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N82016 Sommario
Scarica l’APP B2TRADE Editoriale Chi comanda nel design 3 Attualità Saraghina, il buono della Romagna 4 Germania, motore dell’ottica europea 6 Fedon, il lusso... a portata di mano 8 Qualcosa di nuovo sul fronte nord orientale 10 VisionOttica Award: un premio, tante possibilità 14 Ferrara: in 130 per l’ortocheratologia senza set di prova 16 Amarcord Napoli, una “lotta” fra tre generazioni di ottici 18
B2STYLE Moda Occhiali d’avanguardia: la funzionalità diviene bellezza 22 B2EXPERT Practice management La presbiopia della memoria 26 Il nuovo capitale Quali servizi per rendere più efficaci le vendite? 30 Strategie d’impresa Conoscete chi frequenta il vostro negozio? 34 Education Quale professione per un diverso contesto economico e un nuovo consumatore 36 Education Rgp e visual training, le novità Irsoo 40 Lab Effetti cognitivi secondari della luce blu 42
B2TECH Lenti oftalmiche Yuniku, il primo occhiale “vision centric” 46 Il ritorno di Varilux S in tv (e non solo) 50
Lo Gnommero L’identità somatica degli optometristi: più chiara dopo il convegno Sopti 63
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di b2eyes magazine
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Editoriale
CHI COMANDA NEL DESIGN di Angelo Magri
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iù di 2.300: tanti sono stati i visitatori unici di DaTE, l’evento che si è svolto a Milano all’inizio di ottobre, dedicato all’eyewear d’avanguardia. Al netto dei buyer esteri, il 4% circa, e degli accompagnatori, fanno circa un quinto dei centri ottici italiani. Il che non significa che un punto vendita su cinque vende esclusivamente o in parte occhiali di ricerca, ma di certo che la richiesta di questa tipologia di prodotto risulta in continua crescita. Proviamo a stimare i dati che caratterizzano la portata del fenomeno e che sono generalmente assenti dai radar delle statistiche. Il sell-in annuo dell’occhialeria di design oggi in Italia ammonta intorno ai 20 milioni di euro, mentre i centri ottici che hanno già deciso di dedicare vetrine, addetti e area vendita a tale offerta sono calcolabili in circa 400: fino a qualche anno fa arrivavano a malapena a un centinaio, una trentina dei quali “duri e puri”, cioè specializzati unicamente in questo tipo di prodotto. Secondo gli esperti, il numero potrebbe superare i 500 o addirittura arrivare anche a 700 nel giro di un paio d’anni. Segno di una mentalità che sta cambiando nell’ottico italiano, della necessità di adeguarsi alle dinamiche del mercato, di una migliore capacità di proporsi da parte di imprese e distributori. E grazie a un evento, DaTE appunto, che si è elevato a punto di riferimento per l’offerta internazionale di montature d’avanguardia rivolte al mercato italiano. L’autorevolezza dei fondatori, Dante Caretti e Cristina Frasca, l’abilità dello staff di Mido negli aspetti tecnici e organizzativi e nelle scelte di comunicazione, la visione strategica che lo porteranno nel 2017 a lasciare la Milano del post Expo per la suggestiva Leopolda fiorentina e a immaginare un possibile futuro itinerante e internazionale hanno ottenuto anche un altro risultato: relegare ai margini eventi locali nati ancor prima del DaTE ma mai sbocciati del tutto e indurre gli ottici del nostro paese a prediligerlo rispetto allo stesso Silmo, tanto che solo nell’ultimo anno le loro presenze al salone di Parigi sono scese da 1.745 a 1.505.
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Attualità
SARAGHINA, IL BUONO DELLA ROMAGNA Una “intervista possibile” tra Rimini e DaTE, passando per i ricordi di bambino e le suggestioni di Fellini di Nicola Di Lernia
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ai Nicola, le saraghine sono dei pesci poveri cimolavo denaro prestandomi alle consegne». Nasce che si trovano due mesi all’anno. Sono cicciot- tutto dal territorio dei ricordi il buono della Romagna. te e colorate e da giovani si andava al porto Salta subito alla mente il grande Federico Fellini, le ina “elemosinarle” per metterle dentro le piadi- stallazioni nei suoi film che sapevano di magia. Come ne. Un dialogo del genere non poteva che essere con una tenda nel deserto e il rumore del vento. Fellini afun romagnolo purosangue incontrato al suo stand al ferma in un’intervista che il vento è affascinante e coDaTE di Milano. Sto parlando di Angelo Di Stefano e sta poco farlo… proprio come la saraghina. Angelo è del suo magico progetto Saraghina, che in pochi anni affascinato dal mio racconto e a sua volta mi racconta ha dimostrato che un pesce, pardon, un occhiale sem- di una sua prossima sfida. Da piccoli a Rimini si girava plice ma ricco di contenuti possa essere apprezzato sia nella nebbia per perdersi. Le navi entravano in pordall’ottico sia dal pubblico. «Occhiali di qualità al giu- to accompagnate dalla voce sorda del Nautofono che sto prezzo – sottolinea Di Stefano – con tanto colore e nonostante fosse auditivo era un modo per “vederci” nella nebbia. Oggi Saraghina sta contribuendo al reottimismo come noi romagnoli». Ricordo le prime stagioni estive da maggiorenne a stauro di questo strumento andato in disuso con l’arriRimini, le grandi folle, le discoteche di tendenza, la vo dei radar ma sempre carismatico per chi l’ha potuto grande gioia di vivere. «Sì, noi romagnoli cerchiamo ascoltare. «Per il Mido 2017 ti prometto un’installazione ogni giorno di fare piacere a noi stessi e di conseguen- al top», mi precisa Di Stefano. Sempre che i tuoi tre figli za agli altri, a chi ci viene a visitare». Questo ancora te lo permettano, ribatto scherzosamente. «La nostra è giovane è un figlio d’arte dell’ottica, due negozi a Ri- una gestione familiare particolare. Insegno ai bambini mini gestiti insieme alla famiglia ma un grande desi- anche ad annoiarsi e ricordo che le esperienze da picderio di vedere come va a finire. Perciò hanno attrez- coli le capisci dopo e ne fai tesoro per sempre», dice. zato un’Ape per vendere Le saraghine possiedono importanti qualità nutrizioi loro occhiali sulle strade nali e apportano un amin partnership con l’ottico minoacido, la lisina, che della zona. Perciò a ottobre hanno un corner alla scarseggia nel pane e nella pasta: da ciò l’accoppiata Rinascente di Milano e fra un farinaceo e il pesce hanno appena smantelazzurro è una scelta davvelato un temporary store ro azzeccata. Forse non lo a Gallipoli. Per vedere sapevi, caro Angelo quancome va a finire. «L’idea do eri giovane, che da quedell’Ape – rivela Di Stesto gesto sarebbe nato un fano – è frutto della mia infanzia. Da piccolo ra- Angelo Di Stefano, fondatore di Saraghina mondo nuovo.
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Attualità
GERMANIA, MOTORE DELL’OTTICA EUROPEA Secondo i dati GfK, presentati all’ultimo Silmo, nel primo semestre 2016 le vendite dei centri ottici tedeschi hanno fatto segnare un incremento quasi doppio rispetto a quelli italiani di Angelo Magri
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ermania +4,7%, Italia, +2,4%, Francia +2,2% e Spagna +0,9%: sono i tassi di sviluppo dei paesi europei considerati dal panel di GfK, società leader nelle ricerche di mercato nell’ottica, da gennaio a giugno 2016, che portano a un trend medio di +2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di 8,8 miliardi di euro di sell-out. «La crescita del mercato tedesco è stata determinata dall’andamento positivo delle lenti oftalmiche e delle montature, che insieme rappresentano l’87.6% di tutto il fatturato generato e che ha controbilanciato l’andamento particolarmente negativo degli occhiali da sole – spiegano in GfK – L’andamento negativo degli occhiali da sole (-7.5%) è il principale motivo della performance tiepida della Spagna, che
invece ha mostrato interessanti tassi di crescita in prodotti quali le lenti oftalmiche (+3.8%), nonché lenti a contatto e liquidi per lenti a contatto (+2.8%). La Francia è il mercato più negativo per le lenti a contatto e i liquidi per lenti a contatto (-2.8%), ma il 3% di crescita nelle lenti oftalmiche, che rappresentano il 60.9% di tutto il mercato francese, ha determinato un andamento positivo per l’intero comparto. Infine l’Italia è l’unico mercato positivo in tutti i prodotti e anche quello che registra la più alta crescita per le montature (5.4%)». Le lenti oftalmiche e le montature, che rappresentano quasi l’80% dell’intero business in questi quattro paesi, hanno contribuito positivamente alla performance, con vendite a valore cresciute rispettivamente del 3.9% e del 3.6% nella prima metà del 2016. Quelle di lenti a contatto e liquidi per lac, pari a quasi il 10% del totale, hanno avuto un andamento stabile (-0.2%). Il sell-out degli occhiali da sole è tornato, invece, negativo (-1.8%) dopo un anno di crescita. «Sia per le lenti oftalmiche sia per le montature il segmento premium, ossia i prodotti con prezzo medio sopra i 200 euro, è stato il più performante nella prima metà del 2016», sottolineano in GfK.
Mercato europeo dell’ottica – gennaio-giugno 2016 (Italia, Francia, Germania e Spagna)
Sell-out in valore
Lenti a contatto + liquidi per lac Lenti oftalmiche Montature da vista Occhiali da sole
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8,8 miliardi di euro (+2,8% rispetto a gennaio-giugno 2015)
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Attualità
FEDON, IL LUSSO... A PORTATA DI MANO Oggi il consumatore cerca con maggiore insistenza il valore di un oggetto e l’azienda bellunese “riscopre” l’importanza dei suoi astucci a cura della redazione
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onsapevole del patrimonio di conoscen- nel tempo libero». za, artigianalità e gusto che deriva da Modelli con chiuuna storia quasi centenaria, Fedon inter- sura a zip e dettapreta con le sue nuove collezioni il lus- gli ricercati, giochi so accessibile di un accessorio che supera la na- cromatici dell’aniturale funzionalità per diventare valore aggiunto malier più intrigane veicolo di immagine. «La semplicità apparente te che interpretano di un oggetto che fa parte del vissuto quotidiano con stile una tentrova espressione in una gamma di astucci che, denza sempre in grazie alla ricerca, alla tecnologia e alla sapiente voga: sono alcune Maurizio Schiavo, peculiarità lavorazione artigianale diventa un must have che delle amministratore delegato di Fedon si rinnova di stagione in stagione, anticipando le della collezione Ferichieste di un mercato esigente e attento», affer- don per l’autunno inverno 2016 2017, insieme a nuoma Maurizio Schiavo, amministratore delegato di vi modelli in cuoio che richiamano lo stile country, Fedon, la cui capogruppo, specializzata anche in nei quali il design semplice e lineare presenta ineyewear e accessori in pelle, è quotata alle Borse cisioni realizzate a mano o motivi decorativi cui si accompagnano dettagli d’impatto come chiusure, di Milano e Parigi. L’uso del materiale, la sua sapiente realizzazio- catenelle e borchie. In evidenza anche la ricercane, l’attenzione al dettaglio o il pregio di una cu- tezza nelle impunture e nella scelta degli intrecci citura sono elementi che fanno la differenza negli sui bordi, sintesi di sartorialità, raffinatezza e pasastucci Fedon, puntando su una competenza tutta sione. «Si valorizzano forme nuove e originali che italiana, che trasmette qualità e valore aggiunto alla naturale funzionalità e alla consueta protezione abbinano un carattere inea ciò che contengono. «È un dito che li trasforma in oggetti momento nel quale si ricerca da esibire – conclude Schiavo negli oggetti un nuovo valore - Un mix di sensazioni e stimoli che non sia riferito al suo mero non solo visivi: le pelli pregiapossesso – aggiunge Schiavo - Ogni contenitore si è evoluto te, dal rettile al cavallino, creano sensazioni calde anche al diventando un importante cotatto e trasformano l’oggetto municatore di valore del suo astuccio in un passe-partout contenuto: così è per gli astucci per il giorno e per la sera, valoFedon, che sono diventati acrizzando le forme e le strutture cessori che ci si porta sempre degli astucci Fedon». appresso, a casa, al lavoro e Un astuccio delle ultime collezioni Fedon
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Attualità
QUALCOSA DI NUOVO SUL FRONTE NORD ORIENTALE Pensato per il territorio, il primo Convegno di Vision Adria, ospitato dalla Fondazione Banca degli Occhi del Veneto e incentrato su lac e cornea, ha richiamato in realtà partecipanti da tutta Italia grazie all’elevato livello dei contenuti scientifici di Nicola Di Lernia
L’
unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi: lo ha affermato in apertura dei lavori Igino Franceschetto, presidente di Vision Adria, prendendo a prestito un grande aforisma di Oscar Wilde. E dopo molte riflessioni la cooperativa di una quarantina di ottici ha ceduto all’occasione del 19 settembre scorso: progettare e realizzare un convegno sull’ottica per il territorio, nel Nord Est, presso la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, con la partecipazione libera di tutti i colleghi che ne fossero interessati e con l’obiettivo di creare una semina di tipo culturale. Scorrendo l’elenco dei partecipanti, si notano anche arrivi da lontano, ad esempio dall’Abruzzo, dalla Puglia o dalla Svizzera. Particolarmente gradita la presenza di Andrea Garagnani, già presidente di Assogruppi, Gianni Allodi e Carlo Ghiotto, membri di Federottica nazionale. In particolare Garagnani, coinvolto egli stesso in iniziative sociali sull’occhiale, ha più volte ringraziato per “una giornata speciale che meritava di essere vissuta”.
Una partecipazione globale Vision Adria ha creduto soprattutto nei contenuti pensando a questo convegno che ha visto la presenza di 12 specialisti ottici e clinici, 150 partecipanti e 14 aziende sostenitrici. Franceschetto ha chiesto a Giancarlo Montani, grande esperto e amante della contattologia, di fargli da guida tecnica nell’individuazione delle tematiche scientifiche e nell’invito ai relatori. Poi ha chiesto a chi scrive di disegnare questo evento e, sostenuto dal suo staff e dai soci, ha realizzato un’operazione particolarmente gradita anche al suo all’interno della cooperativa stessa: un segnale sono i due case study che i giovani soci Michele Formelli e Christian Zoldan hanno presentato alla platea sulla base della loro esperienza di studio. “Grazie” è un abbraccio tramutato in parole «Un particolare ringraziamento va però al padrone di casa, Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, con cui Vision Adria e i suoi
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Attualità 40 soci collaboreranno nei prossimi mesi nell’ambito di una campagna sull’importanza della salvaguardia del benessere visivo e della ricerca, contribuendo alla raccolta fondi presso i clienti finali», ha ricordato lo stesso Franceschetto. Diego Ponzin, direttore della Fondazione, ha sostenuto inoltre il convegno nella pianificazione degli interventi clinici con una serie di “perle”, in particolare quella di Emilio Rapizzi, primario della clinica oculistica dell’Ospedale di Mestre, intitolata al grande Giovanni Rama, creatore della Fondazione Banca degli Occhi. Il suo contributo sulla miopia e le patologie oculari e, tra gli altri, quello La platea al convegno di Mestre di Eleonora Annunziata, oftalmologa pediatrica, sul controllo della miopia in età scolare con lenti ortocheratologiche, hanno dato una cornice sostanziale alla qualità tecnica dell’evento, a dimostrazione che uno più uno fa sempre più di due.
Il tavolo dei relatori: da sinistra, Giancarlo Montani, Nicola Di Lernia, Diego Ponzin, direttore della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, e Igino Franceschetto, presidente di Vision Adria
Vision Adria e la ricerca per la vista Vision Adria, in collaborazione con la Fondazione Banca degli Occhi, ha coinvolto i suoi 40 centri ottici del Nord Est per una campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi a sostegno della ricerca per la vista. Il centro ottico, nei mesi di ottobre e novembre, distribuirà una guida dedicata ai più piccoli intitolata “Occhio agli occhi”, con consigli pratici sulla visione, e chiederà ai propri clienti un contributo per il “salvadanaio” della ricerca. A fronte di qualsiasi piccola donazione, l’ottico distribuirà anche una pezzuola per gli occhiali con i loghi di Vision Adria e della Fondazione e una cartolina di ringraziamento di quest’ultima con le indicazioni sulla sua mission: la Fondazione contribuisce, infatti, con la sua organizzazione, a realizzare oltre tremila trapianti di cornea all’anno in Italia e all’estero.
We have a… Vision A conclusione del suo intervento Franceschetto ha sottolineato il proprio orgoglio di essere presidente di Vision Adria, una cooperativa ottica nata nel lontano 1992 a Pordenone, ad appena 70 chilometri dalla sede del convegno e cresciuta sui valori della professionalità e della serietà. Aperta – ne è un esempio l’evento in cui sono stati ospiti oltre 100 ottici non soci – ma selettiva nella serietà professionale e imprenditoriale. Con questo convegno la cooperativa ha infatti manifestato la ferma volontà di essere a completa disposizione del proprio territorio, con una visione comune: essere Vision Adria, come 24 anni fa, “tutti insieme per la vista”.
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Attualità
VISIONOTTICA AWARD: UN PREMIO, TANTE POSSIBILITÀ Il riconoscimento istituito nel 2014 rappresenta un titolo di merito distintivo che apre molte porte ai neolaureati premiati, consentendo di perfezionare le loro competenze e di apprendere anche sul campo di Nicoletta Tobia
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na borsa di studio al primo classificato per parametri siano corretti. La possibilità di frequentare frequentare un master di specializzazione il master, quindi, mi ha aperto delle porte interessanpresso un’università europea e, per tutti e ti, alcune delle quali in Italia, allo stato attuale, mi satre i vincitori, la possibilità di effettuare uno rebbero precluse». Mentre anche Arianna Pierobon e stage retribuito di due mesi in un centro pilota dell’inse- Alessia Cerva, vincitrici rispettivamente dell’edizione gna nazionale di Vision Group: è ciò che i VisionOttica 2015 e 2016, sono partite per seguire un master a VaAward mettono a disposizione dei giovani autori delle lencia, Martina Maria Busi, la seconda classificata di tesi di laurea premiate. Un’opportunità che permette quest’anno, è stata assunta a settembre presso il centro loro non solo di fare un’esperienza diretta del mondo VisionOttica De Angeli a Milano dopo aver portato a del lavoro, ma anche di intraprendere percorsi nuovi termine tra aprile e maggio il proprio stage nel punto e stimolanti. Come ad esempio è accaduto ad Alberto vendita di viale Stelvio. «Durante il percorso universiValsecchi, vincitore dell’edizione 2014, la prima, che ha tario non avevo svolto alcun lavoro inerente la professcelto di frequentare l’anno scorso un master di Opto- sione, lo stage è stata la mia prima esperienza – commetria avanzata e Scienza della visione presso l’Uni- menta Busi – È stato utilissimo per me: mi ha inserito versità di Valencia, in Spagna. «È stata un’esperienza nel mondo della professione non completamente da proficua: ho imparato davvero tanto, sola, ma accompagnata dal tutor soprattutto nell’ambito della contate dai colleghi che mi hanno dato tologia avanzata e della strumenun importante sostegno per capire tazione – spiega Valsecchi – Oggi molte cose, sia sul lato professionale lavoro presso la clinica oftalmologie optometrico sia della gestione del ca Martinez de Carneros a Madrid, negozio, che non si apprendono in dove posso svolgere la professione aula. La tesi mi ha portato a vincere lo stage, ma le mie competenze di optometrista (che in Spagna è risono state premiate anche dopo, con conosciuta ormai da anni, ndr). In l’assunzione, che ha rappresentato più sto diventando tecnico laser, apprendendo ad accendere, fare i test pure motivo di orgoglio personale». di controllo e tarare i laser a femtoA concludere gli stage dell’anno, secondi e a eccimeri per affiancare Martina Busi, seconda classificata Dalila De Pirro, terza classificata del dell’edizione 2016 del premio, durante il 2016, inizierà a novembre il proprio il chirurgo al momento di metterli suo stage nel centro VisionOttica di viale presso il centro VisionOttica di Rho. in funzione e controllare che tutti i Stelvio, a Milano, conclusosi a maggio
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P A T R I C K I can spend whole days here at Café Europa, my most treasured spot in all of Vienna. It’s my living room, my office, my kitchen. I can be all by myself for hours and hours without ever feeling alone. Grabbing a window seat and watching the crowds pass by, having a drink at noon and breakfast at 4 pm. Right here, in Neubau.
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Attualità
FERRARA: IN 130 PER L’ORTOCHERATOLOGIA SENZA SET DI PROVA È il numero di professionisti che ha preso parte al terzo simposio organizzato a metà settembre da OcchioxOcchio a cura della redazione
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uello svoltosi a Ferrara il 18 settembre scorso, dal titolo “Menicon: l’ortocheratologia senza set di prova. Perché?”, è stato il terzo incontro dedicato alla contattologia di alto livello, organizzato da OcchioxOcchio, società di contattologia con sede proprio nella città emiliana. «Il primo fu realizzato sei anni fa e vi intervenne Jacinto Santodomingo, responsabile degli studi clinici e ricercatore presso la divisione scientifica di Menicon, mentre il secondo ha avuto luogo due anni fa a Ferrara. In quell’occasione abbiamo avuto l’onore di ospitare Paul Rose, il maggior esperto in lenti a contatto per cheratocono e inventore della gamma di rigide gaspermeabili per
cheratocono Rose K, e abbiamo festeggiato anche i nostri dieci anni. E l’evento è stato replicato il mese successivo in Sicilia – spiegano Franca Pazzaglia e Mauro Carrieri, titolari di OcchioxOcchio, distributrice in esclusiva per il mercato italiano della gamma Menicon in materiale Z e di altri brand top della contattologia internazionale – Il materiale Menicon Z viene ora utilizzato anche nell’ortocheratologia senza set di prova: nella pratica tradizionale, infatti, la lac è applicata solo dopo aver effettuato una prova che richiede un grande investimento economico da parte del contattologo. L’applicazione nella pratica ortocheratologica viene, invece, fatta importando la topografia con Easy Fit, programma di Menicon che permette di calcolare la lente corretta, costruita su misura per il portatore». All’evento del settembre scorso sono intervenuti Michael Guez, responsabile tecnico e formazione di Menicon, l’oculista francese Adrien Sarfati e Santodomingo, presentando un’analisi sul controllo della progressione miopica con le lenti a contatto Menicon Z night e la loro struttura. «Ci aspettavamo un’ottantina di presenze, considerando il fatto che l’ortocheratologia, tra l’altro senza set di prova, è un argomento nuovo senza precedenti: in realtà sono intervenuti circa 130 professionisti», affermano Pazzaglia e Carrieri. Il prossimo appuntamento con il simposio scientifico di OcchioxOcchio è previsto per il 2018.
Una fase dei lavori del convegno di Ferrara. In prima fila, da destra, Jacinto Santodomingo, l’oftalmologo Xavier Subirana, il direttore marketing Europa di Menicon Anne Falcotet e Franca Pazzaglia
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Amarcord
NAPOLI, UNA “LOTTA” FRA TRE GENERAZIONI DI OTTICI Dal 1956, quando aprì i battenti, Optical Thomas è sempre rimasta al suo posto. Si è ampliata, evoluta, trasformata, ha abbandonato la parte di attività legata alla fotografia, ma dopo 60 anni è ancora un punto di riferimento per la clientela della città. E questo anche grazie alla accesa ma proficua dialettica che ha visto prima il nonno venuto dagli Usa e suo figlio, poi la madre e i due figli oggi titolari contrapporsi per introdurre l’innovazione e crescere di Nicoletta Tobia
Francesco Saverio Manente (a destra, nella foto) tornò a Napoli dall’America nel Dopoguerra e aprì il suo negozio, inizialmente dedicato soprattutto al foto cine, nel 1956. Pochi anni più tardi lo affiancò nell’attività il figlio Piercarlo (a sinistra), grazie al quale fu ampliata la parte dell’attività più legata all’ottica
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Amarcord
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fondare Optical Thomas nella zona in ogni materiale ed ebbe l’idea di contrassegnare grande espansione commerciale di tutte le foto sviluppate con il nostro timbro, che Fuorigrotta, fu Francesco Saverio Ma- apponeva mia mamma Anna: tutta la Napoli che nente, che dopo tanti anni trascorsi in ha fatto sviluppo da noi oggi si ritrova in casa America e aver compiuto lì gli studi di ottica, nel quegli scatti “marchiati”. E non si tirava indieDopoguerra tornò in Italia alla morte della mam- tro davanti a nulla, era intraprendente. Un vecma per poi divenire il direttore de La Barbera, un chio impiegato, che oggi purtroppo non c’è più, negozio di ottica molto importante allora a Napo- mi ha raccontato che un giorno, poiché il nonno li. «A dargli il soprannome di Mr. Thomas, che lui collaborava con l’Università Federico II per quel poi “trasmise” alla propria attività quando, anni che riguarda gli strumenti geodetici, sentendosi dopo, decise di aprire il suo centro ottico, furono domandare se potesse fornire anche delle tende, proprio i clienti di quel negozio – racconta Adal- pur di soddisfare la richiesta fece da intermediagisa Manente, nipote di Francesco Saverio e oggi rio e le procurò». alla guida dell’attività di famiglia assieme al fra- A raggiungere Francesco Saverio Manente in tello, che porta lo stesso nome del nonno – Il mo- negozio fu ben presto il figlio Piercarlo, appena tivo però non ci è mai stato svelato. Forse fu per- ventenne e fresco di diploma, padre dei due atché era grosso e imponente o magari solo perché tuali titolari, che si occupò con maggiore dedizioparlava fluentemente l’inglese. Sta di fatto che, ne dell’ottica, di cui era un grande appassionato. «Con l’arrivo di papà vista questa sua capacivenne incrementata la tà e i collegamenti con parte più specifica: lui la vicina base Nato, l’atera molto tecnico e orientività, allora concentrata tato verso le soluzioni più essenzialmente sul fotoall’avanguardia, fu tra cine, partì bene». Vulcai primi ad applicare le nico e intraprendente, lenti corneali, frequentaManente, che insieme ad va con grande interesse Armando Aricò, Giacinto corsi di formazione e agConte, Arduino Pascotto, giornamento – commenVincenzo Spezie e Ugo ta l’ottica campana – Tra Tafuri avrebbe fondapadre e figlio si verificò to l’Acoin, la territoriale la classica lotta generapartenopea di Federotzionale. Mi raccontano di tica nata nel 1967, dimodiscussioni nate perché, strò da subito una mentaad esempio, negli anni lità sempre in movimento 70 si portavano gli oce uno spiccato talento per chiali da vista ampi alla il marketing. «ElaboraSofia Loren: mentre mio va delle strategie molto nonno non accettava di avanti per quei tempi, prendere lenti con diaaveva anche creato tutmetri così grandi perché ta l’immagine coordinariteneva potesse andare ta dell’azienda, dal logo a discapito della corretalla carta intestata, dalta centratura, mio padre la pubblicità allo scotch invece era favorevole a per imballare, oltre alle La vetrina originaria di Optical Thomas, che all’inizio dell’attività aveva una superficie di appena 35 metri quadrati introdurre questa novità, segnaletiche esterne per mentre con il tempo si è ingrandita e oggi, tra sala refrazione, al passo coi tempi – riindicare la posizione del laboratorio e area vendita conta circa 250 metri quadrati. Nei anni, il secondo piano era adibito a foto cine dato che il corda ancora Adalgisa negozio – prosegue la primi negozio vendeva anche proiettori, oltre che strumenti per la – Nonno era tutto d’un nipote – Personalizzava geodesia
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Amarcord pezzo, papà voleva accontentare il cliente. Ed era molto amato, mentre nonno era burbero, severo: mi dicono che ogni tanto faceva delle “partacce” ai bimbi che non volevano portare gli occhiali, incuteva un certo timore. Comunque erano due persone veramente eccezionali: con la mente di mio nonno e le qualità di mio padre oggi saremmo una potenza». Accanto ai due lavorò per un certo periodo anche la moglie di Piercarlo, Anna, che dopo la tragica morte del marito avvenuta nel ’74 a Torino cadendo dagli spalti durante la partita Juve-Napoli, conseguito il diploma a Vinci, avviò un suo centro ottico al Vomero allontanandosi da Optical Thomas. «La nostra azienda attraversò allora un decennio buio, non gestita in maniera diretta dalla famiglia, cui pose fine mia mamma decidendo di riprenderne in mano le redini agli inizi degli anni 80 e restituendole l’imprinting dato dal nonno – prosegue Adalgisa – Come lui ci insegnò l’etica del lavoro, la serietà professionale e a porre sempre prima di tutto le necessità del cliente, anche a costo di rimetterci. Attualmente mia madre è ancora socia, ma oltre dieci anni
Manente al lavoro nei primi anni 60. L’imprenditore possedeva un certo talento per il marketing e aveva studiato tutta l’immagine coordinata della sua attività. Dal momento che molti napoletani portavano a sviluppare i rullini nel suo negozio, ebbe anche l’idea di contrassegnare tutti quegli scatti con il proprio timbro e oggi nelle case di tanti clienti ci sono ancora foto con il marchio Optical Thomas
fa ha fatto un passo indietro lasciando a me e mio fratello la gestione, sempre per quel discorso di lotta generazionale cui accennavo prima: i tempi sono cambiati, bisognava iniziava a intraprendere un percorso diverso, innovativo, che avevamo in mente noi mentre lei aveva un’altra visione, più tradizionale». Al timone dunque oggi ci sono Francesco e Adalgisa, accomunati dalla passione per la professione per quanto diversi, anche loro, per visione e aree di competenza: lei si occupa dell’oftalmica, della gestione del marketing e degli ordini, mentre lui della contattologia, degli esami della vista e della contabilità. «In realtà non ho mai pensato di fare altro. La mia vita professionale è cresciuta insieme all’attività di mio padre in maniera inconsapevole ma meravigliosa e oggi proseguiamo una storia di successo iniziata 60 anni fa. Il pensiero che mio papà possa essere orgoglioso di come Francesco e io manteniamo alto il nome di Optical Thomas, è il valore aggiunto al piacere e alla passione del mio lavoro. Che dà tanto anche sul piano umano: ci sono clienti che ho visto crescere, ormai è come fossero parte della famiglia, c’è tra noi una relazione che va al di là del classico rapporto tra consumatore e ottico», conclude Adalgisa Manente.
Adalgisa e Francesco Manente all’ingresso del loro centro ottico in piazza Italia, a Napoli, che in sei decenni è rimasto sempre nella stessa sede. Responsabile dell’oftalmica e del marketing lei, della contattologia e della contabilità lui, insieme sono al timone dell’attività da circa 15 anni
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Practice Management
LA PRESBIOPIA DELLA MEMORIA Cosa non è cambiato e cosa potrebbe fare la differenza a breve in questo mercato
di Nicola Di Lernia Esperto del mercato dell’ottica
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opo due anni di lavoro ai fianchi sul mercato insieme a voi ottici e parte delle aziende oftalmiche sono arrivato a conclusioni definitive sul comparto della lente progressiva.
questa promessa integrale il cliente finale continuava ad andare in farmacia a comprarsi i premontati, gli oculisti erano scettici al riguardo e la penetrazione della lente progressiva era tra le più basse d’Europa. Tale promessa non ha fatto bene alla crescita di questo mercato. Ha creato falsi presupposti di offerta e di vendita e un esercito di delusi della prima ora.
Il pensiero Mi ero sbagliato. Ero quello del buco e del trapano che raccontava nei seminari come fosse indispensabile vendere la soluzione che soddisfacesse il bisogno. Ma come tutti non sono stato a identificare troppo quale fosse il bisogno reale da soddisfare. In sostanza mi sono concentrato sul prodotto e non sull’opportunità. Nella presbiopia della memoria compaiono tre fantasmi da cancellare a breve.
La distribuzione massificata La lente progressiva era appannaggio di tutti gli ottici. Ognuno poteva prescriverla al proprio cliente. Nei primi anni Duemila la lente progressiva, come era stato all’inizio dei Novanta per la lente a contatto, era distribuita in tutta Italia e cominciavano a segnalarsi le prime vetrine con vetrofanie in cui si affermava: “centro specializzato per lenti progressive”. Sì, vedo molta familiarità in questo percorso con l’esperienza della lente a contatto corneale e giornaliera. Eppure a denti stretti molti formatori tecnici degli Ecm con cui ho avuto a che fare mi confermavano che allora la preparazione tecnica media degli ottici che partecipavano ai corsi – figuratevi quelli che non li facevano – era molto bassa.
La promessa al pubblico Di fatto mi hanno confuso anche il mercato, le aziende e gli ottici stessi. Da parecchi anni non si parlava d’altro che di lenti progressive. Si è iniziato a presentarle come la panacea all’utilizzo di più di un occhiale. ”Un solo occhiale, e lente, per vedere da vicino e da lontano”, si diceva al cliente finale. Nonostante
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Practice Management ta che avrà altri 6 anni da aggiunIl prezzo basso accessibile gere alle aspettative di vita di oggi. Spesso si dice che l’accessibilità del In sostanza i cinquantenni di oggi prezzo è sinonimo di crescita di venposso ottimisticamente pensare di dita a volumi. Certo il giusto prezzo raggiungere i 90 anni di media di è fondamentale. Appena la monovita ovviamente nel modo migliovolume Smart ha abbassato il suo re possibile. Di fronte a un welfare prezzo da 15 a 11 mila euro il suo in affanno e tatticamente in difesa mercato si è decuplicato. Nella lente le persone hanno opposto un atprogressiva si sperava altrettanto. Il teggiamento molto meno passivo e prezzo civetta dei 199 euro avrebbe più costruttivo di 25 anni fa: nutrono dovuto offrire la soluzione d’ingresaspettative nel mantenere le loro so adeguata permettendo a milioni performance di vita e non escludodi italiani di avvicinarsi a questa no che la vecchiaia sia più un atsoluzione. E invece no. L’età di integgiamento che uno stato di fatto. gresso è consolidata a 56 anni, un I cosiddetti “pensionabili” hanno po’ troppi per un prodotto accessiLa copertina di “Presbiopia 10 e lode”, spesso molti più hobby che nel loro bile dato che la presbiopia compare scritto da Nicola Di Lernia, pubblicato da FGE e in vendita sul sito dell’editore periodo lavorativo e, comunque, almeno dieci anni prima. Che cosa non disdegnano lavoretti consoni succede in questo buco temporale? Questi tre fattori hanno creato non poche turbative alle loro capacità che permettono di arrotondare che si sono riflesse anche nella classe medica, che ha una pensione che oggi assicura loro un buono status mal digerito questa confusione di promesse e la man- di vita. E vogliamo parlare dei cittadini stranieri? Se canza di punti solidi di riferimento. Per il consumatore la popolazione italiana negli ultimi anni è crescita finale è la stessa cosa: confusione, disagio, incapaci- numericamente, lo deve allo straniero italianizzato. tà decisionale nella valutazione della scelta da fare, Questo gruppo è di oltre cinque milioni di persone e nessun aiuto autorevole. In questo caos ognuno di voi rappresenta oltre l’8% dei residenti in Italia. Circa la può trovare una chiave di lettura. Ma l’importante è metà dall’Europa e il 20% dall’Africa. Quindi, come possiamo dividerli convenzionalmente non dimenticarsi che queste cose esistono. gli over 40 italiani in odore di presbiopia o perfettamente a loro agio nella dispersione dei dettagli? InL’azione L’Italia è il terzo paese al mondo per aspettative di nanzitutto un benvenuto ai presbiti incipienti. Quelli vita, che arriva fino a 82 anni. Se facciamo partire le che non lo sanno, quelli che iniziano a percepirlo e lancette della presbiopia dai 40 anni possiamo dire quelli che stanno iniziando a farsene una ragione che per metà del loro tempo di vita gli italiani hanno ma non una soluzione. Se vogliamo spostare la bia che fare con l’estendersi del problema presbiopia. lancia verso i quarantacinque anni, coloro che stanTra l’altro questo problema nasce nel pieno periodo no tra questa età e i cinquanta sono in Italia circa 5 di maturità fisica e della salute della persona. Prima milioni e mezzo. I presbiti dichiarati, ovvero gli ultradei trent’anni il soggetto tende a minimizzare se non cinquantenni che spaziano fino all’età pensionabile banalizzare qualsiasi problema legato alla salute. dei fatidici sessantacinque anni, sono 11 milioni e Dopo i quaranta la consapevolezza di una maggiore mezzo. Persone attive, dinamiche, giovanili che non attenzione al tema salute appare sempre più eviden- vogliono lasciare il passo alla vecchiaia. Un bel nute, sebbene il senso di minimizzare rimanga dietro le mero. Infine oltre i sessantacinque e fino agli ottantaporte. A cinquanta si inizia a non rimandare più e gli due anni di età abbiamo quasi 10 milioni di italiani. effetti di questo atteggiamento si vedono anche nella Soggetti che alla fine del loro ciclo lavorativo sono vista: i primi occhiali progressivi nascono a cavallo comunque attivi e attenti, con una discreta capacità economica. In sostanza la suddivisione degli italiani dei cinquantacinque anni. Negli ultimi 25 anni la vita degli italiani si è allun- tra i quarantacinque e gli ottantadue anni ci porta gata di 6 anni. Quindi il lettore di oggi che ha, ad con diverse finalità ad avere un pubblico complessiesempio, cinquant’anni può pensare a ragion vedu- vo da soddisfare di 27 milioni di persone. Un esercito.
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Il nuovo capitale
QUALI SERVIZI PER RENDERE PIÙ EFFICACI LE VENDITE? Oggi tutti i piccoli e medi negozi, se vogliono differenziarsi e non trovarsi costretti a navigare nel mare magnum dell’iper offerta, devono salire la scala del valore aggiunto
di Michaela Gariboldi e Paolo Valentini*
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ompeti sulla base del valore/delle esperienze/dell’intimità, non sul prezzo: lo sostiene Tom Peters, noto autore di libri internazionali sul management.
Facciamo un po’ di storia: chi, commercializzando materiali grezzi, li ha lavorati e li ha resi un prodotto, è salito sulla scala del valore aggiunto differenziandosi dai concorrenti. Si è differenziato anche chi, vendendo un prodotto, vi ha associato qualche tipo di servizio. Secondo Peters oggi, per distinguerci ulteriormente, dobbiamo rendere i nostri servizi o la fruizione del nostro prodotto nei modi seguenti.
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Soluzioni che cambino le regole del gioco nel settore nel quale opera il nostro cliente: vale a dire sviluppare un’offerta di valore tale che permetta di avere un vantaggio competitivo non indifferente rispetto a tutti i concorrenti. Nel nostro caso noi abbiamo clienti finali che non hanno a loro volta delle imprese, ma la stessa attitudine posso applicarla nei loro confronti: qual è quel prodotto o servizio che posso dare loro e che può cambiare loro
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Il nuovo capitale davvero la vita? Come posso far sì che sentano unico il prodotto che indossano? Ci siamo resi conto, lavorando con il settore dell’ottica, che la maggioranza delle soluzioni che gli imprenditori hanno da proporre alle persone non sono conosciute dalle stesse. Vi facciamo un esempio: è capitato che chi si è fatto fare un paio di occhiali con lenti per la protezione dalla luce blu, parlandone ai conoscenti, ai clienti, a chiunque sia stato accolto con stupore: ”davvero esiste una cosa del genere?”. Il risultato è che queste persone sono corse a chiederla ai loro ottici: non solo per loro stessi, ma anche per i loro figli. Sentono così di avere maggior protezione per sé e per la loro famiglia.
all’ingresso delle caramelle o meglio dei cioccolatini invitanti? Ci sono negozi dove anche la zona d’aspetto non è così accattivante perché non ci sono poltroncine o altro che permettano di rilassarsi mentre si aspetta. Tutti parlano di interessarsi ai bambini e poi non hanno un’area, anche piccola, dove i bimbi possano giocare e distrarsi. Prova, dunque, a immaginare cosa potresti fare all’interno del tuo negozio piccolo o grande che sia che possa far sentire il tuo cliente unico. Dai sfogo alla tua fantasia: vedrai che ci possono essere soluzioni davvero economiche ad alto impatto. Sistemi per la realizzazione dei sogni: non è un caso che Charles Revson fondatore della celebre casa cosmetica Revlon, sostenga: “nelle fabbriche produciamo cosmetici, nei negozi vendiamo speranza”. Questa parte sembra più difficile da comprendere, in realtà, lavorando molto sull’empatia ed entrando davvero nell’ottica del cliente, puoi capire come un paio d’occhiali o una soluzione visiva diversa possano far rinascere una persona, perché sente che quel tipo specifico di occhiale o altro presidio lo rende davvero ciò che vuole essere: un intellettuale, uno sportivo, un romantico, un aristocratico, un modello, ecc. Cosa vuole risolvere, oltre ai problemi visivi, il nostro cliente? Cosa lo fa sentire più a suo agio? Cosa gli fa percepire di avere la soluzione che impersonifichi totalmente il proprio essere?
Esperienze memorabili: vale a dire far sì che il cliente, quando entra in contatto con la nostra struttura, oltre a ricevere una grande prestazione dal punto di vista della qualità del prodotto o servizio erogato, viva anche un’esperienza emozionale veramente positiva. Acquisire significato, sentirsi compreso, amato, in poche parole, sentirsi unico. Dell’aspetto intangibile della vendita abbiamo già parlato in altri articoli precedenti all’interno di questa rubrica, nei quali spiegavamo quanto allenare i nostri rapporti interpersonali faccia davvero una grande differenza nella vendita. Quando ti interessi davvero a qualcuno puoi veramente fare il meglio per lui e in quel caso non crei solo un cliente, crei un alleato che ti porterà ulteriore fatturato e non solo. L’esperienza memorabile è data non soltanto dal rapporto che sai creare con il cliente o potenziale cliente, ma anche dall’esperienza totale che gli fai vivere quando entra in negozio. Vi facciamo altri esempi: c’è un parrucchiere dove il personale passa costantemente a chiedere se il cliente gradisce un caffè, una bevanda, dell’acqua e addirittura qualcosa da mangiare, grazie a una convenzione con il bar accanto. Nel negozio di ottica è sicuramente diverso, ma un caffè, un semplice caffè mentre si aspetta, non potrebbe essere una buona soluzione? Oppure lasciare
Per lavorare su questi tre punti ti consigliamo di: • sviluppare un’offerta di valore unico: in cosa si distingue il tuo negozio/servizio?; • costruire o rafforzare le persone che si occupano della vendita all’interno del tuo negozio, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista commerciale; • strutturare una presenza efficace sul web per rendere più visibile la tua proposta unica di valore ed essere riconosciuto (e conosciuto) per questa.
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Strategie d’impresa
CONOSCETE CHI FREQUENTA IL VOSTRO NEGOZIO? Le persone che entrano, quante acquistano, il numero di scontrini battuti: sono dati fondamentali per comprendere meglio in che direzione sta andando il business di Anna Gatti*
È
necessario partire dai dati per costruire la relazione con il cliente e anche per conoscere in modo sempre più approfondito chi sono i clienti che frequentano il vostro negozio e quelli che non lo frequentano più. I “frequentatori“ sono oggi tracciabili attraverso sistemi di monitoraggio che gli strumenti del web marketing mettono a disposizione, dal sito web ai social network; ma il dato organizzato in cluster, cioè grappoli di informazioni omogenee tra loro, permette di osservare le tendenze di acquisto, prevedere le possibili opportunità e anche di valutare i punti di debolezza. Il dato così ordinato fornisce la fotografia del centro ottico: il fatturato suddiviso per tipologia di vendita (vista, sole, lenti a contatto), il numero di clienti che hanno contribuito a realizzarlo, le loro caratteristiche per fascia di età e luogo di provenienza. Queste informazioni sono strumenti indispensabili per tutti, ma soprattutto per gli imprenditori che hanno più negozi posizionati in contesti diversi, ad esempio centro storico, periferia o centro commerciale. Quante volte vi sarà capitato di vedere lo stesso prodotto venduto molto bene in un vostro punto vendita e, con difficoltà in un altro, perché ubicato in un contesto differente? L’analisi dei dati di vendita delle singole tipologie di prodotti, in sei negozi di una catena commerciale, mi ha consentito di individuare come
il posizionamento topografico di ciascuno di essi determini una maggiore o minore richiesta dei singoli prodotti nelle diverse fasce di prezzo. Le conseguenze pratiche sono evidenti in quanto l’imprenditore, sulla base di tali conoscenze, potrà predisporre maggior assortimento e disponibilità dei prodotti più richiesti in ciascun punto vendita in ragione del suo posizionamento topografico e logistico: di fascia alta in negozi situati nel centro storico o in zone residenziali di pregio, basici in zone periferiche e così via. Le informazioni vi dicono anche chi sono i clienti interessati a quel determinato prodotto, individuandoli, ad esempio, per fasce di età, abitudini e interessi. Questi dati, inoltre, sono utili anche per un’analisi strategica preventiva. Sulla base dell’esame dei dati di vendita ho potuto, ad esempio, dimostrare all’imprenditore che la diminuzione delle vendite relative a occhiali monofocali completi in una certa fascia di prezzo (fino a 200 euro) aveva più significati ed effetti. La loro riduzione, infatti, colpiva, di riflesso, anche le vendite di occhiali da sole e lenti a contatto, in quanto articoli acquistati con particolare frequenza proprio da quella fascia di età di clienti. Ne consegue che i dati raccolti con cura e la procedura di vendita eseguita come richiesto dal vostro gestionale permetteranno di conoscere il vostro punto vendita in modo completo e forniranno gli strumenti utili per pianificare il futuro.
* Anna Gatti, consulente aziendale, titolare di A&G Studio di Bologna, specializzato nel controllo di gestione e analisi dei costi.
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QUALE PROFESSIONE PER UN DIVERSO CONTESTO ECONOMICO E UN NUOVO CONSUMATORE Tre differenti generazioni di ottici convivono in un sistema distributivo profondamente cambiato che richiede di resettare la cultura professionale di Danilo Fatelli Consulente di distribuzione e mercato
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ella distribuzione dei prodotti ottici sono venute sovrapponendosi nel corso del tempo tre diverse, dal punto di vista anagrafico e professionale, generazioni di ottici. Gli ante contattologia Per i diplomati prima dell’anno scolastico 1993-1994, in cui entrò nel piano di studi del corso di abilitazione, l’optometria era un optional di cui qualcuno si era innamorato, ma senza che questa si diffondesse, e le lenti a contatto e naturalmente la contattologia erano per loro e i consumatori quasi una curiosità. La strumentazione utilizzata era prevalentemente quella di base, non elettronica, e il computer generalmente uno strumento per riempire
le pause di lavoro. Erano anni di prosperità per i consumatori e per l’ottica in cui il sole con le sue collezioni era il magnete delle vendite. Skill richiesti all’ottico: capacità di effettuare la refrazione in modo tradizionale, di orientarsi nelle enciclopedie-cataloghi delle lenti e l’uso di abilità anche manuali per il montaggio. Gli ottici contattologi La generazione successiva, per la quale l’optometria divenne materia di studio e di conoscenza obbligatoria, diede, anche grazie all’evoluzione del prodotto, un notevole impulso alla commercializzazione delle lenti a contatto che, figlie di un settore industriale totalmente diverso da quello delle lenti, apportarono una rivoluzione della domanda che richiese tem-
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po per essere digerita, ma che finì progressivamente per imporsi. Si rese necessario un lento ampliamento della conoscenza dei fondamenti della contattologia, dell’optometria e l’uso di strumentazioni elettroniche, come punto di partenza di un diverso modo di fare refrazione. Molti ottici di questa generazione – grazie alla parentesi dell’Ecm, che offrì l’opportunità di fare formazione di contattologia e optometria – acquisirono conoscenze approfondite e scoprirono che queste discipline rappresentavano uno straordinario upgrading professionale e trasformarono un obbligo in opportunità. Skill richiesti a questi nuovi ottici: abilità applicative e prescrizione di multifocali più sofisticate, che richiedono capacità di refrazione superiori. Le vendite
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Fonte: Consulter
Fonte: Consulter
delle lenti a contatto sostituiscono quelle del sole in lento declino. Il consumo di prodotti ottici impatta con la crisi ed entra in una fase di lento e prolungato degrado e il computer entra, in modi diversi, nella gestione delle imprese. Il nuovo ottico È figlio dello choc della crisi, ma soprattutto del nuovo clima
competitivo che ha cambiato gli scenari dell’ottica creando una spaccatura sempre più netta fra i punti vendita nelle grandi agglomerazioni commerciali (centri commerciali, stazioni, ecc), ispirate a criteri fondati sulla profondità dell’offerta low cost, delle marche proprie e delle attività promozionali, in attesa del fenomeno, non appalesatosi in-
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teramente in Italia, dell’e-commerce e dell’ottica di prossimità che fa fatica a scrollarsi di dosso l’eredità dei bei tempi passati. Ma al nuovo ottico è offerta la possibilità di proporre a un consumatore con meno voglia di investire denaro in ”frills” i benefici di un servizio professionale superiore che si avvale delle conoscenze dell’optometria e prescrive strumenti di correzione che hanno come obiettivo, attraverso una relazione personalizzata con gli individui-ametropi-clienti, l’apporto di benessere visivo e la soddisfazione dei clienti, soprattutto quelli con problemi più complessi e sovrapposti. Skill richiesti per questo: aggiornamento continuo delle discipline e delle pratiche optometriche nei corsi di qualità disponibili, formazione, anche a livello universitario (avendo anche l’opportunità di un vero titolo di studio in Optometria), conoscenza e capacità di utilizzo della strumentazione elettronica, anche di livello superiore, necessaria a formulare prescrizioni consapevoli delle condizioni e delle necessità degli ametropi, informatizzazione della gestione delle vendite per guidarne il cambiamento. Per questo servono scuole in cui programmi di studio – soprattutto quelli integrativi – amplino la formazione e la pratica professionale e offrano corsi di aggiornamento e formazione superiore e specialistici. La proposta di soluzioni ottiche banali e standard appiattisce la differenza di valori fra offerta di massa e proposte in cui la qualità professionale ne giustifica il costo superiore.
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RGP E VISUAL TRAINING, LE NOVITÀ IRSOO L’Istituto di Vinci rilancia la sua formazione continua su due temi strettamente legati all’attività optometrica a cura della redazione
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lessandro Fossetti, direttore dell’Irsoo, ricorda che la contattologia italiana è nata a Vinci con Sergio Villani, primo direttore dell’Istituto. «Fu lui a organizzare, all’inizio degli anni 70, il primo corso residenziale dedicato alle lenti a contatto e a pubblicare il primo testo in italiano sull’argomento che, non a caso, fu intitolato “Contattologia scientifica” – sostiene Fossetti – Già allora il tema del riferimento alla scienza era sentito a Vinci più che in altri luoghi e oggi la formazione optometrica dell’Irsoo è basata sull’evidenza scientifica e sulle ricadute che la sperimentazione e la ricerca hanno sulla pratica optometrica». E proprio sulle lenti rigide gas permeabili l’Irsoo punta con un nuovo corso, basato sulle innovazioni che vengono dalla ricerca clinica. «Le lenti rgp stanno trovando nuovo vigore – spiega Fossetti – Si è scoperto, infatti, che l’ortocheratologia notturna rallenta la progressione miopica: avere un metodo efficace per compensare la miopia presente, consentendo
al soggetto di non portare nessuna correzione durante il giorno e, contemporaneamente, di fermare o rallentare il decorso negativo della miopia, è un’opportunità pregevole, anche se ancora pochi sono gli optometristi italiani che offrono questo servizio di grande utilità ai loro clienti. Inoltre la chirurgia del segmento anteriore dell’occhio, sia essa fatta per scopi puramente refrattivi o per finalità terapeutiche, lascia spesso superfici irregolari dal punto di vista strutturale e ottico, con anomalie refrattive che non possono essere corrette adeguatamente con gli occhiali o le lenti a contatto morbide. Infine i materiali, le tecniche costruttive e gli strumenti di misura e d’indagine
Esercitazioni pratiche a un recente corso dell’Irsoo
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optometrica hanno fatto passi avanti notevoli negli ultimi dieci anni, tanto da facilitare la realizzazione di lenti di grande diametro, rendere più confortevoli le lenti rgp e riattivare la produzione di lenti speciali, come ad esempio quelle sclerali». Il tema del visual training sarà invece realizzato in un corso su tre incontri, per un programma dedicato al trattamento delle più comuni condizioni anomale della visione binoculare, dall’insufficienza di convergenza all’insufficienza o all’eccesso accomodativo, fino all’inerzia accomodativa. «Condizioni che possono determinare difficoltà nella visione da vicino, problematicità nello studio e nelle attività al computer, affaticamento visivo e disturbi vari con riduzione dell’efficienza e del rendimento a scuola e sul lavoro – ricorda ancora il direttore dell’Irsoo – Si tratta di argomenti di estrema attualità, che coinvolgono anche passionalmente quei professionisti che vogliono offrire servizi sempre più adeguati e completi alla loro utenza»
Lab
EFFETTI COGNITIVI SECONDARI DELLA LUCE BLU Dopo gli interventi di Boccardo, Lupelli e Loperfido, prosegue in questa rubrica l’analisi e il confronto sulle varie implicazioni dell’esposizione alla luce blu
di Alessio Facchin ricercatore Università Milano Bicocca docente Irsoo Vinci
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umerose ricerche, già a partire dalla fine degli anni 70 (Lanum et al., 1978) e in numero crescente fino a oggi, hanno approfondito il ruolo nocivo della luce blu nella fototossicità connessa a varie malattie degenerative della retina. Altre ricerche, successivamente, hanno studiato il ruolo e l’utilità della luce blu nei confronti del ritmo circadiano a partire dalla scoperta, nel 2002, di un nuovo recettore retinico costituito da cellule gangliari fotosensibili (intrinsically photosensitive Retinal Ganglion Cells) in grado di rispondere agli stimoli luminosi relativi alle lunghezze d’onda brevi (480 nm): sono infatti proprio le cellule ipRGC che inviano segnali al nucleo sovrachiasmatico responsabile della regolazione dei ritmi
circadiani e della produzione di melatonina (Berson et al., 2002). In effetti l’esposizione serale o notturna alla luce blu induce un ritardo di fase del ritmo circadiano, aumenta la vigilanza e migliora le prestazioni in compiti cognitivi. Al contrario, un’esposizione a dosi eccessive di luce blu al mattino induce un anticipo di fase del ritmo circadiano (Chellappa et al., 2011; Phipps-Nelson et al., 2009). Su questi temi una recente ricerca, pubblicata sul numero di settembre della rivista statunitense Sleep, si è focalizzata sugli effetti della luce blu su compiti cognitivi e di memoria (Alkozei et al., 2016). Lo studio ha analizzato sia il comportamento osservabile sia le attivazioni corticali mediante la risonanza magnetica funzionale di 35 soggetti
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Lab nel corso della giornata, è fondamentale non solo per consentire l’opportuna produzione di melatonina, ma anche, in età pediatrica, per prevenire lo sviluppo di significative alterazioni rifrattive (Norton et al., 2013). L’intenso e protratto utilizzo nelle ore serali e notturne di smartphone e tablet, che hanno un’elevata emissione di luce con lunghezza d’onda breve, riduce la produzione di melatonina e i suoi effetti di induzione del sonno, alterando l’equilibrio tra sonno e veglia (Tosini et al., 2016). La conseguenza è la presenza, il giorno successivo, di un maggior affaticamento che incide sull’efficienza al lavoro e sulla vita sociale e che giustifica l’impegno di numerosi ricercatori che, in questa fase, studiano gli effetti dell’adozione di lenti oftalmiche selettive con riduzione o annullamento della luce a lunghezza d’onda breve e, insieme, sperimentano la messa a punto di dispositivi elettronici dotati di schermi con emissione spostata verso lunghezze d’onda maggiori. La riflessione che consegue, dopo la pubblicazione di questa ennesima ricerca sulla luce blu, evidenzia inoltre l’opportunità di considerare tutti gli aspetti che sono correlati all’affaticamento visivo e cognitivo delle persone che utilizzano in modo intenso e prolungato i dispositivi dell’era digitale. Tutti, nessuno escluso.
Sensibilità relativa dei fotorecettori retinici: bastoncelli (bast), coni short (S), coni medium (M), coni long (L), cellule gangliari fotosensibili (ipRGC)
sani e senza deprivazione di sonno. I 17 soggetti del gruppo sperimentale sono stati esposti, tramite due sorgenti luminose poste lateralmente, per 30 minuti a luce blu (λ=469 nm), mentre i 18 soggetti del gruppo di controllo sono stati esposti per il medesimo tempo a luce ambra (λ=578 nm). Dopo l’esposizione, i soggetti di entrambi i gruppi hanno svolto un compito di elevato impegno cognitivo, che sollecitava in particolare la memoria a breve termine. I risultati dello studio di Alkozei et al. mostrano come l’esposizione alla luce ambra non sia rilevante mentre l’esposizione alla luce blu, della durata di mezz’ora, induce risposte più rapide dei soggetti nella prova cognitiva, mentre la risonanza magnetica funzionale mostra maggior attivazione della corteccia prefrontale dorsolaterale e ventrolaterale, due aree corticali fortemente implicate nella memoria a breve termine. Tale attivazione si prolunga ben oltre lo stretto tempo dell’irraggiamento con la luce blu monocromatica. I ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno così aggiunto nuove prove al corpus di evidenze che riguardano gli effetti attivanti della luce blu, allargando il dibattito in corso, in quanto precedenti ricerche avevano dimostrato una maggiore attivazione solo durante l’esposizione alla luce blu (Vandewalle et al., 2007). La ricerca in questi anni ha chiarito che l’effetto attivante indotto dalla luce a breve lunghezza d’onda può influenzare e alterare il delicato equilibrio tra luce e buio che,
Riferimenti bibliografici • Alkozei, A., Smith, R., Pisner, D. A., Vanuk, J. R., Markowski, S. M., Fridman, A., ... & Killgore, W. D. (2016). Exposure to Blue Light Increases Subsequent Functional Activation of the Prefrontal Cortex During Performance of a Working Memory Task. Sleep, 39(9): 1671–1680. • Berson, D. M., Dunn, F. A., & Takao, M. (2002). Phototransduction by retinal ganglion cells that set the circadian clock. Science, 295(5557): 1070-1073. • Chellappa, S. L., Steiner, R., Blattner, P., Oelhafen, P., Götz, T., & Cajochen, C. (2011). Non-visual effects of light on melatonin, alertness and cognitive performance: can blue-enriched light keep us alert?. PloS one, 6(1), e16429. • Lanum, J. (1978). The damaging effects of light on the retina. Empirical findings, theoretical and practical implications. Survey of Ophthalmology, 22(4): 221-249. • Norton, T.T., Siegwart, J.T. (2013). Light levels, refractive development and myopia: a speculative review. Exp Eye Res, 114: 48-57. • Phipps-Nelson, J., Redman, J. R., Schlangen, L. J., & Rajaratnam, S. M. (2009). Blue light exposure reduces objective measures of sleepiness during prolonged nighttime performance testing. Chronobiology international, 26(5), 891-912. • Tosini, G., Ferguson, I., Tsubota, K. (2016). Effects of blue light on the circadian system and eye physiology. Mol Vis, 24,22: 61-72. • Vandewalle, G., Schmidt, C., Albouy, G., Sterpenich, V., Darsaud, A., Rauchs, G., ... & Maquet, P. (2007). Brain responses to violet, blue, and green monochromatic light exposures in humans: prominent role of blue light and the brainstem. PLoS One, 2(11), e1247. • Zaidi, F. H., Hull, J. T., Peirson, S. N., Wulff, K., Aeschbach, D., Gooley, J. J., ... & Foster, R. G. (2007). Short-wavelength light sensitivity of circadian, pupillary, and visual awareness in humans lacking an outer retina. Current Biology, 17(24), 21222128.
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Lenti oftalmiche
YUNIKU, IL PRIMO OCCHIALE “VISION CENTRIC” Realizzato da Hoya in collaborazione con Materialise, specializzata nello sviluppo di software e tecnologia per la stampa 3D, e con il design studio di montature Hoet, ha fatto il debutto internazionale all’ultimo Silmo a cura della redazione
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uniku è una filosofia prima ancora le aziende coinvolte nel progetto, da loro stesse che uno strumento: come combina- definito unico nella sua particolarità a livello re le esigenze visive, le abitudini di globale: Hoya, Materialise e Hoet. vita e i gusti estetici del portatore in Già lanciato su alcuni mercati europei, Yuniku un paio di occhiali, grazie a lenti evolute per- verrà introdotto in Italia all’inizio del 2017: a sonalizzate e a un innovativo sistema di stam- Mido è previsto il debutto ufficiale sul mercapa 3D. All’atto pratico questa filosofia si con- to interno. Al momento il partner di riferimento cretizza nel centro ottico con per la scelta dell’eyewear è apuno scanner e un software punto Hoet, ma l’intenzione di all’avanguardia che “fotoHoya, ideatrice e detentrice del grafa” gli aspetti morfologici nuovo sistema per i centri ottici, del viso del portatore, prenè quella di ampliare continuade in considerazione i dati mente l’offerta di modelli per della prescrizione visiva e il l’utente finale. modello di montatura scelto «Yuniku costituisce una svolta dal cliente finale: il risultato epocale nella personalizzazioè un occhiale personalizzato ne dell’eyewear: capitalizzando con stampa 3D che consente le innovazioni della stampa 3D, il miglior comfort e la miglior infatti, siamo riusciti a superare visione. Le caratteristiche e i limiti degli occhiali tradizionale potenzialità di questo nuoli – commenta Jon Warrick, Vice vo sistema integrato sono President Global Marketing di state svelate a una ventina Hoya Vision Care – Per la prima di giornalisti di settore di tutvolta i portatori potranno apto il mondo il 23 settembre, prezzare le performance visive durante la prima giornata di più evolute senza nessun comSilmo, dal management del- Un’immagine di campagna al trade di Yuniku promesso con comfort e stile».
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EasyDrive: la correzione visiva ideale per la guida senza stress
Sono numerosi i problemi che si presentano al volante in condizioni di scarsa visibilità. Ad esempio, in situazioni di guida notturna, al crepuscolo, o comunque con poca illuminazione, gli occhi sono soggetti a importanti sollecitazioni in quanto le pupille sono maggiormente dilatate. Ne consegue un aumento della percezione delle aberrazioni dell’occhio, dovute anche all’eventuale occhiale correttivo indossato: la qualità della visione si riduce drasticamente rispetto alle condizioni di luce diurna e diminuisce la percezione della profondità di campo con un sensibile aumento dello stress. Non di secondaria importanza risulta l’esigenza di alternare continuamente e con rapidità l’osservazione per lontano e per zone intermedie, dalla strumentazione sul cruscotto agli specchietti retrovisori, che rende necessaria una qualità di visione superiore rispetto a normali situazioni, che le lenti tradizionali non riescono a garantire. Inoltre, tra i 40 e i 45 anni, con l’insorgere della presbiopia, diventa sempre più difficile “accomodare” alle diverse distanze. La soluzione più indicata sono le lenti progressive, in cui però, per la guida, le zone intermedie e per lontano devono essere particolarmente ampie e ben definite.
Molte persone, quando sono al volante, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità, subiscono un aumento dello stress psicofisico, si stancano più velocemente e i loro tempi di reazione rallentano sensibilmente. Da qui l’esigenza di lenti specifiche per la guida che aiutino a migliorare la qualità di visione
Non ultimo, nel traffico, i bagliori causati dai fari delle macchine in avvicinamento risultano estremamente fastidiosi, in particolare al tramonto o di notte, quando le pupille sono maggiormente dilatate. Le moderne tipologie di fari dei veicoli, ad esempio a Led e allo Xeno, sono molto performanti dal punto di vista dell’illuminazione, ma più fastidiose rispetto ai sistemi utilizzati in passato. Risulta pertanto d’importanza fondamentale avere un’adeguata protezione contro l’abbagliamento, in grado di rendere la guida più confortevole e sicura. Per risolvere tutte queste problematiche l’industria ottica ha sviluppato recentemente nuove tipologie di prodotti con lo scopo di agevolare la qualità della visione in ogni condizione di luce. Il Centro Ricerche di Ital-Lenti ha ottimizzato due prodotti specifici per queste problematiche, lavorando su due diverse strade di approccio: la prima relativa alle geometrie delle lenti utilizzate, la seconda ai trattamenti antiriflesso applicati. Risultato della ricerca è stata la produzione di una lente monofocale, Easy Drive, e di una lente progressiva, Premium Easy Drive: entrambe presentano un design ottimizzato che tiene in considerazione le dimensioni delle pupille in condizioni di scarsa illuminazione.
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ADV Il risultato finale: la combinazione di geometria delle lenti e di trattamenti antiriflesso specifici Nelle due tipologie di prodotto monofocali e progressive sono state adottate specifiche geometrie free form asferiche e atoriche che hanno permesso di compensare sensibilmente le aberrazioni delle lenti, migliorando la performance visiva in condizione di midriasi. Per le progressive, inoltre, è stata ottimizzata una geometria particolarmente idonea per la guida: un design specifico la rende più confortevole e sicura e garantisce una visione ottimale per lontano e intermedio con zone laterali senza interferenze indotte da astigmatismi di fasci obliqui. Queste zone di visione ottimizzate facilitano la messa a fuoco quando si alterna lo sguardo tra la strada, il cruscotto, gli specchietti laterali e lo specchietto retrovisore. Per quanto riguarda i trattamenti, Ital-Lenti ha sviluppato un nuovo antiriflesso ottimizzato per le condizioni di abbagliamento alla guida che il nostro sistema visivo deve affrontare. Questo trattamento, infatti, riflette gran parte delle lunghezze d’onda dello spettro visibile ad alta energia della luce blu. Le moderne fonti luminose a Led o allo Xeno presentano una specifica emissione luminosa nella parte ad alta energia dello spettro visibile, in particolare nell’intervallo tra i 450-470 nm. Il trattamento Iron Drive consente un’attenuazione di specifiche lunghezze d’onda, che è una delle principali cause dell’abbagliamento, riducendolo di oltre il 70%. Queste nuove lenti assicurano una visione particolarmente ottimale durante le ore notturne o in condizioni di scarsa luminosità, ma sono adatte anche all’uso quotidiano. Inoltre, il trattamento offre gli stessi livelli qualitativi e le stesse proprietà di manutenzione del trattamento top di gamma Iron.
Le nuove lenti Easy Drive sono disponibili nella seguente gamma: • Monofocali: Easy Drive Mono; Indici: 1.5 – 1.6 – 1.67 • Progressive: Premium Easy Drive; Indici: 1,5 – 1,6 – 1,67 • Trattamento antiriflesso di serie: Iron Drive
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Lenti oftalmiche
IL RITORNO DI VARILUX S IN TV (E NON SOLO) Alessandra Barzaghi, alla guida del marketing di Essilor Italia, spiega perché la nuova campagna del premium brand di progressive segna uno spartiacque nella comunicazione dell’azienda oftalmica di Angelo Magri
L
a data è quella del 16 ottobre: televisione, canali digitali e social network, Facebook in primis, hanno “accolto” di nuovo il supereroe Varilux che aveva debuttato la primavera scorsa. «Rispetto alla campagna andata in onda nel primo semestre di quest’anno, in cui si parlava solo di lenti Varilux, abbiamo deciso di passare a una seconda fase, nella quale il nostro supereroe continua sì a correre verso il benessere visivo, ma ora protagonista è anche Varilux S, il premium brand di Essilor nell’offerta di lenti progressive – spiega Alessandra Barzaghi, responsabile marketing di Essilor Italia – Ne consegue la conferma di una parte emozionale della campagna, abbinata tuttavia a una parte all’insegna dell’unicità tecnologica: il risultato che auspichiamo è, quindi, più ampio, legato a un messaggio di positività e di educazione intorno alle progressive in generale, nonché di supporto al canale ottico perché si differenzi, anche raccontando e proponendo un’offerta che si rivelerà davvero unica». Il 16 ottobre, dunque, è ripartita la campagna tv, digital e stavolta anche social su Varilux S, che già alcuni anni fa aveva debuttato sugli schermi:
Alessandra Barzaghi, responsabile marketing di Essilor Italia, durante una tappa del Vision Gala 2016, il roadshow dell’azienda che è ripartito a inizio ottobre (Foto di Giorgio Ferri)
proseguirà per quattro settimane sui principali canali televisivi e sino alla fine del 2016 sul digital. L’obiettivo è rivolgersi al consumatore utilizzando la multicanalità: televisione generalista, satellitare e digitale da un lato, mondo digital con i canali video online dall’altro, universo social con l’ingresso di Facebook dall’altro ancora. «Con questa fase della campagna su Varilux S
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Lenti oftalmiche
Vetrofania, leaflet e portaleaflet della nuova campagna su Varilux S: i materiali sono a disposizione di tutti centri partner dell’azienda
vogliamo andare a intercettare a 360 gradi soprattutto le nuove categorie di presbiti, lavorando sui punti di contatto più probabili: pensiamo ai nonni di oggi che sono fortemente digital, ad esempio, ma anche ai quarantenni che non guardano la tv ma trascorrono la maggior parte del proprio tempo sui social – sottolinea Barzaghi – Rispetto alla campagna di ottobre 2015 è raddoppiato l’investimento media, è aumentata la quota di media mix dedicata alle attività nel mondo web e siamo appunto entrati anche nei social network con Facebook come complemento alla campagna media: prima, infatti, era disponibile soltanto la pagina Facebook dedicata agli ottici, dal 16 ottobre invece la campagna atterra sul principale canale social come spot di Varilux S e come call to action per risvegliare l’attenzione anche dell’utente finale». Oltre al valore strategico e alle peculiarità appena descritte, la nuova campagna Varilux S presenta altre novità complementari, ma non meno importanti per Essilor Italia. «In contemporanea è ripartita anche la promozione “Raddoppi le tue
lenti”, che sinora ha garantito soddisfazioni e risultati molto significativi – dice ancora Barzaghi – Questo approccio promozionale, infatti, secondo i dati a nostra disposizione, sta sostenendo i volumi di vendita di tutto il canale ottico indipendente che vi ha aderito. È, inoltre, scattato Crazy Varilux, un piano dedicato al centro ottico, sempre collegato alla campagna media di Varilux S, con una promozione abbinata e un progetto di comunicazione mirato ad amplificare il messaggio della campagna stessa a livello locale. Infine Essilor Italia ha confermato Transitionsforyou, il programma di fidelizzazione per l’ottico, altro strumento con alcuni punti in comune alla campagna media e che ha fatto registrare perfomance particolarmente positive: basti pensare che gli ottici che hanno aderito a questa iniziativa nel primo semestre 2016 hanno riscontrato un incremento mediamente pari al 12% in volumi sui trattamenti fotocromatici Transitions rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e a parità di perimetro di punti vendita, a fronte di appena il +2% segnato da quanti non vi hanno aderito».
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Divel Italia: con Tattoo la fantasia “dipinge” le lenti da sole L’azienda oftalmica ha presentato a Silmo la nuova collezione caratterizzata dall’innovativo trattamento che consente la customizzazione estetica dei filtri solari
Tra le aziende partecipanti da tutto il mondo a Silmo 2016, che si è svolto a Parigi alla fine di settembre, c’era come consuetudine anche Divel Italia, che in fiera ha presentato i propri prodotti di punta e le novità nel campo sia delle lenti da vista sia dei filtri solari. In quest’ultimo segmento spicca la collezione TATTOO, nata dal team di ricerca e sviluppo dell’azienda bolognese, nominata per il Silmo d’Or nella categoria “Vision”. La collezione TATTOO presenta un innovativo trattamento che consente di “dipingere” ciò che la fantasia suggerisce sulla superficie esterna della lente: attraverso un processo di sublimazione l’inchiostro colorato viene trasferito sulla lente lasciando veri e propri disegni, come un tatuaggio sulla pelle. Questo processo, sviluppato totalmente in Italia, trae la propria origine dalle tecnologie impiegate per le decorazioni sull’abbigliamento, permettendo la completa customizzazione estetica della lente. Così, attraverso la collezione TATTOO, Divel Italia ha creato lo strumento ideale per i designer di occhiali da sole, consentendo loro di realizzare concretamente ciò che prima poteva solo essere immaginato.
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È ormai noto quanto sia fondamentale proteggersi dalle radiazioni nella gamma dell’ultravioletto, i cui danni alla cute e ai tessuti oculari interni sono evidenti. Negli ultimi tempi si è imparato a conoscere un nuovo nemico per i nostri occhi: la luce blu. Non tutta la luce blu però è nociva. Tra i 400 nm e 500 nm, infatti, è possibile stimare una linea di confine all’incirca a 420 nm: se la luce blu con frequenza maggiore (blu-turchese) è fondamentale per la nostra visione dei colori, per lunghezze d’onda minori (blu-viola) gli effetti acquistano una natura dannosa. I principali effetti sono: • Affaticamento visivo • Invecchiamento cellulare precoce e danni retinici a lungo termine • Alterazione dei ritmi circadiani In fatto di luce blu, la prima fonte cui si pensa sono tutte le sorgenti luminose artificiali e gli schermi dei supporti digitali: le prime agiscono per luce riflessa, che arriva agli occhi solo dopo aver colpito gli oggetti illuminati, le seconde emettono direttamente “luce fredda” verso gli occhi. La quantità di luce artificiale in eccesso rappresenta solo il 18% della totale radiazione cui siamo sottoposti ogni giorno. La luce blu-viola è presente anche in natura e la sua prima sorgente è il sole, che irradia la terra con tutte le frequenze di luce visibile e ultravioletta, e la sua energia, con luce blu violetta a 420 nm, è circa 200 volte superiore rispetto, ad esempio, a uno schermo al plasma. Un’ottima soluzione per interni e per l’ufficio è rappresentata dal trattamento NevaMax Blue UV, specificatamente realizzato per aumentare la qualità di visione su display e schermi digitali e che riflette proprio il 18% della luce blu emessa dalle sorgenti artificiali. Questo, tuttavia, non basta in ambienti esterni, in presenza di radiazione solare. Per una protezione ottimale dalla radiazione ultravioletta e dalla luce blu dannosa da ottobre Galileo presenta la nuova Blu Stop Technology. Si tratta di due innovativi materiali in indice 1.5 e 1.6 con assorbimento totale della radiazione ultravioletta e un elevato filtraggio della luce blu sino a 420 nm che va dal 90% per il primo al 55% per il secondo. L’assorbimento viene garantito da speciali pigmenti nella massa del materiale e, grazie al trattamento antiriflesso Max UV di serie, garantisce un’elevata resistenza all’usura, una facile pulizia delle superfici e la massima trasparenza e contrasto. In particolare Blu Stop 1.5 rappresenta un’esclusiva di Galileo ed è proposta su un’ampia gamma di poteri e diametri per lenti monofocali di serie; a sua volta Blu Stop 1.6 è disponibile come monofocale, in un’ampia gamma di lenti sia di serie sia di costruzione, ma viene anche proposta nella gamma Sirus Plus in versioni individuali, personalizzate e a corridoio corto, sempre con trattamento Max UV.
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Guida la tua visione con Rodenstock Road Guidare sotto la pioggia o al tramonto è una sfida: affrontare le rapide evoluzioni delle varie messe a fuoco o stimare le distanze in pochi secondi richiede, infatti, la massima concentrazione, soprattutto se si aggiunge l’abbagliamento dei veicoli provenienti dalla direzione opposta. Le prestazioni offerte da Rodenstock Road rappresentano un valido supporto all’attività visiva di chi è alla guida, anche in condizioni disagevoli come il buio notturno. Il design. Uno sguardo al tachimetro, uno allo specchietto, un’occhiata al navigatore: oltre alle esigenze per il lontano, la sfida visiva si compie principalmente alle medie distanze. Per questo la lente Rodenstock Road offre zone visive extra large particolarmente ottimizzate per i rapidi cambiamenti di messa a fuoco nell’intermedio. Solitaire® Protect Road 2. La nuova lente include lo speciale Solitaire® Protect Road 2. Il suo filtro, al 12% di tonalità tendente al marrone associato al trattamento antiriflesso, riduce il fastidio provocato dai fari che si incrociano sulle strade e l’eccesso di luce blu artificiale emessa in particolare dai fari dei nuovi modelli di veicoli. E assicura al tempo stesso la visione ad alto contrasto. DNEye® per un’eccellente performance. L’ausilio della Eye Lens Technology by Rodenstock, con particolare riferimento al DNEye® Scanner, apporta miglioramenti sensibili anche nella visione crepuscolare e notturna. Quando le pupille si dilatano per la scarsa luminosità, le aberrazioni dell’occhio diventano più evidenti, generando un decremento dell’acuità visiva. Le lenti che si avvalgono dell’ottimizzazione DNEye® producono una visione più nitida e ad alto contrasto in tutte le condizioni luminose e i colori vengono percepiti con una maggiore brillantezza e intensità. Le misurazioni di alta precisione di DNEye® Scanner prendono in considerazione diverse migliaia di punti di rilevazione, determinando la presenza di aberrazioni, sia per la visione da lontano in visione diurna e crepuscolare sia per la visione da vicino. Queste informazioni, associate alla refrazione soggettiva determinata dal professionista della visione, consentono di offrire una soluzione ottimizzata e sempre ad alta definizione. Visione spaziale ottimizzata. Nella valutazione delle distanze è richiesta una buona visione spaziale, in cui gli occhi lavorano bene insieme anche in caso di differenze diottriche. Le lenti Rodenstock Road sincronizzano i campi visivi dei due occhi anche in presenza di anisometropia, per una visione spaziale ottimizzata che semplifica la stima delle distanze, indispensabile, ad esempio, quando si sorpassa o si parcheggia.
Visione spaziale senza Rodenstock Road e con Rodenstock Road
Visione nitida, contrastata e senza abbagliamento, anche di notte, con Rodenstock Road
Visione al top anche nel quotidiano. Miglioramento visivo non solo al volante: Rodenstock Road ha tutte le qualità indispensabili per essere una compagna affidabile tutto il giorno. Rodenstock Road è disponibile sia in versione monofocale sia progressiva.
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L’IDENTITÀ SOMATICA DEGLI OPTOMETRISTI: PIÙ CHIARA DOPO IL CONVEGNO SOPTI
di Sergio Cappa
“Alcinoo Rege, che ai mortali tutti/di grandezza e di gloria innanzi tutti vai,/bello è l’udir gli replicava Ulisse/cantor, come Demodoco, di cui/pari a quella d’un Dio suona la voce: … benché quinci lontan sorga il mio tetto/Ulisse, figlio di Laerte, io sono”. Questo è l’incipit del libro nono dell’Odissea di Omero, nella splendida traduzione di Ippolito Pindemonte, pubblicata da La Universale Barion e venduta al prezzo di lire 5, nel 1940. Ulisse, accolto in pompa magna da Alcinoo, re dei Feaci nell’isola di Scheria, inizia a raccontare la sua avventura dopo aver lasciato la distruzione di Troia e nello svolgersi degli accadimenti, attorno al 1250 a.C., si delineano i due focus su cui si incerniera la vita greca. Il primo è l’attenzione per l’attività fisica letta in funzione eugenetica, af-
fidata a esercizi di vario genere, il più importante dei quali era la corsa: lo sport fortificava la stirpe e anche le donne erano chiamate all’atletica, alla lotta e al pugilato. Il secondo sul quale insiste Ulisse nella sua laica catechesi ad Alcinoo è l’importanza della cultura (ma sarà messo nell’ottava bolgia dell’Inferno da Dante), perché l’erudizione non serve solo a conoscere il presente e il passato e, con essi, a ipotizzare il futuro; ma il sapere serve a emozionare e le emozioni sono il cibo per la psyché (l’alito di vita), mentre la ginnastica è il cibo per il soma (corpo). E quando l’intelletto si sposa con la volontà nasce la sophia (la sapienza), l’uso ordinato e giusto della conoscenza. Nello scorso mese di settembre si è tenuto il Convegno Sopti centrato su Visione e Sport, organiz-
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zato, durante le Paralimpiadi di Rio e a ridosso della settimana europea della mobilità sostenibile, a Cesenatico nel giorno del Campionato Italiano, e amatoriale, di Triathlon. Un’idea sapiente che ha sottolineato uno dei tratti identitari della costante antropologica: l’identità somatica. La arruffata burocrazia italiana ha concesso di confondersi tra gli optometristi a tutti coloro che hanno frequentato, spettatori o protagonisti, un qualsivoglia corso così denominato, al punto che l’immagine professionale è ancora oggi caliginosa e incerta, dopo quarant’anni. Ma la maliziosa scelta di Sopti ha mostrato le differenze. I fieri detrattori dell’optometria sappiano serenamente percuotere i propri triti stereotipi e riconoscere e aggiornare le altrui capacità professionali.
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