FIORAVANTE GORDINI
Cotignola – Roma / Andata e ritorno
FIORAVANTE GORDINI
Cotignola – Roma / Andata e ritorno Testi Aldo Savini Massimiliano Fabbri Pier Luca Baldini
Fioravante Gordini Cotignola – Roma Andata e ritorno Una mostra antologica COTIGNOLA, PALAZZO SFORZA e CHIESA DEL SUFFRAGIO 26 SETTEMBRE – 11 OTTOBRE 2015 A cura di Associazione Pro Loco di Cotignola con la collaborazione di Museo Civico Luigi Varoli e Parrocchia Santo Stefano di Cotignola Col patrocinio del Comune di Cotignola Apparati e testi critici: Pier Luca Baldini, Aldo Savini, e Massimiliano Fabbri Allestimenti: Pier Luca Baldini, Aldo Savini e Massimiliano Fabbri Organizzazione PRO LOCO DI COTIGNOLA Presidente: Angela Morganti Vicepresidente: Luigi Pignatelli Segretarie: Viviana Tamburini, Stefania Liverani Consiglieri: Rosanna Malpezzi, Annamaria Tini, Piero Fabbri, Renzo Donati, Enzo Tampieri, Gilberto Donati, Ivo Pasquali, Gianni Scarpa, Gianni Tonini, Maria Vanni, Venerando Benedetti www.prolococotignola.com prolococotignola cotignolacultura
Si ringraziano i familiari e i collezionisti privati per la gentile concessione delle opere in mostra e Don Stefano Rava per la disponibilità della Chiesa del Suffragio. La campagna di raccolta e selezione delle opere è a cura di Antonella Galanti e Pier Luca Baldini. Apertura e sorveglianza sedi espositive: Lara Marangoni, Renè Settembrini e Riccardo Masironi Buffet: Pro Loco Cotignola Grafica catalogo e inviti: Marilena Benini Stampa: Tipografia Tampieri Cotignola Fotografia delle opere: Daniele Ballanti
Il “mestiere” dell’artista
Uno sguardo sullo stato dell’arte e il suo andamento nella seconda metà del secolo scorso nella Romagna ravennate, e non solo, non può prescindere dalla presenza e dall’insegnamento alla Scuola Arti e Mestieri di Cotignola e al Liceo artistico annesso all’Accademia di Belle Arti di Ravenna di Luigi Varoli. Alla sua scuola si è formata una generazione di artisti che dalla sua lezione hanno recepito sia il “mestiere” dell’artista, sia come intendere l’esercizio dell’arte. L’artista per Varoli si qualifica, innanzitutto, distinguendosi dal dilettante; pertanto, chi intendeva intraprendere la carriera nel campo dell’arte doveva impegnarsi nella ricerca di una propria identità stilistica che, pur nella varietà dei soggetti, gli consentisse la personale riconoscibilità. Per questo richiedeva impegno e passione e come uomo una decisa sensibilità etica, l’assunzione di responsabilità civile per sentirsi presenza attiva e partecipazione nel contesto delle relazioni umane del territorio di radicamento. La pittura, poi, doveva trovare motivazione e il 5
valore espressivo nell’attinenza al vero, non da riprodurre semplicemente ma da interpretare: da ciò la scelta della figurazione rispetto a facili tentazioni per altre modalità espressive. Fioravante Gordini apprende i primi e fondamentali elementi della pittura alla Scuola Arti e Mestieri di Cotignola nell’immediato secondo dopoguerra e instaura con Varoli un rapporto di fiducia, amicizia, quasi di filiale devozione. A questi principi resterà fedele per tutta la vita, in particolare a come rapportarsi alla pittura. Essenziale sarà la pratica del disegno, fin dal Rinascimento inteso come la madre di tutte le arti. Il disegno è necessario per definire la composizione e la struttura dell’opera, sia che si tratti di un paesaggio, di una natura morta, di un ritratto, cosicché dall’osservazione del soggetto si produca un’immagine efficace e comunicativa. A questo proposito si è trovato spesso in contrasto con Arialdo Magnani che visitava tutte le volte che veniva in Romagna, il quale privilegiava l’impressione immediata della visione e l’emozione derivata dal colore. Gordini si rivela, invece, riflessivo, metodico, misurato. Ai rapporti cromatici tonalistici, che ovviamente non trascura, antepone la forma che determina e condiziona la percezione visiva e non appare incline ad allontanarsi dalla tradizione figurativa naturalistica, in favore dell’astrazione o di soluzioni avanguardistiche che in ambito romano erano ben presenti. Negli anni dell’insegnamento al VI Liceo Artistico di Roma, gli artisti della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo guardavano alla Pop Art statunitense, Gordini non è attratto da Andy Warhol e tanto meno da Mario Schifano, piuttosto si spinge indietro, trova ispirazione e modelli, in particolare per le opere di arte sacra, nella grande stagione dell’arte rinascimentale che interpreta con semplicità e naturalezza. Proprio questa naturalezza, fulcro della sua poetica, si riscontra nei sereni e silenziosi paesaggi campestri, con gli alberi appena mossi dal vento senza alcuna presenza umana, sentiti, forse con una vena nostalgica, come un ritorno ai luoghi delle origini, alla natura, alla terra. Mentre il richiamo agli affetti, altro tema dominante della sua pittura, si avverte, oltre che nelle maternità e nelle tante Madonne col bambino, nei ritratti, a partire dai primi degli anni Sessanta e Settanta dei familiari, realizzati in ceramica, fino all’ultimo, “Il ciclista”, del 2007, scorrendo dal ritratto quasi fotografico a quello dal tratto marcatamente espressionistico. Aldo Savini
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FIORAVANTE GORDINI Cotignola – Roma / Andata e ritorno Questa mostra di Fioravanti Gordini (Cotignola, 1936 - Roma, 2013), la sua prima personale presentata a Cotignola, si inserisce nel lavoro di studio e ricerca che l’associazione Pro Loco e il Comune stanno portando avanti da anni su e intorno alla figura di Luigi Varoli, figura quasi imprendibile, vulcanica e poliedrica come ben sappiamo: pittore, scultore, musicista, maestro ed educatore, conservatore di memorie e antichità, uomo giusto. Luigi Varoli ha sempre espresso un forte radicamento per i suoi luoghi e, pure a fronte di una formazione che lo vede passare anche da Bologna e Roma, non abbandonerà mai a conti fatti la sua terra e paese d’origine. Una scelta che ha influito inevitabilmente, nel bene o nel male, sulla sua carriera d’artista, ma che lo ha fatto anche diventare un punto di riferimento e un maestro non solo per gli artisti della bassa ravennate, ma anche per i molti allievi, bambini, appassionati e collezionisti locali. E soprattutto la capacità e ostinazione testarda nel fare di un luogo isolato, profondamente periferico e fuori dalle grandi rotte - la sua casa e Cotignola tutta, tradizioni comprese - un centro pulsante e vitale, capace di attrattività, tanto che possiamo parlare di una sorta di cenacolo varoliano, un luogo fertile d’incontro e scambio, una palestra dello sguardo da cui escono alcuni dei migliori pittori del novecento romagnolo, Umberto Folli ed Ettore Panighi, e poi Giulo Ruffini, Gaetano Giangrandi, Primo Costa... Anche il giovane Mattia Moreni, rifugiato politico durante l’ultima guerra, ha un primo passaggio in Romagna nella casa del maestro cotignolese; sono poi risapute le frequentazioni e i contatti con i futuristi Balilla Pratella e il grande Fortunato Depero, che dona a Varoli il Dinamo Azari, il rivoluzionario libro rilegato con i bulloni. E poi le amicizie con molti compositori, conseguite attraverso la passione viscerale per la musica, e la vicenda didattica 7
di E’ Val che lo vede tra i primi in Italia a emancipare e dare dignità di linguaggio al disegno infantile. La poesia dell’amico Nettore Neri. L’opera di salvaguardia dell’antico... E l’elenco potrebbe continuare e ramificarsi ulteriormente. Tra la fitta schiera di allievi e le varie traiettorie che da Cotignola e dalla casa di Varoli dipartono e si irradiano, c’è quella di Fioravante Gordini, pittore e disegnatore che si trasferisce a Roma per l’assegnazione della cattedra al Liceo Artistico. L’insegnamento ancora, la convinzione che l’arte sia strumento di crescita individuale ed emancipazione; disciplina quotidiana di bellezza e strumento di presa sul mondo. E, parallelamente, anche una sorta di felice nostalgia o ricordo mai sbiadito per i luoghi d’origine che mai l’abbandonerà, come ben s’evince anche da alcuni dipinti in mostra, veri e propri teatri della memoria e degli affetti, angoli e squarci del paese natale veduti quasi in sogno, persone amate. Fioravante Gordini. “Cotignola – Roma / Andata e ritorno”, questo il titolo scelto per la mostra perché in questa oscillazione e tensione, in questo viaggio che insegue l’arte, c’è tutto il percorso dell’artista cotignolese: la curiosità verso il mondo e l’occhio che scopre nuovi scenari, la mano che li trattiene sulla tela, le vedute romane da grand tour, con le rovine e i paesaggi bucolici, le marine quasi desolate e i mari avventurosi e, a fare da controcanto a questo diario o set cinematografico, la pittura e il disegno che descrivono i luoghi d’origine, le commoventi rovine della chiesa del Suffragio, simbolo della distruzione e ferite inferte dal fronte sul fiume Senio al paese e alle genti, ma anche della resistenza dei cotignolesi, e poi l’antica porta della Castellina, la chiesa di San Franceso che si apre da una finestra boccascena inondata di luce e sole e colori, svelata dall’artificio di una tenda rossa e introdotta da una cascata e cornucopia di frutta voluttuosa. Il tema del viaggio quindi, e il ritorno a casa, concreto e metaforico, questa la dialettica su cui gioca l’impianto della mostra; un viaggio perché Fioravante registra i luoghi, i paesaggi, gli scorci, gli ampi orizzonti e quasi non c’è spazio per la figura, che l’uomo può solo rompere questo incanto e silenzio. Una luce che entra spesso nel dipinto come rivelazione, testimonianza dell’attimo perfetto; semmai un animale, molti anzi, ancora simbolo e sintomo di verginità, di purezza e stupore non ancora perduti. O un’intima e raccolta natura morta. Ma resta predominante l’amore per il panorama, per i quadri pensati come finestre che si aprono su porzioni di mondo, forse un rimando più o meno inconscio ai tanti paesaggi che il padre, il grande ciclista Michele Gordini, deve aver visto, con la coda dell’occhio, scappare via, dietro sé, sfrecciando veloce a cavallo della sua bicicletta. Un diario. E se Varoli è un pittore principalmente di sguardi e volti e corpi e carni, Fioravante lo è certamente di 8
luoghi: non che manchino le figure o i ritratti, o le copie dall’antico dalla grande arte rinascimentale italiana, copie che servono a misurare capacità in una continua e quotidiana sfida con i propri limiti, o ancora le paste e le terre di varoliana memoria, ma la temperatura vincente è qui il silenzio, lo spazio, l’architettura delle linee e costruzioni, i vuoti e i pieni, un gesto più pacificato e disteso. Un silenzio incantato e una pittura che quando dà il meglio di sé sembra quasi disegnata, che i colpi e gli affondi di Fioravante sono proprio nel segno e nella linea, in questo intreccio nerogrigio su cui interviene con vibranti lumeggiature bianche, quasi in una concezione scenografica e monocroma del paesaggio. Paesaggio tremante e una linea lievemente nervosa a descrivere minuziosamente i dettagli, linea che cattura un giro di luce, davvero come a teatro, preparazione all’accadimento, all’esplosione cromatica e a una pittura che cambia spesso di segno, quasi in un tentativo di adattarsi al paesaggio per registrarlo e catturarlo al meglio. Umori compresi. Una contemplazione, un ascolto, un ritorno a casa, come avviene del resto in questa mostra che la famiglia gli dedica come un grande e postumo abbraccio. Massimiliano Fabbri
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FIORAVANTE GORDINI: “LO ZIO” È cosi che lo chiamavamo noi della famiglia ma in realtà non solo noi. Chi mi chiedeva dello zio, di come stava, quando sarebbe tornato a Cotignola, si riferiva a Fioravante. Eppure erano diciassette tra fratelli e sorelle, e molti di loro già lontani da Cotignola da molto tempo con presenze dalla Sardegna al Brasile. Ciò nonostante, quando si parlava dello “zio” il riferimento era al pittore. Parlare di lui in poche righe non è compito facile: artista del ‘900, allievo del maestro cotignolese Varoli dal quale ha attinto il massimo che un allievo può attingere dal proprio maestro. Legato alla propria terra di origine, mai dimenticata, e innamorato della “sua Roma”, dalla quale ha ottenuto un grande arricchimento culturale, non solo per la pittura ma anche per le altre molteplici arti. Più volte viaggiando con lui da Roma a Cotignola, e viceversa, manifestava la stessa gioia ed entusiasmo tornando al paese e rientrando a Roma, in lui non erano presenti tristezza e nostalgia. Approfittava quasi sempre dei miei viaggi in auto che, per motivi di lavoro, mi hanno visto attraversare il nostro territorio nazionale da Est a Ovest e da Nord a Sud; lo zio preferiva viaggiare con questo mezzo per meglio ammirare luci e colori della natura. Diceva sempre: “guarda Luca quanta grazia di colori, guarda le atmosfere, guarda le emozioni della natura”. Arrivati a Cotignola sempre voleva passare da casa Varoli, voleva conoscere e verificare l’avanzamento dei lavori del recupero della chiesa del Pio Suffragio. In quell’angolo di paese, casa Varoli, Scuola Arti e Mestieri, chiesa del Suffragio e palazzo Sforza, lui e altri giovani allievi hanno fecondato il loro talento artistico ed hanno maturato il rispetto e l’educazione per l’arte donatagli dal Varoli stesso. Anche Fioravante nella sua professione di insegnate non trattenne mai per sé tutto ciò che conosceva e che sapeva fare. Trasmise ai suoi allievi tecnica, grazia, metodo, ma soprattutto la sua passione per l’arte. Sono testimone di riconoscenze vere, sincere, ricevute da suoi allievi, che dopo vent’anni e oltre hanno voluto ringraziarlo per quel modo di insegnare, per il piacere di frequentare, per assistere alle sue lezioni, per l’educazione all’arte. Un uomo, artista ed insegnante di grande cultura, coltivata in quella città, Roma, dove lui conosceva ed era padrone di ogni angolo storico artistico, ogni fontana, ogni chiesa, ogni edificio dove fosse riposta un’opera di “qualche grande”. Si 10
orientava per il centro storico con l’ubicazione dei palazzi quattrocenteschi e cinquecenteschi, si orientava con le chiese barocche e con i musei, non aveva bisogno di cartine stradali. Conosceva la Roma antica, conosceva la Roma moderna, “non sapeva solo di pittura o scultura, ma conosceva anche l’architettura”. Scenografo e decoratore quale lui era non era per lui difficile distinguere il vero dal falso, il bello dal brutto, l’originale dalla copia. Non è passata mostra a Roma che non abbia visitato, qualsiasi esposizione, purché fosse arte vera. E più volte ritornava sulla stessa mostra come un allievo che studiava le opere del maestro. Di ritorno a Cotignola mi diceva: “andiamo a Ferrara al palazzo dei Diamanti, qualcosa c’è sempre da vedere”. Ferrara, un’altra città alla quale era legato perché di fatto amava De Chirico, un maestro al quale si ispirava in molte occasioni. Sempre chiedeva di Arialdo Magnani, Luciano Bassi, Antonio Guerrini e Gigi Liverani, a volte rivali nell’arte ma sempre indimenticabili amici. Amava la fotografia e la filatelia, e non ha mai trascurato nella sua attività artistica di esercitarsi nella realizzazione di opere in ceramica, ritraendo in modo particolare i volti delle persone. Una disciplina che amava e che poteva esercitare grazie all’aiuto dell’amico Luciano “il ceramista”, il quale gli metteva a disposizione il proprio studio. Tante, quasi tutte le sue opere pittoriche paesaggistiche sono state prodotte sul posto, alla vecchia maniera; ed era una gioia, avendo io stesso in alcune occasioni dipinto o disegnato con lui i luoghi e la natura, ascoltarlo mentre con la parola già dipingeva il quadro. Religiosissimo quale era, ma non per “moda”, ha dipinto e riprodotto moltissime immagini sacre. Gli spazi delle grandi cattedrali o anche di chiese minori, a volte anche le più piccole, lo riempivano di commozione. Ha lasciato in alcune chiese diversi dipinti, ha anche affrescato porzioni di pareti. Ha ritratto Madonne di Raffaello e di altri, ha preso spunto dalle immagini del “Giudizio Universale” di Michelangelo; affascinato da quegli affreschi ne riproduceva con diverse tecniche, particolari, volti, sguardi, emozioni, quasi giocando con quelle figure e con gli angeli. Posso dire e sono sicuro che tutt’ora gioca con loro. Ecco questo era lo Zio. Pier Luca Baldini (nipote del pittore Fioravante Gordini) 11
paesaggi
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Il galeone, 1955, olio su tavola, cm 69x93
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Festa sul lago, 1960, olio su tela, cm 90x150
Paesaggio romano, 1961, olio su tela, cm 80x120
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Paesaggio: Subiaco, 1964, olio su tela, cm 50x70
Cotignola, Porta della Castellina, 1967, olio su tela, cm 100x180
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Lido Adriano: foce fiumi uniti, 1970, olio su tela, cm 50x70
Paesaggio di montagna, 1970, tempera su carta, cm 48x65
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Paesaggio campestre, 1972, olio su masonite, cm 22x47
Paesaggio, 1973, olio su tela, cm 49x59
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Paesaggio, 1973, olio su tela, cm 40x60
Paesaggio laziale silos, 1975, olio su tela, cm 35x50
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Paesaggio collinare, 1975, olio su tela, cm 40x60
Paesaggio collinare, 1978, olio su tela, cm 40x60
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Marina al Circeo, 1979, olio su tela, cm 50x70
Cotignola, Pio Suffragio, 1985, tempera su carta, cm 70x87
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Cotignola, Chiesa del Pio Suffragio, 1985, tempera su cartoncino, cm 85x67
Cotignola, Chiesa del Pio Suffragio, 1985, tempera su cartoncino, cm 85x67
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Paesaggio, 1992, tempera su cartoncino, cm 33x48
Paesaggio, 1993, tempera su cartoncino, cm 33x48
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Primavera, 1981 , olio su tela, cm 50x60
ritratti e figure
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Nonna Maria la balia, 1952, olio su tavola, cm.45x30
La sorella: Romea, 1952, carboncino su carta, cm 28x22
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Angelo, 1954, ceramica dipinta, cm 20x20
Ritratto di bimba, 1956, acquerello, cm, 28x24
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Ritratto della sorella: Adelma, 1961, matita rossa su carta, cm 33x25
Adelma sul divano, 1963, olio su tela, cm 59x96
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Il nonno, 1961, ceramica dipinta, Ă˜ cm 30
La nonna, 1961, ceramica dipinta, Ă˜ cm 30
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Angelo Galanti, 1964, ceramica dipinta, Ă˜ cm 30
Antonella, 1971, carboncino su carta, cm 48x32
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La madre, 1973, ceramica dipinta, Ă˜ cm 30
Il padre, 1973, ceramica dipinta, Ă˜ cm 30
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Roberto, 1977, olio su cartoncino, cm 50x40
Maria Teresa, 1977, olio su cartoncino, cm 50x40
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Zia Nanda, 1983, ceramica, cm 45x35
Terry Gordini, 1983, tempera su carta, cm 45x35
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Giuliana e Gian Piero, 1984, olio su tavola, Ă˜ cm 60
Autoritratto, 1990, tempera su cartoncino, cm 22x16
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La sorella: Lorena, ritratto, 1991, olio su tela, cm 50x35
Nicoletta, 1999, tempera su carta, cm 24x39
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Studio di nudo, 1987, tempera su carta, cm 34x47
Nudo, 1982, pastello su carta, cm 67x39
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Michele Gordini il ciclista, 2007, tempera su carta, cm 47x33
immagini sacre
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Madonna con bambino, 1952, olio su legno, cm 58x39
Madonna, 1958, arazzo in olio, cm 70x70
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NativitĂ , 1966, olio su tela, cm 60x50
Madonna del giglio, 1967, olio su cartoncino, cm 54x38
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Madonna con aureola s.d.,olio su tela, cm 40x30
Madonna con bambino, s.d., olio su legno, cm 72x49
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Madonna con bambino, s.d., olio su tavola, tondo, Ă˜ cm 58
Vergine con bambino, 1971, olio su tela, cm 50x40
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Giovane con bambino, 1992, sanguigna su carta, cm 70x50
Donna giudea, 1995, olio su cartone, Ă˜ cm 45
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Angelo del giudizio, 1999, tempera su carta, cm 45x30
nature morte
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Studio dell’artista, 1954, acquerello su carta, cm 71x42
Natura morta, 1963, olio su legno, cm 37x37
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Natura morta, 1963, olio su tela, cm 40x50
Tulipani, 1972, tempera su carta, cm 68x48
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Natura morta, 1978, olio su tela, cm 40x50
Calle, 1978, olio su tavola h cm 70
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Rose bianche, 1978, olio su tavola, h cm 70
Fiori, 1978, olio su cartoncino telato, h cm 70
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Natura morta con uva, 1978, olio su tela, cm 40x50
Sipario, 1998, olio su tavola, cm 100x120
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Calle, 2006, tempera su cartoncino, cm 58x42
animali
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Fenicotteri, 1982, olio su tela, cm 55x45
Airone, 1982, olio su tela, cm 55x45
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Cavalli, 1998, tempera su carta, cm 27x42
Cavalli, 1998, tempera su carta, cm 27x42
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Tom, 1999, tempera su carta, cm 39x27
Testa di cavallo, 1984, pastello a cera su carta, cm 55x45
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Animali nell’aia, 1957, olio su tavola, cm 85x150
la vecchia Cotignola
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Immagini della vecchia Cotignola, 1998, china su cartoncino, cm 20x30
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Opere Il galeone, 1955, olio su tavola, cm 69x93 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini...................................... p. 11 Festa sul lago, 1960, olio su tela, cm 90x150 – Santa Sofia, collezione Ileana Parigi..................................................... p. 12 Paesaggio romano, 1961, olio su tela, cm 80x120 – Cotignola, collezione Sauro Garofani........................................... p. 13 Paesaggio: Subiaco, 1964, olio su tela, cm 50x70 – Lecce, collezione Emanuela Calgarini........................................... p. 14 Cotignola, Porta della Castellina, 1967, olio su tela, cm 100x180 – Cotignola, collezione Stefania Marangoni............ p. 15 Lido Adriano: foce fiumi uniti, 1970, olio su tela, cm 50x70 – Cotignola, collezione Ebe Cappelli............................... p. 16 Paesaggio di montagna, 1970, tempera su carta, cm 48x65 – Cotignola, collezione Ebe Cappelli................................ p. 17 Paesaggio campestre, 1972, olio su masonite, cm 22x47 – Cotignola, collezione Pier Luca Baldini............................. p. 18 Paesaggio, 1973, olio su tela, cm 49x59 – Lugo, collezione Giulio Galvani.................................................................. p. 19 Paesaggio, 1973, olio su tela, cm 40x60 – Castel franco Emilia, collezione Kramer Gordini........................................ p. 20 Paesaggio laziale silos, 1975, olio su tela, cm 35x50 – Castel franco Emilia, collezione Kramer Gordini..................... p. 21 Paesaggio collinare, 1975, olio su tela, cm 40x60 – Lugo, collezione Giulio Galvani.................................................... p. 22 Paesaggio collinare, 1978, olio su tela, cm 40x60 – Mezzano, collezione Bartolomeo Gordini..................................... p. 23 Marina al Circeo, 1979, olio su tela, cm 50x70 – Cotignola, collezione Antonella Galanti.......................................... p. 24 Cotignola, Pio Suffragio, 1985, tempera su carta, cm 70x87 – Cotignola, collezione Antonella Galanti....................... p. 25 Cotignola, Chiesa del Pio Suffragio, 1985, tempera su cartoncino, cm 85x67 – collezione Comune di Cotignola......... p. 26 Cotignola, Chiesa del Pio Suffragio, 1985, tempera su cartoncino, cm 85x67 – collezione Comune di Cotignola......... p. 27 Paesaggio, 1992, tempera su cartoncino, cm 33x48 – Cotignola, collezione Antonella Galanti.................................... p. 28 Paesaggio, 1993, tempera su cartoncino, cm 33x48 – Cotignola, collezione Antonella Galanti.................................... p. 29 Primavera, 1981 , olio su tela, cm 50x60 – Cotignola, collezione Pier Luca Baldini................................................... p. 30 Nonna Maria la balia, 1952, olio su tavola, cm.45x30 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini................... p. 32 La sorella: Romea, 1952, carboncino su carta, cm 28x22 – Riolo Terme, collezione Nicoletta Ancherani.................... p. 33 Angelo, 1954, ceramica dipinta, cm 20x20 – Lugo, collezione Giovanna Gordini........................................................ p. 34 Ritratto di bimba, 1956, acquerello, cm, 28x24 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini.............................. p. 35 Ritratto della sorella: Adelma, 1961, matita rossa su carta, cm 33x25 – Cotignola, coll. Lorena e Adelma Gordini...... p. 36 Adelma sul divano, 1963, olio su tela, cm 59x96– Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini............................. p. 37 Il nonno, 1961, ceramica dipinta, Ø cm 30 – Cotignola, coll. Lorena e Adelma Gordini............................................. p. 38 La nonna, 1961, ceramica dipinta, Ø cm 30 – Cotignola, coll. Lorena e Adelma Gordini........................................... p. 39 Angelo Galanti, 1964, ceramica dipinta, Ø cm 30 – Lugo, collezione Romea Gordini................................................. p. 40 Antonella, 1971, carboncino su carta, cm 48x32 – Cotignola, collezione Antonella Galanti........................................ p. 41 La madre, 1973, ceramica dipinta, Ø cm 30 – Lugo, collezione Romea Gordini......................................................... p. 42 Il padre, 1973, ceramica dipinta, Ø cm 30 – Lugo, collezione Romea Gordini............................................................ p. 43 Roberto, 1977, olio su cartoncino, cm 50x40 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini................................. p. 44 Maria Teresa, 1977, olio su cartoncino, cm 50x40 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini........................ p. 45 Zia Nanda, 1983, ceramica, cm 45x35 – Cotignola, collezione Guglielmo Bagnara..................................................... p. 46 95
Terry Gordini, 1983, tempera su carta, cm 45x35 – Mezzano, collezione Bartolomeo Gordini................................... p. 47 Giuliana e Gian Piero, 1984, olio su tavola, Ø cm 60 – Cotignola, collezione famiglia D’essi...................................... p. 48 Autoritratto, 1990, tempera su cartoncino, cm 22x16 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini................... p. 49 La sorella: Lorena, ritratto, 1991, olio su tela, cm 50x35 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini............... p. 50 Nicoletta, 1999, tempera su carta, cm 24x39 – Cotignola, collezione Antonella Galanti.............................................. p. 51 Studio di nudo, 1987, tempera su carta, cm 34x47 – Cotignola, collezione Pier Luca Baldini...................................... p. 52 Nudo, 1982, pastello su carta, cm 67x39 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini........................................ p. 53 Michele Gordini il ciclista, 2007, tempera su carta, cm 47x33 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini........ p. 54 Madonna con bambino, 1952, olio su legno, cm 58x39 – Lugo, collezione Giulio Galvani........................................... p. 56 Madonna, 1958, arazzo in olio, cm 70x70 – Ravenna, collezione Iris Gordini............................................................ p. 57 Natività, 1966, olio su tela, cm 60x50 – Massa lombarda, collezione Settimio Battilani.............................................. p. 58 Madonna del giglio, 1967, olio su cartoncino, cm 54x38 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini............... p. 59 Madonna con aureola s.d.,olio su tela, cm 40x30 – Lugo, collezione Giulio Galvani.................................................... p. 60 Madonna con bambino, s.d., olio su legno, cm 72x49 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini..................... p. 61 Madonna con bambino, s.d., olio su tavola, tondo, Ø cm 58 – Castel franco Emilia, collezione Kramer Gordini......... p. 62 Vergine con bambino, 1971, olio su tela, cm 50x40 – Lugo, collezione Alvara Galvani................................................. p. 63 Giovane con bambino, 1992, sanguigna su carta, cm 70x50 – Massa lombarda, collezione Laura Battilani.................. p. 64 Donna giudea, 1995, olio su cartone, Ø cm 45 – Cotignola, collezione Guglielmo Bagnara........................................ p. 65 Angelo del giudizio, 1999, tempera su carta, cm 45x30 – Cotignola, collezione Pier Luca Baldini............................... p. 66 Studio dell’artista, 1954, acquerello su carta, cm 71x42 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini................. p. 68 Natura morta, 1963, olio su legno, cm 37x37 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini................................ p. 69 Natura morta, 1963, olio su tela, cm 40x50 – Lugo, collezione Giulio Galvani............................................................ p. 70 Tulipani, 1972, tempera su carta, cm 68x48 – Cotignola, collezione Guglielmo Bagnara............................................ p. 71 Natura morta, 1978, olio su tela, cm 40x50 – Lugo, collezione Giovanna Gordini...................................................... p. 72 Calle, 1978, olio su tavola h cm 70 – Cotignola, collezione Guglielmo Bagnara.......................................................... p. 73 Rose bianche,1978, olio su tavola h cm 70 – Cotignola, collezione Guglielmo Bagnara............................................... p. 74 Fiori, 1978, olio su cartoncino telato, h cm 70 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini.............................. p. 75 Natura morta con uva, 1978, olio su tela, cm 40x50 – Mezzano, collezione Bartolomeo Gordini................................ p. 76 Sipario, 1998, olio su tavola, cm 100x120 – Cotignola, collezione Pier Luca Baldini................................................... p. 77 Calle, 2006, tempera su cartoncino, cm 58x42 – Riolo Terme, collezione Nicoletta Ancherani.................................... p. 78 Fenicotteri, 1982, olio su tela, cm 55x45 – Cotignola, collezione famiglia D’essi.......................................................... p. 80 Airone, 1982, olio su tela, cm 55x45 – Cotignola, collezione famiglia D’essi................................................................ p. 81 Cavalli, 1998, tempera su carta, cm 27x42 – Lugo, collezione Romea Gordini............................................................ p. 82 Cavalli, 1998, tempera su carta, cm 27x42 – Lugo, collezione Romea Gordini............................................................ p. 83 Tom, 1999, tempera su carta, cm 39x27 – Alfonsine, collezione Luciano Circassia...................................................... p. 84 Testa di cavallo, 1984, pastello a cera su carta, cm 55x45 – Cotignola, collezione Guglielmo Bagnara......................... p. 85 Animali nell’aia, 1957, olio su tavola, cm 85x150 – Cotignola, collezione Lorena e Adelma Gordini.......................... p. 86 Immagini della vecchia Cotignola, 1998, china su cartoncino, cm 20x30 – Cotignola, collezione Pier Luca Baldini.... p. 88
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Biografia
Fioravante Gordini è nato a Cotignola il 24 marzo 1936 da Gordini Michele e Clementina Ragazzini. Dal padre riceve da subito le emozioni delle imprese epiche del ciclismo degli anni ’20. Allievo fin da giovanissimo del pittore Luigi Varoli, ha poi frequentato il Liceo Artistico di Ravenna e di seguito l’Accademia di Belle Arti di Bologna, diplomandosi in scenografia e decorazione. Da prima insegnante di Educazione Artistica alla Scuola Media Angelucci di Subiaco (Roma) nel 1962 ove inizia la sua attività lontano da Cotignola. In seguito alla Scuola Fucini di Roma (1965) e ha poi insegnato per alcuni anni all’Istituto d’Arte “Marino” in provincia di Roma fino al 1975. Da quella data entra di ruolo e diventa Docente di Discipline pittoriche al VI Liceo Artistico di Roma. Non ha mai più lasciato la città insegnando fino al 1996. Ha vissuto e ha portato avanti la sua passione per la pittura e l’arte in genere, e a Roma come in altri luoghi, ha partecipato a diverse mostre collettive. Si è anche esercitato come ceramista. Muore a Tivoli il 16 ottobre 2013. 97