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IL SOLE TORNERÀ PRESTO A SPLENDERE. PREPARIAMO LA RIPRESA PER TORNARE A CRESCERE INSIEME TEAM TRANSITIONS® ITALIA
FEDERICA PELLEGRINI CON TRANSITIONS Transitions® e Transitions® Signature® sono marchi registrati. I loghi Transitions® e Gen8™ sono marchi di Transitions Optical, Inc. utilizzati su licenza di Transitions Optical Limited. ©2019 Transitions Optical Limited. Le prestazioni fotocromatiche sono influenzate da fattori quali temperatura, esposizione UV e materiale ottico della lente.
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2020 LIVE STREAMING LA RIPRESA
Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Marzo 2020 numero 3 www.b2eyes.com In copertina Transitions
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IL SOLE TORNERÀ PRESTO A SPLENDERE. PREPARIAMO LA RIPRESA PER TORNARE A CRESCERE INSIEME TEAM TRANSITIONS® ITALIA
FEDERICA PELLEGRINI CON TRANSITIONS Transitions® e Transitions® Signature® sono marchi registrati. I loghi Transitions® e Gen8™ sono marchi di Transitions Optical, Inc. utilizzati su licenza di Transitions Optical Limited. ©2019 Transitions Optical Limited. Le prestazioni fotocromatiche sono influenzate da fattori quali temperatura, esposizione UV e materiale ottico della lente.
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N32020 Sommario
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di b2eyes magazine B2TRADE Editoriale Dopo? Solidarietà, gratitudine e meritocrazia 3 Mido, la cinquantesima edizione slitta al 2021 4 I Benetti a Verona, tradizionalmente rivoluzionari 6 Quanto contano i comportamenti nel centro ottico 10 B2STYLE Moda #stayathome #staywithglasses 16
24/03/20 12:20
Editore FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F - 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it Redazione Via Petitti, 16 - 20149 Milano Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Grafica e impaginazione FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Stampa Giuseppe Lang - Arti Grafiche S.r.l. Via Romairone, 66/N - 16163 Genova Registrazione presso
B2EXPERT Contro-intuitivo Ripensiamo l’ottico dopo l’emergenza coronavirus 2020 20 Strategie d’impresa Come ottimizzare i tempi durante l’emergenza 22 Cinque motivi per L’università di Optometria oggi: 5 punti di forza e 5 spunti di riflessione 26 Lab L’importanza dell’igiene in un ambiente ottico optometrico 30 Lac e coronavirus: cosa si può fare e cosa no 34 Education Coronavirus: le opportunità che avremo perso e quelle che sapremo recuperare 40 B2TECH Lenti oftalmiche
Zeiss: per SmartLife un piano completo dal web al centro ottico 44 Filab si rinnova… anche in versione sfogliabile 48 Galileo in sella con Andrea Dovizioso 52
Lo gnommero
Paura, non terrore: disciplina e intelligenza per affrontare il coronavirus 54
il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 022021 Copia omaggio
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Editoriale
Dopo? Solidarietà, gratitudine e meritocrazia
di Angelo Magri
Nessuno può immaginare esattamente quando e come ne usciremo. Le certezze, già generalmente poche, lo sono ancora di meno oggi. Ma forse qualcuna comincia a spuntare. Dopo, dovremo dimostrare solidarietà, in queste settimane espressa soprattutto attraverso donazioni di denaro e l’impegno spesso mal sopportato di restare a casa: verso chi oggi sta pagando le maggiori difficoltà economiche. Non sarebbe un peccato mortale fare tutti, lavoratori e imprese, qualche sforzo e sacrificio in più e anteporre la componente solidale a quella puramente di mercato. Dopo, dovremo dimostrare gratitudine, in queste settimane manifestata soprattutto a parole se non a chiacchiere: verso tutti quelli che da giorni e giorni stanno mettendo a rischio la vita loro e delle loro famiglie, come il personale sanitario, della grande distribuzione, del trasporto, delle pulizie, le forze dell’ordine e così via. Chi si è sacrificato per l’intera collettività, spesso con uno stipendio da fame, dovrà essere risarcito e chi lo ha fatto all’interno di un sistema sanitario sconquassato da vergognosi tagli dovrà avere la certezza di poter
continuare a lavorare in condizioni completamente diverse. Dopo, dovremo dimostrare meritocrazia: verso quelle professioni che, pur non in prima linea, hanno messo sul campo un esemplare spirito di sacrificio e di accettazione delle disposizioni governative, come gli esercizi commerciali ritenuti necessari e quindi sempre aperti, ma anche la filiera dell’informazione, dalle edicole risalendo fino a chi ha realizzato i servizi giornalistici che hanno tenuto costantemente aggiornati milioni di italiani. Enrico Mentana, nei giorni più caldi dell’emergenza, ha paragonato a Schettino quanti del suo team volessero defilarsi dagli obblighi professionali. Anche nell’ottica c’è stato chi, sin dal primo giorno, ha informato l’intera filiera, non solo con le doverose notizie, ma anche con inchieste, approfondimenti, confronti e opinioni sulla delicata fase che stiamo vivendo. Dopo, anche le aziende dovranno rendere merito a chi si è comportato in questo modo anziché a coloro che, invece, si sono trincerati in un ben più comodo silenzio o nella semplice pubblicazione di comunicati: novelli Schettino della comunicazione alla guida del Titanic.
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Attualità
Mido, la cinquantesima edizione slitta al 2021 a cura della redazione
Il salone milanese, che avrebbe dovuto tenersi a fine febbraio, era stato rinviato ai primi di luglio per l’emergenza da coronavirus. A inizio aprile la decisione definitiva, ritenuta dagli organizzatori la più difficile ma inevitabile: la Golden Edition si svolgerà dal 6 all’8 febbraio del prossimo anno
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motivi li spiega Giovanni Vitaloni, presidente di Mido. «Il protrarsi dell’emergenza sanitaria in Italia e la sua estensione rapida al resto del mondo, insieme all’incertezza rispetto ai tempi di miglioramento della situazione globale ci obbligano a prendere una decisione dolorosa, ma necessaria, a tutela degli espositori, dei visitatori, dei buyer, degli stakeholder, dello staff e di tutte le persone coinvolte nell’organizzazione, gestione e svolgimento della manifestazione - commenta Vitaloni - L’edizione dei 50 anni viene spostata al 2021, che siamo certi sarà il momento di rilancio del settore dell’eyewear italiano e internazionale. La nostra volontà, e quella di tutti i nostri operatori, è ridare vita e linfa a un sistema economico sano, rallentato certamente dai terribili accadimenti che stiamo vivendo, ma che non ha mai perso la sua forza propulsiva». La cinquantesima edizione di Mido si svolgerà da sabato 6 a lunedì 8 febbraio 2021 presso Fieramilano Rho: le date sono, dunque, anticipate di circa tre settimane rispetto all’abituale svolgimento della manifestazione. «Questa è una scelta importante, che avremmo annunciato durante la manifestazione del 2020 - continua Vitaloni - Si tratta di alcune settimane di anticipo che possono offrire un’ulteriore spinta al business dell’occhialeria a livello mondiale e italiano». Sempre a detta del presidente di Mido, in questo complesso mo-
La piazza del padiglione dedicato all’oftalmica, all’ultima edizione di Mido, che si è svolta a fine febbraio 2019
mento storico le realtà imprenditoriali, italiane e internazionali, stanno cercando faticosamente di trovare un equilibrio tra la necessità di non arrestare il lavoro e quella di garantire la sicurezza dei dipendenti, a fronte di ricavi ridotti e costi in crescita. «Per questo dobbiamo lavorare per far sì che, quando sarà superata la fase più acuta dell’emergenza, le aziende sappiano di poter contare su Mido per presentare collezioni, macchinari, le innovazioni dell’oftalmica, gli ultimi ritrovati tecnologici e, ciascuno per il proprio campo di specializzazione, tornare a fare affari - sottolinea Vitaloni - Mido può giocare un ruolo determinante nella ripresa, creando in un clima di ritrovata fiducia un’alleanza tra espositori e visitatori».
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SUNGLASSES
Attualità
I Benetti a Verona, tradizionalmente rivoluzionari di Nicola Di Lernia
Nei mesi scorsi la seconda e terza generazione della nota famiglia di ottici veneti si sono cimentate in una sfida su canali televisivi e social, incentrata sul lancio di Sync, la lente a supporto accomodativo di Hoya. Gli esiti sono stati sorprendenti
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Verona, Ottica Benetti è un nome molto amato e conosciuto. Sia per la gioielleria, aperta dalla famiglia nel 1961, sia per l’ottica, gestita dalla seconda e terza generazione e da Claudio Aldegheri. Claudio, con la moglie Patrizia e le figlie Irene e Martina, entrambe con diploma di abilitazione e specializzate in optometria, si è dedicato esclusivamente all’ottica, con una proposta alla clientela particolarmente curata sia sul piano professionale sia su quello della selezione di lenti oftalmiche e di montature, sempre rispondenti ai trend di mercato. Anche il figlio più giovane, Filippo, ha scelto la professione ottico optometrica: sta concludendo gli studi e lavora già nel settore. La ricerca di soluzioni tecniche e di design innovative ha reso vincente il connubio gioielleria e ottica: si tratta di un fenomeno che
Irene e Martina Aldegheri in due frame della campagna video dedicata a Sync di Hoya
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Attualità
con la gioielleria, attività «cheIl connubio diede vita al negozio storico quasi sessant’anni fa, e l’interscambio generazionale fanno dell’impresa familiare veronese un punto di riferimento per l’intero settore
»
Claudio Aldegheri e Patrizia Benetti in attività all’interno del loro centro ottico, insieme a un collaboratore
sta scomparendo, ma la forza della famiglia Benetti e la volontà di tramandare l’impresa alle generazioni successive l’hanno reso uno dei loro punti di forza, sempre coerente con i valori di qualità, esclusività e servizio. Il bello di una famiglia di professionisti della visione come quella dei Benetti è anche l’interscambio tra genitori e figli. Claudio e Patrizia hanno saputo trasmettere a Irene, Martina e Filippo il piacere dell’arte dell’ottica e dell’optometria e l’importanza di esperienze che vanno al di fuori delle mura del negozio, come lavorare all’estero prima di iniziare in azienda. Le figlie dal canto loro hanno portato il desiderio di innovazione soprattutto nell’ambito della comunicazione digitale. Così, insieme e con l’aiuto di Hoya, loro partner di riferimento nell’oftalmica, Claudio e le figlie si sono fatti testimoni nei mesi scorsi di una campagna video social e televisiva per il lancio di Sync,
la lente a supporto accomodativo dell’azienda giapponese, pensata in particolare per la visione digitale. E lo hanno fatto sdoppiando i propri ruoli. Claudio si è rivolto al pubblico over 40, i presbiti incipienti, con toni divulgativi. Irene e Martina si sono, invece, indirizzate ai giovani, quelli della cosiddetta digital generation, utilizzando un linguaggio fresco e con il supporto di grafiche accattivanti. Il risultato di questa sfida generazionale è stato incerto sino alla fine, ma ha prevalso sui social il pubblico giovane, che ha premiato uno degli otto video realizzati con oltre diecimila visualizzazioni. «Per me e la mia famiglia essere, o almeno provare a essere, sempre un passo avanti nelle scelte e nelle sfide rappresenta un must da dedicare ai nostri clienti - commenta Claudio Aldegheri - Quando lavori con i migliori, devi cercare di esserlo anche tu».
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Attualità
Quanto contano i comportamenti nel centro ottico Quello che è successo nei primi mesi del 2020 nessuno se lo aspettava e probabilmente ciascuno di noi ha compreso quanto importante sia avere l’attitudine a rimodulare la propria vita personale e quella business, per sopravvivere non solo a un’emergenza sanitaria, ma a un vero e proprio rallentamento delle attività e dell’economia
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l diffondersi del virus Covid-19 ha portato il governo italiano all’adozione di misure molto restrittive, limitando il flusso delle persone e di conseguenza il contagio. Anche l’ottica è stata colpita al cuore. L’abbiamo capito quando la cinquantesima edizione di Mido, prevista quest’anno, è stata ufficialmente rinviata al 2021 con una sofferta, ma inevitabile, decisione. Ora però dobbiamo evitare che il mercato venga colpito alla testa. Comprensibile, ma inutile l’alternarsi degli stati emozionali. Ciò che realmente serve in questi momenti è re-
di Angelica Pagnelli*
stare lucidi e riuscire a guardare vicino, a media distanza e lontano. Un’abilità che il bravo ottico sa ben comunicare ai propri clienti, quando s’impone la necessità di rivelare l’importanza di una visione nitida e perfetta in presenza di un deficit. In fondo il deficit esprime proprio una perdita ed è tutto quello che si deve evitare o arginare in questa fase. Il ruolo dell’etiquette e della prossemica in negozio L’immediata necessità, quella più vicina, per l’ottico, è relativa allo svolgimento delle attività quotidiane in negozio, attenendosi a una regolamentazione ben definita e all’osservazione di norme igieniche e di distanza. Le prime riguardano l’etiquette del professionista e cioè le regole della buona educazione; le seconde, invece, riguardano la comunicazione non verbale, con particolare riferimento alla prossemica, intesa
*Angelica Pagnelli è creatrice dei format “Guardaroba Occhiali” e “Swap Party Occhiali”, fondatrice di “Immagine & Modi”, esercita l’attività di consulente e trainer a livello mondiale per aziende e imprenditori dell’ottica e partecipa, in qualità di relatrice, a seminari sul business dell’immagine per professionisti di vari settori.
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Attualità
come distanza nello spazio. Sicuramente l’igiene ottimale degli ambienti, non solo di quelli dedicati alla contattologia, dovrebbe sempre essere adottata, anche in assenza di emergenze come questa. Molte le recenti pubblicazioni social di punti vendita che ritraggono strumentazioni di igienizzazione con lampada germicida: ci si chiede se era necessario ricordarsene solo ora. Spesso in negozio si assiste a “passaggi” brevi manu di montature, che vengono per prassi ripulite con pannetti logati non sterili. Probabilmente cambierà il bon ton dell’ottico e, quando tutto sarà finito, resterà questa buona abitudine di igienizzare regolarmente gli accessori disponibili in negozio. La prossemica invece, cioè la distanza interpersonale da mantenere con clienti, colleghi, fornitori, argomento importante che ogni bravo formatore retail dovrebbe essere in grado di trattare con competenza, anche in ottica è diventata distanza di sicurezza, per far capire che non si tratta più di un suggerimento, quanto di un accorgimento utile all’esercizio della professione.
che, nella benaugurante ipotesi di arresto del contagio in tempi ragionevoli, coincidono con l’esigenza dei professionisti dell’ottica di ispirare i propri clienti, con argomentazioni valide che possano favorire gli acquisti e soddisfare le richieste di modelli delle collezioni primavera estate 2020. Si può solo immaginare dopo una quarantena che sacrifica gli stili di vita, come possa esplodere il desiderio di bellezza e di ricerca di autostima allo specchio. Per essere preparati alla rinascita, che è paragonabile a un evento importante, risulta fondamentale pensarci ora. Il che vuol dire entrare in contatto con le aziende, per ricevere le comunicazioni di prodotto, quelle relative alle promozioni e riassortire nel contempo in modo bilanciato il proprio portfolio. La cinquantesima edizione di Mido a fine febbraio sarebbe stata come sempre un’occasione utile a soddisfare molte di queste ordinarie necessità, ma, visto il rinvio al 2021, di certo non si può rinviare l’attività. La soluzione più ragionevole è perciò creare il riassortimento
I supporti digitali, una valida alternativa per visionare le nuove collezioni Successive alle suddette necessità, che sono ormai in corso, vi sono le visioni di medio termine,
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Attualità con il medesimo criterio di sempre, cioè destinare un budget che probabilmente per alcune realtà sarà questa volta ancora più oculato, individuando opportunamente le collezioni su cui puntare. La piattaforma digitale Mido4you messa a disposizione da Mido dai primi di marzo, inizialmente dedicata solo agli espositori cinesi, si propone come un supporto importante per visualizzare le collezioni di molte aziende di nicchia o made in Italy, sia di lenti sia di montature. Altre realtà non ancora presenti sulla piattaforma, come quelle leader di mercato nell’eyewear, che hanno in licenza brand commerciali molto noti, mettono a loro volta a disposizione la propria rete commerciale e adeguati supporti, customizzati sulle esigenze dei clienti partner. Certamente l’idea iniziale di organizzare eventi noti come shopping o buying days, destinati ad accogliere i clienti per area geografica, non potrà più essere realizzata, per i divieti di assembramento imposti dal governo. Non poter materialmente guardare e toccare il prodotto rappresenta una limitazione, ma nell’era digital la possibilità di visionare immagini che propongano l’analitica descrizione dei modelli, in termini di materiali e caratteristiche tecniche, non dovrebbe rappresentare un problema insormontabile. Saranno brave le aziende in grado di far fronte a questa necessità in modo concreto.
to come per ciascuno di noi l’equilibrio è sopra la follia, ma certamente per cicli storici ed economici tornano ad alternarsi il bello e il brutto. I più saggi ci insegnano, per dire il vero, che dopo aver toccato il fondo, c’è sempre la risalita. La visione di lungo termine è una distanza temporale che in questo momento storico auspico possa coincidere con l’anno. Sciolti i nodi business più basici, si deve tornare a fare quella maratona già iniziata con il totale processo d’innovazione nel settore, che prevede però una programmazione: eventi, formazione, personal branding, corporate identity, omnicanalità, community. Se questa pianificazione lucida non parte o non viene confermata ora, rimodulando i piani di azione, sarà difficile raggiungere gli obiettivi prefissati, perché c’è sempre qualcuno che sa mantenere lo stesso passo anche quando gli altri rallentano. Ora più che mai il lavoro dei consulenti deve essere un lavoro di squadra da svolgere accanto ai professionisti. E solo per questo deve valere l’eccezione alle attuali disposizioni, metaforicamente parlando: nessuna distanza, ma il più concreto degli affiancamenti. L’augurio, dunque, è che anche le aziende di montature, lenti, strumentazione, comunicazione o servizi possano trasformare un disagio in opportunità, ma che tali opportunità siano già visibili.
Sull’arco di un anno va avviato o riprogrammato il processo di innovazione In ottica, tuttavia, non si può non vedere lungo, perché chi è miope non può affrontare le nuove modalità di lavoro e il cambiamento imposto per necessità sopravvenuta. Il che non vuol dire fare previsioni, perché il Covid-19 ci ha insegna-
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Moda
#stayathome #staywithglasses di Francesca Tirozzi
COOKING
Danshari
Lookkino
Lightbird
A CUP OF
DRAWING
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Moda
Invu
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IN A GAME
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Moda Rodenstock
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Moda Materika
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Contro-intuitivo
Ripensiamo l’ottico dopo l’emergenza coronavirus 2020 Alla luce di quanto successo prima in Cina e poi in Italia, avremo a che fare con una nuova normalità, fatta di smart life e smart working, di maggiori norme di sicurezza e igiene
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opo un primo momento di sconcerto, dovuto soprattutto al fatto di rimanere in casa, nelle scorse settimane ci siamo quasi abituati a una nuova normalità, caratterizzata da regole recentemente introdotte. Il metro di distanza, il numero di persone limitato per non creare assembramenti, l’utilizzo della mascherina, la maggiore attenzione alle norme di sanificazione: sono solo alcuni dei dettami che hanno modificato i ritmi quotidiani di tutti. Abbiamo interpellato persone che vivono in Cina, per capire come stia cambiando la loro vita nel dopo coronavirus e sembra che questi comportamenti siano diventati un’ abitudine della routine di tutti i giorni.
di Michaela Gariboldi e Paolo Valentini*
ne, è e deve essere coinvolto in questo processo. Oggi la sanificazione degli ambienti e degli strumenti è diventata la regola base. Per gli ottici diventa, quindi, importante rispettare e far rispettare le norme igienico-sanitarie e comunicarlo ai clienti. Tutti diventeremo più scrupolosi in questo ambito e saremo anche più attenti alle distanze e agli assembramenti. Le opportunità del delivery La consegna è diventata con l’emergenza sanitaria una sorta di tendenza. In Cina grazie al
*Michaela Gariboldi, socia di Open Source Management, è specializzata in risorse umane e management per le Pmi italiane. *Paolo Valentini, esperto in marketing e gestione delle risorse umane, con un focus pluriennale sul mercato ottico italiano, è titolare di I-Profile Venezia. Open Source Management opera nel mondo della consulenza aziendale. I-Profile Venezia è l’azienda franchisee di Osm per le province di Rovigo e Venezia.
Nuove abitudini per la salute e non solo La sicurezza e la salute al primo posto. E chi più di noi che operiamo nell’ottica, così sensibili al benessere visivo e spesso anche alla prevenzio-
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Contro-intuitivo piattaforme hanno permesso di organizzare dirette e di tenerci aggiornati. Da qui la necessità da parte di molti ottici di formare i propri dipendenti che rimangono a casa. L’ottica del dopo Covid-19 ci vedrà tutti impegnati anche in attività di questo tipo. Un nuovo modo di dare valore al mercato Infine, una doverosa riflessione sul ripensare il proprio business. Noi stessi abbiamo reinventato formazione e consulenza nell’arco di appena un mese: abbiamo proposto webinar, app, aggiornamento a distanza, consulenze via Skype, perché era quello che ci stava chiedendo il mercato. E gli ottici, come possono ripensare il loro business? Una nuova visione passa per quattro semplici punti. • Digitale: social ed e-commerce saranno sempre più necessari per far fronte alle esigenze dei clienti. • Delivery: la consegna come formula integrata ai tradizionali servizi resi dentro il punto vendita. • Contenuti: mai come in questo momento ci siamo trovati ad avere tempo e diversi di noi lo hanno impiegato nel creare contenuti e nel dare informazioni. Non torneremo più indietro da questo trend, il consumo passa attraverso la fruizione di contenuti. • Stai vicino al tuo cliente sempre: ci siamo sentiti tutti soli e disorientati. Noi abbiamo chiamato molti clienti, che hanno apprezzato soprattutto la vicinanza, il fatto di esserci. Nei momenti di paura essere vicini è la cosa più importante e abbiamo compreso ancora meglio il valore del marketing dell’aiuto. Gli ottici sono importanti nella vita e nel benessere delle persone: bisogna attivare sempre sistemi di contatto con i propri clienti.
delivery molte attività hanno continuato a lavorare e anche in Italia diversi ottici lo stanno promuovendo. La riscoperta di questo servizio, alle volte banalizzato, ha permesso a diversi centri ottici di proseguire nel contato diretto con i clienti, garantendo la continuità dell’attività. E nei prossimi mesi questo processo si consoliderà. L’e-commerce, una necessità Da opportunità a necessità. L’emergenza coronavirus ha messo in risalto la comodità degli acquisti online. Chi tra i centri ottici aveva già un sito, ne ha visto i benefici. Tanto che l’occasione della crisi ha permesso ad alcuni di essi di reinventare il proprio business mediante i servizi di e-commerce. L’ottica del dopo coronavirus sarà, perciò, sicuramente più consapevole di queste opportunità, da affiancare al negozio fisico. Più spazio all’e-learning Altro ingrediente che resterà fondamentale: la formazione a distanza. Skype, Zoom e altre
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Strategie d’impresa
Come ottimizzare i tempi durante l’emergenza “Se continui a fare quello che hai sempre fatto, continuerai a ottenere ciò che hai sempre avuto”, Warren G. Bennis, esperto americano di leadership
È
un periodo complesso per il nostro paese: le misure adottate dal governo per contrastare l’epidemia di coronavirus hanno indotto molte attività a ridurre il personale presente in negozio oppure gli orari di apertura al pubblico, se non a decidere per la chiusura del punto vendita. Siamo consapevoli che stiamo lottando per preservare la salute nostra e degli altri, che viene prima di ogni altra cosa. La buona notizia è che gli imprenditori ottici sono attivi e nessuno si sente in vacanza. Hanno capito che ogni momento di crisi contiene delle opportunità da cogliere, così hanno iniziato a mettersi al lavoro e a prepararsi alla ripresa, speriamo tutti, imminente. Questo tempo di riflessione è davvero una grande occasione che, nella nuova situazione di mercato di cui abbiamo già parlato ampia-
di Anna Gatti*
mente, non dobbiamo lasciarci sfuggire. La strategia di soluzione delle crisi, da quelle personali a quelle delle nazioni, è stata anche recentemente oggetto di approfonditi studi: alcuni concetti mi sembra che siano perfettamente applicabili anche alla realtà del commercio. La situazione di crisi è notoria per cui il suo riconoscimento, che è il primo passo, è già avvenuto. Un ulteriore step è il riconoscimento della propria responsabilità personale: dobbiamo pertanto chiederci in cosa abbiamo mancato e accettarlo. Tutte le crisi sono abbastanza complesse, ma nessuna crisi è veramente globale: occorre perciò individuare e circoscrivere quello che va cambiato, perché bisognerà nel contempo salvaguardare ciò che, in quanto valido, non deve essere invece mutato. Bisogna, poi, fare un’autovalutazione onesta e puntuale di se stessi e della propria azienda. In questo modo avremo capito quali sono i punti da cambiare e su cui lavorare. Tra gli aspetti che dovranno essere attentamente considerati
*Anna Gatti, consulente aziendale, titolare di A&G Studio di Bologna, specializzato nel controllo di gestione e analisi dei costi.
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2020 LIVE STREAMING PROSSIMAMENTE
Strategie d’impresa
La soluzione di una « crisi, come quella che
ci saranno certamente, perché cruciali in ogni azienda, formazione, comunicazione con i propri clienti per rassicurarli e per farli sentire vicini e un migliore utilizzo della tecnologia. Attraverso lo smart working si possono tenere videoconferenze con consulenti, fornitori e formatori per approfondire e migliorare le proprie conoscenze, studiare e definire nuove azioni e strategie. Il contatto con i clienti lo si può conservare con un migliore utilizzo dei social come Facebook e Instagram, raccontando la propria quotidianità e offrendo consegne a domicilio laddove è possibile. Dagli organizzatori di Mido, ad esempio, subito dopo l’iniziale annuncio del posticipo delle date di fine febbraio, è stata messa a disposizione degli ottici una piattaforma digitale, tuttora attiva anche in seguito al rinvio del salone al 2021, che favorisce il contatto tra cliente e fornitore, permette di visionare le nuove collezioni di occhiali e di altre merceologie della filiera ottica, creando così business. Inoltre i fornitori di oftalmica e di servizi hanno trasformato in webi-
stiamo vivendo a causa del coronavirus, passa attraverso il suo riconoscimento, il riconoscimento della propria responsabilità e un’autovalutazione puntuale. Ma soprattutto necessita di pazienza e flessibilità
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nar tutti i contenuti relativi alle loro novità, in termini di prodotto ma non solo, che sarebbero state presentate fisicamente a Mido. Ricordiamoci, infine, che per portare una crisi a una soluzione positiva occorrono sempre due doti: la pazienza e la flessibilità.
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UNO SGUARDO AL TUO FUTURO
Partecipa ai nostri Open Day, consulta il sito: www.scuolaottica.it
Scuola Internazionale di Ottica e Optometria Scuola Internazionale di Ottica e Optometria
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Cinque motivi per
L’università di Optometria oggi: 5 punti di forza e 5 spunti di riflessione di Andrea Astarita Laureato in Ottica e Optometria Vincitore del VisionOttica Award 2019
Inizia su questo numero un viaggio nel mondo dei giovani optometristi che, completato il corso di studi universitario, si affacciano al mondo del lavoro tra ambizioni e timori, nozioni apprese e poca esperienza pratica, grandi aspettative e consapevolezza della necessità di continuare a formarsi
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prima vista potrebbe sembrare l’articolo di un adolescente che cerca di capire se l’amore della sua vita ha il segno zodiacale dello scorpione o dei pesci. Ma no, non si tratta di questo. L’obiettivo di questa rubrica è dare voce a una generazione, la mia (ho 23 anni), che ha appena concluso un ITER universitario, descrivendo quella che è stata la mia personale esperienza durante il percorso di studi e subito dopo la laurea. Premetto che sebbene l’articolo racconti dell’università di Optometria in generale, il mio focus rimarrà maggiormente concentrato sull’ateneo di Milano Bicocca, nel quale mi sono immatricolato nel 2016 e dove ho concluso gli studi lo scorso anno. L’università di Optometria è difficile Per poter affrontare l’università con la giusta serenità sono fondamentali le basi di matematica ap-
prese al liceo scientifico oppure una grandissima dose di forza di volontà per recuperare il programma anche con il supporto dei colleghi di corso.
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Abbiamo scelto di condividere lo stupendo sorriso di Federica Pellegrini per darci la carica in questo momento particolare della nostra vita. In questi giorni, anche in Transitions® #restiamoacasa ma #noncifermiamo. Lavoriamo per garantire la fluidità di fruizione del nostro prodotto attraverso tutti i nostri partner, stante la messa in sicurezza del nostro personale che è, per noi, una priorità. Stiamo preparando la ripresa che ci aiuterà a tornare a crescere insieme nel segno della protezione dalla luce. Tante sono le frecce nell’arco: Transitions® Signature® Gen8™ - le lenti Transitions® più veloci di sempre, che hanno migliorato ogni aspetto della performance fotocromatica: più reattive, più scure, ancora più durevoli nel tempo, in 7 colori. Una campagna di comunicazione sui Social Network che #nonsiferma: per tenere alta la notorietà del marchio e la memoria del prodotto ai clienti finali. Federica Pellegrini che nel 2020 continua ad interpretare Transitions® – attraverso il tuo stile e i suoi successi - e una nuova campagna media all’orizzonte. Ancora più cool. In questo lavoro, il nostro pensiero corre a tutti voi e alle vostre famiglie: l’impegno di tutti ci rende più forti, siamo certi che il sole tornerà presto a splendere. ALESSANDRA BARZAGHI Transitions® Director Italia
Team Transitions® Italia P.S. Il momento è buono per rilassarsi sui social networks: segui Transitionsitalia sui canali social Instagram e Facebook
Transitions® è un marchio registrato, il logo Transitions® e Transitions Light Intelligent Lenses® sono marchi di Transitions Optical, Inc. usati su licenza di Transitions Optical Limited. ©2019 Transitions Optical Limited. Le prestazioni fotocromatiche sono influenzate da fattori quali temperatura, esposizione UV e materiale ottico della lente.
IL SOLE TORNERÀ PRESTO A SPLENDERE. FEDERICA PELLEGRINI CON TRANSITIONS
Cinque motivi per L’università di Optometria insegna a “capire” Sembra scontato, ma nel nostro ambito non tutti sono davvero disposti a capire come funziona il sistema visivo. In effetti basterebbe applicare alla lettera i vari test proposti e verificare a quale soluzione si arriva. In realtà c’è un notevole sforzo da parte dell’università per permettere di creare un proprio ragionamento attraverso lo studio di anatomia, fisiologia, patologia, ottica geometrica, più tutti i corsi di indirizzo.
Ci vorrebbe un inserimento più graduale, per esempio con stage lavorativi. Questo, a dir la verità, non è solo un compito dell’università ma anche delle aziende. Maggiore collaborazione, please. Molta teoria e poca pratica È una causa diretta del punto precedente. Spesso mi sono interrogato sulla necessità pratica di imparare la dimostrazione a memoria di alcuni teoremi, a volte appresi solo per affrontare un esame, invece di seguire un corso vero di molatura lenti o approfondimenti sulla parte clinica, così come su quelli di vendita e comunicazione. L’appello che faccio è: più pratica. Crea interesse, che a sua volta stimola studio.
I docenti Come in ogni corso di laurea ci sono professori più o meno bravi e preparati, come del resto lo sono gli studenti, ma non posso lamentarmi dell’istruzione ricevuta. O, meglio, credo che gli aspetti negativi di cui poi parleremo non derivino dai docenti, sempre pronti ad aiutare.
Laurea magistrale Tutti i punti espressi precedentemente potrebbero essere risolti da una laurea magistrale. La immagino con stage lavorativi, con opportunità di imparare a non finire, con focus mirati e importanti. Per emergere nel mondo di oggi bisogna essere estremamente preparati e non si può pensare di trattenere in Italia i migliori cervelli, se non si ha un panorama allettante di specializzazioni.
I seminari L’università organizza una buona quantità di seminari in orari extra scolastici e prevede che lo studente, debba seguirne una buona parte per accumulare i crediti necessari alla laurea. In alcuni casi i moduli sono davvero impegnativi: ad esempio, dopo quattro ore di seminario sulla geometria free form delle lenti progressive è fisiologico l’abbassamento del livello di attenzione e la parziale perdita di interesse per il tema trattato.
VisionOttica Award I VisionOttica Award sono l’aspirazione più bella cui un laureando in Optometria possa puntare. Si parla di una borsa di studio significativa per fare ciò che ci piace di più. Studiare. A oggi è l’unico premio che avvicina le università alle aziende e grande merito va a Vision Group per averlo istituito. La realtà è che coloro che lo vincono (me compreso) devono andare a studiare all’estero e spesso all’estero ci rimangono. Una riflessione andrebbe fatta, perché se è vero che il premio ha una nobilissima intenzione, il sistema che ci sta dietro forse non è pronto per accoglierlo. È giusto e stimolante fare esperienze all’estero, ma non conviene che le migliori menti si alimentino nel nostro paese?
Il tirocinio per la tesi L’ultimo anno si è tenuti a scegliere un argomento su cui effettuare uno studio della durata di circa 3-4 mesi che fungerà da ispirazione per la tesi. Tutti gli studenti cercano quindi di accaparrarsi i professori migliori. Sì, ma migliori per cosa? Una sola parola: statistica. È stato molto divertente e appassionante imparare a usare su YouTube il t-student test, test statistico che permette di capire quanto il valore medio di una distribuzione di dati si discosta da un valore atteso. Alla fine ho scoperto che ne sapevo più io di molti altri, quindi a qualcosa è servito.
Futuro Noi giovani optometristi saremo coloro che nel 2050 dovranno affrontare le nuove dinamiche visive. E chissà quali saranno e cosa comporteranno. Non si può credere di non avere un’università evoluta alle spalle e che il 90% dei problemi verranno risolti sul campo. Collaboriamo, tiriamo fuori idee, innoviamo. Creiamo. E le aziende investano in noi, nella nostra preparazione. Vedrete che non ve ne pentirete.
L’università non ti insegna a lavorare Ebbene sì, quando si esce dall’università, come accade in generale per altre facoltà, il bagaglio culturale è molto ampio, le nozioni acquisite risultano numerose, ma non si hanno effettivamente una preparazione e un’esperienza adeguate per affrontare il mondo del lavoro.
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LA PRECISIONE FA LA DIFFERENZA TRA
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L’importanza dell’igiene in un ambiente ottico optometrico di Mirko Chinellato Docente a contratto Università degli Studi di Padova Studente del Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza. Università degli Studi di Ferrara
La situazione critica mondiale causata dalla diffusione del virus Covid-19 ha sollevato la questione fondamentale dell’igiene personale e ambientale per contenere la diffusione dei microrganismi tra le persone. L’attenzione alla sanitizzazione nei rapporti interpersonali non si deve però esaurire con il superamento dei periodi epidemici, ma deve rimanere alta in ogni azione quotidiana e nell’ambiente di lavoro
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n un centro di ottica o di optometria i clienti sono continuamente esposti a contatti diretti e indiretti con il personale e con l’ambiente circostante, quindi è necessario porre particolare attenzione all’igiene, per tutelare e tutelarsi. Il termine “igiene” definisce la disciplina che ha per fine la prevenzione e la promozione della salute a livello individuale e collettivo, attraverso il potenziamento dei fattori utili alla salute e attraverso l’allontanamento o correzione dei fattori responsabili delle malattie. In altre parole, lo studio dei mezzi e delle procedure per evitare che venga intaccata la salute della persona attraverso il contatto con l’ambiente e con gli altri soggetti che lo frequentano, promuovendone il benessere. La pulizia, intesa come la rimozione dello sporco (spesso visibile), e la sanitizzazione, intesa come il contenimento della carica microbica (spesso invisibile) sono le azioni principali per abbassare il rischio
di contaminazione degli oggetti e delle persone. Queste azioni devono essere indirizzate agli apparati di lavoro (strumenti di misurazione, lenti a contatto, montature, ecc), al personale (mani, abbigliamento, stato fisico) e all’ambiente, inteso come l’insieme di tutti gli spazi e gli oggetti con cui si può venire a contatto durante la permanenza in un determinato luogo. Tutto ciò rappresenta un potenziale serbatoio e veicolo di microrganismi più o meno patogeni. In ambito ottico optometrico la principale minaccia per la salute deriva dagli agenti biologici, in primis batteri e virus, che, in presenza di determinate condizioni ambientali, possono proliferare moltiplicandosi a velocità impressionante trasferendosi da persona a persona, da oggetto a persona e da ambiente a persona. È stato dimostrato che ogni germe, in base alle sue specifiche caratteristiche, può sopravvivere per ore sulle superfici: montatu-
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Una gamma completa per gli specialisti in optometria
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Lab vaggio con soluzione alcolica per almeno 20-30 secondi e con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi, facendo attenzione allo strofinamento tra le dita e sotto le unghie, eliminando anelli e bracciali che rappresentano un ostacolo alla pulizia e potenzialmente costituiscono un serbatoio per la crescita dei microorganismi. Dal punto di vista clinico, è importante sanitizzare mani e ambiente anche dopo essere entrati in contatto con persone apparentemente sane e in buone condizioni, in quanto possono essere comunque portatori asintomatici di germi pericolosi per la salute. I tempi di lavaggio ritenuti fondamentali per una buona disinfezione spesso non vengono rispettati nella pratica clinica, prevalentemente per pigrizia o scarso impegno. Un esempio significativo è che il tempo corretto per lavarsi le mani (60 secondi) corrisponde al tempo necessario per fare una camminata di cento metri. È stato dimostrato in uno studio che l’affissione di cartelli e segnali finalizzati a ricordare l’importanza di un frequente lavaggio delle mani può aumentare del 30% il rispetto di questa pratica. Una continua analisi, verifica e miglioramento delle procedure di igiene nell’ambiente ottico optometrico rappresenta un aspetto fondamentale per tutelare la salute dei clienti e del personale, oltre a essere un dovere del responsabile aziendale, come indicato nel testo unico in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. E tutto questo acquista ancora più importanza alla luce dell’emergenza sanitaria da coronavirus.
re di prova, mentoniere, poggiafronte, schiascopi, tastiere, telefoni, smartphone, pos, maniglie, rubinetti e su tutti gli oggetti che possono entrare in contatto con le persone. Quella contattologica è considerata un’attività critica dal punto di vista del rischio biologico, in quanto si toccano fluidi corporei (lacrime), vengono utilizzati dispositivi medici invasivi di classe 2 (lenti a contatto) e questi vengono a contatto con la congiuntiva, potenziale via d’accesso all’organismo per eventuali agenti patogeni. In tale contesto l’attenzione all’igiene deve essere maggiore non solo nelle procedure di inserimento e rimozione e nello stoccaggio dei set di prova (risulta importante, ad esempio, compilare un registro che attesti la disinfezione periodica dei set), ma anche nell’ambiente dello studio. È risaputo che le mani rappresentano il principale veicolo di diffusione degli agenti patogeni. Durante la giornata vengono continuamente usate per toccare e afferrare oggetti in precedenza toccati anche da altre persone e, quindi, da loro contaminati. Al tempo stesso, in modo inconsapevole, durante la giornata le mani vengono usate anche per toccarsi occhi, naso e bocca, aumentando così la possibilità che i germi possano entrare nel corpo attraverso orifizi e mucose, come ad esempio la congiuntiva, favorendo l’insorgere di infezioni. Secondo il Centro americano per il controllo e prevenzione delle malattie (CDC), il lavaggio accurato e frequente delle mani rappresenta il metodo più importante per il contenimento della trasmissione dei germi patogeni, proteggendo le persone dalle infezioni più comuni (raffreddore, influenza, congiuntiviti) e anche da quelle più gravi e pericolose per la salute. La metodica corretta per il lavaggio delle mani varia in base alle diverse attività da svolgere: per un ambiente non critico (come quello domestico o non sanitario) l’Organizzazione mondiale della sanità consiglia un la-
Bibliografia essenziale • Anser et Al. Hand hygiene and instrument sanitization in ophthalmology clinics. Review. Curr Opin Ophthalmol. 2020 • Lam et Al. Extent and predictors of microbial hand contamination in a tertiary care opthalmic outpatient practice. Invest Ophthalmol Vis Sci 2005 • Mensah et Al. Hand hygiene in routine glaucoma clinics. Br J Ophthalmol 2005 • Boyce et Al. Guideline for hand hygiene in health care settings: reccomandations of the healthcare infection control practices advisor committee. Infect Control Hosp Epidemiol 2002 • Ministero della Salute. www.salute.gov.it
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Lac e coronavirus: cosa si può fare e cosa no È giusto applicare o addirittura indossare lenti a contatto in una fase di emergenza sanitaria come questa? Nel caso, quale tipologia scegliere? E, ancora, quali sono le regole igieniche e di manutenzione da adottare? Due esperte dell’optometria internazionale rispondono sulla base delle principali evidenze scientifiche
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elle scorse settimane alcuni articoli di giornali sul possibile contagio da coronavirus tramite lenti a contatto e alcune organizzazioni sanitarie che consigliano il passaggio in questa fase agli occhiali anziché l’uso delle lenti a contatto hanno sollevato facilmente la preoccupazione che l’utilizzo delle lac potrebbe non essere sicuro durante la pandemia da Covid-19. Questa inondazione di informazioni fuorvianti ha portato ricercatori di spicco nel panorama internazionale, da Canada, Regno Unito e Stati Uniti, a rispondere. Lyndon Jones, direttore del Center for Ocular Research & Education (CORE) presso l’Università di Waterloo (Canada), Philip Morgan, direttore di Eurolens Research presso l’Università di Manchester (Regno Unito), e Jason
di Daddi Fadel Membro della International Association of Contact Lens Educators e presidente della Euro & Austral-Asia Scleral Lens Academy e Karen Walsh Team leader di formazione professionale e clinica presso il Center for Ocular Research & Education dell’Università di Waterloo, in Canada
Nichols, vicepresidente associato di ricerca e docente all’Università dell’Alabama presso la Birmingham School of Optometry (Stati Uniti) e direttore editoriale di Contact Lens Spectrum, hanno fornito le seguenti informazioni sulla sicurezza dell’uso delle lenti a contatto. • L’uso delle lenti a contatto è sicuro. Nonostante le speculazioni e la disinformazione sorte in recenti rapporti, l’uso delle lenti a contatto rimane una forma sicura e altamente efficace di correzione della vista per milioni di persone in tutto il mondo. • Il corretto lavaggio delle mani è essenziale. Quando si utilizzano lenti a contatto oppure occhiali, è fondamentale un attento e accurato lavaggio delle mani con acqua e sapone, seguito dall’asciugatura delle mani
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di lenti a contatto siano maggiormente a rischio di infezione da coronavirus rispetto a quelli che indossano occhiali”. Sottolinea inoltre che “attualmente non ci sono prove che suggeriscano alcuna correlazione tra l’uso di lenti a contatto e la diffusione di Covid-19”. Tutti questi aggiornamenti sottolineano l’importanza dell’igiene e della compliance alle corrette pratiche di pulizia. Un’ulteriore considerazione è che, mentre le prove suggeriscono che l’applicazione delle lenti a contatto non comporta maggiori probabilità di contrarre infezioni, come attualmente il Covid-19, è importante riconoscere che l’accesso a vari controlli e alle cure sanitarie di routine può essere significativamente diverso dal normale. Poiché alle persone viene richiesto di rimanere a casa, i controlli optometrici di routine possono cessare, lasciando l’accesso solo alle cure oculistiche di emergenza. È, inoltre, utile cogliere l’occasione non solo per ricordare ai portatori di lenti a contatto l’importanza dell’igiene delle mani, ma anche della necessità di tutti i passaggi corretti per un uso sicuro e conforme, come menzionato sopra. Ciò contribuirà a mantenere l’uso delle lenti a contatto il più sicuro possibile durante questo periodo. In relazione al lavaggio delle mani, l’U.S. Centers for Disease Control and Prevention e l’Organizzazione mondiale della sanità raccoman-
con la carta. Per i portatori di lenti a contatto, ciò dovrebbe avvenire prima di ogni applicazione e rimozione. • Disinfettare le lenti a contatto. I portatori di lenti a contatto devono smaltire le loro lenti usa e getta quotidiane ogni sera o disinfettare regolarmente le loro lenti mensili e bisettimanali secondo le istruzioni del produttore e degli esperti dell’eye care. • Disinfettare adeguatamente gli occhiali. Alcuni virus come il Covid-19 possono rimanere su superfici dure per ore o giorni e possono essere trasferiti sulle dita e sui volti di chi li indossa. • Interrompere l’uso di lenti a contatto in caso di malattia. Questo è in linea con le indicazioni per altri tipi di patologie. • Non è stato dimostrato che gli occhiali offrano protezione. Non ci sono prove scientifiche che l’uso di occhiali protegga dal Covid-19 o da altre trasmissioni virali. Questo comunicato, basato su evidenze, è stato condiviso da numerosi media, produttori di lenti a contatto, istituzioni accademiche e organizzazioni scientifiche globali. Nel Regno Unito, la British Contact Lens Association (BCLA) si è rivolta sia ai professionisti sia ai portatori. La BCLA afferma chiaramente che “non vi è alcuna prova che l’uso delle lenti a contatto debba essere evitato da soggetti sani o che i portatori
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Lab delle superfici contenenti etanolo, perossido di idrogeno o ipoclorito di sodio. Pertanto risulta evidente che la persistenza dei coronavirus sul metallo, sul vetro e sulla plastica è simile (fino a 9 giorni) ed è maggiore rispetto a quella della gomma siliconica (5 giorni). Mentre attualmente è ampiamente raccomandato un accurato lavaggio delle mani, mancano ancora delle raccomandazioni per la disinfezione degli occhiali che sono realizzati in metallo e plastica. Inoltre, gli occhiali vengono indossati sui volti e vengono spesso toccati dalle dita e dalle mani. Uno studio ha analizzato la carica batterica ambientale di montature e lenti oftalmiche e ha evidenziato che gli occhiali sono significativamente contaminati da batteri di origine prevalentemente cutanea umana, comprese quantità rilevanti di quelli potenzialmente patogeni, e che possono contribuire alle infezioni agli occhi. Evitare di toccare il viso è, quindi, una delle chiare raccomandazioni per ridurre la trasmissione del virus dalle dita alle mucose. Dato che gli occhiali sono portati sui volti e sono spesso toccati da dita e mani, alla luce del fatto che precedenti lavori hanno mostrato la possibilità di contaminazione microbica delle montature e, infine, visto che è possibile che il virus Covid-19 possa persistere sui materiali delle montature, sembra maggiormente sensato raccomandare ai portatori di occhiali di seguire meglio e in modo più accurato le abitudini igieniche. Ciò è particolarmente vero per i presbiti, che sono generalmente persone di età superiore ai 40 anni. Questo perché buona parte dei presbiti richiede occhiali da lettura e tende a indossarli e a toglierli dal viso più volte al giorno toccando la faccia. Questa fascia d’età, poi, sembra essere tra la popolazione più vulnerabile e può risultare più gravemente colpita dal Covid-19 rispetto ai portatori di lenti a contatto, che in genere sono più giovani. Inoltre i risultati di questo articolo hanno mostrato la persistenza del virus sulla gomma sili-
dano di lavarsi spesso le mani per ridurre il rischio di contrarre il virus. In particolare, consigliano a tutte le persone di: • lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi, soprattutto dopo essere stati in un luogo pubblico o dopo essersi soffiati il naso, aver tossito o starnutito; • se non sono prontamente disponibili acqua e sapone, utilizzare un disinfettante per le mani che contenga almeno il 60% di alcol, coprire tutta la superficie delle mani e strofinarle insieme fino a quando non si sentono asciutte; • evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani non lavate; • usare occhiali protettivi personali approvati (maschere mediche, occhiali protettivi o schermi facciali) in determinate attività che coinvolgono la cura dei pazienti, ricordando anche che gli occhiali personali e le lenti a contatto non forniscono una protezione adeguata. Un articolo pubblicato sul Journal of Hospital Infection il 6 febbraio 2020 ha riassunto tutti i dati disponibili nella letteratura scientifica sulla persistenza di tutti i coronavirus precedenti, inclusi la sindrome respiratoria acuta grave (Sars-CoV-1) e la sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus (MersCoV), nonché i coronavirus veterinari, su diversi tipi di superfici inanimate e sull’efficacia degli agenti biocidi comunemente usati nei disinfettanti di superficie contro i coronavirus. L’analisi di 22 studi ha rivelato che i coronavirus umani possono persistere su superfici inanimate come metallo, vetro o plastica fino a 9 giorni, su gomma siliconica per 5 giorni e su legno e carta per 4-5 giorni. Di particolare interesse è la persistenza dei coronavirus umani anche sui guanti chirurgici (lattice) per un periodo fino a 8 ore. Inoltre gli autori hanno scoperto che questi virus possono essere inattivati in modo efficiente, entro 1 minuto, mediante sistemi di disinfezione
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Lab dovrebbero già includere la cessazione dell’uso delle lenti in caso di malattie e questo non è diverso nei casi di sospetto Covid-19. Ora l’attenzione è chiaramente più elevata con il Covid-19, ma per i portatori di lenti a contatto è sempre importante praticare adeguate tecniche di lavaggio delle mani prima di maneggiare le lenti e di toccare il viso o gli occhi. Dato il potenziale per il virus di rimanere sugli occhiali, sembrano sensati i consigli sull’igiene delle mani, sull’evitare di toccare il viso e sulla pulizia regolare anche dell’occhiale. Oltre a prestare attenzione al lavaggio delle mani, i portatori di lenti a contatto possono anche adottare ulteriori misure per contribuire a mantenere un uso sicuro delle lenti. Ciò include lo smaltimento di lenti e dei contenitori agli intervalli raccomandati, evitare il contatto con l’acqua, effettuare una pulizia accurata delle lenti riutilizzabili e dei contenitori secondo le raccomandazioni del produttore e dei professionisti dell’eye care e, se è possibile, considerare durante questo periodo di emergenza sanitaria l’adozione di lenti con modalità giornaliera usa e getta anziché di lenti riutilizzabili. I professionisti della visione hanno a disposizione informazioni basate sulle evidenze che possono usare per rassicurare e consigliare i portatori di lenti a contatto durante questo periodo di epidemia da Covid-19, cogliendo al contempo l’occasione per ricordare loro la necessità di buone pratiche igieniche in generale. In una situazione in rapida evoluzione come una pandemia globale, è ragionevole per i professionisti assicurarsi di tenersi al passo con i consigli e le informazioni in continuo aggiornamento che provengono da fonti credibili e ufficiali.
conica. Le lenti a contatto sono principalmente realizzate in idrogel o una miscela di idrogel e silicone. Non ci sono dati su questi materiali, le cui proprietà di massa e la chimica della superficie differiscono sostanzialmente dai materiali testati. Per di più, l’articolo inizialmente citato analizza la persistenza dei precedenti coronavirus e non del Covid-19, che invece è stato studiato da una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine. Questo recente studio, pubblicato il 17 marzo 2020, ha eseguito 10 esperimenti che coinvolgono due virus (Covid-19 e Sars-CoV-1) in cinque condizioni ambientali, aerosol, plastica, acciaio inossidabile, rame e cartone, a temperature che variano da 21 a 23 °C e umidità relativa di 40% per 7 giorni. Il tempo di inattività di Covid-19 e Sars-CoV-1 erano simili negli aerosol, con una mediana stimata di circa 1,1-1,2 ore. Il tempo di inattività era simile anche sul rame. Sul cartone il tempo di inattività del Covid-19 era più lungo di quello del SarsCoV-1. Il maggiore tempo di inattività di entrambi i virus è stato notato sull’acciaio inossidabile e sulla plastica: la mediana stimata di Covid-19 era di circa 5,6 ore sull’acciaio inossidabile e di 6,8 ore sulla plastica. Le differenze tra i tempi di inattività dei due virus erano minori su tutti i materiali considerati tranne che sul cartone. Quali sono, dunque, i punti chiave da ricordare a proposito dell’utilizzo delle lenti a contatto in questa fase di emergenza sanitaria da Covid-19? I portatori devono sapere che, purché siano in buona salute e adottino le giuste misure di uso e manutenzione, non ci sono prove che suggeriscano che non possano continuare ad applicare le lenti a contatto. I consigli standard
Riferimenti bibliografici • Fritz B, Jenner A, Wahl S, Lappe C, Zehender A, Horn C, Blessing F, Kohl M, Ziemssen F, Egert M. A view to a kill? - Ambient bacterial load of frames and lenses of spectacles and evaluation of different cleaning methods. PLoS One. 2018 Nov 28;13(11):e0207238. doi: 10.1371/journal.pone.0207238. eCollection 2018.
• Centre for Ocular Research & Education. Top Contact Lens Experts Dispel Misinformation Regarding Coronavirus / COVID-19 Protections for Contact Lens Wearers. 2020 • British Contact Lens Association. Contact Lens Wear and Coronavirus (COVID-19) Guidance. 2020 • Centers for Disease Control and Prevention • World Health Organization • Centers for Disease Control and Prevention • Kampf G, Todt D, Pfaender S, Steinmann E. Persistence of coronaviruses on inanimate surfaces and their inactivation with biocidal agents. Journal of Hospital Infection 104 (2020) 246-251
• Walsh K. COVID-19 and contact lens wear: what do eye care practitioners and patients need to know? Contact lens Update. March 16th, 2020. • van Doremalen N, Bushmaker T, Morris DH, Holbrook MG, Gamble A, Williamson BN, Tamin A, Harcourt JL, Thornburg NJ, Gerber SI, Lloyd-Smith JO, de Wit E, Munster VJ. Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1. N Engl J Med. 2020 Mar 17. doi: 10.1056/NEJMc2004973. [Epub ahead of print]
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Coronavirus: le opportunità che avremo perso e quelle che sapremo recuperare di Ario Terzi
L’epidemia da Covid-19 ha colto il mondo dell’ottica in un ciclo involutivo e l’Italia alle soglie della recessione: cosa accadrà quando tutto sarà terminato?
I
n uno scenario politico-economico confuso, che vede il nostro paese gravato da problemi che lo relegano agli ultimi posti in Europa, si è abbattuto sulle nostre vite l’incubo dell’epidemia da coronavirus di cui è parso, in un primo momento, che fossimo i primi e soli untori. Allo stato attuale, l’evoluzione di questa epidemia non lascia intravedere vicina la sua inversione di rotta e ci troviamo a fronteggiare, oltre ai problemi sanitari, lo stallo di molte attività - turismo, pubblici esercizi e sistema scolastico i settori più coinvolti - indotto dalla necessità di bloccare i contagi. Nella scuola e nell’università la sospensione totale delle frequenze ha riguardato milioni di persone costrette all’inattività o relegate a una funzione di puro presidio: quelle dell’organizzazione del sistema, gli otto milioni e quattrocentomila studenti dei cicli scolastici, il milione e seicentomila studenti universitari, di cui una quota importante non residente nelle sedi degli atenei o addirittura stranieri e le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, i dipendenti delle mense e dei pubblici esercizi che garantiscono i servizi suppletivi.
Attività in aula nella sede di Milano, che l’Istituto Zaccagnini ha aperto nel settembre 2018, affiancandola a quella storica di Bologna
Abbiamo scelto un campione rappresentativo del sistema scolastico professionale, l’Istituto Zaccagnini, che fornisce servizi di formazione ottico optometrica alla filiera dei prodotti ottici, per cogliere quale sia la portata dell’attuale situazione e le sue diverse implicazioni dal momento in cui è stata disposta la chiusura delle scuole. Quello che abbiamo potuto verificare nei contatti con le scuole professionali, settore cui appartiene anche l’Istituto Zaccagnini, è che
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2020 LIVE STREAMING LA RIPRESA
Education allontanando lo le stesse, almespettro dell’anno in Lombarnullamento dia, sono state dell’anno scocolte di sorprelastico, hanno sa, ma non imun impegno preparate. Tutti quotidiano che i complessi di li aiuta a supeun certo spesrare la quaransore organizzatena forzata. tivo e qualitatiLa copertura vo sono dotati dei programmi di un sistema di ha richiesto un collegamento impegno strascuola-alunniFonte: elaborazione Consulter su dati dello studio “l’impatto del Covid-19 Cerved” ordinario al famiglie che utilizza i mezzi informatici e la rete web: questo personale di segreteria e ai docenti che si sono ha consentito rapidamente prima la connessio- mobilitati perché l’anno scolastico possa procene con gli studenti tramite gli strumenti in loro dere, in tale situazione, nel migliore dei modi. possesso - computer, tablet e smartphone - e poi Questo lodevole impegno colma anche i vuol’erogazione di una parte importante della didat- ti delle molte iniziative che il mondo dell’ottica, tica, inclusi i compiti e le verifiche. Nello specifico come tanti altri, ha dovuto riprogrammare. l’Istituto Zaccagnini ha trovato nell’organizzazio- Quando riprenderà il normale flusso delle cose, ne dei meccanismi di rapporto con le famiglie e si apriranno verosimilmente due fasi. La prima gli studenti, che da alcuni anni ha messo a punto, sarà quella del ritorno alla normalità di quanto una risposta che appare, al momento, soddisfa- è rimasto dopo questa terribile epidemia. Anche cente ed efficace. Dispone, infatti, dal 2016 di un se ci si deve chiedere se l’andamento della vita registro online e di una piattaforma informatica sociale, politica e soprattutto economica fosse da per la didattica virtuale che consentono un col- considerarsi accettabilmente normale e se non legamento continuo e completo con gli studenti sia, viceversa, augurabile cogliere l’occasione e, in generale, con tutti gli interlocutori per lo per rimuovere molte delle criticità che bloccascambio di informazioni B2C e B2B e che servono vano il paese. Per quanto riguarda l’Istituto Zacal funzionamento dell’Istituto, ma anche all’atti- cagnini, al centro del quale c’è sempre stata la vazione di sistemi di insegnamento in modalità spinta all’innovazione, all’intensificazione delle FAD, in cui sono state incluse pure le attività di relazioni con gli studenti e le loro famiglie, con laboratorio ottico optometrico e di montaggio il mondo dell’industria e della distribuzione e il degli occhiali. In sintesi, gli studenti ricevono costante adeguamento delle strategie al cambiaogni giorno le video lezioni FAD e, in base a un mento del panorama contestuale, ripartirà dopo orario settimanale simile a quello scolastico, si aver riprogrammato tutte le attività che sono stacollegano direttamente con i docenti e la scuola te sospese. che rispondono alle domande, fanno approfon- La fase più difficile sarà la successiva, quando, dimenti, correggono e commentano i questionari rimesso in funzione il sistema, si dovranno recua integrazione delle lezioni. Questo permetterà perare le enormi risorse economiche, finanziarie di ridurre il carico di lavoro e quando si tornerà e anche sociali che questo terribile evento ha dialla normalità la ripresa non sarà traumatica. Gli vorato e ricalibrare strategie e risorse in una sistudenti potranno così concentrarsi sul recupero tuazione che non sarà mai più come prima. Ma, come diceva un famoso formatore di sistemi di delle esercitazioni e delle pratiche professionali. Un aspetto significativo di questa “supplenza vir- vendita, “una vendita non fatta è come un bamtuale a domicilio” è che gli studenti, oltre a re- bino mai nato”: quante opportunità abbiamo perstare sostanzialmente in linea con i programmi so e quali sapremo recuperare?
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ISTITUTO ZACCAGNINI
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Lenti oftalmiche
Zeiss: per SmartLife un piano completo dal web al centro ottico di Nicoletta Tobia
L’azienda oftalmica ha rimodulato tutte le attività di comunicazione per raccontare il dna comune del nuovo portafoglio lenti e della sua tecnologia
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on l’obiettivo di sostenere i centri ottici per il lancio del portafoglio SmartLife, Zeiss ha progettato una dettagliata strategia per valorizzare al meglio il percorso d’acquisto del consumatore. «Abbiamo adottato una logica di ingaggio del cliente finale a 360 gradi, che va dall’ingresso nel punto vendita sino alla fase di consegna dell’occhiale - afferma Roberta Celin, responsabile comunicazione di Carl Zeiss Vision Italia - Abbiamo pertanto sviluppato nuovi materiali di comunicazione affinché l’ottico possa avere un supporto in ogni step del percorso». Già a partire dall’inizio dell’anno sono state messe in campo una serie di attività a livello digital per creare attenzione sulla tematica della contemporaneità, sia attraverso post statici, con cui si è cominciato a parlare dei cambiamenti che i dispositivi digitali hanno portato nella quotidianità, sia con la neonata web serie Living in a Smart World, dodici video interviste a personaggi autorevoli che raccontano come si è evoluto il mondo di oggi e in che modo le nuove tecnologie condizionino la nostra vita e le abitudini visive. La serie sarà disponibile sui canali YouTube, Facebook e Instagram di Zeiss Vision Care. Con il recente lancio sul mercato italiano, la presentazione del nuovo prodotto è entrata in una fase più dettagliata. «Il “racconto” cui abbiamo dato vita e che durerà tutto l’anno sarà supportato da contenuti più
specifici e tecnici volti a indirizzare all’acquisto spiega Celin - Da anni curiamo attentamente questa fase di sostegno ai centri ottici partner che parte con il rimando dell’utente finale al nostro sito e, in particolare, allo store locator: è una fase di drive to Roberta Celin, responsabile store importante attra- comunicazione di Carl Zeiss verso cui si creano at- Vision Italia tenzione e un possibile interesse. In merito a questo strumento, abbiamo realizzato diversi webinar con i clienti partner per far capire loro l’importanza della piattaforma Google MyBusiness e dell’aggiornamento della stessa, così da essere ancora più performanti non solo nei risultati sul motore di ricerca, ma anche all’interno del nostro tool di individuazione del centro ottico da parte del consumatore finale». Come seconda fase Zeiss ha predisposto diversi materiali per il punto vendita che saranno consegnati appena possibile e che consentono di mettere in mostra la nuova offerta e il nuovo concetto di portafoglio completo. «Per tutti i clienti abbiamo predisposto leaflet informativi e un nuovo tappetone da banco che illustra le caratteristiche delle monofocali, delle
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Lenti oftalmiche
Un rendering del centro ottico allestito con i materiali dedicati al nuovo portafoglio lenti Zeiss SmartLife
digital e delle progressive SmartLife, per supportare il professionista anche nella spiegazione del passaggio da una categoria di prodotto all’altra, non sempre così immediato - aggiunge la manager - In base a specifiche esigenze potremo poi fornire agli ottici che ne facciano richiesta, perché scelgono di impostare un percorso di vendita più di valore, ulteriori materiali, a seconda che decidano di impreziosire la vetrina o valorizzare il momento della consulenza o quello della consegna dell’occhiale». Per tutti i partner è disponibile anche l’aggiornamento della app Visuconsult 100. «Per Zeiss l’interconnessione del centro ottico non significa solo dialogo tra la strumentazione, ma è anche un elemento per valorizzare tutte le varie fasi dell’acquisto - chiarisce Celin - Grazie a Visuconsult 100, recentemente aggiornata anche con i contenuti di SmartLife e prossimamente potenziata nella fase di analisi dell’esigenza visiva, si può dare maggior rilievo a quel momento di ingaggio del consumatore finale che, nell’avvicinamento al centro ottico, ha la possibilità di effettuare a casa il test “Il mio profilo visivo” sul nostro sito e da lì ricevere suggerimenti sulle lenti più idonee per le sue necessità, per poi approfondire le proprie esigenze visive con un professionista: si tratta dunque, ancora una volta, di un modo di creare traffico sul punto vendita con il supporto digitale». Ha poi preso il via la fase di informazione agli ottici partner relativa al nuovo portafoglio. «L’emergenza legata alla diffusione del coronavirus ci ha portato a ripensare in brevissimo tempo anche la nostra strategia di comunicazione per presentare in modo effi-
cace il prodotto all’ottico: una sfida importante, perché il contatto diretto è stato sino a oggi la soluzione primaria - commenta la manager - Tale ripensamento ha riguardato in primis la nostra forza vendita, che ha assistito a una serie di training online per riuscire a essere pronta a presentare il prodotto sul campo, non appena sarà di nuovo possibile: gli stessi percorsi digitali sono stati pensati anche per i centri ottici». È stato così istituito un programma molto ricco della Zeiss Academy in modalità webinar, per offrire sostegno ai partner in termini di formazione. Nelle prime settimane di marzo, prima del fermo di molte attività, è stato, inoltre, distribuito il nuovo catalogo lenti oftalmiche Zeiss, che comprende anche le nuove SmartLife. Con una grafica completamente rinnovata, si pone come utile strumento per la proposta di vendita e offre un supporto concreto per un dialogo semplice e immediato tra professionista e cliente finale, in modo da valorizzare il prodotto proposto. «La nuova struttura del listino facilita la creazione di valore, andando a evidenziare chiaramente i benefici di ogni soluzione oftalmica rispetto all’alternativa più economica - spiega Annalisa Marino, trade marketing manager di Carl Zeiss Vision Italia - Zeiss ha sempre visto nel catalogo lenti oftalmiche il primo strumento di vendita, poiché viene utilizzato più volte nel corso della giornata e sempre insieme al cliente. Come già avvenuto in passato, anche in questa edizione abbiamo privilegiato la semplicità di consultazione, aggiungendo immagini e testi a supporto della scelta e della consulenza del professionista della visione».
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Lenti oftalmiche
Filab si rinnova… anche in versione sfogliabile a cura della redazione
È imminente l’uscita del catalogo 2020 dell’azienda oftalmica, con una serie di novità e prodotti finalizzati soprattutto al suo nuovo obiettivo: la crescita del business per l’ottico italiano indipendente
P
er Filab un catalogo 2020 più facilmente consultabile e intuitivo. Tra i nuovi prodotti spicca il fotocromatico SunChrome, disponibile per l’intera gamma di lenti monofocali, bifocali e progressive, nei colori classici e fashion, in tutti gli indici di refrazione e con il taglio UV 420. Altre novità assolute presenti sono il trattamento WhiteChrome, antiriflesso dal colore neutro, e Impact, processo produttivo per lenti ad alto indice che elimina i fastidiosi inestetismi dei classici trattamenti indurenti, i cosiddetti anelli di Newton. All’interno del nuovo catalogo sarà, inoltre, possibile scegliere il disegno della progressiva in funzione delle condizioni d’uso da parte dell’utente finale, per le linee Evolute 8K e FL VIP. «Tutto lo staff di Filab ha lavorato con la massima attenzione per realizzare un catalogo in grado di esprimere un prodotto su misura per i nostri clienti, costruito totalmente in Italia, cercando di individuare una linea guida da indicare ai centri ottici partner: l’obiettivo principale di questo sforzo è, infatti, costruire con loro un percorso di business che garantisca una maggiore competitività professionale sul mercato interno - commenta Andrea Bernardini, presidente della società oftalmica - Una rete commerciale di sedici agenti,
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La copertina del catalogo 2020 di Filab
attiva sull’intero territorio nazionale, è a disposizione anche in questo periodo per presentare agli ottici italiani tutti i nostri prodotti, evidenziandone il contenuto tecnologico e l’esclusività: dove e quando non sia possibile spostarsi fisicamente, potrà farlo in via telematica».
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LA PROTEZIONE OCULARE DALLE RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE Filtri e lenti solari
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Nikon punta sulla “PRECISIONE” nella Nuova Campagna Digital 2020 Prossimamente on air con l’obiettivo di aumentare la brand awareness e favorire il drive to store
“Cosa significa per te precisione?” A questa domanda rispondono i protagonisti della nuova Campagna Digital 2020 di Nikon Lenswear. Attraverso video coinvolgenti e attività interattive, Nikon racconta come la ricerca della precisione sia un compito arduo, che richiede attenzione, cura, allenamento e i giusti strumenti. Uno chef stellato, un barbiere professionista, un’atletica tennista e una energica kendoka. Talenti diversi accomunati dall’esigenza di avere un elevato grado di precisione visiva per eseguire al meglio le loro attività. Concentrazione, attenzione al dettaglio e rigore diventano elementi fondamentali che trovano la loro massima espressione grazie alle lenti da vista Nikon, una scelta di eccellenza per raggiungere performance di eccellenza.
Nikon si fa interprete di esigenze specifiche, fornendo a ciascun consumatore il prodotto perfetto per soddisfarle. La Campagna Digital su Mobile mira a catturare l’attenzione di un target ben definito di appassionati di tecnologia, sport, fotografia e addicted di Nikon Camera. Un target che ama estetica e performance, entrambe caratteristiche insite nelle lenti Nikon.
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CAMPAGNA DI MOBILE ADV VISIBILE ALL’UTENTE CHE NAVIGA TRAMITE SMARTPHONE SUI PRINCIPALI SITI DI:
AUTOMOTIVE
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COINVOLGIMENTO DEL CONSUMATORE
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L’UTENTE VEDE L’IMMAGINE DELLA PUBBLICITÀ “PRECISION”
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“CANCELLA” LO SCHERMO PER SCOPRIRE IL VIDEO “PRECISION”
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APPARE LA MAPPA CON IL PERCORSO PER RAGGIUNGERE IL CENTRO OTTICO PARTNER NIKON PIÙ VICINO
VANTAGGI PER IL CENTRO OTTICO
VISIBILITÀ ONLINE
NUOVI POTENZIALI CLIENTI
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Un’attività di retargeting si affiancherà alla campagna intercettando gli utenti già raggiunti dallo spot ma che - di fronte a un interesse manifesto - non hanno poi completato l’azione di visualizzazione mappa. “Forti del successo della campagna ‘Trova La Rana’, daremo un ulteriore grande impulso a questa modalità di comunicazione interattiva e volta ad ingaggiare il consumatore” spiega Luca Bassani, Marketing Manager BBGR Italia. “Lo facciamo affidandoci a contenuti visual di qualità, con video costruiti ad hoc e strumenti estremamente efficaci per affermare la reputazione del brand e catturare un pubblico interessato”. L’obiettivo? Aumentare la brand awareness di Nikon Lenswear con una chiara e unica value proposition, e creare traffico di qualità nei Centri Ottici partner. Una sinergia virtuosa che supporta gli ottici a differenziarsi, attrarre nuovi potenziali clienti e soddisfare le loro esigenze. Per i Centri Ottici partner, Nikon ha sviluppato un kit di comunicazione che consente di proseguire il racconto all’interno del negozio per garantire un’extra visibilità per il Centro Ottico e, in sinergia con la campagna sul web, favorire il drive to store di potenziali nuovi clienti. Pronti a scoprire la precisione di Nikon? Restate connessi, la Campagna PRECISION sta per arrivare!
Lenti oftalmiche
Galileo in sella con Andrea Dovizioso a cura della redazione
Il brand oftalmico sponsorizza il pilota della Ducati per il 2020 che, in attesa dell’inizio del Motomondiale, è già molto attivo sui social per lanciare la nuova collaborazione
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uando la stagione potrà finalmente prendere il via, il marchio Galileo, che accompagnerà Andrea Dovizioso nella corsa al titolo per il Campionato del Mondo MotoGP 2020, comparirà sul casco del pilota. Nato nel 1986 a Forlì, “Dovi” è tra i protagonisti italiani dello sport a motore dell’ultimo decennio. Dopo Honda e Yamaha, nel 2013 approda alla Ducati: insieme si laureano vicecampioni del mondo 2017, 2018 e 2019. «Siamo entusiasti di essere sponsor di Dovizioso, un vero talento delle due ruote - afferma Luca Bassani, responsabile marketing di Bbgr Italia, cui fa capo Galileo - Abbiamo scelto di associare il nostro brand a una personalità dello sport apprezzata a livello mondiale come Andrea per le affinità che ci accomunano: un pilota italiano che guida una moto italiana e che è espressione di impegno, grinta, passione, precisione e competenza, un campione vincente anche grazie al sostegno di un team affiatato di professionisti. Da questa comunanza di valori nasce la partnership». La sponsorizzazione è il primo passo del piano
Andrea Dovizioso con il casco brandizzato Galileo
marketing Galileo 2020. Una leva per potenziare l’awareness del brand, favorire il drive to store e supportare il business degli ottici. La collaborazione con Dovizioso farà da volano a Galileo e ai centri ottici partner anche tramite la creazione di contenuti digitali pubblicati dal pilota sui propri profili Instagram e Facebook con l’hashtag #lentidavistaGalileo e sul sito ufficiale.
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LE LENTI MULTIFOCALI
Presente e futuro dell’Ottica Oftalmica Gianmario Revedy
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Lo gnommero
Paura, non terrore: disciplina e intelligenza per affrontare il coronavirus di Sergio Cappa
“E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire e stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me, ma nella mente tua non c’è, capire tu non puoi; tu chiamale se vuoi, emozioni…”. Così scrisse Giulio Rapetti, in arte Mogol, per la splendida canzone musicata da Battisti nel 1970. L’emozione rappresenta uno degli stati mentali più caratteristici dell’Homo sapiens e rende la vita degna di essere vissuta. E la paura è l’emozione che sorge d’istinto di fronte a un pericolo, reale o immaginato: un grave turbamento che può generare fuga, protezione o paresi, ma che, al contempo, è un perfetto e razionale meccanismo di difesa a fronte di un oggetto determinato. Se e quando il pericolo determinato non è, si ingenerano comportamenti e reazioni irrazionali dettati non dalla paura, ma dall’angoscia. Nei mesi scorsi le manifestazioni
fieristiche più importanti, e con esse il Mido, sono state posticipate a causa dei rischi da contagio: precauzione legittima e dovuta. La diffusione quotidiana di bollettini d’aggiornamento genera, anche nei più refrattari all’allarmismo facile, un senso di soffocante paura. Così la conosciamo noi ma, nell’antica mitologia greca, Phobos, da cui il lemma fobia, era il dio della paura, figlio di Ares dio della guerra e Afrodite dea della bellezza, posto nell’Olimpo subito dopo Zeus e a lui gli spartani avevano dedicato un tempio dove pregare prima di una impresa bellica. Qualunque cultura occidentale cresce venata dalla paura, perché ingrediente presente in ogni teofania, e ben lo sa la spregiudicata imprenditoria politica che ammannisce, con essa, ciniche e spavalde campagne elettorali. Perché nel politeismo greco la paura era un dio? Per ricordarci che è più grande
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di noi, che ci spaventa e nel contempo ci attrae: senza attrazione sarebbe un maligno demoniaco del quale avere terrore. A coloro che ritengono che Dio possa non esistere, Phobos e gli altri dei dell’Olimpo ricordano che esiste comunque il divino, l’immenso mistero dell’essere di cui siamo fatti. L’Occidente ha sempre lucrato su questa emozione articolando favole con streghe cattive, lupi e orchi sino a una cinematografia thriller e horror. Forse così possiamo spiegare, in questi giorni cupi e difficili, la tensione emotiva del fascino ambiguo della paura del contagio: la fascinazione di trovarci al cospetto di dio, di fronte al quale avere timore, non terrore. Il contatto con il pericolo ci aiuta a capire che, se siamo una mente impaurita, possiamo però anche, con azioni disciplinate e intelligenti, leggere le informazioni e discernere la paura dall’angoscia e dal panico.
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