Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 1-2018

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N° 415

DI ANNI INTE CONVE RNA GNI ZION ALI

ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

IL FARO DEL TECNICO DEL FREDDO

Corsi e Convegni con le Nazioni Unite nel mondo: inizia il Phase Down 2018 Il CSG protagonista nella prima fase di transizione a Parigi, Bruxelles e Chicago Anno XLII - N. 1 - 2018 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato




LA LEGGENDA CONTINUA UN SECOLO DI INNOVAZIONE Una Storia d’Eccellenza che dura 100 anni Una Passione Familiare per l’Innovazione e la Creatività Il Desiderio di Qualità e Standard Elevati La Missione di Crescere sul mercato ed Essere un Riferimento per il settore

I Compressori Transcritici DORIN sono il risultato di una ricerca tecnologica iniziata nel 1991. Dopo quasi 30 anni di esperienza, con più di 35000 compressori funzionanti sul mercato, la SERIE CD rappresenta una pietra miliare per il mercato della refrigerazione

La SERIE CD 500 soddisfa le necessità di risparmio energetico ed efficienza dei Vostri impianti. I compressori possono raggiungere Spostamenti Volumetrici fino a 98.58 in bassa temperatura m3/H e Potenze Nominali del motore fino a 80Hp

VENITE A TROVARCI: MCE 2018 | 13-16 Marzo 2018, Rho (IT) www.dorinchina.com | lucy@dorin.com

OFFICINE MARIO DORIN SINCE 1918


Sommario Direttore Responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato Scientifico Marco Buoni, Marcello Collantin, PierFrancesco Fantoni, Enrico Girola, Marco Carlo Masoero, Alfredo Sacchi Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato AL tel. 0142/452403 fax 0142/909841 Pubblicità tel. 0142/453684 E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Corrispondente in Francia: CVC La rivista viene inviata a: 1) Installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

Foto di copertina: Credits Marco Buoni

N. 415 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.

Industrie che collaborano alla attività della rivista mensile

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Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

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Le tre tappe del cambiamento

Il Centro Studi Galileo protagonista nella prima fase di transizione a Parigi, Bruxelles e Chicago – Inizia il Phase-Down 2018 Silvia Romanò – International Affairs Officer Centro Studi Galileo

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Potenziale impatto dell’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal nella scelta di refrigeranti alternativi

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F. Polonara1,5, Lambert J.M. Kuijpers2,5, Roberto A. Peixoto3,4,5 Politecnica delle Marche, Ancona (Italy), 2A/genT Environmental Consultancy (Netherlands), 3Instituto Mauá de Tecnologia, Sao Paulo (Brazil), 4London South Bank University, London (UK), 5United Nations Environment Program, RefrigerationTechnical Options Committee - UNEP RTOC Introduzione – L’emendamento di Kigali – Potenziali impatti sulla scelta dei refrigeranti – Conclusioni 1Università

Resta competitivo: NON installare più R-404A / R-507A!

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Lo sviluppo dei Paesi e la catena del freddo: strade diverse per un obiettivo comune

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Pompa di calore ibrida a doppia sorgente e invertibile con R32

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Internet delle cose per gli impianti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione

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Quando la presenza di umidità nel circuito frigorifero è un problema di origine latente

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Manuale e misure per ottimizzare gli impianti di refrigerazione

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Principi di base del condizionamento dell’aria

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Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento

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AREA / ASERCOM / EFCTC / EPEE Perché agire subito? – Che rischi corriamo se non facciamo qualcosa? – Cosa puoi fare? – Quali alternative esistono per gli impianti a R-404A/R-507A? – Cosa significa tutto ciò? – Quale refrigerante usare in impianti nuovi? – Quale refrigerante usare per il retrofit? – Due parole sul recupero del refrigerante – Agisci subito...

M. Collantin – Docente Centro Studi Galileo

D. Del Col, M. Azzolin, S. Bortolin – Dipartimento di Ingegneria Industriale Università di Padova G. Busato, A. Zerbetto – Hiref Spa Tribano (Padova) Prefazione – Introduzione – Prototipo di pompa di calore a doppia sorgente – Risultati sperimentali – Stima della carica al condensatore – Riassunto

C. Ellwein – CEO KRIWAN Industrie-Elektronik GmbH C. Blanc – Past President ASERCOM Estratto – Introduzione – La connettività come chiave per il successo – Rischi e cybersicurezza – Sintesi

P.F. Fantoni – 209ª lezione di base Introduzione – L’umidità subdola – Il problema dei refrigeranti fluorurati – Il problema dei lubrificanti sintetici – Una nota positiva Svizzera Energia – www.freddoefficiente.ch Quanto costa e quali sono i benefici? – Misura 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 – Informazione: scambiatori di calore e differenze di temperatura Predisporre lo scarico dell’acqua di condensa dello split senza utilizzare una pompa per lo scarico P.F. Fantoni – 189ª lezione Introduzione – Diverse soluzioni per lo scarico dall’unità esterna – Scarico dell’unità interna (Parte centosettantaduesima) – A cura di P.F. Fantoni Criogenia – FPI – MC – OFP – PCT – Re – WBT Aggiungi agli amici “Centro Studi Galileo” su Facebook

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Industrie che collaborano alla attività della rivista mensile Industria & Formazione divise per ordine categorico Per ogni informazione gli abbonati possono rivolgersi a nome di Industria & Formazione ai dirigenti evidenziati nelle Industrie sottoelencate, oppure alla segreteria generale tel. 0142 / 452403 SCONTI PER GLI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEI TECNICI ITALIANI DEL FREDDO-ATF PRODUZIONE COMPONENTI BITZER ITALIA compressori Pietro Trevisan 36100 Vicenza Tel. 0444/962020 www.bitzer.it

CASTEL

valvole, filtri, rubinetti, spie del liquido Giorgio Monaca 20060 Pessano c/Bornago Tel. 02/95702225 www.castel.it

CORE EQUIPMENT

componentistica per refrigerazione e condizionamento Daniele Passiatore 50127 Firenze Tel. 055/334101 www.core–equipment.it

DANFOSS

compressori, filtri, spie del liquido, valvole Mariarita Della Ragione 10137 Torino Tel. 011/3000528 www.danfoss.com

DENA

accumulatori di liquido, filtri Daniele Francia 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/454007 www.dena.it

DORIN

compressori Giovanni Dorin 50061 Compiobbi Tel. 055/623211 www.dorin.com

EMBRACO EUROPE

compressori ermetici Enrico Albera 10023 Riva presso Chieri Tel. 011/9437381 www.embraco.com

EMERSON CLIMATE TECHNOLOGIES

compressori, componenti Walter Bianchi 21047 Saronno Tel. 02/961781 www.emersonclimate.eu

FIELDPIECE INSTRUMENTS

strumentazione Stefania La Corte 28002 Madrid - Spagna Tel. +34 678411811 www.fieldpiece.com

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FRASCOLD

produzione compressori per refrigerazione e condizionamento Giuseppe Galli 20027 Rescaldina Tel. 0331/742201 www.frascold.it

FRIGOR GAS

ricambi, riparazione e revisione compressori Alessandro Trezzi 20091 Bresso Tel. 02/6100048 www.frigorgas.com

LU-VE GROUP

scambiatori di calore Anna Invernizzi 21040 Uboldo Tel.02/96716264 www.luvegroup.com

REFCO

produzione e fornitura di componenti e strumenti per la refrigerazione Word Headquarters 6285 Hitzkirch - Svizzera Tel. 0041/41/9197282 www.refco.ch/it

RIVACOLD

gruppi frigoriferi preassemblati Giorgio Signoretti 61020 Montecchio Tel. 0721/919911 www.rivacold.com

SAUERMANN ITALIA

apparecchi di controllo, sicurezza regolazione Sabrina Castellin 20831 Seregno Tel. 0362/226501 www.sauermanngroup.com

TECUMSEH

compressori Paolo Sillano 48108 Ann Arbor Michigan (USA) Tel. 0119363731 www.tecumseh.com

TESTO

apparecchi di controllo, sicurezza e regolazione Fabio Mastromatteo 20019 Settimo Milanese Tel. 02/335191 www.testo.it

VULKAN ITALIA

cercafughe, connessioni tubi, giunti lokring Cristina Fasciolo 15067 Novi Ligure Tel. 0143/310247 www.vulkan.com

WIGAM

componenti, gruppi manometrici, pompe vuoto, stazioni di ricarica, lavaggio Gastone Vangelisti 52018 Castel San Niccolò Tel. 0575/5011 www.wigam.com

RIVENDITORI COMPONENTI CENTRO COTER

unità condensanti, aeroevaporatori, accessori Nicola Troilo 70032 Bitonto Tel. 080/3752657 www.centrocoter.it

ECR ITALY

compressori, controlli, gas refrigeranti chimici Fabio Fogliani 20128 Milano Tel.02/25200803 www.ecritaly.it

FRIGO PO

ricambi e guarnizioni per refrigerazione professionale Luigi Moretti 42045 Luzzara Tel. 0522/223073 www.frigopo.it

FRIGO PENTA

accessori per refrigerazione e condizionamento Bruno Piras 09122 Cagliari Tel. 070/275149 www.frigopenta,it

FRIGOPLANNING

ventilatori, frigoriferi industriali e componenti Antonio Gambardella 83100 Avellino Tel. 0825/780955 www.frigoplanning.com

LF RICAMBI

ricambi per refrigerazione commerciale e cucine professionali Michele Magnani 47522 Cesena Tel. 0547/341111 www.lfricambi724.it

MORELLI

accessori per refrigerazione e condizionamento, compressori, condensatori, evaporatori Fausto Morelli 50127 Firenze Tel. 055/351542 www.morellispa.it

NEW COLD SYSTEM

componentistica per refrigerazione e condizionamento Madi Sakande 40012 Calderara di Reno Tel. 051/6347360 www.newcoldsystem.it

RAIME

refrigerazione industriale e commerciale Gennaro Affabile 80146 Napoli Tel. 081/7340900 www.raime.it

RECO

componenti e impianti per la refrigerazione e il condizionamento Stefano Natale 70123 Bari Tel. 080/5347627 www.re-co.it

RECOM

revisione compressori frigoriferi, pompe industriali Renato Diana 20068 Peschiera Borromeo Tel. 02/55302288 www.recomsas.com

ROTOCOLD

componenti per refrigerazione, condizionamento, ventilazione Loredana Rotolo 90143 Palermo Tel. 091/6257871 www.rotocold.it

SPLUGA

componentistica, energie rinnovabili, pompe Andrea Cagnacci 09010 Vallermosa Tel. 0781/79399 www.spluga.it

UNICOLD 3

componenti per refrigerazione e condizionamento, saldatura, impianti Vittorio Chinni 70123 Bari Tel. 080/5061742

REFRIGERAZIONE COMMERCIALE IARP-EPTA REFRIGERATION congelatori, vetrine, armadi, distributori Emanuela Di Costa 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/436111 www.iarp-plugin.com


MONDIAL FRAMEC

vetrine Maurizio Vada 15040 Mirabello Monferrato Tel. 3421418057 www.mondialframec.com

SANDEN VENDO EUROPE distributori automatici Valter Degiovanni 15030 Coniolo Tel. 0142/335153 www.sandenvendo.com

FRIGORIFERI SPECIALI

CAMION FRIGORIFERI COLD CAR

trasporti refrigerati Giuseppe Morano 15040 Occimiano Tel. 0142/400611 www.coldcar.it

ZANOTTI

trasporti refrigerati Nancy Marchini 46020 Pegognaga Tel. 0376/555156 www.zanotti.com

ANGELANTONI FRIGORIFERI camere climatiche, criogenia, tecnologie avanzate Cesare Angelantoni 20126 Milano Tel. 02/9397011 www.angelantoni.it

ELETTRONICA VENETA

apparecchiature didattiche Gian Andrea Cesaratto 31045 Motta di Livenza Tel. 0422/765851 www.elettronicaveneta.it

PRODOTTI CHIMICI N.C.R. BIOCHEMICAL tecnologie chimiche per la refrigerazione Marco Novi 40050 Castello d’Argile Tel. 051/6869611 www.ncr-biochemical.it

STUDIO BORRI ROBERTO prodotti chimici, torri raffreddamento 10096 Collegno Tel. 011/4056337

SALDATURA BULANE

prodotti per brasature speciali Alexandre Schellino 34660 Cournonsec - Francia Tel. 3483037248 www.bulane.fr/it

ITALBRAS

saldatura e brasatura Nicola Bordin 36100 Vicenza Tel. 0444/347569 www.italbras.com

RIV.O.GAS.

gas refrigeranti chimici Paolo Secco 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/452202 www.rivogas.it

CELLE FRIGORIFERE ARREDAMENTI REFRIGITAL

indumenti e accessori per il freddo Andrea Taccone 17100 Savona Tel. 019/802426 www.refrigital.it

SPERANZA FRANCESCO accessori per la refrigerazione e condizionamento 89029 Taurianova Tel. 0966/645463 www,speranzataurianova.it

FLUIDI FRIGORIGENI RECUPERO E RIGENERAZIONE CHEMOURS ITALY

HUDSON TECHNOLOGIES EUROPE rigenerazione fluidi refrigerati Gianluca Indovino 00060 Formello Tel. 06/96701952 www.hudsontech.eu

RIVOIRA

fluidi secondari monofasici, gas refrigeranti chimici Paolo Tirone Tel. 011/2253897 Ennio Campagna Tel. 02/77119309 20157 Milano www.rivoiragas.com

SOFTWARE ENERCLIMA

software condizionamento, refrigerazione Marcello Collantin 35125 Padova Tel. 049/8829652

LUBRIFICANTI FUCHS LUBRIFICANTI

lubrificanti Diego Gherlone 14021 Buttigliera d’Asti Tel. 011/9922890 www.fuchs.com

REGOLAZIONE E STRUMENTAZIONE CAREL

gas refrigeranti Edoardo Monfrinotti 20124 Milano Tel. 3346034175 edoardo.monfrinotti@chemours.com www.chemours.com/refrigerants/it_it

regolazione elettronica, sistemi di supervisione Mauro Broggio 35020 Brugine Tel. 049/9716611 www.carel.it

DAIKIN REFRIGERANTS EUROPE

DANFOSS

GENERAL GAS

ECONORMA

gas refrigeranti Carmine Marotta Vincenzo Scarano 20063 Cernusco S/N Tel. 02/92147368 www.generalgas.it

regolatori di temperatura e umidità Alessandro Mattiuzzi 31020 San Vendemiano Tel. 0438/409049 www.econorma.com

HONEYWELL FLUORINE

INFICON - SERVICE TOOLS

gas refrigeranti Mario Magnoni 20124 Milano Tel. 3487100520 mario.magnoni@daikinchem.de www.daikin.com

gas espandenti, gas refrigeranti chimici Giancarlo Matteo 20090 Assago Tel. 348/2641783 www.honeywell.com

compressori, filtri, spie del liquido, valvole Maria Rita Della Ragione 10137 Torino Tel. 011/3000528 www.danfoss.com

KRIWAN ITALIA

ingegneria dei sistemi Paolo Molteni 23868 Valmadrera Tel. 0341/1765501 www.kriwan.com

TESTO

apparecchi di controllo, sicurezza e regolazione Fabio Mastromatteo 20019 Settimo Milanese Tel. 02/335191 www.testo.it

ENERGIE RINNOVABILI CLER ENERGIE ALTERNATIVE

installazione solare fotovoltaico Giovanni Filippi 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/454216 www.clersrl.it

ARIA CONDIZIONATA RECIR

riscaldamento e condizionamento Giovanni Migliori 00159 Roma Tel. 06/43534503

TERMOIDRAULICA AGOSTINI

accessori condizionamento Fabrizio Agostini 00178 Roma Tel. 06/7183958 www.t-agostini.com

ENTI CERTIFICATORI BUREAU VERITAS ITALIA/CEPAS

ente certificatore Cristina Norcia Massimo Dutto 20126 Milano Tel. 02/270911 www.bureauveritas.com/certificazione

TECNEA

ente certificatore Francis Lanaud 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/540705 www.tecnea-italia.it

cercafughe, recuperatori e bilance Maurizio Roncoroni 40060 Osteria Grande Tel. 051/0361054 www.tdm-sas.it

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Tecnici di 3 generazioni in 40 anni di corsi con una media di oltre 3000 allievi allʼanno si sono specializzati al CSG

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ

Lʼelenco in continuo aggiornamento di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”) La carica vuoto dell’impianto durante l’esame per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi PIF va eseguita senza alcuna perdita pena la bocciatura. E’ per tale ragione molto utile frequentare corsi di formazione prima di affrontare la prova finale.

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A TAURIANOVA Cappuccio Francesco SIRAM spa Milano Cartisano Roberto SIRAM spa Milano

DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo

Scozzafava Massimo SIRAM spa Milano

De Angelis Guido Casalduni

Soluri Giuseppe SIRAM spa Milano

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A NAPOLI

Trovato Antonio SIRAM spa Milano

Battaglia Aniello Ercolano

Donnarumma Pasquale Castellammare di Stabia

Catani Giuseppe Pontelandolfo

Durante Aniello Sorrento

Violante Lorenzo SIRAM spa Milano

Fragnito Angelo Spinazzola Tavaglione Giovanni Peschici

Cosentino Filippo SIRAM spa Milano De Grazia Antonio SIRAM spa Milano Falcone Antonio SIRAM spa Milano Frigato Piergiorgio SIRAM spa Milano Paladino Giuseppe SIRAM spa Milano Puntureri Paolo SIRAM spa Milano Raso Giuseppe SIRAM spa Milano Rodi Michele SIRAM spa Milano

Anche le grandi aziende pubbliche come ENEL richiedono corsi ad hoc al Centro Studi Galileo che collabora pure con ENI ed ENEA. Sono oltre 50 i corsi customizzati ogni anno, in Italia e all’estero.

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Bencivenga Gabriele HOSPITAL CONSULTING spa Bagno a Ripoli

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A BITONTO Iannacone Ciro HOSPITAL CONSULTING spa Bagno a Ripoli Barbano Pasquale HOSPITAL CONSULTING spa Bagno A Ripoli Ribecco Antonello IMET DI RIBECCO LEONARDO Ginosa Bufalo Dario INDUSTRIAL POINT sas San Severo De Giorgi Salvatore IPERFRIGO scarl Salice Salentino

Corso ad hoc presso l’azienda Iglu. Sono molte le aziende che si rivolgono al Centro Studi Galileo per la formazione interna del proprio personale. E’ possibile secondo le esigenze formative programmare i corsi direttamente presso la sede aziendale. I programmi vengono decisi congiuntamente.

Martire Achille MANUTENCOOP F.M. LAMEZIA TERME Lamezia Terme

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A VALLERMOSA

Tarantino Pier Paolo SERVICE PIÙ scarl Salice Salentino

Ancillotti Maurizio Iglesias

Atzori Romano COFLOR DI FLORE sas Nuoro Coltellacci Mario Olbia Deias Riccardo Domusnovas Dettori Paolo Scano di Montiferro

Brandano Giovanni Quirico GIESSE SERVICE DI BRANDANO Olbia Madeddu Stefano Ozieri Pisu Antonello TESEO SOLUZIONI TECNOLOGICHE Selargius Medda Maurizio COMPRESSOR SERVICE srl Cagliari Rossi Claudio ELETTRONICA PROFESSIONALE srl Sassari Fresi Salvatore HAPPY HOUSE Olbia Lecca Raimondo MONDOENERGY srls Capoterra

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A CASALE MONF. Una delegazione di professori universitari cinesi ha visitato lo stabilimento Sanden Vendo di Casale Monferrato. Gli stessi hanno seguito un corso intensivo di formazione sui nuovi gas refrigeranti naturali a cura di Centro Studi Galileo. La sede centrale Centro Studi Galileo di Casale Monferrato accoglie spesso delegazioni in formazione da tutto il mondo (negli ultimi anni da Turchia, Iraq, Repubbliche Russe, Ghana, Spagna…).

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Giusto Daniele AIE CONDIZIONAMENTO sas Vado Ligure


Monaco Santo Minerbio Moraru Vasilica OTT SERVICE srl Novi Ligure Ruvioli Mirko Castagnole Piemonte Fassina Alberto Curtarolo

CORSI A CASALE MONF. AIE CONDIZIONAMENTO sas Giusto Daniele Vado Ligure ARBORE Rè Emanuela Genova AREA scarl Casartelli Alessandro Como AZZURRA SYSTEM srl Ihor Sumyk Borgo Maggiore BERENATO ANTONIO Messina BERTESI GIULIANO San Marino di Carpi BIASETTO ANDREA Cinisello B.mo BIELLA CLIMA Falcone Andrea Biella

Il docente Speranza tiene una lezione pratica nella sede dei Corsi di Taurianova. Sono 15 le sedi in tutta Italia, in ogni regione italiana per soddisfare la richiesta di formazione di tutti i tecnici del freddo. Inoltre consigliamo di iscriversi all’Associazione dei Tecnici italiani del Freddo per mantenersi continuamente aggiornati.

BLUE DIESEL srl Cangelli Antonio Losciale Vincenzo Milazzi Davide Sgherza Luigi Bisceglie

CARRIER DISTRIBUTION ITALY srl Gallicchio Giuseppe Dondoni Franco Righi Lorenzo Pero

CLIMAT srl Prati Mirko Mamiano di Traversetolo

BRB DI BIANCOTTI snc Biancotti Andrea Ceresole Alba

CAT srl Mannino Pierfranco Polato Gianpaolo Limbiate

DECI FABRIZIO Gorgonzola

BUSINI ANDREA Fabriano

D’AGOSTINO DAVIDE Pioltello

DELPHARM NOVARA srl Ferrara Daniele Ferrarese Stefano Cerano

Buenos Aires: le Nazioni Unite e i Ministeri italiano ed argentino dell’Ambiente hanno incaricato il Centro Studi Galileo di organizzare con 10 Industrie italiane una grande presentazione per approfondire le tecnologie disponibili, necessarie per raggiungere gli obiettivi dell’emendamento di Kigali. Una grande opportunità per le aziende italiane del Freddo, settore nel quale l’Italia è numero 1 in Europa, di affermarsi come punto di riferimento in tutta l’America Latina, offrendo opportunità per il mercato nazionale e per le imprese locali. Le conferenze organizzate sono state due, nelle città di Buenos Aires e Rosario, il 4 e il 6 dicembre 2017.

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DEVITO GIAN LUCA Valle San Bartolomeo ELETTRONE snc Tartaglia Davide Torino FADDA FRANCESCO Savona FANCIULLI CRISTIANO Grosseto FRIGOTEC Sandre Gabriele Vittorio Veneto GAGGINO srl Shpella Enea Castellazzo B.da HISENSE ITALIA srl Lombardo Marco Milano IDROMAX DI LOSCAVO Possavino Barbara Capriata Orba LA GRANDE A srl Morganti Romano Ascoli Piceno LOLAICO IMPIANTI srl Lavagna Edoardo Novi Ligure MET DI PREGNO sas Pregno Marco Nizza M.to

A Napoli un gruppo di allievi ha terminato il corso di brasatura e, dopo la consegna degli Attestati, foto di gruppo con il docente Roberto Ferraris. Eseguire una perfetta brasatura è requisito fondamentale per ottenere il Patentino Italiano Frigoristi e necessaria per l’ottima tenuta dell’impianto.

MICHI ARREDO DESIGN srl Calabrese Michele Veruno

MR GRANDI IMPIANTI snc Boninsegna Massimo Caresanablot

MITSUBISHI ELECTRIC KLIMAT TRANSP. SYSTEMS spa Saretta Riccardo Padova

NG SYSTEM Casali Gabriele Kisslinger Robert Perticara Novafeltria

PANIFICIO SAN FRANCESCO spa La Cola Luca Bellotti Roberto Codevilla PROVALLE srl Ponta Manuel Novi Ligure RIZZI PATRICK Monteu SC IMPIANTI DI SALIS Salis Marcello Sedriano SCOTSMAN ICE srl Boga Luca Rasulo Leonardo Romagnoli Guido Bettolino di Pogliano SP SOLUZIONI PROFESSIONALI snc Penati Paola Casale M.to TECNOFRIGO DI GHIRARDINI snc Ghirardini Andrea Reggio Emilia TECO ASSISTANCE snc Nicastro Vincenzo Tuccillo Antonio Cesano Maderno

Rivoira, primaria società di produzione di gas per il settore RAC, è Partner Platinum Centro Studi Galileo e della rivista Industria&Formazione. Collabora con CSG da oltre vent’anni nei principali momenti formativi e informativi, in primis il Convegno Europeo che vedrà la XVIII edizione a giugno 2019 presso il Politecnico di Milano sotto l’egida delle Nazioni Unite. CSG con tutti i suoi partner organizzeranno inoltre un convegno a MCE il 15 e 16 marzo in fiera a Milano.

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TOMASELLO DAMIANO Messina TRENTIN MICHELE Moncalieri


TWINS ELETRIC srl Sardone Alessandro Assago VIOLA LUCA MAURO Cairo Montenotte ZORZI FRIGOTECNICA srl Cardascia Silvio Merano

CORSI A MILANO AGAN srl Marchitelli Luigi Salvatore Burago di Molgora ALMA srl Abdelsalam Mohamed Minniti Nicola Monza AM srl Gorgoglione Luca Asti AMICI GIANLUIGI Udine ARDUINI srl Cleri Stefano Fossombrone BELTRAMELLI SEBASTIANO Osio Sopra CIARMIELLO SIMMACO Casirate Adda CLIMA TEAM MPL srl Abdelali Moustakim Arcari Niccolò Milano

Bruxelles: due momenti di lavoro del Progetto Real Alternatives for life che mira alla formazione continua dei Tecnici del Freddo sui nuovi refrigeranti e le tecnologie derivate.

CLIMACENTO srl Sangalli Gianluca Tommasi Alessandro Cormano

CM CONFORMITÀ DI CARMINATI MAURO Carminati Mauro Presezzo

COMMES srl Luche Luigi Portoscuso DE LUCA TECNOLOGIE De Luca Paolo Gallarate DECI FABRIZIO Gorgonzola EFFEPI DI POLONI Poloni Franco Rovetta ELLETERM ENERGY srl Tartaro Enzo Usmate Velate F5 ONLINE srl Oggionni Samuele Milano FABAR DI BARAGLIA FABRIZIO Frigeri Roberto Gera Lario FRANZI FABRIZIO Milano

Professori universitari cinesi intenti nelle prove pratiche presso il laboratorio della sede centrale Centro Studi Galileo di Casale Monferrato.

HOVAL srl Locatelli Juri Zanica

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CORSI A ROMA CLEAN & MAINTENANCE SYSTEMS srl Astemio Tiziano Latina ECOSINERGY srl Ramos Roberto Teodori Fabio San Benedetto del Tronto FRIGOELETTRICA BRUNO DESTRIERE srl Dell’Aquila Antonio Trentola Ducenta GATTO EMANUELE Copertino PUPO DANIELE Roma REPARTO OPERATIVO GENIO INSTRASTR. Faragalli Mario Roma

Momento della ripresa e registrazione del corso di Chiller con l’operatore Mario con telecamera HD ad alta definizione. Tutti i corsi del Centro Studi Galileo sono disponibili in DVD o e-learning. Il Centro Studi Galileo ha deciso di investire sulle nuove tecnologie in ambito formativo permettendo ai Tecnici del Freddo una formazione continua che non sottrae tempo alle attività quotidiane.

IMQ DI DI MUCCIO Di Muccio Maurizio Solaro MAHMOUD ABDELAZIZ AWAD MOHAMED Awad Shereif Milano

TRENTIN MICHELE Moncalieri URGNANI IDRAULICA Manenti Enrico Bolgare

ROSSATO GROUP srl Di Loreti Daniele Franco Alessandro Sermoneta

CORSI A BRUGINE AMICI GIANLUIGI Udine ELETTROFRIGOR srl Stocco Amerigo Stocco Massimiliano Castelfranco Veneto

FINCANTIERI spa Esposito Alfonso Kocevar Stefano Narduzzi Dario Pigani Lorenzo Trieste FRIGOCOLD srl Boniolo Alex Erraji Amine Arzergrande FRIGOTECNICA FERRARI Ferrari Emilio San Zenone al Lambro ZORZI FRIGOTECNICA srl Gerstgrasser Markus Martinello Daniele Palmiero Luigi Spagnuolo Gaetano Merano

CORSO DI FORMAZIONE PER IL PERSONALE ADDETTO AL RECUPERO DEI GAS FLUORURATI NEI VEICOLI A MOTORE REG. CE 307/2008 PRESSO TRIX DI BRESCIA Brembilla Roberto Burgio Vincenzo Galloni Alessandro Mansi Sergio Mastrelli Giuseppe Montini Gianluca Napoleone Giuseppe Nava Stefano Rinaldi Dario Candido Sangineto Pierfrancesco Surdi Giuseppe Terraroli Mauro Vizzari Annunziato

MAR srl Dadi Ephrem Tulu Latiano PARADA MARTINEZ JORGE ANTONIO Melzo SACCO MICHELE Corsico SANGALLI IMPIANTI srl Colombo Raffaele Cuna Alessandro Besana Brianza SEGÙ srl Segù Matteo Lipomo SZUBA RAFAL MARCIN Seveso TECHNOFLUID srl Di Bartola Giuseppe Olivarella

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Editoriale

Le tre tappe del cambiamento Il Centro Studi Galileo protagonista nella prima fase di transizione a Parigi, Bruxelles e Chicago Inizia il Phase-Down 2018

SILVIA ROMANÒ International Affairs Officer Centro Studi Galileo

Vieni al prossimo Convegno gratuito CSG: 15 marzo 2018 a MCExpocomfort

Come preannunciato nella scorsa edizione di Industria & Formazione, il nuovo anno 2018 è cominciato all’insegna degli incontri internazionali tra i big del settore della refrigerazione e del condizionamento di tutti i Paesi. Lo scopo: collaborare ed unire le forze per mettere in pratica tutte le misure necessarie ad accogliere i cambiamenti imposti dalle scadenze di Kigali. È interesse comune assicurare il

benessere dell’ambiente, ma anche dell’industria e dell’economia; per questo, infatti, numerosi esperti internazionali si sono riuniti nelle tre città cardine per il freddo dell’Europa e degli Stati Uniti d’America: Parigi, Bruxelles e Chicago. Dal 15 al 19 gennaio ha preso le mosse a Parigi l’Inter-Regional Thematic and Network Meeting per National Ozone Officers, primo incontro di questo genere promosso dall’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UN Environment OzonAction) in collaborazione con l’Unesco, che ha ospitato presso la

sua sede parigina la settimana di lavori. L’evento è parte integrante del particolare Programma di Assistenza (CAP) che l’Agenzia riserva ai Paesi in via di sviluppo, cosiddetti “Articolo 5”, per facilitare sia l’implementazione delle misure imposte dal Protocollo, che l’accesso ai fondi internazionali per lo sviluppo eco-sostenibile. Il meeting è stato utile per coordinare le azioni ed i progetti futuri degli Stati presenti circa il phase-down degli HFC, essendo il 2018 l’anno della prima tappa sancita dall’Emendamento al Protocollo di Montreal. Tra i relatori figurano Marco Buoni,

Parigi: sala gremita presso la sede parigina dell’UNESCO in occasione del primo meeting internazionale per Coordinatori Nazionali del programma Ozono dell’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite, con una speciale partecipazione del Centro Studi Galileo con 2 interventi.

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Direttore Tecnico del Centro Studi Galileo e Vicepresidente dell’Associazione Europea dei Tecnici del Freddo AREA, e Madi Sakande, docente esperto del CSG ed imprenditore del settore. Rispettivamente, il Direttore ha tenuto la propria relazione in una sessione speciale dedicata alle Nazioni del west Asia, che manifestano particolari bisogni in tema di condizionamento ed energie rinnovabili; Madi Sakande è invece intervenuto nella quinta sessione dei lavori con una relazione sulle attività chiave per le Nazioni in via di sviluppo coinvolte nella fase di riduzione graduale dei gas ad effetto serra. Contemporaneamente, si è svolto il primo meeting dell’anno di Real Alternatives 4 Life a Bruxelles, cuore pulsante dell’Europa nonché sede di numerose associazioni del settore HVAC/R. I membri fondatori del progetto europeo (Realalternatives.EU/Home) si sono riuniti per discutere lo stato dei lavori, analizzare i primi dati provenienti dal mercato in merito all’utilizzo sempre più massiccio di refrigeranti alternativi e per decidere le linee guida da seguire nel corso dei prossimi mesi. Come sempre, focus del lavoro sono l’efficienza energetica e la sicurezza degli impianti, sia per garantire il benessere e la salute delle persone, sia per limitare le fughe di gas e, di conseguenza, anche le perdite economiche. Il progetto è poi sbarcato a Chicago, Stati Uniti, il 22 gennaio in occasione dell’AHR Expo: l’esposizione più grande su suolo americano in tema di condizionamento, riscaldamento e refrigerazione con più di 2000 costruttori e fornitori. In un contesto quanto mai internazionale, con una ricca fonte di dialogo e confronto sulle ultime tecnologie, Real Alternatives ha presentato un seminario sui refrigeranti a basso impatto ambientale. I nuovi gas, infatti, hanno la pecca di essere leggermente infiammabili, richiedendo utilizzi accorti e formazione specifica. Questo workshop ha dato ai numerosi partecipanti l’opportunità di conoscere i refrigeranti a basso GWP in modo più ampio, esplorando le questioni relative alla sicurezza, all’affidabilità dei macchinari e alle

Chicago: l’ing. Marco Buoni intervista il Presidente ASHRAE Bjarne Wilkens Olesen. Per maggiori informazioni, vedi pag. 23. Nel prossimo numero la trascrizione dell’intervista.

tematiche ambientali, con particolare attenzione ai fluidi naturali come la CO2, gli HC e l’ammoniaca. In occasione dell’Ashrae Winter Meeting di Chicago, il Vicepresidente Affari Internazionali dell’associazione europea AREA Marco Buoni ha intervistato il nuovo Presidente dell’Associazione statunitense ASHRAE, Bjarne Wilkens Olesen. Olesen figura come il primo Presidente non di madrelingua inglese della più importante Associazione di categoria americana, ed il secondo non nordamericano. È stato un momento di incontro molto importante, che ha messo in contatto due uomini europei al vertice di importanti associazioni mondiali del settore. È proprio questa la chiave di volta della nuova esperienza ASHRAE: un europeo al vertice della principale associazione americana avvicinerà gli Stati Uniti alle politiche europee in materia di protezione del clima e phase-down dei refrigeranti dannosi per l’ozono. L’Europa guida a livello mondiale la grande svolta del cambio dei refrigeranti. Una vera e propria rivoluzione per il settore, che sta portando cambiamenti importanti nelle apparecchiature, nella manutenzione e nell’utilizzo finale. A questo proposito, Centro Studi Galileo presenterà a marzo il prossimo convegno internazionale in occasione della Mostra Convegno Expocomfort, la più grande esposizione europea di nuove tecnologie in ambito del comfort abitativo: condizionamento, riscaldamento, energia e refrigerazione.

Il convegno, patrocinato ancora una volta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sarà un importante mezzo per fare luce sul delicato “Passaggio ai Refrigeranti Alternativi: Impatto su Nuovi e Vecchi Impianti”. I maggiori esperti del settore ed i rappresentati delle principali ditte produttrici di fluidi e componenti, sia italiane che estere, presenteranno le loro soluzioni all’avanguardia per far fronte al cambiamento in atto. Dopo un iniziale aggiornamento circa le ultime regolamentazioni europee (Regolamento EC 517/2014) e le normative specifiche della riduzione graduale dei gas dannosi, si accentuerà l’importanza riservata alla formazione quale strumento indispensabile di progresso e sicurezza sul lavoro. Il congresso continuerà con un approfondimento sull’attrezzatura, gli impianti e le nuove componenti e come queste saranno interessate dall’utilizzo di gas refrigeranti alternativi, quali l’R32, l’R290 e l’R600a, l’R744, le miscele HFO-1234yf/ze/za. La conferenza conterà sullo straordinario coordinamento dei tre professori universitari di maggior rilievo: Alberto Cavallini, Professore Emerito presso l’Università degli Studi di Padova nonché Presidente Onorario dell’Istituto Internazionale del Freddo di Parigi; Marco Masoero, Professore presso il Politecnico di Torino; Ennio Macchi, Professore Emerito presso il Politecnico di Milano. Anche il tavolo dei Presidenti è ricco di personalità di spicco del settore; si tratta infatti dei principali esponenti di cinque fra le maggiori associazioni del settore del freddo e del condizionamento. Didier Coulomb, Direttore Generale dell’IIR-IIF di Parigi; Bjarne Olesen, neoeletto Presidente dell’americana ASHRAE; Per Jonasson, Presidente uscente dell’europea AREA; Andrea Voigt, Direttrice dell’EPEE; Francesco Scuderi, Vicesegretario Generale dell’Eurovent. Ricordiamo che l’ingresso al Convegno sarà gratuito, in quanto CSG vuole favorire l’accesso alle nuove tecnologie per tutti i suoi allievi e collegati, nello spirito di garanzia di continua formazione ed informazione dei Tecnici del Freddo. ●

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Speciale legislazione internazionale sui refrigeranti

Potenziale impatto dell’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal nella scelta di refrigeranti alternativi

FABIO POLONARA1,5, LAMBERT J.M. KUIJPERS2,5, ROBERTO A. PEIXOTO3,4,5 Parigi: Interregional and Network Meetings for National Ozone Officers

Vieni al prossimo Convegno gratuito CSG: 15 marzo 2018 a MCExpocomfort

Articolo tratto dal 17° Convegno Europeo Richiedere atti e video INTRODUZIONE I clorofluorocarburi (CFC), gli idroclorofluorocarburi (HCFC) e le altre sostanze che distruggono l'ozono stratosferico (ODS, Ozone Depleting Substances) sono anche potenti gas ad effetto serra (GHG, GreenHouse Gases). La eliminazione di tali sostanze chimiche come dettato dal Protocollo di Montreal e la conseguente riduzione delle emissioni e delle concentrazioni atmosferiche hanno dato un enorme contributo alla protezione del clima, accanto all'intento originario del Protocollo di Montreal di proteggere lo strato di ozono. È stato stimato che il totale delle emissioni di ODS annualmente evitate sarebbe equivalente a circa 10 Gt di CO2-eq nel 2010, pari a circa cinque volte l'obiettivo annuo di riduzione del Protocollo di Kyoto per il periodo 2008-2012 (Velders et al. 2007). Secondo altri studi (Velders et al,

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1Università

Politecnica delle Marche, Ancona (Italy), 2A/genT Environmental Consultancy (Netherlands), 3Instituto Mauá de Tecnologia, Sao Paulo (Brazil), 4London South Bank University, London (UK), 5United Nations Environment Program, RefrigerationTechnical Options Committee - UNEP RTOC 2012, 2014), la ricaduta positiva sul cambiamento climatico portata dal Protocollo di Montreal potrebbe essere ridotta o vanificata completamente nel futuro se le emissioni dei sostituti di ODS con elevati potenziali di riscaldamento globale (come alcuni HFC, idrofluorocarburi) continueranno ad aumentare. Sulla base di queste proiezioni, le parti del Protocollo di Montreal hanno, già nel 2009, cominciato a discutere sulla opportunità di aggiungere anche gli HFC ai piani di controllo propri del Protocollo di Montreal. E’ ben noto che idrofluorocarburi (HFCs) siano stati sviluppati come alternative agli ODS e siano stati ampiamente utilizzati negli ultimi 30 anni in diversi settori della refrigerazione, dell’aria condizionata e delle pompe di calore (RACHP). E’ anche ben noto, però, che gli HFC sono gas con potenziale di effetto serra (GWP. Global Warming Potential) elevati o molto elevati, fino a 14'800. (UNEP, 2016) I principali argomenti che sono stati considerati per favorire l'inclusione degli HFC come sostanze controllate nel quadro del Protocollo di Montreal sono i seguenti: • Gli HFC sono stati sviluppati e promossi a seguito delle misure di controllo del protocollo di Montreal CFC e HCFC; • Il quadro creato dal protocollo di Montreal per la fase di esaurimento dei CFC e degli HCFC nei settori in cui si utilizzano gli HFC sarebbe il metodo più appropriato ed efficace per il controllo della produzione e del consumo di HFC.

I paesi che, invece, almeno inizialmente hanno contrastato l’emendamento hanno usato come motivazione il fatto che gli HFC non sono ODS e quindi non potevano essere inclusi in un accordo internazionale stabilito per controllare l'uso di ODS. Nelle discussioni che si sono svolte nel corso degli anni, altri argomenti sono stati utilizzati come ostacolo all’inclusione degli HFC nel Protocollo di Montreal, come il sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo, la disponibilità commerciale delle alternative agli HFC, il trasferimento di tecnologia e così via. Dopo quasi 8 anni di discussioni intense, le parti del Protocollo di Montreal hanno superato i principali ostacoli raggiungendo una decisione condivisa e nel 28° Meeting of the Parties, il 15 ottobre 2016 a Kigali, in Ruanda, hanno deciso di aggiungere 17 HFC al Protocollo (Gruppo I). I 17 fluidi sono elencati nell’allegato F del protocollo, con un proprio potenziale di riscaldamento globale, calcolato utilizzando i valori del rapporto IPCC AR4 (IPCC, 2007). L'allegato presenta anche il GWP di CFC e HCFC. Include anche l’HFC-23 (Gruppo II), refrigerante usato per le basse temperature, che scaturisce principalmente come sottoprodotto negli impianti di produzione di HCFC-22. Gli HFC sono dunque diventati sostanze controllate nel quadro del Protocollo di Montreal, con programmi specifici di controllo adottati per i paesi in via di sviluppo e per quelli sviluppati. I paesi sviluppati (n-A5) inizieranno a ridurre i gas HFC entro il 2019. I


paesi in via di sviluppo (A5) seguiranno congelando i consumi nel 2024, con alcune eccezioni per le quali la procedura di congelamento dei consumi partirà nel 2028. L'emendamento di Kigali entrerà in vigore il 1 ° gennaio 2019, a condizione che sia stato ratificato da almeno 20 parti del Protocollo di Montreal (o 90 giorni dopo la ratifica da parte della 20a parte, a seconda di quale evenienza avvenga più tardi). L’EMENDAMENTO DI KIGALI Nell’allegato F al Protocollo di Montreal i fluidi sono elencati in base ai propri valori di GWP, i quali verranno utilizzati per la conversione della quantità di HFC in massa in emissioni equivalenti di anidride carbonica (CO2-eq) in tutti i rapporti che i paesi devono presentare per dimostrare l’effettiva attuazione della riduzione del consumo di HFC. L’inclusione degli HFC tra le sostanze controllate dal Protocollo di Montreal non avrà ripercussione sugli obblighi che i paesi hanno con la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). L'emendamento non avrà infatti alcun effetto di esentare le parti nei loro impegni di inviare alla UNFCCC le relazioni sull’inventario delle emissioni di HFC (come stabilito negli articoli 4 e 12 dell'FCFCCC). In altre parole, il consumo e la produzione di HFC saranno controllati nel quadro del Protocollo di Montreal, mentre le emissioni di HFC continueranno a essere riportate nell'ambito dell'UNFCCC.

L'emendamento di Kigali ha diversi profili temporali per la riduzione del consumo degli HFC e anche per l’anno di inizio del processo di phasedown. Ci sono due diversi profili per i paesi compresi nell’articolo 5 (paesi in via di sviluppo) e due profili per i paesi non appartenenti all'articolo 5 (paesi sviluppati). La ragione per la quale nel calcolo del consumo nell’anno di inizio della procedura di eliminazione siano stati inclusi sia gli HFC che una quota di HCFC risiede nel fatto che gli HFC sono considerati utilizzati come alternative per una certa porzione di HCFC ancora da eliminare. Nei rapporti che i paesi redigeranno per dimostrare il rispetto del Protocollo di Montreal le informazioni relative alla produzione, al consumo, alle importazioni, alle esportazioni e alle emissioni di HFC verranno sempre espresse in CO2-eq e non in massa di HFC. POTENZIALI IMPATTI SULLA SCELTA DEI REFRIGERANTI L'emendamento di Kigali rafforza la spinta verso le applicazioni che utilizzano refrigeranti a basso valore di GWP e accelera l'innovazione per le tecnologie sostenibili nel settore RACHP. Considerando ad esempio la sostituzione R-410A e HCFC-22, l'elenco delle alternative comprende le sostanze pure, quali HFC-32, HC-290, HC1270, R-717, R-744 e alcune nuove miscele. Tali miscele hanno come componente le cosiddette idrofluoroo-

lefine (HFOs), HFC insaturi, come l’HFO-1234yf e l’HFO-1234ze (E), insieme agli HFC tradizionali (saturi) per ottenere le caratteristiche desiderate dalla miscela: basso GWP, minore infiammabilità, compatibilità con il lubrificante. (UNEP, 2016). Negli ultimi 3 anni (e quindi dopo la pubblicazione del rapporto RTOC, 2014) sono state proposte per essere sottoposti a test o sono stati sottoposti a test nei programmi industriali ben 80 miscele, la maggior parte delle quali contiene HFO. Molte di queste miscele sono in attesa di ricevere o hanno appena ricevuto il proprio numero e quindi sono state pubblicate sulle norme ISO 817 e ASHRAE 34 (UNEP, 2016). Considerando la probabilità dello sviluppo di nuove molecole (refrigeranti puri), è necessario ricordare che in passato sono stati compiuti significativi sforzi per trovare nuovi fluidi, ma un recente studio (McLinden, et al.2015), dopo aver iniziato con un database di oltre 150 milioni di sostanze chimiche, ha scrutinato oltre 56.000 molecole di piccole dimensioni senza trovarne alcuna adatta allo scopo. Se ne può concludere che le prospettive di scoprire nuove sostanze chimiche che offrano prestazioni migliori rispetto ai fluidi attualmente conosciuti sono minime. Considerando specifiche applicazioni RACHP, si può ricordare che l’HFC-32 è un'alternativa per l'impiego in una certa gamma di condizionatori d'aria di media grandezza, e c'è l'occasione per un'applicazione molto più ampia degli idrocarburi anche in refrigerazione commerciale. Il problema dell'infiammabilità degli idrocarburi (refrigerante A3) è molto importante e sarà necessario affrontare una revisione della normativa internazionale. Questa è una discussione già in corso all'interno delle commissioni tecniche internazionali. Una volta che il problema dell’infiammabilità sia stato adeguatamente affrontato nella normativa è verosimile attendersi che macchine più grandi saranno equipaggiabili con idrocarburi rispetto a quanto non si possa fare attualmente. Tutto ciò in accordo con quanto riporta una recente relazione della Commissione Europea (CE, 2016) sulle barriere poste dai codici, dagli standard e dalla legislazione all'utilizzo di tecnologie favorevoli al clima nei set-

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Tabella: programma di phase-down per gas HFC nei Paesi Articolo 5 e non-Articolo 5 Paesi A5 (in via di sviluppo) Gruppo 1

Paesi A5 (in via di sviluppo) Gruppo 2

Paesi non-A5 (sviluppati)

Livelli medi di consumo di HFC Livelli medi di consumo di HFC Livelli medi di consumo di HFC per il 2011-2013 + 15% del per il 2024-2026 + 65% per il 2020-2022 + 65% Formula di riferimento riferimento per del riferimento per del riferimento per idroclorofluorocarburi (HCFC) idroclorofluorocarburi (HCFC) idroclorofluorocarburi (HCFC)* Freeze 1 passo 2 passo 3 passo 4 passo Stato stazionario

2024 2029 – 10% 2035 – 30% 2040 – 50%

2028 2032 – 10% 2037 – 20% 2042 – 30%

2045 – 80%

2047 – 85%

– 2019 – 10% 2024 – 40% 2029 – 70% 2034 – 80% 2036 – 85%

* Livello base del 25% del riferimento per HCFC suddiviso in due step (1) riduzione del 5% entro il 2020 e (2) del 35% entro il 2025 per: Bielorussia, Federazione Russa, Kazakhstan, Tajikistan, Uzbekistan. Note: 1. Gruppo 1: Paesi Articolo 5 non parte del Gruppo 2 2. Gruppo 2: Bahrain, India, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti 3. Revisione della tecnologia nel 2022 ed ogni 5 anni 4. Revisione della tecnologia tra i 4 e 5 anni prima del 2028; da considerare differimento di conformità di 2 anni dal freeze del 2028 per il Gruppo 2 degli Articolo 5 per facilitare la crescita in settori rilevanti sopra certe soglie.

tori della refrigerazione, dell'aria condizionata, delle pompe di calore e dei materiali isolanti. Nel caso dei sistemi di condizionamento per autoveicoli (Mobile Air Conditioning, MAC), una buona percentuale di essi utilizzerà l’anidride carbonica (R-744), anche se la maggioranza finirà per utilizzare l’HFO-1234yf. Il settore dei chillers sarà probabilmente monopolizzato dagli HFO1234ze e HFO-1233zd, mentre i refrigeranti naturali (l’R-744 in particolare) vedranno un utilizzo sempre maggiore nella refrigerazione commerciale in tutto il mondo - sia in sistemi in cascata (R-744 per bassa temperatura in cascata con un secondo refrigerante che può anche essere l’R-717) che in sistemi transcritici. I sistemi transcritici sono stati studiati in modo estensivo per ridurre la loro penalizzazione energetica a temperature ambiente elevate attraverso l'utilizzo di eiettori e compressione parallela (UNEP, 2016). In condizioni di temperature ambiente più basse i sistemi transcritici offrono già vantaggi legati al recupero e al riutilizzo di calore nei sistemi di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. La selezione del refrigerante per il futuro sarà pesantemente correlata alla percezione della "certezza" a lungo termine del suo utilizzo, legata ad un basso valore di GWP, e poi saranno importanti i vantaggi com-

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merciali, i costi, l'efficienza energetica, la sicurezza e gli aspetti di manutenzione. Al momento è probabile che i fluidi naturali (ammoniaca, CO2, idrocarburi) avranno un futuro legato ad apparecchiature appositamente sviluppate per il loro utilizzo mentre i più costosi liquidi sintetici (HFO, HCFO, miscele HFC/HFO) saranno impiegati nelle macchine precedentemente pensate per gli HCFC e i gli HFC. Considerando le miscele di HFC/HFO, la questione è se saranno limitate ad apparecchiature dove non è prevista alcuna riprogettazione, o saranno impiegate anche nei nuovi progetti. È infine molto probabile che in futuro ci sia solo un numero molto limitato di miscele HFC/HFO (Kuijpers, 2017): l'industria RACHP non potrà accettare a lungo la presenza di un grande numero di miscele tra le quali scegliere quella più adatta per i propri prodotti. CONCLUSIONI L'emendamento di Kigali costituisce un ulteriore, importante, slancio verso l’impiego di refrigeranti a basso GWP che aveva preso il via con la Direttiva F-gas. Esso comporta inoltre una seria promozione per l'innovazione nel campo delle tecnologie RACHP sostenibili. Alcune tecnologie prive di HFC presentano barriere alla diffusione a causa di norme tecniche restrittive, in

particolare per i refrigeranti infiammabili. Per consentire la transizione a refrigeranti infiammabili a basso GWP, è in corso una revisione delle normative sui limiti di carica attualmente utilizzati. L’applicazione dei refrigeranti a basso GWP si accompagnerà sicuramente agli sforzi concentrati sull'efficienza energetica, o meglio, sulla riduzione del consumo di energia. Non ci si potrà concentrare solo sulle proprietà termo-fisiche del refrigerante, ma saranno determinanti anche la progettazione dell'apparecchiatura, la configurazione del sistema, l'efficienza dei componenti, i sistemi di controllo. La scelta del refrigerante sarà quindi una combinazione di efficienza energetica, costi e prestazioni ambientali, inclusi gli aspetti relativi alla sicurezza associati alla tossicità del refrigerante e all'infiammabilità. L'uso di refrigeranti puri, cioè HFO e refrigeranti naturali, compresi gli idrocarburi, può essere ragionevolmente ampliato dopo il 2019-2020, quando usciranno le modifiche alle normative. Per il momento si può osservare che tutto il settore sta attraversando un momento di eccezionale dinamicità, guidato sia dalla ricerca dei miglioramenti in termini di efficienza energetica sia dalla necessità di trovare le migliori soluzioni possibili, anche per il lungo periodo, nel campo dei fluidi di lavoro compatibili con il cambiamento climatico. ●


ULTIME NOTIZIE Webinar “EN378, ISO E A2L – A3, infiammabilità, cariche massime e utilizzo dei refrigeranti”: grande successo

2. Quanta importanza da’ ASHRAE alla Formazione continua dei Tecnici del Freddo? 3. Il Governo USA ha idee particolari sul clima. Qual è la posizione di Ashrae in merito? Maggiori informazioni su www.industriaeformazione.it

F-Gas, le imprese certificate sono oltre il 50% di quelle iscritte al registro

Grande successo per l’ultimo evento formativo online del Centro Studi Galileo che si è svolto il 19 dicembre. Il webinar “EN378, ISO E A2L – A3, INFIAMMABILITÀ, CARICHE MASSIME E UTILIZZO DEI REFRIGERANTI” ha visto come relatori Marco Buoni, VicePresidente AREA, Marek Zgliczynski, R&D Commercial Refrigeration di Embraco e Edoardo Monfrinotti, Account and Business Development Manager Chemours. Cliccando sul video è possibile rivedere per intero la conferenza. Maggiori informazioni su www.industriaeformazione.it

Intervista al Presidente di ASHRAE Bjarne Wilkens Olesen Il VicePresidente Affari Internazionali di AREA Marco Buoni, nel corso dell’Ashrae Winter Meeting di Chicago ha intervistato il Presidente dell’Associazione statunitese ASHRAE Bjarne Wilkens Olesen che è il primo Presidente non di madrelingua inglese e il secondo non statunitense nella storia dell’importante sodalizio. Un momento di incontro importante quello avvenuto in Illinois che ha messo in contatto due europei al vertice delle principali associazioni mondiali del settore. E’ proprio questa la chiave di volta della nuova esperienza Ashrae: un europeo al vertice della principale associazione americana avvicinerà gli Stati Uniti alle politiche europee in materia di protezione del clima e phase down dei refrigeranti dannosi. Le tre domande principali sono state: 1. Qual è l’obiettivo principale della Tua Presidenza? Estendere la nostra comunità, esplorare nuovi orizzonti tecnologici e far crescere i valori fondativi dell’Associazione presso i soci?

Continuano ad aumentare le imprese e le persone che si iscrivono al Registro F – Gas, ma quel che più conta è che sale anche la percentuale delle persone e delle imprese certificate rispetto a quelle iscritte. È quanto emerge dai dati Unioncamere – Ecocerved elaborati da CNA e riferiti ai settori della refrigerazione, del condizionamento d’aria ed alle pompe di calore. L’aspetto più significativo è che tra le imprese la percentuale di quelle certificate su quelle iscritte al Registro supera per la prima volta il 50%; solo qualche anno fa (2014) era ancora sotto il 30%. La provincia di Bolzano, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia i territori dove il rapporto supera di gran lunga il 50%, ma è un po’ in tutto il nord, in Toscana e nelle Marche che il numero delle imprese certificate è maggiore di quello delle aziende semplicemente iscritte al Registro. Anche tra le persone, secondo i numeri di Unioncamere – Ecocerved, prosegue la crescita della percentuale di quelle certificate sul totale delle iscritte. È un aumento più lento, anche perché siamo al 73%, ma costante nel tempo. Nelle due province trentine, in Friuli Venezia Giulia ed in Umbria si arriva a superare l’80%, soglia alla quale si avvicinano anche Lombardia e Veneto. Maggiori informazioni su www.industriaeformazione.it

Anche la Turchia adotta la regolamentazione F-Gas Ottima notizia per questo inizio di 2018: la Repubblica di Turchia ha adottato la regolamentazione F-Gas su mo-dello Europeo. Il provvedimento fa parte delle iniziative che la Turchia intraprende da anni per la modernizzazione del proprio comparto RAC e delle azioni necessarie ad avvicinare lo stato, porta naturale tra occidente ed oriente, all’Unione Europea. “Abbiamo lavorato moltissimo con il Governo e le Associazioni Turche di settore per raggiungere questo risultato” dichiara Marco Buoni, VicePresidente Affari Internazionali di AREA, che prosegue “Da oggi la Turchia inquinerà meno, garantirà maggiore sicurezza e più qualità. Sono tantissime le imprese italiane che operano in Turchia nei distretti di Smirne e Manisa con i quali sono frequenti missioni di carattere tecnico commerciale. E’ molto utile che anche le nazioni esterne alla UE adottino i nostri sistemi di certificazione e partecipino con impegno alla phase – down HFC per non vanificare i nostri sforzi in materia di difesa del clima”. Maggiori informazioni su www.industriaeformazione.it

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Speciale sostituzione refrigeranti ad alto GWP

Vuoi rimanere competitivo? Allora NON installare più R-404A / R-507A!

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PERCHÉ AGIRE SUBITO? Nel 2018 ci sarà una forte riduzione della disponibilità degli HFC e nel 2020 verrà imposto il limite di 2500 al GWP. Non hai scelta: se vuoi restare competitivo non devi più installare R-404A / R-507A DA ORA ! A partire dal 2018 il Regolamento Europeo F-Gas (UE 517/2014) impone un consistente taglio alle quantità di HFC disponibili sul mercato dell’Unione Europea.

Perciò, il phase-down porta ad eliminare gli HFC con più alto GWP, come l’R-404A e l’R-507A. Se il consumo di questi HFC non diminuirà rapidamente, allora gli altri HFC, comprese le miscele che contengono HFC, ne sopporteranno le conseguenze. Gli HFO puri, la CO2, gli idrocarburi, l’ammoniaca, gli HFC riciclati o rigenerati non sono interessati dal phase-down Oltre alla consistente riduzione dell'uso degli HFC nel 2018 e nel 2021, il Regolamento Europeo sugli F-Gas dal 2020 vieta l’uso degli HFC con GWP>2500 nelle nuove apparecchiature per la refrigerazione e anche per l’assistenza e la manutenzione degli impianti di refrigerazione con carica pari o superiore a 40 t CO2 equivalente (circa 10 kg di 404A / R507A). Unica eccezione: gli HFC riciclati e rigenerati – anche se con GWP>2500 – possono essere ancora usati per l’assistenza fino al 2030. Dal 2022, gli HFC con GWP≥150 saranno vietati in tutti i nuovi impianti commerciali di refrigerazione centralizzati multipack≥4 (tranne alcuni tipi di impianti in cascata) e nei frigoriferi e congelatori commerciali di tipo stand-alone.

Il processo di riduzione, cioè il phase-down degli HFC, si basa su un sistema di quote. Le quote sono espresse in CO2 equivalente.

CHE RISCHI CORRIAMO SE NON FACCIAMO QUALCOSA ? Conseguenze sui prezzi: un’indagine della Commissione Europea rivela un consistente aumento del prezzo degli HFC dall’inizio del 2017 e prevede che il trend continui. Il prezzo dell’R-404A è aumentato più del 500% da gennaio 2017.

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Carenza immediata o addirittura non disponibilità degli HFC con alto GWP come l'R-404A e l'R-507A ma anche di altri refrigeranti contenenti HFC, se non ci saranno diminuzioni nell’uso di R-404A e R-507A,

COSA PUOI FARE ? Non aspettare agisci subito! ➔ Non usare R-404A / R-507A nei nuovi impianti. ➔ Negli impianti esistenti sostituisci l’R-404A / R-507A con refrigeranti a più basso GWP quando i circuiti sono soggetti a fughe e/o altri guasti. ➔ Riduci le fughe. ➔ Riduci il più possibile la quantità di refrigerante in ciascun circuito. ➔ Recupera, ricicla e rigenera i refrigeranti. Maggiore è il suo GWP, più il refrigerante sarà interessato dal processo di phase-down degli HFC e maggiore sarà l’aumento del suo prezzo e la possibilità di carenze.

Controlla sempre gli standards, le norme di riferimento e le istruzioni dei costruttori quando usi refrigeranti infiammabili.

QUALE REFRIGERANTE USARE IN IMPIANTI NUOVI? • Il tuo cliente desidera un nuovo impianto? • L’impianto esistente è troppo vecchio per essere retrofittato e/o è in cattivo stato? ➔ Allora è necessario installare un nuovo impianto Garantisci sempre un funzionamento sicuro ed energeticamente efficiente dell’impianto.

QUALI ALTERNATIVE ESISTONO PER GLI IMPIANTI A R-404A/R-507A? Esistono numerose alternative per sostituire l'R-404A e l'R-507A negli impianti nuovi ed in quelli esistenti. Ma proprietà come la capacità volumetrica, la pressione, l'infiammabilità, la tossicità, etc. dei sostituti possono differire molto da quelle dei predecessori. Perciò è sempre importante verificare la CLASSIFICAZIONE compatibilità dei comA3 Altamente infiammabile ponenti ed avere il A2 Infiammabile consenso del produt- A2L Leggermente infiamm. tore del compressore. A1 Non infiammabile La sicurezza è più importante che mai visto che molte alternative a R-404A e R-507A sono infiammabili. Molte alternative sono attualmente alla studio e saranno commercialmente disponibili in un secondo momento. Questa informativa, perciò, verrà aggiornata periodicamente e gli installatori sono invitati a contattare i loro fornitori per le ultime novità.

COSA SIGNIFICA TUTTO CIÒ? Una differenza sostanziale tra le categorie è il Limite Inferiore di Infiammabilità (LFL) del refrigerante. Per esempio, con un gas A3 come l’R290, il LFL (in g/m3) è quasi 8 volte inferiore che con un gas A2L. Un’altra differenza è la velocità di propagazione che è molto più bassa con i gas A2L rispetto agli A3. In termini pratici significa che per esempio in spazi occupati sono possibili cariche di refrigerante notevolmente maggiori con i refrigeranti A2L rispetto agli A3.

Altamente infiammabile (A3)

Leggermente infiammabile Non infiammabile (A2L) (A1)

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DUE PAROLE SUL RECUPERO DEL REFRIGERANTE I refrigerantI riciclati e rigenerati nell’UE non sono compresi nel phase-down degli HFC. Perciò possono alleggerire il processo di phase-down garantendo la disponibilità di ulteriori quantità di refrigerante sul mercato. Non farti sfuggire questa opportunità!

Altamente infiammabile Leggermente infiammabile Non infiammabile (A3) (A2L) (A1)

QUANDO FARE RETROFIT E QUALE REFRIGERANTE USARE ?

Dal 2030, l’uso di refrigeranti riciclati e rigenerati con GWP>2500 sarà vietato negli impianti con carica pari o superiore a 40 t CO2 eq. (circa 10 kg di R-404A o R-507A). Recupera e rigenera i refrigeranti al termine della loro vita lavorativa o quando esegui il retrofit di un impianto cosicchè possano essere usati ancora in maniera sicura. Sfiatare refrigerante è vietato dal Regolamento F-Gas e passibile di multe.

• Il tuo impianto è soggetto a fughe e/o altri guasti ma non è ancora giunto al termine della sua vita lavorativa utile? • Il cliente non vuole investire denaro per un nuovo impianto? ➔ Allora potresti eseguire un retrofit Assicurati sempre che i refrigeranti vengano recuperati per poter essere rigenerati quando esegui il retrofit. Criteri per la scelta del refrigerante sostitutivo quando esegui il retrofit su un impianto a R-404A / R-507A • La capacità non deve essere significativamente inferiore a quella del refrigerante originario. • Le pressioni non devono essere significativamente più alte. • I refrigeranti leggermente infiammabili, infiammabili o molto tossici non sono adatti per il retrofit di impianti esistenti. • La temperatura di scarico, la portata massica, la relazione pressione/temperatura, la compatibilità con oli ed elastomeri in molti casi è diversa da quella dell’R-404A / R-507A. Verifica sempre con i produttori dei componenti, specialmente del compressore, la compatibilità dell’operazione. GWP < 1500 R-448A, R-449A, R-407H Media e Bassa GWP < 2500 R-407A, R-407F, R-452A Temperatura Non infiammabile (A1)

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AGISCI SUBITO... ... non installare più R-404A / R-507A! Scegliere il refrigerante più appropriato è strategico per proseguire e far crescere la tua attività. Per tale motivo le associazioni delle industrie europee AREA, EPEE ed EFCTC hanno unito le loro forze per avvertire il mercato ed informare sull’urgenza di abbandonare l'R-404A / R-507A.


Lo sviluppo dei Paesi e la catena del freddo: strade diverse per un obiettivo comune MARCELLO COLLANTIN, Docente Centro Studi Galileo

Speciale partecipazione del CSG all’incontro FAO a Roma.

Da decenni il Centro Studi Galileo collabora con i maggiori enti ed istituzioni internazionali, tra cui in particolare citiamo ora la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Nel mese di novembre presso il quartier generale di Roma ha avuto luogo un incontro incentrato sul progresso della catena del freddo nei Paesi in via di sviluppo; il meeting ha visto la partecipazione di esponenti di Università ed organismi sia pubblici che privati, tra cui anche il Centro Studi Galileo, chiamato a partecipare in qualità di esperto. Per il CSG è intervenuto l’ing. Marcello Collantin, competente di design e training per il condizionamento, le energie rinnovabili e la refrigerazione. Scopo della tre-giorni è stato analizzare la situazione corrente della catena del freddo nei Paesi dell’Africa, sia in termini di tecnologia che di necessità e bisogni della popolazione. Particolare interesse è stato riservato ai seguenti prodotti: latte, pesce, carne, frutta e verdura, notoriamente deperibili e di largo consumo. È infatti sentito il bisogno di identificare le azioni chiave da intraprendere per il progresso e l’espansione del settore, così da essere di supporto anche allo sviluppo dell’economia locale. Gli esperti presenti hanno contribuito dando la loro visione personale della situazione corrente, anche grazie a studi ed analisi dei dati ottenuti dalle ricerche condotte negli anni precedenti. Sono emerse alcune esigenze, tra cui l’accesso ad alimentazione elettrica più potente nei centri di raccolta, la presenza di recipienti adeguati isolati termicamente sul sito di prima raccolta, così come di macchine del ghiaccio alimentate da fonti ad energia rinnovabile; da non dimenticare, poi, la diffusione della consapevolezza e della competenza tra gli operatori, che devono essere correttamente istruiti non solo sull’utilizzo dei macchinari e le tecniche di raffreddamento e conservazione, ma anche sulle norme igienico-sanitarie e di sicurezza.

Si è concluso di concerto che sia necessario promuovere associazioni e cooperative locali, che si supportino vicendevolmente nell’acquisto delle attrezzature necessarie e nello svolgimento delle attività quotidiane, a partire dalla coltura degli ortaggi e dalla pesca, fino alla conservazione e al trasporto nei luoghi di consegna. Oramai tutti gli esperti ed i rappresentanti delle maggiori associazioni sono consapevoli che sia necessario far raggiungere una dimensione critica ai centri di raccolta, affinché siano autosufficienti ed economici, di conseguenza competitivi sul mercato. Per raggiungere questo obiettivo è tuttavia fondamentale che si investa nella realizzazione di una rete infrastrutturale di supporto, ovvero strade ed edifici, nonché nell’acquisto di macchinari efficienti e nuovi mezzi di trasporto refrigerati.

Primo da destra Marcello Collantin alla riunione FAO a Roma per conto del Centro Studi Galileo.

Gli operatori andranno accompagnati in questo processo di miglioramento, ed incoraggiati ad accogliere e rispettare le norme, sia legislative che sanitarie. Sono ancora molte le barriere da abbattere prima di raggiungere lo stato ottimale di sviluppo della catena del freddo nei Paesi africani; il problema più grande identificato al momento è lo spreco di quasi la metà di quanto viene raccolto, in quanto il processo che intercorre tra la coltura e il consumo viene penalizzato da mancanza di competenza, dall’utilizzo di tecnologie non appropriate e macchinari vetusti. L’incontro di Roma ha posto le giuste basi per l’analisi di opportunità e minacce, suggerendo le azioni da compiere nel breve e nel lungo termine per assicurare uno sviluppo sostenibile del settore, includendo anche una policy ambientale. Il Centro Studi Galileo, a fianco delle istituzioni leader nel mondo, così come di tutti i leader della refrigerazione, si impegna oramai da anni a favorire lo sviluppo del settore in tutti i Paesi, con la speranza di incidere positivamente anche sulla riduzione della povertà e la crescita economica sostenibile e duratura.

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Speciale refrigeranti per condizionamento aria

Pompa di calore ibrida a doppia sorgente e invertibile con R32

DAVIDE DEL COL1, MARCO AZZOLIN1, STEFANO BORTOLIN1 GIULIO BUSATO2, ALESSANDRO ZERBETTO2 1Dipartimento

2Hiref

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Articolo tratto dal 17° Convegno Europeo Richiedere atti e video PREFAZIONE Lo sviluppo di nuove tecnologie HVAC con basso impatto ambientale al minimo costo possibile è un obiettivo importante nell’industria della refrigerazione e del condizionamento dell’aria. Negli ultimi anni, gli accordi e le normative internazionali impongono una riduzione della produzione e dell’utilizzo di HFC, ma il raggiungimento di elevate prestazioni stagionali rimane un aspetto cruciale. Questo lavoro presenta lo sviluppo di una pompa di calore innovativa a doppia sorgente (aria e terreno): può funzionare in modalità di riscaldamento e raffreddamento, ha azionamenti a velocità variabile, è progettata e realizzata nel quadro del progetto europeo GEOTeCH. Questa unità è stata sviluppata allo scopo di utilizzare sia la sorgente aria che la sorgente terreno, con l’obiettivo di risparmiare parzialmente i costi di

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di Ingegneria Industriale – Università di Padova Spa – Tribano (Padova)

investimento delle sonde geotermiche senza penalizzare le prestazioni stagionali. Sul lato dell’aria, questo prototipo è stato testato sia con una batteria alettata tradizionale che con un innovativo scambiatore di calore a microcanali. Per soddisfare i nuovi requisiti di basso impatto di riscaldamento globale, l’unità attuale adotta R32 come fluido di lavoro. Dopo aver presentato l’unità, vengono presentati alcuni risultati dei test in modalità di raffreddamento che utilizzano l’aria come sorgente esterna, confrontando le prestazioni con la batteria alettata e quelle con lo scambiatore a microcanali. INTRODUZIONE Le pompe di calore geotermiche possono fornire elevati valori di rendimento stagionale e possono svolgere un ruolo importante nella riduzione dell’emissione indiretta di anidride carbonica. Invece, le emissioni di anidride carbonica dirette sono il risultato del rilascio di refrigeranti HFC in atmosfera e vengono affrontate dalle nuove normative. In Europa, il regolamento (UE) n. 517/2014 sui gas fluorurati ad effetto serra (F-gas) prevede l’introduzione di una fase di abbattimento degli HFC nei prossimi anni; nell’ottobre 2016 durante la 28ª riunione delle parti (MOP) Kigali (Ruanda), 197 paesi hanno adottato un emendamento al protocollo di Montreal per ridurre l’uso di refrigeranti HFC. In un simile contesto, qui viene presentata una pompa di calore a doppia

sorgente invertibile operante con R32 (GWP = 675). Il refrigerante R32 è stato studiato all’Università di Padova fin dall’inizio di questo secolo (Cavallini et al., 2001). La pompa di calore attuale è stata progettata nel quadro del progetto europeo GEOTeCH, finanziato dal programma comunitario Horizon 2020: esso intende sviluppare nuove tecnologie per le sonde geotermiche e realizzare pompe di calore a doppia sorgente con l’obiettivo di contribuire alle politiche energetiche e ambientali dell’UE. Le pompe di calore invertibili a doppia sorgente danno la possibilità di scambiare calore con aria o acqua. In letteratura, si trovano alcuni lavori sulle pompe di calore a doppia sorgente (Urchueguía et al., 2008; Pardo et al. 2010), ma altre ricerche sono necessarie per migliorare la strategia di controllo e per studiare le prestazioni stagionali. PROTOTIPO DI POMPA DI CALORE A DOPPIA SORGENTE Il layout della pompa di calore invertibile a doppia sorgente sviluppata e testata nel presente progetto è riportata in Figura 1 (solo per la modalità raffreddamento). Il sistema è composto da un compressore scroll a velocità variabile, tre scambiatori di calore a piastre (BPHE) e uno scambiatore di calore refrigerante-aria. I tre scambiatori BPHE sono dedicati a: 1. scambiare calore con il fluido del circuito geotermico, 2. produzione dell’acqua per il sistema di riscaldamento / raffreddamento dell’edificio e 3. pro-


Figura 1. Layout della macchina quando opera in modalità raffreddamento. duzione di acqua calda domestica. Nella macchina sono stati installati due diversi tipi di scambiatori di calore aria-refrigerante: uno scambiatore di calore a batteria alettata e uno scambiatore di calore innovativo a microcanali che può funzionare sia come condensatore che come evaporatore. La tecnologia degli scambiatori di calore a microcanali è utilizzata per ottenere buone prestazioni con una riduzione significativa della carica del refrigerante all’interno della macchina, essendo questa una caratteristica

Figura 2. Immagine della macchina durante i test effettuati presso Hiref.

desiderabile con refrigeranti infiammabili o leggermente infiammabili (R32 è nella classe A2L). Questo sistema può funzionare in quattro diverse modalità: riscaldamento (condensazione in BPHE), modalità di raffreddamento (evaporazione in BPHE); produzione di acqua calda sanitaria; recupero completo con produzione contemporanea di acqua calda e raffreddamento. Considerando, ad esempio, il caso in cui la pompa di calore a doppia sorgente funziona in modalità di raffred-

damento (Figura 1), il fluido dopo la compressione viene condensato scambiando calore con il terreno o nello scambiatore di calore a microcanali (usando l’aria come liquido secondario) e poi, dopo la valvola di espansione, esso evapora nel BPHE del circuito utente. In Figura 2 viene riportata un’immagine della pompa di calore invertibile a doppia sorgente durante la campagna di test. RISULTATI SPERIMENTALI Sono stati eseguiti test sperimentali presso il laboratorio di R & D di Hiref SpA. Le prove sono state eseguite in modalità di raffreddamento con temperatura dell’aria di 30 °C e produzione di acqua fredda nell’intervallo di temperatura da 12 a 7 °C. Il sottoraffreddamento al condensatore e il surriscaldamento all’evaporatore sono stati mantenuti costanti e pari rispettivamente a 1 K e 6 K. Durante i test, la velocità del compressore è stata variata per esaminare le prestazioni a diversi carichi termici. Sia la batteria alettata che gli scambiatori di calore a microcanali sono stati testati, alle stesse condizioni di lavoro, per confrontare le loro presta-

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Figura 3. Temperature di condensazione ed evaporazione in modalità raffreddamento: batteria alettata come condensatore. zioni. Come mostrato nelle Figure 3 e 4, durante i test, la temperatura di saturazione all’uscita dell’evaporatore diminuisce quando la velocità del compressore aumenta e non si riscontra alcuna differenza tra le due configurazioni poiché il BPHE installato nel sistema è lo stesso. Considerando il lato del condensatore, la temperatura di condensazione cresce quando la velocità del compressore aumenta ed è inferiore per il caso dello scambiatore di calore a microcanali. Lo scambiatore di calore a microcanali fornisce una prestazione migliore rispetto alla batteria alettata con conseguente aumento del COP a 80 Hz (compreso il consumo degli ausiliari) di circa il 15%. STIMA DELLA CARICA AL CONDENSATORE Un modello della pompa di calore invertibile a doppia sorgente è stato sviluppato presso l’Università di Padova ed è stato utilizzato per stimare la carica specifica del refrigerante [g kW-1] presente al condensatore. Infatti, durante il funzionamento, la maggior parte della carica del refrigerante si trova all’interno del con-

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Figura 4. Temperature di condensazione ed evaporazione in modalità raffreddamento: scambiatore a microcanali come condensatore.

densatore. Nel modello della pompa di calore gli scambiatori di calore sono discretizzati in diversi elementi e ad ogni elemento sono state applicate delle correlazioni per valutare il coefficiente di scambio termico locale e la caduta di pressione. La frazione di vuoto locale è calcolata con la correlazione Rouhani (1978). Un caso è stato studiato considerando la temperatura dell’aria di 35 °C, la velocità dell’aria di 1,6 m s-1, la potenza al condensatore di 11 kW e il sottoraffreddamento di 1 K. I risultati prevedono una riduzione della carica del refrigerante nel condensatore a microcanali di circa il 40% rispetto al caso della batteria. RIASSUNTO È stata presentata una pompa di calore a doppia sorgente operante con R32. A seconda della strategia di controllo, sia il terreno che l’aria possono essere utilizzati come fonte, consentendo di ridurre la lunghezza delle sonde geotermiche. La macchina può anche funzionare in modalità di recupero completo con produzione simultanea di acqua fredda e acqua calda. Lato aria, sono stati installati una bat-

teria alettata e uno scambiatore di calore a microcanali. Quando si lavora in modalità di raffreddamento con lo scambiatore di calore a microcanali, è stata ottenuta una migliore prestazione, con una riduzione della carica di refrigerante al condensatore. RINGRAZIAMENTI Gli autori ringraziano per il supporto del progetto europeo GEOTeCH (www.geotech-project.eu/) che è stato finanziato da UE nell’ambito di Horizon 2020 (No. 656889). ●

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Speciale Domotica: IoT – Internet of Things

Internet delle cose per gli impianti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione

ASERCOM all’ultimo Convegno.

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Articolo tratto dal 17° Convegno Europeo Richiedere atti e video ESTRATTO ASERCOM ha avviato un nuovo gruppo di lavoro, “Control and Communication”, che si occupa delle soluzioni offerte dall’internet delle cose per gli impianti riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione. Si prevede che dati e connettività contribuiranno a ridurre il dispendio energetico e ad ottimizzare la manutenzione. Inoltre l’utilizzo di componenti interconnessi aumenterà la disponibilità degli impianti e ridurrà il rischio di guasti e malfunzionamenti. Il rovescio della medaglia sono i potenziali rischi in termini di cybersicurezza, che devono essere analizzati per proteggere da possibili malware i circuiti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione. Questo articolo elenca le opportunità che l’internet delle cose può offrire per gli impianti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione,

CHRISTIAN ELLWEIN

CLAUDE BLANC

CEO KRIWAN Industrie-Elektronik GmbH

Past President ASERCOM

presentando inoltre un’analisi dei rischi effettuata su di un gruppo condensante. INTRODUZIONE Nel suo articolo intitolato “The Fourth Industrial Revolution: what it means, how to respond”, il fondatore e direttore del World Economic Forum Klaus Schwab descrive le caratteristiche perturbatrici dei recenti cambiamenti introdotti da internet, dalle stampanti 3D e dalla comunicazione mobile. Gli impianti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione sono parte della nostra vita quotidiana: condizionano infatti le nostre

abitudini alimentari (catena del freddo per i prodotti alimentari), il clima all’interno delle case o dei mezzi di trasporto come macchine, treni o aerei (condizionatori) e il modo in cui ordiniamo prodotti online tramite smartphone o computer (raffreddamento dei centri dati). Naturalmente questi impianti che troviamo installati un po’ in tutto il pianeta influenzano notevolmente la nostra vita quotidiana. C’è da aspettarsi che l’internet delle cose, il megatrend di collegare sempre più macchine ad internet, finisca per influenzare anche sistemi distribuiti d’importanza cruciale. Oggi miliardi di macchine come pompe, compressori o ventilatori sono

Figura 1. Temperatura del motore di un compressore azionato da inverter.

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operanti senza connettività. Non è possibile misurarne lo stato di salute corrente, né utilizzare i loro dati per aggiornare gli algoritmi di controllo in ottica di risparmio energetico. Queste macchine sono alla base dei nostri sistemi di automazione civili e industriali, tra cui pompaggio dei fluidi, compressione dei refrigeranti o soffiaggio dell’aria. Si tratta di macchine che assorbono gran parte dell’energia elettrica che produciamo, e quando subiscono guasti la nostra vita ne risente direttamente. Per questo sarebbe importante riuscire a sfruttare i dati forniti da queste macchine, con l’obiettivo di migliorare le operazioni di manutenzione, evitare fermi macchina e risparmiare energia.

Figura 2. Relazione in formato PDF dello stato di salute di un compressore.

LA CONNETTIVITÀ COME CHIAVE PER IL SUCCESSO Mettere in rete tecnologia e persone Questi potenziali vantaggi potranno tramutarsi in realtà solo se le macchine verranno dotate di interfacce per lo scambio dati e di funzioni di connettività. Ciò solleva tutta una serie di questioni tecniche legate a connettori fisici e cavi, parametri informatici come baudrate o algoritmi di cifratura. Ma la connettività non è solo un tema puramente tecnico: significa anche consentire a componenti prodotti da diverse aziende di comunicare tra loro. Di conseguenza, anche i dipendenti di queste aziende devono poter interagire tra loro. In qualità di associazione professionale, ASERCOM mira a sostenere e facilitare questo tipo di interazione nel settore degli impianti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione. Per fare un esempio, sarebbe probabilmente utile da un punto di vista tecnico riuscire a comunicare la temperatura del motore di un compressore all’inverter che lo pilota. L’utilizzo di questi dati nell’inverter potrebbe infatti consentire una riduzione dei fermi macchina e un’ottimizzazione del risparmio energetico. In molti casi motore e inverter saranno sviluppati e prodotti da aziende diverse. Il nuovo gruppo di lavoro ASERCOM offre la possibilità di condividere idee, definire le interfacce dati e mettere le idee in pratica.

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Risparmio energetico La Figura 1 mostra la temperatura del motore di un compressore azionato da un inverter nella gamma di frequenza dell’inverter. Ad alte frequenze (>50/60Hz) si nota un significativo aumento: qui il motore è in modalità di deflussaggio. Ad oggi la massima frequenza possibile non è individuabile con precisione, laddove per ragioni di sicurezza è impostata ad un valore relativamente basso. Per poter risparmiare energia sarebbe utile conoscere il limite reale. In questi casi potrebbero essere utilizzati compressori a minor consumo. Si può notare un aumento della temperatura anche a frequenze più basse (<50/60Hz): la riduzione del flusso di refrigerante si traduce in una minor capacità di raffreddamento degli

avvolgimenti. Ciò comporta un rischio di surriscaldamento. Se si conoscesse la temperatura del motore, sarebbe possibile prevenire spegnimenti imprevisti del compressore. Il compressore potrebbe tornare in modalità startstop a 50/60Hz fino al raggiungimento di una temperatura non più critica. In questo caso, l’utilizzo dei dati potrebbe incrementare la disponibilità del sistema di raffreddamento. Ottimizzazione della manutenzione I dati sono necessari anche per i tecnici del servizio di assistenza e manutenzione. Visualizzare lo stato corrente della macchina, lo storico dei guasti e la cronologia degli allarmi può essere di grande aiuto per velocizzare l’individuazione dei guasti e ripristinare le funzionalità della macchina.


In diversi casi sono stati evidenziati i grandi vantaggi di un collegamento tra smartphone e macchina, per esempio un compressore, e si possono scaricare i dati e visualizzarli sul telefono o addirittura inviarli in formato PDF al costruttore della macchina (vedi esempio alla Figura 2). Questa forma di “connettività”, intesa non solo in senso tecnico ma anche come modalità di collegamento tra persone e organizzazioni, consente di ottimizzare la manutenzione e di aumentare la disponibilità delle macchine.

Figura 3. Topologia di rete di un gruppo condensante generico.

RISCHI E CYBERSICUREZZA L’internet delle cose e la connettività promettono importanti vantaggi per le nostre attività quotidiane. Dietro a queste potenzialità potrebbero però nascondersi delle insidie. Il rischio più grave è probabilmente quello di attacchi informatici che potrebbero danneggiare o mettere fuori servizio da remoto macchine come compressori, pompe o ventilatori. Uno dei compiti principali del gruppo di lavoro ASERCOM è quello di effettuare un’analisi e valutazione di questi rischi. È già stata effettuata un’analisi dei rischi su di un gruppo condensante generico. L’analisi segue le linee guida VDI/VDE 2182 Sicurezza informatica per l’automazione industriale. La Figura 3 mostra la topologia di rete di un gruppo condensante generico. Lo schema è parte dell’analisi dei rischi sulla cybersicurezza effettuata dal gruppo di lavoro ASERCOM. Per prepararsi contro attacchi cibernetici è necessario fornire raccomanda-

zioni utili agli installatori e proprietari degli impianti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione, quali supermercati e tecnici manutentori. In parte la sicurezza dev’essere delegata a firewall e antivirus, di competenza appunto del cliente. Tuttavia una grossa fetta di responsabilità ricade sui produttori degli impianti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione, che devono essere infatti potenziati per prevenire il più possibile rischi evitabili.

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Bisogna poi vagliare l’affidabilità di sistemi molto diffusi, come il protocollo Modbus RTU. Il gruppo di lavoro ASERCOM dovrebbe aiutare a chiarire se questo sistema bus, del tutto privo di funzioni di sicurezza, sia ancora in grado di soddisfare i requisiti odierni o debba essere sostituito con tecnologie più moderne. SINTESI L’internet delle cose offre grandi opportunità in termini di risparmio energetico ed ottimizzazione della manutenzione. Tuttavia, assieme a queste opportunità, esistono difficoltà e rischi. La cybersicurezza è di grande importanza per gli impianti di riscaldamento, ventilazione, condizionamento e refrigerazione, sistemi ormai fondamentali per la nostra vita di tutti i giorni. Queste opportunità e sfide possono essere affrontate solo nel caso in cui le aziende coinvolte decidano di collaborare. Nell’era di internet, il termine connettività non indica solo una tecnologia, ma anche una modalità di collaborazione. Con il nuovo gruppo di lavoro Control and Communication, ASERCOM vuole supportare questa transizione. ●

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Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF

Quando la presenza di umidità nel circuito frigorifero è un problema di origine latente 209ª lezione di base PIERFRANCESCO FANTONI ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI

DUECENTONOVESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 20 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2017, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

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Introduzione L’entrata di umidità nel circuito frigorifero può avere diverse origini. Alcune possono essere dovute all’incuria nell’esecuzione delle operazioni di messa in funzione dell’impianto; altre possono essere connesse a cause meno evidenti e di più difficile individuazione. Una di queste può essere collegata alla tipologia di olio che viene impiegato per la lubrificazione del compressore. Gli attuali oli in uso nella maggior parte dei casi risultano essere molto igroscopici e quindi possono costituire una potenziale fonte di inquinamento del circuito frigorifero. Anche l’installatore più attento e meticoloso può, inavvertitamente, inquinare il circuito frigorifero introducendovi dell’umidità. L’umidità subdola Non c’è dubbio che nel settore della refrigerazione, del condizionamento e delle pompe di calore lavorano molti tecnici preparati e che sono attenti a mettere in pratica le procedure di intervento con molto scrupolo e cura. Sono consapevoli che la presenza di umidità all’interno del circuito frigorifero risulta essere particolarmente deleteria e fonte di guasti e quindi cercano in ogni modo di evitare che essa penetri nel circuito e si adoperano con attenzione per eliminare ogni sua presenza eseguendo con cura il processo di essiccazione mediante la pompa del vuoto. Esistono, tuttavia, cause di entrata di umidità del circuito che non sono facil-

mente prevedibili e che possono verificarsi anche prestando la massima attenzione quando si eseguono le procedure di lavoro. Queste cause sono molto subdole perché avvengono senza consapevolezza da parte di chi esegue il lavoro e senza dare segno di manifestazione immediata. Il problema dei refrigeranti fluorurati Quando erano in uso i refrigeranti clorurati, oltre ad avere la fortuna di dover gestire poche tipologie di fluidi, si aveva anche il vantaggio di lavorare con i lubrificanti di tipo minerale. Con i refrigeranti cloroflurocarburi (esempio: R12) o idroclorofluorocarburi (esempio: R22), infatti, l’olio che si impiegava per la lubrificazione del compressore era di tipo prevalentemente minerale. Una delle principali e positive caratteristiche di tale tipo di olio era quella di non avere affinità con l’umidità, e quindi di rimanere sostanzialmente indifferente quando rimaneva a contatto con l’aria atmosferica, anche per tempi non brevi. Con l’avvento dei refrigeranti fluorurati, gli idrofluorocarburi, nella molecola costituitiva di questi fluidi non compare più il cloro, l’elemento che garantiva la miscibilità del refrigerante stesso con il lubrificante di tipo minerale. Giocoforza si è dovuti passare ad una nuova tipologia di lubrificanti. Così, i refrigeranti più comunemente impiegati oggigiorno, come l’R134a, l’R410A, l’R404A e tanti altri tipi di miscele, necessitano di lubrificanti di


tipo sintetico. Il mancato rispetto di tale necessità comporta che in taluni tipi di impianti, dove il ritorno dell’olio al compressore risulta essere difficoltoso, la mancata o scarsa compatibilità tra refrigerante ed olio implichi il serio rischio di una stagnazione di quest’ultimo in qualche punto del circuito frigorifero e quindi il mancato suo ritorno al carter del compressore. Il quale, con il tempo, va incontro ad una scarsa lubrificazione, con le conseguenze ben immaginabili.

Figura 1. Aumento del contenuto di umidità di un olio di tipo estere (sintetico) o di tipo minerale in funzione del tempo di permanenza a contatto dell’aria atmosferica.

Il problema dei lubrificanti sintetici Ad ogni refrigerante il suo olio. Di per sé non è un problema, se escludiamo il fatto che al giorno d’oggi il numero dei refrigeranti in uso è piuttosto elevato. Non è un problema dal punto di vista tecnico, dato che in commercio esiste una grande varietà di lubrificanti, dalle molteplici caratteristiche, che consentono di soddisfare le più disparate esigenze. Tuttalpiù può rappresentare un problema di gestione quotidiana, di immagazzinamento, stoccaggio e trasporto dei contenitori che li contengono, il cui numero cresce progressivamente se si desidera avere sempre a portata d’uso quel particolare tipo di lubrificante. Uso che non sempre comporta il completo consumo del contenuto complessivo del contenitore: va da sé che la quantità non utilizzata, la rimanenza, viene lasciata in giacenza per un eventuale utilizzo alla prossima occasione. Detto questo, veniamo al nocciolo della questione. La nota caratteristica specifica dei lubrificanti di tipo sintetico è il loro elevato grado di igroscopicità, ossia la loro elevata tendenza a “legare” con l’acqua. Tale tendenza, oltretutto, si manifesta in tempi estremamente ridotti, ossia l’olio è capace di saturarsi di umidità in brevissimi intervalli di tempo. La quantità di umidità che l’olio è capace di assorbire è veramente notevole se confrontata con quella relativa ai lubrificanti di tipo minerale. La figura 1 mostra come per i lubrificanti di tipo sintetico il contenuto di umidità cresce in maniera repentina alla permanenza dello stesso a contatto con l’aria atmosferica e come questo aumento abbia un andamento molto veloce nel corso del tempo. Per

i lubrificanti di tipo minerale non si ha il medesimo comportamento dato che il loro contenuto di umidità non subisce sostanziali aumenti anche dopo tempi più prolungati di esposizione all’aria atmosferica. L’elevato assorbimento di umidità da parte degli oli sintetici può avvenire anche all’interno del contenitore del lubrificante quando il volume di olio in esso contenuto non sia stato usato completamente e quindi ne permanga una quantità residua al suo interno. Insomma: utilizzare sempre contenitori monouso. Analogo rischio si corre quando si procede alla sostituzione del compressore. All’acquisto, il compressore nuovo solitamente risulta essere posto internamente in sovrapressione con le estremità terminali degli attacchi chiusi. Giocoforza, per installarlo, tali chiusure vanno eliminate: tale operazione va eseguita solo immediatamente prima della connessione definitiva proprio per evitare che dell’aria penetri fino all’interno del carter del compressore (anche se pur in sovrapressione e quindi teoricamente immune da infiltrazioni di aria atmosferica) e quindi contamini l’olio con la sua umidità. La quantità di umidità che viene assorbita dall’olio dipende dal tempo e può venire eliminata solo con una persistente azione di messa in vuoto del circuito: tale umi-

dità, infatti, non risulta essere “libera” nel circuito e quindi risulta essere di più difficile eliminazione. Una nota positiva La fase transitoria che stiamo attraversando, che ci sta conducendo all’abbandono dei refrigeranti HFC in favore di altre tipologie di fluidi frigoriferi, ha un suo aspetto positivo nel fatto che per taluni di tali nuovi fluidi è possibile ritornare all’impiego del “vecchio” olio di tipo minerale. Ad esempio, i refrigeranti idrocarburi come l’isobutano (R600a, utilizzato nei circuiti dei frigoriferi e dei congelatori domestici) od il propano (R290, utilizzato nelle apparecchiature piccolo-commerciali come i distributori automatici di bibite) risultano essere miscibili con l’olio di tipo minerale e quindi garantiscono la sua circolazione all’interno del circuito frigorifero, permettendo il ritorno dell’olio al compressore e salvaguardandolo nel suo corretto funzionamento. Ma l’olio minerale, come detto, non è sensibile all’umidità tanto quanto quello sintetico e quindi il suo impiego attenua notevolmente il rischio per i manutentori dei circuiti di introdurre inavvertitamente umidità al loro interno. ●

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Speciale efficienza energetica

Manuale e misure per ottimizzare gli impianti di refrigerazione

Svizzera Energia Il VicePresidente AREA Marco Buoni e il Segretario Generale dell’Associazione Svizzera tedesca dei Tecnici del Freddo SVK Marco Von Wyl nella foto con il Presidente ATF Enrico Girola a sinistra e, il Direttore Generale della SPAI Locarno, scuola di formazione per Tecnici del Freddo, Claudio Zaninetti a destra.

www.freddoefficiente.ch

Può trovare ulteriori informazioni sulla campagna efficienza per il freddo sul sito www.freddoefficiente.ch La campagna efficienza per il freddo mostra agli operatori degli impianti di refrigerazione e agli specialisti del freddo come ottimizzare i loro impianti di refrigerazione esistenti e come pianificare e realizzare in modo sostenibile nuovi sistemi. Al contempo la campagna sensibilizza gli installatori e i progettisti degli impianti di refrigerazione sul tema dell’efficienza energetica e rinforza le loro competenze in tale ambito.

QUANTO COSTA E QUALI SONO I BENEFICI ? Per quanto riguarda l’applicazione delle misure di ottimizzazione, a ogni gestore sorge una prima domanda: quanto costa e quanto posso risparmiare? Affinché Lei, in qualità di responsabile della refrigerazione, possa avere un primo punto di riferimento riguardo alle spese d’investimento, ai possibili risparmi e alla durata di ammortamento, degli esperti hanno valutato i suddetti dati per impianti di tre grandezze diverse: impianto piccolo = 10 kW freddo impianto medio = 100 kW freddo impianto grande = 200 kW freddo Nota: queste informazioni si riferiscono a un trend medio. A dipendenza della situazione, nella sua impresa potrà ottenere più o meno risparmio, o potrà trovarsi ad affrontare più o meno spese. Di conseguenza, queste indicazioni non sostituiscono una consulenza individuale o un calcolo dei costi e dei benefici da parte di uno specialista.

MISURA 1: PULIZIA DELLO SCAMBIATORE DI CALORE Col tempo i raffreddatori ad aria e i condensatori lamellari si sporcano. Si forma una pellicola di sporco sullo scambiatore d’aria, che non cessa di espandersi. Ciò rende difficoltoso lo scambio di calore, e porta a un consumo energetico maggiore e a dei costi più alti. Inoltre, nella pellicola di sporco potrebbero accumularsi batteri e spore e, specialmente nel settore delle derrate alimentari, causare seri problemi d’igiene. È raccomandabile prestare particolare attenzione alla pulizia dello scambiatore di calore. Con quale frequenza si deve pulire lo scambiare di calore? È raccomandabile pulire regolarmente tutti gli scambiatori di calore. L’intervallo tra una pulizia e l’altra dipende molto dall’influenza dell’ambiente. Così gli evaporatori della zona di rifornimento in cui arrivano i camion si sporcano velocemente a causa dei gas di scarico dei mezzi di trasporto e della polvere del legno delle palette. Anche la polvere di farina, la terra sull’insalata, i vapori dei grassi, i pelucchi nel caso delle lavanderie, oppure le piume nel caso dei mattatoi possono portare a un alto grado di sporco nei raffreddatori. Al contrario, l’ambiente in un deposito di formaggi è esposto a un basso grado di sporcizia. Valori indicativi per l’intervallo tra una pulizia e l’altra – luoghi con molte impurità – ambiente di derrate alimentari esposto a un alto grado di sporco – ambiente di derrate alimentari esposto a un medio grado di sporco – ambiente di derrate alimentari esposto a un basso grado di sporco

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almeno 1 x all’anno 1 x all’anno 1 x ogni 2 anni 1 x ogni 3 anni


Quadro d’insieme delle diverse possibilità di pulizia per una selezione di scambiatori di calore

Quali metodi di pulizia si sono dimostrati validi? Vapore ad alta pressione: lo scambiatore di calore (anche quello termico) viene pulito con il vapore a circa 90 °C. In questo modo i batteri vengono eliminati ad ampio raggio. Bisogna prestare attenzione a non esporre l’evaporatore troppo a lungo ad alte temperature poiché ciò potrebbe danneggiare il fluido refrigerante.1 Gli mpianti a CO2 devono essere puliti soltanto con il metodo del vapore ad alta pressione da specialisti con esperienza. Idropulitrice ad alta pressione: è possibile effettuare la pulizia con un’idropulitrice ad alta pressione. L’importante è mantenere il getto d’acqua in posizione perpendicolare rispetto all’evaporatore affinché le lamelle non si deformino.1 Aria compressa: laddove lo sporco non è incollato, conviene utilizzare il metodo della pulizia ad aria compressa. L’importante è che il soffio d’aria venga mantenuto in posizione perpendicolare rispetto all’evaporatore, affinché le lamelle non si deformino. Da notare: quando si opera all’interno l’aria compressa soffia la polvere nel locale. Questo è un problema quando si è in presenza di derrate alimentari.1 Acqua della rete idrica: Il metodo della pulizia ad acqua della rete idrica (canna dell’acqua) funziona con gli evaporatori umidi che presentano una profondità massima di 30 cm. Pennello e aspirapolvere: per quanto riguarda i condensatori che presentano una profondità inferiore ai 30 cm, la pulizia (depolverazione) dev’essere effettuata con un pennello e con un aspirapolvere. Questo metodo non è appropriato per i raffreddatori che presentano una superficie umida.

▲ Il momento migliore per pulire i condensatori è dopo il periodo di pollinazione (giugno). 1. Segua assolutamente con attenzione le direttive del costruttore per quanto riguarda i metodi di pulizia ad alta pressione. Generalmente esse informano sulla distanza minima da rispettare (per esempio 200 mm) a dipendenza della pressione massima, e sull’inclinazione da mantenere (per esempio in posizione verticale rispetto al fascio dei tubi, con una variazione massima di +/- 5 °C).

Sporco su un raffreddatore ad aria, le lamelle si stanno intasando.

Come pulire un evaporatore? L’aria condensa sull’evaporatore, che rimane sempre un po’ umido. Di conseguenza le particelle impure dell’aria vi rimangono incollate. Per la pulizia proceda come segue: 1. Sbrinare l’evaporatore. 2. Staccare l’elettricità dall’evaporatore (eseguire senza corrente). Spegnere il ventilatore e togliere l’elettrovalvola per impedire al raffreddatore di gelare durante il lavoro (il resto dell'impianto frigorifero può rimanere in funzione). 3. Smontare il ventilatore, togliere la bacinella di raccolta. 4. Avvolgere l’evaporatore in una pellicola di plastica per proteggere l’ambiente dalla sporcizia. 5. Pulire le lamelle da entrambe le parti (pulizia in controcorrente). 6. Per la pulizia si utilizzi un prodotto leggero, sgrassante e biodegradabile. Deve anche essere compatibile sia con le derrate alimentari sia con il rame e l’alluminio. 7. Pulire la bacinella di raccolta e il sifone, poi rimontare il tutto. 8. Pulire le pale e le griglie, poi rimontarle. 9. Rimettere in funzione l’evaporatore, inserire l’elettrovalvola, allacciare l’evaporatore all’elettricità.

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Come pulire un condensatore situato all’esterno I condensatori situati all’esterno si sporcano con le particelle dell’aria circostante, come polvere, pollini, foglie o gas di scarico. Per la pulizia proceda come segue: 1. Spegnere il condensatore e il ventilatore e staccare la corrente. 2. Smontare il ventilatore. 3. Pulire dalle due parti le lamelle con il vapore, l’aria compressa o l’idropulitrice (pulizia in controcorrente). 4. Per la pulizia si utilizzi un prodotto leggero, sgrassante e biodegradabile. Deve anche essere compatibile sia con le derrate alimentari sia con il rame e l’alluminio. 5. Pulire il telaio e le griglie. 6. Rimettere in servizio il condensatore e il ventilatore.

Pulizia di un condensatore con l’utilizzo di un pennello e di un aspirapolvere

● Le ditte specializzate offrono un servizio di sbrinamento per armadi refrigeranti. Altre ditte sono specializzate nella pulizia professionale di evaporatori, condensatori e raffreddatori a circuito chiuso. Lamelle deformate – che cosa fare? Se le lamelle dello scambiatore sono deformate, il flusso d’aria non può più passare nella sua totalità. Il rendimento cala e l’efficienza energetica ne risente. Le deformazioni sono causate da danni meccanici (per esempio il getto d’acqua dell’idropulitrice è stato mantenuto in posizione obliqua rispetto alle lamelle). Se più di un quarto delle lamelle è deformato, è meglio raddrizzarle per migliorare l’efficienza dello scambiatore e dell’impianto di refrigerazione. Le lamelle deformate possono essere raddrizzate con il cosiddetto pettine per lamelle. Se non si dovesse disporre di un pettine per lamelle e le lamelle dovessero essere molto deformate, è possibile raddrizzarle a mano. Si raddrizzi una lamella alla volta con l’aiuto di una pinza e di un cacciavite. È utile sapere che questo procedimento richiede molto tempo.

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▲ Importante: Richiedere l’intervento di uno specialista per la pulizia delle torri di raffreddamento. La pulizia delle torri di raffreddamento è un lavoro complesso, che richiede la conoscenza della qualità dell’acqua (durezza, dosaggio, inoculazione). Eventuali tentativi autonomi possono rivelarsi costosi. Infatti il deterioramento della torre di raffreddamento a seguito di una manovra errata può costare fino a 100'000 franchi. Si richieda l’intervento di uno specialista che si occupi regolarmente della pulizia delle torri di raffreddamento. Condensatori degli armadi refrigeranti Il condensatore degli armadi refrigeranti si sporca con l’aria impura interna, che porta il grasso e la polvere nello scambiatore d’aria. La sporco che si trova sul condensatore degli armadi refrigeranti è solitamente asciutto. 1. Svuotare l’apparecchio. 2. Disattivare l’apparecchio. Impianto centrale: spegnere l’interruttore principale. 3. Smontare la griglia o la copertura. 4. Pulire il condensatore a secco. – rimuovere la polvere dalle lamelle di raffreddamento e con un aspirapolvere aspirare la polvere. – Eventualmente spolverare il raffreddatore con l’aria compressa (attenzione: ciò può provocare una nube di polvere). 5. Pulire l’interno del telaio e la griglia, rimontare la griglia. 6. Mettere in servizio l’apparecchio. 7. Rimettere i prodotti all’interno dell’apparecchio. Pulizia del condensatore degli armadi refrigeranti L’evaporatore si sporca di polvere, di derrate alimentari, di grasso, di etichette o supporti dei prezzi caduti all’interno dell’apparecchio. 1. Svuotare l’apparecchio. 2. Disattivare l’apparecchio. Impianto centrale: spegnere l’interruttore principale. 3. Smontare il rivestimento in lamiera del fondo / griglie per accedere alla camera di vaporizzazione. 4. Pulire l’evaporatore con l’acqua e una spugna. Rimuova le etichette e le etichette dei prezzi incollate sull'evaporatore. 5. Pulire con acqua calda la vaschetta di raccolta dell’acqua proveniente dallo sbrinamento e lo scolo dell’acqua (se presente). 6. Pulire l’interno del telaio e la griglia, poi rimontare il rivestimento in lamiera del fondo. 7. Rimettere in servizio il mobile refrigerato. 8. Rimettere i prodotti nel mobile refrigerato. Ogni due anni si dovrebbe smontare la parete posteriore per pulire il condotto di aerazione. Quanto costa e a cosa porta?


MISURA 2: OTTIMIZZAZIONE DELLO SFRUTTAMENTO DEL CALORE RESIDUO Se si sfrutta il calore residuo dell’impianto di refrigerazione, si contribuisce a ridurre i costi energetici per il riscaldamento dell’edificio, dell’acqua calda o del calore di processo. Affinché ciò sia redditizio, l’impianto di refrigerazione e le utenze del calore residuo devono funzionare simultaneamente. Spesso, in pratica, ciò non avviene: il calore residuo non è sfruttato in maniera ottimale o genera costi indesiderati. Funzionamento a temperature più basse possibili Più bassa è la temperatura del calore residuo, migliore è il rendimento dell’installazione. Per questo si verifichi la temperatura richiesta dal ricettore di calore residuo e si abbassi la temperatura al minimo. Si avanzi con precauzione fino al punto ottimale: si abbassi la temperatura di condensazione di 1°C, si aspetti qualche giorno tenendo in osservazione le applicazioni e i locali esposti. Si ripeta l’operazione finché non giungano dei reclami, o fin a quando non si riescano più a contenere le temperature per le applicazioni e i locali esposti. A questo punto si alzi la temperatura di 1°C (un passo indietro). Nei periodi in cui non c’è la necessità di sfruttare il calore residuo, non alzare le temperature di condensazione più del necessario. Si accerti che la temperatura di condensazione venga alzata manualmente soltanto se il calore residuo può essere sfruttato al 100 %. Nei periodi in cui questo calore non viene sfruttato, ma evacuato verso l’esterno, l’impianto di refrigerazione non deve funzionare a una temperatura di condensazione superiore al necessario. SUGGERIMENTO SUPPLEMENTARE Prenda in considerazione l’installazione di un sistema di sfruttamento del calore residuo Se il calore residuo del suo impianto di refrigerazione non viene sfruttato, è raccomandabile prendere in considerazione l’installazione di un sistema di recupero del calore residuo. Il presupposto fondamentale è la necessità di calore nelle immediate vicinanze dell’impianto – sia per riscaldamento, sia per la produzione di acqua calda o per il preriscaldamento (nel caso di macellerie, cucine industriali), per il riscaldamento delle rampe, per il calore di processo (lavanderie) o per altri utilizzi. Se avesse necessità di calore, proceda come segue: 1. Esamini quali fonti di calore sono a disposizione nell'azienda (impianti di refrigerazione, installazioni ad aria compressa, calore di processo proveniente da forni, processi di fusione,…). 2. Determini quali fonti di calore forniscono calore nel periodo in cui ce n’è bisogno e quali rispettano meglio le esigenze di temperatura richieste da queste fonti. 3. Per questa variante richieda un preventivo per un’installazione e un calcolo della redditività (costi/benefici) dello sfruttamento del calore residuo.

▲ Se l’impianto di refrigerazione deve funzionare a una temperatura di condensazione più elevata per sfruttare il calore residuo, ne consegue un consumo supplementare di energia del 2.5% per ogni grado in più. Il calore residuo, in questo caso, non è gratuito. Accanto alle spese di ammortamento dell’investimento, appaiono anche i costi supplementari energetici del funzionamento. MISURA 3: OTTIMIZZARE LO SBRINAMENTO ELETTRICO Se l’impianto di refrigerazione sbrina troppo spesso, si consuma inutilmente elettricità. Se l’impianto, invece, sbrina troppo raramente, l’evaporatore (raffreddatore) si copre di ghiaccio, la trasmissione di calore peggiora e l’impianto diviene inefficiente. Grazie a una corretta regolazione del processo di sbrinamento, o all’apporto di un dispositivo di sbrinamento che si mette in funzione a seconda della richiesta, il consumo energetico per lo sbrinamento diminuisce fino al 50 %. Regola generale: l’impianto di refrigerazione non dovrebbe sbrinarsi più di 2 volte al giorno. Potrebbe però essere che i locali con un tasso di umidità elevato (per esempio rampe di scarico in estate) necessitino di sbrinare più spesso.

● Il termostato di sbrinamento non fa scattare il processo di sbrinamento, ma misura la temperatura durante lo sbrinamento e segnala il momento in cui l’evaporatore è privo di ghiaccio. La sonda di sbrinamento si trova al posto giusto? Se intorno alla sonda c’è del ghiaccio, malgrado si trovi in una zona senza gelo, significa che si trova nel posto sbagliato. La sonda segnala troppo presto che l’evaporatore è sbrinato. Per questo dovrebbe trovarsi in un posto ghiacciato (di norma in una zona di iniezione) e va spostata a seconda delle esigenze. Soltanto in questo modo si può essere certi che l’evaporatore è completamente privo di ghiaccio dopo lo sbrinamento, e può quindi funzionare in maniera efficiente. Sbrinamento con l’aria di circolazione nei locali con una temperatura superiore a 4 °C Non è necessario uno sbrinamento elettrico nei locali con una temperatura superiore a 4 °C – lo sbrinamento può essere effettuato con l’aria di circolazione. Disconnetta dalla rete la resistenza elettrica riscaldante, affinché durante lo sbrinamento funzioni soltanto il ventilatore, e l’evaporatore sia sbrinato dall’aria di circolazione. In caso di sostituzione, esaminare diverse alternative Se è prevista una sostituzione del dispositivo di sbrinamento, esamini delle soluzioni alternative, come il glicole riscaldato dal calore residuo o lo sbrinamento con gas caldi.

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MISURA 4: OTTIMIZZAZIONE REGOLAZIONE PUNTI DI RAFFREDDAMENTO Il compressore monostadio si mette in funzione e si spegne più di 6 volte all’ora? A causa di un’accensione o spegnimento continui, diversi punti di raffreddamento di minore importanza generano l’accensione o lo spegnimento involontari del compressore? Questo funzionamento cadenzato riduce la durata di vita del compressore e l’efficienza energetica dell’impianto.

Evaporatore ghiacciato. L’aria attraversa soltanto una parte della superficie.

Regolazione corretta del termostato di sbrinamento L’obiettivo è quello di trovare la temperatura di sbrinamento minima, in cui dopo lo sbrinamento non ci sia più ghiaccio sull’evaporatore. Proceda come segue: 1. In caso di ghiaccio sull’evaporatore, avviare lo sbrinamento. Non appena il ghiaccio si è sciolto per intero, misuri la temperatura a livello delle lamelle. 2. Configurare la temperatura misurata come nuova temperatura di sbrinamento al termostato. Se tale temperatura non viene raggiunta nel tempo prestabilito (per esempio 45 minuti), il processo di sbrinamento viene terminato. 3. Introduca il tempo di sgocciolamento (per esempio 5 minuti). 4. Fissare il tempo di congelamento in modo che il ventilatore si rimetta in funzione quando la temperatura superficiale dell’evaporatore sia di – 2 °C (altrimenti l’acqua non sgocciolata che si trova ancora tra le lamelle verrà nebulizzata all’interno del locale). 5. Il raffreddamento si rimette in funzione. SUGGERIMENTO PER GLI INVESTIMENTI È il caso di sostituire il dispositivo di sbrinamento? Alcuni vecchi sistemi attivano lo sbrinamento dopo un tempo ben definito, sia che ci sia effettivamente la richiesta, sia che non ci sia. Se prevede di sostituire il dispositivo di sbrinamento, prenda in considerazione il montaggio di un comando che sbrina soltanto in caso di necessità. Variante A: Contatore del tempo di funzionamento dell’evaporatore – Il dispositivo conteggia il tempo di funzionamento dell’evaporatore e attiva lo sbrinamento soltanto dopo un certo tempo. Variante B: sbrinamento a richiesta – Il dispositivo misura e analizza la pressione del sistema e le temperature. I valori misurati permettono di determinare se l’evaporatore è ghiacciato, e attivare lo sbrinamento.

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Prevedere un dispositivo di blocco Verifichi il comando per capire se il suo impianto funziona in modo cadenzato (se si spegne e accende più di 6 volte all’ora). Finché non c’è un carico minimo, i singoli punti di raffreddamento di minore importanza non dovrebbero avere la possibilità di attivare l’impianto frigorifero. Trasformando il comando nel vano elettrico, può regolare la potenza in modo tale che il compressore si metta in funzione soltanto in caso di carico ideale.

** Misura non sensata per grandi impianti.

Montaggio della regolazione di frequenza per l’accensione Se è prevista la sostituzione del sistema di regolazione, esamini la possibilità di montare un sistema di regolazione di frequenza per l’accensione. Esso assicura che il compressore non si possa accendere più di 6 volte all’ora. In questo modo si mantiene la qualità del compressore, si riducono le onerose punte di consumo di corrente e il rendimento è più efficiente.

** Misura non sensata per grandi impianti.

SUGGERIMENTO PER GLI INVESTIMENTI In caso di sostituzione del compressore: scegliere un modello con convertitore di frequenza Se è prevista la sostituzione del compressore, prenda in considerazione il montaggio di un compressore con un convertitore di frequenza (CF) integrato. All’acquisto è sicuramente più costoso di un compressore tradizionale. Però, grazie al convertitore di frequenza, la potenza del compressore si adegua alla richiesta effettiva, previene basse


temperature di evaporazione e il rendimento dell’impianto aumenta fino al 15 %. Nel caso di impianti con diversi compressori, è sufficiente che uno solo sia munito di un convertitore di frequenza.

▲ Nel caso di impianti regolati da un convertitore di frequenza, la regolazione dei punti freddi non è più una priorità, siccome l’impianto si adegua automaticamente alle necessità. Ulteriori benefici Il funzionamento con un convertitore di frequenza fino a 60 Hz permette di scegliere un compressore più piccolo.

MISURA 5: OTTIMIZZAZIONE DEL COMANDO DEI VENTILATORI I ventilatori dei raffreddatori a circuito chiuso consumano dall’8 al 15% (in casi estremi fino al 30%) di elettricità di tutto l’impianto di refrigerazione. Al contempo le basse temperature di condensazione e di raffreddamento a circuito chiuso sono un presupposto per il funzionamento efficiente dell’impianto, poiché per ogni grado di temperatura di condensazione o di raffreddamento a circuito chiuso in meno, si risparmia il 2,5% di energia. Ottimizzare il punto di accensione dei ventilatori dei condensatori Verifichi l’ordine di accensione dei ventilatori dei condensatori. Il ventilatore accanto all’allacciamento (ventilatore 1: per l’entrata e l’uscita del fluido frigorifero, rispettivamente dello scambiatore di calore) deve venire acceso per primo e spento per ultimo. L’ultimo ventilatore (n) viene spento per primo, e acceso per ultimo. È sulla base delle ore di funzionamento dei ventilatori che si può riconoscere se sono regolati in maniera giusta.

Mirare a basse temperature di condensazione e di raffreddamento a circuito chiuso Si accerti che ogni condensatore e ogni raffreddatore a circuito chiuso aspiri aria fresca. Il posto ideale per il blocco dello scambiatore di calore è un metro sopra il pavimento. Inoltre, non dovrebbe venire aspirata aria riscaldata da un altro scambiatore di calore (cortocircuito). Se così fosse, provveda a montare una protezione in lamiera, oppure a spostare il blocco dello scambiatore di calore.

SUGGERIMENTO PER GLI INVESTIMENTI Controllo dei ventilatori a comando elettronico (EC) Se è il caso di sostituire un ventilatore, scelga un motore altamente efficiente (IE 3). Nella pratica, i ventilatori EC (electronically commutated motor) si sono dimostrati validi. Si distinguono per la gestione parsimoniosa dell’energia e la loro notevole regolabilità. Grazie a un sistema elettronico di comando integrato, i motori EC possono adattare in continuo, la loro velocità di rotazione alle esigenze di potenza. Funzionano a rendimento elevato anche nelle zone di carico parziale. È per questo che, nel caso di potenza identica, consumano nettamente meno energia rispetto ai comandi a corrente alternativa (AC). Se è prevista la sostituzione di un vecchio ventilatore, chieda un’offerta anche per la variante con un motore EC.

MISURA 6: REGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO Gli specialisti implicati nei progetti degli impianti di condizionamento sono tanti e con diverse qualifiche. Architettura, riscaldamento, ventilazione, come anche illuminazione, ombreggiamento e regolazione (MCR – misura/comando/regolazione) influenzano il fabbisogno di freddo e la progettazione degli impianti di refrigerazione. Nel caso di una collaborazione di così tante discipline diverse, è probabile che non tutte le interfacce trovino una soluzione ottimale. Oppure che nel caso di cambiamenti progettuali i parametri non vengano aggiornati. Quindi, nell’ambito dell’ottimizzazione degli impianti di refrigerazione, vale la pena includere la regolazione degli impianti di condizionamento. Controllo del valore di rilascio dell’impianto di condizionamento Nel caso il valore di rilascio dell’impianto di condizionamento sia regolato a un livello troppo basso, l’impianto di refrigerazione si mette in funzione anche se non c’è realmente la richiesta. Siccome non esiste un giusto valore di rilascio per un impianto, avanzi prudentemente fino al punto ottimale. Proceda come segue: 1. Durante la stagione più calda (estate) alzi il valore di rilascio di 0,5 °C. 2. Aspetti qualche giorno (caldo) e osservi i locali più esposti (sale informatiche, uffici che sono rivolti verso sud) prestando attenzione agli eventuali reclami degli utenti. 3. Ripeta questa operazione, finché i reclami cessino, oppure finché le temperature in questi locali esposti non possono più essere contenute. 4. A questo punto riduca il valore di rilascio di 0,5 °C (un passo indietro). Questo procedimento iterativo le permetterà di trovare il valore di rilascio ottimale.

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Controllo del punto di transizione del raffreddamento libero (Free-Cooling) Determini il migliore punto di transizione per passare dal raffreddamento libero al raffreddamento meccanico. Proceda come indicato al punto 1. Alzi il punto di transizione poco per volta e osservi le reazioni. Evitare un riscaldamento e un raffreddamento simultaneo La situazione ideale è quella in cui un locale non viene simultaneamente riscaldato e raffreddato . Con un dispositivo di blocco si può evitare la situazione di riscaldamento e raffreddamento simultaneo. Esso dovrebbe disporre di una costante di tempo o di una isteresi che permetta di prevenire una commutazione troppo corta (oscillazione). Il dispositivo di blocco può essere realizzato dal sistema di controllo o attraverso un relé di commutazione. In caso di mancanza di un dispositivo di blocco, verifichi se un fornitore specialista in MCR può installarlo a posteriori. Controllo valori teorici e funzione delle temperature dell’acqua fredda Nel caso di temperature esterne elevate, l’impianto di condizionamento (refrigerante a soffitto, pannello refrigerante, raffreddatori,…) richiede una potenza superiore, quindi delle temperature di acqua fredda più basse. Nel caso di temperature esterne meno elevate, si può utilizzare una temperatura di acqua fredda più alta. La regolazione della temperatura di acqua fredda in rapporto alla temperatura esterna presente viene detta «rapporto alla temperatura esterna». Questo rapporto permette di fare funzionare la macchina frigorifera con una temperatura di acqua fredda più elevata possibile. Nel caso di temperature di acqua fredda elevate, la macchina frigorifera funziona in maniera più efficiente e più economica. Regoli la curva di raffreddamento del regolatore, affinché essa si adatti automaticamente alle diverse temperature esterne sia in inverno, sia in estate. In questo modo la temperatura di acqua fredda fornita dalla macchina frigorifera corrisponde esattamente alla temperatura richiesta dal sistema di diffusione (plafone raffreddante, pannello refrigerante, attivazione dei componenti eccetera).

▲ Nel limite del possibile bisogna evitare di alzare la tem-

Sistema diretto: durante la notte l’aria fresca esterna entra nel locale (ventilazione, finestre aperte, …). Grazie all’inerzia termica dello stabile, si può evitare l’operazione di raffreddamento durante il giorno.

MISURA 7: REGOLAZIONE CORRETTA DELLA VALVOLA DI ESPANSIONE Generalmente si monta la valvola di espansione con dei valori di fabbrica, che nella maggioranza dei casi non vengono adattati all’impianto. È molto probabile che i valori di surriscaldamento siano regolati per un funzionamento senza rischi, cioè a una temperatura di surriscaldamento eccessiva, e non per un funzionamento ottimizzato in rapporto all’installazione. Vale dunque la pena che uno specialista regoli correttamente questi valori. Valvola di espansione elettronica Nel caso di una valvola di espansione elettronica (VEE) è possibile regolare in maniera semplice e precisa il surriscaldamento a livello del regolatore. Chieda a uno specialista di regolare il surriscaldamento a livello della valvola di espansione su 4–5 K.

Valvola di espansione termostatica La regolazione di una valvola d’espansione termostatica (VET) richiede molto tempo: lo specialista del freddo deve attendere 15 minuti dopo ogni cambiamento, finché il processo torni a essere stabile. Siccome soltanto pochi proprietari di impianti sono disposti a remunerare questo tempo, di solito l’impianto è regolato per funzionare in tutta sicurezza. Chieda a un esperto di regolare il surriscaldamento a livello della valvola d’espansione su 6–7 K.

peratura di acqua fredda a posteriori (per esempio da 6 a 8 °C): ciò, infatti, «annienta» l’energia. È meglio regolare la temperatura di acqua fredda della macchina frigorifera direttamente sul valore superiore (8 °C). Raffreddamento libero («naturale») Il raffreddamento libero («Free cooling») il raffreddamento senza l’intervento di una macchina frigorifera. Sistema indiretto: l’acqua fredda viene raffreddata dall’aria esterna per mezzo di un sistema di raffreddamento a circuito chiuso. Nel caso di temperature esterne basse, la temperatura di acqua fredda è talmente bassa da cedere l’energia frigorifera direttamente al circuito di acqua fredda tramite uno scambiatore di calore. La macchina frigorifera non è più necessaria.

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SUGGERIMENTO PER GLI INVESTIMENTI Sostituire una valvola di espansione termostatica con una valvola di espansione elettronica Se prevede di sostituire la valvola di espansione termostatica, oppure se la condensazione è stata ottimizzata in


modo che la temperatura di condensazione è inferiore a 30 °C, prenda in considerazione il rimpiazzo con un modello elettronico.

questo fatto è che il condotto di iniezione non ghiaccia più in maniera regolare. In questo caso bisogna sostituire la valvola di espansione termostatica con una elettronica. Soltanto la valvola di espansione elettronica permette di ottenere i vantaggi energetici di una condensazione a basse temperature.

INFORMAZIONE: SCAMBIATORI DI CALORE E DIFFERENZE DI TEMPERATURA Sui siti internet di diversi fornitori troverà dei calcolatori che le permettono di regolare correttamente la sua valvola di espansione. ▲ Se la condensazione è stata ottimizzata in modo che la temperatura minima di condensazione si trova tra 15° C e 30° C, la valvola di espansione termostatica non può più compiere la sua funzione di regolazione. Un indicatore per

A quali differenze di temperatura si raggiunge uno scambio ottimale di energia, senza che il consumo ulteriore di energia da parte dei gruppi ausiliari come le pompe e i ventilatori pesi sul bilancio, mentre i costi di investimento rimangano contenuti? A titolo indicativo si può fare riferimento alle seguenti differenze di temperatura per gli scambiatori di calore più comuni. Fonte: VDMA 24247-8

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Speciale principi di base del condizionamento dellʼaria

Principi di base del condizionamento dell’aria

Predisporre lo scarico dell’acqua di condensa dello split senza utilizzare una pompa per lo scarico 189ª lezione PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOTTANOVESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 20 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

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INTRODUZIONE Sono molte le varianti operative che si trovano nelle installazioni per quanto riguarda le modalità di scarico dell’acqua dalle unità esterne dei condizionatori-split. Nella maggior parte dei casi si fa affidamento alla forza di gravità come elemento motore del trasferimento dell’acqua, adottando, invece, le più disparate soluzioni per quanto riguarda la predisposizione del condotto. Per quanto riguarda lo scarico della condensa dell’unità interna, invece, si hanno a disposizione molte meno alternative, dato che comunque non si può pensare di far semplicemente gocciolare dallo scarico l’acqua, come spesso accade con le unità esterne. DIVERSE SOLUZIONI PER LO SCARICO DALL’UNITÀ ESTERNA Se il climatizzatore non è dotato di una pompa per lo scarico della condensa, si può pensare di provvedere alla sua installazione aggiuntiva tutte le volte che sussistono problemi per veicolare l’acqua dalla bacinella di raccolta verso il punto di smaltimento che generalmente si trova all’esterno. La prima ragione che può far optare per tale scelta può consistere nella rilevazione di una oggettiva difficoltà dell’acqua a defluire per sola gravità dalla bacinella di raccolta verso il punto di scarico. Tale difficoltà, il più delle volte concerne lo scarico dell’acqua raccolta nella

bacinella dell’unità interna, acqua che si forma durante il funzionamento estivo dell’apparecchiatura. Se quest’ultima risulta essere di tipo reversibile, il problema dello smaltimento può presentarsi anche per l’unità esterna che deve rigettare l’acqua proveniente dagli sbrinamenti della batteria durante il funzionamento invernale. Trovandosi, però, la bacinella di raccolta già all’esterno, il convogliamento dell’acqua risulta essere meno difficoltoso giacchè, nelle situazioni estreme e come soluzione limite (non certamente ottimale!) si lascia semplicemente sgocciolare l’acqua attraverso lo scarico posto al di sotto dell’unità esterna dello split. Talvolta allo scarico viene collegato un tratto di tubazione, più o meno lungo, e con estremità libera che serve a far avvenire lo sgocciolamento semplicemente qualche decina di centimetri delocalizzati rispetto al foro di scarico dell’unità. In alcuni casi (come mostra la figura 1) si cerca di superare questa modalità di scarico di tipo primordiale e ci si adopera per convogliare l’acqua verso i pluviali dell’acqua piovana ma sempre affidandosi al lavoro gratuito della forza di gravità. Per raggiungere tale obiettivo si assegna una pendenza alla tubazione di scarico senza preoccuparsi eccessivamente dell’impatto estetico finale che si ottiene in seguito all’attraversamento della parete da parte del condotto. Se poi il condotto è costituito da un tubo flessibile di protezione dei cavi


Figura 1. Tubazione per lo scarico della condensa realizzato con un flessibile mutuato dal settore elettrico. Le frecce indicano i supporti di fissaggio al muro.

Figura 2. Tubazione in acciaio per lo scarico della condensa adeguatamente posizionato.

mutuato dal settore elettrico, può anche risultare una conformazione con qualche dosso o avallamento dato che la mancanza di rigidità della tubazione impedisce la posa con pendenza costante dello stesso. Nè si può pensare di dare linearità al tubo pensando di fissarlo al muro con le apposite clip posizionate ad una distanza di una trentina di centimetri una dall’altra, come indicano le frecce in figura. Poichè esistono due installazione ravvicinate, anche lo scarico

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Figura 3. Installazione appaiata di due unità esterne split con scarico dell’acqua in comune (indicato dalla freccia).

della seconda unità esterna contribuisce ad un’estetica poco gradevole dell’insieme. Nella figura 2 si nota come è stato approntato lo scarico dall’unità esterna in maniera molto particolareggiata impiegando una tubazione in acciaio. Essa è fissata in maniera impeccabile alla parete dello stabile. Lo smaltimento dell’acqua avviene nello scarico delle acque bianche. Probabilmente per l’indisposizione di un elemento di connessione/raccordo acciaio-plastica l’uscita dello scarico dall’unità e l’inizio della tubazione non sono connesse tra loro. L’acqua contenuta nella bacinella di raccolta esce gocciolando dallo scarico e “centra” il condotto in acciaio per essere veicolata nello scarico delle acque bianche. Nella figura 3 vediamo una soluzione alternativa e non banale attinente a due unità posizionate una accanto all’altra. La soluzione ottimale è stata individuata in un collettore comune che raccoglie l’acqua di entrambe le unità. Come si può osservare lo scarico viene portato internamente al muro raggiungendo, così, anche un ottimo impatto visivo.

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SCARICO DELL’UNITÀ INTERNA Come detto sopra, lo scarico della condensa che si forma nella bacinella dell’unità interna non può avvenire per gocciolamento o con un condotto approntato alla bell’e meglio. Una soluzione può essere quella di convogliare l’acqua verso l’esterno, allestendo una apposita tubazione che segue il percorso delle due tubazioni frigorifere di collegamento delle due unità e che quindi sfrutta il foro di carotaggio per uscire all’esterno. È una delle scelte più gettonate quando si vuole procedere spediti con i lavori. Se tale soluzione non è percorribile, allora si può sempre pensare di veicolare l’acqua all’esterno predisponendo una tubazione che esce dal locale attraverso un apposito foro nel muro con il rischio, però, che l’aspetto estetico risenta di tale situazione. Se l’unità interna non è posizionata su un muro perimetrale esterno del locale ma viene fissata ad un muro interno (una semplice parete divisoria) allora le cose si complicano ulteriormente. Prima di uscire all’esterno, infatti, la

Figura 4. Esempio di installazione di un’unità split su una parete divisoria interna di un locale. Si può notare, anche, la condotta per lo scarico della condensa.

tubazione deve avere un certo sviluppo lungo le pareti interne del locale, come mostra la figura 4. Affinchè l’acqua possa scorrere è necessario assegnare una certa pendenza in

lunghezza alla tubazione, pendenza che poi deve essere “mascherata” agli occhi dell’osservatore per non avere un cattivo effetto estetico. ●

ULTIME NOTIZIE La catena del freddo che unisce Italia ed Argentina. Promossi 2 convegni da Nazioni Unite, Ministero argentino e italiano con il Centro Studi Galileo

buona riuscita del 17° Convegno Europeo sulle Ultime Tecnologie del Freddo presso il Politecnico di Milano. Maggiori informazioni su www.industriaeformazione.it

La situazione internazionale sul clima, le affermazioni di Trump e di Macron, la Riunione delle Nazioni del Protocollo di Montreal hanno spinto il Ministero dell’Ambiente Argentino a chiedere la collaborazione dell’UNIDO (Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale) che a sua volta ha invitato in America Latina il Centro Studi Galileo, con il patronage del Ministero Italiano dell’Ambiente. Una grande opportunità per le aziende italiane in Argentina e per l’Argentina stessa. Dopo la visita di Mattarella nel maggio 2017, l’Argentina ha voluto far sentire la sua voce e ha colto l’occasione in questi giorni, nei quali si discute in tutti i telegiornali del problema dell’aggravarsi dell’inquinamento ambientale, rivolgendosi direttamente alle Nazioni Unite. Ne è derivata un’importante occasione per le imprese italiane riguardante il punto più delicato del settore della refrigerazione, quello che più influisce sull’ambiente: i fluidi refrigeranti. Tramite l’agenzia delle Nazioni Unite UNIDO, il Ministero dell’Ambiente Argentino si è rivolto al Centro Studi Galileo e all’Associazione dei Tecnici italiani del Freddo. Al CSG è stato conferito l’incarico di organizzare il 4 e 6 dicembre due convegni a Buenos Aires e Rosario. Parteciperanno le più importanti industrie italiane del freddo, in collaborazione con le industrie argentine e la Camera di Commercio Italo Argentina di Rosario, sull’onda della

Intervista a Guillermo Castella Lorenzo Project Manager UNIDO

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Le Nazioni Unite e i Ministeri italiano ed argentino dell’Ambiente hanno organizzato con Centro Studi Galileo e 10 produttori europei, una grande presentazione per approfondire le tecnologie disponibili, necessarie per raggiungere gli obiettivi dell’emendamento di Kigali. Una grande opportunità per le aziende italiane del Freddo, settore nel quale l’Italia è numero 1 in Europa, di affermarsi come punto di riferimento in tutta l’America latina, offrendo opportunità per il mercato nazionale e per le imprese locali. Due le conferenze organizzate, nelle città di Buenos Aires e Rosario, il 4 e il 6 dicembre 2017. L’Argentina si sta dirigendo verso un futuro sostenibile, concentrandosi su uno dei temi di maggiore attualità: la riduzione delle sostanze con un elevato potenziale di riscaldamento globale. L’attenzione a questo argomento è cresciuta notevolmente a causa dell’emendamento di Kigali ai sensi del Protocollo di Montreal, che per l’Argentina inizierà tra 11 anni. Nel corso di questi importanti eventi di respiro internazionale, numerosi sono stati gli incontri con i rappresentanti di ditte, enti ed istituzioni di settore. Proponiamo l’intervista a Guillermo Castella Lorenzo, Project Manager UNIDO. Maggiori informazioni su www.industriaeformazione.it


NOTIZIE DALL’EUROPA

(Da Newsletter AREA disponibile su nuovo sito www.associazioneATF.org) (Sintesi a cura del prof. PIERFRANCESCO FANTONI)

LEGISLAZIONE Direttiva EPBD – Il 19 dicembre la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento Europeo ha convenuto su alcune novità riguardanti la Direttiva sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici: • Indicatore di prontezza intelligente: la Commissione Europea svilupperà un indicatore volontario di prontezza intelligente per valutare la disponibilità degli edifici ad adeguare il loro funzionamento alle esigenze degli occupanti. • Ispezioni degli impianti di riscaldamento e condizionamento: la nuova legislazione riconosce la competenza degli Stati membri per stabilire le misure di ispezione appropriate e la frequenza delle ispezioni. La soglia per tutte le ispezioni sarà di 70 kW. Inoltre, verrà effettuato uno studio di fattibilità per introdurre eventualmente ispezioni per sistemi di ventilazione autonomi. Infine, possono essere messe in atto alternative a ispezioni come la consulenza. • BAC: entro il 2025 gli edifici dovrebbero essere dotati di sistemi di automazione e controllo solo se considerati tecnicamente ed economicamente fattibili. L’approvazione finale di questi punti dovrebbe avvenire all’inizio del 2018. Una volta adottata formalmente, la Direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE e la legislazione entrerà in vigore venti giorni dopo. Il periodo di recepimento per questa legislazione è di 20 mesi. (Pagina 4 della Newsletter AREA) Direttiva Efficienza Energetica – Il 28 novembre la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE) del Parlamento Europeo ha accolto il progetto sulla revisione della Direttiva sull’Efficienza Energetica. I membri della commissione ITRE hanno votato per un obiettivo vincolante del 40% in materia di efficienza energetica dell’UE, per obiettivi vincolanti nazionali (articolo 1) e per un articolo 7 dai contenuti significativi (obblighi di risparmio energetico). Per quanto riguarda l’articolo 9.A (Misurazione e allocazione dei costi per riscaldamento e raffreddamento e acqua calda sanitaria), è stata aggiunta la condizione di fattibilità tecnica e sostenibilità dei costi in relazione al potenziale risparmio energetico per l’installazione. (Pagina 4 della Newsletter AREA) Direttiva Energie Rinnovabili – Il 28 novembre la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE) ha accolto il progetto sulla revisione della Direttiva RES. I membri della Commissione ITRE hanno votato per un obiettivo vincolante di energia rinnovabile del 35% e un aumento annuale del 2% della quota di energie rinnovabili nel riscaldamento e raffreddamento. Il 18 dicembre il Consiglio dell’energia ha accolto l’impostazione generale della revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili. Gli elementi principali di questa posizione sono: • Obiettivo UE vincolante di almeno il 27% di energia rinnovabile del consumo totale di energia entro il 2030. • Facilitare e migliorare l’uso da parte dei consumatori delle energie rinnovabili è un elemento chiave. • Procedure di notifica semplificate per installazioni su piccola scala. • Incremento indicativo annuo di 1 punto percentuale della quota di energie rinnovabili nel riscaldamento e raffreddamento. La posizione del Consiglio tiene conto delle differenze esistenti tra i sistemi e gli impianti nazionali in tutta l’UE. In particolare, riflette le caratteristiche specifiche degli impianti di “raffreddamento” nei climi più caldi.

• Gli Stati membri avranno la possibilità di aprire i loro regimi di sostegno nazionali ai produttori di energia rinnovabile in altri Stati membri. (Pagina 4 della Newsletter AREA) Norme sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura dei prodotti di refrigerazione – La Commissione Europea ha reso disponibile una bozza del documento riguardante le domande più frequenti per i prodotti di refrigerazione professionale per facilitare l’attuazione dei regolamenti sull’Ecodesign e sull’etichettatura energetica (2015/1095 e 2015/1094). Il documento si concentra su armadi frigoriferi professionali, abbattitori, unità di condensazione e chiller di processo. Una bozza è disponibile presso la segreteria. Il documento chiarisce in particolare le domande relative a: • apparecchiature che rientrano o meno nel campo di applicazione, • l’inapplicabilità delle norme sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica per le apparecchiature vendute in Svizzera, • informazioni da fornire tramite l’etichetta energetica. (Pagina 6 della Newsletter AREA) Regolamento Ecodesign per i prodotti di condizionamento di grande potenza – La Commissione Europea ha pubblicato le linee guida riguardanti il regolamento 2016/2281 per i prodotti di riscaldamento ad aria, i condizionatori d’aria (>12 kW), i refrigeratori di processo ad alta temperatura e i ventilconvettori. Il documento è disponibile presso la segreteria. Queste linee guida mirano ad aiutare le parti interessate, inclusa l’industria, ad attuare concretamente i regolamenti. (Pagina 5 della Newsletter AREA) Direttiva Ecodesign: valutazione dell’implementazione – Il Parlamento Europeo sta lavorando alla preparazione di un report sull’attuazione della Direttiva Ecodesign (2009/125/CE). In questo contesto, l’istituto di ricerca del Parlamento Europeo ha condotto uno studio volto ad espandere l’Ecodesign al di là delle misure di efficienza energetica, come, ad esempio, l’efficienza delle risorse o la riciclabilità. Sulla base dei pareri degli addetti ai lavori, la relazione individua tre principali carenze: mancanza di sostegno a livello UE, lentezza del processo normativo e inadeguata sorveglianza del mercato da parte degli Stati membri. (Pagina 5 della Newsletter AREA) Ecodesign & etichettatura energetica per Sistemi di Automazione e Controllo degli edifici (BACS) – La Commissione Europea ha avviato uno studio preparatorio sul BACS. Sono coinvolti gli apparecchi elettronici che gestiscono e controllano il funzionamento di molti servizi tecnici di costruzione come generatori di calore, sistemi di acqua calda, ventilazione, raffreddamento e condizionamento, illuminazione, sistemi di comunicazione, ascensori, ecc. (Pagina 6 della Newsletter AREA)

REFRIGERANTI In vigore l’emendamento di Kigali – L’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, che comporterà una riduzione graduale globale degli idrofluorocarburi (HFC), entrerà in vigore nel gennaio 2019 poiché un numero sufficiente di parti ha ora ratificato l’emendamento. L’emendamento è stato ratificato da 20 parti, tra cui i membri dell’UE Finlandia, Germania, Lussemburgo, Slovacchia, Svezia e Regno Unito. Per ulteriori informazioni consultare il sito Web di DG CLIMA qui. (Pagina 6 della Newsletter AREA)

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GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centosettaduesima) Sedicesimo anno

A cura dell’ing. PIERFRANCESCO FANTONI

Criogenia: Settore della refrigerazione riguardante l’utilizzo del freddo alle bassissime temperature. Anche se non esistono limiti ben definiti dei valori di temperatura che definiscono i campi di applicazione della criogenia, generalmente si tende a stabilire tale limite ad un valore inferiore a –150 °C. Le applicazioni della criogenia riguardano i settori della medicina, della metallurgia, degli alimentari e della chimica. Attraverso di essa è possibile ottenere la distillazione dell’aria, ossia la sua liquefazione e la separazione dei vari elementi che la compongono. Inoltre, attraverso l’indurimento criogenico è possibile conferire ai materiali metallici una maggiore durezza e resistenza all’usura. Tra i gas più impiegati nella criogenia risultano l’azoto liquido, l’elio, l’drogeno, il neon, l’anidride carbonica. FPI: Fins Per Inch (Alette per pollice). Acronimo inglese che indica l’unità di misura standardizzata per esprimere la densità delle alette in uno scambiatore di calore a pacco alettato. Rappresenta letteralmente il numero di alette presenti in un pollice di lunghezza. MC: Micro Channel. Particolare configurazione degli elementi costitutivi di uno scambiatore di calore finalizzata ad ottenere percorsi molto ristretti per i due fluidi che devono realizzare lo scambio. Solitamente, nelle

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configurazioni a flusso parallelo, la distribuzione del refrigerante all’interno dei vari micro-canali avviene attraverso un collettore comune che ha lo scopo di alimentare in maniera uniforme ed omogenea tutto il volume interno della batteria. Inoltre, la disposizione delle alette è attuata in modo tale che anche l’aria sia obbligata ad impegnare percorsi di ridotte dimensioni ed in maniera estremamente dinamica al fine di massimizzare gli scambi termici. Gli scambiatori con configurazione MC permettono di ridurre la carica di refrigerante del circuito dato il loro contenuto volume interno. OFP: OverFill Protection (protezione contro il troppo-pieno). Acronimo inglese con cui si indica il dispositivo, di cui sono dotate alcune bombole di refrigerante, che evita che esse vengano riempite in maniera eccessiva e, quindi, potenzialmente pericolosa per la loro integrità. Di tale dispositivo è bene siano dotate tutte le bombole che vengono utilizzate per il recupero del refrigerante dai circuiti frigoriferi. Il grado di riempimento di una bombola dipende dalle caratteristiche del refrigerante che essa deve contenere e dalla temperatura ambiente a cui avviene il recupero. PCT: Power Consumption Test (prova del consumo energetico). Acronimo inglese con cui si indica la realizzazione di un test di misura del consumo di energia di un’apparecchiatura elettrica. Il test può essere condotto secondo varie modalità esecutive standardizzate. Re: Numero di Reynolds. Numero adimensionale (cioè che si esprime senza unità di misura) che viene impiegato nello studio della dinamica dei fluidi. Sostanzialmente il suo valore dipende dal rapporto tra le forze d’inerzia e le forze viscose che agiscono in un determinato fluido. Attraverso il calcolo del numero di Reynolds è possibile valutare se il flusso di scorrimento di un fluido risulta essere in regime laminare (in corrispondenza del quale si hanno valori più bassi del numero di Reynolds) o turbolento (in corrispondenza del quale si hanno valori più elevati del numero di

Reynolds). Il flusso laminare di un fluido avviene quando i vari filetti fluidi tendono a scorrere in maniera parallela tra loro, mentre il flusso turbolento si ha quando i filetti tendono a mescolarsi vorticosamente tra loro. In quest’ultimo caso sono favoriti gli scambi termici. Il valore critico del numero di Reynolds è quel valore in corrispondenza del quale si ha il passaggio da regime laminare a regime turbolento. Per valori inferiori a 2000 il flusso si mantiene stazionario ed in forma laminare; per valori compresi tra 2000 e 3000 la stazionarietà viene compromessa e si formano delle piccole ondulazioni mentre per valori superiori a 3000 si genera un flusso turbolento, ovvero caratterizzato da un moto estremamente disordinato, non stazionario e che interessa tutte e tre le dimensioni dello spazio. Il valore del numero di Reynolds dipende dalla velocità media del fluido, dalla sua viscosità dinamica e cinematica, dalla densità del fluido. Inoltre, se il condotto in cui il fluido scorre è di sezione circolare, dipende dal diametro del tubo oppure, se la sezione non ha forma circolare, dipende dall’area della sezione e dal perimetro bagnato (grandezze che definiscono il cosiddetto diametro idraulico). WBT: Wet Bulb Temperature (temperatura a bulbo umido). Acronimo inglese con cui si indica la temperatura misurata attraverso un termometro il cui bulbo è mantenuto umido mediante una garza che risulta essere costantemente bagnata. ● Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.

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1.397

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ClASSE

A1

A1

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SOSTITuISCE

R-134a

R-404A, R-507

R-404A, R-507

APPlICAzIONI

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Refrigerazione BT

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