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Sabato 4 Maggio 2019 Corriere del Veneto
PD
Rovigo
NUMERI UTILI Municipio Questura Prefettura
rovigo@corriereveneto.it
04252061 0425202518 0425428511
VigiliUrbani Carabinieri Polstrada Servizioveterinario
0425204611 042529381 0425426611 3495836327
CroceRossa Capitaneriadiporto Acquedotto Ulss18
Noce, l’Ordine dei medici lo appoggia e attacca il Pd Solidarietà al presidente Francesco Noce e condanna alle critiche verso di lui. È la risposta ufficiale dell’Ordine dei medici di Rovigo alle dichiarazioni di Vincenza Truppo, dirigente medico dell’Usl candidata col Pd alle elezioni comunali, che chiedeva un passo indietro dell’Ordine nell’evento sul «fine vita» di questa mattina. A far nascere la polemica la presenza tra gli invitati di Cristiano Corazzari, assessore regionale e candidato capolista della Lega alle Comunali. «Chiedo di preservare l’Ordine, mantenendolo un luogo apartitico e lontano dalla campagna elettorale — aveva attaccato Truppo — Perché la presenza dell’assessore? Il motivo è che ci sono le elezioni, dove la figlia del presidente Noce è candidata col succitato assessore?». Accuse a cui risponde l’Ordine dei camici bianchi con una nota ufficiale. «Ricordiamo che la conferenza non è organizzata dall’Ordine, ma dall’associazioni “Scienza e vita” (ma l’evento si svolge nella sede dell’Ordine, Ndr). L’Ordine ne ha concesso il patrocinio, come l’Ordine delle professioni infermieristiche. Ribadiamo che l’assessore sarà presente per il suo ruolo istituzionale. Esprimiamo solidarietà al dottor Noce. Condanniamo le offensive dichiarazioni della dottoressa Truppo e evidenziamo che la figlia non sarà tra i relatori. Invitiamo il partito di riferimento della dottoressa a prendere le distanze per evitare strumentalizzazioni». A rispondere è Graziano Azzalin, consigliere regionale dem e capolista per il Pd alle Comunali. «Rispettiamo la posizione dell’Ordine — dichiara — Ma se la vicenda non ha
Il 26 maggio s’avvicina La campagna elettorale s’infiamma
Rugby, semifinale scudetto
Bersaglieri: 421 biglietti venduti per Padova ROVIGO Vigilia d’attesa per i tifosi rossoblù per il big match di semifinale-scudetto di andata del «Top 12». Domani alle 16.30 al «Plebiscito» di Padova il «derby d’Italia» tra Petrarca Padova (campione d’Italia in carica) e Femi-Cz Rugby Rovigo Delta (diretta web su RaiSport.rai.it e differita su RaiSport tv ore 00.25). Ieri saliti a 421 i biglietti acquistati in prevendita dai tifosi rossoblù per la trasferta. I «Tuttineri», terzi in classifica nella regular season, sfidano i Bersaglieri secondi classificati in un duello che prevede il ritorno al «Battaglini» domenica 12 maggio alle 16.30. Oggi danno il via ai playoff al «Mirabello» di Reggio Emilia Valorugby e Calvisano. Una sfida inedita in post-season per la caccia all’89° scudetto. (Na.Cel.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Inquinamento da Pfas nel Po Provincia e Consiglio di Bacino chiedono l’intervento di Zaia anomala di Pfas in Veneto — commenta — Sollecitiamo però anche un tempestivo trattamento di un tema così delicato». Richiesta appoggiata anche dalla Regione Emilia-Romagna. Ad aggiornare i dati sul rilevamento degli inquinanti di nuova generazione e sulle misure di prevenzione per il mantenimento della potabilità dell’acqua è una nota di «Acquevenete». La società idrica riporta che l’acqua potabile erogata dalle centrali operanti sul Po ha i valori di inquinante emergente inferiori ai limiti indicati dall’Arpav e che, in via precauzionale, si sono già sostituiti i filtri installati nelle centrali che attingono dal Po. Resta alta l’attenzione però per l’acqua grezza, quindi non erogata, dato il rilevamento della presenza superficiale del suddetto inquinante nell’acqua dei potabilizzatori di Canalnovo, Corbola e Ponte Molo. (M.B.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Carichi di lavoro insostenibili, clima lavorativo oppressivo, stipendi tra i più bassi in Italia. Sono le conclusioni dell’assemblea intersindacale dei dipendenti delle Usl venete, che denunciano «l’errata e colpevole politica del personale attuata dalla Regione». A preoccupare in modo particolare l’aumento dell’età dei lavoratori e del numero dei pensionamenti, che hanno portato alla riduzione degli organici. «Denunciamo il disinteresse della Regione nei riguardi dell’enorme problema creato dall’invecchiamento del personale — si legge nel documento finale dell’assemblea — Si sono create condizioni crescenti di disagio lavorativo, spesso senza considerare le condizioni minime di riposo per ovviare alla scelta di non garantire il turnover così da risparmiare e fare bella figura. Si è creato un clima lavorativo oppressivo, con retribuzioni sotto la media. Intanto la Regione ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro l’incremento del salario previsto dal contratto nazionale per fare cassa a scapito dei dipendenti. Dichiariamo lo stato di agitazione e segnaliamo la pericolosità della situazione per la popolazione veneta». A spegnere il fuoco per l’Usl 5 «Polesana» il direttore generale Antonio Compostella, che sottolinea l’assenza di rischi per la provincia. «Mancano circa 50 medici che contiamo di riassorbire per almeno la metà entro fine anno — spiega il manager — Non sono a rischio i reparti. Sottolineo il costante impegno della Regione per indire i concorsi». Ma a pesare sul territorio polesano sono anche i tagli previROVIGO
La replica dei Dem Azzalin: perché ci chiedono distanza da chi ha denunciato la situazione? Arrivano i big Il presidente della Regione viene a sostenere Gambardella, Variati per Gaffeo
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«Acquevenete» rassicura
ROVIGO Provincia e Consiglio di Bacino chiedono alla Regione maggiore sicurezza per la qualità delle acque polesane. Cresce la preoccupazione per l’inquinamento da Pfas nel fiume Po, dopo che le rilevazioni hanno evidenziato concertazioni anomale delle sostanze potenzialmente pericolose. «La consigliera provinciale delegata all’Ambiente Sara Mazzucato chiederà al governatore Zaia di rappresentare il territorio — annuncia Ivan Dall’Ara, presidente della Provincia — Vogliamo attivare procedure condivise per garantire ai nostri cittadini acqua sicura e controllata». L’occasione sarebbe quella del tavolo tecnico nazionale previsto la prossima settimana per limitare congiuntamente il problema dell’inquinamento da sostanze Pfas nel Po. Una richiesta accolta dall’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin. «Porteremo i dati degli ultimi rilevamenti sulla presenza
niente di politico troviamo singolare e contraddittorio l’invito rivolto al Pd su una vicenda che riguarda dinamiche interne. La questione sollevata dalla dottoressa Truppo, però, resta sul tavolo e ribadiamo che la posizione di Corazzari appare poco consona al suo ruolo istituzionale». Dichiarazioni a cui l’assessore regionale, che oggi sarà all’iniziativa, non intende rispondere. Intanto continua a pieno ritmo la campagna elettorale. In vista delle elezioni comunali del 26 maggio, nei prossimi giorni saranno molti gli esponenti di partiti e movimenti politici che arriveranno a Rovigo a sostegno dei candidati sindaci in corsa. Lunedì pomeriggio il governatore Zaia verrà a sostenere Monica Gambardella, nome del centrodestra. Gambardella giovedì sera al Salone del Grano della Camera di Commercio ha presentato ufficialmente la sua candidatura, sorretta da 6 liste. Oltre alla propria civica personale, con lei Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Obiettivo Rovigo e Forza Rovigo. Gambardella promette una semplificazione della macchina amministrativa e sicurezza. Per il Pd stamattina sarà nel capoluogo Achille Variati, capolista veneto alle prossime Europee, che sosterrà pubblicamente Edoardo Gaffeo, in corsa per la poltrona di sindaco col centrosinistra unito. Sempre oggi, alle 16.30, il Movimento 5 Stelle ufficialmente presenterà lista, programma e candidato sindaco, Mattia Maniezzo, alla Gran Guardia. Marco Baroncini
Ulss19 Emergenzainfanzia Radiotaxi TaxiRovigo
Arriva il governatore
Il caso del convegno con l’assessore regionale leghista Corazzari ROVIGO
0425361388 0426387055 0425363711 04253931
sti dalle schede ospedaliere, col dimezzamento e il declassamento dell’ospedale di Adria. «Dal punto di vista tecnico non è a rischio la qualità del servizio sanitario — dichiara Compostella — Adria rimane un centro in cui vogliamo investire, la perdita dei primariati non ha effetti sulle funzioni dell’ospedale e non c’è alcun declassamento. La perdita del titolo di “spoke” non ha effetti sulla dotazione tecnologica o del personale. È una questione terminologica, legata al numero di utenti serviti. L’importanza dell’ospedale è data dalle sue funzioni e dalla preparazione dei medici». L’allerta da parte della politi-
La difesa dell’Usl Il direttore generale Compostella: «Reparti e servizi integri, nessuna vera perdita» ca e dei sindacati resta comunque alta. Lunedì, in occasione dell’arrivo di Luca Zaia a Rovigo per il taglio del nastro del nuovo laboratorio robotico di analisi nell’ospedale del capoluogo, il presidente della Conferenza dei sindaci, Franco Vitale (Rosolina) chiederà al governatore del Veneto un incontro a margine per discutere del futuro della sanità polesana. Sempre lunedì alle 9.30 la Cgil ha organizzato una manifestazione davanti all’ingresso della struttura sanitaria rodigina per chiedere che non siano effettuati altri tagli.Attese proteste anche dai comitati popolari pro-ospedali. M. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Rosolina«Bandierablu»perilquintoanno Macalanoleprenotazionituristicheestive Il vicesindaco Grossato: «Meno terrorismo, Nord Africa tornato in auge» Arriva per il quinto anno consecutivo il riconoscimento «Bandiera blu» per Rosolina e l’isola di Albarella, ma l’orizzonte non è sereno a causa di un calo di prenotazioni rispetto al 2018 per l’estate che è ormai alle porte. Ieri a Roma c’è stata la premiazione per 183 Comuni italiani, tra cui Rosolina assieme ad altre sette località marittime venete, per la qualità eccellente delle acque di balneazione così come certificate dai prelievi dei tecnici delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (Arpa) oltre all’efficienza di servizi come quelli recettivi per i turisti, tipo spiagge attrezzate e tutte dotate di personale addetto al salvataggio in mare. Parametri che si abbinano ad altri più generali come la qualità della raccolta differenziata e della depurazione delle acque reflue. Ieri nella capitale per la premiazione è sceso il vice-
ROSOLINA
sindaco di Rosolina, Daniele Grossato che, a margine della cerimonia, ha però lanciato un campanello d’allarme per l’estate. «Registriamo un
calo di prenotazioni in hotel e seconde case, soprattutto per quanto riguarda le famiglie, rispetto al 2018. Si tratta di un fenomeno che sembra
La rassegna culturale
«Rovigoracconta» con Rumiz, Bartezzaghi e Frankie hi-nrg mc ROVIGO Sono l’enigmista Stefano Bartezzaghi ed il
giornalista Paolo Rumiz le star in arrivo a «Rovigoracconta». Il primo oggi alle 17 al teatro Duomo parlerà del suo ultimo libro «Banalità, luoghi comuni, social network e semiotica», il secondo (oggi alle 17.30 in Pescheria Nuova) presenta «Il filo infinito». Oggi «Rovigoracconta» offre anche uno spaccato sul mondo hip hop con Frankie hi-nrg mc che presenta il libro «Faccio la mia cosa» alle 16 al «Corsopolitan». Stamattina dalle 9 alle 11, all’auditorium dell’ospedale rodigino, lo staff di «Rovigoracconta» leggerà l’albo illustrato «L’ultimo lupo» ai bimbi ricoverati in Pediatria. Intanto, cambiata la viabilità in pieno centro storico con divieto di sosta e rimozione forzata quasi ovunque. Inoltre, divieto di circolazione in via Battisti, via X Luglio e Corso del Popolo © RIPRODUZIONE RISERVATA tra le vie Grimani e Ponte Roda. (A.A.)
aver colpito tutto il litorale veneto — spiega Grossato — tanto che abbiamo interessato l’assessore regionale al Turismo Federico Caner perché attivi dei meccanismi a favore delle località marittime venete». I motivi di questa marcia indietro per Grossato sono semplici. «Le nazioni nordafricane che si affacciano sul Mediterraneo in questo 2019 sembrano essere meno interessate da problematiche legate al terrorismo internazionale. Questo significa — conclude Grossato — che i turisti stanno iniziando a tornare verso quelle destinazioni, a scapito del litorale veneto». A livello regionale, oltre a Rosolina la Bandiera blu è andata a sette centri veneziani: Caorle, Cavallino Treporti, Jesolo, Chioggia, Eraclea, San Michele al Tagliamento e Venezia. Antonio Andreotti © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Sabato 4 Maggio 2019
I nodi
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● L’intervento
Torniamo all’Europa delle radici di Roberto Crosta*
Le fibrillazioni, mediatiche e sostanziali ad un tempo, intorno all’autonomia non accennano a scemare. Anzi. Come accade ciclicamente da metà febbraio, data di consegna della bozza di intesa in consiglio dei ministri, non si muove foglia ma, a tratti, la tensione sale all’improvviso. Così è successo ieri quando il vicepremier Matteo Salvini ha scandito dall’Emilia: «Basta dubbi, il dossier autonomie rimane aperto, io la parola la mantengo, conto che la mantengano tutti gli altri, perché l’Italia è bella, è lunga e più i poteri sono vicini ai territori, più è facile spendere bene ed è difficile rubare e sprecare». Aggiungendo, poi, con decisione: «Hanno ragione Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia. C’è nel contratto di governo, l’autonomia fa bene a tutti, da Nord a Sud. Altre 7 regioni italiane hanno chiesto più autonomia. Spero che il governo non perda altro tempo perché la Lega è pronta. Sono i 5 Stelle che hanno dubbi dubbi, dubbi, dubbi ma ci pagano per governare non per avere dubbi». E, del resto, anche l’EmiliaRomagna, come Veneto e Lombardia, attende un cenno di vita da Palazzo Chigi su quell’autonomia differenziata scomparsa nelle sabbie mobili romane. E la velenosa cronaca politica di questi giorni non aiuta. Per il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, la vicenda che coinvolge il sottosegretario leghista Armando Siri, con le fibrillazioni nel governo legastellato collegate «non pesa sull’iter dell’autonomia, non ha proprio nulla a che vedere. L’autonomia - ha detto ieri Zaia ormai è incanalata. Si decide che questo governo non la vuole fare? L’autonomia la farà qualcun altro, però sarebbe grave che questo accadesse perché ci siamo impegnati in tal senso». Di dubbi che non hanno più diritto di cittadinanza parla anche il governatore che non si stanca di ripeVENEZIA
Con il capo politico Mattia Fantinati, sottosegretario veronese alla Pubblica amministrazione e il capo politico del M5s Luigi Di Maio
Autonomia,iCinquestelle alzanoillivellodelloscontro «DallaLegabugieelettorali» Fantinati cerca una via d’uscita: «Vogliamo solo cautela» tere il suo mantra che riecheggia la volontà dei veneti espressa con il referendum: «Stiamo attendendo dal 22 ottobre 2017, abbiamo risposto a tutte le domande e ad ogni possibile dubbio e il tempo è finito. Adesso il Movimento 5 Stelle ci dica se l’approva. Se non la vuole approvare come l’abbiamo scritta
noi presenti ufficialmente la sua idea di autonomia». Solo ieri anche il ministro per le Autonomie, Erika Stefani, era sbottata: «Nessun ministro del M5s mi ha mai affrontata». Il controcanto pentastellato è affidato al sottosegretario veronese Mattia Fantinati: «La mistificazione che gli amici della Lega stanno por-
I dati
Reddito, il Veneto in fondo alla classifica 35mila domande, una ogni 136 abitanti
Caf Le domande si portano ai Caf
VENEZIA Reddito di cittadinanza, gli ultimi report confermano la morigeratezza del Veneto che colleziona solo 35.901 domande contro, ad esempio, le 172.175 della Campania che detiene il record italiano. Si potrebbe dire anche che in Veneto ha presentato domanda un abitante ogni 136, neonati e anziani inclusi. A scorrere la «classifica» delle province, poi, svettano Padova e Verona, con, rispettivamente,7.293 e 7.254 domande. Belluno © RIPRODUZIONE RISERVATA fanalino di coda con 961.
tando avanti deve finire. Comprendo il tentativo di fare il pieno in campagna elettorale, ma i cittadini veneti non sono stupidi». Fantinati rivendica un ruolo di convinto sostegno del M5s alle istanze autonomiste: «Per la prima volta, dopo quasi 20 anni di governo leghista in Veneto e a Roma, la Lega trova alleati convinti e di parola sul tema dell’autonomia. Si chiede semplicemente di procedere con la cautela e l’attenzione istituzionale necessaria. Ci prendiamo il merito di essere ottimi partner dei nostri alleati». E un’autonomista della prima ora, seppur con dna dem, Simonetta Rubinato lancia un appello: «Zaia è in un vicolo cieco. Per uscirne dovrà scegliere se stare con i veneti o con Salvini». Saranno le Europee, fatto sta che la parola d’ordine sembra essere: «alzare il livello dello scontro». M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Siamo alla scadenza di una delle tornate elettorali europee più sentite nella storia. I popoli europei sembrano pervasi da una poca fiducia nei confronti delle istituzioni e il rischio è che questa disaffezione faccia dimenticare i valori fondamentali che hanno portato alla creazione stessa della Comunità Europea. Una doverosa precisazione va fatta subito: che si debba puntare ad una maggiore vicinanza tra il centro delle politiche europee e i Paesi che la costituiscono è assolutamente fuori di dubbio. Le (talvolta) molto fredde analisi dei palazzi di Bruxelles e di Strasburgo debbono tornare a confrontarsi in modo serio e costruttivo con le economie reali, quelle fatte da cittadini e imprese che sono al fondamento della Comunità stessa. Uso la vetusta espressione «Comunità Europea» perché era proprio questo il nome iniziale, quello che i padri fondatori le assegnarono a Roma il 25 marzo 1957. Ed è proprio il senso di comunità che va recuperato tra i diversi Paesi che costituiscono ora l’Unione Europea. La parola «comunità» porta dentro di sé - in modo intrinseco - il senso di mutuo aiuto, la fratellanza e la ricerca del bene comune, principio tanto caro alla dottrina sociale della Chiesa che mi piace sottolineare, soprattutto oggi quando le radici del bene comune sembrano lontane. Paradossalmente credo che oggi serva ancora più Europa. Ma quella vera, quella delle radici, quella che ha condotto alla creazione della Comunità dopo due conflitti mondiali che avevano devastato gran parte di essa e che tanto avevano martoriato il nostro Paese. È molto profondo il richiamo del Patriarca Francesco Moraglia, in occasione della Via Crucis, quando ha sottolineato che «senza Europa non stiamo a galla». È così, perché non sta a galla la nostra base, non sta a galla il nostro essere stati primi attori di questo processo di Unione che ancora oggi, pur se da rinnovare e cambiare, è al fondamento del nostro sviluppo.È dunque in quest’ottica che lunedì 6 maggio, alle 20.30 a Zelarino presso il Centro Urbani, la Fondazione Marcianum invita chi vuole (speriamo tanti) ad approfondire questi temi mettendo un focus particolare sul tema della Brexit. Il titolo, infatti, è «Dal Club del Coccodrillo alla Brexit. Quale futuro per l’Europa». Avremo ospiti l’ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta, il prof. Carlo Carraro della Fondazione Nord Est, il prof. Ignazio Cabras dell’Università di Newcastle, la prof.ssa Tiziana Lippiello prorettore vicario dell’Università veneziana di Ca’ Foscari e Marco Zatterin vice direttore de La Stampa, tutti moderati dal già corrispondente Rai Antonio Caprarica. Una bella occasione per rimettere al centro il dialogo. *Presidente Fondazione Marcianum © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PRIMO PIANO
Sabato 4 Maggio 2019 Corriere del Veneto
Politica uomini e risorse
Sanità,apertalastagionedeiconcorsi laRegionecercaduemiladipendenti
Nel giorno della grande protesta sindacale, il Veneto annuncia assunzioni di oss, infermieri e medici VENEZIA Nel giorno in cui la sanità veneta si è fermata per due ore di affollate assemblee che hanno portato a un inedito annuncio di «stato d’agitazione generale», la Regione annuncia l’apertura di una stagione di maxi concorsi in sanità. Che sia in corso una drammatica emorragia di medici e di personale sanitario con tanto di assunzioni all’estero è cronaca degli ultimi mesi. Palazzo Balbi corre ai ripari affidando all’Azienda Zero un’infornata di concorsi che porteranno a una quota di assunzioni che oscilla fra le duemila e le tremila unità nel giro di pochi mesi, comun-
di volta in volta, spiega la Regione, non verrà effettuata preselezione. Al concorso per infermieri si sono raccolte 6.475 domande, anche in questo caso senza preselezione. Segue il concorso per tecnici di laboratorio con 1.082
● La parola
AZIENDA ZERO
L’Azienda Zero nasce come cuore amministrativo della sanità veneta nel 2016 per razionalizzazione costi e servizi delle diverse Usl regionali e gestire i bandi
partecipanti. «Per quanto riguarda i dirigenti medici, Azienda Zero ha espletato procedure di concorso per 294 posti», si legge in una nota. Tradotto, 294 medici potrebbero essere assunti, a patto che accettino, già da subi-
Zaia I concorsi dimostrano quanto sia falso che la Regione dorma mentre gli ospedali si svuotano que entro l’anno. E secondo la Cgil, i potenziali pensionati di Quota 100 sarebbero addirittura 3200 solo nel comparto e altri 1300 fra i medici. Per ora, il dato saliente sarebbero i settecento posti a concorso per i medici. Usiamo il condizionale perché esiste l’incognita dell’accettazione o meno del posto, questione che ha tenuto banco nelle cronache degli ultimi mesi. Ma andiamo con ordine: i prossimi 5 e 6 giugno è in calendario la prova pratica del concorso per Oss, gli operatori socio-sanitari. Si sono prenotati in 11.947. Per accelerare i tempi di approvazione della graduatoria da cui le aziende ospedaliere «pescheranno»
Le assemblee
All’unanimità Il voto, ieri a Conegliano, del documento che proclama lo stato di agitazione nella sanità veneta
Medici e infermieri protestano ovunque «Si svegliano tardi, sistema a rischio» Dichiarato lo stato di agitazione
«Una giornata straordinaria», dice Adriano Benazzato, segretario regionale di Anaao Assomed, la sigla dei medici ospedalieri, parlando delle assemblee che, ieri dalle 8 alle 10 hanno paralizzato tutti gli ospedali veneti. «Mai visto una partecipazione così trasversale del mondo della sanità, tant’è che si è votato lo stato di agitazione complessiva, non è mai successo prima». I numeri parlano di 1055 partecipanti in tutti gli ospedali veneti. Parole che rimbalzano, pressoché identiche, in casa Cgil, Uil, Anaao appunto ma anche tutte le sigle della sanità, dalla veterinaria alla dirigenza medica. Unica assente la Cisl. VENEZIA
Per acclamazione si è votato un documento durissimo contro la Regione Veneto firmato dall’«Intersindacale dirigenza medica e sanitaria e comparto». «Denunciamo l’errata e colpevole politica del personale attuata dalle Regioni, in particolare dalla Regione Veneto, nei riguardi dei dipendenti del Sistema sanitario nazionale», esordisce il documento. E poi, un cahier de doléances in piena regola: il disinteresse della Regione nei riguardi dell’enorme problema creato dall’invecchiamento del personale sanitario, «se medici e personale sanitario si comportassero così nei riguardi dei pazienti che
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In tutti gli ospedali veneti, ieri, i servizi sono stati fortemente ridotti per le assemblee convocate dai sindacati per due ore
assistono, ignorando sintomi e segni evidenti di patologia,sarebbero denunciati per colpevole omissione», si legge. Si lamenta un consistente aumento dei carichi di lavoro, la sistematica persecuzione di tagli e risparmi sui costi, un «clima lavorativo da caserma», il «ricorso intimidatorio a procedimenti disciplinari», lo «scandaloso ricorso della Regione Veneto alla Corte Costituzionale contro l’incremento del 3,48% della massa salariale. Uno j’accuse acuminato che si conclude con: «non siamo più disposti ad accettare tali comportamenti vessatori ed il perdurare di scelte programmatorie ed organizzative regionali ed aziendali pericolose ed incoscienti nei riguardi della salute pubblica». Le nuove schede ospedaliere in dirittura d’arrivo e le carenze di personale si sono miscelate in un composto esplosivo, insomma. E i sindacati non si trattengono. «La nota sui concorsi diramata ieri? Trite manovre pre elettorali», taglia corto Francesco Menegazzi della Uil Fp di Venezia. «Una mossa curiosa, - considera sarcastico il segretario regionale della Cgil Fp, Daniele Giordano - vista la coincidenza con le assemblee di venerdì. Di fatto la Regione
to. Questo mese partirà un nuovo concorso per altri 411 posti: un totale di 705 potenziali camici bianchi. Da tener d’occhio i bandi in corso: alcuni scadono oggi, gli ultimi il 23 maggio (tutte le info sul sito di Azienda Zero). Il paradosso, poi, è che la fame di dottori in Veneto è inversamente proporzionale alla disponibilità di medici. Viceversa, per gli altri profili professionali, Oss e infermieri, c’è un esercito di aspiranti. Qualcuno, però, ce la farà: le stime della Regione parlano di un drappello di lavoratori sanitari (medici esclusi) che potrà variare fra le duemila e le tremila unità. I fabbisogni delle aziende sanitarie, spiegano all’Azienda Zero, variano di settimana in settimana e le variabili non sono poche. A partire dal triennio segnato da Quota 100 che rischia di svuotare ulteriormente le corsie degli ospedali. Sulla sanità interviene anche il governatore Luca Zaia: «Capisco la preoccupazione di tanti cittadini sulle nuove schede ospedaliere ma devono comprendere che non le facciamo per fare angherie contro qualcuno». E sull’agitazione del personale sanitario: «Non mi risulta che in Veneto si paghino di meno i medici per delle scelte fatte da questa Regione. È difficile assumerli e trovarli. Ma i concorsi dimostrano quanto sia falsa l’idea che la Regione dorma mentre gli ospedali si spopolano. Parlare male della sanità del Vene+++to vuol dire far danni alla sanità stessa». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
certifica una carenza programmatoria spaventosa se ha bandito posti per 700 medici in pochi mesi. La sostanza non cambia, è stato indetto lo stato di agitazione e significa che comunicheremo alla prefettura di Venezia che informerà il Viminale. La prospettiva non esclude uno sciopero massiccio. L’intento è obbligare la Regione a presentarsi con un piano finalmente chiaro e a far pesare il proprio ruolo, e un suo sottosegretario, Luca Coletto, al tavolo nazionale in cui si discute del rinnovo contrat-
La protesta Comitati e sindacati
A Castelfranco tutti in piazza contro i tagli ai posti letto CASTELFRANCO Ci sarà anche la Cgil a fianco del comitato di cittadini che domani, in piazza Giorgione, a Castelfranco, darà vita ad una manifestazione di protesta contro il progetto di ridimensionamento dell’ospedale cittadino. Dal Duemila ad oggi infatti i posti letto si sono dimezzati, passando da 876 a 468 mentre le casse pubbliche devono versare al privato titolare del project financing del 2008 48 milioni l’anno di canone fino al 2032. La Cgil ricorda anche come nel 2012 la Regione Veneto avesse promesso di «potenziare le strutture nel territorio» ma che alla data del 2019 nessuna struttura intermedia alternativa ai posti letto ospedalieri sia stata realizzata. L’iniziativa, annunciata da settimane, fa da corollario alla agitazione su base regionale proclamata ieri dalle assemblee dei sindacati della sanità che si sono svolte in tutto il Veneto collegate al sottodimensionamento dell’organico nei presidi ospedalieri. Per garantire i servizi minimi alla sanità trevigiana, è stato detto nel capoluogo della Marca, mancano da subito almeno 100 medici perché ogni giorno ci sono abbandoni per la libera professione. Il ricorso a pensionati, sottolineano inoltre le sigle sindacali, sono solo soluzioni tampone. G.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AVVISO DI GARA
Benazzato (Anaao) La madre di tutti i problemi è la carenza d’organico ormai cronica tuale. Il contratto dei medici è scaduto da dieci anni, quello di comparto da sei mesi». L’accusa principe, poi, nasce delle contestate schede ospedaliere. «Madre di tutti i problemi è la tragica carenza di personale analizza Benazzato - che diventa alibi per privatizzare la sanità pubblica». M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Actv S.p.A., Isola Nova del Tronchetto, 32 - 30135 Venezia - indice una procedura aperta per l’affidamento della fornitura di prodotti per cicli di verniciatura dei mezzi navali Actv e di prodotti (ciclo) per la protezione dei ponti calpestabili delle navi della flotta Actv. Importo complessivo stimato dell’appalto: € 775.000,00 IVA esclusa + IVA. Il bando integrale di gara è stato inviato alla G.U.U.E in data 19/04/2019 e alla G.U.R.I. in data 23/04/2019, ed è disponibile in forma completa e sul sito https:// portalegare.avmspa.it alla sezione “Gare e procedure in corso - Riferimento procedura G13531”. La domanda di partecipazione dovrà pervenire entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 03/06/2019. Il Direttore Generale Gruppo AVM Ing. Giovanni Seno
REGIONE
SABATO 4 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Berlusconi telefona dal San Raffaele e rinvia il debutto della campagna elettorale in Veneto Bendinelli presenta i candidati in corsa per Strasburgo, ma pesa l’alleanza con gli altoatesini
Forzisti sull’altare del patto con Svp «Salvini e Lega? Tradito il Nord» Albino Salmaso
L
a stretta di mano fra Silvio Berlusconi e Antonio Tajani al San Raffaele di Milano ha rasserenato l’orizzonte di Forza Italia, che senza il suo “re” non ha futuro: il Cavaliere era atteso ieri in Veneto per il primo tour elettorale, ma il debutto è rinviato alla prossima settimana. «Questa mattina mi ha telefonato il presidente Berlusconi, sarà con noi tra qualche giorno» spiega l’onorevole Davide Bendinelli, coordinatore regionale del partito che al Pedrocchi ha convocato i deputati e i consiglieri regionali per presentare i sei candidati veneti di Forza Italia alle europee del 26 maggio. In corsa ci sono la senatrice padovana Roberta Toffanin, il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia, il vicesindaco di Vicenza Matteo Tosetto, il consigliere provinciale di Treviso Emanuele Crosato, l’assessora di Verona Anna Leso e Cristina Folchini di Rovigo. Alle spalle di Berlusconi ci sono pe-
Da sinistra: Lorena Milanato, Roberto Caon, Valerio Zoggia, Emanuele Crosato, Roberta Toffanin Davide Bendinelli, Matteo Tosetto, Anna Leso e Marco Marin ieri al Pedrocchi di Padova per le liste di FI
rò la friulana Sandra Savino e Irene Pivetti, ex presidente della Camera nel 1994 con la Lega di Bossi, arruolata come opinionista dalle reti Fininvest del Cavaliere. La battaglia si annuncia diffi-
Roberta Toffanin, senatrice padovana
«Difendere le imprese dalla concorrenza sleale dei prodotti della Cina»
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oberta Toffanin, senatrice padovana, guida la pattuglia dei veneti di Forza Italia con il quarto posto nella lista. Nel suo curriculum vanta legami con la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e con il deputato Marco Marin. La priorità del suo programma? «Grande attenzione alle piccole e medie imprese del Veneto che rappresentano l’eccellenza del made in Italy: sono la sintesi del genio imprendito-
riale, della passione e dell’amore per il lavoro. In Europa dobbiamo tutelare le imprese italiane dalla concorrenza sleale dei giganti dell’Est, in primis la Cina. Ci vogliono regole certe a tutela delle imprese e dei lavoratori». Il Veneto attende da 30 anni la Tav Milano-Venezia-Trieste. Di chi sono le colpe dei ritardi? «Non facciamo inutili processi al passato, la Ue ha stanziato miliardi per la Tav Torino-Lione e per il corridoio del
Botta e risposta pd-carroccio
Calenda sfida sul palco il ministro degli Interni «Non perdo tempo» PADOVA. Ci sarà mai un “faccia a faccia” tra Carlo Calenda e Matteo Salvini durante la campagna elettorale? A lanciare la sfida è l’ex ministro dell’Industria con un tweet: «Io sono in giro per appuntamenti elettorali in Emilia-Romagna. Ma se venissi al tuo comizio a Modena verso le 15 e facciamo un faccia a faccia? Pubblico tutto tuo. Moderatore Morisi se vuoi» scrive Ca-
lenda, capolista Pd alle europee a Nordest. Salvini era atteso a Modena per un’iniziativa elettorale ad alta tensione per la presenza di tre cortei di protesta. Il moderatore proposto da Calenda è il capo dello staff della comunicazione dello stesso Salvini, ma la risposta è stata negativa. «Tanti saluti a Calenda», è stata la risposta del ministro dell'Interno. «Il confronto in piazza
lese Dorfman appena la Svp avrà superato la soglia dei 50 mila voti. La tutela delle minoranze linguistiche non si tocca, ma ha fatto scappare Elisabetta Gardini, capogruppo uscente di Fi–Ppe al Parlamento Ue, ora in corsa con FdI. «Questo governo deve cadere, litigano su tutto, il Veneto attende l’autonomia e non l’avrà mai. I 5 stelle bloccano la ripresa economica, ma anche la Lega di Salvini è corresponsabile del fallimento», spiega Bendinelli. Forza Italia punta a ripetere il risultato del 2018 (14,1% in Italia e il 12% in Veneto )senza lanciare scomuniche e anatemi alla Gardini per il suo addio. «Nessuna polemica, non abbiamo tempo da dedicare a chi ha ci abbandonato perché non ha condiviso l’accordo con la Svp e ha visto traballare la poltrona occupata a Strasburgo da molti anni: Forza Italia resta convinta del valore strategico di questa intesa. E non abbiamo paura nemmeno della concorrenza della Meloni», dice Bendinelli. Nel mirino c’è la Lega di Salvini, che con la sua visita a Orbàn in Ungheria ha gettato la maschera sul patto tra i sovranisti anti-Ue. «Noi siamo convinti che il Ppe avrà ancora un ruolo decisivo nel governo della commissione e del parlamento Ue: siamo orgogliosi del presidente Tajani che difende l’immagine dell’Italia a Strasburgo. Se n’è accorto anche Salvini che vuole entrare nel Ppe per avere un futuro». Ultima polemica sull’autonomia: chi sta barando di più nel gioco delle parti? Il M5S o la Le-
cile, il “forzaleghismo” del trio Berlusconi-Bossi-Tremonti si è dissolto con la svolta sovranista e il “tradimento di Matteo Salvini” che ha voltato le spalle al centrodestra e stretto il patto con il M5S. Un “dispet-
to” mai dimenticato dal Cavaliere. A Nordest poi l’accordo con la Svp rende ancora più difficile la contesa nelle urne perché persino il capolista Berlusconi sarà costretto a cedere la poltrona di Strasburgo al tiro-
Brennero, che sono le connessioni fondamentali del sistema veneto e del Nordest. Senza l’alta velocità le nostre imprese rischiano l’isolamento internazionale sul corridoio 5 Lisbona-Kiev, con il traffico merci costretto a viaggiare sulle autostrade perché le linee ferroviarie sono sature. Basta con i rinvii. I veti del ministro Toninelli stanno diventando ostacoli insuperabili per l’economia: il M5S sa dire solo no». Lei è stata eletta anche dalla Lega, che pensa di Salvini? «Sono delusa dal voltafaccia di Salvini, che ha tradito FI e il Nord. Anche lui ha votato il reddito di cittadinanza voluto dal M5S che ora vuole imporre persino la legge sul salario minimo: come si fa a pagare 9 euro l’ora sia il dogsitter che l’ operaio specializzato? Pura follia dei grillini». —
Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo
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a Modena? Non ho tempo da perdere con gli ex ministri, preferisco parlare con i modenesi», ha tagliato corto Salvini. Il tour elettorale si sta scaldando e oggi anche il segretario Zingaretti sarà in Emilia con Calenda. In Veneto, oggi, la Lega parla di Europa in un dibattito a Cartigliano alle 10.30: parteciperanno il sottosegretario al Mef Massimo Bitonci, il senatore Alberto Bagnai, l’europarlamentare Mara Bizzotto e il deputato Germano Racchella . Infine Sergio Berlato, di FdI continua il suo tour elettorale: a Crespino(Rovigo) ha sostenuto la candidata sindaco Angela Zambelli e a Thiene ha incontrato i cacciatori.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ga che ha tradito Zaia? «Il governo è spaccato su tutto e anche sull’autonomia. I ministri 5 stelle non hanno mai trasferito i contenuti le loro deleghe alla Stefani e quella bozza consegnata al premier Conte è carta straccia. Poi tutti sanno che Salvini non accelera perché ha paura di perdere i consensi al Sud. I veneti hanno votato il referendum autorizzato dalla Corte Costituzionale solo grazie alla nostra proposta di legge approvata dal consiglio regionale», conclude Bendinelli. In sala i consiglieri regionali Maurizio Conte e Marino Zorzato e i deputati Roberto Caon, Piergiorgio Cortelazzo, Lorena Milanato e Marco Marin, che rincara la dose. « Ho l’impressione che sull’autonomia Lega e M5s stiano preparando l’ennesimo bluff, l’intesa che doveva essere firmata a Natale e poi il 14 febbraio non ci sarà nemmeno al prossimo consiglio dei ministri. Erika Stefani si limiterà a un’ennesima relazione. Il governo in questi dieci mesi ha combinato solo danni, in particolare al Veneto, che risulta penultimo nelle domande per il reddito di cittadinanza. Il decreto dignità ha fatto perdere posti di lavoro e la protesta delle categorie è partita dalle nostre città. Noi vogliamo cambiare l’Europa e bisogna ringraziare Berlusconi se Mario Draghi è diventato governatore della Bce. Il Ppe resterà forza di governo a Bruxelles con i liberali, i cattolici e i riformatori. La Lega che guarda alla Le Pen finirà ai margini, Salvini sarà irrilevante» conclude Marin. —
«I pescatori della coop marittima di Jesolo sono allo stremo. E altrettanta insofferenza hanno i pescatori di Caorle e Chioggia o del Polesine. Chi ci ha preceduto non ha tutelato la categoria, mentre i prodotti dell’Adriatico e del Tirreno vanno difesi e valorizzati. Il vero nodo da sciogliere è la tutela dell’ambiente e del mare, ho visto giorni fa i pescatori di Cortellazzo che portavano su le reti con la plastica impigliata: sacchetti, bottiglie. Bisogna porre di limiti, con decisioni che vanno prese non a Jesolo ma in Europa. Regole tassative, basta con la plastica. E quindi condivido la protesta di Greta Thunberg, che si batte per la difesa dell’ambiente. La sua battaglia è sacrosanta e bene ha fatto la presidente del Senato Elisabetta Casellati a riceverla». —
«Va salvato l’ambiente ha ragione Greta Thunberg stop alla plastica in mare»
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alerio Zoggia, commercialista, da 8 anni è sindaco di Jesolo e ha battuto per due volte la Lega di Salvini. Sindaco, vuole conquistare l’Europa con il brand Jesolo? «Sono alle fine del secondo mandato e mi ritengo pronto per una sfida molto importante, rappresentare Jesolo e il Veneto in Europa. Ci dobbiamo difendere dai colossi Usa e Cina ma dando più potere all’Ue, al progetto federalista
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degli Stati. La mia esperienza di sindaco mi consente di affrontare i problemi concreti e di fare squadra per difendere gli interessi reali. Ieri mi sono incontrato con i produttori del consorzio Prosecco, vera eccellenza che vale più dello champagne. L’Ue li mette spesso in croce». L’Ue con i suoi regolamenti ha messo in croce anche il comparto ittico, non solo sulla circonferenza delle vongole e delle reti: lei che pensa?
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Città di Castelfranco Veneto (TV) 2° SETTORE ECONOMICO FINANZIARIO - Ufficio Patrimonio ESTRATTO AVVISO DI GARA PUBBLICA SI RENDE NOTO CHE IL 16 MAGGIO 2019, ALLE ORE 10:00, nella sala consiliare presso il Municipio in via F.M. Preti, 36, si terrà la gara pubblica per la locazione di n. 10 uffici e n. 3 posti auto di proprietà comunale, suddivisi in tre lotti, ubicati presso il condominio “Centro Direzionale C/D” in Piazza della Serenissima n. 80. Le offerte dovranno pervenire all’ufficio Protocollo del Comune, Via F.M. Preti, 36, entro le ore 13:00 di Mercoledì 15 Maggio 2019. LOTTO
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Catasto Fabbricati Sezione F - Fg 4 - particella 395 sub 200 sub 201 sub 210 sub 211 sub 124 sub 202 sub 203 sub 125 sub 204 sub 205 sub 206 sub 207 sub 127
uffici p. primo
posto auto p. interrato uffici p. primo posto auto p. interrato
uffici p. primo
posto auto p. interrato
sup. lorda m2 137,20 112,20 189,48 171,73 18,60 141,91 207,38 18,60 89,10 177,03 201,12 82,83
Canone annuo a base di gara (oltre iva)
€ 31.000,00
€ 17.000,00
€ 27.000,00
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L’avviso di gara integrale è disponibile presso l’Ufficio Patrimonio e consultabile sul sito internet: www.comune. castelfrancoveneto.tv.it, ed è pubblicato all’Albo Pretorio on-line del Comune. Per informazioni tel. 0423 -735552 -735549 - e-mail: patrimonio@comune.castelfrancoveneto.tv.it F.to Il Dirigente del 2° Settore: dott. Carlo Sartore
ATTUALITÀ
SABATO 4 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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Maggioranza ai ferri corti Il primo ministro ha vissuto come una mancanza di rispetto la nota diffusa dal politico indagato Il sospetto che siano stati presentati emendamenti per favorire qualcuno non è accettabile
Il premier furioso minaccia Matteo «Se disertate il cdm, mi dimetto» IL RETROSCENA
Francesca Schianchi alvini suggerisce a Conte di sfidarlo sulle tasse? Possiamo anche azzerarle, se solo ci dice dove trova i soldi… Ci stiamo un po’ stancando di questo modo di fare». Ai piani alti di Palazzo Chigi l’aria resta pesante. Brucia ancora l’iniziativa di giovedì del sottosegretario Armando Siri, quella disponibilità considerata posticcia a dimettersi in una non ben precisata data, entro 15 giorni dal momento di un incontro coi magistrati non ancora fissato. Il premier Giuseppe Conte lo ha vissuto come una mancanza di rispetto, «a questo punto pure se sarà considerato innocente non ci sarà più posto per lui», promettono inviperiti dalle parti del capo del governo, indispettito e offeso perché, insiste chi gli ha parlato, quando chiede le dimissioni del sottosegretario indagato non lo fa nelle vesti di professore ma di presidente del Consiglio, cioè una istituzione che va rispettata. Così fuori di sé da essere arrivato a minacciare «un gesto eclatante»: persino le dimissioni, se dalla Lega e dal suo leader arrivassero frasi o gesti considerati offensivi o provocatori, come sarebbe disertare il Consiglio dei ministri clou della settimana prossima. In realtà nessuno dei protagonisti, premier incluso, vuole che la minaccia diventi realtà. Significherebbe una crisi di governo a meno di un mese dalle elezioni europee, «una follia» per usare le parole di Salvini. Eppure, averla sventolata è sintomo di una insofferenza crescente di Conte nei confronti del suo irruente vicepremier da cui, giurano a Palazzo Chigi, aveva avuto (vane) rassicu-
«S
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte minaccia di salire al Colle se non si risolve il caso Siri
razioni su un passo indietro di Siri. Una insofferenza sempre più difficile da tenere riservata, come dimostrano alcuni episodi: ad esempio quando, in occasione della turbolenta seduta del Consiglio dei ministri di dieci giorni fa dedicata al salva-Roma, Salvini anticipo’ l’esito ai giornalisti ancora prima che si svolgesse. «Come ti viene in mente di farci fare la figura dei passacarte?», era sbottato un solitamente compassato Conte col suo vice, resosi conto che proprio quella era l’impressione, di una riunione finalizzata solo a ratifica-
re le scelte del leader leghista. Ora, il caso Siri ha arroventato ancora di più gli animi. Il punto, ha spiegato Conte al sottosegretario indagato come a Salvini e ai suoi più stretti collaboratori, non è la vicenda giudiziaria in sé, perché di quello dovranno occuparsi i magistrati. È il sospetto che possa aver presentato un emendamento a favore di qualcuno, che non è accettabile: «La norma non avrebbe offerto una parità di chance per il futuro a tutti gli imprenditori – ha spiegato giovedì davanti ai cronisti – ma vantaggi retroat-
le turbolenze nella maggioranza e l’iter del federalismo
Zaia inquieto sull’autonomia «È una questione a se stante» Il governatore veneto sul sottosegretario leghista accompagnato all’uscita «Non faccio difese d’ufficio la magistratura lavori serena» CONEGLIANO. Il caso-Siri inquie-
ta anche il Veneto. Le fibrillazioni di queste ore nel Governo potrebbero minare il già traballante percorso dell’autonomia. Il presidente della Regione, Luca Zaia, è preoccupa-
to. Chiede alla magistratura corsie preferenziali, in termini di tempo, per giudicare i pubblici amministratori. E sollecita il M5S a presentare una sua proposta sull’autonomia se non gli sta bene quella in campo. GIUSTIZIA PIÙ VELOCE
«Io difese d'ufficio non le faccio, sono un inguaribile sostenitore dell'azione della magistratura per cui è giusto che la-
vori con serenità e tranquillità – afferma il presidente soffermandosi sulla vicenda del sottosegretario –. Dall'altro lato dico che noi amministratori abbiamo necessità di avere una corsia preferenziale per arrivare ad una sentenza o quantomeno ad una chiarezza rispetto alle condizioni che vengono contestate». Zaia sa che alza l’asticella, per cui mette subito le mani avanti: «Non faccio l'avvocato
roma
Di Battista scalda i motori «Pronto a ricandidarmi se cade l’esecutivo» «Se, dopo le elezioni europee, dovesse saltare questo governo, mi ricandiderei». Alessandro Di Battista potrebbe tornare a candidarsi alle prossime politiche. L’ex deputato del M5S lo ha detto ieri durante la registrazione del programma televisivo “Accordi e disaccordi” condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi. Come capo politico? «C’è Di Maio».
tivi, una sorta di sanatoria solo per alcuni». E a chi gli ha ribattuto che Siri già aveva patteggiato per bancarotta fraudolenta nel momento in cui è stato nominato sottosegretario, la risposta, per quanto opinabile, è stata che lui si sente particolarmente responsabile per tutto quello che è successo dall’avvio del governo: è da quel momento in poi che si sente in qualche modo coinvolto dagli atti di chi fa parte dell’esecutivo. Ed era convinto che tanto bastasse per convincere anche Salvini dell’opportunità di chiedere un passo indietro al suo uomo: in fondo, ha avuto modo di spiegargli, il M5S ha dovuto ingoiare «non un rospo, ma una mucca intera», come ammette sconsolato un grillino, per salvare proprio il ministro dell’Interno dal processo. E ieri Luigi Di Maio per non esacerbare le tensioni ha evitato esultanze scomposte, «non la considero una vittoria del M5S, mi auguro parentesi chiusa», ha cercato di chiudere la vicenda nel modo più indolore possibile. Dopo una prima reazione a caldo carica di rabbia, ieri Matteo Salvini è tornato con sarcasmo sull’argomento. «Conte mi sfidi sulle tasse, non sulla fantasia», e ancora, «più che sentire Giuseppe Conte vorrei sentire Antonio, per sapere se viene al Milan». Il premier aveva intenzione di cercare il presidente della Repubblica Mattarella, che sarebbe coinvolto da un eventuale decreto per rimuovere Siri, ma non aveva invece nessuna voglia di alzare il telefono per cercare Salvini: per lui, la questione è stata posta, valutata, risolta. E a chi nel Carroccio gli rinfaccia di essere troppo sbilanciato sulle posizioni dei Cinque stelle, ribatte che no, «la Lega la interpreta come una scelta politica per non ammettere che si tratta della decisione giusta». Sa bene però che la vicenda non è ancora conclusa. Il consiglio dei ministri potrebbe essere mercoledì mattina. Se entro quel momento Siri non si sarà dimesso, interverrà Conte. Convinto che la Lega a quel punto debba accettarlo di buon grado. Se dovesse alzare la posta, «se dovesse sfidare, offendere, provocare», elenca chi gli ha parlato, l’arma da fine mondo delle dimissioni la tiene pronta in tasca: «E sarebbe tutta colpa di Salvini». – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
difensore e non lo farò mai ma se passa il principio che l'avviso di garanzia significa decadenza mi chiedo e chiedo al presidente del Consiglio cosa facciamo, ad esempio in tutte le società pubbliche, degli amministratori delegati che riceveranno un avviso di garanzia. Li facciamo dimettere tutti in nome della purezza. Io penso che l'avviso non sia una condanna ed è pur vero che rientra nell'alveo di un'inchiesta». Dunque, su Siri? «Si faccia chiarezza, subito, già nel prossimo Consiglio dei ministri».
re l’impasse dell’autonomia? Quasi si irrita, il presidente, alla domanda. «Mi rifiuto di pensare, come qualche lazzarone dice, che ci sarà lo scambio di prigionieri tra autonomia sì e autonomia no. Matteo Salvini porta avanti le decisioni che sa prendere e dico che l'autonomia è una vicenda a sé, sentita
NEGOZIATO CON LE REGIONI
da oltre 2 milioni di veneti, e da altri milioni di lombardi ed emiliano romagnoli. Noi abbiamo risposto a tutti i questi. Il tempo è trascorso». Ma il
Ma una vicenda come quella del sottosegretario ai trasporti, ormai ex perché ha intanto perso la delega, può consolida-
«Inchieste giudiziarie noi amministratori abbiamo bisogno di una corsia preferenziale»
reddito cittadinanza
Un milione di domande Resta in cassa un miliardo ROMA. Le domande all’Inps
per ottenere il reddito di cittadinanza superano quota un milione mentre ci si avvia alla seconda fase, ovvero al tentativo di inserire al lavoro i beneficiari. Per questa fase, che dovrebbe aprirsi con la dichiarazione di disponibilità al lavoro degli interessati, il cammino appare al momento in salita. I centri per l’impiego infatti non hanno ancora la piattaforma dell’Anpal che dovrebbe consentire la gestione del servizio. Secondo la legge, entro 30 giorni dalla comunicazione dell’Inps dell’accoglimento della domanda (le prime sono arrivate nella seconda metà di aprile) tutti i componenti della famiglia devono rendere la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (Did). Entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio, il destinatario del reddito dovrebbe essere convocato dal centro per l’impiego per sottoscrivere il patto per il lavoro. I tempi per questa seconda parte della misura sembrano allungarsi mentre sulle domande accolte al momento il dato è di circa 480.000 risposte positive sulle prime 680.000 domande elaborate. Se il tasso di risposta positiva rimanesse sul 70%, potrebbero avere la breve la card circa 700.000 famiglie. Luigi Di Maio ha confermato le stime di risparmio per circa un miliardo delle risorse stanziate per il reddito e ha annunciato che torneranno alle famiglie con particolare attenzione a quelle numerose con un solo stipendio. Per assistere i centri per l’impiego, a breve saranno arruolati 3.000 navigator, mentre l’8 maggio scadrà il termine per le candidature. Al momento ne sono arrivate quasi 40. 000, con Campania e Sicilia in testa. I test dovrebbero tenersi entro luglio. —
M5S frena, fa un passo avanti, per compierne due indietro. «Se i 5 Stelle hanno ancora perplessità presentino la loro idea di intesa così anche i veneti, i lombardi, gli abitanti dell'Emilia Romagna, sapranno qual è la loro autonomia. La nostra è chiara ed è scritta nero su bianco». Quindi, secondo Zaia, le fibrillazioni al Governo per Siri non dovrebbero avere ricadute su questo itinerario. Ma è un auspicio, perché in effetti lo stop al sottosegretario si accompagna a quello che di fatto già c’è per riconoscere al Veneto le richieste prerogative. Superato il voto europeo, bisognerà probabilmente aspettare l’autunno prossimo. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Primo Piano
Sabato 4 Maggio 2019 www.gazzettino.it
L’intervista Luca Zaia
«C’è un brutto clima, così non si va avanti»
remesso che conosco pochissimo Armando Siri, che non faccio l’avvocato difensore di nessuno e che ho un’inguaribile fiducia nella magistratura, due riflessioni su questa vicenda vorrei però farle». Il giorno dopo il siluro, sganciato dal premier Giuseppe Conte all’indirizzo del sottosegretario alle Infrastrutture indagato, parla Luca Zaia. Certo da leghista, ma anche da governatore, un doppio ruolo che lo porta a ragionare sulle tensioni nazionali con gli alleati pentastellati e sui rischi giudiziari degli amministratori pubblici.
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La prima considerazione cosa riguarda? «Il principio. Se davvero Conte decide di far passare il concetto per cui un avviso di garanzia è già una sentenza di condanna, allora vuol dire che non serve nemmeno più celebrare i processi. Ma a quel punto il premier dovrebbe essere coerente ed estendere il criterio a tutti, per esempio anche agli amministratori delegati delle società pubbliche e a tutti coloro che hanno ruoli sociali. Se è così, basta dirlo. Ma io non penso che possa esserlo». E la seconda valutazione su cosa si fonda? «Sui tempi. Se un amministratore deve essere indagato, è giusto che lo sia, ma in velocità. Sono convinto che sia sempre più urgente pensare a una corsia preferenziale, brutto da dirsi ma facile da capirsi, per chi amministra la cosa pubblica». Al di là dei profili di incostituzionalità, non crede che sarebbe un discutibile privilegio? «No, la questione non dovrebbe essere vista in questi termini, ma come una garanzia per i cittadini. Immaginiamo ad esempio un sin-
Il governatore: «Se dopo il voto non ` «Dal caso Siri all’autonomia, troppi si cambia, sarei davvero preoccupato» veleni e troppi dibattiti stucchevoli» `
La riforma Salvini: «Dossier aperto» Ma Fi: «Pazienza finita» VENEZIA Il dossier autonomia? Per Matteo Salvini rimane «assolutamente» aperto: «Io la parola la mantengo, conto che la mantengano tutti gli altri», ha detto ieri il segretario federale del Carroccio. Ma l’opposizione è tornata all’attacco. Per esempio Forza Italia, con il deputato padovano Roberto Caon: «La nostra pur proverbiale scorta di pazienza si è esaurita. Le ultime dichiarazioni del vicepremier Di Maio mettono di fatto una pietra tombale su ogni speranza di vedere l’autonomia realizzata. Ma è soprattutto alla Lega che va chiesto il conto delle promesse non mantenute». In allerta anche Simonetta Rubinato, ex parlamentare del Partito Democratico e ora presidente dell’associazione autonomista Veneto Vivo: «Zaia scelga: con i veneti o con Salvini». © RIPRODUZIONE RISERVATA
daco: non può restare indagato mesi e mesi, magari per poi veder andare l’inchiesta in canarina, quando ormai il danno è fatto. Come accade con il Tribunale dei ministri, occorre una struttura speciale anche per gli amministratori e per i dirigenti degli enti e delle società pubblici. Non solo la magistratura, ma anche le istituzioni devono essere messe nelle condizioni di lavorare». Lo dice perché il sottosegretario Siri è della Lega? «No, con Siri penso di aver parlato fugacemente due volte in tutta la mia vita, non ho neanche il suo numero di telefono. Lo dico per un fatto di principio: io che sono un garantista anche con i miei avversari, sono contrario alle modifiche sulla prescrizione, perché se passa il progetto dei Cinquestelle, vuol dire che i processi non finiranno più. Non dobbiamo allungare i termini, ma mettere a disposizione più magistrati e amministrativi, in modo da chiarire subito se uno è delinquente o no». Dopo le parole di Conte, però, ora c’è un problema politico. «Ho letto che il premier avrebbe posto la questione al prossimo Consiglio dei ministri. Vedremo
ragione a dire: io penso a lavorare e ad andare avanti. Però è pur vero che le discussioni sono continue e stucchevoli, come quella sull’autonomia. Da un lato c’è la Lega che onora l’impegno preso con i cittadini. Dall’altro c’è il Movimento 5 Stelle che da un anno e mezzo parla di serie A e serie B, secessione dei ricchi e altre sciocchezze del genere. Basta, non sono più disposto ad aspettare ulteriori domande e dubbi, è ora di andare al vedo. Per questo chiedo ufficialmente ai Cinquestelle di presentare l’intesa che secondo loro potrebbe passare in Consiglio dei ministri». Teme che ci possa essere uno scambio Siri-autonomia? «La Lega non ha mai amato lo scambio dei prigionieri e mai lo farà. L’autonomia ha il suo corso e la vicenda Siri ne ha un altro. Sarebbe vomitevole pensare ad una riforma come ad una merce di scambio». Pensa che il 26 maggio la situazione si chiarirà dentro l’alleanza
LEGHISTA Luca Zaia è il presidente della Regione Veneto dal 2010
che questione porrà».
«SERVE UNA CORSIA PREFERENZIALE NELLE INDAGINI SUGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI, PER FARE SUBITO CHIAREZZA»
L’ha già detto: proporrà la revoca di Siri, se il sottosegretario non si dimetterà da sé. Con questo clima, quanto può durare ancora il Governo gialloverde? «Ce n’è una al giorno e a me spiace, perché c’è un bel contratto da finire di attuare. Il mio segretario e vicepremier Matteo Salvini ha
legastellata? «Spero vivamente che siano solo veleni elettorali. Già adesso il clima è sgradevole, ma se dopo le Europee dovesse continuare così, qualche preoccupazione l’avrei veramente. Noi siamo andati al governo con un progetto da realizzare. E i ministri della Lega, da Salvini in giù, hanno fatto la loro parte. Qualcun altro invece no». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Castelnovo Occhiobello Costa di Rovigo
Sabato 4 Maggio 2019 www.gazzettino.it
«Ambulatorio per gli anziani e sicurezza» `Rizzatello spiega
il programma della lista CostenSi COSTA DI ROVIGO
CONTROLLI Dopo la segnalazione di Arpav è scattato il monitoraggio “pilota” e la sostituzione dei filtri a carbone attivo
Pfas, inquinanti sotto esame Nell’acqua potabile valori di cC6O4 `Acquevenete ha attivato la sostituzione inferiori al limite di quantificazione precauzionale dei filtri nelle centrali `
ALTO POLESINE «Zaia convochi un incontro per approfondire la situazione dei Pfas nel fiume Po». A chiederlo sono il presidente della Provincia di Rovigo Ivan Dall’Ara e il presidente del Consiglio di Bacino Polesine Leonardo Raito, in merito al rilevamento di sostanze inquinanti nel fiume da cui Acquevenete preleva l’acqua per alcuni comuni polesani. «Vanno approfondite le tematiche richiamate e poste in essere delle procedure condivise, finalizzate a garantire ai nostri cittadini un approvvigionamento affidabile e sicuro, oltre ad una qualificata informazione sulle attività che gli Enti preposti per le loro competenze stanno svolgendo sul tema» spiegano Dall’Ara e Raito.
protezione ambientale Veneta, presso tutte le sei centrali gestite da Acquevenete sull’asta del Po. Non appena è emersa questa problematica, il laboratorio di Acquevenete si è attivato per individuare un metodo di analisi, condiviso con Arpav, dato che si tratta di un inquinante “emergente”, ancora sconosciuto, per cui non esiste uno standard certificato per la ricerca analitica.
LE VERIFICHE
LA SITUAZIONE
Il “cC604”, infatti, non rientra tra gli inquinanti regolati a norma di legge, e si attendono indicazioni dagli enti preposti circa l’introduzione di valori di riferimento a livello nazionale. Dopo la segnalazione di Arpav dello scorso 28 marzo, Acquevenete ha agito in base al principio di precauzione, a tutela della salute degli utenti: oltre al monitoraggio “pilota” del cC6O4, è scattata la sostituzione dei filtri a
Notizie arrivano intanto dal fronte dei controlli. Dai rilevamenti e dalle analisi del gestore idrico è emerso che l’acqua potabile, cioè quella erogata agli utenti, ha valori di cC6O4 (composto analogo alle sostanze perfluoroalchiliche, ma di nuova generazione) inferiori al limite di quantificazione indicato dall’Azienda regionale per la
NEI GIORNI SCORSI SONO PROSEGUITI I MONITORAGGI DELL’AZIENDA SULL’ACQUA GREZZA E QUELLA EROGATA
carbone attivo, già installati presso le proprie centrali che insistono sull’asta del Po. Nei giorni scorsi sono proseguiti i monitoraggi dell’acqua grezza e di quella erogata. Per quanto riguarda la prima (ovvero l’acqua prima dei trattamenti, così come viene prelevata dal fiume), è stata confermata la presenza del cC6O4 nell’acqua superficiale che alimenta i tre impianti di potabilizzazione di Canalnovo, Corbola e Ponte Molo, mente le analisi condotte
sull’acqua grezza utilizzata presso le tre centrali che prelevano acqua di falda del fiume Po (Castelnovo Bariano, Occhiobello e Polesella) hanno fornito valori inferiori al limite di quantificazione Arpav. L’inquinamento è a pelo d’acqua, rassicurano, e non nelle profondità del fiume, per cui si sta cercando di capire come risolvere il problema senza dover adottare soluzioni più drastiche. Alberto Lucchin
Occhiobello
A Gianpietro Rizzatello, 52 anni, manca solo il ruolo di sindaco. A fine anni Novanta è stato assessore allo sport, cultura e associazionismo nella giunta di Giuseppe Boscolo. Dal 1995 al 1999 è stato presidente del comitato di gestione della biblioteca, dal 2003 al 2008 presidente dell’Us Calcio Costa, dal 2010 al 2014 presidente della Pro Loco, è stato co-fondatore del Parco delle Noci, e attivo in altre associazioni locali. Stavolta punta deciso alla carica di primo cittadino, capolista della lista civica CostenSi. Da dove nasce la decisione di candidarsi a sindaco? «Lo faccio per dare una speranza a questo paese, che non vuole rassegnarsi a un ruolo marginale. Mancano trasparenza, informazioni, non avvengono incontri con la cittadinanza, le decisioni vengono prese solo da uno strettissimo gruppo di persone. Solo per fare un esempio, Costa ha appreso da Facebook che sono stati installati cinque nuovi autovelox e su tutti i giornali è stato riportato che abbiamo tonnellate di rifiuti tossici; l’amministrazione comunale non avvisa la gente».
IL PROGRAMMA A quali opere pubbliche lavorerete? «La piazza centrale in primis, visto che da oltre dieci anni regna nel degrado, invece si sarebbero potuti risparmiare tempo e soldi. Inoltre l’area industriale, così come l’area ex Gabar ed ex Grazioli,
delle quali non si hanno notizie da anni». Quale il punto dolente di Costa? «Da oltre dieci anni il paese si sta spopolando, ben più delle medie provinciali e ben oltre quello che avviene nei comuni vicini. Il calo demografico è impressionante ed è strano, vista la vicinanza a Rovigo, abbiamo la stazione ferroviaria, l’autostrada e la Transpolesana a pochi minuti». Quale sarà il primo problema da risolvere? «Gli anziani non hanno un ambulatorio per le punture e le terapie basiche; addirittura la festa a loro dedicata è stata trasferita da un paio di anni a Rovigo, con grosse difficoltà di spostamento. I giovani lasciano il paese e anche chi si sposa lo abbandona, perché in questi anni non si sono creati i presupposti per far restare le famiglie. Noi incentiveremo concretamente con dei bonus nascite e dando nuova linfa alla residenzialità. Inoltre vogliamo un paese più sicuro, con veri dissuasori di velocità, una vera videosorveglianza e una linea internet veloce ed efficiente». Rizzatello sottolinea la scomparsa della secolare fiera della Sacra Spina, con la piazza priva di concerti e manifestazioni. «Vogliamo essere più vicini alle associazioni. La nostra lista rinuncerà a metà delle indennità di carica, destinandolo alle attività sociali». Marco Scarazzatti
«IL PAESE SI STA SPOPOLANDO, IN QUESTI ANNI NON SI È LAVORATO PER ATTIRARE LE FAMIGLIE»
Elezioni, il Pd sta con Valentini (J.Cav.) Alle amministrative del 26 maggio il candidato sindaco di “Occhiobello per te” Davide Valentini potrà contare anche sull’appoggio del Partito Democratico, che con un comunicato ha ribadito di identificarsi nel progetto civico elaborato dall’attuale assessore ai lavori pubblici del comune di Occhiobello. “Il PD è con Davide Valentini e la sua squadra, persuaso che rappresentino la migliore risposta alla necessità di costruire insieme e con
coraggio un ambiente più prospero possibile per il futuro di Occhiobello - si legge nella nota -. Il PD partecipa quindi alla lista elettorale “Occhiobello per te”, avendo contribuito alla redazione del programma grazie alla propria esperienza di governo, nonché con il coinvolgimento nelle candidature a consigliere di quattro suoi rappresentanti, ovvero Laura Pasquini, Andrea Allegro, Silvia Osti e Paolo Pezzini».
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ELEZIONI COMUNALI Gianpietro Rizzatello è candidato sindaco alle amministrative con la lista civica CostenSi.
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Primo Piano HANNO DETTO
«I militanti ne hanno le scatole piene, noi leghisti abbiamo anticorpi grandi come pantegane» Toni Da Re (segr. Liga Veneta)
«Abbiamo governato insieme per alcuni obiettivi, aspettiamo il 26 maggio le urne ma dopo...» Roberto Marcato (assessore regionale)
Sabato 4 Maggio 2019 www.gazzettino.it
L’ira del Carroccio veneto: «Basta, il tempo è scaduto» Dalla base ai vertici del partito regionale: `Anche sui social network monta la rabbia: «Siamo troppo diversi, non ci stiamo più» «Scarichiamo quei bolscevichi dei 5 Stelle» `
LE VOCI VENEZIA Se fossimo in un videogioco, e se fosse per loro, saremmo al game over, partita finita. Per i militanti che in queste ore affollano la bacheca Facebook del sottosegretario Armando Siri, la partita Lega-M5s deve concludersi al più presto: «Staccate la spina a Di Maio e a Conte», «Scarichiamo questi bolscevichi dei 5 Stelle», «Purtroppo ti devi sacrificare per le elezioni, ma subito dopo o ci danno l’autonomia, o aff... i komunisti grillini». Un’insofferenza condivisa in Veneto dagli esponenti del Carroccio di ogni ordine e grado, per i quali il tempo dell’alleanza gialloverde è ormai scaduto.
LA FIDUCIA
GLI ESPOSTI
«I nostri iscritti ci fanno una sola domanda: “Ma co chi se semo imbarcai?” Luca Tollon (segretario prov. Venezia)
«Matteo ha la mia totale fiducia e ciò che deciderà a me andrà bene» Marica Fantuz (deputata)
Toni Da Re è il segretario nazionale della Liga Veneta, ma è stato anche il sindaco di Vittorio Veneto. «In quella veste – racconta – ho avuto 19 esposti contro di me alle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti, da cui sono però uscito perfettamente indenne. Se domani mattina qualcuno si sognasse di denunciare Luigi Di Maio, anche lui diventerebbe una persona sottoposta a indagini come me e Siri, ma questo non significherebbe che è colpevole e noi non ne chiederemmo le dimissioni. Pertanto non possiamo accettare questa forzatura da parte del premier Giuseppe Conte, che si è posizionato sulla linea del suo vice Di Maio, solo per un’operazione politica in vista delle Europee. A questo punto il nostro segretario federale Matteo Salvini faccia le dovute riflessioni e tragga le relative conclusioni». Magari non proprio adesso, ma il giorno dopo le Europee sì. «La base – sbotta Da Re – ne ha le scatole piene. Noi della Lega abbiamo dimostrato di avere anticorpi grandi come pantegane: quando qualcuno dei nostri ha sbagliato, l’abbiamo allontanato. Ma là c’erano fatti concreti e comprovati, qua invece ci sono solo
SELFIE La foto di Matteo Salvini con Luca Toni, l’ex calciatore della Nazionale italiana di calcio, arrivato ieri in piazza Matteotti a Modena per ascoltare il comizio del leader leghista (foto ANSA)
chiacchiere. E poi quello che ci fa imbestialire è che i Cinquestelle vogliono tanto fare i rigorosi, ma poi sull’autonomia non rispettano i piani. E allora no, così non ci stiamo più».
IL POPOLO Ha esaurito la pazienza anche Roberto Marcato, assessore regionale e consigliere federale: «Sono garantista fino al midollo, non ho mai chiesto le dimissioni neanche degli avversari politici, faccio presente che la Costituzione dice che c’è la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, ricordo che l’avviso di garanzia è un atto a tutela dell’indagato. Ma purtroppo su tutto questo sta emergendo la dimensione di profonda diversità che c’è tra Lega e Cinquestelle. Finora abbiamo governato insieme perché abbiamo centrato obiettivi come legittima difesa, Quota 100, decreto Sicurezza, flat tax. Però
manca all’appello l’autonomia e non è una cosa da poco. Quindi ormai aspettiamo il 26 maggio, ma per quanto mi riguarda, il tempo ormai è scaduto». E se Siri dovesse risultare colpevole? «Per come lo conosco io – risponde Marcato – Armando è una persona perbene. Dopodiché se un le-
I progetti del Quirinale e l’ipotesi di andare a votare a settembre IL RETROSCENA ROMA La guerra atomica esplosa tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini non lascia indifferente il Quirinale. Sergio Mattarella viene descritto preoccupato. Al Quirinale, con Salvini che fa sapere di essere determinato a “licenziare” dopo il voto europeo del 26 maggio il premier Giuseppe Conte, si cominciano poi a studiare mosse e timing per affrontare la probabile crisi.
SITUAZIONE INEDITA A maggior ragione Mattarella affronterà la situazione che verrà a crearsi senza soluzioni precostituite. Il Presidente si porrà in una posizione maieutica: in caso di dimissioni di Conte, avvierà un giro di consultazioni per capire se esiste in Parlamento la possibilità di formare una nuova maggioranza in grado di
indicare un nuovo presidente del Consiglio. E nel caso vi fosse, affiderà l’incarico. Ma, come è avvenuto esattamente un anno fa, non spedirà davanti alle Camere alcun premier senza avere la garanzia di una maggioranza certificata. In pratica, visto che è ritenuta ormai «bruciata» l’ipotesi di un esecutivo formato da 5Stelle e Pd (un anno fa in tentativo fu fatto, inutilmente), l’unica soluzione possibile appare un governo a guida Lega. Sempre che Salvini non decida di precipitare a elezioni a luglio.
LO SCENARIO DEL TUTTO SENZA PRECEDENTI FA SÌ CHE AL COLLE NON CI SIANO SOLUZIONI PRECOSTITUITE
che ci fanno i nostri iscritti, detta in dialetto veneto, è solo una: “Ma co chi se semo imbarcai?”», riferisce Luca Tollon, segretario provinciale di Venezia. «Penso che il caso Siri vada contestualizzato nella campagna elettorale per le Europee – osserva Tollon – con i Cinquestelle in caduta libera sul piano dei consensi e per questo in cerca di visibilità. Ma indubbiamente questa storia evidenzia le differenze che ci separano: noi siamo garantisti, mentre loro sono forcaioli. Ora la valutazione spetta naturalmente a Salvini, che probabilmente deve essere cauto, perché in questa legislatura non ci sono né i numeri né la volontà per un’alleanza di centrodestra. È chiaro però che se si continua così, soprattutto con l’autonomia nelle secche, la situazione può precipitare».
Ma il premier targato Carroccio, in considerazione del fatto che Lega, Forza Italia e Fdi non hanno i voti sufficienti, dovrebbe essere supportato da un nuovo gruppo di “responsabili”. Formato, probabilmente, da un folto plotone di transfughi 5Stelle. Senza questa condizione, l’epilogo sarebbe il voto anticipato. Nelle scelte del capo dello Stato il calendario risulterà essenziale e lo sarà proprio per la questione della legge di bilancio e per l’imperativo di evitare l’esercizio provvisorio. Così, se com’è probabile non si aprirà la crisi nei prossimi giorni e dunque non si potrà votare tra fine giugno e inizio luglio (dallo scioglimento delle Camere devono passare non meno di 45 giorni e non più di 70), con ogni probabilità Mattarella scioglierà a metà luglio in modo da svolgere le elezioni a inizio settembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ghista sbaglia, va punito due volte. Ma a stabilirlo non dev’essere certo il tribunale del popolo o dei giornali».
IL TERMOMETRO Infilato tra gazebo e sezioni, il termometro della rabbia leghista si sta impennando. «La domanda
Guarda alla riforma anche la deputata Marica Fantuz: «Per quanto riguarda Siri, da garantista credo che in uno Stato di diritto, fino a quando non c’è prova di colpevolezza, si è innocenti. Per quanto riguarda il Governo invece, conoscendo i problemi di questo Paese perché li vivo da molti anni sulla mia pelle, come cittadino, come sindaco e come parlamentare, so bene che oggi l’Italia ha bisogno di una politica responsabile e consapevole, attiva ed efficace che risponde quotidianamente con i fatti ai bisogni della gente». Ora la delegazione veneta a Roma aspetta indicazioni da Salvini: «Continueremo a lavorare – conclude Fantuz – perché molte sono le cose da portare a casa, una su tutte l’autonomia e lo faremo forti del fatto che abbiamo come leader un uomo straordinario. Matteo ha la mia totale fiducia e ciò che deciderà a me andrà bene». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
FESTA DELLA MAMMA CON TELETHON La fondazione Telethon e Uildm oggi e domani nelle piazze con i cuori di biscotti per la raccolta di fondi da destinare alla ricerca sulle malattie genetiche rare
Sabato 4 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Ospedali, 20.000 in corsa per 400 posti Veneto, in coda per fare l’operatore sociosanitario, l’infermiere `Zaia: «Non è vero che dormiamo, il problema è nell’Università» e il tecnico di laboratorio. Ma si cercano pure 700 camici bianchi Opposizione all’attacco: «Tagli continui alle strutture pubbliche» `
IL PIANO
La protesta
VENEZIA La carica dei 20.000: aspiranti operatori sociosanitari, infermieri e tecnici di laboratorio, tanti sono i concorrenti attualmente in lizza per un posto (in tutto poco più di 400) nelle strutture venete. Il timore è che invece saranno molti di meno i candidati per un contratto da medico, malgrado siano circa 700 le caselle messe a disposizione dalla Regione, secondo i dati elaborati da Azienda Zero e diffusi ieri dall’area Sanità e Sociale di Palazzo Balbi. «Non è vero che l’istituzione dorme mentre gli ospedali si spopolano», ha detto il governatore Luca Zaia, a margine di un’inaugurazione al nosocomio di Conegliano (Treviso), rispondendo così a distanza alla mobilitazione sindacale dei camici bianchi.
Sanità veneta in codice rosso medici in stato di agitazione
LE FIGURE Per quanto riguarda le figure non mediche, il 5 e 6 giugno si svolgerà la prova pratica del concorso pubblico per il reperimento di 312 operatori sociosanitari, i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti il 2 aprile. «Nonostante la consistente adesione (11.947 candidati), non verrà effettuata una preselezione, accelerando quindi la procedura per addivenire in tempi rapidi all’approvazione della graduatoria», fanno sapere gli uffici diretti da Domenico Mantoan. L’altro ieri si sono invece chiuse le ammissioni alla procedura per l’assunzione di 70 infermieri: a presentare richiesta sono stati in 6.475. Pure in questo caso Azienda Zero prevede di saltare la preselezione, «per giungere in tempi brevi alla stesura della relativa graduatoria». Servono inoltre 44 tecnici di laboratorio, secondo il bando che si è concluso il 25 aprile. A correre sono in 1.082.
I REPARTI Per quanto riguarda i dirigenti medici, su richiesta delle varie Ulss provinciali Azienda Zero ha espletato le procedure di concorso per 294 posti. Si cercano specialisti in Medicina e Chirurgia d’urgenza, Anestesia e Rianimazione, Pediatria, Ortopedia e Traumatologia, Gastroenterologia, Ginecologia e Ostetricia, Medicina del lavoro, Patologia clinica, Chirurgia vascolare, Malattie dell’apparato respiratorio, Chi-
IN CORSIA Nella foto di repertorio, un’équipe di medici in un ospedale del Veneto, regione che ora patisce la carenza di specialisti
rurgia maxillo-facciale, Oftalmologia, Medicina legale, Medicina interna, Igiene, Epidemiologia e Sanità pubblica, Radiodiagnostica, Medicina trasfusionale e Dermatologia. «Abbiamo emanato il bando per le assunzioni – ha sottolineato Zaia – perché siamo ben consapevoli che in Veneto mancano 1.300 ospedalieri, sul totale dei 56.000 in più di cui complessivamente necessita in questo momento l’Italia. Il problema è che non si trovano, per il noto problema della cattiva programmazione universitaria. Per questo abbiamo anche deliberato il richiamo dei pensionati, che se vorranno potranno aiutarci ad abbattere le liste d’attesa e a svolgere le attività di ambulatorio. Anziché parlare male della sani-
MALGRADO I NUMERI AZIENDA ZERO SALTERÀ LE PRE-SELEZIONI IN MODO DA DEFINIRE IN TEMPI RAPIDI LE GRADUATORIE FINALI
tà, bisogna trovare soluzioni, come cerchiamo di fare noi». La prossima tornata concorsuale sarà avviata in questo mese per altri 411 posti, secondo procedure con varie scadenze a seconda della specialità e delle sedi. Si parla fra l’altro di varie posizioni per i reparti di Chirurgia generale, Neurologia e Psichiatria; Ematologia e Urologia; Cardiochirurgia pediatrica, Chirurgia toracica, Medicina fisica e Riabilitazione, Ortopedia; Oncologia; Cardiologia, Cardiologia per attività interventistica, Malattie metaboliche, Veterinario per igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione e trasporto di alimenti di origine animale, Veterinario per igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, Chirurgia d’accettazione e d’urgenza, Anestesia e Rianimazione; Ematologia, Urologia; Oftalmologia per attività di chirurgia e gestione post operatoria del glaucoma, Ostetricia e Ginecologia per attività di uro-ginecologia e neuromodulazione sacrale, Pediatria per Pronto Soccorso, Neuroradiologia, Otorinolaringoiatria; Gastroenterologia, Neuro-
11.947 I candidati per un contratto da operatore sociosanitario: ne verranno ingaggiati 312, prova pratica il 5 e 6 giugno
70 Gli ingaggi per infermieri previsti da Azienda Zero: a presentare domanda sono però stati in 6.475
1.300 Gli specialisti che mancano all’appello in Veneto: in due tornate ne vengono cercati prima 294 e poi altri 411
psichiatria infantile, Direzione medica di presidio ospedaliero, Geriatria.
LE SCHEDE Intanto le schede ospedaliere stanno per riapprodare in Giunta, per l’adozione dopo i correttivi apportati in commissione consiliare. «La prossima settimana le approveremo – ha annunciato Zaia – e se servirà faremo qualche altra limatura. Capisco la preoccupazione di molti cittadini e le tante sollecitazioni, ma le schede non sono angherie contro qualcuno». Proprio ieri i consiglieri regionali Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina Guarda (Moretti Presidente) hanno presentato un’interrogazione sull’organico ridotto all’ospedale Alto Vicentino, dov’era stata segnalata la presenza di un solo medico in Pronto soccorso dalle 20 alle 8: «Siamo di fronte agli effetti dei continui tagli alla sanità pubblica che si sono susseguiti nei vent’anni di governo leghista del Veneto». Angela Pederiva
VENEZIA Sanità in codice rosso: i sindacati dei medici dichiarano lo stato di agitazione dopo le assemblee di tutto il personale del comparto tenute ieri nelle diverse aziende sanitarie del Veneto. In un ordine del giorno le denunce avanzate dai sindacati di dirigenti medici, veterinari, tecnici e amministrativi del sistema sanitario nei confronti della Regione Veneto per il «disinteresse nei riguardi dell’enorme problema creato dall’invecchiamento del personale sanitario e nello stesso tempo dall’errata programmazione della formazione specialistica». E l’attenzione dimostrata a questo problema negli ultimi mesi per i sindacati «non assolve la Regione da questa grave omissione». Il malessere dei medici, precisano nell’ordine del giorno, è legato anche «ad un progressivo aumento dei carichi di lavoro per il personale sanitario con conseguente rischio per la salute degli operatori, ma anche per quella dei pazienti». Le accuse alla Regione riguardano anche il fronte retributivo «con sempre più frequenti omissioni ed errate attuazioni di norme contrattuali a danno dei dipendenti da parte delle aziende sanitarie». La conseguenza di questo si è tradotto nell’impoverimento delle retribuzioni dei dipendenti del Sistema sanitario regionale fino alla decisione «scandalosa della Regione - denunciano i medici - di ricorrere alla Corte Costituzionale contro l’incremento del 3,48% della massa salariale, previsto per il rinnovo del Contratto, con l’intento di far cassa a discapito dei dipendenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Po inquinato dai Pfas, l’Emilia: intervenga l’Autorità di bacino LA SOSTANZA NEL FIUME VENEZIA La Regione Emilia Romagna prende atto dei dati inviati dal Veneto sulla presenza anomala del composto chimico cC6O4 nelle acque del Po al Veneto e chiede l’intervento dell’Autorità di bacino Distrettuale del fiume Po per affrontare la questione. La comunicazione indirizzata a Nicola Dell’Acqua, direttore dell’Area Tutela e Sviluppo del Territorio di Regione del Veneto, è arrivata l’al-
tro ieri, mentre a Roma il Ministro dell’Ambiente, incontrando i rappresentanti delle regioni del Bacino Padano per affrontare il tema dello smog, annunciava l’istituzione di un tavolo tecnico nazionale con l’obiettivo di porre limiti nazionali all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche. Tavolo convocato per la prossima settimana, al quale partecipa l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e la Regione del Veneto in veste di ente esperto in materia.
LA REAZIONE VENETA «Ci conforta la presa d’atto anche della direzione tecnica dell’Emilia Romagna - commenta l’assessore all’ambiente della Regione del Veneto
IL MINISTERO ANNUNCIA UN TAVOLO A ROMA PER PORRE DEI LIMITI NAZIONALI ALL’INQUINAMENTO 8ddfd34d-191b-4aab-9593-abf3e28d8b38
COMPATTI L’Emilia Romagna ha preso atto dei dati inviati dal Veneto sull’inquinamento del Po
Gianpaolo Bottacin - siamo convinti che confrontarsi sulla questione sia essenziale per raggiungere il risultato che il Veneto chiede da anni: porre limiti nazionali all’inquinamento da Pfas, soprattutto le sostanze di nuova generazione, delle quali non conosciamo ancora gli effetti su ambiente e salute. Vogliamo evitare che accada quanto accaduto con la Miteni e faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per riuscirci». © RIPRODUZIONE RISERVATA
12
Nordest
FESTA DELLA MAMMA CON TELETHON La fondazione Telethon e Uildm oggi e domani nelle piazze con i cuori di biscotti per la raccolta di fondi da destinare alla ricerca sulle malattie genetiche rare
Sabato 4 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Ospedali, 20.000 in corsa per 400 posti Veneto, in coda per fare l’operatore sociosanitario, l’infermiere `Zaia: «Non è vero che dormiamo, il problema è nell’Università» e il tecnico di laboratorio. Ma si cercano pure 700 camici bianchi Opposizione all’attacco: «Tagli continui alle strutture pubbliche» `
IL PIANO
La protesta
VENEZIA La carica dei 20.000: aspiranti operatori sociosanitari, infermieri e tecnici di laboratorio, tanti sono i concorrenti attualmente in lizza per un posto (in tutto poco più di 400) nelle strutture venete. Il timore è che invece saranno molti di meno i candidati per un contratto da medico, malgrado siano circa 700 le caselle messe a disposizione dalla Regione, secondo i dati elaborati da Azienda Zero e diffusi ieri dall’area Sanità e Sociale di Palazzo Balbi. «Non è vero che l’istituzione dorme mentre gli ospedali si spopolano», ha detto il governatore Luca Zaia, a margine di un’inaugurazione al nosocomio di Conegliano (Treviso), rispondendo così a distanza alla mobilitazione sindacale dei camici bianchi.
Sanità veneta in codice rosso medici in stato di agitazione
LE FIGURE Per quanto riguarda le figure non mediche, il 5 e 6 giugno si svolgerà la prova pratica del concorso pubblico per il reperimento di 312 operatori sociosanitari, i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti il 2 aprile. «Nonostante la consistente adesione (11.947 candidati), non verrà effettuata una preselezione, accelerando quindi la procedura per addivenire in tempi rapidi all’approvazione della graduatoria», fanno sapere gli uffici diretti da Domenico Mantoan. L’altro ieri si sono invece chiuse le ammissioni alla procedura per l’assunzione di 70 infermieri: a presentare richiesta sono stati in 6.475. Pure in questo caso Azienda Zero prevede di saltare la preselezione, «per giungere in tempi brevi alla stesura della relativa graduatoria». Servono inoltre 44 tecnici di laboratorio, secondo il bando che si è concluso il 25 aprile. A correre sono in 1.082.
I REPARTI Per quanto riguarda i dirigenti medici, su richiesta delle varie Ulss provinciali Azienda Zero ha espletato le procedure di concorso per 294 posti. Si cercano specialisti in Medicina e Chirurgia d’urgenza, Anestesia e Rianimazione, Pediatria, Ortopedia e Traumatologia, Gastroenterologia, Ginecologia e Ostetricia, Medicina del lavoro, Patologia clinica, Chirurgia vascolare, Malattie dell’apparato respiratorio, Chi-
IN CORSIA Nella foto di repertorio, un’équipe di medici in un ospedale del Veneto, regione che ora patisce la carenza di specialisti
rurgia maxillo-facciale, Oftalmologia, Medicina legale, Medicina interna, Igiene, Epidemiologia e Sanità pubblica, Radiodiagnostica, Medicina trasfusionale e Dermatologia. «Abbiamo emanato il bando per le assunzioni – ha sottolineato Zaia – perché siamo ben consapevoli che in Veneto mancano 1.300 ospedalieri, sul totale dei 56.000 in più di cui complessivamente necessita in questo momento l’Italia. Il problema è che non si trovano, per il noto problema della cattiva programmazione universitaria. Per questo abbiamo anche deliberato il richiamo dei pensionati, che se vorranno potranno aiutarci ad abbattere le liste d’attesa e a svolgere le attività di ambulatorio. Anziché parlare male della sani-
MALGRADO I NUMERI AZIENDA ZERO SALTERÀ LE PRE-SELEZIONI IN MODO DA DEFINIRE IN TEMPI RAPIDI LE GRADUATORIE FINALI
tà, bisogna trovare soluzioni, come cerchiamo di fare noi». La prossima tornata concorsuale sarà avviata in questo mese per altri 411 posti, secondo procedure con varie scadenze a seconda della specialità e delle sedi. Si parla fra l’altro di varie posizioni per i reparti di Chirurgia generale, Neurologia e Psichiatria; Ematologia e Urologia; Cardiochirurgia pediatrica, Chirurgia toracica, Medicina fisica e Riabilitazione, Ortopedia; Oncologia; Cardiologia, Cardiologia per attività interventistica, Malattie metaboliche, Veterinario per igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione e trasporto di alimenti di origine animale, Veterinario per igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, Chirurgia d’accettazione e d’urgenza, Anestesia e Rianimazione; Ematologia, Urologia; Oftalmologia per attività di chirurgia e gestione post operatoria del glaucoma, Ostetricia e Ginecologia per attività di uro-ginecologia e neuromodulazione sacrale, Pediatria per Pronto Soccorso, Neuroradiologia, Otorinolaringoiatria; Gastroenterologia, Neuro-
11.947 I candidati per un contratto da operatore sociosanitario: ne verranno ingaggiati 312, prova pratica il 5 e 6 giugno
70 Gli ingaggi per infermieri previsti da Azienda Zero: a presentare domanda sono però stati in 6.475
1.300 Gli specialisti che mancano all’appello in Veneto: in due tornate ne vengono cercati prima 294 e poi altri 411
psichiatria infantile, Direzione medica di presidio ospedaliero, Geriatria.
LE SCHEDE Intanto le schede ospedaliere stanno per riapprodare in Giunta, per l’adozione dopo i correttivi apportati in commissione consiliare. «La prossima settimana le approveremo – ha annunciato Zaia – e se servirà faremo qualche altra limatura. Capisco la preoccupazione di molti cittadini e le tante sollecitazioni, ma le schede non sono angherie contro qualcuno». Proprio ieri i consiglieri regionali Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina Guarda (Moretti Presidente) hanno presentato un’interrogazione sull’organico ridotto all’ospedale Alto Vicentino, dov’era stata segnalata la presenza di un solo medico in Pronto soccorso dalle 20 alle 8: «Siamo di fronte agli effetti dei continui tagli alla sanità pubblica che si sono susseguiti nei vent’anni di governo leghista del Veneto». Angela Pederiva
VENEZIA Sanità in codice rosso: i sindacati dei medici dichiarano lo stato di agitazione dopo le assemblee di tutto il personale del comparto tenute ieri nelle diverse aziende sanitarie del Veneto. In un ordine del giorno le denunce avanzate dai sindacati di dirigenti medici, veterinari, tecnici e amministrativi del sistema sanitario nei confronti della Regione Veneto per il «disinteresse nei riguardi dell’enorme problema creato dall’invecchiamento del personale sanitario e nello stesso tempo dall’errata programmazione della formazione specialistica». E l’attenzione dimostrata a questo problema negli ultimi mesi per i sindacati «non assolve la Regione da questa grave omissione». Il malessere dei medici, precisano nell’ordine del giorno, è legato anche «ad un progressivo aumento dei carichi di lavoro per il personale sanitario con conseguente rischio per la salute degli operatori, ma anche per quella dei pazienti». Le accuse alla Regione riguardano anche il fronte retributivo «con sempre più frequenti omissioni ed errate attuazioni di norme contrattuali a danno dei dipendenti da parte delle aziende sanitarie». La conseguenza di questo si è tradotto nell’impoverimento delle retribuzioni dei dipendenti del Sistema sanitario regionale fino alla decisione «scandalosa della Regione - denunciano i medici - di ricorrere alla Corte Costituzionale contro l’incremento del 3,48% della massa salariale, previsto per il rinnovo del Contratto, con l’intento di far cassa a discapito dei dipendenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Po inquinato dai Pfas, l’Emilia: intervenga l’Autorità di bacino LA SOSTANZA NEL FIUME VENEZIA La Regione Emilia Romagna prende atto dei dati inviati dal Veneto sulla presenza anomala del composto chimico cC6O4 nelle acque del Po al Veneto e chiede l’intervento dell’Autorità di bacino Distrettuale del fiume Po per affrontare la questione. La comunicazione indirizzata a Nicola Dell’Acqua, direttore dell’Area Tutela e Sviluppo del Territorio di Regione del Veneto, è arrivata l’al-
tro ieri, mentre a Roma il Ministro dell’Ambiente, incontrando i rappresentanti delle regioni del Bacino Padano per affrontare il tema dello smog, annunciava l’istituzione di un tavolo tecnico nazionale con l’obiettivo di porre limiti nazionali all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche. Tavolo convocato per la prossima settimana, al quale partecipa l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e la Regione del Veneto in veste di ente esperto in materia.
LA REAZIONE VENETA «Ci conforta la presa d’atto anche della direzione tecnica dell’Emilia Romagna - commenta l’assessore all’ambiente della Regione del Veneto
IL MINISTERO ANNUNCIA UN TAVOLO A ROMA PER PORRE DEI LIMITI NAZIONALI ALL’INQUINAMENTO 8ddfd34d-191b-4aab-9593-abf3e28d8b38
COMPATTI L’Emilia Romagna ha preso atto dei dati inviati dal Veneto sull’inquinamento del Po
Gianpaolo Bottacin - siamo convinti che confrontarsi sulla questione sia essenziale per raggiungere il risultato che il Veneto chiede da anni: porre limiti nazionali all’inquinamento da Pfas, soprattutto le sostanze di nuova generazione, delle quali non conosciamo ancora gli effetti su ambiente e salute. Vogliamo evitare che accada quanto accaduto con la Miteni e faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per riuscirci». © RIPRODUZIONE RISERVATA
XII
Mestre
Sabato 4 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Tagli alla sanità, ora è stato di agitazione `Preoccupa il futuro di Dolo, volantinaggi nelle piazze Per i sindacati mancano 300 infermieri e 160 medici Assemblee negli ospedali promosse da Cgil, Uil e primari «Stipendi troppo bassi, i medici ora disertano i concorsi» `
L’EMERGENZA MESTRE Sanità in codice rosso,
l’emergenza è grave: dichiarato lo stato di agitazione anche nel Veneziano. Ieri negli ospedali dell’Ulss 3 le assemblee di tutto il personale promosse da Cgil Fp, Uil Fpl e dalle rappresentanze della dirigenza medica. Riflettori puntati su Mestre, presidio di riferimento, e su Dolo, la struttura più penalizzata dalle nuove schede ospedaliere che la prossima settimana saranno approvate dalla giunta Zaia. Il punto è che tra i tagli e la carenza di organico potrebbe esserci, secondo i sindacati, una corrispondenza allarmante. «Solo tra Riviera e Miranese mancano almeno 30 operatori sociosanitari, 50 infermieri e 20 medici – dice Marco Busato, segretario provinciale Fp Cgil – Se facciamo un confronto con il numero dei posti letto cancellati, un centinaio tra Mirano e Dolo, il sospetto che la nuova programmazione serva a coprire la mancanza di personale è legittimo».
I PUNTI CRITICI Il disagio dei lavoratori è contenuto in un ordine del giorno
A GIORNI L’APPROVAZIONE DELLE SCHEDE POLEMICA PER L’ASSENZA DELLA CISL
approvato all’unanimità a Mestre, Venezia, Chioggia, Mirano, Dolo e Noale. Le criticità riguardano soprattutto: «il progressivo aumento dei carichi di lavoro, l’impoverimento delle retribuzioni, un clima oppressivo e rapporti sempre più autoritari e minacciosi nei reparti, l’errata programmazione della formazione specialistica, l’impossibilità di compensare il turnover», si legge nel documento. Da Dolo, al centro delle proteste di questi giorni, i sindacati lanciano anche un invito: «Chiediamo ai sindaci, che fino a oggi hanno contestato in maniera autonoma, di agganciarsi alla vertenza sindacale – prosegue Busato - Non possiamo più restare separati». Monica Catullo, Uil Fpl, infatti ricorda: «L’area di Dolo e Mirano resta la più sfavorita». Secondo le stime dei sindacati, calcolate in base al fabbisogno reale, in tutta l’Ulss 3 mancherebbero 300 infermieri, 100 operatori socio sanitari, 50 amministrativi, 160 medici, di cui almeno 50 solamente all’Angelo. Senza dimenticare i tecnici di laboratorio: «ne servirebbero almeno altri 100», conclude Busato.
LA MOBILITAZIONE Il prossimo passo della mobilitazione sindacale sarà quello di far sapere ai cittadini cosa sta succedendo con un volantinaggio nelle varie piazze. Non è esclusa, a breve, una manifestazione in Regione. Polemiche per l’assenza della Cisl: «Forse erano preoccupati di tenere in equilibrio i rapporti con la Re-
AGITAZIONE Una manifestazione davanti all’ospedale dell’Angelo
gione in questa fase pre-elettorale», osserva Francesco Menegazzi, segretario provinciale Uil Fpl. Gli risponde Dario De Rossi della Cisl Fp Venezia: «Non c’eravamo perché non siamo stati coinvolti, comunque la nostra posizione è stata chiara fin dall’inizio e contro le nuove schede la nostra parte l’abbiamo fatta. Una precisazione va fatta invece sul fronte della carenza di organico – conclude De Rossi – I medici hanno un loro percorso diverso da quello dei lavoratori del comparto, per assumere i quali non c’è tanto un problema di tetto economico quanto di sveltire i meccanismi di reclutamento, serve prender-
si per tempo con i concorsi». Per il Fassid, sindacato dei medici, interviene Gabriele Gasparini: «I medici si dimettono perché gli stipendi sono bassi e i concorsi vanno deserti – spiega – Dall’altro lato le nuove schede sanciscono il passaggio dalla sanità pubblica a quella privata, mentre ospedali che erano d’eccellenza, come Dolo, sono diventati periferia». Andrea Zancanaro per l’Anaao Assomed conclude: «Si fa fatica a reggere i ritmi di lavoro e richiamare in servizio i pensionati non è la soluzione. Con la Regione non c’è confronto». Elena Callegaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’azienda: «Nessun taglio, ecco i dati del turnover» L’AZIENDA MESTRE «Nessuna volontà di favo-
rire il sistema dei privati convenzionati rispetto al pubblico, così come fanno invece emergere i sindacati»: è la replica dell’Ulss 3 Serenissima all’allarme lanciato da Uil Fpl, Fp Cgil e dalle rappresentanze della dirigenza medica. Il pericolo secondo l’azienda sanitaria è piuttosto quello di «creare preoccupazione non solo tra gli addetti ai lavori ma soprattutto tra i cittadini, che potrebbero essere indotti a pensare di recarsi un giorno in ospedale e non trovare il medico che li assiste». Sul tema della carenza di organico l’Ulss 3 inoltre spiega:
«Dipende dalla programmazione nazionale che dovrebbe essere rivista: va ripensato cioè l’accesso alla Facoltà di medicina, oggi a numero chiuso, va ripensato l’accesso alle specializzazioni e anche all’Ospedale. È stato detto e ridetto che medici specializzati, soprattutto per alcune specialità come quella di aneste-
RESTA IL NODO DEL PERSONALE: «DA RIVEDERE LE MODALITÀ D’ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ»
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sista, pronto soccorsista, ginecologo, pediatra e ortopedico, non se ne trovano, e che le Ulss bandiscono concorsi che poi vanno deserti. Eppure di fronte all’evidenza ancora oggi c’è qualcuno che fa confusione e punta il dito contro chi amministra». Ecco dunque i numeri che fotografano la situazione dal 2010 a oggi: «È evidente – dice ancora l’Ulss 3 - che l’azienda sanitaria copre il turnover e spesso l’extra turnover». Se nel 2010, sommando l’organico delle tre ex Ulss, si contavano 1079 medici, oggi ce ne sono 1071. Gli infermieri erano 3026, adesso sono 3256. Infine per gli operatori socio-sanitari (Oss) si passa da 878 a 1075. «Per coprire alcuni turnover di
cui non immediatamente si era in grado di assumere il medico si è talora fatto ricorso, per periodi di tempo definiti e circoscritti – conclude l’Ulss 3 - ad incarichi libero professionali e all’affidamento della gestione di alcuni servizi. Infine va sfatato il tema secondo cui si favorisce il sistema privato convenzionato rispetto a quello pubblico per quanto riguarda la dotazione dei posti letto: i posti letto pubblici, infatti, nell’Ulss 3 sono nettamente superiori rispetto a quelli privati convenzionati, con un rapporto di 3 a 1. I pubblici invece, secondo le nuove schede regionali, sono 1591 contro i 532 previsti nelle strutture private convenzionate». (e.cal.)
DAL 1887
il Quotidiano
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del NordEst
ANNO 133- N° 105
VENEZIA MESTRE
Sabato 4 Maggio 2019
Mestre Ucciso in Tunisia Volevano sapere dove il pensionato teneva i soldi
La tragedia Superga, 70 anni dopo: quegli invincibili mito per sempre
Scatti & riscatti Kierkegaard, la fede contro l’incertezza
Tamiello a pagina V
www.gazzettino.it
Nordio a pagina 17
Pittalis a pagina 23
Caso Siri, rabbia Lega: ora basta
La svolta
L’analisi
Alla fine anche l’ala dura, la più oltranzista dei 5Stelle ha mollato o quasi. Così ieri è arrivato l’ok ad Atlantia anche del ministro grillino delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che ha in qualche modo preso atto della fine delle ostilità con il gruppo dopo il crollo del Ponte Morandi e aperto all’ingresso dei privati nella Newco Alitalia. Proprio lui che aveva minacciato di togliere d’imperio la concessione autostradale e si era battuto per impedire la ricostruzione del viadotto a Genova. Mancini a pagina 14
Salvataggio di Alitalia, ora ` Il sottosegretario non si dimetterà. E Salvini ` Cresce nel Carroccio la voglia di rompere Toninelli vuole con M5s. Base e dirigenti: «La partita è finita» si prepara ad aprire la crisi dopo le Europee i Benetton Le quattro domande che Salvini deve porsi Bruno Vespa pero non sia necessario un voto su Siri. In ogni caso, il M5s ha la maggioranza assoluta in consiglio dei ministri». Mai Luigi Di Maio aveva usato una frase così muscolare. Il rapporto di fiducia e perfino di amicizia tra lui e Salvini su cui si era retto fin dall’inizio il patto di governo viene sostituito dalla dura legge dei numeri: ho la maggioranza, decido io. Il piano di un tavolo deve avere un sostegno che lo sorregga. In questo caso potrebbe avvenire un miracolo come nelle favole orientali, dove i tappeti volano. Il ministro dell’Interno potrebbe passare dalla posizione Zen a una telecinesi avanzata e far librare nell’aria il governo senza i necessari sostegni. Perché il Movimento ha la maggioranza dei voti in Consiglio dei ministri, ma non in Parlamento. Tutti perciò si chiedono quando Salvini aprirà la crisi. Non siamo indovini e le cose si muovono al ritmo della centrifuga. Difficili da seguire e soprattutto da prevedere anche dai cosiddetti ‘esperti’. Essendo pressoché certo che Salvini non aprirà la crisi prima del 26 maggio (...) Continua a pagina27
«S
Continua la guerra M5S-Lega sul caso del sottosegretario indagato Siri. Il Carroccio adotta la linea dura dopo la decisione del premier Conte di allontanarlo: «Niente dimissioni». Sarà dunque scontro in Consiglio dei ministri. Ma Di Maio avverte: in Cdm abbiamo la maggioranza. Cresce nel Carroccio la voglia di rompere con i 5 stelle, la base preme i dirigenti: «La partita è finita». E Salvini sembra essersi convinto: il governo è finito, crisi dopo le elezioni europee e via Conte. Canettieri, Pederiva e Pirone alle pagine 2 e 3
L’intervista
Zaia: «Brutto clima, così non si può andare avanti»
INFRASTRUTTURE Il sottosegretario Armando Siri
Leghista ma innanzitutto governatore del Veneto, Luca Zaia non alza i toni, ma non nasconde le sue perplessità. «C’è un clima sgradevole, se dopo le Europee dovesse continuare così, sarei davvero preoccupato». Poi
l’affondo: «Qualcuno al governo non fa la sua parte. Salvini ha ragione quando dice bisogna guardare avanti, ma le discussioni sono continue e stucchevoli, come sull’autonomia. È ora di andare al vedo» Pederiva a pagina 5
Venezia Per chi possiede la card wc pubblici da 1,50 a 0,25 euro
Auto blu, in un anno il 10% in più: record a Torino e a Roma Le vetture pubbliche salite a 33.257. I due comuni a guida M5s quelli con più veicoli `
La sentenza
Giudice “iscrive” migranti all’anagrafe Scoppia la polemica
Hai “Venezia Unica”? Sconto sulla pipì Turisti in attesa di poter usufruire dei bagni pubblici a Venezia
Fullin a pagina 11
A Bologna un giudice ha ordinato al comune di iscrivere all’anagrafe due richiedenti asilo. Salvini: «Sentenza vergognosa». Mangani a pagina 7
Le auto di Stato sono aumentate del 10%, passando da 29.195 a 33.527. Una su dieci è un’auto blu, stando all’ultimo censimento del Dipartimento della funzione pubblica. Sono infatti 3.366 le supercar attualmente in circolazione. In cima alla classifica degli ex municipi con più vetture figura il Comune di Torino di Chiara Appendino con 212 mezzi a disposizione, seguito a ruota dal Comune di Roma a quota 133 auto. Bisozzi a pagina 9
Vicenza
Mare pulito
Bandiere blu in tutte le spiagge di Veneto e Friuli
Minorenne drogata e stuprata: una donna e 2 uomini arrestati
Per Veneto e Friuli Venezia Giulia solo riconferme. Tutte le spiagge delle due regioni hanno ottenuto anche quest’anno le bandiere blu: otto quelle venete e due le friulane. A livello nazionale l’Italia ha ottenuto complessivamente otto bandiere blu in più rispetto allo scorso anno. Le bandiere blu sono andate anche a 72 approdi turistici.
Solo a distanza di mesi ha avuto il coraggio di raccontare ai genitori la terribile vicenda, e con l’aiuto dei Carabinieri di Vicenza ha permesso di mandare in manette tre aguzzini che l’avevano drogata e, approfittando del suo stato di incoscienza, l’hanno trascinata in un’abitazione e sottoposta a violenza sessuale. Vittima una minorenne, attirata da una donna italiana di 31 anni che l’ha invitata a casa dove è stata raggiunta da due uomini marocchini. Pozza a pagina 10
Ianuale a pagina 11 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
1f1c4e16-f800-4eb0-b029-50cc9298aebe
16
SABATO 4 MAGGIO 2019 LA TRIBUNA
TREVISO
Treviso Corso del Popolo, 42 Centralino0422/417.611 Fax 0422/579.212 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 0422/575611
I nodi della sanità
Medici trevigiani tra i più poveri d’Italia Scatta la protesta: «Sciopero generale» Stessa sorte per infermieri e operatori socio-sanitari. Uno specialista nella Marca prende 3 mila euro in meno l’anno Valentina Calzavara
i nUMeri
Medici e infermieri sottopagati, a Treviso più che altrove. I lavoratori sono in stato di agitazione permanente, forte e chiaro l’aut aut dei sindacati alla Regione: soluzioni subito altrimenti sarà sciopero generale della sanità a pochi giorni dal voto del 26 maggio.
70. 900 euro
DIVARIO SALARIALE
Guardando agli stipendi lordi annuali i camici bianchi dell’Usl 2 sono tra i più poveri d’Italia. Percepiscono 70.900 euro contro i 73. 000 euro di media nazionale, vale a dire 2. 100 euro in meno dei colleghi. Per non parlare del Molise, dove il record di 80. 000 euro in busta paga fa lievitare a quasi 10.000 euro la disparità con la Marca. Non va meglio per il personale di comparto, infermieri, tecnici e operatori socio sanitari: i trevigiani percepiscono 28.759 euro l’anno, mentre i colleghi veneti guadagnano 140 euro in più, 28.900. La sanità dell’Usl 2 non regge il confronto neppure con Bolzano dove i compensi salgono a 40.000 euro o la Campania con 33.000 euro. «A certificare queste discrepanze è la Ragioneria dello Stato. L’Usl di Treviso è penultima in Veneto dietro a Padova per stipendi dei medici e terzultima per retribuzione del personale di comparto. La differenza non dipende dal contratto nazionale ma dalla contrattazione decentrata. La Regione Veneto non sta facendo nulla per valorizzare le risorse del-
è lo stipendio annuale lordo dei medici dell’Usl 2 contro i 73. 000 euro percepiti dai colleghi nel resto d’Italia. La disparità salariale ammonta a 2. 100 euro. In Molise, i medici percepiscono in media 80. 000 euro.
28. 759 euro il compenso medio annuo per i professionisti di comparto dell’Usl di Marca, vale a dire infermieri, tecnici e operatori socio sanitari (oss). A differenze dei colleghi veneti che percepiscono 28. 900 euro, i trevigiani guadagnano 140 euro in meno. La sanità dell’Usl 2 non regge il confronto con Bolzano dove i compensi salgono a 40. 000 euro o la Campania con 33.000 euro.
Il sit-in dei sindacati della sanità trevigiana ieri mattina al Ca’ Foncello
Da 1. 000 a 5. 000 euro le disparità salariali per i medici a seconda della Regione in cui si trovano a operare. Lo stipendio di un camice bianco nella Marca si ferma a 73.000 euro lordi annui contro i 74. 667 di un collega di Brescia o i 78. 189 euro percepiti a Ferrara.
la sanità pubblica» denuncia Ivan Bernini, Fp Cgil. PRONTI ALLO SCIOPERO Mai come ora il malcontento di chi opera in corsia si fa sentire. Ieri mattina il D-Day con 220 rappresentanti sindacali trevigiani che hanno protestato contro il sistema sanitario regionale ridotto a «un malato da codice rosso». All’ingresso del
il contrattacco del presidente
Zaia sfida i camici bianchi «Stipendi bassi, una falsità» I medici hanno qualcosa da ridire sulla sanità del Veneto? Si palesino, lo dicano: è la sfida che Luca Zaia, presidente del Veneto, lancia dall’ospedale di Conegliano. Hanno il contratto fermo da 10 anni? Per il governatore non possono scioperare contro la Regione, che nessun potere ha nel rinnovo contrattuale. «Come», insiste il presidente, «è falso che in Veneto i medici siano pagati meno che in altre
regioni. Questa è in sostanza, una sfida della trasparenza, quella che Zaia lancia ai camici bianchi. «Se c’è una mancanza della Regione lo si dica pubblicamente», insiste, «ma non si faccia passare l’idea ai cittadini, magari a quelli ammalati, che qui manca l’assistenza». Tuttavia è pur vero che se in Italia manca la copertura da parte dei medici di 56 mila posti, in Veneto la carenza è di 1300. «Ma non si può
imputare alla Regione di non volerli assumere, la verità è che non ci sono, è difficile trovarli, i bandi vengono fatti ma la risposta è sempre incompleta». Avanti, dunque, i pensionati? «Solo quando mancano altri medici, comunque», precisa Zaia,«non in sala operatoria, bensì negli ambulatori e contro le lungaggini delle liste d’attesa. Intanto Zaia ha confermato che la prossima settimana in giunta regionale
Ca’Foncello il sit-in con striscioni e bandiere per denunciare le carenze di personale e investimenti negli ospedali della Marca, in contemporanea mobilitazioni anche a Castelfranco, Conegliano e in altri 24 nosocomi veneti. Il malessere cavalca l’onda delle prossime elezioni amministrative. «Se entro 10 giorni la Regione non aprirà un confronto passere-
si vareranno le schede ospedaliere. E annuncia: «Se servirà faremo qualche altra limatura». Con l’aggiunta di posti letto là dove sono stati ridimensionati? Assolutamente no, perché la sanità si trasforma di giorno in giorno e pone l’esigenza di qualificare, di specializzare il servizio, non di aumentare i posti letto, «anche perché», precisa, « in alcuni casi abbiamo un quarto di ospedalizzazione rispetto ad altre regioni. «Consideriamo, invece come vengono utilizzati i letti e non quanti sono. Ad esempio, Treviso avrà 600 letti ad alta specializzazione, cosa che altri ospedali ora non hanno». Quindi? «Chiediamo posti ad alta specializzazione più che posti generalisti». — Francesco Dal Mas
mo allo sciopero» promettono i sindacati, minacciando la paralisi degli ospedali. CARENZA DI PERSONALE
Tra le criticità che alimentano la protesta: l’emorragia di personale nei reparti. Dal 2010 al 2017 l’Usl 2 conta 4. 000 occupati in meno e ora mancano 100 medici per garantire i livelli minimi di assistenza. Gineco-
logi, anestesisti, pediatri come mosche bianche. «Non è difficile capire il perché. Da 10 anni il contratto dei medici è scaduto, molti fuggono verso la libera professione perché le condizioni sono migliori» ,spiega Pasquale Santoriello, Anaao, mostrando un foglio con i nomi di 20 ginecologi che gravitano nelle cliniche private della Marca. «Molti hanno la partita Iva e con la flat tax il privato diventerà ancora più attraente» aggiunge. Drammatica la situazione degli anestesisti. Nel frattempo palazzo Balbi ha provato a richiamare medici in pensione e specializzandi rumeni scatenando una pioggia di critiche. «L’ultimo concorso per anestesisti è andato deserto, un segnale allarmante. Basta un’assenza per malattia a far collassare il sistema», commenta Maria Grazia Maggiolini dell’Aaroi. Rischiano i pazienti ma anche i consumatori, ricorda Paolo Zanin dei veterinari Sivemp: «In Veneto manca il 20% del personale, un paradosso visto che la Lombardia con un agroalimentare pari al nostro ne ha il doppio». Impoverito dai tagli ai servizi anche il territorio. Dal 2002 al 2019 sono andati perduti 3.167 posti letto in Veneto, dice Tiberio Monari (Cgil Medici), è come se tre ospedali come il Ca’Foncello fossero stati chiusi. Per Giuseppe Di Sabatino (Uil Fpl) la strada è una: «Per salvare la sanità pubblica occorre una programmazione che incentivi l’assunzione di neolaureati con la possibilità di svolgere la specialistica lavorando». —
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