE

A cura di Norbert Blatz, Global Application Excellence Manager, John Broughton, Global Application Expert, Commercial Refrigeration, Rasmus Damgaard Poulsen, Specialist, Global Laboratory Technology, Ph.D. Chemistry, Thierry Legay, Application Excellence Manager. Danfoss Cooling. RETROFIT DI IMPIANTI CON REFRIGERANTI CON GLIDE DI TEMPERATURA ELEVATO Di Norbert Blatz, Global Application Excellence Manager, e John Broughton, Global Application Expert, Commercial Refrigeration Come conseguenza della legislazione sugli F-gas e la riduzione del GWP dei refrigeranti, numerosi nuovi tipi di refrigeranti sintetici sono ora presenti sul mercato. La maggior parte è costituita da miscele zeotropiche con un significativo glide di temperatura. Per visualizzare le differenze con i refrigeranti azeotropici (non-glide) abbiamo scelto il diagramma log(p)/h e il diagramma p/t. Tutti i diversi tipi di stati, in condizioni diverse, possono essere trovati in un diagramma log(p)/h. L’asse x si riferisce all’entalpia specifica mentre l’asse y mostra la pressione, in genere su scala logaritmica. Partiamo dallo stato liquido a sinistra e attraversiamo il punto di ebollizione spostandoci verso destra, fino all’avviamento del processo di evaporazione e l’ingresso nella zona di saturazione. Nella fase di saturazione, sono presenti sia lo stato liquido sia lo stato gassoso (vapore). Più energia si aggiunge, più aumenta l’entalpia e più il liquido evapora, fino a raggiungere il punto di rugiada, quando tutto il liquido sarà passato allo stato gassoso (vapore). Quando attraversa il punto di rugiada, il vapore si surriscalderà. Il valore del surriscaldamento è misurato come la differenza di temperatura tra la temperatura del punto di rugiada

e la temperatura del vapore surriscaldato alla stessa pressione, cioè all’uscita di un evaporatore a espansione secca. Come esempio, abbiamo aggiunto il campo di applicazione della gamma N delle valvole TXV di Danfoss. All’interno dell’area di saturazione, la temperatura dipende direttamente dalla pressione. Nel caso di refrigeranti puri (nessuna miscela, per esempio R134a) e miscele azeotropiche, la temperatura sarà la stessa per tutto il processo di evaporazione. Per le miscele con glide = miscele zeotropiche, la temperatura cambia notevolmente durante il processo di evaporazione o di condensazione, mentre la pressione rimane costante. Il glide di temperatura si verifica, per usare una semplificazione, in quanto il

refrigerante con la temperatura di evaporazione più bassa evaporerà per primo, mentre il refrigerante con la temperatura di evaporazione più alta evaporerà per ultimo. Per visualizzare l’effetto del glide, abbiamo riprodotto un circuito di espansione a secco standard tramite un diagramma log (p)/h semplificato. La differenza di temperatura nello scambiatore di calore deve essere di 10 K, sia rispetto alla temperatura ambiente sia a quella ambiente fredda. Esempio di refrigerante non-glide, miscela azeotropica R507A: la temperatura di condensazione e quella di evaporazione rimangono uguali alla stessa pressione. pc = pressione di condensazione e pe = pressione di evaporazione.

Diagramma 1

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preso in considerazione durante il dimensionamento dello scambiatore di calore. Condensatore: La differenza di temperatura media tra l’aria e il condensatore sarà più bassa e richiede un condensatore più grande. Durante il retrofit, la temperatura di condensazione può aumentare se il compressore avrà la stessa capacità di prima. Evaporatore: La temperatura media aumenterà e avrà un impatto positivo in termini di capacità. Ma vi sono due aspetti critici da prendere in considerazione - il dispositivo di espansione e il cambiamento nella velocità di deumidificazione. Innanzitutto, parliamo del rapporto tra il surriscaldamento e la capacità dello scambiatore di calore. Controllo del surriscaldamento: La capacità di un evaporatore a pacco alettato è definita in base alla temperatura di ingresso dell’aria, DT1 e il valore di surriscaldamento. DT1 è stato specificato come la differenza di temperatura tra l’aspirazione dell’aria e la temperatura di evaporazione al punto di rugiada. Vale a dire, aspirazione aria = 0 °C, temperatura evaporazione punto di rugiada = -10 °C ➛ DT1 = 10 K. D’altra parte, una riduzione del surriscaldamento causerà un relativo piccolo aumento della capacità. Il raffronto tra i valori del surriscaldamento dell’evaporatore nei diagrammi 2 e 3 mostra valori diversi. La differenza di temperatura media dell’evapora-

Diagramma 2

Diagramma 3

Lo stesso sistema, ma ora con un refrigerante zeotropico R407F: Per avere una differenza di temperatura di 10 K, la temperatura di evaporazione passa da -12,3 °C all’aspirazione a -8 °C al punto di rugiada. Il cambiamento nella temperatura di evaporazione e le sue conseguenze per lo scambiatore di calore e il dispositivo di espansione saranno discussi nel prossimo capitolo. L’impatto sull’applicazione dell’uso di un refrigerante con un glide di temperatura elevato A causa del cambiamento di temperatura, anche la differenza nella temperatura tra l’aria e lo scambiatore di calore cambierà e questo deve essere

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Diagramma 4


del punto di rugiada è circa -8,1 °C e lo stesso evaporatore richiede una regolazione del surriscaldamento di 5,3 K per utilizzare il 100% della capacità, anche con una differenza di temperatura media di 10 K.

Diagramma 2, dettaglio

Surriscaldamento -6,5 K

tore nei diagrammi 2 e 3 è la stessa. Ma a causa del glide con R407F nel diagramma 3, il valore di surriscaldamento richiesto è più basso. La ragione è che la temperatura di evaporazione al punto di rugiada di -8,1°C è superiore di 2 K rispetto a R507A nel diagramma 2. DT1 = 0 °C – (-8,1 °C) = 8,1 K. Pertanto, surriscaldamento target = 8,1 K x 0,65 = 5,3 K. Refrigeranti con glide di temperatura elevato e valvole di espansione I dispositivi di espansione utilizzano pressione e temperatura per controllare il livello di surriscaldamento all’uscita dell’evaporatore. Per il controllo del surriscaldamento, la linea del punto di rugiada (evaporazione 100%) è l’unico riferimento valido. L’elemento termostatico della valvola di espansione viene caricato con un mezzo che assicura quasi la stessa differenza di temperatura in un ampio intervallo (per la gamma N di Danfoss: da -40 °C a +10 °C). Pertanto, è possibile determinare il surriscaldamento facendo riferimento al punto di rugiada. Nel diagramma 2, R507A, per esempio, necessita di un valore di surriscaldamento di 6,5 K per utilizzare l’evaporatore al 100%. Questo è basato su una differenza di temperatura media di 10 K. Per ottenere il 100% della capacitàdell’evaporatore, il surriscaldamento target è definito come il DT1 x surriscaldamento: 10 K x 0,65 = 6,5 K. Da un punto di vista del controllo, un valore di 0,65 è quasi ottimale e viene specificato dallo standard EN 328 come valore di riferimento per i raffreddatori ad aria.

Il diagramma 4 mostra che già un piccolo aumento (SH più elevato) di questo valore causa una grande perdita nell’utilizzo della superficie dell’evaporatore. Perché il surriscaldamento di una TXV può necessitare di una nuova regolazione? 1. A causa del glide Nel diagramma 3, a causa dell’impatto del glide con R407F, la temperatura

2. Una TXV con la carica corretta potrebbe non essere disponibile per il retrofit Ecco una curva del punto di rugiada, come nel diagramma 1, ma convertita in P/T (pressione/temperatura): Per aumentare la temperatura del bulbo desiderata (surriscaldata) e aprire la valvola, viene aggiunta una molla che si aziona in base alla pressione del sensore: Pressione sensore + “pressione” molla = surriscaldamento. In un retrofit con R407F, la carica di R407C + la forza della molla/pressione causeranno un valore di surriscaldamento troppo elevato. Pertanto, è necessario ridurre la forza della molla: ciò viene fatto ruotando la vite di regolazione SH in senso antiorario.

Diagramma 3, dettaglio

Surriscaldamento -5,3 K

Diagramma 5

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Diagramma 6

Esempio: Surriscaldamento statico SS = 4 K/7,2°F (impostazione di fabbrica) Surriscaldamento di apertura OS = 4 K/7,2°F il surriscaldamento di apertura è 4 K, cioè, dal punto in cui la valvola inizia ad aprire fino alla capacità nominale. Il surriscaldamento di apertura è determinato dal design e non può essere modificato. Surriscaldamento totale SH = SS+OS SH = 4+4 = 8K/14,4°F Il surriscaldamento totale SH può essere modificato cambiando SS (utilizzando l’alberino di regolazione).

Diagramma 7

Prestazioni dell’evaporatore con refrigeranti con glide di temperatura ed effetto sull’applicazione

Forze alla valvola e come ripristinare il surriscaldamento statico

per un refrigerante per il quale non era originariamente idonea.

La pressione del sensore PB deve superare la pressione di evaporazione PE + pressione della molla Ps. Riducendo la pressione della molla tramite la regolazione dell’impostazione SH, è possibile utilizzare la valvola

Attenzione! Se la correzione è superiore a 3 K, la qualità del controllo può peggiorare. Si consiglia di scegliere un altro tipo di carica, più vicino al valore target.

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A causa del glide, la temperatura in alcune aree della superficie dell’evaporatore sarà bassa e potrà aumentare potenzialmente la velocità di deumidificazione. Diamo un’occhiata ad alcuni esempi di valori iniziali: (vedere diagramma 2). Cella frigorifera, R507A, condizioni ambiente 0 °C, 80% umidità relativa, differenza di temperatura media 10 K. La capacità frigorifera può essere di 10 kW.È stato selezionato un tipo a soffitto, superficie 32,7 m 2, 2 ventilatori, con 6.280 m3/h.


Risultati dettagliati

Retrofit con R407F Primo passo: L’impostazione del surriscaldamento sarà la stessa: 6,5 K La differenza di temperatura media di 12 K ha portato a una maggiore capacità di 12,5 kW con un tempo di funzionamento più breve. Un punto negativo è la velocità deumidificazione, notevolmente aumentata. Questo può essere negativo per le merci fresche disimballate.

Secondo passo: regolare la valvola di espansione su un valore di surriscaldamento di 5,3 K. Il surriscaldamento è stato ridotto a 5,3 K e la temperatura di evaporazione al punto di rugiada è stata aumentata a -8,1°C per ottenere una differenza di temperatura di 10 K (vedere anche diagramma 3)

Considerazioni importanti: Come mostrano questi risultati, in un’applicazione in cui la deumidificazione è un parametro critico, la differenza di temperatura media deve essere inferiore a quella con singoli fluidi o miscele di refrigeranti azeotropiche. Effetti particolari: È stato notato che, in alcune applicazioni più grandi, a bassa temperatura e con refrigeranti con un glide di temperatura elevato, il refrigerante liquido non era compatibile con il compressore. È stato quindi necessario ricorrere a una procedura inversa rispetto a quanto descritto. L’impostazione del surriscaldamento è stata aumentata per proteggere il compressore. I refrigeranti a basso glide o senza glide non mostreranno questi effetti in

applicazioni a bassa temperatura. Riassunto: I componenti per i refrigeranti con un glide di temperatura elevato devono essere dimensionati e selezionati in base alla differenza di temperatura media. Per via del glide, potrà essere necessario regolare nuovamente l’impostazione SH. Un refrigerante compatibile con un certo livello di temperatura non è necessariamente compatibile con un altro livello di temperatura (per esempio, condizionamento dell’aria rispetto a bassa temperatura). Le prestazioni di ciascuna valvola di espansione meccanica sono ottimizzate per l’utilizzo con un refrigerante specifico. Se si usa un altro refrigerante, la valvola non funzionerà necessariamente allo stesso modo o con lo stesso livello di control-

lo. Se si desidera ridurre il rischio di problemi con il sistema, mantenendo il miglior controllo stabile, una nuova valvola di espansione termostatica adattata o una EEV potrebbero essere una buona opzione. Una EEV offre inoltre una maggiore flessibilità nella progettazione se il regolatore del surriscaldamento è in grado di gestire il refrigerante selezionato. Danfoss aggiorna sempre i propri regolatori per i nuovi refrigeranti a basso GWP. Nota: I refrigeranti menzionati in questo documento non indicano la preferenza per un refrigerante o un altro. Stesso dicasi per le condizioni, scopo di questo paper è discutere gli aspetti fisici e l’impatto sui componenti e sul design del sistema in modo neutrale. ●

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ULTIME NOTIZIE “Evitare idrocarburi ad alto potenziale di riscaldamento globale nei sistemi commerciali di refrigerazione a decorrere dal 2022” Valutazione della Commissione Europea L’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo ha ricevuto da AREA, della quale detiene la VicePresidenza come full member per l’Italia, un importante relazione di valutazione della Commissione Europea circa l’utilizzo di idrofluorocarburi ad alto potenziale di riscaldamento globale nei sistemi commerciali di refrigerazione. Il regolamento (UE) n. 517/20141 crea un meccanismo efficace e proporzionato per ridurre i gas fluorurati a effetto serra al fine di contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione in materia di clima. Esso promuove altresì una crescita sostenibile, stimola l’innovazione e mette a punto tecnologie ecologiche migliorando le opportunità di mercato per le tecnologie alternative e per i gas con un impatto di riscaldamento globale inferiore2. Infine, assicura che l’UE possa adempiere i propri obblighi derivanti dal recente accordo per l’eliminazione graduale del consumo e della produzione a livello mondiale di idrofluorocarburi (HFC) secondo il protocollo di Montreal (“emendamento di Kigali”)3, che rappresenta un significativo passo in avanti nell’attuazione dell’accordo di Parigi4. La principale misura politica necessaria per conseguire questi obiettivi è la “graduale eliminazione di HFC dell’UE”, una riduzione dei quantitativi di HFC che le imprese possono importare o produrre legalmente nell’UE (vale a dire “immettere sul mercato per la prima volta”). Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Anteprima del manuale delle Nazioni Unite sulla pratica con i refrigeranti infiammabili

L’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite, UN Environment,

ha lavorato molto in questi mesi di cambiamenti frenetici per preparare i Tecnici all’utilizzo dei nuovi refrigeranti naturali che nei prossimi anni sostituiranno integralmente quelli attualmente in commercio. Il passaggio ai nuovi refrigeranti naturali è delicato a causa delle leggera infiammabilità e alle alte pressioni con le quali operano. Una novità per il Tecnico del Freddo abituato ad operare con i refrigeranti tradizionali, che tuttavia sono ozono lesivi e climariscaldanti. Il Manuale GOOD SERVICING PRACTICES FOR FLAMMABLE REFRIGERANTS: A QUICK GUIDE scaricabile, vuole fornire un supporto utile ai Tecnici del Freddo di tutto il mondo per migliorare la conoscenza dei nuovi refrigeranti. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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In diretta da #EUREKA 2017 Italy

Sarebbe impossibile immaginare la nostra vita senza riscaldamento, raffreddamento, ventilazione e refrigerazione. Tuttavia tendiamo a non valutare con sufficiente attenzione la provenienza di queste tecnologie. Quale sarà il futuro per questo settore? Cosa si aspettano dal settore le generazioni future? Come può rispondere l’industria? Gli organizzatori di Eureka, EPEE & EVIA, in partnership con Centro Studi Galileo, sono impegnate ad aiutare l’industria a prepararsi per il futuro e rispondere meglio alle esigenze e alle aspettative dei clienti. A tal proposito è in corso in queste ore l’evento italiano di Eureka Roadshow, propedeutico al grande simposio dell’11 e 12 dicembre a Berlino. Moderatore della Conferenza il Prof. Marco Carlo Masoero, già Direttore del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino e Vicepresidente ATF. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Webinar gratuito per sostituire i refrigeranti attualmente utilizzati nell’industria HVAC Una grande opportunità per tutti i Tecnici italiani del Freddo con un webinar (convegno online) completamente gratuito. Relatori Marco Buoni, VicePresidente AREA, Edoardo Monfrinotti, Account and Business Development Manager Chemours e Marino Bassi, esperto del Progetto Europeo Real Alternatives. Come potremo sostituire in futuro i refrigeranti attualmente utilizzati? Quali alternative? Come muteranno le apparecchiature? Quali incentivi da parte delle istituzioni europee che hanno promosso la normativa? Il webinar è un moderno ed efficace strumento formativo che ci permette di apprendere direttamente dalla propria postazione. Centro Studi Galileo ha organizzato molti webinar negli ultimi anni reperibili a questi link: I Nuovi Refrigeranti a Basso Impatto Ambientale per i futuri impianti di refrigerazione e condizionamento https://attendee.gotowebinar.com/register/4669867042391735554 Real Alternatives https://attendee.gotowebinar.com/register/8383572017838225154 Tutte le risposte il 29 settembre ore 10. Per prendere visione dell’Evento: la registrazione è disponibile a conclusione dell’incontro per download successivo. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


Speciale

Guida alla soluzione dei problemi per sistemi AC/R

A cura della redazione CSG

TIPO DI PROBLEMATICA

POSSIBILI CAUSE

Unità rumorosa

• Carica dell’olio del compressore troppo bassa • Lama del ventilatore è piegata e causa vibrazioni • Cuscinetti logori da sostituire • Vibrazione delle tubazioni • Condensatore allentato

La linea del liquido è troppo calda

• • • •

La linea di liquido è brinata

• Restrizione nel filtro essiccatore • La valvola di chiusura del ricevitore è difettosa o chiude in tempi troppo lunghi • La valvola solenoide perde o non funziona

Il compressore non si avvia; nessun ronzio

• • • • • • •

Il compressore parte, ma il condensatore di avvio rimane nel circuito

• Basso voltaggio • Il motore del compressore è difettoso • Il cablaggio non è corretto • I contatti del relè sono bloccati • I contatti del relè sono saldati • Il relè è bruciato • Il relè è sbagliato • Condensatore di avvio difettoso, sbagliato • Condensatore di marcia difettoso, sbagliato

Bassa carica del refrigerante Pressione troppo alta Condensatore intasato o ristretto Aria o gas non condensabili nel sistema

Protettore del sovraccarico difettoso L’interruttore è in off Il motore del compressore è difettoso Il cablaggio è difettoso o non è correttamente collegato Il fusibile è bruciato Il relè/klixon di sovraccarico corrente è scattato Il controllo ha i contatti aperti

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TIPO DI PROBLEMATICA

POSSIBILI CAUSE

Il compressore parte e si avvia, ma cicla e si ferma per sovraccarico elettrico o surriscaldamento

• • • • • • • •

Il compressore parte, ma immediatamente interrompe il funzionamento a causa del sovraccarico

• Basso voltaggio • Relè/klixon di sovraccarico difettoso • I contatti del relè sono saldati • L’avvio del compressore è eccessivamente lungo • Condensatore di avvio difettoso • Condensatore di marcia difettoso

Il compressore non si avvia correttamente; emette un ronzio e cicla in protezione da sovraccarico

• Basso voltaggio • Il motore del compressore è difettoso • Il cablaggio non è corretto • Pressione troppo alta • I cuscinetti o i pistoni forzano il compressore • I contatti del relè sono aperti • I relè sono bruciati • Condensatore di avvio difettoso, sbagliato • Condensatore di marcia difettoso, sbagliato

Il compressore prova a partire quando il termostato chiude, ma interrompe il funzionamento a causa del sovraccarico; finalmente parte dopo diversi tentativi

• Basso voltaggio • Tubo capillare, filtro o essiccatore parzialmente ostruiti • Essiccatore parzialmente ostruito • Linea di alta parzialmente ostruita • I contatti del relè sono da pulire • Differenziale del Termostato eccessivamente basso • Aria o gas non condensabili nel sistema • Il condensatore di avvio scarico

Il ciclo è troppo lungo o funziona ininterrottamente

• Valvola TEV (o elettronica) intasata o difettosa • Evaporatore intasato dal ghiaccio o sporco • Contatti del controllo bloccati • Perdita nel sistema • Aria o gas non condensabili nel sistema • Compressore inefficiente • Condensatore intasato o parzialmente ostruito • Temperatura ambiente troppo alta • Porte della cella aperte troppo • Bassa carica di refrigerante • Isolamento difettoso, umido o insufficiente • Unità sottodimensionata per il servizio che deve svolgere

Sbrinamento dell’evaporatore mentre l’unità è in funzione

• Umidità in ambiente

Basso voltaggio Relè/klixon di sovraccarico difettoso Il voltaggio non è bilanciato (trifase) Bassa carica di refrigerante Pressione troppo alta I cuscinetti o i pistoni forzano il compressore Il condensatore del circuito refrigerante bloccato o ristretto Condensatore elettrico di marcia difettoso, sbagliato


TIPO DI PROBLEMATICA

POSSIBILI CAUSE

Temperatura ambiente refrigerata troppo elevata

• Linea di refrigerazione sottodimensionata • Valvola TEV (o elettronica) intasata o difettosa • Valvola TEV (o elettronica) troppo piccola • Evaporatore intasato dal ghiaccio o sporco • Evaporatore intasato da olio • Evaporatore sottodimensionato • I sistemi di controllo sono settati troppo alti • Perdita nel sistema • Compressore inefficiente • Tubo capillare, filtro o essiccatore parzialmente ostruiti • Bassa carica di refrigerante • Isolamento difettoso, umido o insufficiente • Unità sottodimensionata per il servizio che deve svolgere

Condensatore di marcia bruciato

• Alto voltaggio

Cicli del compressore troppo brevi

• • • • • • • • •

Linea di aspirazione bagnata o brinata

• Valvola TEV (o elettronica) aperta troppo • Surriscaldamento troppo basso • Evaporatore sottodimensionato • Bulbo della termostatica meccanica rotto • Sovraccarico di refrigerante

Condensatore di avvio si brucia

• • • • • •

Relè di avvio bruciato

• Alto voltaggio • Basso voltaggio • Cablaggio errato • Il relè non è del tipo corretto • Condensatore di avvio difettoso, sbagliato • Cicli del compressore troppo brevi • Motore del compressore difettoso • Compressore messo a terra

Perdita sulla TEV Perdita della valvola di scarico Differenziale del Controllo troppo basso Malfunzionamento del protettore del sovraccarico Differenziale del Termostato troppo basso Malfunzionamento del sistema di controllo dell’alta pressione Perdita della valvola solenoide Bassa carica del refrigerante Eccessiva carica del refrigerante

Basso voltaggio I contatti del relè sono bloccati I contatti del relè sono saldati Il circuito di avvio rimane collegato troppo a lungo Condensatore di avvio difettoso, sbagliato Cicli del compressore troppo brevi

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TIPO DI PROBLEMATICA

POSSIBILI CAUSE

Pressione di mandata troppo elevata

• Valvola di scarico parzialmente chiusa • Linea di scarico ristretta • Aria o gas non condensabili nel sistema • Lato acqua chiuso • Condensatore parzialmente ostruito • Temperatura ambiente troppo alta • Il ventilatore del condensatore non funziona correttamente • Sovraccarica del refrigerante

Pressione di mandata troppo bassa

• Perdite nel sistema • Ambiente o acqua troppo freddi • Tubo capillare, filtro o essiccatore parzialmente ostruiti • Bassa carica del refrigerante

CONDENSATORE DI MARCIA

RELÉ DI AVVIAMENTO

LINEA

LINEA

CONDENSATORE AVVIO/MARCIA

TERMINALE

CONDENSATORE DI AVVIO

RESISTORE

RELÉ DI AVVIAMENTO LINEA

MODELLO DI FUNZIONAMENTO A INDUZIONE DI AVVIO DEL CONDENSATORE

LINEA

RESISTORE CONDENSATORE DI AVVIO

LINEA

CONDENSATORE PERMANENTE SPLIT

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CONDENSATORE DI MARCIA

LINEA

TERMINALE


NOTIZIE DALL’EUROPA

(Sintesi a cura del prof. PIERFRANCESCO FANTONI)

■ LEGISLAZIONE Direttiva EPBD – Il Parlamento Europeo prosegue i lavori per la revisione della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici (EPDB). Numerosi sono gli emendamenti presentati, soprattutto per quanto riguarda il tema delle ispezioni periodiche obbligatorie degli edifici ed i sistemi di controllo automatizzati degli impianti di riscaldamento e condizionamento. Il voto finale relativo all’approvazione della revisione dovrebbe avvenire il prossimo novembre. (Pagina 4 della Newsletter AREA scaricabile su www.associazioneATF.org) Direttiva Efficienza Enegetica – Gli Stati membri hanno introdotto importanti cambiamenti nel processo di revisione della Direttiva, in particolare per quanto riguarda l’obiettivo complessivo di efficienza energetica dell’UE del 30%, che non è più vincolante. Inoltre, gli obblighi di risparmio energetico dell’1,5% diminuiscono all’1% per il periodo 2026-2030, a meno che la revisione intermedia nel 2024 non permetta di stabilire che l’UE non è in grado di raggiungere gli obiettivi fissati. La votazione finale della revisione è attesa per il prossimo novembre. (Pagina 5 della Newsletter AREA) Direttiva Energie Rinnovabili – Una nuova proposta prevede di aumentare l’obiettivo vincolante dell’UE riguardante la quota di energie rinnovabili dal 27% al 35% e di accompagnarlo con obiettivi vincolanti nazionali. Inoltre, la medesima proposta prevede che gli Stati membri debbano aumentare la quota di energie rinnovabili destinate al riscaldamento ed al raffreddamento di almeno 2 punti percentuali ogni anno (invece di un punto percentuale come proposto dalla Commissione). Dai Paesi Bassi arriva la proposta di fissare un obiettivo vincolante di almeno il 45% della quota di energia rinnovabile. Il voto plenario d’approvazione avrà luogo alla fine di novembre. (Pagina 5 della Newsletter AREA) Politica economica circolare – La Commissione Europea sta implementando la sua politica economica circolare, in particolare per affrontare il problema dell’efficienza delle risorse durante la fase di produzione. In questo contesto, l’Ecodesign ha l’obiettivo di contribuire in modo significativo a migliorare il riciclaggio ed il riutilizzo dei materiali. La Commissione sta esaminando sistematicamente i requisiti per garantire l’efficienza dei materiali durante la fase di progettazione, come ad esempio il regolamento sui condizionatori d’aria. Esempi di requisiti specifici cui dovranno soddisfare i prodotti sono la disponibilità di pezzi di ricambio, la possibilità di riparazione, l’aggiornabilità, la possibilità di smontaggio, la durata minima dei prodotti, e la marcatura delle sostanze pericolose nelle materie plastiche. Già nel 2015 la Commissione Europea ha adottato un ambizioso pacchetto di politiche economiche circolari teso ad affrontare l’intera catena del ciclo di vita dei prodotti, dalla produzione, al consumo, alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie. La Commissione ha già affrontato la questione del riciclo e dello spreco attraverso la revisione della legislazione dell’Unione europea sui rifiuti. Nei prossimi mesi la Commissione europea si concentrerà sulla sostituzione delle sostanze pericolose. L’obiettivo è duplice: promuovere materiali non tossici e migliorare l’utilizzo di materie prime secondarie. (Pagina 6 della Newsletter AREA) Lunga vita ai prodotti – Il Parlamento europeo propone l’iniziativa: “Vita più lunga per i prodotti: vantaggi per i consumatori e le imprese”. Sebbene le misure proposte non siano giuridicamente vincolanti, il Parlamento europeo propone l’attuazione di

una politica economica circolare. Questa iniziativa mira a incoraggiare la produzione di prodotti durevoli, di alta qualità e riparabili. Ad esempio, i deputati europei invitano la Commissione europea a garantire che i prodotti siano progettati per essere robusti, facilmente riparabili e aggiornabili. Incoraggiano la disponibilità di pezzi di ricambio per i componenti fondamentali, comprese le batterie, a un prezzo accessibile. Inoltre suggeriscono l’adozione di un “marchio europeo volontario” che garantisca il rispetto delle su citate caratteristiche. (Pagina 6 della Newsletter AREA) Ecodesign ed etichettatura energetica per i condizionatori d’aria – La Commissione europea ha avviato il riesame delle misure di progettazione ecocompatibile sui condizionatori d’aria (206/2012 e 626/2011). Le intenzioni sono quelle di includere nelle norme le pompe di calore aria-aria ed i condizionatori d’aria con aria esausta per la ventilazione (potenza termica inferiore o pari a 12 kW). Per quanto riguarda l’etichettatura energetica il campo d’applicazione dovrebbe essere simile al Regolamento Ecodesign, con qualche eccezione. Per quanto riguarda i requisiti minimi delle prestazioni, esiste un margine importante per aumentare le prestazioni dei condizionatori split in modalità di raffreddamento. Il mercato mondiale di condizionatori d’aria dovrebbe crescere di un fattore quattro dal 2015 all’anno 2050. Oggi i condizionatori d’aria mobili a finestra/parete sono quasi completamente scomparsi dal mercato UE. Per quanto riguarda i condizionatori d’aria fissi, sono quasi tutti reversibili (> 99%). Nel 2015 le vendite sono state di circa 4 milioni di unità. Le vendite dovrebbero raggiungere oltre 10 milioni di unità entro il 2030. Per quanto riguarda i refrigeranti a basso GWP, i prodotti a R32 vengono immessi sul mercato con la stessa capacità, efficienza e prezzo delle unità a R410A. (Pagina 7 della Newsletter AREA) Revisione Direttiva Etichettatura Energetica – Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un compromesso sulla revisione della direttiva. Probabilmente il nuovo regolamento sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale entro le prossime settimane. La revisione stabilisce di ritornare ad una scala di etichettatura “da A a G”. È anche stato impostato un meccanismo di ridimensionamento per le etichette esistenti, ma anche per le etichette future. Per quanto riguarda le apparecchiature di raffreddamento, nuove etichette saranno sviluppate entro 6 anni dalla data di entrata in vigore del nuovo regolamento: le novità saranno introdotte sul mercato entro il 2024. (Pagina 7 della Newsletter AREA) ■ Brevi dall’AREA Nuovo progetto – A giugno si è riunito il gruppo di lavoro di REAL Alternatives for LIFE per dare l’avvio ai lavori del nuovo progetto che durerà 3 anni e che ricade nelle iniziative dell’Unione Europea a favore dell’ambiente e del clima (programma LIFE). Il nuovo progetto è un ampliamento del precedente progetto REAL Alternatives. L’obiettivo del progetto è quello di sviluppare nuovi materiali di formazione e aggiornare quelli esistenti, nonché di introdurre una serie di esercizi e valutazioni pratiche allo scopo di standardizzare le competenze per la gestione dei refrigeranti a basso GWP. Confermando la sua portata internazionale, i corsi saranno in 13 lingue mentre 15 sono i Paesi coinvolti nel progetto. (Pagina 8 della Newsletter AREA) Due nuovi associati – AREA ha ulteriormente ampliato il numero dei suoi associati con due nuovi membri: AEFYT (Spagna) e TRA (Tailandia). Attualmente risultano affiliate all’AREA 25 associazioni nazionali rappresentative di 21 nazioni europee e non. (Pagina 3 della Newsletter AREA)

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Speciale principi di base del condizionamento dellʼaria

Principi di base del condizionamento dell’aria

Manutenzione ordinaria preventiva degli impianti di climatizzazione per veicoli 185ª lezione PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOTTANTACINQUESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 19 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

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INTRODUZIONE Anche per gli impianti di climatizzazione dei veicoli, come per tutti gli impianti di climatizzazione, è importante eseguire delle verifiche periodiche manutentive per prevenire possibili guasti e fermi impianto conseguenti. Le verifiche da fare non sono molte, ma essenziali. MANUTENZIONE PREVENTIVA Una adeguata e regolare manutenzione preventiva per il sistema di climatizzazione del veicolo contribuisce ad un suo funzionamento efficace ed efficiente ed aiuta a prolungare la vita dei singoli componenti contribuendo, inoltre, a diminuire il rischio di guasti futuri e più costose riparazioni. VERIFICHE SU COMPRESSORE E TUBAZIONI Tra le possibili verifiche di una certa rilevanza da eseguire, primariamente va ispezionata la cinghia di trasmissione del compressore (vedi figura 1) che potrebbe essersi deteriorata per sfregamento o per la creazione di screpolature dovute all’usura ed alle alte temperature. È forse superfluo ricordare che i climatizzatori dei veicoli vengono quasi prevalentemente usati nella stagione estiva quando, alle già elevate temperature di funzionamento del motore, si aggiungono le alte temperature esterne.

La contemporaneità di questi due eventi fa sì che la maggior parte dei componenti dell’impianto di climatizzazione sia costretta a lavorare ad alte temperature, con particolare ripercussione sui componenti di natura non metallica. Come seconda verifica da eseguire ricordiamo l’ispezione delle tubazioni flessibili e dei raccordi in metallo per verificare l’eventuale presenza di danneggiamenti e/o perdite. Sempre per verificare l’assenza di perdite e la perfetta tenuta, si passa poi all’ispezione del compressore per controllare le eventuali perdite di tenuta in corrispondenza dell’albero. CONTROLLO DEL CONDENSATORE Come per tutti gli impianti frigoriferi, particolare attenzione va posta al condensatore, in special modo per quanto riguarda la sua pulizia esterna. Infatti, detriti, sporcizia od altro possono facilmente accumularsi tra le alette della batteria anche in tempi molto brevi, in dipendenza del tipo di percorrenza svolto dall’autoveicolo. Le conseguenze di un condensatore sporco consistono principalmente in un aumento della pressione di alta, con possibili problemi di surriscaldamento del motore e slittamenti della frizione del compressore. Nel caso in cui il veicolo possieda un minimo sistema di incanalamento dell’aria verso il motore dalla mascherina frontale e tragga invece la maggior


parte della portata d’aria necessaria dalla parte sottostante, è buona norma sollevare il veicolo ed eseguire un controllo visivo della parte sottostante. Se per proteggere il condensatore dalla sporcizia vengono impiegate apposite griglie, controllare la loro integrità e la mancanza di ostruzioni al regolare flusso di aria previsto. Nel caso in cui la ventilazione principale del condensatore avviene, invece, attraverso la mascherina allora quest’ultima va pulita con attenzione, eventualmente anche utilizzando una torcia elettrica per poterla ispezionare bene. In taluni casi è proprio necessario rimuovere la mascherina per poterla pulire bene. Se il condensatore risulta disposto parallelamente al radiatore del motore con un interspazio di separazione, quest’ultimo va ispezionato per bene in quanto costituisce un potenziale luogo di accumulo di sporcizia. Sarebbe anche buona cosa lavare esternamente la batteria condensante. Ricordarsi che la presenza di olio sulla batteria è un segnale di allarme in quanto potrebbe indicare il verificarsi di una fuga di refrigerante. VERIFICHE SULLA QUALITÀ DELL’ARIA Oltre a quanto appena detto riguardo al condensatore, sulle batterie di scambio vanno condotte altre verifiche di tipo manutentivo. Ad esempio, se è presente un filtro dell’aria che viene immessa nell’abitacolo del veicolo allora esso va periodicamente controllato e pulito e, all’occorrenza, sostituito. Molto importante è la verifica della velocità delle ventole per appurare se essa è conforme alle specifiche del costruttore. Verificare anche il corretto funzionamento del sistema di miscelazione dell’aria che viene immessa nell’abitacolo. Risulta importante verificare che la miscelazione caldo/freddo dell’aria sia corretta e che nella posizione tuttochiuso delle bocchette non filtri aria nell’abitacolo. Parimenti controllare la funzione di ricircolo dell’aria e quella di immissione dell’aria prelevata all’esterno dell’abitacolo.

Figura 1. Esempio di cinghia per la trasmissione del movimento dal motore al compressore dell’impianto di climatizzazione.

Da ultimo, solamente nell’elencazione e sicuramente non nell’ordine di importanza, è la verifica della diffusione dell’aria. Particolarmente nei veicoli, l’ambiente che va climatizzato è solitamente di dimensioni contenute e quindi l’aria che viene espulsa dai diffusori rischia di colpire in modo troppo diretto gli occupanti. Poichè l’aria in uscita ha temperature basse, possono crearsi situazioni di disagio. Tanto per fare un esempio, è quello che succede nei recenti autotreni a trazione diesel ATR 220, in servizio sulle linee ferroviarie regionali, dove la collocazione dei diffusori dell’aria proprio al di sopra dei sedili e la traiettoria diretta impressa all’aria crea non pochi disagi agli occupanti. Disagio che viene amplificato dalle troppo basse temperature dell’aria che viene espulsa dai diffusori. VERIFICHE SUL MOTORE

zionata. Verificare che l’impianto sia in grado di entrare in funzione anche con regime del motore al minimo. REFRIGERANTE Anche il settore del condizionamento mobile sta attraversando una fase di profondi cambiamenti per quanto riguarda i tipi di refrigeranti impiegati. In pochi anni siamo passati dall’R12 all’R134a all’R1234yf. Quest’ultimo leggermente infiammabile. Per evitare errori grossolani, prima di qualsiasi intervento manutentivo è bene appurare sempre con quale tipo di refrigerante si sta trattando. ●

Ultime informazioni su www.associazioneATF.org Continua a seguire Centro Studi Galileo su:

La climatizzazione deve avvenire in maniera soddisfacente per qualsiasi regime di giri del motore. In particolare verificare il buon funzionamento in corrispondenza del regime minimo del motore. In corrispondenza di determinate situazioni è possibile che una centralina del motore disattivi l’aria condi-

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La centrale La centrale multifunzione multifunzione Le nuove pompe per la condensa REFCO Serie BM

Il classico gruppo manometrico svizzero

ULTIME NOTIZIE Nuovo con luci a UV e LED

AREA scrive ai ministri. Fondamentali le ispezioni periodiche degli impianti di condizionamento nuova direttiva europea nuove pompemultifunzionalità. pernella la condensa REFCO conLeuna maggior sul rendimento energetico degli edifici

Strategia Energetica Nazionale 2017: per un’industria del freddo più green e più competitiva!

una maggior multifunzionalità. Uncon prodotto per tutte le applicazioni. AREA, Associazione Europea dei Tecnici Un prodotto per tutte le applicazioni. REF-LOCATOR del Freddo, ha inviato una nota a tutti i

Il documento Strategia Energetica Nazionale 2017 pone l’accento sulla necessità di approvvigionamento energeCercafughe di tico da fonti rinnovabili e sull’importanza propri membri, in Italia ATF, informandoli alto livello di minori consumi delle apparecchiature, in fase di produzione e della necessità di far giungere comunidi utilizzo. Il settore HVAC ha una grande responsabilità in quancazione ai Ministeri Nazionali circa to consumatore la revisione della direttiva sul rendimenREF-VACdel 17% dell’energia elettrica totale a livello mondiale. I cambiamenti climatici provocheranno nei decenni a venito energetico nell’edilizia, al fine di difendere la posizione Vacuometro elettronico Connessione USB Modalità silenziosa LED diagnostico necessità di refrigerazione e condiziore una sempre maggiore deliberata Direttivo in Passa materia di USB ispezioni in rassegna la storia perioConnessione OCTA-WIRELESS Configura la prestazione Assicura la corretta Modalità silenziosadal Consiglio LED diagnostico namento quindi l’industria deve correre ai ripari. Riportiamo la operativa della pompa Passa in rassegna la storia diche degli impianti di condizionamento. Nella comunicazioprestazione installazione Assicura lainiziale correttae della Configura pompa in lafunzione Bilancia elettronica operativa della pompa pompa inchiede funzione assiste iniziale e della della capacità dell’unità nella diagnosi nota dei Ministri dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e ne si ai installazione governi nazionali di valutare l’importanzaENVIRO-DUO/-OS: Ora anche capacità dell’unità assiste nella diagnosi AC delladelle dell’Ambiente Gian Luca Galletti.HY-EX-6 “Aumentare la competitività del ispezioni per il rendimento energetico degli impianti di applicabile per R32 e R1234yf AC Paese allineando i prezzi energetici quelli europei, migliorare la Set aespansore condizionamento. idraulico completodecarbonizzasicurezza dell’approvvigionamento e della fornitura, In particolare per i piccoli sistemi dove non è prevedibile, per ENVIRO-DUO/-OS re recupero il sistemaper energetico una questione di costi, un sistema di controllo automatico. Si Unità di tutti i in linea con gli obiettivi di lungo termine refrigeranti di uso comune dell’Accordo di Parigi, che vanno confermati come irreversibili: invita quindi a provvedere ad inserire in Direttiva una soglia sono questi i temi chiave che hanno l’elaborazione di que-di a livello temporale per i Fusibile controlli periodici obbligaPerguidato la gamma completa Sensore accettabile digitale Applicazione universale da 10A Sensore digitale Applicazione universale Fusibile da 10A sta proposta di nuova strategia energetica nazionale. Si tratta di un Esclusivo sensore Da 6.000 Btu/H integrato sostituibile tori e ladigitale non sostituzione degli stessi con “Raccomandazioni” prodotti REFCO Vi preghiamo Esclusivo sensore digitale Da 6.000 Btu/H integrato sostituibile di livello dell’acqua a 120.000 Btu/H Fusibile in vetro percorso che parte da lontano: già nel 1990, l’Unione Europea, chedell’acqua si rivelerebbero chimeriche. di livello a 120.000 Btu/H Fusibile in vetro di contattare il Vostro nel (da(da 1,75kW a 35kW) 5 5x 20 1,75kW x 20mm mmda da10A 10A e qui una documento “Una politica energetica per l’Unione Europea” E’ possibile visionare quia 35kW) la posizione di AREA distributore HVAC/Rindicalocale. sostituibile sostituibileinstallato installato va questi tre obiettivi e lungo queste direttrici ha continuato a svidichiarazione congiunta con EPEE,inrappresentante dell’induinfabbrica fabbrica luppare nel tempo la propria azione, fino al Clean Energy Package, stria che dimostra condivisione sul tema da parte di tutto il REFCO Manufacturing Ltd. REFCO Manufacturing DIGIMON-SE patent pending REFCO Manufacturing Ltd. Commissione Europea. Ltd. presentato a novembre 2016 dalla settore.

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GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centosessantottesima) Sedicesimo anno

A cura dell’ing. PIERFRANCESCO FANTONI

Articolo 5, nazioni: Gruppo di nazioni che aderiscono al Protocollo di Montreal e che dal punto di vista economico sono in via di sviluppo. Sono caratterizzate dall’avere una produzione ed un consumo annuale pro-capite di sostanze dannose per l’ozono atmosferico (ODS) inferiore a 0,3 kg. Attualmente tra le 196 nazioni che hanno aderito al Protocollo ben 147 vengono annoverate all’interno di tale gruppo. Le nazioni facenti parti dell’Articolo 5 hanno la facoltà di richiedere assistenza tecnica ed economica per adeguare le proprie competenze a quanto si prefigge il Protocollo. Frigocongelatore a due porte: Tipologia di armadio frigorifero combinato provvisto di almeno uno scomparto destinato esclusivamente alla temperatura di esercizio per la refrigerazione e di uno scomparto destinato esclusivamente alla temperatura di esercizio per il congelamento GPM: Gallons per minute. Acronimo inglese che indica il volume di un liquido (galloni) che si ha in un minuto. Unità di misura del sistema anglosassone che viene utilizzata per esprimere la portata di acqua di raffreddamento in una torre evaporativa MAC: Mobile Air-Conditioning (condizionamento dei veicoli).

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Terminologia con la quale si raggruppano tutti gli impianti frigoriferi impiegati per il condizionamento dell’aria nei veicoli, come, ad esempio, le automobili, gli autobus ed i treni Operatore: Secondo il Regolamento UE n. 517/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sui gas fluorurati a effetto serra, è la persona fisica o giuridica che esercita un effettivo controllo sul funzionamento tecnico dei prodotti e delle apparecchiature frigorifere. Spesso, in circostanze specifiche e ben definite, il proprietario dell’impianto frigorifero viene ritenuto responsabile degli obblighi dell’operatore. Rpm: Revolutions per minute. Abbreviazione inglese che nei cataloghi e nella letteratura tecnica indica il numero di giri al minuto compiuto da un dispositivo in rotazione. Nel campo della refrigerazione e della climatizzazione viene riferito alla velocità di rotazione dei compressori frigoriferi o delle pompe di circolazione dell’acqua nei sistemi a fluido secondario Sala macchine: Spazio o ambiente completamente chiuso, dotato di ventilazione meccanica e accessibile unicamente da personale autorizzato, destinato all’installazione di un impianto frigorifero, o di suoi componenti, per la refrigerazione od il condizionamento. Esso può contenere anche altre apparecchiature a patto che esse siano conformi ai requisiti di sicurezza richiesti per il funzionamento dell’impianto frigorifero. Surriscaldamento: Processo che consiste nel portare il vapore dallo stato saturo allo stato di vapore secco. Tale risultato si ottiene portando il vapore ad una temperatura superiore a quella di saturazione, mantenendo costante la sua pressione. Il surriscaldamento non implica alcun cambiamento di fase, ragione per cui il calore necessario per surriscaldare il vapore risulta essere di tipo sensibile. Attraverso il surriscaldamento il

vapore diventa secco, ossia completamente privo di qualsiasi particella di liquido, fatto che permette la sua compressione senza correre rischi per l’integrità del compressore. In un circuito frigorifero il refrigerante allo stato di vapore viene surriscaldato immediatamente prima della sua uscita dell’evaporatore di circa una decina di gradi per assicurare l’arrivo al compressore di solo refrigerante gassoso. Comunque anche nel tubo di aspirazione il vapore si surriscalda, in maniera variabile a seconda delle caratteristiche e del grado di manutenzione del circuito frigorifero. Anche a seguito della compressione nel compressore il vapore si surriscalda. Il surriscaldamento che avviene nell’evaporatore è normalmente influenzato da una serie di fattori che fanno in modo che la sua entità non risulta sempre costante durante il funzionamento del circuito frigorifero. Il surriscaldamento si esprime in gradi kelvin (K). Ton of refrigeration: Unità di misura in uso negli Stati Uniti utilizzata per esprimere la potenza termica e frigorifera. Essa corrisponde alla quantità di energia che è necessaria per congelare in un tempo di 24 ore una tonnellata americana (907 kg) di acqua alla temperatura di 0 °C ed alla pressione di 1013 millibar. Corrisponde a poco meno di 3024 kcal/h, ossia a poco meno di 3508 W. ● Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.

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R-513A

R-449A

R-452A

GWP

631

1.397

2.141

CLASSE

A1

A1

A1

SOSTITUISCE

R-134a

R-404A, R-507

R-404A, R-507

APPLICAZIONI

Refrigerazione TN, Chiller

Refrigerazione BT

Trasporti refrigerati

Capacità frigorifera superiore al R-134a e COP simile

Efficienza energetica superiore al R-404A ed R-507

Efficienza energetica e temperature di scarico simili a quelle con R-404A ed R-507

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NOTE

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Il Regolamento Europeo F-Gas n°517/2014 richiede di abbandonare rapidamente l’uso dei gas refrigeranti ad elevato GWP (indice di “Riscaldamento Globale”). I primi gas ad essere eliminati saranno quelli con GWP>2500, come i refrigeranti per le basse temperature R-404A ed R-507. Le alternative sono ora disponibili: i gas DuPont Opteon® sono refrigeranti a base di HFO, a basso GWP, che possono essere utilizzati in sicurezza (classe A1 = non infiammabili e non tossici) negli impianti di refrigerazione tradizionali. Rivoira Refrigerants è a disposizione per qualsiasi informazione sui prodotti e per un supporto tecnico al fine di facilitare la transizione verso i nuovi refrigeranti Opteon®.

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