Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 7-2019

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ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE • N. 431

Anno XLIII - N. 7 - 2019 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.452403 - 15033 Casale Monferrato




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Sommario Direttore Responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato Scientifico Marco Buoni, Marcello Collantin, Pierfrancesco Fantoni, Marco Carlo Masoero, Alfredo Sacchi, Madi Sakande, Stefano Sarti Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato AL tel. 0142/452403 fax 0142/909841 Pubblicità tel. 0142/452403 E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Corrispondente in Francia: CVC La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati. In copertina: Patentini e formazione sui nuovi refrigeranti per i Tecnici del Freddo di tutto il mondo: si rinnova l’asse CSG–Sud America N. 431 – Periodico mensile Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 123 del 13.6.1977 Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00

7 Editoriale

La Banca Dati FGAS e le altre novità: il nuovo decreto rivoluziona la refrigerazione italiana M. Boscain, L. Iannone – Centro Studi Galileo

11 Speciale Banca Dati FGAS 14 Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo 23 Cambiamento climatico e strato dell’ozono: il Phase Down degli HFC D. Coulomb – International Institute of Refrigeration, IIR

25 Difendi i tuoi interessi: compra da venditori affidabili! AREA, ASERCOM, EFCTC, EPEE

29 Principi di base del condizionamento dell’aria

Una buona installazione di un climatizzatore split non consiste solo in una buona esecuzione manuale P.F. Fantoni – 205ª lezione

31 Dimostrazione pratica di miscele HFO A2L a basso GWP per applicazioni di refrigerazione commerciale N. Roberts, M. Hughes – Chemours

35 Manuale sull’uso degli F-Gas e le alternative

11ª parte: Attrezzatura per la brasatura a ossicombustione (propano o acetilene) K. Kelly, M. Cook – Business Edge

40 Motori elettrici LSPM in compressori scroll ermetici per chiller: prestazioni con R410A e R454B P. Trevisan, A. Walz – Bitzer

44 Perché il passaggio all’R449A richiede un’attenta analisi preliminare da eseguire caso per caso P. Fantoni – 225ª lezione di base

46 Ultime notizie

Regolamento FGAS, il Governo italiano approva decreto per nuove sanzioni – WorldSkills Kazan 2019, Corea del Sud e Russia vincono la categoria refrigerazione – XVIII Convegno Europeo, la playlist delle interviste – AREA lancia la sua Vision 2025 – Banca Dati FGAS, le FAQ per la comunicazione degli interventi e la richiesta di abilitazione – Tecnico del Freddo muore mentre lavora su una cella frigorifera, ferito il figlio – Palermo, sequestrate 11 bombole di HFC e CFC provenienti dalla Tunisia – Intervista al Professor Alberto Cavallini: “La refrigerazione si sta rivoluzionando: fluidi infiammabili e mini compressori sono il futuro”

49 Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento (Parte centottantanovesima) – A cura di P. Fantoni


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NUMERO 7 / SETTEMBRE 2019

EDITORIALE

La Banca Dati FGAS e le altre novità: il nuovo decreto rivoluziona la refrigerazione italiana

Marco BOSCAIN Docente Centro Studi Galileo

Luca IANNONE Comunicazione Centro Studi Galileo

Lo scorso 3 giugno è stato aperto il portale della Banca Dati FGAS, istituita dal D.P.R. n. 146 del 16 novembre 2018. Il decreto FGAS, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 9 gennaio di quest’anno, è entrato in vigore il 24 gennaio successivo. L’avvento della Banca Dati rappresenta una vera e propria rivoluzione per tutti coloro che operano nel settore italiano della refrigerazione e del condizionamento dell’aria, e una anteprima mondiale che altri paesi guardano con interesse per un probabile adeguamento.L’istituzione della Banca Dati, è frutto del recepimento dell’Italia del Regolamento UE 517/2014 sui gas fluorati ad effetto serra. Per raggiungere l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra ed evitare in tal modo che questi continuino a contribuire ai cambiamenti climatici, l’Unione Europea ritiene che sia fondamentale applicare pienamente le misure di controllo e di contenimento vigenti, che riguardano i refrigeranti principalmente contenuti nei nostri impianti di refrigerazione,

Nell’introduzione al XVIII Convegno Europeo si è fatto riferimento alla Banca Dati, unico sistema digitale di esempio in tutto il mondo.

condizionamento e pompe di calore. L’altro concetto alla base della nuova normativa è quello di ritenere utile monitorare in maniera efficace, con dati coerenti e di qualità elevata, le emissioni di gas fluorurati ad effetto serra per verificare i progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e per valutare l’impatto dei regolamenti. La Commissione Europea ha individuato nel Regolamento uno degli strumenti da adottare per disciplinare il settore , seguito da tutti gli altri paesi del mondo con l’emendamento di Kigali. Quest’ultimo, entrato in vigore lo scorso gennaio, ha aggiunto una riduzione graduale del consumo e della produzione di idrofluorocarburi alle misure di controllo del protocollo di Montreal. Il portale Banca Dati FGAS si rivolge ai seguenti soggetti: • venditori di gas fluorurati ad effetto serra e di apparecchiature non ermeticamente sigillate contenenti tali gas, per comunicare i dati di vendita; • imprese e persone certificate, per comunicare i dati relativi agli interventi di installazione, manutenzione e altre attività svolte sulle apparecchiature contenenti FGAS; • operatori, per scaricare un attestato contenente tutte le informazioni relative alle proprie apparecchiature. Dal 10 giugno sul portale Banca Dati FGAS è stata resa disponibile la scrivania venditori: da questa scrivania i venditori si iscrivono al Registro secondo quanto previsto dall’art. 16 c.9 del DPR 146/2018. Il D.P.R. 146/2018 ha stabilito inoltre che, con decorrenza 25 luglio, le imprese che forniscono agli utilizzatori finali gas fluorurati ad effetto serra e apparecchiature non ermeticamente sigillate che contengono tali gas abbiano incominciato a comunicare alla INDUSTRIA&formazione / 7


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Banca Dati le informazioni relative alle vendite (vedi domande frequenti nelle pagine successive). Tali informazioni vengono comunicate via telematica attraverso le funzionalità disponibili nell’area comunicazione vendite della Banca Dati FGAS. A partire dal 25 giugno le imprese, già iscritte preventivamente al Registro, hanno avuto la possibilità di accedere al portale e apprenderne le funzionalità, precaricare il catalogo dei propri clienti nonché dei gas e delle apparecchiature vendute. Tuttavia, non tutte le imprese che acquistano gas fluorurati ad effetto serra hanno l’obbligo di essere certificate. Ci sono casi in cui l’impresa è tenuta ad avere al proprio interno personale certificato, ma non la certificazione dell’azienda: è il caso di ditte che operano esclusivamente su celle frigorifere montate su autocarri. In questi casi, è sufficiente essere in possesso del Patentino Frigoristi per poter acquistare il refrigerante. Esistono poi altri casi di acquisto che non prevedono né la certificazione dell’azienda, né quella della persona: è il caso di imprese che si occupano, ad esempio, di attività su circuiti di condizionamento di autobus o treni. In questo caso, all’atto dell’acquisto, il venditore dovrà caricare il codice fiscale e la ragione sociale dell’ente o impresa acquirente e la dichiarazione

con la quale l’acquirente dichiara che i gas sono acquistati per finalità per le quali non è richiesto la certificazione. Il caricamento delle informazioni relative alla vendita del gas sulla Banca Dati non è dovuto se il soggetto acquirente è a sua volta un distributore ed esercita esclusivamente l’attività di rivendita del gas. In questo caso il venditore proporrà con ogni probabilità la sottoscrizione di una liberatoria che sollevi il venditore dall’obbligo di dichiarazione dei dati. Per quanto riguarda le vendite di apparecchiature contenenti gas fluorurati ad effetto serra, è utile precisare che la comunicazione alla Banca Dati FGAS è dovuta solamente nei casi in cui la vendita sia destinata all’utente finale e dunque non è dovuta qualora l’apparecchiatura venga successivamente rivenduta. Può essere il caso dell’impresa che acquista un certo numero di apparecchiature da tenere in magazzino per poi rivenderle e installarle in un secondo momento all’utente finale: in questo caso l’atto di acquisto della partita di apparecchiature non andrà comunicato alla Banca Dati perché l’utilizzatore finale non è ancora noto. Come nel caso di cui sopra, il venditore proporrà con ogni probabilità la sottoscrizione di una liberatoria che sollevi il venditore dall’obbligo di dichiarazione. Sarà poi al momento dell’individuazione dell’utente finale che

CERTIFICAZIONE DELL’AZIENDA: RISPOSTE ALLE DOMANDE PIÙ FREQUENTI 1. Per ottenere la certificazione aziendale è necessario avere all’interno della propria ditta personale qualificato (patentino f-gas). Bisogna inoltre a) conoscere la legislazione vigente e b) preparare la documentazione necessaria per la visita ispettiva. Per soddisfare i punti a) e b) il Centro Studi Galileo propone una giornata di consulenza. 2. Altro requisito è c) l’iscrizione dell’azienda al registro f-gas. Se siete in possesso della firma digitale si può procedere con l’iscrizione autonomamente collegandosi al sito www.fgas.it Centro Studi Galileo offre il servizio di cui al punto c). 3. È necessario inoltre d) tarare gli strumenti di misura (manometro digitale o analogico, termometro a contatto, bilancia digitale, cercafughe elettronico e pinza amperometrica). Centro Studi Galileo offre il servizio di cui al punto d).Gli strumenti vanno portati il giorno della consulenza, vengono consegnati al mattino e restituiti a termine consulenza con i certificati di taratura. 4. La certificazione si ottiene attraverso l’analisi documentale da parte dell’ente certificatore con le seguenti modalità: ditta individuale: è sufficiente inviare via mail la documentazione richiesta. Centro Studi Galileo si preoccupa dei contatti con l’ente certificatore. In seguito alla giornata di consulenza riceverete una mail appunto da parte dell’ente certificatore. Sarà sufficiente inviare i documenti indicati. È considerata ditta individuale la ditta che f) è iscritta in camera di commercio come ditta individuale e in cui g) il titolare della ditta individuale è l’unico possessore del patentino frigoristi. Altre ditte (quindi ditte non individuali,con complessità crescente al crescere del numero di dipendenti): è necessario un incontro con l’ispettore dell’ente certificatore. Centro Studi Galileo si preoccupa dei contatti con l’ente certificatore per fissare la data per la visita ispettiva. 8 / INDUSTRIA&formazione

la ditta installatrice comunicherà, contestualmente all’installazione, le informazioni della vendita dell’apparecchiatura. A partire dal 25 settembre, invece, tutti gli interventi effettuati su apparecchiature fisse di refrigerazione e condizionamento e quelli su celle frigorifere montati su autocarri, andranno comunicati alla stessa Banca Dati FGAS dall’impresa che li ha effettuati, a prescindere dalla quantità di gas contenuto nelle apparecchiature. Il caricamento dei dati sul portale dovrà essere effettuato entro 30 giorni dalla data di intervento. Fino a tale data, il portale della Banca Dati sarà vuoto, un foglio bianco da riempire, e da tale data andranno caricati solamente gli interventi che verranno effettuati a partire da quella data. Non si è dunque tenuti a caricare gli interventi pregressi. È importante sottolineare che, per quanto riguarda le attività di vendita e di installazione, l’obbligo di comunicazione alla Banca Dati riguarda esclusivamente le apparecchiature non ermeticamente sigillate. Il Regolamento 517/2014 definisce tali apparecchiature come quelle “in cui tutte le parti contenenti gas fluorurati a effetto serra sono solidamente fissate mediante saldatura, brasatura o altra connessione permanente analoga, che può comprendere valvole sigillate o punti di accesso sigillati per garantire una riparazione o uno smaltimento adeguati, e che abbiano un comprovato tasso di perdita inferiore a tre grammi annui sotto una pressione di almeno un quarto della pressione massima consentita”. È evidente che tali caratteristiche non possano essere decise dal tecnico o dal venditore, ma devono essere certificate in sede di produzione dell’apparecchiatura e deve essere presente sulla targhetta, etichetta, la dicitura “apparecchiatura ermeticamente sigillata”. Diversamente il tecnico o il venditore deve considerare l’apparecchiatura come NON ermeticamente sigillata e dunque comunicare l’installazione e la vendita svolta alla Banca Dati. Vanno dichiarati anche gli interventi su quelle apparecchiature ermeticamente sigillate che necessitano solamente di una messa in servizio: è il caso dei chiller utilizzati per il raffrescamento degli ambienti, il cui circuito frigorifero è già


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completo. In questo caso, tuttavia, sarà comunque necessario comunicare i dati dell’intervento alla Banca Dati come installazione. Infatti le macchine vanno avviate per il controllo del buon funzionamento della macchina e viene rilasciato il primo Registro della Apparecchiatura (digitale tramite la banca dati) se la macchina ha più di 5 ton eq di CO2 di refrigerante. Sarà una vera rivoluzione digitale per il nostro settore. Tutte le operazioni effettuate su una macchina potranno essere conosciute da remoto tramite un semplice cellu-

lare sia dal proprietario che dall’installatore. Dopo l’arrivo della fatturazione elettronica, ecco quindi un’altra novità che riguarda però esclusivamente le aziende del settore della refrigerazione e del condizionamento dell’aria. L’istituzione della Banca Dati può anche essere considerata come un ulteriore passo verso la digitalizzazione dei processi produttivi. Si tratta indubbiamente di una novità che ha generato preoccupazioni e perplessità all’interno delle imprese, abituate fino a questo momento ad effettuare solamente la dichiarazione

annuale all’ISPRA. Ma Ecocerved e le Camere di Commercio hanno dimostrato di poter garantire un valido e rapido servizio di assistenza a tutti coloro che hanno avanzato dei dubbi al riguardo. Per chi, come Centro Studi Galileo, opera da diversi decenni nel settore HVACR, questa rappresenta un’ulteriore occasione per mettere le proprie competenze al servizio della categoria dei Tecnici del Freddo in un percorso che a lungo termine porterà benefici a tutti gli attori coinvolti oltre che, naturalmente, all’ambiente.

Corso train-the-trainers UNIDO-CSG sui refrigeranti infiammabili: 22 docenti argentini al Centro Studi Galileo Luca IANNONE

Comunicazione Centro Studi Galileo

Da diverso tempo è stata rilevata la necessità di una formazione specifica legata ad un uso consapevole dei refrigeranti alternativi (fluidi naturali, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFO). Questi ultimi, se da una parte presentano il vantaggio di non avere ripercussioni sul clima e sull’ambiente, dall’altra hanno caratteristiche di pericolosità sconosciute ai refrigeranti tradizionali e che quindi rendono necessario un certo grado di preparazione: in particolare, lavorano ad alte pressioni e/o sono infiammabili. A proposito di refrigeranti infiammabili, proprio l’utilizzo sicuro di questi fluidi è stato il tema principale di un corso al quale ha preso parte una delegazione delle Nazioni Unite formata da 22 docenti del settore della refrigerazione provenienti dall’Argentina. Il corso ha avuto luogo dal 24 al 28 giugno a Casale Monferrato, nell’ambito di un progetto di formazione in cooperazione con l’UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale). Il corso è stato svolto in lingua spagnola con il contributo di tre docenti altamente qualificati. Il modulo teorico si è tenuto presso il Castello di Casale, la parte pratica si è invece svolta nell’aula corsi-laboratorio del Centro Studi Galileo. Uno degli obiettivi principali era quello di aumentare le competenze per l’uso delle tecnologie europee in tutto il mondo e, in questo caso specifico, in Argentina a fronte del cambio dei refrigeranti secondo l’emendamento di Kigali. Quest’ultimo prevede una riduzione dell’uso degli HFC così come il Regolamento UE F-Gas, ma traslato temporalmente di circa dieci anni. Per quanto riguarda le dimostrazioni pratiche di impiego di questa nuova tecnologia, ciò è stato possibile anche grazie al contributo di prestigiose aziende locali come EptaIarp e SandenVendo, entrambi leader della refrigerazione commerciale e domestica e storici partner del Centro Studi Galileo. Sabato 29 giugno, a chiusura del corso, i Professori argentini hanno sostenuto con esito positivo il primo esame

teorico-pratico Real Alternatives ad hoc, il quale ha ufficialmente certificato le loro competenze nel maneggiare in maniera sicura i refrigeranti infiammabili e gli impianti che li contengono. Real Alternatives è un progetto, co-finanziato dal LIFE programme dell’EU’s funding instrument for the environment and climate action, che nasce con lo scopo di fornire formazione sui gas refrigeranti alternativi, naturali e non, e di approfondire le “alternative reali” (fluidi naturali, idrocarburi, CO2, ammoniaca, HFO) ai refrigeranti attualmente più diffusi che contribuiscono ai cambiamenti climatici. La consegna degli attestati è avvenuta nella cornice di Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Casale Monferrato, dove il Sindaco Federico Riboldi ha accolto la delegazione. Già a dicembre 2017, Centro Studi Galileo aveva tenuto due convegni in Argentina (nelle città di Buenos Aires e Rosario) accompagnato da una delegazione di 10 aziende italiane per mostrare l’eccellenza delle tecnologie attualmente disponibili in Europa. Il corso svolto lo scorso giugno ha rappresentato un ulteriore passo per rinnovare la collaborazione fra la refrigerazione italiana e quella argentina.

Nella foto, una parte della delegazione argentina, i docenti e gli organizzatori del corso posano insieme nella Sala Galileo, presso sede del Centro Studi Galileo.

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SPECIALE BANCA DATI FGAS Comunicazione delle vendite di FGAS e apparecchiature che li contengono: nuove FAQ e chiarimenti Introduzione L’avvento della Banca Dati FGAS rappresenta una vera e propria rivoluzione per il settore italiano della refrigerazione e del condizionamento dell’aria. In particolare, come noto, dal 25 luglio i venditori di gas fluorurati ad effetto serra e di apparecchiature non ermeticamente sigillate che contengono tali gas sono tenuti a comunicare le informazioni relative alle vendite. Per venire incontro alle imprese che si confrontano con le novità del decreto FGAS, è stata pubblicata sul sito di Ecocamere una nuova serie di FAQ contenente le domande più recenti. Delle dodici risposte fornite, riportiamo di seguito le più interessanti. Nel caso di fabbricante che vende apparecchiature di refrigerazione ad imprese che inseriscono l’apparecchio in impianti più ampi (per i quali la refrigerazione è solo uno dei componenti) e poi li vendono, chi deve comunicare la vendita? L’articolo 16 comma 3 del d.P.R. n. 146/2018 prevede che la comunicazione alla Banca dati sia effettuata dall’impresa che fornisce l’apparecchiatura all’utilizzatore finale. Pertanto, nello specifico caso, la vendita deve essere comunicata da colui che vende l’impianto all’utilizzatore finale. Nel caso di imprese che vendono componenti (p.es circuiti) contenenti fgas, ad un installatore, che li integra (o assembla) al fine di creare un’unica apparecchiatura, nel luogo in cui viene utilizzata o presso il sito dell’installatore, e poi rivende ed installa l’apparecchiatura, chi deve comunicare la vendita? L’articolo 16 comma 3 del D.P.R. n. 146/2018 prevede che la comunicazione alla Banca dati sia effettuata dall’impresa che fornisce l’apparecchiatura all’utilizzatore finale. Pertanto,

nello specifico caso, la vendita deve essere comunicata dal soggetto che assembla l’apparecchiatura e la vende all’utilizzatore finale. La vendita diretta ad utilizzatori finali che sono soggetti esteri, deve essere comunicata? Per quanto riguarda le apparecchiature non ermeticamente sigillate contenenti FGAS, la vendita a soggetti esteri va comunicata: a. nel caso di vendita a imprese in possesso di certificato estero riconosciuto in Italia e che svolgono la loro attività sul territorio nazionale; b. nel caso di acquirenti non certificati che intendono far installare l’apparecchiatura in Italia e

che si impegnano a farlo, avvalendosi di imprese certificate. Come deve comportarsi il venditore di apparecchiature in caso di vendita ad un installatore? Se il venditore vende l’apparecchiatura ad un installatore che acquista direttamente per conto di un utilizzatore finale, allora la vendita viene comunicata dal venditore che acquisisce il numero di certificato dell’installatore e l’anagrafica dell’utilizzatore finale. Il venditore che vende l’apparecchiatura ad un installatore che non conosce l’utilizzatore finale non dovrà comunicare la vendita. In questo caso l’obbligo è in capo all’installatore e si possono verificare due situazioni: 1. se l’installatore offre un servizio di installazione con vendita, allora l’installatore comunicherà la vendita contestualmente all’installazione. 2. se l’installatore vende senza effettuare l’installazione, allora dovrà es-

sere iscritto come venditore e comunicare la vendita. Il venditore vende apparecchiature ad un soggetto non certificato, che svolge l’attività di noleggio delle medesime. Chi deve comunicare la vendita? Se il venditore vende le apparecchiature ad un soggetto che svolge solo il noleggio delle medesime, allora la comunicazione dovrà essere effettuata dal venditore. In caso di vendita di apparecchiature a soggetti non in possesso di certificato (p.es. idraulici, imprese edili) la vendita va comunicata?

Il venditore che fornisce apparecchiature a soggetti non in possesso di certificato e che non sono utilizzatori finali, non dovrà comunicare la vendita. La vendita dovrà essere comunicata dall’acquirente, che dovrà essere in possesso dei requisiti per svolgere un’attività commerciale e dovrà comunicare l’utilizzatore finale. In caso di vendita fatta ad un installatore certificato (acquirente) che non conosce la destinazione finale, il venditore non è obbligato a comunicare la vendita, ma ha l’obbligo di verificare la validità della certificazione dell’acquirente stesso? La verifica del possesso del certificato deve essere effettuata solo nel caso di comunicazione di vendita. Se il venditore lo ritiene, a propria tutela, potrà predisporre e far firmare all’acquirente un documento nel quale l’acquirente stesso dichiara il proprio impegno a comunicare le informazioni previste dalINDUSTRIA&formazione / 11


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

l’articolo 16 del D.P.R. n. 146/2018 nel momento in cui effettuerà la vendita. La verifica del possesso del certificato deve essere effettuata solo nel caso di comunicazione di vendita. Se il venditore lo ritiene, a propria tutela, potrà predisporre e far firmare all’acquirente un documento nel quale l’acquirente stesso dichiara il proprio impegno a comunicare le informazioni previste dall’articolo 16 del d.P.R. n. 146/2018 nel momento in cui effettuerà la vendita. Deve essere comunicata la vendita del gas R-1234yf? Non trattandosi di un gas fluorurato elencato all’allegato I al Regolamento (UE) n. 517/2014, la vendita non va comunicata, a meno che non sia parte di una miscela contenente almeno uno dei gas di cui all’allegato 1 del medesimo Regolamento. Perché nella sezione vendite viene fornita la possibilità di indicare, come tipologia di FGAS il gas “riciclato”? Premesso che, ai sensi del Regolamento (UE) n. 517/2014, il gas riciclato è gas fluorurato a effetto serra recuperato previa effettuazione di un processo di depurazione di base, lo stesso Regolamento (UE) n. 517/2014 prevede, all’articolo 12 che “I gas fluorurati a effetto serra rigenerati o riciclati sono etichettati con l’indicazione che la sostanza è stata rigenerata o riciclata, informazioni sul numero di lotto e il nome e l’indirizzo dell’impianto di rigenerazione o riciclaggio”.Quindi il campo verrà barrato, se rilevante, in caso di vendita di FGAS per i quali l’etichetta riporti l’indicazione dell’impianto di riciclaggio. Il venditore vende apparecchiature ad un soggetto non certificato, che svolge l’attività di noleggio delle medesime. Chi deve comunicare la vendita? Se il venditore vende le apparecchiature ad un soggetto che svolge solo il noleggio delle medesime, allora la comunicazione dovrà essere effettuata dal venditore. Chi vende apparecchiature destinate ad essere installate su navi, deve comunicare la vendita? Le apparecchiature non ermetica12 / INDUSTRIA&formazione

mente sigillate che sono progettate per essere installate esclusivamente sulle navi (o altri mezzi di trasporto) devono essere considerate apparecchiature mobili e pertanto escluse dall’obbligo di comunicazione. Le stazioni di ricarica sono apparecchiature di refrigerazione rientranti nell’ambito di applicazione? E quindi chi le vende è soggetto ad obblighi di iscrizione e certificazione? Sono considerate apparecchiature di refrigerazione quelle apparecchiature progettate per raffreddare prodotti o spazi di stoccaggio al di sotto della temperatura ambiente. Si ritiene che le stazioni di ricarica di Fgas, tipica-

mente utilizzati dalle autofficine per il recupero e la ricarica degli impianti di condizionamento d’aria dei veicoli, non rientrino in tale fattispecie. La vendita di tali apparecchiature non va quindi comunicata. Le apparecchiature per produrre ghiaccio sono apparecchiature di refrigerazione rientranti nell’ambito di applicazione del Regolamento (UE) n. 517/2014? Le apparecchiature di refrigerazione sono apparecchiature progettate per raffreddare prodotti o spazi di stoccaggio al di sotto della temperatura ambiente. Si ritiene che le macchine per fare il ghiaccio non rientrino nella definizione di apparecchiature di refrigerazione in quanto non sono progettate per raffreddare prodotti o spazi di stoccaggio al di sotto della temperatura ambiente (va poi fatto un discorso diverso se tali macchine costituiscono un’unica struttura con un frigorifero; in tal caso devono essere invece considerate come apparecchiature fisse di refrigerazione).

Come vanno comunicate le vendite di apparecchiature non ermeticamente sigillate che non necessitano di installazione secondo la definizione del Regolamento (UE) n. 517/2014? L’articolo 2 punto 20 del Regolamento (UE) 517/2014 fornisce la seguente definizione di installazione “Assemblaggio di due o più parti di apparecchiatura o circuiti contenenti o destinati a contenere gas fluorurati a effetto serra, ai fini del montaggio di un sistema nel luogo stesso in cui sarà utilizzato; tale attività comporta l’assemblaggio di condotti del gas di un sistema per completare un circuito, indipendentemente dall’esi-

genza di caricare o meno il sistema dopo l’assemblaggio”. In base al DPR 146/2018 l’installazione deve essere effettuata unicamente da imprese e persone in possesso di certificato. Nel caso di vendita di apparecchiature non ermeticamente sigillate contenente gas fluorurati a effetto serra che non necessitano di installazione secondo la definizione del Regolamento (UE) n. 517/2014, il Ministero dell’Ambiente ha chiarito che il venditore dovrà comunicare i dati relativi alla vendita delle apparecchiature, indicando, nel riquadro “installazione”, che l’apparecchiatura non ermeticamente sigillata e contenente gas fluorurati a effetto serra non necessita di installazione come definita all’articolo 2, punto 20) del regolamento (UE) n. 517/2014. Conseguentemente è stata modificata la procedura per la comunicazione delle vendite di apparecchiature, sia in fase di inserimento manuale che di inserimento massivo.



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Tecnici di 3 generazioni in 45 anni di corsi con una media di oltre 3.000 allievi all’anno si sono specializzati al CSG

DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo Gli attestati dei corsi, i più richiesti dalle aziende, sono altresì utili per la formazione dei dipendenti prevista dal DLGS 81/2008 (Ex Legge 626) e dalla certificazione di qualità.

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A CASALE MONFERRATO

L’elenco in continuo aggiornamento di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studio Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce Corsi > organizzazione)

Cheula Francesco Verzuolo Cremona Rocco Antonio Siderno Da Re Roberto Rosignano M.to

Sasso Cristian DEMACROM srl Recoaro Terme

Sapuppo Federico FEDE DI SAPUPPO FEDERICO Pioltello

Benedetto Gian Igor DYPA srl Torino

Gallasin Daniele Cavaria C/O

Erriu Roberto AGRITECNO srl Donori

De Carolis Valter Savignone

Montagnini Luca ESA IMPIANTI srls Casale M.to

Maiorana Stefano GMC ELETTRIC Luni

Marrone Luca AURA COSTRUZIONI srl Bova Marina

Garofalo Francesco DE MASI IMPIANTI srl Tortona

Codega Alessandro EUROCHILLER srl Castello D’Agogna

Grosso Danilo Grazzanise

Bacino Stefano Gabiano Bagna Alessandro Casale M.to Bonanno Silvio BOSCH ENERGY AND BUILDING SOLUTIONS ITALY srl Milano Iotti Omar BOSCH ENERGY AND BUILDING SOLUTIONS ITALY srl Milano Brunello Marco Casale M.to Butacu Teodor Eugen BTE DI BUTACU TEODOR EUGEN Carmagnola 14 / INDUSTRIA&formazione

Nella sede centrale CSG di Casale Monferrato, il docente Marco Boscain posa con gli allievi al termine del corso sulle novità introdotte dal DPR 146/2018. Il cosiddetto decreto FGAS con l’istituzione della banca dati, entrato in vigore il 24 gennaio 2019, attua il Regolamento (UE) 517/2014 sui gas fluorurati ad effetto serra.


NUMERO 7 / SETTEMBRE 2019

Scagliarini Fabio SCAGLIARINI srl La Spezia Repetti Marco SIRAM spa Milano Magnanimi Paolo SPEA spa Volpiano Soldi Lorenzo TECNA COMPRESS snc Montanaro

In collaborazione con Nazioni Unite e AHRI, la principale associazione nordamericana dei costruttori di impianti, Centro Studi Galileo è impegnato nell’elaborazione degli standard della certificazione dei Tecnici del Freddo a livello mondiale. Nell’ambito di questo progetto, il 10 e l’11 giugno una delegazione internazionale di docenti ha preso parte alla “Master Trainers Orientation Session” presso la sede CSG di Casale Monferrato.

Matalone Davide IMPRESA DUE srls Genova

Ippolito Giuseppe POLYMOCO DI IPPOLITO Milano

Caviglia Marco SANIDRA srl Genova

Jebrane Khalil Milano

Ridolfi Alberto Villadossola

Valdesolo Massimiliano LEONARDI & FIGLIO srl Pero

Ianniello Fernando RISEA DI IANNIELLO Alessandria

Cena Simone SC IMPIANTI E MANUTENZIONI srl Cigliano

Baima Fabrizio TECNO COLD srl Germagnano Pastore Valter TECNO IMPIANTI DI TURCO MARILù Volvera Vaccari Filippo TECNO SERVICE DI VACCARI S. Agata B.se Ravecca Matteo TECNOCIVIS spa Savona

Zardini Alex MAJONI ELETTROTECNICA Cortina Ampezzo Masala Alessio Santa Giusta Massazza Antonino Casale M.to Mori Gianluca Sesto Calende Crotti Mattia MORO E COSTANTE sas DI BUFFA Novara Giacco Gabriele NOVA ELETTRA SNC Vercelli Piperissa Ivano Saarbrucken

Sede centrale CSG di Casale Monferrato. Il fondatore del Centro Studi Galileo, prof. Enrico Buoni, e il docente Pasquale Zurlo posano con gli allievi alla fine del corso di formazione abilitante per il personale addetto al recupero dei gas refrigeranti nei veicoli a motore. INDUSTRIA&formazione / 15


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Alvino Luca TOM srl Paderno Dugnano

Medici Riccardo RIME DI MEDICI RICCARDO Reggio Emilia

Fiorito Ivan TRUCK FRIGO srl Genova

De Simone Nicola TEAM CLIMA srl Zola Predosa

Cavalletti Alessandro UNIV. GENOVA - DIPTEM . Genova

Massacesi Matteo TEAM CLIMA srl Zola Predosa

Vacarita Dumitru Novate M.se

Gadani Michael TEAM CLIMA srl Zola Predosa

Vanderhenst Max Hendrik Marcel Eugenie Calenzano

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI AD AGLIANA

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A CALDERARA DI RENO

Balestrini Michael Bastia Umbra Faraone Giuseppe CPL CONCORDIA scarl Concordia S/S Guida Michele CPL CONCORDIA scarl Concordia S/S

Sede CSG di Brugine (PD). Il docente ing. Stefano Sarti consegna ad un allievo l’attestato di frequenza al corso “Banchi frigoriferi per la refrigerazione commerciale”. Recentemente l’IEC ha innalzato a 500 grammi il limite di carica per i refrigeranti infiammabili in questo tipo di apparecchiature.

Alessandrini Fabio MINERVA OMEGA GROUP srl Bologna

Branchini Giuliano NAPLA G APPALTI srl S. Anatolia di Narco

Sacco Marco MINERVA OMEGA GROUP srl Bologna

Ferracchiato Alessio NAPLA G APPALTI srl S. Anatolia di Narco

Tellini Alessio GUIDOTTI CUCINE PROFESSIONALI srl Firenze Petronici Stefano H2H FACILITY SOLUTIONS spa Zola Predosa Cazzaniga Paolo Ambrogio H2H FACILITY SOLUTIONS spa Zola Predosa

Guidi Massimo CPL CONCORDIA scarl Concordia S/S Romeo Bernardo CPL CONCORDIA scarl Concordia S/S Masha Altin DUE CI IMPIANTI Imola Rosito Alberto ELETROS sas Tolmezzo Collini Luca EUTECTIC SYSTEM srl Dovadola Fonsatti Andrea Taglio di Po 16 / INDUSTRIA&formazione

Sede CSG di Bologna. Il docente Madi Sakande posa con quattro allievi che hanno portato a termine un corso di saldobrasatura. Nei giorni successivi hanno anche frequentato la preparazione all’esame per il Patentino PIF durante il quale sono state loro illustrate tutte le nozioni teoriche e le operazioni pratiche.


SISTEMI DI RECUPERO E RICICLO SISTEMI DI RECUPERO E RICICLO RECYCLING AND RECOVERY SYSTEMS RECYCLING RECOVERY SYSTEMS F-GAS REGULATION -AND PHASE DOWN Dal 2018 in poi, il regolamento 517/2014) F-GAS REGULATION - PHASE (EU DOWN

€ SAVE THE PLANET SAVE THE PLANET

sui gas fluorurati prevede massicci tagli alle di HFC nell’UE. Dalquantità 2018 indisponibili poi, il regolamento (EU 517/2014) sui gas fluorurati prevede massicci tagli alle From 2018 onwards, EUnell’UE. F-Gas Regulation quantità disponibili di the HFC (EU 517/2014) creates massive cuts in the2018 available quantities HFCsRegulation in the EU. From onwards, the EUofF-Gas (EU 517/2014) creates massive cuts in the available quantities of HFCs in the EU. SPY Gruppo manometrico a diagnosi visiva conSPY refrigerante Gruppo manometrico riciclato a diagnosi visiva con refrigerante SPY riciclato Manifold with visual diagnosis SPYrecycled with Manifold refrigerant with visual diagnosis with recycled refrigerant

SAVE MONEY SAVE MONEY

SPY Gruppo manometrico a diagnosi visiva conSPY refrigerante Gruppocontaminato manometrico a diagnosi visiva con refrigerante SPY contaminato Manifold with visual diagnosis withSPY contamined Manifold refrigerant with visual diagnosis with contamined refrigerant

RECUPERA RICICLA RIUTILIZZA RECUPERA RICICLA RECOVER RIUTILIZZA RECYCLE REUSE RECOVER RECYCLE REUSE

Bombola per recupero refrigerante Bombola per recupero Bottle refrigerante for refrigerant recovery Bottle for refrigerant recovery

Distillatore integrato a controllo di flusso Integrated distillation Distillatore integratosystem with automatic flow control a controllo di flusso Integrated distillation system with automatic flow control

Più alto è il GWP del refrigerante, più sarà soggetto alla Phase-down (riduzione graduale) dell’HFC, con conseguenti aumenti dei prezzi e potenziale carenza. Più alto è il GWP del refrigerante, più sarà soggetto HFO puri, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFC riciclati o rigenerati alla Phase-down (riduzione graduale) dell’HFC, con conseguenti non rientrano nella Phase-down (riduzione graduale). aumenti dei prezzi e potenziale carenza. L’HFC riciclato e rigenerato - anche con GWP> 2500 - può ancora HFO puri, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFC riciclati o rigenerati essere utilizzato per il servizio fino al 2030. non rientrano nella Phase-down (riduzione graduale). L’HFC riciclato e rigenerato - anche con GWP> 2500 - può ancora essere utilizzato per il servizio fino al 2030.

EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Unità di recupero e riciclo EASYREC1R-2R / EASYREC-HP EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Unità di recupero e riciclo Recovery and recycling units EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Recovery and recycling units

The higher the GWP of the refrigerant, the more it will come under pressure by the HFC phase-down, leading to likely price increases and potential shortages. The higher the GWP of the refrigerant, the more it will come under Pure HFOs, CO2, hydrocarbons, ammonia, reclaimed or recycled pressure by the HFC phase-down, leading to likely price increases HFCs etc. do not fall under the phase-down. and potential shortages. Recycled and reclaimed HFCs – even with a GWP > 2500 - can still Pure HFOs, CO2, hydrocarbons, ammonia, reclaimed or recycled be used for service until 2030. HFCs etc. do not fall under the phase-down. Recycled and reclaimed HFCs – even with a GWP > 2500 - can still be used for service until 2030.


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NUMERO 7 / SETTEMBRE 2019

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A MILANO

Ouhilal Mohammed BB HOTELS srl Milano Arzenton Derek ECOTOCE ENERGY srl Premosello Chiovenda Pirola Umberto Giuseppe FASTNET srl Cernusco S/N Galimberti Paolo GENESI srl Arcore Sede CSG di Casale Monferrato. L’esaminatore Boscain discute con un candidato all’ottenimento del PIF che sta eseguendo la prova pratica delle misurazioni. L’acquisto di gas refrigerante è consentito solo ai possessori del Patentino Frigoristi e va registrato sulla nuova banca dati.

Masi Andrea H2H FACILITY SOLUTIONS spa Zola Predosa

Cancelliere Massimo KLIMAX 2002 DI CANCELLIERE Prato

Brogi Francesco H2H FACILITY SOLUTIONS spa Zola Predosa

Karakashi Ervis NAPLA G APPALTI srl S. Anatolia di Narco

Verde Antimo SIT IMMOBILIARE srls Grosseto Florea Costica STEA srl Firenze

Scalzo Marco INTEGRA GLOBAL SERVICES srl Milano Meduri Demetrio INTEGRA GLOBAL SERVICES srl Milano Lizzi Daniele L’OPEROSA IMPIANTI srl Granarolo Emilia

Centro Studi Galileo consegna sempre un attestato, garanzia di competenza e professionalità, al termine della partecipazione ai propri corsi di formazione. Nell’immagine, un folto gruppo di Tecnici del Freddo che ha terminato con profitto un corso sull’impiego del gas refrigerante R290 posa con il riconoscimento ottenuto. Gli idrocarburi verranno utilizzati maggiormente in futuro. INDUSTRIA&formazione / 19


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Fratini Jacopo PETIT FORESTIER ITALIA srl Grugliasco Riccò Dario Walter Ferruccio Trezzano S/N Stringari Fabio SUPERNAP ITALIA srl Assago Cotugno Mattia TECNOSPINA ITALIA srl Albavilla

CORSO DI BRASATURA A CASALE MONFERRATO Prova pratica di saldobrasatura nella sede CSG di Bologna. La brasatura è una delle prove d’esame in assenza delle quali non è possibile ottenere il Patentino Frigoristi PIF, la certificazione che consente di operare su apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento dell’aria e pompe di calore contenenti gas fluorurati. I dispositivi di protezione individuale, occhiali, guanti, scarpe antinfortunistiche sono obbligatori.

Borsetti Alberto L’OPEROSA IMPIANTI srl Granarolo Emilia

Caravello Cristiano MULTI MANUTENZIONE srl Cusano M.no

Sede CSG di Vallermosa (CA). Un aspirante Tecnico del Freddo svolge con attenzione le operazioni di carica-vuoto e recupero refrigerante sotto gli occhi dell’esaminatore Alberto Manca. 20 / INDUSTRIA&formazione

Raggi Domenico PETIT FORESTIER ITALIA srl Grugliasco

AGRITECNO srl Erriu Roberto Donori BACINO STEFANO Gabiano

Prove pratiche dell’esame PIF nella sede CSG di Roma. L’esame per l’ottenimento del Patentino Frigoristi è costituito da una parte teorica e da una parte pratica. Quest’ultima prevede: recupero, vuoto e carica, controllo delle perdite, compilazione del registro dell’apparecchiatura e verifica dei parametri di funzionamento.


NUMERO 7 / SETTEMBRE 2019

BATTAGLINO RIPARAZIONI ELETTROD. Battaglino Luca Canale

CORSO ORGANIZZATO PRESSO LA RAI

BOSCH ENERGY AND BUILDING SOLUTIONS ITALY srl Bonanno Silvio Iotti Omar Milano BTE DI BUTACU TEODOR EUGEN Butacu Teodor Eugen Carmagnola DE MASI IMPIANTI srl Garofalo Francesco Tortona DEMACROM srl Sasso Cristian Recoaro Terme

Gli allievi di un corso ad hoc sugli impianti di condizionamento per i tecnici della RAI Radio Televisione Italiana mostrano con grande soddisfazione l’attestato di frequenza che hanno appena ricevuto.

DYPA srl Benedetto Gian Igor Torino

GELIZIA srl Merra Gianluca Moncalieri

EMERGO srl Mura Maurizio Treviso

GROSSO DANILO Grazzanise

JEBRANE KHALIL Milano

MORI GIANLUCA Sesto Calende

MAJONI ELETTROTECNICA Zardini Alex Cortina Ampezzo

NOVA ELETTRA snc Giacco Gabriele Vercelli PIPERISSA IVANO Saarbrucken POLYMOCO DI IPPOLITO Ippolito Giuseppe Milano RIDOLFI ALBERTO Villadossola TECNO SERVICE DI VACCARI Vaccari Filippo S. Agata B.Se TERMICA RIVESE DI ENRICI VAION DIEGO Enrici Vaion Diego Chieri UNIFRIGOR srl Pe’ Alessandro Occimiano

Sede CSG di Casale Monferrato. Un aspirante Tecnico del Freddo è impegnato ad effettuare una brasatura perfetta: requisito fondamentale per la tenuta di un impianto e per evitare dispersioni di gas refrigerante nell’ambiente circostante. I gas refrigeranti e il consumo energetico eccessivo sono tra i responsabili dei cambiamenti climatici.

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INDUSTRIA&formazione / 21


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NUMERO 7 / SETTEMBRE 2019

Cambiamento climatico e strato dell’ozono: il Phase Down degli HFC INTRODUZIONE

Didier COULOMB Direttore Generale dell’Istituto Internazionale della Refrigerazione (IIR)

Articolo tratto dal 18° Convegno Europeo Richiedere atti e video

L’Istituto Internazionale della Refrigerazione (IIR), un’organizzazione indipendente intergovernativa che si occupa di scienza e di tecnologia, promuove la conoscenza del settore della refrigerazione e delle tecnologie associate che migliorano la qualità della vita rispettando l’ambiente e tenendo presente l’aspetto economico. Queste includono: • Qualità e sicurezza delle derrate alimentari dal produttore al consumatore. • Comfort nelle abitazioni private e negli edifici ad uso commerciale. • Prodotti e servizi del settore della salute. • Tecnologie delle basse temperature e tecnologia del gas liquefatto. • Efficienza energetica. • Impiego in sicurezza di refrigeranti che non esauriscono l’ozono ed hanno un basso GWP.

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Comprende: 58 paesi membri nel mondo oltre 400 esperti più di 500 membri corporativi o privati I suoi servizi sono: Fonti di informazione • Newsletter dell’IIR • Testi e guide • Note informative • Dizionario internazionale della Refrigerazione • Guide rivolte ai professionisti • Comunicazioni • Avviso e-mail

La conservazione delle derrate alimentari e la salute grazie alla refrigerazione, sono punti chiave per uno sviluppo sostenibile. Tuttavia anche le regolamentazioni di carattere ambientale hanno un ruolo determinante nel futuro della refrigerazione. Ci sono due sfide a livello mondiale unitamente a nuove regolamentazioni che interessano i sistemi refrigeranti.

INDUSTRIA&formazione / 23


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

1. CAMBIAMENTO CLIMATICO Il cambiamento climatico è diventato un argomento di grande interesse alla convenzione di Rio nel 1992, dove sei gas serra o famiglie di gas serra sono stati identificati. Ce ne sono altri ma questi ultimi stanno aumentando nell’atmosfera a causa delle attività dell’uomo. Sono: CO2, CH4, N2O, PFCs, SF6 e idroflurocarburi (HFCs). Ci sono due esenzioni dalla lista: i clorofluorocarburi (CFCs) e gli idroclorofluorocarburi (HCFCs) dato che sono già stati regolamentati dal Protocollo di Montreal a partire dal 1987. Dopo anni di negoziazioni, l’accordo di Parigi del 2015 ha costretto i governi sia dei paesi in via di sviluppo che di quelli industrializzati, a ridurre le emissioni di gas serra, previa ratifica dell’accordo. L’impegno era quello di scongiurare un aumento della temperatura atmosferica minore di 2 °C rispetto a quella dell’era pre-industriale del 19° secolo e, se possibile, minore di 1,5 °C nel 2100. Ma non è stato preso nessun altro impegno, non è stata adottata alcuna strategia generale, vi sono stati solo determinati contributi nazionali (NDC). L’applicazione degli NDC porterebbe ad un incremento da +3 a +3,5 °C. Sarà, dunque, necessario incrementare notevolmente questi impegni nazionali in un prossimo futuro. Al momento, l’Unione Europea (UN) è la sola regione del mondo che ha realmente ridotto le emissioni di gas serra a partire dagli anni ’90 grazie al Protocollo di Kyoto e all’accordo di Pa-

24 / INDUSTRIA&formazione

rigi. Ma anche se rappresenta solo il 10% circa delle emissioni di gas serra nel mondo, l’UE continuerà a redigere regolamentazioni che riducano le emissioni. Ci sono, dunque, due obiettivi nel settore della refrigerazione: ridurre le emissioni di HFC (emissioni dirette) e ridurre le emissioni di CO2 (emissioni indirette). Non è possibile gestire un impianto senza consumare energia, in genere energia elettrica. L’elettricità, in genere, viene prodotta con i combustibili fossili diventando, così, un’importante fonte di emissioni di CO2. Ora, secondo le stime dell’IIR, il settore della refrigerazione, compresi il condizio-

namento dell’aria, la criogenia e le pompe di calore, rappresenta il 7,8% delle emissioni globali di gas serra. Il 37% è dovuto ai CFC, HCFC ed HFC e il 63% al consumo di energia. 2. LO STRATO DELL’OZONO STRATOSFERICO Il cloro può distruggere lo strato dell’ozono, dunque i prodotti clorurati (così come i bromuri) come i clorofluorocarburi (CFC) e gli idroclorofluorocarburi (HCFC) sono stati regolamentati dal Protocollo di Montreal al fine di proteggere lo strato dell’ozono. E’ stato adottato nel 1987. I CFC sono ormai vietati, gli HCFC sono vietati in Europa e lo saranno presto (2020) in tutti i paesi industrializzati. La produzione e il consumo di HCFC saranno vietati entro il 2030 in tutti i paesi. Lo strato dell’ozono stratosferico ora sta recuperando malgrado la presenza di alcuni produttori illegali. Gli HFC sono simili agli HCFC (stesso impiego, stessi attori) e, in media, hanno un GWP simile. L’Unione Europea ha deciso di ridurre gli HFC grazie a due regolamentazioni, una del 2006 sul condizionamento mobile (MAC) e la certificazione delle persone e delle ditte che maneggiano gli HFC; l’altra del 2014 sui divieti e le


NUMERO 7 / SETTEMBRE 2019

3. L’EMENDAMENTO DI KIGALI Nell’ottobre del 2016, è stato adottato l’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal. Malgrado il fatto che gli HFC non stanno distruggendo lo strato dell’ozono, è stato deciso di utilizzare gli strumenti del Protocollo di Montreal per ridurre gli HFC in considerazione dei risultati ottenuti sullo strato dell’ozono. Tuttavia, gli HFC fanno ancora parte dell’NDC di ogni paese, in conformità all’accordo di Parigi. Le riduzioni della produzione e del consumo degli HFC inizierà a partire dal 2019 nei paesi industrializzati, nel 2024-2029 nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo e nel 20282032 negli altri paesi. La conclusione avverrà nel 2036 nei paesi industrializzati ad un livello dell’85% e nel 2045-2047 nei paesi in via di sviluppo ad un livello dell’8085%: vedi tabella. Al momento 71 paesi hanno già ratificato l’accordo e l’emendamento di Kigali entrato in vigore a gennaio 2019. L’Unione Europea e i paesi membri lo hanno approvato e grazie alla regolamentazione F-Gas che ha avuto inizio nel 2014, rispetterà l’emendamento di Kigali fino al 2030. Dovranno solo completare la regolamentazione F-Gas per gli anni 20312036. L’Unione Europea è avanti rispetto a tutti gli altri paesi e questo le permetterà di preparare le compagnie ai nuovi mercati. Si presenteranno anche alcuni problemi, quali i maggiori costi iniziali e il commercio illegale.

sono e saranno adottate diversamente a seconda dei contesti: problematiche relative alla sicurezza, problematiche nel settore industriale e saranno diverse a seconda delle applicazioni. c. I refrigeranti a GWP molto elevato diventeranno sempre più rari e costosi. E’ stato il caso in Europa fino alla prima metà del 2018. Si è diffuso il commercio illegale e continuerà ad esistere per molti anni ma non fermerà questa tendenza. d. Prima di cambiare il refrigerante, sarebbe bene analizzare le altre soluzioni potenzialmente efficaci come la riduzione delle perdite di carica di refrigerante, recupero del refrigerante, ma per i dispositivi nuovi è importante scegliere il refrigerante dal GWP più basso e ottimizzare l’efficienza energetica e la sicurezza. e. Vi è una competizione tra i vari refrigeranti, soprattutto tra i refrigeranti naturali (ammoniaca, CO2, idrocarburi) e refrigeranti fluorurati (HFO e HFC dal GWP relativamente basso come l’R32). f. E’ impossibile in occasione di questo convegno presentare tutte le soluzioni relative ai refrigeranti e a tutte le diverse applicazioni. Ogni mese appare un nuovo refrigerante, apparentemente adatto ad una certa applicazione o come solu-

zione transitoria (GWP moderato) e come soluzione a lungo termine (basso GWP). g. Il dispositivo refrigerante e l’efficienza energetica sono strettamente correlati al refrigerante utilizzato. Le presentazioni nella prima e nella seconda sessione si completano a vicenda. Infatti permetteranno al convegno di occuparsi sia di refrigeranti naturali che di soluzioni HFC/HFO. h. E’ difficile raffrontare le diverse soluzioni. Bisogna prendere in considerazione tutti i parametri: efficienza energetica in condizioni simili, in applicazioni simili, costi aggiuntivi a causa del fattore sicurezza, dispositivi vecchi contro quelli nuovi. CONCLUSIONE Vi dovranno essere dei dibattiti sulle nuove soluzioni in quanto i dibattiti sono molto importanti. E’ impossibile presentare esaustivamente queste soluzioni. Inoltre, si presentano regolarmente molte innovazioni e le informazioni devono essere aggiornate costantemente. Vi saranno altre occasioni, come i congressi e i convegni dell’IIR, e nuove ricerche e sviluppi saranno pubblicati regolarmente. Tenetevi aggiornati!

Costo ambientale ed economico di una perdita di refrigerante

Costo mancato freddo Costi (€uro)

quote di HFC con un programma di riduzione che terminerà nel 2030. E’ stata prevista una riduzione del 79% rispetto alla produzione e al consumo iniziale degli HCFC e degli HFC.

Deperimento della merce per insufficiente raffreddamento

Costi energetici Costo per la riparazione

4. COMMENTI SULLA SITUAZIONE ATTUALE a. I paesi stanno progressivamente ratificando l’emendamento. Anche se gli Stati Uniti ora sono riluttanti a ratificare, la tendenza è chiara: la riduzione degli HFC avverrà. b. Le agende e le soluzioni nazionali

Costo perdita di refrigerante

Tempo

Parte la perdita

La scorta di refrigerante nell’impianto è finita, l’efficienza diminuisce

Il sistema non riesce più a soddisfare il raffreddamento

INDUSTRIA&formazione / 25


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Difendi i tuoi interessi: compra da venditori affidabili! Air Conditioning and Refrigeration European Association

Association of European Refrigeration Component Manufacturers

Produttori di Fluorocarburi

European Partnership for Energy and the Environment

PERCHÉ LEGGERE QUESTA INFORMATIVA? Ti piace rischiare quando compri le medicine? Le compri al mercato nero per risparmiare denaro? Da rivenditori che non conosci? Da siti internet non verificati? In blister o confezioni che non riportano alcuna evidente indicazione della provenienza e del produttore? QUALI SONO I RISCHI? I rischi connessi all’acquisto di refrigeranti illegali sono elevati e vanno da multe salate fino ai rischi per la salute e la sicurezza degli installatori e degli utilizzatori. Nello specifico i rischi consistono in: • Conseguenze finanziarie: Multe elevate, fino a procedimenti penali.

La risposta è “NO” perché il rischio per la tua salute sarebbe troppo elevato. A causa del Regolamento Europeo sugli F-Gas ed il conseguente phase down degli HFC, il reperimento degli HFC è diventato più difficoltoso, in modo particolare per quelli che presentano un elevato valore di GWP. I refrigeranti sono diventati sostanze preziose. Sono indispensabili per la sicurezza e l’affidabilità del tuo lavoro – proprio come le medicine sono indispensabili per la tua vita. Per questa ragione non devi correre alcun rischio. Questo foglio informativo fornisce una breve panoramica riguardo i criteri chiave per poter distinguere le risorse sicure da quelle illegali ed è stato pensato per aiutarti ad individuare i refrigeranti illegali. 26 / INDUSTRIA&formazione

• Conseguenze operative: Pessime prestazioni delle apparecchiature causate da refrigeranti che non corrispondono alle specifiche (impurità, contaminazione con olio ed altre sostanze, ecc.): perdità di capacità, ridotta efficienza energetica, elevati costi operativi, guasti alle apparecchiature…. • Conseguenze sugli affari: Deterioramento dei rapporti con il cliente o addirittura perdita del cliente dovuta a problemi di funzionamento dell’apparecchiatura e rischio di chiusura dell’attività. Danno alla reputazione. • Conseguenze sulla salute e sulla sicurezza: I refrigeranti appartengono alla famiglia delle “sostanze pericolose” e necessitano di essere maneggiati con attenzione, soprattutto ora che si stanno diffondendo i refrigeranti infiammabili e quelli con elevate pressioni di lavoro. I refrige-


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ranti che non soddisfano alle specifiche dei produttori o alle indicazioni riportate sulle bombole possono produrre gravi rischi per la salute e la sicurezza degli installatori e degli utilizzatori. • Conseguenze sull’ambiente: Il commercio illegale pone in discussione l’obiettivo del Regolamento F-Gas di diminuire progressivamente l’utilizzo degli HFC. I rischi connessi alle fughe di refrigerante aumentano ancora di più con l’impiego di bombole inadeguate o bombole monouso illegali che non è permesso produrre/utilizzare secondo i regolamenti dell’Unione Europea. Esempi: Un’azienda cinese è stata condannata nel 2012 per la vendita di refrigeranti contraffatti utilizzando il marchio di un’altra azienda. La persona ritenuta responsabile è stata condannata a tre anni di detenzione, tre anni di libertà vigilata, una multa di £3.000, e la sua azienda è stata ulteriormente sanzionata per £ 20.000 per la vendita di refrigerante contraffatto avvalendosi del marchio di un’altra azienda.

COME IDENTIFICARE IL REFRIGERANTE ILLEGALE? Quelle che seguono sono indicazioni utili per individuare refrigerante illegale. Ti verranno spiegate con maggiore dettaglio nel seguito di questa nota informativa. • Bombole di refrigerante • Documentazione come la scheda tecnica di sicurezza • Etichette È bene ricordare che pur attenendoti a queste indicazioni di carattere generale, devi sempre verificare la conformità della tua situazione con quanto predisposto dalle autorità e quanto prevedono i regolamenti locali. BOMBOLE DI REFRIGERANTE 1. Fai attenzione alle bombole usa e getta: la loro vendita è vietata in Europa!

• Le bombole usa e getta sono state proibite in Europa nel 2007. Le bombole DEVONO poter essere restituite al fornitore. • Esse non soddisfano i requisiti previsti dal Regolamento di Trasporto ADR per le merci pericolose • Tali bombole possono contenere sostanze chimiche che non sono previste dal Regolamento Europeo REACH 2. Le bombole ricaricabili devono soddisfare determinati requisiti

Le bombole di refrigerante devono soddisfare i requisiti della Direttiva sulle apparecchiature in pressione (PED) • Devono essere sottoposte regolarmente a test di pressione e poi essere marchiate di conseguenza, inclusa la data del prossimo test da eseguire. • Le valvole devono essere marchiate con il numero di omologazione. 4 SEMPLICI PASSI PER ASSICURARTI CHE IL TUO REFRIGERANTE È SICURO:

1 Acquista il refrigerante da un rivenditore affidabile.

2 Non acquistare refrigerante in bom-

bole usa e getta che sono proibite in Unione Europea. 3 Evita di acquistare da rivenditori online su internet. 4 Se il prezzo praticato dal tuo fornitore è stranamente basso rispetto a quanto è nelle tue aspettative, esegui gli ulteriori controlli che troverai di seguito.

Le bombole devono riportare le seguenti marchiature e informazioni • Etichettate con la marchiatura Pi ( ). • EN 13322-1: rispetto degli standard di progettazione e costruzione. • Approvazione PED. • Mese e anno di produzione. • Le bombole devono essere controllate/ispezionate ogni 10 anni. L’anno di fine servizio deve essere marchiato sulla bombola.

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DOCUMENTAZIONE – SCHEDA TECNICA DI SICUREZZA (STS)

SEI A CONOSCENZA DI ATTIVITÀ ILLEGALI O SOSPETTE?

Qualsiasi vendita di refrigerante deve essere accompagnata dalla relativa scheda tecnica di sicurezza (STS) rilasciata dal produttore / fornitore di gas. Oltre a molte altre indicazioni, la STS deve contenere le seguenti informazioni obbligatorie: • Quanto dichiarato dal produttore di gas deve essere scritto nella tua lingua nazionale. • Chiara indicazione del numero CAS. • Chiara indicazione del marchio CE. • Chiara indicazione del produttore, del suo indirizzo e del numero di emergenza.

L’EFCTC, l’associazione europea dei produttori di fluorocarburi, ha lanciato una proposta operativa basata sul web per segnalare presunte offerte sospette di HFC. Se sei a conoscenza di qualche attività sospetta, puoi segnalarla in maniera anonima utilizzando il seguente link:

Qualsiasi informazione che verrà inviata sarà trattata in maniera riservata e gestita da EQS, un gestore affidabile e indipendente. Le attività sospette saranno verificate in maniera condivisa con le agenzie di controllo dell’UE o degli Stati membri (al fine di interrompere l’attività) e non con i membri dell’EFCTC

https://efctc.integrityline.org Nella foto sopra, “Corso Real Alternatives” con la presenza di 8 Associazioni dei Tecnici del Freddo di Spagna, Portogallo, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Croazia, Turchia, Romania. Foto sotto, “Corso di coordinamento Refrigerant Driving Licence RDL” con docenti da ogni parte del mondo, per definire la certificazione mondiale frigoristi.

ETICHETTATURA Tutte le bombole di refrigerante devono essere etichettate in maniera chiara: • Indicazione evidente del produttore. • Indicazioni di sicurezza scritte nella tua lingua. • Simbolo Trasporto ADR e numero UN.

In occasione di tutti i corsi di formazione del Centro Studi Galileo, viene data massima importanza alle modalità di utilizzo delle bombole contenenti gas refrigerante, che possono essere acquistate soltanto da aziende e tecnici certificati. 28 / INDUSTRIA&formazione


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LEZIONE 205 > PRINCIPI DI BASE DEL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA

Una buona installazione di un climatizzatore split non consiste solo in una buona esecuzione manuale INTRODUZIONE Quando si deve installare un climatizzatore split si devono soddisfare molteplici esigenze, di varia natura, affinchè il lavoro finale complessivo risulti essere di buona qualità.

Pierfrancesco FANTONI

Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 20 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONi Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

LE RICHIESTE DEL CLIENTE Una prima esigenza, che tuttavia non sempre viene avanzata esplicitamente ma se lo è risulta godere di un grosso peso, proviene dal cliente, che potrebbe richiedere di posizionare l’unità interna in un determinato locale in una specifica posizione.Tale richiesta, solitamente, viene avanzata non in funzione dell’”efficacia” del raffrescamento dell’ambiente, poichè egli di norma non conosce le regole da rispettare per avere un’ottimale diffusione dell’aria fresca interna. Nella maggior parte dei casi le richieste sono dettate da ragioni estetiche o di spazio disponibile sulle pareti. In qualche caso, quando l’installazione è a servizio di più locali, le richieste del cliente prediligono l’ambiente in cui l’unità interna impatta di meno, quella dove l’installazione si “nasconde” meglio e, ad esempio, non entra in conflitto, sempre dal punto di vista estetico, con il mobilio o con i quadri o in generale con l’arredamento tutto. Il problema non è ignoto ai produttori di apparecchiature, che in questi ultimi anni puntano molto anche sull’aspetto di gradevolezza dell’unità interna e disegnano forme e geometrie piacevoli proprio per soddisfare le esigenze di quei clienti finali che curano molto anche l’aspetto estetico oltre che quello del comfort. Ovviamente, tali richieste devono essere, per quanto possibile, soddisfatte, pur se in maniera compatibile con le esigenze tecniche di installazione come possono essere, ad esempio, la praticabilità

dello smaltimento dell’acqua della bacinella di condensa dell’unità interna, l’ottimizzazione della diffusione dell’aria fredda e deumidificata all’interno del locale, l’assenza di flussi di aria fredda che colpiscono direttamente in maniera fastidiosa e poco salutare gli occupanti e quant’altro. DUE UNITÀ NON INDIPENDENTI In aggiunta a quanto appena detto la collocazione dell’unità interna va relazionato anche con quello dell’unità esterna, giacchè i rispettivi posizionamenti risultano essere interdipendenti, non solo per quello che riguarda le distanze ma anche per quanto riguarda i dislivelli. Per ciò che concerne quest’ultimo punto va detto che solitamente l’unità interna risulta essere del tipo a parete (anche se non mancano casi di unità interne a pavimento con ventilconvettori o a soffitto) e che quindi è giocoforza dover posizionare l’unità interna nella posizione più alta possibile di una stanza, non solo per ottenere una più facile e uniforme diffusione dell’aria ma anche per ottemperare in maniera efficace alle norme di sicurezza, specie ora che la maggior parte delle nuove apparecchiature è ad R32, un refrigerante leggermente infiammabile. L’UNITÀ ESTERNA Osservate tutte queste attenzioni, vi è poi il problema della collocazione dell’unità esterna. Come già detto, essa non può prescindere da dove si è posizionata l’unità interna ma essa stessa richiede delle attenzioni particolari affinchè possa funzionare al meglio delle sue potenzialità. Occorre prestare attenzione, quindi, e cercare di evitare la collocazione in posizione molto esposte al soleggiamento o laddove la circolazione INDUSTRIA&formazione / 29


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dell’aria di raffreddamento della batteria condensante è limitata. Ma anche a trovare posizioni in cui lo scarico dell’acqua proveniente dallo sbrinamento invernale dell’unità (caso di apparecchiature reversibili funzionanti anche in pompa di calore) sia realizzabile e possa funzionare al meglio, considerato che far sgocciolare tale acqua liberamente (come in alcuni casi si trova) non è una soluzione sempre praticabile. Come si vede le attenzioni da prestare sono molteplici. Ma non è finita qui! Anche all’esterno degli edifici possono esserci delle limitazioni di tipo estetico da rispettare, per cui la collocazione dell’unità in alcuni casi non può avvenire in quella posizione che, in base a tutte le precedenti considerazioni, sarebbe l’ideale. Specialmente nei condomini o in alcuni edifici con valore architettonico o in alcune città d’arte, le unità esterne sono viste come veri e propri attentati all’estetica per cui devono essere nascoste il più possibile alla vista comune. Non da ultimo va individuata una posizione che posssibilmente non richiede necessariamente il ricorso all’impiego di scale, piattaforme mobili, impalcature o quant’altro visto che in tale caso lievitano parecchio i costi di installazione e quelli per le future eventuali manutenzioni. In molti casi nelle installazioni ai piani alti degli edifici, si supera il problema posizionando l’unità esterna sui terrazzi, anche quando sono di dimensioni ristrette e la circolazione dell’aria non è ottimale. Sono valutazioni e scelte, queste, da fare caso per caso. Non a caso. Soprattutto

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Figura 1 – Acrobazie improponibili quando si installa un’unità esterna. sono scelte da compiere per evitare situazioni come quelle riportate in figura 1 dove, oltre alla pericolosità, vi è da stigmatizzare la qualità del lavoro finale. Riprendiamo un momento il discorso riguardante il costo di installazione. Qui tocchiamo forse il punto più cogente che riguarda l’installazione dell’apparecchiatura: se si vuole essere competitivi sul mercato il costo dell’installazione deve essere contenuto il più possibile, perchè non sempre il cliente comprende il fatto che un’installazione può venire a costare più del “minimo sindacale” se si osservano particolari accortezze che ne migliorano la qualità complessiva. Parlare, spiegare, informare rendere partecipe il cliente di quanto si esegue e perchè lo si esegue in tale maniera è

il modo migliore per fargli apprezzare la qualità del proprio lavoro e motivare, così, costi di installazione giustificatamente maggiorati. CONSIDERAZIONI PER UNA BUONA ESECUZIONE DELL’INSTALLAZIONE Da tutte queste considerazioni, che vanno compiute prima di procedere all’installazione e che preferibilmente andrebbero condivise con il cliente, almeno quelle di più facile recepimento, e dopo aver deciso dove e come posizionare le due unità, rimane da eseguire la posa delle tubazioni di collegamento tra esse. Anche la posa delle tubazioni richiede un lavoro valutativo da eseguire prima della sua realizzazione materiale. La soluzione del problema dello scarico della condensa e delle distanze lo abbiamo già affrontato, così come quello del ritorno dell’olio al compressore, almeno in parte. Ma se l’installazione viene eseguita ponendo la giusta attenzione a tutto quanto detto sopra, è possibile che nascano alcuni piccoli problemi esecutivi che comunque vanno efficacemente affrontati e risolti se si vuole che l’apparecchiatura lavori bene non solo inizialmente ma continui nel tempo a farlo. È evidente che garantire un buon ritorno dell’olio al compressore diventa strategico in tal senso ed è per questo che non vanno sottovalutate tutte quelle attenzioni che bisogna porre per assicurarne la riuscita.


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Dimostrazione pratica di miscele HFO A2L a basso GWP per applicazioni di refrigerazione commerciale SOMMARIO

Neil A. ROBERTS

Mark HUGHES Chemours U.K. Ltd. Manchester

Articolo tratto dal 18° Convegno Europeo Richiedere atti e video

Le normative ambientali come la direttiva F-Gas (EC 517/2014) che rendono necessaria la transizione a refrigeranti con un potenziale di riscaldamento globale (GWP) ancora più basso hanno incentivato l’introduzione di numerosi refrigeranti A2L infiammabili a basso GWP (<300). Misure di precauzione esagerate aumentano spesso il costo degli impianti senza che sia necessario e possono frenare la scelta di tali soluzioni importanti. Questo documento presenterà un caso di studio nel quale è utilizzato un refrigerante A2L (R-454A) per applicazioni di refrigerazione commerciale in un supermercato dove è presente un impianto di concezione similare a quella dei refrigeranti A1 utilizzati comunemente per questo tipo di applicazione. Saranno presentati gli aspetti quali la carica massima, la scelta dei componenti, la conformità alla norma EN 378 e ai regolamenti sulla sicurezza in vigore nel Regno Unito oltre alle prestazioni del sistema e le indicazioni sul costo dell’attrezzatura rispetto a tecnologie alternative basate su installazioni in funzione nei supermercati. Il documento mostrerà inoltre che i requisiti di sicurezza per l’utilizzo di refrigeranti A2L, benché più severi che per i prodotti non infiammabili, sono molto meno onerosi che per i prodotti infiammabili di classe A3. INTRODUZIONE La legislazione ambientale come la direttiva europea sui gas fluorurati FGas (EC 517/2014) insieme alla necessità di passare a refrigeranti a potenziale di riscaldamento globale (GWP) più basso ha incoraggiato molti rivenditori a rivalutare i loro piani

futuri per i sistemi di refrigerazione. Con il phasedown degli HFC che implica la limitazione della disponibilità di refrigeranti con GWP elevati, e le restrizioni legate alla messa al bando finale che richiedono dei refrigeranti con un GWP <150 per i nuovi sistemi di capacità >40kW dopo il 2022, è necessaria un’attenta riflessione sui refrigeranti e sulla tecnologia opportuna per raggiungere questi traguardi. Molti rivenditori stanno investendo in sistemi a base di anidride carbonica o di idrocarburi come soluzioni di refrigerante a basso GWP, ma alcuni di loro non sono convinti che i benefici complessivi di queste scelte offrano la soluzione ottimale. La catena di supermercati ASDA nel Regno Unito è uno di questi. Per Asda, era fondamentale scegliere una soluzione che non solo avesse un GWP inferiore, ma che potesse anche mantenere le prestazioni dei prodotti sostituiti. In particolare, l’efficienza energetica costituiva un elemento importante poiché le maggiori emissioni indirette dovute all’aumento del consumo energetico avrebbero potuto ridurre notevolmente qualsiasi beneficio netto derivante dall’abbassamento del GWP. Come già accennato, una soluzione comune utilizzata da molti rivenditori è l’adozione di sistemi transcritici basati su CO2. ASDA ha esaminato attentamente questa opzione, concludendo che non soddisfaceva né i requisiti prestazionali (incluso il rischio operativo) né i criteri di sicurezza stabiliti per nuove tecnologie. Inoltre, ASDA ricercava, per quanto possibile, di non discostarsi dalle caratteristiche operative dei comuni HFC come l’R404A e l’R407F, e dalle miscele HFO A1 come l’R448A e l’R449A utilizzate per il retrofit di sistemi esistenti. Con questi criteri di selezione, ASDA ha riconosciuto che c’erano 2 potenINDUSTRIA&formazione / 31


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ziali prodotti in grado di soddisfare i loro requisiti, l’R454A e l’R454C. Tuttavia entrambi questi prodotti sono classificati dalla norma ISO 817 come A2L, ovvero leggermente infiammabili. CONSIDERAZIONI SULLA SCELTA DEL REFRIGERANTE L’R454C, caratterizzato da un GWP pari a 148, è stato sviluppato per le applicazioni dove è richiesto un GWP inferiore a 150 in conformità alle nuove regolamentazoni F-Gas. Tale prodotto presenta un ottimo livello prestazionale e può essere utilizzato laddove si renda necessario un più basso GWP per i nuovi sistemi in sostituzione dei refrigeranti A1 con un più alto GWP, incluso l’R-404A. Per il progetto ASDA, che comprende sistemi di capacità inferiore a 40 kW, non era necessario scegliere un refrigerante con un GWP inferiore a 150 e l’R-454A era la soluzione adatta. Tale refrigerante presenta un GWP leggermente più elevato (238) ed è stato sviluppato per fornire una soluzione in linea con le caratteristiche prestazionali dell’R-404A e i suoi sostituti A1 per nuovi impianti. Il GWP di 238 è abbastanza basso da garantire un futuro sostenibile a lungo termine in nuovi impianti, rispettando i rigorosi requisiti operativi di ASDA. Le prestazioni teoriche rispetto all’R-404A sono mostrate di seguito (figura 1). ASDA ha preso la decisione di testare il refrigerante in un impianto esistente in una zona ad accesso controllato: il Merchandising Center of Excellence (MCE) di ASDA a Leeds, per una durata di sei settimane. I risultati di questo primo test sono stati eccellenti. Non è stato necessario cambiare le impostazioni del sistema, che in precedenza funzionava con il refrigerante R-448A ed è stato stabilito quasi immediatamente che tramite una semplice ottimizzazione nella regolazione sarebbe stato possibile aumentare l’efficienza senza nuocere alle prestazioni del sistema. Sulla base di questi risultati, ASDA e i suoi partner sono passati alla fase successiva, ovvero un test nel nuovo MCE a Pentair, Leeds. Per questa prova, Hubbard Products ha progettato e sviluppato un nuovo sistema 32 / INDUSTRIA&formazione

Figura 1. Prestazioni teoriche dell’R-449A e dell’R-454A rispetto all’R-404A. per garantire la conformità alle normative ATEX e DSEAR. Due impianti indipendenti sono stati incorporati in un unico sistema, e l’ottimizzazione del sistema ha permesso di ridurre al minimo la carica. L’obiettivo era quello di garantire che il singolo sistema corrispondesse alle dimensioni attuali e alla capacità dell’impianto a media temperatura di 80 kW, rispettando le indicazioni fornite dalla norma BS EN-378. L’allegato C della norma EN3781:2016 stabilisce i criteri per determinare la carica di refrigerante massima consentita. Nell’allegato C, la tabella C.2 riguarda specificamente l’uso di refrigeranti classificati A2L. I calcoli che determinano la carica sono eseguiti assegnando categorie specifiche di frequentazione dei locali, classificazioni di Luogo ed Applicazione. “Altre Applicazioni” copre l’uso di refrigeranti A2L per la refrigerazione commerciale. Nell’allegato C.3 della norma EN 378:2016 sono previste disposizioni che consentiranno l’utilizzo di cariche maggiori di refrigeranti A2L per altre applicazioni, a condizione che siano implementate misure di sicurezza supplementari. Devono essere adottate misure precauzionali supplementari quali la ventilazione (naturale o meccanica), valvole attivate da sensori di fughe di gas o allarmi di sicurezza in combinazione con un dispositivo di rileva-

mento delle perdite. Come si può vedere nella figura 2, l’applicazione delle misure protettive aggiuntive richieste è in relazione a un carico massimo superiore a 50 kg. CONSIDERAZIONI SULLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DELL’INFIAMMABILITÀ Il rispetto della norma EN 378:2016 non preclude lo sviluppo di una valutazione del rischio. Sebbene tale requisito sia spesso trascurato, è sempre stato necessario eseguire valutazioni del rischio per qualsiasi apparecchiatura che utilizzi refrigeranti, a prescindere dalla classificazione di infiammabilità. L’uso di refrigeranti infiammabili comporta ovviamente potenziali rischi aggiuntivi e pertanto qualsiasi processo standard di valutazione del rischio utilizzato per i refrigeranti A1 deve essere rivisto per garantire che la valutazione dei rischi legati all’infiammabilità sia completa. Per il progetto ASDA sono state eseguite delle valutazioni individuali dei rischi in tutte le fasi, da quelle di progettazione e di produzione fino alle fasi di installazione/smantellamento, manutenzione e normale utilizzo. È stata applicata la metodologia di valutazione del rischio, incluso ATEX, con l’aiuto degli esperti dell’azienda di


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consulenza Business Edge. Le conoscenze acquisite stanno fornendo uno standard sia ad ASDA e ai suoi partners, sia agli utenti della refrigerazione commerciale più generalmente interessati all’applicazione della tecnologia A2L. All’interno dell’Unione Europea, la direttiva ATEX 137 sui luoghi di lavoro (1999/92/CE) è la disposizione principale da prendere in considerazione. Questa direttiva sarà implementata a livello nazionale in ogni paese e può assumere denominazioni diverse, ad es. nel Regno Unito, la direttiva ATEX 137 esiste sotto il nome di DSEAR “The Dangerous Substances and Explosive Atmosphere Regulations”. È interessante notare che il regolamento DSEAR nel Regno Unito richiede una valutazione del rischio DSEAR (ATEX) per qualsiasi gas pressurizzato, sia esso infiammabile o meno, il che significa che il processo di valutazione del rischio quando si utilizza un refrigerante leggermente infiammabile non è fondamentalmente diverso dall’uso di un refrigerante non infiammabile, sebbene l’uso di un refrigerante infiammabile potrebbe aggiungere una certa complessità al processo. Va notato che in alcuni paesi possono esistere requisiti nazionali aggiuntivi e gli utenti dovrebbero assicurarsi che anche questi vengano presi in considerazione. I principi fondamentali alla base della valutazione del rischio, per quanto riguarda la formazione di possibili situazioni a rischio di esplosione, sono delineati nella norma EN 60079-10-1:

Figura 2. Calcolo della dimensione del carico per l’R-454C secondo la EN 378. 2015, che richiede l’identificazione di: • possibili sorgenti di innesco, • probabilità, frequenza e durata di ogni innesco, • operatività dei sistemi di ventilazione, • tipologia di zona (atmosfera esplosiva potenzialmente presente sempre, occasionalmente o non durante il normale funzionamento), • estensione (dimensioni) della zona. Le principali fonti di innesco da considerare per le applicazioni di refrigerazione sono quelle che producono energia sotto forma di calore, elettricità, meccanica e chimica. Un elenco completo e una descrizione delle potenziali fonti di innesco sono consultabili nella norma EN 1127-1: 2012. Una volta definite le zone, tutte le potenziali fonti di innesco all’interno della

zona devono essere identificate e rimosse, o delle verifiche devono essere attuate per evitare che si verifichi un innesco nel caso sia presente una condizione di atmosfera esplosiva. Le proprietà di infiammabilità dei refrigeranti A2L sono significativamente diverse da quelle dei refrigeranti A3 come il propano. Molte fonti potenziali di innesco per il propano non lo sono per molti dei refrigeranti A2L. I risultati dei test eseguiti dall’Istituto di Climatizzazione, Riscaldamento e Refrigerazione (AHRI – rapporto n. 8017) mostrano chiaramente che molti apparecchi elettrici domestici e persino scintille di attrito e sigarette accese non possono essere considerati fonti di innesco quando si utilizzano refrigeranti A2L. Durante i test, si è in effetti constatato che le sigarette sono state spente direttamente dal refrigerante entro due minuti dal posizionamento all’interno della miscela di refrigerante infiammabile. DATI SULLE PRESTAZIONI INIZIALI DELLA PROVA La sperimentazione nel nuovo MCE è iniziata a febbraio 2019 e consisteva in due sistemi appositamente costruiti da Hubbard utilizzando compressori forniti da Emerson approvati per l’uso con refrigeranti a miscela HFO. I sistemi fornivano <40KW e contenevano circa 40Kg di refrigerante. Un INDUSTRIA&formazione / 33


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Figure 3. Confronto tra emissioni totali e tecnologia.

mostrato un risparmio energetico del 3,65% sul sistema funzionante con Opteon™ XL40 R-454A rispetto a quello con l’R-448A. Ciò ha anche confermato che le miscele HFO A1 R448A e R-449A mostrano prestazioni energetiche significativamente superiori rispetto all’R-404A nel funzionamento a media temperatura e l’implementazione del refrigerante A2L R-454A ha offerto un ulteriore sensibile miglioramento. Considerando i benefici per il consumo di energia, la maggiore carica (e quindi un sistema con capacità maggiore) e le modifiche minori richieste per il sistema, uno studio molto recente commissionato da Chemours ha dimostrato che rispetto ad altre tecnologie con GWP bassi, l’utilizzo di miscele HFO A2L a bassissimo GWP fornisce le più basse emissioni totali e il più basso costo del ciclo di vita per kW di raffreddamento (figure 3 e 4) su un periodo di 10 anni. CONCLUSIONI

Figure 4. Confronto tra costo del ciclo di vita e tecnologia.

sistema utilizzava l’R-448A, una miscela HFO A1, e l’altra l’A2L a basso GWP R-454A. Oltre a un test comparativo delle prestazioni del refrigerante A2L, la configurazione è stata utilizzata come banco di prova per le valutazioni del rischio, tra cui DSEAR e in particolare per le misure volte a mitigare il rischio in tale sistema. Questi includevano la ventilazione, il rilevamento delle perdite e lo sviluppo di un protocollo di spegnimento nel caso venisse rilevata una perdita. Ciò ha anche offerto l’opportunità di 34 / INDUSTRIA&formazione

ottimizzare la progettazione della vetrina espositiva per contenere i refrigeranti A2L, compresa l’installazione di apparecchiature per il rilevamento delle perdite. I dati relativi al monitoraggio del consumo energetico sono stati raccolti dai consulenti di Wave. Le misure sono state effettuate sui due sistemi a temperatura media in seguito all’ottimizzazione dei set point e basati su carichi comparabili per garantire un confronto valido su un periodo di funzionamento stabile. L’analisi dei dati effettuata da Wave ha

Questo progetto ha dimostrato che l’utilizzo di miscele A2L a bassissimo GWP in sistemi di refrigerazione commerciale è un’opzione sicura e valida per sostituire i tradizionali refrigeranti ad alto GWP (ad esempio l’R-404A) che richiede modifiche minime del sistema. Il rispetto delle normative ambientali come il regolamento F-Gas in Europa e l’emendamento di Kigali al protocollo di Montreal e degli standard e le norme di sicurezza come EN378 e ATEX non ostacola l’utilizzazione e non richiede necessariamente capitale aggiuntivo o costi di gestione eccessivi per ottenere la riduzione obbligatoria del GWP del refrigerante. L’analisi di una serie di altre tecnologie, tra cui l’anidride carbonica e gli idrocarburi, ha dimostrato che le miscele A2L HFO a bassissimo GWP possono avere le emissioni totali più basse e i costi del ciclo di vita più bassi. Ciò significa che l’uso diffuso di questa tecnologia avrà non soltanto un maggiore impatto sulla diminuzione delle emissioni provenienti dai sistemi di refrigerazione e responsabili dei cambiamenti climatici ma anche il più basso impatto sui costi.


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Manuale sull’uso degli F-Gas e le alternative 11ª parte: Attrezzatura per la brasatura a ossicombustione (propano o acetilene) Standard per le attrezzature La seguente tabella contiene gli standard richiesti per le attrezzature per brasatura.

Kelvin KELLY(nella foto) - Martin COOK BUSINESS EDGE

Attrezzatura

Standard EN

Regolatori e attrezzature

EN ISO 2503

Assemblaggi di tubi flessibili

EN 1256

Tubo per processi di saldatura a gas, taglio e lega

EN ISO 3821

Dispositivi di sicurezza

EN 730-1/2

Tenuta di gas dell’attrezzatura

EN 29090

Piccoli kit di brasatura e saldatura

ISO 14112

Sicurezza del sistema di refrigerazione

EN 378

Regolatori Sono disponibili in diversi stili e regolano diversi gas, ma ci sono 2 tipi principali, il multistadio e il monostadio. Tratto da “F-Gas Reference Manual”, l’intero manuale in lingua inglese può essere acquistato sul sito web www.businessedgeltd.co.uk

Manometro di uscita

Indicatore del contenuto della bombola

Manopola per la regolazione della pressione

Uscita del regolatore

Ingresso regolatore

Regolatore multifase.

Manometro di uscita

Manopola per la regolazione della pressione

Ingresso regolatore

Regolatore monofase. INDUSTRIA&formazione / 35


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Multifase Il regolatore multistadio utilizza 2 o più fasi per la regolazione della pressione per aiutare a mantenere una pressione di uscita precisa al diminuire della pressione del contenuto della bombola. Monofase Il regolatore monofase ha solo uno stadio di regolazione e quindi al diminuire della pressione della bombola così è anche la pressione in uscita.

da evitare che ulteriori gas alimentino eventuali fuochi risultanti. Esistono due tipi di arresto del ritorno di fiamma, un tipo meccanico ripristinabile e un tipo intumescente (aumento di volume); quest’ultima è l’opzione preferita. Il materiale intumescente si espande rapidamente con il calore causando il blocco del ritorno del flusso di gas.

Longevità del regolatore I regolatori di solito hanno una data stampata sopra, che si riferisce al tempo necessario entro il quale devono essere ispezionati o sostituiti. Se il regolatore presenta un difetto prima di quella data, deve essere respinto o inviato per ispezione e riparazione. Qualsiasi ispezione o riparazione deve essere eseguita in conformità con la norma EN ISO 2503.

Tubo di propano.

Cannello e ugello.

Limitatori di ritorno di fiamma, Intumescenti.

Limitatori di ritorno di fiamma, meccanici e ripristinabili. La parte posteriore del regolatore mostra la data di ispezione/sostituzione.

Limitatore di ritorno di fiamma Si verifica un ritorno di fiamma se le miscele di gas ossigenato, che si accumulano nei tubi, si incendiano. L’accumulo di miscele di gas può derivare da quanto segue: • Procedure di spurgo errate • Pressioni dei gas errate • Ugello ostruito o di errate dimensioni • Fiamma ossidrica danneggiata • Tubi piegati Per evitare ritorni di fiamma alle bombole del gas, è necessario montare le valvole limitatrici di ritorno di fiamma all’uscita di entrambi i regolatori di pressione. I limitatori di ritorno di fiamma estinguono la fiamma e interrompono il flusso di gas in modo tale 36 / INDUSTRIA&formazione

viene solitamente evidenziato da una freccia che mostra la direzione del flusso. Tutti i tubi hanno una data di fabbricazione stampata su di essi. I tubi devono essere il più corti possibile e idealmente tenuti lontani dal pavimento per garantire che non creino rischio di inciampo o siano attorcigliati o inceppati.

Tubi I tubi del gas sono codificati con colori in base al gas che dovrebbero trasportare. In linea con la EN ISO 3821 questi sono: Ossigeno - Blu; Acetilene - Rosso; Propano e GPL - Arancio; Gas inerte - Nero Un set per la brasatura ossi-combustibile richiede un tubo per ossigeno e un tubo per il gas combustibile; questi tubi devono essere controllati regolarmente lungo tutta la loro lunghezza contro danni. Se si scopre che il tubo è usurato o danneggiato, deve essere sostituito. Le parti finali dei tubi che si collegano al cannello devono essere dotati di una valvola unidirezionale; questo

Cannello Il cannello o fiamma ossidrica viene collegata ai tubi flessibili tramite una valvola a una via. La fiamma ossidrica ha due valvole azionate a mano, che consentono l’ingresso del gas nella camera di miscelazione e quindi nell’ugello. L’ugello può essere ruotato di 360 ° allentando il collarino di fissaggio del cannello (un collarino esagonale sopra l’impugnatura), questo può essere utile quando si usano mani diverse. Prima dell’utilizzo assicurarsi che la punta dell’ugello sia priva di ostruzioni. Eventuali ostruzioni devono essere eliminate utilizzando detergenti per Tabella delle dimensioni dell’ugello Dimensioni del tubo Cu (Calibro dei diametri di refrigerazione O.D.)

Ugello applicabile

Capillari (tutti i diametri) 5/16” 1/4” 3/8” 1/2” 5/8” 3/4” 7/8” 1 1/8” 1 3/8” 1 5/8” 2 1/8” 2 3/8” 2 5/8” up to 4 1/8

2,3,5 2,3,5,7 5,7,10 7,10,13 7,10,13 10,13,18 13,18 13,18 18 18 18,25 18,25 25 25


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ugelli della dimensione corretta. Usare sempre detergenti per ugelli adeguati, in caso contrario si rischia di danneggiare facilmente gli ugelli che potrebbero provocare ritorni di fiamma o malfunzionamenti. Preparazione dell’attrezzatura L’attrezzatura deve essere preparata secondo le istruzioni del produttore, che dovrebbero includere un controllo di idoneità della pressione di entrata del regolatore e la pressione di riempimento della bombola a 15°C. La pressione in ingresso al limitatore di ritorno di fiamma deve corrispondere o superare la pressione di uscita del regolatore. Prima dell’uso è necessario eseguire un’ispezione visiva dell’attrezzatura ed in particolare dei tubi. Contenuto della bombola di gas Ossigeno Azoto Acetilene Propano

Da 230 a 300 Bar Da 230 a 300 Bar 18 Bar 10 Bar

Il sistema di brasatura assemblato deve quindi essere sottoposto a prova di tenuta a partire dal lato di alta pressione dei regolatori fino al cannello di saldatura regolata a bassa pressione con una soluzione di rilevamento delle perdite adeguata. L’area di brasatura dovrebbe essere ben ventilata per evitare esalazioni e illuminata in modo che la visibilità sul lavoro sia buona. È necessario l’accesso a un kit di pronto soccorso, acqua e estintori adatti. Utilizzando la ‘tabella delle dimensioni dell’ugello’, selezionare l’ugello corretto per la dimensione del metallo principale da brasare. Procedura di accensione • Per ridurre il rischio di danni da raggi UV è necessario indossare occhiali protettivi di gradazione adeguata. • Se si lavora in spazi ristretti, indossare guanti e protezioni per le braccia. • Entrambe le valvole sulla fiamma ossidrica (cannello) devono essere aperte a turno per consentire all’aria di essere eliminata dai tubi, facendo scorrere sulla mano per assicurarsi che il gas stia fluendo. • PRIMA IL COMBUSTIBILE – il combustibile deve essere acceso per

primo usando un accendino assicurandosi che la fiamma sia attaccata all’ugello. Se la fiamma si stacca dall’ugello, la valvola del combustibile deve essere regolata ad una minore velocità del combustibile fino a quando la fiamma non si unisce all’ugello. • Il combustibile dovrebbe quindi essere aumentato fino a quando la fiamma non smette di fumare, ma non tanto da diventare dissociata dall’ugello. • L’ossigeno dovrebbe quindi essere aggiunto fino a quando (vedi foto alla pagina successiva). – Per brasare rame su rame è stata creata una fiamma neutra. – Per brasatura ottone su bronzo è stata creata una fiamma ossidante. – Per saldature riporto è stata creata una fiamma con buona carburazione. Procedura di chiusura (temporanea) • PRIMA IL COMBUSTIBILE- Il combustibile deve essere prima chiuso per permettere all’ossigeno di spegnere la fiamma. Ciò impedisce la fuliggine sull’ugello e che ci siano mix nella camera di miscelazione. Nota: se si sospetta un ritorno di fiamma, è necessario chiudere prima l’ossigeno. Procedura di arresto (permanente) Una volta terminato lo spegnimento temporaneo, dovrebbe essere adottata la seguente procedura permanente: • Chiudere la valvola sulla bombola del combustibile; • Aprire la valvola del combustibile sul cannello di saldatura; • Depressurizzare il combustibile finché i manometri non raggiungono lo zero; • Allentare la vite di regolazione della pressione in senso antiorario e tornare indietro di un quarto di giro; • Chiudere la valvola del combustibile sul cannello di saldatura; • Ripetere la stessa procedura per l’ossigeno. Segnali di un ritorno di fiamma • La torcia di saldatura si scalda, potrebbe essere necessario immergerla in acqua; • Ritorno di fiamma udito normalmente (forte colpo); • La bombola del combustibile può ri-

scaldarsi. (Evacuazione del sito, gli allarmi dovrebbero essere suonati, l’area dovrebbe essere evacuata e i servizi di emergenza dovrebbero essere allertati). Se si sospetta un ritorno di fiamma se la bombola si è surriscaldata. L’impianto di brasatura deve essere disconnesso e completamente esaminato e controllato; tutti i componenti anneriti o ricoperti di fuliggine dovrebbero essere cambiati. La valvola limitatrice di ritorno di fiamma deve essere cambiata se si tratta di tipo intumescente (aumento di volume).

La fiamma non è collegata all’ugello. Ridurre il flusso di combustibile per riportare la fiamma all’ugello.

La fiamma è collegata all’ugello, pronto per aggiungere ossigeno.

Fiamma di carburazione (ricca di carburante).

Fiamma neutra (bilanciata ossigeno / carburante). INDUSTRIA&formazione / 37


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Fiamma ossidante (ricca di ossigeno).

Procedura di brasatura Il tubo preparato viene quindi accoppiato insieme con lo spurgo con azoto OFN (privo di ossigeno) come descritto in precedenza (rivista I&F 62019). Il calore viene applicato al metallo maschio fino a che diventa di colore rosso scuro; lentamente la torcia di saldatura viene quindi spostata verso il basso verso il giunto femmina fino a quando il giunto diventa di colore rosso scuro; quindi mantenendo il calore sul giunto femmina, posizionare l’asta lega di brasatura sul bordo del giunto; spostare il calore e l’asta di riempimento intorno al raccordo fino a quando l’intero giunto risulta collegato. I giunti migliori non vengono riscaldati eccessivamente e vengono completati in un unico processo agevole, ma se necessario il giunto può essere riscaldato nuovamente

3. L’asta di riempimento con lega di apporto viene aggiunta alla parte superiore del giunto mentre il calore concentrato sotto di essa estrae il fuso dell’asta di riempimento verso il giunto per azione capillare.

4. Il calore viene quindi spostato attorno al giunto, allo stesso tempo viene spostata l’asta di riempimento per seguire il calore.

Utilizzare uno strumento di sbavatura per rimuovere eventuali sbavature residue dall’esterno e all’interno del tubo di rame.

Utilizzare un tampone abrasivo per lavori pesanti per pulire le estremità dei tubi di rame da unire. Le estremità del tubo dovrebbero essere libere e prive di ossidazioni o impurità.

Le seguenti informazioni provengono da Greenmill e sono riprodotte con il suo permesso.

1. Il tubo maschio viene riscaldato.

2. Il giunto femmina viene riscaldato. 38 / INDUSTRIA&formazione

Giunzione meccanica o a freddo La giunzione a crimpare con un dispositivo meccanico a crimpare è un metodo alternativo per la giunzione di rame per la refrigerazione. Questo sistema non richiede la brasatura e pertanto elimina le procedure di lavorazione a caldo e lo spurgo con azoto. I raccordi a saldare a freddo, le giunzioni a 90 ° e i raccordi a T sono dotati di speciali O-ring a tenuta stagna che sono essenziali per il processo di giunzione. Procedura Tagliare il tubo di rame con un tagliatubi. NON utilizzare un seghetto o una sega elettrica poiché ciò crea una superficie ruvida che potrebbe danneggiare gli o-ring.

Controllare il tubo di rame per rilevare imperfezioni quali graffi superficiali profondi e segni di incisione all’interno dell’area di tenuta dell’O-ring che potrebbero procurare una possibile perdita di refrigerante. Se sono presenti graffi, tagliare l’area interessata o carteggiare accuratamente per rimuovere.


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Utilizzando un calibro di profondità, determinare la profondità di inserimento minima. Contrassegnare il tubo con un pennarello indelebile per indicare la profondità di inserimento corretta su ogni tubo.

finché lo strumento di crimpatura non completa il suo ciclo.

Dimostrazione di una crimpatura completata su un lato di un giunto accoppiatore.

Assicurarsi che entrambi gli O-ring siano posizionati correttamente nei raccordi. Spingere il raccordo sul tubo. Utilizzare il segno per assicurare profondità di inserimento e calzata sicura.

Posizionando un calibro di crimpatura sopra il raccordo senza saldature si conferma che la crimpatura è stata completata correttamente.

Inserimento del tubo di rame in un accoppiatore senza saldatura.

Premere e tenere premuto il grilletto sullo strumento di crimpatura per iniziare il processo di crimpatura. Continuare a tenere premuto il grilletto

Compatibilità • Oli approvati: olio minerale, POE, PVE, PAG • Materiali tubi approvati: connessioni da rame a rame • Tipi di tubi in rame approvati per l’uso con le ganasce: Tubi di rame duro 3/8”- 1-1 / 8”, bobine in rame ricotto morbido -1/4”- 7/8” Refrigeranti approvati (R22 non approvato)

Aprire le ganasce dello strumento di crimpatura.

Posizionare correttamente le ganasce di crimpatura sul raccordo. Le scanalature nelle ganasce facilitano l’allineamento. Vedere l’illustrazione in basso a destra per l’allineamento corretto della crimpatura.

• Resistenza alle vibrazioni: conforme a UL109 • Disponibilità di formato: 1/4“, 3/8”, 1/2“, 5/8”, 3/4“, 7/8”, 1- 1/8 “

Proprietà tipiche per raccordi a freddo Parametri del prodotto • Temperatura operativa continua (COT): 121 °C • Temperatura nominale dell’O-ring: da -40 °C a + 148,9 °C • Pressione massima nominale (MRP): 48 bar • Pressione massima di scoppio: 207 bar + • Capacità di pressione del vuoto: 20 micron • Tasso di perdita esterno: <2,84 g di elio all’anno nel campo della pressione operativa

R410A R407C R32 R404A R134a R1234yf R1234ze R125 R450A

R407A R417A R422D R407F R438A R447A R448A R449A

R452A R507A R513A R718 R290 R600a R600 R143a

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Motori elettrici LSPM in compressori scroll ermetici per chiller: prestazioni con R410A e R454B 1. INTRODUZIONE: L’EVOLUZIONE DEL CONTESTO NORMATIVO E LA CONSEGUENTE NECESSITÀ DI AGGIORNARE I PRODOTTI

Pietro TREVISAN BITZER Italia Srl

Armin WALZ BITZER Kuehlmaschinenbau GmbH

Articolo tratto dal 18° Convegno Europeo Richiedere atti e video

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Negli ultimi anni si è verificato un forte impulso al cambiamento nel settore della refrigerazione e del condizionamento dell’aria in territorio europeo. Un esempio lampante di questo incalzante cambiamento è senza dubbio rappresentato dai sistemi frigoriferi adottati nei supermercati che, anticipando altri settori della nostra industria del freddo, hanno subito nel giro di qualche anno la quasi totale eliminazione del R404A/R507A negli impianti nuovi dopo circa un ventennio di sistematico utilizzo di questi refrigeranti ad alto GWP. La stretta imposta sulle emissioni di gas serra ha innescato un inevitabile e giustificato declino per R404A/R507A in favore di altre soluzioni meno impattanti come i cicli in cascata R134a/CO2 (alternativamente R513A/CO2) spalancando allo stesso tempo le porte per un massiccio utilizzo di impianti booster a CO2 in un gran numero di realizzazioni laddove le condizioni climatiche lo consentissero. Il principale motore di questo cambiamento è senza dubbio il regolamento F-Gas che, nell’imporre un abbattimento progressivo delle emissioni anno dopo anno, ha di fatto messo un cappio al collo dei refrigeranti tradizionali iniziando a stringere da quelli con più elevato GWP. L’R404A/R507A è solo la prima delle vittime e sarà presto in buona compagnia. L’R410A è già in evidente difficoltà e dopo l’uscita di scena del R404A/R507A rappresenta il refrigerante correntemente utilizzato con il più elevato GWP (2088). E’ assai probabile che nel giro di qualche mese il prezzo di questo refrigerante subisca degli aumenti che ne rendano antieconomico l’utilizzo.

L’altro grande attore nella trasformazione tecnologica di questi e dei prossimi anni è la Direttiva Ecodesign 2016/2281 che obbliga i produttori di apparecchiature a rispettare definiti livelli minimi di efficienza energetica per poter proporre i propri prodotti sul mercato europeo. Da un punto di vista pratico c’è una sostanziale differenza tra la Direttiva Ecodesign e il Regolamento F-Gas: la prima definisce in modo chiaro quali siano i livelli minimi di efficienza da superare per poter vendere i propri prodotti, mentre la seconda non specifica in alcun modo, salvo qualche raro caso in cui sono stati posti dei divieti, quali siano i refrigeranti da utilizzare e quelli invece da eliminare per le diverse applicazioni frigorifere. In questo modo si è venuta a creare una situazione di incertezza in molti ambiti del nostro settore con conseguente difficoltà nell’individuare una scelta tecnologica che potesse risultare efficace se non sul lungo almeno sul medio periodo. L’attuale difficoltà delle aziende del nostro settore, in particolare dei produttori di chiller con compressori scroll, sta proprio nell’individuazione di una strategia tecnologica di medio termine su cui investire il proprio denaro per ottemperare al mutato contesto normativo mantenendo una posizione di corretta competitività commerciale. 2. REFRIGERANTI: POSSIBILI CANDIDATI PER LA SOSTITUZIONE DEL R410A A BREVE TERMINE Anidride carbonica, ammoniaca, idrocarburi e HFO sono tra le sostanze attualmente disponibili con GWP prossimo a zero. Sembrerebbe spontaneo scegliere già oggi tra questi per risolvere i pro-


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blemi delle emissioni dirette. Purtroppo gli attuali chiller progettati ed ottimizzati per R410A con compressori scroll non potrebbero funzionare con questi refrigeranti in modo efficiente e competitivo. Sarebbe invece necessario un ingente investimento in R&D per modificare la tecnologia del compressore e del chiller con l’enorme rischio di non essere alla fine competitivi in termini di costo della macchina. Nell’ipotesi di abbandonare a breve l’R410A nelle applicazioni di chiller scroll e considerando che le soluzioni a GWP quasi nullo (comunque GWP<150) non saranno disponibili su larga scala e competitive entro breve, nei prossimi 8/10 anni sarà necessario adottare una tecnologia di transizione molto simile a quella dell’R410A, impiegando un refrigerante con GWP intermedio (tra 450 e 700) con rese, ingombri, efficienze e costi non troppo dissimili da quelli della tecnologia attuale. Possiamo valutare le seguenti opzioni tutte appartenenti alla categoria A2L (fluidi leggermente infiammabili): R32: GWP=675; (100% R32); temp glide 0K R452B: GWP=676; (67% R32 / 7% R125 / 26% R1234yf); temp glide 1K R454B: GWP=467; (68.9% R32 / 31.1% R1234yf); temp glide 1.5K L’R32 compare in tutte e tre le opzioni esaminate anche se in diverse percentuali. Questo refrigerante offre delle buone caratteristiche termodinamiche (pressioni operative, efficienza energetica, coefficienti di scambio termico) ma pone alcuni particolari aspetti: temperatura di scarico decisamente elevata, effetto frigorifero volumetrico abbastanza diverso da quello del R410A e GWP relativamente elevato. L’adozione di questo refrigerante su larga scala nelle applicazioni con compressori scroll comporterebbe quindi necessariamente una completa riprogettazione del compressore e di alcune altre parti del refrigeratore, in ragione del maggiore effetto frigorifero volumetrico e della elevata temperatura di scarico (soprattutto nelle appli-

cazioni in pompa di calore). Dovendo dunque affrontare un cospicuo investimento in termini di riprogettazione del compressore e del refrigeratore è assolutamente necessario chiedersi quale potrà essere il ciclo di vita di questa soluzione. In altri termini: per quanto tempo il prezzo di mercato di questo refrigerante rimarrà accettabile viste le progressive restrizioni sul GWP determinate dal regolamento F-Gas? Ora (nel 2019) l’R32 ha un prezzo di mercato competitivo; ma con che velocità aumenterà il suo posizionamento economico nei prossimi 8/10 anni? L’R454B e l’R452B sono più simili all’R410A (in termini di pressioni operative, effetto frigorifero volumetrico, efficienza e temperatura di scarico) con il vantaggio che gli oneri di riprogettazione del compressore scroll e dell’unità frigorifera possano essere davvero ridotti. L’R452B ha un GWP simile a quello dell’R32 e questo consente di ipotizzare un ciclo di vita relativamente breve per questo fluido alla pari del R32. L’R454B appare quindi come la soluzione con le maggiori chance sul medio periodo: costi di riprogettazione contenuti con la concreta possibilità di un ciclo di vita relativamente più lungo rispetto a quello delle altre due opzioni, grazie ad un GWP nettamente inferiore. 3. TECNOLOGIA DEL MOTORE LSPM (Line Start Permanent Magnet) Il motore LSPM (Line Start Permanent Magnet = Motore a magneti permanenti alimentato da rete) è una tecnologia nota ma non ancora applicata al compressore scroll per applicazioni nei chiller per A/C. Il motore LSPM può essere considerato un ibrido tra un motore asincrono a gabbia di scoiattolo e un motore sincrono a magneti permanenti. Lo statore è del tutto simile a quello di un motore asincrono mentre il rotore contiene sia la gabbia di scoiattolo che gli inserti di magnete permanente. Lo sviluppo e la costruzione di questo motore prevedono due fasi: progettazione della gabbia di scoiattolo per

consentire l’avviamento quando il motore viene connesso alla rete (tramite un comune contattore) e la progettazione dei magneti permanenti per il funzionamento in condizioni nominali alla velocità di sincronismo. In questo modo vengono sommati i benefici delle due diverse tecnologie: si ottiene un motore che si avvia in modo semplice, senza la necessità di un avviatore esterno (inverter), come con convenzionali motori a magneti permanenti, e può garantire un’efficienza elettrica più elevata nel funzionamento a regime. I vantaggi derivanti da questa tecnologia sono molteplici. L’aspetto primario è la riduzione delle perdite elettriche nel rotore infatti quando il

Figura 1: Rotore di un motore LSPM (Line Start Permanent Motor). Gabbia di scoiattolo abbinata a inserti di magnete permanente.

motore lavora a velocità di sincronismo nella gabbia di scoiattolo non scorre corrente azzerando completamente le perdite elettriche rotoriche. Trattandosi di un compressore scroll ermetico il raffreddamento del motore elettrico viene ottenuto a spese del gas in aspirazione. Potendo contare su un motore elettrico più efficiente l’effetto di riscaldamento del gas aspirato nell’attraversare il motore verrà attenuato, con conseguente lieve aumento della densità del gas in aspirazione e di conseguenza della resa frigorifera. Un altro vantaggio è che il compressore passando dal funzionamento asincrono al funzionamento sincrono aumenta la velocità di rotazione accrescendo proporzionalmente la potenza frigorifera resa dal compressore (circa 3.5% in più di resa a seconda delle condizioni operative e del modello di compressore selezionato). INDUSTRIA&formazione / 41


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Figura 2: Variazioni di resa e di efficienza ottenibili con l’applicazione del motore LSPM e passando da R410A a R454B in un chiller condensato ad aria con compressori scroll.

4. EFFICIENZA ENERGETICA DELLE SOLUZIONI PROPOSTE Per valutare il beneficio delle tecnologie proposte sull’efficienza e sulla resa frigorifera di un chiller sono stati comparati i valori di SEER (EN14825) ottenibili con le diverse esecuzioni: • Compressore ORBIT std scroll 10hp modello GSD60120VA con R410A (motore AS) • Compressore ORBIT+ (LSPM) scroll 10hp modello GSU60120VL con R410A • Compressore ORBIT+ (LSPM) scroll 10hp modello GSU60120VL con R454B L’applicazione del motore LSPM con-

sente di incrementare leggermente il numero di giri (ORBIT standard con motore asincrono: 2900rpm) per il fatto che la il rotore aumenta la propria velocità fino alla velocità di sincronismo (3000rpm). La potenza frigorifera in questo caso aumenta del 2.8%, mentre il SEER aumenta del 7.7% in questo specifico caso. Il successivo passaggio da R410A al nuovo refrigerante A2L R454B riduce marginalmente la resa frigorifera ma consente un ulteriore contributo all’aumento dell’efficienza energetica (SEER) del sistema considerato. Dalla figura 3 si può notare che l’applicazione del motore LSPM consente un incremento della resa frigorifera in

un intorno del 3-5% a seconda del modello di compressore considerato ed un incremento dell’efficienza (SEER) variabile tre 5 e l’8%. Va a questo punto detto che il motore LSPM rappresenta un ottimo compromesso in termini di semplicità d’uso, affidabilità ed aumento dell’efficienza. Il leggero aumento della capacità frigorifera consente di compensare, almeno in piccola parte, l’incremento di costo dovuto a questa tecnologia. E’ senza dubbio vero che l’utilizzo delle terre rare per la fabbricazione dei magneti comporta un considerevole aumento del costo complessivo del compressore, bisogna però riconoscere anche che questa soluzione

Figura 3: Aumento della resa frigorifera e del SEER (EN14825) dovuto all’impiego del motore LSPM su diversi modelli di compressori ermetici scroll (R410A).

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Figura 4: Aumento del SEER (EN14825) grazie alla combinazione in parallelo di compressori con motore tradizionale asincrono e compressori con motore LSPM

Un ottimale compromesso è quello di sostituire solo una parte dei compressori da asincroni a LSPM e modificare la logica di funzionamento dell’unità utilizzando quanto più possibile i compressori più efficienti. Il guadagno di efficienza risultante è solo di poco inferiore a quello massimo ottenibile sostituendo tutti i compressori mentre l’aumento di costo è in questo modo significativamente attenuato. In un chiller multiscroll è in questo modo possibile scegliere in modo flessibile il mix tra compressori asincroni e compressori LSPM, anche di taglie diverse, a seconda dei target di efficienza che si vogliono ottenere e dell’applicazione che si considera. 6. CONCLUSIONI

(motore LSPM) consente un netto aumento dell’efficienza in tutte le condizioni applicative possibili per il compressore e non solo in una ristretta area di operativa. Altre soluzioni, di impatto economico più contenuto, consentono invece di migliorare l’efficienza solo nelle condizioni previste dalla norma per la compilazione del SEER ma non assicurano un corrispondente risparmio energetico in altre situazioni operative. 5. OTTIMIZZAZIONE DEI COSTI I tradizionali criteri di equalizzazione del livello d’olio nella coppa di compressori scroll collegati in parallelo (tandem o trio) si basano sul principio dei vasi comunicanti. Questa soluzione obbliga il costruttore dell’assieme ad una ricerca sistematica della simmetria geometrica e fluidodinamica nelle linee frigorifere di aspirazione e mandata per pareggiare le perdite di carico ed ottenere omogeneità della pressione nelle coppe dell’olio e creare le condizioni idealmente corrette per la validità del principio dei vasi comunicanti. Purtroppo questa attività (omogeneizzazione delle perdite di carico) apparentemente banale è in realtà particolarmente difficile se si considerano le usuali tolleranze produttive per le tubazioni e per gli stessi com-

pressori. Chi ha pratica di chiller multiscroll potrà confermar che spesso il livello d’olio visibile nelle spie dei compressori è tutt’altro che omogeneo. Per risolvere questo problema sono disponibili soluzioni innovative (piping BAHT – Bitzer Andvantage Header Technology) che, rinunciando all’impiego del principio dei vasi comunicanti e introducendo criteri pratici ma di semplice attuazione, consentono di mettere in parallelo compressori scroll di diversa capacità equalizzando l’olio tra i compressori in modo affidabile. Con questa premessa diventa estremamente agevole combinare in parallelo compressori di diversa capacità frigorifera oppure con diversi motori elettrici. E’ dunque possibile combinare in parallelo, per ora in tandem ma in futuro anche in trio, compressori con motore tradizionale asincrono e compressori con motore sincrono LSPM. Questa opportunità offre un ampio grado di libertà nello scegliere i compressori da mettere in parallelo in modo da massimizzare l’efficienza (SEER) dell’unità. La figura 4 evidenzia che il massimo del guadagno di efficienza è evidentemente ottenibile sostituendo tutti i compressori con motore tradizionale con altrettanti con motore LSPM, evidentemente questa è anche la soluzione più costosa.

L’estremo grado di complessità determinato dalla continua evoluzione del quadro normativo mette a dura prova il nostro settore industriale. Le tecnologie utilizzate vanno continuamente aggiornate compiendo scelte di strategia tecnica rese spesso rischiose dalla fortissima volatilità del prezzo dei refrigeranti sul mercato europeo. In questo contesto dinamico e confuso solo in rare situazioni applicative è possibile passare direttamente ai refrigeranti naturali con GWP quasi nullo (NH3 per la refrigerazione industriale, CO2 per la refrigerazione commerciale). In altri settori, per esempio nel condizionamento dell’aria oppure nel raffreddamento di processo, tale passaggio diretto ai fluidi naturali in questo momento potrebbe rappresentare il classico ‘passo più lungo della gamba’. In questo lavoro è stata proposta una strategia tecnica, applicabile ai sistemi scroll commerciali, che consente di aumentare l’efficienza complessiva del sistema in modo considerevole utilizzando compressori scroll con motore elettrico innovativo di tipo LSPM e introducendo un refrigerante A2L (R454B) a ridotto GWP dotato di caratteristiche molto simili all’R410A. E’ stato infine proposto un metodo per minimizzare gli extra costi dovuti all’utilizzo della nuova tecnologia LSPM ottenendo comunque significativi aumenti di efficienza per il sistema. INDUSTRIA&formazione / 43


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LEZIONE 225 > CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE

Perché il passaggio all’R449A richiede un’attenta analisi preliminare da eseguire caso per caso

Pierfrancesco FANTONI

Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 20 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2019, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. 44 / INDUSTRIA&formazione

Introduzione Cambiare il refrigerante in un circuito frigorifero non è cosa sempre praticabile con leggerezza anche se il nuovo refrigerante ha molte caratteristiche simili a quello vecchio. Affinchè il processo di sostituzione abbia successo bisogna analizzare prima quali sono le caratteristiche del circuito frigorifero e quali sono le sue condizioni di lavoro standard. Solo dopo aver analizzato nello specifico il circuito si può appurare se la sostituzione è possibile o meno. In particolare, consoderato che l’R449A tende a lavorare con alte temperature di scarico, va sempre condotta un’analisi delle temperature di lavoro per accertarsi che il passaggio all’R449A non porti a serie problematiche di funzionamento del compressore. Il compressore sotto osservazione Il processo di sostituzione dell’R404A con l’R449A è reso praticabile dalle idonee caratteristiche e proprietà di quest’ultimo ma non è esente da limitazioni o comunque dalle dovute attenzioni che devono essere prestate caso per caso, a seconda delle peculiarità del circuito frigorifero su cui si va ad agire. Non da meno bisogna fare attenzione alla componentistica del circuito: ovviamente tutta l’attenzione va concentrata sul compressore, dato che è il componente più delicato e maggiormente sensibile a guasti. Ogni compressore, infatti, ha un campo di temperature di lavoro ben definito, oltre il quale non è possibile spingersi per non incorrere in seri inconvenienti. Le massime temperature raggiungibili e tollerabili dal compressore dipendono, ovviamente, dalle temperature di lavoro del condensatore e dell’eva-

poratore, ma non solo. Una volta fissate queste due esistono altri fattori che intervengono sulle reali condizioni di lavoro del compressore: le caratteristiche del lubrificante impiegato, il grado di surriscaldamento con cui il gas entra nel compressore, la lunghezza della tubazione di aspirazione, la posizione in cui è collocato il compressore all’interno dellì’apparecchiatura ed il livello di raffreddamento naturale/artificiale che è possibile garantirgli. Non da ultimo, le caratteristiche chimico-fisiche del refrigerante impiegato. Valutare prima di agire Ecco perchè nel processo di sostituzione di un refrigerante con un altro è ncessario esaminarne la fattibilità caso per caso, entrando nella specificità del circuito in esame e valutando con attenzione se sussistano tutti i presupposti affinchè si possa ottenere un risultato finale soddisfacente. In tutto questo lavoro valutativo che si deve compiere prima del passaggio al nuovo gas è possibile trovare un valido e prezioso supporto in chi produce il compressore: oltre a conoscere le peculiarità costruttive del proprio prodotto, il costruttore ha già accumulato un bagaglio di dati e informazioni sul comportamento del compressore con il nuovo refrigerante grazie alle prove sperimentali di laboratorio svolte. Il nodo della temperatura di scarico del compressore Come già visto, l’R449A si caratterizza per avere temperature di scarico più alte rispetto a quelle dell’R404A, a parità di condizioni operative. Tale caratteristica è dovuta sostanzialmente alla consistente presenza in percentuale dell’R32 al suo interno.


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Figura 1 – Differenza tra le temperatura di scarico dell’R449A e quella dell’R404A in funzione della temperatura di evaporazione (temperatura di condensazione 30 °C, surriscaldamento 30 K). (Tratto da catalogo Tecumseh)

Figura 2 – Confronto tra la viscosità dinamica dell’R404A+olio POE32 e dell’R449A+olio POE32 ed olio POE68. (Tratto da catalogo Tecumseh)

Alle medesime condizioni di lavoro dell’R404A, infatti, la temperatura del gas allo scarico del compressore e la temperatura del motore del compressore può giungere anche a 30 K superiori ai valori che si possono registrare con l’R404A. Come mostra la figura 1 tale aumento di temperatura è proprio prossimo a 30 K in corrispondenza di temperature di evaporazione di circa -30 °C. Questo elemento costituisce già un significativo dato quando si voglia eseguire la sostituzione dell’R404A in tutte quelle apparecchiature commerciali destinate alla conservazione dei surgelati, ad esempio, che già di per loro natura lavorano con temperature di scarico elevate.

Temperatura della piastra valvole La fattibilità del processo di sostituzione dell’R404A con l’R449A non può, dunque, che partire dall’iniziale misura di tale temperatura sul circuito originario funzionante in condizioni standard: rilevare un valore elevato è già un elemento da considerare attentamente per valutare l’opportunità o meno di realizzare la sostituzione. Questo passaggio non è di poco conto anche in considerazione del fatto che, date le caratteristiche specifiche dell’R449A di cui si parlava sopra, in determinati casi la differenza di temperatura tra lo scarico (che viene misurata sul tubo di mandata all’uscita del compressore) e la piastra valvole può essere anche di oltre 55 K.

Un esempio numerico Mediante un esempio numerico proviamo ad esplicitare meglio questo passaggio: supponiamo di avere un banco frigorifero per surgelati a R404A sul quale misuriamo una temperatura del gas sullo scarico del compressore abbastanza elevata, diciamo sugli 80 °C in condizioni di funzionamento standard. Sostituendo l’R404A con l’R449A possiamo aspettarci, dunque, sulla base di quanto appena detto una temperatura sulla mandata del compressore di circa 80+30=110 °C. Quindi è verosimile pensare che la temperatura di lavoro della piastra valvole del compressore raggiunga valori prossimi a 110+55=165 °C. Effetti delle alte temperature Se si verificano le condizioni sopra descritte quali conseguenze si possono avere? Tutti sappiamo che qualsiasi compressore non gradisce mai lavorare a temperature elevate. Dal punto di vista elettrico aumenta la resistenza degli avvolgimenti del motore mentre dal punto di vista meccanico aumentano gli attriti in seguito alla dilatazione dei componenti metallici. Inoltre, come già visto, l’olio diminuisce la sua viscosità e quindi la sua capacità di lubrificare poichè non è più in grado di garantire la formazione dello spessore di film minimo che attenua gli attriti e diminuisce l’usura. Necessità di un olio con caratteristiche diverse Benchè tale situazione sia particolarmente delicata alle alte temperature di condensazione, con l’R449A anche nelle condizioni di lavoro non estreme viene consigliato di usare lubrificante con viscosità maggiore di quella normalmente impiegata con l’R404A. Nella figura 2 si può osservare come l’impiego di un olio con viscosità maggiore (POE68) permette di ottenere una viscosità dinamica con l’R449A comparabile con quella che si ha con l’R404A ed un olio di viscosità inferiore (POE32). Quest’ultimo olio, invece, impiegato con l’R449A raggiunge valori di viscosità ben inferiori a quanto necessario. INDUSTRIA&formazione / 45


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Condizionamento dell’Aria” erano in gara 28 ragazzi, le cui capacità sono state testate attraverso una serie di prove. Queste comprendevano la saldobrasatura, la conoscenza delle attrezzature, l’installazione, la messa in servizio, la regolazione, l’individuazione di guasti e la sostituzione di componenti, competenze dimostrate utilizzando prodotti Danfoss, partner ufficiale di WorldSkills Kazan 2019. Ad aggiudicarsi la medaglia d’oro a pari merito sono stati Aleksandr Leushin (Russia) e JuHwan Go (Corea del Sud), mentre l’australiano Patrick Brennan si è classificato terzo. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Nuovo webinar gratuito Centro Studi Galileo: “Quali fluidi e compressori per la refrigerazione commerciale a fronte dei cambiamenti del 1° gennaio 2020?” Giovedì 26 settembre dalle ore 11 una nuova opportunità di formazione verrà offerta a tutti i Tecnici del Freddo con un nuovo webinar targato Centro Studi Galileo e Associazione dei Tecnici del Freddo. Il webinar, sul tema “Quali fluidi e compressori per la refrigerazione commerciale a fronte dei cambiamenti del 1° gennaio 2020?“, vedrà la partecipazione di Edoardo Monfrinotti, Account and Business Development Manager di Chemours, e di Nika Bagdasarian, Sales Area Manager di Frascold. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Regolamento FGAS, il Governo Italiano approva decreto per nuove sanzioni Dopo la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea, il Governo italiano muove i primi passi per conformarsi al Regolamento (UE) n. 517/2014. La Commissione aveva esortato l’Italia a comunicare le misure nazionali relative alle sanzioni nei casi di violazione delle norme dell’Unione Europea in materia di gas fluorurati ad effetto serra. Tali provvedimenti dovevano infatti essere notificati entro il 1º gennaio 2017. Per evitare di incorrere in una procedura di infrazione, il Consiglio dei ministri, 46 / INDUSTRIA&formazione

riunitosi mercoledì 31 luglio, ha approvato in esame preliminare nuove sanzioni in caso di violazione del Regolamento FGAS. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> WorldSkills Kazan 2019, Corea del Sud e Russia vincono la categoria Refrigerazione Si è conclusa il 27 agosto la 45esima edizione dei campionati mondiali delle professioni WorldSkills che si sono disputati a Kazan in Russia dal 22 agosto. Quest’anno hanno preso parte alla manifestazione 1.354 giovani professionisti provenienti da 63 paesi del mondo, che hanno dato prova delle proprie abilità in 56 mestieri divisi in 6 categorie. I vincitori delle diverse competizioni sono stati premiati ieri in occasione della cerimonia di chiusura. Per la categoria “Refrigerazione e

> XVIII Convegno Europeo, la playlist delle interviste In occasione del XVIII Convegno Europeo, i rappresentanti delle principali associazioni del Freddo e delle istituzioni europee e internazionali sono stati intervistati su temi di grande attualità, quali le ultime tecnologie della refrigerazione, le nuove normative del settore HVACR ed i refrigeranti alternativi. Nel corso di questa serie di interviste, sono stati affrontati argomenti legati ai cambiamenti climatici e alle relative tecnologie per contrastarli, alla formazione e alla certificazione dei Tecnici del Freddo, agli standard normativi e di sicurezza nel settore della refrigerazione e del condizionamento. Su www.industriaeformazione.it è stata resa disponibile la playlist con i video di tutte le interviste realizzate. Buona visione!

Silvia Romanò del Centro Studi Galileo intervista il Prof. Alberto Cavallini, uno dei massimi esperti del settore.


NUMERO 7 / SETTEMBRE 2019

> All’Avogadro di Torino seminario CSG–ATF sulle nuove normative del settore del Freddo e i refrigeranti del futuro

> AREA lancia la sua Vision 2025 Il settore della refrigerazione è essenziale per la vita moderna: è necessario per preservare la qualità del cibo e delle medicine, offre comfort grazie all’aria condizionata ed è necessario per mantenere i data center e i processi industriali in funzione. L’industria si sta evolvendo rapidamente e si trova ad affrontare una serie di sfide con la rapida digitalizzazione, la necessità di personale qualificato e l’adattamento ai cambiamenti climatici. In tale contesto, l’Associazione di Categoria europea del settore HVACR AREA presenterà la sua Vision 2025 in occasione di un ricevimento dove illustrerà come l’industria del Freddo prevede di far fronte a queste sfide sociali durante i prossimi 5 anni e oltre. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Banca Dati FGAS, le FAQ per la comunicazione degli interventi e la richiesta di abilitazione A breve verrà aperta anche l’ultima parte del portale della Banca Dati FGAS, quella relativa alla comunicazione dei dati degli interventi effettuati su apparecchiature di refrigerazione e condizionamento dell’aria. Dal 25 settembre le imprese certificate (o le persone nel caso di imprese non soggette ad obbligo di certificazione) che svolgono l’attività di installazione, manutenzione, riparazione, controllo delle perdite e smantellamento, dovranno comunicare alla Banca Dati FGAS le informazioni relative agli interventi di installazione, ri-

parazione, manutenzione, controllo delle perdite e smantellamento svolti su apparecchiature contenenti gas fluorurati. Per venire incontro a tutti coloro che si confrontano con le novità del decreto FGAS, è stata pubblicata sul sito di Ecocamere una serie di FAQ con le domande più attuali in vista del 25 settembre. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Tecnico del Freddo muore mentre lavora su una cella frigorifera, ferito il figlio Un tragico incidente si è verificato nella serata di lunedì 2 settembre a Fondi, in provincia di Latina. Un uomo di 64 anni, Alfredo Gentile, ha perso la vita mentre era impegnato ad effettuare lavori di manutenzione su una cella frigorifera in un’azienda di stoccaggio di merce surgelata. Non è ancora del tutto chiara la dinamica di quanto accaduto ma, stando alle prime ricostruzioni, la vittima, titolare di una ditta, stava lavorando all’interno dello stabilimento Logistica Martone insieme al figlio. L’impianto sarebbe improvvisamente esploso, probabilmente a causa di un malfunzionamento di un tubo dell’alta pressione, travolgendo il 64enne. Nonostante l’immediato allarme ai soccorsi e l’intervento del 118, per lui non c’è stato nulla da fare. Il figlio, che è rimasto ferito, è stato trasportato con urgenza in elicottero all’Ospedale Fiorini di Terracina: le sue condizioni non erano gravi ed è stato successivamente dimesso.

Lo scorso 3 giugno è stato aperto il portale della Banca Dati FGAS, istituita dal D.P.R. n. 146 del 16 novembre 2018. Il decreto FGAS, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 9 gennaio di quest’anno, è entrato in vigore il 24 gennaio successivo. L’avvento della Banca Dati rappresenta una vera e propria rivoluzione per tutti coloro che operano nel settore italiano della refrigerazione e del condizionamento dell’aria. Per supportare tutti coloro che devono adempiere ai nuovi obblighi e fornire un aggiornamento della normativa vigente, è stato organizzato un seminario gratuito a Torino. Si terrà presso l’Istituto Industriale Statale Amedeo Avogadro giovedì 26 settembre dalle ore 18 alle 20. A tenere il seminario sarà l’Ing. Marco Buoni, Direttore tecnico del Centro Studi Galileo, Presidente delle 26 Associazioni Nazionali del Freddo – AREA e Segretario Generale dell’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo, che illustrerà le ultime novità legislative ed il loro impatto sulle persone e le imprese operanti nel settore della climatizzazione e della refrigerazione. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

> Real Alternatives lancia un sondaggio sull’impiego dei refrigeranti alternativi Il progetto UE Real Alternatives 4 LIFE ha da tempo messo in luce la necessità di una preparazione specifica associata all’utilizzo dei nuovi refrigeranti (fluidi naturali, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFO). Questi, pur presentando caratteristiche di sostenibilità ambientale, hanno il contraltare di essere facilmente infiammabili e di lavorare ad alte pressioni, caratteristiche di pericolosità sconosciute ai refrigeranti tradizionali. Al fine di fotografare la situazione riguardante l’impiego dei refrigeranti alternativi e la formazione legata al loro utilizzo, è stato lanciato un breve questionario online.

> Intervista al Professor Alberto Cavallini: “La refrigerazione si sta rivoluzionando: fluidi infiammabili e mini compressori sono il futuro”

Un’importante azione di contrasto al fenomeno del commercio illegale di refrigerante è stata portata a termine dai funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli di Palermo. Questi, in collaborazione con la Guardia di Finanza, hanno sequestrato undici bombole monouso contenenti idrofluorocarburi (HFC) e clorofluorocarburi (CFC). Il sequestro è avvenuto a seguito di un controllo presso il porto del capoluogo siciliano. Le bombole non ricaricabili, la cui immissione sul mercato è vietata, erano trasportate da viaggiatori che arrivavano dalla Tunisia.

Il Professor Alberto Cavallini, Presidente Onorario dell’Istituto Internazionale della Refrigerazione e uno dei massimi esperti del settore del Freddo, è stato intervistato per parlare del futuro dell’industria. Riportiamo qui di seguito l’intervista integrale: “Il nostro settore è al centro di una ennesima rivoluzione: la quarta generazione di refrigeranti. Ciò è dovuto all’emergenza del clima che tutti bene conosciamo. Purtroppo, i gas refrigeranti che avevamo scelto soltanto dieci o quindici anni fa come sostituti hanno problemi di inquinamento del clima a causa del loro alto effetto serra e quindi bisogna sostituirli rapidamente. Naturalmente non è facile perché, nonostante la chimica ci metta a disposizione la possibilità di costruire quante nuove molecole vogliamo, esistono molti pochi composti che possono avere tutte le caratteristiche che desidereremmo da un refrigerante”.

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> Palermo, sequestrate 11 bombole di HFC e CFC provenienti dalla Tunisia

> Nuovo corso online CSG per prepararsi alla certificazione dell’azienda Il D.P.R. n. 146 del 16 novembre 2018 ha ribadito a livello legislativo l’importanza e l’obbligatorietà della certificazione dell’azienda che opera nel settore della refrigerazione e del condizionamento dell’aria. Senza di essa, non è possibile acquistare gas refrigerante o apparecchiature non ermeticamente sigillate contenenti gas fluorurati né tanto meno effettuare interventi di installazione, manutenzione, riparazione e smantellamento su apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore e celle frigorifere. Nell’ambito della propria attività di formazione, da anni Centro Studi Galileo organizza un corso per preparare il piano di qualità aziendale e tutta la documentazione necessaria ai fini dell’ottenimento della certificazione dell’azienda. Ma, per essere ancora più vicino ai Tecnici del Freddo di tutta Italia e dargli supporto in questa fase di transizione, ha deciso di mettere a disposizione lo stesso corso anche in modalità e-learning sul portale Galileo Online. Per ricevere maggiori informazioni e acquistare il corso, contattare Centro Studi Galileo all’indirizzo email corsi@centrogalileo.it o al numero 0142452403. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Refrigeranti fuori quota, sequestrate 1.200 bombole di HFC in Polonia A Zielona Góra, nella Polonia occidentale vicino al confine tedesco, è stato bloccato un tentativo di far entrare più di tredici tonnellate di refrigerante importato illegalmente. A riportare la notizia sono i funzionari della protezione ambientale polacca, che hanno effettuato la scoperta nel corso di un controllo delle autorità doganali locali effettuato su un furgone proveniente dalla Cina. In totale, sono state rinvenute e successivamente sequestrate 1.202 bombole contenenti HFC, fra i quali R404A, per un totale di 13.768 kg, equivalenti a più di 24mila tonnellate di CO2 equivalente.

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NUMERO 7 / SETTEMBRE 2019

GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte 189ª) Diciannovesimo anno

A cura dell’ing. Pierfrancesco FANTONI Banchi frigoriferi chiusi: Tipologia di apparecchiature frigorifere impiegate nella refrigerazione commerciale per l’esposizione e la vendita dei prodotti alimentari. Generalmente tali banchi sono dotati di un evaporatore provvisto di ventilatore per la movimentazione dell’aria e risultano essere, quindi, a convezione forzata. Questo evaporatore viene posizionato nella parte più bassa del volume raffreddato, al di sotto del piano su cui viene posta la merce posta in esposizione. Nel caso in cui il banco ha dimensioni contenute allora l’evaporatore può non essere dotato di ventilatore (convezione naturale): in questo caso la batteria evaporante è costituita da un tubo che scorre su tutte e quattro le pareti del banco all’interno di un’intercapedine, formata da due lamiere affacciate e parallele, che viene riempita da una schiuma isolante. Questa soluzione è piuttosto comune nel caso dei piccoli banchi a pozzo per supermercati per la vendita dei gelati. La chiusura del banco avviene tramite una porta a vetro scorrevole che permette la visione dei prodotti posti all’interno del banco e limita l’entrata di aria calda al suo interno. Per limitare il fenomeno dell’appannamento del vetro, quando la porta viene aperta e poi richiusa, il vetro viene equipaggiato con una resistenza elettrica a fili che provvede a mantenerlo caldo e trasparente. Nonostante la presenza della

chiusura, soprattutto nei banchi per surgelati e per gelati si verifica una consistente brinatura interna che richiede periodici sbrinamenti. Allo scopo uno dei sistemi di sbrinamento molto utilizzati è quello che prevede l’utilizzo del gas caldo prelevato dalla mandata del compressore tramite un’idonea derivazione di by-pass. NIST: National Institute of Standards and Technology (istituto nazionale di tecnologia e degli standard). Organismo statunitense che fa parte del Dipartimento del Commercio e che, tra le altre cose, si occupa di ricerca nel settore della refrigerazione e del condizionamento specialmente nel campo dei refrigeranti. Il NIST compie studi sui composti chimici per determinare quelle sostanze che possono essere impiegate come refrigerante nei circuiti frigoriferi in base alle loro caratteristiche di tossicità, infiammabilità, impatto ambientale, stabilità fisico-chimica, temperatura critica. Tali ricerche vengono condotte allo scopo di riuscire ad individuare nuovi composti in grado di offrire una soluzione alternativa all’uso degli HFC. Sbrinamento elettrico: Procedura che permette lo scioglimento dello strato di brina che si forma sulle pareti esterne dell’evaporatore. Esso si realizza mediante l’utilizzo di una resistenza corazzata che viene posta a contatto dell’evaporatore, che viene attivata ciclicamente quando il compressore si arresta. Essa può essere comandata direttamente dal termostato, se collegata in parallelo al contatto termostatato, ed entrare così in funzione ogniqualvolta la funzione di raffreddamento si arresta. La resistenza elettrica è di qualche migliaio di ohm. Durante il periodo di sbrinamento le ventole dell’aeroevaporatore vengono arrestate per venire riavviate solo dopo che la produzione di freddo è ripresa e le gocce d’acqua, residuo dello sbrinamento, rimaste sull’evaporatore iniziano a congelare.

Nonostante sia uno dei metodi più utilizzati nelle piccole apparecchiature frigorifere, lo sbrinamento elettrico non risulta essere né il metodo più veloce né quello più economico dal punto di vista gestionale. Dal punto di vista dei costi produttivi, invece, non richiedendo alcuna particolarità o modifica al circuito frigorifero rappresenta una soluzione abbastanza economica se confrontata ad altri sistemi di sbrinamento. TEAP: Technology and Economic Assessment Panel (gruppo di lavoro per la valutazione tecnologica ed economica). Organismo istituito per fornire assistenza tecnica a tutte le nazioni firmatarie del Protocollo di Montreal. Dal 1990, anno della sua istituzione, il TEAP offre consulenza tecnica alle nazioni che ne fanno richiesta per quanto riguarda le tecnologie alternative esistenti, o in fase di sviluppo e di implementazione, relativamente alla possibilità di sostituzione di tutte le sostanze che arrecano un danno all’ozono stratosferico come i refrigeranti CFC e HCFC. Per svolgere i suoi compiti il TEAP ha costituito delle Commissioni permanenti che si occupano in maniera specifica di alcune tematiche rilevanti. Per quanto riguarda la refrigerazione, il condizionamento dell’aria e le pompe di calore la commissione permanente che se ne occupa è l’RTOC: essa ha il compito di valutare lo sviluppo di nuove tecnologie per sostituire i refrigeranti che distruggono l’ozono e di offrire un sostegno formativo anche per quanto riguarda i refrigeranti responsabili dei cambiamenti climatici, come tutti gli HFC che posseggono elevati valori di GWP Il TEAP viene coordinato dall’Ozone Secretariat dell’UNEP (United Nations Environmental Programme). Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.

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