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14-LUG-2019 Estratto da pag. 2 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 1 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 3 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 3 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 2 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 8 3043
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07-LUG-2019 Estratto da pag. 50 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 3 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 15 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 4 3043
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14-LUG-2019 Estratto da pag. 18 3043
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DOMENICA 14 LUGLIO 2019 - ANNO XVIII - N. 166
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via F. Rismondo 2/E - 35131 Padova - Tel 049 8238811 - Fax 049 8238831 E-mail: corriereveneto@corriereveneto.it
La mostra
L’evento
Le 60mila email di Hillary Clinton? Al supermercato
Sereno Vento: NE 7 Km/h Umidità: 55%
a pagina 22 Peluso
VENEZIA E MESTRE
LE ALTRE EDIZIONI: Padova-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza-Bassano, Corriere di Verona
OGGI 27°C
Due giorni in Arena con Bolle: «Danzo con i raggi laser»
a pagina 21 Bozzato
Giovani e lavoro
Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente
LUN
MAR
MER
GIO
22°/ 26°
21°/ 27°
21°/ 26°
23°/25°
Dati meteo a cura di 3Bmeteo.com
Onomastici: Camillo, camilla
corrieredelveneto.it
La riforma Scende in campo la Chiesa. Stallo al governo, Giorgetti avverte i Cinque Stelle: «La pazienza è finita»
Autonomia, i dubbi del Vaticano
COMPETENZE PATTO TRA GENERAZIONI Il Segretario di Stato, Parolin: «No a aree di privilegio, salvaguardare i principi di solidarietà» di Paolo Gubitta
N
elle ultime settimane, da più parti è stata sollevata la «questione demografica». C’è chi rilancia il tema della grande fuga dei giovani dal Veneto, a caccia di posti di lavoro fuori regione o all’estero. C’è chi evidenzia che questa fuga dipende anche dalla persistenza di modelli di gestione manageriale vetusti, ispirati al paternalismo e dove prevale la fedeltà sul merito. C’è chi suggerisce di riallocare le risorse per le strutture educative e per l’infanzia, al fine di creare le condizioni di contesto che agevolano la conciliazione tra famiglia e lavoro. C’è chi lamenta la difficoltà a realizzare commesse già in portafoglio perché non riesce a trovare giovani con le competenze e l’interesse a svolgere lavori a contenuto tecnico. Sulle colonne di questo giornale abbiamo più volte affrontato questo tema, a cui il direttore Russello ha voluto dare un nome ben preciso «L’impresa della demografia» (Corriere del Veneto del 21 aprile). Il messaggio è chiaro: la «demografia aziendale» non si ferma al segmento delle persone giovani, ma si estende alla gestione dell’intero ciclo di vita professionale e richiede la capacità di adottare strumenti diversi nelle varie fasi della carriera, per tutte le figure professionali. In Italia e in particolare a Nordest, dove si assiste al paradosso dei giovani che emigrano dalla ricchezza (usando le parole dell’editoriale di Gigi Copiello dell’11 luglio).
continua a pagina 5
IL PD ATTACCA: SI FACCIA CHIAREZZA
La Lega, la Russia e il filo che parte dal Veneto
VENEZIA «Le scelte politiche devono essere guidate anche da principi di solidarietà». Dal segretario di Stato della Santa Sede, il cardinal Pietro Parolin, bassanese, arriva una forte critica all’autonomia rivendicata dal Veneto. «Pensare di creare ambiti di privilegio - ha detto ieri a Venezia - magari anche dovuti a lavoro e impegno, non credo sia la strada migliore per affrontare i problemi di oggi». a pagina 2
IL MESSAGGIO PER IL PATRONO D’EUROPA
Il vescovo di Padova «Basta con la barbarie contro i migranti» di Andrea Priante
a pagina 3
di Silvia Moranduzzo
a pagina 2
IL CASO\1
IL CASO\2
di Alessandro Macciò
di Monica Zicchiero
VENEZIA Ha sollevato un polverone, il modulo d’iscrizione all’istituto comprensivo di Fossò e Vigonovo che chiedeva di specificare se il bambino è nomade, e se sì di quale etnia. Polemiche che hanno convinto il preside a ritirarlo.
VENEZIA Quando ha visto che la
Rom sul modulo «Lavapiatti la scuola cercasi, ma solo fa dietrofront se italiani»
a pagina 5
trattoria «Da Gelindo» di Spinea cercava un lavapiatti, don Nandino Capovilla ha fatto la domanda per un giovane migrante. «Da noi prendiamo solo roba italiana», gli ha risposto il titolare. a pagina 5
NEL TREVIGIANO ANNI DI MALTRATTAMENTI
Pesta e sequestra moglie e figlia in casa, poi fugge e si schianta
1989-2019 L’invasione, le polemiche. La città trent’anni dopo
TREVISO Un uomo è stato arrestato con accuse che vanno dal sequestro di persona ai maltrattamenti. Da anni picchiava la moglie e l’altra notte l’avrebbe sequestrata in casa assieme alla figlia undicenne. Poi si sarebbe allontanato con l’auto di lei andando a schiantarsi. a pagina 9 Citter
MARANO, LA CASSIERA E L’EX MARITO
Uccisa 24 ore prima della telefonata, l’autopsia inchioda il metronotte
Pink Floyd, il mito e lo scempio D Il concerto che cambiò Venezia
uecentomila fan, il Comune impreparato, il concerto del secolo, la devastazione. Venezia «rilegge» il concerto dei Pink Floyd trent’anni dopo l’evento delle polemiche. Bettin: «Ora la città si è riconciliata». a pagina 7
di Paolo Coltro
Violenta grandinata, strade bianche
Venezia, il temporale ha fermato per un’ora la Sagra di Chioggia e l’Home festival VENEZIA La violenta grandinata è arrivata in un attimo. Il cielo nero, il temporale e giù chicchi grandi come albicocche. E’ durato poco meno di un’ora il temporale che ha investito il territorio della provincia, abbastanza per coprire le strade del Portogruarese di ghiaccio bianco come fosse neve, per fermare per un’ora la Sagra del pesce di Chioggia, il festival Home al parco di San Giuliano e per scatenare decine di richieste di intervento ai vigili del fuoco. a pagina 11 Gargioni
LO STUDIO
IL CASO NORTHWAVE
di Gianni Favero
di Mauro Pigozzo
VENEZIA Salari più bassi rispet-
PEDEROBBA (TREVISO) Nascono nel Trevigiano le scarpette indossate dai corridori del Tour de France. È la Northwave di Pederobba decolla.
Salari, il Veneto IlTourdeFrance paga meno indossascarpe dirigenti e operai MadeinTreviso to alla media nazionale e scarsa attrattività per i laureati. È il dato veneto sulle paghe di dirigenti e operai. a pagina 17
a pagina 17
VICENZA La conferma arriva dall’autopsia: Anna Filomena Barretta è stata uccisa 24 ore prima che il marito chiamasse i soccorsi raccontando che la madre delle sue figlie si era suicidata in casa. Era più che un sospetto che il decesso della cassiera di 42 anni fosse precedente al rinvenimento del corpo. L’ex marito, che aveva detto di aver avuto una lite con la donna, ha a pagina 9 Centin mentito agli inquirenti.
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PRIMO PIANO
Domenica 14 Luglio 2019 Corriere del Veneto
Politica
Il monito del cardinale Parolin: «L’autonomia non sia egoismo»
Il segretario di Stato Vaticano: non si creino ambiti di privilegio, l’Italia si salva insieme
CHIOGGIA «Pensare di creare ambiti di privilegio, magari anche dovuti a lavoro e impegno, non credo sia la strada migliore per affrontare i problemi del mondo di oggi». Non nasconde le sue perplessità sull’autonomia il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano. E la critica è chiara: la riforma sull’autonomia non può essere progettata per creare aree di privilegio. Ieri, a margine della messa con cui ha consacrato la nuova chiesa dell’ospedale di Chioggia, il cardinale ha infatti richiamato il principio della solidarietà rispondendo a chi gli domandava pareri sull’autonomia e la gestione dei flussi migratori. Sull’autonomia, che potrebbe condurre le Regioni più ricche a lasciare indietro quelle più povere, il Segretario ha manifestato più di una riserva. «Il fatto di rivendicare per sé diventa un problema - ha spiegato il cardinale -.
❞
Giancarlo Giorgetti Noi della Lega abbiamo una pazienza ma fino a un certo punto. I 5 Stelle devono capirlo Dobbiamo capire che siamo una sola famiglia, che siamo tutti sulla stessa barca: se ci salviamo, ci salviamo insieme e se ci perdiamo lo facciamo insieme. Le scelte politiche devono anche essere guidate da principi di solidarietà. Non possiamo dimenticare chi sta peggio di noi». Una posizione netta, espressa a 24 ore di distanza dalla festa della Lega a Oppeano, nel Veronese, dove il vicepremier Matteo Salvini ha assicurato al governatore Luca Zaia che l’autonomia del Veneto si farà. Ha poi parlato di flussi migratori il Segretario di Stato Vaticano. E il richiamo, anche
L’iter della riforma
Dopo il referendum le bozze d’intesa Dopo il referendum del 22 ottobre 2017, la Regione ha firmato una pre intesa quadro col Governo Gentiloni. Il Governo Conte si è messo al lavoro su nuove bozze
Le liti nel governo il tavolo si rompe Lega e M5s non trovano l’accordo sulle nuove bozze messe a punto dal ministro degli Affari regionali Erika Stefani. Il tavolo della trattativa si interrompe
Il premier media Zaia si arrabbia Il premier Conte ha assicurato la volontà di portare a compimento la riforma e prova a mediare tra i partiti. Zaia si infuria: «Così il governo non può andare avanti»
in questo caso, è stato alla solidarietà «Ci sono degli ambiti dove le scelte vanno fatte dai responsabili della politica - ha sottolineato il cardinale le scelte dovrebbero però rifarsi ai grandi valori che stanno alla base della convivenza civile. Stiamo attenti perché se ci chiudiamo non risolviamo neanche i nostri problemi. Si creano ancora più difficoltà se c’è chiusura verso gli altri e chi sta peggio di noi». Intanto, dopo la rottura del tavolo consumatasi giovedì, continua il dibattito politico sulla riforma regionalista. La Lega, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che i tempi per l’autonomia sono maturi invitando gli alleati di governo del Movimento Cinque Stelle a prendere una decisione in tempi brevi. «Abbiamo una pazienza infinita, ma fino a un certo punto – ha detto Giancarlo Giorgetti, ieri a Varese -. Dobbiamo far capire ai
A Chioggia Il cardinale Pietro Parolin, tra le persone più vicine a Papa Francesco, ieri era a Chioggia per consacrare la nuova chiesa dell’ospedale
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Il messaggio per il patrono d’Europa
E il vescovo di Padova sferza sui migranti «Basta con la barbarie»
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Cipolla Parole e pensieri che annullano i diritti umani
PADOVA «Carissimi, desidero condividervi il mio dolore nel sentire come la barbarie di linguaggio e di atteggiamenti verso i poveri che cercano approdo nelle nostre terre e verso quanti prestano soccorso, nonché la legittimazione all’annullamento dei diritti umani, contaminino, spesso, i pensieri e i sentimenti nostri e delle nostre comunità». Sono parole del vescovo di Padova, Claudio Cipolla, scritte in una lettera alla diocesi per la festa di San Benedetto, l’11 luglio, patrono d’Europa. Parole che non lasciano dubbi di sorta: monsignor Cipolla invita all’accoglienza e ad abbattere i muri, con la delicatezza di cui è contraddistinta la sua dialettica. «Questo tem-
po ci chiede il coraggio della verità evangelica, che ci aiuta ad aprire nuove frontiere per gestire la complessità e ci evita di acconsentire a meschinità oltraggiose della dignità, che ci rinserrano dentro confini densi di sterili paure - scrive il vescovo -. Desidero sollecitare le nostre coscienze e gli animi delle nostre comunità affinché anche la nostra Chiesa di Padova offra il suo contributo a sostegno dei vari popoli per rinnovare lo sviluppo sociale, a trasformare gli assetti di ingiustizia e iniquità e a promuovere un’azione di pace comune». Monsignor Cipolla chiude con un riferimento a tutta l’Europa perché faccia «scelte coraggiose di solida-
nostri alleati Cinque Stelle che non si tratta di fare italiani di Serie A o di serie B, ma tutti italiani di serie A». Parole che riecheggiano l’ultimatum di Zaia («Senza autonomia per il governo non ha senso andare avanti»), in linea con il pensiero del governatore della Lombardia Attilio Fontana che ha espresso però fiducia sull’iter della riforma: «Noi vorremmo avere a breve una risposta, invece non si entra mai nel merito dei problemi. Un po’ di ottimismo l’ho ricevuto dall’incontro con il presidente Conte -ha sottolineato Fontana- il quale ha affrontato i problemi nel merito e ha garantito che si impegnerà personalmente per portare a termine questa riforma». Il presidente della Campania Vincenzo De Luca, dopo aver mandato al ministro degli Affari regionali Erika Stefani richiesta di apertura del negoziato, insiste sull’istituzione di in un fondo di perequazione che aiuti il Sud a recuperare i ritardi e chiede «difesa piena dell’unità nazionale in due grandi campi come la scuola e la sanità». Molto critici su uno dei temi caldi della riforma, la possibilità di una differente retribuzione per gli insegnati a seconda delle Regioni, Camilla Sgambato, re-
Vincenzo De Luca Serve solidarietà nazionale, un fondo di perequazione che aiuti il Sud a recuperare i ritardi
rietà, di accoglienza e di inclusione e affinché in ciascuno di noi cresca il desiderio di comprendere in modo sapiente quanto stiamo vivendo, per imparare a farci carico dei fenomeni mondiali a partire dai nostri piccoli comportamenti quotidiani e a preservare nell’opera di comunione e fraternità verso ogni fratello e ogni popolo che ci tende la mano». Un appello che si unisce a quello del patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che a fine giugno aveva detto: «Ritengo illusorio pensare di risolvere la questione dei migranti costruendo barriere fisiche alla nostra frontiera che, pure, va controllata». Silvia Moranduzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
sponsabile nazionale Scuola, e Nicola Oddati, responsabile nazionale Mezzogiorno del Pd che propongono un diverso criterio di differenziazione. «Siamo assolutamente favorevoli all’introduzione delle gabbie salariali per gli insegnanti. Sarebbe infatti giusto pagare molto di più gli insegnanti che operano nelle periferie, nelle scuole a rischio, nelle aree svantaggiate del Paese, da nord a sud, dove i livelli di dispersione e abbandono sono molto più elevati, il disagio sociale maggiore e le strutture scolastiche spesso inadeguate». Matteo Riberto © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 14 LUGLIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La sfida delle Regioni
Autonomia negata Un boato anti-M5S interrompe Salvini sul palco veronese La furia di 5 mila militanti leghisti per lo stallo nel negoziato Vicepremier: «Ancora qualche riunione poi l’intesa in Cdm» Filippo Tosatto OPPEANO (VERONA). Non appe-
na Matteo Salvini evoca i 5 Stelle e il braccio di ferro sull’autonomia, la folla dei militanti esplode una salva di “vaffa” che diventa uragano sonoro e sommerge il palco di Oppeano. Sorride nervoso, il Capitano, e con un cenno prova a smorzare i toni. «Qualche riunione ancora e la bozza d’intesa arriverà in consiglio dei ministri», dirà poche ore dopo a Ferrara. Ma la pazienza del popolo leghista è agli sgoccioli e l’insofferenza verso l’alleato-avversario tocca livelli di guardia. A dispetto dei successi e del boom accreditato dai sondaggi, tra i cinquemila affluiti alla festa veronese si respirano rabbia e frustrazione. NERVI SEMPRE PIÙ TESI
Né a placare gli animi contribuisce Luca Zaia che, smessi i panni felpati, si scopre barricadero: «I veneti ne hanno piene le palle di aspettare», esordisce; e definisce l’atteggiamento dei ministri grillini una «farsa scandalosa», convinto com’è che l’estenuante andamento della trattativa rispon-
da ad una precisa strategia: «Vogliono tenere la Lega sotto scacco e utilizzano il negoziato come arma di pressione infischiandosene della volontà popolare»; ne ha per tutti, il governatore, Pd incluso: «Fanno gli autonomisti dell’ultima ora ma i loro governi hanno cercato in ogni modo di sabotare il referendum del 22 ottobre, prima con un ricorso, bocciato, alla Corte Costituzionale e poi
E il governatore Zaia perde l’aplomb: «Farsa scandalosa, i veneti ne hanno piene la palle» negandoci la tessera elettorale». Una lettura condivisa da Roberto “bulldog” Marcato, assessore in Regione e beniamino della base: «Per noi l’autonomia è un obiettivo irrinunciabile, che va persino oltre l’orizzonte di partito, è un valore primario percepito come tale dal Veneto intero. Se ci sarà negato da manovre meschine, allora non avrà più senso proseguire questa esperienza di governo. Il M5S non si illuda di prenderci in giro, Salvini è un
leader serio e responsabile, privilegia il Paese ai calcoli elettorali ma la corda è prossima a spezzarsi»; «I militanti? Sono infuriati, hanno la sensazione che la democrazia sia calpestata da chi vuole perpetuare rendite borboniche. E ci chiedono ragione di questo stallo». LA BATTAGLIA DECISIVA
Uno sguardo alle chat di area leghista – «Maledetti parassiti, le vostre scuse per bloccare l’autonomia sono patetiche», è il refrain echeggiato dal profilo del consigliere Luciano Sandonà, lesto a tramutarsi da colomba in falco – conferma gli umori prevalenti: «La speranza è che la trattativa si concluda in tempi brevi, il ministro Stefani le sta provando tutte, resistendo a continue provocazioni» chiosa il dirigente Alessandro Montagnoli, ideatore e artefice della “tre giorni”. «L’autonomia è inserita nel contratto di governo, è una rivoluzione che farà bene al Nord ma anche al Sud, ulteriori ritardi non sono tollerabili», fa eco il deputato vicentino Erik Pretto. Chi non si sottrae alla brutale verità dei fatti è Paolo “Fantomas” Tonin, veterano dell’Alta Padovana, che
Selfie leghista ad Oppeano: il segretario Matteo Salvini, il governatore Luca Zaia, il ministro Lorenzo Fontana
sul pratone di Oppeano intercetta tensioni crescenti: «Abbiamo suscitato grandi speranze e il popolo ci ha seguito, oltre ogni aspettativa. Non possiamo deluderli e in caso di fallimento non basterà incolpare i 5 Stelle, per quanto incapaci e inaffidabili siano. Questa è una battaglia che dobbiamo vincere ad ogni costo». FIDANZATA E ACQUAZZONE
Riavvolgiamo il nastro. Giuntio ad Oppeano in compagnia dalla fidanzata Francesca Verdini (alla quale ha rivolto un bacio appassionato a beneficio delle telecamere) Salvini si è intrattenuto con Zaia e Lorenzo Fontana, quindi ha preso la parola e al boato anti-grillino ha replicato dichiarandosi «tenacemente ottimista». Un comizio di pochi minuti, poi un violento acquazzone e il fuggi fuggi. Ma ci vorrà altro per spegnere i bollenti spiriti della “piccola patria” veneta. —
l’uomo forte del carroccio
Giorgetti: siamo pazienti ma a tutto c’è un limite... ROMA. «Abbiamo una pazienza infinita, ma fino a un certo punto. Dobbiamo far capire ai nostri alleati Cinque Stelle che non si tratta di fare italiani di serie A o di serie B, ma di garantire a tutti gli italiani la serie A»: lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, uomo forte della Lega, commentando il recente strappo nella trattativa gialloverde a Palazzo Chigi arenatasi sui versanti dell’istruzione e dei salari. «Noi vorremmo avere a
breve una risposta, invece non si entra mai nel merito dei problemi e si fanno solamente generiche affermazioni infondate», rincara Attilio Fontana, il governatore della Lombardia, confermando le sue critiche all’atteggiamento dell’alleato a 5 Stelle; «Un po’ di ottimismo», ha aggiunto «l’ho ricevuto dall’incontro con il presidente Conte, il quale ha affrontato i problemi nel merito e ha garantito che si impegnerà personalmente per portare a termine questa riforma». —
il governatore dem della campania
scuole di frontiera
presidente toscana
De Luca detta le condizioni del Sud «Serve un fondo nazionale di aiuti»
Pd: sì a gabbie salariali per pagare meglio i prof
Rossi contro regionalismo differenziato «Mina l’unità»
NAPOLI. «La Costituzione ha
ROMA. «Il Pd è assolutamente favorevole all’introduzione delle gabbie salariali per gli insegnanti. Sarebbe infatti giusto pagare molto di più gli insegnanti che operano nelle periferie, nelle scuole a rischio, nelle aree svantaggiate del Paese, da nord a sud, dove i livelli di dispersione e abbandono sono molto più elevati, il il disagio sociale maggiore, le strutture scolastiche spesso inadeguate, le infrastrutture complessive, per esempio i trasporti pubblici, inefficienti». Lo dichiarano, in una nota congiunta, Camilla Sgambato e Nicola Oddati, responsabili nazionale di Scuola e Mezzogiorno del partito democratico. —
FIRENZE. «La Lega vuole a
detto tutto: autonomia anche spinta, ma sulla base di un principio di solidarietà nazionale. Che si realizza creando un fondo di perequazione che aiuti il Sud a recuperare i ritardi». Lo afferma il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. L’istituzione del fondo, secondo l’esponente dem, si dovrà basare su «nuovi criteri di rigore: chi riceve aiuti dallo Stato e non riesce a essere corretto amministrativamente va buttato fuori, senza confondere questo con la rottura dell’unità nazionale». Il governatore ribadisce di essere favorevole all’autonomia, purché si parta «dalla difesa piena dell’unità naziona-
Vincenzo De Luca, governatore della Campania ed esponente del Pd
le e della Costituzione: due grandi campi come la scuola e la sanità devono avere un carattere nazionale. Non possiamo avere scuole regionali o sanità regionali». Parlando
del suo partito, il Pd, De Luca sostiene che il lavoro avviato da Zingaretti sta andando «nella direzione giusta». «Ma», aggiunge «c’è ancora molto da fare sui temi della si-
curezza e del lavoro. Sulla sicurezza vedo tra noi molti imbarazzi e reticenze, e invece dobbiamo parlar chiaro. Quelli della solidarietà e dell’accoglienza sono valori irrinunciabili, ma non si può aprire la porta dell’Italia a chiunque voglia venire nel nostro paese. Inoltre, non si può ignorare che ci sono realtà urbane nelle quale si determinano problemi per la sicurezza dei cittadini». Sul versante del lavoro il governatore campono sostiene che «bisogna elaborare un piano per i giovani del Mezzogiorno. La Campania è partita da sola, con un piano per 10 mila posti di lavoro. Ma deve diventare un obiettivo nazionale». —
tutti i costi l’autonomia differenziata trasformando alcune regioni in staterelli e minando l’unità nazionale e il principio di eguaglianza dei cittadini». Lo afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, convinto che «se proviamo a mettere insieme tre riforme istituzionali di iniziativa leghista e 5 Stelle non c’è da stare affatto tranquilli per le prospettive della democrazia in Italia». L’allusione, oltre che all’autonomia, corre alla riduzione del numero dei parlamentari e all’introduzione del referendum propositivo in favore di nuove leggi. —
ATTUALITÀ
DOMENICA 14 LUGLIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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Le grane della maggioranza È di D’Amico, consigliere del vicepremier, la richiesta di farlo partecipare all’incontro con Putin Al pressing si unisce l’ex capo di Eni a Mosca. Il file nelle mani di premier, Farnesina e Ispi
«Come d’intesa, invitate Savoini» La mail che smentisce il Capitano IL RETROSCENA
Ilario Lombardo uon pomeriggio Andrea, come d’accordo ti chiedo se gentilmente può essere inserito, per il prossimo Foro di dialogo italo-russo, in programma giovedì 4 luglio al Maeci, anche il dottor Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione culturale Lombardia-Russia, come richiestomi dall’onorevole Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale (del vicepremier Matteo Salvini, ndr)». In questa mail, inviata il 1 luglio alle 17.32, firmata da “Barbara”, c’è l’impronta digitale, chiara e indelebile, di chi ha invitato Savoini a brindare all’amico Vladimir Putin il 4 luglio a Villa Madama, a Roma. Ed è un’impronta che potrebbe rimanere appiccicata addosso al futuro politico di Salvini, perché capovolge e annulla la sua verità. Di questo stiamo parlando: se il ministro dell’Interno e vicepremier abbia mentito, se di fronte a una cascata di fotografie che dicono il contrario di quello che lui sostiene, riesca ancora a sostenere una linea difensiva che appare indebolita dai fatti e contenuta in una frase frettolosamente assertiva: «Non è stato invitato da me». Né a Roma, né a Mosca in due occasioni: il 17 luglio 2018, al bilaterale con il ministro dell’Interno russo, e a ottobre, proprio nei giorni della trattativa al Metropol svelata dal sito BuzzFeed. Savoini vaga come un fantasma che aleggia sul destino della Lega, scaricato dal suo leader. Ebbene: l’uomo che dieci giorni fa lo ha portato a Villa Madama e che dunque
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La stretta di mano Conte-Putin a Villa Madama il 4 luglio. Sullo sfondo, cerchiato, Gianluca Savoini
fa crollare la versione di Salvini è Claudio D’Amico, che nella corrispondenza ufficiale di Palazzo Chigi si fa chiamare ancora onorevole anche se non lo è più dal dicembre 2012. In un’altra mail inviata a Serena, dell’Ispi, l’Istituto di politica internazionale che in questo caso svolge il ruolo organizzativo di segretariato per il Foro, è Raffaella Di Carlo, del diplomatico di Palazzo Chigi, «su richiesta dell’On. D’Amico» a chiedere di inserire Savoini tra i partecipanti con altri nominativi tra cui il cosmonauta Walter
Villadei. E dunque la triangolazione era la più semplice, portata all’evidenza dalla consuetudine delle relazioni. D’Amico e Savoini sono i due filoputiniani della Lega, gli uomini che hanno tessuto la rete dei contatti di Salvini con il Cremlino e gli oligarchi di Mosca. Di casa nella capitale russa, dove sono stati decine di volte, e quasi sempre a fianco del leader del Carroccio. Per dire: il 15 novembre 2016 a Mosca c’è una telefonata di D’Amico con gli organizzatori di un incontro avvenuto
partito democratico
Rivoluzione di Zingaretti «Ora cambiamo tutto le correnti ci soffocano» Il Pd rappresenta l'unica alternativa credibile alla «deriva italiana». Ma per battere questa «vecchia destra dal pugno di ferro», il partito «deve cambiare tutto», perché «con un regime correntizio che ci soffoca, non si va avanti». Nicola Zingaretti, lancia così la sua sfida all’assemblea nazionale: una «rivoluzione» a tutto campo con l'avvio della riforma dello statuto.
con i parlamentari del M5S a Mia Rossiya Segodnya. Salvini non vuole farsi scippare il titolo di amico di Putin dai grillini e dà mandato a D’Amico di organizzare subito un viaggio in Russia. Tre giorni dopo, l’allora semplice segretario della Lega è a farsi fotografare in Piazza Rossa. L’ex deputato D’Amico oggi è assessore alla Pubblica Sicurezza a Sesto San Giovanni. Ma soprattutto è responsabile dello “sviluppo progetti” dell’associazione presieduta da Savoini e siede nell’ufficio del vicepremier a Palazzo Chigi con un ruolo cruciale in ambito internazionale. I due soci si spalleggiano, uno fa in modo che l’altro sia presente alla serata di gala organizzata dal premier, e lo fa usando il proprio ruolo, pagato, di braccio destro di Salvini nel palazzo del governo. Il vicepremier, che si porta dietro entrambi ogni volta che incontra qualcuno che parla in cirillico, poteva non sapere? Savoini è nella lista degli invitati al vertice del Foro di dialogo italo-russo previsto alla Farnesina il giorno della visita di Putin. È il primo vertice dal 2013, quando ancora su Mosca non gravavano le sanzioni europee per la guerra in Ucraina. Il ritardo del capo del Cremlino farà poi saltare l’incontro e tutti i presenti andranno a Villa Madama. Nello scambio di mail che prepara l’evento sono coinvolte una ventina di persone e in copia ci sono Palazzo Chigi, ministero degli Esteri, Foro di dialogo italo-russo, nella persona della presidente uscente Luisa Todini, e Ispi. Barbara, della segreteria di D’Amico, scrive al sottoposto del consigliere diplomatico del premier, Andrea, che a sua volta gira a Ispi e in conoscenza a Todini. È l’ultimo Foro che organizza l’ex presidente di Poste. Dopo 15 anni, Todini lascia la presidenza a Ernesto Ferlenghi, presidente di Confindustria Russia. Capo di Eni a Mosca fino al 2014 e vicepresidente dell’azienda, Ferlenghi è altra figura cruciale in questa storia, perché è lui a organizzare il convegno in Russia a cui partecipa Salvini a ottobre ed è lui anche a premere attraverso messaggi Whatsapp per assicurarsi che Savoini sia inserito nella lista del Foro. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
La riforma sull’autonomia crea fastidi anche a Matteo
L’
«Era al Forum Presenza sollecitata dalla Lega» ROMA. Dopo una giornata di
valutazioni e solo a tarda sera, da Palazzo Chigi si prende una posizione sulla questione Lega-Russia. In particolare, intorno alle 23, la Presidenza del Consiglio invia una nota sulla presenza di Gianluca Savoini alla cena che si è tenuta a Roma, a Villa Madama, la sera dello scorso 4 luglio, in onore del presidente russo Putin. «Come già anticipato, il Presidente del Consiglio non conosce personalmente il signor Savoini - scrivono dagli uffici del premier -. La cena è stata offerta dal Presidente Conte e l’invito è stato esteso anche a tutti i partecipanti al Forum di dialogo italo-russo delle società civili, che si è tenuto il pomeriggio dello stesso giorno presso la Farnesina». Per il premier, insomma, il passaggio decisivo della questione è l’evento tenutosi poche ore prima della cena ufficiale. «Il suddetto Forum è stato organizzato dalla Presidenza del Forum stesso e dall’Ispi - si legge nella nota -. Dopo aver compiuto tutte le verifiche del caso, si precisa che l’invito del signor Savoini al Forum è stato sollecitato dal signor Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del VicePresidente Salvini, il quale, tramite l’Ufficio di VicePresidenza, ha giustificato l’invito in virtù del ruolo dell’invitato di Presidente dell’Associazione Lombardia-Russia e ha chiesto ai funzionari del Presidente del Consiglio di inoltrarla agli organizzatori del Forum». Il comunicato ridimensiona il tutto: «L’invito alla cena del signor Savoini è poi stata una conseguenza automatica della sua partecipazione al Forum». Una conferma ma anche un modo per tirarsi fuori dalla mischia. — RED. GL. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
FABIO BORDIGNON
IL COMMENTO
autonomia si farà, ha garantito il premier Conte, fattosi garante, al contempo, dell’unità del paese, e della tenuta della maggioranza. Tutto da verificare, ciò nondimeno, il quanto dell’autonomia. E ancor prima il quando. Prevista nella Costituzione (e persino nel contratto di governo), una risposta alle richieste del Nord è stata promessa per fine-2018, quindi rinviata a metà-febbraio, dunque posticipata al do-
nota da palazzo chigi
po-Europee. Ma l’indiscusso vincitore di quella competizione, non sembra spingere con la stessa “cattiveria” impiegata per altri obiettivi. Il nodo delle autonomie, del resto, riassume le fratture sulle quali la Lega è nata e cresciuta. Fratture che, tuttavia, sembrano essersi spostate dentro il nuovo partito plasmato dal segretario, e dentro il suo governo. La frattura tra regioni del Nord e regioni del Sud, con le prime determinate a trattenere competen-
ze e risorse. La frattura tra identità locale e spirito nazionale. La frattura tra istituzioni centrali e governo regionale. Ancora, tra burocrazia di stato e ceti produttivi. Su tutte queste linee di divisione, pesa, naturalmente, la coabitazione con il M5s, partito in via di accelerata meridionalizzazione. Ma, sotto la superficie della quotidiana guerriglia tra alleati, il vero travaglio appare tutto interno alla Lega. Sempre più (seppur non ancora) partito na-
zionale, nel suo impianto territoriale. Sovranista, nel profilo ideologico: alla ricerca di nuove patrie (e nuovi legami internazionali). Non più lobby nordista a Roma: rappresentanza padana in compagini governative nelle quali sono altri a condurre le danze. Bensì, partito del governo: partito delle istituzioni. Rimangono le rivendicazioni del Nord, delle sue imprese, dei suoi governatori: in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna. Le regioni a gui-
da leghista, in particolare, hanno alle loro spalle i tanti “Sì” dei referendum tenutisi nel 2017. Salvini sa di non potere ignorare queste istanze. Se ne fa interprete. Ma allo stesso tempo le vive con un po’ di fastidio. Eredità di un passato dal quale cerca di affrancarsi, intralcio alle ambizioni del presente. Per questo, finora, non ha forzato la mano, ed è apparso meno impaziente, meno determinato rispetto all’azione su altri fronti. Secondo il Presidente
del consiglio, l’ora dell’autonomia è adesso. Ma si tratterà di una soluzione «equilibrata»: per non esasperare gli squilibri della penisola; e non fare esplodere quelli dell’attuale governo, in giornate decisive per stabilirne... l’autonomia (nel senso della durata). Salvini, almeno per ora, non sembra intenzionato a rompere; comunque, non su questo tema. Tali scelte, se confermate, potrebbero “costare” ulteriori ritardi, e diversi compromessi: sulla strada che porta all’autonomia... del segretario, dalla vecchia Lega e dai suoi territori. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
REGIONE
DOMENICA 14 LUGLIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Il Segretario di Stato Vaticano, in visita a Chioggia, affronta l’attualità politica e invita a rifiutare la tentazione egoista
Parolin: «Papa in Veneto? Regìa dei vescovi E l’autonomia non deve creare privilegi» L’INTERVISTA
Marta Artico iamo tutti nella stessa barca, creare ambiti di privilegio non credo sia la strada migliore per affrontare i problemi del mondo d’oggi». Il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, a margine della consacrazione della cappella dell’ospedale di Chioggia dov’è stato invitato dal vescovo Adriano Tessarollo, ha affrontato il tema dell’autonomia, sostenendo il principio della solidarietà che deve ispirare le scelte della politica. Ma il cardinale ha parlato anche di immigrazione, stigmatizzando chiusura ed egoismo e ribadendo l’importanza di salvare vite e mettere al centro la persona. Tra i temi di attualità, le maggiori competenze e risorse richiesti allo Stato da Veneto, Lombardia ed Emilia. C’è chi teme che l’autonomia aggravi il conflitto tra Nord e Sud, regioni ricche e povere. Cosa ne pensa? «È sempre difficile pronunciar-
«S
si sulle questioni politiche concrete. Ricordo i valori che devono guidare anche le scelte politiche, in questo caso il principio dev’essere quello della solidarietà: non possiamo dimenticare chi sta peggio di noi. Il fatto di rivendicare per sé diventa un problema: ciò che abbiamo. dobbiamo metterlo a disposizione di chi vive nel bisogno, senza togliere nulla a chi gode già di un certo benessere e con un certo livello di sviluppo». Qual è l’orientamento da seguire, a suo avviso? «Il principio fondamentale credo sia questo: dobbiamo capire che siamo una sola famiglia, che siamo tutti nella stessa barca, perciò se ci salviamo ci salviamo insieme e se ci perdiamo ci perdiamo insieme. Pensare di creare ambiti di privilegio, magari anche frutto di lavoro e a impegno, non credo sia la strada migliore per affrontare gli ostacoli». Le diocesi venete, attendono la visita di Papa Francesco, anticipata ma non definita nei dettagli. Il Papa propenderà per Sant’Antonio o per San Marco? «Lascio ai vescovi del Trivene-
Il cardinale e Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin in visita alla cappella dell’ospedale di Chioggia
A4, verso la fine i lavori per il secondo viadotto sul fiume Tagliamento un’opera del genere, a traffico aperto, è un’impresa nel vero senso della parola, un’impresa di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi». Cantieri ben organizzati, interventi pianificati a incastro, professionalità ed esperienza delle ditte coinvolte gli elementi che hanno permesso di raggiungere il risultato. Trentotto pile (enormi piloni ognuno dei quali è composto da 8 pali del diametro di 1 metro e mezzo) infisse nel terreno fino a 75
to gestire la visita e determinare il programma dettagliato con il Papa, si individueranno successivamente quali saranno le mete e il pellegrinaggio». Come si svolgerà? «Mi sono già pronunciato una volta in merito alla visita in Veneto (sorride OES), e devo dire che ho combinato parecchi guai pronunciandomi, per questo preferisco non esprimermi su questa cosa». C’è una data in programma? «La visita non è stata ancora annunciata ufficialmente, pertanto non c’è nulla di certo in questo momento. Non conosco i preparativi, per ora nulla è stato ancora definito, ma è giusto contarci». Ancora corpi senza vita di migranti nel Mediterraneo. Qual è la posizione della Chiesa? «Salvare vite è la nostra stella polare. Lo ripeto, è questo che la Chiesa deve continuamente richiamare. Ci sono ambiti della politica che sono ambiti di autonomia, le scelte politiche vanno fatte dai responsabili della politica, ma parlare di stella polare significa che queste scelte devono rifarsi ai grandi valori che stanno alla base di ogni convivenza civile. Torno al concetto precedente: facciamo attenzione perché si ci chiudiamo non risolveremo neanche i nostri di problemi ma li aumenteremo. Non è con l’egoismo che ci salveremo, chiuderci nei confronti degli altri e di chi versa in difficoltà, avrà come immediata conseguenza il peggioramento della nostre condizioni». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN BREVE
apertura prevista in autunno
VENEZIA. Varato ieri l’ultimo concio del secondo viadotto del ponte sul fiume Tagliamento. Un traguardo tagliato in anticipo sui tempi, come in anticipo sono tutti i lavori per la realizzazione della terza corsia sulla A4. «Sono soddisfatto e orgoglioso – afferma il presidente di Autovie Venete Maurizio Castagna – perché stiamo rispettando le promesse. Ringrazio tutti, tecnici e maestranze, per l’impegno che ci stanno mettendo; realizzare
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I lavori in corso al ponte sul Tagliamento
metri di profondità; 1.114 conci (gigantesche strutture dalla forma di trapezio rovesciato) del peso di 90 tonnellate l’uno; due impalcati affiancati lunghi un chilometro e mezzo sui quali passerà l’autostrada. È la fotografia tecnica del nuovo ponte, l’opera più importante del terzo lotto della terza
corsia della A4, il cantiere attivo sul tratto Alvisopoli-Gonars. Entrambi i viadotti che compongono il ponte sono stati costruiti in circa dieci mesi; il primo è stato aperto al traffico nel novembre 2018 e per lo stesso periodo del 2019 è prevista l’apertura al traffico del secondo. —
Relazione Corte Conti Azienda Zero: la nostra gestione è trasparente
Villafranca di Verona Diedero fuoco a clochard convalida dei tre arresti
All’indomani della relazione (favorevole) di Corte dei Conti sul bilancio della Regione Veneto, la direzione di Azienda Zero, governance della sanità nostrana, precisa in una nota che «in nessuna parte del documento della Corte viene richiamata la richiesta di maggior trasparenza da parte di Azienda Zero». In verità, sul versante sanitario i magistrati di Venezia sollecitano «una più netta distinzione tra gestioni contabili di soggetti diversi», includendo tra le gestioni economico-patromoniali anchequella di Azienda Zero.
Il Gip di Verona ha convalidato l'arresto delle tre persone ritenute responsabili del pestaggio e di aver dato fuoco ad un clochard nella stazione ferroviaria di Villafranca di Verona. Lo rende noto la Questura di Verona. Il fatto è avvenuto l'8 luglio scorso. I tre sono accusati di tentato omicidio. All’origine del pestaggio e del tentativo di dare fuoco alla vittima ci sarebbe una lite nata fra senzatetto. L’accaduto è stato ricostruito attraverso le telecamere di sorveglianza.
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Attualità
Domenica 14 Luglio 2019 www.gazzettino.it
«Le sorgenti del Piave restano in Veneto» Il tavolo tecnico guidato dal professor D’Alpaos ha stabilito `A dare l’annuncio è stato Zaia: «Quella commissione che l’origine del “fiume sacro” non è nella friulana Sappada l’ho voluta io per avere un parere terzo di luminari» `
I CONFINI
LO STUDIO VENEZIA Addio sorgente del Piave. Anzi no, il Piave era e rimane veneto. E questo perché il “fiume sacro” ha più sorgenti e sono per la maggior parte nel bellunese. Ad annunciare che, nonostante il passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia, le sorgenti del Piave sono ancora in territorio veneto è stato ieri il presidente della Regione, Luca Zaia. Il governatore ha riferito l’esito di un tavolo tecnico guidato dal professor Luigi D’Alpaos, che ha stabilito che è solo convenzionale la collocazione della nascita del “fiume sacro” nel comune di Sappada, dal momento che le sorgenti sono più di una e interessano principalmente la bellunese Val Visdende, che è nel territorio della bellunese San Pietro di Cadore. Nel comune di Sappada esiste comunque il Rifugio “Sorgenti del Piave”, ai piedi del monte Peralba. Per Palazzo Balbi, dunque, il Piave resta veneto. «Non posso che rallegrarmene - dice il governatore Zaia - per quello che ha sempre rappresentato il nostro fiume per la nostra regione e tutti i veneti. La commissione presieduta dal professor D’Alpaos, quella che lo ha confermato, l’ho richiesta io più di un anno fa proprio perché ci fosse un giudizio terzo da parte di luminari di riconosciuto valore ed evitare dispute campanilistiche e antistoriche».
Eppure il passaggio delle sorgenti del Piave - assieme al Comune di Sappada - al Friuli, era dato per inevitabile. «Con il passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia si era creata un po’ di confusione - dice Zaia - e qualcuno paventava che le fonti all’origine del Piave fossero ora fuori dei confini del Veneto. È una preoccupazione comprensibile perché il Piave è il simbolo della nostra terra, proprio perché vi nasce e da essa si getta al mare, attraversandola e senza mai passare per altre regioni. Un simbolo di storia ma anche di lavoro, in poche parole di identità da molti secoli, che si è esteso con gli eventi della Grande Guerra fino a farlo denominare
sacro. Non avevo dubbi che le sue sorgenti fossero venete, ora lo certificano tecnici di indiscussa competenza».
più ampio, che in questo caso è proprio il ramo della Valvisdende».
LE REAZIONI
Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, è più cauto: «Sapevo che in Regione Veneto stavano facendo delle verifiche. Stiamo aspettando di capire a cosa hanno portato questi studi e di vedere le carte, perché potrebbero esserci più sorgenti del Piave. Certo che mi farebbe piacere se il nostro “fiume sacro” restasse veneto, io tra l’altro ho combattuto perché Sappada non andasse in Friuli. Il Piave è un simbolo del Veneto, chiaro che spiacerebbe perderlo».
«Chi sostiene che il Piave ora nasce in Friuli e non più nel Veneto - sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente Gianluca Bottacin, bellunese - dice per convenzione una cosa non sbagliata, ma sostiene un falso storico. La commissione, di cui fa parte anche il professor Vladimiro Achilli, docente di Topografia e Cartografia all’università di Padova, e altri esperti tra cui una storica, sta confermando che dal punto di vista idrologico e idraulico va considerata come sorgente quella del bacino
CAUTELA
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Maltempo
Grandine a Nordest e incendi in Sardegna
SORGENTE Per il professor D’Alpaos il Piave non nasce a Sappada
Grandine in Veneto, fuoco in Sardegna e Puglia, tromba d’aria nel Napoletano. Ieri è stata un’altra giornata di passione sul fronte maltempo. In Sardegna si sono vissuti momenti di paura tra i turisti sul litorale di Orrì, la spiaggia cittadina di Tortolì, sulla costa centro orientale. Un incendio, sospinto dal maestrale, ha minacciato una ventina di abitazioni che sono state evacuate. Sgomberati in tutta fretta anche un agriturismo e
due campeggi. Il fumo denso che si è levato dalle colline retrostanti il litorale ha invaso dapprima i parcheggi delle auto dei turisti, poi la spiaggia. Per le operazioni di spegnimento sono intervenuti due Canadair provenienti da Trapani e Napoli. In Puglia, invece, dopo lo spegnimento di un vasto rogo nel Parco naturale di Punta Pizzo a Gallipoli, è stato scoperto un corpo completamente carbonizzato. Al momento non è chiaro se si
tratti di un uomo o di una donna e se la morte sia stata causata proprio dall’incendio o se fosse antecedente. Anche in questo caso si è dovuto procedere all’evacuazione di un albergo e si sono vissuti momenti di apprensione tra i bagnanti. Non solo incendi: in questa pazza estate 2019, una tromba d’aria si è abbattuta sul litorale di Varcaturo, nel Napoletano. Spazzati via dalla spiaggia ombrelloni, lettini e sdraio, mentre i bagnanti si sono dati alla fuga.
MERCOLEDÌ 17 LUGLIO
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XVII
Monselice
SEI ORE DI DURO LAVORO La sindaca Arianna Lazzarin: «Tombini ostruiti, è intervenuta una ditta specializzata» Crollata pianta secolare al parco
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Domenica 14 Luglio 2019 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Il paese finisce sott’acqua, tutti al lavoro fino all’alba La “bomba” arrivata dopo le 18: strade `Protezione civile e volontari si sono in tilt, allagamenti e blackout fino all’una tirati su le maniche: hanno finito alle 4 `
POMPE IN FUNZIONE Non solo per sgomberare la carreggiata dall’insidioso materiale, ma anche per liberare le caditoie, talmente piene di foglie da non permettere alle pozzanghere di defluire. Del guasto a tre cabine elettriche si sono occupati invece i tecnici Enel. La bomba d’acqua è stata “sganciata” verso le 19 dai nuvoloni neri che già qualche ora prima avevano iniziato ad addensarsi sulla Bassa. Ma nel Monselicense soltanto Pozzonovo è stato colpito con tanta violenza. Sembrava un temporale come tanti, invece in mezz’ora le raffiche di vento hanno divelto rami e foglie, sradicando un albero secolare del parco di Villa Centanini. La caduta del grosso fusto fortunatamente non ha causato feriti né danni. Le vie più colpite, con allagamenti e Ingombri, sono state via Marconi,
Il canile comunale, intitolato a Chiara Locrati, sarà completamente sistemato e ammodernato entro l’anno. Nei giorni scorsi è finalmente arrivato a palazzo Tortorini il decreto del direttore dell’Unità operativa veterinaria e sicurezza alimentare con il quale è stato definitivamente approvato il progetto esecutivo. Grazie al contributo di duecentomila euro già concesso dalla Regione, potranno cominciare nei prossimi mesi i sostanziosi lavori di ampliamento e ristrutturazione, previsti ormai da alcuni anni.
UNA TRASFORMAZIONE L’intervento che sarà realizzato permetterà non solo di miglio-
«A supporto di richieste di risarcimento danni» MONTAGNANA
DAL COLESTEROLO AI TUMORI ACQUA DAPPERTUTTO Non bastavano i danni e le piante crollate, è mancata anche l’energia per 4 ore
Monselice
Vescovana
Acquevenete: Dai domiciliari occhio alle truffe passa al carcere Invita a fare la massima attenzione Acquevenete, dopo i vari tentativi di truffa degli ultimi mesi, con l’utilizzo indebito del nome del gestore idrico. «Spesso si tratta di falsi addetti, che si presentano come nostri tecnici: dicono di dover entrare, o chiedono un appuntamento per un controllo sulla presenza di inquinanti nell’acqua – spiegano ad Acquevenete -. In altri casi possono richiedere pagamenti. Invece il nostro personale non chiede mai di entrare in casa per analisi, raccolta di dati degli utenti o pagamenti». In casi di necessità è sempre munito di cartellino identificativo. (ca.b.)
Di stare a casa, a scontare domiciliari per furto e rapina, proprio non vuole saperne. Così per “l’evasore seriale” Samuele Ferrari, 42enne di Vescovana, è scattato l’arresto. Ieri i carabinieri lo hanno portato in carcere a Rovigo, come disposto dal Tribunale di sorveglianza di Padova, per le sue continue “uscite” non autorizzate. L’uomo finirà di scontare la pena nel novembre 2020. A settembre dello scorso anno l’uomo era evaso dai domiciliari per portare a spasso il cane. In quell’occasione i militari lo avevano pizzicato poco distante dalla sua abitazione. (m.e.p.)
via Favaro e la zona industriale. Cessato l’acquazzone, amministrazione e protezione civile si sono subito attivate per far fronte alle richieste di intervento ricevute dai cittadini. «La priorità era ripulire le strade per evitare situazioni di pericolo. Molti tombini erano ostruiti dalle foglie cadute così abbiamo contattato una ditta specializzata – spiega il sindaco Arianna Lazzarini –. Ci son volute ben sei ore per sistemare tutto. Con i volontari della protezione civile, che ringrazio di cuore, abbiamo finito alle 4». Al di là di un palo Telecom spezzato in via Valli e di qualche altro palo danneggiato, sono stati gli agricoltori a pagare il prezzo più alto, soprattutto per la grandinata. «Poteva andarci anche peggio – conclude Lazzarini – perché se fosse successo durante il carnevale estivo con la sfilata di carri e la gente in piazza, i rischi sarebbero stati maggiori». Maria Elena Pattaro
Al canile grandi lavori e nuovi spazi per i gatti MONSELICE
`Il comitato Mamme:
Inquinamento da Pfas: continua la mobilitazione del comitato delle mamme sul fronte giuridico. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Vicenza nei confronti di 9 ex vertici della Miteni di Trissino, il gruppo di genitori attivi ha lanciato tramite i social una campagna di raccolta dati sulle patologie correlabili ai Pfas. Iniziativa a supporto di un’eventuale azione di richiesta di risarcimento per i danni alla salute subiti attraverso l’esposizione prolungata alle sostanze inquinanti. Le Mamme No Pfas hanno incaricato due medici di raccogliere i dati personali e relativi all’anamnesi clinica delle persone che abitano o hanno abitato nell’area rossa (la più inquinata) e a cui sono state riscontrate patologie correlabili ai Pfas.
POZZONOVO Un’isola infelice in mezzo a tanti paesi che invece se l’erano cavata. Pozzonovo venerdì ha passato una serata da incubo a causa del meteo avverso: raffiche di vento, pioggia, grandine, chicchi grossi come noci. Case e strade allagate e un black out durato 4 ore e mezza, dalle 20.30 fino all’una. Se nel resto del Monselicense i temporali dell’altra sera tutto sommato non hanno provocato grossi disagi, a Pozzonovo le criticità sono state parecchie, tanto che per riportare la situazione alla normalità, amministrazione e protezione civile si sono rimboccati le maniche fino all’alba, pattugliando il paese per monitorare le strade. La prima emergenza da risolvere è stato il sottopasso allagato in via Marconi, ingresso del paese, poi prosciugato dai volontari della protezione civile con pompe elettriche. Sulle strade rami, foglie e fango han reso necessario l’intervento dei mezzi di pulizia.
Pfas, medici rilevano i dati sulle patologie
rare l’efficienza della struttura, che potrà arrivare a novanta posti, ma anche di trasformarla in un luogo davvero ospitale e di aggregazione, dove gli utenti potranno vedere e coccolare gli animali ospitati, in vista magari di una futura adozione. L’importo complessivo dell’intervento ammonta a 365mila euro, ma parte della spesa è già stata sostenuta dalla precedente amministrazione Lunghi. Palazzo Tortorini ha infatti già stanziato 156mila euro: 90mila per l’acquisto del terreno in cui dovrà essere realizzato l’ampliamento e 66mila per i primi lavori. Ma cosa prevede il progetto? Sarà finalmente realizzata una vera e propria reception (che oggi manca), ma soprattutto saranno inserite attrezzature e dotazioni nuove, quali ambulatori,
gio per cani di via Erbecè sono stati elargiti dalla Regione al Comune delibera di giunta regionale 2828 del 2014, ben più recente è la somma di oltre 39mila euro stanziata dalla stessa Regione all’amministrazione Bedin per alcuni interventi di miglioria già programmati al palazzetto dello sport di via Carrubbio.
MIGLIORIE AL PALASPORT
VIA ERBECÈ Pronti 200mila euro
box e un’area di sosta dedicata ai gatti, che, a detta del Comune «garantiranno la sicurezza sanitaria e la dignità degli ospiti». Se i 200mila euro per la ristrutturazione con ampliamento del rifu-
Più nel dettaglio, sono previste la fornitura e la posa in opera di un frangisole bioclimatico, ma anche la sostituzione delle vetrate sulla facciata est. Il Comune sborserà ulteriori 10 mila euro: il totale ammonta a 50mila euro. «L’intervento – dice il sindaco Giorgia Bedin - consentirà di rendere più efficiente la palestra sotto il profilo energetic». Camilla Bovo
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La casistica va dal “semplice” aumento di colesterolo a malattie ben più gravi, come i tumori del rene e del testicolo, la colite ulcerosa e le alterazioni della tiroide. A queste si aggiungono poi le patologie che colpiscono le donne in gravidanza e i neonati, rispettivamente: diabete, preeclampsia ed eclampsia, e ri-
dotto peso alla nascita. L’intenzione del comitato Mamme, di cui fa parte anche il gruppo Zero Pfas Montagnana, è di organizzare alcuni incontri di raccolta dati, a cui gli interessati potranno partecipare portando con sé una copia degli esiti dello screening Pfas attuato dalla Regione attraverso il piano di sorveglianza sanitaria, e una copia della documentazione medica. Le date degli incontri non sono ancora state fissate: per ora le mamme si sono limitate a lanciare l’iniziativa attraverso i social, in particolare la pagina Facebook, per capire quante persone sarebbero interessate. E i primi messaggi non hanno tardato ad arrivare. Per la provincia di Padova, oltre a Facebook, il recapito a cui chiedere ulteriori informazioni o dare adesione è: zeropfasmontagnana@gmail.com. «Ci stiamo muovendo sul versante dei danni alla salute – ha affermato nei giorni scorsi l’avvocato Matteo Ceruti a cui centinaia di residenti contaminati hanno già dato mandato – l’obiettivo è dimostrare il nesso di causalità tra esposizione ai Pfas e patologie Pfas correlate». M. E. P.
I PROFESSIONISTI SI OCCUPERANNO DEL “CENSIMENTO” DI CHI ABITA O HA ABITATO NELL’AREA ROSSA
STRASBURGO Anche lì sono arrivate le Mamme no Pfas
Per tre anni un solo gestore di tutti servizi ai più piccoli SOLESINO Per meglio gestire i servizi integrativi di prescuola, doposcuola e i centri estivi, l’amministrazione ha concretizzato il progetto Extrascuola, pensato per i bambini delle primarie. «Nell’anno scolastico appena concluso abbiamo avviato i servizi in fase sperimentale – dice l’assessora Luana Levis –. Visto il buon risultato, in termini di adesioni, abbiamo deciso di puntare a una collaborazione duratura con un ente del terzo settore. Il bando uscirà a breve e garantirà i servizi integrativi scolastici per i prossimi 3 anni». Levis si è spesa in prima persona per il progetto.
«Questi servizi sono ormai indispensabili - afferma convinta - perché sempre più spesso lavorano entrambi i genitori, ma ci sono anche molti casi in cui il bambino vive con un solo genitore, proprio perciò maggiormente bisognoso di aiuto nella gestione del figlio. Il Comune coprirà circa il 40% della spesa per ogni bambino. Il servizio di prescuola, a partire da settembre, sarà gratuito per tutti i bambini, che potranno entrare a scuola già dalle 7.30, accuditi da un’operatrice. È per me una grande soddisfazione: in un solo anno son riuscita a migliorare un servizio che mai prima d’ora era stato regolarizzato in maniera ufficiale dall’ente comunale». (ca.b.)
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Nordest
IL CASO Il cerchio si stringe intorno a M49, l’orso “confidente” del Trentino, che negli ultimi due anni si è reso responsabile di qualche decina di attacchi contro pecore, mucche, arnie e caseifici. Da giorni, gli uomini del Corpo Forestale provinciale stanno cercando di catturarlo con delle trappole piazzate nei boschi ai piedi delle Dolomiti di Brenta. Secondo l’ordinanza firmata da Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma, M49 è potenzialmente pericoloso per l’uomo, e dev’essere rinchiuso in un recinto. Nel 2014 Daniza, un’orsa trentina per la quale era stata decretata la cattura, è morta dopo essere stata colpita dal dardo. In questi giorni, a Trento e nelle valli vicine si discute molto di M49 e della sua sorte. Ai cortei e ai flash mob delle associazioni ambientaliste che hanno chiesto di lasciare in libertà l’animale, ha risposto venerdì una manifestazione organizzata nel capoluogo da Coldiretti, e che ha visto la partecipazione di un migliaio di allevatori, accompagnati da animali da allevamento e trattori. Qualche giorno prima, il parere positivo sulla cattura di M49 emesso dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, aveva chiuso un’aspra discussione tra la Provincia Autonoma di Trento e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Secondo Pietro Genovesi, responsabile per la fauna selvatica dell’Ispra, «l’accresciuta frequentazione delle aree da parte dell’uomo nel periodo di alpeggio», insieme alla capacità di M49 di entrare in stalle e altri edifici, determina «dei rischi potenzialmente significativi per l’uomo», e rende quindi accettabile la sua cattura.
SEMAFORO VERDE Il semaforo verde all’intervento,
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, FUGATTI: CONVIVENZA TRA UOMO E GRANDI CARNIVORI IMPOSSIBILE CON QUESTI NUMERI
L’APPELLO VENEZIA Agnelli tremate, i lupi son tornati. Con la bella stagione e gli alpeggi, in Veneto è di nuovo allarme grandi carnivori. Solo che i piani di intervento decisi con la Regione Veneto non bastano più. Ed è per questo che la Coldiretti chiede l’intervento del Governo. Il punto, però, è che il ministero dell’Ambiente retto da Sergio Costa (quota M5s) non ne vuol sapere di sparare ai lupi: è una specie protetta, non li si può ammazzare. Al che gli agricoltori ribattono esibendo i numeri di quella che definiscono una strage: nel 2018, nell’intero territorio montano veneto, si sono verificate 196 predazioni con 400 capi morti, 50 feriti, 125 dichiarati dispersi. È così che la Coldiretti rilancia: «Il patto con la Regione Veneto non basta, serve un piano di governo. Gli allevatori sono al limite della resistenza».
GLI AGRICOLTORI La giunta regionale - ricorda Coldiretti - ha dato il via libera a un procollo che prevede il monitoraggio sull’effettiva distribuzione dei predatori e la presen-
Domenica 14 Luglio 2019 www.gazzettino.it
ALTO ADIGE Un orso in libertà e, nel tondo, la (ben diversa) raffigurazione cartoon dell’Orso Yoghi. È polemica tra i difensori dei grandi animali e gli allevatori che subiscono i danni
I contendenti
MAURIZIO FUGATTI Il presidente della Provincia di Trento ha firmato l’ordinanza per la cattura di M49
SERGIO COSTA Il ministro dell’Ambiente si è opposto alla cattura e ha chiesto un parere al Consiglio di Stato
Attacchi di orsi e lupi gli allevatori in piazza Sulle Dolomiti ormai è vera emergenza `Animalisti contro ogni ipotesi di cattura Agricoltori esasperati: Yoghi è altra cosa Manifestazioni dei due fronti in Trentino `
I numeri
60 Gli orsi che si sono insediati tra le Dolomiti e l’Adamello (e un numero analogo di lupi)
95.000
però, non chiude la discussione sugli orsi del Trentino, contro cui ieri si è svolta sempre a Trento un’altrettanto affollaat contro-manifestazione ambientalista. Tra le Dolomiti e l’Adamello, ricordiamo, vivono tra i 50 e i 60 orsi e un numero analogo di lupi. Mentre i primi derivano dalle reintroduzioni effettuate tra il 1999 e il 2001 nel Parco
Adamello-Brenta (gli esemplari liberati provenivano dalla Slovenia), i lupi sono tornati sulle Dolomiti spontaneamente dalle Alpi centrali e dai Balcani.
GLI INTERVENTI Nel 2018, secondo i dati ufficiali, i danni causati dai due predatori in Trentino sono aumentati di poco rispetto all’anno pre-
cedente. Per l’orso, la Provincia ha liquidato 95.000 euro nel 2018 contro gli 83.000 nell’anno precedente. Per entrambe le specie, il totale liquidato ad allevatori e agricoltori danneggiati è passato da 130.000 a 172.000 euro. Una cifra che non sembra mostrare un attivismo esagerato da parte dell’orso M49, e che sembra compatibile con il bilan-
euro spesi dalla Provincia di Trento nel 2018 per liquidare i danni causati dagli orsi
172.000 l’ammontare dei danni causati dai predatori in Trentino
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GRANDI PREDATORI In Veneto l’anno scorso 196 predazioni da parte di lupi. A lato un esemplare di cinghiale: ora potrà essere cacciato anche sul Baldo
Veneto, l’incubo dei predatori «Serve un piano di governo» za di eventuali ibridi nonché a coordinare gli organi competenti per affrontare il problema dei cani vaganti. Quanto ai danni subiti dagli imprenditori agricoli c’è la copertura dei costi sostenuti per recinti elettrificati e ani-
LA COLDIRETTI CHIEDE L’INTERVENTO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE: «NON SONO PIÙ CAPI IN VIA DI ESTINZIONE»
cio provinciale. La presenza dell’orso, che crea certamente problemi ad allevatori e contadini, fa ormai parte dell’immagine della Provincia autonoma, e attira in Trentino migliaia di escursionisti e turisti, anche se gli allevatori esasperati mettono in guardia che «l’Orso Yoghi è un’altra cosa». Già nelle scorse settimane, Fugatti non si è limitato a chiedere la cattura di M49, ma ha chiesto una drastica riduzione del numero di orsi e lupi in Trentino. «La convivenza tra uomo e grandi carnivori è possibile, ma non con questi numeri», ha aggiunto il presidente della Provincia. Il Trentino, come il vicino Alto Adige, chiede allo Stato una delega per valutare in autonomia quanti orsi e lupi possano essere compatibili con il territorio, e per intervenire direttamente per ridurli. «Questa non è una posizione accettabile», risponde Marco Galaverni, responsabile specie e habitat del Wwf Italia. «Orsi e lupi non sono proprietà della Provincia di Trento e di altri enti locali, ma un patrimonio dell’Italia e dell’Europa. Se un animale diventa pericoloso siamo d’accordo che venga catturarlo. Ma la vicenda di M49 non dev’essere strumentalizzata». Stefano Ardito
mali da guardiania e contributi per ulteriori sistemi di protezione del bestiame, come la presenza di vigilanti nelle malghe e sui pascoli. Ma a detta della Coldiretti le azioni messe in campo dalla Regione non bastano. «È urgente - dice l’associazione di categoria - trovare nuove modalità strategiche all’interno dei piano di governo della fauna selvatica che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione del proliferare di questi grandi carnivori da considerare non più esemplari in via d’estinzione». Tradotto: i lupi si sono moltiplicati, vanno uccisi.
LA POLITICA A chiedere l’intervento del ministero dell’Ambiente è anche la deputata vicentina Silvia Covolo (Lega): «Nessuno vuole lo sterminio dei lupi né stravolgere l’ecosistema della zona . ha scritto in una interrogazione ma è chiaro a tutti che per difendere concretamente persone, animali da allevamento e attività produttive presenti nelle malghe e negli alpeggi servono soluzioni adeguate ed efficaci».
I CINGHIALI Intanto la Regione Veneto ha stabilito che dalla prossima stagione faunistico venatoria
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2019/2020 si potrà cacciare il cinghiale anche sul Monte Baldo. Il numero di capi prelevabili in selezione da appostamento è fissato a 300, distinti per sesso e classe d’età come da indicazioni dell’Istituto superiore per la pro-
LA REGIONE ESTENDE LA CACCIA AL CINGHIALE AL MONTE BALDO MA PER SPARARE SERVE L’ABILITAZIONE
tezione e la ricerca ambientale (Ispra). Il tetto potrà essere superato, su autorizzazione della Provincia, fino ad un massimo di 400 esemplari, fermo restando il rispetto della ripartizione per sesso ed età indicata da Ispra. I periodi di caccia vanno dal 2 novembre 2019 al 30 gennaio 2020 in girata e fino al 30 marzo 2020 in selezione da appostamento. Il prelievo sperimentale resta in vigore anche in Lessinia come avviene dal 2010. «Si tratta di un prelievo del tutto sostenibile, che ha ottenuto il parere favorevole dell’Ispra – ha detto l’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Pan – per contenere il proliferare della specie, visti i problemi causati nel territorio veronese, caratterizzato da spiccata vocazione agricola». Come per le passate stagioni venatorie, i soggetti titolati al prelievo sono rappresentati esclusivamente dai cacciatori in possesso dell’abilitazione alla caccia al cinghiale rilasciata dall’Amministrazione provinciale di Verona, a seguito di apposita formazione e del superamento della relativa prova d’esame. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA
VENETO E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
DOMANISULGDV.«Lacrisidelmondooperaio»
«Raccontounmondo,appunto quello operaio,cherischia prestodiscomparire, com’è avvenutonelsecoloscorsoconquellocontadino».LoscrittoreAntonioBortoluzzi, natoinAlpago,narrailsuoparticolaremondomontanodomaniper“Ivenetid’oggi”.
LARIFORMA. Eccoperchéci siè arenatisulla scuola esullemerevoci diun “fondoperequativo”
«Autonomia,giàlunedì chiedo un nuovo incontro» Ilministroèdeciso ariprendereil confronto:«Ci sono puntid’intesa trovatisumolte materie, epropostepronte. Iononmollerò dicerto» Piero Erle
«Già lunedì chiederò che venga convocata una nuova riunione sull’automomia. Non abbiamo lavorato un anno per niente e la questione è fondamentale: abbiamo raggiunto punti di incontro, ci sono proposte. Io resto lì finché non si trova una soluzione». La vicentina Erika Stefani, ministro per gli Affari regionali, non molla di certo. Ovvio, il sospetto è che ci sia un gioco per mettere in frigo l’autonomia, ma le dichiarazioni dai 5Stelle sono sempre «l’autonomia va fatta, ma va fatta bene». E allora il ministro è pronto a riprendere la battaglia punto su punto. A iniziare dalla scuola. SCUOLA. La trattativa ha con-
tinuato ad agitarsi per un motivo chiarissimo: i 5Stelle non sono d’accordo con la richiesta della Regione Veneto di poter assumere con propri concorsi il personale scolasti-
co, docenti compresi, in modo da integrare gli organici carenti e gestire il problema dei “buchi” che si creano perché ci sono docenti che vincono concorsi e subito chiedono il trasferimento. D’altra parte, però, dire un “no” secco a concedere autonomia sulla scuola sarebbe azzoppare la riforma intera. Serve una mediazione. «C’è stato un incontro col sottosegretario Salvatore Giuliano dei 5Stelle - spiega il ministro per cercare di trovare una soluzione, e si è elaborata una possibile proposta che il Governo potrebbe fare alle Regioni: niente concorsi, ma vedere se concedere alla Regione che con fondi suoi propri, non soldi dello Stato, si faccia carico di aumento dell’offerta formativa ad esempio in zone di montagna in cui le classi faticano ad avere il numero di allievi sufficienti, per tenere in vita classi meno numerose». Altra questione: cercare di vedere se si può offrire alla Regione il potere di offrire in-
OLTRE CHE IN LESSINIA. La Regione dà le regole leati. E il ministro Stefani ha anche messo sul tavolo l’altro macigno: sui giornali girava la proposta di un “fondo perequativo” dalle Regioni autonome a quelle meno efficienti su cui però non c’era alcuna proposta ufficiale del Mef-Ministro delle finanze. In pratica, per i 5Stelle se la Regione si trovasse più soldi del previsto dalla sua percentuale di Irpef per “quota autonomia”, dovrebbe dare tutto allo Stato. «Ma questo - sbotta Stefani - significa non capire cos’è l’autonomia: data una risorsa, te la devi gestire tu e se fai efficienza devi poterti tenere il risultato della tua efficienza. È premialità. Ovvio, se il Veneto triplicasse il suo Pil, un meccanismo di monitoraggio ci vuole, ma questo è ben diverso». LA CONTROPROPOSTA ALLA REGIONE. Il primo obiettivo,
Ilministro Erika Stefanidopol’ultimo summita palazzoChigi
centivi reddituali per garantire la continuità del professore per qualche anno, invece che chieda subito la mobilità verso altre sedi. Ma dai 5Stelle è venuto un no. LO SCONTRO. È stato il mini-
stro per il Sud Barbara Lezzi, nel confronto, ad affermare che si creavano le Regioni ric-
che, capaci di fare offerte migliore ai docenti, e altre no, e questo è incostituzionale. Lì è scattato il vicepremier Salvini. “Il governatore Zaia ha appena abolito il superticket per una certa fascia di reddito grazie ad economie della Regione in sanità, e sarebbe incostituzionale?” è stata la stizzita replica leghista agli al-
tel. 0444 396200 www.publiadige.it
adesso, è che il governo approvi un testo da proporre alle Regioni, cercando la massima consonanza («nei vertici a palazzo Chigi ad esempio sull’ambiente abbiamo trovato grandi punti di contatto, e sulla sanità anche»). Poi saranno le Regioni a dire la loro: si spera di firmare una pre-intesa tra Governo e Regione, un primo “vincolo” tra le parti, e poi si andrà all’esame del Parlamento. E in caso una nuova trattativa Stato-Regione. Il cammino è lunghissimo. Ma il ministro Stefani è deciso: niente stalli, si deve andare avanti. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Cacciaalcinghialeinautunno possibilepuresulmonteBaldo VENEZIA
Dalla prossima stagione faunistico venatoria 2019/20 si potrà cacciare il cinghiale anche sul Monte Baldo. È la principale novità introdotta dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla caccia Giuseppe Pan. Potranno essere abbattuti fino a 300 capi «distinti per sesso e classe d’età come da indicazioni dell’Ispra. «Il tetto potrà essere superato, su autorizzazione della Provin-
cia, fino ad un massimo di 400 esemplari, fermo restando il rispetto della ripartizione per sesso ed età indicata da Ispra». La caccia potrà svolgersi dal 2 novembre al 30 gennaio “in girata” e fino al 30 marzo in selezione da appostamento. La caccia sperimentale al cinghiale resta in vigore anche in Lessinia come avviene dal 2010: saranno abbattibili 7-800 capi «di cui 150 capi nella forma della selezione, da suddividere a seconda del sesso e classe d’età». •
DELIBERA. Tarifferidottee altre facilitazioni
Il Veneto facilita la procedura perlaprocreazioneassistita VENEZIA
Procreazione assistita più facile in Veneto. La Regione, annuncia l’assessore Manuela Lanzarin, ha approvato nuove indicazioni operative e anche tariffe ridotte sia per l’omologa che l’eterologa «per renderne più agevole e meno costoso l’utilizzo da parte delle coppie che desiderano procreare, ma faticano, o sono impossibilitate a farlo in modo naturale». «È una
scelta di civiltà cui teniamo molto», rimarca il presidente Luca Zaia. Un gruppo di lavoro elaborerà un protocollo per la diagnosi genetica preimpianto e individuerà i Centri del Veneto dove la si potrà eseguire. Sarà favorita la donazione dei gameti «attraverso forme di facilitazione per chi intenda donare ovociti o spermatozoi come atto volontario, altruista e gratuito». Esenzione anche per i pazienti con patologia tumorale che siano in età fertile. •
IL DOSSIER DI CNA. I tre territori-lomocotiva d’Italia hanno bisogno di risorse decentrate che si tramutino in investimenti
Leimprese:«Stiamoperdendoterreno versoitedeschi:lariformaènecessaria» L’autonomia potrebbe valere un +0,2-0,3% del Pil per Veneto, Lombardia ed Emilia R. VENEZIA
«Autonomia per lo sviluppo». Nella confusione del dibattito nazionale forse a volte si perde di vista il perché delle cose, e ci ha pensato il dossier dell’osservatorio “Economia e territorio” delle tre Cna di Veneto, Lombardia ed Emilia R. presentato in Consiglio regionale (è del Centro studi Sintesi) a ricordare a tutti perché queste tre regioni chiedono più autonomia: altro che egoismo, l’economia di queste aree che sono una locomotiva per l’Italia sta perdendo competitività e arretra rispetto ai “competitor” europei. Serve un cambio di regole che ridia fiato alle imprese di questi territori. Affiancato dal coordinatore dello studio Alberto Cestari e dal presidente Alessandro Conte di Cna Veneto, Roberto Ciambetti presidente del Consiglio regionale coglie la palla al balzo: «I vostri sono dati emblematici, e non scontati, che da soli basterebbero a smentire quell’insieme di stereotipi e banalità con le quali troppo spesso si parla con vasta ignoranza del processo autonomista in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Purtroppo una parte del mondo politico e della classe dirigente, e non solo
Salvini: «Avanti»
RobertoCiambetti,Alessandro Conte,AndreaCestari e lostudio
nel Mezzogiorno si serve sistematicamente di notizie contraffatte mirando a disorientare l’opinione pubblica, snaturandone reazioni e sentimenti. C’è una disonestà di fondo che lascia sgomenti». IL PROBLEMA. Cestari mette
davanti agli occhi di tutti la fotografia della situazione reale: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono i tre leader nazionali dell’export. Solo che “vendere all’estero” significa competere con gli altri Paesi. E la verità è che «dieci anni fa, le tre Regioni avevano tassi di disoccupazione sensibilmente inferiori ri-
spetto ai Länder tedeschi. Oggi la situazione è totalmente cambiata: in Germania la disoccupazione è scesa» e qui si fatica. Cosa accade? Uno dei temi chiari che evidenza il dossier Cna è che la spesa di soldi pubblici nella Germania federale è molto più “decentrata, vicina al territorio” di quanto lo sia in Italia. Non solo: come ormai è stato detto da tutti, la spesa pubblica dello Stato italiano suddivisa per territori vede agli ultimi posti proprio Veneto, Lombardia ed Emilia. E tra l’altro «rispetto al 2010, queste tre Regioni hanno perso circa il 50% dei trasferimenti stata-
«Contocheci sia ancora qualcheriunione e chepoi arriviinConsigliodei ministrilaprima storica bozzadi autonomia che portal’Italiapiù vicinaal modelloeuropeoche funziona».CosìMatteo Salvini,vicepremier,ieria Ferrara:«Vediamo diunire Paesee Governoperché fa benea tutti, nonsolo a Emilia,Romagna, Veneto, anchea Marchee Puglia: è tagliaregli sprechi ed esserepiùefficienti» .
li». Chiara quindi una prima conclusione di Cestari: «Per recuperare terreno e diventare più competitivi un possibile punto di partenza può essere proprio l’esercizio di una maggiore autonomia legislativa e amministrativa da parte delle Regioni». CHI SOFFRE LA SITUAZIONE.
Se si va poi a vedere dentro i conti, e anche questo è un tema che il mondo delle imprese continua a denunciare, il taglio di risorse è finito a pesare soprattutto su un calo netto di investimenti: «Nell’ultimo decennio la quota dei bilanci regionali destinata agli
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Domenica 14 Luglio 2019
investimenti ha subìto una progressiva erosione, a vantaggio della spesa corrente» e dal 2008 nelle tre regioni è crollata del -43%. LEPROPOSTE. Fatta la diagno-
si, è abbastanza evidente una cura da applicare: «Il regionalismo differenziato - scrive il dossier di Cna - può costituire una leva inedita per stimolare la crescita economica e aumentare il livello di competitività delle imprese. L’autonomia diventa uno strumento al servizio delle Regioni per intervenire in maniera mirata sul gap di infrastrutture, incrementare le risorse per investimenti, sostenere l’innovazione nelle imprese». Cifre alla mano, l’autonomia potrebbe valere una crescita del Pil del +0,2-0,3% nelle tre regioni. Anche tenendo conto, sottolinea il presidente Conte, che al di là delle cifre che passerebbero da Stato a Regione, le maggiori competenze darebbero più spazio al Veneto e alle altre anche di far valere di più il suo «elevato livello di efficienza amministrativa». Con un monito chiaro che Cna rivolge però alle Regioni stesse: se l’autonomia darà più risorse certe, dovranno essere destinate «a sviluppo economico e investimenti». • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA
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COMMENTI
DOMENICA 14 LUGLIO 2019 IL PICCOLO
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LE IDEE
RONCHI, LA SVOLTA C’È ORA I COLLEGAMENTI
QUEL TRAVAGLIO INTERNO ALLA LEGA CHE PESA SUL NODO DELL’AUTONOMIA
ROBERTO MORELLI FABIO BORDIGNON
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a un isolamento masochista all’innesto in una rete internazionale: la svolta per Ronchi c’è tutta, ora va fatta funzionare. E poiché non è scontato che funzioni, bisogna adoperarsi affinché accada. La vendita del 55% di Trieste Airport alla 2i Aeroporti, a sua volta controllata dalla società F2i che gestisce i principali fondi infrastrutturali italiani, inserisce lo scalo regionale in un sistema di aeroporti con lo stesso proprietario: Milano, Torino, Napoli, Bologna, Alghero e ora Trieste fanno viaggiare più di 70 milioni di persone l’anno e coprono quasi il 40% del traffico nazionale. È una svolta epocale, per uno scalo finora rimasto ai margini dello sviluppo esponenziale dei voli e soverchiato in pochi anni da sedi un tempo inesistenti come Treviso, Pisa o Lamezia. Un malinteso senso dell’autonomia e dell’orgoglio regionale, tradottosi in rotte inesistenti e piste ricoperte dalle erbacce, aveva fruttato anni di tiramolla e di procedure incompiute. Da ieri Ronchi è tutt’altro: la Regione, compreso che non sarebbe stato possibile altrimenti, lo ha collocato in un network nazionale, con un atto di lungimiranza che alla comunità sarà restituito con gli interessi. L’alternativa sarebbe stata la sparizione. A dispetto delle velleità del governo, che s’illude che un’Alitalia ri-statalizzata possa funzionare (non funzio- Un interno del Trieste Airport: la svolta è arrivata con la vendita a F2i Aeroporti Archivio nerà), aeroporti e compagnie non possono più essere affare di Stato: sono di- stra. Ma uno scalo più gradevole non sa- da spronato affinché Ronchi entri veraventate un settore di concorrenza acer- rebbe bastato. I passeggeri non ci ven- mente in una rete di scali, ed è bene che rima, rivoluzionato dalle compagnie gono per quello, né per l’apprezzabile Marano e Consalvo, d’intesa con la Relow-cost e messo a dura prova dall’alta cortesia degli addetti ai controlli e al du- gione, spronino e vigilino. Lo scalo ha velocità ferroviaria, e richiedono le ty free che sempre salutano sorridendo. un potenziale enorme nella proiezione competenze e le risorse del privato. Ci vengono per le rotte, le connessioni e verso l’Europa dell’Est e il MediterraRonchi è molto migliorata negli ulti- il numero dei voli, ovvero la possibilità neo. Per concretizzarlo, ha bisogno di mi anni. La gestione Madi viaggiare. Se fossi- connessioni con le capitali che di fatto rano-Consalvo, suppormo rimasti arroccati al- rendano possibile raggiungere il montata da due giunte regio- Un atto di lungimiranza la ”autonomia” dello do intero. Ottenuta la destinazione nali di colore diverso, ne da parte della Regione scalo, quella cortesia Francoforte, la priorità è ora Parigi (da ha fatto uno scalo più sarebbe rimasta per Francoforte e Parigi si vola ovunque) sema è bene vigilare che decoroso e ben ragguita, in ordine d’importanza, da Moaffinché lo scalo entri pochi intimi. giungibile, grazie anche Non si può dare tut- sca, Istanbul e Atene. alla connessione con la veramente in una rete tavia per scontato che Il nuovo proprietario mira a investire stazione ferroviaria. Ed la svolta societaria por- nello scalo ben 30 milioni, ed è imporè un punto di merito il fatto che il gover- ti in tempi brevi una svolta strategica e tante che investa altrettante energie natore Fedriga abbia favorito la confer- operativa. Gli aeroporti, anche se parte nei collegamenti. Per scoprire tutti, fra ma dei vertici che avevano molto ben di un medesimo gruppo, sono entità ge- qualche anno, che l’autonomia regionaoperato, guardando ai risultati e alle co- lose: non amano collaborare e si guar- le si valorizza non con i posti nel Cda, se da fare e non a chi (il predecessore dano in cagnesco. E i gestori di fondi so- ma con i decolli e gli atterraggi che si Debora Serracchiani) aveva nominato no spesso più attenti alla componente fi- susseguono e portano traffici, turisti e chi, il che per una volta ha evitato il be- nanziaria che alle sinergie realizzabili. lavoro. — cero spoil system usuale a destra e a sini- È possibile che il nuovo proprietario va-
L’
autonomia si farà, ha garantito il premier Conte, fattosi garante, al contempo, dell’unità del paese, e della tenuta della maggioranza. Tutto da verificare, ciò nondimeno, il quanto dell’autonomia. E ancor prima il quando. Prevista nella Costituzione (e persino nel contratto di governo), una risposta alle richieste del Nord è stata promessa per fine-2018, quindi rinviata a metà-febbraio, dunque posticipata al dopo-Europee. Ma l’indiscusso vincitore di quella competizione non sembra spingere con la stessa “cattiveria” impiegata per altri obiettivi. Il nodo delle autonomie, del resto, riassume le fratture sulle quali la Lega è nata e cresciuta. Fratture che, tuttavia, sembrano essersi spostate dentro il nuovo partito plasmato dal segretario, e dentro il suo governo. La frattura tra reIl nuovo Carroccio gioni del Nord e regioni non è più del Sud, con le prime deterlobby nordista a Roma minate a trattenere compema partito del governo tenze e risorse. La frattura tra identità locale e spirito e delle istituzioni nazionale. La frattura tra istituzioni centrali e governo regionale. Ancora, tra burocrazia di stato e ceti produttivi. Su tutte queste linee di divisione, pesa, naturalmente, la coabitazione con il M5s, partito in via di accelerata meridionalizzazione. Ma, sotto la superficie della quotidiana guerriglia tra alleati, il vero travaglio appare tutto interno alla Lega. Sempre più (seppur non ancora) partito nazionale, nel suo impianto territoriale. Sovranista, nel profilo ideologico: alla ricerca di nuove patrie (e nuovi legami internazionali). Non più lobby nordista a Roma: rappresentanza padana in compagini governative nelle quali sono altri a condurre le danze. Bensì, partito del governo: partito delle istituzioni. Rimangono le rivendicazioni del Nord, delle sue imprese, dei suoi governatori: in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna. Le regioni a guida leghista, in particolare, hanno alle loro spalle i tanti “Sì” dei refetenutisi nel 2017. Per Salvini le istanze rendum Salvini sa di non potere del Settentrione ignorare queste istanze. Se ne fa interprete. Ma allo sono eredità d’un passato dal quale stesso tempo le vive con un po’ di fastidio. Eredità di cerca di affrancarsi un passato dal quale cerca di affrancarsi, intralcio alle ambizioni del presente. Per questo, finora, non ha forzato la mano, ed è apparso meno impaziente, meno determinato rispetto all’azione su altri fronti. Secondo il Presidente del consiglio, l’ora dell’autonomia è adesso. Ma si tratterà di una soluzione «equilibrata»: per non esasperare gli squilibri della penisola; e non fare esplodere quelli dell’attuale governo, in giornate decisive per stabilirne... l’autonomia (nel senso della durata). Salvini, almeno per ora, non sembra intenzionato a rompere; comunque, non su questo tema. Tali scelte, se confermate, potrebbero “costare” ulteriori ritardi, e diversi compromessi: sulla strada che porta all’autonomia... del segretario, dalla vecchia Lega e dai suoi territori. —
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Provincia 27
L'ARENA
Domenica 14 Luglio 2019
FUMANE. Ilrettileprobabilmentesi èspaventato esi èdileguato nellavegetazione. Non èancora statorintracciato.Non èpericoloso ma c’èallarme
Ciclistisi imbattono inun pitone inmezzo alla strada Subito credevano che fosse un pezzo di legno, poi il serpente si muove Mistero a Fumane, dove due ciclisti si sono imbattuti sulla strada dei Progni che porta a Molina in un esemplare di pitone reale, raggomitolato su stesso. La notizia è stata data dal Dolomiti: Raffaele Stara e Morena Baciali, una coppia, stavano percorrendo la strada che sale verso Molina, quando hanno visto qualcosa muoversi in mezzo alla carreggiata. Subito, hanno raccontato, pensavano si trattasse di un pezzo di legno. Poi si è mosso e hanno capito che si trattava di un serpente, di una specie non locale. Prima che l’ani-
male si nascondesse dentro una siepe, Raffaele è riuscito a fotografarlo, cosa che ha consentito di identificarlo. «Abbiamo chiamato subito i pompieri che ci hanno girato il numero di un rettilario locale», hanno raccontato i due. «Il proprietario ci ha spiegato che era meglio non toccare l’animale e di avvisare subito le forze dell’ordine». Poco dopo il serpente, probabilmente spaventato dalle auto, si è infilato in una siepe facendo perdere le sue tracce. La coppia è riuscita a contattare il corpo forestale solo il
giorno seguente, le ricerche sono così iniziate con un giorno di ritardo. Al momento senza risultato dal momento che il pitone non si trova più da nessuna parte. «Si tratta di un Pitone reale», ha spiegato sempre al quotidiano trentino Karol Tabarelli de Fatis, assistente tecnico del Muse, «una specie ampiamente allevata in terraristica, per la sua bellezza, ma anche per il suo carattere docile e per il fatto che resta contenuto nelle dimensioni, superando difficilmente i 130 centrimetri di lunghezza».
Il rettile, che come detti non è stato più rintracciato, non è velenoso, si ciba di topi o altri animali di campagna, ma molti lo ignorano. Con molta probabilità è stato abbandonato nel bosco da qualche appassionato che lo aveva allevato, avendo raggiunto le dimensioni di un esemplare adulto. Originario dell’Africa occidentale, è abituato a temperature alte, anche nei terrari dove questi serpenti vengono riscaldati con le lampade. Difficilmente riuscirà a sopravvivere quando le temperature si abbasseranno. • G.G.
Unpitonecomequello trovatoaFumane,poidileguatosi
AMBIENTE. Audizionein prefetturaaVenezia. Confermato che entrolafinedel meseentreràin funzione lanuova barriera idraulica,ma l’efficacia ètutta da valutare
AllarmePfas, peggioral’inquinamento L’Arpav alla commissione Ecomafie: nonostante la chiusura dello stabilimento Miteni, lafaldaacquiferaèsempre contaminata.E sottole discaricheèpresente ilC6O4 Luca Fiorin
La contaminazione da Pfas della falda acquifera, quella da cui ancora dipendono gli acquedotti della zona rossa, non accenna a migliorare. Anzi, se possibile, la situazione è ancora peggiore di quella di qualche mese fa. Una situazione che si sta verificando nonostante la fabbrica chimica Miteni di Trissino, che secondo le inchieste giudiziarie in atto va considerata come la causa principale dell’inquinamento, abbia sospeso da mesi la propria attività in seguito a fallimento. Che i problemi invece di essere in via di risoluzione si stiano aggravando è stato confermato dall’Arpav, l’agenzia regionale per i controlli ambientali, nell’audizione compiuta in settimana in prefettura a Venezia davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie. Sono stati sentiti, fra gli altri, l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin, il direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio regionale nonché commissario governativo all’emergenza Pfas Nicola Dell’Acqua e il comandante del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Treviso Massimo Soggiu. «Arpav ha sottolineato che, secondo le verifiche fatte a sud dello stabilimento Mite-
ni, da mesi i valori dei contaminanti nella falda non solo non calano ma in alcuni punti addirittura aumentano», afferma il deputato veronese Pd Vincenzo D’Arienzo, membro della commissione. È stato confermato che entro questo mese entrerà in funzione la nuova barriera idraulica alla quale sta lavorando la società che era proprietaria di Miteni, ma il parlamentare dice anche che non è sicuro che questo intervento riesca a contenere la diffusione della contaminazione: «Il problema è che il livello degli inquinanti è ancora alto e, quindi, non è chiaro se gli interventi in atto basteranno a limitarne il trasferimento dai terreni all’acqua, cosa che si sta cercando di evitare con pozzi di emungimento, o se sarà necessario programmare altre opere per tenere basso il livello della falda», spiega D’Arienzo. «Da questo punto di vista, la situazione potrà essere affrontata compiutamente solo quando saranno portati via i macchinari dell’azienda chimica - si prevede entro la fine del 2020 - dalla ditta indiana che li ha acquistati all’asta e si potrà procedere alla bonifica dei terreni che stanno sotto l’azienda; cosa su cui abbiamo avuto garanzie dalla Regione», dice D’Arienzo. Nel corso delle audizioni, che si sono svolte in due sedu-
Perle patologiecorrelate
LeMammenoPfas versolarichiestadidanni LeMamme noPfas si preparanoadavviareun’azione risarcitoriaperi danni alla salutedovuti all’inquinamento dasostanzeperfluoroalchiliche:inquestigiorni hanno invitatoa partecipare a un approfondimentoper verificarese ci sono le condizioniperun’iniziativa di questogenere.Invito cheè rivoltoachi èinteressato da patologieteoricamente correlabiliai Pfas: dall’aumento delcolesteroloai tumori del reneedel testicolo,allacolite ulcerosa,a problemi sortiin gravidanzacomediabete, pre-eclampsiaed eclampsia, sinoal ridotto pesoallanascita eallealterazioni dellatiroide. Perla valutazionedeivari casi lemamme hannoincaricato duemedici, cheraccoglieranno idati personalie disalutedelle persone,le qualipossono farsi darela propriadisponibilità
tramitela paginaFacebook delle mammeo scrivendoa genitoricontroipfas@gmail.com. Inquestigiorni,intanto,sul tema Pfascisono novitàanche dal puntodivista giudiziario:se questasettimanala Procura di Vicenzahafattorichiesta dirinvio agiudizioper i reatididisastro innominatoedavvelenamento delleacqueneiconfronti dinove managerdiMiteni,a conclusione diun’inchiestalegata aifatti antecedential2013, vaanche dettocheneldossier sulle Ecomafiepubblicatoda Legambientesiparla di un’inchiestaavviatadalla Procura diRovigo,azione chepotrebbe esserelegata arecenti rinvenimentidinuovi PfasnelPo. Sarebbela terzainchiestasui Pfas,visto cheinProcura a Vicenzasista lavorando anchea unsecondofilone d’indagine, riguardantela contaminazione degliultimianni. LU.FI.
colato delle discariche. Sempre giovedì, nel ricordare che il Fratta Gorzone è fortemente interessato dalla presenza dei Pfas, è stato ribadito che anche i pozzi privati sono toccati dalla contaminazione, sottolineando che «entrambe queste fonti sono al servizio delle colture del Colognese». Il passaggio dei Pfas negli
alimenti e gli esiti dello screening sullo stato di salute dei residenti nella zona rossa saranno però oggetto di prossimi approfondimenti. La prossima audizione della commissione è prevista per mercoledì a Roma, quando verrà sentita Eugenia Dogliotti, la direttrice del dipartimento Ambiente e salute dell’Istituto superiore di Sanità. •
Unamanifestazionecontroi Pfas davantialla Miteni,orachiusa
te separate, è poi stata approfondita la questione C6O4. Questo è un Pfas di recente generazione che è stato trattato da Miteni solo a partire dal 2014, in seguito ad autorizzazione regionale. «Resta il nodo di come sia stato possibile autorizzare questo trattamento quando era noto da almeno un anno che i Pfas erano già attenzionati per la loro
possibile pericolosità», sottolinea il deputato democratico. Proprio in merito al C6O4, nel corso dell’audizione è stato spiegato che è presente in notevoli quantità nei percolati delle discariche di varie province venete e che in alcuni casi è anche finito nelle acque sotterranee sottostanti, non essendo le discariche
stesse perfettamente impermeabilizzate. «Uno dei casi potrebbe essere quello della discarica Cà Bianca di Zevio, peraltro oggetto di indagine da parte della Procura di Verona, ma ci è stato detto che ce ne sono altri in giro per il Veneto», sottolinea D’Arienzo. Per questo la Regione sta studiando tecniche volte ad essiccare e poi bruciare il per-
SANT’AMBROGIO. IlGruppopodistico Gargagnagoalla quinta edizione
Hannoportato l’amicizia frai10 borghipiùbelli Massimo Ugolini
La quinta staffetta dell’Amicizia organizzata dal Gruppo podistico Gargagnago - una cinquantina fra podisti ed accompagnatori ciclisti - è stata protagonisti di una corsa no stop fra le 10 località elette «Borghi più Belli» del Veneto, così decretati dell’omo-
nimo club costituito nel 2006 su impulso della Consulta del turismo dell’Anci. «I podisti di Gargagnago hanno vissuto giorno e notte fra corse, pedalate, visite a piccoli e grandi borghi, in condivisione di sudore e fatica, ma anche di emozioni e di amicizie», racconta Evita Zanotti, vicesindaco e assessore al turismo del Comune di
Sant’Ambrogio, di cui Gargagnago è frazione. La staffetta, denominata «A piè tra i borghi» si è snodata tra i borghi di San Giorgio Ingannapoltron da dove è partita, Borghetto, quindi Montagnana, Arquà Petrarca, Portobuffolè, Sottoguda, Mel, Cison, Follina. L’iniziativa si è conclusa ad Asolo, dove i podisti hanno partecipato al locale
Lastaffettadell’Amicizia conEvita Zanotti, vicesindaco di Sant’Ambrogio
Palio col vicesindaco Zanotti. «L’intento di unire simbolicamente i borghi più belli del Veneto è riuscito», afferma il presidente del Gruppo podistico di Gargagnago Riccardo Rodeghero. «Abbiamo
portato, in ogni località, abbracci, sostegno, simpatia, a sua volta ricambiati». Il gruppo ha consegnato al sindaco del Comune di Rocca Pietore Andrea Severino De Bernardin un contributo
di 4.150 euro per la ricostruzione dei Serrai di Sottoguda distrutti dalla tempesta Vaia dello scorso ottobre. «Un ringraziamento particolare» riprende il presidente «va alle persone impegnatesi per la
lotteria dell’Amicizia e a tutti quelli che hanno reso possibile questa raccolta di fondi. Inoltre fondamentale è stato il sostegno del sindaco di Sant’Ambrogio Roberto Zorzi e il vicesindaco Evita Zanotti per avere creduto in questo progetto, spendendosi in prima persona per coinvolgere le amministrazioni dei Borghi attraversati». La bandiera dei Borghi più Belli d’Italia ha corso con quella della Staffetta recata dai podisti del gruppo di Gargagnago. «Siamo ritornati a Gargagnago», conclude Rodeghero, «con indimenticabili ricordi». •