RASSEGNA STAMPA DELL'11

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Giovedì 11 Luglio 2019 Corriere della Sera

Primo piano Calcio e urbanistica LA RIVOLUZIONE A SAN SIRO

di Maurizio Giannattasio e Pierpaolo Lio E alla fine fu il progetto. Dopo mesi d’attesa, i sogni di Milan e Inter planano sulle scrivanie dei tecnici comunali sotto forma di pesante faldone da oltre 750 pagine. Non è ancora un progetto fatto e finito. È la sintesi delle coordinate di quello che sarà San Siro, almeno nei piani dei due club: un «distretto» trainato dal nuovo stadio che dovrà vivere 365 giorni l’anno, di cui solo una cinquantina dedicati al culto del pallone. Il resto sarà shopping, intrattenimento, eventi, tutti concentrati in una «cittadella» che nascerà sulle ceneri del glorioso Meazza. È quella che le società chiamano «fase 2». È il corollario di strutture pensate per coccolare il tifoso, il turista, ma anche il residente e le famiglie della zona: il famoso «quarto anello» diffuso in versione «2.0». Tutto ruoterà attorno a una grande piazza, al centro di un «parco diffuso» che s’estenderà là dove oggi c’è l’impianto di San Siro. Una volta abbattuto — ma solo dopo che il moderno «gemello» da 60mila seggiolini sarà spuntato al suo fianco, nell’area comunale oggi adi-

Proposta ● Ieri Inter (nella foto, l’ad Alessandro Antonello) e Milan (a destra, Paolo Scaroni, presidente) hanno inoltrato il progetto di fattibilità tecnicoeconomica per il nuovo stadio

● Se il piano dei club avrà l’ok di Palazzo Marino, sarà lanciata una gara tra archistar per lo sviluppo del progetto

Sport, verde, eventi per 365 giorni l’anno Ruspe sul Meazza: frenata bipartisan

LA STORIA DEL MEAZZA

ML

IL PROGETTO

di fattibilità tecnico-economica

LA PROPOSTA DI INTER E MILAN Il nuovo stadio sarà costruito lungo via Tesio e occuperà una parte delle aree del vecchio palazzetto dello sport

1,2 miliardi di euro L’investimento complessivo

60 mila posti a sedere Lo spazio per il pubblico

127 mila metri quadrati

Tra aree di servizio, punti vendita/ristoro, aree giocatori, accoglienza, aree stampa, locali tecnici, parcheggi

Milan e Inter, modello Los Angeles per il nuovo stadio Il nodo della festa olimpica sui tempi delle demolizioni

un quartiere problematico nella zona più trendy della città. A «moderare» i sogni aperti dell’ad rossonero sono Scaroni e Antonello: «Bene Los Angeles ma caleremo il progetto architettonico nella nostra realtà». Ma al di là delle immagini, gli investimenti per stadio e distretto ammontano alla bellezza di 1,2 miliar-

di di euro. Per essere sicuri del rientro economico, le due società hanno scelto di utilizzare la legge sugli stadi invece che rientrare nell’ambito del piano di governo del territorio. Non tanto perché sveltisce i tempi, ma soprattutto perché raddoppia le volumetrie. Il Pgt prevede per San Siro un indice dello 0,35, la legge sugli stadi lo 0,70. «Ogni novità è la benvenuta, ma da sportivo, italiano, milanese e milanista non posso pensare all’abbattimento di San Siro», commenta il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La politica infatti si riaccende, come ogni volta che si tocca la «Scala del calcio», con l’aggravante che l’impianto è inserito nel dossier olimpico per inaugurare i

Giochi invernali 2026. Mentre Palazzo Marino prende tempo per valutare il progetto monstre, c’è chi s’appella alla storia e ai sentimenti per salvare il Meazza, e chi lancia l’allarme su nuove «colate di cemento». A esporsi fin da subito nel centrosinistra è il pd Carlo Monguzzi. «L’idea di costruire un nuovo stadio è da respingere — spiega l’esponente ambientalista — perché vuol dire consumo di suolo e di nuovi materiali. Non ce lo possiamo più permettere: Milano ha dichiarato lo stato di emergenza climatica e in tutte le cose dobbiamo cercare di recuperare e ristrutturare». Per il leghista Alessandro Morelli, invece, San Siro non si tocca perché se le proprietà dei club possono cambiare, il

Livello 5

La categoria Uefa dell’impianto, la più alta tra quelle conseguibili

Online Leggi, commenta e condividi le notizie sul futuro di San Siro anche sul sito milano. corriere.it

Meazza «è Milano, come la Madonnina e il Castello». Nel frattempo in Forza Italia si rispolvera l’arma del referendum. È Marco Bestetti, presidente del Municipio 7, a chiedere che «il futuro dello stadio, che è di proprietà dei milanesi, sia deciso dai milanesi». «Da settembre — prosegue — con il comitato “No demolizione di San Siro” promuoveremo una grande mobilitazione popolare in difesa dello stadio per raccogliere le firme per il referendum cittadino». Il pentastellato Gianluca Corrado, in attesa di avere i dettagli, pretende garanzie: «Se questa sarà la via scelta, serve una concreta compensazione al quartiere per la dismissione del Meazza». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giambellino

La scelta dei club Sarà utilizzata la legge sugli stadi anziché il percorso del Piano di governo del territorio bita a parcheggio, da ottenere in concessione per 90 anni — lascerà il posto ai 65mila metri quadrati di centro commerciale lungo le vie Dessiè e dei Piccolomini, con sopra uno spazio da 13mila mq per l’intrattenimento, e a tre torri di diverse altezze che offriranno un grande hotel, negozi, uffici e un parcheggio interrato, anche se l’obiettivo è «privilegiare la mobilità dolce» in tutta l’area. «Vogliamo offrire un’esperienza unica in termini di sicurezza, accessibilità, eco-sostenibilità e connessione con la città», hanno garantito ieri i vertici dei due club riuniti per illustrare i piani della «Milano del calcio». Gazidis parla di qualcosa che non solo non si è mai visto a Milano ma non si è mai visto neanche in Italia. Il modello è Los Angeles con il distretto sorto intorno allo stadio che ha trasformato

«Le case Aler per il comitato dei Giochi»

O

● La parola

MASTERPLAN

È un documento che contiene le strategie di indirizzo attraverso le quali i soggetti (pubblici o privati) delineano le azioni di programmazione per un territorio. Il masterplan per il nuovo stadio comprende anche idee relative a strutture con funzioni commerciali e di intrattenimento

1925 La prima struttura voluta dal presidente del Milan, Piero Pirelli e progettata dall’ingegnere Cugini e dall’architetto Stacchini, ha quattro tribune e ospita fino a 35 mila spettatori

LA CITTÀ CHE VOLA

limpiadi anche nei caseggiati popolari. È la proposta che arriva da Luca Gariboldi, cittadino del Giambellino, che ha scritto al sindaco Beppe Sala per proporre di «sfruttare i quartieri di edilizia residenziale pubblica», dove si trovano costantemente molti alloggi vuoti, «per ospitare temporaneamente il Comitato olimpico, le delegazioni, gli atleti olimpici e paralimpici e le loro famiglie», in alternativa o a integrazione del possibile accordo con Airbnb. «Al Giambellino-Lorenteggio, a San Siro, al Corvetto — spiega Garibaldo — ci sono molti alloggi ormai pronti per essere consegnati e abitati. Le entrate di questa operazione potrebbero essere poi reinvestite come risorsa straordinaria per la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Occupazione

IL CASO VENEZIA Seimila posti di lavoro anche duro (carpentieri, saldatori) - che rischiano di rimanere vacanti. L’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono lancia l’ennesimo allarme: «Nei prossimi 2-3 anni avremo bisogno di 5-6 mila lavoratori, ma non so dove andarli a trovare. Abbiamo lavoro per 10 anni, cresciamo ad un ritmo del 10% l’anno, ma sembra che i giovani abbiano perso la voglia di lavorare», dice Bono, lanciando un invito anche «ai genitori ad invogliare i figli». Pronta la replica del vicepremier e ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio, che scende in campo offrendo l’aiuto dell’Anpal, che recentemente ha stretto un’intesa con la Confartigianato del Veneto proprio su questo tema: «Siamo pronti con l’Agenzia nazionale delle politiche attive a dare supporto a Fincantieri nel formare le maestranze di cui ha bisogno. Le nuove politiche per il lavoro che stiamo costruendo andranno proprio nella direzione di colmare il gap tra domanda e offerta».

INCONTRO IMPOSSIBILE Un incontro oggi spesso impossibile. Lo confermano i dati delle indagini Excelsior di Unioncamere e quelli più puntuali delle organizzazioni imprenditoriali venete, che parlano di 10-15mila posti scoperti in regione e non solo a causa di quota 100. Bono ovviamente ricorda quegli addetti che servirebbero alla sua Fincantieri: si tratta di «carpentieri, saldatori», spiega. Certo, riconosce, mestieri pesanti, ma il lavoro è «dignità». E anche lo stipendio non è male: «Se uno invece si accontenta di fare il rider a 500-600 euro... da noi un lavoratore medio prende 1.600 euro al mese. Se uno volesse guardare al futuro non si accontenterebbe di fare il rider, anche perché non è meno faticoso di fare il saldatore. Purtroppo - am-

«Servono 6mila lavoratori e ai giovani non interessa» L’appello dell’ad di Fincantieri, Bono: `«Non riusciamo a trovare carpentieri «Cresciamo, ma non riesco ad assumere» e saldatori: sono ritenuti mestieri duri» `

Le qualifiche più difficili da trovare Dati 2018

Entrate programmate (val. assoluto)

TOTALE

NordOvest

NordEst

Centro

Sud e Isole

TOTALE

4.553.980

26,3

27,6

30,7

24,6

21,8

Dirigenti

10.320

50,4

45,0

56,1

51,2

57,0

Professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione

254.470

38,0

37,6

43,2

33,7

39,0

Operai specializzati

697.400

37,6

42,2

44,5

34,5

27,6

Professioni tecniche

602.620

37,5

38,8

39,5

35,4

35,3

Conduttori di impianti e operai di macchinari

649.230

26,5

25,4

32,1

26,5

21,0

1.238.140

22,1

23,2

26,8

21,0

17,6

Impiegati

400.410

19,5

18,3

21,6

21,7

17,1

Professioni non qualificate

701.390

12,1

11,2

16,2

9,1

11,8

Professioni qualificate commerciali e nei servizi

Fonte: Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior

monisce Bono - abbiamo cambiato cultura». Molti giovani non vogliono più lavorare in fabbrica.

SINDACATI CRITICI

IL VICE PREMIER DI MAIO: PRONTI A DARE SUPPORTO CON ANPAL LA CISL: MANCA L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

I precedenti Quote percentuali del personale

Il punto, sostiene il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, è che in Italia «mancano investimenti sulla formazione e sull’alternanza scuola-lavoro». La Fiom Cgil invece attacca: «In questi anni, grazie anche al rilancio produttivo dell’azienda, si sono formati migliaia di lavo-

CONFERENZA L’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ieri al convegno della Cisl

l problema della Fincantieri è quello che viviamo ogni giorno noi artigiani: in Veneto ci sono tra i 10mila e i 15mila posti che non riescono a essere coperti perché manca manodopera specializzata. E anche la voglia di fare certi mestieri». Agostino Bonomo, presidente della Confartigianato del Veneto, descrive un quadro in bianco e nero: grandi possibilità ma anche altrettanti vuoti. «C’è anche difficoltà a trovare ragazzi che vogliono per esempio fare i camionisti. Per questo bisogna sensibilizzare i giovani: da anni facciamo campagne nelle scuole per fare conoscere il mondo dell’artigianato ai ragazzi e anche alle loro famiglie».

«I

Politica in ritardo?

«L’alternanza scuola-lavoro aveva funzionato: tra il 2017 e il 2018 48mila aziende venete hanno coinvolto 118mila ragazzi avvicinandoli al mondo dell’impresa. E i provveditori ci hanno segnalato che questi ragazzi hanno migliorato le loro performance scolastiche e comportamentali. Eppure questo governo ha voluto cambiare questa legge. Per fortuna ora l’alternanza è stata rimessa in moto e in ogni caso abbiamo messo in piedi anche un piano

«ANCHE NELLE PICCOLE AZIENDE SERVONO ADDETTI SPECIALIZZATI» Confartigianato Veneto

I casi nel Nordest ormai non si contano più: aziende che cercano operai specializzati disperatamente e non riescono a trovarli. Oppure giovani da assumere che rifiutano turni notturni o impegni al sabato o alla domenica. La padovana Covi, cresciuta così tanto nel giro di un decennio da aver deciso di raddoppiare la sua sede storica: ma non in Veneto, bensì in Emilia. «Qui siamo una mosca bianca che fatica a trovare il personale specializzato di cui ha bisogno – spiegava il presidente Dimitri Casanova – mentre lì c’è il contesto giusto per supportare il nostro sviluppo». Luca Businaro, 48 anni, Ad della Novation Tech di Montebelluna (Treviso) che realizza sedili per auto sportive e altri componenti, il problema l’ha risolto così: «Nel 2018 abbiamo assunto 180 persone arrivando a 296 addetti, da inizio anno altre 25 e contiamo di prenderne altrettante entro la fine del 2019. Il problemaè che non troviamo giovani disposti a fare turni e a lavorare il sabato con stipendi da 1800 euro per i neoassunti. Per fortuna possiamo attingere alle lavoratrici disoccupate del tessile, brave e di grande esperienza. Purtroppo non c’è nessuna scuola di formazione».

PRECISAZIONI In serata il gruppo della cantieristica da 8600 addetti in Italia e 19500 nel mondo precisa: «I 5-6mila posti ipotizzati dall’Ad Bono sono soprattutto nel nostro indotto, che già occupa in Italia oltre 40mila persone. Il gruppo direttamente dal 2016 al 2018 ha assunto 525 persone». Ed è ipotizzabile che nel prossimo triennio possa fare anche di più, ma non rinuncerà all’appalto, formula utilizzata «anche da tutti i concorrenti». Le figure professionali che verranno richieste sono le più disparate: elettricisti, meccanici di bordo, motoristi, arredatori, molatori, pittori. Ma anche ingegneri, architetti. «Per questo noi operiamo le nostre ricerche attraverso una serie di strumenti: dai carrier day, ai centri per l’impiego spiegano fonti di Fincantieri abbiamo anche firmato un accordo col Miur per favorire i corsi di formazione anche con gli Its. E firmata un’intesa con la Liguria e abbiamo un tavolo aperto con la Regione Friuli Venezia Giulia». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA FIOM: LI ASSUMA DALLE DITTE IN APPALTO DOVE I DIPENDENTI SPESSO PRENDONO MOLTO MENO DI 1600 EURO AL MESE

L’intervista/2 Elena Donazzan

L’intervista/1 Agostino Bonomo

«La scuola sia più vicina alle imprese: c’è bisogno di nuove professionalità»

Gli allarmi lanciati dagli imprenditori del Nordest

ratori che operano in appalto e in subappalto per Fincantieri, spesso con condizioni nettamente inferiori ai 1600 euro promessi dall’amministratore delegato Giuseppe Bono. Per rispondere alla richiesta di personale comunicata dall’Ad Bono si può attingere, in primo luogo, a questo enorme bacino già professionalizzato», avverte in una nota Roberto D’Andrea, coordinatore nazionale Fincantieri per la Fiom-Cgil nazionale. «Inoltre, a livello locale le organizzazioni sindacali hanno già verificato la possibilità di dar vita a politiche attive del lavoro in grado di mettere allo stesso tavolo l’azienda, le scuole di formazione professionale, gli enti locali e tutti i soggetti interessati. È per questo che chiediamo, al di là delle dichiarazioni a mezzo stampa, di aprire un tavolo di confronto».

B: il recente accordo pilota a livello nazionale con Anpal che mira a snellire la burocrazia e a rendere ancora più fluido questa alternanza». Non bastano i corsi professionali e le scuole tecniche? «Gli istituti sono tanti, ma sfornano pochi ragazzi rispetto al fabbisogno delle imprese. E poi anche le nostre piccole imprese hanno investito pesantemente nelle nuove tecnologie, ma ci servono nuove professionalità per gestirle. Un saldatore con 10 anni di esperienza di fronte a una saldatrice moderna non saprebbe neanche trovare l’interruttore per accenderla». Serve una svolta? «La scuola deve sicuramente cambiare, sono percorsi lunghi che hanno bisogno di programmazione. Nella nostra regione ci sono già scuole estremamente disponibili con un corpo insegnante disposto a mettersi in gioco. Ma è ancora troppo poco e forse anche troppo presto: servirà una maturazione anche tra gli insegnanti. La strada comunque è quella giusta». M.Cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Fra 5 anni l’occhialeria dovrà coprire 3mila posti Serve formazione mirata» onosco il problema della Fincantieri, ne abbiamo parlato con loro ancora un anno fa. Ma non c’è solo la cantieristica a caccia di nuovo personale: entro 5 anni nell’occhialeria avremo bisogno di 3mila lavoratori in più». Elena Donazzan, assessore regionale veneto al Lavoro, da tempo è impegnata su questi temi: «Il primo intervento a Marghera e nel Veneto è stato quello di mettere tutta la formazione possibile per riqualificare i disoccupati. Sto ridisegnando i centri d’impiego, ne metterò uno anche a Porto Marghera: voglio avvicinare i lavoratori in cerca di un posto con le aziende che li offrono».

«C

Carpentieri, saldatori, ma in Veneto c’è anche fame di tecnici specializzati nel digitale. «Per questo noi puntiamo a una

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formazione dedicata: le aziende chiedono anche quadri specializzati, dirigenti e ricercatori. Ma ci vorrà tempo e tra 20 anni avremo anche il problema della denatalità». Ma il problema di Fincantieri è oggi. Servono nuovi immigrati? «Sono contraria all’immigrazione per blocchi, oggi noi abbiamo bisogno di personale specializzato che all’estero non si trova. Meglio puntare a una minore di-

spersione scolastica: migliorare l’orientamento per non sprecare talenti». Che state facendo su questo punto? «Da anni abbiamo attuato campagne di sensibilizzazione che hanno portato tanti giovani a iscriversi agli istituti tecnici più che ai licei. Con l’emergenza che abbiamo ora, abbiamo deciso di fare politiche ancora più mirate. Scuole, agenzie per l’impiego, associazioni di categoria, Comuni, tutto un territorio fa squadra per guidare le scelte. Perché se le lasciamo solo all’empatia della famiglia e del ragazzo, l’insuccesso è spesso in agguato. E poi serve un utilizzo migliore dei fondi europei, accoppiando quelli della formazione con quelli per l’innovazione: ti aiuto a comprare una nuova macchina e a preparare l’addetto per utilizzarla».

«IMMIGRATI? ALL’ESTERO NON C’È IL PERSONALE SPECIALIZZATO CHE CERCHIAMO»

Con l’autonomia sarebbe più facile? «Renderebbe più veloce questo processo. E le altre Regioni potrebbero copiare il nostro modello. Non impedisco agli altri di fare bene». Assessore M.Cr. Regione Veneto © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CadoreComelico

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Enel sistema in fretta la condotta: Lagole si asciuga dopo i disagi provocati dal guasto

blema subito segnalato dall’amministrazione comunale di Calalzo con il sindaco Luca De Carlo estremamente preoccupato per un danno importante in avvio della stagione turistica estiva.

CALAZO DI CADORE

SITO ARCHEOLOGICO

`La società interviene

Nel pomeriggio di martedì 9 luglio si è verificata una fuoriuscita d’acqua da un canale secondario della Centrale di Molinà a Calalzo di Cadore. Un pro-

La zona interessata dall’allagamento conseguente la rottura della condotta è infatti quella di Lagole sito archeologico fra i più visitati, in particolare il danno si è concentrato sulla strada d’ac-

cesso al Laghetto delle Tose, punto di partenza del percorso archeologico che De Carlo ricorda essere stato finanziato dall’allora Ministro della Gioventù Giorgia Meloni. Ieri De Carlo ringraziava Enel per la velocità dell’intervento di sistemazione. Ed ecco le precisazioni dell’azienda: «Il personale di Enel Green Power, immediatamente intervenuto sul posto, ha accertato che tale fuoriuscita è riconducible esclusivamente ad una perdita presente sul fondo

del canale e non a problemi strutturali dell’opera. Il flusso d’acqua ha interessato un vicino sentiero ed eroso parzialmente un breve fosso lungo il sentiero stesso. Una modesta quantità di materiale è giunta inoltre fino al piazzale di Lagole. Enel Green Power ha prontamente intercettato ed interrotto la perdita ed avviato le operazioni di rimozione del materiale e di ripristino del sentiero, che si concluderanno entro due giorni e permetteranno di riportare l’area alle sue

condizioni originarie, senza alcuna conseguenza permanente»”.

SOMMA URGENZA

L’Amministrazione comunale è stata tempestivamente informata dell’accaduto e con i competenti uffici sono stati concertati i necessari interventi. Già alle otto ieri mattina c’erano uomini e mezzi pronti per l’intervento di somma urgenza, la stagione è salva. GB

Giochi, le imprese agli ambientalisti: «Critiche assurde» `Le aziende puntano

a sfruttare le Olimpiadi per favorire lo sviluppo CADORE

L’ESORDIO Il museo dell’occhiale di Pieve ospiterà sabato la presentazione del ricco programma di manifestazioni dell’estate cadorina

Estate cadorina: 34 eventi per riscoprire le terre alte Tutto pronto al museo dell’occhiale `Musei al centro del vasto calendario: per la presentazione del programma coinvolti 12 paesi da Selva a San Nicolò `

PIEVE DI CADORE È tutto pronto per la presentazione del calendario delle opportunità culturali dell’estate cadorina allestito dalla Magnifica comunità. L’appuntamento per conoscere le novità è fissato al Museo dell’Occhiale sabato alle 17 a Pieve dove si potranno scoprire le date e i dettagli dei 34 appuntamenti che compongono il progetto e che faranno rivivere i borghi cadorini attraverso attività curiose e insolite.

IL CALENDARIO

Si tratta di attività, laboratori didattici, visite animate, eventi culturali, realizzate in collaborazione con il Museo dell’Occhiale e la Rete Museale Cadore Dolomiti. Sono 12 i paesi coinvolti, 9 dei quali in Cadore (Auronzo, Borca, Calalzo, Lozzo, Ospitale, Perarolo, Pieve, San Vito e Selva), 2 in Comelico (Comelico Superiore e San Nicolò) e Sappada, oggi in Friuli Venezia Giulia, ma per tradizione parte integrante della cultura e del territorio cadorini. Per il pubblico un’occasione unica per scoprire ed apprezzare la montagna bellunese attraverso percorsi insoliti,

tra questi la caccia al tesoro musicale, l’aperitivo in danza, visite animate al museo. L’iniziativa è una delle azioni fondamentali previste nel progetto Itinerari in rete: per lo sviluppo di un turismo culturale in Cadore, nato per rilanciare e valorizzare la montagna bellunese

e finanziato dalla Fondazione Cariverona.

IL CUORE

I musei saranno il cuore del progetto poiché rappresentano una straordinaria opportunità per diffondere cultura e formazione indirizzate in ma-

Auronzo di Cadore

Morso dalla vipera, soccorso al rifugio Attorno alle 13 l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato, su richiesta del gestore, in direzione del Rifugio Pian di Cengia, sulla Croda dei Toni, nel comune di Auronzo di Cadore, per un escursionista morso a una mano da una vipera. Atterrati in piazzola, sono sbarcati l’equipe medica e il tecnico del Soccorso alpino dell’equipaggio, che hanno prestato le prime cure a A.C., 64 anni, di Cesena. Imbarcato, l’uomo è stato trasportato all’ospedale di Belluno per le cure del caso. Poco dopo la Centrale operativa del 118 ha allertato il Soccorso alpino di Cortina per un’escursionista che si

niera specifica alla conoscenza del territorio, da essi si partirà per conoscere poi attivamente il paesaggio circostante e la sua ricchezza, attivando un dialogo tra il patrimonio museale e l’ambiente, fra istituzioni museali e cittadini. Il calendario di proposte si sviluppa dal 13 luglio al 5 ottobre e comprenderà visite animate, aperitivi culturali, passeggiate archeologiche, caccia al tesoro musicale, aperitivi in danza per rendere i visitatori protagonisti di un territorio che ha mille bellezze e curiosità da svelare.

GLI ARGOMENTI

era fatta male a una caviglia sul sentiero 439, che dal Rifugio Scoiattoli porta al Rifugio Averau. C.C., 68 anni, di Milano, è stata raggiunta in fuoristrada da una squadra del Sagf, che l’ha poi accompagnata al Codivilla.

Molteplici le tematiche, che spaziano dalla riscoperta delle tradizioni artigianali ai percorsi archeologici, dalle visite insolite ai musei locali agli appuntamenti musicali, dagli aperitivi al museo ai laboratori di ascolto attivo; le tante iniziative sono pensate e progettate su misura per ciascuna delle realtà coinvolte, arricchendosi così di sfumature e dettagli che rendono ogni esperienza unica e irripetibile. Il calendario completo sul sito www.magnificacomunitadicadore.it. Giuditta Bolzonello

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Olimpiadi all’orizzonte, imprenditori in prima fila; anche nello smorzare gli attacchi che arrivano dagli ambientalisti. La presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Lorraine Berton conferma l’impegno della categoria in vista della scadenza del 2026. «Noi cerchiamo occasioni di sviluppo per questo territorio ed è un nostro preciso dovere farlo. La nostra provincia è una potenza industriale, con un indice manifatturiero quasi doppio rispetto alla media europea e nazionale -sottolinea la presidente- Non solo, da imprenditrice dell’occhiale, posso confermare che non ci sono solo gli occhiali. C’è tutta la catena del freddo, quella dell’automazione e tantissimo, altro».

BASTA MEDIOEVO Sul tema olimpico interviene anche il coordinatore del Tavolo delle Infrastrutture, Domenico Limana: «Categorie economiche e sindacati sono per il fare: è nel nostro dna trovare tutte quelle soluzioni che consentano al territorio di andare avanti. I problemi infrastrutturali del Bellunese sono evidenti e non riguardano soltanto la viabilità. Insomma, non possiamo permetterci di stare fermi. Il Tavolo delle Infrastrutture è aperto ai contributi. Chi dice sempre di no, non fa l’interesse del nostro territorio, soprattutto se guardiamo ai Grandi eventi che ci devono vedere pronti e reattivi. Non possiamo rimanere nel Medioevo». Al coro dei pragmatici si aggiunge anche Claudia Scarzanella presidente di Confartigianato: «Pensare allo sviluppo non significa che Confartigianato Belluno non sia sensi-

bile alla tutela dell’ambiente e del territorio bellunese. Infrastrutture e viabilità sono temi sui quali si gioca la competitività anche delle aziende più piccole e di quelle artigiane che rappresentano la struttura fondamentale del tessuto economico bellunese. Non possiamo sottrarci all’esigenza di trovare un equilibrio tra le necessità di sviluppo del territorio e sostenibilità ambientale. Per tutto questo servono però intelligenze, volontà costruttive e collaborazioni».

LE CRITICHE

«In Veneto la richiesta di nuovi collegamenti autostradali o strade a scorrimento veloce verso nord si fa sempre più aggressiva». A dirlo gli ambientalisti all’indomani dal tavolo provinciale delle infrastrutture di Villa Patt dove è stata siglata quella che definiscono «una ferrea alleanza di categorie economiche che spingono per il prolungamento dell’A27 da Longarone in direzione Comelico per arrivare dalle parti di Lienz, in piena violazione del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi». Sottolineano gli ambientalisti: «Il ritornello è sempre lo stesso: contrasto allo spopolamento (anche se è risaputo che le grandi infrastrutture viarie non portano vantaggi alle aree marginali attraversate) e rilancio di una provincia dall’industrializzazione avanzata (un’affermazione che si commenta da sola: gli occhiali non hanno bisogno di nuove strade). Per il Cadore-Comelico questa struttura diventerebbe un incubo: il paesaggio distrutto in un alternarsi di rilevati, viadotti e gallerie. G.B.

LIMANA (INFRASTRUTTURE) «CHI SI OSTINA A DIRE SEMPRE NO VA CONTRO L’INTERESSE DEL TERRITORIO»


2

Primo Piano

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Scuola

I risultati dei test Invalsi Percentuale di studenti che possiedono le competenze richieste al termine del ciclo scolastico Superiori

Medie ITALIANO

65,6

Allarme test Invalsi uno studente su tre va male in italiano

65,4 MATEMATICA

61,33 58,3 INGLESE (lettura)

78,0 51,8 INGLESE (ascolto)

60,0

Dalle elementari alle medie risultati `Il paradosso dei maturandi: male sconfortanti: il Sud peggio del Nord alla prova, promossi al 99% all’esame `

IL RAPPORTO ROMA Italiano, inglese, matematica: non è questione di una singola materia. Il livello di preparazione scolastica dei nostri ragazzi, in particolare al Sud, dalle elementari fino alle superiori, è davvero basso. A delineare il quadro preoccupante sono i risultati dei test Invalsi, presentati ieri alla Camera dei deputati, svolti nelle classi II e V delle elementari, nella classe III della scuola media e nelle classi II e V della scuola superiore.

VALUTAZIONI Dalla valutazione emerge una scuola in difficoltà e, soprattutto, a due velocità dove è sempre il Sud ad arrancare. In italiano, ad esempio, il 35% dei ragazzi di terza media non raggiunge un livello adeguato. Andando a guardare le specificità geografiche ecco che la percentuale scende intorno al 30% nel Nord Ovest,

nel Nord Est e del Centro. Nelle regioni del Sud la quota sale al 40%, nelle Isole raggiunge addirittura il 46%. In matematica, la differenza è ancora più marcata: il dato nazionale parla di 4 ragazzi su 10 che non raggiungono livelli adeguati. Nelle regioni del Nord e del Centro si resta sul 30%, al Sud si arriva al 48% e nelle Isole al 56% nel Sud e Isole. Ci sono regioni meridionali come Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna che toccano punte del 55-50% di ragazzi di terza media con livelli molto bassi soprattutto in matematica e inglese. E per i ragazzi più grandi? Questo è stato il primo anno dei

test Invalsi praticamente a ridosso dell’esame di maturità.

CONTRADDIZIONI Che cosa è emerso? Una desolazione: il 35% dei ragazzi non raggiunge livelli adeguati in italiano. Un dato che, anche in questo caso, vola al Sud con oltre il 20% in Campania, Basilicata e Sicilia, per arrivare al 25% in Calabria. La situazione peggiora ancora di più per matematica: non raggiungono infatti livelli adeguati 4 ragazzi su 10. Spostando l’attenzione al Sud, oltre 6 studenti su 10 in Campania, Calabria e Sicilia. Un dato su cui riflettere visto che, dopo due mesi dal test Invalsi, oltre il 99% dei

ragazzi dell’ultimo anno delle superiori viene promosso all’esame di maturità. Anche per lo studio dell’inglese c’è da mettersi le mani nei capelli: a ridosso della maturità, infatti, non raggiunge il livello adeguato di lettura in lingua inglese, classificato come B2 reading, quasi un ragazzo su due. Se poi si prende in considerazione l’ascolto, listening B2, il quadro è desolante: resta al palo il 65% dei maturandi. Anche in questo caso la cartina geografica fa la differenza: in Calabria quasi 7 su 10 non leggono l’inglese adeguatamente, non lo comprendono con l’ascolto quasi 9 su 10 in Calabria e in Sicilia.

35,0

A giocare un ruolo importante anche lo status sociale: l’indicatore Escs (Economic social cultural status index), viene utilizzato dall’Invalsi proprio per misurare le condizioni sociali, culturali ed economiche degli studenti e dimostra infatti la correlazione tra indice e punteggi ottenuti nei test.

REAZIONI «Ci sono innegabili segnali di preoccupazione - ha commentato il ministro Bussetti - ma i risultati contengono anche alcune tendenze incoraggianti e spunti di immediato intervento migliorativo. Occorre riconoscere le differenze territoriali di cui

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MATEMATICA E INGLESE SI CONFERMANO LE BESTIE NERE MEGLIO LE FEMMINE DEI MASCHI nna Maria Ajello, presidente dell’Invalsi, come è possibile che al termine della scuola, quindi a 19 anni, un ragazzo su tre non ha ancora un’adeguata competenza in italiano? «Il problema dell’italiano è rilevato anche nelle fasi iniziali della scuola. Parte con le elementari dove può sembrare che ci siano meno danni ma le differenza emergono già tra la seconda e la quarta elementare. Poi, ovviamente, quando arrivano alla fine delle superiori i danni fanno più impressione. Ma sappiamo che le basi del problema nascono da lontano. Non è certo colpa della scuola superiore se i ragazzi finiscono gli studi con competenze non adeguate: è un problema che cresce con il passare degli anni». In che senso? «Valutare le competenze ci aiuta a capire che abbiamo di fronte un treno che parte dalle elementari e arriva fino alla maturità, dobbiamo monitorarlo per vedere come si muove e dove va. E, soprattutto, eviterei di dire “come sono ignoranti questi ragazzi delle superiori” visto che parliamo del frutto di un albero che ha radici lontane». Dove è il problema allora? «Si tratta di capire che siamo di fronte ad un’emergenza educativa, un fenomeno educativo complicato di cui vanno analizzate tutte le componenti per aiutare la

è composto il nostro Paese, in termini di spazi, servizi, attività culturali e produttive, condizioni occupazionali, culturali, affinché possano essere valorizzate le eccellenze e affrontate concretamente e con maggiore efficacia le criticità». Un aspetto, quello delle diseguaglianze territoriali, su cui ora tuonano i sindacati puntando il dito proprio contro l’autonomia regionale: «Se non si interviene sulle disuguaglianze profonde tra Nord e Sud, tra territori diversi nelle stesse regioni - sottolinea il segretario generale della Flc-Cgil Francesco Sinopoli continueremo ad avere sempre gli stessi risultati. Come vogliamo intervenire sulle disuguaglianze? Con l’autonomia differenziata? Assolutamente no». E la differenza di genere? Le ragazze sono più brave dei maschi in Italiano e inglese, mentre i i ragazzi superano le femmine in matematica. Lorena Loiacono

IL MINISTRO BUSSETTI: «INTERVENIRE SULLE DIFFERENZE TERRITORIALI» SINDACATI: «AUTONOMIA? RISCHIA DI AUMENTARE LE DISUGUAGLIANZE» I TEST Professori alle prese con la correzione degli elaborati

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L’intervista Anna Maria Ajello

«Siamo in un’emergenza educativa: ma i problemi nascono alle elementari»

LA PRESIDENTE DELL’INVALSI: «LA SCUOLA NON DEVE ESSERE LASCIATA SOLA NON È DEL MINISTERO MA DEL PAESE TUTTO»

scuola a migliorare le competenze dei ragazzi». Come si aiuta la scuola? «La situazione scolastica va monitorata per poi migliorarla: voglio dire che le scuole non possono essere lasciate sole. Abbiamo visto che esiste ed è concreto il peso del contesto sociale sull’acquisizione delle competenze degli studenti. È compito della società civile interrogarsi su come aiutare i ragazzi a vivere meglio. Quando diciamo di voler aiutare i giovani, che cosa intendiamo? Sono solo parole, facciamo i fatti: prepariamoli al futuro». La scuola deve impegnarsi di più?

Dati Eurostat Italia, ultima nella Ue per il tasso di natalità L’Italia, nel 2018, è stato il Paese Ue con il tasso di natalità più basso (il 7,3 per mille). È quanto evidenzia Eurostat nella nota sui dati della popolazione nei 28 Stati membri dove per la seconda volta consecutiva, il numero dei morti ha superato quello delle nascite (5,3 milioni contro 5 milioni). Solo l’immigrazione ha aumentato i numeri della popolazione.

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«È un problema che riguarda tutti, non solo chi vive dentro le aule. Dobbiamo riconoscere l’emergenza educativa che questi dati rappresentano perché nessuno può dire che non sono veri. Parliamoci chiaro: in Calabria, ad esempio, dati così estesi di incompetenza in italiano stanno a significare che questi ragazzi avranno meno opportunità di altri nel loro futuro». Chi deve intervenire? «Tutti, dalle famiglie agli uffici scolastici regionali, agli assessori regionali alla formazione. La scuola non è solo del ministero ma di tutta la popolazione. Vediamo dove si raggiungono gli esiti migliori: si raggiungono dove ci

sono interventi educativi anche al di fuori della scuola. A Torino, ad esempio, esistono progetti validi che aiutano i ragazzi con i compiti nel pomeriggio». Serve un aiuto maggiore in matematica? «La matematica crea sempre i problemi maggiori, vale anche a livello internazionale, e soprattutto per le femmine. Dobbiamo preoccuparci di questo aspetto». Perché? «Perché le donne vivono più degli uomini e se non iniziano a preoccuparsi della loro preparazione matematica e della loro capacità economica, sono destinate ad avere meno occasioni per stare bene in futuro. La scuola deve guardare lontano». A questo serve l’Invalsi? «Sì, l’Invalsi deve costantemente fornire dati e misurare le variazioni del sistema per poter intervenire. Pensiamo ad esempio al listening dell’inglese: è migliorato rispetto allo scorso anno, pur mantenendo valutazioni molto basse». Come funziona scusi? «Se i ragazzi e gli insegnanti sanno che ci sarà una valutazione sul listening, si preparano per sostenerla. . Si può fare una riforma anche solo a partire dagli esami, poi tutto viene di conseguenza. Se si prende in carico il problema, il risultato si vede subito». L.Loi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


15

Nordest

LE RICHIESTE VENEZIA Dopo le Colline del Prosecco, l’Amarone. E il Vetro di Murano. E la Cappella degli Scrovegni. Il riconoscimento dell’Unesco conquistato a Baku per il paesaggio di Conegliano e Valdobbiadene fa gola anche ad altre aree del Veneto. La regione già conta otto beni iscritti nella lista del patrimonio mondiale: Venezia e la sua Laguna, l’Orto Botanico di Padova, la Città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto, la Città di Verona, le Dolomiti, i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo e ora le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Ebbene, adesso in questa lista vogliono entrare alche altri. E in cima ai richiedenti c’è quella che il governatore Luca Zaia ha definito «la nostra Cappella Sistina».

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Dopo le colline del Prosecco è scattata la corsa all’Unesco

«Non nego - ha detto Zaia - che della Cappella degli Scrovegni ne abbiamo parlato anche in Azerbaigian con gli addetti ai lavori. Gli Scrovegni sono un bel biglietto da visita, sosteniamo la candidatura fino in fondo». Concetto rilanciato dal consigliere regionale leghista Luciano Sandonà: «Abbiamo appena festeggiato la vittoria delle nostre Colline del Prosecco, ma ora dobbiamo rimetterci subito al lavoro per portare a casa anche la nomina a Patrimonio dell’Umanità Unesco 2020 del ciclo pittorico trecentesco di Padova e, soprattutto, della Cappella degli Scrovegni». Da Verona si fanno sentire il deputato dem Diego Zardini con la collega consigliera regionale Orietta Salemi: «Siamo felicissimi per l’inserimento delle Colline del Prosecco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Ora si la-

VENEZIA Una seduta straordinaria del consiglio regionale del Veneto sulla Superstrada Pedemontana. A chiederlo è l’opposizione, con in prima fila il Pd. «Abbiamo un cantiere sequestrato, per la terza volta, e 81 lavoratori in cassa integrazione per un’opera inaugurata in pompa magna non più di un mese fa. In tutto questo non abbiamo ancora sentito una parola da parte del presidente Zaia. Eppure è già passata una settimana dall’ordinanza della Procura di Vicenza», afferma il capogruppo dem Stefano Fracasso, che è anche primo firmatario della mozione (sottoscritta da Pd, M5s, LeU, Moretti Presidente, Italia in Comune) con cui si chiedono verifiche straordinarie sull’esecuzione e sui materiali utilizzati nelle opere in cemento armato lungo tutti i 94 chilometri della Superstrada. «Zaia troverà altre scuse - chiede Fracasso per non rispondere in aula su quanto sta accadendo?».

Ieri, intanto, a Palazzo Balbi il governatore Zaia ha ospitato i quindici sindaci delle Colline del Prosecco con il presidente del Consorzio Prosecco Docg Innocente Nardi e i componenti del comitato scientifico Leopoldo Saccon e Amerigo Restucci, per presentare l’immagine ufficiale del sito e spiegare cosa sarà fatto nei prossimi mesi. «Questo è l’unico sito materiale a essere passato nell’ultima riunione in Azerbaigian ed è l’unico sito di produzione vinicola riconosciuto dall’Unesco per le caratteristiche paesaggistiche», ha detto il governatore. Che ha annunciato un piano strategico di gestione, da perfezionarsi entro 120 giorni, che tenga conto di tutti gli elementi, a partire dalla ricettività turistica. L’obiettivo è puntare su una ricettività diffusa che consenta anche di recuperare gli edifici ora abbandonati: «Garantisco che non ci sarà nessuna nuova costruzione alberghiera nella “core zone”. E, pur accogliendo eventuali investitori stranieri, mi auguro che a sfruttare questa opportunità siano prima di tutto imprenditori nostrani e i giovani, per i quali si aprono grandi opportunità di lavoro. Sarà un nuovo rinascimento per tutto il Veneto». Il marchio Unesco non “imbalsamerà” l’area: «Questo è un sito vivo», ha detto Zaia. E l’atteso aumento di turisti dovrà essere gestito: «Non creeremo guai ai cittadini». Opportunità lavorative, ha sottolineato il professor Amerigo Restucci, arriveranno anche dalla formazione delle guide turistiche. L’esempio è quello delle Langhe. E l’assessore Donazzan è già pronta a inserire nel piano di gestione percorsi didattici con laboratori di studio sul territorio a partire dalla scuola primaria. Alda Vanzan

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`Entro 120 giorni il piano di gestione In lizza la Cappella degli Scrovegni, Amarone e Recioto, il vetro di Murano per l’area Conegliano-Valdobbiadene `

Pedemontana Consiglio straordinario chiesto dall’opposizione

LA LISTA

BRINDISI Il governatore Luca Zaia ieri a Palazzo Balbi con i sindaci delle Colline del Prosecco

PREVISTI CORSI DI FORMAZIONE PER LE GUIDE TURISTICHE SUL MODELLO DELLE LANGHE

vori al dossier sulle tecniche di appassimento nella zona del Valpolicella per produrre Recioto e Amarone, come avevamo inizialmente proposto nel 2016, una candidatura fermata dalla Regione Veneto per dare priorità al Prosecco». Ma anche da Venezia arriva una richiesta: il Consorzio

Promovetro ricorda di aver avviato ancora nel 2010 la procedura di candidatura del “Vetro di Murano” quale patrimonio intangibile dell’Unesco. Insomma, più che i vincoli contano i vantaggi del marchio dell’Unesco: turisti, visitatori, opportunità di crescita.

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IL PIANO


Padova Giovedì 11, Luglio 2019

RICHIEDENTI ASILO VIA DALL’ALBERGO PARADISO, BANO: «UN SUCCESSO GRAZIE A SALVINI»

San Benedetto. Nato a Norcia ed educato a Roma, iniziò a condurre vita eremitica a Subiaco; spostatosi poi a Cassino, fondò qui il celebre monastero e scrisse la regola.

19°C 28°C Il Sole Sorge 5.33 Tramonta 21.00 La Luna Sorge 15.47 Cala 1.48

Ospedale di Schiavonia

Villa Breda Città delle idee: Francioso e poi cinema all’aperto

Paziente 80enne inoperabile guarito bruciando i 2 tumori Intervento innovativo all’ospedale di Schiavonia: a un 80enne sono stati bruciati due tumori. Il paziente era “inoperabile”.

A pagina XXVI

Arcolini a pagina XIII

Bovo a pagina XVIII

Stadio, via al progetto da 11 milioni Accantonato il piano dell’ex presidente del Calcio Padova, `Le curve saranno coperte e trasformate in due palasport, a ridosso le nuove gradinate. Giordani: «Pronto in 2 anni» il Comune ristrutturerà l’Euganeo: ecco come diventerà `

La sentenza

Vecchio Padova, fallimento: Inps primo creditore Ecco l’ultimo atto della pagina più amara del calcio di casa nostra. Con sentenza numero 86, martedì è stato ufficialmente dichiarato il fallimento del vecchio Padova come chiesto dall’ex presidente Penocchio. Primo creditore è l’Inps. Miola a pagina XXIII

Due nuove curve a ridosso del campo, un palazzetto dello sport dedicato al basket, un pattinodromo e una parete per l’arrampicata. Il tutto in uno stadio finalmente “chiuso”, senza più spazi vuoti tra una gradinata e l’altra. Costo complessivo: undici milioni di euro. Sfumato definitivamente il roboante piano da cento milioni prospettato l’anno scorso dal Calcio Padova, è questa la strada che il sindaco Giordani e l’assessore Bonavina intendono seguire per ammodernare e migliorare l’Euganeo. «I soldi ci sono - dicono in coro -, ora prevediamo un anno di burocrazia e un anno di lavori». Pipia e Spettoli alle pagine II e III

Bullismo a scuola, 45 casi: è allarme

L’evento

Il ritorno di Lalas l’americano: festa all’Appiani Un tuffo nel passato da non perdere assolutamente. Oggi va in scena il “Lalas day”, con l’ex difensore di nuovo in città a distanza di ventitré anni dall’ultima volta. Il momento clou è fissato alle 18.15 allo stadio Appiani, quando Lalas incontrerà i vecchi compagni di squadra e tifosi. L’IMMAGINE Il nuovo stadio Euganeo nel progetto del Comune

A pagina XXIII

Saldi Domani la “Notte dei colori”

Le spaccate

Torch, condanna ed espulsione: ma solo un colpo

Ingegneri a pagina VII

Città illuminata e 300 negozi aperti SVENDITE Monumenti illuminati e negozi aperti per i saldi.

Scrovegni, Zaia: «È la nostra Cappella Sistina» Luca Zaia lancia la candidatura di “Padova urbs picta”. E il governatore si spinge oltre, definendo gli affreschi giotteschi padovani «la nostra Cappella Sistina». Il presidente della Regione ieri ha presentato a palazzo Balbi l’ottenimento del sito Unesco da parte delle colline del Prosecco. Così ha colto l’occasione per parlare della candidatura degli affreschi trecenteschi padovani a patrimonio dell’umanità, nella speranza che venga assegnata l’anno prossimo. «Ne abbiamo già discusso in Azerbaigian. Ben venga un eventuale sito in più, anche perché gli Scrovegni sono la nostra Cappella Sistina» ha detto il governatore. Rodighiero a pagina XI

Città della Speranza

Torre della ricerca, cresce il bilancio: 2,5 milioni investisti per la scienza Bilancio consuntivo della Città della Speranza: due milioni e mezzo investiti in ricerca per combattere le malattie pediatriche. Il nuovo modo di amministrare la struttura, approvato l’anno scorso, ha permesso di effettuare un 50% in più di investimenti, grazie anche alla diminuzione dei costi di gestione della struttura. URBS PICTA La cappella degli Scrovegni candidata Unesco

“Prima i montagnanesi”: è questa la filosofia che sta alla base dei nuovi criteri per l’assegnazione delle case popolari nella città murata, che entro l’anno potrà contare 35 alloggi in più. Più punti in graduatoria in base alla residenza. Pattaro a pagina XVII

Rifiuti pesati con la frode: un indagato

L’episodio più grave: si finge ragazza, adesca il compagno e diffonde i filmati

Era stato indicato come il re delle spaccate, ma la Procura ha potuto contestargli fino in fondo solo uno dei tre colpi. Amor Ben Lazhar Torch è stato condannato a due anni, poi sarà rimpatriato.

Alloggi Ater, un bonus per residenza

Inchiesta Etra

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Si finge una ragazzina, adesca un compagno e si fa spedire delle foto in atteggiamenti intimi. Poi le inoltra ai coetanei per prenderlo in giro e a scuola scoppia inevitabilmente il finimondo. L’episodio è capitato in una scuola media e lo studente protagonista ha da poco finito di scontare la propria punizione: 40 ore di assistenza ai bambini delle elementari durante le loro attività di doposcuola. Questo è uno dei casi (45 in tutto) più eclatanti affrontati nel corso dell’ultimo anno dal Centro Servizio Volontariato: «Il nuovo bullismo viaggia in rete». Pipia a pagina V

Montagnana

Cappellato a pagina IX

DIRETTORE Antonella Viola

Redazione Padova: 35122 - Padova, via Squarcione 5 - Tel. 049.8756011 - fax 041.665174 padova@gazzettino.it

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Rodighiero a pagina IV

É accusato di non aver adempiuto alle procedure contrattuali. Frode in pubbliche forniture. Questo il reato di cui sarà chiamato a rispondere l’ex coordinatore dei servizi operativi rifiuti di Etra, Alessandro Masiero. Il 46enne manager della multiutility, ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. É l’atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio. Le indagini dei finanzieri della compagnia di Cittadella, coordinati dal pm Sergio Dini, hanno individuato una serie di presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti nell’Alta padovana che non sarebbero stati pesati a dovere. Ingegneri a pagina XX


XIII

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE VIGNAROLI

Mestre

«È da monitorare la separazione dell’amianto dalle macerie nei cantieri edili, come pure il processo di recupero dei rifiuti»

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

L’allarme dei parlamentari: «Inerti tossici sulle autostrade» Commissione ecomafie in sopralluogo `«Rifiuti pericolosi utilizzati nei cantieri» a Noale, Paese e poi a Porto Marghera Oggi le ultime audizioni in Prefettura `

AMBIENTE

SOTTO SEQUESTRO Già ieri però i parlamentari hanno potuto rendersi conto di alcune situazioni al centro delle inchieste della magistratura e delle cronache degli ultimi mesi, anche grazie al confronto con i carabinieri, gli inquirenti e i tecnici Arpav. «In mattinata - spiega Vignaroli - abbiamo svolto un sopralluogo ai siti posti sotto sequestro a Paese e Noale per renderci conto della situazione: abbiamo parlato con i carabinieri che hanno svolto le indagini e che ci hanno fornito le prime informazioni sulla loro attività investigativa. Secondo quanto ci hanno riferito, inerti contaminati potrebbero essere stati già utilizzati nella costruzione di tratti autostradali in Veneto. C’è comunque un procedimento giudi-

per la mancanza di una comunicazione

MESTRE Un esposto alla Procu-

ra della Repubblica per fare chiarezza sulla presenza nel rione Pertini dell’antenna di proprietà del gestore telefonico mobile francese Iliad. Nell’atto, che sarà depositato nei prossimi giorni dal Comitato di quartiere, si chiede per quale motivo non vi sia stata comunicazione pubblica in merito all’installazione del ripetitore e se vi siano dei limiti di legge circa la presenza di antenne telefoniche nel territorio comunale.

NESSUN AVVISO

INDAGINE Un cantiere autostradale: il tema è all’esame della commissione ecomafie

Legambiente Casi di illegalità diffusa nel ciclo del cemento L’area metropolitana di Venezia in testa per i reati connessi al ciclo illegale del cemento. A rilevarlo è il dossier Ecomafia 2019 di Legambiente che ha censito 146 infrazioni accertate e 75 sequestri nel Veneziano, dove si registra il 2,3% dei reati a livello nazionale. A Venezia peraltro, secondo il dossier di Legambiente si registrano anche numerosi reati contro la fauna, per lo più connessi alla pesca (94 infrazioni accertate) mentre è inferiore l’incidenza dei reati relativi al ciclo dei rifiuti, con 12 reati accertati nel corso dell’anno.

ziario in corso, acquisiremo gli atti». Ai sopralluoghi erano presenti anche i rappresentanti della ditta Cosmo, l’azienda coinvolta nell’inchiesta e che ha collaborato con la commissione fornendo informazioni sull’attività svolta. Proprio martedì, a Noale, dove è finito sotto esame un deposito di materiale nei pressi dell’azienda, erano arrivati gli esiti richiesti dal Comune ad Arpav e che di fatto risultano negativi quando a contaminazione delle acque di falda. L’attenzione si sposta dunque fuori dei siti coinvolti e in particolare nei cantieri stradali dove i materiali potrebbero essere stati utilizzati. «Il tema della separazione dell’amianto dalle macerie nei cantieri edili - prosegue Vignaroli - è una questione importante da monitorare, così come vanno approfonditi con attenzione e contrastati i casi dei falsi “end of waste” (il processo di recupero

dei rifiuti, ndr). Quando infatti la fine della qualifica di rifiuto avviene in maniera non corretta, di fatto si smaltiscono rifiuti sotto infrastrutture e opere pubbliche. Sul caso di Noale e Paese c’è un procedimento in corso, la magistratura accerterà le eventuali responsabilità». Sul sito Sin di Porto Marghera il presidente della commissione aveva già avvertito: «È stato perimetrato per la prima volta nel 2000 e oggi, dopo quasi 20 anni, ha un procedimento di bonifica concluso solo sul 16% dei suoli e l’11% delle acque di falda». Oggi si conosceranno gli esiti dei sopralluoghi cui, oltre a Vignaroli, hanno partecipato i deputati Silvia Benedetti (Gruppo Misto), Angela Colmellere (Lega), Tullio Patassini (Lega), oltre al senatore e vicepresidente della Commissione, il veneziano Andrea Ferrazzi (Pd). (r.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Lettera Rotonda “tradizionale” ai Quattro Cantoni Caro direttore, Qualche giorno fa attraverso il Gazzettino, l’assessore Renato Boraso dichiarava che era all’esame del suo assessorato, la sperimentazione di nuove rotonde sulle strade di Mestre. Credo sia condiviso da molti che Mestre in questi ultimi anni è migliorata rispetto alle lunghe code degli anni scorsi ed è molto migliorata, specie in centro, dove si sono creati nuovi spazi di aggregazione come via Poerio e via Palazzo, oltre piazza Ferretto naturalmente. In tale situazione mi permetto di evidenziare, con spirito costruttivo, la necessità di

`Residenti allarmati

QUARTIERI

VENEZIA «Inerti contaminati po-

trebbero essere stati già utilizzati nella costruzione di tratti autostradali in Veneto». Lo afferma il presidente della Commissione Ecomafie, il pentastellato Stefano Vignaroli, al termine dei sopralluoghi effettuati ieri dalla delegazione a Paese, Noale e Porto Marghera. La commissione, che si occupa dell’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, ha passato in rassegna al mattino i siti di Paese e Noale, al centro di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia per traffico illecito di rifiuti e nel pomeriggio è stata in sopralluogo al Sito di interesse nazionale per la bonifica di Porto Marghera e al Porto di Venezia. Oggi la commissione tirerà le fila del suo tour in Veneto incontrando in Prefettura il sindaco Luigi Brugnaro, il provveditorato interregionale alle opere pubbliche del Triveneto Roberto Linetti e Matteo Zoppas, presidente degli industriali del Veneto.

Esposto in Procura per il ripetitore al Rione Pertini

rivedere in modo radicale la rotonda a “fagiolo” realizzata ai Quattri Cantoni, sempre a Mestre. A mio avviso ci sono due cose da valutare, la prima, la funzionalità della rotonda stessa in termini di circolazione stradale, la seconda, il miglioramento dell’arredo urbano. Le rotonde, definite alla francese, sono diventate in Francia non solo uno strumento per migliorare la circolazione stradale ma anche un vanto di bellezza delle loro città. La rotonda in questione ha migliorato sicuramente la viabilità della zona e questo sembra essere il parere degli abitanti che vivono nel quartiere, ma qualche problema di circolazione sicuramente potrebbe

ROTONDA I Quattro Cantoni

essere migliorato. Mi permetterei di suggerire, senza voler interferire sulle scelte tecniche del Comune, se non sia più funzionale una vera rotonda tradizionale bene arredata che diventerebbe una bella “porta di ingresso“ per chi arriva a Mestre dal Terraglio e da via Castellana. Mi rendo conto che tale proposta potrebbe essere più onerosa, ma una rotonda ben curata sarebbe, anche in quel posto, un ulteriore tassello per migliorare l’arredo urbano della nostra città di Mestre. Sarebbe inoltre auspicabile una convenzione con il vicino hotel Sirio che beneficerebbe di una zona bella e ben curata per sostenere i costi di manutenzione. Dino Lazzarotto

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A far arrabbiare i residenti del quartiere è stata soprattutto l’assenza di qualsiasi comunicazione preventiva riguardante il posizionamento del traliccio di Iliad da parte dell’amministrazione comunale, come previsto da uno specifico regolamento comunale del 2007. «Sembra che chiunque possieda un giardino o un pezzo di terra sia libero di installarvi un’antenna telefonica per lucrare un bella somma di denaro e mettendo i residenti davanti al fatto compiuto – sottolinea Giorgio Rocelli, presidente del Comitato quartiere Pertini – e adesso tutti i residenti del quartiere mi chiedono se questa antenna può rappresentare un pericolo per la salute dei cittadini perché su questo rischio non abbiamo nessuna certezza e in questo quartiere sono già state installate altre antenne come questa a poche decine di metri di distanza. L’unica cosa certa è che da quando è stata posizionata, l’antenna interferisce con il segnale televisivo e molti mi

riferiscono di avere difficoltà nella ricezione dei canali televisivi. Questo ci fa ritenere che il nuovo ripetitore telefonico sia stato tarato male oltre che tirato su all’insaputa di tutti». Per conoscere dati certi sulle emissioni dell’antenna, il Comitato di quartiere ha preso contatto con l’Arpav, che ha risposto informando che i dati riguardanti le antenne di telefonia mobile devono essere forniti dalle stesse compagnie telefoniche. «Quindi noi dovremmo anche fidarci di quello che ci dice il gestore telefonico – osserva Rocelli - il che ci sembra una cosa assurda vista la presenza di un evidente conflitto di interesse, quindi chiediamo che sia l’Arpav a monitorare le emissioni provenienti dall’antenna ed a stabilire se ci possono essere ricadute negative per la nostra salute». Paolo Guidone

«ALCUNI RESIDENTI LAMENTANO PROBLEMI DI RICEZIONE DEI CANALI TELEVISIVI DA QUANDO È STATA ATTIVATA L’ANTENNA»

RIPETITORE Un’antenna radiobase per la telefonia mobile

Scomparso Renzo Alberti dei “Ragazzi della panchina” IL LUTTO MESTRE I Ragazzi della pan-

china hanno perso uno dei loro simboli. Si è spento ieri Renzo Alberti, presidente della operosa associazione di Marghera, che in tanti anni di collaborazione con le Municipalità di Mestre e Marghera aveva dato vita a numerose iniziative socio-culturali a scopo benefico. Un’evoluzione “sociale” per un gruppo di persone che, negli anni Sessanta e settanta, aveva contribuito a portare in Italia i nuovi fermenti musicali da Oltremanica. Fra queste, come ricorda il presidente della Munici-

palità di Mestre Vincenzo Conte, la più nota è stata il ciclo di concerti “C’era una volta il Beat”, che ha portato a Mestre, al Toniolo tantissime stars della musica italiana e non degli anni 60’ e 70’. Ma «Renzo, nella sua veste di presidente del sodalizio, si è sempre impegnato affinché oltre all’aspetto socio-culturale degli eventi dell’associazione, si associasse, come nel caso dell’evento musicale un risvolto di beneficenza: parte del ricavato delle serate veniva girato a tante associazioni meritevoli, Avapo in primis. I funerali di Renzo Alberti si svolgeranno domani, venerdì 12 luglio nella chiesa di Santa Bertilla a Spinea.


XVI

Mestre Marghera Favaro

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

«Smaltimento dei fanghi, procedimento fermo a Roma» `L’on. Pellicani (Pd)

alla Commissione ambiente della Camera MARGHERA «Il Governo continua a non decidere: di fronte alla complessità dei problemi di Venezia dimostra ancora la sua incapacità di dare risposte». È il forte disappunto del deputato del Pd, Nicola Pellicani, che ieri in commissione Ambiente ha presentato un’interrogazione a ri-

sposta immediata sull’urgenza di approvare il nuovo protocollo fanghi per la laguna di Venezia, senza il quale non soltanto non è possibile procedere con gli interventi di manutenzione ordinaria, anche attraverso lo scavo dei canali portuali per riportarli in quota, ma nemmeno aggiornare la normativa sullo smaltimento dei sedimenti. Il sottosegretario all’Ambiente, Salvatore Micillo, ha annunciato che entro il mese di luglio saranno disponibili i risultati di alcuni sondaggi aggiuntivi richiesti dall’Ispra, mentre la settimana prossima è in program-

ma un incontro di presentazione del documento e di condivisione della metodologia con l’Istituto Superiore di Sanità. «L’approvazione del protocollo però è sempre di là da venire. accusa Pellicani - E anche le opere di protezione della cassa di colmata B non potranno essere finite in assenza del nuovo piano morfologico». L’attuale protocollo fanghi, strumento fondamentale per la salvaguardia ambientale della laguna, risale al 1993, è in contrasto con le normative europee e va aggiornato. L’approvazione di una nuova versione è subordi-

nata però anche al via libera del nuovo piano morfologico. «Una nuova normativa consentirebbe di riutilizzare circa il 90% dei fanghi scavati per interventi di contrasto al degrado morfologico della laguna e di determinare siti adatti al confinamento dei fanghi tossici, ma al momento è tutto fermo. – spiega ancora il deputato Pd Inoltre il Governo non ha risposto nemmeno sulla questione relativa agli interventi nel Canale dei Petroli, il cui progetto prevede la realizzazione di una palancolata lunga 1335 metri e alta 8 metri e mezzo lungo il

STALLO Lo scavo dei fanghi all’isola delle Tresse

`L’europarlamentare missione Pesca, di cui faccio

era in corsa per una vicepresidenza

L’ADDIO LA POLEMICA

MESTRE È morto il prof. Gastone

MESTRE Dopo Mara Bizzotto

CASA PER STUDENTI Un rendering del progetto per la nuova residenza universitaria di Marghera

Rinasce la residenza per gli universitari L’Esu rimette a nuovo il complesso di via Fratelli Bandiera abbandonato da una decina di anni: potrà ospitare 87 studenti `

MARGHERA Le proteste per le infiltrazioni e le condizioni pietose delle stanze riservate agli studenti. Sono un ricordo. Così come l’ospitalità a suo tempo accordata a un gruppo di studenti bosniaci che si erano visti assegnare gli alloggi di via Fratelli Bandiera, fatiscenti ma pur sempre preferibili ai bombardamenti di Sarajevo. Ora per la residenza universitaria di Marghera, l’unica tuttora esistente in terraferma, spira aria nuova. Il complesso di proprietà dell’Esu, sorto al posto dell’ex hotel Adriatic, sarà completamente rimesso a nuovo grazie a un cofinanziamento del Mise legato a interventi per l’edilizia universitaria.

IL PROGETTO

EX PRIMARIO Gastone Pivotti aveva diretto il reparto Orl

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Bocciata Rosanna Conte «La Lega è boicottata»

Scomparso l’ex primario Gastone Pivotti Pivotti, per anni primario del reparto di Otorinolaringoiatria che aveva fondato lui stesso nel 1973. Pivotti aveva 93 anni compiuti esattamente il 9 luglio, il giorno in cui è mancato. Lascia un ricordo vivissimo in generazioni di mestrini che ha curato a villa Tevere, dove aveva allestito una clinica di primordine con 10 chirurghi, due sale operatorie eternamente in funzione e una ottantina di posti letto. Pivotti aveva diretto villa Tevere fino al 1996, quando era andato pensione, ma aveva fatto in tempo a formare una scuola di ottimi professionisti che si sono fatti poi un nome in tutta la regione conquistando primariati in parecchi ospedali. A Mestre la scuola di Pivotti era stata portata avanti prima dal dottor Francesco Boetner e poi per un periodo dal dottor Franco Nicastro, che avevano continuato a dirigere un reparto che era considerato, proprio grazie a Pivotti e ai suoi allievi, tra i migliori del Veneto. Originario di Padova, Gastone Pivotti si era laureato nel 1950 in medicina e chirurgia e nel 1962 era diventato primario a Gorizia. Nel 1971 era arrivato a Mestre, dopo un corso di specializzazione in Germania e aver conseguito la libera docenza in clinica otorinolaringoiatrica. A Mestre aveva messo in piedi il reparto di Otorinolaringoiatria prima nella sede dell’Umberto I e poi a Villa Tevere, quattro piani interamente dedicati alle malattie dell’orecchio, del naso e della gola. Ma il prof. Pivotti è stato non solo un medico insigne di Mestre, ma anche un cittadino attivo visto che negli anni ‘90 aveva partecipato alle elezioni comunali ed era diventato consigliere comunale con una lista civica, I funerali del prof. Pivotti, che lascia la moglie Maria Grazia e due figli, saranno celebrati domani, venerdì 12 luglio, alle 11 nel Duomo di San Lorenzo. (m.dia.)

margine della cassa di colmata B». L’intervento, necessario per bloccare lo sversamento dei veleni in laguna, sarebbe, secondo Pellicani, oggetto di un braccio di ferro tra Provveditorato opere pubbliche e Porto circa il materiale da utilizzare, legno oppure metallo. «Venezia continua ad essere penalizzata, il governo fa solo annunci, proprio come per le Grandi Navi. La soluzione - conclude - sarebbe dovuta arrivare entro il 30 giugno, anche domenica scorsa però si sfiorata la tragedia». (e.cal.)

Il progetto sarà presentato domani mattina davanti all’edificio di via Fratelli Bandiera alla presenza del commissario straordinario dell’Esu, Salvatore castagnetta, e dell’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini, che per conto del Comune ha condotto la trattativa con la

Regione. L’edificio, che attualmente si estende su tre piani per un volume di 5,544 metri cubi, sarà portato a ottomila metri cubi e le 51 camere attuali, con 67 posti letto, saranno in grado di ospitare 87 studenti, in camere doppie e singole con bagno autonomo, una volta ultimati i lavori. La costruzione seguirà parametri innovativi dal punto di vista della compatibilità e sostenibilità ambientale, del il

Porto Marghera Lavori in Raffineria Torcia accesa all’Eni MARGHERA La Raffineria Eni di Porto Marghera rende noto che oggi, 11 luglio, verrà fermato l’impianto Hf1 per un intervento di manutenzione. Già da ieri pomeriggio, informa il Comune informato direttamente dall’azienda, il livello visibile della torcia, che si attiva in questi casi quale presidio di sicurezza, potrebbe subire variazioni non legate a situazioni di criticità.

recupero e valorizzazione dell’esistente, della piena accessibilità degli spazi. Ma dall’Esu viene sottolineato anche il contenimento e la riduzione dei costi grazie all’ottimizzazione degli spazi e al ricorso di nuove tecnologie, la sicurezza e il consolidamento della struttura e l’adeguamento antisismico.

CRITERI INNOVATIVI La progettazione - prosegue l’Esu - è stata condotta nell’ottica del risparmio energetico, dell’aumento dell’efficienza dei sistemi tecnologici e dell’autoproduzione di energia elettrica e termica, mantenendo un livello qualitativo elevato, per rispondere ai migliori presupposti di benessere anche sociale ed estetico dei residenti. «Una buona notizia - è il commento del presidente della Municipalità di Marghera - Da anni avevamo sollecitato il recupero di questo immobile e finalmente è stato possibile arrivare all’accordo fra Regione e Comune che consentirà di recuperare una residenza universitaria ben collegata alla viabilità urbana». Alberto Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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tocca a Rosanna Conte. L’exploit elettorale della Lega alle elezioni europee non sembra avere fatto breccia al Parlamento di Strasburgo dove l’isolamento del gruppo costa una nuova, bruciante sconfitta. Era toccato alla padovana Bizzotto, in corsa per una delle vice presidenze dell’Europarlamento. E ora la stessa sorte è capitata a Rosanna Conte, l’europarlamentare di Caorle eletta a sorpresa (grazie alla rinuncia di Matteo Salvini, candidato in più circoscrizioni) e fino a ieri in corsa per una vicepresidenza di commissione. Alla fine è stato eletto presidente il britannico conservatore Chirs Davies, con primo Vice un esponente olandese del Ppe, secondo un liberale danese, terzo l’italiano Giuseppe Ferrandino (Pd) del gruppo socialista e quarto una deputata portoghese del Ppe. Un risultato amaro per l’esponente veneziana, che pure ha ottenuto otto voti, uno in più rispetto a isette previsti: «Il cordone sanitario messo in atto contro il nostro gruppo “Identità e Democrazia” ha colpito ancora - sbotta l’avvocata di Caorle - In spregio infatti ad ogni regola democratica, tesa a tutelare il rispetto delle minoranze come sarebbe corretto, così come era avvenuto in occasione delle votazioni per la vicepresidenza del Parlamento, oggi nella Com-

parte, l’asse anti sovranista, ha boicottato, con voto segreto, la mia candidatura presentata dal mio gruppo per una delle quattro vicepresidenze, venendo meno di fatto anche ad ogni principio basilare che consente un’azione di controllo che sia garanzia per il buon andamento della stessa Commissione». Appare evidente che la Lega, a Strasburgo come a Bruxelles, non goda dii buoni rapporti, a giudicare dai risultati. «Evidentemente - prosegue Rosanna Conte - l’accanimento che si è messo in atto da parte dei gruppi avversi al nostro fa capire da un lato che non si vuole in alcun modo osservare le norme elementari di una democrazia e, dall’altro, che si intende gestire i vari organismi, nella fattispecie le Commissioni a danno di “Identità e Democrazia”, come se fossero una sorta di imprese familiari dove non si vuole che ci sia alcun tipo di attività di vigilanza». Ma ciò, conclude Conte, «non limiterà in alcun modo il nostro percorso e la nostra azione all’interno delle istituzioni europee«. (a.fra.)

A STRASBURGO L’eurodeputata Rosanna Conte (Lega)

Aeroporto ai vertici europei per i servizi ai passeggeri FAVARO Per accogliere nel modo migliore i passeggeri in aeroporto ci si è ispirati a Diseny World. Un’intuizione che, grazie al lavoro di un team specializzato creato per l’occasione alla Save, ha regalato all’aeroporto di Venezia la certificazione di secondo livello dell’Aci Customer experience accreditation programme, l’iniziativa all’interno del programma di Airport service quality che analizza i processi di gestione delle attività connesse al perfezionamento della qualità dei servizi erogati ai passeggeri. La prestigiosa certificazione promossa da Aci (Airport

council international), si legge in una nota, conferma come l’aeroporto Marco Polo si distingua per l’attenta programmazione dei piani di sviluppo e gestione dei servizi ai passeggeri, elaborati sulla base di approfondite analisi delle loro necessità e aspettative e implementati attraverso un capillare programma di Customer Experience che spazia dall’adozione delle più evolute tecnologie, alla formazione del personale, all’introduzione progressiva di nuovi servizi. Su scala mondiale, solo dieci aeroporti hanno al momento ottenuto la certificazione e il Marco Polo è uno dei due scali europei che hanno raggiunto questo importante risultato.


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Nordest

L’OBIETTIVO: UN SISTEMA ANTI-RUGGINE Prima di rimpiazzare i meccanismi (non tutti usurati dalla salsedine) le aziende dovranno individuare una tecnologia a prova di infiltrazioni

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Mose, cerniere corrose: vanno cambiate Le grandi dighe non sono ancora finite, ma i manufatti che ` Costruite dalla Fip-Mantovani, nel 2010 erano costate 250 le devono azionare sono già da sostituire. Gara da 34 milioni milioni e dovevano durare cento anni. Tre cordate in corsa `

L’APPALTO VENEZIA Garantite cent’anni, sono da rifare ancora prima che il Mose sia concluso. Le “cerniere” del Mose, costate 250 milioni nel 2010, sono già logore al punto che bisogna spendere altri 34 milioni per una gara di appalto per rifarle e studiare un sistema che le renda indistruttibili sotto acqua, con nuovi materiali. Le “cerniere” sono i meccanismi che dovrebbero consentire il movimento delle paratoie da sollevare in caso di acqua alta. Si tratta di due elementi, denominati per semplicità maschio e femmina, incastonati uno nell’altro, uniti da un collegamento metallico e ancorate nei cassoni di calcestruzzo alle bocche di porto di Treporti, Lido, Malamocco e Chioggia. Ebbene, da un sopralluogo di circa un anno fa, i tecnici si sono accorti che quei materiali - su cui il Comitato tecnico di Magistratura, all’epoca della presentazione dei progetti, così a lungo aveva dibattuto - invece di durare un secolo, presentavano già i primi effetti di una ossidazione. Precisamente, dice una relazione, la presenza di «ossido di ferro rosso mischiato a sostanze organiche, forse il grasso usato come protettivo, e presumibilmente altri residui di sostanze utilizzate durante le lavorazioni». Colpa di una mareggiata eccezionale del 2015, in cui l’acqua del mare è penetrata anche nelle strutture che dovevano contenere questi dispositivi, colpa anche della salinità, peraltro abbastanza prevedibile. Fatto sta

che l’acciaio Inox presenta “un diffuso arrugginimento su tutto lo stelo”. Non in tutte le cerniere, è vero, ma quanto basta per presentare un problema non da poco ai commissari del Consorzio Venezia Nuova. Di qui la gara bandita un mese fa dal Cvn per risolvere il problema: non si tratta solo di sostituire gli elementi deteriorari, ma di ricercare, sviluppare e progettare i gruppi “cerniere-connettore” alle bocche di porto, con una tecnologia più adeguata, per ovviare all’inconveniente.

to assegnato senza gara - all’epoca della gestione Mazzacurati, nel 2010 - alla Fip Mantovani di Selvazzano di Piergiorgio Baita. Ogni cerniera costava un po’ più di un milione e mezzo, le paratoie in totale sono 78, ci vogliono due cerniere per ciascuna, per un totale di 156 pezzi. Tanto che l’Unione europea, prima che scoppiasse il grande scandalo, aveva aperto una procedura d’infrazione proprio per la mancanza di un appalto in base alla quale assegnare la considerevole commessa.

LA GARA

I PARTECIPANTI

L’importo della gara in base d’asta, come detto, è di 34 milioni di euro, Iva esclusa. Che si aggiungono ai 250 milioni di quell’appal-

Ora la partita anti-corrosione se la giocheranno in tre cordate: ci sono anche nomi nuovi, che si apprestano ad essere inseriti in

una nuova pagina di quest’opera di ingegneria che dovrà salvare Venezia dall’acqua alta. La commissione di esperti che dovrà valutare le proposte pervenute, dovrà anche giudicare la proposta di Fincantieri, il principale costruttore navale con quasi 20mila dipendenti, che si è presentata all’appuntamento di ieri. Ma anche quello dell’inedita associazione temporanea di imprese costituita tra Cimolai di Pordenone (che già si è occupata della realizzazione di gran parte delle paratoie delle tre bocche di porto) che si presenta insieme a Rina Consulting-Centro sviluppo materiali spa, con sede a Roma, e Forgiature Vienna Srl. La Rina Con-

sulting si occupa di studio, sperimentazione e ricerca industriale sui materiali, dalle fasi di laboratorio alle fasi di progettazione, ingegnerizzazione di prodotti e processi innovativi, con settori di applicazione che vanno dall’impresa aerospaziale alla meccanica e high-tech. La Forgiatura Vienna Srl di Rho, è invece un’azienda leader nel mercato internazionale e nazionale per la fornitura di forgiati pesanti, destinati soprattutto all’esportazione. Infine tra le pretendenti si è affacciata un’altra azienda, la De Pretto Srl di Schio, oltre 130 anni di esperienza che si è occupata fin dalla propria nascita di energia e di turbine a vapore e turbocompressori.

La scheda I 156 “movimenti” per alzare le paratoie Immaginiamo le cerniere che tengono su una finestra, per permetterle di aprirsi. In scala maggiore sono le cerniere del Mose: la parte superiore, considerata maschio, ha un’altezza di oltre 2.50 metri e un peso di 10 tonnellate. La “femmina” che è fissata all’alloggiamento della paratoia ha un’altezza di 1 metro e 15 e pesa all’incirca 24 tonnellate. Il “gruppo di aggancio”, infine, che unisce le due sezioni è stato progettato per permettere le operazioni di aggancio e sgancio consentendo l’eventualità di sostituire la paratoia senza l’intervento dei sommozzatori. Le cerniere sono due, una per ciascuna paratoia. Le paratoie delle bocche di porto, complessivamente, sono 78 tra Treporti, Lido, Malamocco e Chioggia. Per un totale di 156 cerniere.

VERIFICATI «UN DIFFUSO ARRUGGINIMENTO SU TUTTO LO STELO E LA PRESENZA DI OSSIDO FERROSO MISCHIATO A SOSTANZE ORGANICHE»

IL COMPITO Quello che il vincitore sarà chiamato a fare è un «partenariato per l’innovazione in cinque fasi che ha come oggetto sia attività di studio specifico sulle materie prime e i gruppi cerniera-connettore del sistema Mose, sia attività di progettazione e produzione dei gruppi cerniera-connettore». Un contratto che potrà durare 3.650 giorni, cioè 10 anni, con un numero minimo di tre partecipanti e un massimo di cinque. Ieri si è chiusa la prima fase, ovvero la presentazione delle relazioni da parte delle ditte, che dichiarano di avere i requisiti per accedere alla seconda fase, quella dell’accettazione della relazione. La fase tre prevede una negoziazione tra stazione appaltante e operatori economici con la selezione di due elaborati. Successivamente le aziende presenteranno uno studio e un’offerta economica in relazione alla fornitura della tecnologia e dei servizi offerti, infine ci sarà la stipula del contratto.

L’ALLARME L’allarme corrosione lo aveva lanciato nel 2014 il Provveditorato delle opere pubbliche del Veneto, con una relazione congiunta, redatta insieme ai Commissari del Consorzio Venezia Nuova, in cui si esprimevano i dubbi sulla tenuta dei materiali utilizzati. Anche sulla base della relazione dell’esperto metallurgico Gian Mario Paolucci, che aveva segnalato due tipi di criticità: una legata a eventi non prevedibili, per i quali è necessario un continuo monitoraggio - con una protezione ulteriore per gli elementi metallici - e una legata ai materiali utilizzati. E aveva denunciato che l’acciaio utilizzato per la realizzazione delle cerniere non era lo stesso impiegato nei test di verifica. Tutti si erano affrettati a sostenere che la fornitura era stata cambiata con materiali di qualità superiore. Raffaella Vittadello © RIPRODUZIONE RISERVATA

I MECCANISMI Gli “interni” delle dighe mobili che contengono i sistemi per azionare le paratoie

LO SCHIANTO SFIORATO VENEZIA Per la Capitaneria di Porto la tragedia sfiorata domenica scorsa è da classificarsi “incidente marittimo di scarsa rilevanza”. Anzi, “era”. Perché questa classificazione iniziale è stata corretta su intervento del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, consentendo così l’avvio dell’inchiesta amministrativa da parte dello stesso ministero. Dunque lo sbandamento della Costa Deliziosa (294 metri per 92 mila tonnellate di stazza) verso riva dei Sette Martiri, dovuta ad un colpo di vento da quasi 100 chilometri orari, era stato inizialmente ritenuto di scarso rilievo dalla Capitaneria, stando agli atti arrivati finora alla Procura. La classificazione degli incidenti è necessaria perché solo nel caso di sinistri marittimi (naufragio, arenamento o in tutti i casi in cui si registrano morti

La “sbandata” della grande nave? «Un incidente di scarsa rilevanza» o feriti) si esegue d’ufficio l’inchiesta amministrativa. Con la prima relazione, dunque, nessun accertamento sarebbe potuto partire d’ufficio.

to, resta in attesa delle relazioni della Capitaneria di Porto prima eventualmente di iscrivere persone nel registro degli indagati e di acquisire testimonianze da soggetti che sono già stati identificati. E dopo qualche giorno di si-

L’INDAGINE È stato l’intervento di Toninelli, quindi, a far sì che la vicenda non venisse trattata con l’assunzione di sommarie informazioni come accade quando una nave devia dalla rotta, ma poi la corregge. A Venezia è successo questo, ma per pochi minuti dalla plancia si è vista la riva mentre i rimorchiatori tentavano di girare la prua della nave da 76 a 115-120 gradi bussola. La Procura di Venezia, intan-

RISCHIO La “Costa Deliziosa” a 5 metri dalla riva

LA CLASSIFICAZIONE INIZIALE DA PARTE DELLA CAPITANERIA DI PORTO NON AVREBBE NEMMENO CONSENTITO L’AVVIO DELL’INCHIESTA

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lenzio, nei quali a parlare sono stati soprattutto il ministro e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il presidente del Veneto Luca Zaia ha fatto ieri sentire la sua voce: «Le immagini che ho visto sono raccapriccianti - ha detto - ci vogliono delle condizioni minimali per far uscire le navi e, immagino, debba essere la Capitaneria di Porto a valutare le condizioni meteo». Poi, va giù ironico sull’indecisione romana. «Se qualcuno vuole le grandi navi da crociera fuori dalla Laguna, perché non si è mai posto il problema delle petroliere? A questo punto, fuori tutto, comprese le fabbriche». E infine:

«Toninelli dice di avere una soluzione. Gli chiedo solo che ce la fa sapere».

IL “GIALLO” Nel frattempo ieri è scoppiato un piccolo “giallo” dopo che Andreina Zitelli, docente e esperta di valutazioni ambientali, ha fatto capire che Vtp (la Venezia Termina Passeggeri, la società che gestisce la Marittima) sta lavorando alle banchine provvisorie prospettate da Toninelli. Un progetto che, secondo Zitelli, sarebbe stato sottoposto da Vtp in via preventiva alla Casaleggio Associati. «Fantasie - replicano da Vtp - mai avuti incontri con queste persone». Le compagnie crocieristiche e il terminal passeggeri Vtp si trovano però a questo punto nella stessa situazione e cercano di trovare alternative percorribili a breve senza passare per il Governo. . Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA


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San Donà

L’ASSESSORE CODOGNOTTO «È la dimostrazione di come queste iniziative servano per rivitalizzare anche i punti più “caldi” della città»

di Piave

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Muore a trentasei anni mentre parla con l’amica `Ivan Bonev è stato

colto da un malore Disposta l’autopsia ERACLEA

L’INIZIATIVA Un momento della rappresentazione tenutasi sabato al parco Agorà. Nel tondo in alto l’assessore Walter Codognotto

“Microfono aperto” allontana gli spacciatori dal parco Agorà Un gruppo di cittadini si è ritrovato `La presenza degli “artisti” è bastata nell’area per cantare e recitare poesie per scacciare alcuni malintenzionati `

SAN DONÀ Il comitato civico A’ncora fa allontanare due giovani malintenzionati dal parco Agorà. Si tratta di un piccolo segnale ma è la dimostrazione concreta che riappropriarsi degli spazi del centro urbano può portare a risultati positivi per la comunità. La vicenda è avvenuta sabato scorso, tra le iniziative in occasione del “Fiume festival”. Al giardino Agorà, infatti, il comitato A’ncora ha organizzato un paio di serate intitolate “microfono aperto” dedicate al tema del viaggio. Si trattava di appuntamenti aperti a tutti i cittadini che per l’occasione potevano dare libero sfogo alla loro creatività condividendo un’esperienza di viaggio con un racconto, una poesia o cantando una canzone.

IL COMITATO A’NCORA Un “Microfono aperto” per potersi far sentire dai concittadini; una proposta in salsa sandonatese dello “Speak’s corner” nell’Hyde park di Londra, dove da sempre si possono tenere discorsi e dibattiti su qualsiasi argomento. L’appuntamento di sabato era iniziato poco dopo le 18, «quando abbiamo notato due giovani dall’aspetto poco rassicurante che si aggiravano nella zona», spiegano alcuni dei presenti. Il parco Agorà, infatti, è uno dei punti caldi del centro, più volte segnalato per lo spaccio e le cattive frequentazioni, con periodici controlli da parte delle forze dell’ordine. I due si stavano sistemando sotto le scale antincendio, uno dei punti abituali di spaccio ma la semplice presenza del gruppo civico li

ha dissuasi dal rimanere. È bastata una decina di persone sedute nelle vicinanze tra cui un giovane che cantava suonando la chitarra e in pochi minuti i due malintenzionati si sono allontanati in modo spontaneo. L’assessore alla Sicurezza Walter Codognotto spiega che si tratta di appuntamenti da incentivare, in linea con la politica della Giunta Cereser, dove accanto ai controlli e alle sanzioni serve promuovere azioni che coinvolgano la cittadinanza, prevenendo e impedendo che possano essere commessi reati.

VIA LA VOLIERA «A breve – spiega Codognotto – dovrebbe anche andare all’asta la voliera del parco», vuota dal 2016. Sul punto concorda Piergiorgio Rossetto, presidente del comitato A’nco-

ra che ha scelto l’Agorà tra i punti legati alla riqualificazione urbana, «in modo che questo spazio possa tornare ad essere fruito dai cittadini. Siamo pronti ad incontrare l’assessore Codognotto e la Polizia locale. La cosa è piuttosto semplice, basta trovare il modo adatto per realizzarla. Questa e altre proposte simili sono aperte ad altre associazioni. Il nostro comitato vuole essere, infatti, un ponte anche per altri gruppi». Altra curiosità nella stessa serata: una signora, abitante nel condomino “Nuova vista” che si affaccia sul parco, è scesa regalando alcune bottiglie d’acqua al gruppo impegnato nell’evento “Microfono aperto”. Altro segno che qualcuno inizia ad accorgersi che qualcosa sta cambiando. Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stava trascorrendo la serata con una conoscente, quando si è sentito male, si è accasciato ed ha perso i sensi. Per lui non c’è stato nulla da fare. Sarà ora l’autopsia a stabilire le cause del decesso di Ivan Bonev, venuto a mancare a soli 36 anni. Originario della Bulgaria, da 12 anni risiedeva con la famiglia ad Eraclea, con i genitori Dobromir e Pepa e la sorella Diana. Gran lavoratore, persona squisita e gioviale, tra le caratteristiche di Ivan. La tragedia si è consumata l’altra sera. Il giovane aveva deciso di andare a trovare una conoscente, sempre ad Eraclea. Ma mentre la serata stava passando tranquillamente, Ivan è stato colto da improvviso malore. La donna ha chiamato i soccorsi. Ma per il giovane non c’è stato nulla da fare. La salma è stata ricomposta nella cella mortuaria. Del fatto sono stati informati i carabinieri. E’ stata disposta l’autopsia, per capire cosa possa avere fatto bloccare il cuore di una persona così giovane.

Ivan lavorava al ristorante La Frasca di via Adriatico, a Jesolo, addetto alla griglia. Qui la notizia è stata accolta come un fulmine a ciel sereno. «Faceva parte del nostro gruppo da tanto tempo, avendo lavorato anche negli altri nostri ristoranti ed era uno di famiglia; aveva un bellissimo rapporto con i colleghi. Una persona eccezionale, grande lavoratore. Un carattere solare, bravissimo. Di lui possiamo dire solo cose belle». La data dei funerali non è stata ancora fissata perché si attende che venga eseguita l’autopsia, che dovrà chiarire cosa può avere bloccato il cuore di una persona di 36 anni che godeva di ottima salute ed era così attivo in tutto quello che faceva. Fabrizio Cibin

LUTTO Ivan Bonev lavorava in un ristorante di Jesolo

“Il profumo di un caffè’” nuovo libro di Giale Lovato NOVENTA DI PIAVE (F.C.) Cinque personaggi in cerca d’autore. Di Pirandelliana memoria la vicenda che ha toccato da vicino Giale Lovato. Un anno dopo l’uscita del suo primo romanzo, la sua vita è stata catapultata in un’altra dimensione e per un anno, seppure per due motivi diversi, la sua esistenza ha avuto come unico filo conduttore: l’impotenza. “Ho toccato con mano cosa vuol dire non poter fare nulla contro gli eventi del destino: e quando la tempesta è passata ho avuto un blocco. Un blocco di un anno dentro al quale era impensabile scrive-

re anche solo una frase, perché c’era qualcosa dentro che mi logorava ed era un bagaglio emotivo mai espresso”. Finchè le sono venuti in soccorso quei cinque personaggi che aveva già creato nella sua mente mentre stava per scrivere il secondo libro. “Suona un po’ da schizofrenica, lo so, lo ammetto, ma garantisco che in realtà sono ancora perfettamente in grado di distinguere la vita reale dalla finzione”, ci scherza la giovane autrice originaria di Eraclea, ma residente a San Donà. “Il profumo di un caffè” è una raccolta di cinque racconti, con cinque diversi protagonisti. «Dietro questo piccolo libro c’è tanta ricerca »

Iniziati i lavori di sostituzione del ponte Per i giovani dell’Anffas una giornata MEOLO E’ iniziata la sostituzione del ponte dei giocattoli. Ieri pomeriggio, mercoledì 10, sono infatti cominciati i lavori di demolizione dell’attuale struttura, a cui seguirà l’installazione del nuovo ponte ciclopedonale che collegherà via Riviera XVIII Giugno alla piazzetta Berre l’Etang, finanziato dall’industriale Augusto Tosatto, che nel dicembre scorso aveva deciso di donare il nuovo ponte ai suoi compaesani, a cui si sono aggiunti altri imprenditori. Si tratta di un intervento che avrà un costo di quasi 70mila euro. Ad un anno dalla chiusura della passerella ciclopedonale dopo il cedimento di una delle assi della pavimentazione in legno, ed alla successiva

scoperta che l’intera struttura non garantiva la sicurezza del transito, finalmente tra un paio di settimane i cittadini potranno riattraversare il fiume Meolo a piedi o in bicicletta, raggiungendo in pochi attimi il centro cittadino. Per la realizzazione dell’intervento, con il cantiere a cielo aperto per l’assemblaggio in loco della nuova struttura, dalle 14

di ieri e fino alle 18 di martedì 16 sarà chiusa al traffico la piazzetta Berre l’Etang, con divieto di sosta e di circolazione. «Grazie alla sua iniziativa volontaria- dice il sindaco Daniele Pavan -l’industriale Augusto Tosatto ha attratto a sé diversi imprenditori che, seppur marginalmente, hanno offerto il loro contributo, anche per sistemare la piazzetta o per interventi accessori. L’iniziativa di un filantropo, partita con spirito di volontariato, si è poi rivelata un bell’esempio di solidarietà seguito da tanti altri imprenditori e questo dà lustro alla nostra comunità». I lavori di installazione del nuovo ponte dei giocattoli termineranno a fine mese, poi ci sarà la cerimonia d’inaugurazione con la riapertura al transito sulla moderna passerella. (E. Fur.)

dedicata alla pesca sportiva a Grassaga SAN DONÀ Una bella giornata di pesca con protagonisti i giovani di Anffas di San Donà l’associazione che si occupa di integrazione e sostegno ai disabili intellettivi e alle loro famiglie. Si tratta della “gara dell’amicizia” che si è svolta domenica scorsa a cura di Fipsas, Federazione italiana della pesca sportiva e attività subacquee, in collaborazione con l’associazione Lagunari di San Donà e del gruppo festeggiamenti della frazione di Fossà. Un appuntamento di pesca sulle rive del canale Grassaga, coinvolgendo ragazze e ragaz-

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zi con deficit psicofisici. «Si tratta di una gara che promuoviamo da circa dieci anni - spiega Costante Marigonda, referente provinciale di Fip-

sas – è stato bello passare una giornata con i ragazzi di Anffas che hanno potuto praticare la pesca nelle acque del Grassaga». I concorrenti in gara erano 27, ognuno accompagnato da un pescatore esperto per svolgere al meglio tutte le attività. Una bella giornata anche per le famiglie essendo coinvolte circa 150 persone. Le premiazioni si sono svolte nel capannone del comitato festeggiamenti di Fossà: una medaglia e diversi gadget consegnate ai partecipanti da Marigonda e da Giambattista Mengo di Fipsas e dal vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin. (d.deb) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Giovedì 11 Luglio 2019 www.gazzettino.it

La riforma delle Regioni

Zaia: «Non saremo la nuova Cassa del Mezzogiorno» «Non firmerò norme finanziarie `Ma il vicepremier Di Maio rilancia: che prendano in giro il Veneto» «L’extragettito va alle altre regioni» `

LA TRATTATIVA VENEZIA «Mi state dicendo che l’extragettito del Veneto dovrebbe diventare una nuova Cassa del Mezzogiorno? Ma chi è che si inventa norme finanziarie del genere? A parte il fatto che i primi a non volerlo sono convinto che sarebbero proprio i cittadini del Sud. Io, comunque, non firmerò mai norme finanziarie che siano una presa una giro per il Veneto e, in generale, non firmerò una finta autonomia». Luca Zaia ha appena stappato una bottiglia di prosecco per festeggiare con i sindaci e i consiglieri regionali il riconoscimento dell’Unesco alle Colline di Conegliano e Valdobbiadene. In due settimane il governatore del Veneto ha portato a casa due risultati storici: le

Olimpiadi invernali 2026 e il marchio per un paesaggio ora Patrimonio dell’Umanità. Per l’en plein gli manca l’autonomia. Che però è impantanata a Roma. Stamattina, a Palazzo Chigi, ci sarà il terzo vertice politico, ma tutto lascia presagire che non sarà quello definitivo. Eppure, Zaia si dice ottimista: «Quella su cui stanno lavorando i ministri è la loro controproposta. La nostra è nota e io sono fermo a quella».

LO STOP «Si parte con la spesa storica ribadisce Zaia - che peraltro ci penalizza. Se entro tre anni non si passa ai fabbisogni standard che sono obbligatori dal 2009 - si applica la spesa media nazionale». Il M5, però, della spesa media nazionale non ne vuole sapere: per il Veneto, che con Lombardia ed Emilia Romagna è in

La parola chiave

Cos’è il fondo di perequazione Il fondo di perequazione proposto dal M5s punta a rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale la distribuzione delle risorse prodotte nelle regioni autonome. È un concetto diametralmente opposto a quello pensato in Veneto. L’idea del Veneto è: io mi gestisco le 23 materie che ho chiesto e che sono previste dalla Costituzione. I fondi per gestirle sono inizialmente quelli storici spesi dallo Stato in Veneto, ma se entro un determinato periodo di tempo non si

passasse ai fabbisogni standard allora si fa la media della spesa pro capite. Inoltre, avendo la compartecipazione al gettito di uno o più tributi, nel caso in cui l’economia vada bene e si verifichi un extragettito, i soldi in più restano in Veneto perché sono frutto delle tasse dei veneti. L’idea del M5s, invece, è che l’eventuale extragettito frutto delle tasse dei veneti finisca in un fondo di perequazione a disposizione di tutte le altre regioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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URNE Il governatore del Veneto Luca Zaia vota al referendum del 22 ottobre 2017

fondo alla classifica della spesa media, sarebbe ovviamente un vantaggio, mentre ci rimetterebbero le regioni non virtuose. Ma il M5s punta anche sul fondo di perequazione. L’ha ribadito ieri il vicepremier Luigi Di Maio: «Qualsiasi riparto di risorse economiche verso le regioni che la stanno chiedendo, dovrà prevedere livelli essenziali di prestazioni per tutte le altre regioni e un fondo di perequazione per fare in modo che ci sia un meccanismo di solidarietà verso tutte le altre regioni. Poi si farà un aggiornamento costante che porti a far sì che quando si trasferiscono i soldi alle regioni, nel momento in cui queste hanno un extragettito lo condividano con tutte le altre regioni. È un principio sacrosanto che ci permetterà di fare un’autonomia “light”, che non abbia un impatto sulle altre

regioni. Anzi sarà l’occasione per creare meccanismi di solidarietà nazionale che non ci sono mai stati». Posto che Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno presentato la propria proposta di autonomia, ora il Governo presenterà la sua. Dovesse andar bene ci sarebbe la firma di una pre-intesa. Quel testo verrebbe poi mandato alle commissioni parlamentari. Alla fine, se anche il testo passato al vaglio del Parlamento andasse bene, ci sarà la firma dell’intesa vera e propria e, quindi, il voto finale di Camera e Senato a maggioranza assoluta. Ma tutto lascia intendere che la proposta che uscirà da Palazzo Chigi non piacerà. «Il fondo di perequazione? Non so neanche cosa sia», taglia corto Zaia. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 11 LUGLIO 2019 IL MATTINO

REGIONE

La grande riforma

Zaia: l’autonomia zoppica ma cammina Di Maio: «Un fondo a sostegno del Sud» Nuovo vertice oggi dal premier Conte. Stefani: «La norma finanziaria non prevede la perequazione per l’extragettito» una clausola di garanzia senza la quale il referendum 2017 rischia di diventare una clamorosa beffa. Il botta e risposta lascia intendere che i nodi sono tutt’altro che sciolti. Di Maio su Facebook ha precisato il suo pensiero, alle 8 di mattina: «L’Autonomia è nel contratto e si farà, ma sarà per tutti gli italiani, equilibrata e giusta. Di spaccare il Paese in 2 e lasciare il Centro-Sud isolato non se ne parla. Se mio figlio va a scuola deve avere le stesse opportunità degli altri bambini. Insomma,

Albino Salmaso PADOVA. L’autonomia? «Zoppi-

ca ma si muove» ammette con ironia e realismo Luca Zaia reduce da due supervittorie: le Olimpiadi di Cortina 2026 e il marchio Unesco alle colline del Prosecco. Due medaglie d’oro, altro che il cucchiaio di legno del federalismo, da 19 anni rifilato ai cultori dell’articolo 116. La maratona dell’autonomia partita due anni fa con 2 milioni e 300 mila concorrenti, non vede ancora il traguardo e rischia di essere rinviata a settembre. Il vertice di oggi a Palazzo Chigi con il premier Conte sarà interlocutorio perché il M5s ha riacceso lo scontro sulle risorse. Di Maio e Lezzi pretendono la clausola di salvaguardia per il Sud: l’extragettito generato dai costi standard deve alimentare il fondo di perequazione previsto dall’articolo 119 della Costituzione a tutela della “coesione nazionale”. Clausola che scatta per i Comuni, non per le Regioni. I Lep e il fondo di perequazione sono la linea rossa del M5s ma diventano fumo negli occhi per Zaia e Fontana che replicano: a queste condizioni non si firma nessuna intesa, l’extra-

Il governatore del Veneto: non vogliamo finanziare una nuova Cassa del Mezzogiorno Luca Zaia e Luigi Di Maio con la bandiera del Veneto al Vinitaly. A destra il premier Giuseppe Conte

gettito di Veneto e Lombardia non andrà mai a finanziare una nuova Cassa per il Mezzogiorno. Penso che i cittadini del sud siano in gamba e non sprovveduti, ha ribadito il Doge Serenissimo con il sorriso del leader pronto per il terzo mandato in Regione. Salvini ieri ha promosso Lorenzo Fontana ministro degli Affari Europei e sulla piazza il centrodestra non ha concorrenti. Se il

1 TRIA IMPONE I VINCOLI DI BILANCIO

“Nobel” del Prosecco è arrivato dopo dieci anni di “lobbismo cultural-economico” la riforma del federalismo non può certo decollare in un baleno: ci vuole pazienza, chi ingrana la quarta nella maratona rischia di fare la fine di Dorando Pietri. Ma il fondo di perequazione è il cavallo di Troia per far saltare tutto? Nel nuovo testo consegnato oggi dal ministro

2 SERGIO COSTA RISPONDE A DARIO BOND

Erika Stefani al premier Conte non si fa mai riferimento a questa clausola e la norma sulle risorse finanziarie, all’articolo 5 del titolo I, delinea il percorso che nel giro di tre anni porterà ai costi standard. Anzi, al comma 4, si afferma che l’eventuale variazione di gettito con la compartecipazione all’Irpef «è di competenza della Regione» e non c’è dubbio che la Lega non si voglia schiodare da

3 ALBERTO BONISOLI E I BENI CULTURALI

facciamo le cose bene e il MoVimento 5 Stelle ne è il garante». Poi nel pomeriggio ha messo il dito nella piaga con un video sempre su Fb: «Qualsiasi riparto di risorse economiche verso le regioni che stanno chiedendo l’autonomia, dovrà prevedere livelli essenziali di prestazioni per tutte le altre regioni e un fondo di perequazione per fare in modo che ci sia un meccanismo di

4 DANILO TONINELLI NON CEDE LE INFRASTRUTTURE

solidarietà. Poi si farà un aggiornamento costante per garantire che quando si trasferiscono i soldi alle regioni, nel momento in cui queste hanno un extragettito, lo condividano con tutte le altre. Si tratta di un principio sacrosanto che ci permetterà di fare un’ autonomia “light”, senza divisioni. Anzi, sarà l’occasione per creare meccanismi di solidarietà che non ci sono mai stati». Di Maio rispolvera il piano straordinario per il Sud, modello reddito di cittadinanza. Come finirà? Stamattina Erika Stefani nella sua relazione intende ribadire che l’autonomia differenziata non penalizza nessuno e il motivo è semplice: le regioni potranno trattenere direttamente dal gettito Irpef ciò che lo Stato oggi spende senza un solo euro in più. Calcolati i costi dei fabbisogni standard e trasferite le materie si passerà alla fase 2 del federalismo, con una clausola di salvaguardia: se il Pil di Veneto, Lombardia ed Emilia dovesse aumentare di 10 punti con relativo incremento del gettito fiscale, una quota pari al 4-5% finirà nelle casse del Mef. Di Maio si accontenterà del mini fondo di perequazione per il federalismo light? — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

5 MARCO BUSSETTI COSTRETTO AL DIETROFRONT

6 BARBARA LEZZI LA PALADINA DEL MEZZOGIORNO

Spesa sanitaria Ambiente da 113 miliardi sulla Via da replicare decide Roma

Ecco i musei Autostrade di Treviso e e ferrovie: Adria trasferiti raffica di no

Scuola, il rebus Porto Venezia dei concorsi la Zes può delle 2 regioni decollare

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a sanità viene finanziata con il fondo nazionale, pari a 113 miliardi di euro: i criteri che guidano il riparto sono legati alla popolazione per classi di età e di prestazioni (Lea). Ogni regione ha quindi diritto a una quota procapite per assistere i cittadini e lo stesso meccanismo verrà introdotto anche per le altre materie che lo Stato intende trasferire alle regioni con l’autonomia differenziata. Il ministro Tria ha fissato la regola della “invarianza” di bilancio e il passaggio ai fabbisogni standard è previsto nell’arco di tre anni. Le Regioni chiedono invece che il ministero tolga in vincolo che dal 2004 blocca le assunzioni per garantire il turn over nei reparti ospedalieri: lo scoglio non è ancora stato superato, ma il modello Fondo Sanità va esportato.

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ergio Costa (foto) questa mattina spiegherà ai deputati perché il ministero dell’Ambiente non intende cedere la Via alle regioni. Ne parlerà nella Commissione per il regionalismo, sulla base di un calendario che prevede audizioni fino al 31 luglio. Tutto nasce da una proposta di Dario Bond (FI) che ha convinto Lega e M5S a scoprire le carte su nodi ancora irrisolti prima delle ferie d’agosto.

ella bozza che porta la data del 15 maggio e ieri analizzata dall’Ufficio parlamentare di Bilancio si fa riferimento alla valorizzazione dei beni culturali. Il ministro Bonisoli intende trasferire alla regione Veneto diverse strutture: si va dal complesso San Gaetano di Treviso, al complesso santa Margherita sempre di Treviso. E si cita anche Villa del Bene a Dolcè: la regione avrà potestà legislativa su questi tesori. Si passa invece a un regime di cogestione con lo Stato per quanto riguarda il museo archeologico di Fratta Polesine, il museo Concordiese a Portogruaro; il museo archeologico di Adria, vera perla per chi vuole capire le origini dei veneti. Mezza devolution anche per il museo archeologico di Verona. Zaia chiede anche le Sovrintendenze, ma la battaglia è persa.

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anilo Toninelli (foto) non ha cambiato idea e non intende trasferire alle regioni le reti autostradali e ferroviarie. La A4 resta quindi nelle mani del gruppo Benetton con Atlantia-Abertis. Zaia, se vorrà, potrà concorrere alle gare per le concessioni quando scadranno tra 20 anni i contratti firmati, ma la proprietà della rete rimane sempre del ministero delle Infrastrutture. Non si cambia.

a scuola rischia di far saltare l’accordo sull’autonomia, la mina vagante non è ancora stata disinnescata. Di Maio continua a ribadire che non vuole fare un torto alla mamma insegnante, spalancando la porta a contratti diversi, con Veneto e Lombardia che pagano di più i docenti sul modello Bolzano. Il tema è più complesso e riguarda le piante organiche, con il Veneto che sconta un deficit di 10 mila cattedre vuote non rimpiazzate perché il numero di laureati non copre i vuoti del turn over. Quindi c’è bisogno di “importare” docenti dalle altre regioni d’Itala ma Zaia li vuole vincolare per almeno 3 anni a restare in Veneto. E poi intende creare dei concorsi ad hoc su per coprire il turn over. Ma il M5S ha detto di no al ministro Marco Bussetti.

B

arbara Lezzi, (foto) ministro del Sud, ha garantito che la Zes nel porto di Venezia può decollare. E all’articolo 37 del testo ieri consultato alla Camera dei deputati si fa riferimento a questa possibilità: la regione è autorizzata a promuovere una Zona economica speciale all’interno del bacino del sistema aeroportuale del mare Adriatico. Si tratta di capire quanto estesa possa essere tra Rovigo e Venezia.


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