Il biennio AS2 ha introdotto un esame di inglese anche nelle Accademie, così come l’inglese è stato reso obbligatorio pure nei licei artistici (negli istituti d’arte non era previsto). Ricollegare l’argomento su cui verteva l’esame, ossia la Tempesta di Shakespeare, con Aldrovandi è stata una forzatura. Comunque per l’esame ho rispolverato vecchi volumetti ad uso liceale e di scuola media. Un esame serio a livello universitario richiederebbe ben altro impegno, poi apprendere una lingua è tutt’altro che facile. Ogni parola ha diversi significati e se utilizzata nel contesto sbagliato l’effetto è di una comicità involontaria. Oggi poi ci sono i traduttori automatici tramite internet. Provate a tradurre gallo in inglese tramite il traduttore “google”, poi a ritradurlo in italiano!
Mostri Possiamo considerare la specificità del mostro come un archetipo comune a tutta l'umanità, questo assunto è confermato dalla proliferazione di mostri sia in letteratura che nello spettacolo, sia in passato che ora. Tutto questo interesse per la creatura mostruosa può derivare da timori inconsci che nella rappresentazione del mostro potrebbero essere esorcizzati. Per trovare elementi comuni in diverse opere che direttamente o indirettamente possono ricollegarsi all’argomento, ho esaminato il carattere del mostro secondo diverse angolature. In effetti la mostruosità può riferirsi al solo carattere morale o al solo aspetto fisico o a entrambi. Da un punto di vista fisico, un mostro può essere deforme o particolarmente brutto o può mostrare una mescolanza di forme umane e bestiali o ancora può avere una forma comune, ma dimensioni insolite. Consideriamo qui alcuni personaggi dei "Racconti di Canterbury" di Chaucer che si riallacciano alla figuta del mostro. In "The Nun's Priest Tale", il mostro assume le caratteristiche della volpe. Un gallo chiamato Chanteclear ha un incubo terribile: sogna un orribile mostro che vuole afferrarlo per mangiarselo. Questo mostro fissa il gallo con occhi luccicanti e nel contempo rivela una doppia fila di denti bianchi e aguzzi. I colori variano dal giallo al rosso con punte nere sulle orecchie e sulla coda. Questo è in effetti un mostro maligno, ma è terribile soltanto dal ristretto punto di vista del galletto.
Nel racconto della "Wife of Bath", al contrario, troviamo un mostro femminile provvisto di una natura gentile: la protagonista sembra una brutta strega, la creatura più orribile che un essere umano abbia mai visto, ma alla fine poi si trasforma nella migliore moglie con cui qualcuno abbia mai convissuto.
Passiamo ora all'epoca di Shakespeare, dove la mostruosità viene apprezzata al punto da divenire una sorta di moda. Durante il Manierismo c'è una dicotomia tra artificio e natura. Alcuni pittori e architetti codificano la prospettiva o le regole proporzionali in specifici trattati, dove la teoria aumenta a dismisura, diventando sempre più severa e astratta. Altri artisti invece osservano i dati naturali oppure danno libero sfogo alla propria immaginazione, il cui raggio di azione diventa ormai illimitato. L'eccessiva applicazione delle regole astratte porta poi al capriccio o all’assurdo: nell'anamorfosi il punto di vista fortemente decentrato della prospettiva rende le immagini deformate e irriconoscibili. Anche nel teatro si registrano contraddizioni, da una parte sono applicate rigorosamente le tre unità aristoteliche del tempo, del luogo e dell'azione, dall'altra parte questa teoria viene contraddetta o addirittura superata. La recente scoperta di nuove terre stimola la fantasia e indirizza gli scienziati alla ricerca di nuovi metodi di indagine. Pure la scienza sviluppa aspetti teatrali e di intrattenimento, attraverso l'esposizione di oggetti naturali strani o rari, come pesci o animali sezionati, o mediante la costruzione di teatri anatomici stabili, in cui la dissezione diventa un rituale e uno spettacolo pubblico. Gli scienziati cercano di ordinare e organizzare i fenomeni per mezzo di collezioni di reperti e di opere stampate: hanno un profondo interesse per i mostri per due ragioni opposte. La mostruosità fisica può essere considerata come una contraddizione alle regole tradizionali e può aprire la strada a nuove metodologie. Dall'altro lato, la mostruosità può essere considerata come un'eccezione che conferma la validità delle regole tradizionali. Gli scienziati cercano di scoprire le misteriose ragioni che determinano la generazione dei mostri: credono, in accordo con la filosofia di Aristotele, che l'influenza dell'ambiente unitamente a quella dei pianeti o della Luna possono produrre mostri.
Il "Monstrorum historia" di Aldrovandi suddivide i diversi tipi di mostri in base alle differenti tipologie ambientali: mare o terra, altrimenti li classifica secondo l'appartenenza al mondo minerale, vegetale o animale. Sempre Aldrovandi enumera diverse cause relative alla generazione di mostri: un eccesso o una mancanza di semi in gestazione, l'influenza negativa dell'immaginazione, cause indefinite superiori e divine. Alcuni teologi poi sono convinti che il diavolo possa avere rapporti sessuali con le donne (ad esempio con una strega): così questa può partorire un mostro. Nella letteratura morali ad esempio dell'autore anche fanno parte della
troviamo mostri non solo fisici ma anche nel "Principe" di Machiavelli: nell’opinione il cinismo spietato o addirittura il crimine normalità, soprattutto in campo politico.
Nella sfera dell'arte la qualità mostruosa è espressa in vari modi: l'allegoria è spinta con esasperazione fino alla difficoltà o all'impossibilità di identificare il significato dell'immagine. Molti pittori imitano temi antichi eccentrici, come le grottesche. Anche gli architetti fanno uso di grottesche in ornamenti e sculture e adornano i loro edifici con mostri di pietra: il giardino di Bomarzo, vicino alla città di Viterbo, è un esempio interessante di queste distorsioni fantastiche. La natura offre un motivo di ispirazione proprio in quelle peculiarità che appaiono come bizzarre, strane e contraddittorie. Riferendoci poi alla "Tempesta" di Shakespeare, risulta evidente che Calibano è un personaggio mostruoso tipico del manierismo: egli è pure il figlio di una strega, in concordanza con le convinzioni teologiche dell'epoca. Sempre nella "Tempesta", la descrizione del mostro immaginario formato da Calibano e Trinculo che si dibattono per terra è, sotto questo aspetto, molto interessante. Le parole di Stephan si adattano all'immagine stereotipata dei mostri che troviamo nel trattato di Aldrovandi. Stephan crede di scorgere un pesce mostruoso e puzzolente. In questo suo equivoco ci informa che all’epoca di Shakespeare strane bestie o selvaggi morti provenienti dai paesi esotici diventavano una forma di attrazione a pagamento, dove i curiosi venivano invogliati a vedere tali rarità mediante un cartello dipinto. Sempre Stephan crede di essersi imbattuto nel mostro dell'isola, provvisto di quattro zampe e con due voci oppure nel vitello lunare.
Questo equivoco fa venire a mente le incisioni di Aldrovandi con mostri marini, gemelli siamesi o altri esseri mostruosi, come cavalli e vitelli con cinque o sei zampe. Stephan ammette comunque di temere i diavoli, ma non il mostro, ritenendo che questo non sia pericoloso e che sia possibile addomesticarlo. Tornando al personaggio di Calibano, questo non può essere giudicato come un vero mostro, sotto l’aspetto morale, ma piuttosto egli impersona i primitivi istinti vitali e la forza naturale, non presenta infatti una malvagità fine a se stessa, priva di scopo. Calibano è il figlio di Sycorax. Questa era una strega malvagia che fu scacciata da Algeri per i suoi misfatti e per le sue stregonerie. Potremmo presupporre una mentalità colonialista nell’aver scelto una città africana come patria di Sycorax. Potremmo anche confermare questa ipotesi nelle parole di Sebastian, quando rimprovera ad Alonso di aver perso sua figlia avendo questa sposato un re africano. Inoltre già il nome Calibano riecheggia quello di cannibale, il selvaggio tanto inferiore all’uomo civilizzato da cibarsi appunto di carni umane. La strega Sycorax, madre di Calibano, ha incantato l'isola dove ha partorito il mostro e ha imprigionato in un albero uno spirito di nome Ariel, perché si era rifiutato di eseguire i suoi malvagi comandi. Ella muore poco prima dell'arrivo di Prospero nell'Isola. Prospero rilascia Ariel in virtù della sua arte e cerca di educare il giovane mostro Calibano, che era un tempo l'unico abitante e proprietario dell'isola. Prospero gli insegna come parlare, ma la cattiva natura che Calibano ha ereditato da sua madre non gli permetterà di imparare nulla di buono o di utile. Al contrario, la natura istintiva di Calibano lo spinge a violare l'onore di Miranda. In questo tentativo infruttuoso, Calibano cerca in realtà di riconquistare il possesso dell'isola, infatti sogna di esserne il re, circondato da tanti altri piccoli mostri chiamati pure Calibani. In ogni caso Prospero perde la fiducia che aveva in lui e impiega il mostro come schiavo. Deve andare a prendere legna e fare gli uffici più laboriosi. Ariel ha il compito di costringerlo a portare avanti questi bassi servizi e prova molto piacere nel tormentare Calibano: mantiene il rancore contro il mostro perché egli era il suo nemico. Calibano si considera invece ingiustamente sopraffatto da Prospero e trama contro di lui per vendicarsi e liberarsi dalla schiavitù.
Quando Calibano incontra Stephan, si affida a questo ubriacone per mettere a segno il suo piano, ma non considera che rischia di peggiorare la sua condizione di schiavo, se l'omicidio di Prospero dovesse fallire. La motivazione profonda di questo piano non è tanto la vendetta, ma la speranza di riacquistare la libertà e il possesso dell'isola. Alla fine, Prospero gli concederà entrambe le cose. Anche Ariel prega Prospero di renderlo libero. Le sue richieste di libertà sono insistenti e talvolta Prospero perde la pazienza. Al contrario Calibano non richiede nulla, ma protesta apertamente e rivendica i suoi diritti. Possiamo così considerare il mostro Calibano più sincero dello spirito buono Ariel.
Bertoldo, un personaggio su cui ho focalizzato l’attenzione in questa tesi, è stato creato a Bologna da Giulio Cesare Croce e pure presenta le tipiche caratteristiche mostruose care in questa epoca. Questo irsuto contadino, basso di statura ma con mani e piedi enormi, può essere considerato di aspetto orribile, al pari di Calibano. Al contrario della creatura di Shakespeare, Bertoldo è però un uomo saggio e spiritoso, quindi il Re è affascinato sia dalla sua insolita bruttura che dalla sua arguta astuzia. La caratteristica fisica principale di Bertoldo è l’enorme gozzo tipico dei montanari. Di questo gozzo mostruoso ne parla anche Gonzalo, sempre nella Tempesta di Shakespeare, riferendosi appunto alle gole dei montanari, con le giogaie simili a quelle dei tori, dove pendono borse di carne. Il parallelo relativo alle figure mostruose che troviamo in due autori così distanti sottolinea i tratti comuni dell'epoca. Comunque Croce attribuisce le caratteristiche del mostro a un rappresentante della classe subalterna, valorizzato però in senso positivo, mentre Shakespeare considera come mostro e come un essere inferiore e negativo proprio il nativo originario dell’isola. La differenza di visuale nel considerare i membri delle classi inferiori è forse dovuta al modo diverso in cui si presentano socialmente i due scrittori. A Giulio Cesare piace considerarsi come umile popolano. Sia Croce che Shakespeare reputano comunque che il loro personaggio mostruoso vada strettamente riferito al proprio ambiente naturale: Calibano alla sua isola e Bertoldo al suo paese, questo in sintonia con le concezioni aldrovandiane del rapporto tra mostri e ambiente. Alla corte del re infatti Bertoldo morirà per mancanza del suo cibo rustico: rape e fagioli.
Altri autori della letteratura inglese che si occupano di mostri, ma nel senso di entità maligne, sono Marlowe e Burton.
Nella "Tragica storia del Dr. Faustus", Marlowe scrive di uno studioso che brama una conoscenza infinita e vende la sua anima al diavolo. Qui è interessante la figura del dottore che evoca un mostro per mezzo della sua scienza, il mostro evocato poi finisce per distruggerlo o per dannarlo. Burton, nella " Anatomia della Malinconia", scrive di streghe e di diavoli. La sua classificazione in demoni dell’acqua e in diavoli della terra ispirata da Paracelso trova analogie con le idee di Aldrovandi, ma qui i mostri hanno perso la loro costituzione fisica e sono intesi soltanto in senso spiritistico.
Cito ancora un testo teatrale, anche se successivo: l’Opera del mendicante di Gay, che contiene parti musicate come accade per la Tempesta. In questo lavoro, ad eccezione di Polly e in parte di Macheath, tutti i personaggi: ladri, ricettatori e prostitute, sono mostri morali. Tuttavia i mendicanti condividono i loro vizi con i grandi, con la differenza che i primi vengono impiccati mentre i secondi sono esaltati. Considerando la realtà sotto questo aspetto, i mendicanti si trasformano da mostri criminali in filosofi sagaci.
Pure nel Robinson Crusoe di Defoe ritroviamo ancora gli isolani. Qui i mostri sono i cannibali. Questi popoli primitivi, secondo l’autore, hanno soltanto due possibilità: essere colonizzati e civilizzati oppure distrutti. La loro inferiorità non permette loro di discernere il bene dal male, come nel caso di Calibano. Tuttavia mentre Venerdì reagisce docilmente e passivamente, Calibano può essere controllato solo con la forza, non accettando alcuna sottomissione.
Monsters
We can consider the character of the monster as an archetype of all mankind. The proliferation of monsters in literature and entertainment in the past and now shows it. It may be due to unconscious fears that doing so could be exorcised. To find common elements in heterogeneous and variously dated books, I examined the character of the monster in different ways. First, the monstrosity can have only one moral or physical character or both. From a physical point of view, a monster can be deformed or particularly ugly or it can show a mix of human and bestial forms or it can have unusual dimensions. Let's now consider some characters from Chaucer's "Canterbury Tales". In "The Nun's Priest Tale", the monster takes on the characteristics of the fox. A rooster called Chanteclear has a terrible nightmare: he dreams of a horrible monster who wants to take it and eat it. This monster stares at his dick with bright eyes as he shows a double row of sharp, white teeth. Colors range from yellow to red with black tips on the ears and tail. This is a bad monster, but it's terrible only with regards to the cock's point of view. "The Wife of Bath's Tale", on the contrary, presents a female monster with a gentle nature: she is a ugly hag, the most horrible creature that a human being has ever seen, but in the end the witch turns into the best wife with which anyone has ever lived. Let us now consider Shakespeare's age, where the monstrosity becomes a sort of fashion. During Mannerism there is a dichotomy between artifice and nature. Some painters and architects codify perspective or proportional rules in treatises, where theory grows up ever and ever more severe and abstract. Other artists observe nature or prefer to free their imagination, whose license is now boundless. The excessive application of the rules can also be turned into caprice or absurd: in the anamorphosis the point of view is strongly decentralized and the image is deformed and unrecognizable. On the one hand in the theatre the three Aristotelian units of time, place and action are rigorously applied, on the other hand this theory is contradicted or even exceeded.
The recent discovery of new lands stimulates the imagination and improves the scientists to research new methods of investigation. Science is embodied in a new form of entertainment, through the exhibition and the display of strange or rare natural objects, such as dissected fishes or sectioned animals, or through the construction of stable anatomical theatres, in which the dissection becomes a ritual and a public spectacle. The scientists try of ordering and arranging phenomena by means of collections and printed works: they take a deep interest in monsters for two opposite reasons. Physical monstrosity can be considered as a contradiction to traditional rules and can open new ways of research. On the other hand, monstrosity can be observed as an exception that confirms the validity of the traditional rules.
The scientists try to settle the mysterious reasons lying below the monsters generation: they believe, according to the philosophy of Aristotle, which are the main characteristics of the habitat or the influences of the planets or of the Moon that can produce monsters. Aldrovandi's "Monstrorum historia" subdivides several kinds of monsters according to various sorts of habitats: sea or earth. Otherwise, he classifies them in accordance with the belonging to the mineral, vegetable or animal world. Aldrovandi enumerates several causes of monsters generation: an excess or a lack of seeds in gestation, the negative influence of imagination, indefinite superior and divine causes. Some theologians believe that the devil can have sexual relations with women ( for example with a witch ): so, he can give birth to a monster. In literature we find moral monsters in Machiavelli's "Principe": in author's opinion cynicism and also crime are the normality, especially in political field. In the sphere of art, then monstrous quality is expressed in various ways: allegory is exasperated to the difficulty or impossibility of identifying the meaning of the image. Many painters imitate eccentric ancient themes, such as grotesque; architects also use grotesques in ornaments and sculptures. They adorn their buildings with stone monsters: the garden of Bomarzo, near the city of Viterbo, is a very interesting example of this fancy extravagance. Nature offers a source of inspiration in those peculiarities that appear as bizarre, strange and contradictory.
The Shakespeare' Tempest monster, Caliban, is a typical character of Mannerism : he is also the son of a witch, in accordance with the theological convictions of the time. The description of the imaginary monster formed by Caliban and Trinculo is very interesting. Stephan's words fit the stereotypical image of the monsters we find in Aldrovandi's treatise. Stephan calls this being a monstrous stinking fish. At the same time he gives us information that in the age of Shakespeare strange beasts or dead Indians with a painted placard were an attraction for paying people. So he names him also as the four-legged monster of the island with two voices or a calf of the moon. These definitions remind us of the engravings of Aldrovandi with sea monsters, Siamese twins or other monstrous beings, such as horses and calves with five or six legs. Stephan seems to be afraid of the devils, not of the monster, and believes that the monster isn't dangerous and is apt to be tamed. Caliban can't be judged as a veritable monster, if we consider the moral side, but he impersonates the primitive vital instincts and the natural strength, without a wickedness lacking in purpose. Caliban is the son of Sycorax. She was a cruel witch who was sent away from Argier for her misdeeds and sorceries. We can observe a colonialist mentality in the choice of an African town as Sycorax' homeland. We can also find this mentality in Sebastian's words, when he reproaches Alonso for having loose her daughter in a marriage with an African king. Sycorax has enchanted the island where she gave birth to Caliban and she has imprisoned into a tree the spirit called Ariel, because he had refused of executing her wicked commands. Sycorax dies shortly before Prospero's arrival in the Island. Prospero releases Ariel by virtue of his art and tries to educate the young monster Caliban, who was once the only inhabitant and owner of the island. Prospero teaches him how to speak, but the bad nature that Caliban inherited by his mother will not allow him to learn anything good or useful. On the contrary Caliban's instinctive nature pushes him to violate Miranda's honour. In this unsuccessful attempt, Caliban tries to regain possession of the island, because he dreams to people it with many monsters called small Calibans. Therefore Prospero loses his trust in him and employs the monster as a slave. He must fetch wood and make the offices more laborious. Ariel has the task of forcing him to these services and take great pleasure in tormenting Caliban: he bears a grudge against him because he was his old enemy.
Caliban considers himself overwhelmed by Prospero and conceives revenge and liberation. When he meets Stephan, he relies on this drunkard and doesn't consider that he risks worsening his condition as a slave, if Prospero's murder plan couldn't happen. The reason for this plan is not wickedness or revenge, but the hope of freedom and the possession of the island. In the end, Prospero will allow him both. Ariel also prays Prospero to free him. His demands for freedom are steady and sometimes Prospero loses his patience. On the contrary, Caliban requires nothing, but frankly protests and vindicates his claims. We can admit that the Caliban monster is more sincere than the good Ariel spirit.
Bertoldo was created in Bologna by Giulio Cesare Croce and is a further monster-character of this age. This monstrous peasant, short with enormous hands and feet, may be considered so awful as Caliban. Unlike Shakespeare's creature, he is a wise and witty man, so the King is fascinated by both his strange ugliness and his witty cunning. The main characteristic of Bertoldo is a huge goiter typical of mountaineers. This monstrous feature is also described by Gonzalo in Shakespeare's Tempest, when he talks about the mountaineers, dew-lapped like bulls, whose throats hang at them wallets of flesh. The parallel we find in two very different authors underlines the common features of the time. However the monster of Croce is a representative of the subaltern class and he is a positive character, while the monster of Shakespeare is an inferior being. This is due to the different social classes to which the two writers belonged. Both Croce and Shakespeare believe that the monster is closely linked to its natural environment: Calibano in his island and Bertoldo in his country. At the court of King Bertoldo he will die for lack of his rustic food: turnips and beans. In "the tragic story of Dr. Faustus", Marlowe writes of a scholar who craves infinite knowledge and sells his soul to the devil. Here it is interesting the figure of doctor who conjures up a monster through his science : then the monster can destroy him or damn him. Burton, in "The Anatomy of Melancholy, writes about witches and devils. His classification in water- and earthly-devils inspired from Paracelsus continues the concept of Aldrovandi, but now the monsters have lost their physical constitution and are just evil spirits.
The Beggar's opera of Gay belongs to a later period. In this work, with the exception of Polly and partly Macheath, all theatrical characters, thieves, fences and whores, are moral monsters. However they share their vices with the greats, only the firsts are hanged while the seconds are exalted. Considering this reality, the beggars turn themselves from criminal monsters into sagacious philosophers.
In Defoe's R. Crusoe the monsters are the cannibals. These primitive peoples can be colonized and civilized or destroyed. Their inferiority does not allow them to discern good from evil, as in the case of Caliban. However, Friday reacts docilely and passively, while Caliban can only be controlled by force, not accepting his submission.