b2eyes Magazine 10/2016

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Dicembre 2016 numero 10 www.b2eyes.com In copertina Vision Group

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N102016 Sommario

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B2TRADE Editoriale E tu ci sarai a Mido? 3 Attualità Alte Ceccato come New York 4

di b2eyes magazine

Vista, crescono le vendite degli housebrand 8 VisionOttica: la soluzione visiva è su Sky 12 Netcity: Ottitaly, Acuitis e… 16 Acofis: 70 anni e un libro per il primo sindacato degli ottici 20 Amarcord Cassazione: da Sarti a Biondi 24

Editore FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it Grafica e impaginazione FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Stampa Giuseppe Lang - Arti Grafiche S.r.l. Via Romairone, 66/N 16163 Genova (GE) Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 E 1,80 - Copia omaggio

B2STYLE Moda Oh My Gold! 26 Pink Visions 28 Don’t Dare 30 B2EXPERT Practice management L’ottica 2.0 inizia a 40 anni 32 The best seller Chi è “il più grande venditore del mondo”? 34 Strategie d’impresa Commercialista e consulente: due professionalità al servizio del centro ottico 36 Education Zaccagnini: chi insegna agli insegnanti? 38 Irsoo: prevenzione e trattamento della terza età 40 Lab Sindrome dell’occhio secco e lenti a contatto 42 B2TECH Lenti oftalmiche

Il “rinascimento” di Galileo 44 Zeiss: nel 2017 gli occhi fanno… tanta strada 46 Essilor Academy Italia: nuovi corsi a livello avanzato 50 Lac Desîo, una lac in aiuto di Terre des Hommes 52

Lo Gnommero

Apparteniamo al mondo delle immagini o a quello delle idee? 55

In relazione all’articolo “Safilo: mega brand? Solo di proprietà” apparso sul numero 9 di b2eyes Magazine a pagina 12, Safilo precisa di avere in seguito concluso un accordo con Gucci per cedere tutto lo stock a fine 2016 alla Fashion House. Pertanto non ci sarà un periodo di sell-off gestito da Safilo nel 2017.

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Editoriale

E tu ci sarai a Mido? di Angelo Magri

S

embra uno slogan. In realtà è la presa d’atto di un fenomeno diffuso. A parlare con aziende di occhiali e lenti, ma anche con gruppi o network del retail, saranno ben pochi a fare a meno di una presenza come espositori al prossimo appuntamento con il salone milanese, in programma a fine febbraio del 2017. Mido ha commesso alcuni errori in passato, ma da un paio di edizioni a questa parte ha decisamente cambiato marcia. Pur rimanendo fedele all’impronta internazionale che i suoi vertici auspicano, non ha trascurato il mercato italiano, anzi. Ha costantemente sviluppato iniziative come i treni gratuiti o l’Otticlub per favorire o stimolare la scelta degli ottici italiani a visitare la mostra. Ha in cantiere idee per valorizzare un padiglione nuovo come il More!, che l’anno scorso sembrava un po’ lasciato al proprio destino. Ma soprattutto ha riportato in massa i produttori e distributori di lenti oftalmiche, vero punto di riferimento per l’ottico italiano in fiera, che così potrà davvero contare su un’offerta pressoché completa per la sua attività. Mido, in sostanza, ha guardato con attenzione alle esigenze del mercato: questo deve fare una fiera, questo è quanto chiede chi investe per esporre e chi per visitarla. E lo ha fatto eliminando forme superflue di autoreferenzialità. Quell’autoreferenzialità che invece continua a pesare come una zavorra su Silmo, nonostante evidenti segni di cedimento e benché oggettive scelte, come quella dell’infausta location, non permettano nemmeno più un binomio così fecondo tra il salone e la città di Parigi. Vedremo poi cosa succederà nel 2017, quando Silmo arriverà alcune settimane dopo che gli ottici italiani, tra i più presenti storicamente alla rassegna parigina, avranno già potuto visitare a Firenze il DaTE, altro evento in cui si nota l’esperienza di Mido, in programma a metà settembre: già quest’anno aziende espositrici e distributori presenti hanno avvertito un sensibile calo di presenze di italiani al Village e DaTE era in programma una settimana dopo l’evento francese. Il virus dell’autoreferenzialità rischia di contrarlo anche opti, la mostra di Monaco che apre la stagione dell’ottica, nel 2017 a fine gennaio. La sua partita decisiva la giocherà nel 2019, quando saranno operativi i nuovi padiglioni destinati a garantirle quell’espansione che potrebbe diventare pericolosa per le fiere concorrenti. Ma già ora si nota un certo atteggiamento di distanza, almeno in termini di comunicazione, con quelle realtà e con quei mercati, tra cui l’Italia, che invece in questi anni ne hanno sostenuto l’affermazione. Forse per i tedeschi più che di autoreferenzialità si tratta della proverbiale rigidità. Di certo oggi, con i fatti e non più solo come auspicio, sembra che il made in Italy nell’ottica abbia la meglio anche in campo fieristico.

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Attualità

Alte Ceccato come New York L’”ultima intervista possibile” di questo 2016 nasce da un dialogo a tavola con Domenico Concato. Un personaggio schivo, che ha fatto dell’insegna dei suoi negozi PuntoOttico un brand esclusivo

di Nicola Di Lernia

I

l tratto oggi è breve. Da Venezia a Montecchio Maggiore. Una località che sull’A4 sta tra Vicenza e Verona. Vado a incontrare Domenico Concato, un ottico che molti oggi riconoscono per il brand della sua insegna, PuntoOttico, presente anche a Verona, Brescia, Milano e infine New York. Lo incontro nel suo “laboratorio” di occhiali, dove costruisce su misura e distribuisce marchi esclusivi per pochi. «Quando ho iniziato ad Alte Ceccato, nel 1984, sono venuti a mano a mano i rappreIl negozio di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza sentanti a farmi fare gli ordini di occhiali. Il pacco che mi arrivò da Luxottica non passava neppure dalla porta». figlio d’arte, in quanto il padre era gioielliere, Domenico mi ricorda così i suoi inizi, non da ma certamente sostenuto da quell’uomo, che

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Attualità to è più importante di tutto quello che vi ruota intorno. La forza di Puntoottico sono le persone che vi lavorano. I miei ragazzi sanno a cosa devono ispirarsi. I nostri clienti entrano in negozio e si fanno trasportare dai nostri consigli. Paradossalmente loro smettono di vendere un occhiale quando compare su una rivista e soprattutto quando l’azienda decide di produrNel punto vendita di Montecchio Maggiore si trova anche il “laboratorio” di occhiali, re in Cina. «Non si dove Domenico Concato costruisce su misura e distribuisce marchi esclusivi per pochi deve comprare solo per vendere – mi riinsistette con lui perché avesse solo esclusive. corda Domenico – e noi sposiamo aziende che E prodotti di altissimo livello ed esclusivi fu il hanno un progetto a lungo termine su cui ci credo con cui crebbero Domenico e PuntoOttico possiamo calare». Cosa ne pensi dell’industria Humaneyes. Ma questo desiderio negli anni 90 italiana dell’occhiale? «È migliorata molto, ma contrastava con le politiche dei grandi marchi. manca di identità di marca». Su cosa punta il E quando il rappresentante di Giorgio Armani tuo business? «Pochi brand e molte collezioni. È non gli diede la concessione perché Alte Cec- la rotazione che ti fa guadagnare e fidelizzare cato sulla carta geografica era difficile da tro- il cliente. Il fatturato è una logica conseguenza vare, Domenico decise che era il momento di del tutto». Che cosa hai portato in giro della fare il proprio mercato. Conobbe Alain Mikli, tua natura vicentina? «L’educazione, la mode«grande genio ma uomo particolarmente diffi- stia, il fatto che un occhiale non si vende se lo cile», che gli lasciò però in eredità l’amicizia si impone. E questo stile vale per tutti i negozi professionale ancora viva con Jaques Durand, compreso quello di New York, dove abbiamo “l’occhialaio” di Alain. Questa definizione, che clienti d’eccezione come Spike Lee, che compra Domenico mi esprime senza vergogna, mi fa ri- da noi qualcosa ogni mese». Che cosa avete cordare come lo stesso Ferragamo ai suoi inizi di diverso a New York rispetto ad Alte Ceccaamasse essere chiamato “il ciabattino della Re- to? «Nulla, vendiamo gli stessi brand e collegina”. «Tutto poi è venuto piano piano – senten- zioni. Probabilmente ne vendiamo di più ma la zia Domenico – Abbiamo aperto nuovi negozi storia è la stessa». Sorrido e mi alzo. Se la tua senza grossi investitori, seguendo casualmente azienda fosse un’auto che auto sarebbe? «Una l’A4 per poi decollare da Milano a New York macchina inglese: affidabile, elegante, magari sulla Madison Avenue, ormai quasi un decen- con il baule legato sul retro della carrozzeria». nio fa. Il negozio di piazza Meda l’ho rincorso La trovo azzeccata. Il viaggio che Domenico ha per molti anni». Domenico però ama parlare iniziato dal 1984 a oggi me lo immagino proprio più di progetto che di occhiali. «Il nostro proget- così.

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Attualità

Vista, crescono le vendite degli housebrand Secondo GfK nel primo semestre 2016 il sell out di montature da vista ha segnato un rialzo in valore e in volumi, più evidente nella fascia di prezzo medio bassa e tra i marchi di proprietà di Angelo Magri

P

iù 6,1% a volume e 5,4% a valore: sono le percentuali di incremento evidenziate dalle vendite di occhiali da vista da parte dei centri ottici italiani nei primi sei mesi dell’anno, secondo le rilevazioni di GfK. «Da una prima analisi del mercato per fasce di prez-

zo emerge il fatto che sono cresciute soprattutto le montature di fascia medio bassa, con tassi superiori al 5% – spiegano in GfK Italia – Soffre, invece, la montatura con prezzo superiore a 150 euro, il cui incremento si ferma a un punto percentuale». La medesima dinamica di prezzo, secondo gli

Montature GfK Panel Market Italia Trend e dettaglio per fasce di prezzo Trend delle vendite in Unità e Valore rispetto all’anno precedente

Dettaglio per fascia di prezzo a Unità

Gennaio-Giugno 2016

Vendite a Unità

Gennaio-Giugno Gennaio-Giugno 2015 2016

+ 6,1%

20,4

19,4 + 1%

>= 150 EUR

Vendite a Valore in Euro

+ 5,4%

80 EUR < 150 EUR

45,4

45,8 + 7%

0 EUR < 80 EUR

34,3

© GfK 2016 - All rights reserved | 12/2016

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34,8

+ 8%



Attualità esperti, si ripresenta esattamente nella porzione di mercato che ha venduto in maniera più netta, il segmento dei “marchi di proprietà”, con una crescita a unità dell’8%. «Riguardo ai modelli, si sono contraddistinti di più quelli con la combinazione di materiali “plastic & metal”, non solo per un aumento del 64% a unità, ma anche perché si sono rivelati essere la tipologia in cui il consumatore ha mostrato uno spiccato interesse per gli articoli di fascia alta – sottolineano in GfK – Infatti, i modelli con un prezzo superio-

re ai 150 euro hanno fatto registrare un incremento di vendite del 79%. Anche le montature di solo materiale plastico hanno mostrato un trend positivo, seppur con un riposizionamento diametralmente opposto verso la fascia medio bassa».

Il presente documento contiene informazioni di proprietà di GfK e tali informazioni sono protette dal diritto d’autore, dal diritto sulle banche di dati e/o come segreto industriale secondo la legge applicabile. La ricezione o il possesso delle suddette informazioni di GfK non include e non trasmette alcun diritto di riproduzione, divulgazione, utilizzo o cessione delle stesse. Le presenti informazioni sono pubblicate su B2Eyes Magazine con l’autorizzazione di GfK, ma qualsiasi altra diffusione, riproduzione, divulgazione o utilizzo delle informazioni di proprietà di GfK, in tutto o in parte, privi di specifica previa autorizzazione da parte di GfK, è vietata.

Montature GfK Panel Market Italia Trend delle vendite in Unità rispetto all’anno precedente Gennaio-Giugno Gennaio-Giugno 2015 2016

Marchi di proprietà 42,3

+ 8%

43,2

Gennaio-Giugno 2015

Marchi di proprietà

>= 150 EUR

Marchi in licenza

80 EUR < 150 EUR

+ 4%

Private Label

Gennaio-Giugno 2016

16,2

15,3

52,5

52,9

31,2

31,8

+ 2%

+ 9%

0 EUR < 80 EUR

42,6

41,7

+ 11%

+ 6%

15,1

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© GfK 2016 - All rights reserved | 12/2016

Montature – Focus per materiale GfK Panel Market Italia Trend delle vendite in Unità rispetto all’anno precedente per fascia di prezzo COMBINAZIONE DI MATERIALI + 64% Gennaio-Giugno Gennaio-Giugno 2015 2016

MATERIE PLASTICHE

20,4 41,5

+ 9%

Gennaio-Giugno Gennaio-Giugno 2015 2016

18,9 1%

79% 45,4

>= 150 EUR 80 EUR < 150 EUR

50,2

61%

0 EUR < 80 EUR

45,2

10%

44,5 24%

13,3

50,4

29,4

30,7

10,1

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Attualità

VisionOttica: la soluzione visiva è su Sky Ha preso il via a novembre la nuova campagna di comunicazione dell’insegna di Vision Group che segna l’inizio di una partnership esclusiva con il network televisivo a cura della redazione

A

l centro della comunicazione con cui l’in- di prodotto, on air fino alla fine di gennaio, è quello segna di Vision Group torna in tv, declina- in partnership con Essilor e Hoya. Lo spot lancia un ta in una serie di spot multi soggetto pro- format che fa leva su una comunicazione semplice dotti insieme all’agenzia creativa Meloria e immediata. «Il dualismo necessità-soluzione viene e con la regia di Marco Missano, c’è un professionale raccontato attraverso il volto e le parole rassicuranottico VisionOttica, che si troverà a consigliare a del- ti di un professionista VisionOttica, che suggerirà al le persone, immerse nella loro quotidianità, a indi- telespettatore la soluzione ottica più adatta allo svolviduare la soluzione ottica corretta per le loro attivi- gimento di specifiche attività quotidiane», spiegano tà quotidiane. La pianificazione è iniziata da metà in Vision Group . La soluzione in questo caso è incennovembre con una prima tranche di sei settimane trata sull’utilizzo delle lenti progressive. A chiudere all’interno dei programmi Sky a maggior ascolto e lo spot l’invito a scoprire nei centri VisionOttica le proseguirà per tutto il 2017. Il primo spot da tecnologie all’avanguardia 20 secondi andato in onda è stato un video delle Varilux di Essilor e delistituzionale sui valori dell’insegna, incenle progressive di Hoya. «Gli trato su come l’attenzione per il benessere spot che gireranno a rotaziovisivo si concretizzi in gesti consapevoli e ne introducono la presenza professionali, volti a migliorare la vita di di Essilor e Hoya in qualità persone di tutte le età, ogni giorno. A chiudi partner ufficiali dell’intera dere la comunicazione, esprimendo questo campagna sulle multifocali messaggio, un’inedita versione estesa del – proseguono dall’azienda – pay-off del brand: l’ormai noto “Vicino ai La comunicazione televisiva tuoi occhi” si è infatti evoluto nel claim di è, infatti, solo una parte della più ampio respiro “Chi è vicino ai tuoi occampagna che sarà veicolachi, è vicino a te”. ta in un’ottica completamenI film successivi in cui è articolata la camte multicanale: materiale pagna invece, saranno incentrati su singoli di allestimento per il centro problemi visivi con un riferimento diretto ottico e videovetrine, investialla soluzione ottica più corretta da trova- Un’immagine di campagna dedicata menti digital su web e social, re nei centri VisionOttica: il primo soggetto alla lenti progressive attività di direct marketing

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nerare traffico nei centri ottici associati, anche grazie al supporto di un investimento digital geolocalizzato e a iniziative promozionali realizzate in collaborazione con i fornitori di riferimento dell’insegna – concludono in Vision Group – Allo stesso tempo il database dei clienti VisionOttica sarà utilizzato per attività di direct marketing volte ad aumentare il traffico nei centri ottici. Tutti i contenuti prodotti per la campagna troveranno, inoltre, una seconda vita sulla pagina Facebook, con un piano editoriale dedicato».

Un premio per una comunicazione... fuori dagli schemi L’insegna di Vision Group si è aggiudicata il primo premio agli NC Digital Awards 2016 per la migliore campagna digitale integrata nella categoria Abbigliamento e Accessori. La campagna VisionOttica #nonperderedivista ideata dall’agenzia Meloria e realizzata alla fine del 2015 è stata premiata il 24 novembre scorso a Milano per il suo carattere innovativo: ha, infatti, rotto gli schemi della pubblicità tradizionale nel settore dell’ottica per le modalità narrative e i contenuti, con tre video di storie vere lanciati su web e Facebook. Sullo sfondo, un ottico optometrista VisionOttica a suggerire una riflessione sull’importanza del “vederci bene” nella vita quotidiana per non perdere di vista le cose importanti. Parte integrante dell’iniziativa, la possibilità di scaricare un buono per l’acquisto di soluzioni ottiche di qualità e il concorso “Occhiali per la Vita”, che ha permesso a un consumatore di vincere una fornitura di occhiali per 30 anni. L’iniziativa, realizzata alla fine del 2015 con la collaborazione di Essilor in qualità di partner, ha ottenuto ottimi risultati di comunicazione e di traffico nei centri ottici: «ottocentomila view dei video, due milioni di persone raggiunte, millecinquecento buoni scaricati dal sito e tremila foto caricate dagli utenti, 30% di incremento della fan base su Facebook, 20% di nuovi clienti registrati in database nei centri ottici», spiegano in Vision Group. Gli NC Digital Awards ogni anno premiano le agenzie pubblicitarie per le migliori campagne di advertising digitale in Italia con l’obiettivo di dare risalto all’innovazione creativa e all’efficacia della comunicazione sui nuovi media. «Vedere VisionOttica in gara insieme a prestigiosi brand è stata una grande soddisfazione per tutti noi – ha commentato Angela Muto, responsabile marketing di Vision Group, nel ritirare il premio insieme ad Alessandro Modestino, amministratore delegato di Meloria Comunicazione, e al direttore creativo Andrea Rosagni che ha seguito il progetto – Un riconoscimento che dimostra quanto la coerenza di posizionamento e la capacità di innovare, anche nella comunicazione, portino risultati concreti e siano in grado di costruire valore per il brand» (nella foto, da sinistra, Rosagni, Muto e Modestino alla consegna del premio).

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Attualità

Netcity: Ottitaly, Acuitis e… La nuova piattaforma del network, lanciata l’estate scorsa, entra nel vivo. Come pure il progetto legato ai corner e ora anche al franchising dell’insegna francese. Mentre raddoppia il programma di formazione degli affiliati di Angelo Magri

S

ono già oltre 220 i punti vendita associati senza a Mido. E allo stand del salone milanese a Netcity che hanno aderito a Ottitaly, la del prossimo febbraio si potranno raccogliere piattaforma online dedicata, presentata informazioni anche su altri due progetti della ufficialmente all’ultima convention del società di servizi: la partnership con Acuitis sul network, nel maggio scorso, e divenuta opera- mercato interno e il programma formativo. tiva in estate. «Dopo i primi mesi di rodaggio «Il progetto franchising Acuitis in Italia, dopo da gennaio 2017 partirà un piano d’azione ar- il successo dei corner, che in circa un anno e ticolato su Ottitaly: tutta una serie mezzo sono già stati inseriti in 120 di attività che animeranno sia la centri ottici, si pone come un’oppiattaforma sia i centri ottici adeportunità in più per affrontare la renti grazie all’interazione con i minaccia delle catene a disposisocial o a collaborazioni esterne, zione degli oltre 900 punti vendita ad esempio con società nell’amaderenti a Netcity: saranno loro, bito della cosmesi, per realizzare infatti, ad avere la priorità sia per eventi nel punto vendita – rivela rinnovare il negozio nella veste Paolo Fonelli, responsabile svidi franchising sia per aprirne uno luppo di Netcity – E ancora: foto completamente nuovo». Così Lausu Facebook, concorsi, campagne, rent Schmitt, amministratore delepromozioni, oltre naturalmente ai gato di Netcity, descrive il progetto servizi professionali che Ottitaly che prenderà ufficialmente il via offre fin dalla sua nascita». Così, a gennaio 2017 sotto la guida di anche per promuovere Ottitaly e Alberto Mariotto, il quale darà anfarlo conoscere più a fondo, Netci- Paolo Fonelli, responsabile che un supporto tecnico e gestioty tornerà dopo alcuni anni di as- sviluppo del network nale per i corner Acuitis: il mana-

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IBZaccagnini Vision Sciences Department - XX CONGRESSO INTERDISCIPLINARE

PRESBIOPIA E PRESBITI: ATTUALITÀ E INNOVAZIONE DEI SISTEMI DI CORREZIONE, DELLE PRATICHE CLINICHE E DELLA RICERCA, A CONFRONTO CON ACCESSIBILITÀ, FRUIBILITÀ E NUOVE TECNOLOGIE

Presbiopia Πρεσβυωπιας Weitsichtigkeit Presbyopia Presbytie Presbicia

Il Congresso propone lo spettro completo delle evidenze scientifiche, frutto della ricerca e della pratica clinica, della correzione della Presbiopia, alla ricerca di quel “da vicino”, visione ottimale per ogni persona, in relazione a ciò che fa, all’ambiente in cui vive e le conseguenti implicazioni umane, sociali ed economiche generate dalla presbiopia.

Partner Scientifici

iacLe, International Association of Contact Lenses Educators aiLac, Associazione Italiana Lenti a Contatto SOPti, Società Optometrica Italiana erPG, European Research Presbyopic Group Con il patrocinio dell’ASS.A.I. Associazione Andrologi Italiani

eVenti: Sabato 4 Febbraio - 2° C.L. Educator Meeting in Italy

Domenica 5 Febbraio - Consegna dei Diplomi di ottica AS 2015/2016

Bologna 4, 5 e 6 Febbraio 2017 Centro Congressi Hotel Savoia Regency

Segreteria scientifica e organizzativa Istituto Zaccagnini Via Ghirardini 17, 40141 Bologna Tel. 051480994, Fax 051481526, e-mail: congresso@istitutozaccagnini.it www.istitutozaccagnini.it/congresso-2017/


Attualità zata e preservata al pari dei corner». E nel 2017 la formazione targata Netcity raddoppierà. Il network ha, infatti, in programma una serie sia di incontri per la gestione delle risorse finanziarie sia di corsi tecnico commerciali. «Il primo filone sarà finalizzato a fornire ai nostri afAlberto Mariotto, responsabile filiati gli strumenti del progetto franchising Acuitis per l’Italia per investire meglio sul marketing e per valorizzare la redditività del punto vendita, il secondo invece sarà incentrato sulla contattologia», spiega ancora Fonelli. Nel 2017 saranno, quindi, una dozzina gli incontri nelle cinque regioni in cui già si è sviluppato il progetto di formazione 2016, che ha coinvolto complessivamente quasi 500 imprenditori ottici: quelle con maggiore densità di associati, cui si aggiungeranno molto probabilmente la Sicilia e un paio nella dorsale adriatica. «Si tratta di una formula dal titolo “Progetto Cultura d’Impresa”, che si propone di sviluppare un piano formativo dai contenuti fortemente pratici per un’efficiente gestione dell’attività imprenditoriale del centro ottico, permettendo un’immediata applicazione della fase di apprendimento attraverso il supporto diretto e personale di un esperto nelle settimane successive al corso teorico – dice Fonelli – Prendiamo l’ultimo appuntamento del 2016, che si è tenuto nel novembre scorso a Ostuni, in Puglia: ha avuto per tema la gestione del magazzino con l’obiettivo di trasformarlo da centro di costo a risorsa per lo sviluppo e la redditività dell’azienda, toccando quindi uno dei punti più importanti e delicati per l’imprenditore ottico».

ger, che vanta una lunga esperienza nell’ottica, prima con Grand Optical e poi in Avanzi, si occuperà del progetto di cui Netcity ha l’esclusiva per l’Italia. Gli ottici potranno scegliere tra due format, sulla scia dei risultati già ottenuti dall’insegna in Francia e negli altri paeLaurent Schmitt, amministratore si europei in cui è delegato di Netcity presente: Créateur, format di design contemporaneo ricercato con spazi ben definiti, e Galerie, originale e più funzionale, meno impegnativo economicamente, con ampiezze intorno a 120 metri quadrati. «Tutto il vista sarà a marchio Acuitis, mentre sole e contattologia prevedono la presenza di altri brand – aggiunge Schmitt – Il partner oftalmico sarà il Gruppo Essilor e l’assemblaggio dell’occhiale completo verrà realizzato nel centro ottico, all’interno del quale è previsto anche un centro audiometrico con un’innovazione tecnologica adattabile a tutta la collezione delle montature Acuitis, in linea con l’esperienza positiva riscontrata dalla casa madre. Il nostro obiettivo è dare vita a un numero tra i 30 e i 50 punti vendita Acuitis in franchising in cinque anni, attività che verrà valoriz-

Un esempio di materiali per il punto vendita Acuitis

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Attualità

Acofis: 70 anni e un libro per il primo sindacato degli ottici Con un evento tenutosi a Milano la sera di Santa Lucia alla presenza di quasi 400 illustri esponenti del settore, tra cui Leonardo Del Vecchio, l’associazione ha festeggiato l’importante anniversario e presentato il volume che ripercorre la sua storia e quella dell’ottica e dell’optometria italiane di Nicoletta Tobia

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ue anni e mezzo di lavorazione, numerosi testi e documenti contenuti in più di trecento faldoni consultati, tantissime interviste ai protagonisti. È quanto ha richiesto la stesura del libro intitolato “L’ottica e l’optometria italiana vista con gli occhi di Acofis Milano. Dal sogno alla realtà”, dedicato ai settant’anni dell’associazione, che prima della serata, in cui è stato protagonista di una tavola rotonda, era stato presentato alla stampa nel corso di una conferenza. Un lavoro ponderoso, racchiuso in un volume di oltre 500 pagine, firmato da Adriana Cesana, Stefano Panzeri, Graziano Zanardi e Renzo Zannardi. Il libro, come hanno spiegato gli autori stessi, «è nato dalla volontà di costruire memoria per scrivere correttamente il futuro e per questo verrà regalato non solo agli associati, che devono essere consapevoli di ciò che hanno fatto i loro padri, ma anche a tutte le matricole del corso di laurea in Ottica e Optometria

La presidente di Federottica Milano Acofis, Michela Salerno, con il presidente di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, sul palco durante la serata

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Attualità

Gli autori del libro. Da sinistra, Graziano Zanardi, Stefano Panzeri, Adriana Cesana e Renzo Zannardi

La platea presente all’evento che si è svolto a Palazzo Castiglioni a Milano per festeggiare i 70 anni di Acofis

della Bicocca». L’opera racconta la storia dell’ottica e dell’optometria italiana a partire da un sguardo che, più che essere “Milanocentrico”, muove dal riconoscimento dell’importanza del capoluogo lombardo e di Acofis per quel che riguarda la nascita della professione, così come è delineata oggi, dell’associazionismo e della formazione. «A Milano infatti – ha raccontato Zannardi durante la conferenza stampa – sotto la guida di un uomo lungimirante come Arnaldo Chierichetti, è nata nel 1946 la nostra associazione, il primo sindacato di categoria: qui è nato l’Isso, la scuola regionale di Ottica e Optometria che ha professionalizzato tantissimi ottici, anche stranieri, e che è stata sciolta per dare vita al corso di laurea presso l’Università statale di Milano Bicocca, cui ha fornito docenti e ricercatori di livello, oltre a tutta la strumentazione. E forse non tutti sanno che Milano è anche la città dove, alla fine degli anni 20, Salvatore Giaquinta istituì un corso di ottica e optometria, che peraltro già delineava una figura unica di professionista». La presentazione del libro è stata il momento culminante dell’evento di Santa Lucia che però ha riservato spazio a tanti protagonisti, diretti e indiretti, di questa lunga storia. Il tutto di fronte a una platea di ospiti che ha riunito il gotha dell’ottica e dell’optometria milanese e non solo, oltre che rappresentanti del mondo della formazione e delle aziende, quali, ad esempio, Essilor, Frastema, Hoya e Zeiss. C’erano, infatti, i due ex presidenti di Federottica nazionale, Giulio Velati e Fabio Zanacchi, nonché Fabrizio ed Emilia Vettore, Riccardo Perris, Orio Pogna, Gianfranco Sala, Nicola Ricco, Alberto Benzoni, Rossella Fonte, lo storico segretario di Acofis Pierluigi Mapelli, docenti del calibro di Gianmario Reverdy, Sergio Cappa e Silvio Maffioletti. E ancora: Barbara Venturi, Paolo Carelli, Renzo Colombo, Giuseppe Sicoli, Si-

mone Santacatterina, Stefano Bertani, solo per citarne alcuni perché tutti sarebbe impossibile. La prima parte dell’appuntamento è stata dedicata a Vincenzo Zampillo, di cui quest’anno ricorreva il ventennale della scomparsa. «Un amico che con la sua innata allegria, creatività e generosità ha saputo raccordare i nostri centri ottici con il mondo dell’industria ottica italiana: faceva il rappresentante ad alto livello, prima con la linea Fiorucci di Metalflex e poi con la linea Armani di Luxottica, riuscendo a creare rapporti di collaborazione importanti tra i due soggetti della filiera», ha spiegato Renzo Zannardi. Presenti in sala per l’occasione c’erano le tre figlie di Zampillo, Ida, Patrizia e Nicoletta, moglie di Leonardo Del Vecchio: anche il numero uno di Luxottica, appena rientrato da un viaggio negli Stati Uniti, ha tenuto a partecipare all’evento, salendo brevemente sul palco per salutare la platea prima di andarsene. Il resto della serata, accompagnata da brani del trio jazz di Luca Volontè, è stato scandito dalla lettura di alcune parti del volume da parte di due attori e da una serie di interventi che hanno dato un importante contributo di testimonianza: hanno preso la parola, ad esempio, Silvia Mollo, che ha parlato del nonno Arnaldo Chierichetti e portato i saluti della zia Elda; Lina Mapelli, moglie di Giuseppe Ricco, che ne ha tracciato un affettuoso ricordo sottolineando di aver avuto come unica rivale l’optometria, e Jeff Longoni, che ha rammentato la nascita della Soe, la Società d’Optometria d’Europa. Sul palco si sono alternati, tra gli altri, anche il segretario di Confcommercio Milano Marco Barbieri, la consigliera di Regione Lombardia Paola Macchi, Alessandro Borghesi, Michela Salerno, Renzo Zannardi, Gabriella Pagani e Andrea Afragoli, il quale al termine della serata ha espresso il proprio entusiasmo per l’evento.

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Amarcord

Cassazione: da Sarti a Biondi Continuiamo a ripercorrere le vicende giudiziarie che hanno caratterizzato in questi anni la storia dell’optometria in Italia di Angelo Magri

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opo aver analizzato nel numero precedente di questa rivista i casi Schirone, con due sentenze emesse dalla Corte Suprema tra il 1995 e il 1996, e Mombelli, con quella del 2001, si passa al 2003, con la vicenda che coinvolge il professionista fiorentino Giuliano Sarti. La sentenza Sarti riguarda un caso relativo alla prescrizione di lenti prismatiche da cui l’imputato uscì assolto. Sarti fu difeso da Elio Palombi, giurista napoletano che seguì come legale anche Schirone e Mombelli. Per alcuni anni non si verificarono situazioni analoghe, se non che sul finire del decennio ci fu il caso relativo al professionista veneto Dino Marcuglia, seguito dallo studio legale Banfi di Milano, che non arrivò nemmeno in Cassazione perché alla fine del 2012 la Seconda Sezione Penale del Tribunale Ordinario di Venezia lo assolse dall’accusa di esercizio abusivo della professione. Significativo quanto riportato nelle motivazioni della sentenza del giudice monocratico. «L’Optometrista è un professionista non medico che svolge il proprio lavoro nell’ambito della fisiologia ottica, nell’applicazione delle lenti a contatto, nel campo della refrazione e dell’ipovisione – si legge – La sua attività ha come scopo il

riconoscimento e la quantificazione dei difetti visivi attraverso strumenti ottici di precisione, nonché il miglioramento della visione attraverso metodi non medici, id est, con esclusione del ricorso a farmaci e ad interventi chirurgici. Le competenze necessarie Dino Marcuglia sono di carattere ottico, fisico, biologico ed anche psicologico». Nel luglio 2016, invece, la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la sentenza di condanna a Mario Biondi a due mesi di reclusione per esercizio abusivo della professione di medico oculista, già stabilita dai due precedenti gradi di giudizio, per una vicenda che risale al 2009 e riguarda un bambino trattato da Mario Biondi, in collaborazione con il coimputato Luca Baldassari, giudicato separatamente per lo stesso reato e condannato a

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Amarcord

Mario Biondi

affermando che “l’Optometria consiste semplicemente nella misurazione della vista (anche attraverso strumenti più o meno sofisticati), e nella scelta, caso per caso, quali, tra le tante variazioni possibili, siano – se esistenti – le lenti necessarie per la correzione di quel singolo difetto. Pur facendo proprio il principio secondo cui l’optometrista non può “in nessun caso praticare la propria attività in presenza di malattie oculari in senso proprio (e non di semplici disfunzioni della funzione visiva)”, il Supremo Collegio riduttivamente conclude che “non può considerarsi preclusa all’Optometrista l’attività di misurazione della vista, e di apprestare, confezionare e vendere – senza preventiva ricetta medica – occhiali e lenti correttive non solo per i casi di miopia e di presbiopia, ma – al contrario dell’Ottico – anche nei casi di astigmatismo, ipermetropia ed afachia”. Con questo intervento la Suprema Corte inverte totalmente l’orientamento, ormai consolidato, in ordine alle competenze professionali degli optometristi, che ha allineato l’Italia alle posizioni da tempo affermate nel mondo anglosassone», commenta Palombi.

due mesi in primo grado nel luglio del 2014. «Con la sentenza relativa al caso Biondi la Corte Suprema ha ritenuto di dover negare l’ambito di attività degli optometristi riconosciuto dai precedenti arresti giurisprudenziali,

Elio Palombi

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Moda

oh my gold! pagine a cura di Luisa Espanet

Carrera

Diane Von FĂźrstenberg Santoni

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Moda

Badura

Millelire Regio Tesoro

Vogue

Sicis

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Moda

Pink Visions Dolce & Gabbana

LuvĂŠ

Galliano

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Moda PrettyBallerinas

Emporio Armani

L’Autre Chose

Vacheron Constantin

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Moda

don’t dare

Panizza

Corneliani

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Moda Polaroid

Missoni

a.testoni

neubau eyewear

Serapian

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Practice Management

L’ottica 2.0 inizia a 40 anni Modellare una statua da un pezzo di marmo potrebbe rappresentare un’innovazione nel nostro settore: così si potrebbero meglio identificarne i dettagli, soprattutto che l’ottica ha bisogno di un pubblico differenziato in grado di contemplarla e amarla e al quale allo stesso tempo offra il suo lato migliore

di Nicola Di Lernia Esperto del mercato dell’ottica

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Pensiero: alla scoperta dell’universo presbiopia L’Aurora, o Alba, è vista come una personificazione femminile, semidistesa e nuda, come le altre statue della serie. Ha il capo velato e sta compiendo un gesto come di svegliarsi dal sonno, alzandosi dal giaciglio e girando il busto verso lo spettatore, con un gomito piegato come appoggio e l’altro braccio che si inclina fino a cercare, all’altezza della spalla, il velo per sollevarlo. Siamo di fronte a un possibile risveglio in grado di costruire un nuovo mondo per l’ottica. L’ottica 2.0 ripensata per il pubblico over 40 non

a nostra statua da modellare ha bisogno di due punti di convergenza e di divisione. Quello che separa chi è miope, ipermetrope o astigmatico da chi è diventato presbite. Questa linea di separazione divarica il giorno dalla notte. Sempre Michelangelo, questa volta in Firenze presso la Sacrestia Nuova in San Lorenzo, raffigurò i quattro momenti della giornata per guarnire la tomba di Lorenzo il Magnifico: in particolare il Crepuscolo, maschio seminudo, e l’Aurora donna nell’atto di svegliarsi. Ecco, il mondo della presbiopia è ben rappresentato dall’Aurora del Michelangelo.

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Practice Management è una banalità e in sostanza nessuno o pochissimi lo stanno facendo. Trattare l’Aurora diversamente dal Crepuscolo. Io credo che nulla come il risveglio di Aurora possa rappresentare il “think different” di Presbiopia 10 e lode: ripensare un’ottica per chi inizia un percorso dai 40 ai 90 anni. Perché, direte voi, cosa c’è di diverso da quello che facciamo oggi? Praticamente tutto. Oggi disegnate servizi che devono andare bene a tutti per qualsiasi età. Trattate tutti allo stesso modo. Vi date obiettivi di fatturato e crescita senza tenere conto che l’universo presbiopia è uno spazio ancora inesplorato e nulla sappiamo di ciò che ci possiamo trovare e di come ci potremmo vivere. Dobbiamo ripensare un’ottica 2.0 orientata a questo pubblico e solo a questo. Già la sua complessità non è inferiore al pubblico giovane, ma più del giovane ha un obbligo: maturare in efficienza e serenità. Non è una cosa da poco e cambia completamente la visione d’insieme, la richiesta dei servizi, la necessità di un confronto periodico con lo specialista, la responsabilità dell’aggiornamento. Questo significa cambiare completamente la visione del proprio business ottico e della propria specializzazione professionale.

In Corea del Sud nell’età scolare, dove fanno uso di tablet, i giovani miopi sono raddoppiati negli ultimi dieci anni. Di fronte a questo nuovo scenario possiamo rimanere fermi ancora per molto? Possiamo pensare e agire come 25 anni fa? Possiamo credere che l’unica panacea sia l’occhiale di nicchia e la lente di prezzo? Non abbiamo ancora capito che tutte le tentate soluzioni del passato – cito le promozioni e le card, per semplicità – non ci aiutano veramente a stanare i clienti in ombra? Le domande non sono poche e purtroppo tutte legittime. Siamo di fronte ad un “think different” nell’ottica di natura epocale per chi lo sa riconoscere, all’ottica 2.0, ovvero alla nostra abilità di comprendere che il business della presbiopia non si chiama solo “progressive”, ma tutto quello che serve a un over quarantenne, dai primi segnali di scarsa focalizzazione dei dettagli fino alla sua morte naturale. Le aziende dell’oftalmica agli inizi hanno lanciato la promessa azzardata al pubblico che la lente progressiva ci permetteva di vedere da vicino e da lontano con un solo occhiale. Così l’ottico si è concentrato sul tema progressivo con molteplici traguardi, che però vengono riassunti in una media nazionale di penetrazione bassissima rispetto a quelle europee e un’età avanzatissima della calzata del primo occhiale progressivo, 56 anni, cosa che implica un potere accomodativo alto e un possibile rigetto. Quindi, lasciate perdere queste tentate soluzioni dai risultati parziali e iniziate a ripensare il business della progressiva partendo dal suo vero nome: presbiopia. Prendete un foglio bianco e dividetelo per il lungo. Da una parte scrivete 0-39, dall’altra 40-90, le età della popolazione. Il pubblico over 40 pesa tantissimo nel fatturato dell’ottica e quindi deve poter disporre di un trattamento esclusivo non equiparabile a quello generale. Non differenzia il pubblico l’uso di una monofocale rispetto a una progressiva. Lo differenzia l’età. Perché se il monofocale è propedeutico a una successiva progressiva occupazionale e infine a una personalizzata, al raggiungimento dei 50 anni abbiamo ridisegnato il nostro business senza accorgercene.

Azione: cosa non possiamo più trascurare Di fatto nell’ottica si sono trascurati alcuni principi e fatti, almeno tre essenziali, che oggi meriterebbero tutta la vostra attenzione. La popolazione italiana negli ultimi anni è cresciuta ma non solo grazie agli italiani. Sta crescendo una società multietnica e occupazionale che a breve diverrà una società nella società con esigenze più o meno simili a quelle degli italiani. E ai 40 anni molti di loro ci sono già. La popolazione italiana attiva sta invecchiando e aspira ad arrivare tra 15 anni ad almeno 90 compleanni. Un’aspirazione caratterizzata da una forza di volontà nell’essere sempre a posto, in qualsiasi età e in ogni circostanza, soprattutto nella vista. Gli strumenti digitali diventeranno sempre più i nostri compagni di vita. L’esigenza di vedere bene sarà legata alla capacità di usufruire al cento per cento di questi strumenti. Ma tale esigenza non si paga senza dazio.

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The best seller

Chi è “il più grande venditore del mondo”? Agenti, commerciali o venditori di aziende ci chiedono di parlare della loro attività, con un taglio pratico e diretto: lo faremo con questa rubrica, una sorta di guida pratica per i professionisti della vendita

di Michaela Gariboldi e Paolo Valentini*

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oi autori in primis siamo venditori. Siamo venditori di noi stessi, vendiamo i servizi di consulenza e formazione che eroghiamo agli imprenditori cui ci rivolgiamo e, tra le altre cose, formiamo specialisti e direttori nell’arte più bella del mondo: la vendita. Ma prima, un doveroso accenno

al nome. “Il più grande venditore del mondo” è il titolo del best seller di Og Mandino. Il testo è da anni una “bibbia” di tutti noi professionisti della vendita: è un libro sulla vita e i principi che insegna sono universali, proprio come quelli di cui scriveremo anche noi nella rubrica. Il nostro augurio, pertanto, è accompagnare su questa testata per il 2017 i professionisti della vendita in un percorso a tappe in cui condivideremo sì i principi della vendita, ma soprattutto le regole basilari per ottenere grandi successi nella professione e nella vita.

* Michaela Gariboldi, socia di Open Source Management, è specializzata in risorse umane e management per le Pmi italiane. * Paolo Valentini, esperto in marketing e gestione delle risorse umane, con un focus pluriennale sul mercato ottico italiano, è titolare di I-Profile Venezia. Open Source Management opera nel mondo della consulenza aziendale. I-Profile Venezia è l’azienda franchisee di Osm per le province di Rovigo e Venezia.

Come essere bravi venditori Nei numeri precedenti, all’interno della rubrica “Il nuovo capitale”, abbiamo trattato ampiamente il tema della vendita, parlandone

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The best seller soprattutto in riferimento allo staff del negozio di ottica. Gli elementi personali sono alla base della vendita semplicemente per un fattore: vendere significa ascoltare e capire ciò di cui ha bisogno una persona. In questo caso cambia il contesto. Parliamo di agenti, procacciatori d’affari, commerciali, venditori dipendenti, che tutti i giorni si spostano con la propria auto per incontrare un imprenditore o un responsabile acquisti, con lo scopo di effettuare una vendita. Ambiti diversi, ma stessa morale: come venditori siamo coloro che mediante un processo di comunicazione hanno l’obbligo di far emergere le esigenze dell’imprenditore o dell’azienda, comprendere tali esigenze e formulare la presentazione di una soluzione che sia in grado di risolvere il bisogno del cliente. Pertanto per essere bravi venditori servono convinzione, passione per il proprio prodotto o servizio, vero interesse verso le necessità dell’interlocutore cui ci stiamo rivolgendo, determinazione personale per portare la comunicazione verso una trattativa commerciale.

scere in termini di responsabilità, all’interno di un’area geografica o all’interno di un settore dell’azienda (prodotto o servizio). Come si diventa direttore vendite? Cosa contraddistingue il ruolo di un direttore vendite rispetto a quello di semplice venditore? Quali statistiche vanno utilizzate e come vanno gestiti i venditori per renderli motivati e maggiormente produttivi? Di questo e di altro scriveremo. Le fasi della vendita Esistono fasi ben precise nella vendita. Nel dettaglio, dunque, parleremo di: • Approccio, ovvero il cliente come prima cosa acquista noi: perché alcune vendite filano lisce come l’olio e altre invece si concludono con frasi del tipo “ci devo pensare”? • Indagine, ovvero chi chiede guida, chi guida vende: quali sono le esigenze che il cliente non ci sta dicendo? Come possiamo portare il cliente a dirci in maniera chiara tutto ciò di cui ha bisogno e che altri non hanno ancora soddisfatto? • Stimolazione: rendere evidente al cliente ciò che per lui non lo è e farglielo sentire come una vera necessità. • Presentazione della soluzione: “per aiutarti nel tuo bisogno, faremo così...”. • Gestione delle obiezioni: quali sono le obiezioni e come le dobbiamo gestire? Quando il prezzo è un’obiezione e quando un segnale di chiusura? • Chiusura: possibilmente in prima battuta.

Serve più tecnica o più comunicazione? La vendita deve essere esercitata sempre. Noi quando non vendiamo da giorni siamo in affanno. L’unica verità per fare bene questo mestiere è vendere tutti giorni. Proprio così. Attraverso l’esercizio costante e quotidiano possiamo ottenere risultati importanti. Questa è sicuramente la prima regola tecnica. Ve ne sono anche altre, e ne parleremo nel corso della rubrica, ma non dimentichiamo che la vendita è un esercizio di comunicazione e, in quanto tale, diventa evidente che per vendere sia necessario saper comunicare. Ovvero, significa che dobbiamo saper mettere in campo aspetti personali, che esulano dalla pura tecnica di vendita, e che sono invece legati all’arte dell’ascolto e dell’interesse verso gli altri. In una battuta noi diciamo che per vendere la tecnica aiuta, ma non è più del 30%: il resto sei tu.

Marketing e vendite Che relazione esiste tra il marketing e le vendite? Cosa deve fare correttamente il marketing per agevolare le vendite? In azienda più che in un negozio si stanno delineando ruoli precisi per chi si deve occupare dell’uno e delle altre. Il marketing ha lo scopo di creare interesse e generare ritorni di persone interessate ai prodotti o servizi dell’azienda. Deve agire in sintonia con la forza vendite, al fine di ottenere i migliori risultati aziendali e commerciali. Vedremo insieme diversi casi di successo in questo senso e come il marketing digitale sia un alleato fondamentale per le vendite.

Venditori e rete vendita Certo parlare di vendita implica l’organizzazione di una rete vendita e di ruoli. Dopo il successo personale come venditore, lo scopo è cre-

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Strategie d’impresa

Commercialista e consulente: due professionalità al servizio del centro ottico Quello appena passato è stato un anno di grandi cambiamenti, trasformazioni e mutamento di ruoli. Per tutti

di Anna Gatti*

L’

ottico indipendente ha finito il 2016 accorgendosi che i suoi vecchi competitor non sono più i tradizionali colleghi con i quali ci si confrontava alla pari, ma sono soprattutto multinazionali super strutturate. E anche noi

consulenti abbiamo iniziato nuovi cammini. Abbiamo approfondito la conoscenza del gestionale e delle numerose funzioni ai fini del controllo di gestione. Abbiamo lavorato sulla formazione professionale, anche tecnica: esami della vista più accurati, maggiore conoscenza delle lenti oftalmiche e delle lenti a contatto. Abbiamo offerto consulenza fiscale laddove è stato più conveniente per l’imprenditore trasformare l’azienda individuale in società di capitali. Il lancio del progetto Syn-

* Anna Gatti, consulente aziendale, titolare di A&G Studio di Bologna, specializzato nel controllo di gestione e analisi dei costi.

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Strategie d’impresa cro, realizzato grazie alla collaborazione con offerte dei prodotti sulla base dei loro bisogni. Bludata e Guttadauro Network, ci ha permesCosì facendo l’azienda acquisisce, mantiene so di equipaggiare il centro ottico di un nuoe sviluppa il rapporto con la propria clientevo strumento la per ottenere di analisi delle un incremento L’obiettivo è studiare informazioni di fatturato e di il comportamento dei clienti, utili per stuvalore. Abbiapassando dalla logica dell’esame diare i clienti e mo applicato dei loro acquisti a una più ampia per poter così il Crm stratecapire chi sono gico attravercomprensione degli eventi che quelli nuovi, so lo studio dei li hanno condizionati o motivati identificandoli ad aprire, ad esempio, una newsletter, nuovi clienti e per età e tipo lo sviluppo del o ad aderire a una promozione di acquisto, e valore di quancosa, invece, ti sono già accontinuano a comprare e ogni quanto quelli quisiti, riducendo in tal modo gli abbandoni già acquisiti. da parte di coloro che avrebbero potuto sceIl Customer Relationship Management, che gliere altri negozi. Il Crm analitico, invece, è significa gestione dei rapporti con la clientestato portato avanti utilizzando i dati dell’inla, ci ha portati, attraverso l’aiuto della tectero anno, in quanto si basa sull’analisi delle nologia, a riconsiderare l’importanza della vendite, delle adesioni a offerte e promozioni conoscenza diretta del cliente, per nome e e delle risposte ai questionari sulla fedeltà. cognome, dei suoi gusti e delle sue preferenL’obiettivo di queste analisi è studiare il ze. Queste informazioni permettono di avere comportamento dei clienti, passando daluna migliore comprensione delle esigenze la logica dell’esame dei loro acquisti a una dei clienti, di migliorare la qualità dei propiù ampia comprensione degli eventi che li dotti e servizi proposti e di personalizzare le hanno condizionati o motivati ad aprire una newsletter, ad aderire a una promozione, a visitare il punto di vendita o a ordinare un prodotto. In questo scenario il lavoro di Letizia Melchiorre sul marketing digitale e sul racconto del punto vendita online è stato davvero efficace e ha permesso di trasformare le abitudini dei clienti in conversioni d’acquisto presso il punto vendita. È stata una grande soddisfazione portare all’imprenditore ottico il numero dei nuovi clienti e il valore che essi hanno generato, a seguito, ad esempio, di una campagna di advertising su Facebook. Abbiamo infine applicato un Crm operativo, cioè tutti i processi e gli strumenti attraverso i quali implementare le attività del negozio sopra descritte: sia in uscita, derivante quindi da una modalità proattiva di rapporto con il cliente, sia in entrata, vale a dire di risposta a una sollecitazione che arriva direttamente dal cliente.

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Education

Zaccagnini: chi insegna agli insegnanti? All’Istituto bolognese è in corso una revisione della didattica e una verifica dell’ortodossia dei principi fondanti dell’optometria a cura della redazione

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necessaria una rivoal loro apparire sul mercato, si luzione copernicana è riversata l’attenzione di chi dell’insegnamento commerciava prodotti di corredell’optometria in Itazione della vista, cioè gli ottici, lia? Giorgio Righetti, direttoche, per farlo, hanno dovuto re dell’Istituto Zaccagnini, ne aggiungere al proprio bagaglio è convinto. «L’optometria e la professionale la contattologia, contattologia, pur essendo diapprendendo anche i fondascipline relativamente giovani, menti dell’optometria. «Si è così autonome e originali rispetto formata, spontaneamente, una all’ottica geometrica e fisica che classe d’insegnanti con le più si sono praticate e insegnate, in varie e autoreferenziali basi acregime di quasi monopolio, fino cademiche e didattiche – sostieagli inizi degli anni Novanta, si Giorgio Righetti, direttore dell’Istituto ne il direttore della scuola bolosono guadagnate in tempi re- Benigno Zaccagnini gnese – Il vuoto di iniziative e di lativamente recenti un ruolo di stimoli professionali e culturali primo piano fra le scienze che trattano i proble- lasciato dall’infinita querelle ottico-optometrimi della salute e della qualità della visione – af- sta e l’allontanarsi nel tempo di un inquadraferma Righetti – L’optometria, nata nel 1886 con mento professionale nell’ambito della Sanità gli studi di Edmund Landolt, è stato il supporto creato dalla riforma delle professioni non regoscientifico che ha generato le lenti a contatto e lamentate del 2013 hanno impedito fino a oggi la loro diffusione». Le lenti a contatto, in quan- che si creasse una vera scuola di optometria to prodotto dell’industria chimico farmaceutica, e una classe di docenti allineata agli insegnasono anche un prodotto commerciale sul quale, menti e all’ortodossia di quella dozzina di ricer-

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Education catori e accademici, tutti di scuola americana o inglese, che hanno accumulato, in questi ultimi cinquanta o poco più anni, le basi del sapere e della pratica clinica optometrica come oggi la si intende in tutto il mondo. L’assenza nel nostro paese di una professione optometrica con validazione accademica e la matrice esclusivamente ottica delle scuole, viceversa, ha portato a evoluzioni e interpretazioni delle materie specifiche spesso soggettive e devianti rispetto al pensiero dominante dei maestri anglosassoni, compresi buona parte dei libri e dei manuali utilizzati nelle Un momento delle esercitazioni di contattologia con la strumentazione diagnostica di ultima concezione dell’Istituto bolognese scuole, non sempre fedeli alle evidenze della ricerca e agli standard clinici internazionali. Tutto ciò ci porta a di quelli di optometria provenienti dalla ricerca universitaria, anglosassone e italiana, con titoli dire che è necessaria una rivoluzione». Come intende attuarla in concreto l’Istituto Zac- accademici adeguati. Nel prossimo anno accacagnini? «L’opportunità di colmare questo vuo- demico 2017-18 questo lavoro di messa a punto to e di far recuperare credibilità all’apparato dei programmi, delle esercitazioni cliniche e didattico dell’optometria ci viene offerta dall’e- dei testi dei corsi dell’Istituto bolognese sarà afsperienza della laurea inglese in Optometria, fidato a quattro docenti laureati in Optometria BSc in Optometry and Clinical Practice, dell’I- alla Aston University di Birmingham e all’Unistituto Zaccagnini, giunta nel 2016 al completa- versità di Bradford. L’organizzazione dei corsi mento del primo corso che ha permesso, a chi vi può già contare su due basamenti dell’optomeha insegnato e a chi vi si è laureato compiendo tria, la pratica clinica e la bibliografia: la prima un’esperienza diretta nel campus dell’universi- grazie alla collaborazione con varie cliniche e tà di Birmingham, di accertare quali e quante ospedali in cui gli studenti possono esercitarsi fossero nelle nostre scuole di ottica e nei no- affiancando gli operatori sanitari, la seconda stri corsi di optometria le lacune didattiche e grazie alla biblioteca multimediale, con testi in quanti i contenuti delle materie specifiche che italiano e in inglese,aggiornati anche in funsi allontanavano dai fondamenti della discipli- zione della compilazione dei programmi, degli na “optometria” – prosegue Righetti – Partendo updating scientifici e dei rapporti con i relatori da questa constatazione, abbiamo avviato un internazionali del nostro Congressointerdisciprofondo lavoro di revisione critica e di riorga- plinare. Le relazioni tra docenti, struttura ornizzazione di tutto il sistema della didattica, la ganizzativa dell’Istituto e studenti sono affidate cui qualità è strumento di efficienza della co- aun sistema e auna rete informatica aziendalemunicazione del sapere agli studenti, e di ade- propria ed esclusiva,che colleziona tutti i dati, guamento e di revisione dei contenuti scienti- anche quelli della gestione e dell’organizzaziofici dell’optometria partendo dai punti fermi ne, fornendo informazioni in tempo reale su tutdefiniti dagli autori considerati i padri fondanti to quanto di interesse per chi opera nella scuodella disciplina. Il corpo dei docenti dell’Istituto la, a partire dal registro di classe elettronico. è stato così innervato con l’innesto di insegnan- E su tutto il funzionamento dell’Istituto veglia ti delle materie del corso di ottica e soprattutto la certificazione ISO 9001-2015 della didattica».

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Education

Irsoo: prevenzione e trattamento della terza età Partirà a metà febbraio presso l’Istituto di Vinci la seconda edizione del corso di optometria geriatrica di Francesca Tirozzi

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econda edizione per il corso di optome- Empoli dove ultimamente collaboro a scretria geriatrica, organizzato da Irsoo e ening legati alla retinopatia diabetica. Solo diretto da Giampaolo Lucarini. Il corso all’interno del reparto di Oculistica ho potuto è aperto a chi ha l’abilitazione di ottico, comprendere cosa comporti il prendere in cura con o senza un diploma o la laurea in optome- pazienti in età senile con patologie cronicotria. Il percorso disciplinare è completato dal degenerative, soprattutto in termini di costo corso di ipovisione, coordinato da Giuseppe sociale. E le previsioni non sono rosee. Il futuro Migliori. «Optometria geriatrica è stata intro- ci riserva un progressivo aumento dell’invecdotta già da qualche anno nel nostro istituto, chiamento della popolazione con un corrispongrazie al volere del direttore, dente incremento delle patoloAlessandro Fossetti – spiega Lugie ad esso legate. Avremo a che carini – Ho accolto questa inifare quindi con soggetti sempre ziativa molto positivamente sin più anziani e malati». dall’inizio soprattutto per la sua Per Lucarini l’optometrista può utilità, testata quotidianamente avere un’importante funzione di durante la mia attività optomesupporto anche in ambito sociatrica. Si tratta di una convinziole. «Credo molto nel ruolo che ne che è maturata nel tempo ed potremmo avere nel contesto è il frutto della collaborazione della prevenzione visiva: prenprofessionale svolta per 25 anni dere in carico soggetti con difetti a fianco di oftalmologi e in parvisivi per smaltire le lunghe file ticolar modo da quando sono in di attesa che si creano alle Asl servizio al reparto di oculistica rappresenterebbe un importanGiampaolo Lucarini, docente del corso di optometria geriatrica dell’ospedale San Giuseppe di te contributo anche per ridur-

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Education

Alcune fasi del percorso formativo, che prevede una parte teorica e una pratica

rischio o segnali di condizioni che necessitano di interventi immediati da parte dell’oculista e aiutando i soggetti anziani a trovare le soluzioni migliori con l’approntamento dei necessari ausili ottici». Durante i quattro incontri, previsti a cadenza mensile nelle giornate di domenica e lunedì, per una durata di 64 ore, verranno trattati diversi argomenti. «La prima parte del corso si focalizzerà sullo studio dei fenomeni percettivi e sulle alterazioni del segmento anteriore, dell’idrodinamica oculare, del sistema microvascolare, della funzione visiva centrale e di quella periferica, per poi focalizzarci sulle analisi della funzione maculare, del nervo ottico e dell’ingrandimento e, infine, sull’acuità visiva: in età senile, ad esempio, i contrasti si vedono meno, al buio la visione è peggiore e anche i colori si percepiscono meno brillanti. Tutti fattori che possono facilitare, ad esempio, le cadute tra gli anziani. A tali elementi si aggiungono le patologie dell’occhio, di cui verrà effettuata una rassegna – conclude il professionista – Il corso prevede, infine, con i partecipanti distribuiti in gruppi affidati a più insegnanti, l’esame refrattivo del soggetto geriatrico normovedente e di quello con bassa acuità, oltre all’esame per vicino, della sensibilità al contrasto e della velocità di lettura: queste attività contribuiranno a formare competenze finalizzate a distinguere tra condizioni frutto del naturale processo di senescenza e quelle dovute alle complicanze che l’invecchiamento può comportare».

re i costi sociali – afferma il docente toscano – L’optometrista chiaramente non è un medico e non può svolgere assolutamente questo ruolo, ma conoscenze superiori rispetto a quelle di base dell’ottico possono aiutarlo a conoscere e studiare le problematiche che si riscontrano in età senile e a sensibilizzare i soggetti anziani a rivolgersi a un oftalmologo, perché molto spesso, e lo dico per esperienza, la prima figura professionale che incontrano sono proprio gli ottici e gli optometristi». L’obiettivo del corso è, quindi, alla luce dell’invecchiamento della popolazione legato all’aumento della vita media, fornire gli strumenti necessari perché gli optometristi possano aggiornarsi su come affrontare, con competenza e completezza, le problematiche tipiche dei soggetti più anziani. «L’età avanzata è accompagnata quasi inevitabilmente da un lento ma continuo deterioramento del fisico e da una perdita o riduzione della funzionalità dei vari organi, tra i quali anche quello della vista – continua Lucarini – Alterazioni del segmento anteriore, dal film lacrimale all’idrodinamica oculare, al cristallino, e di quello posteriore, con le varie patologie retiniche del sistema micro vascolare, si manifestano in varia misura e gravità nell’età avanzata, portando a una serie di problemi a carico della funzionalità visiva. L’optometrista deve conoscere i quadri clinici associati a tali problemi: in tal modo potrà contribuire a fare sia prevenzione sia trattamento, individuando per tempo taluni fattori di

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Lab

Sindrome dell’occhio secco e lenti a contatto Si tratta di una riduzione qualitativa o quantitativa della superficie lacrimale ed è causata da molteplici fattori

di Fabio Mazzolani Oftalmologo presso Centro Oculistico Bergamasco

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a sindrome dell’occhio secco è una patologia trasversale che può interessare sia persone giovani sia persone anziane, anche se in queste ultime, nelle donne e nelle persone con concomitanti patologie neurologiche e immunologiche (artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, ecc) o con patologie corneali è maggiormente presente e può assumere caratteristiche più gravi. Inoltre, l’assunzione di farmaci, ad esempio antistaminici, contraccettivi orali, diuretici, betabloccanti o antidepressivi) può slatentizzare o esacerbare lo stato di occhio secco. Comunemente i principali sintomi riportati dai pazienti sono irritazione e discomfort oculare percepiti come senso di corpo estraneo, ad esempio la cosiddetta “sabbia negli occhi”, o bruciore, prurito e lacrimazione. Tali sintomi possono essere esacerbati da particolari condizioni climatiche (ambienti secchi, polverosi o umidi) ed essere più fastidiosi in diversi momenti della giornata. L’occhio secco è una patologia cronica che richiede da parte del

paziente la consapevolezza di dover affrontare periodi di remissione ed esacerbazione, la volontà di attiva collaborazione con il proprio oculista e la perseveranza nel seguire scrupolosamente le terapie. La diagnosi si basa sia sull’attenta raccolta dei sintomi, delle concomitanti patologie e delle abitudini lavorative e farmacologiche dal paziente sia sulla visita oculistica alla lampada a fessura con l’ausilio di alcuni test: tra i più semplici e meno invasivi, il BUT test e il test di Schirmer. L’analisi della cornea con l’utilizzo di coloranti come la fluoresceina permette, inoltre, di valutare eventuali disepitelizzazioni dovute a un’insufficiente protezione lacrimale della cornea. Storicamente il primo approccio terapeutico sono state le lacrime artificiali o sostituti lacrimali. Il loro utilizzo è finalizzato al ripristino di un normale film lacrimale in termini sia qualitativi sia quantitativi, con l’obiettivo di alleviare i sintomi del paziente e di favorire la guarigione di eventuali disepitelizzazioni corneali. Un efficace approccio terapeutico alla

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Lab secchezza oculare deve necessariamente garantire una ripresa della stabilità del film lacrimale. Questo può essere ottenuto con colliri a base di sostanze mucomimetiche. Tra queste, una delle molecole più efficaci è l’acido ialuronico, presente in molti organi del nostro organismo. L’acido ialuronico è dotato di attività mucomimetica, lubrificante e viscoelastica di tipo non newtoniano (bassa viscosità durante l’ammiccamento, alta viscosità tra due ammiccamenti), così da opporre una resistenza significativamente minore al movimento delle palpebre sul bulbo oculare durante l’ammiccamento, pur rimanendo molto denso quando le palpebre sono aperte tra un ammiccamento e l’altro. Inoltre, la struttura chimico-fisica realizzata appositamente con cariche negative, permette di trattenere grandi volumi d’acqua garantendo così il mantenimento di un efficiente volume lacrimale. Le sue caratteristiche biologiche fanno sì che possa legarsi alle cellule epiteliali corneali attraverso un recettore specifico, favorendo la riepitelizzazione corneale e congiuntivale. L’uso continuativo di colliri a base di acido ialuronico, specie se privi di conservanti, è da ritenersi fondamentale nella terapia di una condizione cronica come l’occhio secco. L’applicazione di lenti a contatto nell’occhio secco rappresenta una condizione limite che sempre più frequentemente si osserva sia per l’uso spesso incontrollato della lente a contatto sia per il crescente aumento della comorbidità e dei fattori di rischio coinvolgenti il sistema lacrimale. Ma quali sono gli aspetti principali da dover considerare quando non è possibile evitare l’utilizzo della lente a contatto? • Idratazione dell’occhio e della lente a contatto. La lente a contatto è un presidio dinamico che interagisce con il film lacrime variando la propria

idratazione in funzione delle caratteristiche chimico-fisiche del materiale di costruzione e della qualità e quantità del film lacrimale. • Variazione della geometria della lente. La corretta interazione tra lente a contatto (morbida, in particolar modo) e la superficie corneale dipende dal mantenimento della precisa geometria della lente a contatto. Per ottenere ciò, lo stato di idratazione della lente deve mantenersi costante. • Permeabilità all’ossigeno della lente a contatto. Chiaramente deve essere il più elevato possibile per permettere il miglior metabolismo corneale possibile. La cornea in deficit di ossigeno comporta una serie di alterazioni corneali di scompenso in parte irreversibili (neovascolarizzazione limbare, scompenso epiteliale ed edema). • Dimensione della lente a contatto. La lente a contatto rigida gas permeabile ha un diametro inferiore rispetto alla lente morbida ma la tollerabilità in caso di dislacrimia è ancora un punto critico. • Durata della lente a contatto. La lente a contatto giornaliera è di facile reperibilità e molto spesso a seguito di autoprescrizione. La lente a contatto giornaliera non necessita di particolare manutenzione e conservazione, pertanto l’utilizzo di disinfettanti e soluzioni idratanti è meno condizionante; allo stesso tempo, è più facile assistere a una gestione scorretta della lente non legata a una corretta abitudine da parte del paziente che “usa e getta” la lente a contatto con tempistiche di porto spesso scorrette. In conclusione, l’appropriata gestione della lente a contatto e la corretta idratazione oculare sono presupposti fondamentali per l’utilizzo della lente a contatto anche in condizioni limite e sotto lo stretto monitoraggio medico.

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Lenti oftalmiche

Il “rinascimento” di Galileo Un trend di crescita superiore a quello del mercato, un bilancio riportato in attivo, un brand orientato a un target più giovane e ora anche il lancio della prima linea di lenti a contatto e di montature a marchio: l’azienda milanese si avvicina così al 2017 di Angelo Magri

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assimo Barberis, da quasi due anni alla guida di Oftalmica Galileo, è molto soddisfatto delle performance raggiunte dal brand controllato da Bbgr, società francese a sua volta nell’orbita di Essilor. «La contattologia è partita alla fine della scorsa estate, mentre l’eyewear è ancora in fase di test: in entrambi i casi si tratta di un servizio esclusivamente per i centri ottici aderenti al Galileo Club – dice Barberis – Per la vendita delle lenti a contatto a marchio Galileo, disposable giornaliere e mensili, ci siamo affidati a un agente dedicato con esperienza nella contattologia, che copre gran parte del nord Italia, e i primi risultati sono più che soddisfacenti. Le montature a marchio Galileo, invece, in acetato e prodotte nel nostro paese, sono in fase di test in tre regioni, affidate all’abituale forza vendita della nostra so-

cietà». Il direttore generale dell’azienda milanese tiene a precisare che «l’offerta di lac e montature con il nostro brand è stata studiata per garantire un servizio in più ai centri ottici che fanno parte del Galileo Club – sottolinea Barberis – Si tratta di quasi 1.500 clienti su un totale di oltre il doppio, che s’impegnano a preservare il marchio sia in termini di listini sia di scelta dei partner oftalmici». Peraltro i progetti lenti a contatto e montature potrebbero essere i primi di una serie di «soluzioni dedicate a tipologie ben definite di utenti finali, ad esempio gli occhiali per la guida o gli occhiali per lo sport», precisa il manager. Il debutto ufficiale e su larga scala di contattologia ed eyewear del brand avverrà al prossimo Mido, dove Galileo ritorna dopo alcuni anni di assenza. «Oggi Mido è una fiera nuova, la più importante d’Europa – sostiene Barberis – Ci è quindi sembrato giusto tornarci, peraltro con uno stand importante, da circa 100 metri quadrati, così da presentare agli ottici italiani tutte le novità dell’azienda, insieme alla sua storia ultracentenaria che la contraddistingue e ne fa ancora un brand a elevata riconoscibilità». Questi nuovi progetti e il ritorno a Mido rappresentano una sorta di coronamento di un anno con-

Massimo Barberis, direttore generale di Oftalmica Galileo

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Lenti oftalmiche siderato molto positivo. «Oggi Oftalmica Galileo produce finalmente utile per il gruppo che la controlla, con un 2016 che fa registrare addirittura un incremento a due cifre in regioni come la Puglia, la Campania o la Sicilia – ricorda il numero uno dell’azienda oftalmica – Continueremo a valorizzare quella che ancora oggi è l’elevata notorietà del brand tra i consumatori italiani, così come proseguiremo l’attività di sensibilizzazione e di prevenzione sul benessere visivo, che quest’anno ha trovato il suo apogeo nel truck itinerante lungo l’intero territorio nazionale tra maggio e giugno: nel 2017 proporremo soluzioni più modulari, anche a livello locale, con una focalizzazione ancora più spiccata sull’utente finale».

Alcuni momenti del truck 2016 organizzato dall’azienda la primavera scorsa dal nord al sud Italia

Cresce l’anima social Se l’obiettivo a medio termine per Galileo è quello di «essere sempre più stringenti nel preservare l’utilizzo del marchio da parte dei nostri partner», come precisa lo stesso Barberis, il suo presente e l’aspirazione a breve sono la volontà di avvicinarsi sempre più al mondo social, che oggi si traduce in circa seimila follower, di cui il 75% attivi quotidianamente, grazie all’abile regia di un team dedicato, tra cui spicca Roberta Ciraolo, in azienda da quasi un anno come trade and digital marketing specialist, guidato dal responsabile marketing, Davide Franzetti. E il mondo social entra con vigore anche nel percorso formativo allestito dalla società oftalmica italiana per i propri partner: per ottimizzare il loro business e la loro presenza in rete, dopo i training frontali ha dedicato, alla fine del 2016, anche la modalità online all’interno della propria Academy, così da illustrare le opportunità offerte dal mondo digitale nello sviluppo del business e dal miglior utilizzo dei canali social per aumentare la visibilità. «Attraverso i post, organici o a pagamento, l’ottico può, infatti, crearsi una rete di relazioni, lanciare novità, iniziative e promozioni e attivare meccanismi di passaparola: la pagina social serve, quindi, come cassa di risonanza per qualsiasi informazione», afferma Franzetti. Così, per spiegare le funzioni e i vantaggi del mondo dei social da remoto, Galileo ha organizzato a dicembre un primo webinar, che è stato seguito da una novantina di ottici, mentre sono in fase di studio nuovi appuntamenti anche per il 2017.

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Lenti oftalmiche

Zeiss: nel 2017 gli occhi fanno… tanta strada Tecnologia ed evoluzione che permeano la vita quotidiana in ogni momento: è il concetto chiave che contraddistingue la nuova campagna di comunicazione al consumatore del brand e l’approccio verso il nuovo modo di vedere il mondo, sempre più digitale, e di intendere la visione di Nicoletta Tobia

Z

eiss ha dato il via a fine dicembre alla nuova campagna pubblicitaria multimediale rivolta ai clienti finali, che si svilupperà nell’arco di tutto il 2017: si rivela coerente con l’approccio a 360 gradi con cui il brand risponde alle esigenze di un consumatore evoluto e legate a un uso sempre più estensivo dei device tecnologici, che trova espressione in un portafoglio prodotto completo di soluzioni visive per il mondo digitale e in un programma di formazione ad hoc per l’ottico. Lo spot, già in onda sui principali network televisivi nei formati da 30 e 15 secondi, è strutturato come una sorta di matrioska. Ogni scena si trasforma nella successiva per scandire il passaggio da un dispositivo all’altro che le persone utilizzano nel quotidiano, alternando momenti di vita lavorativi, di svago, di sport: dimostra così come gli occhi oggi siano sottoposti a tantissime sollecitazioni, sottolineando l’importanza di portare sempre le lenti giuste per vivere appieno ogni momento. «Il concept creativo

nasce dalla riflessione che è cambiato il modo di “vedere” il mondo e per comunicare questo cambiamento si è scelto di utilizzare la metafora del viaggio che ogni giorno i nostri occhi compiono, sia nel mondo reale sia in quello digitale, alternando in modo continuativo l’utilizzo di dispositivi che sono ormai parte integrante della vita di tutti noi – spiega Elena Rubino, direttore marketing di Carl Zeiss Vision Italia – Ciò naturalmente affatica gli occhi: ecco perché Zeiss è vicina al consumatore con lenti, dotate di tecnologia Digital Inside, e trattamenti specifici che rispondono alle necessità di varie fasce d’età, aiutando a mantenere sempre la migliore visione e un senso di comfort per tutta la giornata, indipendentemente dal fatto che si usino o meno tali dispositivi. L’evoluzione della marca e del prodotto segue dunque l’evoluzione del mondo moderno». La nuova campagna sarà trasmessa, a partire dalla metà di gennaio, anche sulle principali emittenti radiofoniche e prevede azioni sul web,

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Lenti oftalmiche

Alcune immagini della nuova campagna di Zeiss, on air da fine dicembre

sui canali social e sul sito dell’azienda. «Anche per il punto vendita abbiamo voluto essere innovativi: dopo una fase teaser perché aveva l’obiettivo di evidenziare come il modo di vedere il mondo è cambiato e incuriosire sulle soluzioni visive Zeiss anche per i dispositivi digitali, abbiamo dotato ora gli ottici partner di una speciale vetrina – afferma Rubino – Potrà essere tenuta fissa tutto l’anno e ci saranno elementi intercambiabili che verranno aggiornati nel tempo,così da fare rima-

nere sempre vivo il ricordo e sottolineare i temi con cui il digitale è presente nella nostra vita». Inoltre, sono a disposizione dell’ottico dei supporti tecnologici che aiutano a spiegare i prodotti, «come ad esempio un particolare specchio che è anche video e aiuta a illustrare le caratteristiche dei prodotti. Nel corso dell’anno ci saranno altre novità, come le app da usare col visore VROne per far vivere al consumatore una esperienza diversa nel centro ottico», conclude la manager.

Un portafoglio prodotti a misura di portatore “digitale” Per rispondere ai mutati bisogni di un consumatore sempre più evoluto, Zeiss ha studiato un portafoglio di soluzioni visive a uso generico ottimizzate anche per l’utilizzo dei dispositivi digitali, che comportano condizioni di lettura differenti. È così possibile trovare lenti che inoltre soddisfano le esigenze delle diverse fasce di età. • Lenti Digital Zeiss: nascono per offrire una risposta a chi, fra i 30 e i 40 anni, non ancora presbite, inizia ad accusare i primi segni di stress visivo, dovuto all’uso intensivo di dispositivi digitali, e trova beneficio in un supporto accomodativo leggero e in un disegno di lente costruito ad hoc per dare comfort. Ideali sia per portatori di lenti monofocali sia per primi portatori. • Lenti Progressive Zeiss, gamma Precision: disponibili in 4 versioni in un crescendo di personalizzazione, grazie alla Digital Inside Technology ottimizzano le aree di visione sia per la lettura di stampati tradizionali sia per la visione di dispositivi digitali. • Lenti Office Zeiss: ideali come secondo occhiale per i portatori di lenti progressive, consentono una visione ottimale dalla distanza di lettura ravvicinata fino alla media distanza, tipica dell’ambito lavorativo, con la possibilità anche di scegliere una soluzione Individual per la massima personalizzazione delle aree. Da gennaio sono disponibili con tecnologia Digital Inside.

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Greener: la lente bio che rispetta l’ambiente L’uomo esercita un’influenza crescente sul clima e sul cambiamento della temperatura terrestre, contribuendo, quindi, al riscaldamento globale ma anche all’inquinamento atmosferico. Secondo il rapporto Eurostat, l’Istituto di Statistica dell’Unione Europea, presentato lo scorso maggio, nel 2015 si è registrato un aumento delle emissioni di CO2 dello 0,7% rispetto al 2014. La buona notizia è che, a livello mondiale, la concentrazione dell’anidride carbonica dovrebbe diminuire dello 0,4% su base annua*. Alla piaga del riscaldamento globale si aggiunge quella dello smaltimento dei rifiuti e, in particolare, della plastica convenzionale non biodegradabile. Già molti anni fa, nel 1988, in un documento della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), veniva citata per la prima volta la Great Pacific Garbage Patch, l’enorme macchia di rifiuti di plastica suddivisa in due e forse anche più isole, che si estende fra la California e il Giappone. Secondo alcuni ricercatori questo mare di plastica avrebbe un’estensione di 700 mila chilometri quadrati, ma altre stime sostengono che ne potrebbe coprire qualche milione. Al disastro ambientale marino si associa il “più controllato” fenomeno dello smaltimento dei rifiuti urbani, quindi non dispersi: quest’ultimi sono quasi quindici milioni di tonnellate, di cui solo il 34% oggetto di processo di riciclo**. L’avvelenamento di aria, acqua e ambiente ha, quindi, un impatto devastante sulle nostre vite. DAI OPTICAL INDUSTRIES, da sempre impegnata con DAI VISIONE VERDE nella salvaguardia dell’ambiente, grazie alla politica del riciclo e dello smaltimento e allo sviluppo sostenibile rispettivamente per la riduzione dei flussi produttivi di scarto e per l’alimentazione energetica tramite energia solare, ha deciso di intraprendere una nuova avventura “green”, con il lancio della lente bio GREENER. GREENER è la lente ecologica di DAI OPTICAL INDUSTRIES che rispetta l’ambiente grazie all’impiego

di materie prime di origine naturale e al processo produttivo a bassa emissione di CO2. GREENER garantisce una riduzione del flusso di scarto di anidride carbonica durante il processo produttivo pari a 326 kg per ogni 100 kg di resina impiegati. È composta dall’82% di materiale di origine naturale, un monomero ottenuto dalla lavorazione dell’olio di palma anziché da derivati del petrolio. Le lenti GREENER sono adatte a qualsiasi tipo di prescrizione e garantiscono resistenza agli impatti e chiarezza visiva come le lenti in policarbonato o in vetro e sono consigliate per montature glasant e per prescrizioni e lavorazioni estreme (Extreme Lenses). Leggere e dal design sottile preservano gli occhi dai danni provocati dai raggi UV, assicurando una protezione sino a 400 nm, contribuendo a difendere l’occhio da patologie come carcinoma basocellulare, fotocheratite, degenerazione maculare senile, cataratta precoce e senile. Scegliere le lenti GREENER significa avere un duplice vantaggio, per il benessere visivo e per l’ambiente. Una scelta etica e intelligente che tiene in considerazione le esigenze personali e abbraccia una filosofia bio per il rispetto dell’ecosistema. GREENER è attualmente disponibile con indice 1.74 e in tutte le geometrie, monofocali, bifocali, antifatica, progressive. Per ulteriori informazioni consultate il nostro portale www.daioptical.com

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* Rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ** Rapporto rifiuti URBANI 2014 UE - Ispra N10 2016


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Essilor Academy Italia: nuovi corsi a livello avanzato Per il 2017 l’azienda struttura il proprio percorso formativo con una piattaforma dedicata ai professionisti della visione in funzione delle esigenze del portatore a cura della redazione

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Tutti i marchi citati sono di proprietà di Essilor Int. Materiale destinato all’ottico-optometrista. MI B ESACC REV.3 08-2016

ssilor Academy Italia è la nuova piattaforma di Essilor Italia creata per fornire un supporto all’ottico nello sviluppare competenze e professionalità nell’intero processo di approccio al cliente-portatore. Il progetto si articolerà in differenti percorsi formativi mirati ad affiancare l’ottico nell’offerta delle soluzioni visive: sala refrazione, competenza sul prodotto, proposta di vendita e relazione tra il professionista della visione e il consumatore finale saranno alcuni degli argomenti chiave. L’aggiornamento continuo degli ottici partner rientra in una visione più ampia che abbraccia la mission della multinazionale, sintetizzata nel claim “migliorare la qualità della vita attraverso il miglioramento della vista”. «Una mission che da sempre pone al centro il portatore per rispondere, attraverso la ricerca continua, alle sue esigenze in costante evoluzione – precisano in Essilor Italia – Con Essilor Academy la formazione si pone l’obiettivo di fornire agli ottici partner gli strumenti necessari per consigliare soluzioni su misura per ciascuna necessità visiva». Già nel 2016 i partner hanno avuto modo di partecipare UN’OPPORTUNITÀ UNICA ai primi incontri di aggiorPER FARE LA DIFFERENZA namento, Essilor Experience e Varilux Pro, tenutisi presso la sede di Milano. «Essilor Experience nasce per accogliere nel mondo Essilor i La locandina di Essilor Academy Italia 2017 nuovi centri ottici partner. I

partecipanti sono stati, infatti, coinvolti nella scoperta dei differenziali tecnologici e qualitativi dei prodotti Essilor e nell’acquisizione di un metodo efficace per trasformarli in un’esperienza di acquisto unica. E l’evento formativo è stato anche l’occasione per visitare il nostro sito produttivo – spiegano alla filiale italiana – A sua volta Varilux Pro si rivolge a chi si occupa di refrazione nel centro ottico: l’obiettivo è valorizzare le competenze professionali degli ottici e optometristi attraverso l’acquisizione di strumenti teorici e pratici nella scelta della lente Varilux più adatta al profilo del portatore». Nel 2017 sarà, dunque, possibile partecipare all’offerta formativa di Essilor Academy Italia che confermerà gli attuali corsi e si arricchirà di altri di livello avanzato, tra i quali quello di optometria con l’utilizzo di VisionApp, strumento che semplifica la refrazione da vicino. «Gli appuntamenti dell’autunno scorso hanno registrato il tutto esaurito – commenta Valentina Pucci Mossotti, training specialist di Essilor Italia – La nostra Academy sta, infatti, riscuotendo un grande interesse grazie anche alla stretta collaborazione con professionisti di settori diversi ma complementari, come l’optometria e la formazione aziendale. Questa esperienza ci permette di crescere insieme ai nostri clienti, creando e consolidando relazioni professionali in una prospettiva di proficuo scambio reciproco. Si tratta, in sostanza, di una nuova opportunità per essere sempre più presenti a supporto dei nostri partner ottici: la formazione, per un’azienda che innova costantemente i propri prodotti, è fondamentale per condividere il know how tecnologico, nonché le novità in fatto di comunicazione e customer experience».

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VI° Congresso Nazionale Prisma

Ipovisione da Polo a Polo: aggiornamenti su aspetti ottici e sensoriali

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25-26 marzo 2017 Firenze

Grand Hotel Baglioni

Presto disponibile il programma definitivo su www.ipovisioneprisma.it

Sede Congressuale Centro Congressi Grand Hotel Baglioni Piazza Unità d’Italia, 6 Firenze

Segreteria organizzativa: Fabiano gruppo editoriale Reg. Rivelle 7f 14050 Moasca (AT) Email a.manassero@fgeditore.it Tel. 0141 170 6694 Fax. 0141 856 013


Lac

Desio, una lac in aiuto di Terre des Hommes A dicembre ha preso il via l’iniziativa benefica con cui il marchio di lenti a contatto colorate sostiene la campagna “Indifesa” dell’organizzazione, in favore delle bambine vittime di violenza e sfruttamento nel mondo a cura della redazione

D

esîo ha deciso di sostenere la campa- Qualimed – Con la nostra iniziativa di solidariegna “Indifesa” di Terre des Hommes tà, oltre ad affermare un valore in cui credo forcontro la violenza e lo sfruttamento temente, vorremmo dare un esempio a questa delle bambine nel mondo, lanciando giovane generazione di come poter contribuire #desio4smile. Questa iniziativa prevede che per a migliorare la vita degli altri e partecipare nelogni confezione di lenti a contatto venduta sul la crescita di queste cento bambine bisognose». sito del marchio verrà devoluto un euro a Ter- «La donazione di Desîo si trasformerà in un re des Hommes per proteggere cento bambine aiuto concreto per le bambine più indifese dei a rischio di abusi in sette dei nostri progetti – dichiara Paolo paesi nel mondo in cui opera Ferrara, responsabile comunil’organizzazione: Bangladesh, cazione e raccolta fondi di Terre Burkina Faso, Haiti, Libano, des Hommes Italia – A loro offriMauritania, Palestina e Perù. remo attività di supporto psicoOgni acquirente potrà decidere logico e psicosociale, iscrizione se aggiungere un’ulteriore doa scuola e materiale scolastico, nazione e, quindi, permettere corsi ricreativi e corsi di formadi aiutare ancora più bambine zione professionale, per assiin difficoltà, sul sito istituzionacurare un futuro migliore». Per le della Qualimed, azienda con sostenere la campagna “Indisede a Roma, specializzata in fesa” e sottrarre agli abusi le lenti a contatto e soluzioni, probambine nel mondo, Terre des prietaria di Desîo. Hommes offre a tutti la possibi«I nostri prodotti donano il sorlità di contribuire direttamente riso a milioni di giovani donne alla protezione e all’istruzione e uomini che hanno potuto scedi una bambina anche con l’agliere chi e come essere, perdesione al programma SonoInché ne hanno i mezzi – dichiara Foto di Francesco Cabras per Terre difesa, con una donazione di 11 Tereza Uhrova, manager della des Hommes euro al mese.

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Apparteniamo al mondo delle immagini o a quello delle idee?

di Sergio Cappa

“Gli anziani sono i peggiori: hanno le ossa piene di metallo e non sembrano apprezzare quanto poco tempo gli sia rimasto su questa terra… Ecco, quelli sono gli asiatici, sono essenziali, bagaglio leggero e hanno la fissa nei mocassini: Dio li abbia in gloria, io li adoro”. “Ma questo è razzismo!”. “Sono come mia madre, uso gli stereotipi: si fa prima”. George Clooney, nel film del 2009 diretto da Jason Reitman, Tra le nuvole, è un uomo affascinante, un abilissimo “tagliatore di teste” ed è libero come l’aria. Nel cielo, appunto, trascorre la maggior parte del proprio tempo, in trasferte di lavoro, agognando il prestigioso club delle dieci milioni di miglia. Ma qualcosa accade, tra un aereo e l’altro, quando la giovane sta-

gista Nathalie gli viene affiancata negli spostamenti. Più volte, nel film, Clooney si esprime con l’insieme di simboli, miti e metafore che tessono la trama di fondo del nostro immaginario collettivo e che sono frutto di convinzioni e pregiudizi arcaici; escludendo le molteplici complessità del reale, lasciano allo spettatore l’amara convinzione che la donna e l’uomo non possano mai essere altro che ciò che sono sempre stati. Anche quando tutto fosse diverso, in fondo, tutto resta uguale e immobile come gli stereotipi, che colonizzano la nostra mente e ci evitano la fatica di andare oltre i luoghi comuni. La nostra appartenenza al mondo delle immagini è più forte e meno impegnativa dell’appartenenza al mondo delle idee; quindi è sul

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terreno degli strumenti interpretativi che deve intervenire chi vuole liberare l’immaginario, chi legge e interpreta il mondo reale. Mettere in discussione le certezze è la sfida che il saggio opera per non soddisfarsi con le evidenze e cercare la verità. Nei mesi scorsi abbiamo assistito in Senato a un ennesimo tentativo di riordino della nostra categoria, con il “naturale” e successivo rinvio a un approfondimento ulteriore. Nel rituale e stucchevole teatrino, le lobby depositarie degli accreditati conformismi abbiano l’onestà di non conteggiare tra i propri sodali quanti ancora aspirano a “non viver come bruti”. Lo stereotipo e il pregiudizio non sono mai innocenti, ma sempre strettamente legati agli interessi di chi li rappresenta.


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