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Consumatore online, una sfida anche per gli ottici

Con l’evoluzione delle tecnologie, nel 2023 i professionisti della visione, pur capitalizzando le preziose informazioni che già possiedono nei loro gestionali, avranno molto da fare per capire e incontrare i clienti acquisiti e potenziali

di Nico Caradonna*

Il 2023 sarà molto impegnativo per tutti gli operatori del commercio. I consumatori hanno subìto una metamorfosi emotiva a causa di tutto ciò che è accaduto negli ultimi anni, tanto da rappresentare quasi un tesoro sconosciuto agli occhi dei professionisti che offrono prodotti e servizi. In realtà non è proprio così sconosciuto questo tesoro, perché se è vero che l’ottico vive di rapporti continuativi basati su una strategia di fidelizzazione, è altrettanto vero che molti aspetti del “nuovo” utente li conosce già. Chiaramente il discorso vale per tutti coloro che curano in maniera maniacale la raccolta e l’aggiornamento dei dati che un gestionale e il Crm custodiscono come beni preziosi. Può essere che per le persone sia cambiato di posizione qualche elemento nella scala gerarchica delineata dalla piramide dei bisogni umani di Abraham Maslow, ma non può essere variata più di tanto la necessità di vivere bene e vedere in maniera soddisfacente. In altre parole, i nuovi consumatori continueranno a desiderare di essere assistiti da ottici qualificati e capaci. Partendo da questa consapevolezza, il professionista della visione avrà comunque molto da fare per entrare sempre più in contatto con il cliente finale e i suoi luoghi preferiti, che tuttavia non saranno esclusivamente nel mondo del web. D’altra parte gli utenti, che in rete iniziano ad avere, finalmente, maggiore cura e attenzione verso ciò che gli algoritmi propinano, saranno sempre più difficilmente raggiungibili grazie alla rivoluzione delle nuove normative sul tracciamento dei cookie di terze parti. In altre parole, sarà necessario studiare altri metodi per trovare i consumatori online e comprenderne i bisogni. Entrare in un’epoca di rete 5G porterà grandi cambiamenti. Nel 2023 ci saranno particolari upgrade sull’esperienza sensoriale degli utenti che daranno inizio a una nuova era, in cui saranno loro a determinare il passo o meglio la velocità della comunicazione dei brand. I social media evolveranno verso una maggiore immersività dal punto di vista sensoriale, grazie alla tecnologia che consente di portare immagini e suoni a un livello di fruizione incredibilmente reale. Ultimo, ma non per importanza, è il fatto che i social saranno sempre più fondamentali per i rapporti con i clienti acquisiti e potenziali, in attesa che arrivi in maniera più concreta e diffusa il tanto citato metaverso. Il 2023 sarà dunque un anno davvero impegnativo, non ci sono dubbi, ma anche molto stimolante.

*Nico Caradonna è ottico e ortottista, ideatore del blog Ottico del Web e consulente di personal branding per i professionisti del settore.

Test di valutazione della sensibilità al contrasto: un nuovo approccio • Esame dell’acuità visiva • Esame alla lampada a fessura • Tonometria • Esame del fondo oculare

di Foroogh Ataollahi Eshkour Laureata in Ottica e Optometria all’Università di Firenze2.2 Criteri di inclusione dei pazienti

Quello basato sull’applicazione denominata Variable contrast sensitivity chart by King-Devick, Alla fine della visita oculistica i pazienti con patologie oculari conclamate o quelli che presentavano indizi di eventuali patologie per cui sono stati prescritti ulteriori approfondimenti diagnostici sono stati esclusi dalla misurazione della sensibilità al contrasto e dal presente lavoro di tesi. Sono stati inoltre esclusi tutti i pazienti disponibile per iPad, potrebbe rivestire con acuità visiva inferiore a 8/10. Sono stati però lasciati volutamente alcuni pazienti con cataratta, per poter una certa importanza per analizzare la capacità visiva valutare l’importante ruolo di questa patologia sulla sensibilità al contrasto [Rubin 1993]. Quindi, al termine in condizioni di scarsa luminanza, nebbia o abbagliamento delle visite preliminari, sono rimasti 30 pazienti divisi per fascia di età. in seguito, hanno una cataratta del I/II grado (iniziale). Di questi pazienti alcuni, come vedremo

2.3 Strumento per la misura della sensibilità al contrasto

Una giornata di nebbia, guida notturna o un ambiente poco illuminato: sono alcune delle condizioni di basso contrasto tra gli oggetti e il loro sfondo, che possono capitare assai frequentemente durante alcune attività quotidiane oppure in situazioni occasionali. L’utilizzo di Variable contrast sensitivity chart by King-Devick ha permesso di evidenziarne alcuni pregi e difetti. Velocità, facilità di trasporto, possibilità di cambiare le lettere ottotipiche in maniera casuale, evitando un effetto di memoria, sono i plus di tale app. Tuttavia ci sono anche dei limiti dello strumento. Nonché alcune condizioni che hanno reso meno efficiente l’esecuzione del test: il contrasto riprodotto da un monitor, a qualunque dispositivo appartenga, dipende criticamente dalla calibrazione e caratterizzazione del monitor stesso; la risoluzione dello schermo non era adatta a svolgere un test per vicino, poiché era impossibile arrivare a caratteri sufficien-

temente piccoli; un numero discreto di soggetti La parte sperimentale di questo lavoro di tesi riguarda la misura dell’acuità visiva a 4 livelli di contrasto; c non era disponibile a svolgere nuovamente il già detto sono stati presi in considerazione 30 pazienti sani, senza patologie oculari (tranne alcuni con la test in modo da poterne capire ripetibilità e ricataratta del I/II grado) e la misura è stata svolta dopo aver completato una visita oculistica preliminare producibilità. A questi aspetti si aggiungono la comprendente le fasi descritte precedentemente [Elliott 2007][Rubin 2013]. mancanza di una valutazione strumentale, magari tramite luminanzometro, del reale valore di contrasto presentato dallo schermo e la scelta di fermare la valutazione dell’acuità visiva a Come strumento è stata utilizzata un’applicazione su iPad chiamata “Variable contrast sensitivity chart by King-Devick” (Fig 3.2), già utilizzata in altri lavori di ricerca [Lin 2015], dove troviamo delle schermate lettere con possibilità di cambiare sia la dimensione (in scala imperiale: un’espressione della frazione di Snellen) che il contrasto delle lettere ottotipiche rispetto allo sfondo bianco della mira [Woods 1995]. Fig.3.2 Una schermata del “Variable contrast sensitivity chart by King Fig. 1. Una schermata del “Variable contrast sensitivity -Devick”

chart by King-Devick”

Esistono tre opzioni (Fig.3.2) adatte a 3 diverse distanze di svolgimento del test: 40 centimetri, 2 metri, 3 metri; in questa tesi sono state utilizzate la distanza di 40 centimetri per la misura dell’acuità visiva da vicino e quella N9202232a 3 metri per la misura dell’acuità visiva da lontano. I valori di acuità visiva dell’applicazione sono espressi in scala imperiale di Snellen (numeratore 20). A partire da tali valori sono stati calcolati i valori equivalenti sia in Notazione Decimale che in scala logMAR (

10/10 sia per chi aveva raggiunto tale valore sia per chi poteva raggiungere un valore maggiore durante la visita oculistica preliminare. Pur con i limiti sopra detti e nonostante un’elevata variabilità tra i soggetti, che ha portato a una deviazione standard grande, è stato possibile verificare un certo effetto dovuto all’età sulla sensibilità al contrasto e anche il ruolo, fortemente penalizzante, della cataratta nell’osservare stimoli poco contrastati.

Materiali e metodi Le misure sono state svolte presso la Casa di Cura Villa Verde di Reggio Emilia sotto la supervisione di un oftalmologo. Per prima cosa è stata realizzata una completa visita oculistica, in modo tale da escludere i soggetti con patologie oculari (sono però presenti, come vedremo in seguito, individui con cataratta) o qualsiasi tipo di problematiche che potessero inficiare la qualità della misura dell’acuità visiva. La visita oftalmologica ha incluso le fasi di anamnesi di attuali problemi oculari, la storia clinica e familiare per quanto riguarda le patologie oculari, insieme all’anamnesi generale e farmacologica. Il controllo si è chiuso con l’autorefrattometria, l’esame obiettivo, dell’acuità visiva e alla lampada a fessura, la tonometria e l’esame del fondo oculare. Alla fine della visita oculistica i pazienti con patologie oculari conclamate o quelli che presentavano indizi di eventuali malattie, per i quali sono stati prescritti ulteriori approfondimenti diagnostici, sono stati esclusi dalla misurazione della sensibilità al contrasto e dall’indagine. Sono stati inoltre esclusi tutti i pazienti con acuità visiva inferiore a 8/10. Sono stati però volutamente mantenuti nel gruppo alcuni soggetti con cataratta, per poter valutare l’importante ruolo di questa patologia sulla sensibilità al contrasto [Rubin 1993]. Quindi, al termine delle visite preliminari, sono rimasti 30 pazienti divisi per fascia di età. Di questi, alcuni presentavano una cataratta iniziale di primo e secondo grado. La parte sperimentale riguardava la misura dell’acuità visiva a 4 livelli di contrasto attraverso l’applicazione su iPad chiamata Variable contrast sensitivity chart by King-Devick (Fig. 1), già utilizzata in altri lavori di ricerca [Lin 2015] che presenta delle schermate di lettere con possibilità di cambiare sia la dimensione (in scala imperiale: un’espressione della frazione di Snellen) sia il contrasto delle lettere ottotipiche rispetto allo sfondo bianco della mira [Woods 1995]. Esistono tre opzioni adatte a 3 diverse distanze di svolgimento del test: 40 centimetri, 2 metri, 3 metri. In questa ricerca sono state utilizzate la distanza di 40 centimetri per la misura dell’acuità visiva da vicino e quella a 3 metri per la misura dell’acuità visiva da lontano. I valori di acuità visiva dell’applicazione sono espressi in scala imperiale di Snellen (numeratore 20). A partire da tali valori sono stati calcolati i valori equivalenti sia in Notazione Decimale sia in scala logMAR (Tab. 1).

Snellen Decimale logMAR 20/12.5 16/10 -0,20 20/16 12/10 -0,07 20/20 10/10 0,00 20/25 8/10 0,10 20/32 6/10 0,20 20/40 5/10 0,30 20/50 4/10 0,40 20/63 3/10 0,50 20/80 2.5/10 0,60 20/125 1.6/10 0,80 20/100 2/10 0,70 20/160 1.25/10 0,90

Tabella 1. Valori di acuità visiva in scale Snellen, Decimale e logMAR: la conversione è stata effettuata solo per quei valori effettivamente utilizzati in questo lavoro sperimentale

La misura dell’acuità visiva per diversi valori del contrasto L’esame dell’acuità visiva è stato eseguito subito in visione binoculare da lontano e poi da vicino, cambiando il contrasto delle lette-

Valori di acuità visiva in scale Snellen, Decimale e logMAR: la conversione è stata effettuata solo per quei valori effettivamente utilizzati in questo lavoro sperimentale. Lab Fig.3.3 I valori massimo e minimo di acuità visiva da vicino Fig.3.4 I valori massimo e minimo di acuità visiva da lontano Fig.3.3 I valori massimo e minimo di acuità visiva da vicino

Fig.3.3 I valori massimo e minimo di acuità visiva da vicino

I valori massimo e minimo di acuità visiva da vicino

Fig.3.4 I valori massimo e minimo di acuità visiva da lontano

Fig.3.6 Contrasto : 50%

I valori massimo e minimo di acuità visiva da lontano Fig.3.4 I valori massimo e minimo di acuità visiva da lontano

Fig.3.6 Contrasto : 50%

Fig.3.7 Contrasto : 25%

Contrasto: 75% Fig.3.5 Contrasto : 75% Contrasto: 50% Fig.3.6 Contrasto : 50%

Contrasto: 25% Contrasto: 2,5% Fig.3.5 Contrasto : 75% Fig.3.7 Contrasto : 25% Fig.3.8 Contrasto : 2.5%

2.4 La misura dell’acuità visiva per diversi valori del contrasto

re ottotipiche in modo decrescente dal 75% al 2,5%. L’esame dell’acuità visiva è stato eseguito subito in visione binoculare da lontano e poi da vicino, cambiando il contrasto delle lettere ottotipiche in modo decrescente dal 75% al 2,5% . Abbiamo cominciato il test partendo dall’acuità visiva massima raggiunta precedentemente dal paziente durante la visita oculistica. Il risultato ottenuto durante la visita oculistica può essere assimilato ad un contrasto Abbiamo cominciato il test partendo dall’acuità visiva massima raggiunta precedentedel100%, anche se in realtà un tale valore non è mai ottenibile in pratica. Come livello di contrasto mente dal paziente durante la visita oculistidal 75% che è quello massimo consentito dall’applicazione. Alcuni pazienti sono stati in grado, con tale valore ca. Il risultato ottenuto può essere assimilato di contrasto, di raggiungere un’acuità visiva maggiore rispetto a quella misurata durante la visita oculistica. a un contrasto del 100%, anche se in realtà tale valore non è mai ottenibile in pratica. Come livello di contrasto si è partito dal 75% che è quello massimo consentito dall’appliFig.3.5 Contrasto : 75% cazione: alcuni pazienti sono stati in grado Fig.3.7 Contrasto : 25% di raggiungere un’acuità visiva maggiore rispetto a quella misurata durante la visita Fig.3.8 Contrasto : 2.5% oculistica. 2.4 La misura dell’acuità visiva per diversi valori del contrastoQuesto è probabilmente accaduto perché, L’esame dell’acuità visiva è stato eseguito subito in visione binoculare da lontano e poi da vicino, cambiando come già segnalato, l’oculista aveva scelto, il contrasto delle lettere ottotipiche in modo decrescente dal 75% al 2,5% . in fase di visita, di fermarsi sempre a 10/10, Abbiamo cominciato il test partendo dall’acuità visiva massima raggiunta precedentemente dal paziente durante la visita oculistica. Il risultato ottenuto durante la visita oculistica può essere assimilato ad un contrasto del100%, anche se in realtà un tale valore non è mai ottenibile in pratica. Come livello di contrasto si è partito N9202236 dal 75% che è quello massimo consentito dall’applicazione. Alcuni pazienti sono stati in grado, con tale valore di contrasto, di raggiungere un’acuità visiva maggiore rispetto a quella misurata durante la visita oculistica.

mentre in questa fase si è provato a verificare fino a dove i pazienti potessero giungere. Dopo si è passati a un contrasto del 50% cambiando le lettere per evitare che il soggetto si ricordasse di esse, ma partendo dalla stessa acuità visiva raggiunta nel livello di contrasto precedente. A partire da tale valore le lettere sono state continuamente rimpicciolite finché la persona esaminata non ha menzionato la difficoltà a leggere. A quel punto è stata registrata l’ultima misura per cui il paziente era perfettamente in grado di distinguere e leggere le lettere. La stessa procedura è stata ripetuta anche per altri livelli di contrasto (25% e 2.5%). Per lo svolgimento del test da vicino è stato aggiunto il valore di addizione (potere po-

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