Iol estratto

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Le lenti intraoculari multifocali Roberto Carnevali

1 I traguardi delle lenti intraoculari Fino a non molto tempo fa lo scopo dell'intervento di cataratta consisteva solamente nel ristabilire la trasparenza dei mezzi diottrici oculari rimuovendo il cristallino opaco. L'introduzione dei cristallini arti ciali ha permesso di superare il problema dell'elevata ipermetropia che a iggeva i pazienti afachici, a cui era stata sicuramente restituita una buona acutezza visiva, ma che erano costretti all'uso di lenti di potenza esorbitante, che sicuramente non garantivano una buona qualità della visione. Ben presto, con il perfezionamento degli esami biometrici, ci si è resi conto che era possibile prevedere con precisione la refrazione postoperatoria, grazie ad un accurato calcolo della lente da impiantare durante l'intervento. L'emmetropia postoperatoria è diventata quindi l'obiettivo da perseguire per garantire ai pazienti operati una perfetta visione senza dovere utilizzare occhiali, almeno da lontano. Oggi tutto questo ci può sembrare scontato, ma non è un traguardo da sottovalutare, soprattutto se consideriamo che è possibile perseguirlo indipendentemente dal fatto che l'occhio presenti un vizio di refrazione, anche importante, prima dell'intervento. Tutti sappiamo che i pazienti miopi, specialmente se nella vita non hanno mai fatto uso di lenti a contatto, sono in genere i più entusiasti del risultato di un intervento di cataratta, perché possono godere di una buona visione senza l'uso di occhiali, spesso mai sperimentata prima. Non molto tempo fa una delle maggiori preoccupazioni del chirurgo era quella di non indurre un elevato astigmatismo postoperatorio. Probabilmente pochi se ne ricordano, ma le incisioni con tunnel sclerali o le suture con punti orizzontali che evitassero di esercitare trazioni sulla cornea per non deformarla, avevano lo scopo di ridurre gli astigmatismi, che spesso si riscontravano dopo un intervento di cataratta, quando gli interventi di estrazione extracapsulare o comunque anche la facoemulsi cazione seguita dall'impianto di lenti non pieghevoli, imponevano un taglio chirurgico di dimensioni considerevoli. L'entità dell'astigmatismo postoperatorio era considerato un parametro per valutare le capacità chirurgiche di ogni operatore e la sua riduzione, se non la completa eliminazione, era l'obiettivo da perseguire, anche se non sempre raggiungibile.

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