17-APR-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 34 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 18 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 34 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-APR-2019 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
REGIONE
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
13
La sfida delle elezioni europee
Di Maio lancia la capolista Pignedoli La giornalista antimafia guiderà la lista del M5S a Nordest e supera con 2000 voti il test delle primarie on line Albino Salmaso PADOVA. Luigi Di Maio ha scel-
to le donne a guidare il M5S nelle 5 circoscrizioni del Parlamento europeo e l’ala movimentista di Fico ha disertato il voto on line: il terzo round ha visto 20 mila adesioni alla piattaforma Rousseau, contro i 37 mila del primo turno. I contrari alla linea del vicepremier sono 7.600, oltre il 30%. L’apertura alle “eccellenze della società civile” ha finito per oscurare attivisti storici come Dibattista, che ha ripreso a girare il mondo con la sua motocicletta. A guidare la lista a Nord-Est è stata scelta Sabrina Pignedoli, una giornalista del Resto del Carlino di Reggio Emilia che si è occupata di ‘ndrangheta negli ultimi 10 anni: grazie alle sue inchieste sono nate delle indagini giudiziarie. Sul Blog delle stelle, si legge che la Pignedoli ha analizzato «l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, in Lombardia, in Veneto e ha studiato il fenomeno mafioso anche in altri stati come la Germania. Lei sarà preziosissima per il lavoro di contrasto alle mafie a livello internazionale: la normativa antimafia dell’Italia va estesa a tutti i Paesi Ue». IL VOTO ON LINE
Sabrina Pignedoli è stata “promossa” dalle primarie con 2.063 consensi e 759 contrari ma il Nordest è la circoscrizione che segna il punto più debole di contatti sulla piattaforma Rousseau: qui è la Lega a dettare legge anche tra le fasce giovanili. Il record negativo spetta però ad Alessandra Todde, 49 anni, amministratore delegato di Olidata, che con un “saldo positivo” di appena 388 voti si è guadagnata la pole position in Sardegna e Sicilia con la garanzia del seggio a Strasburgo. Le liste grilline saranno completate in queste ore, appena finirà la maratona on line. Di Maio è in missione ad Abu Dhabi e ha ribadito che il regolamento del M5S gli
consente di scegliere i 5 capilista, mentre per gli altri 14 candidati la battaglia è ancora aperta. Il Veneto ha dovuto fare i conti con l’Emilia Romagna e la più votata al secondo turno con 909 consensi è Viviana Dal Cin, che vive a Trieste, manager del settore assicurativo. Alle sue spalle Alessandra Guatteri, dell’Emilia Romagna e poi Marco Zullo, eurodeputato in carica che in materia
Pizzarotti in campo con + Europa Silvia Prodi e Luisa Calimani con la Sinistra di Pfas proprio ieri ha inviato con 14 colleghi una lettera al vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans invitandolo ad adottare una direttiva unica nell’Ue. GLI ALTRI PARTITI
Depositate anche le cinque liste di “+Europa” con Emma Bonino e Benedetto Della Vedova ottimisti: «Noi guardiamo la soglia del 4% dall’alto in basso», hanno detto presentando le candidature della formazione che non ha voluto stringere patti con il Pd e Calenda. A Nordest capolista è Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, messo alla porta dal M5S come eretico. «Ho deciso di mettermi al servizio di questo progetto e ogni voto in più per noi sarà un voto tolto a Orban e Salvini, e all’Europa che non ci appartiene. Noi vogliamo un’Europa forte» ha aggiunto Pizzarotti «senza burocrazia e con organi decisionali efficienti». Gianluca Schiavon, segretario di Rifondazione, ha depositato a Venezia la lista “Sinistra” che sarà guidata da Silvia Prodi, nipote di Romano, leader dell’Ulivo. Poi c’è Adelmo Cervi, figlio di uno dei 7 fratelli fucilati dai fascisti a Reggio Emilia. In corsa anche la padovana Luisa Calimani, architetto, ex deputata dell’Ulivo. —
camera dei deputati
partito democratico
I pentastellati cacciano Cunial
Calenda e 4 veneti
«Questa sera (ieri per chi legge, ndr) abbiamo avviato ufficialmente la procedura di espulsione della deputata Sara Cunial dal gruppo parlamentare della Camera del M5S». Lo hanno comunicato ieri sera i membri del direttivo del M5S a Montecitorio. Sara Cunial, deputata eletta in area bassanese, è più volte entrata in rotta di collisione con la linea politica dei pentastellati. In particolare è stato il tema dei vaccini a creare tensione fra la parlamentare e la leadership del Movimento 5 Stelle. L’ultimo episodio in questo senso è avvenuto a fine gennaio scorso, quando Sara Cunial aveva prenotato la sala stampa della Camera dei Deputati per una conferenza del Corvelva, associazione contraria alle vaccinazioni.
Depositata la lista del Pd. A guidarla è Carlo Calenda, ex ministro di Industria 4.0 che guida il movimento “Siamo Europei”. Alle sue spalle Elisabetta Gualmini, vicepresidente dell’Emilia. Poi Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura che lunedì era all’ortofrutticolo di Padova nelle stesse ore in cui Zingaretti ha presentato Achille Variati, che occupa il quarto posto. La “nomination solitaria” ha lasciato perplessi molti segretari che si aspettavano il debutto in grande stile con il vero capolista Carlo Calenda e tutta la squadra veneta, nel rispetto della par condicio. Nell’ordine gli altri candidati: Isabella De Monte, Roberto Battiston, Cécile Kyenge, Antonio Calò, Cecilia Guerra, Furio Honsell, Alessandra Moretti, Massimiliano Santini, Roberta Mori, Francesca Puglisi e Laura Puppato.
Elisabetta Gardini
Alessandra Moretti (Pd)
Gardini: «FI troppo a sinistra e Tajani mi voleva cacciare» Dialogo con Bitonci in Rai «Porta pazienza tre anni e ti candidiamo a sindaco di Padova», dice il leghista Il no all’accordo con la Svp PADOVA. Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia-Ppe a Strasburgo, a “Un giorno da pecora” ha spiegato perché ha lasciato Berlusconi: «Tajani mi voleva buttare fuori dalla finestra, ho preferito andarmene da sola per le scale». Metafora che ha fatto ridere anche Massimo Bitonci, sottosegretario all’Economia, che ha rilanciato.
«Il Po inquinato dai veleni Pfas ora il governo deve intervenire» tare con una legge che fissi il limite zero per le emissioni», dice il presidente del Veneto. L’analisi scientifica porta la firma di Dell’Acqua: «I c6o4, Pfas di nuova generazione, sono stati trovati nel Po, quindi qualcuno sta scaricando o ha scaricati a monte questa sostanza rispetto a dove l'abbiamo trovata. Si tratta di una
Laura Puppato (Pd)
l’eurodeputata pronta al passaggio con fdi della meloni
Il commissario Dell’Acqua lancia l’allarme, Zaia chiede aiuto al ministro L’emergenza riguarda pure Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna
VENEZIA. L’incubo dei Pfas si allarga, dalla Miteni di Trissino coinvolge il Po e ciò dimostra che le fonti dell’inquinamento sono molteplici. A lanciare l’allarme è Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario e direttore dell’Arpav, mentre Luca Zaia perla di «emergenza nazionale che il governo deve affron-
Sabrina Pignedoli (M5S)
concentrazione poco inferiore a 100 nanogrammi per litro, cioè una quantità notevole, di un nuovo tipo di sostanza perfluoroalchilica». Nessuno al mondo prima del Veneto aveva mai effettuato un controllo di questo tipo. «I campionamenti sono partiti a marzo e il controllo dei risultati risale alla prima settima-
«Cara Elisabetta, mi sembri la candidata perfetta per la poltrona di sindaco a Padova: porta pazienza tre anni e poi ce la faremo». Lei ha ringraziato tra risate e amarcord ma non ha sciolto l’enigma e solo oggi sapremo se ha accettato la candidatura in FdI con la Meloni e Sergio Berlato, che a Strasburgo è di casa con le sue tre legislature in Forza Italia. La campagna acquisti della Meloni, per un nuovo partito di centrodestra in sintonia con il governatore ligure Toti, prosegue senza esclusione di colpi: l’obiettivo è fare squadra con la Lega di Sal-
na di aprile». Nel frattempo è proseguito lo screening sulla popolazione per riscontrare la presenza di Pfas: nelle ultime analisi, ricorda Dell'Acqua, il 65% dei cittadini controllati (16.400 su 25.288) ha mostrato valori del sangue alterati nei livelli di colesterolo, albumina, creatinina, alterazione della pressione arteriosa o degli esami biotumorali. A tutti è stato suggerito e offerto gratuitamente un percorso di approfondimento di secondo livello. Il problema dei c6o4 non riguarda solo il Veneto ma anche Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna. «Per arrivare nelle acque venete del Po - aggiunge Dell'Acqua, che in passato si è occupato dell'emergenza rifiuti in Campania - vuol dire
vini in un centrodestra orfano di Berlusconi. «Me ne vado da Forza Italia perché si è spostata troppo al centro. Anzi a sinistra e fa le stesse battaglie del Pd. Persino sulla famiglia condivide le tesi delle femministe» ha detto la Gardini che due settimane fa ha partecipato come relatrice alla convention di Verona con il ministro Fontana: lì è nato il patto con la Meloni, che oggi verrà ufficializzato. «Tajani ha svenduto il seggio alla Svp, che rappresenta la minoranza etnica tedesca a Bolzano: loro sono austriaci, non italiani», ha concluso la Gardi-
NICOLA DELL’ACQUA, DIRETTORE ARPAV E COMMISSARIO STRAORDINARIO DEI PFAS
Il direttore Arpav «Bisogna fissare dei limiti zero nelle emissioni, altrimenti non possiamo punire chi rovina la salute»
ni per nulla in vena di gag. Nelle stesse ore, Tajani e Ghedini hanno ultimato le liste delle europee che segnano il ritorno in campo di Berlusconi, dopo la decadenza da senatore per gli effetti della legge Severino. In Europa Forza Italia è da sempre alleata della grande famiglia dei popolari cui fa riferimento anche la Merkel e il fossato con la destra sovranista è netto: Salvini e Tajani, che guida il Parlamento Ue, parlano due lingue opposte. Quanto ai nomi, alle spalle del Cavaliere ci sarà la deputata Sandra Savino, coordinatrice regionale del Friuli Venezia Giulia. Il resto da decidere, ma si pesca tra Teso, consigliere comunale a Verona; Valerio Zoggia, ex sindaco a Jesolo; Matto Tosetto, vicesindaco Vicenza e Roberta Toffanin, senatrice di Padova. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
che in qualche altra area d'Italia vi sono in questo momento concentrazioni ben superiori di Pfas di nuova generazione». Da qui la richiesta al governo di porre dei “paletti” più stringenti a livello nazionale. «Il governatore Zaia ha introdotto in Veneto il limite zero per gli scarichi sanitari delle acque potabili, proprio per combattere la presenza di queste sostanze, ma il governo non lo ha mai fissato a livello italiano. Ci manca lo strumento per poter agire, non solo in termini ambientali ma per far pagare chi inquina. I Pfas provocano importanti malattie, stiamo parlando di una sostanza artificiale che nel sangue non ci deve essere», conclude Dell’Acqua. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
REGIONE
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
l’odissea dei risarcimenti
Popolari, il governo agli ex soci «Tra pochi giorni il decreto» Nuovo annuncio: Palazzo Chigi chiama i risparmiatori di Bpvi e Veneto Banca Miatello: «Se è così ce lo vengano a dire durante il nostro sit in a Montecitorio»
Assemblea e rinnovo degli amministratori Ripianata la perdita d’esercizio di 6,9 milioni
Il gruppo Geox regala 5 milioni in azioni ai propri dipendenti IL PROGETTO
Una recente manifestazione delle associazioni a Roma nella Piazza di Montecitorio
Roberta Paolini
l’assemblea dei soci
il bollettino statistico
PADOVA. «Tra pochi giorni». La presidenza del Consiglio ha iniziato a chiamare le associazioni, chiedendo se il voto espresso l’8 aprile sulla soluzione Conte-Tria era confermato e aggiungendo che la norma è in dirittura d’arrivo. Quando, di grazia? Questione di giorni, per l’appunto. Tanto che le associazioni dei risparmiatori, in tutto le 16 favorevoli al doppio binario proposto dal Mef e presentato dal premier, più altre cinque che non erano presenti all’incontro ma comunque favorevoli, hanno risposto all’unisono: «Ok, allora venite a darci la buona notizia davanti a Montecitorio». Il 18 di aprile, infatti, i risparmiatori saranno di nuovo in assetto da dimostrazione. Chiedono di mettere la parola “fine” sulla questione del fondo e
Carel, ok ai conti del 2018 prevista cedola a 0,1 euro
Il 2018 è l’anno dei record Veneto corre più degli altri
PADOVA. Ricavi in crescita nel 2018 per Carel, l'azienda padovana del settore condizionamento dell'aria e refrigerazione, che ha realizzato un risultato netto di 23,9 milioni di euro. L'assemblea dei soci ha deciso di distribuire un dividendo di 0,1 euro per azione (stacco cedola dal 24 giugno). I risultati di gruppo hanno visto invece ricavi consolidati a 280,22 milioni, in crescita del 9,7% rispetto al 2017, un Ebitda di 46,99 milioni (-6,7% sull'anno precedente), e un utile netto consolidato di 30,75 milioni (-1,3%); il risultato netto adjusted consolidato è pari a 37,52 milioni (+18,9% rispetto al 2017). Il gruppo ha una posizione finanziaria netta consolidata negativa per 59,13 milioni. —
VENEZIA. Il Veneto marcia più spedito del resto del Paese quanto ad occupazione, export, vitalità di impresa e consumi di energia. L'ultimo numero del bollettino socio-economico della Regione, in rete da domani, fotografa i segni della ripresa che, in particolare per lavoro e occupazione, raggiungono e superano i livelli pre-crisi. Il Pil veneto nel 2018 è cresciuto dell'1,1%, due decimali in più rispetto a quello nazionale; in crescita anche i consumi delle famiglie (+0,8, a fronte di un +0,7 nazionale), e gli investimenti fissi (+4,3%, Italia +3,4). Nonostante il rallentamento del commercio mondiale: nel 2018 il Veneto ha esportato per 63,3 miliardi di euro, il 2,8% in più rispetto al 2017, toccando il massimo storico. —
quella “inizio” sui rimborsi. «Abbiamo invitato i ministri, i sottosegretari al Mef, i vicepremier e il premier al sit-in delle associazioni dei risparmiatori che hanno dato il loro sì al fondo con doppio binario a Conte confermando la volontà della salvezza e alla tutela del risparmio tradito. I risparmiatori veri non hanno paura di essere controllati, non temono nessun arbitrato. La norma così come ci è stata presentata va benissimo» dice Patrizio Miatello di Ezzelino III da Onara. Tra i contattati dalla presidenza del Consiglio anche Luigi Ugone di Noi che credevamo nella Bpvi che, tuttavia, non è ancora sceso dall’Aventino. «I contatti con Palazzo Chigi sono stati solo per sondare la disponibilità…a interloquire basta tutto qui». Ma sull’eventualità a rivedere la propria posizione Ugone è secco: «Noi siamo disponibili al dialogo se capiamo i confini della norma leggendo almeno la bozza altrimenti è un po’ fatica esprimersi». L’associazione la settimana prossima sarà a Bruxelles da Vestager, la commissaria alla Concorrenza, forse nella speranza di ottenere qualcosa in più. Anche se la sicurezza che questo avvenga pare sia un po’ scemata. «La commissaria Vestager vedremo se è quanto influirà» chiude Ugone. Il sit in di giovedì ha già arruolato partecipanti nelle file dell’opposizione. A far sentire la propria vicinanza ci saranno i forzisti Pierantonio Zanettin e Renato Brunetta. E pure il Pd. «La maggioranza pentaleghista si fa dettare la linea da due associazioni che evidentemente sono vicine a Di Maio e Salvini ignorando tutte le altre» è l’accusa del senatore Pd Andrea Ferrazzi. Si vedrà, l’augurio è che la notte porti consiglio e con esso pure la legge. Sarebbe una sorpresa per i riuniti in Piazza Montecitorio, sotto l’ombra dell'Obelisco. —
eox lancia un piano triennale di stock grant: l’assemblea degli azionisti, ieri, ha deliberato l’assegnazione a titolo gratuito, fino a un massimo di cinque milioni di euro, di azioni ordinarie a favore delle “risorse chiave” dell’azienda. Cioè amministratore delegato, direttore generale e altri dirigenti, per il momento, in futuro anche altre “prime linee” societarie in base ai risultati ottenuti. Nella stessa assemblea di ieri è stato rinnovato il cda (confermato Mario Moretti Polegato presidente) e il collegio sindacale.
G
IL BILANCIO
Ieri Geox ha approvato il bilancio 2018: il gruppo ha conseguito ricavi per 827,2 milioni di euro (in calo rispetto agli 884,5 milioni del 2017), per quanto riguarda la capogruppo i ricavi si sono fermati a 582,7 milioni contro i
L’INCENTIVO
Lo stock grant - azioni assegnate a titolo gratuito a differenza delle precedenti esperienze di stock option in Geox - hanno come obiettivo «coinvolgere e incentivare i beneficiari, favorirne la fidelizzazione», spiega l’azienda, ma soprattutto «attrarre nuove figure professionali altamente qualificate». Il piano durerà fino al 2021. L’assemblea, infine, ha autorizzato un nuovo piano di acquisto e disposizione di azioni proprie con l’obiettivo di «contenere movimenti anomali delle quotazioni», dopo gli ultimi mesi assai altalenanti in Borsa. — A.D.P.
Confartigianato: un flop il regime forfettario VENEZIA. Solo un artigiano ve-
neto su dieci opta per il regime fiscale forfettario. «La novità fiscale ha avuto l'effetto di un colpo di cannone caricato a salve», è il commento di Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, sulla misura introdotta dal governo che porta a 65mila euro la soglia per beneficiare di una tassazione del 15%. Lo dice uno studio di Confartigianato Imprese Veneto, con l’ausilio dell’ufficio Studi Cgia Mestre, su un campione di 8.680 imprese individuali venete in contabi-
lità semplificata nel 2018. Ben il 51% di queste avrebbero potuto beneficiare del forfait. Quelle che hanno avuto effettiva convenienza a passare al regime agevolato sono state appena 908. A tutte le altre, applicare il forfait sarebbe costato molto di più che applicare le consuete aliquote Irpef a scaglioni. «È un insuccesso – prosegue Bonomo -. Il tentativo di alleggerire la pressione fiscale sulle micro imprese alla prova dei fatti dimostra di non aver sortito gli effetti desiderati». Nicola Brillo
GIANCARLO CORÒ
L’Italia del “buono e ben fatto” deve aprirsi al mondo
D
627 del 2017.In particolare, l’assemblea degli azionisti ha approvato di ripianare la perdita dell’esercizio (6,95 milioni) con la riserva straordinaria (6,8 milioni) e il versamento dei soci in conto capitale (149.858 euro). Confermato il dividendo lordo di 0,025 euro per azione.
lo studio
IL COMMENTO
opo esserci rassegnati a una recessione che tutti i centri studi davano per certa, ecco che dall’industria italiana arriva una clamorosa smentita. Secondo l’Istat a febbraio la produzione sarebbe in realtà cresciuta di quasi l’1% rispetto lo stesso mese dello scorso anno, con risultati addirittura sorprendenti se si guarda ai tipici settori del Made in Italy. Aspetto ancora più incredibile è che la crescita della produzione industria-
11
le in Italia è in controtendenza rispetto all’area Euro, dove secondo Eurostat la produzione a febbraio è calata dello 0,3% su base annua, addirittura del 2% in Germania. Certo, c’è chi sostiene che dal 2017 l’Italia sarebbe scivolata al terzo posto in Europa per valore della produzione manifatturiera, superati dalla Francia. Ma questo risultato è in realtà distorto dall’impiego del fatturato come misura di riferimento. Diversamente da occupazione e valore aggiunto, dove
invece rimaniamo saldamente secondi dopo la Germania, il fatturato somma anche le produzioni realizzate nelle reti di fornitura all’estero, meno indicative della effettiva capacità manifatturiera del paese. L’impressione che l’industria italiana sia tutt’altro che al capolinea è rafforzata anche dagli straordinari successi di Vinitaly a Verona e del Salone del Mobile a Milano, dove si è consacrata la nostra leadership globale nell’industria del “buono e ben fatto”. Una
conferma della vivacità del tessuto imprenditoriale italiano arriva anche dal Rapporto PMI Centro Nord di Confindustria e Cerved, che fornisce interessanti elementi sulla capacità di risposta alla crisi nelle regioni più dinamiche del Paese. Il numero di imprese di capitale comprese fra 10 e 250 addetti è oramai ritornato ai livelli precedenti la crisi del 2008, ma soprattutto sono migliorate redditività e salute finanziaria. La crisi bancaria ha costretto molte imprese a rica-
pitalizzarsi, rendendole oggi più resilienti alle turbolenze finanziarie e meglio attrezzate ad investire in innovazione e sviluppo dei prodotti. Ci sono tuttavia alcune nubi all’orizzonte che non dobbiamo sottovalutare. Oltre ai pericoli del protezionismo, che possono diventare letali per l’industria italiana, ci sono due fattori critici da considerare. Il primo riguarda il Mezzogiorno, i cui divari economici con il Centro Nord stanno creando una frattura politica che può
diventare esplosiva. Il secondo riguarda la chiusura di molte imprese familiari a una governance più inclusiva e trasparente, che riconosca la centralità del capitale umano di fronte alle sfide tecnologiche e di mercato. Entrambi i problemi potrebbero essere superati se l’economia italiana si aprisse di più agli investimenti internazionali: nonostante il grande sparlare di invasione di capitali stranieri, siamo in realtà all’ultimo posto in Europa assieme a Cipro. Credere all’Italia significa aprirsi al mondo. Chiudersi è disconoscere il suo valore e, alla fine, rinunciare a crescere. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
La sfida delle elezioni europee corte d’appello
Già 11 le liste presentate Oggi 5 Stelle e Forza Italia VENEZIA. Parte ufficialmen-
Dall’alto in senso orario i candidati Mara Bizzotto, Paolo Borchia, Rosanna Conte, Gianantonio Da Re, Paola Ghidoni, Ilenia Rento. Sopra, una manifestazione elettorale della Lega
Lega veneta, poker di donne Clima di tensione nel partito Conte e Rento sorprese femminili dell’ultima ora. Il colloquio di Zaia con Salvini Da Re “punge” i consiglieri e Rizzotto ribatte: ci ha eletti il popolo, sia rispettoso Filippo Tosatto VENEZIA. Corretta in corsa, tra fibrillazioni e parole grosse sull’asse Venezia-Milano, la lista europea della Lega include sei esponenti veneti. Ben quattro le donne, a dispetto di una tradizione maschilista discretamente radicata: così, in rampa di lancio per Bruxelles - nell’ordine alfabetico proposto agli elettori della circoscrizione Nord Est- figurano Mara Bizzotto, eurodeputata uscente di Bassano; il veronese Paolo Borchia, funzionario a Bruxelles e coordinatore di Lega nel mondo; Rosanna Conte, avvocato e consigliere a Caorle; Gianantonio Da Re già sindaco di Vittorio Veneto e segretario regionale del partito; la commercialista Paola Ghidoni, dirigente di sezione a Padova; l’ingegnere Ilenia
Rento, presidente dell’Ater di Belluno. In verità l’anagrafe segnalerebbe un’ulteriore runner nostrana: Alessandra Basso, nativa di Treviso e cugina del consigliere regionale Riccardo Barbisan; nella realtà si tratta della tesoriere del partito a Bologna, punta di diamante di una pattuglia emiliana forte di cinque candidati, a -1 appena dai “lighisti” abili a raccogliere i consensi ma incapaci di scalfire l’egemonia “lumbard”. E se la moral suasion su Matteo Salvini esercitata dal governatore Luca Zaia è valsa a scongiurare in extremis una mortificazione nella rappresentanza, il nanismo politico del colosso elettorale resta evidente. PRESSING EMILIA E FRIULI
Nel merito, i sondaggi accreditano al Carroccio percentuali vicine al 35% nelle quattro re-
gioni, che crescono di una decina di punti nella “piccola patria di San Marco”. Ma le cifre assolute non traggano in inganno: scontato il plebiscito al capolista Salvini, la preferenza di genere (che vieta all’elettore binomi dello stesso sesso sulla scheda) favorirà quanti concentrano i voti sull’accoppiata uomo-donna. È il caso del Friuli Venezia Giulia, che farà quadrato su Elena Lizzi e Marco Dreosto; e ancor più dell’Emilia Romagna, con la citata Basso e l’emergente Emiliano Occhi. Né Trentino e Alto Adige lesineranno voti al solitario Matteo Gazzini. Collegi in vorticosa crescita di consensi, che minacciano di erodere il primato veneto. Nel radar ci sono 6, forse 7 seggi parlamentari su un totale di 14: se Bizzotto e Da Re (ma su quest’ultimo torneremo) hanno la vittoria in tasca, la corsa
la mossa del consorzio per evitare il calo dei prezzi
Prosecco, il mercato è saturo Stop ai nuovi vigneti Docg VALDOBBIADENE. Docg Conegliano-Valdobbiadene e Docg Asolo Prosecco Superiore costrette a bloccare le iscrizioni di nuovi vigneti per contenere la produzione e, quindi, mantenere i prezzi della bottiglia e delle uve a prezzi accettabili. Decisione storica, effettiva dal primo agosto di quest’anno, che si accompagna a quella per ora respinta dall’assemblea del Conegliano-Valdobbiadene - di ridurre la resa per
ettaro dagli attuali 135 a 120 quintali: con i prezzi attuali delle uve, avrebbero circa 2300 euro in meno a ettaro. Il mondo dei produttori è diviso. Due provvedimenti sono frutto della “tempesta perfetta” che si è abbattuta sul mondo del Prosecco. Prima la vendemmia 2017, più scarsa a causa del clima sfavorevole, con coda di contratti di fornitura modificati al ribasso. Poi il raccolto 2018 sovrabbondante e i
prezzi dell’uva crollati - anche le indicazioni per il 2019 sono di questo tenore. Infine la frenata dell’export dopo anni di crescita: nel 2018 le esportazioni del Conegliano-Valdobbiadene Docg sono calate del 9,1 per cento a volume (33,1 milioni di bottiglie, calo fisiologico vista la vendemmia scarsa) e, soprattutto, del 7,8 per cento a valore. Le tensioni internazionali (Brexit e dazi di Trump) non garantiscono sta-
un altro fronte si profila ed è intriso di veleni. «UNA BATTUTA INFELICE»
Alla delusione degli esclusi evidente negli sguardi corrucciati di Roberto Ciambetti, Federico Caner, Luciano Sandonà, dello stesso Barbisan - fa eco la nuova stoccata ai consiglieri regionali ad opera di Da Re che, criticato da più parti, ironizza sul malcontento («Non vedo Maradona rimasti in panchina... ») suscitando la replica di Silvia Rizzotto, speaker d’aula che ha spontaneamente rinunciato a candidarsi e, a differenza dei “timidi” colleghi di gruppo, non si cuce la bocca: «La trovo una battuta infelice, non siamo qui per nomina, ci ha eletti il popolo e meritiamo rispetto». NÈ SPORT NÈ SPETTACOLO
La speaker zaiana Silvia Rizzotto
degli altri appare in salita, con il commissario della turbolenta federazione padovana Franco Gidoni lesto a promettere «appoggio entusiasta» alla quasi omonima Paola; con i colonnelli del Veneto Orientale - in testa Fabiano Barbisan, imprenditore zootecnico di fede zaiana - coalizzati a sostegno di Conte. Basterà a fronteggiare il fuoco amico? Ma
bilità. Insomma, bisogna evitare che ci si ritrovi a primavera 2020 con una quantità di uva eccessiva che il mercato, meno “ruggente” di un tempo. Ecco allora la prima decisione: stop ai nuovi impianti di Prosecco Docg Conegliano-Valdobbiadene dal prossimo primo agosto. Identica decisione per il Prosecco Docg Asolo. L’assemblea dei produttori ha già votato il sì ad ampia maggioranza. «Come Consorzio abbiamo per legge l’obbligo di gestire l’offerta di prodotto, in base alle valutazioni su come sta andando la denominazione» spiega Innocente Nardi, presidente del Conegliano-Valdobbiadene, «considerando che esiste il rischio anche di ulteriori problemi relativi a Trump, Brexit o altro, sicu-
È tutto? Quasi. In serata il segretario - che all’indomani del 26 maggio cederà il timone dirama una nota rivendicando alla lista salviniana un’attenzione privilegiata «alle esigenze e alle sensibilità dei territori»; «Numerose le conferme tra gli uscenti ma nessun nome “famoso” proveniente dal mondo dello spettacolo o dello sport, con tutto il rispetto per le categorie», è il suo commento conclusivo. Una questione di rispetto, già. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ramente qualcosa dovremo fare. Stiamo predisponendo la domanda in Regione, già approvata dall’assemblea all’unanimità, per il blocco delle iscrizioni di nuovi vigneti al Conegliano-Valdobbiadene dal primo agosto 2019. In assemblea è passato, adesso i nostri funzionari, assieme al Cirve, stan-
Valdobbiadene, in ballo c’è anche la riduzione della resa per ettaro I produttori si dividono no predisponendo gli ultimi documenti da inoltrare alla Regione». Armando Serena, presidente dell’Asolo Docg, si spinge oltre: «Vogliamo pre-
te il conto alla rovescia per le elezioni europee. Ieri, nella circoscrizione Nord Est che racchiude Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Trentino Alto-Adige, la Corte d’appello di Venezia ha ricevuto, a partire dalle 8 del mattino, undici liste di candidati. La prima a presentarsi è stata quella del Popolo della Famiglia - Alternativa Popolare, con il capolista Mirko De Carli. A seguire, il Partito animalista con Cristiano Ceriello; e poi i Gilet arancioni con Antonio Pappalardo; i Popolari per l’Italia con Ivo Tarolli; il Sud Tiroler Volkspartei con Herbert Dorfmann; il Partito Comunista con Marco Rizzo; la Sinistra con Silvia Prodi (nipote di Romano); la Federazione dei Verdi con Silvia Zamboni. Ancora, Dopo aver dichiarato l’apparentamento con Italia in Comune, + Europa ha presentato come capolista Federico Pizzarotti, sindaco di Parma ed ex dissidente grillino. Il Pd, come già annunciato, ha schierato il nome forte di Carlo Calenda per contrastare il predominio leghista. In lista, ottavo tra le preferenze, anche il professore trevigiano Antonio Silvio Calò. La Lega targata Salvini ha presentato lo stesso segretario del Carroccio come capolista, mentre tra le preferenze è stato inserito anche il leader della Liga veneta Antonio “Toni” Da Re. I grandi assenti della prima giornata utile a consegnare le liste per le Europee sono stati Forza Italia e Movimento Cinque Stelle. I partiti avranno tempo per depositare simbolo e candidati fino alle 20 di stasera. Da domani, le candidature saranno sottoposte al vaglio delle commissioni territoriali per il controllo dei requisiti di regolarità. — Eugenio Pendolini
servare non solo gli equilibri di mercato ma anche la biodiversità, nel nostro territorio devono rimanere anche i ciliegi e gli altri frutteti». Docg circolo chiuso, quindi: chi è fuori resta fuori. Anche “chi è dentro”, però, potrebbe essere costretto a rifare i calcoli. Nel Conegliano-Valdobbiadene è stata proposta, infatti, la diminuzione della resa per ettaro. Lo zoccolo duro dei produttori ha fatto sapere di non gradire la proposta. Consorzio cauto anche in questo caso: «Riduzione della resa? Valutiamo, è prematuro parlarne, devono ancora germogliare le piante», risponde Nardi, «potrebbe essere uno strumento da utilizzare. Più che riduzione della resa, sarebbe una messa a stoccaggio». —
14
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
schede ospedaliere
massaro e perenzin
Sanità, l’allarme dei sindaci «Cittadini danneggiati»
«Ci sono di sicuro gli spazi economici per soddisfare le nostre richieste»
L’Anci Veneto ieri ha portato un documento condiviso in commissione sanità Pavanello: «C’è preoccupazione per il taglio dei posti letto di lungodegenza»
BELLUNO. «Abbiamo presen-
Raffaele Scottini BELLUNO. Si vanno a tagliare posti letto di lungodegenza per sostituirli con strutture cosiddette intermedie, che Belluno non ha. Nelle schede ospedaliere l’equazione non torna, perché in provincia non c’è questo ponte tra i servizi territoriali e l’ospedale per tutte quelle persone che non hanno necessità di essere ricoverate in reparti specialistici, ma necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio. Per il presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl Dolomiti Jacopo Massaro «è chiaro che così non può funzionare, perché prima si dovrebbero attivare le strutture intermedie». La preoccupazione del territorio provinciale è emersa ieri in occasione dell’audizione in consiglio regionale nella quinta commissione, ma timori forti sono stati manifestati anche dall’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e una protesta è esplosa anche all’interno della stessa commissione, dove la consigliera regionale di Italia in Comune Patrizia Bartelle ha indossato una maglietta con scritto “Sanità pubblica”. Perché «non esiste che si svuoti la sanità pubblica in favore di quella privata. Investire nella sanità privata avrà senso solo quando il servizio sanitario pubblico sarà riportato alla massima efficienza e così non è, visto che i sindacati del personale sanitario minacciano lo sciopero». Insieme a lei, il consigliere regionale Piero Ruzzante (Li-
L’ospedale San Martino di Belluno
beri e Uguali): «La Lega è riuscita mettere tutti d’accordo nel dire no alle schede ospedaliere. Venerdì 3 maggio sono previste assemblee sindacali unitarie in tutte le strutture sanitarie del Veneto», dicono i due, aggiungendo che «non
Si evidenziano i rischi sugli effetti negativi del depotenziamento degli ospedali spoke c’è alcuna valida motivazione, al di fuori dello scopo di lucro, che giustifichi lo svuotamento della sanità pubblica e l’implementazione di quella privata». Sul fronte dei Comuni, l’An-
ci ha portato il documento condiviso con i sindaci e auspica maggiore dialogo e ascolto per una programmazione calibrata su bisogni ed istanze del territorio. La presidente, Maria Rosa Pavanello, riporta la preoccupazione dei sindaci per i tagli dei posti letto di lungodegenza in tutto il Veneto. «Un aspetto», dice, «che non può tener conto solo dei parametri nazionali e di quelli regionali che si fondano sulla tenuta dei conti e su indicatori economici, ma che ha anche una ricaduta sociale su persone e famiglie». Il documento dell’Anci Veneto ha focalizzato la propria attenzione anche sui rischi sugli effetti negativi del progressivo depotenziamento degli ospedali spoke (presidi ospe-
dalieri territoriali) che vedono trasferite agli hub (centri di riferimento provinciale) apicalità, reparti e posti letto. «È una criticità che si riscontra in tutte le province», prosegue Maria Rosa Pavanello. «In questo modo si danneggiano i cittadini che non hanno più gli stessi standard di assistenza e sono costretti a recarsi in altre strutture già sature o in alcuni casi distanti soprattutto per quel che riguarda le emergenze. Per la comunità gli ospedali sono un punto di riferimento e il primo presidio sanitario sul territorio. Per questo vanno tutelali e garanti servizi e assistenza di qualità, che non si possono sacrificare facendo riferimento esclusivamente alla logica della spending review». —
tato delle richieste che non hanno un impatto finanziario chissà quanto rilevante, anche perché i tagli sono stati tantissimi in questo periodo e quindi gli spazi economici ci sono sicuramente. Ci aspettiamo che la commissione regionale ci ascolti e ci aspettiamo che i rappresentanti bellunesi in Regione facciano la loro parte per la nostra rete ospedaliera». Questa la posizione del duo composto da Jacopo Massaro (sindaco di Belluno) e Paolo Perenzin (sindaco di Feltre), rispettivamente presidente e vice presiedente della conferenza dei sindaci dell’Usl Dolomiti, in missione ieri mattina a Venezia per portare le istanze del Bellunese alla quinta commissione consiliare permanente della Regione, che si occupa di sanità e di sociale. Era un’audizione riguardo alle nuove schede di dotazione ospedaliera approvate dalla giunta regionale, quindi i consiglieri regionali hanno ascoltato e basta, senza dare risposte. «Abbiamo ribadito le posizioni storiche del territorio», dice Massaro. Nello specifico, particolare attenzione è stata posta sull’urgenza ed emergenza soprattutto per gli ospedali di Pieve di Cadore ed Agordo, con la richiesta di ripristino della chirurgia h24 (anche eventualmente con ricorso alla reperibilità), a cui si aggiunge la necessità di avere l’auto medicalizzata, che oggi non c’è nell’Agordino. Per quanto riguarda Feltre, il focus è sui trenta posti letto riservati alla zona del
Primiero, che «non devono andare ad intaccare la programmazione dell’ospedale Santa Maria del Prato». E ancora: la richiesta è che le attività concentrate a Belluno come la senologia e la chirurgia vascolare possano essere effettuate dal punto di vista dell’interventistica anche all’ospedale di Feltre. Per quanto riguarda l’ospedale di Belluno, «la volontà è che la senologia sia unità dipartimentale e non unità semplice», dice il sindaco Massaro, che ha chiesto poi «che all’ortopedia e traumatologia venga aggiunta l’interventistica radiologica, che vengano risistemati alcu-
Portate le istanze di Cadore e Agordino per il ripristino della chirurgia h24 ni posti letto ridotti per la gastroenterologia quando invece le attività sono molte, e che venga ripristinata l’apicalità di anatomia patologica». Su quest’ultimo aspetto, una precisazione il collega di Feltre la fa: «Che Belluno chieda il ripristino di anatomia patologica è legittimo, ma deve restare inteso che comunque questo non deve in alcun modo andare a discapito di Feltre, che già ha perso apicalità di laboratorio e farmacia», evidenzia Paolo Perenzin. Che aggiunge: «L’anatomia patologica di Feltre deve comunque conservare quanto previsto dalle schede, e cioè avere anche l’attività di coordinamento per l’intera azienda». —
PASSA ALLA CISL, CONVIENE!
È ORA DEL 730! SCEGLI LA STRADA GIUSTA Chiama la sede CAF CISL BELLUNO a Te più vicina e prenota la Tua dichiarazione dei redditi.
BELLUNO
TO NOI
Numero unico di prenotazioni T. 0422 1660661 Per rimanere sempre aggiornato sul mondo di CAF CISL Veneto iscriviti alla newsletter:
www.cafcislveneto.it
13
ABI, SOFFERENZE IN LIEVE RIALZO A 33,6 MILIARDI A FEBBRAIO MA IN CALO DEL 38% RISPETTO AL 2018
Economia
Antonio Patuelli Presidente dell’Abi
Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
economia@gazzettino.it
Euro/Dollaro -0,07%
1 = 1,1305 $
Ftse Italia All Share
Ftse Mib
23.981,27
+0,11%
Ftse Italia Mid Cap
21.918,93
+0,12%
39.148,26
+0,01%
Fts e Italia Star
36.034,73
-0,04%
1 = 0,8639£ +0,10% 1 = 1,1371 fr +0,23% 1 = 126,59 ¥ -0,06% M
M
G
V
L
M
M
M
G
V
L
M
M
M
G
V
L
M
M
M
G
V
L
M
Alitalia-Atlantia, il pressing di Conte Palazzo Chigi vuole prendere tempo e far slittare la scadenza `Senza un partner industriale privato il salvataggio è impossibile di aprile per provare a convincere i Benetton a rientrare in partita E ci sono gli ostacoli eretti da M5S da superare. La Lega in manovra `
IL CASO ROMA L’obiettivo è di guadagnare tempo per evitare che il salvataggio di Alitalia finisca in un vortice fatale. La missione del premier Giuseppe Conte, che ad ore convocherà un vertice ad hoc, è quasi impossibile. Da un lato deve convincere Atlantia a rientrate nella partita, offrendo garanzie industriali sull’operazione; dall’altro deve superare le perplessità, anzi l’ostilità, dei 5Stelle che ben sapendo che la società del gruppo Benetton è l’ultima carta spendibile, non cederanno facilmente. Anche perché negli ultimi mesi, pur con toni sempre più deboli, hanno continuato a minacciare di voler togliere la concessione autostradale, facendo così pagare a caro prezzo il crollo del Ponte Morandi. Al momento il premier può contare quindi solo sulla sponda della Lega, che però ha già fatto capire che Atlantia, in assenza di alternative valide, sarebbe ben accetta. Se non altro perché Cdp e le altre società che sono articolazioni della Cassa fino ad oggi hanno fatto muro. Così come Poste, Leonardo e Fincantieri: tutte scomparse dai radar non appena il dossier è diventato pubblico. Proprio l’appoggio di Matteo Salvini, che ieri ha sfidato nuovamente l’alleato Luigi Di Maio a trovare una soluzione dopo mesi di impasse, può risultare però un pericoloso boomerang per il pre-
IN ATTESA DEL VERTICE RISOLUTIVO CON IL PREMIER SALVINI E DI MAIO CONTINUANO A SFIDARSI UN ESCAMOTAGE PER DECIDERE DOPO LE ELEZIONI EUROPEE
mier. Da qui la necessità di un vertice per trovare la quadra o quanto meno provare a mettere in fila le questioni da risolvere: dal prestito ponte da 900 milioni del Tesoro che va restituito a giugno, al faro acceso dall’Europa sui presunti aiuti concessi, ai dubbi legittimi di Ponzano Veneto che non vede - e lo ha detto ufficialmente - l’utilità di andare avanti su questa strada. All’origine del no secco di Atlanta ci sono non solo ragioni di tipo industriale, ma anche aspetti legati alla possibile futura governance. Fs e Atlantia avrebbero infatti ciascuna il 35%, mentre Delta e Mef il 15%. Gli interrogativi da sciogliere sono tanti: da chi piloterà la compagnia a chi sceglierà strategie e manager. Per non parlare del piano industriale che le Fs stanno mettendo punto senza aver consultato i potenziali partner. E senza affrontare l’aspetto più politico della questione, ovvero gli ostacoli eretti dai grillini.
Vianini 2018, gran balzo degli affitti nel fatturato L’ASSEMBLEA
LO SLALOM Del resto, Conte sa benissimo che in gioco ci sono migliaia di posti di lavoro e che senza un partner privato Fs, regista dell’operazione, sarà costretta a fare un passo indietro. Per questo a Palazzo Chigi si starebbe pensando di spostare di un mese la data ultima entro cui chiudere l’operazione: da fine aprile a fine maggio. E di farlo mettendo a punto un escamotage tecnico, un po’ come accaduto con la Tav, per «comprare» altro tempo e dare ad Atlantia la possibilità di riflettere ancora se vale la pena mettere sul tavolo 300 milioni per rilevare il 35% della NewCo. Lo scoglio, come detto, è anche politico e di opportunità, e non è detto che venga superato con un semplice slittamento dei termini a dopo le elezioni europee. Per questo il pressing sulle grandi partecipate dello Stato quotate prosegue inces-
Aerei Alitalia all’aeroporto di Fiumicino
Finanziamenti Fs, bond per 1.750 milioni per acquistare nuovi treni Fs si prepara ad emettere nuovi bond fino 1.750 milioni di euro. La mossa approvata ieri dal cda ha l’obiettivo di raccogliere risorse presso gli investitori istituzionali per finanziare l’acquisto di nuovi treni per il trasporto regionale e per quello a media e lunga percorrenza. Ma anche di nuove locomotive destinate al trasporto merci e per il completamento dell’infrastruttura ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità.
sante: senza Atlantia e in assenza di un piano B la prospettiva della liquidazione diventa più concreta. «Vogliamo chiudere entro breve il dossier Alitalia - ha ribadito ieri Conte - nonostante sia molto complesso. Faremo un tavolo a Palazzo Chigi». Probabilmente prima di Pasqua. Curiosa la frenata di Di Maio. «Non mi risulta - ha detto poco dopo - un vertice a breve». E Salvini incalzante: «Aspetto i fatti». «Mi fa piacere - la replica del vicepremier grillino - che tutti vogliano vedere i fatti, peccato che quelli che vogliono vederli parlano soltanto». La compagnia, intanto, ha diffuso i conti del primo trimestre,annunciando una crescita dei ricavi da passeggeri dell’1,4%. Umberto Mancini ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Vodafone, 240 milioni per spingere la digitalizzazione di imprese e Pa L’INIZIATIVA MILANO Investimenti per 240 milioni di euro nei prossimi cinque anni per la trasformazione digitale delle imprese. Dalle più piccole come i negozi, ai grandi gruppi, fino alla pubblica amministrazione. È il nuovo piano di Vodafone, che con il lancio di Vodafone Business preme l’acceleratore sulla digitalizzazione delle aziende. «Sono tante le società che ci chiedono come fare a cambiare il loro modello di business e spesso serve una guida per orientarsi nel mondo digitale»,
spiega Giorgio Migliarina, direttore di Vodafone Business. Il gruppo di tlc è in prima linea con lo sviluppo della rete 5G, che entro la fine dell’anno sarà estesa anche a Roma e in altre quattro città, questo programma di investimenti servirà a creare servizi e competenze che integrano le nuove tecnologie di connettività e convergenza (dal 5G alle soluzioni di rete virtualizzate configurabili dal cliente) con processi per la digitalizzazione. «Ci vogliamo muovere come integratore di soluzioni, non le creiamo da zero», precisa Migliarina. Perciò Vodafone fornirà al-
le imprese tecnologie già sviluppate, proponendo nuove soluzioni «sempre connesse, flessibili e sicure per risolvere problemi di business». Dai processi industriali ai servizi per i clienti, le applicazioni saranno realizzate sia attraverso le piattaforme di Vodafone (Iot, Analytics, Cloud) sia in partnership, la prima delle quali con Cerved, per integrare gli Analytics con gli indicatori economici e socio demografici territoriali. Vodafone Business «è la nuova identità di Vodafone per le imprese e pubblica amministrazione» che si pone come «un alleato» in questo percor-
so di trasformazione digitale», spiega Migliarina, sottolineando che gli investimenti sono «incrementali» rispetto agli investimenti già pianificati da Vodafone Italia. «Il nostro Paese - osserva - in questo momento è al centro di una innovazione importante. Il futuro sta accelerando, siamo nel pieno della quarta rivoluzione industriale e l’anno prossimo il 40% delle aziende aumenterà i propri investimenti nel digitale. Dunque, prevediamo cambiamenti radicali dei modelli di business». Claudia Guasco © RIPRODUZIONE RISERVATA
ef84785c-8d3f-467a-99bb-8de1df1d80ce
ROMA Via libera dall’assemblea di Vianini al bilancio 2018 e alla distribuzione di un dividendo da 6 centesimi per azione. Una cedola invariata rispetto all’esercizio precedente che fotografa un payout del 96,5%. Il 2018 della società controllata dal Gruppo Caltagirone si è chiuso con un risultato netto positivo per 4,6 milioni (4,9 milioni nel 2017), di cui 1,8 milioni di competenza del gruppo, e un Margine operativo lordo positivo per 13,3 milioni (15,8 milioni nel 2017). Numeri che permettono a Vianini di «proseguire positivamente nella sua missione, costituita esclusivamente dall’attività immobiliare svolta dal gruppo Domus», come sottolinea la relazione al bilancio. Non solo. Come sottolineato in assemblea dall’amministratore delegato Elena De Simone e dal presidente Albino Majore, il bilancio 2018 è stato caratterizzato anche da un aumento dei proventi da affitti attivi, saliti in un anno dal 33 al 55% dei ricavi totali. Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare della società, sono 820 gli appartamenti locati e 120 quelli venduti nel 2018. Dunque, al 31 dicembre 2018 risultavano 740 “unità” destinate alla vendita. Tra le novità emerse in assemblea anche l’acquisto di un’area edificabile alla periferia Sud di Roma, all’interno del Raccordo in Via delle Vigne, per un totale di 6 mila metri cubi.
Poste, online il sito su progetti e obiettivi dei comuni mini L’IMPEGNO ROMA «Nell’incontro di novembre avevamo promesso maggiore efficienza nei nostri 12.800 uffici postali presso i quali accogliamo ogni giorno 1,5 milioni di persone: con il portale inaugurato dedicato a questo progetto vogliamo dare conto in modo trasparente e immediato della realizzazione dei nostri obiettivi e delle nostre promesse». L’ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante (nella foto), fa riferimento ai «dieci impegni concreti» presi incontrando i tremila sindaci di comuni con meno di 5.000 abitanti. Il nuovo portale, che aggiorna in tempo reale gli obiettivi del programma, è consultabile all’indirizzo www.posteitaliane.it/piccoli-comuni. Accanto alla conferma dell’impegno a non chiudere alcun Ufficio postale, il nuovo portale elenca già l’installazione di 102 nuovi Atm Postamat in altrettanti comuni, di 1.817 nuove cassette postali in 1.278 Comuni, di 1.304 spot Wi-Fi in 1.211 Comuni, di 938 impianti di videosorveglianza in 477 Comuni oltre all’abbattimento di 157 barriere architettoniche in 151 Comuni .
10
Nordest
«FAVORITE LE AGROMAFIE», IL M5S ESPELLE CUNIAL La vicentina Sara Cunial espulsa dal M5s alla Camera. Il capogruppo D’Uva: «Contraria al provvedimento sull’agricoltura ha detto che favoriamo le agromafie. Inaccettabile». Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Europee, partita la carica dei candidati Lega, Salvini esclude i big regionali soltanto in Veneto. Ora si apre `L’ex leghista Irene Pivetti in lista con Berlusconi da indipendente la fase del commissariamento. I leghisti friulani puntano all’en plein Lo storico Philippe Daverio e l’ex M5s David Borrelli con +Europa `
LE ELEZIONI VENEZIA Elezioni europee, è iniziata ieri in Corte d’Appello a Venezia la presentazione delle liste per il voto del 26 maggio. Un passaggio tecnico che si concluderà stasera e che per alcuni partiti, come il Pd, ha confermato gli annunci dei giorni scorsi (Calenda capolista, il vicentino Variati quarto ma primo dei veneti). E che per altri, come la Lega, ha sancito invece l’esclusione dei big regionali per far posto ad amministratori locali. C’è chi, come l’ex presidente leghista della Camera Irene Pivetti, ha anticipato la presentazione formale della lista di Forza Italia annunciando di essere candidata indipendente. Lo storico dell’arte e saggista Philippe Daverio è nella lista +Europa con il sindaco di Parma Pizzarotti e un altro ex M5s, il trevigiano Davide Borrelli. La padovana Luisa De Biasio Calimani corre invece con La Sinistra assieme al trevigiano Fausto Pozzobon. E oggi si saprà se la padovana Elisabetta Gardini, che ha lasciato Forza Italia, correrà con i Fratelli di Giorgia Meloni, magari in quota Fitto. Complessivamente ieri sono state presentate 9 liste: Popolo della famiglia, Svp, Pd, Lega, Ppe, Partito Comunista, Gilet Arancioni, Partito Animalista, +Europa.
Sardone Nardone e Alessandra Cappellari. Dunque, non è vero che l’esclusione dei regionali veneti era conseguente a quella dei lombardi: Salvini, con somma gioia soprattutto dell’uscente Bizzotto che forse stavolta riuscirà a tornare a Bruxelles senza subentrare a qualche dimissionario (Bossi nel 2009, Salvini nel 2014), ha lasciato fuori solo i veneti, sal-
vo aumentare i candidati “local” da 4 a 6. Tant’è, in Lega si mugugna, ma silenziosamente: «No digo gnente» è l’unica dichiarazione concessa ufficialmente ai cronisti. A porte chiuse, invece, volano stracci: a Treviso sono inferociti per essere stati chiamati a indicare proposte di candidature trovandosi poi in lista l’unico di cui non era stato fatto il nome,
cioè il segretario Da Re, trevigiano. In un simile contesto, rischia di fare “cappotto” la Lega friulana che corre con Marco Dreosto e Elena Lizzi: se il Veneto disperderà i voti (anche se Salvini avrebbe dato il via libera ai “santini” senza il suo nome), un Friuli compatto potrebbe ambire all’en plein. Tant’è, la prossima partita che si giocherà in Veneto sarà sul
commissariamento del partito, non potendolo più lasciare in mano a Da Re che è candidato: fino a poco tempo fa il papabile era il capogruppo in Regione Nicola Finco, ora si parla del sindaco di Treviso Mario Conte se non addirittura di un “foresto”, probabilmente un friulano. Per gli assertori dell’autonomia, sarebbe un gran bella sberla.
La corsa al voto
Nessuna sorpresa in casa Pd: Carlo Calenda è capolista, lo seguono gli emiliani Elisabetta Gualmini e Paolo De Castro, il vicentino Achille Variati, l’udinese Isabella De Monte. Ci sono il trevigiano Antonio Silvio Calò ormai noto in tutta Italia come “quello che ospita in casa i profughi”, la consigliera regionale Alessandra Moretti, l’ex senatrice Laura Puppato. Era stato annunciato l’imprenditore franco-olandese Eric Veron, al suo posto c’è l’emiliano Massimiliano Santini.
FORZA ITALIA
LEGA Mara Bizzotto vicentina
FORZA ITALIA Irene Pivetti indipendente
LEGA Gianantonio “Toni” Da Re, trevigiano
+EUROPA Philippe Daverio
PD Achille Variati vicentino
+EUROPA Davide Borrelli, trevigiano
LEGA Per quanto riguarda la Lega, confermate le anticipazioni pubblicate dal Gazzettino: i candidati veneti sono saliti da 4 a 6, piazzando accanto all’uscente vicentina Mara Bizzotto, al segretario veneto Toni Da Re, alla padovana Paola Ghidoni e al veronese trapiantato a Bruxelles Paolo Borchia anche la veneziana Rosanna Conte e la presidente dell’Ater di Belluno Ilenia Rento. «Tutta gente clamorosamente normale», ha detto Salvini, capolista in tutte le cinque circoscrizioni italiane, commentando le liste. Ma in Veneto si continua a mugugnare, anche perché l’esclusione dei regionali - Ciambetti, Caner, Sandonà, Barbisan - è valsa solo qui. A Nordovest la Lega ha candidato infatti la consigliera regionale piemontese Gianna Gancia, moglie di Calderoli, e le consigliere regionali della Lombardia Silvia
PD
PD Laura Puppato trevigiana
ELISABETTA GARDINI ACCOLTA NEL GRUPPO “CONSERVATORI” A BRUXELLES E OGGI SVELERÀ LA CORSA CON FDI
Sono 38 (sui 47 che erano stati presentati) i simboli ammessi al voto dal Viminale. Ieri e oggi il deposito delle liste
LA SINISTRA SCHIERA LA PADOVANA LUISA CALIMANI E IL TREVIGIANO FAUSTO POZZOBON
FRATELLI D’ITALIA Sergio Berlato, vicentino
La lista di Forza Italia sarà depositata oggi. Capolista Silvio Berlusconi. In lizza come indipendente Irene Pivetti, che peraltro sta portando avanti un nuovo partito chiamato Italia Madre. In corsa anche il vicesindaco di Vicenza Matteo Tosetto, il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia, la segretaria di FI del Friuli Sandra Savino, la senatrice padovana Roberta Toffanin. Ma se Forza Italia farà un solo eletto, il seggio andrà a Herbert Dorfmann della Svp in virtù di un accordo tra i due partiti. È il motivo per cui la parlamentare uscente Elisabetta Gardini ha lasciato gli azzurri.
FRATELLI D’ITALIA Ma la Gardini sarà o no in lista con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni? Anche se la lista sarà presentata oggi, tutto lascia intendere di sì: ieri, infatti, il gruppo Ecr (Conservatori e riformisti europei) ha accolto, su proposta del vicepresidente Raffaele Fitto, l’ingresso di Gardini. Il passaggio successivo sarebbe la candidatura con FdI in quota Fitto (cioè Direzione Italia che con la Meloni ha fatto un patto federativo), accanto a Remo Sernagiotto. Se ciò avverrà, la padovana Gardini si troverà nelle stesse situazioni del conterraneo Massimiliano Barison quando lasciò FI per FdI e lei lo apostrofò così: «Incredibile, deve tutto a Forza Italia!». In lista con Meloni, al secondo posto, il capogruppo in Regione Sergio Berlato che, da statuto, si è sospeso da coordinatore del partito; il commissario reggente ora è il deputato bellunese Luca De Carlo. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Insulti nella lite “innescata” dalla convertita all’Islam: assolto IL CASO VENEZIA Non ci fu diffamazione aggravata dalla discriminazione per motivi religiosi. Il Tribunale di Venezia ha assolto, perché il fatto non sussiste, Andrea Bonaventura, operaio cinquantenne di Borgoricco (Padova), finito sotto accusa per alcune frasi, un po’ colorite, pubblicate su Facebook e riferite a Silvia Layla Olivetti, la donna di Marghera (Venezia) convertitasi all’Islam più di una dozzina di anni fa, fondatrice del Movimento per i diritti dei mu-
sulmani in Italia. La sentenza è stata letta nella tarda mattinata di ieri, alla Cittadella della giustizia di piazzale Roma, a Venezia: nella precedente udienza, svoltasi all’inizio di
PER IL TRIBUNALE NELL’ACCESA DISCUSSIONE SU FACEBOOK NON CI FU DIFFAMAZIONE
aprile, lo stesso pubblico ministero, Fabrizio Celenza, si era battuto per l’assoluzione dell’imputato, sostenendo che le parole da lui scritte erano il risultato di un’accesa discussione svoltasi sul social network, in qualche modo “istigata” dalla stessa vittima, la quale è risultata aver partecipato alla discussione sotto falso nome alimentando lo scontro verbale. Inoltre, secondo il rappresentante della pubblica accusa, in quelle espressioni non si ravvisavano offese e neppure vere e proprie minacce.
LE FRASI INCRIMINATE A Bonaventura erano state contestate alcune frasi di questo tenore: «Se la incrocio per strada le sputo in faccia... vediamo se e chi si deve c... addosso... ho i due migliori avvocati che i soldi possono comperare e anche delle armi in caso...». Il difensore del cinquantenne padovano, l’avvocato Carlo Costantini, si è battuto per dimostrare che il suo assistito non ha commesso alcun reato, e il Tribunale gli ha dato ragione, pronunciando assoluzione con formula piena.
87af3fc1-bce1-48d8-9d57-06c7001da231
La posizione dell’operaio di Borgoricco faceva parte di un fascicolo inizialmente aperto anche a carico di Luca Ferrari, tassista milanese di 49 anni e amministratore di alcuni gruppi Facebook dal titolo esplicito come “Bruciamo il Corano”, “Movimento per la tutela degli Italiani 2”, “Movimento per la tutela degli italiani e delle italiane” e “Khalid? Ma anche no”, il quale è stato condannato lo scorso anno, in primo grado, a 7 mesi di reclusione (pena sospesa) in relazione ad alcuni post ritenuti offensivi. La vittima, Silvia Layla Olivet-
ti, acquisì notorietà nel 2004 dopo la scelta di convertirsi all’Islam e di indossare il velo: fu invitata ad alcuni talk show televisivi, tra cui “Le invasioni barbariche”, condotto da Daria Bignardi su La 7. La donna di Marghera è anche autrice di “Diversamente italiani”, un libro inchiesta che raccoglie al suo interno 24 storie di donne e uomini italiani cristiani che si sono convertiti all’islamismo; libro e che l’ha trasformata in una figura di riferimento per le donne musulmane. Gianluca Amadori © RIPRODUZIONE RISERVATA
11
Nordest
Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
I Pfas arrivano nel Po Zaia: «Caso nazionale» Ma è scontro politico Arpav: tracce di un nuovo composto al confine con Emilia e Lombardia Il governatore: «Lo Stato ponga limiti zero». Il Pd: «Intanto si muova lui» `
HANNO DETTO
L’ALLARME VENEZIA Ormai i Pfas sono arrivati fino al Po. A lanciare l’allarme è Arpav, in una comunicazione al commissario delegato all’emergenza Nicola Dell’Acqua, a proposito delle verifiche effettuate in tre punti del fiume: secondo quanto riferisce lo stesso dirigente regionale, nelle acque superficiali è stata trovata «una concentrazione poco inferiore a 100 nanogrammi per litro, cioè una quantità notevole, di un nuovo tipo di sostanza perfluoroalchilica». Si tratta del composto di nuova generazione C604, trovato per la prima volta ben al di là dell’area contaminata attorno all’azienda Miteni, motivo per cui il governatore Luca Zaia ribadi-
LA SOSTANZA C604 È STATA TROVATA PER LA PRIMA VOLTA BEN AL DI LÀ DELL’AREA ATTIGUA ALLA DITTA MITENI
sce «la questione nazionale», riaccendendo così lo scontro con l’opposizione.
LE ANALISI
«Concentrazione di poco inferiore a 100 nanogrammi per litro di acqua» NICOLA DELL’ACQUA
«Si intervenga in Veneto dove c’è la più grande contaminazione» CRISTINA GUARDA
Si legge nella nota diffusa dalla Regione: «A marzo è stata riscontrata una positività presso la stazione di acque superficiali sul fiume Po in località Corbola con la determinazione di un quantitativo di alcune decine di nanogrammi litro. Il campionamento è stato ripetuto il 2 aprile scorso, confermando il ritrovamento sia nella stazione già campionata che a monte e a valle della stessa». Per i tecnici di Arpav è «pressoché impossibile» che queste tracce siano arrivate da Trissino fino al confine con Emilia e Lombardia: «Una sostanza così poco utilizzata e di nuova generazione per essere riscontrata in queste quantità nel fiume più grande d’Italia fa supporre che si possano trovare a monte fonti di inquinamento importanti». Per questo Palazzo Balbi ne farà segnalazione alle amministrazioni regionali di Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, mentre il gestore della rete Acque Venete ha ordinato nuove batterie di filtri, «non essendovi
PROTESTA Una manifestazione delle Mamme No Pfas a Bruxelles sostenuta dall’eurodeputato veronese Marco Zullo (M5s)
limiti europei e nazionali».
LA POLEMICA Ripete al riguardo Zaia: «È necessario che il Governo, come ha già fatto il Veneto da tempo, intervenga fermamente, ponendo limiti zero». Scoppia così la polemica politica. «Finalmente anche il governatore del Veneto si accorge che l’inquinamento da Pfas è una questione nazionale», ironizza la deputata dem Alessia Rotta, a cui l’assessore regionale zaiano Gianpaolo Bottacin consiglia di «studiarsi le carte prima di parlare»,
ghi di Pd, Leu e Iic.
LE MAMME Intanto le Mamme No Pfas hanno scritto al ministro Giulia Grillo, affinché le mense scolastiche usino «obbligatoriamente acqua in bottiglia sia per bere che per cucinare». Una protesta rilanciata a Bruxelles dall’europarlamentare pentastellato Marco Zullo: «L’Europa ha il dovere di garantire la salute e la sicurezza dei suoi cittadini». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TRIBUNALE DI TREVISO
TRIBUNALE DI TREVISO FALLIMENTO N. 5/2018 ESTRATTO AVVISO D’ASTA AZIENDA ALBERGHIERA
FALLIMENTO N. 59/2017 R.F. G.D.: dr. Alessandro Bagnoli Curatore: dr.ssa Serena Da Re AVVISO D’ASTA
L’ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE
OGGETTO: LOTTO UNICO - AZIENDA ALBERGHIERA in Camino di Oderzo TV) composta da: r re aree di pertinenza; r re aree di pertinenza; ree scoperte site presso r impianti, arredi, attrezzature, rgone, e contratti, con assunzione n. 4 rdinati. In caso di assenza di offerte per il LOTTO UNICO, si procederà alla cessione separata del citato compendio così suddiviso: LOTTO PRIMO – RAMO AZIENDA ALBERGHIERA, composto da: r re aree di pertinenza; ree scoperte site presso r impianti, arredi, attrezzature, rgone, e contratti, con assunzione n. 4 rdinati. LOTTO SECONDO, composto da piano primo adiacente, noto come r re aree di pertinenza. Per dei posti in a corpo e non a misura, stato di e con tutti i diritti, azioni, ragioni, e esistenti, si di diritto in cui si tr Perizia di Stima redatta dott. in data 15 gennaio 2019, sui siti internet w r w w.spazioaste.it www DATA DELL’ASTA: 22 maggio 2019, ad ore 15,00, presso attrezzata in (TV), resso Istituto Vendite Giudiziarie di Tr Via Inter PREZZO BASE D’ASTA: LOTTO UNICO Euro 1.360.000,00 (unmilionetrecentosessantamila/00), re imposte e oneri di in caso di di o si medesima ad una gara con prezzo pari re o e sessione ro 20.000,00. re imposte e oneri di LOTTO PRIMO Euro 730.000,00 (settecentotrentamila/00), pari LOTTO SECONDO Euro 580.000,00 (cinquecentottantamila/00), re pari in caso di di o per imposte e oneri di i si medesima sessione ad una gara con prezzo pari re o ro 10.000,00 si mediante procedura MODALITA’ DELLA VENDITA: di una gara “sincrona (ex art. 2, g), D.M. n. 32/2015), pertanto consentendo partecipazione gara mediante o cartacea in chiusa ro, r mediante o Portale https://www.spazioaste.it re entro e non MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE ALL’ASTA: le offerte cartacee re ore 12.00 20 maggio 2019 presso studio dott. Andrea Cester sito in San Vendemiano (TV), Via Venezia, n. 59; offerte telematiche essere presentate entro e non re le ore 16.00 del 16 maggio 2019. CAUZIONE E PAGAMENTO DEL PREZZO: presuppone di una cauzione pari 10% prezzo o re entro e non re 30 giorni Sono a carico imposte e tutte spese comprese imposte, re e trascrizioni r conseguenti di dirette ed indirette, spese spese per energetico e C.D.U., spese per rnamento nonché spese per pr r r re. La partecipazione riconoscimento di preso Perizia di Stima, Condizioni di Vendita e A qui sinteticamente richiamato. Copia A r Condizioni di Vendita, e Perizia di Stima sono presso Curatore, nonché sui siti internet sopra richiamati. Curatore dr. Andrea Cester con Studio in San Per maggiori sezione dedicata suindicata Procedura Vendemiano (TV), Via Venezia n. 59 V rnet www.spazioaste.it. Il Curatore Fallimentare Dott. Andrea Cester
in quanto «per la Regione Veneto i Pfas sono una questione nazionale dal 2014, basta leggere la lettera inviata dal nostro direttore regionale del dipartimento Ambiente a luglio 2014 al ministero dell’ambiente dell’allora governo Renzi per capirlo». Ma il centrosinistra torna all’attacco contro Zaia: «Limiti zero? Anzitutto li realizzi qua in Veneto dove abbiamo la contaminazione più grande al mondo con 350mila residenti e 50 Comuni coinvolti», tuona la consigliera regionale Cristina Guarda (Amp), insieme ai colle-
comunica che il giorno 14 GIUGNO 2019, alle ORE 09.30, presso la propria sede in Silea (TV), Via Internati 1943-‘45, n. 30, si procederà, tramite procedura competitiva sempliicata autorizzata ai sensi dell’art. 107, co. 1, L.F., all’esperimento d’asta inalizzato alla vendita delle unità immobiliari a seguire: LOTTO N. 01 UNITÀ IMMOBILIARE AD USO DEPOSITO sita in Comune di Conegliano (TV) – località Ogliano, in Via Mangesa n. 62. Trattasi di ANNESSO RUSTICO, su di un terreno di circa mq. 1.967 ricadente in “Ambito Agricolo”, composto da due corpi di fabbrica entrambi su due livelli per una supericie totale di circa mq. 165. Si segnalano difformità edilizie e catastali nonché la presenza, nel manto di copertura, di lastre di cemento-amianto: a cura ed onere dell’aggiudicatario/acquirente ogni attività volta alla relativa regolarizzazione/boniica. Vendita, per la piena proprietà dell’annesso rustico e del terreno di pertinenza e per la quota di 1/8 della strada di accesso promiscua, al prezzo base d’asta di Euro 60.800,00 oltre ad Iva, imposte e oneri di trasferimento. LOTTO N. 02 FABBRICATO TRIFAMILIARE allo stato GREZZO sito in San Pietro di Feletto (TV), loc. Rua, in Via Veneto n. 20. Su un lotto di terreno di circa mq. 1.236, si compone di n. 3 abitazioni ciascuna disposta su tre livelli, di cui uno interrato, per una supericie commerciale complessiva di circa mq. 691; area scoperta di circa mq. 911. Libero. Vendita, per la piena proprietà al prezzo base d’asta di Euro 497.600,00 oltre ad Iva, imposte e oneri di trasferimento. LOTTO N. 03 APPEZZAMENTO DI TERRENO EDIFICABILE sito nel Comune di San Pietro di Feletto (TV), loc. Borgo Anese. Supericie pari circa mq. 3.881; ricadente in parte (circa mq. 1.236) in zona urbanistica «residenziale» e in parte (circa mq. 2.645) in zona destinata a «verde privato»; capacità ediicatoria residua per circa mc. 2.391. Libero. Vendita, per la quota di ½ della piena proprietà indivisa, al prezzo base d’asta di Euro 105.600,00 oltre ad Iva, imposte e oneri di trasferimento. LOTTO N. 04 DUE APPEZZAMENTI DI TERRENO EDIFICABILE ubicati nel Comune di San Pietro di Feletto (TV), loc. Rua, di supericie complessiva rispettivamente di mq. 2.242 e mq. 3.075 per un totale di mq. 5.317. Capacità ediicatoria complessiva, soggetta ad approvazione di un Piano Urbanistico Attuativo, per mc. 5.199 circa a destinazione residenziale. Liberi. Vendita, per la piena proprietà al prezzo base d’asta di Euro 422.400,00 oltre ad Iva, imposte e oneri di trasferimento. LOTTO N. 05 POSTO AUTO SCOPERTO sito nel Comune di San Pietro di Feletto (TV), lungo Via Bruno Giusti. Ubicato di fronte al “Residence Belvedere”, si estende per circa mq. 13. Libero. Vendita per la piena proprietà al prezzo base d’asta di Euro 2.000,00 oltre ad Iva, imposte e oneri di trasferimento. LOTTO N. 06 POSTO AUTO SCOPERTO sito nel Comune di San Pietro di Feletto (TV), lungo Via Bruno Giusti. Ubicato di fronte al “Residence Belvedere”, si estende per circa mq. 14. Libero. Vendita per la piena proprietà al prezzo base d’asta di Euro 2.000,00 oltre ad Iva, imposte e oneri di trasferimento. LOTTO N. 07 UNITÀ IMMOBILIARE a destinazione COMMERCIALE sita nel Comune di Mareno di Piave (TV), in Via Conti Agosti n. 71. Piano terra fronte strada; supericie circa mq. 57; gode di posto auto scoperto in area recintata. Priva del certiicato di agibilità. Occupata in forza di contratto di locazione con prossima scadenza al 04/05/2021. Vendita per la piena proprietà al prezzo base d’asta di Euro 63.200,00 oltre ad Iva, imposte e oneri di trasferimento. LOTTO N. 8 UNITÀ IMMOBILIARE a destinazione COMMERCIALE sita nel Comune di Mareno di Piave (TV), in Via Conti Agosti n. 71. Al piano terra di un più ampio fabbricato fronte strada, il negozio si estende per circa mq. 57 e gode di un posto auto scoperto in area recintata. Priva del certiicato di agibilità. Libera. Vendita per la piena proprietà al prezzo base d’asta di Euro 63.200,00 oltre ad Iva, imposte e oneri di trasferimento. Si rinvia al bando d’asta nella versione integrale ed alla Perizia di stima del 31/07/2018 consultabili sul Portale delle Vendite Pubbliche ed anche sul sito www.ivgtreviso.it. Per MAGGIORI INFORMAZIONI rivolgersi all’ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE (tel. 0422-435022/435030; asteimmobiliari@ivgtreviso.it).
40abd25b-b525-4319-a6bf-a3d78b58af55
8
Attualità
Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
I numeri
37
L’INCHIESTA VENEZIA Il loro nome non è ancora stato collegato a tesori nascosti all’estero, provento di evasione fiscale, ma evidentemente non stanno dormendo sonni tranquilli e così hanno preferito anticipare i tempi, facendosi vivi prima di essere scoperti ed evitare conseguenze peggiori. Tre noti imprenditori hanno chiesto di essere ricevuti dagli inquirenti che stanno indagando sulla cosiddetta “lista De Boccard”, scoperta in Svizzera dal procuratore aggiunto di Venezia, Stefano Ancilotto, nella prosecuzione dell’inchiesta relativa allo scandalo Mose, che ha consentito di trovare in Croazia tracce di un conto corrente ritenuto riferibile all’allora presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, ma anche di individuare numerosi imprenditori che hanno investito decine di milioni di euro di “nero” in paradisi fiscali anche attraverso la presunta complicità di “PVP”, un noto studio di commercialisti di Padova, i cui soci, Guido Penso, Paolo Venuti e Christian Penso, sono ora accusati di riciclaggio.
LA CONVOCAZIONE La convocazione dei tre imprenditori è imminente e gli investigatori sono curiosi di sapere cosa vorranno raccontare. Non è escluso che siano i primi di una serie: i nomi di “investitori” italiani contenuti nella “lista De Boccard” (dal nome del consulente quasi ottantenne, Bruno De Boccard, indagato a Venezia per esercizio abusivo di attività finanziaria) sono infatti un centinaio e, poco alla volta, gli uomini della Guardia di Finanza li stanno identificando. Fino-
LA GUARDIA DI FINANZA STA INCROCIANDO I DATI RINVENUTI NEL TENTATIVO DI INDIVIDUARE ALTRI EVASORI ITALIANI
I milioni esportati da Damiano Pipinato attraverso lo studio Pvp
100 Gli italiani nel mirino per aver portato i soldi all’estero
1000 Nomi (anche stranieri) di investitori inseriti nella “lista De Boccard” COMMERCIALISTA Paolo Venuti, al centro dell’inchiesta assieme ai soci dello studio padovano
Soldi all’estero, altri nomi tre imprenditori dai pm Sono noti industriali veneti. Hanno ` Saranno interrogati dai pm a caccia chiesto di essere sentiti dai magistrati degli investitori della “lista De Boccard” `
ra, tutti quelli già “riconosciuti” hanno ammesso di aver investito all’estero, dietro il paravento di società fiduciarie con sede a Panama, piuttosto che a Dubai o alle Bahamas, ma hanno spiegato di aver aderito allo “scudo fiscale”, regolarizzando le consistenti somme illecitamente sottratte al Fisco dietro il pagamento di imposti modesti (nel 2009 fu stabilita una percentuale del 5 per cento, a titolo di imposte, interessi e sanzioni). Tra loro figura l’imprenditore calzaturiero padovano Damiano Pipinato, il quale avrebbe nascosto all’estero circa 37 milioni di euro solo attraverso
lo studio Pvp); gli immobiliaristi Fabio e Mattia Campagnaro (5 milioni di euro), Sergio Marangon (1,2 milioni), Roberto e Luca Frasson (1,5 milioni); l’imprenditore agricolo Luigi Primo Faccia (250 mila euro); i calzaturieri Renè Fernando Caovil-
la (Caovilla Calzature, 2,2 milioni), Ignazio e Filippo Baldan (250 mila dollari); Giovanni Roncato (“Valigeria Roncato”, 13 milioni), Mauro Mastrella (macchinette per sale giochi, 800 mila euro); l’albergatore veneziano Odino Polo (un milio-
VENEZIA Paolo Venuti rompe il silenzio. Il commercialista di Padova, già prestanome di Giancarlo Galan e ora nuovamente indagato insieme alla moglie Alessandra Farina e ai soci Guido e Christian Penso, espone la sua verità sul famoso deposito bancario della Croazia in cui, secondo la Procura di Venezia, sarebbe stato nascosto il tesoro del Doge. Un racconto dal finale inaspettato, rispetto agli atti dell’inchiesta finora conosciuti, tanto da essere così sintetizzato dagli stessi contitolari del suo studio, rilanciandone la lettera sul web: «I soldi del “conto svuotato” sono in Italia da anni, e già in mano alla giustizia».
IL PROFESSIONISTA Nella sua nota, Venuti premette di parlare nella sua «qualità di beneficiario effettivo, o avente diritto economico, del conto». Il riferimento è all’ultima localizzazione della provvista alimentata fra il 2002 e il 2015, quella alla Veneto Banka di Zagabria, il cui sal-
do secondo il procuratore aggiunto Stefano Ancilotto al 31 dicembre 2014 «ammontava ad euro 1.851.993,48» e al 30 giugno 2015 «a meno di 2.000 euro». Scrive il professionista: «Quelle somme (ma non ne precisa l’importo, ndr.) sono state rimpatriate giuridicamente in Italia sin dal 2009, con intestazione ad un intermediario autorizzato, e poi fisicamente trasferite in Italia, presso la BIM – Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni – in data 17/04/2017, cioè non appena dissequestrate dalle autorità croate che, dopo due anni di indagini, non avevano rinvenuto alcun motivo per prorogare il sequestro». A quel punto, aggiunge il commercialista, è intervenuta la si-
IL MAGISTRATO Stefano Ancilotto
IL COMMERCIALISTA E LA PROVVISTA DI VENETO BANKA SCESA DA 1,8 MILIONI A DUEMILA EURO: «È IN ITALIA DA ANNI»
gnora Farina, formalmente intestataria della riserva: «Mia moglie, con una scelta di completa trasparenza e correttezza, ha all’epoca deciso di revocare il mandato alla fiduciaria e di trasferire le somme presso una banca italiana, pur essendo formalmente al corrente dell’esistenza, sin dal 2013, di indagini a proprio carico per l’ipotesi di reato di riciclaggio. Tali somme sono state integralmente acquisite al FUG (il Fondo Unico Giustizia, ndr.) in data 09/04/2019 per ordine del Procuratore Aggiunto della Repubblica, dott. Stefano Ancilotto». Conclusione di Venuti: «Il conto croato è stato effettivamente “svuotato” da mia moglie, che lo ha consegnato deliberatamente alla giustizia italiana. Della sorte delle somme sequestrate deciderà il Tribunale competente. Queste informazioni erano facilmente acquisibili, senza necessità di rivolgersi alle autorità croate, in quanto si tratta di movimenti tutti bancariamente tracciati in Italia, e quindi disponibili nell’anagrafe dei conti».
IL CONDONO Nessuno di loro è indagato: l’evasione fiscale risale a molti anni fa e quindi è prescritta o è stata “condonata”, attraverso scudo fiscale o con “voluntary disclosure”, la cosiddetta “collaborazione volontaria” con cui il fisco dà la possibilità ai contribuenti che hanno qualche situazione pendente di regolarizzare la propria posizione fiscale. Ma non è escluso che nella lista dei cento vi sia anche il nome di qualcuno che il tesoro all’estero per qualche motivo non lo ha “scudato” e dunque potrebbe essere ancora chiamato a risponderne.
GLI ACCERTAMENTI La “lista De Boccard” contiene un migliaio di nomi, relativi ad investimenti avvenuti tra il 2007 e il 2014: molti i francesi, qualche russo, tedesco e anglosassone. Suddivisa in nove colonne, ogni pagina riporta il nome della società fiduciaria, il gestore, l’amministratore, il nome o la sigla del reale investitore (persona fisica o società) e alcune altre informazioni che le Fiamme Gialle stanno incrociando con dati rinvenuti nelle perquisizioni effettuate durante l’inchiesta nel tentativo di individuare i presunti evasori italiani. Gianluca Amadori © RIPRODUZIONE RISERVATA
NELL’ELENCO DEGLI INTERMEDIARI SVIZZERI SONO INDICATE LE FIDUCIARIE E ACCANTO IL VERO TITOLARE
Conto croato, la versione di Venuti: «Mia moglie l’ha consegnato alla giustizia» IL GIALLO
ne) e gli albergatori di Montegrotto e Padova Mariarosa e Stefano Bernardi (3 milioni) e Giovanni Gottardo (500 mila euro). Altre persone coinvolte, per cui gli inquirenti non sono riusciti a ricostruire gli importi, sono il commercialista Agostino Crisanti, Vittorino Pamio (abbigliamento), Giuseppe Vecchiato, Lino e Luca Barillari.
di finanza, in quanto Venuti non ne avrebbe fatto cenno nell’interrogatorio del 2014 e Farina non sarebbe mai stata sentita. Inoltre, in risposta alla rogatoria avviata dall’autorità giudiziaria lagunare, Veneto Banka si sarebbe limitata a riferire che il conto era pressoché vuoto, senza rivelare chi l’avesse svuotato né dove fossero stati trasferiti i soldi. Quanto alla cifra effettivamente sequestrata la settimana scorsa dalla Procura, si tratterebbe “solo” dei 300.000 euro ritenuti il prezzo dei reati di riciclaggio aggravato del presunto tesoro di 1,5 milioni, secondo l’ipotesi contestata agli indagati Farina e Penso. In ogni caso quei denari sarebbero stati rinvenuti dalle Fiamme Gialle consultando di loro iniziativa l’anagrafe tributaria, non perché fossero stati spontaneamente consegnati loro.
SUI SOCIAL EX GOVERNATORE Giancarlo Galan durante la tempesta del Mose
GLI INQUIRENTI Fin qui la versione del professionista. Rispetto agli accertamenti effettuati dagli inquirenti, risultano però alcuni punti da chiarire. Finora la Procura ha sempre spiegato di essere risalita al conto croato solo attraverso le indagini bancarie della Guardia
1792c44f-4622-4eed-9337-d5b743ed3212
MA I FINANZIERI HANNO TROVATO E SEQUESTRATO SOLO I 300.000 EURO RITENUTI IL PROFITTO DEL RICICLAGGIO
Come detto la missiva di Venuti è stata interamente condivisa dai soci Penso, in particolare da Christian, che in serata ha rilanciato sul proprio profilo Facebook il testo, pubblicato sul sito Internet dello studio alla voce «La rubrica delle fake news». Un messaggio evidentemente diretto agli organi di informazione e accompagnato dall’immagine di un cartello stradale con la scritta “Stop”. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
III
Primo Piano
Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Lo sbocco a Nord
Autostrada: le imprese la vogliono Lettera delle categorie produttive al governatore del Veneto: `Nel documento richiamata anche la necessità di portare «La provincia continua a soffrire di un divario infrastrutturale» avanti subito il collegamento sciistico Comelico-Pusteria `
L’APPELLO BELLUNO Imperativo categorico:
infrastrutture il Bellunese. Parola degli imprenditori dolomitici. Con il prolungamento autostradale in primo piano. Lo sbocco a Nord è da sempre uno dei sogni per portare la provincia montana del Veneto fuori dall’isolamento e proiettarla verso la mittel Europa. Un sogno che adesso sembra realizzabile, grazie ai finanziamenti messi dall’Europa per la progettazione di grandi opere viarie di collegamento, ma sul quale arriva una frenata del governatore Luca Zaia.
LA MISSIVA La presidente di Confindustria Belluno Dolomiti ha consegnato al governatore Zaia un dossier dettagliato della situazione bellunese, accompagnato da una lettera, frutto dell’ultima riunione del Tavolo delle Infrastrutture. E ha rilanciato la proposta, con tanto di parola magica: sbocco a Nord. «Il tema delle infrastrutture è strategico per il nostro territorio, oggi più che mai - dice Berton -. Con la lettera consegnata a Luca Zaia abbiamo dimostrato che il fronte è compatto e che le categorie economiche e sociali sono pronte a fare la loro parte per far ripartire questo territorio, risollevarsi dal dopo-Vaia e cogliere tutte le opportunità derivanti dai grandi eventi, a partire da Cortina 2021, senza dimenticare l’altra grande scommessa: il collegamento sciistico tra Comelico e
LORRAINE BERTON: «IL PRESIDENTE HA COMPRESO LE NOSTRE ISTANZE E LO RINGRAZIO DELLA DISPONIBILITÀ»
Pusteria. Adesso non ci sono più alibi: è il momento dell’operatività senza se e senza ma. Zaia ha compreso la nostra istanza e lo ringrazio per la disponibilità. L’ho invitato a Belluno, terminato il periodo di campagna elettorale, per un confronto allargato».
AUTOSTRADA La lista delle infrastrutture necessarie potrebbe essere lunga. Berton non ha dimenticato di citare i collegamenti sciistici e le opere necessarie a Cortina 2021. È ovvio però che la chiave di volta del sistema infrastrutturale sarebbe proprio «una strada a scorrimento veloce verso Nord, accompagnata dalla realizzazione di opere di miglioramento sul fronte della viabilità interna, e dalla banda larga» continua la presidente degli industriali bellunesi. «La provincia di Belluno continua a soffrire un divario infrastrutturale cronico, cui si sommano un andamento demografico drammatico e una logistica sempre più difficile per le imprese: intervenire ora e non domani è un imperativo categorico per continuare a vivere e lavorare in queste terre. Al governatore Zaia ho detto che siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità e portare avanti tutte quelle iniziative che possono essere utili al territorio: lo stesso sbocco a Nord è un progetto da perseguire alla luce di quello che sta accadendo sul Brennero e della necessità di mettere in contatto il territorio veneto, in particolare l’asse del Piave, con l’Europa centrale».
L’ALLEANZA
MONDO PRODUTTIVO Le categorie chiedono infrastrutture per poter continuare a lavorare in questa provincia. Sotto Lorraine Berton
Vivaio Dolomiti
«Il vento nuovo portato dalla Berton e la “chiusura” degli ambientalisti»
«INTERVENIRE ORA E NON DOMANI È UN IMPERATIVO CATEGORICO PER TENERE VIVA LA PROVINCIA»
«Siamo contenti, perché si stanno muovendo a tutte le categorie. La presidente Lorraine Berton, ha portato un vento nuovo in Confindustria e ringraziamo tutte le altre categorie che hanno firmato il documento, dimostrando lungimiranza». A parlare è Gianni Pastella, di Vivaio Dolomiti, l’associazione che nei giorni scorsi ha chiesto alla politica di fare in fretta per non perdere i finanziamenti messi a disposizione dall’Europa per progettare opere di collegamento che completino la rete dei grandi corridoi. Il bando scade il 24 aprile. Il dibattito ha però sollevato l’ondata contraria degli
ambientalisti. Pastella salva solo Italia Nostra, unica associazione ad essersi mobilitata assieme a Vivaio Dolomiti per portare Terna a progettare un elettrodotto migliore, rispettoso dell’ambiente e degli abitati. «Nessuna di queste associazioni che oggi si dicono contrarie all’autostrada prosegue Patella - ha mai preso posizione contro un elettrodotto che andava a distruggere il paesaggio. Si mobilitano ora, contro infrastrutture che porteranno beneficio ai territori, compreso il collegamento sciistico Comelico-Sappada. Ma soprattutto lo fanno di pancia, senza alcun dato scientifico».
Qualche settimana fa era stato l’europarlamentare uscente Remo Sernagiotto a sollevare la questione dei finanziamenti Ue per le progettazioni, ricordando l’imminente scadenza del bando. E dall’assessore regionale alle infrastrutture, Elisa De Berti, era arrivato un messaggio preciso: «Stiamo lavorando per portare a casa il bando europeo relativo alle progettualità dello sbocco a Nord». Il bando scade il 24 aprile: non resta che attendere le risposte concrete.
FERROVIA E BANDA LARGA Nel dossier consegnato a Zaia ci sono anche altre richieste del mondo economico e del Tavolo delle Infrastrutture coordinato da Domenico Limana e al quale siedono Confindustria, Appia CNA, Confartigianato, Confcommercio, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Cgil, Cisl e Uil. Si va dalla messa in sicurezza del territorio ai collegamenti ferroviari passando per la banda larga. Damiano Tormen
Zaia realista: «Un iter complesso meglio le varianti dell’Alemagna» LA REGIONE VENETO BELLUNO È un Zaia in frenata quello chiamato ad esprimersi sulla possibilità di realizzare uno sbocco autostradale a nord per la provincia di Belluno. Chiama in causa la Convenzione delle Alpi, le Dolomiti patrimonio Unesco, le rimostranze della Carinzia e non da ultimo le difficoltà economiche.
OCCASIONI SPRECATE Aggiunge anche che «i treni importanti sono ormai passati», ricordando la famosa Venezia-Monaco di una quarantina d’anni, quando l’agognato collegamento a nord sembrava a portata di mano, ma sul quale non si investì adeguatamente in termini di impegno politico per realizzarlo. Lascia però un pertugio alla speranza: «Ma è pur vero - aggiunge - che con questo collegamento la provincia di Belluno avrebbe una boccata d’ossigeno. Ovviamente parlo di
un collegamento ambientalmente sostenibile».
GRANDE CAUTELA Il governatore del Veneto, Luca Zaia, si pronuncia con grande cautela sulla richiesta avanzata per l’ennesima volta dalle categorie economiche della pro-
LA CAUTELA DEL GOVERNATORE SUL PROLUNGAMENTO DELL’AUTOSTRADA: «GIA’ PERSI TRENI TRENI IMPORTANTI» «RESTO CONVINTO CHE SI DEBBA LAVORARE SULLE CIRCONVALLAZIONI A PARTIRE DA LONGARONE»
vincia di Belluno, pressate dall’esigenza di avere uno sbocco a nord che le metta in collegamento con le grandi traiettorie europee, abbattendo i costi di trasporto che pesano sul manifatturiero bellunese e aprendo nel contempo nuove vie commerciali.
SBOCCO FONDAMENTALE «La presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Lorraine Berton - aggiunge Zaia -, è venuta a trovarmi con un documento condiviso da tutte le categorie economiche con il quale si chiede il prolungamento della A27, idea che sposa in pieno la posizione che la mia amministrazione tiene viva da sempre, perché si tratta di un collegamento fondamentale per dare ossigeno alla provincia di Belluno».
TROPPI OSTACOLI Ma la strada non è così semplice: «Ci troviamo di fronte il veto della Convenzione delle Alpi, agli austriaci che non la vedo-
no di buon grado e alle Dolomiti patrimonio Unesco». Insomma, lo sbocco a nord sarebbe ormai una sorta di miraggio, nonostante nell’agenda europea Eusalp, che si prefigge il riequilibrio dei territori della macroregione alpina, lo metta tra le priorità per il Veneto, con tanto di presunto entusiasmo dell’Ostirol. «Resto convinto - aggiunge il governatore - che si debba andare avanti con le varianti della Alemagna, a cominciare da quella di Longarone».
COMELICO-PUSTERIA La missiva delle categorie chiama in causa Zaia anche sul collegamento sciistico Comelico-Pusteria, bocciato dalla Soprintendenza. «Ci stiamo lavorando - conclude il governatore -. Ci sono alcuni intoppi che vanno superati. Si tratta di un collegamento prioritario, non solo per la comunità comeliana, ma anche per noi». Lauredana Marsiglia
8d966219-0482-48e7-89a0-54b3c6580cf0
GOVERNATORE Luca Zaia frena sulla possibilità di allungare la A27
IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 17 Aprile 2019
SF_04322
VENETO
VERONA.Bimbapicchiataascuola:ispezione
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
Ilreport
Massadi nuoviPfasnel Po «Èquestionenazionale» Nonostantelaforza didiluizionedel fiumetrovate quantitàdirilievo diC6O4(ha sostituito altresostanze): “avvisate”Lombardia-Emilia «Se teniamo conto che la falda vicentina inquinata da Pfas viaggia a un metro cubo al giorno, e invece il Po che risulta a sua volta inquinato in media porta 150 metri cubi al secondo (cioè 12 milioni di metri cubi al giorno) capiamo di che differenza stiamo parlando». Parla chiaro Nicola Dell’Acqua, direttore generale dell’area “Territorio-ambiente” della Regione, già dg di Arpav e attuale commissario governativo per i nuovi acquedotti anti-Pfas in Veneto. La Regione infatti lancia l’allerta: proprio Arpav infatti ie-
ri ha ufficializzato un dato che apre di nuovo un quadro molto più vasto e bussa pesantemente alle porte del Ministero dell’ambiente e del Governo: nel fiume Po scorrono in massa anche i “nuovi Pfas”, vale a dire il C6o4 che ha soppiantato negli ultimi anni i temuti Pfos e Pfoa. Questi ultimi hanno una catena di 8 atomi di carbonio legati al fluoro e restano purtroppo a lungo nel sangue umano, mentre il C6o4 (simile al tanto noto GenX) di atomi ne ha sei e ci sono meno notizie sulla sua tossicità, ma «certo non è bene che si trovino questi inquinanti nelle nostre acque», dice Dell’Acqua.
“
Laquestione Miteniècertama adessoèevidente checisonoanche fortifontiamonte NICOLADELL’ACQUA DIRETTORE“TERRITORIO”REGIONE
IDATI. È Arpav stessa a chiari-
re in una nota che quest’anno nel fare le analisi di fiumi e corsi d’acqua ha «ampliato il pannello degli acidi perfluoroalchilcarbossilici e perfluoroalchilsolfonici, aggiungendo la sostanza perfluorurata cC6O4». Come noto, è già da un anno che la questione dell’inquinamento da GenX e C6o4 è esplosa per l’industria Miteni, ora fallita. Tanto che la Procura di Vicenza ha in corso una seconda indagine, e la Provincia giusto lunedì ha ritirato l’autorizzazione ambientale Aia perché «ad oggi non sono state ancora individuate le cause della presenza nelle acque sotterranee». E le MammenoPfas in un documento inviato alla Commissione bicamerale contro le ecomafie segnalano che «nel 2018 il GenX è in falda da tre anni ed è arrivato a 7 chilometri dalla Miteni, mentre il C6O4 è in falda da ben 9 anni e lo si trova fino a 13 chilometri». Questo fronte è aperto: «Non c’è dubbio
7
ÈarrivatonelVeronesel’ispettoreinviatodalministroMarcoBussetti,dopoilcaso dellabambina di9annipicchiatada uncompagnodi classee costrettaaricorrere alle curedell’ospedale.Perglipsicologinonèbullismomaindoleaggressivadelbambino.
NUOVE RILEVAZIONI DI ARPAV. Zaia: «È la conferma che servono limiti e intervento del Governo»
Piero Erle
SF_04322
che l’inquinamento in quell’area provenga da Miteni, che utilizzava la sostanza nella produzione a sostituzione dei Pfas tradizionali», ribadisce Dell’Acqua. Ma con Arpav si è cercato appunto di «verificare la presenza da altre possibili fonti». Ebbene, sul Po a Corbola, nel Polesine, sono emersi 42 nanogrammi per litro di nuovo Pfas. Si sono ripetute le analisi (con tutta la difficoltà e il merito di Arpav nell’avere i campioni per poterle fare, visto che in Italia tutto tace). E ne emerge un quadro chiaro: a Taglio di Po e Corbola 65 nanogrammi per litro. Più a monte, a Villanova Marchesana, si sale a 67. Più a monte ancora, a Castelmassa che è già ai confini con la Lombardia, il Po ne porta 85 nanogrammi al litro. Al litro, appunto. Ed è qui che è bene capire di cosa si sta parlando, perché il fiume ha una grande portata media come detto, tipo 1,5 milioni di litri al secondo: un grande potere di
PfosePfoa Allerta:Fratta eRetrone Ilcarico di Pfasverso ilPo indicatodaglistudi Irsa-Cnrdel2013
diluire gli inquinanti. E se in quella massa d’acqua l’Arpav trova lo stesso quantità di nuovi Pfas, vuol dire che a monte c’è chi ne sta rilasciando moltissimi. Tanto che proprio Arpav ha scritto ieri che per i Pfas «la maggior parte dei carichi recapitati a mare» viene dal bacino del Po (800 chili l’anno) e probabilmente da fonti a monte del Veneto. «UN CASO NAZIONALE». «Una
sostanza così poco utilizzata e di nuova generazione, riscontrata in queste quantità nel fiume più grande d’Italia, fa supporre che si possano trovare a monte fonti di inquinamento importanti», sottolinea Dell’Acqua. La Regione quindi ha segnalato il tutto a Lombardia ed Emilia Romagna, e intanto il gestore Acque Venete, che pesca l’acqua dal Po e la potabilizza per l’acquedotto del Polesine, «ha già ordinato nuove batterie di filtri». Da dove vengono quei Pfas? Il pensiero va alla Lombardia e al Pie-
monte (specie al fiume Bormida e al punto di inquinamento di Spinetta Marengo) già indicati dal Cnr nel 2013 (vedi grafico). Di certo è assurdo che per un caso di portata nazionale come è quello dei Pfas il Veneto sia ancora da solo in trincea e non ci sia un’azione in campo del Governo con Cnr, Ispra, Iss e tutte le strutture di ricerca che solo uno Stato può mettere in campo. E il governatore Luca Zaia alza la voce: «Questa è la conferma che la questione Pfas è un tema che interessa tutto il Paese, una primaria questione ambientale nazionale. Per questo è necessario che il Governo, come ha già fatto il Veneto da tempo, intervenga fermamente, ponendo limiti zero. Invitiamo, quindi, il Ministero dell’ambiente a muoversi sulla linea già tracciata dalla nostra Regione, il più rapidamente possibile». A tutela non solo dei veneti «ma di tutti i cittadini del nostro Paese». •
Le misurazioni sono migliorate e il campanello d’allerta suona ancora di più. Proprio ieri Arpav ha divulgato il “Monitoraggio di Pfas nelle acque superficiali del Veneto” e ne emerge «una situazione di presenza diffusa nelle acque superficiali interne del Pfos, i cui limiti standard di qualità ambientale media annua sono molto restrittivi (0,65 nanogrammi a litro)». Nel 2018 sono stati misurati 49 superamenti in vari bacini tra cui Brenta, Fratta Gorzone e Bacchiglione nei quali sono emersi anche 6 superamenti di Pfoa. Sempre per il 2018 Arpav segnala che nel bacino del Fratta Gorzone «si può stimare che lo scarico del collettore Arica (il famoso “tubone”)» contribuisce attualmente solo a circa il 25% del carico complessivo (ed è in calo): il resto viene probabilmente dall’acqua di falda drenata dai canali in superficie. Ed è allerta pure per il bacino del Bacchiglione, a causa del Retrone che drena le falde e trasporta 45 chili di Pfas l’anno. P.E.
© RIPRODUZIONERISERVATA
AGITAZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE. Già ieri è iniziato il deposito delle liste: nel Carroccio spiccano Da Re e Bizzotto, ma sono state ignorate le indicazioni provinciali
Corsaalle Europee, rabbiain casa Legapergliesclusi IntantoperFdIcorreranno sia Berlatoche Dotto enellasquadra forzistac’èil vicesindacoTosetto Cristina Giacomuzzo INVIATA A VENEZIA
Le prime liste con i candidati alle Europee del 26 maggio sono state depositate ieri in Corte d’Appello a Venezia. Oggi si proseguirà fino alle 20. I nomi sono certi per la Lega: il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha presentato quello che ormai tutti definiscono “l’elenco della discordia”. Anche il Pd ha deciso la propria lista, come La Sinistra. Lo faranno a ore FdI, FI e M5s. LEGA DI RABBIA. Chi corre
dunque per la Lega di Salvini? Mara Bizzotto, bassanese, attuale capogruppo Lega a Bruxelles. Toni Da Re, trevigiano, segretario veneto. E poi: il veronese Paolo Borchia (vicino al ministro Lorenzo Fontana), la padovana, ma nata a Montecchio Maggiore, Paola Ghidoni (sostenuta dal sottosegretario Massimo Bitonci), la bellunese
Peri5Stelleil vicentinoContro conlagiornalista Pignedoli,nelPd Variati-Moretti Sinistraincampo
Ilenia Rento e la veneziana Rosanna Conte. Per questi nomi i mal di pancia in casa Lega non si contano. Perché, come è stato per i candidati alle ultime politiche, i prescelti non trovano consenso. Insomma, a parte Da Re e Bizzotto, «gli altri nessuno li conosce». Poi perché risultano essere troppi gli esclusi eccellenti, soprattutto tra gli amministratori regionali. Sono nomi di peso come il presidente del Consiglio regionale, il vicentino Roberto Ciambetti, l’assessore al turismo, il trevigiano Federico Caner, e i consiglieri che vantano un bacino di voti importante come Luciano Sandonà e Fabiano Barbisan. Non solo. Ad essere scontenti sono anche i componenti dei direttivi delle province che avevano proposto, come ordinato, i nomi dei papabili in via Bellerio. Nomi che sono stati stralciati. Il caso più eclatante è Treviso. Da lì erano partite indicazioni per l’uscente Giancarlo Scottà, per esempio. Eliminato. È invece sbucato Da Re, neppure nominato dai trevigiani. Così il segretario veneto viene accusato di aver giocato, ancora una volta, male. E, peggio, stavolta di aver pensato troppo a sè. Di più. Negli ultimi mesi su Da Re erano state sollevate forti critiche da parte dei neoeletti in
Parlamento per via di quote da versare al partito non solo federale (3 mila euro), ma anche regionale (mille euro al mese, su uno stipendio di 13-14 mila euro). Ma ora sulle candidature il segretario come si difende? Al Gazzettino ha dichiarato che a imporre la regola dell’esclusione dei regionali alle Europee è stato il Capitano, Salvini. Che invece ha scelto il suo, di nome. E ha aggiunto: «Si lamentano per liste poco qualificate? Potrei capire se avessi davanti un Maradona...». Apriti cielo. Al Ferro Fini ieri i leghisti erano rossi di rabbia. Nessuna dichiarazione in replica, però. Semmai rassegnazione, ma non muta. Più di qualcuno faceva notare che “la scusa” di Da Re non regge. E mostrava i nomi di altri consiglieri regionali in lizza in altre circoscrizioni: Gianna Gancia, moglie di Calderoli, in Piemonte, o Silvia Sardone in Lombardia, per esempio. Non solo. Si racconta che Bizzotto avrebbe fatto pressing su Salvini per evitare di avere in squadra dei consiglieri regionali. Liste depositate e tutto finito? No. Ora in casa Lega si apre un’altra partita: chi e quando prenderà il posto di Da Re alla segreteria veneta? Arriverà un commissario da un’altra regione? L’ipotesi del bassane-
AntonioDa Re eMaraBizzotto
SergioBerlatoe IsabellaDotto
RobertaToffanin,MatteoTosetto
AlessandraMoretti,AchilleVariati
se Nicola Finco, capogruppo in Regione, sembra tramontata a favore di quella del sindaco di Treviso, Conte. Ma è tutto da vedere.
data come possibile candidata - Elisabetta Gardini che ha lasciato FI nei giorni scorsi. Per il M5s: capolista la giornalista emiliana Sabrina Pi-
gnedoli. In pista c’è poi il vicentino Simone Contro. Per la Sinistra ci sono in corsa Elena Mazzoni, ambientalista attivista NoPfas, Maria
Chiara Zandonella di “Non una di meno” di Verona e Fausto Pozzobon di Legambiente Treviso. • © RIPRODUZIONERISERVATA
I VENETI IN CORSA. Tornando
alle elezioni, il Pd ha formalizzato quanto annunciato a Padova dal segretario nazionale Nicola Zingaretti. I veneti in corsa per Bruxelles sono l’ex sindaco berico Achille Variati, la vicentina Alessandra Moretti e la trevigiana Laura Puppato. In casa FI, che ufficializzerà la lista oggi, da segnalare un altro vicentino in corsa: il vicesindaco del capoluogo Matteo Tosetto. Con lui ci sono l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, poi la senatrice padovana Roberta Toffanin, il sindaco di Jesolo Valerio Zottis, la veronese Anna Leso, Emanuele Crosato di Treviso e Cristina Folchini di Rovigo. Fratelli d’Italia conferma capolista Giorgia Meloni e poi il consigliere regionale vicentino Sergio Berlato, l’assessore vicentino Isa Dotto, l’ex assessore regionale Remo Sernagiotto e - viene
IT_02146
VICENZA.Via dei Pioppi,1 (Loc.PonteAlto)-Tel.0444 345500 THIENE (VI). Via Gombe, 12 - Tel. 0445 365222
REGIONE
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 IL MATTINO
15
La sfida delle elezioni europee
Di Maio lancia la capolista Pignedoli La giornalista antimafia guiderà la lista del M5S a Nordest e supera con 2000 voti il test delle primarie on line Albino Salmaso PADOVA. Luigi Di Maio ha scel-
to le donne a guidare il M5S nelle 5 circoscrizioni del Parlamento europeo e l’ala movimentista di Fico ha disertato il voto on line: il terzo round ha visto 20 mila adesioni alla piattaforma Rousseau, contro i 37 mila del primo turno. I contrari alla linea del vicepremier sono 7.600, oltre il 30%. L’apertura alle “eccellenze della società civile” ha finito per oscurare attivisti storici come Dibattista, che ha ripreso a girare il mondo con la sua motocicletta. A guidare la lista a Nord-Est è stata scelta Sabrina Pignedoli, una giornalista del Resto del Carlino di Reggio Emilia che si è occupata di ‘ndrangheta negli ultimi 10 anni: grazie alle sue inchieste sono nate delle indagini giudiziarie. Sul Blog delle stelle, si legge che la Pignedoli ha analizzato «l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, in Lombardia, in Veneto e ha studiato il fenomeno mafioso anche in altri stati come la Germania. Lei sarà preziosissima per il lavoro di contrasto alle mafie a livello internazionale: la normativa antimafia dell’Italia va estesa a tutti i Paesi Ue». IL VOTO ON LINE
Sabrina Pignedoli è stata “promossa” dalle primarie con 2.063 consensi e 759 contrari ma il Nordest è la circoscrizione che segna il punto più debole di contatti sulla piattaforma Rousseau: qui è la Lega a dettare legge anche tra le fasce giovanili. Il record negativo spetta però ad Alessandra Todde, 49 anni, amministratore delegato di Olidata, che con un “saldo positivo” di appena 388 voti si è guadagnata la pole position in Sardegna e Sicilia con la garanzia del seggio a Strasburgo. Le liste grilline saranno completate in queste ore, appena finirà la maratona on line. Di Maio è in missione ad Abu Dhabi e ha ribadito che il regolamento del M5S gli
consente di scegliere i 5 capilista, mentre per gli altri 14 candidati la battaglia è ancora aperta. Il Veneto ha dovuto fare i conti con l’Emilia Romagna e la più votata al secondo turno con 909 consensi è Viviana Dal Cin, che vive a Trieste, manager del settore assicurativo. Alle sue spalle Alessandra Guatteri, dell’Emilia Romagna e poi Marco Zullo, eurodeputato in carica che in materia
Pizzarotti in campo con + Europa Silvia Prodi e Luisa Calimani con la Sinistra di Pfas proprio ieri ha inviato con 14 colleghi una lettera al vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans invitandolo ad adottare una direttiva unica nell’Ue. GLI ALTRI PARTITI
Depositate anche le cinque liste di “+Europa” con Emma Bonino e Benedetto Della Vedova ottimisti: «Noi guardiamo la soglia del 4% dall’alto in basso», hanno detto presentando le candidature della formazione che non ha voluto stringere patti con il Pd e Calenda. A Nordest capolista è Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, messo alla porta dal M5S come eretico. «Ho deciso di mettermi al servizio di questo progetto e ogni voto in più per noi sarà un voto tolto a Orban e Salvini, e all’Europa che non ci appartiene. Noi vogliamo un’Europa forte» ha aggiunto Pizzarotti «senza burocrazia e con organi decisionali efficienti». Gianluca Schiavon, segretario di Rifondazione, ha depositato a Venezia la lista “Sinistra” che sarà guidata da Silvia Prodi, nipote di Romano, leader dell’Ulivo. Poi c’è Adelmo Cervi, figlio di uno dei 7 fratelli fucilati dai fascisti a Reggio Emilia. In corsa anche la padovana Luisa Calimani, architetto, ex deputata dell’Ulivo. —
camera dei deputati
partito democratico
I pentastellati cacciano Cunial
Calenda e 4 veneti
«Questa sera (ieri per chi legge, ndr) abbiamo avviato ufficialmente la procedura di espulsione della deputata Sara Cunial dal gruppo parlamentare della Camera del M5S». Lo hanno comunicato ieri sera i membri del direttivo del M5S a Montecitorio. Sara Cunial, deputata eletta in area bassanese, è più volte entrata in rotta di collisione con la linea politica dei pentastellati. In particolare è stato il tema dei vaccini a creare tensione fra la parlamentare e la leadership del Movimento 5 Stelle. L’ultimo episodio in questo senso è avvenuto a fine gennaio scorso, quando Sara Cunial aveva prenotato la sala stampa della Camera dei Deputati per una conferenza del Corvelva, associazione contraria alle vaccinazioni.
Depositata la lista del Pd. A guidarla è Carlo Calenda, ex ministro di Industria 4.0 che guida il movimento “Siamo Europei”. Alle sue spalle Elisabetta Gualmini, vicepresidente dell’Emilia. Poi Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura che lunedì era all’ortofrutticolo di Padova nelle stesse ore in cui Zingaretti ha presentato Achille Variati, che occupa il quarto posto. La “nomination solitaria” ha lasciato perplessi molti segretari che si aspettavano il debutto in grande stile con il vero capolista Carlo Calenda e tutta la squadra veneta, nel rispetto della par condicio. Nell’ordine gli altri candidati: Isabella De Monte, Roberto Battiston, Cécile Kyenge, Antonio Calò, Cecilia Guerra, Furio Honsell, Alessandra Moretti, Massimiliano Santini, Roberta Mori, Francesca Puglisi e Laura Puppato.
Elisabetta Gardini
Alessandra Moretti (Pd)
Gardini: «FI troppo a sinistra e Tajani mi voleva cacciare» Dialogo con Bitonci in Rai «Porta pazienza tre anni e ti candidiamo a sindaco di Padova», dice il leghista Il no all’accordo con la Svp PADOVA. Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia-Ppe a Strasburgo, a “Un giorno da pecora” ha spiegato perché ha lasciato Berlusconi: «Tajani mi voleva buttare fuori dalla finestra, ho preferito andarmene da sola per le scale». Metafora che ha fatto ridere anche Massimo Bitonci, sottosegretario all’Economia, che ha rilanciato.
«Il Po inquinato dai veleni Pfas ora il governo deve intervenire» tare con una legge che fissi il limite zero per le emissioni», dice il presidente del Veneto. L’analisi scientifica porta la firma di Dell’Acqua: «I c6o4, Pfas di nuova generazione, sono stati trovati nel Po, quindi qualcuno sta scaricando o ha scaricati a monte questa sostanza rispetto a dove l'abbiamo trovata. Si tratta di una
Laura Puppato (Pd)
l’eurodeputata pronta al passaggio con fdi della meloni
Il commissario Dell’Acqua lancia l’allarme, Zaia chiede aiuto al ministro L’emergenza riguarda pure Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna
VENEZIA. L’incubo dei Pfas si allarga, dalla Miteni di Trissino coinvolge il Po e ciò dimostra che le fonti dell’inquinamento sono molteplici. A lanciare l’allarme è Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario e direttore dell’Arpav, mentre Luca Zaia perla di «emergenza nazionale che il governo deve affron-
Sabrina Pignedoli (M5S)
concentrazione poco inferiore a 100 nanogrammi per litro, cioè una quantità notevole, di un nuovo tipo di sostanza perfluoroalchilica». Nessuno al mondo prima del Veneto aveva mai effettuato un controllo di questo tipo. «I campionamenti sono partiti a marzo e il controllo dei risultati risale alla prima settima-
«Cara Elisabetta, mi sembri la candidata perfetta per la poltrona di sindaco a Padova: porta pazienza tre anni e poi ce la faremo». Lei ha ringraziato tra risate e amarcord ma non ha sciolto l’enigma e solo oggi sapremo se ha accettato la candidatura in FdI con la Meloni e Sergio Berlato, che a Strasburgo è di casa con le sue tre legislature in Forza Italia. La campagna acquisti della Meloni, per un nuovo partito di centrodestra in sintonia con il governatore ligure Toti, prosegue senza esclusione di colpi: l’obiettivo è fare squadra con la Lega di Sal-
na di aprile». Nel frattempo è proseguito lo screening sulla popolazione per riscontrare la presenza di Pfas: nelle ultime analisi, ricorda Dell'Acqua, il 65% dei cittadini controllati (16.400 su 25.288) ha mostrato valori del sangue alterati nei livelli di colesterolo, albumina, creatinina, alterazione della pressione arteriosa o degli esami biotumorali. A tutti è stato suggerito e offerto gratuitamente un percorso di approfondimento di secondo livello. Il problema dei c6o4 non riguarda solo il Veneto ma anche Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna. «Per arrivare nelle acque venete del Po - aggiunge Dell'Acqua, che in passato si è occupato dell'emergenza rifiuti in Campania - vuol dire
vini in un centrodestra orfano di Berlusconi. «Me ne vado da Forza Italia perché si è spostata troppo al centro. Anzi a sinistra e fa le stesse battaglie del Pd. Persino sulla famiglia condivide le tesi delle femministe» ha detto la Gardini che due settimane fa ha partecipato come relatrice alla convention di Verona con il ministro Fontana: lì è nato il patto con la Meloni, che oggi verrà ufficializzato. «Tajani ha svenduto il seggio alla Svp, che rappresenta la minoranza etnica tedesca a Bolzano: loro sono austriaci, non italiani», ha concluso la Gardi-
NICOLA DELL’ACQUA, DIRETTORE ARPAV E COMMISSARIO STRAORDINARIO DEI PFAS
Il direttore Arpav «Bisogna fissare dei limiti zero nelle emissioni, altrimenti non possiamo punire chi rovina la salute»
ni per nulla in vena di gag. Nelle stesse ore, Tajani e Ghedini hanno ultimato le liste delle europee che segnano il ritorno in campo di Berlusconi, dopo la decadenza da senatore per gli effetti della legge Severino. In Europa Forza Italia è da sempre alleata della grande famiglia dei popolari cui fa riferimento anche la Merkel e il fossato con la destra sovranista è netto: Salvini e Tajani, che guida il Parlamento Ue, parlano due lingue opposte. Quanto ai nomi, alle spalle del Cavaliere ci sarà la deputata Sandra Savino, coordinatrice regionale del Friuli Venezia Giulia. Il resto da decidere, ma si pesca tra Teso, consigliere comunale a Verona; Valerio Zoggia, ex sindaco a Jesolo; Matto Tosetto, vicesindaco Vicenza e Roberta Toffanin, senatrice di Padova. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
che in qualche altra area d'Italia vi sono in questo momento concentrazioni ben superiori di Pfas di nuova generazione». Da qui la richiesta al governo di porre dei “paletti” più stringenti a livello nazionale. «Il governatore Zaia ha introdotto in Veneto il limite zero per gli scarichi sanitari delle acque potabili, proprio per combattere la presenza di queste sostanze, ma il governo non lo ha mai fissato a livello italiano. Ci manca lo strumento per poter agire, non solo in termini ambientali ma per far pagare chi inquina. I Pfas provocano importanti malattie, stiamo parlando di una sostanza artificiale che nel sangue non ci deve essere», conclude Dell’Acqua. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
REGIONE
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 IL MATTINO
15
La sfida delle elezioni europee
Di Maio lancia la capolista Pignedoli La giornalista antimafia guiderà la lista del M5S a Nordest e supera con 2000 voti il test delle primarie on line Albino Salmaso PADOVA. Luigi Di Maio ha scel-
to le donne a guidare il M5S nelle 5 circoscrizioni del Parlamento europeo e l’ala movimentista di Fico ha disertato il voto on line: il terzo round ha visto 20 mila adesioni alla piattaforma Rousseau, contro i 37 mila del primo turno. I contrari alla linea del vicepremier sono 7.600, oltre il 30%. L’apertura alle “eccellenze della società civile” ha finito per oscurare attivisti storici come Dibattista, che ha ripreso a girare il mondo con la sua motocicletta. A guidare la lista a Nord-Est è stata scelta Sabrina Pignedoli, una giornalista del Resto del Carlino di Reggio Emilia che si è occupata di ‘ndrangheta negli ultimi 10 anni: grazie alle sue inchieste sono nate delle indagini giudiziarie. Sul Blog delle stelle, si legge che la Pignedoli ha analizzato «l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, in Lombardia, in Veneto e ha studiato il fenomeno mafioso anche in altri stati come la Germania. Lei sarà preziosissima per il lavoro di contrasto alle mafie a livello internazionale: la normativa antimafia dell’Italia va estesa a tutti i Paesi Ue». IL VOTO ON LINE
Sabrina Pignedoli è stata “promossa” dalle primarie con 2.063 consensi e 759 contrari ma il Nordest è la circoscrizione che segna il punto più debole di contatti sulla piattaforma Rousseau: qui è la Lega a dettare legge anche tra le fasce giovanili. Il record negativo spetta però ad Alessandra Todde, 49 anni, amministratore delegato di Olidata, che con un “saldo positivo” di appena 388 voti si è guadagnata la pole position in Sardegna e Sicilia con la garanzia del seggio a Strasburgo. Le liste grilline saranno completate in queste ore, appena finirà la maratona on line. Di Maio è in missione ad Abu Dhabi e ha ribadito che il regolamento del M5S gli
consente di scegliere i 5 capilista, mentre per gli altri 14 candidati la battaglia è ancora aperta. Il Veneto ha dovuto fare i conti con l’Emilia Romagna e la più votata al secondo turno con 909 consensi è Viviana Dal Cin, che vive a Trieste, manager del settore assicurativo. Alle sue spalle Alessandra Guatteri, dell’Emilia Romagna e poi Marco Zullo, eurodeputato in carica che in materia
Pizzarotti in campo con + Europa Silvia Prodi e Luisa Calimani con la Sinistra di Pfas proprio ieri ha inviato con 14 colleghi una lettera al vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans invitandolo ad adottare una direttiva unica nell’Ue. GLI ALTRI PARTITI
Depositate anche le cinque liste di “+Europa” con Emma Bonino e Benedetto Della Vedova ottimisti: «Noi guardiamo la soglia del 4% dall’alto in basso», hanno detto presentando le candidature della formazione che non ha voluto stringere patti con il Pd e Calenda. A Nordest capolista è Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, messo alla porta dal M5S come eretico. «Ho deciso di mettermi al servizio di questo progetto e ogni voto in più per noi sarà un voto tolto a Orban e Salvini, e all’Europa che non ci appartiene. Noi vogliamo un’Europa forte» ha aggiunto Pizzarotti «senza burocrazia e con organi decisionali efficienti». Gianluca Schiavon, segretario di Rifondazione, ha depositato a Venezia la lista “Sinistra” che sarà guidata da Silvia Prodi, nipote di Romano, leader dell’Ulivo. Poi c’è Adelmo Cervi, figlio di uno dei 7 fratelli fucilati dai fascisti a Reggio Emilia. In corsa anche la padovana Luisa Calimani, architetto, ex deputata dell’Ulivo. —
camera dei deputati
partito democratico
I pentastellati cacciano Cunial
Calenda e 4 veneti
«Questa sera (ieri per chi legge, ndr) abbiamo avviato ufficialmente la procedura di espulsione della deputata Sara Cunial dal gruppo parlamentare della Camera del M5S». Lo hanno comunicato ieri sera i membri del direttivo del M5S a Montecitorio. Sara Cunial, deputata eletta in area bassanese, è più volte entrata in rotta di collisione con la linea politica dei pentastellati. In particolare è stato il tema dei vaccini a creare tensione fra la parlamentare e la leadership del Movimento 5 Stelle. L’ultimo episodio in questo senso è avvenuto a fine gennaio scorso, quando Sara Cunial aveva prenotato la sala stampa della Camera dei Deputati per una conferenza del Corvelva, associazione contraria alle vaccinazioni.
Depositata la lista del Pd. A guidarla è Carlo Calenda, ex ministro di Industria 4.0 che guida il movimento “Siamo Europei”. Alle sue spalle Elisabetta Gualmini, vicepresidente dell’Emilia. Poi Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura che lunedì era all’ortofrutticolo di Padova nelle stesse ore in cui Zingaretti ha presentato Achille Variati, che occupa il quarto posto. La “nomination solitaria” ha lasciato perplessi molti segretari che si aspettavano il debutto in grande stile con il vero capolista Carlo Calenda e tutta la squadra veneta, nel rispetto della par condicio. Nell’ordine gli altri candidati: Isabella De Monte, Roberto Battiston, Cécile Kyenge, Antonio Calò, Cecilia Guerra, Furio Honsell, Alessandra Moretti, Massimiliano Santini, Roberta Mori, Francesca Puglisi e Laura Puppato.
Elisabetta Gardini
Alessandra Moretti (Pd)
Gardini: «FI troppo a sinistra e Tajani mi voleva cacciare» Dialogo con Bitonci in Rai «Porta pazienza tre anni e ti candidiamo a sindaco di Padova», dice il leghista Il no all’accordo con la Svp PADOVA. Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia-Ppe a Strasburgo, a “Un giorno da pecora” ha spiegato perché ha lasciato Berlusconi: «Tajani mi voleva buttare fuori dalla finestra, ho preferito andarmene da sola per le scale». Metafora che ha fatto ridere anche Massimo Bitonci, sottosegretario all’Economia, che ha rilanciato.
«Il Po inquinato dai veleni Pfas ora il governo deve intervenire» tare con una legge che fissi il limite zero per le emissioni», dice il presidente del Veneto. L’analisi scientifica porta la firma di Dell’Acqua: «I c6o4, Pfas di nuova generazione, sono stati trovati nel Po, quindi qualcuno sta scaricando o ha scaricati a monte questa sostanza rispetto a dove l'abbiamo trovata. Si tratta di una
Laura Puppato (Pd)
l’eurodeputata pronta al passaggio con fdi della meloni
Il commissario Dell’Acqua lancia l’allarme, Zaia chiede aiuto al ministro L’emergenza riguarda pure Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna
VENEZIA. L’incubo dei Pfas si allarga, dalla Miteni di Trissino coinvolge il Po e ciò dimostra che le fonti dell’inquinamento sono molteplici. A lanciare l’allarme è Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario e direttore dell’Arpav, mentre Luca Zaia perla di «emergenza nazionale che il governo deve affron-
Sabrina Pignedoli (M5S)
concentrazione poco inferiore a 100 nanogrammi per litro, cioè una quantità notevole, di un nuovo tipo di sostanza perfluoroalchilica». Nessuno al mondo prima del Veneto aveva mai effettuato un controllo di questo tipo. «I campionamenti sono partiti a marzo e il controllo dei risultati risale alla prima settima-
«Cara Elisabetta, mi sembri la candidata perfetta per la poltrona di sindaco a Padova: porta pazienza tre anni e poi ce la faremo». Lei ha ringraziato tra risate e amarcord ma non ha sciolto l’enigma e solo oggi sapremo se ha accettato la candidatura in FdI con la Meloni e Sergio Berlato, che a Strasburgo è di casa con le sue tre legislature in Forza Italia. La campagna acquisti della Meloni, per un nuovo partito di centrodestra in sintonia con il governatore ligure Toti, prosegue senza esclusione di colpi: l’obiettivo è fare squadra con la Lega di Sal-
na di aprile». Nel frattempo è proseguito lo screening sulla popolazione per riscontrare la presenza di Pfas: nelle ultime analisi, ricorda Dell'Acqua, il 65% dei cittadini controllati (16.400 su 25.288) ha mostrato valori del sangue alterati nei livelli di colesterolo, albumina, creatinina, alterazione della pressione arteriosa o degli esami biotumorali. A tutti è stato suggerito e offerto gratuitamente un percorso di approfondimento di secondo livello. Il problema dei c6o4 non riguarda solo il Veneto ma anche Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna. «Per arrivare nelle acque venete del Po - aggiunge Dell'Acqua, che in passato si è occupato dell'emergenza rifiuti in Campania - vuol dire
vini in un centrodestra orfano di Berlusconi. «Me ne vado da Forza Italia perché si è spostata troppo al centro. Anzi a sinistra e fa le stesse battaglie del Pd. Persino sulla famiglia condivide le tesi delle femministe» ha detto la Gardini che due settimane fa ha partecipato come relatrice alla convention di Verona con il ministro Fontana: lì è nato il patto con la Meloni, che oggi verrà ufficializzato. «Tajani ha svenduto il seggio alla Svp, che rappresenta la minoranza etnica tedesca a Bolzano: loro sono austriaci, non italiani», ha concluso la Gardi-
NICOLA DELL’ACQUA, DIRETTORE ARPAV E COMMISSARIO STRAORDINARIO DEI PFAS
Il direttore Arpav «Bisogna fissare dei limiti zero nelle emissioni, altrimenti non possiamo punire chi rovina la salute»
ni per nulla in vena di gag. Nelle stesse ore, Tajani e Ghedini hanno ultimato le liste delle europee che segnano il ritorno in campo di Berlusconi, dopo la decadenza da senatore per gli effetti della legge Severino. In Europa Forza Italia è da sempre alleata della grande famiglia dei popolari cui fa riferimento anche la Merkel e il fossato con la destra sovranista è netto: Salvini e Tajani, che guida il Parlamento Ue, parlano due lingue opposte. Quanto ai nomi, alle spalle del Cavaliere ci sarà la deputata Sandra Savino, coordinatrice regionale del Friuli Venezia Giulia. Il resto da decidere, ma si pesca tra Teso, consigliere comunale a Verona; Valerio Zoggia, ex sindaco a Jesolo; Matto Tosetto, vicesindaco Vicenza e Roberta Toffanin, senatrice di Padova. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
che in qualche altra area d'Italia vi sono in questo momento concentrazioni ben superiori di Pfas di nuova generazione». Da qui la richiesta al governo di porre dei “paletti” più stringenti a livello nazionale. «Il governatore Zaia ha introdotto in Veneto il limite zero per gli scarichi sanitari delle acque potabili, proprio per combattere la presenza di queste sostanze, ma il governo non lo ha mai fissato a livello italiano. Ci manca lo strumento per poter agire, non solo in termini ambientali ma per far pagare chi inquina. I Pfas provocano importanti malattie, stiamo parlando di una sostanza artificiale che nel sangue non ci deve essere», conclude Dell’Acqua. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
4
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 IL MATTINO
PRIMO PIANO
L’Europa ferita
La folla radunata fuori dalla cattedrale parigina di Notre-Dame in raccoglimento. Accanto, il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, stringe la mano a uno dei vigili del fuoco intervenuti per spegnere l’incendio
La corsa al miliardo Sfida tra i big per la ricostruzione della cattedrale Moda, champagne e petrolio: già donati 700 milioni di euro L’iniziativa lanciata da Macron. Anche Apple promette aiuto
dall'inviato Francesco Spini PARIGI. Qualcuno, a rischio di
essere blasfemo, già la chiama Notre Dame de Cac40. Perché nella corsa a donare soldi per vedere rinascere un simbolo di Parigi, oltre che della cristianità, non vuole mancare nessuna, tra le principali società della Borsa di Parigi, il cui indice si chiama, appunto, Cac40. Una corsa a lasciare qualcosa che resti, che brilli ancor più
dei fatturati e assicuri un posto d’onore tra i benemeriti della Republique. E allora, prima delle imprese, arrivano gli imprenditori, le grandi famiglie che negli anni hanno rivaleggiato negli affari, nel riconoscimento sociale, nell’arte. Non è un caso se questa gara di portafogli la avvia, quando ancora le fiamme della cattedrale lambiscono il cielo, François-Henri Pinault, figlio di François, patron di Kering che in Italia, tra l’altro, vuol dire Gucci, Bottega Veneta, Pomel-
lato, per citarne alcune. Qui mette in gioco Artemis, la holding e dunque la famiglia. Cita la «tragedia che colpisce tutti i francesi» oltre che i credenti. E di fronte a questo «tutti desideriamo ridare vita a questo gioiello del nostro patrimonio il prima possibile». Perciò lui e suo padre hanno deciso «di devolvere 100 milioni di euro da fondi di Artmis». Poche ore e il rito si ripete sull’altra riva della Senna, con la famiglia di Bernard Arnault, per Forbes l’uomo più ricco
d’Europa, che, anche in questo caso scende in campo «per aiutare nella ricostruzione di questa straordinaria cattedrale», mettendo sul tavolo in questo caso 200 milioni per il fondo dedicato, mettendo pure a disposizione «creativi, specialisti in architettura e in finanza» del suo gruppo Lvmh (dallo champagne Möet & Chandon a Louis Vuitton, passando per le italiane Fendi, Loro Piana, Bulgari, per dirne qualcuna). Per anni i due protagonisti del lusso parigino, si sono sfidati negli affari (memorabile lo scontro per Gucci) in musei e collezioni. Ora l’ultimo «duello», virtuoso, della solidarietà. Vietato dire chi vince, le forze in campo sono impari. Lvmh, da sola, fa 50 miliardi di fatturato l’anno, 5 miliardi di cassa, Kering viaggia su un giro d’affari di 13 miliardi. Per entrambi, l’importante, era non perdere l’occasione per essere riconosciuti campioni di una Parigi che non piega la testa. Quanto a Notre Dame, già nel medioevo il denaro giungeva copioso da mecenati spesso non proprio irreprensibili. «Grandi peccatori, grandi cattedrali», scriveva anni fa Cesare Marchi. Se il lusso oggi è un peccato, si sa riscattare in occasioni come questa. Il lusso come gli affari. I soldi, del resto, sono ora la priorità per riparti-
le CiFre
Da Pinault 100 milioni François-Henri Pinault, patron di Kering che in Italia vuol dire Gucci e Bottega Veneta, devolve 100 milioni attraverso la holding Artemis
Il più ricco d’Europa La famiglia di Bernard Arnault, l’uomo più ricco d’Europa secondo Forbes, mette sul tavolo 200 milioni. Il suo gruppo Lvmh, che fattura 50 miliardi all’anno, è quello dello champagne Moet & Chandon e delle italiane Fendi, Loro Piana e Bulgari
Dal petrolio ai cosmetici La famiglia Bettencourt, cui fa capo la cosmetica di L’Oreal, mette sul piatto 200 milioni. I petrolieri di Total ne offrono altri 100. I fratelli Martin e Olivier Bouygues, titolari del gruppo industriale, versano 10 milioni a testa a titolo personale
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE DI APPALTO L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, con sede in Viale dell'Università, 10 – 35020 Legnaro (PD), (tel. 049/8084232-284; PEC provveditorato.izsve@legalmail.it, rende noto che è stata aggiudicata la gara europea a procedura aperta per l'affidamento della fornitura del sistema di rilevazione, monitoraggio e allarme delle temperature degli ambienti e delle apparecchiature di laboratorio in uso presso l'IZSVe, nonché il relativo servizio di assistenza e manutenzione tecnica, con durata pari a 72 mesi, a favore dell'operatore economico: Analytical Control De Mori, per l'importo complessivo di € € 524.041,16 Iva esclusa. Per informazioni contattare il Servizio Approvvigionamento e Gestione Beni e Servizi alla pec: provveditorato.izsve@legalmail.it. Il RUP è il dott. Davide Violato. IL DIRETTORE GENERALE: dott. Daniele Bernardini
re. Il presidente dei costruttori francesi, Jacques Chanut, dice che «serviranno diverse centinaia di milioni di euro per restaurare Notre Dame. Mancano ancora stime precise, ma probabilmente ci avvicineremo di molto al miliardo di euro». Il presidente Emmanuel Macron lancia la sottoscrizione. Le risposte non tardano. La famiglia Bettencourt, cui fa capo la cosmetica de L’Oreal, mette sul piatto altri 200 milioni, di cui 100 attraverso la fondazione. Ci sono i petrolieri di Total, con 100 milioni. E pure Martin e Olivier Bouygues, la dinastia che ha fondato l’omonimo gruppo dai mille tentacoli industriali. I due fratelli «a titolo personale» verseranno 10 milioni. E poi ci sono Capgemini (un milione), le banche, come il Credit Agricole che dona 5 milioni o Société Générale che darà 10 milioni. Le assicurazioni di Axa daranno 20 milioni, Groupama invece 1300 delle loro querce normanne. L’elenco prosegue e il gruzzolo, coi 50 milioni promessi dal comune di Parigi e i 10 milioni della regione Ile-de-France, ha già superato i 700 milioni. Dall’America Tim Cook assicura che anche Apple sarà della partita. Saranno i grandi peccatori della Borsa a rifare grande la loro cattedrale. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
PROVINCIA DI PADOVA Stazione Appaltante per il Comune di Villafranca Padovana Esito di gara – Lotto 1: CIG 7577486343 Lotto 2: CIG 75775117E3 Lotto 3: CIG 7577516C02 Lotto 4: CIG 75775220F9 Lotto 5: CIG 7577526445 Lotto 6: CIG 7577534ADD Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa (art. 95 del D.Lvo. 50/2016). Imprese partecipanti: Lotto 1: n. 2 - Lotto 2: n. 2 - Lotto 3: n. 0 GARA DESERTA - Lotto 4: n. 0 GARA DESERTA- Lotto 5: n. 2 - Lotto 6: n. 1 Imprese aggiudicatarie e importi aggiudicazione: Lotto 1: VITTORIA ASSICURAZIONI SPA CF 01329510158 € 75.006,0 LOTTO 2: sindacato leader ARCH C.F. 07585850584 € 188.886,72 L O T T O 5 : N O B I S C O M PA G N I A D I ASSICURAZIONI SPA CF 02230970960 € 32.247,02 LOTTO 6: UNIPOLSAI ASSICURAZIONI SPA CF 00818570012 € 6.599,52 Il Dirigente ing. Marco Pettene
16
VENETO ECONOMIA
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 IL MATTINO
l’odissea dei risarcimenti
Popolari, il governo agli ex soci «Tra pochi giorni il decreto» Nuovo annuncio: Palazzo Chigi chiama i risparmiatori di Bpvi e Veneto Banca Miatello: «Se è così ce lo vengano a dire durante il nostro sit in a Montecitorio»
Assemblea e rinnovo degli amministratori Ripianata la perdita d’esercizio di 6,9 milioni
Il gruppo Geox regala 5 milioni in azioni ai propri dipendenti IL PROGETTO
Una recente manifestazione delle associazioni a Roma nella Piazza di Montecitorio
Roberta Paolini
l’assemblea dei soci
il bollettino statistico
PADOVA. «Tra pochi giorni». La presidenza del Consiglio ha iniziato a chiamare le associazioni, chiedendo se il voto espresso l’8 aprile sulla soluzione Conte-Tria era confermato e aggiungendo che la norma è in dirittura d’arrivo. Quando, di grazia? Questione di giorni, per l’appunto. Tanto che le associazioni dei risparmiatori, in tutto le 16 favorevoli al doppio binario proposto dal Mef e presentato dal premier, più altre cinque che non erano presenti all’incontro ma comunque favorevoli, hanno risposto all’unisono: «Ok, allora venite a darci la buona notizia davanti a Montecitorio». Il 18 di aprile, infatti, i risparmiatori saranno di nuovo in assetto da dimostrazione. Chiedono di mettere la parola “fine” sulla questione del fondo e
Carel, ok ai conti del 2018 prevista cedola a 0,1 euro
Il 2018 è l’anno dei record Veneto corre più degli altri
PADOVA. Ricavi in crescita nel 2018 per Carel, l'azienda padovana del settore condizionamento dell'aria e refrigerazione, che ha realizzato un risultato netto di 23,9 milioni di euro. L'assemblea dei soci ha deciso di distribuire un dividendo di 0,1 euro per azione (stacco cedola dal 24 giugno). I risultati di gruppo hanno visto invece ricavi consolidati a 280,22 milioni, in crescita del 9,7% rispetto al 2017, un Ebitda di 46,99 milioni (-6,7% sull'anno precedente), e un utile netto consolidato di 30,75 milioni (-1,3%); il risultato netto adjusted consolidato è pari a 37,52 milioni (+18,9% rispetto al 2017). Il gruppo ha una posizione finanziaria netta consolidata negativa per 59,13 milioni. —
VENEZIA. Il Veneto marcia più spedito del resto del Paese quanto ad occupazione, export, vitalità di impresa e consumi di energia. L'ultimo numero del bollettino socio-economico della Regione, in rete da domani, fotografa i segni della ripresa che, in particolare per lavoro e occupazione, raggiungono e superano i livelli pre-crisi. Il Pil veneto nel 2018 è cresciuto dell'1,1%, due decimali in più rispetto a quello nazionale; in crescita anche i consumi delle famiglie (+0,8, a fronte di un +0,7 nazionale), e gli investimenti fissi (+4,3%, Italia +3,4). Nonostante il rallentamento del commercio mondiale: nel 2018 il Veneto ha esportato per 63,3 miliardi di euro, il 2,8% in più rispetto al 2017, toccando il massimo storico. —
quella “inizio” sui rimborsi. «Abbiamo invitato i ministri, i sottosegretari al Mef, i vicepremier e il premier al sit-in delle associazioni dei risparmiatori che hanno dato il loro sì al fondo con doppio binario a Conte confermando la volontà della salvezza e alla tutela del risparmio tradito. I risparmiatori veri non hanno paura di essere controllati, non temono nessun arbitrato. La norma così come ci è stata presentata va benissimo» dice Patrizio Miatello di Ezzelino III da Onara. Tra i contattati dalla presidenza del Consiglio anche Luigi Ugone di Noi che credevamo nella Bpvi che, tuttavia, non è ancora sceso dall’Aventino. «I contatti con Palazzo Chigi sono stati solo per sondare la disponibilità…a interloquire basta tutto qui». Ma sull’eventualità a rivedere la propria posizione Ugone è secco: «Noi siamo disponibili al dialogo se capiamo i confini della norma leggendo almeno la bozza altrimenti è un po’ fatica esprimersi». L’associazione la settimana prossima sarà a Bruxelles da Vestager, la commissaria alla Concorrenza, forse nella speranza di ottenere qualcosa in più. Anche se la sicurezza che questo avvenga pare sia un po’ scemata. «La commissaria Vestager vedremo se è quanto influirà» chiude Ugone. Il sit in di giovedì ha già arruolato partecipanti nelle file dell’opposizione. A far sentire la propria vicinanza ci saranno i forzisti Pierantonio Zanettin e Renato Brunetta. E pure il Pd. «La maggioranza pentaleghista si fa dettare la linea da due associazioni che evidentemente sono vicine a Di Maio e Salvini ignorando tutte le altre» è l’accusa del senatore Pd Andrea Ferrazzi. Si vedrà, l’augurio è che la notte porti consiglio e con esso pure la legge. Sarebbe una sorpresa per i riuniti in Piazza Montecitorio, sotto l’ombra dell'Obelisco. —
eox lancia un piano triennale di stock grant: l’assemblea degli azionisti, ieri, ha deliberato l’assegnazione a titolo gratuito, fino a un massimo di cinque milioni di euro, di azioni ordinarie a favore delle “risorse chiave” dell’azienda. Cioè amministratore delegato, direttore generale e altri dirigenti, per il momento, in futuro anche altre “prime linee” societarie in base ai risultati ottenuti. Nella stessa assemblea di ieri è stato rinnovato il cda (confermato Mario Moretti Polegato presidente) e il collegio sindacale.
G
IL BILANCIO
Ieri Geox ha approvato il bilancio 2018: il gruppo ha conseguito ricavi per 827,2 milioni di euro (in calo rispetto agli 884,5 milioni del 2017), per quanto riguarda la capogruppo i ricavi si sono fermati a 582,7 milioni contro i
Lo stock grant - azioni assegnate a titolo gratuito a differenza delle precedenti esperienze di stock option in Geox - hanno come obiettivo «coinvolgere e incentivare i beneficiari, favorirne la fidelizzazione», spiega l’azienda, ma soprattutto «attrarre nuove figure professionali altamente qualificate». Il piano durerà fino al 2021. L’assemblea, infine, ha autorizzato un nuovo piano di acquisto e disposizione di azioni proprie con l’obiettivo di «contenere movimenti anomali delle quotazioni», dopo gli ultimi mesi assai altalenanti in Borsa. — A.D.P.
Confartigianato: un flop il regime forfettario VENEZIA. Solo un artigiano ve-
neto su dieci opta per il regime fiscale forfettario. «La novità fiscale ha avuto l'effetto di un colpo di cannone caricato a salve», è il commento di Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, sulla misura introdotta dal governo che porta a 65mila euro la soglia per beneficiare di una tassazione del 15%. Lo dice uno studio di Confartigianato Imprese Veneto, con l’ausilio dell’ufficio Studi Cgia Mestre, su un campione di 8.680 imprese individuali venete in contabi-
lità semplificata nel 2018. Ben il 51% di queste avrebbero potuto beneficiare del forfait. Quelle che hanno avuto effettiva convenienza a passare al regime agevolato sono state appena 908. A tutte le altre, applicare il forfait sarebbe costato molto di più che applicare le consuete aliquote Irpef a scaglioni. «È un insuccesso – prosegue Bonomo -. Il tentativo di alleggerire la pressione fiscale sulle micro imprese alla prova dei fatti dimostra di non aver sortito gli effetti desiderati». Nicola Brillo
GIANCARLO CORÒ
L’Italia del “buono e ben fatto” deve aprirsi al mondo
D
L’INCENTIVO
lo studio
IL COMMENTO
opo esserci rassegnati a una recessione che tutti i centri studi davano per certa, ecco che dall’industria italiana arriva una clamorosa smentita. Secondo l’Istat a febbraio la produzione sarebbe in realtà cresciuta di quasi l’1% rispetto lo stesso mese dello scorso anno, con risultati addirittura sorprendenti se si guarda ai tipici settori del Made in Italy. Aspetto ancora più incredibile è che la crescita della produzione industria-
627 del 2017.In particolare, l’assemblea degli azionisti ha approvato di ripianare la perdita dell’esercizio (6,95 milioni) con la riserva straordinaria (6,8 milioni) e il versamento dei soci in conto capitale (149.858 euro). Confermato il dividendo lordo di 0,025 euro per azione.
le in Italia è in controtendenza rispetto all’area Euro, dove secondo Eurostat la produzione a febbraio è calata dello 0,3% su base annua, addirittura del 2% in Germania. Certo, c’è chi sostiene che dal 2017 l’Italia sarebbe scivolata al terzo posto in Europa per valore della produzione manifatturiera, superati dalla Francia. Ma questo risultato è in realtà distorto dall’impiego del fatturato come misura di riferimento. Diversamente da occupazione e valore aggiunto, dove
invece rimaniamo saldamente secondi dopo la Germania, il fatturato somma anche le produzioni realizzate nelle reti di fornitura all’estero, meno indicative della effettiva capacità manifatturiera del paese. L’impressione che l’industria italiana sia tutt’altro che al capolinea è rafforzata anche dagli straordinari successi di Vinitaly a Verona e del Salone del Mobile a Milano, dove si è consacrata la nostra leadership globale nell’industria del “buono e ben fatto”. Una
conferma della vivacità del tessuto imprenditoriale italiano arriva anche dal Rapporto PMI Centro Nord di Confindustria e Cerved, che fornisce interessanti elementi sulla capacità di risposta alla crisi nelle regioni più dinamiche del Paese. Il numero di imprese di capitale comprese fra 10 e 250 addetti è oramai ritornato ai livelli precedenti la crisi del 2008, ma soprattutto sono migliorate redditività e salute finanziaria. La crisi bancaria ha costretto molte imprese a rica-
pitalizzarsi, rendendole oggi più resilienti alle turbolenze finanziarie e meglio attrezzate ad investire in innovazione e sviluppo dei prodotti. Ci sono tuttavia alcune nubi all’orizzonte che non dobbiamo sottovalutare. Oltre ai pericoli del protezionismo, che possono diventare letali per l’industria italiana, ci sono due fattori critici da considerare. Il primo riguarda il Mezzogiorno, i cui divari economici con il Centro Nord stanno creando una frattura politica che può
diventare esplosiva. Il secondo riguarda la chiusura di molte imprese familiari a una governance più inclusiva e trasparente, che riconosca la centralità del capitale umano di fronte alle sfide tecnologiche e di mercato. Entrambi i problemi potrebbero essere superati se l’economia italiana si aprisse di più agli investimenti internazionali: nonostante il grande sparlare di invasione di capitali stranieri, siamo in realtà all’ultimo posto in Europa assieme a Cipro. Credere all’Italia significa aprirsi al mondo. Chiudersi è disconoscere il suo valore e, alla fine, rinunciare a crescere. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ATTUALITÀ
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 IL MATTINO
Straordinaria partecipazione al concorso bandito da Azienda Zero per operatori socio-sanitari da impiegare nelle Ulss della regione
scandalo assunzioni
Umbria, si dimette la governatrice Catiuscia Marini
Veneto, 12 mila alla carica per 312 posti in corsia Poi tocca agli infermieri già 1.200 candidature IL CASO
Elena Livieri er 312 posti da operatore socio-sanitario si presentano in quasi 12 mila. Sono i numeri del concorso bandito dall’Azienda Zero, il cervello amministrativo della sanità veneta, per reclutare operatori per gli ospedali di tutta la regione. I posti messi a bando sono stati calcolati in base alle richieste pervenute da ciascuna azienda sanitaria veneta, ma data la massiccia adesione che il concorso ha registrato, le graduatorie, ovviamente una volta soddisfatte le esigenze “di casa”, saranno messe a disposizione delle altre regioni. Del resto
P
quello della carenza di personale in corsia è un problema condiviso in tutto il Paese. I partecipanti al concorso, poi, arrivano come sempre da tutta Italia e una volta assunti potranno chiedere di essere spostati in un altro ospedale più comodo. MAXI CONCORSO
Azienda Zero, dal momento che procede con un unico concorso per tutte le Usl del Veneto, ha prima avviato una raccolta di dati circa il fabbisogno di ciascuna azienda. Mettendo insieme le richieste si è formulata la proposta del concorso per 312 posti di operatore socio-sanitario. Come spiegano dagli uffici di passaggio Gaudenzio a Padova, sede centrale di Azienda Zero, si tratta - almeno per i fabbisogni indica-
cassano allo jonio
Uccide la moglie incinta fugge e poi si costituisce Arrestato dai carabinieri Francesco Creazzo COSENZA. Un trauma cranico, provocato con un oggetto. Questa la causa della morte di Romina Iannicelli, la donna di 44 anni uccisa ieri notte a Cassano allo Jonio, in provincia di Cosenza. Il marito, Giovanni De Cicco, irreperibile per alcune ore, è stato poi fermato dai carabinieri, a lungo interrogato dal pm di Castrovillari Valentina Draetta e infine arrestato.Romina Iannicelli era incin-
La vittima, Romina Iannicelli
ti - di numeri in divenire. Solo a procedura completata, infatti, le Usl potranno indicare il numero preciso di operatori di cui necessitano, tenendo conto dei pensionamenti e delle mobilità nel frattempo intervenuti. Resta il fatto che se a fronte di 312 posti i candidati che si sono presentati sono 11.947, nessun ospedale dovrebbe rimanere sguarnito. Le graduatorie saranno distinte per singole aziende con possibilità di utilizzarle per tre anni. Sarà necessaria ancora qualche settimana di tempo per portare a compimento la procedura. INFERMIERI
Al concorso per operatori socio-sanitari si affianca quello per infermieri che Azienda Zero ha già indetto: in questo
ta. Chi la conosceva racconta della grande felicità della donna per la gravidanza, scoperta da poco. A trovare il cadavere sono stati, ieri mattina, alcuni familiari che avevano un appuntamento con lei per delle commissioni. L’omicidio è avvenuto nell’appartamento dove la donna viveva con il marito e la madre, in una delle zone centrali della cittadina. L’appartamento, riferiscono fonti investigative, era in disordine: una circostanza che fa pensare a un litigio, a una colluttazione tra la vittima e il proprio assassino. Un elemento che avvalorerebbe ulteriormente l’ipotesi del femminicidio. La donna era la sorella di Giuseppe Iannicelli, l’uomo di 52 anni ucciso a colpi di arma da fuoco il 16 gennaio 2014, sempre nella cittadina del litorale cosentino, assieme al nipotino di tre anni, Cocò, e alla compa-
13
Personale sanitario in una corsia d’ospedale
caso il termine per presentare domanda da parte dei candidati scade il 2 maggio. E dai numeri che si stanno già registrando, pare proprio che si potrà bissare il “successo” del concorso per operatori. I candidati infermieri che ambiscono a entrare in un ospedale veneto sono infatti già oltre 1.200. Ma quello messo in campo da Azienda Zero è un reclutamento a tutto campo: procedure di selezione interesseranno anche altri profili del comparto sani-
gna marocchina Ibtissam Touss, di 27. I corpi delle vittime vennero poi dati alle fiamme. L’omicidio del piccolo Cocò, vittima trasversale di un regolamento di conti nell’ambito della lotta tra clan per il traffico di droga nello jonio cosentino, è rimasto impresso nel ricordo dell’opinione pubblica. Una vicenda che però il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, che guida le indagini, non ritiene collegata «in alcun modo» ai fatti di ieri notte, nonostante Romina Iannicelli avesse qualche precedente per droga. È un’ondata di violenza contro le donne quella che la Calabria sta vivendo negli ultimi mesi: ieri mattina tre ventenni sono stati arrestati dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l’accusa di violenza sessuale di gruppo su una coetanea. —
tà, quali tecnici sanitari di laboratorio e di radiologia, ma anche personale amministrativo. CAMICI BIANCHI
Il grande vuoto in corsia rimane quello dei camici bianchi, per la carenza di medici specializzati. Per ampliare la partecipazione ai concorsi dopo il clamoroso flop della selezione per ginecologi che ha visto una ventina di partecipanti per 80 posti - Azienda Zero ha esteso la possibilità
PERUGIA. Si è dimessa la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini (Pd). L'annuncio è arrivato ieri pomeriggio al termine di una lunga riunione nel palazzo che ospita la sede della Giunta, nel centro di Perugia. Marini è indagata nell'inchiesta della procura di Perugia su alcuni concorsi per assunzioni che sarebbero stati pilotati all'ospedale del capoluogo umbro. «Io sono una persona perbene, per me la politica è sempre stata “fare l'interesse generale”. Così la Marini nella sua lettera pubblica di dimissioni. «Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta».
di candidarsi anche agli specializzandi all’ultimo anno di specialità. Una buona notizia per le sale operatorie: il concorso indetto nelle scorse settimane per 15 medici chirurghi richiesti dagli ospedali veneti, vede 120 domande di partecipazione. Entro la prima metà di maggio Azienda Zero completerà le procedure concorsuali anche per reclutare neurologi, psichiatri e dermatologi. Insomma, piano piano, ma qualcosa si muove. —
processo cucchi
La mano tra Ilaria e Tedesco Una stretta di mano tra Ilaria Cucchi e Francesco Tedesco, il teste chiave, imputato al processo per omicidio preterintenzionale, sulla morte di Stefano. Il gesto arriva in aula a 10 anni dalla scomparsa del geometra romano. Il carabiniere è stato il primo a parlare di pestaggio accusando i due coimputati.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN BREVE
l’accordo
Roma Cade dal quinto piano Grave un bimbo di 8 anni
Como Il barbecue causa un rogo Multati per 27 milioni
Palermo Spie per Messina Denaro Due carabinieri arrestati
Ferrara Insulti antisemiti a scuola «Riapriremo i forni...»
Poste nei piccoli paesi Tutti i servizi su un sito
Un bambino di 8 anni è caduto dal quinto piano e si salvato, anche se il volo gli ha causato diverse fratture esposte agli arti inferiori e superiori e ora è in gravi condizioni. È accaduto ieri a Roma, in un palazzo della Giustiniana. Il fatto è avvenuto poco dopo le 15. Il bimbo, ora ricoverato al Policlinico Gemelli, è caduto dopo essersi sporto da una finestra. In casa con lui, secondo una prima ricostruzione, c'erano la mamma e la nonna, entrambe portate in ospedale.
È costata cara la grigliata di fine anno a due studenti comaschi di 20 anni. I carabinieri hanno presentato loro il conto: una multa di 27 milioni di euro per aver causato, il 30 dicembre scorso, mentre attizzavano la brace, un incendio che ha interessato un'area boschiva in Alto Lago di mille ettari, di cui 110 distrutti. I due amici volevano festeggiare la fine dell'anno sul Monte Berlinghera. Il rogo si era esteso a mezza montagna compreso un agriturismo dove erano morti quasi tutti gli animali.
Due carabinieri, il tenente colonnello Marco Zappalà, in servizio alla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta, e Giuseppe Barcellona, un appuntato della Compagnia di Castelvetrano, sono stati arrestati con l’accusa di favoreggiamento alla mafia e accesso abusivo al sistema informatico. Per la Procura di Palermo hanno passato informazioni su inchieste in corso a carico del boss latitante Matteo Messina Denaro. In carcere l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino.
«Quando saremo grandi faremo riaprire Auschwitz e vi ficcheremo tutti nei forni...». La frase choc è pronunciata da un ragazzino di scuola media di Ferrara a un coetaneo ebreo, prendendolo per il collo negli spogliatoi della palestra con due compagni. L’episodio risale a una settimana fa ma è emerso ieri con la denuncia alla stampa di una rappresentante di classe. L’insulto, dice il sindaco Tiziano Tagliani, nasce «da bambini di 11 anni con problemi di fragilità». Indagano i carabinieri.
ROMA. È consultabile il nuovo sito di Poste (www. posteitaliane. it/piccoli-comuni) che aggiorna gli obiettivi del programma per le migliaia di Comuni con meno di 5.000 abitanti. Accanto alla conferma dell’impegno a non chiudere uffici postali nei paesini, il nuovo portale elenca l’installazione di 102 Atm Postamat in altrettanti Comuni, 1.817 cassette postali, 1.304 spot wi-fi, 938 impianti di videosorveglianza, oltre all’abbat-
timento di 157 barriere architettoniche e la creazione di un ufficio dedicato al dialogo con i piccoli Comuni. Sul sito una sezione riepiloga gli impegni in dettaglio, con una panoramica sulle iniziative che compongono il programma. Con l’opzione “cerca Comune” si possono visualizzare gli impegni realizzati per ciascun piccolo Comune: basta digitare il nome della località e appare l’aggiornamento. —
Garda-Baldo 37
L'ARENA
Mercoledì 17 Aprile 2019
CAPRINO. Convegno inprogramma oggicongli amministratoriegli entidel comprensorio
Summitsui cinghiali: «Soluzioneurgente»
Cacciatori«illegali»quando sista aprendo unaltrocentro raccolta «Serveuna modificadellanorma, quilasituazioneè grave» Emanuele Zanini
L’emergenza cinghiali assume pieghe paradossali. Da pochi giorni, il piano di controllo della fauna così detta «nociva», tra cui sono inseriti i cinghiali, è stato sospeso dalla Polizia provinciale che al riguardo ha inviato una comunicazione ai comprensori alpini e agli ambiti territoriali. Gli uffici provinciali infatti si stanno informando, dal punto di vista legale, per risolvere possibili questioni legate all’assicurazione, dalla quale dovrebbero essere invece coperti i cacciatori. I quali, nel frattempo, non possono più sparare ala fauna «nociva», almeno fino a nuove disposizioni. Ma il provvedimento della Provincia, ironia della sorte, avviene proprio quando il Comune di Caprino è pronto a firmare – questione di giorni se non di ore – una convenzione con il comprensorio alpino locale, presieduto da Tiziano Zanetti, a cui affidare, in comodato d’uso gratuito, per vent’anni, un immobile da destinare a centro di raccolta delle carcasse degli ungulati, situato in via XXIV Maggio e acquisito gratuitamente dal Demanio lo scorso anno. Tuttavia, la struttura – la seconda del genere sul territorio del Garda Baldo, dopo quella aperta a febbraio a Brenzone – al momento non potrà essere utilizzata dai cacciatori, che perciò masticano amaro. Infatti, ora che anche nell’area meridionale del Baldo è
Laspecie stadistruggendo lafragile biodiversità nell’«Hortus Europae»
Comencini
«Chiederò dicambiare lalegge»
Uncinghiale, lapresenza diquesti animali èin crescita
pronta una celle frigorifera dove portare gli animali abbattuti, problemi burocratici e assicurativi ne impediscono l’utilizzo. «La questione», spiega Zanetti, «ruota attorno alle legge sulla caccia, la 157 del 1992. L’articolo 19 precisa che i piani di abbattimento possono essere effettuati da guardie venatorie provinciali, guardie forestali o comunali autorizzate, o dai proprietari dei fondi, ma non dai cacciatori. Quindi», aggiunge Zanetti, «se abbattiamo i cinghiali siamo fuori legge. Serve una modifica alla normativa che inserisca anche noi cacciatori. Perché ad oggi non ci possiamo prendere la responsabilità di intervenire violando le norme». Il tema cinghiali rimane cal-
dissimo sul Baldo, devastato dalla presenza ormai fuori controllo dell’ungulato che sta distruggendo ampie aree di terreni coltivati e prati su un vasto territorio della montagna e delle colline circostanti. Per discutere e cercare di trovare una soluzione al problema, oggi, alle 18, nella sede dell’Unione Montana Baldo Garda a Caprino, si terrà un vertice, organizzato dalla Provincia, a cui parteciperà tra gli altri anche l’assessore regionale alla Caccia Giuseppe Pan, oltre al presidente della Provincia Manuel Scalzotto, il comandante della Polizia provinciale Anna Maggio e Ivano Confortini, responsabile del Servizio tutela faunistico-ambientale della Provincia. All’incontro sono
CAVAION. IlComune loorganizza pervenerdì alla Gran Guardia
Cosadice il«PianoCasa» Lenovitàin unconvegno Rivoltoaprofessionisti ea tecnicisia privati chepubbliciinforma sulle riqualificazioni Il nuovo «Piano Casa» del Veneto, con gli aspetti cardine della nuova legge regionale, la numero 14 del 2019, in vigore dal 6 aprile scorso, è al centro del convegno «Veneto 2050 – Politiche per la riqualificazione urbana e per l’incentivazione alla rinaturalizzazione del territorio», che il Comune di Cavaion organizza per venerdì 19 aprile, dalle 9 alle 14, a Verona, alla Gran Guardia. La manifestazione è stata prevista d’intesa con l’assessorato regionale al Territo-
rio, insieme all’Ordine degli architetti, all’Ordine degli ingegneri e al Collegio dei geometri della Provincia, ad Ance Verona e con il patrocinio del Comune di Verona. L’iniziativa, fa sapere il Comune con una nota, «è nata dalla collaborazione continuativa con l’Ordine degli architetti di Verona e con l’Ufficio Urbanistica della Regione che, in sinergia, hanno già avuto modo di organizzare con l’ente locale seminari seguiti e apprezzati sulle recenti disposizioni normative regionali». L’obiettivo è quello di analizzare le nuove normative regionali in materia di edilizia, aprendo tavoli di lavoro e coordinando attività finaliz-
zate ad agevolare il lavoro dei professionisti e i progetti dei cittadini. Venerdì 19 aprile, dunque, arriva una nuova giornata formativa rivolta sia ai singoli professionisti che si occupano di edilizia, urbanistica, pianificazione territoriale, sia ai funzionari tecnici delle pubbliche amministrazioni. Per i partecipanti iscritti all’Ordine degli architetti e all’Ordine degli ingegneri della provincia verranno riconosciuti i crediti formativi professionali. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’Ufficio tecnico del Comune di Cavaion che risponde al numero 045. 6265735 oppure 045. 6265737. • C.M.
«Perfronteggiare il problema deicinghiali,l’unica soluzione seriaèl’impiegodeicacciatori che,inpoche settimane, hanno giàeffettuato numerosi abbattimenti.Il lorointervento èdeterminanteeinoltre valorizzail lororuolodi salvaguardiadell’ambiente edi chivive inmontagna». Asostenerlo con forzaèVito Comencini,consigliere comunalea Verona edeputato dellaLega. «Preoccupail blocco burocraticoeamministrativo cheferma laloroattività», aggiungeil deputatoscaligero, «miauguro dunque chela Regionedelvenetoela Provinciasi impegninoa risolverealpiù prestola questione,prima divedereun ulterioreaumento della popolazionedicinghiali edei relatividannisul territorio». Comencinihainoltre annunciatochedopol’incontro dioggi siconfronterà anche conl’assessore regionale GiuseppePanecon il presidentedellaProvinciadi VeronaManuel Scalzottoper trovarelastrada con cui risolverelaquestione. «Sulproblema sono prontoa muovermianche inParlamento aRoma. Sonodisposto infatti a presentareun’interrogazione e, sesarà necessario, anchea proporreuna modificadella leggeattualesulla caccia, in modocheconsenta di sbloccarel’inghippo burocraticoepermettaanche aicacciatoridiintervenire senzaincappare inproblemi di tipolegislativo ed assicurativo». EM.ZAN
ANNUNCI ECONOMICI
CAPRINO. Oggiapre ilnuovo servizio stati invitati anche i sindaci di tutti i Comuni del comprensorio del Garda-Baldo, oltre ai rappresentanti degli Ambiti territoriali di caccia e dei Comprensori alpini. Nel frattempo, il Comitato spontaneo per la difesa del Monte Baldo sta predisponendo una lettera di diffida nei confronti della Regione e della Provincia per la gestione dell’emergenza cinghiali. È stato deciso, infatti, in occasione di un’assemblea pubblica organizzata la scorsa settimana a Caprino, nella quale il Comitato ha puntato il dito in particolare contro la Provincia, colpevole, a suo modo di vedere, di aver fatto poco o niente finora per arginare la proliferazione degli ungolati sul Baldo, di stimolare l’ente a prendere subito in mano la situazione e ad agire «con urgenza». È stata citata in particolare una delibera di Giunta provinciale del 2011 che prevedeva l’eradicazione della specie e un documento, di poco successivo, dove l’ente provinciale riteneva «assolutamente necessario evitare che il cinghiale possa affermarsi sul Baldo». Il risultato, invece, è stato sottolineato da Giacomo Brunelli, dell’associazione culturale Sorasengi e da Raffaello Boni, responsabile Legambiente Baldo Garda, entrambi membri del Comitato in difesa del Baldo, è che la specie sta distruggendo la fragile biodiversità presente nell’«Hortus Europae», tra cui molte specie di orchidee rare, che con le razzie dei cinghiali rischiano di scomparire per sempre. Brunelli ha sottolineato inoltre come le sempre più frequenti e devastanti «arature» del terreno da parte degli animali rischi di creare, con il tempo, veri e propri ghiaioni al posto dei prati e, nei pendii più scoscesi, di favorire rischi idrogeologici (tra cui frane e smottamenti, specie con le piogge), «che purtroppo si tendono a sottovalutare». Boni, oltre a mostrare alcune immagini che testimoniano le devastazioni provocate dal passaggio dei cinghiali, ha ricordato che per il piano di eradicazione serve mandare sul territorio anche faunisti e tecnici per studiare le abitudini di questi animali, rapportarsi con i coltivatori e gli abitanti delle zone devastate per dare indicazioni utili per interventi efficaci. •
InformaLavoro adisposizione ognimercoledì Losportello inmunicipio mettein retedomanda e offerta
Ilmunicipio di Caprino
Aiutare i cittadini a cercare lavoro e le imprese a trovare personale. È l’obiettivo principale del nuovo sportello «InFormaLavoro», attivato dal Comune di Caprino, e che da oggi sarà aperto ogni mercoledì dalle 9 alle 12, negli spazi dell’ex ufficio dell’assistente sociale, dietro la barchessa di palazzo Carlotti. Il nuovo servizio, gratuito, di informazione e supporto per la ricerca attiva di lavoro, viene gestito attraverso «Il Ponte», società cooperativa sociale Onlus. I cittadini di Caprino che vi accedono possono consultare le offerte di lavoro del territorio, ma anche ricevere servizi aggiuntivi come il supporto nella stesura del curriculum, il colloquio motivazionale e di orientamento, indicazioni su come rispondere a un’offerta di lavoro in modo efficace, informazioni su eventuali corsi da frequentare per sviluppare dei prerequisiti richiesti. Alla banca dati di chi cerca lavoro, si affianca quella delle aziende che offrono occupazione, le quali possono infatti pubblicare le offerte lavorative sulle bacheche dello sportello o sui social dell’In-
formalavoro e attingere alle banche dati di chi cerca lavoro e visionare i curricula. Lo sportello sarà gestito da operatori del mercato del lavoro accreditati dalla Regione, e questo permette allo sportello di accedere a finanziamenti per organizzare percorsi di formazione e reinserimento lavorativo. «Lo sportello», spiega Irene Armani, assessore comunale alle Politiche sociali, giovanili e pari opportunità, «è un concreto supporto alle persone giovani, e anche meno giovani, per poter inserirsi in modo adeguato all’interno del mercato del lavoro. Ma è anche un servizio utile per le aziende del territorio che possono così reclutare personale da inserire all’interno delle proprie realtà produttive», afferma Armani. «Caprino entra così in «rete» con gli sportelli di Garda, di Peschiera, di Bardolino, di Lazise, già gestiti dalla cooperativa, potendo così attingere e potenziare le banche dati degli altri sportelli e usufruire della rete consolidata con gli altri enti e le altre realtà che si occupano del mondo del lavoro», conclude l’assessore. • EM.ZAN.
AVVISILEGALI Comune di Cavaion Veronese | Provincia di Verona Piazza Fracastoro, 8 | 37010 Cavaion Veronese Tel. 045 6265713 | Fax 045 6265730 | www.comunecavaion.it E-mail: segreteria@comunecavaion.it | Pec: segreteria@pec.comunecavaion.it
AZIENDA Impianti elettrici operante città e provincia cedesi. Tel. 327.3484493
3C
LAVORO IMPIEGO OFFERTA
(Legge 903 del 9/12/1977)
COFIM IMMOBILIARE sede Sirmione ricerca signora residente lago di Garda, ottima conoscenza lingua tedesca per interessante attività settore immobiliare. Cerchiamo una persona motivata, esperta nell'utilizzo PC, disponibile ad attività lavorativa full time, con ottime capacità di relazione e disposta a lavorare in team. Trattamento economico molto interessante. Inviare curriculum a verona05@cofimimmobiliare.it STUDIO Commercialisti in Verona cerca laureati/dipendenti anche part time. Inviare curriculum a: studio.tp1994@gmail.com
ESTRATTO DEL REGOLAMENTO CONCORSO ENOLOGICO
“ 8° Trofeo Corte Torcolo
ESTRATTO DEL REGOLAMENTO CONCORSO ENOLOGICO
11° Trofeo San Michele
VINO BARDOLINO Classico DOC
VINO BARDOLINO Chiaretto Spumante DOC
II Comune di Cavaion Veronese, in collaborazione con la Proloco San Michele, con il patrocinio della Regione Veneto, Provincia di Verona, Comunità del Garda, Strada del Vino Bardolino Doc, Consorzio Tutela Vino Bardolino Doc, bandisce il Concorso “8° Trofeo Corte Torcolo - Vino Bardolino Classico DOC” (campagna vendemmiale 2018/2019) in programma a Cavaion V.se giovedì 18 luglio 2019. Il concorso è riservato ai vinificatori della zona del Bardolino Classico DOC ed ai viticoltori vinificatori regolarmente iscritti allo Schedario Viticolo che hanno fatto regolare denuncia delle uve e del vino Bardolino Classico DOC; in particolare possono partecipare: a) Produttori singoli b) Produttori associati c) Aziende industriali e commerciali Sono escluse dal concorso le aziende che abbiano avuto a loro carico, con sentenza passata in giudicato, procedimenti giudiziari dovuti a frodi o sofisticazioni. Le domande di partecipazione devono pervenire alla Segreteria del Concorso sugli appositi moduli entro le ore 12.00 del 21/06/2019, tramite fax 045/6265730 o e-mail mbertasi@comunecavaion.it . La documentazione relativa al concorso è consultabile sul sito del Comune di Cavaion V.se, www.comunecavaion.it. La giuria Tecnica per la valutazione organolettica dei migliori vini Bardolino Classico Doc si riunirà sabato 13 luglio 2019 alle ore 10,00 presso la Sala Civica “Eugenio Turri” di Cavaion V.se. Le premiazioni si svolgeranno nel corso di una cerimonia pubblica alla presenza di autorità e rappresentanti degli enti governativi, Regione, Provincia ed Enti Locali in occasione della tradizionale manifestazione di apertura della “Festa della Madonna del Carmine – Terza di Luglio”.
II Comune di Cavaion Veronese, in collaborazione con la Proloco San Michele, con il patrocinio della Regione Veneto, Provincia di Verona, Comunità del Garda, Strada del Vino Bardolino Doc, Consorzio Tutela Vino Bardolino Doc, bandisce il Concorso Enologico “11° Trofeo San Michele - Vino Bardolino Chiaretto Spumante DOC” (campagna vendemmiale 2018/2019) in programma a Cavaion V.se giovedì 18 luglio 2019. Il concorso è riservato ai vinificatori della zona del Bardolino DOC ed ai viticoltori vinificatori regolarmente iscritti allo Schedario Viticolo che hanno fatto regolare denuncia delle uve e del vino Bardolino DOC; in particolare possono partecipare: a) Produttori singoli b) Produttori associati c) Aziende industriali e commerciali Sono escluse dal concorso le aziende che abbiano avuto a loro carico, con sentenza passata in giudicato, procedimenti giudiziari dovuti a frodi o sofisticazioni. Le domande di partecipazione devono pervenire alla Segreteria del Concorso sugli appositi moduli entro le ore 12.00 del 21/06/2019 a mezzo fax 045/6265730 o e-mail mbertasi@comunecavaion.it. La documentazione relativa al concorso è consultabile sul sito del Comune di Cavaion V.se, www.comunecavaion.it. La giuria Tecnica per la valutazione organolettica dei migliori vini Bardolino Chiaretto Spumante Doc si riunirà sabato 13 luglio 2019 alle ore 10,00 presso la Sala Civica “Eugenio Turri” di Cavaion V.se. Le premiazioni si svolgeranno nel corso di una cerimonia pubblica alla presenza di autorità e rappresentanti degli enti governativi, Regione, Provincia ed Enti Locali in occasione della tradizionale manifestazione di apertura della “Festa della Madonna del Carmine – Terza di Luglio”. Il Sindaco Sabrina Tramonte
Provincia 31
L'ARENA
Mercoledì 17 Aprile 2019
L’EMERGENZA. La novitàèemersa durantecontrolli dell’Arpav nelRodigino. Venezia hasegnalato lasituazionealle confinanti Emilia Romagna eLombardia
Pfas di ultima generazione nell’acqua del Po Zaiaavverte: «Ilministero adottilimitinazionalipari azeroeagiscarapidamente» LemammealministroGrillo: «Nellemenseacqua inbottigliaancheper cucinare» Luca Fiorin
Uno dei Pfas di ultima generazione è stato trovato nel fiume Po. Lontano, quindi, dall’unica fonte d’inquinamento sinora nota: l’azienda chimica, ora in fallimento, Miteni spa di Trissino. Per questo il presidente della Regione, Luca Zaia, chiede di adottare i limiti nazionali pari a zero. La novità è emersa dai controlli fatti dall’Arpav. Al commissario per l’emergenza Pfas Nicola Dell’Acqua, l’agenzia ha riferito che ha trovato in tre punti del Po il C604. Si tratta di un inquinante emergente, che era già stato scoperto in agosto nei pressi dello stabilimento Miteni, dove veniva utilizzato in sostituzione dei Pfas tradizionali. Proprio quel ritrovamento, al pari di quello di poco antecedente di un’altra sostanza di recente utilizzo, il GenX, aveva provocato verifiche interne all’azienda e controlli ambientali più estesi. Nell’ambito di questa attività, a marzo è stata riscontrata una positività, per quanto riguarda le acque superficiali del Po, in località Corbola, vicino a Castelmassa, Rovigo, al confine con Lombardia ed Emilia Romagna. Qui sono stati trovati circa 80 nanogrammi per litro d’acqua di C604. Il campionamento è
Unaprotesta dellemamme No Pfas. Orachiedonoacqua in bottiglia nellescuole perbere e cucinare
stato ripetuto il 2 aprile, confermando il ritrovamento sia nella stazione già campionata che a monte e a valle della stessa. Secondo i tecnici regionali, è pressoché impossibile che questa presenza derivi dal sito inquinato di Miteni e, quindi, il composto qua-
si sicuramente arriva dalle regioni del bacino posto a monte delle prese in cui è stato scoperto il contaminante. «Trattandosi di una sostanza poco utilizzata e di nuova generazione, il fatto che essa sia presente in quantità significative nel fiume più grande d’I-
talia fa supporre che ci siano fonti di inquinamento importanti», dice la Regione. La quale sta predisponendo, per questo, una segnalazione alle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. «Non essendovi limiti europei e nazionali, per motivi
precauzionali il gestore della rete potabile Acque Venete ha già ordinato nuove batterie di filtri», continuano a Venezia. «Questa è la conferma che la questione Pfas è un tema che interessa tutto il Paese, e che è una primaria questione ambientale nazionale», afferma il presidente Zaia. «Per questo è necessario che il Governo intervenga fermamente, ponendo limiti zero», aggiunge. «Invitiamo il ministero dell’ambiente a muoversi sulla linea già tracciata dalla nostra Regione, agendo il più rapidamente possibile, a tutela della popolazione dell’intero Paese». Intanto ieri le Mamme no Pfas hanno scritto al ministro della salute Giulia Grillo chiedendole che si attivi per far sì che nelle mense delle scuole presenti nei Comuni interessati dall’inquinamento si usi obbligatoriamente acqua in bottiglia, sia per bere che per cucinare. Tale richiesta è conseguente all’emissione da parte della Regione dei nuovi dati relativi allo screening sullo stato di salute delle persone esposte alla contaminazione. Delle oltre 25mila persone sinora esaminate, il 64,8 per cento presenta valori ematici alterati. La situazione, per quanto in percentuali minori, è stata accertata anche nei bambini. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Lereazioni
IlM5Srichiamal’Europa IlPdattaccailVeneto perl’interventoinritardo «Perarrivare nelleacque venetedel Po»,spiegail commissarioNicola Dall’acqua, «vuoldire cheinqualche altra aread’Italia cisono inquesto momentoconcentrazioniben superioridiPfasdinuova generazione».Daquila richiestaal Governodiporre palettipiùstringenti alivello nazionale.«Zaia hapostoin Venetoil limitezeroper gli scarichianche sanitariper le acquepotabili.Se loavessimo alivellonazionale ci sarebbe unostrumento per agire». «L’Europahail doveredi garantirela salute ela sicurezzadeicittadini»,si accodaMarcoZullo, eurodeputatoM5Sche ha inviatocon 14 colleghi una letteraal vicepresidente della Commissioneeuropea, Frans Timmermans.«Ilproblema è soprattuttosanitario.L’Europa cideveascoltare,intervenendo sulladirettiva acquapotabile». Lepolemichenon mancano: «Pesanoiritardi. Zaiarisolvail problemachehaincasa e verifichichi ecome ancoraoggi inVenetostasmaltendo 100 tonnellatediperfluorati l’anno, rilasciandoleneidepuratorie neicampi»,attacca Laura Puppato(Pd):«Resta da
sanare,nonostante gli 80 milioni dieurostanziati dal nostro Governo,la qualità dell’acqua potabiledelle popolazioni colpite. Adistanzadi20 annidalla richiestadel ministero dell’AmbienteallaRegionedi effettuareverifiche sui corsi d’acqua,Zaiatenta diallontanare daséla responsabilitàsul disastro Pfas.La Regionenonhamai fatto unpianoper la difesadelle risorse idriche.Sonotrascorsi sei annida quandoil Cnrrese evidente l’inquinamentoprodotto prevalentementedaMiteni». «Zaiafinalmente siaccorgeche l’inquinamentodaPfas èuna questionenazionale», aggiunge la deputataPdAlessiaRotta. «I governia guidaPdhanno decretatolo stato diemergenza, previstoil commissariamento e investito80 milioni.Zaiachiede al suoGoverno diintervenire,ma dimenticachesono ancorada spiegarele responsabilitàdella provinciadi Vicenzaa cuiera nota giàal 2006la tossicitàela presenzadi Pfas».«Rotta studi le carte»,replica l’assessore all’ambienteGianpaoloBottacin, «perlaRegionei Pfassono questionenazionale dal 2014. Le mieprime sollecitazioni al ministroGallettisono del2015, rimastelettera morta».
Indirizzi utili PER LA CASA e LA FAMIGLIA SERRAMENTI IN ALLUMINIO E PVC Colognola ai Colli (Loc. Rena) - Via 21 aprile, 32 Tel./Fax 045 7680477 388.8458222 - 348.6947087 - 349.6922265 casanovainfissi@libero.it www.casanovainfissi.it
Via Albere, 73 - Verona - cell.348 2894041 Tel./Fax 045 567673 - info@idrauliconline.it
Faustini Coperture e strutture in legno è un’impresa individuale con dipendenti, con sede legale ed operativa a Colà di Lazise (Vr). Offriamo esperienza ventennale in fornitura e posa tetti, strutture in legno, direttamente e conto terzi.
FAUSTINI
COPERTURE E STRUTTURE IN LEGNO Fornitura e posa tetti, solai e rifacimento manti di copertura di FAUSTINI MAURO Tel. 338.9328611 - Vicolo Possoi, 9/2 - Colà di Lazise (Vr) - mauro.faustini@alice.it
Eseguiamo inoltre: Posa manti di copertura coppi, tegole; AUGURA Fornitura e posa impianti anticaduta (linea vita) BUONA PASQUA Finestre tetto Velox, Fakro Guaine bituminose, adesive e saldate Ristrutturazione anche di tetti in laterocemento, con la possibilità di isolamento, così da poter usufruire degli incentivi statali (recupero del 50% o del 65% a seconda delle situazioni) Lavori di lattoneria Pergolati, tettoie e casette da giardino su misura
Non esitate a contattarci per informazioni e preventivi!
16
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 LA NUOVA
REGIONE
La sfida delle elezioni europee corte d’appello
Già 11 le liste presentate Oggi 5 Stelle e Forza Italia VENEZIA. Parte ufficialmen-
Dall’alto in senso orario i candidati Mara Bizzotto, Paolo Borchia, Rosanna Conte, Gianantonio Da Re, Paola Ghidoni, Ilenia Rento. Sopra, una manifestazione elettorale della Lega
Lega veneta, poker di donne Clima di tensione nel partito Conte e Rento sorprese femminili dell’ultima ora. Il colloquio di Zaia con Salvini Da Re “punge” i consiglieri e Rizzotto ribatte: ci ha eletti il popolo, sia rispettoso Filippo Tosatto VENEZIA. Corretta in corsa, tra fibrillazioni e parole grosse sull’asse Venezia-Milano, la lista europea della Lega include sei esponenti veneti. Ben quattro le donne, a dispetto di una tradizione maschilista discretamente radicata: così, in rampa di lancio per Bruxelles - nell’ordine alfabetico proposto agli elettori della circoscrizione Nord Est- figurano Mara Bizzotto, eurodeputata uscente di Bassano; il veronese Paolo Borchia, funzionario a Bruxelles e coordinatore di Lega nel mondo; Rosanna Conte, avvocato e consigliere a Caorle; Gianantonio Da Re già sindaco di Vittorio Veneto e segretario regionale del partito; la commercialista Paola Ghidoni, dirigente di sezione a Padova; l’ingegnere Ilenia
Rento, presidente dell’Ater di Belluno. In verità l’anagrafe segnalerebbe un’ulteriore runner nostrana: Alessandra Basso, nativa di Treviso e cugina del consigliere regionale Riccardo Barbisan; nella realtà si tratta della tesoriere del partito a Bologna, punta di diamante di una pattuglia emiliana forte di cinque candidati, a -1 appena dai “lighisti” abili a raccogliere i consensi ma incapaci di scalfire l’egemonia “lumbard”. E se la moral suasion su Matteo Salvini esercitata dal governatore Luca Zaia è valsa a scongiurare in extremis una mortificazione nella rappresentanza, il nanismo politico del colosso elettorale resta evidente. PRESSING EMILIA E FRIULI
Nel merito, i sondaggi accreditano al Carroccio percentuali vicine al 35% nelle quattro re-
gioni, che crescono di una decina di punti nella “piccola patria di San Marco”. Ma le cifre assolute non traggano in inganno: scontato il plebiscito al capolista Salvini, la preferenza di genere (che vieta all’elettore binomi dello stesso sesso sulla scheda) favorirà quanti concentrano i voti sull’accoppiata uomo-donna. È il caso del Friuli Venezia Giulia, che farà quadrato su Elena Lizzi e Marco Dreosto; e ancor più dell’Emilia Romagna, con la citata Basso e l’emergente Emiliano Occhi. Né Trentino e Alto Adige lesineranno voti al solitario Matteo Gazzini. Collegi in vorticosa crescita di consensi, che minacciano di erodere il primato veneto. Nel radar ci sono 6, forse 7 seggi parlamentari su un totale di 14: se Bizzotto e Da Re (ma su quest’ultimo torneremo) hanno la vittoria in tasca, la corsa
la mossa del consorzio per evitare il calo dei prezzi
Prosecco, il mercato è saturo Stop ai nuovi vigneti Docg VALDOBBIADENE. Docg Conegliano-Valdobbiadene e Docg Asolo Prosecco Superiore costrette a bloccare le iscrizioni di nuovi vigneti per contenere la produzione e, quindi, mantenere i prezzi della bottiglia e delle uve a prezzi accettabili. Decisione storica, effettiva dal primo agosto di quest’anno, che si accompagna a quella per ora respinta dall’assemblea del Conegliano-Valdobbiadene - di ridurre la resa per
ettaro dagli attuali 135 a 120 quintali: con i prezzi attuali delle uve, avrebbero circa 2300 euro in meno a ettaro. Il mondo dei produttori è diviso. Due provvedimenti sono frutto della “tempesta perfetta” che si è abbattuta sul mondo del Prosecco. Prima la vendemmia 2017, più scarsa a causa del clima sfavorevole, con coda di contratti di fornitura modificati al ribasso. Poi il raccolto 2018 sovrabbondante e i
prezzi dell’uva crollati - anche le indicazioni per il 2019 sono di questo tenore. Infine la frenata dell’export dopo anni di crescita: nel 2018 le esportazioni del Conegliano-Valdobbiadene Docg sono calate del 9,1 per cento a volume (33,1 milioni di bottiglie, calo fisiologico vista la vendemmia scarsa) e, soprattutto, del 7,8 per cento a valore. Le tensioni internazionali (Brexit e dazi di Trump) non garantiscono sta-
un altro fronte si profila ed è intriso di veleni. «UNA BATTUTA INFELICE»
Alla delusione degli esclusi evidente negli sguardi corrucciati di Roberto Ciambetti, Federico Caner, Luciano Sandonà, dello stesso Barbisan - fa eco la nuova stoccata ai consiglieri regionali ad opera di Da Re che, criticato da più parti, ironizza sul malcontento («Non vedo Maradona rimasti in panchina... ») suscitando la replica di Silvia Rizzotto, speaker d’aula che ha spontaneamente rinunciato a candidarsi e, a differenza dei “timidi” colleghi di gruppo, non si cuce la bocca: «La trovo una battuta infelice, non siamo qui per nomina, ci ha eletti il popolo e meritiamo rispetto». NÈ SPORT NÈ SPETTACOLO
La speaker zaiana Silvia Rizzotto
degli altri appare in salita, con il commissario della turbolenta federazione padovana Franco Gidoni lesto a promettere «appoggio entusiasta» alla quasi omonima Paola; con i colonnelli del Veneto Orientale - in testa Fabiano Barbisan, imprenditore zootecnico di fede zaiana - coalizzati a sostegno di Conte. Basterà a fronteggiare il fuoco amico? Ma
bilità. Insomma, bisogna evitare che ci si ritrovi a primavera 2020 con una quantità di uva eccessiva che il mercato, meno “ruggente” di un tempo. Ecco allora la prima decisione: stop ai nuovi impianti di Prosecco Docg Conegliano-Valdobbiadene dal prossimo primo agosto. Identica decisione per il Prosecco Docg Asolo. L’assemblea dei produttori ha già votato il sì ad ampia maggioranza. «Come Consorzio abbiamo per legge l’obbligo di gestire l’offerta di prodotto, in base alle valutazioni su come sta andando la denominazione» spiega Innocente Nardi, presidente del Conegliano-Valdobbiadene, «considerando che esiste il rischio anche di ulteriori problemi relativi a Trump, Brexit o altro, sicu-
È tutto? Quasi. In serata il segretario - che all’indomani del 26 maggio cederà il timone dirama una nota rivendicando alla lista salviniana un’attenzione privilegiata «alle esigenze e alle sensibilità dei territori»; «Numerose le conferme tra gli uscenti ma nessun nome “famoso” proveniente dal mondo dello spettacolo o dello sport, con tutto il rispetto per le categorie», è il suo commento conclusivo. Una questione di rispetto, già. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ramente qualcosa dovremo fare. Stiamo predisponendo la domanda in Regione, già approvata dall’assemblea all’unanimità, per il blocco delle iscrizioni di nuovi vigneti al Conegliano-Valdobbiadene dal primo agosto 2019. In assemblea è passato, adesso i nostri funzionari, assieme al Cirve, stan-
Valdobbiadene, in ballo c’è anche la riduzione della resa per ettaro I produttori si dividono no predisponendo gli ultimi documenti da inoltrare alla Regione». Armando Serena, presidente dell’Asolo Docg, si spinge oltre: «Vogliamo pre-
te il conto alla rovescia per le elezioni europee. Ieri, nella circoscrizione Nord Est che racchiude Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Trentino Alto-Adige, la Corte d’appello di Venezia ha ricevuto, a partire dalle 8 del mattino, undici liste di candidati. La prima a presentarsi è stata quella del Popolo della Famiglia - Alternativa Popolare, con il capolista Mirko De Carli. A seguire, il Partito animalista con Cristiano Ceriello; e poi i Gilet arancioni con Antonio Pappalardo; i Popolari per l’Italia con Ivo Tarolli; il Sud Tiroler Volkspartei con Herbert Dorfmann; il Partito Comunista con Marco Rizzo; la Sinistra con Silvia Prodi (nipote di Romano); la Federazione dei Verdi con Silvia Zamboni. Ancora, Dopo aver dichiarato l’apparentamento con Italia in Comune, + Europa ha presentato come capolista Federico Pizzarotti, sindaco di Parma ed ex dissidente grillino. Il Pd, come già annunciato, ha schierato il nome forte di Carlo Calenda per contrastare il predominio leghista. In lista, ottavo tra le preferenze, anche il professore trevigiano Antonio Silvio Calò. La Lega targata Salvini ha presentato lo stesso segretario del Carroccio come capolista, mentre tra le preferenze è stato inserito anche il leader della Liga veneta Antonio “Toni” Da Re. I grandi assenti della prima giornata utile a consegnare le liste per le Europee sono stati Forza Italia e Movimento Cinque Stelle. I partiti avranno tempo per depositare simbolo e candidati fino alle 20 di stasera. Da domani, le candidature saranno sottoposte al vaglio delle commissioni territoriali per il controllo dei requisiti di regolarità. — Eugenio Pendolini
servare non solo gli equilibri di mercato ma anche la biodiversità, nel nostro territorio devono rimanere anche i ciliegi e gli altri frutteti». Docg circolo chiuso, quindi: chi è fuori resta fuori. Anche “chi è dentro”, però, potrebbe essere costretto a rifare i calcoli. Nel Conegliano-Valdobbiadene è stata proposta, infatti, la diminuzione della resa per ettaro. Lo zoccolo duro dei produttori ha fatto sapere di non gradire la proposta. Consorzio cauto anche in questo caso: «Riduzione della resa? Valutiamo, è prematuro parlarne, devono ancora germogliare le piante», risponde Nardi, «potrebbe essere uno strumento da utilizzare. Più che riduzione della resa, sarebbe una messa a stoccaggio». —
15
Battaglia sulla candidatura della ex ministra
Forza Italia, scoppia il caso Carfagna “Vuole il golpe contro Berlusconi” Carmelo Lopapa, roma
Altro che dopo le Europee: in Forza Italia la resa dei conti si consuma alla vigilia della presentazione delle liste. Mara Carfagna - da tempo e da più parti considerata in rampa di lancio - a sorpresa offre la propria disponibilità a candidarsi il 26 maggio. Una «discesa in campo», come viene definita, che spiazza la cerchia ristretta dei berlusconiani che quelle liste hanno già completato, pronte per essere depositate tra poche ore in Corte d’Appello. Col Cavaliere che torna capolista in tutte le circoscrizioni, con l’eccezione dell’Italia centrale, dove lascia il posto ad Antonio Tajani, presidente uscente dell’Europarlamento e numero due designato del partito. Ecco, la candidatura della vicepresidente della Camera nella circoscrizione Sud, ufficialmente proposta ieri da due suoi fedelissimi meridionali (Occhiuto e Russo) destabilizza il quadro interno e conferma come di fatto la partita della successione sia già aperta. «I colleghi mi chiedono di metterci la faccia e rispondo che se il partito lo ritiene utile sono a disposizione, come in passato e come sempre», dice la deputata salernitana riferendosi alle recenti candidature alle comunali di Napoli come alle ultime regionali. La sua candidatura
sarebbe un «golpe contro il partito, un blitz per tentare di rottamare Silvio Berlusconi», fanno filtrare invece fonti di vertice del partito attraverso l’agenzia Ansa. Accusa pesante che nei capannelli forzisti, che si infiammano subito nel pomeriggio del Transatlantico, viene ascritta al quadrumvirato che sta lavorando alle liste: lo stesso Tajani, i deputati Sestino Giacomoni, Gregorio Fontana, con la supervi-
La presenza in lista della parlamentare per le europee agita i vertici Oggi decide il Cavaliere
Vicepresidente della Camera Mara Carfagna, deputata campana, è stata ministra per le Pari opportunità con Berlusconi
N
onuagenari, ignoti, scartati, riciclati, trombati da risarcire, professionisti del fuoriuscitismo, girovaghi impenitenti, anime inutilmente in pena, cacciatori di visibilità, personaggi imposti da leader capricciosi, naufraghi della Prima, della Seconda e della Terza Repubblica, e ancora la moglie di Calderoli, l’ennesimo pronipote del Duce, il fidanzato della nipote di Le Pen... Oggi si chiudono le liste, ma già oggi il Luna Park delle candidature ha le luci fioche, irregolari, quasi spente, ormai. E si vorrebbe tanto definirla, come ai bei tempi, la sarabanda delle ultime ore, ma a osservarla da lontano è o almeno sembra un triste rito di noia perfino scorrevole, un casting desolatamente estenuato, residuale, di serie C, senza un palpito né l’ombra astuta e scontata di candidati che si possano nemmeno definire più specchietti per le allodole. L’intramontabile Cesa prosegue la sua corsa nel nulla con il Cavaliere; l’ex ministro Fitto, altro democristoide, è costretto a negoziare posti sotto la fiammella di Giorgia Meloni. Gli ultimi nomi sgocciolano nella sostanziale indifferenza dei titolisti e per quanto o forse proprio perché assurdi, prevedibili o del tutto sconosciuti, si accolgono con un sospiro di rassegnata diffidenza. Cosa potrà mai combinare in Europa, alla sua età (90), il professor Alberoni fattosi inopinatamente fratello d’Italia?
Siparietto tra politica e cucina alla Camera dei deputati. Ecco «il patto del pesto, che unisce tutti e vale a tutte le latitudini». Giovanni Toti prova a sciogliere le tensioni degli ultimi giorni con quello che è ancora il suo partito, Forza Italia, davanti agli assaggi di pesto al mortaio offerti dal governatore ligure e dal sindaco di Genova Marco Bucci a Montecitorio. Toti si è intrattenuto per alcuni minuti a parlare con il vicepremier Matteo Salvini, al quale negli ultimi mesi si è molto avvicinato e con il quale potrebbe allearsi in veste di fondatore di un nuovo partito del centrodestra. «Il patto del pesto mi è costato una camicia», ha scherzato Salvini indicando una macchia spuntata sulla sua camicia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
©RIPRODUZIONE RISERVATA
ANSA
A Montecitorio Toti e Salvini siglano il “patto del pesto”
Eurodeputati d’Italia
Da Cesa alle Giggine il triste luna park delle liste senza politica Trasformisti, improvvisati e soldati di corrente: tra i candidati spunta anche il titolare del Papeete di Milano Marittima, lido caro a Salvini E con quale forzata meraviglia si darà conto del consueto derby fra i Mussolinidi facendo finta che non sia già andato in scena l’anno scorso? C’era allora la novizia Rachele, è vero, contro la veterana Alessandra, che adesso dovrà vedersela con Caio Giulio Cesare, che sa tre lingue. L’unico vero pathos, a pensarci bene, è la vertigine che si misura fra la delicatezza del momento, forse i pericoli, comunque l’importanza della partita, e la mediocrità delle liste e degli aspiranti eurodeputati presi nel loro complesso, senza distinzioni di destra o di sinistra, di alto o di basso, di apparati o di spontaneismo social e post-televisivo. Certi casi-pilota, piuttosto, certe carriere, certe aspirazioni per non dire certe pretese, come quella di Irene Pivetti scopertasi infine di Forza Italia, appaiono una sfida, più che al trasformismo politico, al senso comune: dalla Vandea all’orsetto post-bossiano, dal latex & frustino a Mastella passando per il lobbismo di Velardi e alla Lega romana, ma come si fa? Poi uno dice l’antipolitica. Ma
P O L I T I C A
sione di Niccolò Ghedini. Tutti i diretti interessati ovviamente negano. Ma il dubbio che si insinua malizioso tra i vecchi del partito è uno: cosa accadrebbe se alle Europee Carfagna prendesse un voto in più di Tajani, in corsa al centro, ma perfino dello stesso Berlusconi al Sud? La scalata si completerebbe. «Ma quale golpe, la verità è che le liste sono fatte male e non aiutano il presidente», si sarebbe sfogata con i parlamentari più vicini la deputata campana. Nel tardo pomeriggio è arrivata la telefonata di Silvio Berlusconi. E qui scatta la duplice ricostruzione. Secondo alcuni, il Cavaliere si sarebbe detto favorevole alla sua candidatura come pure a quelle di Gelmini e Bernini. Secondo altre fonti, il leader avrebbe giudicato «inopportuna» e ormai fuori tempo massimo l’autocandidatura. Con Berlusconi tutto sarà possibile, fino all’ultimo minuto utile. Intervistata d alla Stampa, Carfagna se l’era presa tra l’altro con Giovanni Toti, considerato ormai fuori da Fi. «È la sua speranza», le replica il governatore ligure presentatosi a Montecitorio al fianco di Salvini. Occasione per promuovere il famoso sugo genovese e stringere il «patto del pesto», al gusto di sovranismo e post berlusconismo. Da gustare dopo le Europee.
La corsa a Strasburgo
FILIPPO CECCARELLI, ROMA
Mercoledì 17 aprile 2019
I personaggi Lorenzo Cesa Già segretario dell’Udc, una vita in politica, ora si è riciclato nelle liste di FI Irene Pivetti L’ex presidente della Camera, già leghista e mastelliana, ci riprova con FI Francesco Alberoni Il novantenne sociologo corre per Fratelli d’Italia Massimo Casanova Dal Papeete beach di Milano Marittima alle liste della Lega
tocca pure ricordare cosa disse vent’anni orsono il suddetto Mastella (attribuendolo a Casini): «Alla fine della legislatura un euro-deputato può aver messo da parte anche un miliardo. Un miliardo, capito? Ecco perché vogliono tutti candidarsi, i leader, i sindaci, tutti». Occorre aggiungere che a parte l’arrivo dell’euro, dal 1999 la corsa al biglietto della lotteria di Strasburgo non è che abbia conosciuto slanci ideali o etici. In mancanza di attori, campioni, lustrini o coriandoli si premiano stavolta i sovranisti da talk-show, il simpatico professor Rinaldi e la graziosa pasionaria anti-euro Francesca Donato. Anche se occorre ammettere che il rilievo più fantasticamente ribaldo, sempre in ambito leghista, tocca alla candidatura di Massimo Casanova, identificato come il titolare del pregiato stabilimento “Papeete beach” di Milano Marittima, dove la scorsa estate il ministro dell’Interno, a torso nudo, inaugurò il protocollo della conferenza stampa con asciugamano sulla spalla, oltre a farsi immortalare sotto l’ombrellone in “coccole
hot” con la fidanzata del momento. E vabbè. Ma il Pd farebbe malissimo a sghignazzarci su. Pur con qualche eccezione – l’ex sindaco Pisapia, il medico di Lampedusa Bartolo - la sua lista non solo è modesta fino alla miseria, e anche abbastanza sgangherata, ma perché si vede a occhio che è stata fatta a suon di bilancini, promesse, opportunismi personali e di clan, compromessi meta-bersaniani, aggiustamenti inter-renziani, capriole per far posto a un trionfo di scapitanti post-montiani e ancora più post-montiane. La prima occasione mancata del nuovo segretario. E passi che Zingaretti sia restato a mezzo tempo presidente della regione Lazio (mantenuta per miracolo), ma con che cuore si manda adesso in Europa pure il vicepresidente Smeriglio? Era impossibile che saltasse un giro? Chi governa la regione, gli ospedali, la monnezza, la ricostruzione? Per non dire dei cinque stelle: a parte l’ideona delle cinque capoliste, subito convenientemente ribattezzate “le Giggine”, anche lì sindaci in via di fuga da assecondare ed ex iene da sistemare. Dalla democrazia diretta al modello tardo-medievale delle investiture corre un minimo di slittamento – e punizioni selvagge, vedrai, in caso d’insuccesso. Ci sono momenti in cui la mancanza di credibilità di una classe politica, e anzi la sua degenerazione presentano il conto. Questo è uno di questi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 LA TRIBUNA
15
La sfida delle elezioni europee
Di Maio lancia la capolista Pignedoli La giornalista antimafia guiderà la lista del M5S a Nordest e supera con 2000 voti il test delle primarie on line Albino Salmaso PADOVA. Luigi Di Maio ha scel-
to le donne a guidare il M5S nelle 5 circoscrizioni del Parlamento europeo e l’ala movimentista di Fico ha disertato il voto on line: il terzo round ha visto 20 mila adesioni alla piattaforma Rousseau, contro i 37 mila del primo turno. I contrari alla linea del vicepremier sono 7.600, oltre il 30%. L’apertura alle “eccellenze della società civile” ha finito per oscurare attivisti storici come Dibattista, che ha ripreso a girare il mondo con la sua motocicletta. A guidare la lista a Nord-Est è stata scelta Sabrina Pignedoli, una giornalista del Resto del Carlino di Reggio Emilia che si è occupata di ‘ndrangheta negli ultimi 10 anni: grazie alle sue inchieste sono nate delle indagini giudiziarie. Sul Blog delle stelle, si legge che la Pignedoli ha analizzato «l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, in Lombardia, in Veneto e ha studiato il fenomeno mafioso anche in altri stati come la Germania. Lei sarà preziosissima per il lavoro di contrasto alle mafie a livello internazionale: la normativa antimafia dell’Italia va estesa a tutti i Paesi Ue». IL VOTO ON LINE
Sabrina Pignedoli è stata “promossa” dalle primarie con 2.063 consensi e 759 contrari ma il Nordest è la circoscrizione che segna il punto più debole di contatti sulla piattaforma Rousseau: qui è la Lega a dettare legge anche tra le fasce giovanili. Il record negativo spetta però ad Alessandra Todde, 49 anni, amministratore delegato di Olidata, che con un “saldo positivo” di appena 388 voti si è guadagnata la pole position in Sardegna e Sicilia con la garanzia del seggio a Strasburgo. Le liste grilline saranno completate in queste ore, appena finirà la maratona on line. Di Maio è in missione ad Abu Dhabi e ha ribadito che il regolamento del M5S gli
consente di scegliere i 5 capilista, mentre per gli altri 14 candidati la battaglia è ancora aperta. Il Veneto ha dovuto fare i conti con l’Emilia Romagna e la più votata al secondo turno con 909 consensi è Viviana Dal Cin, che vive a Trieste, manager del settore assicurativo. Alle sue spalle Alessandra Guatteri, dell’Emilia Romagna e poi Marco Zullo, eurodeputato in carica che in materia
Pizzarotti in campo con + Europa Silvia Prodi e Luisa Calimani con la Sinistra di Pfas proprio ieri ha inviato con 14 colleghi una lettera al vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans invitandolo ad adottare una direttiva unica nell’Ue. GLI ALTRI PARTITI
Depositate anche le cinque liste di “+Europa” con Emma Bonino e Benedetto Della Vedova ottimisti: «Noi guardiamo la soglia del 4% dall’alto in basso», hanno detto presentando le candidature della formazione che non ha voluto stringere patti con il Pd e Calenda. A Nordest capolista è Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, messo alla porta dal M5S come eretico. «Ho deciso di mettermi al servizio di questo progetto e ogni voto in più per noi sarà un voto tolto a Orban e Salvini, e all’Europa che non ci appartiene. Noi vogliamo un’Europa forte» ha aggiunto Pizzarotti «senza burocrazia e con organi decisionali efficienti». Gianluca Schiavon, segretario di Rifondazione, ha depositato a Venezia la lista “Sinistra” che sarà guidata da Silvia Prodi, nipote di Romano, leader dell’Ulivo. Poi c’è Adelmo Cervi, figlio di uno dei 7 fratelli fucilati dai fascisti a Reggio Emilia. In corsa anche la padovana Luisa Calimani, architetto, ex deputata dell’Ulivo. —
camera dei deputati
partito democratico
I pentastellati cacciano Cunial
Calenda e 4 veneti
«Questa sera (ieri per chi legge, ndr) abbiamo avviato ufficialmente la procedura di espulsione della deputata Sara Cunial dal gruppo parlamentare della Camera del M5S». Lo hanno comunicato ieri sera i membri del direttivo del M5S a Montecitorio. Sara Cunial, deputata eletta in area bassanese, è più volte entrata in rotta di collisione con la linea politica dei pentastellati. In particolare è stato il tema dei vaccini a creare tensione fra la parlamentare e la leadership del Movimento 5 Stelle. L’ultimo episodio in questo senso è avvenuto a fine gennaio scorso, quando Sara Cunial aveva prenotato la sala stampa della Camera dei Deputati per una conferenza del Corvelva, associazione contraria alle vaccinazioni.
Depositata la lista del Pd. A guidarla è Carlo Calenda, ex ministro di Industria 4.0 che guida il movimento “Siamo Europei”. Alle sue spalle Elisabetta Gualmini, vicepresidente dell’Emilia. Poi Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura che lunedì era all’ortofrutticolo di Padova nelle stesse ore in cui Zingaretti ha presentato Achille Variati, che occupa il quarto posto. La “nomination solitaria” ha lasciato perplessi molti segretari che si aspettavano il debutto in grande stile con il vero capolista Carlo Calenda e tutta la squadra veneta, nel rispetto della par condicio. Nell’ordine gli altri candidati: Isabella De Monte, Roberto Battiston, Cécile Kyenge, Antonio Calò, Cecilia Guerra, Furio Honsell, Alessandra Moretti, Massimiliano Santini, Roberta Mori, Francesca Puglisi e Laura Puppato.
Elisabetta Gardini
Alessandra Moretti (Pd)
Gardini: «FI troppo a sinistra e Tajani mi voleva cacciare» Dialogo con Bitonci in Rai «Porta pazienza tre anni e ti candidiamo a sindaco di Padova», dice il leghista Il no all’accordo con la Svp PADOVA. Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia-Ppe a Strasburgo, a “Un giorno da pecora” ha spiegato perché ha lasciato Berlusconi: «Tajani mi voleva buttare fuori dalla finestra, ho preferito andarmene da sola per le scale». Metafora che ha fatto ridere anche Massimo Bitonci, sottosegretario all’Economia, che ha rilanciato.
«Il Po inquinato dai veleni Pfas ora il governo deve intervenire» tare con una legge che fissi il limite zero per le emissioni», dice il presidente del Veneto. L’analisi scientifica porta la firma di Dell’Acqua: «I c6o4, Pfas di nuova generazione, sono stati trovati nel Po, quindi qualcuno sta scaricando o ha scaricati a monte questa sostanza rispetto a dove l'abbiamo trovata. Si tratta di una
Laura Puppato (Pd)
l’eurodeputata pronta al passaggio con fdi della meloni
Il commissario Dell’Acqua lancia l’allarme, Zaia chiede aiuto al ministro L’emergenza riguarda pure Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna
VENEZIA. L’incubo dei Pfas si allarga, dalla Miteni di Trissino coinvolge il Po e ciò dimostra che le fonti dell’inquinamento sono molteplici. A lanciare l’allarme è Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario e direttore dell’Arpav, mentre Luca Zaia perla di «emergenza nazionale che il governo deve affron-
Sabrina Pignedoli (M5S)
concentrazione poco inferiore a 100 nanogrammi per litro, cioè una quantità notevole, di un nuovo tipo di sostanza perfluoroalchilica». Nessuno al mondo prima del Veneto aveva mai effettuato un controllo di questo tipo. «I campionamenti sono partiti a marzo e il controllo dei risultati risale alla prima settima-
«Cara Elisabetta, mi sembri la candidata perfetta per la poltrona di sindaco a Padova: porta pazienza tre anni e poi ce la faremo». Lei ha ringraziato tra risate e amarcord ma non ha sciolto l’enigma e solo oggi sapremo se ha accettato la candidatura in FdI con la Meloni e Sergio Berlato, che a Strasburgo è di casa con le sue tre legislature in Forza Italia. La campagna acquisti della Meloni, per un nuovo partito di centrodestra in sintonia con il governatore ligure Toti, prosegue senza esclusione di colpi: l’obiettivo è fare squadra con la Lega di Sal-
na di aprile». Nel frattempo è proseguito lo screening sulla popolazione per riscontrare la presenza di Pfas: nelle ultime analisi, ricorda Dell'Acqua, il 65% dei cittadini controllati (16.400 su 25.288) ha mostrato valori del sangue alterati nei livelli di colesterolo, albumina, creatinina, alterazione della pressione arteriosa o degli esami biotumorali. A tutti è stato suggerito e offerto gratuitamente un percorso di approfondimento di secondo livello. Il problema dei c6o4 non riguarda solo il Veneto ma anche Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna. «Per arrivare nelle acque venete del Po - aggiunge Dell'Acqua, che in passato si è occupato dell'emergenza rifiuti in Campania - vuol dire
vini in un centrodestra orfano di Berlusconi. «Me ne vado da Forza Italia perché si è spostata troppo al centro. Anzi a sinistra e fa le stesse battaglie del Pd. Persino sulla famiglia condivide le tesi delle femministe» ha detto la Gardini che due settimane fa ha partecipato come relatrice alla convention di Verona con il ministro Fontana: lì è nato il patto con la Meloni, che oggi verrà ufficializzato. «Tajani ha svenduto il seggio alla Svp, che rappresenta la minoranza etnica tedesca a Bolzano: loro sono austriaci, non italiani», ha concluso la Gardi-
NICOLA DELL’ACQUA, DIRETTORE ARPAV E COMMISSARIO STRAORDINARIO DEI PFAS
Il direttore Arpav «Bisogna fissare dei limiti zero nelle emissioni, altrimenti non possiamo punire chi rovina la salute»
ni per nulla in vena di gag. Nelle stesse ore, Tajani e Ghedini hanno ultimato le liste delle europee che segnano il ritorno in campo di Berlusconi, dopo la decadenza da senatore per gli effetti della legge Severino. In Europa Forza Italia è da sempre alleata della grande famiglia dei popolari cui fa riferimento anche la Merkel e il fossato con la destra sovranista è netto: Salvini e Tajani, che guida il Parlamento Ue, parlano due lingue opposte. Quanto ai nomi, alle spalle del Cavaliere ci sarà la deputata Sandra Savino, coordinatrice regionale del Friuli Venezia Giulia. Il resto da decidere, ma si pesca tra Teso, consigliere comunale a Verona; Valerio Zoggia, ex sindaco a Jesolo; Matto Tosetto, vicesindaco Vicenza e Roberta Toffanin, senatrice di Padova. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
che in qualche altra area d'Italia vi sono in questo momento concentrazioni ben superiori di Pfas di nuova generazione». Da qui la richiesta al governo di porre dei “paletti” più stringenti a livello nazionale. «Il governatore Zaia ha introdotto in Veneto il limite zero per gli scarichi sanitari delle acque potabili, proprio per combattere la presenza di queste sostanze, ma il governo non lo ha mai fissato a livello italiano. Ci manca lo strumento per poter agire, non solo in termini ambientali ma per far pagare chi inquina. I Pfas provocano importanti malattie, stiamo parlando di una sostanza artificiale che nel sangue non ci deve essere», conclude Dell’Acqua. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ISSN (pubblicazione online): 2531-615X
Mercoledì 17 aprile 2019
€ 1,50*
DIRETTORE VITTORIO FELTRI
Anno LIV - Numero 106
www.liberoquotidiano.it e-mail:direzione@liberoquotidiano.it
OPINIONI NUOVE - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Soccorsi da dilettanti Lezione da Notre Dame I francesi sono peggiori degli italiani VITTORIO FELTRI È noto. Noi italiani eccelliamo nell’arte dell’autodenigrazione. Ogni volta che accade un incidente, una sciagura naturale, un disastro qualsiasi ci abbandoniamo alle critiche verso le autorità. D’altra parte siamo noi ad aver inventato lo slogan più diffuso: piove governo ladro, che sintetizza il pensiero corrente, il più comune e sentito. I cittadini del Nord ce l’hanno a morte con la gente del Sud che ricambia il sentimento. Gli operai sono in eterna polemica con gli imprenditori. I quali dipingono i loro dipendenti come sanguisughe. Gli interisti odiano i milanisti e viceversa. Esistono ancora numerosi personaggi che detestano i fascisti benché morti e sepolti, mentre i sopravvissuti, quelli di CasaPound, quando si va a elezioni raccolgono consensi intorno allo zerovirgola. Gli esempi sarebbero infiniti, ma ci fermiamo qui per non annoiare i lettori. Comunque è un fatto che ci diamo l’un l’altro dei farabutti, degli evasori fiscali, dei corrotti e perfino degli stupratori, degli assassini per quanto le statistiche dimostrino che il popolo che si riconosce sotto il tricolore sia tra i più miti non solo d’Europa: già, siamo i migliori del mondo, però non lo sappiamo o fingiamo di non saperlo. Lunedì Notre Dame è stata distrutta dalle fiamme a Parigi, non a Reggio Calabria, e così abbiamo scoperto, senza ammetterlo, che i francesi sono più pirla di noi. Pensate, disponevano di un monumento medievale meraviglioso, un mito, e allorché ha preso fuoco nessuno se n’è accorto in tempo ed è finito in cenere. Gli allarmi tecnologici non c’erano e se c’erano dormivano, non funzionavano, i pompieri sono arrivati sul posto del rogo dopo mezz’ora, non c’è stata anima in grado di limitare i danni. Fosse successo a Milano o a Roma i politici si prenderebbero a pugni rimbalzandosi le responsabilità. I giornali gronderebbero indignazione, accuserebbero Salvini e Di Maio, la protezione civile e le forze dell’ordine. Immaginate le risse nei talk show, le interrogazioni parlamentari, le frecciate al Papa e a Mattarella, tutti complici della distruzione della storica cattedrale. I cugini d’Oltralpe non mi pare si diano martellate sui testicoli; danno la colpa al caso, alla sfiga, senza massacrare Macron che pure qualche calcio nei glutei lo meriterebbe. Il problema è che i transalpini nonostante i gilet gialli e le puttanate del loro governo hanno un minimo di dignità che li preserva dal ridicolo. Almeno in questo, e soltanto in questo, converrebbe imitarli. Se brucia una chiesa, dove pochi ormai mettono piede perché la massa è miscredente, pazienza, se ne farà un’altra e buona notte al secchio.
Sbarchi non ne vogliamo più
Macron chiude i confini Facciamo la stessa cosa Parigi blinda le frontiere col nostro Paese: teme arrivino terroristi da Tripoli Salvini conferma: sono in 500, da suicida aprire i porti. Di Maio non ci sta TONINELLI, MAI VISTO UNO DEL GENERE
UMBRIA, MARINI TRAVOLTA DALL’INCHIESTA
Taglia fondi ai treni dei pendolari Ne ha combinate di tutti i colori e spalanca le porte ai migranti Si dimette la presidente dem
PIETRO SENALDI Libia e immigrati: la Francia ci sta fregando per la seconda volta allo stesso modo. Oggi, come ai tempi di Gheddafi e Sarkozy nel 2011, Parigi opera in Nord Africa per destabilizzare la situazione e trarne vantaggi economici a nostro danno. Quindi, poiché come conseguenza del caos si prevede un aumento dei profughi, che stavolta scapperebbero dalle armi e non dalla povertà, alza i muri, con il proposito di lasciarceli tutti a noi. (...) segue ➔ a pagina 3
Attacchi e promesse
Quanti ostacoli per la Lega verso le Europee PAOLO BECCHI GIUSEPPE PALMA
FILIPPO FACCI La Francia attende i consigli di Danilo Toninelli sulla ricostruzione di Notre Dame (i successi col ponte Morandi hanno valicato i confini) ma il ministro dei Trasporti preferisce soffermarsi su altre questioni di politica interna e internazionale, per ora. In pratica, nel giro di poche ore, è riuscito a mettere (...) segue ➔ a pagina 4
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RENATO FARINA - CATERINA MANIACI ANTONIO SOCCI - GIANLUCA VENEZIANI ➔ alle pagine 6-7-8-9
Caffeina La metà degli aventi dritto non avrebbe richiesto il reddito di cittadinanza. Fannulloni fino in fondo: neppure la fatica di compilare una domanda. Emme
* Con: Rivista "INVESTIRE" - € 4,00 (solo Milano città e Provincia di Milano).
DAVIDE VECCHI direttore “Corriere dell’Umbria” Erano scontate, le dimissioni di Catiuscia Marini. Tra un mese ci sono le europee e le amministrative a Perugia: non avrebbe potuto resistere (...) segue ➔ a pagina 11 FAUSTO CARIOTI ➔ a pagina 11
Tra poco più di un mese si vota per il rinnovo del Parlamento europeo. Elezioni importanti per tentare di cambiare qualcosa a livello comunitario, ma anche un termometro per la politica interna di ciascuno Stato membro. Nonostante si tratti di elezioni europee, il voto finisce infatti (...) segue ➔ a pagina 3
Cosa succede ai grandi imprenditori?
Confindustria da matti: «Più Iva e patrimoniale» SANDRO IACOMETTI No alla flat tax, si all’aumento dell’Iva e alla patrimoniale. Commentando, sulle pagine del Corriere della Sera, le notizie della scorsa settimana sugli apprezzamenti a Luigi Di Maio («sembra uno di noi»), Vicenzo Boccia se l’è presa con i giornalisti: «Dovrebbero cambiare (...) segue ➔ a pagina 5
Prezzo all’estero: CH - Fr3.70/MC & F - € 2.50
PRIMO PIANO
mercoledì 17 aprile 2019
3
L’analisi Tutti gli ostacoli per la Lega a un mese dalle Europee segue dalla prima
PAOLO BECCHI GIUSEPPE PALMA
LEGITTIMA DIFESA
Facciamo come Macron: chiudiamo pure noi le frontiere La Francia è la prima responsabile del caos nord africano e ora scarica sull’Italia il disastro. Perciò imitiamola e blindiamo i porti, nonostante le follie grilline segue dalla prima
PIETRO SENALDI (...) Non sono retroscena, è cronaca. Il dittatore Haftar controlla mezza Libia ed è andato all’Eliseo a chiedere il permesso di muovere l’esercito contro Al Serraj, nostro alleato, che regna sull’altra metà. Incassato il via libera, si è mosso costringendo l’Eni a richiamare in Italia i propri dipendenti attivi nell’estrazione di petrolio. In concomitanza con questo, monsieur Macron ha annunciato che prorogherà di altri sei mesi il ripristino della frontiera tra Italia e Francia, per evitare che centinaia di potenziali terroristi islamici in fuga da Tripoli arrivino Oltralpe. Poco importa se sta facendo una campagna elettorale in nome dell’Europa unita e solidale e se la sua decisione vìola l’accordo di Schengen di libera circolazione tra i Paesi Ue. L’Europa per il re di Parigi è uno slogan sotto il quale la Francia nasconde il fatto di pensare solo ai propri interessi. Il presidente rompe il vaso, ci riempie di cocci e non paga, anzi incassa. HA RAGIONE LUI E noi? Spiace dirlo, perché Emmanuel ci sta sulle scatole, ma dovremmo imitarlo, perché ha ragione lui. Se Parigi chiude le Alpi, noi teniamo serrati i porti. Per il nostro bene, anzi per la nostra salvezza. Che siano 800mila, come preannunciato da Serraj, due milioni o anche solo centomila i disperati in arrivo sulle nostre coste, sono sempre troppi. Non possiamo e non vogliamo gestirli, anche perché il merdaio libico non l’abbiamo creato noi, che siamo vittime del caos esattamente
come i migranti e gli ex sudditi di Gheddafi. La Francia, l’Inghilterra, la Ue, gli Stati Uniti hanno incasinato il quadro, si carichino i profughi, che sono la conseguenza della loro politica assassina in Nord Africa nei confronti dell’Italia. L’unica carta buona che abbiamo è che al Viminale siede Matteo Salvini, fermamente intenzionato a non cedere un porto all’invasione, e siamo certi che farà di tutto per mantenere fede alla parola, anche perché ne va molto delle sue fortune politiche. Il guaio però è che il ministro dell’Interno, a differenza di Macron, è contornato da gente pronta a tutto per metterlo in difficoltà, compreso a remare contro l’interesse dell’Italia. Da una parte ci sono i grillini, gli alleati di governo, anche se vien da ridere a scriverlo. Conte ha detto che di fronte a un’ondata di profughi l’Italia non può voltarsi dall’altra parte, Di Maio ha aggiunto che i porti chiusi sono stati un’eccezione e quel genio di Toninelli ha coniato lo slogan «prendiamoli tutti». Queste frasi non sono solo sintomo di inadeguatezza. Dietro c’è un disegno preciso di Cinquestelle: mettere in difficoltà Salvini sul tema immigrati, che gli ha consentito di superare M5S e lasciarlo indietro di dieci punti. In più così i grillini strizzano l’occhio al Pd e ai suoi elettori e preparano le carte per una nuova alleanza di governo, tutta a sinistra, casomai al titolare del Viminale venisse in mente di far saltare il tavolo. Come se non bastasse, dall’altra parte c’è la magistratura, che ha nuovamente indagato Salvini per sequestro di persona per avere chiuso i porti alla nave di una ong. Già una volta, con il voto di M5S, il
Parlamento si oppose a processare il ministro per un caso analogo, quello della famosa Diciotti. Se però il quadro internazionale dovesse degenerare e con esso le relazioni tra Lega e M5S, non è detto che stavolta i parlamentari grillini non diano il via libera ai pm. Se fossimo in Francia, democrazia che la sinistra nostrana prende a esempio per denunciare la deriva fascista dell’Italia, le Procure sarebbero sotto il governo, i pm dipenderebbero dal Viminale e Salvini potrebbe fare il suo lavoro senza doversi guardare continuamente alle spalle. CONSIGLI D’ORO Purtroppo siamo in Italia e una parte minoritaria ma molesta del Paese ha scatenato una guerra mediatica e giudiziaria contro il leader della Lega, colpevole solo di prendere voti e governare come la maggioranza dei cittadini gli chiede. Questo, in tempi d’emergenza, è un problema. Per questo vale oro il consiglio che ieri dalle colonne di Libero Vittorio Feltri ha dato al vicepremier a «tenere la barra dritta»: non farti fregare sull’immigrazione, se magistrati, grillini e sinistra ti costringono ad aprire i porti, sfilati e lasciali soli ad affrontare l’indignazione popolare. Gli italiani non ne possono più delle nozze tra sinistra e migranti. Rompere sul no all’accoglienza e in polemica con Macron sarebbe garanzia di un successo elettorale senza precedenti. Sempre che chi dà a Salvini del fascista e non perde occasione per bacchettarlo, non decida di sospendere ancora una volta la democrazia e non portare il Paese alle urne. © RIPRODUZIONE RISERVATA
(...) sempre per essere un giudizio nei confronti dei governi nazionali, anche perché l’elettorato passivo (cioè gli aventi diritto al voto) è lo stesso della Camera dei deputati. Vediamo come stanno le cose in casa nostra. Il banco di prova più importante è vedere la tenuta e l’andamento dei due partiti di governo. Da un lato la Lega può mettere sul piatto il decreto sicurezza, la riforma della legittima difesa e l’avvio di quota100, dall’altro il M5S incassa il decreto dignità e il reddito di cittadinanza. A dire il vero nessuno ha ancora beneficiato né del reddito né della pensione anticipata, ma le domande si possono presentare già da qualche settimana. Basterà questo per convincere gli italiani a premiare il governo, come fecero gli ottanta euro di Renzi? Vedremo. Nel frattempo occorre fare qualche osservazione. Il M5s è dato nei sondaggi in forte calo, ma non è detto che al Sud non riesca ancora ad avere un risultato accettabile, soprattutto perché nel frattempo è partito il primo step del reddito di cittadinanza con la possibilità di avanzarne richiesta. I malumori tra gli attivisti e i parlamentari contro di Maio crescono, come mostrano le ultime decisioni da lui prese sui capolista. Nulla però nel M5s è destinato a cambiare senza l’intervento di Grillo che potrebbe coagulare il dissenso interno, ma a quanto pare non ha alcuna intenzione di farlo. Il M5s ormai e un partito come tutti gli altri e si ha l’impressione che la spinta «rivoluzionaria» che aveva si sia esaurita. NORD E SUD La Lega potrebbe non ottenere ciò che si aspetta al Nord, suo principale elettorato di riferimento, senza riuscire ad equilibrare questa contrazione con un aumento significativo al Sud, dove molti militanti e simpatizzanti sono piuttosto sfiduciati per il modo in cui è gestito il partito. Il Nord, Veneto e Lombardia, le due regioni maggiormente produttive, potrebbero infatti far pagare a Salvini l’autonomia promessa ma rinviata, e il non aver evitato l’introduzione della fattura elettronica. Anche in tema flat-tax è stato fatto sinora poco. A partire da gennaio di quest’anno è stata introdotta una prima fase per professionisti e imprese con fatturato non superiore a 65 mila euro annui (tassazione al 15%), ma a conti fatti ai pic-
coli professionisti ed artigiani forse non conviene neppure. Occorreva maggiore coraggio, ampliando ad esempio la percentuale di detrazione per il regime fiscale forfettario (oggi al 22%, ma bisogna spingersi almeno fino al 35%). Di una concreta riduzione delle tasse si è visto, insomma, sinora poco. Un Salvini di nuovo indagato, e questa volta con mezzo governo, sempre per via del controllo della immigrazione clandestina potrebbe in realtà rafforzarlo, ma attenzione il peggioramento della situazione in Libia renderà molto più difficile la politica dei porti chiusi, e se Salvini non mostrerà fermezza su questo punto ne pagherà le conseguenze proprio alle elezioni europee. In Libia non sta succedendo nulla per caso e l’obiettivo di Macron è anche quello di indebolire Salvini in vista delle elezioni europee, e non è detto che non ci riesca, se Di Maio decidesse di assecondarlo nell’impresa. Sinora gli italiani sono passati sopra molte promesse solo in parte realizzate perché hanno riconosciuto a Salvini il merito di aver posto un freno all’ immigrazione, ma se gli sbarchi dovessero riprendere il consenso accumulato svanirebbe in poco tempo. CHIUSI IN DIFESA Insomma, Salvini è costretto a giocare sulla difensiva, proprio quando le elezioni europee avrebbero bisogno almeno di qualche tiro in porta. Senza un programma adeguato, che ancora manca, si corre infatti il rischio che alla fine i sovranisti ottengano un buon risultato ma, stringi stringi, vincano gli altri che - mettendosi insieme - potrebbero vanificare la pur buona affermazione del fronte sovranista. Un po’ come è successo di recente in Finlandia, dove i sovranisti, nuovi alleati di Salvini, hanno sfiorato la vittoria, ma al fotofinish hanno avuto la meglio i socialdemocratici e la cosa non accadeva da venti anni. Stessa storia in Slovacchia dove ha vinto la candidata social-progressista, anche se in quel caso si trattava di elezioni presidenziali e non per il rinnovo del Parlamento. Lo slogan del «buon senso», deve riempirsi al più presto di contenuti concreti, altrimenti l’astensionismo questa volta sarà molto alto. La lotta è, come ha scritto una volta Salvini, tra le élites e i popoli, ma proprio dei popoli europei, dei loro diritti e dei loro bisogni, oggi al momento non parla più nessuno. Neppure i sovranisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA