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Sommelier Filippo Freda: Champagne Napolean

“Ei fu. Siccome immobile, Dato il mortal sospiro, Stette la spoglia immemore Orba di tanto spiro...” Scritto da Filippo Freda Fotografia Champagne Napoléon

Quante generazioni di scolari si sono imbattuti, loro malgrado, in questi nobili versi. Il 5 Maggio di Alessandro Manzoni era una di quelle poesie che nelle scuole italiane andavano tassativamente imparate a memoria, con il risultato di suscitare il profondo disappunto in moltitudini di studenti.

Poi si cresce, ed almeno una volta nella vita ci si trova nuovamente a leggere questi versi immortali: finalmente se ne apprezzano le caratteristiche, il ritmo, la profonda carica emotiva e spirituale. Mi piace pensare che tutto questo Alessandro Manzoni lo avesse previsto: una poesia che, dedicata ad un personaggio amato e odiato nelle sue contraddizioni, suscitasse anch’essa, nei secoli a venire, sentimenti contrastanti.

Napoleone Bonaparte fu un uomo dal carattere piuttosto enigmatico: solitario, ribelle, testardo; non ebbe mai amici, amava la lettura, l’arte, gli scacchi e la matematica. Era decisamente un intellettuale. Manzoni, nella poesia a lui dedicata in seguito alla sua morte, si domandava se per Bonaparte ci sarebbe stata vera gloria. La risposta è decisamente sì.

Napoleone Bonaparte è diventato nel corso dei secoli un personaggio iconico, la cui vita è metafora della vita di ognuno di noi. Ci sono frammenti nelle vicende di Napoleone che raccontano l’esclusione giovanile, la voglia di emergere, l’ascesa; e poi il trionfo, la disfatta ed infine l’esilio, che tanto ricorda l’isolamento emozionale che ognuno di noi affronta nel sentiero della vita.

Non mi sorprende, allora, che in quel di Vertus la famiglia Prieur, vigneron dal 1825, decise nel 1907 di registrare il nome Napoléon come marchio di una piccola partita di champagne destinata alla Russia. Nasce così il mito di questa prestigiosa maison, il cui Blanc de Blancs scorre ora nel mio calice, tingendo lo stesso di un giallo paglierino brillante e seducente. Le bollicine numerose compiono danze elicoidali degne di un Can Can al Moulin Rouge. I profumi che emergono sontuosi parlano di motivi caseari adornati da fiori bianchi e mele annurche. In bocca lo Chardonnay della Côte des Blancs si fa subito riconoscere attraverso onde di freschezza e sapidità. Vino elegante, intuitivo e facilmente abbinabile.

Terminata la bottiglia i miei pensieri non possono che tornare alla figura di Napoleone Bonaparte. Mi domando che giudizio si farebbe dell’attuale Europa e della società che lui in primis ha contribuito a costituire. Difficile stabilirlo! Non è mai stato facile penetrare nella mente dell’imperatore.

Piccola curiosità: in pochi sanno che fu proprio Napoleone a cambiare la direzione del senso di marcia. Se non ci fosse stato lui oggi avremmo la guida a destra come gli inglesi. Che orrore!

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