Occhiali e dintorni Storie straordinarie di invenzioni rivoluzionarie Le collezioni del Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore
FABIANO Editore
OCCHIALI E DINTORNI Storie straordinarie di invenzioni rivoluzionarie Le collezioni del Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore
OCCHIALI E DINTORNI Storie straordinarie di invenzioni rivoluzionarie
Le collezioni del Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore
testi di Alessandra Albarello
collaborazione editoriale di Laura Zandonella, conservatrice del Museo di Pieve di Cadore
FABIANO Editore
in copertina dall’alto: Ciondoli denominati “Lunettes Breloques” che “Les Incroyables”, portavano appuntati al panciotto; modello da sole Emilio Pucci di fine anni 70-inizio anni 80 con montatura in plastica trasparente colorata e sfumata; occhiale ad arco in rame con lenti viola, Germania, fine XVII-inizio XVIII secolo; dettaglio di un astuccio cinese del 1880 circa.
Testi Alessandra Albarello
Foto Baggiofotostudio, Pieve di Cadore (BL)
Museo dell’Occhiale – Pieve di Cadore
Archivio Museo dell’Occhiale
Presidente
Archivio ANFAO e MIDO
Vittorio Tabacchi
Hanno collaborato:
Conservatrice
Laura Zandonella e Ivana Canaider
Laura Zandonella
Copyright 2011
Comitato Esecutivo
Fabiano Editore
Vittorio Tabacchi, Presidente
Reg. San Giovanni 40 – Canelli (AT)
Primo Barbon
Tel. 0141 827801 – Fax 0141 827830
Luigino Boito
e-mail: editore@fabianoeditore.it
Francesco Gili
www.fabianoeditore.it
Renato Sopracolle
Gli Autori e l’Editore declinano ogni responsabilità per eventuali errori contenuti nel testo. Tutti i diritti sono riservati. È vietata ogni riproduzione totale o parziale.
Grafica e stampa: Fabiano Group Srl Reg. San Giovanni 40 – Canelli (AT)
Impaginazione: Nadia Mirialdo ISBN 978-88-89629-94-9 Finito di stampare: Settembre 2011
Sommario 07
Prefazione di Vittorio Tabacchi
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Primaparte – Il Museo
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Passato. Presente. E soprattutto futuro
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La storia di un museo è la storia delle sue collezioni. E di una donna
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Secondaparte – Le origini degli occhiali
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Dall’arco alle astine. Da Ugo di Provenza a Camillo Benso, conte di Cavour
39
Punti di vista e di appoggio
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Filosofia, scienza e religione. Oltre il visibile
63
La Regina Margherita e la prima fabbrica del Cadore
67
Messaggi intriganti e doni preziosi
85
In viaggio verso la modernità
91
Terzaparte – Wunderkammer - La stanza del collezionista
93
L’arte del vedere (e del non vedere)
95
Quando uno sguardo diventa “Objet de vertu”
127
Occhio per occhio: realtà e rappresentazione
135
Quartaparte – Il XX secolo e gli occhiali contemporanei
137
anni 20-30
141
anni 40-50
151
anni 60-70
159
anni 80-90
171
Postfazione
175
Alcune riflessioni intorno al Museo dell’Occhiale
5
Prefazione Il mio legame con il Museo inizia ancor prima della sua creazione e nasce dalla grande passione che ho sempre avuto per il collezionismo, ma soprattutto dal mio forte senso di appartenenza al territorio. Un territorio, il Cadore, che è diventato teatro assoluto di una storia esemplare del made in Italy da quando, a Calalzo di Cadore, è stata inaugurata nel 1878 la prima fabbrica italiana di occhiali. Il Museo dell’Occhiale, inserito in un contesto così sensibile alla cultura di questo oggetto, è diventato quindi il simbolo incontrastato di una filiera che ha saputo trasformare la tradizione in energia creativa, attingendo al passato per inserirsi nelle nuove dinamiche contemporanee del mercato internazionale. Da quella prima azienda, che alla fine dell’800 fu visitata perfino dalla Regina Margherita di Savoia, in questo comprensorio ne sono nate molte altre che con il loro know-how hanno saputo imporre con orgoglio il concetto di made in Italy in tutto il mondo, arrivando anche a interpretare le griffe e i marchi internazionali più prestigiosi della moda e del design. Defilato rispetto a Venezia ma pur sempre inserito in quel tessuto storico che ha reso unica la città lagunare, il Cadore è diventato quindi il palcoscenico ideale per rappresentare una delle più grandi invenzioni della storia, gli occhiali, conseguenza logica di una cultura del vetro che proprio in questi luoghi affonda le sue radici fin dal XIII secolo, come si evince dall’antico documento dei Capitolari delle Arti Veneziane, datato 1284. Anche se gli occhiali sono i protagonisti assoluti del museo, non mancano altri oggetti che riportano al senso e alla simbologia della vista. L’evoluzione degli occhiali e di ciò che è correlato alla vista non ha confini: hanno sempre cercato infatti di individuare in altri ambiti le loro fonti di ispirazione, dal design all’arte, dalla moda alla musica, suggerendo così i contorni di un variegato, vivace e complesso palcoscenico culturale di cui sono loro i veri protagonisti. Nel tempo il Museo dell’Occhiale con gli oltre quattromila pezzi esposti a rotazione, dal XV secolo fino ai giorni nostri, è diventato un punto di riferimento e di documentazione importante soprattutto per coloro che si interessano di storia della moda e del costume. Ma è diventato anche il simbolo dell’identità di tutta la filiera italiana dell’occhialeria che qui è nata e che qui continua a crescere, facendo sentire la sua voce nel mondo e assecondando così una sua vocazione internazionale. Vittorio Tabacchi
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primapar te
Il Museo Passato. Presente. E soprattutto futuro La storia di un museo è la storia delle sue collezioni. E di una donna
OCCHIALI E DINTORNI
Il Museo
Passato. Presente. E soprattutto futuro Un edificio di vetro e acciaio che fa da contraltare all’antica dimora natale del pittore Tiziano Vecellio (1480/1490-1576) di legno e pietra e al paesaggio dolce e aspro delle Dolomiti, che si riflette cangiante e mutevole sulla sua superficie. Il Museo dell’Occhiale, con la sua lucente modernità, sfida la memoria di questi luoghi, imponendo la sua sofisticata architettura hightech come un naturale ponte tra passato, presente e futuro. All’interno, un connubio di materiali evocativi di una tradizione artigianale e colori anche audaci definiscono gli spazi luminosi, dove si racconta la storia avvincente di una delle filiere più importanti del mondo, nata proprio in questi luoghi, geograficamente difficili ma particolarmente ricchi di corsi d’acqua, preziosi per generare l’energia che inizialmente alimentava i macchinari. Unico museo nazionale dell’occhialeria a essere vincolato dalla Soprintendenza dei Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici è stato inaugurato nel 1990 a Tai di Cadore, per poi essere trasferito nel 2007 nella nuova sede del Palazzo Cosmo a Pieve di Cadore, dove l’allestimento è stato curato, tra gli altri, anche dall’architetto Alessandro Mendini, non nuovo a importanti progetti museali realizzati in tutto il mondo. Il fil rouge del museo è naturalmente la vista e tutta la simbologia che appartiene al semplice e istintivo atto di guardare e non solo di vedere. Oltre 4.000 pezzi dal XV secolo ai giorni nostri sono quindi esposti a rotazione lungo un percorso che si snoda attraverso i due piani del museo e comprendono occhiali, libri, stampe e documenti antichi, cannocchiali, binocoli, strumenti ottici, opere d’arte, ex voto e tanto altro ancora, ricreando la suggestione di un mondo complesso e trasversale, la cui evoluzione è strettamente collegata non solo al progresso tecnologico e industriale ma anche a quello culturale. Una curiosità: una delle sale, vista dall’alto, riprende nella sua struttura le sezioni ottiche di una lente correttiva.
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Pa s s a t o . P r e s e n t e . E s o p r a t t u t t o f u t u r o
Sono poi particolarmente toccanti le foto in bianco e nero, testimonianza di un passato che sembra lontanissimo, donne e uomini intenti a lavorare alle saldatrici a pedale, fabbriche spoglie, sguardi intensi e stralci di vite fatte di sacrifici ma anche della soddisfazione di essere entrati a far parte della storia. La collezione si arricchisce ogni anno di nuovi pezzi seguendo la naturale evoluzione di un museo e di un settore di cui il Cadore in particolare e l’Italia in generale rappresentano da sempre il cuore pulsante.
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