4 Tra il micro e il macro ci va di mezzo il cliente attualità
6 Nikon: tre anni per consolidare il posizionamento premium
10 Zeiss: luce e colore al centro della nuova campagna
16 Bludata: cambia l’identità visiva, non i valori
18 Shamir: a Padova si amplia l'innovation hub
moda
22 Primavera estate 2025: conoscere i trend per svuotare i cassetti
28 l’ottico digitale L’ottico potrebbe diventare un avatar?
30 in store La customer centricity per l’ottico: il cliente sempre al centro
34 lab Ipermetropia: ce ne stiamo dimenticando?
lenti oftalmiche
42 Hoya Faculty Live, al via la formazione sul territorio
lexicon
54 Stigmatismo: l’onda delle aberrazioni non può fermarsi in un punto
Attualità
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Zeiss: luce e colore al centro della nuova campagna
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Shamir: a Padova si amplia l'innovation hub
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Primavera estate 2025: conoscere i trend per svuotare i cassetti
La customer centricity per l’ottico: il cliente sempre al centro
Ipermetropia: ce ne stiamo dimenticando?
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Hoya Faculty Live, al via la formazione sul territorio
Tra il micro e il macro ci va di mezzo il cliente
di Angelo Magri
Il 2025 non è iniziato in maniera particolarmente positiva per i centri ottici italiani. Il potere d’acquisto sempre più eroso, gli stati di crisi di realtà industriali anche importanti, persino in settori strategici, con la relativa perdita di posti di lavoro, le due guerre alle porte dell’Europa e del Mediterraneo che non accennano a terminare. Poi ci si è messa pure l’amministrazione americana di Donald Trump, con i nuovi dazi prima annunciati, quindi temporaneamente sospesi, poi chissà, il conseguente ottovolante delle Borse mondiali e le preoccupazioni di risparmiatori e consumatori.
Il retail ottico, come molti altri, ne ha inevitabilmente risentito: i primi mesi dell’anno non hanno fatto registrare performance significative e un certo timore serpeggia anche nel nostro settore dopo aver superato il duro biennio della pandemia.
Che fare, quindi, per invertire la rotta? Difficile trovare una sola ricetta o un’unica via d’uscita. Le imprese fornitrici non si stanno certo tirando indietro. È una primavera di comunicazione incessante al pubblico per quanto riguarda le lenti da vista e i loro plus, come ad esempio il fotocromatico. A Mido e durante la settimana milanese della moda le aziende di eyewear hanno proposto nuovi modelli e nuove idee per sostenere il rilancio del mondo fashion. La contattologia ha puntato con decisione sulla Giornata mondiale delle lac, il 15 aprile, per far conoscere meglio e di più questo ausilio visivo. Il tutto e tutti a supporto
del business dei centri ottici e per favorire il traffico in store.
Forse oggi, però, bisogna tenere in considerazione un altro fattore, che per un certo periodo di tempo è stato o sottovalutato o considerato non determinante nella decisione d’acquisto. Nell’ultimo quinquennio i listini oftalmici sono aumentati mediamente del 2-3% circa all’anno, per un totale stimabile intorno al 12%: i dati presentati da Anfao al Forum Presbiopia di Napoli nel novembre scorso di fatto lo confermano, con una crescita del prezzo medio al pubblico del 17% per una monofocale dal 2019 al 2023 e del 12% per una progressiva nello stesso lasso di tempo. Per le montature, invece, si stima un incremento medio superiore dal pre-Covid a oggi, motivato principalmente da ragioni valutarie e di costi: intorno al 20% per quelle fashion e commerciali, con punte del 30-40% per l’occhialeria di design o di nicchia.
Se queste stime fossero confermate, si potrebbe intervenire sul fattore prezzo, almeno per un periodo di tempo limitato, senza cadere nell’omologazione e senza portare la competizione sul terreno delle catene: sarebbe un modo per tendere la mano, da parte di ottici indipendenti e fornitori, a un cliente finale disorientato o in difficoltà e già provato dagli anni difficili della pandemia, mantenendo comunque elevato il livello di innovazione tecnologica, creatività e competenza professionale che li distingue. Anche questo, in fondo, può rendere speciale la tanto citata customer experience.
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Nikon: tre anni per consolidare il posizionamento premium
a cura della redazione
Un catalogo più ricco, nuovi strumenti e servizi per il centro ottico, una campagna ancora più coinvolgente: sono le principali attività su cui punta per il 2025 il brand hi-tech all’interno del portfolio oftalmico di EssilorLuxottica
Il 2025 segna l'inizio di una nuova fase per Nikon Lenswear: un anno di rinnovamento, di crescita e di opportunità, caratterizzato da un focus sull’innovazione di prodotto, un rafforzamento della presenza sul mercato e un miglioramento dei servizi dedicati ai clienti e al consumatore finale. «L’obiettivo nel triennio è consolidare il posizionamento premium del brand attraverso l'introduzione di nuove soluzioni tecnologiche per il benessere visivo, l’ottimizzazione del livello di servizio e una serie di iniziative mirate a supportare il sell out nei centri ottici - dice Luca Bassani, senior business brand manager di EssilorLuxottica Italia - Alla base del piano di rilancio c’è il potenziamento del catalogo, con la volontà di mettere a disposizione dei partner il top in termini di qualità, performance e innovazione, rafforzando così la proposta di eccellenza firmata Nikon».
Il catalogo 2025, in vigore dai primi di aprile, introduce tre novità. «Z Suite, la generazione di progressive progettata per ottimizzare il contrasto visivo: grazie alla Z-Contrast Technology siamo in grado di migliorare la qualità della visione intermedia e da vicino, riducendo le aberrazioni e offrendo un’esperienza visiva superiore - spiega Bassani - SeeCoat +UV New Generation è invece il nostro nuovo trattamento antiriflesso top di gamma che offre maggiore resistenza mec-
Da sinistra, Alessandro Orlich e Luca Bassani, rispettivamente business development sales manager e senior business brand manager di EssilorLuxottica
canica e una migliore protezione dagli agenti esterni, garantendo una durata ancora più lunga e prestazioni elevate: è inoltre coperto da una garanzia di tre anni. Infine, da aprile viene ampliata la disponibilità di prodotti di stock con nuove referenze della gamma Transitions e della famiglia Myopsee: tutti i nostri prodotti di stock saranno centralizzati nel magazzino di Sedico, consentendoci di ottimizzare il livello di servizio e di migliorare ulteriormente la copertura dei volumi di stock».
Le novità, tuttavia, non si limitano al prodotto, ma coinvolgono anche l’organizzazione interna, dove è stata inserita la figura di Alessandro Orlich, oggi business development sales manager di EssilorLuxottica Italia. «Mi occupo di sviluppare strategie commerciali per potenziare e promuovere iniziative di crescita mirate sia all'acquisizione di nuovi clienti sia alla fidelizzazione di quelli esistenti: lavoro in stretta collaborazione con i reparti marketing, operations e sales per garantire che ogni fase del processo, dalla pianificazione alla realizzazione, sia perfettamente integrata - afferma Orlich - Stiamo mettendo in atto attività e azioni che vanno a elevare sia il brand sia l’esperienza con il brand stesso sotto il cappello Nikon Atelier. Al suo interno ci sarà, ad esempio, Nikon Care, con garanzie danno e furto e cambio prescrizione, per rafforzare la fiducia dei consumatori nelle nostre soluzioni. Ma anche un supporto tecnico avanzato per assistere i partner e
Chi è Nikon oggi
Nikon Lenswear rappresenta il brand hi-tech all’interno del portfolio oftalmico di EssilorLuxottica. «Il suo posizionamento è strettamente collegato al concetto giapponese di Kiwami, ovvero passione per l’eccellenza e la precisione, elementi distintivi che lo rendono un punto di riferimento nel segmento premium - spiega Bassani - Grazie a un’identità consolidata e a un continuo investimento in ricerca e sviluppo Nikon si distingue come marchio caratterizzato dalla maestria nella gestione della luce e del contrasto, capace di offrire soluzioni avanzate per il benessere visivo e un’esperienza d’acquisto premium per i consumatori».
Nikon vanta, inoltre, un protocollo di vendita pensato per valorizzare al massimo la proposta del centro ottico. «Questo approccio si avvale di dimostratori fisici e digitali innovativi, in grado di offrire all’utente finale un'esperienza coinvolgente, grazie alla illustrazione chiara e immediata dei vantaggi offerti dai prodotti e trattamenti presenti a catalogo», ricorda Bassani.
«
Una delle novità è Z Suite, la generazione di progressive progettata per ottimizzare il contrasto: basata sulla Z-Contrast Technology, può migliorare la
qualità della visione intermedia e da vicino, riducendo le aberrazioni e offrendo un’esperienza visiva superiore»
migliorare l’esperienza d’uso dei prodotti. A sua volta Hunting Program è un piano strutturato per acquisire e fidelizzare nuovi clienti, attraverso un percorso pro gressivo che include chiamata di benvenuto, materiali, demo e promozioni. E, ancora, un protocollo di vendi ta, che integra strumenti fisici e digitali per supportare il centro ottico e valorizzare l’esperienza di acquisto del portatore. Infine, eventi sul territorio per rafforzare il rapporto con i professionisti e gli utenti finali attra verso formazione, incontri e attività esperienziali».
Inoltre, anche quest’anno il brand rinnova il partner ship program, che offre strumenti e servizi su misura per supportare la crescita degli ottici e migliorare l’e sperienza dei loro clienti. «Tra le principali novità del 2025 avremo una campagna di comunicazione che metterà al centro i nostri partner, con materiali di vi sibilità per la vetrina e per il negozio e con focus su Nikon Care e attività promozionali esclusive», precisa Orlich.
La comunicazione di Nikon Lenswear punterà nuo vamente sulla campagna Vision You Can Feel, «ancora più emozionale e coinvolgente, per sottolineare il va lore dell’esperienza visiva nella vita quotidiana - dice Bassani - Il fulcro della campagna sarà un video che racconta come una visione nitida possa arricchire i momenti più importanti della vita, evocando emozioni come gioia, meraviglia e sorpresa: i centri ottici po tranno amplificare il messaggio sui propri monitor di gitali grazie all’utilizzo di diversi tagli del video e sui propri profili social tramite i media pack dedicati. Nel corso dell’anno i visual della campagna verranno poi adattati a diversi materiali pensati per proseguire la narrazione all’interno del punto vendita e stimolare la curiosità del consumatore».
MOD: RGV.124D-PP BLK
Zeiss: luce e colore al centro della nuova campagna
di Nicoletta Tobia
L’approccio dell’azienda oftalmica a questi temi è articolato: comunicazione, novità di prodotto, formazione e iniziative in collaborazione con gli ottici per amplificare il messaggio sono alcune delle attività che hanno l’obiettivo di supportare i partner e valorizzarne la professionalità
Celebrare l’unicità dell’esperienza visiva di ogni individuo, con un focus sulle lenti vista-sole: è questo, in sintesi, il messagio della campagna Zeiss “Nessuno vede la luce come te”, che ha preso il via ad aprile e punta l’accento su quanto la luce ponga delle sfide alla visione, sottolineando l’importanza di una soluzione adeguata specifica per le esigenze di ogni portatore. Versione primaverile della comunicazione lanciata lo scorso ottobre, lo spot, in onda dal 6 aprile per 4 settimane tra tv generalista e on demand, porta avanti il messaggio di unicità proposto in autunno, attualizzandolo sulla bella stagione. «L’atmosfera tipicamente nordica del filmato precedente lascia lo spazio a un mood più estivo, colorato e luminoso, tipico del nostro paese, allineando il messaggio alla stagionalità - spiega Roberta Celin, communication manager di Zeiss Vision Care Italia - Inoltre, con lo spot portiamo l’attenzione su un tema che vedrà diverse novità disponibili dal 5 maggio. L’obiettivo è sia andare incontro alle differenti esigenze visive che il portatore può avere in questo momento dell’anno, ricordando
Roberta Celin, communication manager di Zeiss Vision Care Italia
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l’ampiezza dell’offerta Zeiss anche in questa categoria di prodotto, sia agevolare, da parte dei centri ottici, la proposta di soluzioni vista-sole e fotocromatiche PhotoFusion X, sfruttando come gancio di novità proprio le nuove colorazioni che stiamo per lanciare.
La campagna prende il via sulla tv, per poi essere amplificata sui canali digitali per gran parte dell’estate, andando a coprire il momento in cui l’ottico potrà maggiormente proporre le nuove colorazioni. Queste vanno ad aggiungersi a un’offerta già ampia, composta da lenti fotocromatiche, tinta unita e sfumate, combinabili con flashature e specchiature, dando origine a un ampio ventaglio di opzioni che possono rispondere efficacemente a esigenze di stile e di performance diverse».
Lo spot, nel formato da 20 secondi, sottolinea la bellezza che la luce ci mostra, ma contemporaneamente le sfide che questa pone e incoraggia quindi il portatore non solo a scegliere una lente oftalmica per ottenere la chiarezza visiva che ognuno merita, ma a considerare quella scelta anche in versione vista-sole. «C’è un ampio bacino potenziale di clienti che non acquista lenti da sole graduate: c'è chi ha bisogno di correzione visiva ma opta per una soluzione diversa, ad esempio abbina le lac a un occhiale da sole plano, oppure usa un occhiale da sole senza lenti graduate accettando di non vedere al meglio, se la sua gradazione glielo consente, o ancora utilizza il vista anche quando è esposto al sole, sopportando il fastidio dato dalla luce - spiega Celin - In questo ventaglio di situazioni stiamo andando a comunicare che esiste, invece, il modo di proteggersi, di vivere un’esperienza visiva più rilassata e migliore e lo si può fare con una lente da sole graduata Zeiss».
Dalla tv ai social per intercettare un target trasversale
Nel media mix creato per la pianificazione della co municazione, la televisione è stata considerata priori taria, data la sua rilevanza per l’utenza italiana. «Abbia mo lavorato sulla qualità, con grande attenzione per la prima serata, cruciale per la tv generalista, senza dimenticare però le piattaforme di streaming come Disney+, Netflix e Prime Video, che sempre più raccol gono interesse da parte degli spettatori, e tutta la par te delle connected tv, (ovvero i dispositivi collegati a internet che consentono di accedere a contenuti video in streaming e ad altri servizi online), su cui abbiamo cercato di incrementare la presenza per raggiungere anche quel pubblico solitamente non esposto alla te levisione in senso tradizionale», aggiunge la manager.
A questo si affianca un'ampia attività di programma zione digital, che comprende video online, social me dia Zeiss e presenza nell’ecosistema Google, garanten do una copertura digitale mirata, e che «rappresenta lo zoccolo duro dell’attività di comunicazione, la quale prosegue nel tempo e va a intercettare un target tra sversale di utenti, sia quelli che non necessariamente cercano qualcosa ma hanno solo bisogno di essere ri portati su questo tema, sia quelli in ricerca attiva».
Anche il centro ottico è stato valorizzato nella cam pagna Zeiss: tutti i partner hanno infatti ricevuto i ma teriali vetrina utili per dare visibilità alla tematica vi sta-sole e farsi ambasciatori del messaggio “nessuno vede la luce come te” nella loro piazza di riferimento, puntando sull’effetto ricordo della campagna per at trarre la clientela.
Formazione e attività di ingaggio consulenti nel campo
In una logica di costante vicinanza ai propri clienti, la comunicazione rappresenta per Zeiss solo uno dei pi lastri di un più vasto programma di iniziative riservate ai centri ottici partner: corsi di formazione, attività di trade marketing e azioni concrete studiate per valoriz zare la loro professionalità e sfruttare la visibilità che le campagne creano. «Per supportare i professionisti, mettiamo a disposizione altre iniziative che riteniamo strategiche e cruciali - continua Celin - La prima, già avviata a marzo, riguarda la formazione, con diversi corsi per approfondire argomenti quali l’importanza del colore e come proteggersi dalla luce, che prose guirà nei prossimi mesi integrando la nuova offerta: l’obiettivo è dare all’ottico gli strumenti per riuscire a essere un vero e proprio consulente in questo campo». Gli incontri, accessibili in formato webinar sulla piat taforma Zeiss Academy oppure in aula a seconda del calendario residenziale, si avvalgono del supporto di
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una psicologa esperta che collabora con l’azienda da anni e che conosce bene il settore e i suoi attori. Il percorso formativo approfondisce il tema del colore dal punto di vista estetico, psicologico e pratico, fornendo all’ottico optometrista nuovi punti di vista e suggerimenti utili per guidare i clienti nella scelta della lente più adatta.
Eventi sul territorio per sostenere il business degli ottici
L’altra azione a sostegno del business dei partner prevede un supporto locale al singolo centro ottico, attraverso iniziative ad hoc. «La campagna crea una grande eco, ma poi deve essere messa a terra: l’ottico ha bisogno di attività che amplifichino il suo essere ambasciatore del messaggio e lo rendano visibile - prosegue Celin - Per valorizzare il punto vendita sono state pensate misure specifiche, che vanno dal co-advertising, per cui l’ottico ha la possibilità di personalizzare la comunicazione sulle proprie esigenze, sia online sia offline, modulando il messaggio della campagna stessa, agli eventi locali sul territorio, che mirano a portare le persone in store grazie a un gancio divertente». Sono nati così i Color Days, or-
ganizzati in collaborazione con i singoli centri ottici richiedenti nella città di riferimento, durante i quali i passanti verranno coinvolti in un test di armocromia molto semplice per scoprire qual è la loro palette e quale può essere la lente colorata che meglio vi si adatta, invitandoli poi ad approfondire l’argomento nel punto vendita che promuove l’iniziativa. Si tratta di attività che vengono fatte su richiesta, spiega la manager: occorre infatti un ingaggio forte del centro ottico, perché ognuno ha le sue peculiarità, di territorio e di business, per cui è necessario un lavoro a quattro mani per definire ciò che è più efficace per attrarre la clientela in negozio.
«Con queste iniziative a 360 gradi vogliamo dunque supportare i centri ottici partner al meglio, mettendo a loro disposizione il nostro know how e la nostra esperienza per renderli ancora più autorevoli come esperti, questa volta strizzando l’occhio anche alla moda e ai colori - conclude Celin - Oggi più che mai siamo convinti che sia fondamentale evolvere il proprio approccio al pubblico, e per questo ci impegniamo per mettere i nostri partner nelle condizioni di porsi come consulenti in grado di rispondere in maniera puntuale alle esigenze specifiche di ogni portatore».
In queste pagine, i rendering dei materiali vetrina che puntano sull’effetto ricordo della campagna “Nessuno vede la luce come te” per attrarre la clientela
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Bludata: cambia l’identità visiva, non i valori
a cura della redazione
La società informatica di Breda di Piave, in provincia di Treviso, ha svelato all’ultimo Mido il proprio rebranding: al termine di un anno di lavoro, ha interessato logo, sito web e immagine coordinata, dalla carta intestata ai social
Tagliato il traguardo dei 30 anni di attività, Bludata, fondata nel 1995, ha deciso di cambiare identità. Perché il momento migliore per farlo, spiegano dalla società trevigiana, è quando le imprese mutano nella sostanza e il modo di comunicare di conseguenza non è più adeguato: quel momento è arrivato e lo stand a Mido è stato il palcoscenico ideale per presentare i frutti di un percorso di rinnovamento avviato nella primavera del 2024. «A questo si aggiunge il fattore tempo, con il conseguente adattamento stilistico alla contemporaneità: il nostro logo, ad esempio, aveva ormai 18 anni e, una volta superato l’attaccamento affettivo, ci siamo arresi all’evidenza che era giunta l’ora di modificarlo - sottolineano da Bludata, che oggi conta uno staff di oltre 40 persone, di cui 19, specializzate nel settore ottico, fanno parte del team customer care - Nella primavera 2024 abbiamo cominciato a fare i primi ragionamenti e Pierantonio Bovo, il nostro fondatore insieme a Chiara Visentin, ha proposto di lanciare il restyling in occasione di Mido. Così è stato: abbiamo letteralmente gettato il cuore oltre l’ostacolo per mostrare, a tutti gli ospiti venuti a trovarci allo stand, questa piccola rivoluzione, attraverso un nuovo
logo, un nuovo blu e le presentazioni del trentennale che hanno raccontato i valori di Bludata Informatica». Il design della rinnovata identità è stato progettato da Krea Independent, agenzia di comunicazione integrata di Treviso che ha anche curato le immagini di lancio dei prodotti dell’azienda negli ultimi tre anni. Il concetto di partenza è stato quello delle connessioni con il logo originario e, per consentire un completo aggiornamento e allineamento, sono stati ridisegnati tutti i loghi dei software Bludata, compreso quello del gestionale Focus 10. Grazie a un team di lavoro interno dedicato, il nuovo sistema di identità visiva così elaborato è stato poi applicato alle guide, alla carta intestata e alla brochure della società, per raggiungere un’immagine coerente e completamente coordinata, che riguarda anche i post sui social, per mantenere lo stesso stile e gli stessi colori in ogni elemento della comunicazione.
Nel corso della lunga e approfondita attività che ha portato al rebranding, Bludata ha inoltre rinnovato il proprio sito, online dallo scorso autunno, su cui, accanto a ulteriori argomenti e a una nuova categoria di articoli, sono riuniti dieci anni di post che ne rappresentano parte della storia, ed è presente pure una raccolta di e-book gratuiti realizzati per gli ottici. «Mido è stato anche l'occasione per presentare l'anteprima di Focus Cloud, la versione completamente su cloud del nostro gestionale, progettata per offrire agli ottici maggiore efficienza, sicurezza e libertà operativa - concludono dall'azienda - Una tappa importante del percorso di innovazione che stiamo costruendo insieme a chi ogni giorno utilizza i nostri software nei centri ottici».
Il nuovo logo di Bludata
"Diffondiamo Gentilezza"
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è il nostro impegno concreto per ra orzare le relazioni e contribuire al successo del tuo business.
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Insieme costruiamo relazioni di valore, un gesto gentile alla volta!
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Campagna Trade 2025
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Shamir: a Padova si amplia l'innovation hub
di Francesca Tirozzi
Sette anni fa l’azienda oftalmica ha acquistato uno spazio adiacente alla sua sede italiana: ora il via libera ai lavori, con un investimento significativo, che consentirà nel prossimo triennio di attivare un laboratorio per lo studio e la realizzazione di nuovi prodotti, da lanciare successivamente sul mercato globale
Shamir Optical continua la sua crescita in Italia. Dall’arrivo nel nostro paese nel 2011, il suo rafforzamento sul territorio è stato costante. In particolare la sede padovana della società israeliana, che fa capo a EssilorLuxottica, è stata oggetto di diversi ampliamenti: il primo è stato avviato nel 2018 su una superficie di oltre 1.500 metri quadrati che si aggiungevano ai 1.200 mq già esistenti, con un significativo impiego di risorse economiche da usare per impianti, macchinari e strumenti, insieme alla creazione
Yair Di Segni,
country manager di Shamir Italia
di un laboratorio. Ora l’headquarter di Padova vedrà un’ulteriore estensione.
«Sette anni fa abbiamo acquistato un capannone di circa 1.500 metri quadrati, adiacente alla nostra sede veneta, già parzialmente utilizzato per il nostro reparto trattamenti - spiega il country manager Italia, Yair Di Segni - È invece recente il nullaosta per l’avvio dei lavori che consentiranno l’abbattimento di una parte di questa struttura per la realizzazione di un edificio completamente nuovo che dovrebbe essere pronto e operativo entro il 2026». L’approvazione del progetto prevede un importante investimento. «Nella parte rimanente del capannone amplieremo il laboratorio dedicato alla costruzione delle lenti e al servizio di montaggio - prosegue il manager - Svilupperemo l'area rafforzando l'innovation hub: avrà come obiettivo principale testare prodotti studiati da Shamir, che verranno poi lanciati sul mercato a livello globale».
I l nostro paese diventerà quindi un sito importante della sperimentazione di Shamir. «L’Italia rappresenterà il territorio di riferimento da questo punto di vista - precisa Di Segni - Il notevole investimento, parliamo di milioni di euro, coprirà non solo la costruzione vera e propria degli spazi, ma anche l’allestimento degli interni, con macchinari e dispositivi di ultima generazione».
Il focus della ricerca e sviluppo sarà sullo studio di soluzioni innovative per quanto riguarda lenti da vista con tecnologie all’avanguardia, basate anche sull’intelligenza artificiale e su processi di costruzione e di montaggio avanzati. «In particolare ci concentreremo su lenti occupazionali e del segmento sportivo ma non solo - dice ancora Di Segni - Il progetto di ampliamento della produzione coinvolgerà pure i nuovi impianti del reparto coating e colorazioni: nel giro di tre anni Shamir sarà in grado di incrementare la capacità produttiva di circa il 50%, anche per quanto riguarda le lenti colorate e le soluzioni vista-sole. In queste categorie Shamir vuole consolidare la propria posizione nel mercato». Con l’ampliamento dello stabilimento
di Padova verrà inoltre rafforzato il customer service, composto principalmente da ottici optometristi.
L’ampliamento avrà degli effetti anche sui centri ottici partner dell’azienda. «Il progetto si tradurrà nella capacità di assicurare un servizio ancora più veloce, già avviato con InoTime, per la consegna in 24 ore, oltre a una presenza ancora più capillare sul territorio nazionale e a un arricchimento dell’offerta con tipologie di prodotti sempre più innovativi per rispondere alle esigenze del consumatore finale - conclude Di Segni - Shamir in Italia crescerà non solo a Padova, ma anche nelle sue altre sedi, dove gli spazi produttivi si adegueranno all’incremento dei volumi previsti».
Alcune immagini della produzione presso la sede padovana dell’azienda oftalmica
Primavera estate 2025: conoscere i trend per svuotare i cassetti
di Angelica Pagnelli
Ideatrice del format “Guardaroba Occhiali”, è Eyewear Image Consultant, esperta di tendenze e trainer internazionale per aziende e imprenditori dell’ottica
Se è di moda e sostenibile l’occhiale usato ma come nuovo, come può non esserlo quello mai utilizzato e custodito nel magazzino dell’ottico? Proporlo come montatura di tendenza eleva le opportunità di cross selling, soprattutto se personalizzata e valorizzata con lenti colorate indoor, outdoor o fotocromatiche e con trattamenti specifici
Ogni cambio di stagione rappresenta per l’ottico il momento migliore per mettere a fuoco la consistenza del magazzino e affrontare i nuovi acquisti stagionali con razionalità. Conoscere i target di riferimento, i nuovi codici stilistici dei marchi, che negli ultimi anni hanno lavorato molto su attività di branding e posizionamento per promuovere una cultura basata sullo storytelling, risulta prioritario in questa fase, per mantenere l’obiettivo di un portfolio adeguato ai target del centro ottico. Esplorare il linguaggio delle generazioni più giovani che acquistano più per desiderio che per necessità, comprendere le nuove esigenze consumer e attivare una comunicazione coinvolgente è altrettanto importante.
Ma quanto contano la visione fashion e la conoscenza dei trend eyewear per attivare un consapevole sell in orientato a un sell out efficace? Conta molto ed è rilevante se l’ottico ha deciso di non essere un impren-
ditore a metà ma desidera affiancare alla competenza oftalmica quella estetica e stilistica, con cui costruire la narrazione del prodotto nella fase consulenziale. La cultura in tema di trend rappresenta un’opportunità, ma è chiaro che non può e non deve trasformarsi in una necessità d’acquisto compulsiva per soddisfare la clientela più modaiola. Inoltre, saper individuare le tendenze stagionali può essere di stimolo per tirare fuori dai cassetti modelli rimasti invenduti per diversi motivi: non essere stati argomentati sufficientemente durante la fase di vendita, ad esempio, o non aver risposto a determinate tipologie estetiche e cromatiche, oppure a specifiche esigenze visive e personali.
Quante mascherine anni 90 o grunge popolano i magazzini dei centri ottici che hanno ereditato o acquistato collezioni dell’epoca o montature in voga in quegli anni e rieditate secondo visioni più vicine al nostro tempo? Saper riconoscere in questo archivio la
mascherina che è di moda anche per la primavera estate 2025, metterla sugli scaffali o in vetrina e proporla ai clienti in cerca di questo modello di occhiali in voga, potrà accendere in loro il desiderio di indossarla e motivarli all’acquisto. Conoscere quello che va di moda in un determinato momento non comporta esclusivamente l’accantonamento di montature datate in un cassetto e i nuovi acquisti in esposizione, ma l’attenta analisi degli occhiali che riempiono i cassetti e la clusterizzazione per trend da includere nella proposta. Far rivivere a ogni stagione le collezioni già presenti in negozio e non assecondare necessariamente le richieste di novità da esporre è una scelta responsabile, che si configura anche come sostenibile. Del resto l’apertura di diversi store di abbigliamento e accessori, eyewear compreso, dedicati al second hand che invitano a entrare per acquistare occhiali usati come nuovi, fa ben comprendere la direzione in cui sta andando il mondo sfruttando il potenziale del linguaggio della moda.
Durante la consulenza relativa alla scelta di montature adatte alle caratteristiche estetiche, alla personalità e alle occasioni d’uso del portatore, il professionista non deve mai escludere dalla selezione quelle che sono d’annata ma possono risultare comunque adatte: comunicare le peculiarità di ciascun modello e agganciare le argomentazioni sui trend è certamente una carta vincente. L’errore più comune, invece, è proporle facendo leva sul prezzo, presentandole al cliente come un po' datate e perciò su cui poter applicare più sconto: al contrario, presentarle come montature in trend eleva le opportunità di cross selling, soprattutto quando viene riservata la possibilità di personalizzarle con lenti colorate indoor e outdoor oppure con lenti fotocromatiche e trattamenti specifici per valorizzarle o renderle performanti secondo lo stile di vita.
Questi modelli rappresentano in fondo l’opportunità intermedia tra le collezioni vintage e quelle nuove che riflettono le tendenze stagionali. Le tendenze del resto non cambiano, si trasformano, si modificano nel nome, ma a eccezione di poche che vengono percepite come novità assolute, molte sono dei revival e ritrovarle nei cassetti è come trovare un tesoro.
Se è di moda e sostenibile l’occhiale usato ma come nuovo, come può non esserlo quello mai utilizzato e custodito nella cassettiera dell’ottico? Argomentare, personalizzare e riciclare diventa perciò il giusto mix per una vendita coinvolgente.
«Saper individuare nel proprio archivio la mascherina che è di moda anche per la stagione in corso, esporla e proporla ai clienti in cerca di questo tipo di occhiale potrà accendere in loro il desiderio di indossarla e motivarli all’acquisto»
Un esempio di montatura in voga quest'anno che rivisita un modello precedente: sopra, un occhiale Tom Ford della collezione 2021 e, sotto, uno dello stesso brand della primavera estate 2025
Grande assortimento a prezzi piccoli per occhiali da sole graduati. Made in Switzerland.
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MATRICE DIGITAL FRAME: SCANNER - MONITOR - MONTATURE 3D
RILEVAMENTO DATI INDIVIDUALI
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L’ottico potrebbe diventare un avatar?
di Nico Caradonna
Già oggi migliaia di giovani interagiscono con queste figure virtuali, frutto dell’intelligenza artificiale, e le utilizzano come coach, insegnanti di lingue o semplicemente interlocutori per conversazioni. Tuttavia la presenza e l’empatia di un professionista rimangono insostituibili per chi cerca un servizio e una customer experience all'altezza delle esigenze del cliente finale
Sebbene possa sembrare un'esagerazione o un paradosso, è opportuno riflettere attentamen te su tale argomento. Alla luce del contesto attuale, caratterizzato da un rapido sviluppo delle tec nologie legate all'intelligenza artificiale, non sorprende che in un domani non troppo lontano si possa conside rare l'introduzione di ottici virtuali, ossia avatar a dispo sizione dei clienti. Già oggi migliaia di giovani utilizzano avatar come coach, insegnanti di lingue o semplice mente come interlocutori per conversazioni. Queste interazioni possono avvenire tramite messaggi scritti, vocali o persino telefonate con voci artificiali, perfetta mente calibrate per rispondere a qualsiasi quesito.
Le potenzialità dell'intelligenza artificiale sono quindi sempre più evidenti e potrebbero trasformare radical mente il settore nei prossimi tre-cinque anni. Esistono, ad esempio, piattaforme, disponibili anche in italiano grazie alla traduzione in tempo reale dell'AI, che ospi tano avatar professionisti, pronti a fornire risposte a domande che solitamente vengono cercate su Google o YouTube. La gratuità di questi strumenti ne accelera l'adozione, rendendoli particolarmente attraenti per le
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Già nel 1990 Philip Kotler, uno dei padri del marketing esperienziale, sosteneva che “acquisire un nuovo cliente costa dalle 5 alle 25 volte di più che mantenerne uno già esistente”, come si può leggere ancora sulla Harvard Business Review, in The Value of Keeping the Right Customers. È più conveniente, quindi, rivendere a uno già acquisito che trovarne di nuovi ogni volta.
Coltivare la relazione con i clienti consolidati non solo fidelizza, ma genera l’advocacy. Con questo termine si intende la propensione spontanea degli utenti soddisfatti a raccomandare l’ottico a parenti, amici o colleghi: è un passaparola evoluto, digitale e amplificato, che si manifesta attraverso recensioni online, post sui social, nonché nelle conversazioni quotidiane. Secondo il Nielsen Global Trust in Advertising Report, il 92% dei consumatori si fida più dei consigli di amici e familiari che di qualsiasi altra forma di pubblicità. Coltivare l’advocacy significa perciò trasformare i clienti
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«Oggi lo store determina solo la conclusione dell’acquisto e non l’inizio del processo di valutazione e scelta,
poiché quando l’utente vi arriva ha già percorso il 70-80% del proprio iter decisionale: acquisire nuovi clienti non può più essere quindi il solo obiettivo, diventa fondamentale lavorare sulla capacità di far tornare quelli già acquisiti e coltivare con loro una relazione duratura»
Ipermetropia: ce ne stiamo dimenticando?
di Alessandro Fossetti
Docente, divulgatore scientifico e direttore di Contattologia Oggi
Da più di mezzo secolo, ogni volta che è stato fatto un confronto tra le pubblicazioni relative a tale difetto refrattivo e quelle inerenti alla miopia, il rapporto pende fortemente verso quest’ultima. Eppure il soggetto ipermetrope nei primi anni di vita e nei primi anni scolastici è maggiormente a rischio, rispetto al miope ad esempio, di disturbi della visione binoculare, di difficoltà di apprendimento, di ambliopia e di strabismo
Aseguire i vari congressi e corsi tenuti negli ultimi due anni in Italia sembra che l’ipermetropia sia molto sottovalutata, rispetto alla miopia, dai ricercatori e dagli studiosi di optometria e di oftalmologia. Sarà solo una sensazione data dal fatto che si parla sempre più della diffusione miopica per l’allarme sollevato dal Brien Holden Institute1 e rilanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità? Di fatto, non si discute praticamente di altro: miopia epidemica, miopia elevata e patologie associate nell’età avanzata, gestione del soggetto miope, controllo della progressione miopica. Professionisti, aziende oftalmiche e di lenti a contatto, corsi organizzati da scuole o da associazioni, dibattiti, tutti centrati su questa tematica. Che fine ha fatto l’ipermetropia? Non esiste più o, forse, non è altrettanto importante?
La questione, tuttavia, non è nuova: nel 1971 l’aveva già sollevata Theodore Grosvenor. Sull’American Journal of Optometry, rivista ufficiale dell’Accademia americana di optometria, aveva scritto un articolo dal titolo: “The neglected hyperope”2. In una relazione che
ho tenuto al Congresso 2025 dell’Istituto Zaccagnini l’ho tradotto come “l’ipermetrope dimenticato”, ma il significato del termine neglect è più forte: significa trascurare o ignorare. Quindi, suggeriva lo studioso, non una semplice dimenticanza.
Nel 1971 Grosvenor scriveva: «Sono stati fatti molti sforzi per prevenire o controllare la miopia, ma si è prestata poca attenzione alla prevenzione o al controllo dell'ipermetropia. Poiché vi sono evidenze che gli ipermetropi, come gruppo, possano essere lettori meno efficienti rispetto agli emmetropi o ai miopi, forse l'ipermetropia merita maggiore studio e attenzione rispetto a quanto le sia stato dedicato in passato”. Grosvenor è un nome noto nell’optometria mondiale, oggi forse un po’ datato: è stato un insegnante molto apprezzato, sia negli Stati Uniti sia all’estero, e per molti anni ha anche presieduto il comitato del programma scientifico dell'American Academy of Optometry. Ma qual è la dimensione del problema? Per fare una valutazione appropriata dobbiamo andare a vedere i numeri, riassunti nella Tabella 1. Per sostenere la sua osservazione
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Grosvenor aveva consultato l’Indice cumulativo dell’American Journal of Optometry, cercando tutti i riferimenti relativi alla miopia e all’ipermetropia. Trovò 95 voci bibliografiche relative a tale difetto visivo e solo 25 all’ipermetropia nei 44 anni precedenti di pubblicazioni, con un rapporto di 3,8 a 1.
Sul tema è ritornato, alcuni decenni più tardi, Mark Rosenfield, professore al SUNY College di New York e attuale editore della prestigiosa rivista Ophthalmic and Physiological Optics. In un editoriale del 2023 dal titolo: “And still the hyperope remains neglected”3, Rosenfield riporta di aver fatto una ricerca delle voci bibliografiche su Google Scholar per il periodo 20132022. La richiesta ebbe come risposta 75.100 lavori che trattavano di miopia e solo 16.800 che parlavano di ipermetropia. Con un rapporto di 4,5 a 1.
Ho provato anch’io a fare una ricerca sulle voci bibliografiche, sempre su Google Scholar, per gli ultimi cinque anni, dal 2020 al 2024: ero convinto, infatti, che ci fosse stata un’ascesa dei lavori sulla miopia e volevo verificarlo. Richiedendo le pubblicazioni con solo il termine miopia o solo ipermetropia (ovviamente quando si parla della condizione refrattiva di miopia è facile che si possa fare riferimento anche alla condizione opposta e viceversa) ho trovato 34.900 riferimenti per il termine miopia e appena 3.430 per ipermetropia, con un rapporto di 10,2 a 1. Possiamo concludere, quindi, che per i ricercatori e i clinici la miopia è quasi dieci volte più importante dell’ipermetropia?
Eppure, mediamente si nasce ipermetropi e si rimane tali per alcuni anni prima di raggiungere l’emmetropia. Perché questo disinteresse sulla condizione ipermetropica rispetto alla miopica? Si può obiettare che la grande attenzione alla miopia è piuttosto rivolta alla miopia elevata e alle sue potenziali conseguenze sulla salute oculare: glaucoma, distacco di retina, degenerazioni maculari e retiniche. Non si deve dimenticare però che l’ipermetropia in età pediatrica è associata a problematiche altrettanto pericolose per la salute visiva.
È certamente più frequente che l’ipermetropia possa essere causa, nei primi anni di vita e nei primi anni scolastici, di disturbi della visione binoculare, di difficoltà di apprendimento, di ambliopia e di strabismo, rispetto all’insorgere di una miopia. In prospettiva possiamo metterci anche l’aumentato rischio di glaucoma ad angolo stretto. Insomma, non si può spiegare facilmente questa minore attenzione alle problematiche dei bambini ipermetropi.
Sulle differenze di atteggiamento dei clinici verso l’ipermetropia e la miopia, nel 2004 aveva pubblicato un articolo interessante, “The Still Neglected Hyperope”4, un altro optometrista americano, Jerome Rosner, ricordando come il problema sollevato da Grosvenor non fosse stato per niente risolto più di 30 anni dopo. Rosner non fece statistiche, ma si inventò un sondaggio tra 400 colleghi dello stato del Texas, che prevedibilmente potevano essere un campione significativo della popolazione optometrica americana: presentò due casi clinici a due gruppi di 200 optometristi ciascuno, chiedendo loro come si sarebbero comportati dal punto di vista prescrittivo.
Due bambini di sette anni, Harry e Martin: Harry ipermetrope di 0,50 D non corretto, Martin miope di -0,50 D corretto con -1,50. Non lamentano problemi. Nella presentazione Rosner aggiunse però che i genitori avevano portato i bimbi alla visita perché, secondo loro, i figli sembravano avere qualche difficoltà scolastica (non visiva, si badi bene, né segnalata dalla scuola). Chiese prima ai colleghi se sarebbero intervenuti per effettuare una nuova prescrizione e la maggioranza di loro (73%) rispose che lo avrebbero fatto per Harry, il bambino ipermetrope, e la quasi totalità (96%) per Martin. A quelli che avevano deciso di fare la nuova prescrizione, Rosner domandò poi se avrebbero fatto la stessa scelta qualora i genitori non avessero detto che i bambini avevano delle difficoltà a scuola. La maggioranza (68%) di coloro che avevano prescritto la prima correzione a Henry cambiò idea: non avrebbero
*Indice cumulativo dell’American Journal of Optometry, fino al 1968. ** Google Scholar
Tabella 1. Confronto tra la prevalenza dei lavori scientifici pubblicati sui temi miopia e ipermetropia. Nell’ultima colonna il rapporto per numero delle pubblicazioni tra i due deficit refrattivi
Prevalenza di studi e lavori di ricerca sui difetti refrattivi
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Lenti progressive
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Un percorso formativo completo per realizzare occhiali con lenti progressive in modo preciso ed efficace, unendo teoria e pratica per padroneggiare ogni fase: dalla refrazione al montaggio, fino alla gestione delle difficoltà di adattamento.
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Il caso
Correzione?
Prescrivere o NO? La storia di Harry e Martin, 7 anni
Harry Martin
NO occhiali
Sl occhiali -1,50D
Disturbi lamentati Nessuno Nessuno
Refrazione
1,00 D -0,50 D
SI difficoltà a scuola prescritto
NO difficoltà a scuola
+1,00D (73%) prescritto -0,50D (96%)
NO prescrizione (68%)
SI prescrizione (97%)
Tabella 2. I casi di Harry e Martin, raccontati nel testo, riassunti nella tabella. Come si nota nell’ultima riga, riservata a coloro che avevano prescritto la nuova correzione, per il miope si conferma la scelta mentre per l’ipermetrope la si contraddice
prescritto l’occhiale. Invece la quasi totalità (96%) di coloro che avevano prescritto il nuovo occhiale, riducendo l’ipercorrezione della miopia a Martin, confermarono la loro scelta. La sintesi dei risultati del sondaggio è consultabile nella Tabella 2. Durante la mia presentazione all’ultimo Congresso Zaccagnini ho provato a replicare il sondaggio di Rosner, direttamente in sala plenaria: i presenti hanno votato per alzata di mano e i risultati sono stati decisamente sovrapponibili a quelli ottenuti con il sondaggio realizzato con gli optometristi texani di 21 anni fa. Due atteggiamenti assolutamente contrari verso i due casi. In fondo i bambini si trovano nella stessa condizione refrattiva e accomodativa. Perché la scelta finale diversa (si cambia idea per Harry, si conferma la prescrizione per Martin) da parte dei professionisti? E questa incertezza, o discordanza, per la correzione del bimbo ipermetrope contro l’uniformità di scelta per il miope?
Una ragione, avanzata anche dallo stesso Rosner, può essere individuata nella “comodità” della scelta. Dare una prescrizione a Henry prevede infatti una spiegazione ai genitori sul perché si prescrive un occhiale a un bambino che non ha nessun disturbo e non sembra avere difficoltà scolastiche. Cambiare la prescrizione a Martin, invece, non comporta nessuna giustificazione o spiegazione particolare: il piccolo porta già gli occhiali e semplicemente si aggiorna la correzione al valore attuale della miopia. Non è certo una ragione responsabile, ma potrebbe essere abbastanza diffusa tra i professionisti della vista e della visione.
Un secondo motivo, forse quello sul quale ci dovremmo concentrare, può essere dato dal fatto che il consenso sulla prescrizione in caso di ipermetropia non è collettivo. In un’indagine statunitense sulla filosofia di prescrizione seguita in caso di ipermetropia, sono stati consultati vari professionisti, optometristi e oftalmologi, membri di varie associazioni professionali e facoltà che si occupano di visione pediatrica, visione
binoculare e strabismo. L'articolo del sondaggio5 mostra in modo chiaro che le decisioni correttive sull’ipermetropia non sono del tutto condivise, nel senso che non seguono criteri clinici ben definiti e uniformemente accettati da tutti i protagonisti coinvolti.
Naturalmente c’è una tendenza di base, influenzata dall'età e dall’entità del difetto refrattivo, ma sia in ambito optometrico sia in quello oftalmologico ci sono opinioni abbastanza contrastanti sul grado di ipermetropia che giustifica la correzione con occhiali o lenti a contatto, a meno che non sia molto elevata o sia presente una ambliopia o una disfunzione binoculare. Quando poi si esamina la gestione dei bambini con gradi di ipermetropia moderati o lievi, diciamo sotto le 2,00 D, le decisioni vengono frequentemente prese sulla base della filosofia piuttosto che su evidenze scientifiche.
Eppure, molte ricerche hanno dimostrato che esiste un'associazione positiva tra ipermetropia non corretta e rendimento scolastico ridotto6. Anche per questo aspetto non vi è un consenso sul livello minimo di ipermetropia non corretta che influisce negativamente sulla lettura, ma gli studi hanno dimostrato che un'ipermetropia compresa tra +1,50 e +2,00 D è associata a risultati scolastici più scadenti e a un minor tempo dedicato alla lettura nei bambini in età scolare.
Dobbiamo forse dare qualche attenzione in più ai soggetti ipermetropi o “apparentemente” emmetropi. Non limitarsi a misurare acuità visiva, cover test e stereopsi, ma analizzare approfonditamente gli aspetti refrattivi e quelli funzionali, in particolare nella visione prossima. A partire dalla prima età scolare, dopo che ci sia stato il controllo oculistico in cicloplegia. E come il mondo optometrico può aiutare i bambini miopi a contrastare lo sviluppo della miopia, lo stesso può essere importante per prevenire o contrastare i disturbi di apprendimento legati all’ipermetropia pediatrica.
Non posso che concludere, ancora una volta, che l’ipermetropia è trascurata. È giunto il momento che la comunità optometrica prenda provvedimenti, stimo-
lando lo studio e la ricerca, organizzando corsi, conferenze e congressi su temi concernenti tale difetto refrattivo e il trattamento del soggetto ipermetrope.
Riferimenti bibliografici
1. Holden BA, Fricke TR, Wilson DA, Jong M, Naidoo KS, Sankaridurg P, Wong TY, Naduvilath TJ, Resnikoff S, Global Prevalence of Myopia and High Myopia and Temporal Trends from 2000 through 2050, Ophthalmology, May 2016 Volume 123, Issue 5, Pages 1036?1042.
2. Grosvenor T. The neglected hyperope. Am J Optom Arch Am Acad Optom. 1971 May;48(5):376-82. doi: 10.1097/00006324-197105000-00002. PMID: 5281109.
3. Rosenfield M. And still the hyperope remains neglected. Ophthalmic Physiol Opt. 2023 Mar;43(2):173-175. doi: 10.1111/opo.13099. Epub 2023 Jan 27. PMID: 36705057.
4. Rosner, Jerome OD. The Still Neglected Hyperope. Optometry and Vision Science 81(4):p 223-224, April 2004.
5. Lyons, Stacy Ayn; Jones, Lisa A; Walline, Jeffrey J; Bartolone, Amelia G; Carlson, Nancy B; Kattouf, Valerie; Harris, Monica; Moore, Bruce; Mutti, Donald O.; Twelker, J. Daniel. A. Survey of Clinical Prescribing Philosophies for Hyperopia. Optometry and Vision Science 81(4):p 233-237, April 2004.
6. Mavi S, Chan VF, Virgili G, Biagini I, Congdon N, Piyasena P, et al. The impact of hyperopia on academic performance among children: a systematic review. Asia Pac J Ophthalmol (Phila). 2022;11:36–51.
L’Istituto è presente nel mondo della visione, in cui opera integrato con il contesto scientifico, economico e civile e partecipa da protagonista alla vita della filiera ottica. Fornisce agli studenti e alle aziende del settore istruzione e formazione di area sanitaria con l’impegno di consegnare al mercato del lavoro professionisti dotati delle conoscenze scientifiche, delle abilità e delle competenze pratiche richieste per inserirsi con successo nella professione e nelle aziende.
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Da oltre 45 anni consegniamo agli Ottici e agli Optometristi conoscenze e competenze professionali e - fra i primi in Italia - da 40 anni quelle optometriche, all’interno di un percorso culturale di aggiornamento professionale dei nostri docenti provenienti dalla filiera ottica e dal mondo accademico, utilizzando metodi didattici sempre in linea con l’evoluzione dei profili professionali e dei sistemi di erogazione della didattica.
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Hoya Faculty Live, al via la formazione sul territorio
a cura della redazione
Il progetto dell’azienda oftalmica, dedicato a ottici optometristi interessati ad ampliare le proprie competenze e a proporre un servizio sempre più evoluto ai clienti finali, in particolare sulle progressive, è partito nella seconda metà di marzo da Napoli: la prossima tappa sarà Bari
Hoya Faculty Live vuole portare l’attività formativa sul territorio con incontri in presenza, «offrendo un’esperienza immersiva che combina approfondimenti tecnici, strategie di vendita e workshop interattivi – spiegano dalla società oftalmica - La scelta di partire da Napoli non è casuale: la città ospita la nuova filiale, inaugurata nei mesi scorsi, a testimonianza dell’impegno dell’azienda nell’essere sempre più vicina ai professionisti della Campania. Questo progetto rappresenta un’opportunità per acquisire strumenti concreti e migliorare l’interazione con i clienti, nonché per creare valore insieme attraverso strategie di cross-selling e up-selling, in particolare nella categoria delle soluzioni progressive».
Quasi 120 ottici optometristi del territorio complessivamente hanno seguito nei primi due incontri, tenutisi il 17 e il 31 marzo, gli interventi dello staff aziendale sulle novità tecnologiche di Hoya in fatto di progressive. Parte integrante del format è stata la sessione interattiva dal titolo “L’ottico va in scena”, curata da Lisa
Vampa, attrice e psicoterapeuta, Raffaella Balestrieri, psicologa e psico-drammatista, e Federica Bonazza, psicologa, già conosciute nel settore per aver partecipato alle ultime due edizioni del Forum Presbiopia, sempre a Napoli, e all’ultimo Mido: hanno guidato e coinvolto i professionisti presenti in un workshop di improvvisazioni e giochi teatrali. «Con l'obiettivo di migliorare la comunicazione empatica e il rapporto di fiducia e di vendita col cliente, i partecipanti hanno affinato con entusiasmo il proprio approccio alla consulenza, imparando a gestire al meglio il processo di vendita e le eventuali obiezioni del consumatore», dicono dall’azienda.
«Vogliamo lavorare a fianco dei nostri partner sul territorio per il loro successo e per soddisfare insieme le necessità visive dei clienti finali: con Hoya Faculty Live offriamo agli ottici optometristi approfondimenti tecnici e commerciali che li aiutino a comunicare soluzioni di maggior valore, sia in termini di geometrie più evolute sia da un punto di vista di trattamenti più performanti e soluzioni fotocromatiche», precisa Riccardo Canapi, brand manager di Hoya Italia.
La prima edizione del progetto formativo si conclude il 5 maggio con un incontro dedicato alle lenti da vista colorate, condotto dalla consulente d’immagine Angelica Pagnelli. L’obiettivo è portare l’iniziativa in altre città del nostro paese, modulandone i contenuti in base alle specifiche esigenze della clientela: il prossimo appuntamento è in programma entro l’estate a Bari.
L'intervento delle psicologhe Raffaella Balestrieri, a sinistra, e Lisa Vampa al primo incontro della nuova iniziativa, svoltosi il 17 marzo scorso nel capoluogo campano
Giulia Palma
Ital-Lenti:
con Extesa ed Extesa HV raggiunge l’apice nella visione personalizzata
La qualità visiva è il risultato di un equilibrio fra tecnologia all'avanguardia, materiali innovativi e design accurato. Ital-Lenti, con 70 anni di esperienza nel settore, ha sviluppato le lenti Extesa ed Extesa HV, che rappresentano l’apice della personalizzazione e della precisione visiva raggiunto dall’azienda stessa. Grazie alla tecnologia free form, ogni lente è progettata su misura per le esigenze specifiche del portatore, garantendo una visione ottimale in tutte le situazioni quotidiane.
Extesa è una monofocale con geometria asferica e atorica, pensata per offrire una qualità visiva superiore. La sua struttura riduce significativamente le aberrazioni periferiche, migliorando la nitidezza dell'immagine. È particolarmente indicata per la correzione di astigmatismi elevati, assicurando una visione chiara e precisa. Extesa HV, invece, rappresenta una versione altamente personalizzata di Extesa. Tiene infatti conto dei parametri individuali del portatore, come la distanza interpupillare, l'angolo pantoscopico, la distanza apice corneale-lente e l'angolo di avvolgimento. Grazie a queste personalizzazioni, Extesa HV offre una visione più nitida e naturale, riducendo i tempi di adattamento e migliorando il comfort visivo complessivo.
La tecnologia free form prevede una lavorazione punto per punto, ottimizzando la distribuzione del potere ottico su tutta la superficie
della lente: questo processo consente di ridurre gli spessori delle lenti stesse, offrendo un design estetico e leggero, senza compromettere le prestazioni ottiche.
Per ottenere una protezione completa le lenti Extesa ed Extesa HV possono essere trattate con UVTech, che offre una protezione totale dai raggi UV (UVA/UVB) e attenua efficacemente la luce blu ad alta energia, contribuendo a salvaguardare la salute oculare e a prevenire l'invecchiamento precoce della zona perioculare. Inoltre, il trattamento Iron+ prevede 16 strati protettivi che garantiscono resistenza superiore a graffi e sporco, mantenendo la chiarezza visiva nel tempo.
«Le lenti Extesa sono una delle soluzioni più avanzate che abbiamo sviluppato in Ital-Lenti - afferma Marco Serpelloni, product manager dell’azienda - I risultati ottenuti appaiono estremamente soddisfacenti: i portatori ne apprezzano il comfort visivo e l'adattamento immediato, soprattutto in presenza di astigmatismi elevati. È sempre gratificante vedere come un prodotto ben progettato possa davvero fare la differenza nella vita quotidiana delle persone».
Extesa ed Extesa HV rappresentano soluzioni altamente personalizzate per chi cerca un elevato comfort visivo. Ital-Lenti, combinando innovazione, precisione e materiali di alta qualità, offre così una visione chiara, stabile e adattata alle esigenze individuali di ogni portatore.
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Gli occhiali ci parlano
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Partnership program: un’esperienza esclusiva per i centri ottici specializzati Galileo
Il brand del gruppo EssilorLuxottica rafforza il legame con i professionisti della visione e lancia il nuovo Partnership Program, un’iniziativa esclusiva pensata per supportare concretamente la crescita e la differenziazione dei Centri Ottici Specializzati Galileo.
Con un mix di visibilità strategica, servizi post-vendita e vantaggi esclusivi, Galileo prosegue l’attività di rilancio del marchio, iniziata nel 2024, in occasione del 160esimo anniversario, consolidando il nuovo posizionamento, la nuova immagine di marca e l’expertise dei suoi Centri Ottici Specializzati.
Il Partnership Program Galileo offre strumenti pensati per valorizzare il ruolo dell’ottico nei confronti del consumatore, potenziare il legame di fiducia e la customer experience. Ogni aspetto è studiato per offrire un reale plus attraverso la riconoscibilità online e in-store con materiali di comunicazione esclusivi, la nuova campagna “Professionisti della Visione” e un supporto post-vendita qualificato, come il nuovo programma premium Galileo Plus.
I pilastri del Partnership Program Galileo
Il Partnership Program Galileo si basa su tre pilastri che abbracciano l’intero percorso di customer experience, dal primo contatto online fino al post-vendita: punta infatti sulla Visibilità, con materiali e campagne dedicate volte a valorizzare il Centro Ottico Specializzato, su Programmi a supporto dell’ottico nella vendita di
valore e del multiequipaggiamento, su Servizi e Garanzie post-vendita per rafforzare la fiducia dei consumatori e favorire il passaggio in negozio.
• Visibilità
Galileo ha predisposto un kit di riconoscimento, che include vetrofania e attestato di Centri Ottici Specializzati per i punti vendita inclusi nel programma di partnership. Inoltre, lancia la campagna di visibilità "Professionisti della Visione" che valorizza l'expertise del centro ottico, comunicando ai consumatori promozioni e garanzie esclusive.
La visibilità sarà anche online attraverso contenuti social dedicati, ideati per animare le pagine dei Centri Ottici Specializzati, coinvolgendo attivamente la loro clientela e favorendo il drive to store anche con la presenza nello Store Locator sul sito galileoitalia.it, il primo punto di atterraggio per potenziali nuovi utenti finali di tutte le generazioni.
• Programmi
Il Centro Ottico Specializzato ha accesso a condizioni promozionali esclusive. Da maggio, il programma “Doppia Protezione”, pensato per supportare la vendita di valore e dell’equipaggiamento multiplo, si rinnova con l’introduzione della terza coppia di lenti a condizioni vantaggiose per ottico e consumatore.
• Servizi e Garanzie
Novità in fase di lancio, Galileo Plus, il pro-
gramma di servizi post-vendita che introduce sull'ampia gamma di lenti progressive young e monofocali: copertura su danno e furto valida 2 anni e rinnovo lenti, in caso di variazione di prescrizione entro i 2 anni, a condizioni super vantaggiose.
A completare l’esperienza post-vendita, i Centri Ottici Specializzati avranno accesso a un kit di consegna occhiali dedicato, per un servizio ancora più professionale e distintivo.
«Con il Partnership Program Galileo vogliamo offrire ai Centri Ottici Specializzati un valore aggiunto tangibile, combinando prodotti innovativi, servizi esclusivi e strumenti di marketing per aiutarli a crescere nel mercato», ha dichiarato
Nadia Lattanzi, business brand manager EssilorLuxottica Italia.
Il Partnership Program Galileo, attivo da maggio, rappresenta un’opportunità concreta per tutti i centri ottici che vogliono distinguersi, differenziarsi e proporre soluzioni visive all’avanguardia.
Confermando il proprio impegno nel mettere in luce il ruolo del professionista della visione, Galileo si pone al fianco dei Centri Ottici Specializzati con un programma esclusivo: un’iniziativa che valorizza la loro figura, elevando l’offerta e proponendo anche un’esperienza d’acquisto più coinvolgente e personalizzata per il consumatore.
Essilor® mondo sole: una stagione di innovazione e protezione
In primavera e in estate si trascorre sempre più tempo all’aperto: diventa dunque necessario prendersi cura del benessere visivo anche al sole, con soluzioni adeguate a ogni attività.
Essilor® propone Xperio®, la gamma di lenti vista sole per proteggere gli occhi offrendo a chi le indossa comfort visivo e una percezione naturale dei colori. All’interno di questa gamma spicca SunFit™, la novità premium del 2025, progettata per consentire ai portatori il miglior match tra lente prescritta e montatura scelta. Nel mondo sole Essilor® non mancano soluzioni adatte ai più piccoli come Stellest® Sun, la lente vista sole che protegge gli occhi dei bambini e rallenta la progressione miopica.
XPERIO®: lenti colorate, polarizzate e specchiate per apprezzare tutto il bello del sole Le lenti Essilor® Xperio® proteggono gli occhi dei portatori dall’abbagliamento e dai raggi UV, per una visione nitida, senza aberrazioni.
• Xperio® Sun Lenses Tinted: i pigmenti Xperio® Tinted offrono una visione dei colori senza alterazioni e distorsioni;
• Xperio® Sun Lenses Polarized: le lenti polarizzanti Xperio® sono realizzate con molecole dicroiche per bloccare la luce abbagliante e i riverberi;
• Xperio® Sun Lenses Mirrors: effetti specchiati ottenuti da un’attenta combinazione di specchiatura, colore e trattamento antiriflesso sulla superficie interna;
• SunMax Sport: lenti progettate per montature sportive ampie e avvolgenti.
XPERIO® SUNFIT™: il match ideale tra estetica e prescrizione
Il montaggio di lenti correttive può limitare la scelta degli occhiali da sole. Per superare questa barriera, da maggio è disponibile la nuova proposta premium SunFit™, con lenti progettate per adattarsi alla maggior parte delle montature da sole grazie all’ampia disponibilità di basi e diametri. I due design dedicati Varilux® SunFit™ e Eyezen® SunFit™ sono ideati appositamente per la vita all’aperto e grazie alla tecnologia
W.A.V.E.™ Sun aumentano il contrasto e l'acuità visiva, riducendo le aberrazioni.
Ma le novità di quest’anno non terminano qui. Sempre da maggio, il mondo sole Essilor® si veste di una gamma cromatica ancora più ampia con effetti uniformi, degradanti, polarizzanti e specchiati. Tra le novità si distingue la Performance Collection, una gamma di cinque tonalità - Verde Urban, Brown Road, Viola Nature, Grey Snow, Blue Water - accuratamente studiati per esaltare i colori dominanti, i contrasti cromatici e la percezione della profondità, adattandosi a cinque specifici ambienti esterni.
STELLEST® SUN: protezione e innovazione anche per i più piccoli
Trascorrere tempo all’aperto è essenziale per il benessere visivo dei bambini, ma è altrettanto importante proteggere i loro occhi. Stellest® Sun, la versione sole della gamma Stellest® di Essilor®, consente ai più piccoli di giocare e svolgere le loro attività all’esterno, indossando lenti che offrono uno schermo dai raggi UV e
allo stesso tempo rallentano la progressione della miopia. Il trattamento antiriflesso Crizal® Sun
X-Protect protegge le lenti da graffi e macchie, migliorando la trasparenza di visione. Il materiale delle lenti Airwear 1.59 conferisce robustezza ed è particolarmente indicato per i bambini. Da maggio la palette cromatica di Stellest® Sun si arricchisce del nuovo colore Grigio Verde. A incentivare la protezione visiva dei più piccoli c’è la Promo Family Stellest prorogata fino al 31 maggio, per l’acquisto agevolato di un secondo paio di lenti per la famiglia, a fronte di un primo acquisto di lenti Stellest®, sia nella versione chiara sia sole.
Tutti marchi citati sono di proprietà di Essilor International.
TRANSITIONS®: una primavera di innovazione tra media, teatro e influencer
Il 2025 si accende con nuove iniziative firmate Transitions®, leader nelle lenti ultra-dinamiche. Tra una campagna media di forte impatto, un format teatrale rivoluzionario e il coinvolgimento di influencer e ottici, il brand si conferma protagonista del settore.
Un media mix vincente: digital, social e out-of-home
Una nuova campagna media nazionale porta Transitions® al centro della scena, con una strategia multicanale ad alto impatto, pensata per rafforzare la rilevanza del brand e amplificare la
sua visibilità presso il grande pubblico. L’iniziativa prevede una combinazione di investimenti digitali, che abbracciano Instagram, Facebook, TikTok, YouTube e LinkedIn, oltre a un’attività out-of-home strategica per garantire una copertura capillare e coinvolgente.
Nei primi 15 giorni di aprile, durante la Design Week, le lenti ultra-dinamiche hanno illuminato con videowall il cuore di Milano, garantendo una visibilità esclusiva in uno dei luoghi più iconici della città: il Duomo.
A dare ancora più forza alla campagna, un innovativo programma influencer partito ad aprile con la nascita della GENiuS Squad: un team di influencer e content creator selezionati per raccontare sui social il mondo Transitions® in modo autentico e coinvolgente. Grazie ai loro contenuti, l’innovazione delle lenti fotocromatiche sarà mostrata in contesti di vita reale, raccontando i benefici delle lenti Transitions® GEN S™ e sottolineandone l’equilibrio tra protezione, stile e performance.
Il protocollo che diventa spettacolo
Transitions® porta l’innovazione sul palco con un format unico. Dopo un anno di lavoro e tre appuntamenti che hanno coinvolto un gruppo di ottici italiani, un esperto di light management e un esperto di behavioral economics, il brand ha dato vita al primo Protocollo di Proposta per Lenti Ultra-dinamiche. L’obiettivo? Definire strategie di approccio e storytelling per proporre efficacemente il prodotto ai consumatori.
Transitions® ha scelto di raccontare questo Protocollo in un modo inedito, trasformandolo in un’esperienza teatrale che ricrea situazioni reali del centro ottico, come l’esame refrattivo e l’interazione tra professionista e cliente. Il teatro, linguaggio universale e coinvolgente, consente di superare le barriere della teoria, rendendo i concetti chiave più accessibili e memorabili. Al debutto, avvenuto il 24 febbraio a Milano al Teatro dei Filodrammatici, sono seguite due tappe: Firenze il 24 marzo e Roma il 31 marzo. Dopo ogni evento gli ottici partecipanti hanno ricevuto un kit per applicare subito nei loro store quanto appreso.
Formazione e visibilità per gli ottici
Transitions® continua a supportare i centri ottici con materiali dedicati: kit di visibilità e contenuti social pronti all’uso. Inoltre, grazie a Leonardo, l’ecosistema di apprendimento di EssilorLuxottica, gli ottici possono accedere a risorse formative esclusive per approfondire il mondo delle lenti ultra-dinamiche, su temi chiave legati alla visione, alla tecnologia e allo stile, fornendo così suggerimenti e consigli pratici per migliorare l’esperienza degli utenti.
Con questa serie di iniziative Transitions® ribadisce il proprio impegno nell’innovazione, nella formazione e nella comunicazione d’impatto. Una primavera all’insegna della visione perfetta!
dall'esposizione ai raggi UV e dal materiale della lente.
Transitions e il logo Transitions sono marchi
Trasparenza e percezione dei contrasti al top: così Sel Optical colora il mondo
Anche quest’anno con l’inizio della primavera SEL OPTICAL presenta la campagna sulle lenti vista-sole SELECTA COLORS A-KROM a supporto dei centri ottici partner.
Grazie all’ultradecennale esperienza nella produzione di filtri solari, SEL OPTICAL propone nel proprio catalogo un campionario colori che permette infinite combinazioni: intere, degradanti, bicolor, applicabili su tutte le tipologie di lenti e materiali, compreso l’indice 1,74 per il quale recentemente è stata inserita la possibilità di colorazione intera e sfumata con assorbimento fino al 65%.
SELECTA COLORS A-KROM = LENTE + COLORE + A-KROM
La tecnologia di colorazione SEL OPTICAL consente la realizzazione di lenti oftalmiche colorate vista-sole in abbinamento al trattamento antiriflesso acromatico A-KROM, una delle tecnologie più innovative dell’azienda ferrarese a disposizione oggi dei centri ottici partner, che garantisce trasparenza con 16 strati di antiriflesso, una resistenza alle abrasioni e proprietà idrofobiche: migliora la percezione dei contrasti, non presenta riflesso residuo grazie alla sua neutralità e conferisce alle lenti limpidezza e brillantezza, oltre a un comfort e un benessere visivo ottimali.
In funzione dei riscontri positivi ricevuti, SEL
SELECTA COLORS A-KROM
è il focus della comunicazione della società oftalmica partita ad aprile, che abbina l’ampio campionario colori con il trattamento antiriflesso
acromatico A-KROM
OPTICAL consiglia in particolare l’abbinamento del trattamento antiriflesso A-KROM con lenti colorate e fotocromatiche.
A-KROM e KRISTAL rappresentano i trattamenti antiriflesso più evoluti di SEL OPTICAL su lenti oftalmiche e, grazie alle loro caratteristiche tecniche e di resistenza, sono garantiti 3 anni.
A sostegno della presentazione della nuova campagna SELECTA COLORS A-KROM incentrata sulla vendita di occhiali vista-sole, Sel Optical mette a disposizione un kit di materiali di comunicazione per i punti vendita utilizzabili sui loro social e canali digitali. È stata, inoltre, attivata una promozione consumer dedicata, a supporto commerciale e marketing dell’iniziativa.
Tutti i materiali sono scaricabili dal sito SEL OPTICAL, www.seloptical.it, nell’area riservata al centro ottico.
«Il nostro obiettivo è offrire soluzioni innovative che uniscono tecnologia e attenzione allo stile di vita, in modo da permettere ai centri ottici partner di comunicare al consumatore finale professionalità e la possibilità di personalizzare il suo occhiale, per garantirne la fidelizzazione al punto vendita», afferma Francesco De Anna, direttore commerciale Italia di Sel Optical.
Stigmatismo: l’onda delle aberrazioni non può fermarsi in un punto
di
Sergio Cappa
Più noto nella sua forma negativa con il privativo anteposto, il lemma stigmatismo deriva dal greco stigma, puntura o macchia, e indicava il marchio che, con un legno appuntito, si lasciava sulla fronte di uno schiavo colpevole di un reato o, più recentemente, sul braccio degli internati in prigionia.
In ottica oftalmica compare solo nella metà dell’800, quando il matematico tedesco Philipp Ludwig von Seidel dà corpo a una sistemazione delle aberrazioni ottiche: l’astigmatismo dei fasci obliqui costituisce una delle cinque aberrazioni primarie, definita del terzo ordine e presente anche in un sistema perfettamente simmetrico. È il 1856 e inizia la rincorsa all’immagine puntiforme. Nel suo Manuale di Strabismo del 1896, Emile Javal definisce, a pag.17 dell’introduzione, essere “l’Astigmatismo il più frequente dei difetti dell’occhio”, e la compensazione dell’ametropia si colora dei tratti matematici sempre più complessi.
Quando però il matematico francese Louis de Broglie, premio Nobel per la fisica nel 1929, con la sua tesi di dottorato dal titolo Recherches sur la Théorie des Quanta definisce in forma di dottrina la natura ondulatoria-corpuscolare della trasmissione luminosa, appare chiaro che il traguardo dell’immagine puntiforme si configura solo come un obiettivo di studio. Quando
Docente di ottica e optometria, autore di numerose pubblicazioni inerenti alla professione
la francese Société des Lunetiers nel 1959 presenta al mondo il primo prototipo di lenti progressive, la Varilux 1 brevettata sei anni prima da Bernard Maitenaz come superamento delle vecchie bifocali, la percezione dell’astigmatismo di superficie diviene clamorosamente visibile e manifesto.
I progetti delle successive generazioni di lenti hanno sempre avuto come focus principale la riduzione e l’ottimizzazione dell’astigmatismo delle zone laterali e la declinazione del lemma aberrazione nel marketing lo palesa. Come noto, l’ottica geometrica, oggetto di studio nelle scuole, adotta la semplificazione della trasmissione rettilinea, decisamente più utile alla didattica. Ma è altrettanto noto che in realtà la configurazione della propagazione è quella di un’onda elettromagnetica e le immagini sono, pertanto, luoghi di interferenza, costruttivi o distruttivi. L’immagine stigmatica, o puntiforme, rimane quindi solo una direzione di ricerca, un obiettivo, non foss’altro perché il punto è, per sua natura, un concetto primitivo adimensionale di riferimento.
Compito principe dell’insegnamento è quello di spiegare, dal latino ex-plicare, togliere le pieghe, le increspature del linguaggio di prima lettura: qualunque speculazione accurata e successiva necessita dell’arricchimento del lessico e del pensiero.
Scopri perche` e` importante controllare gli occhi sin dai primi anni di vita!
lui è Pigrocchio
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