PROGETTO DI CONSERVAZIONE E RIFUNZIONALIZZAZIONE DELLA TORRE LITTA MODIGNANI AD OSSONA
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LABORATORIO DI CONSERVAZIONE E TUTELA DELLE RISORSE AMBIENTALI
Docenti: Vittorio Giola, Luciano Roncai Studenti: Federico Calenda 734113 Miriam Carretta 736139 Claudia Morandi 735502 Benedetta Sartori 736521
POLITECNICO DI MILANO FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’ CORSO DI LAUREA IN PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA SOSTENIBILE a.a. 2009-2010
Anagrafica del bene
pag. 4
Inquadramento ambientale
pag. 8
Contestualizzazione
pag. 14
Descrizione architetonica del bene
pag. 18 pag. 18 pag. 23
Analisi storica Analisi storica di Ossona Analisi storica della torre
pag. 26
Classificazione e regesto dei documen�
pag. 29
Il rilievo geometrico
pag. 29 pag. 30 pag. 31 pag. 32 pag. 32 pag. 33 pag. 33 pag. 34 pag. 34 pag. 35 pag. 36
Problemi generali La ricognizione Segnalazione dei pun�i Gli errori Le misurazioni Tecnica delle misure progressive Direzioni ver�cali Direzioni orizzontali Livellazioni Misure ele�riche e misure ele�romagne�che Allineamen�
pag. 37-55
Il rilievo cri�co dei materiali
pag. 56
Inquadramento cri�co delle patologie
pag. 59-114 Schede di conservazione
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pag. 115 pag. 115 pag. 116 pag. 117
Tecniche diagnos�che Cara�erizzazione cinema�ca Indagini qualita�ve e stra�grafiche Prove meccaniche
pag. 118
Proge�o di rifunzionalizzazione
pag. 121
Bibliografia
INDICE
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ANAGRAFICA DEL BENE OGGETTO: Tipo bene bene:: archite�onico, bene individuo Tipologia:: torre piezometrica Tipologia Denominazione:: Torre Li�a Modignani Denominazione LOCALIZZAZIONE: Regione:: Lombardia Regione Provincia:: Milano Provincia Comune: Ossona Comune Denominazione spazio viabilis�co co:: Piazza Li�a Modignani Numero civico civico: 20 Zona:: Centro Storico in zona urbana GEOGEREFERENZIAZIONE: Sistema di riferimento riferimento:: Gauss-Boaga Coordinata x: x: longitudine 45.509511 Coordinata y: y: la�tudine 8.901129 Al�tudine: tudine: 156 m DATAZIONE: Secolo:: 1900 dC Secolo Frazione di Secolo Secolo:: Prima metà Anno:: 1932/00/00 Anno Estremo remoto anno anno:1927 :1927 Estremo remoto anno anno:1935 :1935
ANAGRAFICA DEL BENE
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INQUADRAMENTO AMBIENTALE Il comune di Ossona si trova ad un’al�tudine media di 156 metri sul livello del mare e sorge nella parte nordoccidentale della provincia di Milano, distando dal centro del capoluogo lombardo 26 chilometri. Confina a nord con il Comune di Casorezzo, ad Est con quello di Arluno, a Sud con quelli di Santo Stefano Ticino e di Marcallo con Casone e infine ad Ovest con Mesero e Inveruno. Il territorio comunale occupa una superficie di 6,03 kmq ed è cos�tuito dal nucleo abitato principale e dalla frazione di Asmonte, posta nella parte ovest del territorio comunale. La popolazione residente al 31/12/2008 è pari a 4067 abitan�, ripar�� in 1643 famiglie. Ne discende una densità di popolazione di poco superiore ai 650 abitan� per kmq.
Comune di Ossona
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INQUADRAMENTO AMBIENTALE
INQUADRAMENTO AMBIENTALE
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La Torre Li�a Modignani si colloca nella piazza del paese, di fronte alla sede comunale ed alla Villa Li�a Modignani, risalente al 1796.
Torre Li�a Modignani
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INQUADRAMENTO AMBIENTALE
Panoramica di Ossona da Torre Li�a
INQUADRAMENTO AMBIENTALE
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CONTESTUALIZZAZIONE
Carta del 1723_Mappa catastale Archivio Teresiano, o di Carlo VI (1718-1733, 1749-1760) 8
CONTESTUALIZZAZIONE
Carta tecnica_1860
CONTESTUALIZZAZIONE
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Mappa catastale_Archivio Lomardo-Veneto_1866 10
CONTESTUALIZZAZIONE
Mappa catastale_ Archivio Cessato Catasto(1886-1904) CONTESTUALIZZAZIONE
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Carta Tecnica Regionale_Scala 1:10.000_1980 12
CONTESTUALIZZAZIONE
Carta Tecnica Regionale_Scala 1:10.000_1980 CONTESTUALIZZAZIONE
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DESCRIZIONE ARCHITETTONICA DEL BENE La torre piezometrica di Ossona è un prisma a base quadrata con una facciata principale e tre secondarie, di 6,5 metri di lato per un altezza complessiva di 28 metri, escluso il torrino in copertura. La torre è in posizione sopraelevata rispe�o alla piazza, in quanto poggia su un basamento a pianta quadrata in beola, che ha sos�tuito l’originale basamento composto da tre gradini. Le facciate sono divise in due par�: un basamento, un elemento agge�ante ornamentale in cemento decora�vo che segna lo stacco con la sovrastante parte di facciata rives�ta in ma�oni re�angolari, dispos� con orditura sfalsata. Il basamento su tu�e le facciate è composto da una scansione di 12 fascioni orizzontali in cemento decora�vo lisciato, e misura 6 metri. Le facciate rivolte ad Est e ad Ovest sono interamente rives�te in ma�oni nella parte superiore e presentano qua�ro aperture finestrate. Dal lato sus si accede alla torre mediante un ingresso, cos�tuito da una porta in ferro, e so�olineato lateralmente da due colonne cilindriche poste simmetricamente rispe�o alla porta. L’ingresso è posto in corrispondenza della seconda fascia in cemento decora�vo, e vi si accede salendo due gradini colloca� fra la base della colonne. Le colonne cilindriche sono cos�tuite da undici pile di ma�oni circolari, le quali poggiano su una fascia di cemento decora�vo che corrisponde alla prima fascia del basamento su tu�e le facciate.
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DESCRIZIONE ARCHITETTONICA DEL BENE
All’ altezza di 15 metri dal basamento vi è un balcone a cui si accede da una porta di ferro e vetro di sicurezza. Il balcone originariamente era il punto da cui il podestà del paese parlava alla ci�adinanza per i comizi poli�ci durante l’epoca fascista. Il balcone è a pianta re�angolare in cemento decora�vo, con una balaustra in ferro di protezione. Il balcone si giunge al coranamento in cemento decora�vo posto alla sommità dell’ingresso tramite un elemento lineare che decresce e si asso�glia. Questa fascia ver�cale si specchia visivamente in un’altra fascia posta al di sopra del balcone a filo del rives�mento in ma�oni, e scansionata in una griglia re�angolare, un telaio in ferro che ospitava,probabilmente, una vetrata. In copertura è presente un torrino, cos�tuito da qua�ro colonne a L in ma�oni regolari su cui poggiano qua�ro archi rives�� in malta bastarda, con una cornice in cemento decora�vo. Il torrino nel suo interno ospita delle travi in ferro che sostengono la campana in bronzo, risalente agli anni ‘50, ormai non funzionante. Sulla campana in bronzo abbiamo potuto rilevare diversi frammen� di iscrizioni in la�no: “convoco plebem civibus flovas anno domini 1950; ablatum tempore anno domini 1940; belli tempore anno domini 1914; res�tutum publico sumptu anno domini 1950” la cui traduzione (a cura di Francesco Soldani, do�ore in archeologia presso l’Università degli Studi di Milano), indicherebbe che la campana è stata forgiata nel 1914, poi rimossa dalla sua collocazione nel 1940 e successivamente riposta sul torrino nel 1950, con i versi di convocazione per i ci�adini per la cerimonia di ricollocazione. La traduzione è molto interpreta�va in quanto abbiamo potuto rilevare solo parte dell’iscrizione, la quale è posta in un punto difficilmente visibile.
Balcone
Prospe�o sud DESCRIZIONE ARCHITETTONICA DEL BENE
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Per accedere alla copertura dal piano serbatoio, si risale una scala in ferro, la quale a�raversa una botola che è posta al centro del torrino. In copertura sono installate le antenne per le telecomunicazioni; gli apparecchi si compongono di una canalina in alluminio con i cavi che è posta lungo il perimetro della balaustra in ferro, e delle antenne stesse che sono fissate ai qua�ro angoli della balaustra. La torre all’interno è suddivisa in qua�ro livelli, cui si somma il piano terra. Le scale per le risalita sono a chiocciola, in ferro ba�uto, con decorazioni floreali e sono disposte simmetricamente agli angoli della parete nord. Il piano terra ha un altezza di quasi 6 metri ed ospita un locale tecnico in cui sono installa� gli apparecchi di telecomunicazioni della società 3G. Inoltre vi sono le tubazioni del vecchio impianto di pompaggio che con�nuano nel so�osuolo. Al primo piano vi sono due locali: un bagne�o e un locale non ispezionabile; è presente una finestra sul lato nord centrale rispe�o alla parete; il pavimento è in cemento ba�uto mentre le pare� sono intonacate, come negli gli altri piani.
Piano primo_Locale non ispezionabile e bagno 16
DESCRIZIONE ARCHITETTONICA DEL BENE
Campana in bronzo con altorilievi
Botola
Impian� in copertura
Scala a chiocciola in ferro
Locale impian� 3G_Piano terra
Al piano secondo vi era la vecchia sede del circolo di motociclismo del paese, di cui rimangono alcuni arredi, vi sono tre finestre sui la� est ovest e nord ed il pavimento è in piastrelle. Al piano terzo, sempre a pianta quadrata, l’unico elemento che differisce col piano secondo è la presenza del balcone esterno, cui si accede a�raverso una porta in ferro. Il piano quarto è interamente occupato dal serbatoio per l’acqua, di forma cilindrica, di un’ altezza di oltre 6 metri. Non è possibile determinare altro, poiché l’accesso e la vista sono preclusi da teli di protezione pos� fra la scala a chioccola che porta alla copertura del serbatoio e lo stesso in altezza. Il livello sopra il serbatoio è pra�camente la sua copertura, delimitata da una recinzione di protezione. A questo livello si può vedere la muratura portante senza intonaco, e le travi in cemento armato che reggono la copertura della torre, le quali recano ancora un’iscrizione del 1933 che ne documenta l’anno di costruzione. E’ presumibile che la stru�ura della torre sia in muratura piena, con i muri perimetrali portan� in laterizio. I solai interpiano del primo, secondo e terzo piano poggiano su travi portan� in cemento armato, disposte a croce, di altezza 20 cm; mentre il solaio che regge il serbatoio poggia a sua volta su una griglia di travi portan� di diverse altezze (50 cm e un metro), che formano un re�colo stru�urale, come riportato in foto e nel rilievo.
Piano secondo
Piano terzo
Piano quarto
Travi DESCRIZIONE ARCHITETTONICA DEL BENE
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ANALISI STORICA DI OSSONA I più an�chi reper� storici ritrova� all’interno di quello che a�ualmente è il territorio comunale di Ossona risalgono al primo secolo avan� Cristo. Sulla base di questo ritrovamento, si può presumere che qualche insediamento sul territorio ossonese, si sia avuto a par�re dal quinto secolo a.C. Successivamente, nell’area tra l’Olona e il Ticino, che comprende la piana di Ossona, si sono succedute le dominazioni romane e Campagna ossonese barbariche. Il primo documento citabile come fonte storiografica è dell’epoca feudale e comunale, quando nel 1213 su un a�o notarile compare il nome di Petro de Ossona, da ciò gli storici hanno dedo�o che già a�orno all’anno mille Ossona era un insediamento stabile. Successivamente, negli “Statu� delle acque e delle strade del contado di Milano fa� nel 1346” Ossona risulta incluso nella pieve di Corbe�a e viene elencato tra le località cui spe�a la manutenzione della “strata da Sancto Petro a l’Olmo” come “el locho da Ossona”, cioè facente parte di Ossona. Nei registri dell’es�mo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamen� del XVII secolo Ossona risulta ancora compreso nella medesima pieve. Durante la dominazione spagnola il borgo di Ossona rimase senza feudatario. Il territorio a�orno all’anno 1500 era quasi interamente boscoso e gli abitan� spesso convivevano con cares�e, mala�e e guerre. Tra il 1576 e il 1577 una pesante epidemia Campagna ossonese di peste contribuì ad impoverire ulteriormente la zona. Solo agli inizi del ‘600 si registrano i primi aumen� demografici, subito annulla� da un’altra epidemia di peste, quella del 1628-1630. Nel ‘600 a mo�vo della povertà della zona, il comune venne messo all’asta ma rimase per anni senza acquiren�. Soltanto nel se�embre del 1650, quando il “valore” degli abitan� scese da 62 a 40 lire per famiglia, il marchese Vercellino Maria Viscon� acquistò Ossona per 2360 lire e ne divenne il primo feudatario. Deduciamo quindi che all’a�o dell’acquisto ad Ossona risiedevano 59 famiglie, composte da massari, braccian� e ar�giani, oltre a qualche proprietario terriero. A metà del XVIII secolo il comune, divenuto feudo nel 1651, era so�oposto alla giurisdizione del podestà feudale “di minor magistrato”, residente in Milano, a cui la comunità corrispondeva un salario annuo “a �tolo di podestaria”, ed era anche so�oposto alla giurisdizione del “giusdicente maggiore” vicario del Seprio. Dalle risposte ai 45 quesi� della giunta del censimento del 1751 emerge che l’apparato amministra�vo del comune che contava 557 anime, era cos�tuito da un console, tutore dell’ordine pubblico, ele�o ogni anno “per ciascun compadrone incominciando dal primo es�mato”, e da un sindaco, nominato a vita dal feudatario, responsabile della 18
ANALISI STORICA DI OSSONA
ges�one degli interessi della comunità; console e sindaco erano inoltre coadiuva� da un cancelliere, residente in loco, al quale erano a�ribuite le mansioni rela�ve al calcolo e ripar�zione dei carichi fiscali. Un esa�ore, scelto con asta pubblica e nominato dal “popolo”, si accollava tu�e le operazioni connesse alla riscossione delle imposte; i libri dei ripar� e le altre pubbliche scritture venivano infine custodi� dal feudatario stesso non disponendo la comunità di un archivio. Nel compar�mento territoriale dello stato di Milano il comune di Ossona risulta inserito nel ducato di Milano, pieve di Corbe�a. Nel 1771 Ossona contava 990 abitan�. Con il successivo compar�mento territoriale della Lombardia austriaca il comune, sempre compreso nella pieve di Corbe�a, venne trasportato nella provincia di Pavia, delegazione XVI. In forza del nuovo compar�mento territoriale per l’anno 1791, il comune di Ossona rimase nella pieve di Corbe�a, incluso nel XXIV “distre�o censuario” della provincia di Milano. Ossona rimase so�o il dominio dei Viscon� sino al 1794, data della morte di Giuseppe Maria Viscon�, ul�mo discendente della facoltosa famiglia milanese. I diri� sul feudo passano quindi alla Regia Camera e poi al Demanio. In epoca napoleonica, con la legge 20 marzo 1796 il Ducato di Milano passa so�o il dominio francese e la pieve di Corbe�a, cui apparteneva anche Ossona, viene aggregata al Dipar�mento del Ticino, con sede a Pavia. Soppresso il dipar�mento del Ticino, con la successiva legge 26 se�embre 1798 di ripar�zione territoriale dei dipar�men� d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio, il comune di Ossona fu trasportato nel Dipar�mento dell’Olona, distre�o di Cuggiono Maggiore. Il comune, in forza della legge 13 maggio 1801 di ripar�zione territoriale della Repubblica Cisalpina, venne poi incluso nel distre�o IV del dipar�mento d’Olona, con capoluogo Gallarate. Con l’a�vazione del compar�mento territoriale del Regno d’Italia, il comune di Ossona, sempre compreso nel dipar�mento d’Olona, fu inserito nel distre�o II di Pavia, cantone III di Abbiategrasso: comune di III classe, contava 818 abitan�. Secondo quanto disposto dal decreto di aggregazione e unione dei comuni del dipar�mento d’Olona al comune di Ossona, ancora incluso nel cantone III del distre�o II di Pavia, venne aggregato il comune soppresso di Santo Stefano: la sua popolazione raggiunse pertanto le 1.234 unità. Con il successivo decreto di concentrazione e unione dei comuni del dipar�mento d’Olona,datato 1811, il comune di Ossona venne a sua volta soppresso e aggregato al comune di Arluno, compreso nel distre�o IV di Gallarate, cantone II di Saronno. Con il compar�mento territoriale delle province lombarde del regno Lombardo-Veneto il ricos�tuito comune di Ossona venne inserito nella provincia di Pavia, distre�o VIII di Abbiategrasso. Il comune, che aveva convocato generale, rimase nel distre�o VIII di Abbiategrasso anche in seguito al successivo compar�mento territoriale delle province lombarde. Nel compar�mento territoriale della Lombardia il comune di Ossona risulta ancora compreso nella provincia di Pavia, distre�o V di Abbiategrasso. In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compar�mento territoriale stabilito con la legge 23 o�obre 1859, il comune di Ossona con 1.107 abitan�, re�o da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento II di Magenta, circondario V di Abbiategrasso, provincia di Milano. Alla cos�tuzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente ANALISI STORICA DI OSSONA
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di 1.159 abitan� (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia. Nel 1869 il comune di Ossona venne aggregato al comune di Casorezzo, dopo aver rifiutato l’ annessione di Barco con Casone e Asmonte. Nel 1869 Ossona viene aggregata con un Decreto del Re al limitrofo Comune di Casorezzo: tale provvedimento non è acce�ato dalla comunità ossonese, che si fece portavoce più volte presso il Ministro dell’Interno per la revoca del medesimo Decreto. Nel 1872 Ossona respinse anche la proposta di aggregazione a Santo Stefano Ticino. A seguito di con�nue comunicazioni del nucleo di nobili abitan� in Ossona, si procede ad un iter di autonomia comunale, che si conclude nel 1909 con il ricos�tuito comune autonomo di Ossona, disaggregandone il territorio dal comune di Casorezzo. Tu�o l’iter di cos�tuzione del comune è dimostrato dai numerosi documen� visiona�, conserva� il complesso archivis�co comunale. Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Abbiategrasso della provincia di Milano. Nel 1925 al comune di Ossona venne aggregata la frazione di Asmonte, staccata dal comune di Marcallo con Casone. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà; a cui si sos�tuirà nel dopoguerra, in seguito alla riforma dell’ordinamento comunale, l’amministrazione composta da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.
Decreto Reale, 1869
Domanda degli abitan� di Ossona, 1890 20
ANALISI STORICA DI OSSONA
ANDAMENTO DEMOGRAFICO
Popolazione residente nel comune: -abitan� 818 (Censimento 1801); -abitan� 1.159 (Censimento 1861); -abitan� 1.621 (Censimento 1911); -abitan� 1.722 (Censimento 1921); -abitan� 2.090 (Censimento 1931); -abitan� 2.214 (Censimento 1936); -abitan� 2.536 (Censimento 1951); -abitan� 2.616 (Censimento 1961); -abitan� 3.071 (Censimento 1971).
Decreto Regio, 1909
Ossona, comba�en� fuori sede, 1954
Le sedi municipali dal 1909 ad oggi: via Patrio� (dal 1909 al 1921), via IV Novembre (dal 1921 al 1954), via Marconi (dal 1954 al 1983), Piazza Aldo Moro (dal 1983 al 2004) e infine Villa Li�a Modignani (a�uale sede municipale). ANALISI STORICA DI OSSONA
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GALLERIA FOTOGRAFICA
Piazza di Ossona anni ‘20 Asilo dal lavatoio di Via Bosi
Raccolta galle�e bachi
Trebbiatura del grano
Villa Li�a
Via Padre Giuliani anni ‘50
Piazze�a via 4 novembre
Maratona ciclis�ca 1933 22
ANALISI STORICA DI OSSONA
Fiera di San Bartolomeo
ANALISI STORICA DELLA TORRE Dall’ archivio delle Delibere del periodo tra il 1923 e il 1940 sono sta� presi in visione alcuni a� rela�vi all’iter per la costruzione della Torre Li�a Modignani. Da ques� documen� si desume che la costruzione della stessa si era resa necessaria per l’approvvigionamento idrico del comune di Ossona. La prima delibera che autorizza la costruzione dell’acquedo�o è datata 24 Se�embre 1927 e venne confermata da una successiva del 1928. La necessità primaria fu di costruire la camera stagna con pozzo trivellato per provvedere al pompaggio dell’acqua e come riserva idrica dal so�osuolo; il pozzo fu successivamente collegato al canale emuntore, che si riforniva dal vicino corso d’acqua. Dalla copia del proge�o consegnato al Genio Civile nel 1933, a costruzione iniziata, si riscontra che il proge�sta della camera stagna con pozzo trivellato (il serbatoio della torre) fu l’Ing. Ba�aglia. La datazione della torre, per quanto riguarda la sua funzionalità idrica, risale al 1933
Schizzi di datazione incerta
Programma inaugurazione Torre Li�a ANALISI STORICA DI TORRE LITTA
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torre fu costruita con un pres�to Statale; nel 1930 fu stanziato un finanziamento di L. 25.000 da parte della Cassa Deposi� e Pres�� alla Di�a costru�rice Gajo Carlo & figli di Busto Garolfo per la costruzione del pozzo e dell’acquedo�o. All’anno 1933 risale anche il decreto per aggregazione al consorzio dell’acqua potabile ai comuni della provincia di Milano, datato 22 se�embre; la torre risulta perciò funzionante per i suoi scopi di ingegneria idraulica. Considerando il periodo storico e la grandezza dell’opera, il Podestà dell’epoca, Cav. Alfonso Cucco, ritenne che la torre dovesse essere assunta come simbolo del Comune e del potere poli�co promotore del proge�o, facendo realizzare un balcone per i comizi pubblici e ponendo due fasci li�ori sulle colonne ai la� dell’ingresso per celebrare il regime fascista e successivamente asporta�, dopo la guerra. e la stru�ura che la conteneva era un pa- La torre fu inaugurata il 19 o�obre 1935 rallelepipedo in muratura a base quadrata. con una manifestazione di importanza reDa un’ ulteriore delibera, si evince che la gionale.
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ANALISI STORICA DI TORRE LITTA
Documen� consulta� rela�vi all’acquedo�o (1927-1933)
REGESTO E CODIFICA DELLE FONTI CARTOGRAFIA
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Documento n°.: Tipo documento: Archivio: Indirizzo archivio: Fondo: Cartella: Categoria: Classe: Fascicolo: Ogge�o: Anni: File Allegato:
1 Carta TeDoc Politecnico di Milano Mappe catastali Milano e Provincia Teresiano, o di Carlo VI (1718-1733, 1749-1760)
Documento n°.: Tipo documento: Archivio: Indirizzo archivio: Fondo: Cartella: Categoria: Classe: Fascicolo: Ogge�o: Anni: File Allegato:
2 Carta TeDoc Politecnico di Milano Mappe catastali Milano e Provincia Lombardo-Veneto (1848-1859)
Documento n°.: Tipo documento: Archivio: Indirizzo archivio: Fondo: Cartella: Categoria: Classe: Fascicolo: Ogge�o: Anni: File Allegato:
3 Carta TeDoc Politecnico di Milano Mappe catastali Milano e Provincia Cessato Catasto(1886-1904)
Documento n°.: Tipo documento: Archivio: Indirizzo archivio:
4 Carta TeDoc Politecnico di Milano
REGESTO
FA0451 Comune di Ossona 1723 carta1723; torre ossona/relazione/cartografia/
FA2076 Comune di Ossona 1866 carta1866; torre ossona/relazione/cartografia/
FA1050 Comune di Ossona 1902 carta1902; torre ossona/relazione/cartografia/
Fondo: Cartella: Categoria: Classe: Fascicolo: Ogge�o: Anni: File Allegato:
Mappe catastali Milano e Provincia Carta Tecnica Regionale Scala 1:10.000 Sezione n° A62 Comune di Ossona 1980 carta1980; torre ossona/relazione/cartografia/
Documento n°.: Tipo documento: Archivio: Indirizzo archivio: Fondo: Cartella: Categoria: Classe: Fascicolo: Ogge�o: Anni: File Allegato:
5 Carta TeDoc Politecnico di Milano Mappe catastali Milano e Provincia Carta Tecnica Regionale Scala 1:10.000 Sezione n° A62 Comune di Ossona 1994 carta1994; torre ossona/relazione/cartografia/
Documento n°.: Tipo documento: Archivio: Indirizzo archivio: Fondo: Cartella: Categoria: Classe: Fascicolo: Ogge�o: Anni: File Allegato:
6 Carta Comune di Ossona Sede comunale Archivio Storico non dis�nto non dis�nto non dis�nto non dis�nto Comune di Ossona 1840-1860 carta1860; torre ossona/relazione/cartografia/
Documento n°.: Tipo documento: Archivio: Indirizzo archivio: Fondo: Cartella: Categoria: Classe: Fascicolo: Ogge�o: Anni: File Allegato:
7 Carta Comune di Ossona Sede comunale Archivio Storico non dis�nto non dis�nto non dis�nto non dis�nto Canale emuntore acquedo�o comunale 1927 canale emuntore; torre ossona/relazione/cartografia/ REGESTO
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DOCUMENTI consultazione presso gli archivi comunali Tipo documento: Archivio: Indirizzo archivio: Fondo: Cartella: Categoria: Classe: Fascicolo: Ogge�o: Anni:
A�o pubblico Comune di Ossona Sede comunale Archivio Storico A� e Delibere non dis�nto non dis�nto non dis�nto Comune di Ossona 1869- 1909
Documento n°.:
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Ogge�o: Delibera del podestà sull’assunzione di un finanziamento di L. 25.000 concesso dalla Cassa Deposi� e Pres�� alla Di�a costru�rice Gajo Carlo & figli di Busto Garolfo nel 1930 per la costruzione dell’acquedo�o File Allegato: torre ossona/relazione/documen�/1927-1933 acquedo�o Documento n°.: Ogge�o: zio File Allegato:
18 Delibera del Podestà 18 Maggio 1933 sulla aggregazione al consordell’acqua potabile torre ossona/relazione/documen�/1927-1933 acquedo�o
Documento n°.: Ogge�o: quedo�o, File Allegato:
19 Elenco delle deliberazioni che documentano la costruzione dell’acdella camera stagna con pozzo trivellato e canale emuntore. torre ossona/relazione/documen�/1927-1933 acquedo�o
COMPLESSI ARCHIVISTICI CONTENTI DOCUMENTAZIONE SUL COMUNE DI OSSONA, SECONDO LA CLASSIFICAZIONE DEL REGISTRO DEI BENI CULTURALI DELLA LOMBARDIA Archivi storici Archivi storici - Sogge� produ�ori - en�: Comune di Ossona Fon� documentarie Codice diploma�co della Lombardia medievale (sec. VIII-XII): Carta finis et divisionis. 1172 febbraio 29, Milano. Carta libelli. 1186 luglio 21, Milano. Carta vendi�onis. 1170 maggio 29, Rosate. Is�tuzioni storiche comune di Ossona 1816 - 1859 comune di Ossona 1757 - 1797 comune di Ossona 1798 - 1811 comune di Ossona sec. XIV - 1757 comune di Ossona 1859 - 1869 comune di Ossona 1909 - [1971] parrocchia di San Cristoforo sec. XVI - [1989] 28
REGESTO
IL RILIEVO GEOMETRICO Il rilievo necessario per la conservazione del costruito è un processo prevalentemente indu�vo, che parte dal par�colare fino ad arrivare al generale. La prima fase del rilievo è anali�ca ed è una delle fasi più importan� di un proge�o di conservazione: dal rilievo portato al de�aglio si giunge fino al proge�o esecu�vo. La fase conosci�va deve essere estesa a tu�e le componen� necessarie a definire un quadro quanto più preciso del manufa�o.
PROBLEMI GENERALI La scelta della torre piezometrica da analizzare è derivata da numerosi temi ricerca� nelle province di Monza e Brianza e nella provincia di Milano. La valutazione del sito e del manufa�o ha assunto un’importanza notevole al principio della nostra ricerca perchè eravamo consapevoli che avrebbe condizionato tutte le fasi di indagine, di reperibilità di documen� di archivio, di rilievo e di proge�o di riu�lizzazione. La quan�tà di informazioni e la precisione richiesta per il rilievo finalizzato alla conservazione e alla rifunzionalizzazione del manufa�o sono state molto elevate. La documentazione che siamo riusci� ad o�enere ha fornito un quadro storico del manufa�o ed è stata orientata alla definizione il più esauriente possibile della fabbrica e di ogni sua parte di rela�vo interesse, ha inoltre permesso la definizione delle cara�eris�che dimensionali, l’accertamento dei materiali presen� e delle modalità di impiego. Tale indagine ci ha condo�o all’iden�ficazione e la registrazione nella maniera più adeguata delle cara�eris�che di dissesto delle stru�ure e della degradazione dei materiali, formulando un quadro diagnos�co generale e ipo�zzando eventuali interven� di conservazione. Abbiamo cercato di interpretare il manufa�o come un “documento”, considerandolo nella sua totalità. Ricerca preliminare del tema del proge�o RILIEVO GEOMETRICO
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Le teorie della conservazione esigono il rispe�o dei materiali e di tu� quei sistemi che possono essere considera� originari e anche della sedimentazione storica, stra�grafia tes�mone del tempo. Considerando l’approfondimento delle indagini un presupposto del nostro studio, abbiamo considerato il manufa�o nella sua totalità cercando di conferire a tu�e le par� eguale dignità. Il programma di ricerca complessivo e spinto alla massima risoluzione ha comunque presentato i suoi limi� lasciando grossi margini di incertezza. Come suggerisce Luigi Marino in “Il rilievo per il restauro” il rilievo del sito può essere valutato con un certo an�cipo a�raverso la considerazione di alcuni fa�ori: lo stato della stru�ura, la sequenza degli avvenimen� che hanno interessato l’opera, l’insieme, cioè quanto il deposito è ricco in manufa� e in materiale organico e l’ambiente in cui si trova, se può esser capace di raccontare il passato.” Le informazioni che abbiamo o�enuto prima del sopralluogo sono state importan� per capire l’ accessibilità dell’area interessata dal nostro rilievo. LA RICOGNIZIONE Per la valutazione preven�va delle cara�eris�che del manufa�o è stata u�le l’analisi di carte topografiche, foto aeree e rilievi in opportuna scala. Ques� strumen� sono sta� u�li a fare una programmazione delle operazioni di rilievo e della classificazione delle a�rezzature necessarie. La ricognizione preliminare è stata importante sopra�u�o per valutare le condizioni in cui avremmo dovuto effe�uare il rilievo: l’area, dalle immagini aere, risultava infa� aperta e abbiamo così potuto stabilire un’opportuna rete di appoggio per il rilievo, scelto il metodo di rilievo, le procedure e le strumentazioni più adeguate alle necessità e alle condizioni di lavoro.
Strumen� per il rilievo 30
RILIEVO GEOMETRICO
Individuazione dell’area del rilievo
SEGNALAZIONE DEI PUNTI Le operazioni di rilievo si sono poi concre�zzate nell’individuazione di una serie di pun� cara�eris�ci capaci di rappresentare l’ogge�o del rilievo. Più grande sarà il numero di pun� presi in considerazione maggiore sarà il grado di precisione del disegno. Nelle operazioni del rilievo in esame abbiamo individuato i pun� più significa�vi, partendo da quelli capaci di definire l’ingombro di massima del manufa�o e li abbiamo registra� su un taccuino. Abbiamo determinato dei segnali cos�tui� da elemen� del terreno e dell’edificio e li abbiamo evidenzia�. Tali pun� hanno cos�tuito le basi del disegno a cui riferirsi e correggere eventuali errori anche in momen� successivi. Sono sta� u�li a determinare dei limi� dimensionali entro i quali ritrovarsi. Per evitare al massimo imprecisioni abbiamo scelto dei segnali permanen�, riferi� a elemen� ar�ficiali presen� da molto tempo. L’adozione di pun� di riferimento è diventata sempre più fi�a, fino alla definizione, quanto più precisa, della torre piezometrica in esame.
Triangolazioni effe�uate da pun� scel� di riferimento scala:1:500
RILIEVO GEOMETRICO
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GLI ERRORI Per quanto il rilievo è stato eseguito con una certa a�enzione e cura, il risultato presenta inevitabilmente degli errori. Abbiamo cercato di eliminare gli errori che grossolanamente avevamo commesso, a�raverso alcune verifiche successive sulle distanze lineari e le misurazioni angolari, mentre altri, difficilmente riconducibili a cause specifiche (imprecione nelle tarature degli strumen� adopera�, errori nella presa di alcune misure di portata decimale), nonchè gli inevitabili errori di graficismo sono sta� sistema� con la ricerca di valori che più probabilmente corrispondevano ai valori veri delle grandezze misurate ado�ando il principio della “media aritme�ca delle misure”. Il risultato è quello maggiormente vicino al vero, poichè il numero delle misure è stato elevato. E’anche vero che, a mano a mano ci si allontana dalla misura base gli errori si accumulino, perchè più sono i da� e maggiore può essere la difficoltà che si presenta nel ges�rli e controllarli. Proprio per questo mo�vo ci siamo servi� di “segnali” fissi, delle basi d’appoggio, che perme�essero la ges�one dei da� mediante dei controlli incrocia�. Eliminare del tu�o i margini d’errore è molto difficile, come dichiarano gli stessi apparecchi topografici dei costru�ori, ma, per una le�ura a�enta del rilievo, è doveroso tenerli in conto, anche considerando la volontà di compensarli e a�enuarli. LE MISURAZIONI Nell’operazione di rilievo effe�uata, è stato importante, in primo luogo, verificare le condizioni di ver�calità e di orizzontalità. Fissando una serie di segnali, in numero più elevato possibile, siamo arriva� a conoscere le cara�eris�che topografiche dell’ogge�o, le rela�ve quote e quindi siamo giun� a definire i vari dislvelli.
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RILIEVO GEOMETRICO
Operazioni di rilevamento
TECNICA DELLE MISURE PROGRESSIVE Le misure sono state raccolte tenendo ferma la bindella in un punto preciso e contando progressivamente le altre misure senza smuoverla.
DIREZIONI VERTICALI Per la verifica delle direzioni ver�cali abbiamo adoperato due strumen�: il filo a piombo e un’asta fornita di bolla angolare.
RILIEVO GEOMETRICO
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DIREZIONI ORIZZONTALI Le direzioni orizzontali sono state verificate con strumen� semplici di cui disponevamo. Uno di ques�, la livella, dotata di bolla, è stata u�le a capire immediatamente l’orizzontalità degli elemen�. La bolla presente nella livella, a tal scopo, deve essere perfe�amente centrato nell’asta in cui risiede, affinchè possano risultare le stesse grandezze,opposte di segno, in una e nell’altra direzione. Un altro sistema che è risultato u�le alla le�ura dell’orizzontalità degli elemen� del piano è stato il livello ad acqua, un tubo trasparente (canna dell’acqua) che funziona tramite il principio dei vasi comunican�. L’orizzontalità è verificata dalla corrispondenza tra i livelli dell’acqua nei due estremi. Non disponevamo di strumen� più sofis�ca�,nonchè più precisi, per la determinazione dei livelli dei vari elemen� che compongono il manufa�o. Consci del margine di errore abbiamo effe�uato più volte le misurazioni e ne abbiamo interpolato i risulta�.. LIVELLAZIONE Abbiamo iniziato a disegnare l’ogge�o in esame effe�uando l’operazione della livellazione: abbiamo, quindi, tracciato un sistema di riferimento trovando un elemento fisso dal quale, tramite la livella, abbiamo segnato una linea che definiva una superficie orizzontale dalla quale definire le distanze di tu� i pun� significa�vi. Abbiamo determinato le quota rela�ve di un certo numero di pun� partendo da un piano orizzontale di riferimento tracciato a quota 1,5m. La traccia di questo piano consente di determinare un rilievo in cui le misure superiori avranno segno posi�vo e quelle inferiori segno nega�vo.
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RILIEVO GEOMETRICO
MISURE DIRETTE E MISURE ELETTROMAGNETICHE Per misurare le distanza tra i pun� abbiamo ado�ato il metodo dire�o riportando in successione n volte la lunghezza di un longimetro. Il longimetro di riferimento che abbiamo usato è stato il metro e nastri gradua� con fe�uccia di materliale elas�co di lughezza pari a 60m. Per la definizione di tu�e le distanze del rilievo è stato adoperato anche un geodimetro, il metro laser, strumento che definisce la distanza tra due pun� mediante il metodo di misurazione ele�romagne�co. Il principio su cui si basa questo strumento è quello della valutazione del tempo trascorso tra l’invio di un segnale e il suo ritorno riflesso da un apposito disposi�vo. Questo strumento è stato molto u�le nei casi in cui era impossibile operare in due. Gli strumen� che abbiamo usato,sono quelli che abbiamo potuto recuperare. Dopo un’analisi preliminare del sito è stata,come già de�o, essenziale per la scelta delle a�rezzature a disposizione da ado�are, simultaneamente o in momomen� diversi. Considerando che l’impiego di diverse attrezzature possa portare a risulta� leggermente diversi, ripor�amo le cara�eris�che di ciascuna e quindi l’affidabilità che si può a�ribuire a ciascuna.
RILIEVO GEOMETRICO
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ALLINEAMENTI Per determinare la posizione dell’ogge�o rilevato rispe�o ai vicini edifici preesisten� abbiamo effe�uato velocemente l’operazione dell’allineamento, determinando a�raverso strumen� semplici quali una bindella e una bussola. Abbiamo deciso di effe�uare questa operazione per servircene come riferimento per le operazioni succesive. Grazie all’allineamento abbiamo inoltre determinato delle maglie u�li allo sviluppo del disegno,come ad esempio quella riferita alla facciata principale scandita nella sommità da una serie di elemen� metallici a�ualmente riempi� da cemento. I rappor� tra le par� sono sta� comunque verifica� a�raverso rilevazioni successive.
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RILIEVO GEOMETRICO
INQUADRAMENTO CRITICO DEI MATERIALI Materiali lapidei naturali: Rocce: PG PIETRA BASAMENTO GNEISS PB PIETRA BASAMENTO BEOLA Materiali lapidei ar�ficiali: Laterizi: LP LATERIZIO PIENO RETTANGOLARE LC LATERIZIO PIENO CIRCOLARE GR PIASTRELLE IN GRES E IN CERAMICA BIANCA LACCATA Elemen� in cemento: CL RIVESTIMENTO IN CEMENTO DECORATIVO CD ELEMENTO IN CEMENTO DECORATIVO CA CEMENTO ARMATO Malte: MB MALTA BASTARDA MC MALTA CEMENTIZIA CE CEMENTO ST STUCCO ICA INTONACO CIVILE DI CALCE AEREA Metalli: FE FERRO B BRONZO Altri materiali: BIT GUAINA BITUMINOSA V VETRO L LEGNO RILIEVO MATERICO
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CODICE DEL MATERIALE : PG DEFINIZIONE: GNEISS
ROCCE
TIPOLOGIA COSTRUTTIVA: Per la pavimentazione esterna del basamento sono state u�lizzate delle lastre re�angolari di Gneiss. La Gneiss è una roccia metamorfica scistosa di colore grigio.
PG
MATERIALI LAPIDEI NATURALI
CODICE DEL MATERIALE : PB DEFINIZIONE: BEOLA GRIGIA
TIPOLOGIA COSTRUTTIVA: La cornice esterna del basamento è in Beola Grigia. La Beola Grigia è una roccia magma�ca di colore grigio scuro uniforme con venature di quarzo bianco. Nel caso in esame, sono state impiegate delle lastre smussate negli angoli.
ROCCE MATERIALI LAPIDEI NATURALI
PB
CODICE DEL MATERIALE : LP DEFINIZIONE: MURATURA IN MATTONI PIENI DI FORMA PARALLELEPIPEDA
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA:
LATERIZI
Blocchi in laterizio co� pieni per la muratura portante. Gli elemen� hanno la peculiarità di essere sta� prodo� da un’an�ca fornace del paese, la fornace del podestà, di cui si racconta che distribuiva il materiale in tu�a la Lombardia.
LP
MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
CODICE DEL MATERIALE : LC DEFINIZIONE: MURATURA IN MATTONI PIENI DI FORMA CIRCOLARE
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Blocchi in laterizio co� pieni per la composizione delle due colonne poste sul fronte.
LATERIZI MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
PB
CODICE DEL MATERIALE : CE DEFINIZIONE: PAVIMENTAZIONE IN CERAMICA
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: GRES Elemen� in gres di dimensioni 20x20 semilavora� prodo� industrialmente u�lzza� per la finitura delle pavimentazioni del piano terra e del piano primo. TECNOLOGIA COSTRUTTIVA :CERAMICA BIANCA LUCIDA Il rives�mento in ceramica bianca lucida è stato applicato nel bagno situato al primo livello. Il rives�mento appare in buono stato: è stato probabilmente applicato recentemente. Gli elemen� della composizione hanno dimensioni 20cmx20cm.
LATERIZI
Per entrambi i rives�men� si prevedono analoghi interven� di pulitura e protezione.
GR
MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
CODICE DEL MATERIALE : CL DEFINIZIONE: RIVESTIMENTO IN CEMENTO DECORATIVO
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Lastre prefabbricate in cemento decora�vo. Le lastre rivestono il piano terra della torre. Il conglomerato degli elemen� in esame, è cos�tuito da acqua, legante e aggrega� di piccola pezzatura. Le lastre hanno una cornice di cemento lisciato.
ELEMENTI IN CEMENTO MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
CL
CODICE DEL MATERIALE : CD DEFINIZIONE: ELEMENTO IN CEMENTO DECORATIVO
ELEMENTI IN CEMENTO
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Elemen� in cemento decora�vo prefabbrica� e assembla� in opera. Il cemento decora�vo adoperato è un conglomerato cos�tuito di acqua, legante e aggrega� di piccola pezzatura.
CD
MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
CODICE DEL MATERIALE : CA DEFINIZIONE: CEMENTO ARMATO
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Le travi che sostengono la cisterna della torre sono state realizzate in cemento armato. Le travi sono in buono stato. Anche la loggia che ospita la campana presenta una stru�ura in calcestruzzo armato. I ferri d’armatura in questo caso hanno subito fenomeni di carbonatazione,si sono espansi e sono fuoriusci� dalla copertura in cemento. La copertura si trova,pertanto, in stato cri�co.
ELEMENTI IN CEMENTO MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
CA
CODICE DEL MATERIALE : MB DEFINIZIONE: MALTA BASTARDA
MALTE
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Nella composizione dell’impasto della malta bastarda vi sono più legan� di natura diversa al fine di combinare i vantaggi di un �po di legante con quelli di un altro. Probabilmente la malta in esame si combina di calce idraulica e cemento. La malta in esame è stata adoperata per il rives�mento di par� del paramento murario esterno e come riepimento e sos�tuzione di una preesistente vetrata con telaio in ferro.
MB
MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
CODICE DEL MATERIALE : MC DEFINIZIONE: MALTA CEMENTIZIA
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: La malta MC è legata alla costruzione della muratura in laterizio della torre. Si presume che la torre abbia una stru�ura cos�tuita da murataura in laterizio portante. Nella composizione dell’impasto della malta di alle�amento vi sono più legan� a base cemento-calce. Probabilmente è stato impiegato del cemento portland e iner� leggeri, impasto capace di conferire alla muratura una buona resistenza meccanica e buona impermeabilità e resistenza agli agen� atmosferici. La posa in opera di questo �po di malta è stata effe�uata, con molta probabilità, manualmente con cazzuola. La malta di calce-cemento è molto facile da applicare e ha la capacità di solidificare in pochi minu�.
MALTE MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
MC
MALTE
CODICE DEL MATERIALE : CE DEFINIZIONE: CEMENTO
MALTE
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Uno strato di cemento ba�uto è stato impiegato anche come strato di rifinitura per il solaio situato al primo piano.
CE
MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
CODICE DEL MATERIALE : ST DEFINIZIONE: STUCCO .
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Stuccatura saltuaria e parziale delle superfici interne ed esterne della muratura con stucco lisciato a ricoprimento di mancanze e distacchi al fine di o�enere una superficie uniforme.
MALTE MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
ST
CODICE DEL MATERIALE : ICA DEFINIZIONE: INTONACO CIVILE DI CALCE AEREA
MALTE
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Intonaco interno civile sul paramento esterno di malta con legan� di calce aerea. L’intonaco interno è �nteggiato e presenta numerose lacune.
ICA
MATERIALI LAPIDEI ARTIFICIALI
CODICE DEL MATERIALE : FE DEFINIZIONE: FERRO
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Porte, serramen�, scala a chiocciola , ringhiere, corrimano, botola della copertura sono sta� realizza� in ferro. In copertura sono presen� delle travi in ferro che sostengono la campana e la copertura stessa realizzata in cemento armato porta alla luce dei tondini che espandendosi sono fuoriusci� dal composto.
METALLI MATERIALI
ST
CODICE DEL MATERIALE : B DEFINIZIONE: BRONZO
METALLI
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Campana realizzata in bronzo riportante bassorilievi risalente agli anni ‘50.
B
MATERIALI
CODICE DEL MATERIALE : BIT DEFINIZIONE: GUAINA BITUMINOSA
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Nel piano dove è situata la campana di bronzo delle Torre Piezometrica di Ossona, è stato ge�ato, in modo piu�osto grezzo del bitume. Il manto in esame è bitume di petrolio,o�enuto dalla dis�llazione del greggio. Il bitume è un materiale ar�ficiale molto instabile.
ALTRI MATERIALI MATERIALI
BIT
CODICE DEL MATERIALE : V DEFINIZIONE: VETRO
ALTRI MATERIALI
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Porte in vetro re�nato di sicurezza intelaiato internamente e vetri singoli per i serramen� delle finestre.
V
MATERIALI
CODICE DEL MATERIALE : L DEFINIZIONE: LEGNO
TECNOLOGIA COSTRUTTIVA: Porte interne a ba�ente ad un’anta e intelaiatura perimetrale in legno.
ALTRI MATERIALI MATERIALI
L
INQUADRAMENTO CRITICO DELLE PATOLOGIE RILEVATE Materiali lapidei naturali : - Rocce PG_PIETRA 1BASAMENTO(GNEISS) 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 2_2 ESFOLIAZIONE 3_1 EROSIONE PB_PIETRA 2 BASAMENTO (BEOLA GRIGIA) 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_4 PRESENZA DI VEGETAZIONE 2_5 MANCANZA Materiali lapidei ar�ficiali - Laterizi LP _LATERIZIO RETTANGOLARE 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_6 COLATURA 1_9 INCROSTRAZIONE LC_LATERIZIO CIRCOLARE 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_6 COLATURA GR_ PIASTRELLE IN GRES E IN CERAMICA BIANCA LACCATA 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_2 DEPOSITO SUPERFICIALE GUANO - Elemen� in cemento CL_ RIVESTIMENTO IN CEMENTO DECORATIVO 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_3 AGRESSIONE\PATINA BIOLOGICA 1_5 MACCHIA 1_6 COLATURA 1_7 GRAFFITO VANDALICO 1_9 INCROSTAZIONE 2_6 LACUNA 3_3 DISGREGAZIONE CD_ELEMENTO IN CEMENTO DECORATIVO 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_3 AGRESSIONE\PATINA BIOLOGICA 1_9 INCROSTAZIONE 2_5 MANCANZA 56
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
CA_CEMENTO ARMATO 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 2_7 EFFLORESCENZE 3_3 DISGREGAZIONE - Malte MB_MALTA BASTARDA 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_2 DEPOSITO SUPERFICIALE, GUANO 1_3 PATINA BIOLOGICA 1_5 MACCHIA 1_6 COLATURA 1_9 INCROSTAZIONE 2_1 DISTACCO 2_4 FRATTURA\FESSURAZIONE 2_5 MANCANZA 3_3 DISGREGAZIONE MC_MALTA CEMENTIZIA 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 3_3 DISGREGAZIONE ST_STUCCO 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_4 PRESENZA DI VEGETAZIONE 2_8 MICROFESSURAZIONE ICA_INTONACO DI CALCE AEREA 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE 1_2 DEPOSITO SUPERFICIALE GUANO 1_6 COLATURA 2_1 DISTACCO 2_5 MANCANZA - Metalli FE_FERRO 1_8 OSSIDAZIONE 3_2 PITTING B_BRONZO 1_8 OSSIDAZIONE - Altri materialiBIT_GUAINA BITUMINOSA 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE RILIEVO DELLE PATOLOGIE
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2_4 FRATTURA\FESSURAZIONE 2_6 LACUNA V_VETRO 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE L_LEGNO 1_1 DEPOSITO SUPERFICIALE
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RILIEVO DELLE PATOLOGIE
PG
MATERIALE
1.1
PG
Roccia metamorfica scistosa di colore grigio
PATOLOGIA
1.1
Deposito superficiale: accumulo di materiale estraneo di varia natura. Ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale so�ostante
INTERVENTO PULITURA: acqua a pioggia in cicli di un’ora altrerna� a tre ore di riposo, con limitazione ad un solo ciclo quo�diano da concludere entro le ore 12:00 per il periodo dall’ 1/12 al 31/1. Il numero dei cicli deve essere determinato da analisi di laboratorio PROTEZIONE: applicazione di Alchil-Aril-Polisilossani con metodo di applicazione a spruzzo
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
PG 1.1
PG
MATERIALE
2.2
PG
Roccia metamorfica scistosa di colore grigio
PATOLOGIA
2.2
Esfoliazione: formazione di una o più porzioni laminari, di spessore molto ridoto e subparallele tra loro, de�e sfoglie
INTERVENTO PRECONSOLIDAMENTO: applicazione di resina acrilica con tecnica a spruzzo PULITURA: acqua a pioggia in cicli di un’ora altrerna� a tre ore di riposo, con limitazione ad un solo ciclo quo�diano da concludere entro le ore 12:00 per il periodo dall’ 1/12 al 31/1. Il numero dei cicli deve essere determinato da analisi di laboratorio CONSOLIDAMENTO: applicazione di silicato di e�le con tecnica a spruzzo PROTEZIONE: applicazione di Alchil-Aril-Polisilossani con tecnica a spruzzo
PG 2.2
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
PG
3.1
MATERIALE
PG
Roccia metamorfica scistosa di colore grigio
PATOLOGIA
3.1
Esfoliazione: formazione di una o più porzioni laminari, di spessore molto ridoto e subparallele tra loro, de�e sfoglie
INTERVENTO PRECONSOLIDAMENTO: applicazione di resina acrilica con tecnica a spruzzo PULITURA: acqua a pioggia in cicli di un’ora altrerna� a tre ore di riposo, con limitazione ad un solo ciclo quo�diano da concludere entro le ore 12:00 per il periodo dall’ 1/12 al 31/1. Il numero dei cicli deve essere determinato da analisi di laboratorio CONSOLIDAMENTO: applicazione di silicato di e�le con tecnica a spruzzo PROTEZIONE: applicazione di Alchil-Aril-Polisilossani con tecnica a spruzzo
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
PG 3.1
PB
MATERIALE
1.1
PB
Roccia magma�ca di colore grigio chiaro con venature di quarzo bianco
PATOLOGIA
1.1
Deposito superficiale: accumulo di materiale estraneo di varia natura. Ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale so�ostante
INTERVENTO PULITURA: acqua a pioggia in cicli di un’ora altrerna� a tre ore di riposo, con limitazione ad un solo ciclo quo�diano da concludere entro le ore 12:00 per il periodo dall’ 1/12 al 31/1. Il numero dei cicli deve essere determinato da analisi di laboratorio PROTEZIONE: applicazione di Alchil-Aril-Polisilossani con metodo di applicazione a spruzzo
PB 1.1
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
PB
1.4
MATERIALE
PB
Roccia magma�ca di colore grigio chiaro con venature di quarzo bianco
PATOLOGIA
1.4
Presenza di vegetazione: Presenza di individui erbacei, arbus�vi o arborei
INTERVENTO PULITURA: applicazione di impacchi a base di sali di ammonio quaternario sino all’eliminazione completa degli organismi biologici PROTEZIONE: applicazione di Alchil-Aril-Polisilossani con metodo di applicazione a spruzzo
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
PB 1.4
PB
MATERIALE
2.5
PB
Roccia magma�ca di colore grigio chiaro con venature di quarzo bianco
PATOLOGIA
2.5
Mancanza: perdita di elemen� tridimensionali
INTERVENTO PRECONSOLIDAMENTO: applicazione di resina acrilica con tecnica a spruzzo PULITURA: acqua a pioggia in cicli di un’ora altrerna� a tre ore di riposo, con limitazione ad un solo ciclo quo�diano da concludere entro le ore 12:00 per il periodo dall’ 1/12 al 31/1. Il numero dei cicli deve essere determinato da analisi di laboratorio INCOLLAGGIO: incollaggio di elemento ex-novo sagomato in corrispondenza della mancanza STUCCATURA: stuccatura della fuga con materiale di natura simile a quello so�ostante, applicazione con spatola CONSOLIDAMENTO: applicazione di silicato di e�le con tecnica a spruzzo PROTEZIONE: applicazione di Alchil-Aril-Polisilossani con tecnica a spruzzo PB 2.5
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
LP
MATERIALE
1.1
LP
Paramento murario esterno in ma�oni pieni e malta cemen�zia
PATOLOGIA
1.1
Deposito superficiale: accumulo di materiale estraneo di varia natura. Ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale so�ostante
INTERVENTO PULITURA: acqua a pioggia in cicli di un’ora altrerna� a tre ore di riposo, con limitazione ad un solo ciclo quo�diano da concludere entro le ore 12:00 per il periodo dall’ 1/12 al 31/1. Il numero dei cicli deve essere determinato da analisi di laboratorio PROTEZIONE: applicazione di Alchil-Aril-Polisilossani con metodo di applicazione a spruzzo
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
LP 1.1
LP 1.6
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
LP 1.9
LC 1.1
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
LC 1.6
GR 1.1
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
GR 1.2
CL 1.1
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
CL 1.3
CL 1.5
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
CL 1.6
CL 2.6
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
CL 1.9
CL 2.6
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
CL 3.3
CD 1.1
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
CD 1.3
CD 1.9
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
CD 2.5
CA 1.1
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
CA 2.7
CA 3.3
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
MB 1.1
MB 1.2
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
MB 1.3
MB 1.5
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
MB 1.6
MB 1.9
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
MB 2.1
MB 2.4
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
MB 2.5
MB 3.3
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
MC 1.1
MC 3.3
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
ST 1.1
ST 1.4
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
ST 2.8
ICA 1.1
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
ICA 1.2
ICA 1.6
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
ICA 2.1
ICA 2.5
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
FE 1.8
FE 3.2
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
B 1.8
BIT 1.2
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
BIT 2.4
BIT 2.6
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
V 1.1
L 1.1
RILIEVO DELLE PATOLOGIE
INDICAZIONI SULLE TECNICHE DIAGNOSTICHE Le tecniche diagnos�che sono indispensabili per definire qualsiasi operazione di conservazione. Servono,inoltre a controllare e misurare le evoluzioni di cer� fenomeni in a�o sulla stru�ura e a progragrammare gli interven� e le spese necessarie a�raverso la stesura du una “carta del rischio” del bene architetonico. CARATTERIZZAZIONE CINEMATICA: VETRINI SPIA: Durante le operazioni di rilevamento sono sta� trova� alcuni vetrini spia inta�. Abbiamo,pertanto immaginato che le aree interessate allo studio degli spostamen� tramite i vetrini spia non siano sogge�e a sollecitazioni. I vetrini sono sta� trova� nel solaio so�ostante la cisterna. Sarebbe opportuno ripetere la prova in diversi pun�, eventualmente posizionando degli estensimetri ele�rici, molto più sensibili agli spostamen�, creando delle re� di monitoraggio. FILO A PIOMBO: Durante le operazioni di rilevamento abbiamo u�lizzato filo a piombo, precedemente costruito, che ci ha permesso di determinare la ver�calità del manufa�o rispe�o ai due livelli del piano secondo e del piano di copertura della cisterna. Tramite questa indagine abbiamo verificato la direzione ver�cale della torre. Il manufa�o non sembra essere inclinato in alcuna direzione.
INDAGINI
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INDAGINI QUALITATIVE E STRATRIGRAFICHE: FOTOGRAMMETRIA: La fotogrammetra terrestre è uno strumento u�lissimo nel se�ore del rilievo geometrico in grado di risolvere difficili problemi di le�ura e res�tuzione delle par� più complesse del manufa�o. Oltre che per le informazioni metriche, i fotogrammi possono essere u�lzza� per informazioni qualita�ve, di s�ma e di valutazione, secondo i criteri della “fotointerpretazione”, finalizzata ad operazioni di conservazione, per i rilievi di deformazioni e fessurazioni per le analisi delle stru�ure, per il rilievo dello stato di conservazione dei materiali. Ripor�amo di so�o le cara�eris�che delle camere digitali u�lizzate per il rilievo fotogrammetrico: Nome Prodo�o : Casio Exilim EX-S600 Prodo�o: Fotocamera digitale Marca: Casio Risoluzione: 6 Megapixel Zoom o�co: 3x Zoom digitale: -Tipo: Compa�a Dimensione display LCD: 1 pollice Risoluzione immagine max: 2816x2112 Formato immagine:JPEG
Nome Prodo�o : Nikon Coolpix S500 Prodo�o: Fotocamera digitale Marca: Nikon Risoluzione: 7,1 Megapixel Zoom o�co: 3 x Zoom digitale: 4x Tipo: Compa�e Dimensione display: 2,5 pollici Risoluzione immagine max: 3072x3204 Formato immagine: JPEG
ENDOSCOPIA: L’indagine endoscopica può essere u�le, nel caso in esame, a comprendere la stratrafia del perimetro murario, la stru�ura, l’innesto travi-muri, sezioni murarie difficilmente iden�ficabili altrimen�. TERMOGRAFIA: L’impiego dell’indagine termografica è u�le nel rilievo geometrico poichè consente di aggiungere tu�e quelle informazioni rela�ve ad elemen� nascos� nella stru�ura muraria che altrimen� non potrebbero essere reper�. 116
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Può essere individuata la stra�grafia di un paramento murario, con maggior precisione lo stato fessura�vo, e le zone maggiormente sogge�e al fenomeno dell’umidità, i pun� cri�ci in cui avvengono le disperzioni termiche. Possono essere,inoltre effe�ua� i rilievi degli impian�, da quelli ele�rici, di riscaldamento, idrici, fognari, alle canne fumarie. La fotogrammetria è u�le anche per definire i percorsi preferenziali di intervento.MAGNETOMETRIA: La tecnica della magnometria sarebbe stata u�le al rilevamento di materiali ferrosi nascos�, sopra�u�o per l’individuazione e il corre�o rilevamento dei ferri d’armatura. All’interno del manufa�o sono presen� sostegni in cemento armato e mol� tondini sono sogge� al fenomeno della carbonatazione. Sarrebbe stato quindi possibile individuare le zone di intervento e stabilire, onde necessario, la loro sos�tuzione. INDAGINI SONICHE: A�raverso delle indagini soniche più accurate, posizionando dei ricevitori sulle pare�, si potrebbe capire se i paramen� murari presentano delle discon�nuità, fra�ure e fessurazioni. L’indagine sonica sarebbe u�le anche a capire la reale stru�ura della torre, ancora non certa se totalmente in ma�oni o in cemento armato. INDAGINI ULTRASONICHE: A�raverso queste indagini si può capire l’effe�vo spessore degli stra�, eventuali anomalie, porosità, cavità e cara�eris�che meccaniche presen� nelle murature e nei solai. E’ un’indagine che perfezionerebbe l’analisi sul quadro fessura�vo e sullo stato dei materiali. PROVE MECCANICHE (DISTRUTTIVE) PROVA CON MARTINETTO PIATTO DOPPIO: La prova con i mar�ne� pia� viene di solito u�lizzata nella diagnos�ca su edifici o stru�ure in CLS o in muratura, per stabilire le effe�ve condizioni sta�che della stru�ura ogge�o della prova. Scopo principale della prova con mar�netto pia�o doppio è la valutazione del valore della resistenza a compressione. La prova con doppio mar�ne�o consente di valutare, inoltre, anche le proprietà di rigidezza del materiale indagato a�raverso una s�ma approssimata del modulo di deformazione medio e del modulo di Poisson. INDAGINI
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PROGETTO DI RIFUNZIONALIZZAZIONE La Torre Li�a Modignani di Ossona rappresenta per i suoi abitan� il simbolo del paese. Immagine di igiene e dignità ieri, simbolo storico e iden�fica�vo oggi. Parlando con gli abitan�, abbiamo percepito un desiderio comune di visitare l’ogge�o della ci�à in cui si riconoscono, a�ualmente inaccessibile. Qualche anziano ricorda con meraviglia il paesaggio che regala la sommità della torre, paesaggio in cui vivono, che hanno costruito, che hanno visto mutare nel corso degli anni e che si sforzano di preservare. Abbiamo pertanto deciso di res�tuire a Torre Li�a la sua giusta dignità di monumento, rendendola accessibile e visitabile. La Torre è pertanto studiata al fine di ospitare uno spazio dedicato a mostre permanen� e temporanee di interesse pubblico. Abbiamo studiato lo spazio riorganizzando il sistema distribu�vo e studiando un percorso che accompagna l’utente alla visita dei diversi livelli.
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La scala in ferro è stata sos�tuita da un’altra più larga e agevole. Il piano che ospita la cistena dell’acqua, oggi non più funzionante, è rimasto pressocchè invariato ad eccezione degli interven� di conservazione. La scelta, oltre a derivare dalle cara�eris�che fisiche della torre, �ene conto dell’ importanza storiografica della cisterna: in questo modo, infa�, Torre Li�a conserva la sua storia e la peculiarità di essere stata una Torre Piezometrica al servizio dei suoi “concittadini”.
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BIBLIOGRAFIA
SULL’ ANALISI STORICA:
A. Colombo - L. Garavaglia - E. Malabarba, Ossona, segni e frammen� di storia, Coopera�va L’Ossonese, Ossona 1997 Ricerca telema�ca dei complessi archivis�ci non statale, pubblico e privato, con sogge�o ”Comune di Ossona”, Ossona (Milano),presso il SIUSA, Sistema Informa�vo Unificato per le Soprintendenze Archivis�che del Ministero dei Beni Culturali (profilo compilato sulla base di: “Le is�tuzioni storiche del territorio lombardo. XIV - XIX secolo. Milano - la provincia”, Proge�o CIVITA, Regione Lombardia, Milano, 1999; “Le is�tuzioni storiche del territorio lombardo. 1859 - 1971”, 2 voll., Proge�o CIVITA, Regione Lombardia, Milano, 2001; SULLE TECNICHE DI RILEVAMENTO:
Docci M., Manuale di Rilevamento archite�onico e urbano, Laterza, Roma 1998. Sgrosso A., La rappresentazione geometrica dell’archite�ura, UTET 1996 Marino, Luigi, Il rilievo per il restauro: ricognizioni, misurazioni, accertamen�, res�tuzioni, elaborazioni, Hoepli, Milano, 1990. SUL RILIEVO MATERICO:
Bellini, Amedeo (a cura di), Tecniche della conservazione, Franco Angeli, Milano 2006. Giola, Vi�orio, Carbonara, Giovanna (saggio introdu�vo), Cemen� decora�vi liberty : storia, tecnica, conservazione, Quasar, Roma, 2009. Giola, Vi�orio, L’ organo Carrera a Nerviano : conservazione di beni culturali musicali, Zecchini, Varese, 2008. Campanella, Chris�an, Dezzi Bardeschi, Marco, Capitolato speciale d’appalto per opere di conservazione e restauro, Pirola, Milano, 1994. SUL RILIEVO DELLE PATOLOGIE:
De Angeli, Pizzi(a cura di), La facciata : diagnosi del degrado e interven� di ripris�no, Maggioli, Rimini, 2000. SULLE TECNICHE DI INTERVENTO:
Campanella, Chris�an, Dezzi Bardeschi, Marco, Capitolato speciale d’appalto per opere di conservazione e restauro, Pirola, Milano, 1994.