Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 4-2019

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INDUSTRIA

formazione

&

ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE • N. 428

L’incontro dei maggiori esperti mondiali su HVAC e cambiamenti climatici ● Ambiente

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Sommario Direttore Responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato Scientifico Marco Buoni, Marcello Collantin, Pierfrancesco Fantoni, Marco Carlo Masoero, Alfredo Sacchi, Madi Sakande, Stefano Sarti Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato AL tel. 0142/452403 fax 0142/909841 Pubblicità tel. 0142/452403

7 Editoriale

Un nuovo standard e uno storico accordo: il XVIII Convegno Europeo si apre sotto i migliori auspici L. Iannone – Centro Studi Galileo

12 Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo 21 La nuova regolamentazione F-gas sfida l’RACHP su molteplici fronti P. Jonasson – Past President AREA, MD Swedish Refrigeration & Heat Pump Association

24 7 lezioni apprese dalla regolamentazione europea sui gas fluorurati A. Voigt – Direttore Generale, European Partnership for Energy and the Environment EPEE

E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Corrispondente in Francia: CVC La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

30 Caratteristiche di infiammabilità dei refrigeranti idrocarburi Z. Lv, Z. Yang, B. Feng, R. Zhaikey – Università di Tianjin

34 Principi di base del condizionamento dell’aria

Realizzazione dei collegamenti frigoriferi tra le unità del climatizzatore split: lunghezze equivalenti e sifoni P. Fantoni – 202ª lezione

36 Raffreddamento ad adsorbimento con la tecnologia a zeolite M. Hoene – CEO Fahrenheit

37 Manuale sull’uso degli F-Gas e le alternative 9ª parte: Buone pratiche di refrigerazione K. Kelly, M. Cook – Business Edge

43 R449A, alcune caratteristiche che lo rendono adatto per il retrofit dell’R404A P. Fantoni – 222ª lezione di base

45 Ultime notizie Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo N. 428 – Periodico mensile Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 123 del 13.6.1977 Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00

A giugno docenti da tutto il mondo per formarsi al Centro Studi Galileo – Refrigera 2019, la playlist degli incontri formativi – Commercio illegale di HFC, l’Agenzia di Investigazione Ambientale lancia l’allarme – Video del webinar “Refrigerazione sotto controllo: impianti a CO2 e tecnologie di misurazione” – Fuga di ammoniaca in Germania: circa 60 persone coinvolte – Danimarca, si va verso la riduzione del quantitativo degli HFC – Real Alternatives, nuovo corso Train-the-trainers a Zagabria – Polonia, sequestrate 25 tonnellate di refrigerante importate illegalmente – Importante collaborazione Confartigianato – Associazione dei Tecnici del Freddo – IIR e ASHRAE introducono cinque nuove definizioni per il settore della refrigerazione – Notizie dall’Europa

48 Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento (Parte centottantaseiesima) – A cura di P. Fantoni


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NUMERO 4 / APRILE 2019

EDITORIALE

Un nuovo standard e uno storico accordo: il XVIII Convegno Europeo si apre sotto i migliori auspici

Luca IANNONE Comunicazione Centro Studi Galileo

Le date del 6 e 7 giugno 2019 sono da tempo cerchiate in rosso sul calendario di tutti i Tecnici del Freddo intenzionati ad approfondire temi di grande attualità per il proprio settore e desiderosi di scoprire quali sono le tecnologie più all’avanguardia attualmente disponibili sul mercato. Ogni due anni, giugno è infatti il mese in cui i maggiori esperti mondiali della refrigerazione e del condizionamento si confrontano su scenari attuali e futuri al Convegno Europeo. Al centro del dibattito ci sono argomenti legati a cambiamenti climatici e le relative tecnologie per contrastarli, energie rinnovabili, formazione e cer-

L’ultima firma organizzata da Centro Studi Galileo nella storica Sala di Rappresentanza del Politecnico di Milano tra Nazioni Unite Ambiente e la più prestigiosa Associazione mondiale ASHRAE (USA).

tificazione, standard normativi e sicurezza. Il tradizionale appuntamento biennale, organizzato da Centro Studi Galileo presso il Politecnico di Milano, può contare come sempre sulla collaborazione dell’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e dell’Istituto Internazionale del Freddo di Parigi (IIR). Questa diciottesima edizione, ricca di interventi di carattere scientifico dei Presidenti delle principali associazioni mondiali e dei rappresentanti dell’industria del freddo, ha inoltre ottenuto il patrocinio da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L’introduzione del regolamento dell’Unione Europea sull’utilizzo dei gas fluorurati ha stimolato la ricerca di soluzioni alternative a basso impatto ambientale in grado di eliminare, o quantomeno ridurre, l’impiego di fluidi climalteranti. Proprio i nuovi refrigeranti e le prospettive future in riferimento al regolamento UE 517/2014 sono il focus della prima sessione del Convegno, la quale include fra gli speaker anche Bachir Bella e Jean de Bernardi. Entrambi sono membri del Working Group 4, gruppo di lavoro del SottoComitato 61C della Commissione Elettrotecnica Internazionale coinvolto nel lungo processo di revisione dello standard IEC 60335-2-89. L’iter, iniziato nel 2014, si è concluso lo scorso maggio con l’approvazione della proposta di aumentare il limite di carica dei refrigeranti infiammabili negli impianti di refrigerazione commerciale a seguito di una controversa votazione. L’emendamento a questo standard internazionale innalza il limite di carica a 1,2 chilogrammi per i refrigeranti infiammabili A2L e a 500 grammi per i refrigeranti A3 nelle apparecchiature di refrigerazione commerciali. INDUSTRIA&formazione / 7


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Il precedente limite di 150 grammi restringeva severamente l’uso di sistemi a propano, in quanto tale quantità è adatta solamente per vetrine di piccole e medie dimensioni; le vetrine più grandi hanno bisogno di più propano per poter garantire un funzionamento efficiente. La modifica dello standard IEC 60335-2-89 è stata ben accolta da ONG ambientaliste e associazioni ecologiste che avevano firmato un documento programmatico per chiedere ai comitati di votare a favore della proposta, sostenendo che si sarebbe aperta la strada alla diffusione di tecnologie ecologiche nel settore della refrigerazione.

IL SUGGELLAMENTO DI UN ACCORDO STORICO Il XVIII Convegno Europeo – Centro Studi Galileo – Nazioni Unite – Istituto Internazionale del Freddo di Parigi faranno inoltre da cornice alla firma del Protocollo d’Intesa tra l’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo e Confartigianato Impianti (associazione di mestiere di Confartigianato Imprese). Le due organizzazioni hanno raggiunto uno storico accordo di collaborazione su scala nazionale per unirsi intorno ad un obiettivo comune: garantire una rappresentanza più efficace e un peso più significativo alla ca-

tegoria dei Tecnici del Freddo in tutte le sedi istituzionali a fronte dei numerosi cambiamenti normativi e tecnologici. L’accordo si inserisce nella cornice di una più incisiva promozione della formazione, volta principalmente ad un utilizzo consapevole dei gas climalteranti ma anche ad un utilizzo più sicuro dei nuovi refrigeranti. Questi ultimi, se da una parte non hanno ripercussioni sull’ambiente, dall’altra lavorano ad alte pressioni e sono leggermente infiammabili: queste caratteristiche richiedono quindi una preparazione specifica da parte dei Tecnici del Freddo e spesso anche degli utilizzatori finali.

La nuova certificazione delle imprese e delle persone Marco BOSCAIN Docente Certificazione delle Imprese Centro Studi Galileo

Con l’entrata in vigore del dpr 146/2018 sono state numerose le novità introdotte nel settore F-gas, di cui abbiamo già trattato nel precedente numero di Industria &Formazione soprattutto per quanto riguarda l’istituzione della Banca Dati. Già a partire dal mese di Gennaio è iniziato l’iter di adeguamento delle procedure per poter certificare le imprese e le persone alla luce della nuova normativa. I passaggi per arrivare a regime sono stati numerosi e si concluderanno a breve. Cerchiamo ora di fare il punto della situazione Già nelle settimane successive all’entrata in vigore del Dpr 146/2018 il 25 gennaio 2019, Ecocerved ha provveduto ad aggiornare il Registro telematico nazionale, in quanto saranno parecchie le aziende che dovranno provvedere alla registrazione pur non essendo tenute alla certificazione dell’azienda. Tali sono ad esempio le aziende che operano su celle frigorifere montate su autocarri oppure le aziende che vendono gas fluorurati ad effetto serra e le aziende che vendono apparecchiature non ermeticamente sigillate contenenti gas fluorurati ad effetto serra. Il registro telematico nazionale era stato istituito nel 2012 con l’entrata in vigore del dpr 43/2012 e la sua finalità è quella della trasparenza: attraverso tale registro, consultabile sul sito www.fgas.it è possibile verificare la regolarità delle certificazioni delle imprese e delle persone che operano nel settore F-gas. Nel frattempo Accredia ha provveduto, già nel mese di Febbraio, all’emissione degli schemi di accreditamento destinati agli enti certificatori. Gli schemi di accreditamento sono le direttive tecniche che traducono le disposizioni di legge in procedure operative. Ciascun ente certificatore a partire da tali schemi ha dovuto aggiornare le proprie procedure per la certificazione del personale e delle aziende.

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Per fare ciò si sono succeduti numerosi incontri presso le sedi Accredia di Milano e Roma a cui hanno partecipato, oltre agli enti certificatori, anche Ecocerved, il Ministero dell’Ambiente e le associazioni di categoria: l’obiettivo è stato quello di elaborare procedure che fossero le più eque possibile per tutte le parti interessate, tali da rispettare la normativa da una parte e da essere nello stesso tempo le più semplici possibili sul piano delle incombenze. A seguito di questi incontri i vari enti certificatori hanno provveduto ad emettere le proprie disposizioni procedurali, le quali costituiscono il quadro di riferimento per gli auditor aziendali e per gli esaminatori delle persone che richiedono il patentino F-gas. Cepas-Bureau Veritas ha provveduto all’aggiornamento degli esaminatori e degli auditor aziendali lo scorso 7-8 Maggio proprio per illustrare le novità riguardo le nuove procedure; lo stesso incontro, avvenuto in videoconferenza, è stato preceduto da una puntuale sintesi sulle novità del decreto 146/2018 tenuto proprio da Centro Studi Galileo. Vediamo insieme le principali novità che andranno ad interessare le aziende che operano nel settore. Certificazione delle persone I nuovi schemi di certificazione prevedono che l’esame teorico comprenda alcune domande sui refrigeranti alternativi. I nuovi certificati abiliteranno anche le attività svolte su celle frigorifere montate su autocarri e le attività di smantellamento, ovvero della sospensione del funzionamento dell’apparecchiatura attraverso il recupero del refrigerante in essa contenuto. I certificati emessi sulla base del Regolamento europeo 842/06 e dpr 43/2012 rimarranno regolarmente in vigore fino a naturale scadenza e saranno validi per il tipo di attività per i quali sono stati emessi. L’eventuale


NUMERO 4 / APRILE 2019

L’aula De Donato del Politecnico di Milano gremita di partecipanti all’apertura dell’ultimo Convegno Europeo.

estensione del certificato alle attività previste dal dpr 146 sarà possibile solo nel caso in cui la persona eserciti effettivamente le attività per le quali chiedono l’estensione: nel caso sussista tale condizione, sarà sufficiente una autodichiarazione all’ente certificatore. In questo caso la scadenza rimarrà comunque quella di prima emissione. Certificazione delle imprese I nuovi schemi di certificazione prevedono l’introduzione di una agevolazione particolare per le imprese individuali. Affinché l’ente certificatore possa considerare tale una impresa sono necessarie due condizioni: • l’impresa deve essere registrata in Camera di Commercio come impresa individuale; • il titolare deve essere l’unico detentore del certificato fgas per la persona. L’agevolazione per l’impresa individuale consiste in un iter preferenziale per la certificazione aziendale. Infatti, sia in sede di prima certificazione che in sede di rinnovo, non sarà necessaria la presenza dell’auditor, ovvero dell’ente certificatore presso l’azienda; sarà sufficiente l’invio via mail della documentazione necessaria. Ciò si tradurrà in minori costi da sostenere per questo tipo di imprese. Per entrambe le certificazioni sono state definite le tempistiche per il mantenimento della validità dei certificati. In particolare 60 giorni prima della scadenza del certificato l’ente certificatore manda via mail la richiesta della documentazione necessaria per il mantenimento. Almeno 30 giorni prima della scadenza annuale della sorveglianza, l’ente certificatore OdC deve ricevere dalla persona fisica certificata o dall’azienda certificata la documentazione richiesta. In assenza parziale o totale della documentazione prevista, l’ente certificatore OdC sospenderà la certificazione entro 10 giorni lavorativi successivi alla data di scadenza annuale della sorveglianza. La sospensione viene riportata sul registro f-gas: l’azienda o la persona certificata non è più visibile a registro e di fatto inabilitata

ad operare nel settore. Se entro 180 giorni successivi alla scadenza annuale per il mantenimento del certificato, la persona fisica o l’azienda non trasmettono la documentazione, l’ente certificatore OdC provvederà alla revoca del certificato. La persona fisica o l’azienda, prima di eseguire un nuovo intervento, dovrà effettuare un nuovo iter di certificazione (ripetizione dell’esame teorico e pratico). Se entro 180 giorni dalla scadenza l’ente certificatore OdC riceve la documentazione richiesta, in caso di esito positivo degli accertamenti, comunica alla persona fisica o all’azienda la sussistenza della certificazione che costituisce parte integrante del certificato. In questo caso si ritorna visibili al Registro telematico nazionale e si può ricominciare ad operare con regolarità. L’obiettivo dell’ente certificatore OdC è quello di cominciare ad emettere certificati secondo il dpr 146/2018 a partire dal 10 Giugno 2019. A partire da questa data, i certificati delle persone e delle aziende emessi secondo la precedente normativa dpr 43/2012 saranno visibili sul registro telematico nazionale con la dicitura “certificato limitato”. La limitazione significa semplicemente che il certificato non comprende le attività aggiunte con il dpr 146/2018, ovvero quelle su celle frigorifere montate su autocarro e rimorchio frigorifero e lo smantellamento.Tramite questa dicitura sarà dunque possibile stabilire se il certificato in possesso è stato emesso sulla base del dpr 146/2018 oppure con il dpr 43/2012. A partire dal 25 Luglio, invece, le aziende che vendono gas fluorurati ad effetto serra e le aziende che vendono all’utente finale apparecchiature non ermeticamente sigillate dovranno comunicare in Banca Dati le specifiche riguardanti l’installatore e l’utente finale. Infine, a partire dal 25 Settembre, le ditte del settore, qualora esercitino una delle attività regolamentate dal decreto (installazione, manutenzione, riparazione, ricerca delle fughe, smantellamento), dovranno caricare in Banca Dati ciascuna di queste attività a prescindere dal quantitativo di gas.

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sui gas fluorurati prevede massicci tagli alle di HFC nell’UE. Dalquantità 2018 indisponibili poi, il regolamento (EU 517/2014) sui gas fluorurati prevede massicci tagli alle From 2018 onwards, EUnell’UE. F-Gas Regulation quantità disponibili di the HFC (EU 517/2014) creates massive cuts in the2018 available quantities HFCsRegulation in the EU. From onwards, the EUofF-Gas (EU 517/2014) creates massive cuts in the available quantities of HFCs in the EU. SPY Gruppo manometrico a diagnosi visiva conSPY refrigerante Gruppo manometrico riciclato a diagnosi visiva con refrigerante SPY riciclato Manifold with visual diagnosis SPYrecycled with Manifold refrigerant with visual diagnosis with recycled refrigerant

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Più alto è il GWP del refrigerante, più sarà soggetto alla Phase-down (riduzione graduale) dell’HFC, con conseguenti aumenti dei prezzi e potenziale carenza. Più alto è il GWP del refrigerante, più sarà soggetto HFO puri, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFC riciclati o rigenerati alla Phase-down (riduzione graduale) dell’HFC, con conseguenti non rientrano nella Phase-down (riduzione graduale). aumenti dei prezzi e potenziale carenza. L’HFC riciclato e rigenerato - anche con GWP> 2500 - può ancora HFO puri, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFC riciclati o rigenerati essere utilizzato per il servizio fino al 2030. non rientrano nella Phase-down (riduzione graduale). L’HFC riciclato e rigenerato - anche con GWP> 2500 - può ancora essere utilizzato per il servizio fino al 2030.

EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Unità di recupero e riciclo EASYREC1R-2R / EASYREC-HP EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Unità di recupero e riciclo Recovery and recycling units EASYREC1R-2R / EASYREC-HP Recovery and recycling units

The higher the GWP of the refrigerant, the more it will come under pressure by the HFC phase-down, leading to likely price increases and potential shortages. The higher the GWP of the refrigerant, the more it will come under Pure HFOs, CO2, hydrocarbons, ammonia, reclaimed or recycled pressure by the HFC phase-down, leading to likely price increases HFCs etc. do not fall under the phase-down. and potential shortages. Recycled and reclaimed HFCs – even with a GWP > 2500 - can still Pure HFOs, CO2, hydrocarbons, ammonia, reclaimed or recycled be used for service until 2030. HFCs etc. do not fall under the phase-down. Recycled and reclaimed HFCs – even with a GWP > 2500 - can still be used for service until 2030.


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Tecnici di 3 generazioni in 45 anni di corsi con una media di oltre 3.000 allievi all’anno si sono specializzati al CSG

DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo Gli attestati dei corsi, i più richiesti dalle aziende, sono altresì utili per la formazione dei dipendenti prevista dal DLGS 81/2008 (Ex Legge 626) e dalla certificazione di qualità.

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A MILANO

Moriggi Cristian BETASINT srl Milano Douki Mounir Ben Bachir Bareggio

L’elenco in continuo aggiornamento di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studio Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce Corsi > organizzazione)

Battaglia Andrea SIGRA IMPRIM GROUP srl Solza

Diana Maurizio Villa Massargia

Zucchiati Leonardo Pogliano M.se

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A VALLERMOSA

Qureshi Wajahat Malik BLUERED srl Cusano M.no

Bandino Giosuè Sanluri

Pilloni Michael EFFETI srl Assemini

Becciu Luca Ozieri

Ghiani Giovanni Andrea Macomer

Dessi Alessandro EFFETI srl Assemini

Brusco Lorenzo ELLEBI DI BRUSCO Voghera Sema Endri LISSONE FRIGO srl Lissone Rossatti Stefano Giuseppe MELAVI SOC. AGRICOLA soc. coop. Ponte in Valtellina Mastrodonato Roberto MILANO INSTALLA soc. coop Milano Carnicella Vincenzo NOBILI MARCO Lodi Freddi Emanuele REKEEP spa Zola Predosa 12 / INDUSTRIA&formazione

Croazia: nella capitale Zagabria, foto di gruppo a conclusione del corso “Train-the-trainers” su impianti con refrigeranti infiammabili e ad anidride carbonica, parte del progetto UE Real Alternatives. A supervisionare questa sessione di formazione è stata l’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo, in collaborazione con l’associazione croata HURKT.


NUMERO 4 / APRILE 2019

Guiso Gian Michele SEPI FORMAGGI srl Marrubiu Gessa Federico TEKNOIMPIANTI DI GESSA FEDERICO S. Anna Arresi

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A ROMA

Castellucci Alex M.S.G. Campano Ismailaj Elton CENTRO CLIMA srl Roma Di Giovambattista Alessandro Avezzano De Filippis Mauro DUOCLIMA DI DE FILIPPIS Roma Caso Duilio Cesare ELETTRO SERVICE DI CASO Civitavecchia Gjoni Gentjan Spoleto

Nella sede CSG di Roma, gli allievi mostrano soddisfatti i loro Attestati. Per loro si è appena concluso con successo il corso di preparazione all’esame per il Patentino PIF. Dopo aver passato l’esame certificazione per maneggiare i gas refrigeranti fluorurati sono quindi entrati ufficialmente a far parte degli oltre 10.000 tecnici che Centro Studi Galileo ha certificato negli ultimi 8 anni.

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Di Marco Antonio PEMMI srl Bagni di Tivoli Podda Andrea Villaspeciosa Iodice Ciro SINERGROUP srl Zi Borgo San Donato – Sabaudia Di Maria Michele PROJECT REFRIGERATION & SERVICES srl Teramo

Nella sede centrale di Casale Monferrato, alcuni Tecnici del Freddo hanno concluso con profitto la prima edizione del corso “Le novità del decreto FGAS e la banca dati online”. Questo nuovo corso CSG mira a fornire un aggiornamento della normativa in materia di certificazione, della Banca Dati online e del Registro telematico Nazionale dopo l’entrata in vigore del D.P.R. n. 146 del 16 novembre 2018. Il prossimo corso si terrà il 18 giugno 2019 a Casale Monferrato. INDUSTRIA&formazione / 13


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

MEUTI srl D’Onofrio Lorenzo Pomezia NAVAL SUPPLY SYSTEMS COMMAND Urzì Santo Lentini OTTAVI srl Terrosi Claudio Perugia POTENZA MARCO Spilamberto RIZZI PATRICK Monteu ROMEI srl Bondi Andrea Montevarchi SERVICE PRIME srl Marcolin Michele Rubano Sotto la supervisione del docente Alberto Manca, alcuni allievi effettuano le prove pratiche nella sede di Cagliari del Centro Studi Galileo. Alcune delle operazioni obbligatorie da svolgere da parte degli aspiranti Tecnici del Freddo sono: recupero, vuoto e carica, controllo delle perdite e compilazione del registro dell’apparecchiatura.

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CONTINO GAETANO Favara ENJOY ITALY HOTELS RESORTS Cappa Carmelo Pietro Fidente Salvatore Giardini Naxos GESTA spa Bruno Fabrizio Prestana Fabio Turchi Gianluca Reggio Emilia IORI ALEX Bleggio Sup. MBM IMPIANTI srl Bedin Denis Rubano MECCANICA BRUCIATORI srl Zucchelli Giacomo Casalecchio di Reno

14 / INDUSTRIA&formazione

Croazia: l’ing. Marino Bassi, storico docente del Centro Studi Galileo, supporta lo svolgimento delle lezioni teorico-pratiche e delle sessioni di valutazione in occasione dell’ultimo corso “Train-the-trainers” del progetto Real Alternatives, svoltosi presso la Facoltà di Ingegneria Meccanica dell’Università di Zagabria. Il progetto sui refrigeranti alternativi con particolare focus sui refrigeranti naturali è stato tradotto in 15 lingue.


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NUMERO 4 / APRILE 2019

MOSCA MASSIMO Fermo PALOMBA ANTONIO LUIGI Copertino SALERNITANA IMPIANTI srl Coppola Mario Salerno TECHNICAL SERVICE srl Genasetti Luigi Biandronno

CORSO BANCHI FRIGORIFERI A BRUGINE

La saldobrasatura è una delle prove pratiche d’esame in assenza delle quali non è possibile ottenere il Patentino Frigoristi PIF. Nella foto, un Tecnico del Freddo è impegnato ad effettuare una brasatura perfetta: requisito fondamentale per la tenuta di un impianto e per evitare dispersioni di gas refrigerante nell’ambiente.

TISECO srl Finesso William Lega Emanuele Michelini Riccardo Mirandola

CENTRO PQ DI PRANDINI GIANNI Prandini Gianni Poggio Rusco DI MATTEO UMBERTO Roma

CORSO R32 E REFRIGERANTI A2L A MILANO

EFFECI SERVICE srl Albini Andrea Mariano Comense KELVIN srl Brutti Michele Vallani Michele Valeggio sul Mincio

BENNET spa Ricci Marco Tognali Ivan Montano Lucino CASARIN DAVIDE Spinea COOP LOMBARDIA sc Vinci Adamo Milano

A GROUP spa Baldin Fabio Cason Fabio San Zenone Ezz. AIR BONAITA spa Montani Alessandro Vanzaghello ARTECNICA DI SPEZI snc Spezi Luca Nerviano ARTIC ENERGY srl Bigi Gianmarco Suriani Valerio Anzola Emilia

Un Tecnico del Freddo esegue attentamente la prova pratica delle misurazioni, senza il superamento della quale non si può ottenere il Patentino Italiano Frigoristi, la certificazione che consente di poter operare rispettando la normativa vigente. INDUSTRIA&formazione / 17


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

PALOMBA ANTONIO LUIGI Copertino QUBO ENERGIA srl Lanza Nicolò Pianiga SALERNITANA IMPIANTI srl Coppola Mario Salerno

Sede CSG di Brugine (PD). Il docente Stefano Sarti posa con gli allievi che hanno ricevuto l’Attestato di frequenza al corso “Banchi frigoriferi per la refrigerazione commerciale”. Recentemente il comitato elettrotecnico IEC 60335-2-89 ha portato a 500 g il limite di carica per queste apparecchiature con refrigeranti idrocarburi R290 e R600.

CORA REFRIGERACION CIA ltda Andrade Holguin Pablo Andres Castro Zambrano Josè Ignacio Quito - Ecuador

CRIOCABIN spa Galletti Andrea Talpo Simone Praglia di Teolo

Bahrain: un Tecnico del Freddo è impegnato nelle prove pratiche di recupero del refrigerante presso il Khalifa Institute a Manama. Negli ultimi anni, Centro Studi Galileo ha organizzato Corsi e sessioni di Certificazione dedicati a installatori, manutentori, progettisti e aziende del settore in circa settanta Paesi in collaborazione con le Nazioni Unite. 18 / INDUSTRIA&formazione

FERRARI ING. spa Guarino Ivan Marchetti Massimiliano Modena

CORSO PER INSTALLATORI E MANUTENTORI IMPIANTI ENERGETICI ALIMENTATI DA FONTI RINNOVABILI A MILANO (CORSO FER)

ALPA SERVICE srl Peirano Alberto Settimo M.se

Durante il corso sul fluido naturale R717 (ammoniaca), tossico e leggermente infiammabile, categoria B2L, nella sede CSG di Casale Monferrato, un Vigile del Fuoco fornisce informazioni sulla sicurezza nell’utilizzo di questo refrigerante: le sue caratteristiche di infiammabilità e pericolosità rendono necessaria una formazione teorica e pratica specifica con adeguato equipaggiamento.


NUMERO 4 / APRILE 2019

ARCH SERVICE GROUP srls Polimeni Giovanni Cameri BELECTRIC ITALIA srl Attivani Matteo Latina BERGAMO IMPIANTI sas Bergamo Alessio Arconate BERTOCCHI STEFANO Corbetta CALOR GAS DI TROPEA Tropea Gaetano Messina CAPUOZZO ADRIANO Locate Triulzi CLIMATEC snc Mangano Pietro Rometta Marea CM ENGINEERING srl Crea Antonio Settimo M.se COLOMBO TERMOIDRAULICA snc Colombo Gian Maria Robecchetto Induno

Centro Studi Galileo è stato fra i primi a rilevare la necessità di una formazione teorica e pratica legata ai refrigeranti alternativi, oggi richiesta dalle Nazioni Unite. Nell’immagine, gli allievi del corso “Impianti ad ammoniaca” mostrano soddisfatti l’attestato ricevuto. Durante il corso sono stati anche provati i dispositivi di protezione individuale DPI, presentati da un incaricato dei Vigili del Fuoco provinciale.

DEMICHELI ELETTROTECNICA Demicheli Renato Casalbuttano ed Uniti EVOLVE srl Cantoni Giampiero Milano FERLA SERVICE srl Ferla Ettore Credera Rubbiano

FILOS IMPIANTI srl Occhiato Maurizio Lodi

GHIANI GIOVANNI ANDREA Macomer

FRANCO PONTA srl Repetto Roberto Serravalle Scrivia

GIEMME sas DI GALLO M. & CO. Di Pierro Adriano Milano

GD IMPIANTI DI DEMURTAS Demuratas Gianfranco Macomer

GS IMPIANTI TECNOLOGICI srl Pirrello Stefano Misinto IDELCO IMPIANTI Contini Marco Macomer ISIT srl Micheletti Paolo Milano MIECI spa Berna Simone Milano OLICAR GESTIONE srl Brancato Armando Bra SF IMPIANTI DI SIAS Sias Francesco Luciano Macomer

Sede CSG di Milano. Gli allievi sono impegnati nelle prove teoriche e pratiche per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi, la certificazione obbligatoria che abilita ad effettuare le operazioni da Regolamento Europeo 517/14 su tutte le macchine di condizionamento e refrigerazione contenenti gas refrigeranti fluorurati HFC. INDUSTRIA&formazione / 19


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NUMERO 4 / APRILE 2019

La nuova regolamentazione F-gas sfida l’RACHP su molteplici fronti

Per JONASSON MD Swedish Refrigeration & Heat Pump Association, ex Presidente AREA

“Articolo tratto da International Special Issue”

La nuova regolamentazione F-gas 517/2014 è in vigore da 4 anni. Il fatto che avrebbe influenzato fortemente l’intero RACHP, dai produttori, agli installatori fino agli utilizzatori finali era chiaro a tutti coloro che conoscevano il settore e la nostra industria. Nei primi mesi del 2017 si sono visti i primi segni con l’aumento del prezzo dei refrigeranti con GWP particolarmente elevato. Ora, negli ultimi mesi del 2018 le conseguenze sono l’aumento dei prezzi, la mancanza di alcuni refrigeranti, l’ incertezza della disponibilità di alcuni refrigeranti e la mancanza di tecnici manutentori specializzati. Ora, l’RACHP deve affrontare diverse sfide su molteplici fronti.

2017. L’aumento dei prezzi è accelerato velocemente e per alcuni refrigeranti (R404A e R507A) hanno superato il 1000% alla fine dell’anno. Nel 2018, invece, il prezzo dei refrigeranti ad alto GWP si è per lo più stabilizzato, mentre quello dei refrigeranti a basso GWP come l’R134a e l’R104A ha continuato ad aumentare. Alla fine del 2017 il prezzo medio degli F-gas corrispondeva a circa 20 euro per tonnellata CO2 equivalente. L’aspettativa della Commissione Europea, tuttavia, è quella di un prezzo che corrisponda a 50 euro per tonnellata CO2 equivalente. Dunque, non c’è ragione di aspettarsi una stabilizzazione dei prezzi ma piuttosto ci si deve aspettare il contrario.

AUMENTO DEI PREZZI DEI GAS HFC NEL 2017

MINORE DISPONIBILITÀ

I prezzi dei refrigeranti ad alto GWP non sono aumentati nel 2015 e nel 2016 ma hanno iniziato ad aumentare notevolmente nel primo trimestre del

Diagramma: Andamento del prezzo di acquisto dei vari refrigeranti in uso rispetto ai prezzi del 2014 (100%). Fonte: Commissione Europea e OKO-Recherche

Nel 2017 la Honeywell, uno dei maggiori produttori di refrigeranti al mondo, ha annunciato di aver bloccato la vendita dell’R404A e altre aziende l’hanno seguita. In tutta Europa, i produttori, gli installatori e gli utilizzatori finali hanno avuto difficoltà nel reperire i gas HFC. Questo si è verificato non solo per l’R404A ma anche per altri HFC come l’R410A e l’R134a. Alcune volte si sono riscontrate difficoltà anche a reperire refrigeranti nuovi come l’R452A. Si pensa che i grossisti tengano le loro riserve per i loro clienti più importanti e questo comporta che le start up non possano impossessarsi dei volumi richiesti. Ed, infine, i volumi dei refrigeranti rigenerati sono ancora molto bassi e, dunque, non in grado di supportare l’RACHP. Ne consegue una situazione di incertezza che coinvolge tutti gli attori del settore in quanto non è chiaro se un dato refrigerante sarà disponibile se necessario. INDUSTRIA&formazione / 21


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Diagramma: Scala relativa alla riduzione in percentuale (destra) e media stimata di GWP per kilogrammo di refrigerante (sinistra). Fonte: www.alltomfgas.se, Swe Refrigeration & Heat Pump Association

INCERTEZZA NELLA SCELTA DEL REFRIGERANTE Il rischio di mancanza di determinati refrigeranti e il numero di refrigeranti immessi sul mercato causano incertezza nella scelta dei nuovi refrigeranti. Il processo causato dalla strategia di riduzione avviata dalla Commissione Europea ha messo una forte pressione sugli installatori e i loro clienti. Sappiamo che nel 2030 il consumo annuale di refrigeranti dovrà corrispondere al 21% (o un valore medio di circa 470 CO2 equivalente per ogni

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kilogrammo immesso sul mercato) del consumo del 2015. Ma tutti i clienti sono individui caratterizzati da situazioni specifiche. Non esiste, dunque, una regola che possa risolvere per tutti la situazione futura. E’ particolarmente difficile se si ha un impianto già esistente con un refrigerante a medio o elevato GWP. Quando si prende in considerazione questa situazione, le domande tipiche da porsi sono: • Quale tipo di refrigerante o carica ha il sistema? • Un GWP elevato e/o la carica di re-

frigerante lo rendono più problematico? • Il sistema RAC è indispensabile per l’attività? • I rischi finanziari saranno bassi o elevati se il sistema refrigerante si ferma? • Età e condizione del sistema? • Un sistema nuovo, a tenuta stagna e in buone condizioni è migliore di uno in cattive condizioni. • Com’è la situazione finanziaria dell’utilizzatore finale? • E’ in grado di apportare un cambiamento totale o ha solo bisogno di sopravvivere risparmiando denaro per investimenti futuri? Se si risolvono tutte queste problematiche dovrebbe essere più facile capire come allontanarsi dall’utilizzo dei refrigeranti ad elevato GWP. Una raccomandazione generale, tuttavia, è quella di focalizzare la propria attenzione sui refrigeranti a GWP molto basso o pari a zero come soluzione a lungo termine. Se possibile, rivolgendovi ai refrigeranti naturali. MANCANZA DI RISORSE Trovare ed impiegare tecnici abbastanza preparati da gestire il passaggio dai vecchi HFC ai nuovi HFO o ai nuovi refrigeranti naturali rappresenta la sfida maggiore. Già adesso la maggior parte dei paesi europei ha grande difficoltà nel reperire i tecnici. La situazione è illustrata dal diagramma sottostante che indica la situazione in Svezia. L’associazione svedese RACHP svolge un’indagine due volte l’anno tra i suoi associati chiedendo quanto sia facile o difficile reperire nuovi tecnici. La tendenza è allarmante, a partire dal 2012, anno in cui si è riscontrata la maggior difficoltà, le risposte negative sono passate dal 35% al 92% dell’ultima indagine. Di tutte le compagnie interpellate nessuna ha affermato che fosse facile reperire nuovi tecnici. Lo stesso vale per altri tipi di lavoro come ingegneri e manager. Se il nostro settore sarà in grado di soddisfare le richieste della Commissione Europea dovrà anche essere in grado di risolvere questi problemi.


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dalla carica. Un’altra conseguenza, naturalmente, è che maggiore è la quantità di R32 immessa, maggiore è l’infiammabilità, non trascurando il fatto che per un eventuale tecnico professionista che lavori sul sistema dopo il cambiamento, i rischi sono ancora più elevati in quanto il sistema è ancora contrassegnato con l’R410A. Infine, caricando il sistema con R32 puro, la ditta viola le regolamentazioni, direttive e regole esistenti, dal contrassegno CE, al PED all’ATEX. Compiono un atto criminale e dovranno risponderne in caso di incidente. Diagramma: Indagine svolta due volte l’anno dall’associazione RACHP in Svezia relativa alla facilità di reperibilità di figure lavorative competenti. Questo diagramma illustra la situazione relativa ai tecnici del settore. Fonte: Industrifakta e Swe Refrigeration & Heat Pump Association

ATTIVITÀ SVOLTE DA NON PROFESSIONISTI - SITUAZIONE INAPPROPRIATA Dopo l’entrata in vigore del 517/2014 potremmo assistere ad una maggiore vendita, soprattutto su internet, dei refrigeranti alternativi per il settore automobilistico. Alcuni venditori, per esempio, hanno promosso un kit fai da te per automobilisti ad idrocarburi eco sostenibili, dimenticandosi, però, di dire che si tratta dello stesso gas utilizzato nelle roulotte per cucinare e per il riscaldamento. In altre parole, che si tratta di un gas estremamente pericoloso se maneggiato nel modo sbagliato.

Inoltre, oltre a commettere un atto criminale in quanto persone non certificate non possono lavorare sui sistemi refrigeranti, mettono il proprietario dell’auto e un’eventuale ditta professionista in grande pericolo. Recentemente un’altra area è stata colpita da questo tipo di attività, quella dell’industria A/C e del settore dell’R410A. L’R410A contiene R32 e R125 in una miscela 50/50. Dato che l’R125 ha un valore GWP piuttosto alto di 3500 è difficile da reperire. Dunque, abbiamo avuto notizia di ditte che caricano i sistemi con R32 puro. Ricerche condotte da associazioni in UK hanno dimostrato che in questo caso la vita del sistema si riduce, scendendo fino a 6-24 mesi

DUNQUE, LA REGOLAMENTAZIONE F-GAS 517/2014 E’ NEGATIVA? Certamente non lo è! Certo, l’industria RACHP deve affrontare molte sfide. Ma ne vale la pena perchè la Regolamentazione F-gas 517/2014 è stata una buona decisione. • E’ un bene per l’utilizzatore finale utilizzare un sistema eco sostenibile. • E’ un bene per l’installatore poter contribuire a questo obiettivo. • Ed è un bene per l’ambiente. Ora sta a tutti gli attori della nostra industria rendersi conto che c’è solo una strada da percorrere, allontanarsi dai refrigeranti ad elevato GWP. E se non avete ancora iniziato siete già in ritardo. E’ ora di iniziare ora o sarà difficile tenere il passo. Non aspettate-agite ORA !

AREA e ATF sono tra i fondatori del World Refrigeration Day che sarà il prossimo 26 giugno INDUSTRIA&formazione / 23


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

7 lezioni apprese dalla regolamentazione europea sui gas fluorurati

Andrea VOIGT Director General of the European Partnership for Energy and the Environment (EPEE)

Informazioni su EPEE: il partenariato europeo per l’energia e l’ambiente (EPEE) rappresenta l’industria della refrigerazione, del condizionamento d’aria e delle pompe di calore in Europa. Fondata nel 2000, l’EPEE si compone di 48 società associate, associazioni nazionali e internazionali. Le aziende aderenti all’EPEE realizzano un fatturato di oltre 30 miliardi di euro, impiegano più di 200.000 persone in Europa e creano occupazione indiretta attraverso una vasta rete di piccole e medie imprese come gli appaltatori che installano, forniscono assistenza e effettuano manutenzione. Le aziende membro dell’EPEE hanno siti di produzione e strutture di ricerca e sviluppo in tutta l’UE, che innovano per il mercato globale. In qualità di associazione di esperti, l’EPEE sostiene tecnologie sicure, rispettose dell’ambiente ed economicamente valide con l’obiettivo di promuovere una migliore comprensione del settore e contribuire allo sviluppo di politiche europee efficaci. Per ulteriori informazioni si prega di consultare il nostro sito web (www.epeeglobal.org) per ulteriori informazioni. 24 / INDUSTRIA&formazione

Quattro anni dopo l’entrata in vigore del Regolamento UE sui gas fluorurati (UE) 517/2014, EPEE, la voce dell’industria della refrigerazione, del condizionamento dell’aria e delle pompe di calore in Europa, fa un passo indietro per fornire una panoramica degli insegnamenti ricevuti dall’esperienza europea a favore dei paesi che hanno iniziato ora a indagare su misure politiche simili per arrivare all’Emendamento di Kigali. Alla luce dell’emendamento di Kigali sulla riduzione graduale globale degli HFC che entrerà in vigore il 1 ° gennaio 2019, i paesi hanno iniziato a indagare misure politiche adeguate per raggiungere le disposizioni di riduzione del consumo di HFC come indicato nell’emendamento. Parallelamente, l’efficienza energetica è diventata una priorità assoluta per soddisfare le esigenze in crescita a livello mondiale delle apparecchiature HVACR garantendo al tempo stesso la sostenibilità, dato che la maggior parte delle emissioni delle apparecchiature HVACR è correlata all’uso di energia (emissioni indirette) piuttosto che al refrigerante stesso (emissioni dirette). L’EPEE, la voce dell’industria della refrigerazione, del condizionamento dell’aria e delle pompe di calore in Europa, ha prodotto una panoramica delle lezioni apprese dall’esperienza europea con il regolamento UE sui gas fluorurati, per i paesi che attualmente stanno valutando diverse opzioni per raggiungere la fase di riduzione degli HFC di Kigali. I paesi che guardano all’esempio europeo dovrebbero tuttavia tenere sempre presente che uno stato non è sempre adatto a seguire tutti gli insegnamenti e quindi le norme volte a ridurre le emissioni di HFC devono essere adattate alle specificità di ciascun mercato. I mercati sviluppati e in via di sviluppo hanno caratteristiche diverse e richie-

dono provvedimenti su misura che tengano conto di molti fattori diversi tra cui dimensioni del mercato, tipo di mercato (basso volume dei consumi, fiducia su importazioni, base di produzione, ecc.) e dei suoi operatori. La riduzione graduale di HFC dell’UE, che fa parte del regolamento UE sui gas fluorurati, si basa su un meccanismo solido e obbligatorio con doveri chiaramente identificati per gli operatori interessati. Detto questo, si deve sempre ricordare che il comportamento dei vari soggetti coinvolti è regolato da una combinazione di regole e forze di mercato. In altre parole: se l’azione proattiva di riduzione graduale è troppo lenta, la conformità sarà forzata da carenze di refrigerante e aumenti dei prezzi. E’ quello che è successo nell’UE e che avrebbe potuto essere evitato se fossero state intraprese azioni più tempestive, tenendo presente che ciò non riguarda solo il comportamento degli operatori del mercato, ma anche il contesto normativo (ad esempio, la preparazione degli standard degli edifici, vedi anche lezione # 5). Le seguenti “lezioni apprese” affrontano questo fenomeno, puntando a misure concrete per facilitare le fasi di riduzione del consumo di HFC senza interruzioni e, cosa ancora più importante, riduzioni delle emissioni, che sono l’obiettivo ultimo del regolamento UE sui gas fluorurati e Emendamento Kigali. LEZIONE 1. Nozioni di base: la tenuta (contenimento delle perdite) e le competenze dovrebbero essere alla base di qualsiasi misura destinata alla riduzione delle emissioni di gas fluorurati Prima che il regolamento UE sui gas fluorurati entrasse in vigore nel 2015, l’Europa aveva messo in atto quello che è stato il suo predecessore, il re-


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Come evitare le perdite Il contenimento è il risultato di una combinazione di fattori tra cui design, qualità della produzione e qualità di installazione e manutenzione. Inoltre, per promuovere la tenuta, il regolamento UE sui F-gas del 2006 e 2015 ha introdotto i seguenti requisiti principali: • Controlli regolari delle perdite e installazione di dispositivi di rilevamento delle perdite per i sistemi più grandi; • Formazione e certificazione delle imprese e dei suoi dipendenti che trattano gas fluorurati; • Etichettatura delle apparecchiature contenenti gas fluorurati. In pratica, possiamo vedere che il principio di un migliore contenimento 1. Regolamentazione (EC) No. 842/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio datato 17 maggio 2006 su certi gas fluorurati 2. Riduzione del consumo dei gas HFC nell’Unione Europea – valutazione delle implicazioni per il settore del Freddo, FINAL REPORT, SKM Enviros 2012.

Riduzione in milioni di CO2 Refrigerazione commerciale Milioni di tonnellate di CO2 equivalente

golamento UE sui gas fluorurati del 2006,1 che si concentrava già sulla tenuta (attraverso misure di contenimento delle perdite) e sulle competenze degli installatori e dei tecnici (tramite sistemi di certificazione del personale e delle imprese). L’esperienza dimostra che queste misure si traducono in molteplici vantaggi che si affiancano alla riduzione delle emissioni dirette di refrigerante, come ad esempio: • Efficienza energetica: garantire la corretta carica di refrigerante (ossia evitando ogni perdita) è una condizione chiave per il funzionamento a basso consumo energetico di un sistema, il che significa che anche le emissioni indirette correlate all’uso di energia diminuiranno; • Controllo dei costi: attrezzature a tenuta stagna significa riduzione dei costi. In primo luogo perché non si renderà necessario alcun refrigerante aggiuntivo per rabboccare i sistemi che perdono; in secondo luogo perché si risparmierà energia; e in terzo luogo perché le riparazioni di sistema a lungo termine e i costi dovuti a guasti, inclusi i danni conseguenti verranno evitati. • Sicurezza: le attrezzature a tenuta stagna sono la chiave per un funzionamento sicuro, il che è ancora più importante quando si utilizzano gas infiammabili.

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Riferimento

2018

2021

Diagramma: Eliminazione necessaria delle quantità di refrigerante divisa per campo di applicazione. Fonte: EPEE – Gapometer Study

e competenza funziona molto bene e rimane uno dei capisaldi degli sforzi per ridurre le emissioni di HFC - come già dimostrato dal Regolamento UE sui gas fluorurati del 2006. Qualsiasi paese che desideri mettere in atto misure per affrontare le emissioni di HFC dovrebbe quindi iniziare come base di partenza con il contenimento : senza contenimento, un meccanismo di riduzione graduale non può funzionare. Il potenziamento delle norme di contenimento conduce direttamente a una riduzione non solo dei consumi, ma soprattutto delle emissioni nell’atmosfera. Sono elementi chiave per garantire che lo spostamento verso emissioni inferiori di gas serra avvenga in modo ordinato, considerando i compromessi che i produttori devono affrontare nella scelta di un nuovo gas: sicurezza, efficienza energetica, GWP e costo dei fluidi e dei sistemi. LEZIONE 2. Dati e comunicazioni: i governi dovrebbero raggiungere informando l’intera catena di approvigionamento e l’intero settore per garantire la progettazione e l’attuazione della regolamentazione Riscaldamento, raffreddamento e refrigerazione sono indispensabili per una vita comoda e sicura nella società

odierna e gli F-Gas sono un elemento cruciale di tali apparecchiature. Pertanto, è importante che i governi raggiungano l’intera catena di valorizzazione a partire dagli “utenti finali” di gas fluorurati come supermercati, ospedali, hotel, ecc. Fino ai produttori di apparecchiature HVACR, tecnici per l’assistenza e gli installatori. Qualsiasi misura politica presa non dovrebbe mai mettere a repentaglio il funzionamento sicuro ed energeticamente efficiente delle apparecchiature HVACR nel corso della loro vita. Per garantire che avvenga, una stretta collaborazione tra governi e parti interessate lungo l’intera catena di valorizzazione del freddo, come menzionato sopra (ed è questo il caso), è fondamentale per assicurare una piena comprensione del mercato ed evitare conseguenze indesiderate. Nell’UE sono stati effettuati diversi studi propedeutici prima di decidere il regolamento UE sui gas fluorurati del 2015. Ad esempio, EPEE ha commissionato uno studio completo a SKM Enviros (Ray Gluckman)2 fornendo un’analisi dettagliata dei segmenti di mercato HVACR inclusi fattori chiave come i refrigeranti utilizzati, la durata delle apparecchiature, i tassi di perdita tipici, le dimensioni delle cariche, i tassi di penetrazione previsti di soluzioni alternative ecc. Secondo questo studio, le fasi di riduzione graduale come progettate erano impegnative, INDUSTRIA&formazione / 25


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

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Produttori di gas (prezzo di vendita R404A) Installatori e manutentori (prezzo d’acquisto R404A) Percentuale

ma fattibili. Tuttavia, per funzionare senza problemi avrebbero richiesto una buona comprensione e un’azione tempestiva da parte di tutte le parti interessate, il che, in pratica, non è accaduto in tutti i settori. Una volta entrato in vigore un nuovo regolamento, la comunicazione rimane di fondamentale importanza per garantire che tutte le parti interessate siano ben informate e capiscano i nuovi requisiti. Nell’UE, non tutte le parti interessate sono ben collegate ad esempio, alcune parti interessate sono piccole società a conduzione familiare nei 28 Stati membri dell’UE che non sono necessariamente membri di associazioni di categoria nazionali. Per gli altri, i gas fluorurati potrebbero semplicemente non essere il loro obiettivo aziendale, ecc. Pertanto, numerose parti interessate non erano pienamente a conoscenza degli obblighi (in particolare della riduzione graduale) portati dal regolamento UE sui gas fluorurati in vigore dal 2015. Ciò ha portato a ritardi nelle attività di mercato - ad esempio, hanno continuato ad essere utilizzati refrigeranti ad alto GWP come R-404A e R507A, sebbene fossero già disponibili diverse alternative a più basso GWP e di conseguenza a carenze di refrigerante significative, aumenti estremi dei prezzi e ad un crescente rischio di commercio illegale. Per questo motivo è necessario mettere in atto uno sforzo considerevole per garantire che tutte le parti interessate siano a conoscenza delle nuove disposizioni, del loro impatto e del motivo per cui dovrebbero anticipare l’ottemperanza. Non solo i governi, ma ogni operatore nella catena di valorizzazione può svolgere un ruolo nel garantire che le notizie raggiungano tutte le parti interessate Ad esempio, in seguito all’entrata in vigore del regolamento UE sui gas fluorurati, EPEE ha avviato il progetto “Gapometer”, che definisce un percorso verso l’attuazione della diminuzione graduale e identifica i maggiori rischi di divario tra fabbisogno e realtà. Nell’ambito di un’indagine di mercato del progetto Gapometer, è emerso che l’azione volta ad abbandonare l’utilizzo di refrigeranti ad alto GWP finora è stata troppo lenta nell’UE per raggiungere una facile implementa-

Produttori di gas (prezzo di vendita R134a) Installatori e manutentori (prezzo d’acquisto R134a)

Diagramma: Andamento del Prezzo di R404A e R134a a livello dei produttori e degli installatori, (in €/t CO2 eq, indicizzato al 2014, 100%). Fonte: European Commission and Öko-Recherche

zione della diminuzione graduale come progettato. Di conseguenza, EPEE ha unito le forze con altre tre associazioni leader nel settore HVACR - AREA, ASERCOM ed EFCTC - per chiedere agli installatori europei di smettere di usare refrigeranti ad alto GWP (in particolare R404A, R-507A) nelle apparecchiature che installano. Le associazioni stanno raggiungendo gli installatori con un opuscolo che è stato tradotto in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea. Tuttavia, ci vuole tempo per diffondere il messaggio - più tempo del previsto. Pertanto, le normative devono essere realistiche nell’anticipare questo tipo di ritardi. LEZIONE 3. Amministrazione: il principio di riduzione graduale funziona ma richiede una amministrazione eccellente L’UE ha optato per delle quote basate sull’abbattimento delle emissioni di HFC come meccanismo principale per raggiungere le riduzioni di consumo desiderate, in cui le quote di HFC sfusi vengono assegnati ai produttori e agli importatori (approccio “top-down”). La situazione in altre regioni del mondo è diversa, nel senso che l’emendamento Kigali - che non era in

vigore all’entrata in vigore del regolamento UE sui gas fluorurati - stabilisce già le misure di riduzione dei consumi che devono essere raggiunte nei paesi che l’hanno ratificato. L’attenzione in questi paesi è quindi sulle misure da attuare per raggiungere questi obiettivi piuttosto che sulla decisione relativa alle misure di riduzione in quanto tali. Tuttavia, anche se l’emendamento di Kigali definisce le misure di riduzione del consumo di HFC e anche se queste possono essere avviate solo a medio / lungo termine, è fondamentale che i paesi pianifichino e introducano misure adeguate in tempo utile per essere pronti quando si verificheranno gli step di riduzione, avranno così successo e si potrà assicurare una transizione ordinata. Se viene optato per un meccanismo di riduzione graduale basato sulle quote, come nel caso dell’UE, ci sono alcune esperienze che vale la pena condividere: • Comunicazione: come spiegato nella lezione n. 2, non si evidenzierà mai abbastanza l’importanza di una comunicazione estesa. In primo luogo, il principio e il meccanismo di riduzione progressiva degli equivalenti di CO2 devono essere ampiamente spiegati alle parti interessate per evitare una falsa sensazione di sicurezza. L’eliminazione graduale di HFC dall’UE consente di godere di


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una certa flessibilità di reazione del mercato, ma è importante che questa flessibilità non venga usata come scusa per non agire. In secondo luogo, gli aspetti tecnici dell’assegnazione delle quote, delle autorizzazioni, ecc. necessitano di spiegazioni e linee guida dedicate per evitare incomprensioni o irregolarità e per garantire che la quota non venga sprecata. • Flessibilità: la Commissione Europea si aspettava che la riduzione graduale di HFC innescasse un passaggio verso refrigeranti a più basso GWP aumentando la pressione sui gas ad alto GWP. Tuttavia, l’esperienza mostra (vedi esempio della lezione n. 2) che una certa flessibilità intrinseca che consente ai legislatori e alle parti interessate di adattarsi alle situazioni del mercato ed evitare conseguenze indesiderate (con un impatto sulla sicurezza, l’efficienza energetica, ecc.) potrebbe essere utile per assicurare il successo della riduzione del consumo di HFC. • Progettazione: il regolamento UE sui gas fluorurati si basa su un meccanismo “top-down” in cui viene assegnata una quota ai produttori e agli importatori di HFC sfusi. Vale la pena menzionare in questo contesto che gli HFC non sono solo importati ed esportati sfusi ma anche in attrezzature precaricate. Si consiglia ai paesi con produttori locali di informarsi bene e evidenziare le importazioni ed esportazioni di attrezzature per proteggere la competitività europea dei produttori di apparecchiature precaricate. • Esecuzione: come per qualsiasi legislazione, l’esecuzione è la chiave del successo. In termini di meccanismo di riduzione graduale degli HFC dell’UE, una mancanza di messa in atto comprometterebbe completamente il principio di riduzione graduale e con esso gli obiettivi del regolamento sugli F-gas. Con la crescente pressione dovuta agli enormi tagli del consumo di HFC nel contesto della loro riduzione graduale nell’UE, le ultime prove mostrano che le importazioni illegali di refrigerante R-404A ad alto GWP stanno diventando sempre più una minaccia per il successo dell’attuazione della riduzione graduale. È quindi di fonda-

consumo. Ciò significa che se le misure dovessero entrare in vigore solo nel momento in cui è d’obbligo attuare la prima fase di riduzione sarà troppo tardi perché il mercato possa adeguarsi garantendo una transizione ordinata, sicura ed energeticamente efficiente. Detto questo, è necessario ricordare che il meccanismo di riduzione graduale di HFC basato su quote UE è solo uno dei molti metodi diversi per ottenere riduzioni del consumo di HFC. Ad esempio, il Giappone ha adottato un approccio diverso modulato dal basso verso l’alto, in cui le fasi di riduzione graduale derivano da restrizioni settoriali. I governi devono valutare quale tipo di approccio è più adatto ai loro rispettivi paesi, tenendo conto delle caratteristiche specifiche delle singole nazioni e mercati. LEZIONE 4. Allineamento: quando si combinano diverse misure, devono essere allineate e il loro rispettivo ruolo deve essere chiaramente comunicato al mercato

mentale importanza che le parti interessate acquistino solo refrigeranti da fonti affidabili e che i governi istituiscano un’adeguata sorveglianza del mercato e piani di sanzioni. • Anticipazione: come detto, la situazione in Europa al momento della negoziazione del regolamento UE sui gas fluorurati era diversa, nel senso che all’epoca non esisteva l’emendamento di Kigali, ossia la forma della riduzione di consumo di HFC dell’UE doveva ancora essere decisa così come le misure per raggiungerla. Oggi, l’emendamento Kigali definisce le fasi della riduzione di consumo desiderata per i paesi che lo ratificano, motivo per cui questi paesi possono concentrarsi sulle misure politiche necessarie per raggiungere questi obiettivi.Tuttavia, per evitare situazioni critiche, carenze, ecc., è altamente raccomandato che i paesi attuino tempestivamente misure sufficienti per anticipare le necessarie fasi di riduzione del

Oltre all’eliminazione graduale degli HFC dell’UE e alle misure sul contenimento e sulle competenze, come illustrato all’inizio di questo documento, il regolamento UE sui gas fluorurati impone determinate condizioni all’immissione sul mercato di prodotti e apparecchiature specifici che utilizzano gas fluorurati a effetto serra. Queste condizioni sono anche note come divieti “settoriali”, vale a dire che alcune soglie GWP vengono applicate a categorie di prodotti specifici. Ad esempio, a partire dal 2020, gli HFC con un GWP superiore a 2500 saranno vietati nelle apparecchiature di refrigerazione stazionarie. La Commissione europea ha introdotto molti limiti di GWP di questo tipo nel tentativo di dare indicazioni a sostegno della riduzione graduale. Alcuni di questi limiti di GWP entrano in gioco dopo le fasi di riduzione del consumo di HFC come richiesto dalla riduzione graduale di HFC dell’UE. Ad esempio, il limite del GWP di 2500 si applicherà a partire dal 2020, mentre un importante passo di riduzione si è già verificato nel 2018. INDUSTRIA&formazione / 27


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Mentre le opinioni divergono sul fatto che i limiti del GWP (divieti “settoriali”) siano necessari in aggiunta alla fase di riduzione e sul quando dovrebbero prendere il via, ci sono due importanti cose da ricordare derivanti dall’esperienza dell’UE: se i limiti di GWP vengono applicati sotto il controllo di un meccanismo di riduzione graduale basato su quote, in primo luogo, questi dati devono essere coordinati per consentire agli operatori del mercato di gestire la transizione in modo pratico ed efficace dal punto di vista dei costi, e in secondo luogo, è necessario chiarire alle parti interessate che il meccanismo di riduzione graduale forzerà il mercato a muoversi. Tuttavia, se gli operatori di mercato non apportano questi cambiamenti a tempo debito, ci si possono aspettare conseguenze non volute come la mancanza di refrigerante e massicci aumenti di prezzo. In altre parole: i divieti “settoriali” non possono essere usati come scusa dagli operatori di mercato per frenare le azioni necessarie mentre si attende che i divieti entrino in vigore. Ancora una volta la comunicazione è cruciale per il successo. LEZIONE 5. Anticipazione: i codici di costruzione e gli standard devono essere pronti e allineati alla legislazione nazionale Come spiegato, il regolamento UE sui gas fluorurati propone misure volte a ridurre l’uso di HFC con un GWP più elevato e a promuovere l’uso di alternative a GWP più basso. Tuttavia, più basso è il GWP di un refrigerante, più è probabile che sia infiammabile. In pratica, ciò significa che in alcuni settori del mercato esistono alternative a più basso GWP ma non possono essere utilizzate nelle attrezzature poiché i codici degli edifici non lo consentono in quanto sono infiammabili. Infatti, i codici degli edifici sono sanciti da norme nazionali, regionali e talvolta anche locali, spesso legate alla sicurezza antincendio. Se un codice di costruzione dell’edificio vieta l’uso di refrigeranti infiammabili, allora semplicemente non è consentito utilizzarli. I codici di costruzione possono osta28 / INDUSTRIA&formazione

colare l’implementazione delle fasi di riduzione del consumo di HFC. Devono quindi essere rivisti in tempo per essere pronti ad una nuova legislazione. Vale anche la pena ricordare gli standard di sicurezza in questo contesto in quanto sono riferimenti importanti spesso usati come guida pratica, un codice di buone abitudini o, se si tratta di uno standard coerente, possono essere considerati come un possibile metodo per dimostrare la conformità alla legislazione. Anche se non sono vincolanti - al contrario dei regolamenti e dei codici di costruzione - è altamente raccomandata l’acquisizione degli standard di sicurezza. I comitati di standardizzazione nazionali e internazionali stanno attualmente lavorando per adeguare le norme pertinenti all’uso crescente di refrigeranti infiammabili tenendo conto, tra l’altro, di vari programmi di ricerca in tutto il mondo per valutare scientificamente le condizioni per un uso sicuro di questi refrigeranti. LEZIONE 6. Risorse: recupero, riciclaggio, rigenerazione e riutilizzo dei gas sono elementi cruciali per raggiungere il consumo di HFC e la riduzione delle emissioni Il regolamento UE sui gas fluorurati ha aumentato le opportunità di recupero e riutilizzo dei gas. Infatti, i gas riciclati e rigenerati possono dare un contributo importante al raggiungimento della fase di riduzione graduale in quanto non sono coperti dal sistema delle quote e considerati risorse preziose che contribuiscono a ridurre la pressione sul mercato. ll recupero, il riciclaggio e il riutilizzo dovrebbero essere parte di qualsiasi legislazione volta a ridurre il consumo e le emissioni di HFC. L’esperienza nell’UE dimostra che a causa della riduzione graduale di HFC, aumenta l’interesse nell’utilizzo di gas riciclati e rigenerati. Inoltre, secondo il regolamento sui gas fluorurati, lo scarico di refrigeranti nell’atmosfera è esplicitamente e altamente vietato e soggetto a sanzioni. Alla fine del ciclo di vita dell’apparecchiatura o in caso di installazione a

posteriori su impianti esistenti, il refrigerante deve essere recuperato per il riutilizzo o la distruzione. Per riutilizzare efficacemente gli HFC, è necessaria un’infrastruttura adeguata che consenta di riciclare e recuperare i refrigeranti. Inoltre, la legislazione sui rifiuti deve consentire il trasporto transfrontaliero di refrigeranti usati nel caso in cui i singoli paesi non abbiano strutture di bonifica adeguate. È richiesto un attento monitoraggio del prodotto rigenerato, in particolare delle importazioni, per garantire che il prodotto vergine non venga inserito in cilindri etichettati come “rigenerati”. L’acquisto da fornitori affidabili minimizzerà questo rischio. Infine, ci sono pochissimi dati disponibili sulle quantità di refrigeranti riciclati. Dati migliori consentirebbero un migliore adattamento alle esigenze del mercato. LEZIONE 7. Emissioni indirette: l’efficienza energetica non dovrebbe essere compromessa dalle norme sui gas fluorurati e dovrebbe essere trattata in una legislazione specifica Questo punto riguarda solo indirettamente le lezioni apprese dal regolamento UE sui gas fluorurati. Viene tuttavia trattato in questo documento in quanto nonostante tutti gli sforzi per passare a refrigeranti a GWP più basso riducendo le emissioni dirette dalle apparecchiature HVACR, è noto che la maggior parte delle emissioni sia dovuta all’energia utilizzata dalle attrezzature. Queste emissioni, note come emissioni indirette rappresentano più di tre quarti delle emissioni complessive delle apparecchiature HVACR. Mentre il regolamento UE sui gas fluorurati è strettamente correlato alla riduzione delle emissioni dirette di HFC, nell’UE esistono diverse misure politiche dedicate alla riduzione dell’uso di energia delle apparecchiature HVACR o, in altre parole, all’aumento della sua efficienza energetica, come: • Ecodesign: imposta i requisiti minimi di efficienza energetica per i prodotti, noti anche come MEPS


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(Minimum Energy Performance Standards). Se i MEPS non vengono raggiunti, i prodotti non possono essere immessi sul mercato dell’UE. Questa misura ha lo scopo di creare un effetto “push” in cui i produttori sono “spinti” a portare sul mercato prodotti efficienti dal punto di vista energetico. • Etichettatura energetica: mostra l’efficienza energetica di un prodotto per mezzo di una scala (da A a G, da verde a rosso) e ha lo scopo di informare e motivare i consumatori ad acquistare il prodotto più efficiente dal punto di vista energetico. Questa misura ha lo scopo di creare un effetto “pull”, in cui i consumatori sono “tirati” verso prodotti efficienti dal punto di vista energetico. • Prestazioni energetiche degli edifici (EPBD): pone l’accento sugli edifici e sui sistemi e punta ad accelerare la ristrutturazione economicamente favorevole degli edifici esistenti, l’impiego di tecnologie intelligenti e sistemi di costruzioni tecnologiche/automatizzate con la visione di avere un parco di edifici decarbonizzati entro il 2050. La legislazione dedicata alla riduzione delle emissioni dirette di HFC e la legislazione dedicata all’aumento dell’efficienza energetica (cioè la riduzione delle emissioni indirette) dovrebbero essere ben allineate e coerenti tra loro. Ad esempio, quando si progetta la riduzione graduale di HFC, è necessario prendere in considerazione la necessità di refrigeranti che consentano una maggiore efficienza energetica per garantire un’agevole implementazione. In caso contrario, le norme sui gas fluorurati potrebbero rivelarsi controproducenti in termini di emissioni complessive di gas serra.

legislazione può essere un fattore importante per potenziare questi sviluppi, ma è fondamentale che tenga conto delle realtà del mercato per avere veramente successo. In tal senso, va sottolineato che l’obiettivo ultimo del regolamento UE sui gas fluorurati è ridurre le emissioni di HFC e che la riduzione graduale di HFC è una delle misure principali per ridurne il consumo. Tuttavia, ci sono strumenti favorevoli per ridurre le emissioni che possono essere estremamente efficaci. I politici dovrebbero sempre tenerlo presente quando progettano misure per ridurre le emissioni di gas fluorurati e dare alta priorità alle soluzioni complementari che mirano direttamente alle emissioni, come la tenuta (“misure di contenimento”), il riuso, il riciclo e il recupero dei refrigeranti così come la riduzione delle dimensioni della carica. Ciò detto e come sottolineato nel capitolo precedente, la maggior parte di emissioni delle apparecchiature HVACR è quella relativa all’energia utilizzata per il funzionamento dei sistemi. Que-

sto è il motivo per cui misure aggiuntive e dedicate per aumentare l’efficienza energetica sono così importanti. Queste misure possono indirizzare prodotti ed edifici come mostrato negli esempi del capitolo precedente e andare molto oltre. Misure semplicissime sono per esempio il controllo regolare e la manutenzione delle attrezzature, ma anche un monitoraggio sistematico del funzionamento dei sistemi, dell’automazione degli edifici e sistemi intelligenti in grado di rispondere ad una domanda consentendo un’integrazione migliore e più efficiente delle energie rinnovabili all’interno di un sistema più ampio, ma si andrebbe oltre lo scopo di queste “lezioni apprese” del nostro documento. “Articolo tratto da International Special Issue”

CONCLUSIONE Non c’è dubbio che l’industria HVACR ha molto da offrire per garantire una vita comoda e sicura nella società di oggi in un modo sostenibile a lungo termine. Ha innovato e continuerà a farlo, investendo considerevolmente per rispondere alle crescenti esigenze future e per fornire ai consumatori prodotti al top della categoria, energeticamente efficienti e sostenibili. La

Andrea Voigt ha partecipato al successo dell’International Special Issue 2018-19. Nelle foto la presentazione della rivista a Chillventa 2018 e in Ecuador durante il MOP30. INDUSTRIA&formazione / 29


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Caratteristiche di infiammabilità dei refrigeranti idrocarburi RIASSUNTO

Zijian LV, Zhao YANG, Biao FENG, Rui ZHAIKEY Il Key Laboratory per l’utilizzo efficiente della bassa e media classe energetica, MOE, Scuola di ingegneria meccanica, Università di Tianjin, 92 Weijin Road, Tianjin 300072, Cina (CAR)

I refrigeranti naturali (HC, ammoniaca, ecc), HFC con basso GWP (R161, R152a, ecc.), HFO (R1234yf, R1234ze, ecc.) e HFE (RE170, ecc.), che sono compatibili con l’ambiente e hanno anche proprietà termodinamiche, sono considerati potenziali candidati come refrigeranti di nuova generazione. Tuttavia, la maggior parte dei refrigeranti di nuova generazione sono infiammabili e soggetti ad esplosione. Perciò è molto importante studiare le caratteristiche di combustione e il meccanismo di ritardo nella propagazione della fiamma nei refrigeranti infiammabili. Questo articolo introduce metodi sperimentali e servizi di base relativi alle caratteristiche di infiammabilità e riassume l’influenza della propagazione della fiamma nei gas infiammabili. La miscela di refrigeranti infiammabili ed agenti estinguenti può essere un compromesso tra un alto potenziale di riscaldamento globale (GWP) e infiammabilità. Parole chiave: Refrigerante, Sostitutivo, Infiammabilità, Meccanismo di ritardo nella propagazione della fiamma. 1. INTRODUZIONE Il rapporto secondo il quale il buco dell’ozono nel Polo Sud e Nord sta iniziando a recuperarsi attribuisce il risultato alla limitazione e all’eliminazione del refrigerante HCFC. Il protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono ha deciso di eliminare l’R22 e altri HCFC all’inizio del 1987, scelta lungimirante per salvaguardare lo strato di ozono. Ora gli HFC, come l’R410, vengono scelti come alternativa per l’R22 e altri HCFC. Gli HFC non producono alcun danno allo strato di ozono, ma il GWP

30 / INDUSTRIA&formazione

è molto elevato e persino superiore a quello dell’R22. Quindi, il nuovo problema ambientale relativo al surriscaldamento globale fa si che gli HFC siano in via di eliminazione nel lungo periodo. Pertanto, l’accordo approvato alla conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici il 12 dicembre 2015 e firmato a New York il 22 aprile 2016, definisce un accordo per rispondere al cambiamento globale dopo il 2020, con l’obiettivo di controllare l’aumento delle temperatura media sotto i due gradi in questo secolo. Per questa ragione, l’Unione Europea ha emanato il Regolamento F-gas e l’EPA (Environmental Protection Agency) ha esteso le disposizioni della sezione 608 del Clean Air Act. Nel 2016, quasi 200 paesi del mondo hanno firmato l’emendamento di Kigali che è entrato in vigore il 1 gennaio 2019, il quale indica chiaramente la calendarizzazione di esclusione degli HFC per ciascun paese. È molto urgente e importante ridurre le emissioni di gas serra e mitigare l’effetto serra in tutto il mondo. Insieme all’eliminazione e all’esclusione graduale degli HCFC e degli HFC con rispettivamente non-zero ODP ma alto GWP, le organizzazioni del governo, del mondo accademico e del mondo manifatturiero si troveranno ad affrontare sfide importanti, che daranno un incentivo e una guida per lo sviluppo di nuova generazione di fluidi con zero ODP e basso GWP. Come ricerche analoghe hanno mostrato negli ultimi anni, il refrigerante naturale (HC, ammoniaca, ecc.), HFC con basso GWP (R161, R152a, ecc), HFO (R1234yf, R1234ze, ecc) e HFE (RE170, ecc) che sono compatibili con l’ambiente e hanno anche proprietà termodinamiche, sono stati considerati potenziali candidati refrigeranti di prossima generazione e saranno ampiamente applicati in questa prospettiva.


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Ad esempio, il refrigerante HC R290 che fornisce un migliore scambio di calore all’interno degli scambiatori, una più bassa temperatura di scarico del compressore e una più bassa carica di refrigerante è stato considerato come candidato per refrigeratori e condizionatori da camera. L’ R600a è stato usato all’interno delle pompe di calore degli scaldabagno e nei frigoriferi. L’ HFO1234yf potrebbe essere il miglior sostituto dell’R134a per condizionatori mobili e distributori automatici. Gli HFC con bassissimo GWP come R161 e R152a verranno usati nei paesi in via di sviluppo come scelta per la transizione nel lungo periodo. Tuttavia, la maggior parte dei refrigeranti di nuova generazione sono infiammabili ed esplosivi. Se si verificasse una perdita nel sistema di refrigerazione e delle pompe di calore, ci sarebbero gravi conseguenze. Quindi, è fondamentale ricercare le caratteristiche del refrigerante per valutare e ridurre il rischio di incendio. E, limite di infiammabilità inferiore (LFL), limite di infiammabilità superiore (UFL), velocità di propagazione della fiamma e pressione di esplosione sono le caratteristiche di infiammabilità base per valutare l’intensità di combustione. Ma aldilà di questo dovrebbero essere studiati i meccanismi di ritardata propagazione della fiamma per i diversi refrigeranti.

Figura 1. Vista generale del metodo di prova di infiammabilità gassosa.

Table 1. Dati fisici e ambientali relativi ad alcuni refrigeranti. Numero

Parametri critici

NBP,K

Gruppo di Vita sicurezza atmosferica Std 34 (yr)

ODP

GWP, 100yr

0.041

0

~20

A3

0.016

0

~20

0.18

0

12

A2

1.5

0

133

A3

0.015

0

1

TC,K

PC,Kpa

HC-290

369

4251

231

A3

HC-600a

407

3629

260

HFC-161

375

5091

235

HFC-152a

386

4516

249

DME

400

5336

248

2. STUDI SUI REFRIGERANTI COMBUSTIBILI

HFO-1234yf

367

3382

243

A2L

0.029

0

<1

HFO-1234ze(E)

382

3640

254

0.045

0

<1

HFO-1234ze(Z)

426

3970

282

0

<1

In questa sezione verranno introdotti il metodo sperimentale e la struttura delle caratteristiche infiammabili di base, e il riassunto di alcuni studi. Il limite di infiammabilità può essere testato con il metodo fornito dallo standard nazionale cinese GB / T 12474 e internazionale ISO 10156, che introduce il metodo per testare i limiti di esplosività di gas combustibili nell’aria a pressione e temperatura normali. Il contenitore di prova principale è un lungo tubo di vetro. Oltre allo standard internazionale ASTM E681: limiti di concentrazione dei metodi di infiammabilità delle sostanze chimiche e lo standard ASHRAE 34: la designa-

HCFO1233zd(E)

439

301

A1

0.071

0

1.34

zione e la classificazione di sicurezza dei refrigeranti suggeriscono metodi di ricerca delle caratteristiche di esplosività sui gas infiammabili usando un pallone di vetro da 12L a temperatura ambiente, come mostrato in figura 1. Tuttavia, i due recipienti di prova: il lungo tubo di vetro e il pallone di vetro, non possono trattenere l’alta pressione perciò prima di attivare i gas infiammabili, la valvola di sfiato deve essere aperta. Per una valutazione completa del rischio di esplosione, anche la pressione di esplosione e l’indice di

esplosione del gas infiammabile dovrebbero essere misurati. La camera di prova è un recipiente in acciaio inossidabile di forma sferica, che può contenere pressioni più elevate e testare le proprietà di esplosione a partire da varie pressioni iniziali in atmosfera arricchita di ossigeno. Utilizzando il metodo sperimentale sopra riportato, molti studiosi, istituzioni o produttori hanno studiato le caratteristiche del gas infiammabile come segue. Wu et al. ha ricercato le caratteristiche di infiammabilità di diverse miscele binarie di 1-Cloro-1, 1-DifluoINDUSTRIA&formazione / 31


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Figura 2.

Limiti di infiammabilità di miscela R1234yf/R134a nell’aria %

Limiti di infiammabilità di miscela R1234yf/R227ea nell’aria %

Limiti di infiammabilità di R227ea e R134a e R1234yf

Rapporti volumetrici R227ea/R1234yf

roetano e degli agenti di estinzione utilizzando i palloni di vetro da 12L. Honeywell e DuPont hanno utilizzato l’apparecchio secondo la ASTM E681 per misurare il limite di infiammabilità di R1234yf. Chen et al. ha misurato le caratteristiche di esplosione dell’etilene in base alle normali condizioni ambientali utilizzando un recipiente in acciaio inossidabile da 20 litri. Diverse ricerche hanno dimostrato che il metodo di prova, la forma della camera di combustione e il tipo di accensione hanno un’influenza sull’infiammabilità del refrigerante. Inoltre, le caratteristiche di infiammabilità di tali composti sono anche influenzate da temperatura, umidità e pressione. Ad esempio, Kondo et al. ha misurato i limiti di infiammabilità nell’aria per diversi composti classificati come refrigeranti 2L, come ad esempio R32, R143a, R1234yf e R1234ze, in una sfera di vetro da 12 litri alla temperatura variabile da 5 a 100 °C e umidità variabile da 0 a 90%. Inoltre Kondo ha misurato i limiti di infiammabilità di R1234yf, R32 e metano alla pressione che varia da 1 atmosfera a 2500kPa in un contenitore sferico in acciaio inossidabile da 5L. Inoltre Zhang e Yang hanno effettuato una serie di esperimenti per studiare la pressione di esplosione e l’aumento di pressione di R290 a differenti pressioni iniziali usando un dispositivo esplosivo a sfera sperimentale da 20L. 32 / INDUSTRIA&formazione

3. MECCANISMO DI RITARDO PROPAGAZIONE DELLA FIAMMA Molti produttori hanno adottato soluzioni di refrigeranti misti in risposta all’eliminazione del refrigerante. Le miscele binarie o le miscele ternarie di refrigeranti infiammabili e refrigeranti non infiammabili rappresentano una proposta di compromesso per risolvere il dilemma corrente, che può rendere il nuovo refrigerante a GWP inferiore e meno infiammabile. Chemours ha sviluppato un nuovo refrigerante chiamato XP10 (R513A) come sostituto dell’ R134a, i cui componenti principali sono R1234yf e R134a con GWP delle miscele binarie 573. L’alternativa di Arkema all’R134a è l’R516a, una miscela ternaria di R1234yf, R134a e R152a. L’R516a può essere il sostituto a lungo termine dell’R134a con GWP molto basso (<150). Il nostro laboratorio ha ricercato l’effetto inibitorio dei ritardanti di fiamma di alcuni refrigeranti (come HC, HFC e HFO) in condizioni operative. Alcuni dati fisici e ambientali dei refrigeranti vengono mostrati in tabella 1. Qui, vengono mostrati i nostri lavori di laboratorio condotti sull’effetto inibitorio dei ritardanti di fiamma. 3.1 HFC, HC e i loro ritardanti di fiamma Wu et al. ha eseguito una serie di esperimenti per valutare la sicurezza della miscela binaria con l’aggiunta del ritardante di fiamma R245fa. Sono

Rapporti volumetrici R134a/R1234yf

state studiate le caratteristiche del ritardante di fiamma R245fa su R290, R152a, DME e R600a. L’effetto del R245fa sugli HC è risultato peggiore rispetto all’effetto sugli HFC, ma su HC e HFC i risultati sono peggiori di quelli di R134a, R125 e R227ea. Sono stati studiati anche i limiti di infiammabilità delle miscele: R245fa / R142b, R134a / R142 e R227ea / R142b, e si è scoperto che l’immagine delle fiamme di R245fa / R142b, R227ea / R142b e R134a / R142b risultano molto diverse in colore e forma da quelle di R600a / R142b. Come i refrigeranti di nuova generazione, l’R161 ha proprietà termodinamiche adeguate con basso GWP. Anche il nostro laboratorio ha testato gli effetti di soppressione della fiamma dei seguenti refrigeranti R227ea, R13I1 e da R1234ze a R161. 3.2 Gli HFO e il loro ritardante di fiamma I refrigeranti HFO, come R1234ze (E) e R1234yf, sono considerati candidati competitivi tra i refrigeranti. Le caratteristiche di infiammabilità fondamentali di R1234ze (E) e R1234yf, come pure i loro leganti, sono state studiate nei seguenti articoli.Yang et al. ha scoperto che non vi era alcuna fiamma osservabile al di sotto dell’intervallo di concentrazione volumetrico sperimentale del 6% ~ 24% per R1234ze (E) nell’aria asciutta. Quando il test viene svolto in condizioni di elevata umidità, l’R1234ze (E) viene acceso. Come per


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le miscele binarie, R1234ze (E) / R161 e R1234ze (E) / R152a, con l’aumento del rapporto di concentrazione di R1234ze (E) a R152a (o R161), si restringe in parte il range dei limiti di infiammabilità. Nel 2018, Feng et al. ha studiato gli effetti di soppressione dell’infiammabilità di R1234yf dovuta ai ritardanti di fiamma, R134a e R227ea, ottenendo i rapporti di soppressione critica delle due miscele e ha anche confrontato e analizzato i colori di fiamma e le caratteristiche di velocità di propagazione della fiamma di R1234yf prima e dopo i ritardanti di fiamma. Alcuni risultati sono mostrati in figura 2 Per gli agenti ritardanti di fiamma come R125, R134a, R227ea e R245fa, il valore b (definito come il rapporto tra il numero atomico H e F nelle molecola) influenza notevolmente l’effetto di inibizione della fiamma. In generale, maggiore è il valore di b, migliore è l’effetto del ritardo di fiamma. In base al valore b, la classifica teorica degli effetti di inibizione della fiamma è R227ea> R125> R134a> R245fa. Sebbene l’effetto ritardante di fiamma di R245fa non sia migliore degli altri tre, il suo GWP è il più basso. 4. CONCLUSIONE Alcuni studi sulle caratteristiche di infiammabilità basiche e sull’influenza dei ritardanti di fiamma nei gas infiammabili vengono riassunti in questo articolo. Aggiungere agenti estinguenti nei refrigeranti infiammabili può essere un compromesso tra alto GWP e infiammabilità. Per il futuro, l’aggiunta di agenti di estinzione potrebbe essere un nuovo metodo per sopprimere la combustione dei gas infiammabili. Gli agenti estinguenti aggiunti nell’olio potrebbero essere sia liquidi che solidi in modo da riportare scarse conseguenze sulle proprietà dei refrigeranti. Riconoscimenti – Questo lavoro è stato sostenuto dalla National Natural Science Foundation della Cina (Grant n.51476111 e 51741607), Programma chiave della Fondazione NaturalScience della città di Tianjin (Grant No.16JCZDJC33900), programma di supporto speciale per lo sviluppo del talento di Tianjin per l’innovazione di alto livello e il team di imprenditorialità.

P R E S I D E N T I E C O O R D I N AT O R I DEL XVI I I CON VEG NO EU ROP EO

1 ALBERTO CAVALLINI, Honorary President, International Institute of Refrigeration – IIR 2 DIDIER COULOMB, Director General, International Institute of Refrigeration – IIR 3 ENRICO BUONI, President, Centro Studi Galileo – CSG 4 MARCO BUONI, President – AREA, Director General – CSG, Secretary General – ATF 5 EZRA CLARK, Capacity Building Manager, United Nations Environment OzonAction – UNEP 6 JIM CURLIN, Acting Head and Policy Manager, United Nations Environment OzonAction – UNEP 7 ARNO KASCHL, Policy Officer, European Commission DG Clima 8 NICCOLÒ COSTANTINI, Policy Officer, European Commission DG Clima 9 BENTE TRANHOLM-SCHWARZ, Unit Deputy Head, European Commission DG Clima 10 ANDREA VOIGT, Director General, European Partnership for Energy and the Environment – EPEE 11 ENNIO MACCHI, Professor Emeritus, Polytechnic University of Milan 12 GIOVANNI LOZZA, Professor Energy Department, Polytechnic University of Milan 13 STEPHEN YUREK, President and CEO, Air Conditioning Heating and Refrigeration Institute – AHRI 14 NOBORU KAGAWA, President, Japan Society of Refrigerating and Air Conditioning Engineers – JSRAE 15 GERALD CAVALIER, President, Association Française du Froid – AFF 16 FABIO POLONARA, Co-chair – TEAP-RTOC, Director – Industrial Engineering Dept., University of Marche 17 DJIBRIL DRAME, Agro-industry Specialist, Food and Agriculture Organization of the United Nations – FAO 18 STEFANIA BRACCO, Economist, Food and Agriculture Organization of the United Nations – FAO 19 WALID CHAKROUN, Vice Chair, Government Affairs Committee – ASHRAE 20 FRANZISKA MENTEN, Project Coordinator, United Nations Industrial Development Organization – UNIDO 21 AYMAN ELTALOUNY, Coordinator International Partnerships, United Nations Environment – UNEP 22 HALVART KOEPPEN, Regional Network Coordinator, United Nations Environment – UNEP 23 GRAEME FOX, Director, Air conditioning and Refrigeration European Association – AREA 24 PER JONASSON, Former President, Air conditioning and Refrigeration European Association – AREA 25 FIONNUALA WALRAVENS, Campaigner, Environmental Investigation Agency – EIA 26 ROBERTO SACCONE, President, Associazione Costruttori Sistemi Climatizzazione – Assoclima 27 MARCO MASOERO, Professor – Polytechnic University of Turin, VicePresident – ATF 28 ALFREDO SACCHI, President, Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF 29 DAVIDE DEL COL, Professor, University of Padua 30 CLAUDIO ZILIO, Professor, University of Padua 31 KELVIN KELLY, Training Director, Business Edge 32 MIKE CREAMER, Managing Director, Business Edge 33 FRANCESCO SCUDERI, Deputy Secretary General, European Industry Association – Eurovent 34 SILVIA MINETTO, Researcher, National Research Council Padua 35 VINCENZO LA ROCCA, Professor, University of Palermo 36 KEISHO KA, Director, Japan Air Conditioning, Heating & Refrigeration News – JARN 37 REGIS LEPORTIER, Past Technical Committee Chairman, Assoc. Component Manufacturers – ASERCOM 38 WOLFGANG ZAREMSKI, President, Assoc. Component Manufacturers – ASERCOM 39 ARMIN HAFNER, Professor, Norwegian University of Science & Technology – NTNU 40 LUCA TAGLIAFICO, Professor, University of Genoa

INDUSTRIA&formazione / 33


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

LEZIONE 202 > PRINCIPI DI BASE DEL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA

Realizzazione dei collegamenti frigoriferi tra le unità del climatizzatore split: lunghezze equivalenti e sifoni

Pierfrancesco FANTONI

Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 20 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONi Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. 34 / INDUSTRIA&formazione

INTRODUZIONE Quando si installa un climatizzatore split le linee frigorifere sono già state approntate dal costruttore dell’apparecchiatura, tranne che per il tratto che riguarda il collegamento tra le due unità. Il diametro delle tubazioni è già determinato, anche per quelle del tratto che deve predisporre l’installatore: è sua cura seguire le indicazioni del costruttore per realizzare una buona installazione. L’unica variabile che rimane a sua discrezione risulta essere lo sviluppo e la conformazione geometrica delle stesse. Uno degli aspetti più delicati riguarda la presenza di tratti verticali che il refrigerante deve percorrere dal basso verso l’alto, specialmente quando essi riguardano la linea di aspirazione. DISTANZE E DISLIVELLI TRA LE DUE UNITÀ Come già visto, è molto importante rispettare determinati requisiti sia per quanto riguarda la distanza tra le due unità del climatizzatore sia per quanto riguarda il dislivello esistente tra di esse. Questo per un duplice motivo: il primo è attinente alla quantità di refrigerante che, essendo precaricato nel circuito, deve essere sufficiente a riempire le tubazioni del circuito frigorifero; il secondo riguarda, invece, l’olio del compressore che non deve essere ostacolato nel suo ritorno al compressore stesso dopo essere stato espulso attraverso la mandata. È il caso di ricordare che le distanze che devono essere prese in considerazione non sono solo quelle fisiche esistenti tra le due unità ma anche quelle equivalenti. LUNGHEZZE EQUIVALENTI In un circuito frigorifero il refrigerante trova degli attriti nello scorrere all’in-

terno delle tubazioni e dei vari componenti. Tali attriti provocano delle perdite di pressione nel refrigerante stesso, ossia delle perdite di energia. Il compressore deve sopperire a tali perdite di pressione, fornendo un’energia aggiuntiva al refrigerante grazie ad un lavoro suppletivo e quindi con maggiori consumi. È bene, quindi, evitare distanze eccessive tra le due unità se non strettamente necessarie ed indispendabili per realizzare una buona installazione dello split. Giova ricordare che concorrono a creare le perdite di pressione sopra menzionate non solo i tratti rettilinei di tubazione (lunghezze fisiche) ma anche le lunghezze equivalenti generate dalle curve, dai sifoni o dagli stessi componenti che fanno parte del circuito frigorifero (anche quelli di dimensioni piccole, come ad esempio valvole, rubinetti, filtri, ecc.). Normalmente i collegamenti frigoriferi delle due unità del climatizzatore split non prevedono alcun componente accessorio per cui eventuali elementi da prendere in considerazione nel calcolo delle lunghezze equivalenti risultano essere solamente eventuali curve, gomiti o sifoni. La realizzazione di curve, gomiti e sifoni deve rispondere a ben determinati requisiti esecutivi in termini di raggi di curvatura altrimenti il refrigerante incontrerà eccessiva difficoltà a scorrere all’interno della tubazione (nel caso delle curve e dei gomiti) oppure il dispositivo non risulterà adatto a svolgere il compito per cui è stato creato (caso dei sifoni). Ogni gomito che viene realizzato nei collegamenti frigoriferi trova corrispondenza in una lunghezza equivalente che è possibile desumere da apposite tabelle. Lo stesso si può dire per le valvole o per i giunti di riduzione


NUMERO 4 / APRILE 2019

Tabella 1 Diametro tubo (mm)

Valvola a sfera

Valvola intercettazione

Curva a 45°

Gomito a 90°

6

0,07

1,20

0,10

0,10

8→6

0,10

8

0,10

0,10

10 → 8

0,15

10

0,35

5,0

0,15

0,15

12 → 10

0,20

12

0,20

0,50

0,20

0,15

15 → 12

0,30

o allargamento. Nella tabella 1 vengono riportati alcuni esempi di lunghezze equivalenti valide per alcuni dei più comuni tipi di refrigeranti. I valori delle lunghezze sono espresse in metri e costituiscono solo un’esempio esplicativo. Dal punto di vista prettamente operativo molti produttori di apparecchiature split nei loro manuali di installazione rendono molto più semplicistico il discorso e consigliano ad esempio di considerare una lunghezza equivalente pari a 1 metro per ogni curva a gomito di 90°, indipendentemente dalle dimensioni del tubo e da altri fattori. DISLIVELLI E SIFONI Come già detto il dislivello tra le due unità gioca un ruolo fondamentale per un funzionamento ottimale del climatizzatore split. Oltre al dislivello va presa in considerazione la posizione reciproca tra le due unità, ossia quale di esse si trovi posizionata ad un’altezza superiore rispetto all’altra: la situazione migliore si ha quando le due unità si trovano alla medesima altezza, ma non sempre è possibile trovarsi in questa condizione per svariate e valide ragioni. L’inserimento di sifoni in determinati

Giunto riduzione

punti del circuito frigorifero si rende necessario proprio specialmente quando fra le due unità esiste un certo dislivello, questo sia per problematiche connesse al ritorno dell’olio al compressore sia per questioni legate alla migrazione del refrigerante durante i periodi di fermo-macchina. I sifoni, quindi, permettono un migliore e più affidabile funzionamento dello split. SIFONI PER L’OLIO Il problema del ritorno dell’olio al compressore si presenta prevalentemente quando l’unità esterna si trova installata ad un’altezza maggiore di quella interna. In questo caso, infatti, l’olio che si trova nell’evaporatore deve risalire lungo il tubo di aspirazione (il tubo “grosso”) per poter far ritorno al compressore. Questa è una situazione critica, in quanto in maniera spontanea i liquidi non tendono a muoversi verso l’alto, nè il refrigerante può collaborare allo scopo oltre un certo limite dato che si trova in forma gassosa e per di più a bassa pressione. L’olio non è nemmeno agevolato nella risalita dalla temperatura, dato che, anche considerando il surriscaldamento del gas in uscita dall’evaporatore, nor-

Figura 1 – Esempio di unità esterna installata ad un’altezza superiore a quella dell’unità interna. Il sifone realizzato sul tubo di aspirazione ha lo scopo di garantire un miglior ritorno dell’olio al compressore (adattato da catalogo Ferroli). malmente essa si aggira al massimo attorno ai 15-20 °C. I costruttori di apparecchiature specificano nel loro manuale di installazione il dislivello massimo che non si deve superare tra le due unità proprio per cautelarsi contro le difficoltose condizioni di risalita dell’olio lungo la tubazione di aspirazione. Tale dislivello in genere è variabile a seconda del tipo di apparecchiatura. Nella figura 1 il dislivello tra le due unità (indicato con la lettera h) è stato superato inserendo un sifone sul tubo di aspirazione: infatti anche se si resta al di sotto del dislivello massimo consentito vi è la necessità di ricorrere comunque al sifone proprio per agevolare la risalita dell’olio. Anche in questo caso è il manuale di installazione che indica per ogni quanti metri di risalita è necessario il sifone: i valori minimi indicati partono generalmente da una risalita del tubo di aspirazione di 3 metri, ma non mancano casi in cui i sifoni vengono richiesti solo al di sopra dei 5-7 metri di risalita. INDUSTRIA&formazione / 35


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Raffreddamento ad adsorbimento con la tecnologia a zeolite

Matthias HOENE Fahrenheit

I sistemi di refrigerazione ad adsorbimento sono diventati ormai la soluzione ideale in tutte quelle situazioni dove è possibile lo sfruttamento dei cascami termici anche a bassa entalpia provenienti da altri processi e presenta oggi nuovi e svariati campi di applicazione. Questo offre una soluzione completamente ecologica in quanto non vengono impiegati refrigeranti sintetici, ma R-718 ovvero acqua pura, a “zero” impatto ambientale. Mentre il gel di silice o la zeolite svolgono la funzione di adsorbente. Ciò rappresenta una soluzione ottimale per ottemperare alle nuove normative sulla refrigerazione e per ridurre le emissioni di CO2, oltre che abbassare notevolmente i consumi elettrici. Finora l’utilizzo del gel di silice come materiale adsorbente non ha sempre reso la tec-

Il XVIII Convegno Europeo si terrà il 6-7 giugno 2019. Nella foto alcuni Presidenti dello scorso convegno.

DISSOLUZIONE

36 / INDUSTRIA&formazione

FORMAZIONE DEI CRISTALLI

nologia ad adsorbimento la scelta ottimale nei vari campi di applicazione, facendo risultare a volte i sistemi di condizionamento convenzionali la soluzione più adatta. Dopo anni di ricerche e sviluppo, la tecnologia ad adsorbimento con zeolite di Fahrenheit è “matura” per entrare sul mercato e rivoluzionarlo: la zeolite, anziché il gel di silice, consente di produrre macchine molto più piccole e compatte, ma allo stesso tempo più efficienti e performanti, permettendo di ottenere range di temperature molto più ampi. Questo salto tecnologico è dovuto all´innovativa tecnologia di rivestimento brevettata: i cristalli di zeolite non sono incollati o esternamente collegati alle superfici attive, ma vengono coltivati direttamente sul materiale di base dello scambiatore di calore tramite un sofisticato processo chimico. Non vi è alcun collante che interferisce con la conducibilità termica e il processo di rivestimento è completamente omogeneo, ovvero si sviluppa su tutta la superficie, fino a raggiungere le cavità più piccole, consentendo di massimizzare la “superficie attiva” e quindi le performance di adsorbimento. Oltre ad essere utilizzata per la climatizzazione di processi industriali, nel Solar cooling o per il refrigeramento di data center, dove le CPU raggiungono anche i 50°C di temperatura, questa tecnologia è destinata a un nuovo ampio spettro di applicazioni “mobili”, come nel settore automotive, per la gestione termica degli autoveicoli, dove le temperature dell’azionamento sono elevate e lo spazio disponibile è molto scarso.

ACCRESCIMENTO DELLO STRATO


NUMERO 4 / APRILE 2019

Manuale sull’uso degli F-Gas e le alternative 9ª parte: Buone pratiche di refrigerazione

Kelvin KELLY(nella foto) - Martin COOK BUSINESS EDGE

Tratto da “F-Gas Reference Manual”, l’intero manuale in lingua inglese può essere acquistato sul sito web www.businessedgeltd.co.uk

Dal progetto REAL Zero: Guida a 13 perdite comuni di refrigerante

• Surriscaldamento durante l’installazione. • Tappini non montati.

I tecnici di assistenza e manutenzione degli impianti di refrigerazione e climatizzazione possono prevenire in modo significativo le perdite di refrigerante. • Buona assistenza e manutenzione riducono le perdite effettive e la perdita potenziale. • Assistenza e manutenzione inadeguate possono aumentare il rischio di perdite e quindi aumentare l’impatto ambientale dei sistemi RAC. Per rendere assistenza e manutenzione più efficaci nella riduzione delle perdite, è utile conoscere i più comuni punti di perdita; i 13 punti più importanti sono elencati di seguito. Le cause delle perdite, per ogni punto, spiegano, cosa più importante, come possono essere evitate. Per maggiori dettagli sulla riduzione delle perdite, consultare la “Guida tascabile per una buona prova di tenuta” in www.realzero.org.uk.

Soluzioni • Assicurarsi che il pressacavo sia stretto. • Avvolgere la valvola con un panno umido durante la brasatura. Tappare sempre le valvole - la maggior parte delle perdite si verifica nei punti di manutenzione senza tappi montati e / o negli steli delle valvole.

1° punto di perdita Valvole di chiusura e valvole a sfera

Cause probabili • Usura del premistoppa tra il corpo della valvola e l’albero, in quanto viene compattato con l’età e l’utilizzo.

2° punto di perdita Valvole Schrader

Cause probabili • Spilli delle valvole danneggiati durante la brasatura. • Spilli non serrati correttamente durante la sostituzione. • Deterioramento dei sigilli interni nel tempo. • Tappi non montati o senza guarnizione O-ring. Soluzioni • Rimuovere l’anima durante la brasatura del raccordo. Assicurarsi che il corpo della valvola si sia raffreddato prima di sostituire lo spillo. • Utilizzare lo strumento corretto per sostituire / serrare lo spillo. • Assicurarsi che il tappino sia montato e che abbia una guarnizione (in buone condizioni) in posizione corretta. INDUSTRIA&formazione / 37


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

3° punto di perdita Giunti svasati

4° punto di perdita Giunti e flange meccaniche Esistono vari tipi di giunti e flange su un sistema, ad es. coperchi disidratatori ecc.

Cause probabili Tappi fusibili • Le ampie variazioni di temperatura e/o di pressione indeboliscono il legame tra la saldatura dello stelo e il tappo. Soluzioni • Se possibile, evitare l’uso di tappi fusibili. Se possibile, sostituirli con una PRV. • Eseguire sempre i test di tenuta sui tappi fusibili Cause probabili

Cause probabili • Allentamento del dado svasato a causa dell’espansione / contrazione termica dovuta ad un’ampia variazione di temperatura, in particolare all’uscita delle valvole di espansione. • Scarsa qualità del giunto (causando perdite fin dall’installazione iniziale). • Serraggio eccessivo, con conseguenti danni alla superficie del giunto svasato in rame e al dado svasato. • Serraggio debole del componente svasato. Soluzioni Ove possibile, evitare l’uso di connessioni svasate. Se non possono essere evitate: • Utilizzare adattatori per saldature a svasatura (flare di fabbrica). Assicurarsi che la guarnizione di rame sia posizionata correttamente. • Se è necessario eseguire una svasatura, tagliare il tubo con un tagliatubi e rimuovere la sbavatura usando lo strumento corretto. Utilizzare un attrezzo di svasatura eccentrico e assicurarsi che la giusta quantità di tubo sporga attraverso il blocco svasato. • Controllare le dimensioni della svasatura e che non impedisca un corretto serraggio del dado svasato sul tubo. • Lubrificare la superficie della flangia e del dado con una piccola quantità di olio per refrigerazione. • Non stringere troppo o troppo poco il dado svasato: utilizzare una chiave dinamometrica sull’impostazione fornita dal produttore dell’apparecchiatura. 38 / INDUSTRIA&formazione

Cause probabili • Giunto preparato in modo errato. • Guarnizioni non sostituite. • Serraggio irregolare delle flange. • Chiave errata utilizzata per serrare i bulloni. Soluzioni • Evitare l’uso di teflon su refrigeranti HFC: utilizzare un sigillante per filettature appropriato. • Sostituire le guarnizioni sulle flange e rimuovere tutto il vecchio materiale della guarnizione prima di applicare quello nuovo. • Stringere le flange in modo uniforme applicando la regola “opposti” finché la flangia non è posizionata correttamente. • Utilizzare una chiave dinamometrica per eseguire il tensionamento finale dei bulloni della flangia. 5° punto di perdita Valvole limitatrici di pressione (PRV) e tappi fusibili (protezione da sovrappressione)

PRV • Non si riposiziona mentre la pressione scende dopo il rilascio e spesso perde attraverso il punto di posizionamento della PRV durante il normale funzionamento. Soluzioni • Svolgere sempre il test di tenuta all’uscita delle PRV. • Se una PRV perde, sostituirla con un dispositivo equivalente. • Non tappare la PRV in caso di perdite. • Utilizzare doppia PRV con una valvola di commutazione laddove possibile. • Utilizzare un disco di rottura in combinazione con la PRV ove possibile. Fa parte del gruppo PRV e spesso ha uno spessimetro per monitorare la rottura. 6° punto di perdita Guarnizioni dell’albero (compressori di tipo aperto)


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Cause probabili • Usura generale nel tempo, indicata da una maggiore perdita di olio dalla guarnizione dell’albero o dalla perdita di refrigerante. • Carenza di lubrificazione. • Montaggio errato di una guarnizione dell’albero. • Allineamento errato dell’albero. • Eccessiva intensità (crankshaft) e fluttuazione (float) dell’albero o danni al cuscinetto. Soluzioni • Osservare regolarmente il tasso di perdita di olio delle guarnizioni dell’albero nel recipiente di raccolta per verificare che la perdita di olio non aumenti. • Test di tenuta della guarnizione dell’albero con compressore spento. • Usare il tipo corretto di guarnizione seguendo la procedura corretta quando si sostituisce. 7° punto di perdita Condensatori

• Manutenzione e monitoraggio regolari. Nel momento in cui si verifica una perdita nel fascio tubiero la sostituzione del singolo tubo è un falso risparmio in quanto il resto dei tubi probabilmente si trova in una condizione simile. Cause probabili Condensatori raffreddati ad aria • Corrosione dovuta all’aria aggressiva. • Danni causati da corpi estranei nel flusso d’aria. • Vibrazioni che causano un guasto prematuro del fascio tubiero. Soluzioni • Posizionare sempre i condensatori in piano. • Riparare o sostituire i ventilatori non bilanciati. • Controllare la batteria alettata per traccie di olio. • Quando si sostituisce un condensatore, selezionarlo attentamente, specialmente se si sta entrando in un ambiente aggressivo, ad es. sulla costa. 8° punto di perdita Valvole perforatrici di servizio, Rubinetti in linea

Cause probabili Condensatori a fascio tubiero • Corrosione del rame e dell’acciaio temperato se l’acqua che circola nei tubi non viene trattata correttamente. Le perdite possono essere particolarmente difficili da individuare, in quanto non possono essere rilevate: il refrigerante potrebbe essere individuato nell’acqua, ma in genere la perdita viene rilevata solo eseguendo un test di pressione completo del sistema. Soluzioni • Assicurare un adeguato schema preventivo della corrosione. Per esempio dosaggio chimico. • Ispezioni regolari per monitorare il livello potenziale di corrosione.

Cause probabili • Montaggio inadeguato del rubinetto sulla tubazione o montaggio su tubazioni mal costruite o appiattite. • Uso di rubinetto della misura sbagliata. • Allentamento delle valvole perforatrici di servizio a causa di movimenti e vibrazioni. Soluzioni • Assicurarsi che venga utilizzata la dimensione corretta della valvola del rubinetto e leggere le istruzioni per l’installazione.

• Montare una valvola per accedere al sistema e quindi brasare un connettore Schrader per sostituirlo non lasciare la valvola in linea sul sistema. • Controllare la tenuta di ogni rubinetto installato e sostituirlo se possibile. 9° punto di perdita Pressostati

Cause Probabili • Vibrazioni che causano la rottura o il danneggiamento del pressostato. • Lo sfregamento dei tubicini di pressione. • Rottura dell’interruttore a soffietto a causa di vibrazioni o dell’azione idraulica del liquido • Difetto della connessione svasata sull’interruttore. • Corpo dell’interruttore mal supportato o fissato. Soluzioni • Utilizzare tubicini di pressione flessibili laddove possibile (il tipo intrecciato in acciaio inossidabile offre un alto grado di resistenza e protezione meccanica). • Accertarsi che i tubicini di pressione non sfreghino o si sfreghino su altri tubi o superfici vibranti. • Assicurarsi che l’interruttore sia correttamente supportato / fissato. • Utilizzare adattatori per saldature a flangia sull’interruttore in cui viene utilizzato il tubo di rame. • Utilizzare gli interruttori a soffietto doppio laddove possibile. • Collegare gli interruttori per ridurre al minimo il trasferimento di vibrazioni nell’interruttore. • Effettuare sempre un controllo perdite all’interno degli interruttori (prestare attenzione al rischio di scosse elettriche). INDUSTRIA&formazione / 39


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10° punto di perdita O-ring Gli O-ring sono ampiamente utilizzati in componenti quali gli indicatori di livello, le elettrovalvole e le guarnizioni dell’albero.

Soluzioni • Controllare che i tubi capillari siano posizionati correttamente e che non possano sfregare. Correggere se necessario. 12° punto di perdita Curvette di ritorno su evaporatori e condensatori

Cause probabili • Corrosione della linea di scarico a causa del contatto con l’aria e l’acqua.

Cause probabili • Usura, indurimento o appiattimento, specialmente se sottoposti a temperature estreme. • Perdita dopo il retrofitting a causa di una diversa reazione al nuovo olio. Soluzioni • Controllare (rotondità e flessibilità) e cambiare le guarnizioni piuttosto che riutilizzare quelle esistenti, specialmente durante il retrofit del refrigerante. • Oliare le guarnizioni prima di montarle. • Assicurarsi che la guarnizione sostitutiva sia idonea per l’olio del sistema e il refrigerante. 11° punto di perdita Tubi capillari (Tubicini di pressione e dispositivi di espansione)

Cause probabili • Sfregamento causato da un fissaggio inadeguato • Perdita dove il dispositivo di espansione ha il tubo capillare che entra / esce dalla linea di aspirazione. 40 / INDUSTRIA&formazione

13° punto di perdita Conduttura delle tubazioni per il convogliamento delle condense

Cause probabili • Corrosione dovuta ad azione chimica sulle curvette di ritorno su batterie, raffreddatori o condensatori raffreddati ad aria. Poiché il rame utilizzato in questi scambiatori di calore è più sottile del normale tubo di rame, è probabile che risulti una perdita dovuta ad un foro di superficie in un periodo di tempo relativamente breve. Condizioni ambientali aggressive (come un’atmosfera salata o acida) accelerano il danno e quindi la perdita. Soluzioni • Testare la tenuta delle curve di ritorno con cura, specialmente se l’ambiente atmosferico è aggressivo (ad esempio nelle fabbriche di prodotti alimentari in cui l’insalata viene lavata in acqua trattata con cloro, prodotti di aceto, dove vengono prodotti acidi o vicino al mare). • Se è necessario sostituire evaporatori e condensatori soggetti a perdite con altre curvette di ritorno, specificando i materiali che sono meno soggetti a danni come le alette rivestite o placcate elettrotermicamente. • Quando vengono utilizzati detergenti chimici, assicurarsi che siano completamente lavati via.

Soluzioni • Effettuare sempre una prova di tenuta nel carrello del vaporizzatore e controllare le condizioni del tubo. Se è corroso, sostituire la conduttura prima che perda. • Se possibile, sostituire la tubazione con un tipo rivestito di plastica in quanto ciò ne aumenta estremamente la durata. PROCEDURE PRATICHE Procedura per il recupero del refrigerante da un sistema IMPORTANTE la seguente procedura riguarda solo il recupero del refrigerante A1 (vedere i prossimi numeri per i refrigeranti A2L e A3). 1. Selezionare il dispositivo di protezione individuale DPI corretto da indossare. 2. Isolare elettricamente il sistema. 3. Selezionare un gruppo manometri adatto. 4. A questo punto assicurarsi che entrambe le valvole di bassa e alta pressione sul collettore siano completamente chiuse. 5. Montare il tubo di Alta pressione (colorato in ROSSO) sul lato Alta pressione del collettore dei manometri. 6. Montare il tubo di Bassa pressione (colorato in BLU) sul lato di Bassa pressione del collettore. 7. I tubi dovrebbero essere il più corti possibile e isolati termicamente. 8. Se si effettua il collegamento a una valvola di servizio a più posizioni, accertarsi che le valvole siano posizionate


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sul retro per avere i rubinetti chiusi. 9. Collegare il tubo Alta pressione (colorato ROSSO) dal collettore alla porta di servizio. 10. Collegare il tubo di Bassa pressione (colorato in BLU) dal collettore alla porta di servizio. 11. Se si utilizza una valvola di servizio a più posizioni, posizionare le valvole a metà. 12. Controllare le letture della pressione mostrate sui manometri. Se mostrano una pressione positiva, ciò indica la presenza di refrigerante da recuperare. 13. Collegare un tubo del refrigerante adatto (di colore giallo) dal collegamento centrale del collettore alla porta di ingresso di un’unità di recupero adeguata (se necessario, montare un cilindro essiccatore sulla linea). 14. Accendere le bilance elettroniche e impostarle per leggere l’unità desiderata (ad esempio kg). 15. Trovare la tara della bombola di recupero. 16. Posizionare la bombola sulla bilancia elettronica. 17. Controllare il peso della bombola di recupero (sottrarre il peso tara dal peso lordo per trovare il peso netto). 18. Controllare la targhetta dati sul sistema (impianto) e sul registro F Gas per accertarsi che ci sia spazio sufficiente all’interno della bombola per la carica di refrigerante. 19. Collegare un tubo adatto dalla porta di uscita dell’unità da recupero (recuperatore) alla porta di ingresso sulla bombola di recupero. Azzerare (Tara) la piattaforma di pesatura elettronica per mostrare la quantità di refrigerante trasferito. 20. Aprire la porta di bassa pressione sul gruppo manometri (colorata BLU). Assicurarsi che l’unità di recupero sia in posizione di spurgo o autopulente. Aprire lentamente la valvola di aspirazione (aspirazione) sull’unità di recupero (se presente), seguita dalla valvola di scarico (scarico). Spurgare la linea con il vapore all’ingresso del cilindro di recupero se è necessario il riutilizzo del refrigerante. 21. Se l’unità di recupero è in grado di recuperare il refrigerante liquido, posizionare la porta di ingresso (aspirazione) della macchina di recupero nella posizione del liquido. 22. Chiudere la porta di Bassa pressione sul set di indicatori del collettore (colo-

rata in BLU). Aprire la porta di Alta pressione (colorata in ROSSO). 23. Aprire il rubinetto di ingresso sulla bombola di recupero. 24. Selezionare la modalità di ripristino sul recuperatore. 25. Accendere l’unità di recupero. Il trasferimento del refrigerante ha quindi inizio. 26. Una volta recuperato tutto il refrigerante liquido, aprire la porta di bassa pressione sul collettore e recuperare il vapore refrigerante da entrambi i lati del sistema. 27. Commutare la valvola di ingresso dell’unità di recupero in posizione di vapore. 28. Una volta recuperata tutta la carica di refrigerante (vedere la lettura sulla bilancia) con il sistema a pressione negativa (0,3 bar assoluti o inferiori a meno che non si sospetti una perdita), chiudere le uscite del collettore. 29. Spegnere l’unità di recupero. Nota: alcune unità di recupero sono dotate di un interruttore di bassa pressione una volta raggiunta una determinata pressione del sistema. 30. Chiudere la valvola di ingresso sull’unità di recupero. Se installato, invertire funzionamento dell’unità di recupero nella sua funzione di autopulizia (spurgo). 31. Accendere l’unità di recupero e attendere che pompi il refrigerante rimanente nel cilindro di recupero. 32. Una volta raggiunta una bassa pressione adeguata all’interno dell’unità di recupero (o l’interruzione di bassa pressione è attivata), spegnere l’unità di recupero. Annotare il peso del refrigerante trasferito. 33. Chiudere sia l’ingresso della bombola di recupero che l’uscita dell’unità di recupero. 34. Rimuovere con cautela i tubi del refrigerante (le fruste). 35. Se il refrigerante non deve essere ricaricato nello stesso sistema dopo il lavoro / riparazione, compilare un documento di trasferimento dei rifiuti pericolosi e il registro F Gas in conformità con i regolamenti. Procedura per il test di pressione di un sistema 1. Selezionare il dispositivo di protezione individuale DPI corretto da indossare. 2. Assicurarsi che il sistema sia elettricamente isolato.

3. Selezionare un gas inerte adatto. 4. Assicurarsi che la bombola sia fissata in posizione verticale su un carrello idoneo. 5. Collegare un regolatore di pressione adatto. 6. Controllare che la vite di regolazione della pressione sia completamente estratta (in senso antiorario), quindi ruotare in senso orario per 1/4 di giro. 7. Aprire la valvola della bombola. 8. Controllare l’indicatore del contenuto sul regolatore e verificare che ci sia abbastanza gas per il test 9. Effettuare un test di tenuta ad alta pressione sulla bombola di gas inerte e sul regolatore di pressione. 10. Guardare la targhetta dati sul sistema e trovare la pressione massima di prova. 11. Se si effettua il collegamento a una valvola di servizio a più posizioni, assicurarsi che le valvole siano completamente dietro. 12. Collegare al sistema un tubo adatto all’impianto per la prova della pressione (regolatore). 13. Aprire lentamente la vite di regolazione della pressione (in senso orario). 14. Una volta che l’indicatore di scarico ha letto una pressione, eseguire un test di tenuta a bassa pressione. 15. Se si utilizza una valvola di servizio a più posizioni, posizionare a metà le valvole. 16. Aumentare lentamente ed incrementalmente la pressione nel sistema fino alla tensione richiesta o alla pressione di prova di tenuta. 17. Chiudere la valvola della bombola del gas inerte. 18. Controllare il valore di uscita sul regolatore per assicurarsi che non ci sia movimento. 19. Se necessario, lentamente e con attenzione, in un’area ben ventilata, abbassare la pressione a un livello adatto per il test di tenuta. 20. Una volta raggiunta la pressione di prova di tenuta corretta, applicare una “soluzione con bolle, millebolle” adatta e posizionarla su tutti giunti (comprese le connessioni del banco di prova della pressione). 21. Controllare la formazione di bolle. 22. Se non si vedono bolle e la pressione rimane costante per un periodo di tempo adeguato, ridurre lentamente la pressione nel sistema fino a 0 bar.

INDUSTRIA&formazione / 41


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Procedura per l’evacuazione di un sistema IMPORTANTE: la seguente procedura riguarda l’evacuazione di un sistema precedentemente caricato solo con refrigerante A1 (vedere i prossimi numeri per i refrigeranti A2L e A3). 1. Selezionare il dispositivo di protezione individuale DPI corretto da indossare. 2. Isolare elettricamente il sistema 3. Selezionare un gruppo manometri adatto. 4. A questo punto assicurarsi che le valvole di bassa e alta pressione sul collettore siano completamente chiuse. 5. Montare il tubo di alta pressione (colorato in ROSSO) sul lato alta pressione del collettore. 6. Montare il tubo di bassa pressione (colorato in BLU) sul lato di bassa pressione del collettore. 7. I tubi dovrebbero essere il più corti possibile e isolati termicamente. 8. Se si effettua il collegamento a una valvola di servizio a più posizioni, accertarsi che le valvole siano posizionate sul retro. 9. Collegare il tubo di alta pressione (colorato in ROSSO) dal collettore alla porta di servizio. 10. Collegare il tubo di bassa pressione (colorato in BLU) dal collettore alla porta di servizio. 11. Se si utilizza una valvola di servizio a più posizioni, posizionare le valvole a metà. 12. Controllare il livello dell’olio sulla pompa per vuoto. 13. Collegare il collettore alla pompa del vuoto, utilizzando un tubo adatto. Utilizzare un tubo di grande diametro se possibile in quanto ciò garantirà l’efficienza della pompa. 14. Aprire la valvola di zavorra del gas. 15. Accendere la pompa del vuoto 16. Far funzionare la pompa in conformità alle istruzioni del produttore per garantire che l’olio nella pompa abbia la temperatura e la viscosità corrette. 17. Controllare di nuovo il livello dell’olio sulla pompa del vuoto. 18. Aprire la valvola di isolamento (se installata) sulla pompa del vuoto. 19. Aprire lentamente la valvola di aspirazione sul collettore (se presente) e quindi aprire la valvola di alta pressione (colorata di ROSSO) e la valvola di bassa pressione (colorata di BLU) sul collettore. 20. Il tono della pompa cambierà nel mo42 / INDUSTRIA&formazione

mento in cui ogni sezione di tubatura, collettore e sistema saranno evacuati. 21. Collegare un vacuometro ad una porta di collegamento di riserva sul collettore. 22. Aprire lentamente la valvola sul collettore collegato al vacuometro. 23. Leggere l’indicatore per verificare il corretto livello di vuoto. 24. Leggi la pressione sul manometro. Quando scende sotto lo zero, chiudere con forza la valvola di zavorra del gas. 25. Una volta che il vacuometro mostra una pressione di 2,7 mbar (2 Torr) o inferiore, chiudere il collettore alla pompa del vuoto. 26. Chiudere la valvola di isolamento sulla pompa del vuoto, se installata. 27. Spegnere la pompa del vuoto. 28. Per un periodo di tempo adeguato, verificare che la pressione non aumenti. 29. Chiudere tutte le valvole sul gruppo collettore. 30. Rimuovere con cautela il vacuometro. 31. Il sistema è ora completamente evacuato. Procedura per caricare un sistema di refrigerazione con liquido (usando una bilancia elettronica) IMPORTANTE: la seguente procedura riguarda solo il recupero del refrigerante A1(vedere i prossimi numeri per i refrigeranti A2L e A3). 1. Selezionare il dispositivo di protezione individuale corretto da indossare. 2. Isolare elettricamente il sistema. 3. Selezionare un gruppo di manometri adatto. 4. Montare il tubo alta pressione (colorato in ROSSO) sul lato alta pressione del collettore. 5. Montare il tubo di bassa pressione (colorato in BLU) sul lato di bassa pressione del collettore. 6. I tubi dovrebbero essere il più corti possibile ed essere isolati. 7. Se si effettua il collegamento a una valvola di servizio a più posizioni, accertarsi che le valvole siano posizionate sul retro. 8. Collegare il tubo alta pressione (colorato ROSSO) dal collettore alla porta di servizio. 9. Collegare il flessibile di bassa pressione (colorato in BLU) dal collettore alla porta di servizio. 10. Attivare un’apposita bilancia elettronica e impostare la lettura sulla scala corretta (kg).

11. Posizionare una bombola di caricamento del refrigerante sulla piattaforma di pesatura. 12. Collegare il tubo di carica (di colore giallo) dal collettore alla porta del liquido sulla bombola del refrigerante (se è presente solo una porta del vapore, invertire, sottosopra, la bombola). 13. Tarare (zero) la bilancia elettronica. 14. Assicurarsi che il sistema e il collettore siano al livello corretto di vuoto. Nota: può essere possibile collegare una pompa del vuoto adatta al collettore per creare un vuoto sufficiente nei tubi e nel collettore attraverso la bombola di carica. 15. Se non è possibile evacuare il tubo di carica, spurgare l’aria dal tubo con il vapore del refrigerante. 16. Guardare la targhetta dati sul sistema per verificare il peso della carica. 17. Aprire con cautela la porta del liquido sulla bombola di ricarica. 18. Se si utilizza una valvola di servizio a più posizioni, posizionare le valvole a metà. 19. Aprire la valvola di alta pressione sul collettore e consentire al refrigerante liquido di fluire nel sistema. 20. Controllare le bilance; quando mostrano che è stata caricata la quantità corretta nel sistema, chiudere il collettore. 21. Accendere il sistema di refrigerazione. 22. Osservare la pressione leggendo sul manometro del collettore e se la pressione di aspirazione indica una bassa pressione, registrare i risultati su un foglio di messa in servizio e / o su un registro. 23. Posizione posteriore valvola di servizio alta pressione. 24. Aprire le valvole di alta e di bassa pressione sul collettore e trasferire con cautela qualsiasi refrigerante liquido dal tubo ad alta pressione, attraverso il collettore alla valvola di servizio a bassa pressione. 25. Posizione posteriore della valvola di servizio a bassa pressione. 26. Rimuovere i tubi e il collettore. 27. Controllare tutti i giunti per possibili perdite utilizzando uno spray rilevatore di tenuta a bolle, un rilevatore di perdite elettronico, a ultrasuoni o un colorante UV.


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LEZIONE 222 > CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE

R449A, alcune caratteristiche che lo rendono adatto per il retrofit dell’R404A Introduzione

Pierfrancesco FANTONI

Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 20 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2019, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

La sostituzione di un refrigerante con uno di simili caratteristiche richiede l’indispensabile soddisfacimento di alcune proprietà, come ad esempio quelle riguardanti l’infiammabilità. Per altre proprietà, come ad esempio le temperature di lavoro, si possono accettare anche alcune piccole diversità, che richiedono però opportune tarature ed aggiustamenti ai dispositivi di regolazione del circuito frigorifero. Infiammabilità Uno degli scogli più grossi da superare quando si parla di refrigeranti alternativi agli HFC riguarda l’infiammabilità. Alcuni dei nuovi fluidi, infatti, si caratterizzano dal punto di vista chimico per avere meno atomi di fluoro e più atomi di idrogeno. Così facendo, infatti, si riesce ad ottenere una sostanza che inquina di meno (meno fluoro vuol dire maggior compatibilità ambientale) ma che rischia di rientrare nella categoria dei refrigeranti infiammabili o leggermente infiammabili. Lasciando a parte il discorso sui refrigeranti infiammabili come gli idrocarburi, che non sono prodotti di sintesi chimica, molti dei fluidi frigoriferi che sono stati proposti sul mercato negli ultimi anni risultano rientrare nella categoria dei fluidi leggermenti infiammabili, A2L. Anche se per molti di essi l’infiammabilità risulta essere veramente molto blanda, dal punto di vista pratico-ope-

rativo vanno comunque seguite delle procedure standardizzate di lavoro e vanno necessariamente impiegate attrezzature dedicate anche se il rischio di infiammabilità, ripetiamo, risulta essere molto remoto. Inoltre anche sotto il profilo meramente psicologico sentire la parola “infiammabile” pone in stato di preoccupazione chi lavora con questi refrigeranti e, certe volte, ancora di più l’utilizzatore finale di apparecchiature che contengono refrigeranti A2L. Forse è solo una questione di tempo, ossia di abituarsi ad un qualcosa di nuovo che raramente, negli anni passati, faceva parte del mondo della refrigerazione. L’aspetto positivo dell’R449A è che, pur essendo una delle nuove proposte, non presenta caratteristiche di infiammabilità, nemmeno leggera. Questo refrigerante viene classificato A1 secondo lo standard ASHRAE 34, quindi non infiammabile a 18°C e 101300 Pa ed a ridotta tossicità: ciò lo pone in una situazione favorevole per quanto riguarda le possibilità applicative. Nella tabella 1 viene riportata anche la classificazione di sicurezza di tutti i suoi componenti. Va comunque notato che due di tali componenti, cioè R32 e R1234yf risultano appartenere alla categoria dei refrigeranti leggermente infiammabili, per cui va sempre evitata, per quanto possibile, la miscelazione dell’R449A con aria per evitare la possibilità che si creino le condizioni di infiammabilità, peraltro sempre molto blande. L’ottenimento della classificazione A1

Tabella 1 Componente

R32

R125

R1234y

R134a

Classificazione di sicurezza

A2L

A1

A2L

A1

INDUSTRIA&formazione / 43


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Tabella 2 Pressione (bar) R404A Temperatura saturaz. (°C)

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

4,5

5

5,5

14

15

16

17

-46

-37

-31

-25

-21

-17

-13

-9

-6

-3

29

32

34

37

Temperatura bolla (°C)

-46

-37

-31

-25

-21

-17

-13

-9

-6

-3

29

32

34

37

Temperatura rugiada (°C)

-40

-31

-25

-19

-15

-11

-7

-4

-1

+2

34

36

39

41

R449A

risulta essere comunque molto importante perchè consente la possibilità di retrofittare i circuiti frigoriferi caricati con R404A, anch’esso classificato come non infiammabile. Sarebbe infatti del tutto sconsigliato sostituire in un circuito un fluido non infiammabile con uno anche solo leggermente infiammabile, a meno che non si proceda ad una adeguata verifica di compatibilità di tutti i componenti elettrici facenti parte dell’impianto. Relazione pressione-temperatura Uno dei principali requisiti di cui un refrigerante sostitutivo deve godere è quello di replicare in maniera piuttosto fedele la relazione esistente tra pressione e temperatura di saturazione caratteristica del refrigerante che deve andare a sostituire. Questo anche in relazione al fatto che il compressore originario è in grado di comprimere il gas solo per determinati rapporti di compressione e che il dispositivo di espansione originario è in grado di provocarne l’abbassamento di pressione solo in base ad altrettante ben precise specifiche. La figura 1 riporta l’andamento della curva pressione-temperatura di saturazione per l’R404A e per l’R449A in modo da permetterne un raffronto immediato. Il grafico riporta anche la stessa curva per l’R452A, un’ulteriore miscela zeotropica potenzialmente capace di sostituire l’R404A nei circuiti frigoriferi della refrigerazione commerciale. Come si può notare l’R449A ha un grafico che quasi si sovrappone a quello dell’R404A alle basse temperature, a testimonianza del fatto che per quanto riguarda le temperature di lavoro dell’evaporatore vi è una buona corrispondenza tra i due fluidi. Nella tabella 2 vengono riportate le temperature di saturazione dei due re44 / INDUSTRIA&formazione

Figura 1 – Diagramma pressione-temperatura dell’R404A confrontato a quello di due suoi possibili sostituti. (catalogo Tecumseh)

frigeranti con la distinzione per il solo R449A tra quella di bolla e di rugiada giacchè per l’R404A esse differiscono per meno di 1 K. I valori sono stati, per brevità e semplicità, arrotondati. Dalla tabella si può notare che le temperature di bolla dell’R449A replicano molto bene le temperature di saturazione dell’R404A.Tuttavia la presenza del glide fa sì che al termine del processo di evaporazione l’R449A si trova ad una temperatura ben superiore a quella dell’R404A alla medesima pressione di lavoro. Tale fatto, che in un primo momento potrebbe sembrare penalizzante per lo scambio termico all’evaporatore, in realtà viene proficuamente sfruttato negli scambiatori di calore controcorrente per mantenere maggiormente stabile il ∆t di evaporazione e quindi migliorare l’efficienza di scambio. Comunque, stante tale diversità tra i due refrigeranti, dopo il processo di retrofit risulta necessario regolare opportunamente la valvola d’espansione ed eventualmente anche la frequenza dei cicli di sbrinamento dell’evaporatore qualora la formazione di brina risultasse aumentata durante il normale funzionamento del circuito frigorifero.

Laddove c’è maggiore diversità è, invece, per quanto riguarda le temperature di lavoro del condensatore dove possono sussistere differenze di 45°C per una medesima pressione dei due fluidi. Sempre dalla tabella 2 si può apprezzare come, a parità di pressione, la temperatura di rugiada dell’R449A risulti differire da quella di saturazione dell’R404A per poi essere, invece, sensibilmente coincidente al termine del processo di condensazione.

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> Video del webinar “Refrigerazione sotto controllo: impianti a CO2 e tecnologie di misurazione”

> A giugno docenti da tutto il mondo per formarsi al Centro Studi Galileo

presso il Politecnico di Milano il prossimo 6-7 giugno con sconto particolare per i soci ATF e i tradizionali corsi organizzati da Centro Studi Galileo.

Tre incontri di rilevanza mondiale saranno anticipati dal XVIII Convegno Europeo: focus sui nuovi refrigeranti, individuati dalle Nazioni Unite come alternativa per contrastare i cambiamenti climatici. L’inizio dell’estate 2019 si preannuncia piuttosto…freddo. Nelle settimane immediatamente successive al XVIII Convegno Europeo, organizzato presso il Politecnico di Milano il 6 e 7 giugno, Centro Studi Galileo è pronto ad accogliere professionisti e specialisti della refrigerazione e del condizionamento provenienti da tutto il mondo. Una tradizione che va avanti da oltre 40 anni.

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> REFRIGERA 2019, la playlist degli incontri formativi In occasione di Refrigera Show 2019, Centro Studi Galileo ha organizzato con le aziende partner tre cicli di incontri formativi sulle ultime tecnologie della refrigerazione, il nuovo decreto FGAS ed i refrigeranti alternativi. Proponiamo la playlist con i video di tutti gli incontri formativi svolti. I temi di questi incontri formativi saranno ulteriormente approfonditi durante il XVIII Convegno Europeo organizzato da Nazioni Unite UNEP, IIR, AREA e CSG con i maggiori esperti mondiali del settore (Commissione Europea, UNIDO, FAO, ASHRAE, AHRI, EPEE, ASERCOM, Assoclima, Eurovent e molti altri…)

> Commercio illegale di HFC, l’Agenzia di Investigazione Ambientale lancia l’allarme Mentre le forniture si stanno riducendo e i prezzi stanno aumentando, il commercio illegale di idrofluorocarburi nell’Unione Europea prospera. È quanto evidenzia il nuovo rapporto dell’Agenzia di Investigazione Ambientale (Environmental Investigation Agency). Il rapporto “Doors Wide Open: Europe’s flourishing illegal trade in hydrofluorocarbons”, pubblicato oggi, individua in Bulgaria, Croazia, Danimarca, Grecia, Italia, Lituania, Polonia e Malta gli ‘hotspot’e i punti di ingresso dei gas HFC fuori dal sistema delle quote, che entrano nell’UE direttamente dalla Cina o passando per la Russia, l’Ucraina, la Turchia e l’Albania per far fronte alla richiesta. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Mercoledì 10 aprile è andato in onda un nuovo webinar targato Centro Studi Galileo sul tema “Refrigerazione sotto controllo: impianti a CO2 e tecnologie di misurazione”. Hanno partecipato Gabriele De Bona, Key Account Manager di Danfoss, e Luca Laudi, Product Specialist HVAC/R di Testo. Il video del webinar è stato reso disponibile. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Fuga di ammoniaca in Germania: circa 60 persone coinvolte

Una perdita di ammoniaca che poteva finire in tragedia si è verificata nei pressi dello stadio del ghiaccio di Straubing, in Germania. La causa sarebbe da attribuire alla perforazione di un tubo provocata da un escavatore al lavoro. La situazione di emergenza è rientrata dopo undici ore, durante le quali la popolazione è stata invitata dalle squadre di polizia e vigili del fuoco a rimanere in casa con le finestre e le porte chiuse. Stando a quanto riferito dal portale bavarese BR24, l’ammoniaca refrigerante sarebbe stata inalata da circa 60 individui che sono stati portati in ospedale per accertamenti: nove di questi risultano attualmente ricoverati. Le persone coinvolte, fra cui alcuni pompieri intervenuti sul posto, hanno riportato irritazione agli occhi e problemi respiratori. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it INDUSTRIA&formazione / 45


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

> Danimarca, si va verso la riduzione del quantitativo degli HFC La Danimarca sembra intenzionata a cambiare il limite massimo consentito di HFC nei nuovi impianti di refrigerazione e condizionamento portandolo a 5 tonnellate di CO2 equivalenti a partire dal 2020. A riportare la notizia è AKB, l’associazione danese delle aziende della refrigerazione e delle pompe di calore e membro di AREA. Secondo quest’ultima, il Ministero dell’Ambiente intende proporre un emendamento all’attuale regola di carica dei 10 kg massimi per sistemi di refrigerazione a HFC. Il lavoro di analisi dietro questo cambiamento sarebbe stato ispirato da un rapporto di AKB del 2017, che metteva in evidenza i benefici per il clima sostituendo la regola dei 10 kg con un limite di carica espresso in GWP al fine di incoraggiare la diffusione di gas a GWP più basso. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Real Alternatives, nuovo corso Train-the-trainers a Zagabria Si è concluso il 1° aprile il secondo corso “Train the Trainers” del progetto Real Alternatives 4 LIFE, in programma presso la facoltà di Ingegneria Meccanica dell’Università di Zagabria. A conferma dell’esito positivo del primo corso Train-the-trainers svolto in Turchia lo scorso 12-14 marzo,

l’Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo è tornata a supervisionare questa sessione di formazione in Croazia, in collaborazione con l’associazione HURKT, il cui Presidente Tonko Curko ha messo la propria esperienza al servizio dei 12 partecipanti. Marino Bassi, esperto docente del Centro Studi Galileo, ha supportato lo svolgimento teorico-pratico delle lezioni e delle sessioni di valutazione, tenute da docenti esperti già formati lo scorso dicembre in Italia ed in Belgio: Marino Grozdek, Goran Rozing, Branimir Pavkovic e Davor Lucin.

> Importante collaborazione Confartigianato - Associazione dei Tecnici del Freddo

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> Polonia, sequestrate 25 tonnellate di refrigerante importate illegalmente Siamo costretti a tornare, ancora una volta, sull’argomento delle importazioni illegali. È infatti notizia di questi giorni che le autorità polacche hanno confiscato un carico di circa 25 tonnellate di refrigerante importato in maniera illecita. Il valore del sequestro, eseguito dagli agenti doganali nella città di Lódz, ammonta a più di 580mila euro, il che lo renderebbe il più grande in Europa. Il rinvenimento è avvenuto durante le procedure di sdoganamento di due spedizioni provenienti dall’Ucraina. I due carichi di gas refrigerante, importati senza i permessi necessari, comprendevano bombole monouso illegali di R134a, R404A e R410A, per un peso complessivo di 24.459 kg. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Lo scorso 9 aprile, presso la sede nazionale di Confartigianato Imprese, si è tenuto il seminario sul D.P.R. n. 146 del 16 novembre 2018, che attua il Regolamento (UE) 517/2014 sui gas fluorati ad effetto serra e abroga il Regolamento (UE) 842/2006 e il precedente D.P.R n.43 del 27/01/2012. In via esclusiva, agli associati all’Associazione dei Tecnici del Freddo è stata riservata la possibilità di rivedere la registrazione del seminario sul nuovo decreto FGAS e sulla banca dati online. Si può accedere al video tramite il seguente link: http://tiny.cc/SeminarioFGAS Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> IIR e ASHRAE introducono cinque nuove definizioni per il settore della refrigerazione L’Istituto Internazionale della Refrigerazione IIR (International Institute of Refrigeration) e l’associazione statunitense ASHRAE (American Society of Heating, Refrigerating and Air Conditioning Engineers) hanno dato nuove definizioni di cinque parole chiave nel campo della refrigerazione. A dare il proprio contributo per la realizzazione di questo lavoro è stato un gruppo di esperti che ha lavorato insieme per più di un anno. Dopo le dovute considerazioni e discussioni, le due organizzazioni coinvolte sono giunte ad un accordo sulle seguenti definizioni: raffreddamento, refrigerazione, raffrescamento, congelamento e catena del freddo. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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> NOTIZIE DALL’EUROPA (Sintesi del prof. P. Fantoni) ■ LEGISLAZIONE Regolamento di esecuzione EU 1191/2014 – È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’UE il Regolamento di esecuzione (UE) n. 1191/2014 che riguarda la comunicazione dei dati relativi alla produzione e alle importazioni ed esportazioni di polioli contenenti idrofluorocarburi a norma dell’articolo 19 del Regolamento (UE) n. 517/2014 (Pagina 5 della Newsletter AREA presente sul sito ufficiale dell’Associazione ATF sotto password) Direttiva Prestazioni Energetiche degli edifici (EPBD) – La Commissione ha avviato a febbraio uno studio di fattibilità nel contesto dell’EPBD. Le disposizioni dell’articolo 19 bis della Direttiva riveduta di recente stabiliscono l’obbligo per la Commissione di sviluppare uno studio di fattibilità sul potenziale di attuazione delle ispezioni per i sistemi autonomi di ventilazione. (Pagina 6 della Newsletter AREA) Indicatore di prontezza intelligente – Il 26 marzo la Commissione europea ha organizzato una prima riunione delle parti interessate sul secondo studio preparatorio per lo sviluppo dell’indicatore di prontezza intelligente. Durante questo incontro il gruppo di studio ha presentato i principali sforzi svolti fino ad ora per realizzare il progetto. Per quanto riguarda la tempistica dello studio, la prima relazione intermedia dovrebbe essere pubblicata entro la fine di marzo o all’inizio di aprile e la seconda relazione intermedia entro luglio. Una seconda riunione delle parti interessate si svolgerà in ottobre, seguita da una terza relazione intermedia a dicembre. Il progetto si concluderà con una terza riunione delle parti interessate nel marzo 2020 e la pubblicazione della relazione finale a luglio. (Pagina 6 della Newsletter AREA) Strategia di decarbonizzazione a lungo termine – A seguito della co-

municazione della Commissione “Un pianeta pulito per tutti” in cui è stata delineata la strategia di decarbonizzazione a lungo termine per il 2050, il Parlamento e il Consiglio hanno emesso un parere. Il Parlamento europeo ha adottato il 14 marzo una proposta di risoluzione comune, in cui si lamenta che la riduzione prefigurata di solo l’80% delle emissioni entro il 2050 non è sufficiente per mantenere gli impegni di Parigi al fine di avere temperature inferiori di 2 °C. Per quanto riguarda i contributi settoriali, i trasporti e l’agricoltura sono indicati come bisognosi di aumentare il loro apporto, ma non si fa menzione del riscaldamento e del raffreddamento. Alcuni ministri hanno espresso il pa-

rere che lo sviluppo economico dovrebbe andare di pari passo con la lotta al cambiamento climatico, tuttavia non vi è alcuna dichiarazione politica significativa. Come passo successivo, il Consiglio discuterà ulteriormente la questione durante il vertice del 9 maggio di Sibiu o nel Consiglio europeo del 20-21 giugno. (Pagina 6 della Newsletter AREA) Ecodesign – Il Centro comune di ricerca ha completato la sua relazione sul sistema di punteggio riguardante la riparabilità. Questo sistema di punteggio è un quadro di calcolo orizzontale composto da criteri pass / fail relativamente ad un certo prodotto per valutare la misura in cui esso è riparabile. Non è chiaro come verrà applicato questo sistema di punteggio: può essere utilizzato come riferimento tecnico da utilizzare nelle future misure di politica sui prodotti o implementato come etichetta separata sulla falsariga delle etichette energetiche o come documento pubblico. La Commissione avvierà ora un se-

condo studio sui comportamenti dei consumatori per valutare il metodo più efficace per comunicare tali informazioni. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare la commissione al seguente indirizzo: ENV-PRODUCTPOLICY@ec.europa.eu. Per quanto riguarda i lotti specifici di interesse per AREA, le misure per la refrigerazione commerciale e i motori hanno subito un progresso nel processo legislativo dopo essere state attenzionate dal comitato di regolamentazione nel dicembre 2018-gennaio 2019. (Pagina 7 della Newsletter AREA) ■ REFRIGERANTI Commercio illegale F-Gas – Controllo doganale e sanzioni che devono essere efficaci, proporzionate e dissuasive. Questi, secondo il comitato FGas, gli strumenti che devono essere adottati dagli Stati membri dell’Unione Europea per contrastare il commercio illegale degli HFC. Il Comitato intende facilitare uno scambio di informazioni tra gli Stati sulle diverse implementazioni delle sanzioni. AREA ha raccolto informazioni sulle possibili sanzioni grazie al feedback dei suoi membri. Le informazioni saranno trasmesse alla Commissione europea ma, per ovvi motivi, rimarranno riservate. Le stime attuali riguardanti il volume di commercio illegale rimangono ancora molto incerte. (Pagina 5 della Newsletter AREA) REAL Alternatives for life – L’ultimo numero della newsletter riguardante il progetto REAL Alternatives for life è stato pubblicato lo scorso marzo ed è scaricabile sul sito del progetto. (Pagina 7 della Newsletter AREA) ■ PUBBLICAZIONI Il futuro del raffrescamento – L’International Energy Agency ha pubblicato un report sulle opportunità per ottenere efficienza energetica nel condizionamento. La pubblicazione è scaricabile sul sito www.iea.org (Pagina 8 della Newsletter AREA) INDUSTRIA&formazione / 47


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte 186ª) Diciannovesimo anno A cura dell’ing. Pierfrancesco FANTONI

Datacom: Secondo quanto suggerito dall’ASHRAE, con il termine Datacom devono intendersi quei locali tecnici che contengono apparecchiature elettriche o elettroniche, centri elaborazione dati, computer e server, apparecchiature per le comunicazioni e per l’Information Technology che in generale durante il normale funzionamento producono grandi quantità di calore che deve essere rimosso. Tali apparecchiature, infatti, per il loro corretto funzionamento necessitano di condizioni di temperatura ed umidità ben definite e richiedono, quindi, la climatizzazione degli ambienti in cui sono presenti durante tutto l’arco dell’anno. Principale caratteristica di tali locali è quella di presentare dei carichi termici molto elevati e di richiedere un preciso e costante controllo dei parametri termoigrometrici dell’aria in essi contenuta. Gli impianti di climatizzzione a servizio di questi ambienti devono essere in grado di soddisfare tali richieste senza soluzione di continuità, anche quando sono interessati da eventuali guasti: per tale ragione normalmente essi risultano essere ridondanti, ossia essere in numero maggiore allo stretto necessario. Con tale stratagemma anche in caso di fermata di un’apparecchiatura di raffreddamento vi è sempre la possibilità di sostituirla con una di riserva e quindi di non compromettere il soddisfacimento dei parametri di temperatura ed umidità richiesti. Questo risulta particolarmente 48 / INDUSTRIA&formazione

importante in tutti quei centri Datacom (come, ad esempio, quelli delle banche, degli istituti di assicurazione, ecc.) dove non vi è assolutamente la possibilità di avere dei crash termici, pena il rischio di perdere dei dati di massima importanza. Estere, olio: Famiglia di oli di tipo sintetico adatti per l’uso nei compressori dei circuiti frigoriferi. La loro produzione avviene sulla base della chimica degli esteri di poliolio. Gli oli esteri sono adatti principalmente per l’uso con refrigeranti HFC e, di norma, sono compatibili con gli oli di tipo minerale e con i componenti dei circuiti funzionanti con oli minerali. Gli esteri sono oli con caratteristiche igroscopiche e devono essere conservati in recipienti non porosi. MOP, valvola: La sigla MOP sta per Maximum Operating Pressure (massima pressione di funzionamento) ed individua una particolare tipologia di valvole d’espansione termostatiche che impediscono alla pressione di evaporazione di oltrepassare un determinato valore prefissato. Tale obiettivo viene raggiunto attraverso una limitata carica del fluido che è presente all’interno del bulbo termostatico della valvola. Superato un determinato punto, chiamato proprio punto MOP, la valvola, pur nella necessità di alimentare maggiormente di refrigerante l’evaporatore, ad esempio in seguito ad un aumento del carico termico, non apre ulteriormente il suo orifizio in modo da non permettere l’aumento della pressione di evaporazione. La valvola MOP è destinata ad essere utilizzata in circuiti frigoriferi destinati a lavorare a basse o bassissime temperature, con ridotte pressioni di evaporazione. Essa esplica la sua funzione soprattutto durante la fase transitoria in cui l’impianto frigorifero deve giungere alla temperatura di regime (ad esempio dopo un prolungato periodo di fermo) ed in cui l’elevata temperatura presente nel vano da raffreddare porta ad avere

una pressione di evaporazione elevata che potrebbe causare un pericoloso sovraccarico per il compressore. Mantenendo ridotto il flusso di refrigerante la valvola provoca un rapido abbassamento della pressione di evaporazione, anche se ciò causa un elevato surriscaldamento statico del vapore in uscita dall’evaporatore. Le valvole di tipo MOP svolgono una funzione abbastanza simile a quella svolta dalle valvole barostatiche limitatrici della pressione di aspirazione del compressore. Purge: Funzione presente in alcune macchine per il recupero del refrigerante dai circuiti frigoriferi. Essa permette di svuotare quasi completamente il circuito interno del recuperatore dal refrigerante che vi rimane intrappolato al termine della procedura di trasferimento del refrigerante stesso dal circuito frigorifero alla bombola di recupero. Attraverso la procedura di purge, ossia di pulizia, si rende idoneo il recuperatore a poter essere utilizzato con un altro tipo di refrigerante, diverso da quello precedentemente trattato, senza correre il rischio di creare inquinamenti nel nuovo refrigerante con quello recuperato in precedenza. Per tale ragione questa procedura non è necessaria svolgerla obbligatoriamente quando il recuperatore viene impiegato sempre con lo stesso tipo di refrigerante. Risulta, invece, necessaria, se la procedura di recupero viene eseguita al fine di determinare la quantità di refrigerante presente all’interno di un circuito frigorifero. L’esatta determinazione, infatti, richiede che anche la quantità residua di refrigerante che rimane intrappolata all’interno del recuperatore, una volta terminata la procedura, venga invece anch’essa dirottata all’interno della bombola di recupero per poter essere pesata e poter contribuire, così, a determinare l’esatto quantitativo di refrigerante che era presente nel circuito frigorifero. Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.


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