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Venerdì 19 aprile 2019
CONTI PUBBLICI Segnali timidi di «ripresa» dell’attività economica, afferma il Bollettino Il ministro torna sull’Iva: stop agli aumenti sarà in manovra. Ma frena sull’autonomia regionale: alcune richieste «non coerenti con Carta»
Governo, ok ai "cantieri" «Colle, leale rapporto» Il decreto "Sbloccacantieri" vede davvero la luce. Approvato trenta giorni fa con la formula "salvo intese", non aveva ancora avuto l’ok finale per le molte modifiche introdotte. Per questo è dovuto passare di nuovo per il Consiglio dei ministri, tenutosi ieri a Reggio Calabria. «Sarà pubblicato subito in Gazzetta Ufficiale», ha annunciato Giuseppe Conte. Il premier ha ammesso: «I giornali hanno rappresentato una sollecitazione veemente del presidente Mattarella. Il rapporto è quello di una collaborazione leale tra alte istituzioni, ed è eccellente e cordiale sul piano umano».
Banca d’Italia e Tria: torna un po’ di crescita NICOLA PINI Roma
«S
econdo nostre stime nei mesi invernali l’attività economica sarebbe tornata a crescere». Lo si legge nel Bollettino economico di Bankitalia, che parla di un’economia che «avrebbe lievemente recuperato» dopo la recessione tecnica della seconda metà del 2018. «Il modesto calo dell’occupazione, che nel trimestre autunnale ha riflesso la fase di debolezza ciclica, non sarebbe proseguito nel bimestre gennaio-febbraio», afferma Via Nazionale. Anche il ministro Giovanni Tria, intervenuto alla Camera nel corso del dibattito sul Def, ha spiegato a sua volta che «dopo la fase di rallentamento, iniziano a manifestarsi i primi segnali positivi». «Pensiamo che la crescita si rafforzerà nel secondo semestre e che il prossimo anno sarà certamente migliore», ha aggiunto, ma «il contesto ci dice che è bene essere prudenti». Nel Bollettino, Bankitalia rileva da un lato che la produzione industriale è tornata a salire. Tuttavia, le indagini qualitative «segnalano che le imprese restano caute nei giudizi sulla situazione economica generale e sulla domanda». Mentre i segnali provenienti dalla Germania e dalla Cina sono ancora negativi e le indagini presso le imprese italiane prefigurano un indebolimento dei piani di investimento. Se questo è lo scenario economico in cui si muove l’Italia - una flebile ri-
Navigator, fino all’8 maggio le domande
presa ancora soggetta a rischi -, il responsabile del Tesoro non ha escluso che il governo debba «cambiare strategia» a seguito del rallentamento del tasso di crescita rispetto alle attese di solo pochi mesi fa. «Ci troviamo in una situazione complessa per l’economia italiana, europea e globale e se le circostanze lo richiedono bisogna avere il coraggio di cambiare». Tria è poi tornato a puntualizzare la sua posizione sull’Iva dopo le polemiche del giorno prima: «Secondo la legislazione vigente l’Iva l’anno prossimo aumenterà, se la legge non sarà cambiata. Ma la legge verrà cambiata con la manovra di bilancio», ha assicurato. «Verranno adottate misure alter-
Il ministro Giovanni Tria /
Scatta la corsa al posto di "navigator", la figura tecnica che nei centri per l’impiego dovrà assistere i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca di un lavoro. Anpal servizi, dopo il via libera della Stato-Regioni ha pubblicato il bando sulla
INTERVISTA A LAURA BOLDRINI: LIBIA, IL GOVERNO HA UN APPROCCIO MIOPE E DILETTANTESCO
«Giulio Regeni, per fare luce Commissione ultima speranza» LUCA LIVERANI Roma
«I
stituire la commissione parlamentare d’Inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni è doveroso. Per la famiglia, per la dignità dell’Italia, per tutti i Giulio scomparsi in Egitto». L’ex presidente della Camera Laura Boldrini, oggi deputata di Leu, è soddisfatta del voto delle commissioni Giustizia ed Esteri. In seduta congiunta è stato votato il mandato ai relatori (Manfredi Potenti della Lega e Sabrina De Carlo del M5s, ndr) che dovranno riferire in aula il 29 aprile. «La resistenza iniziale della Lega è stata superata. Abbiamo votato tutti a favore, tranne Forza Italia, astenuta. La commissione dovrà chiarire circostanze, responsabilità, omissioni, con tutti i poteri della magistratura inquirente. È importante che l’Aula voti per istituirla, perché la Procura di Roma non ha trovato la collaborazione dei magistrati del Cairo. E le indagini si sono fermate». Serve ora un’azione politica?La commissione d’inchiesta è l’ultima carta da giocare per diradare le nebbie sul caso di Giulio Regeni. Non è sicuro che ci riusciremo, ma era doveroso tentare. Inoltre, Amnesty International descrive una situazione in Egitto fatta di torture, centinaia di sparizioni forzate, esecuzioni extragiudiziali, processi collettivi nei tribunali militari, decine di condanne a morte. Ed è appena passata una riforma che di fatto consente ad alSisi di restare al potere fino al 2030. Violazioni dei diritti sono anche quelle sui profughi in Libia. Avvenire ieri ha pubblicato l’ennesima conferma che non esiste una Guardia costiera libica in grado di gestire i soccorsi. Il soccorso in mare è regolamentato dalla Convenzione di Amburgo, che decide catene di comando e responsabilità. Le recenti direttive mi-
nisteriali vogliono stravolgere queste procedure. E sono direttive emanate, fra l’altro, nemmeno dal ministro competente, delle Infrastrutture e trasporti, ma da quello dell’Interno. Una direttiva non può mettere in discussione una convenzione internazionale che ha rango costituzionale. È noto che le acque territoriali non sono inibite alle navi straniere. Né tanto meno a quelle italiane che compiono passaggi inoffensivi. Queste direttive, invece, capovolgono il principio, affermando che alcune imbarcazioni debbano chiedere un permesso. La verità è che il soccorso è un obbligo
Laura Boldrini /
Maurizio Maule
di legge, deve essere rapido, va indicato il porto sicuro, le persone non possono essere tenute a bordo per giorni. Invece sta emergendo un paradosso: l’Italia chiede alla Libia, che non risponde alle chiamate di soccorso e che non è porto sicuro, di coordinare le operazioni di salvataggio e di indicare il porto sicuro. Salvini sta bypassando la legalità nazionale e internazionale. È un modo di fare scriteriato e da avventuriero. E la presunzione della presenza di terroristi a bordo? Come fa il ministro dell’Interno con un tweet a dire – ex ante – che "è una certezza" che a bordo ci siano terroristi? Se ha notizie in merito si rivolga alla
magistratura, altrimenti la smetta di fare allarmismo. La crisi libica sembra preoccupare l’Italia solo per la possibile fuga di profughi. Non ho mai visto un dibattito così povero di argomentazioni, una visione così miope ed elettorale. Come se non ci fosse altro di cui preoccuparsi. Se l’Italia deve essere capofila nella gestione del dossier libico, come il presidente statunitense Trump ha chiesto al premier Conte, dobbiamo occuparcene a 360 gradi: sicurezza dei civili, integrità territoriale, milizie armate, dialogo con gli attori regionali. E come si può pensare di non coinvolgere la Francia? Salvini attacca Macron, Di Maio blandisce i Gilet gialli. Perdiamo credibilità anche con le parti in conflitto. Alla conferenza sulla Libia di Palermo a novembre Conte disse che grazie all’Italia il 2019 sarebbe stato "l’anno della svolta". Toni trionfalistici che oggi suonano insopportabilmente tragicomici. L’approccio del governo è dilettantesco. C’è un’alternativa per gestire una possibile fuga di massa? Serve il coinvolgimento dei attori partner internazionali, dell’Onu, dell’Ue. Non i tweet. Nella guerra in Libia del 2011, ad esempio, si organizzarono vennero organizzati ponti aerei o navali dai paesi limitrofi per i lavoratori non libici che volevano rientrare a casa senza che giungessero in Europa. Per i libici, invece, venne fornita assistenza sul posto in Tunisia ed Egitto. Il flusso verso l’Italia fu così contenuto. Il governo invece è continuamente alla ricerca di nemici e capri espiatori per oscurare i veri problemi del paese: mancata crescita economica, fisco, disuguaglianze, criminalità, periferie. Così facendo i problemi interni non si risolvono. E nello scacchiere internazionale il Paese rimane ininfluente e isolato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ansa
native» e il problema sarà affrontato «assieme alla riforma fiscale che è nel contratto di governo», quando occorrerà agire anche «dal lato della spesa». Nel suo passaggio in Parlamento, ieri, Tria è intervenuto anche sul tema della autonomie regionali differenziate, frenando le richieste dei governatori che «in alcuni casi non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali». In particolare «non si può derogare» dalle norme che attribuiscono allo Stato la competenza legislativa esclusiva in materia di sistema tributario e contabile, sottolinea il ministro su un tema di particolare interesse per la Lega. Un altolà lanciato proprio mentre, nella risoluzione di maggioranza sul Def, M5s e Lega chiedono al governo di portare a termine il percorso per l’autonomia differenziata richiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Per il resto la risoluzione approvata ieri sera dalla Camera (con 272 sì) e dal Senato (161) impegna il governo, come prevedibile, a disinnescare gli aumenti Iva e ad andare avanti nell’introduzione della flat tax, «alleviando l’imposizione a carico dei ceti medi». Ma si chiede anche di «rispettare i vincoli di finanza pubblica». In sede europea il governo dovrà poi «promuovere l’introduzione della cosiddetta "Golden rule" affinché gli investimenti pubblici produttivi non siano soggetti agli stringenti vincoli della governanceeconomica europea» © RIPRODUZIONE RISERVATA
selezione, chiarendo che la candidature vanno presentate dando già l’indicazione della provincia per la quale si intende lavorare. Ci sarà tempo per iscriversi, esclusivamente per via telematica, fino alle ore 12 dell’8 maggio. Il compenso per
POLITICA 19
REDDITO DI CITTADINANZA, IL CASO
L’Inps inciampa su Fb: a utenti risposte piccate in serie, poi le scuse Roma
I
l reddito di cittadinanza esaspera i rapporti fra l’Inps e i cittadini. Dal 15 aprile, l’istituto ha iniziato a inviare mail e sms per rispondere agli utenti. E da due giorni la pagina ufficiale Facebook “Inps per la famiglia”, messa a disposizione per dialogare con i cittadini, è subissata di commenti, domande, accuse, richieste di aiuto. Il problema è che la pagina non si è dimostrata pronta a ricevere quell’assalto che si era evitato invece agli sportelli. C’è chi chiede perché non ha avuto la comunicazione; chi si lamenta del non riuscire ad accedere al sito; chi non capisce la natura dell’importo, la natura del proprio Isee. E chi, facendo ancora più confusione, si abbandona a giudizi di natura politica. L’effetto è tale che poco dopo compare un messaggio: «Si ricorda a tutti gli utenti che su questa pagina NON è possibile pubblicare commenti che contengano valutazioni politiche né favorevoli né contrarie». Quello che immediatamente salta agli occhi è l’inadeguatezza di molte richieste. Tanto che, in maniera un po’ sbrigativa e piccata, arrivano le prime risposte di chi quella pagina la gestisce: "Sul messaggio c’è scritto tutto"; "Le abbiamo già risposto". La pazienza, insomma, finisce presto. Una delle domande più frequenti è relativa all’accesso al portale Inps,
la collaborazione coordinata e continuativa per circa due anni (scadrà il 30 aprile 2021) sarà di 30.938 euro lordi annui, compresi 300 euro al mese di rimborso spese. Nelle prime 6 ore dal "via" sono arrivate 3.415 domande.
fondamentale per poter verificare l’attuale condizione della richiesta. Per farlo ci vuole un codice Pin o le credenziali Spid. Per questo, poco dopo sulla pagina un nuovo messaggio ricorda che basta accedere a questi canali on-line per conoscere l’esito della propria richiesta. La reazione, però, è che i commenti sotto al post si moltiplicano. Fino a provocare secche risposte da chi cura la pagina: "Richieda il Pin". A un profilo dal nome "Candy candy forza Napoli" la risposta è ancor più sgarbata: "Basta richiederlo a Poste o Inps. O è troppo impegnata a farsi i selfie con orecchie da coniglio?". C’è poi chi sbaglia sito (da quello del ministero del Lavoro a quello delle Poste), chi riesce a entrare ma dice di non trovare nulla ("Cerco invano”), chi vorrebbe accedere da app ma non tutte le funzionalità sono disponibili, chi sbotta: "Era meglio andare direttamente agli uffici". E chi, di contro, si lamenta dei Caf che non darebbero il giusto sostegno e che, come risposta, ottengono un laconico "Cambi Caf". Molti commenti sono sugli importi, ritenuti troppo bassi ("È solo un anticipo, vero?”, dice un messaggio), e c’è anche chi confessa candidamente di lavorare "in nero". È campo fertile per i cosiddetti troll della Rete. Dare un certo tipo di risposte, in alcuni casi davvero brusche, provoca difatti diverse reazioni: iniziano a girare gli screenshot che popolano le pagine satiriche. C’è chi addirittura prova a rispondere al posto dei social manager Inps, generando a sua volta risposte indignate. Alla fine il presidente dell’Inps Pasquale Tridico «si scusa per alcuni toni utilizzati per la gestione della pagina Facebook "Inps per la Famiglia", che non rispecchiano i valori e la missione dell’Istituto».
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Venerdì 19 Aprile 2019 Corriere della Sera
Primo piano I conti pubblici
ROMA No agli aumenti dell’Iva, no alla patrimoniale, sì alla flat tax per i ceti medi. Questi i passaggi con i quali il Parlamento impegna il governo sulla manovra di bilancio per il 2020 che sarà presentata a ottobre. Sono contenuti nelle risoluzioni di maggioranza con le quali Camera e Senato hanno approvato il Def, il Documento di economia. Il testo passato con i voti di 5 Stelle e Lega e col parere favorevole dello stesso esecutivo impegna, tra le altre cose, il governo ad «adottare misure per il disinnesco delle clausole di salvaguardia fiscali del 2020», cioè l’aumento dell’Iva e delle accise, «nel rispetto dei vincoli Ue di finanza pubblica», a «proseguire il processo di riforma delle imposte sui redditi, con particolare riferimento all’attuazione della flat tax» e a «non prevedere misure di incremento della tassazione sui patrimoni». È appena il caso di ricordare che senza l’aumento dell’Iva verrebbero a mancare 23,1 miliardi di euro nelle casse dello
Iva e flat tax No all’aumento dell’Iva e sì alla flat tax: via libera alla risoluzione del governo Stato nel 2020 mentre l’ipotesi di flat tax cara alla Lega costerebbe almeno 12 miliardi. Né nel Def né nelle risoluzioni approvate ieri si fa cenno a come eventualmente realizzare i due obiettivi. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervenendo al Senato ha intanto assicurato che quest’anno non ci sarà bisogno di alcuna manovra correttiva per rispettare gli impegni presi con la Commissione europea sul deficit strutturale. «La manovra correttiva che faremo è al contrario», ha aggiunto riferendosi ai decreti legge «sblocca cantieri», approvato di nuovo ieri in Consiglio dei ministri, e «crescita», che dovrebbe riceve il definitivo via libera nella prossima riunione di governo. Questi due provvedimenti, secondo il ministro, consentiranno di conseguire l’obiettivo di una crescita dello 0,2% quest’anno, tanto più che ieri la Banca d’Italia ha spiegato che nei primi mesi del 2019 il Pil dovrebbe aver segnato un aumento dello 0,1%, uscendo dalla recessione. Tria ha anche sottolineato che il debito pubblico, al 132% del Pil, «è un peso ma è assolutamente sostenibile» e nel triennio scenderà.
Autonomia,ipalettidiTria «Alcunerichiesteincoerenti coniprincipidellaCarta»
● L’analisi
La ripresa troppo lenta che preoccupa il Governatore
di Mario Sensini
Bankitalia: l’inizio del 2019 mette fine alla recessione
I voti
Tensioni
Giovanni Tria, 70 anni, laureato in Legge, economista, ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, dallo scorso primo giugno è ministro dell’Economia e delle Finanze nel governo guidato dal premier Giuseppe Conte. Dall’avvio dell’esecutivo, Tria si è scontrato più volte sui conti pubblici con i due vicepremier Salvini e Di Maio (Ansa)
La nomina
Castelli e Garavaglia commissari alla spesa
I
viceministri all’Economia Laura Castelli (M5s) e Massimo Garavaglia (Lega) sono stati nominati commissari straordinari del governo per la spending review. La decisione è stata approvata al termine del Consiglio dei ministri straordinario, che si è svolto ieri a Reggio Calabria. Questo incarico, in passato, è stato ricoperto da Enrico Bondi, Mario Canzio, Carlo Cottarelli e Yoram Gutgeld. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro è apparso invece più preoccupato nell’audizione in commissione bicamerale sul federalismo fiscale dove è stato sentito sull’autonomia rafforzata chiesta da alcune Regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) che la Lega spinge per concedere e che è richiamata anche nelle risoluzioni al Def. Il ministro ha fis-
sato dei paletti: «In alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali inerenti a materie diverse da quelle elencate dalla Costituzione, che non possono essere oggetto di attribuzione. Tra queste deve ricomprendersi l’articolo 117 che affida allo Stato la competenza esclusiva
in materia di sistema tributario e contabile». Tria, che poi rispondendo alle domande dei senatori ha detto che le intese in discussione con le Regioni «possono benissimo andare avanti», ha insomma voluto ribadire il confine che non può essere oltrepassato. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Ieri l’aula della Camera, con 272 voti a favore e 122 contrari, ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza 2019 firmato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria. A favore si sono espressi i deputati di Movimento Cinque Stelle e Lega ● Prima del voto in Senato sul Def, il ministro Tria è tornato ancora sulla questione dell’Iva: «A legislazione vigente c’è l’aumento dell’Iva, che non è una clausola di salvaguardia ma una legge. Questa legge dovrà essere cambiata se si prende la decisione politica di evitare l’aumento dell’Iva. Questo è un problema che verrà affrontato quando si disegnerà la legge di bilancio 2020» ● L’aula del Senato ha poi approvato la risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza con 161 sì, 73 no e un astenuto
L
a Banca d’Italia certifica l’uscita dalla recessione, ma il Governatore, Ignazio Visco, spinge il governo perché rimuova i fattori di incertezza e i timori dei mercati. Nel primo trimestre di quest’anno il Prodotto interno lordo sarebbe salito dello 0,1%, grazie anche alla ripresa della produzione industriale. La fase peggiore si sarebbe chiusa, anche se a marzo ci sarebbe stato un nuovo leggero peggioramento. Le prospettive restano incerte e i mercati, sottolinea il Governatore, continuano a guardare all’Italia con preoccupazione. «C’è apprensione nella capacità di continuare nella ripresa» anche in termini di occupazione, e «paura che dal lato degli equilibri e della compatibilità della finanza pubblica non ci sia l’attenzione necessaria». Secondo Visco, tuttavia, gli investitori esteri sono tornati a comprare titoli di Stato italiani, con un saldo netto di 17 miliardi (nel 2018 le vendite nette sono state pari a 51 miliardi) . L’economia italiana ed europea, sottolinea Visco, sono comunque poco reattive al cambiamento. «Possiamo criticare le economie diverse da quelle europee perché magari poco attente alla difesa delle persone, ma resta il fatto che negli Usa la disoccupazione è al 3,5%, in Europa al 10% e in Italia anche sopra. La nostra economia si aggiusta molto lentamente rispetto al cambiamento» ha detto Visco. Quanto alle banche, il sistema nazionale «è solido nel suo complesso» anche se «ci sono state e ci sono ancora adesso delle realtà deboli» ha sottolineato il Governatore, difendendo anche il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, che molti definiscono un «falco»: «Dal lato tedesco c’è molta attenzione alle regole e noi non siamo visti come tanto attenti alle regole, ma la demonizzazione di Weidmann non l’accetto. È una persona ragionevole» ha detto Visco. Tornando ai dati, la produzione industriale secondo la Banca è salita sia a gennaio (+1,9%) che a febbraio (+0,8%) e la crescita sarebbe proseguita anche a marzo. Nel primo bimestre, inoltre, si è arrestato il calo dell’occupazione. E migliora anche la Borsa con un +19% dall’inizio dell’anno recuperando il forte calo registrato in autunno. I tassi sono scesi ma restano ancora alti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 19 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Blitz in Trentino: coop sotto inchiesta
Resti umani e bare in un capannone Scoperto business di finte cremazioni Trovati 27 feretri provenienti dalle province di Vicenza, Padova e Treviso. Un caso nel Veneziano. Coinvolte 300 salme
Enrico Ferro PADOVA. Le spoglie mortali dei propri cari accatastate come sacchi d’immondizia in un capannone della zona artigianale della provincia di Trento. Lì le salme venivano separate dalle bare di zinco, prima di essere inviate alla cremazione. Secondo i carabinieri del Noe per gli addetti della cooperativa “Linea Momenti”, specializzata nell’esumazione ed estumulazione, questa era diventata una prassi consolidata. La “centrale” di smistamento dei cadaveri consentiva infatti un duplice guadagno: da un lato l’abbattimento dei costi di cremazione, dall’altro un ricavo per la vendita di tutte le parti metalliche della bara. Nel blitz decisivo sono stati trovati 27 feretri con relativi corpi, provenienti dalle province di Vicenza, Padova e Treviso. Oltre alla gestione illecita di rifiuti viene contestato anche il reato di vilipendio di cadavere. Indagato è il responsabile della coop di Pergine Valsugana, Guido Beber. IL SISTEMA
Questo tipo di servizio riguarda i defunti sepolti da più di vent’anni, per cui il regolamento cimiteriale prevede l’esumazione e la successiva cremazione. Ma anziché cremare le salme all’interno delle bare, le spostavano prima in sacchi di plastica e poi in scatole di cartone e, solo a quel punto, i resti venivano portati all’impianto crematorio. Così riuscivano a ottenere un vantaggio economico dovuto ai minori costi di cremazione, stimato in circa 400 euro a salma. Le bare, invece, dopo essere state sezionate e separate dalle parti metalliche, sarebbero state avviate allo smaltimento in alcuni centri
Alcune bare, con resti umani, trovate dai carabinieri del Noe in un capannone in Trentino. In alto a destra e sotto altre immagini nel macabro ritrovamento
della zona. Chiaramente dietro un compenso. IL BLITZ
Questa l’ipotesi investigativa che ha portato la Procura di Trento a sequestrare il capannone a Scurelle, in Valsugana, dove i carabinieri del Noe hanno trovato le 27 bare contenenti resti umani provenienti dai cimiteri di Abano, Cadoneghe, Cordignano (Treviso), Rosà, Tezze sul Brenta, Bassano e Brendola (tutti della provincia di Vicen-
za). La scoperta è stata fatta in seguito alla segnalazione di alcuni operai che stavano lavorando in un cantiere vicino, i quali si sono insospettiti per gli odori sgradevoli che provenivano dall’edificio. Sul posto sono arrivati per primi gli agenti della polizia locale, che però hanno chiesto aiuto ai carabinieri del Noe quando si sono resi conto che le persone al lavoro all’interno non fornivano spiegazioni esaustive. Durante il sopralluogo so-
la polemica con lombardia ed emilia
Bottacin: «Pfas in calo nel Po? Il C604 deve mettere in guardia» PADOVA. C6O4 nel Po: in Veneto è allarme, in Lombarda ed Emilia Romagna l’emergenza è nulla. Perché? «Me lo sto domandando dal 2015, da quando ho in mano da assessore il rapporto del Cnr che testimonia la presenza di Pfas nel Po, nel Fratta Gorzone, nell’Arno, nell’Adda e nel Tevere, mica solo in Veneto». L’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, risponde così ai colleghi di Lombardia ed
Emilia Romagna che hanno minimizzato l’allarme lanciato proprio dalla Regione Veneto. Attraverso il commissario regionale per l’emergenza Pfas, Nicola Dell’Acqua, l’ente veneto ha diffuso alle Regioni che gravitano sull’asta del Po una informativa dai toni piuttosto preoccupanti: nell’acqua del Po, a valle della centrale di Corbola (Rovigo), sono state rilevate a più riprese importanti concentrazioni di C6O4, un
perfluoroalchilico (Pfas) di ultima generazione. Ogni giorno ne passano 4 chili attraverso il Po, sempre stando alle rilevazioni Arpav. Dell’Acqua ha diffuso i riscontri di Arpav ai colleghi di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna e il governatore Luca Zaia ha colto l’occasione per definire l’inquinamento da Pfas «una primaria questione ambientale nazionale». Lombardia ed Emilia Roma-
no state trovate accatastate, una sopra l’altra, 24 bare contenenti le spoglie di defunti provenienti da differenti aree cimiteriali del Veneto, mentre altre tre casse in zinco erano aperte sul pavimento: 21 provenivano da cimiteri della provincia di Vicenza, quattro da Abano e Cadoneghe e due da Cordignano. IL SOSPETTO
Dalla documentazione amministrativa e ambientale sequestrata nel corso delle indagi-
gna hanno però spento i toni allarmistici del Veneto, ricordando che monitoraggi svolti recentemente hanno sì rilevato presenze di Pfos nel Po, ma con evidenti miglioramenti rispetto al passato e comunque con numeri ben lontani da quelli del Veneto. Insomma, mentre da noi si accendono mille campanelli d’allarme, a qualche chilometro di distanza si dormono sonni tranquilli. «Rimango davvero perplesso, soprattutto se si pensa che Irsa-Cnr nel 2013 aveva rilevato la presenza di Pfas in molti corsi d’acqua d’Italia» ribatte Bottacin «è in atto uno screening regionale che, anche se non definitivo, associa alla presenza di Pfas la concomitanza di alcune patologie. In casi come questi è doveroso affidarsi al prin-
ni, gli investigatori ritengono che negli ultimi mesi siano transitate dal capannone di Scurelle più di 300 salme, con la mappa dei comuni che si allarga a macchia d’olio. Tanto per fare un esempio nell’elenco stilato dagli investigatori comparirebbe anche Pianiga Mellaredo, comune della provincia di Venezia. Verifiche in corso anche su appalti degli anni passati, come quello di Feltre (Belluno) o Selvazzano (Padova). Il sistema non era facile da
intercettare, visto che in molti casi la cooperativa “Linea Momenti” si occupa solo della esumazione delle e della cremazione delle salme, con incarichi ricevuti direttamente dalle società che invece gestiscono i cimiteri. E questo probabilmente è il motivo per cui ieri, quando la notizia si è diffusa, molti sindaci dei comuni interessati si sono affrettati a dire di non aver mai sentito nominare la coop finita sotto inchiesta. –
cipio di precauzione». E sul caso specifico: «Il C604 è un Pfas ed è una sostanza non normata: in base a cosa qualcuno può dire “sono tanti” o “sono pochi”? Manca un valore di riferimento e senza quello anche la sola presenza minima deve renderci cauti e deve portarci ad avviare ogni tipo di monito-
mento del C6O4, è una contromisura doverosa». Aggiunge Bottacin: «Lombardia ed Emilia Romagna sostengono che i Pfas nel Po sono in calo? Io non sarei troppo tranquillo: il C6O4 è un composto di nuova generazione che sostituisce i vecchi Pfas. Trovare questo nuovo elemento per la prima volta e rilevare meno Pfas è a maggior ragione un campanello d’allarme». Si accoda il commissario Dell’Acqua: «In assenza di regole nazionali in materia, non possiamo garantire una completa tutela della qualità delle acque e, di conseguenza, della salute degli abitanti delle zone. Ed è su questo che intendiamo attirare l’attenzione a più livelli solcate dai fiumi». — Nicola Cesaro
Il Veneto ha lanciato un nuovo allarme «Non si può garantire la qualità dell’acqua» raggio e di precauzione. L’utilizzo dei filtri a carbone attivo e la loro immediata sostituzione da parte dei nostri gestori idrici, all’indomani del ritrova-
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CORTINA - CADORE
VENERDÌ 19 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
santo stefano: incendio sul monte carro
Una eloquente immagine dell’incendio che ieri nel primo pomeriggio ha interessato una vasta area del monte Carro, con le fiamme che sono partite con tutta probabilità dal cantiere di disgaggio di una ditta che era all’opera nella zona. È stato necessario l’intervento dei Canadair e degli elicotteri per avere ragione delle fiamme, oggi sarà effettuata una verifica dei versanti per capire l’entità dei danni
Brucia il bosco a Rio Bianco: il fuoco parte da un cantiere Le fiamme si sono sviluppate dalle 14.30 in poi. Chiusa la strada 355 Val Degano per motivi di sicurezza. In azione elicotteri e Canadair. Oggi verifica dei versanti Cristina Contento SANTO STEFANO. A fuoco il
monte Carro probabilmente a causa di un cantiere di disgaggio di una ditta boschiva che operava nella zona. Chiusa la strada della Val Degano nel tratto tra San Pietro e Sappada. L’incendio interessa una parte non abitata e l’evento non ha provocato feriti ma c’è il rischio di caduta di sassi sulla strada. Ieri pomeriggio in azione quattro velivoli: la zona infatti è irraggiungibile via terra. Lo spegnimento in serata non era ancora concluso, i
mezzi aerei di notte sono rimasti a terra e la strada 355 della Val Degano è quindi rimasta chiusa tutta la notte. L’incendio è partito intorno alle 14.30 nella zona di Rio Bianco, in Comune di Santo Stefano. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri, le fiamme sono state innescate in seguito ai lavori di disgaggio in una zona dissestata sopra la strada 355 della “Val Degano”. Il vento ha alimentato le fiamme e per tenerle sotto controllo e spegnerle è stato necessario l’uso di elicotteri e di Canadair. In quel momento sul po-
sto stava operando la ditta “M.G. disgaggi” di Mel. Le fiamme hanno interessato un tratto boschivo sottostante un’area rocciosa dove erano in corso i lavori. Sul posto è stato subito mobilitato il personale dei vigili del fuoco di Santo Stefano di Cadore e di Tolmezzo, i vigili volontari di Costalta e Dosoledo, di Forni Avoltri e Rigolato, insieme ai carabinieri di Santo Stefano per gli accertamenti. In campo anche le squadre di protezione civile e i servizi forestali regionali che sono intervenuti con gli elicotteri e i Canadair per la
bonifica e per evitare che le fiamme si propagassero ulteriormente: in volo anche l’elicottero del servizio regionale Friuli Venezia Giulia perchè la zona è irraggiungibile dalle squadre a piedi, essendo molto impervia. In via precauzionale, ieri è stata chiusa la strada della Val Degano nel tratto interessato (al km 41), fino al termine delle operazioni di spegnimento. I vigili del fuoco hanno operato dalle 14.30, allestendo delle vasche per il rifornimento dei mezzi aerei: in 25 si sono mobilitati con gli uomini dei servizi antin-
cendi regionali, per l’approvvigionamento idrico di due elicotteri. La situazione ha mobilitato la Regione Veneto con l’assessore Gianpaolo Bottacin, e anche i comuni limitrofi, come quello di Sappada: «Sentita la Prefettura di Belluno si comunica che la strada in direzione Santo Stefano rimarrà chiusa tutta la notte» annunciava ieri sera il sindaco di Sappada Manuel Piller Hoffer «In mattinata (cioè oggi, OES) verranno eseguite verifiche di stabilità e in assenza di problematiche la strada verrà riaperta». La chiusura della strada è dovuta alla tenuta del versante interessato già da alcuni cedimenti e frane, motivo per cui ad Aquatona la 355 è stata interdetta al traffico fin da subito e lo stesso dalla parte di San Pietro. Il fuoco infatti rischiava di smuovere materiale, creando pericoli per l’incolumità delle persone e degli automobilisti. Questa mattina, oltre alla ripresa dei voli dei mezzi aerei, verranno effettuate le prime verifiche per capire se potrà essere riaperta. —
auronzo
Iniziati i lavori di pulizia del lago di Santa Caterina AURONZO. L’Enel ha iniziato ie-
ri la pulizia del lago di Santa Caterina, ripetutamente sollecitata dall’Amministrazione di Auronzo. Si tratta, per il momento, della rimozione dei tronchi d’albero schiantati dalla tempesta Vaia. È un’operazione analoga a quella che si sta svolgendo nel vicino bacino del Tudaio, ai confini tra i Comuni di Auronzo, Santo Stefano e Vigo. Nel caso di Santa Caterina, però, la quantità di
piante da rimuovere è di molto inferiore a quella del lago che si forma con le acque del Piave. «Enel ha anticipato la pulizia, affinché lo specchio d’acqua si presenti nelle migliori condizioni possibili entro l’inizio dell’estate», conferma la sindaca Tatiana Pais Becher. Molto più complessa è l’opera di bonifica dell’Ansiei, a monte del lago. Il Commissariato per la ricostruzione ha stanziato un milione. Si tratta,
dunque, di un’operazione complessa e dai tempi lunghi. Ci sono da rimuovere decine di migliaia di metri cubi di materiali arrivati a valle trascinati dalle acque. Il letto del fiume si è alzato, in alcuni punti, addirittura di qualche metro. Da ripulire non è solo il letto del corso d’acqua ma, fino a dove è possibile, anche dell’ingresso nel bacino. «Bisogna fare in fretta», si è raccomandata la sindaca, «per i pericoli che la si-
Iniziati i lavori di pulizia del lago di Santa Caterina, ad Auronzo
tuazione rappresenta alla sicurezza, ma anche per l’aspetto paesaggistico gravemente danneggiato». Qualche preoccupazione l’ha manifestata, al
riguardo, il vicino camping. La sicurezza va ripristinata anche su due corsi affluenti dell’Ansiei, che hanno le sponde tutte da consolidare. Allo scopo so-
la sindaca buzzo
«Fronte esteso 200 metri per 500 diviso in due» «Il fronte di fuoco è stato di 200 metri per 500 diviso in due, cosa che dovrebbe facilitare lo spegnimento. È una zona tortuosa, quindi all’interno si sono creati diversi focolai». Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore, ieri è rimasta in stretto contatto con gli enti che seguivano l’incendio sviluppato nel bosco censito nel Comune di Santo Stefano ma verosimilmente di proprietà delle Regole di San Pietro. La strada della Val Degano è stata interrotta in località Salafossa tra San Pietro e Sappada, fermando le macchine prima della galleria dove c’è il bivio per la Val Visdende. «Facendo cadere l’acqua dall’alto con gli elicotteri e i Canadair, si muovono le rocce, per cui la strada è stata chiusa per pericolo di caduta sassi» , spiegava Alessandra Buzzo. «Sono arrivati i tecnici di Veneto strade per valutare la situazione».
no stati stanziati 150 mila euro. Ma per l’estate c’è da ripristinare anche la pista ciclabile da Misurina ad Auronzo. In alcuni tratti ci sono stati smottamenti e danneggiamenti provocati dall’abbattimento degli alberi. L’Amministrazione ha calcolato che ci vorranno altri 150 mila euro. Sono stati chiesti al Commissariato. In attesa, il Comune di Auronzo ha deciso di anticipare la somma, per dare il via al più presto ai lavori, in modo che entro metà giugno, se non prima, la pista sia pronta. Non manca il problema, nel territorio, delle strade silvo-pastorali da ripristinare. La gran parte sono impraticabili. L’obiettivo è di ripristinarne l’uso entro fine anno. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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REGIONE
VENERDÌ 19 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Il braccio di ferro con Roma Inoltre, «non si può derogare» dalle norme che attribuiscono allo Stato la competenza esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato. SIAMO IN ALTO MARE
Il ministro Giovanni Tria e il ministro Riccardo Fraccaro. In alto Roger De Menech (Pd) e il ministro delle Regioni Erika Stefani
Tria: «Il fisco sull’autonomia non rispetta la Costituzione» Il ministro dell’Economia: le intese delle tre regioni possono andare avanti Ma sulle tasse lo Stato esercita la competenza esclusiva con l’articolo 117 Albino Salmaso PADOVA. Autonomia delle Re-
gioni: le tre intese di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna possono «andare avanti se c’è la volontà politica, ma alcune delle richieste non sono compatibili con i vincoli della Costituzione. Infatti l’articolo 117, secondo comma lettera E, attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia fiscale, tributaria e contabile». Sono le 8,57 del mattino quando Giovanni Tria mette fine a tutti i sogni e le illusioni del federalismo e “dimentica” di aver mai firmato quell’accordo che consente alle Regioni di trattenere parte del gettito Irpef e Iva, appena saranno calcolati i fabbisogni e i costi standard. Nella bozza consegnata al premier Conte si parla di “commissione paritetica” sul modello di Trento e Bolzano. Il ministro dell’Economia, dopo aver materializzato l’incubo dell’aumento dell’Iva al
25% e rovinato la Pasqua a Salvini e Di Maio, tira il freno anche sull’autonomia e spiega che le risorse da trasferire alle Regioni saranno stabilite con “dpcm dei singoli ministeri, con legge delega”. Insomma, un iter parlamentare completamente diverso da quello previsto dal ministro Erika Stefani e dal governatore Luca Zaia, che però non perde il buon umore. Due ore dopo arriva la replica da Palazzo Balbi: «Tria fa il ministro dell’Economia e come tale ha fatto una relazione sulla quale resto assolutamente positivo. Egli, con molta coerenza, chiude la sua approfondita relazione dicendo che la procedura dell’autonomia è avviata e che si può e si deve andare avanti». OTTIMISMO A VENEZIA
Il bicchiere è sempre mezzo pieno per Zaia, anche se dalla Commissione per il federalismo fiscale arrivano segnali di assoluta prudenza e nessun parlamentare della Lega scen-
VENDITE FALLIMENTARI ABITAZIONI ED ACCESSORI FALL. 128/2010 Lotto unico – diritto di superficie avente durata sino al 2087 con riferimento ad appartamento e pertinenze ubicate in Treviso, Via Borgo Furo, di proprietà del socio illimitatamente responsabile. Immobile attualmente occupato. Prezzo base Euro 49.500,00. Vendita il giorno 13/05/2019 alle ore 10:00 presso lo Studio del Notaio Ada Stiz in Treviso, Viale Trento e Trieste n. 10. Offerte entro le ore 18:00 del 10/05/2019 a mani presso il medesimo Studio, ovvero presso lo Studio del Curatore Avv. Donatella Berto in Treviso, Via T. Salsa n. 82 (in entrambi i casi previo appuntamento telefonico: Studio Dott.ssa Stiz tel. 0422 411231, Avv. Berto tel. 0422 421530). In alternativa: a mezzo PEC all’indirizzo f128.2010treviso@pecfallimenti.it o a mezzo telefax al n. 0422 421090. Maggiori informazioni presso il Curatore, Avv. D. Berto, e-mail segreteria@bertoeassociati.it FALL. N. 274/2014 PREGANZIOL (TV) – Lotto 1, Via D’Annunzio n. 24 int. 2, appartamento con garage. Occupato a titolo precario. Prezzo base Euro 76.000,00. Lotto 2, Via D’Annunzio n. 24 int. 3, appartamento con garage. Libero. Prezzo base Euro
de in campo per difendere il Veneto e la Lombardia. Giovanni Tria parla venti minuti e mette ordine al titolo V della Costituzione e alla legge 422009 di Calderoli che fissa nel 2021 il passaggio ai costi standard per i comuni e le province. I ministri Bassanini e Amato hanno introdotto le addizionali Irpef, un tesoro che vale 25 miliardi con l’Imu sulla seconda casa. Il banco di prova è sempre la sanità, torta da 113 miliardi l’anno, finanziata con la compartecipazione Iva e il fondo perequativo nazionale per coprire i deficit del Sud. È questa la strada da seguire, spiega il ministro, che poi gela l’entusiasmo: «Sugli effetti finanziari delle intese con l’articolo 116 della Costituzione, in alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali perché riguardano materie diverse da quelle elencate nella Carta: vista la tassatività del disposto, non possono essere oggetto di attribuzione».
62.500,00. Lotto 3, Via D’Annunzio n. 24 int. 5, appartamento con garage. Occupato sino al 31.05.2019. Prezzo base Euro 52.000,00. Lotto 4, Via D’Annunzio n. 24 int. 6, appartamento con garage. Locato sino al 31.10.2021. Prezzo base Euro 54.000,00. Lotto 5, Via D’Annunzio n. 24, negozio. Libero. Prezzo base Euro 15.500,00. Vendita tramite procedura competitiva il giorno 13/05/2019 alle ore 12:00 presso lo Studio del Notaio Ada Stiz in Treviso, Viale Trento e Trieste n. 10. Offerte entro le ore 18:00 del 10/05/2019 a mani presso lo Studio del Notaio Stiz (tel. 0422411231), ovvero presso lo Studio del Curatore Avv. Donatella Berto in Treviso, Via T. Salsa n. 82 (tel. 0422421530), in entrambi i casi previo appuntamento telefonico. In alternativa: a mezzo raccomandata a.r., a mezzo PEC all’indirizzo f274.2014treviso@pecfallimenti.it o a mezzo telefax al n. 0422421090. Maggiori informazioni presso il Curatore, Avv. D. Berto, e-mail segreteria@bertoeassociati.it FALL. N. 49/2018 SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO (TV) – Via dei Gemelli – Lotto unico, quota di 3/9 del diritto di proprietà di un appartamento. L’unità immobiliare ha diritto alla quota proporzionale delle parti comuni all’intero stabile ai sensi e per gli effetti dell’art. 1117 del Codice Civile e della pertinente area a verde inedificabile a perpetua destinazione a parcheggio autoveicoli. Prezzo base Euro 45.000,00. Si precisa che è già stata presentata al cura-
Giovanni Tria parla con un linguaggio giuridico molto affine alle analisi del Quirinale, ma nella replica fa capire che si fa un passo avanti solo con una “chiara volontà politica” e rimanda la palla a Di Maio e Salvini. Ieri il premier Conte ha ribadito da Reggio Calabria che si farà garante « della coesione sociale perché il progetto di autonomia non vada a creare un nocumento alle Regioni del Sud». Per la capogruppo al Senato di FI, Annamaria Bernini, il ministro ha «fatto crollare un altro pilastro del programma di governo: l’autonomia differenziata». Sarcastico il commento di Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia: «Volevo stappare lo champagne per brindare al federalismo, ma dopo l’audizione di Tria ho capito che ci vorranno anni». Arrabbiato invece Roger De Menech, del Pd: «Dopo vent’anni di propaganda leghista sui 9 decimi di tasse che Zaia si vuole trattenere, ora il ministro delle Finanze ha confermato che si brancola nel buio. Contrariamente a quanto ci saremmo aspettati dopo le dichiarazioni della Lega, abbiamo scoperto che non vi sono certezze né sulla procedura né sui contenuti economici».
Zaia resta ottimista «Ha concluso la sua relazione con un segnale importante Nessun conflitto con lo Stato centrale»
No a tre liste Bocciati anche i “Gilet arancioni” VENEZIA. “Gilet arancioni”,
Per raddrizzare la barca, che rischia di affondare con i “dpcm” indicati da Tria, Zaia schiera il team di super esperti che con il ministro Stefani ha scritto la bozza sgradita al Mef:«Naturale che vi siano ambiti di competenza statali e ragionali, ma ciò avviene nel “coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario” oggetto di potestà legislativa concorrente, ai sensi dell’art. 117, 3° comma, della Costituzione». Peccato che Tria faccia riferimento al 2° comma, lettera E: Zaia rischia di perdere l’autonomia per un comma? Forse conviene dare retta a Stefano Fracasso del Pd: in tema di fisco, porti, aeroporti, reti ferroviarie ed elettrico prevale l’interesse nazionale e queste materie vanno stralciate dalla bozza del Veneto.—
“Ora-rispetto per tutti gli animali” e “Parlamentare indipendente”. Sono queste le tre liste escluse dalla circoscrizione nord-orientale (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto-Adige ed Emilia Romagna) delle elezioni europee del 26 maggio. Gli uffici della corte d’appello di Venezia hanno riscontrato irregolarità nel deposito di simbolo e candidati. Dopo la segnalazione, le liste avranno 24 ore per presentare ricorso. A quel punto, la commissione territoriale fornirà le controdeduzioni alla Cassazione che, nel giro di altre 48 ore, dovrà decidere se ammettere o meno gli esclusi. Tra le altre liste sotto osservazione per dubbi sulla regolarità di singoli candidati, anche il partito dei Pirati e Casapound. I n attesa del verdetto definitivo, previsto dopo le vacanze pasquali, si riduce a 17 il numero delle liste pronte a spartirsi i quindici seggi in palio nel Nord Est (per un totale di 254 candidati). Sono 76, invece, i futuri membri del Parlamento Europeo che dovranno essere espressi dal voto italiano. A differenza della precedente tornata elettorale, il numero è aumentato di tre unità per effetto della redistribuzione di seggi dovuta alla Brexit. Undici le liste che, nel primo giorno utile di martedì, hanno depositato simboli e candidati per la circoscrizione Nord Est. Tra queste Pd, Lega, +Europa – Italia in Comune. Mercoledì, invece, se ne sono aggiunte altre nove. È il caso di Forza Italia, M5S e Fratelli d’Italia. Alla corte d’appello di Venezia, uno dei cinque uffici circoscrizionali d’Italia, spetterà ora l’importante compito di verificare la regolarità di tutte le candidature. — Eugenio Pendolini
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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GLI ESPERTI
LUCA ZAIA E LUIGI DI MAIO CON LA BANDIERA DI SAN MARCO AL VINITALY DI VERONA
elezioni europee
tore offerta irrevocabile d’acquisto corrispondente al prezzo base d’asta. Vendita tramite procedura competitiva il giorno 13/05/2019 alle ore 11:00 presso lo Studio del Notaio Ada Stiz in Treviso, Viale Trento e Trieste n. 10. Offerte entro le ore 18:00 del 10/05/2019 a mani presso lo Studio del Notaio Stiz (tel. 0422411231), ovvero presso lo Studio del Curatore Avv. Donatella Berto in Treviso, Via T. Salsa n. 82 (tel. 0422421530), in entrambi i casi previo appuntamento telefonico. In alternativa: a mezzo raccomandata a.r., a mezzo PEC all’indirizzo f49.2018treviso@pecfallimenti.it o a mezzo telefax al n. 0422421090. Maggiori informazioni presso il Curatore, Avv. D. Berto, e-mail segreteria@bertoeassociati.it
BENI COMMERCIALI
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REGIONE
VENERDÌ 19 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Il braccio di ferro con Roma Inoltre, «non si può derogare» dalle norme che attribuiscono allo Stato la competenza esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato. SIAMO IN ALTO MARE
Il ministro Giovanni Tria e il ministro Riccardo Fraccaro. In alto Roger De Menech (Pd) e il ministro delle Regioni Erika Stefani
Tria: «Il fisco sull’autonomia non rispetta la Costituzione» Il ministro dell’Economia: le intese delle tre regioni possono andare avanti Ma sulle tasse lo Stato esercita la competenza esclusiva con l’articolo 117 Albino Salmaso PADOVA. Autonomia delle Re-
gioni: le tre intese di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna possono «andare avanti se c’è la volontà politica, ma alcune delle richieste non sono compatibili con i vincoli della Costituzione. Infatti l’articolo 117, secondo comma lettera E, attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia fiscale, tributaria e contabile». Sono le 8,57 del mattino quando Giovanni Tria mette fine a tutti i sogni e le illusioni del federalismo e “dimentica” di aver mai firmato quell’accordo che consente alle Regioni di trattenere parte del gettito Irpef e Iva, appena saranno calcolati i fabbisogni e i costi standard. Nella bozza consegnata al premier Conte si parla di “commissione paritetica” sul modello di Trento e Bolzano. Il ministro dell’Economia, dopo aver materializzato l’incubo dell’aumento dell’Iva al
25% e rovinato la Pasqua a Salvini e Di Maio, tira il freno anche sull’autonomia e spiega che le risorse da trasferire alle Regioni saranno stabilite con “dpcm dei singoli ministeri, con legge delega”. Insomma, un iter parlamentare completamente diverso da quello previsto dal ministro Erika Stefani e dal governatore Luca Zaia, che però non perde il buon umore. Due ore dopo arriva la replica da Palazzo Balbi: «Tria fa il ministro dell’Economia e come tale ha fatto una relazione sulla quale resto assolutamente positivo. Egli, con molta coerenza, chiude la sua approfondita relazione dicendo che la procedura dell’autonomia è avviata e che si può e si deve andare avanti». OTTIMISMO A VENEZIA
Il bicchiere è sempre mezzo pieno per Zaia, anche se dalla Commissione per il federalismo fiscale arrivano segnali di assoluta prudenza e nessun parlamentare della Lega scen-
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de in campo per difendere il Veneto e la Lombardia. Giovanni Tria parla venti minuti e mette ordine al titolo V della Costituzione e alla legge 422009 di Calderoli che fissa nel 2021 il passaggio ai costi standard per i comuni e le province. I ministri Bassanini e Amato hanno introdotto le addizionali Irpef, un tesoro che vale 25 miliardi con l’Imu sulla seconda casa. Il banco di prova è sempre la sanità, torta da 113 miliardi l’anno, finanziata con la compartecipazione Iva e il fondo perequativo nazionale per coprire i deficit del Sud. È questa la strada da seguire, spiega il ministro, che poi gela l’entusiasmo: «Sugli effetti finanziari delle intese con l’articolo 116 della Costituzione, in alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali perché riguardano materie diverse da quelle elencate nella Carta: vista la tassatività del disposto, non possono essere oggetto di attribuzione».
62.500,00. Lotto 3, Via D’Annunzio n. 24 int. 5, appartamento con garage. Occupato sino al 31.05.2019. Prezzo base Euro 52.000,00. Lotto 4, Via D’Annunzio n. 24 int. 6, appartamento con garage. Locato sino al 31.10.2021. Prezzo base Euro 54.000,00. Lotto 5, Via D’Annunzio n. 24, negozio. Libero. Prezzo base Euro 15.500,00. Vendita tramite procedura competitiva il giorno 13/05/2019 alle ore 12:00 presso lo Studio del Notaio Ada Stiz in Treviso, Viale Trento e Trieste n. 10. Offerte entro le ore 18:00 del 10/05/2019 a mani presso lo Studio del Notaio Stiz (tel. 0422411231), ovvero presso lo Studio del Curatore Avv. Donatella Berto in Treviso, Via T. Salsa n. 82 (tel. 0422421530), in entrambi i casi previo appuntamento telefonico. In alternativa: a mezzo raccomandata a.r., a mezzo PEC all’indirizzo f274.2014treviso@pecfallimenti.it o a mezzo telefax al n. 0422421090. Maggiori informazioni presso il Curatore, Avv. D. Berto, e-mail segreteria@bertoeassociati.it FALL. N. 49/2018 SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO (TV) – Via dei Gemelli – Lotto unico, quota di 3/9 del diritto di proprietà di un appartamento. L’unità immobiliare ha diritto alla quota proporzionale delle parti comuni all’intero stabile ai sensi e per gli effetti dell’art. 1117 del Codice Civile e della pertinente area a verde inedificabile a perpetua destinazione a parcheggio autoveicoli. Prezzo base Euro 45.000,00. Si precisa che è già stata presentata al cura-
Giovanni Tria parla con un linguaggio giuridico molto affine alle analisi del Quirinale, ma nella replica fa capire che si fa un passo avanti solo con una “chiara volontà politica” e rimanda la palla a Di Maio e Salvini. Ieri il premier Conte ha ribadito da Reggio Calabria che si farà garante « della coesione sociale perché il progetto di autonomia non vada a creare un nocumento alle Regioni del Sud». Per la capogruppo al Senato di FI, Annamaria Bernini, il ministro ha «fatto crollare un altro pilastro del programma di governo: l’autonomia differenziata». Sarcastico il commento di Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia: «Volevo stappare lo champagne per brindare al federalismo, ma dopo l’audizione di Tria ho capito che ci vorranno anni». Arrabbiato invece Roger De Menech, del Pd: «Dopo vent’anni di propaganda leghista sui 9 decimi di tasse che Zaia si vuole trattenere, ora il ministro delle Finanze ha confermato che si brancola nel buio. Contrariamente a quanto ci saremmo aspettati dopo le dichiarazioni della Lega, abbiamo scoperto che non vi sono certezze né sulla procedura né sui contenuti economici».
Zaia resta ottimista «Ha concluso la sua relazione con un segnale importante Nessun conflitto con lo Stato centrale»
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“Ora-rispetto per tutti gli animali” e “Parlamentare indipendente”. Sono queste le tre liste escluse dalla circoscrizione nord-orientale (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto-Adige ed Emilia Romagna) delle elezioni europee del 26 maggio. Gli uffici della corte d’appello di Venezia hanno riscontrato irregolarità nel deposito di simbolo e candidati. Dopo la segnalazione, le liste avranno 24 ore per presentare ricorso. A quel punto, la commissione territoriale fornirà le controdeduzioni alla Cassazione che, nel giro di altre 48 ore, dovrà decidere se ammettere o meno gli esclusi. Tra le altre liste sotto osservazione per dubbi sulla regolarità di singoli candidati, anche il partito dei Pirati e Casapound. I n attesa del verdetto definitivo, previsto dopo le vacanze pasquali, si riduce a 17 il numero delle liste pronte a spartirsi i quindici seggi in palio nel Nord Est (per un totale di 254 candidati). Sono 76, invece, i futuri membri del Parlamento Europeo che dovranno essere espressi dal voto italiano. A differenza della precedente tornata elettorale, il numero è aumentato di tre unità per effetto della redistribuzione di seggi dovuta alla Brexit. Undici le liste che, nel primo giorno utile di martedì, hanno depositato simboli e candidati per la circoscrizione Nord Est. Tra queste Pd, Lega, +Europa – Italia in Comune. Mercoledì, invece, se ne sono aggiunte altre nove. È il caso di Forza Italia, M5S e Fratelli d’Italia. Alla corte d’appello di Venezia, uno dei cinque uffici circoscrizionali d’Italia, spetterà ora l’importante compito di verificare la regolarità di tutte le candidature. — Eugenio Pendolini
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Nordest
SCHEDE OSPEDALIERE: UIL IN COMMISSIONE «Diminuiscono i letti nel pubblico dice il segretario Mario Ragno e l’area riabilitativa viene dirottata verso le strutture private».
Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Ascopiave, maxi-bonus di 1,5 milioni `L’indennità scatterà se per l’operazione l’incasso supererà Al presidente Cecconato e a tre manager del gruppo verrà assegnato un super premio per la cessione del “ramo” vendite i 500 milioni. Altrimenti si ridurrà in misura proporzionale `
«Pfas in altre regioni, serve una norma nazionale»
IL CASO TREVISO Un bonus da quasi un milione e mezzo di euro come compenso extra, oltre ai normali emolumenti, legato alla cessione del ramo “vendite” di Ascopiave, un partita da 500 milioni di euro. È questo il premio che il consiglio d’amministrazione della società di Pieve di Soligo ha fissato per il suo presidente e amministratore delegato, Nicola Cecconato, e il “transaction team” formato da quattro manager (Cecconato compreso) incaricato di portare a termine la delicatissima trattativa. Cecconato, leghista storico, è stato chiamato alla guida di Ascopiave dopo la turbolenta conclusione della gestione di Fulvio Zugno, assessore al bilancio del comune di Treviso, chiamato a sua volta al capezzale di una società bisognosa di rilancio. Cecconato, manager, commercialista con un curriculum corposo e saldamente in quota Lega per cui ha ricoperto incarichi a vario livello, è stato individuato come l’uomo giusto per dare una svolta. Si tratta quindi di un tecnico, esperto del settore, ma indicato comunque dalla politica. La cessione del ramo vendite di Ascopiave, che comprende realtà molto solide come Ascotrade, rappresenta un punto di svolta strategico di grande importanza per il gruppo: il cambio di rotta della società che esce da un settore dove la concorrenza è troppo agguerrita - le vendite - per dedicarsi solo alla gestione delle reti del gas. Un tappa talmente importante, un traguardo così atteso, da richiede-
LA SUPER-GRATIFICA È STATA DELIBERATA DAL CDA: IL NUMERO UNO NON HA PERÒ PARTECIPATO ALLA VOTAZIONE
L’INQUINAMENTO
LA GRATIFICA MILIONARIA Il presidente Nicola Cecconato e la sede della società
re un’adeguata remunerazione. E così il consiglio d’amministrazione ha deciso di fissare un super-premio in caso di pieno successo: un milione e mezzo da dividere in quattro, ma con la percentuale maggiore ovviamente destinata al presidente che dovrà mettere la firma su tutte le carte. Il cda ha quindi votato la delibera - votazione cui Cecconato non ha partecipato - che dà il via libera a questo ricco bonus, il tutto corredato dal parere positivo del Comitato per la Remunerazione e del Comitato Controllo e Rischi. La procedura non è anomala in società di questo tipo. Ma il premio fissato è comunque consistente.
ATTENZIONE La cessione del settore vendite di Ascopiave è in questo momento la più importante partita che si sta giocando nel settore energia in Italia: si parla di un pacchetto di 700mila clienti tra gas ed elettricità e una valore delle aziende messe sul mercato che oscilla attorno ai 500
milioni di euro. Il 15 aprile si è chiusa la fase dedicata alla presentazione delle manifestazioni d’interesse da parte di eventuali acquirenti. Alla porta di Pieve di Soligo hanno bussato tutti i principali attori del mercato dell’energia in Italia da A2A, Edison, Hera, Eni, Italgas, alla francese Engie, per non parlare di Aim Vicenza e Agsm Verona, il tandem Alperia-Dolomia e non è da escludere che in extremis possano arrivare altre offerte da gruppi stranieri come E.On o Iberdrola. Cecconato e i suoi manager, appoggiati da consulenti del calibro di Rothschild e BonelliErede, si sono dati qualche mese di tem-
po per esaminare tutte le offerte arrivate. L’attenzione è massima così come la tensione. E la notizia del “super premio” contribuisce ad alzare ancora di più l’asticella.
LA SPIEGAZIONE Fonti legali vicine ad Ascopiave però spiegano che questo «meccanismo premiale» è «una prassi consolidata di mercato seguita da tutte le aziende quotate in Borsa». Ma non solo: il milione e mezzo di euro fissato verrà dato solo se la rendita sarà di altissimo livello, quindi superiore ai 500 milioni di euro, risultato non semplice da ottenere. «Se Cecconato ce-
de il ramo d’azienda al massimo, non solo gli do personalmente il premio ma lo abbraccio anche», ironizza un consigliere. Se invece il prezzo di vendita sarà inferiore, anche il “bonus” calerà in proporzione. E c’è anche un risvolto della medaglia: «Nel caso in cui l’operazione non si completasse - spiegano dalla società - o si completasse ma non venissero raggiunti parametri sufficienti di valore per Ascopiave e per i suoi azionisti, non verrà erogato alcun premio». Insomma: i bonus bisogna meritarseli. Paolo Calia © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Le anomalie da Pfas ci sono anche nelle regioni vicine, è necessario regolamentare la presenza di queste sostanze a livello nazionale. A lanciare l’allarme, dopo le anomale quantità di C6O4 - sostanze della famiglia dei Pfas - nel Po riscontrate dalla Regione Veneto, è il Commissario delegato per gli interventi di Protezione Civile Nicola Dell’Acqua. «La presenza di sostanze perfluoro-alchiliche in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna è attestata dallo studio di valutazione del rischio ambientale per contaminazione da Pfas nei bacini del Po e dei principali fiumi italiani realizzata nel 2013 dall’Istituto di Ricerca sulle Acque del Cnr precisa - esso evidenzia crescenti concentrazioni di tali sostanze nelle acque del Po sin dal 2006». Aggiunge inoltre che «la Regione non intende creare allarmismi, ma sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale sulla presenza di una sostanza che non è ancora regolamentata, ma che deve esserlo». I rilievi dell’Arpav dimostrano che ogni giorno scorrono nelle acque del Po quattro chilogrammi di C6O4, sostanza inquinante della quale ancora non si conoscono gli effetti sulla salute umana e sull’ambiente. Intanto, sempre in tema Pfas, l’avvocatura della Regione Veneto fa querela nei confronti di un uomo di Montecchio Maggiore, per le dichiarazioni ritenute diffamatorie rese nel corso della trasmissione radiofonica “Centocittà” di Radio Uno Rai del 17 aprile contro l’assessore Giampaolo Bottacin. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Acqua San Benedetto prima in Italia per reputazione LO STUDIO VENEZIA Acqua Minerale San Benedetto è l’azienda con la più alta reputazione nel settore delle bevande analcoliche - con la sola esclusione del caffè - secondo il “Reputation Study 2019”, che le ha attribuito uno score di 72,5 punti. Un punteggio molto alto che tra l’altro non è una novità per l’azienda leader dell’acqua e delle bevande non alcoliche che ha iniziato il suo percorso, che l’ha portata al grande successo, negli anni Cinquanta dallo stabilimento storico di Scorzé, in provincia di Venezia. Un percorso di crescita che si traduce attualmente in sei stabilimenti in Italia, oltre a quello di Scorzè si
sono infatti negli anni aggiunti quelli di Popoli, Donato, Nepi, Viggianello e Atella, a cui si sommano quelli all’estero: due stabilimenti in Spagna, uno in Polonia e infine uno in Ungheria. Quello appena incassato, quindi, non è il primo riconoscimento raggiunto, è infatti il quarto consecutivo per il Gruppo alimentare di Scorzè che ha
ENRICO ZOPPAS: «SIAMO MOLTO FIERI RICEVIAMO QUESTO RICONOSCIMENTO PER IL QUARTO ANNO CONSECUTIVO»
consolidato la sua leadership posizionandosi nella fascia “reputazionale forte”, proprio per la qualità dei propri prodotti.
LA SODDISFAZIONE «Essere l’azienda con la più alta reputazione in Italia nel beverage analcolico ci rende particolarmente fieri, soprattutto perché lo siamo da quattro anni consecutivi», afferma il presidente e amministratore delegato della San Benedetto Enrico Zoppas. «La dimensione temporale aggiunge l’imprenditore - è il segnale che tutto ciò che facciamo non è casuale, ma frutto di una programmazione precisa e puntuale che ci porta ad ottenere questi prestigiosi risultati che ci rendono particolarmen-
te soddisfatti». Il Reputation Study, ricordiamo, è la classifica stilata dal Reputation Institute, società di misurazione e gestione della reputazione aziendale, ideatrice del modello ‘RepTrak’ attraverso il quale viene realizzato il ‘Global RepTrak100’, cioè il più importante studio annuale sulle cento aziende del mondo che si trovano ai vertici per reputazione. La prestigiosa classifica viene compilata sulla base della percezione che hanno la popolazione, i dipendenti, i media e la comunità finanziaria su prodotti, servizi, innovazione, ambiente di lavoro, governance, responsabilità sociale e ambientale, leadership e performance. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’IMPRENDITORE Enrico Zoppas della San Benedetto di Scorzè
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Adria Pettorazza Villadose
Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Bernardinello punta a restare in Comune 10 anni PETTORAZZA
CUORE E SOLIDARIETÀ Guido Migliori, Milvia Bertaglia, Stefano D’Andrea e Lidia Bertaglia in mezzo ai loro amici africani
Bottrighe “sorride” all’Africa Quattro componenti di “Un sorriso `Hanno portato vestiario, alimentari, per la vita” in missione in Kenia materiale per le scuole e gli orfanotrofi `
ADRIA L’Africa chiama e Bottrighe risponde. Nuova missione umanitaria in Kenia a Malindi e Marereni, per alcuni componenti dell’associazione “Un Sorriso per la vita”. Guido Migliori, Milvia Bertaglia, Stefano D’Andrea e Lidia Bertaglia sono rientrati da poco nel paese della sinistra Po dopo l’ennesimo impegno umanitario nella loro tanto amata terra africana, unendo un piccolo momento di vacanza a un grande impegno di volontariato. I quattro erano partiti dall’Italia con le valigie piene di aiuti e di generi di prima necessità. Una volta giunti sul posto, hanno visitato, come di consuetudine, gli orfanotrofi Lea Mwana di “Mama Agnese”, Hope Children’s home di “Mama Maria”, Asante Sana Childrens home di “Mama Piera” donando il vestiario portato da casa e molti generi alimentari come riso, farina, zucchero, fagioli e medicinali acquistati direttamente in Kenia. Il gruppo ha inoltre visitato una nuova scuola, costruita da poco alle porte di Malindi, che si chiama “Harmony Junior Academy”.
Qui hanno assistito a alcune lezioni impartite ai bambini delle scuola elementare, intrattenendosi e scherzando con loro, interrogandoli e facendoli divertire. Hanno inoltre donato alla scuola quaderni, penne, matite, gomme, gessi per la lavagna e altro materiale scolastico. Hanno fatto visita anche alla “loro” scuola-orfanotrofio, che ospita 150 bambini, consegnata alla comunità di Marereni ma sostenuta grazie al contributo che riescono a mettere insieme con gli altri volontari. «Anche qui abbiamo consegnato quaderni e materiale didattico ma anche farina e riso» ha precisato Migliori.
Poi con l’aiuto di un conoscente del posto, viaggiando in moto con gli zaini in spalla, si sono avventurati in villaggi sperduti per donare alle popolazioni farina, riso e vestiario. «Ormai alcuni ci conoscono - ha aggiunto Migliori - e quando ci vedono ci accolgono con gioia. Cantano e ballano attorno a noi come per ringraziare la Provvidenza che ci ha mandati da loro. Ci ringraziano in modo molto caloroso per essere andati a trovarli portando doni. E quando partiamo ci chiedono notizie sul nostro nuovo ritorno in Kenia».«Non è solo il gesto umanitario che ci riempie il cuore - fa eco Bertaglia - ma è ciò che noi
riceviamo da loro. Ci donano una carica unica e molto solida. Ci ringraziano e ci spronano in quello che facciamo». I quattro bottrighesi sono ormai contagiati dal “mal d’Africa”. In tre, Bertaglia, D’Andrea e Migliori, festeggeranno a ottobre i 12 anni in terra africana. Erano partiti la prima volta il 26 ottobre 2007. Quello che all’inizio era un semplice viaggio turistico come tanti si è poi trasformato in una missione. «Non riusciamo più a staccarci dal fascino di questa terra hanno concluso -. Ogni volta che partiamo si ripresenta la stessa frenesia e la stessa ansia come se fosse la prima volta». Guido Fraccon
Papozze
In mostra a Panarella le opere di Volpato e Carrai (M.Ten.) Resterà aperta per tutto il periodo pasquale la mostra di Ramona Volpato e Asia Carrai, due artiste di Campagna Lupia che espongono le proprie opere al circolo Noi di Panarella. Artefice dell’esposizione, l’ex assessore Michele Crepaldi. La mostra è stata inaugurata dal sindaco Pierluigi Mosca, a presenti le due artiste, col parroco don Massimo
Barison, il maresciallo Brocadello e il segretario del circolo Antonio Felisati. Il sindaco al taglio del nastro ha espresso soddisfazione «Nel constatare che Panarella, pur essendo una piccola comunità possiede un forte senso di appartenenza e orgogliosamente preserva la propria identità con iniziative di livello». Le due pittrici si sono dette disponibili ad
accompagnare per tutto il periodo della mostra i visitatori che vogliano approfondire le opere esposte. Tra gli spunti critici richiamati da Lidia Mazzetto: “Ogni quadro è un momento intuitivo, interpretato tramite analogie cromatiche collegate alle sensazioni. La visione di Asia e Ramona è accomunata dalla sensibilità reciproca».
Squadra che vince non si cambia. Gianluca Bernardinello, sindaco di Pettorazza Grimani, rilancia la sua sfida e si rimette in gioco in vista del rinnovo del consiglio comunale del paese della destra Adige. Classe 1972, di professione impiegato, Bernardinello è anche dirigente del Gs Pettorazza, squadra di calcio neo promossa in Prima Categoria. Una passione per il calcio che è nel dna della famiglia dal momento che il fratello Bruno è un noto allenatore del settore giovanile. «Avrò al mio fianco - spiega Bernardinello - una squadra giovane composta da cinque uomini e da cinque donne. Ci saranno alcuni inevitabili ricambi ma l’ossatura rimarrà quella”. La lista? “E’ già pronta, la presenteremo a giorni. Mi ricandido perché ritengo che cinque anni non bastino per portare a compimento un mandato. Nei primi anni si raccoglie e nella seconda esperienza amministrativa si porta a compimento quanto promesso e raccolto, in questi anni siano riusciti ad ottenere finanziamenti importanti per rivisitare gli edifici pubblici della nostra comunità. Penso alla toponomastica, alla viabilità, ai lavori sulla sede municipale partiti in questi giorni al termine dei quali si darà il la a quelli che riguarderanno le scuole,. Non dimentichiamoci poi la palestra, il cimitero, l’asfaltatura delle strade e tanto altro ancora. Ho inoltre accettato di rimettermi in gioco perché sono sostenuto da un gruppo affiatato e dalla stima e fiducia dei cittadini che mi hanno sempre dato in questi anni». Al fianco di Bernardinello, in caso di una riconferma data
da alcuni per scontata, si prospetta la ricoferma a vicesindaco di Andrea Grassetto in quota al centrodestra. Stessa sorte per il nome della lista che sarà sempre “Con te per Pettorazza. «Nome e simbolo rimarranno sempre quelli, nel segno della continuità» ha detto Bernardinello. Scioglierà invece la riserva solo a Pasqua l’altra lista civica che dovrebbe sfidare Bernardinello. «Dobbiamo ritrovarci nelle prossime ore - commenta l’ex candidato sindaco Pino Mazzetto, figura storica della sinistra in paese -, ma posso dire solo che, se l’operazione andasse in porto, il candidato sarà una donna». G.Fra.
«CINQUE ANNI NON BASTANO A COMPLETARE QUANTO FATTO. CON ME TANTI GIOVANI E DONNE»
AMMINISTRATIVE Il sindaco Gianluca Bernardinello
Il gruppo Danze Antiche alla festa dei natali di Roma
Pfas e legionella, le Rsu chiedono chiarimenti `Vogliamo essere
informati sul reale livello di rischio» ADRIA Legionella e Pfas tengono alta la preoccupazione in casa di riposo e sul territorio. In una missiva inviata al direttore del Centro servizi anziani Mauro Badiale, e per conoscenza alla presidente Sandra Passadore, al sindaco Omar Barbierato ed all’assessore con delega ai rapporti con il Csa, le Rsu dell’ente di riviera Sant’Andrea si dicono preoccupate a seguito delle notizia apprese dalla stampa del rilevamento del batterio della legio-
nella in alcuni bagni della struttura. «Alla data odierna - spiegano - nessuna comunicazione o chiarimento in merito è pervenuto ad ospiti e lavoratori da parte della direzione dell’ente. Quali rappresentanti sindacali riteniamo sia opportuno , oltre che doveroso, essere informati sull’entità del rischio al quale siamo sottoposti, sulle misure e sulle tempistiche previste per la messa in atto da parte della direzione di tutti gli accorgimenti necessari allo scopo di debellare il batterio, delle procedure e dei protocolli di messa in sicurezza degli impianti». Coscienti che nei casi in cui il batterio proliferi e si porti a concentrazioni elevate in sistemi idrico sanitari che non siano adeguatamente progettati, rea-
lizzati e mantenuti, esiste il grave rischio dell’insorgere di gravi patologie alle vie respiratorie, le Rsu cosi proseguono: «Patologie - concludono - che potrebbero insorgere specialmente durante le operazioni di pulizia ed igiene personale degli ospiti. Per le motivazioni sopra citate, nella garanzia e tutela degli ospiti e dei lavoratori che rappresentiamo, siamo a sollecitare la direzione affinchè vengano
«FINORA NON È STATA DATA ALCUNA INFORMAZIONE. SOLLECITIAMO I VERTICI A DIVULGARE QUANTO È EMERSO»
diffuse le dovute informazioni sullo stato delle misurazioni effettuate e sulle misure di sicurezza adottate nel rispetto della normativa specifica in materia». Sul caso Pfas interviene invece Barbierato: «Come amministrazione comunale - commenta - abbiamo chiesto ad Ulss 5 notizie ufficiali. Abbiamo chiesto inoltre quali misure dobbiamo eventualmente adottare come sindaci e se sia indispensabile un’indagine epidemiologica sul territorio. Abbiamo chiesto ad Arpav se si conoscono infine le cause della presenza nel Po di queste molecole. Chiediamo di avere informazioni precise e di conoscere tutte le azioni intraprese che gli enti competenti hanno messo in campo». G.Fra.
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VILLADOSE Partirà per Roma a Pasqua il gruppo Danza Antica per partecipare il lunedì dell’Angelo al grande corteo storico che festeggerà la fondazione della città. Sono circa cinquanta le associazioni che parteciperanno, con probabili 1.300 figuranti: soldati, gladiatori, civili e danzatrici. Intere legioni provenienti, oltre che dall’Italia, dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna e dalla Bulgaria. Il corteo è uno spettacolo stupendo, che vale la pena vedere: partirà dal Circo Massimo e attraverserà i Fori imperiali, passando vicino all’Altare della Patria e al Colosseo, tra ali di folla. Le danzatrici del gruppo si muoveranno al ritmo dei loro cembali. Questo appuntamento
sta diventando ogni anno sempre più coinvolgente. La celebrazione inizierà con l’accensione del fuoco sacro da parte delle vestali, mentre i vessilli dei gruppi partecipanti saranno innalzati da un membro di ogni associazione. Emozionante è la chiamata di ogni associazione con il suo nome dal presidente Sergio Iacomoni anche in considerazione che i gruppi non ricevono rimborsi e partecipano a spese proprie. Nel pomeriggio le ragazze di Villadose si esibiranno al Circo Massimo in alcune coreografie di danza romana. “Questa sarà la prima uscita importante dell’anno - – ha spiegato la fondatrice e coordinatrice Silvia Bellinello -. Poi ci saranno altri eventi soprattutto internazionali». M.Poz.
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Primo Piano
Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Le tensioni sulla sanità
Ospedali, sui tagli è guerra di numeri tra sindaci e Ulss 3 Nel giorno del corteo dei primi cittadini `Secondo gli amministratori c’è la perdita tra Riviera e Miranese esplode la polemica di 153 posti letto, per l’azienda sono 50 `
SCONTRO SUI DATI DOLO Nel giorno del simbolico tour dei 17 sindaci di Riviera del Brenta e Miranese negli ospedali del territorio per protestare contro i tagli, scoppia la polemica sui numeri previsti dalle nuove schede regionali. Stando ai primi cittadini infatti tra Mirano e Dolo la perdita sarebbe di 153 posti letto, secondo l’Ulss 3 invece ce ne sarebbero in meno solo 50. Una differenza di vedute non certo trascurabile e che si spiega con il fatto che da un lato si prende come riferimento quanto previsto nelle schede 2016, quelle ancora mai attuate, dall’altro si considera invece quello che realmente c’è. Il dato finale però, forse quello più rilevante, è che in tutto tra i due
ospedali i posti letto scenderebbero a 491, - 278 a Dolo e - 213 a Mirano. Una diminuzione che i sindaci non sono disposti ad accettare. «Chiediamo alla Regione quell’imparzialità che per troppo tempo è mancata»: Silvano Checchin, sindaco di Spinea e presidente del comitato dei sindaci del distretto Mirano-Dolo è portavoce delle istanze dei 17 primi cittadini che ieri hanno manifestato, con tanto di volan-
POLO: «ELIMINARE 104 POSTI A DOLO EQUIVALE A UN AVVISO DI SFRATTO» CHECCHIN: «UN ATTO D’INGIUSTIZIA CHE NON SI PUO’ ACCETTARE»
tinaggio, partenza dal pronto soccorso di Dolo, tappa intermedia a Mirano e arrivo a Noale, per difendere i servizi ospedalieri locali appellandosi direttamente al governatore del Veneto, Luca Zaia.
MESSAGGIO UNITARIO Quello che emerge è un messaggio unitario, di preoccupazione ma anche di fermezza. Non hanno alcuna intenzione di arrendersi: «Sappiamo che i cittadini sono tutti dalla nostra parte» ha sottolineato infatti il sindaco di Noale, Patrizia Andreotti. «Eliminare 104 posti letto a Dolo equivale a ricevere un avviso di sfratto», ha aggiunto il sindaco di Dolo, Alberto Polo. «In nostri cittadini pagano le tasse come tutti gli altri, – ha commentato invece Marco Do-
ri, primo cittadino di Mira – allora ci deve essere uguaglianza anche nei servizi». Il presidente Checchin rivendica maggiore attenzione per il territorio: «Sappiamo che all’ex Ulss 10 daranno addirittura 20 posti letto nuovi, per Cittadella-Camposampiero ne tolgono solo 20, mentre nella zona di Verona ne vengono aggiunti più di 49 – prosegue il presidente del comitato dei
I SINDACI DELL’AREA SULLE BARRICATE: «NON HA ALCUN SENSO ACCENTRARE TUTTO A MESTRE, GLI UTENTI SONO CON NOI»
VOLANTINAGGIO I sindaci Dori e Checchin davanti all’ospedale di Dolo
sindaci, Silvano Checchin - Su 169 posti letto ridotti all’Ulss 3 addirittura 153 sono nell’ex Ulss 13. È un atto d’ingiustizia che non possiamo accettare». I sindaci inoltre evidenziano che non ha alcun senso potenziare e accentrare a Mestre, già in sofferenza per quanto riguarda gli spazi, anche servizi e reparti gestibili negli ospedali Spoke, Dolo e Mirano. Parliamo di strutture che assistono una popolazione di 270mila persone e che già oggi registrano il più basso rapporto tra numero di posti letto e abitanti.
IN CAMPO I primi cittadini di Riviera e Miranese schierati. A dx mentre dialogano
IL CANTIERE Saranno nove le ditte in lizza a contendersi la costruzione del nuovo Pronto Soccorso di Dolo, un cantiere da 3 milioni e mezzo di euro, atteso da molto tempo dal territorio, e che si riapre dopo che lo scorso giugno l’azienda che si era inizialmente aggiudicata i lavori, si trattava della Vardanega Costruzioni di Possagno, era stata messa in liquidazione. Motivo per cui i lavori erano proseguiti secondo la tabella di marcia soltanto fino allo scorso maggio. Per procedere con l’aggiudicazione effettiva alla nuova ditta ci vorrà a questo punto almeno un mese di tempo, e da quel momento in poi l’Ulss 3 si augura che la realizzazione dell’opera possa procedere speditamente, e soprattutto senza altri intoppi. Scaduto martedì il nuovo bando, è immediatamente partita la valutazione delle offerte ricevute: aperte le buste di ciascuna impresa, dovrà innanzi-
Pronto soccorso di Dolo, sono nove le ditte in lizza per chiudere i lavori
MARTEDÍ È SCADUTO IL BANDO ED È GIÀ PARTITA LA VALUTAZIONE DELLE OFFERTE. CI VORRÀ UN MESE
pletato il collaudo statico delle fondazioni, e tutto è pronto per la ripartenza. La nuova struttura sarà in gran parte costruita ex novo con una metratura in ampliamento pari a circa 1830 metri quadrati, oltre la ristrutturazione di circa 180 metri quadrati dell’esistente. Sorgerà nell’area dove, dieci anni fa, era collocato il vecchio Pronto Soccorso, poi spostato dove si trova attualmente, ad est del monoblocco ospedaliero. «Un progetto che ha tenuto conto della umanizzazione dei luoghi di assistenza e cura – si legge in una nota dell’Ulss 3 Corridoi con ampie vetrate, luce naturale per ogni ambiente
Da ciò la richiesta alla Regione di attivare le vecchie schede del 2016, anziché approvarne di nuove. Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, parla anche in qualità di presidente dell’Anci Veneto: «Siamo preoccupati per la soppressione delle lungodegenze in tutta la regione. – dice – Un altro fattore di cui tener conto infatti è la ricaduta sociale non solo sulle famiglie ma anche sui Comuni, perché quando la degenza si protrae oltre i 30 giorni il costo del ricovero più lungo, per i meno abbienti, sarà a loro carico. Questo significa che i sindaci rischiano di dover sopperire alle conseguenze dei tagli senza aver un trasferimento maggiore di risorse». Sull’argomento Patrizia Andreotti, aggiunge: «Ciò che ci spaventa è se tutti i cittadini potranno trovare una risposta adeguata nelle strutture intermedie, ma è un tema che riguarda tutta la Regione – prosegue il sindaco di Noale – Per quanto riguarda Noale dovrebbero essere previsti 10 posti letto in hospice, 20 nell’ospedale di comunità e altri 24 nell’unità riabilitativa territoriale. Il problema però è se saranno davvero attivati. Nel frattempo - conclude - ho già incontrato il direttore generale dell’Ulss 3, Giuseppe Dal Ben, perché il servizio ad alta specialità di Medicina dello Sport deve assolutamente restare». Elena Callegaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
La scheda Interventi per 3 milioni e mezzo
tutto essere verificata l’idoneità dei concorrenti rispetto ai requisiti previsti. Soltanto in seguito una commissione tecnica avrà il compito di valutare le proposte per quanto riguarda il rapporto qualità-prezzo. Nel frattempo è stato com-
DUBBI SULLE LUNGODEGENZE
NUOVA STRUTTURA Il rendering del futuro pronto soccorso dell’ospedale di Dolo: per l’Ulss “prova” degli investimenti
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e ampie prospettive su giardini interni, stanze molto accoglienti con arredi moderni e dotate di tecnologie all’avanguardia». Prevista la realizzazione di un’ampia sala d’attesa con postazione per l’assistente di sala. «La parte operativa del nuovo Pronto Soccorso comprenderà aree per il codice rosso con postazioni operative implementabili, – spiega ancora l’Ulss 3 – ma anche per il codice giallo, più tre ambulatori di codice verde, di cui uno dedicato alla traumatologia». Dalla sala di attesa sarà possibile raggiungere gli ambulatori per i codici bianchi le cui dotazioni permetteranno anche il servizio di Guardia Medica, e l’ambulatorio pediatrico. I lavori per il nuovo Pronto Soccorso dell’ospedale di Dolo sono stati finanziati con un mutuo, approvato dalla Regione. In futuro è inoltre già in programma la sopraelevazione di tre ulteriori piani che saranno destinati ad ospitare i reparti di lungodegenza e di terapia intensiva. E.Cal.
XIII
Mestre Mogliano
Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Cerca di entrare nell’auto e gli punta un coltello alla gola `Aggressore bloccato
dalla polizia, in manette un 37enne bengalese RAPINA MESTRE Si è avvicinato al fine-
strino dell’auto con un coltello: «Dammi tutti i soldi che hai». A un 37enne bengalese, però, la rapina è andata decisamente male: la sua vittima ha chiamato subito il 113 e le volanti, intervenute sul posto in via Monte San Michele, l’hanno bloccato e arrestato.
Vittima dell’aggressione un residente che intorno alle 7.45 di mercoledì mattina era salito sull’auto per andare al lavoro. È a quel punto che il 37enne straniero, senza fissa dimora, conosciuto dalle forze dell’ordine (e dai cittadini della zona) per essere uno sbandato, si è piazzato davanti al finestrino. Il bengalese avrebbe provato a entrare nell’auto, puntando alla gola dell’uomo un coltello. Il cittadino però è stato più rapido: ha chiuso immediatamente il finestrino e ha chiamato il 113. Una pattuglia che si trovava in zona è arrivata in pochi secondi riu-
scendo così a bloccare il rapinatore. Colto sul fatto e identificato, il 37enne è stato trovato in possesso di un coltello con una lama di 14 centimetri e qualche grammo di hashish. Accompagnato in questura (dove peraltro è risultato essere non in regola con i documenti per il permesso di soggiorno) è stato portato in carcere per il reato di rapina aggravata e denunciato per porto di oggetti atti a offendere e inadempienza all’ordine di espulsione firmato dal questore. Ieri, in tribunale, il gip ha convalidato l’arresto. Poi, processato per direttissima, l’uo-
mo è stato condannato a una pena di un anno (sospesa, quindi il 37enne è stato rimesso in libertà). L’uomo, appunto, è un personaggio conosciuto alle forze di polizia perché in passato era già stato scoperto diverse volte a creare qualche problema di ordine pubblico. La sua posizione, in relazione anche all’ordine di espulsione mai osservato, verrà vagliata ora anche alla luce di questo ennesimo episodio per capire se vi siano gli estremi per un rimpatrio coatto. L’angolo tra via Monte San Michele e via Trento è stata a lungo il centro del-
lo spaccio della mala nigeriana, centrale di smistamento al dettaglio della tanto temuta eroina gialla. La zona, dopo la famosa retata del 10 luglio, che aveva portato a 41 ordinanze di custodia cautelare (l’ultima eseguita in Germania pochi giorni fa a carico del boss, Kenneth Ighodaro), era tornata a una situazione di calma. La polizia e i carabinieri, in questo ultimo periodo, hanno intensificato i controlli nella zona per evitare il ritorno di nuove forme di criminalità diffusa. D.Tam. VIA TRENTO Polizia sul posto
«Anagrafe a pezzi, scioperiamo» Dipendenti sul piede di guerra per carenze di organico, `Da maggio astensioni dal lavoro a ore su più giorni straordinari non retribuiti e mansioni non previste» I sindacati: «Nessuna risposta dall’amministrazione» `
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Raid dei ladri alla Newgips Rubata la cassaforte MOGLIANO
COMUNE MESTRE Sarà sciopero. «Carenza
di personale, troppe responsabilità e ore di straordinario, a fronte di poca sicurezza per un servizio ai cittadini sempre più difficile da gestire». Sono le ragioni dei lavoratori del Comune di Venezia che ieri si sono riuniti in assemblea e ora si dicono pronti a incrociare le braccia. Le sigle sindacali Fp Cgil, Uil Fpl, Csa Ral, Diccap e Cobas e la Rsu comunale hanno annunciato una fase di scioperi e di blocco dello straordinario per i dipendenti di Anagrafe, Stato civile e degli Urp, gli Uffici relazioni con il pubblico. Le prime date di sciopero saranno a inizio maggio.
«SITUAZIONE DI EMERGENZA»
«L’astensione dal lavoro sarà articolata a ore su più giornate, per dare continuità al percorso di protesta dei lavoratori che da troppo tempo aspettano risposte da questa amministrazione» annunciano Daniele Giordano (Fp Cgil) Mario Ragno (Uil Fpl), Sergio Berti (Csa Ral), Luca Lombardo (Diccap), Enrico Quieto (Cobas) e Gianpiero Bulla (Rsu). La decisione, che era nell’aria da settimane dopo uno stato di agitazione che va avanti ormai da anni, ha preso forma nel corso dell’assemblea di ieri: «I lavoratori - spiegano i sindacalisti hanno evidenziato una situazione di emergenza dovuta soprattutto al fatto che la carenza di personale è diventata insostenibile. Dal 2016 ad oggi il personale è calato più del 20% e le prossime uscite dovute a pensionamenti o a coloro i quali hanno presentato domanda per accedere a “quota 100” non faranno che aggravare la situazione. I servizi del Comune sono al collasso». Il percorso che ha portato allo sciopero è iniziato con una trattativa tra Comune e organizzazioni sindacali su organici, straordinari e sicurezza nel posto di lavoro. «Tra le richieste, infatti - spiegano Rsu e sindacati -, oltre a quella di avviare nuove concorsi per questi settori, anche quella della riduzione del lavoro straordinario che deve eventualmente essere pagato. Non si può, proprio per le carenze di personale, continuare ad andare “a recupero”».
LA MOBILITAZIONE RIGUARDA ANCHE STATO CIVILE E GLI URP «CON I PENSIONAMENTI IN ARRIVO LA SITUAZIONE PEGGIORERÀ ANCORA»
ANAGRAFE I nuovi uffici dell’Anagrafe di Mestre, in via Palazzo, inaugurati nel settembre scorso
PENSIONAMENTI IN ARRIVO
Il timore è che, in assenza di risposte, la situazione peggiori nei prossimi mesi: sarebbero già 7 i pensionamenti previsti da qui a breve. Tante poi le richieste specifiche dei lavoratori, a partire da percorsi formativi per i nuovi servizi e normative, ma anche di una riduzione della responsabilità e di una maggiore sicurezza. «In mancanza di personale con la qualifica più alta spiegano i sindacati -, i lavoratori devono assumersi responsabilità non previste dal loro inquadramento». Altro tema caldo è quello delle sale dei matrimoni, in particolare quelle prestigiose della città storica: «Durante le cerimonie sono i dipendenti dello Stato civile ad assumere la responsabilità». Infine denunciano problemi di sicurezza, per sempre più frequenti casi di tensione per richieste improprie. In alcuni casi, come nell’ufficio Urp di Marghera, “senza nemmeno un vetro che separi lavoratori e utenza”. «Nessuna delle rivendicazioni – concludono - è stata affrontata in modo serio. Gli appena tre lavoratori spostati in questi servizi sono a pochi mesi dal pensionamento. Non restano più alternative alla proclamazione dello sciopero del personale». Melody Fusaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Famiglia sfrattata, il prefetto concede la proroga fino ad agosto FAVARO L’ufficiale giudiziario rinvia lo sfratto e il prefetto le concede un’ulteriore proroga. La famiglia di Favaro Veneto a cui era stata intimato di lasciare entro il 16 aprile l’abitazione di via Val di Fassa, e in favore della quale s’erano mobilitate diverse persone nel tentativo di evitare lo sgombero, può intanto tirare un sospiro di sollievo perché il prefetto le ha concesso di rimanere nell’appartamento dove ora vive fino al primo agosto. Il nucleo familiare formato dal capofamiglia di 69 anni, dalla moglie di 58 e dal figlio ventottenne, vive in una situazione precaria con una sola ed esigua pensione, e da due anni è seguito dagli assistenti sociali e dall’assessorato alle Politiche della residenza. Il primo sfratto era stato fissato per il 13 marzo scorso, ma con un paio di proroghe concesse dall’ufficiale giudiziario si era arrivati dappri-
ma al 16 aprile e, martedì scorso, di altri trenta giorni. Ieri, intanto, grazie all’intervento del prefetto Zappalorto al quale gli assistenti sociali avevano chiesto di intervenire per prorogare ulteriormente i termini, alla famiglia è stato concesso di rimanere nell’appartamento di Favaro fino all’1 agosto. «Questa famiglia ha subito uno sfratto per morosità incolpevole riconosciuta dal giudice – spiega la consigliera comunale della Lega Silvana Tosi – ed è costretta a vivere con una pensione minima che percepisce il capofamiglia». Tosi, che sta seguendo da vicino il caso, ha presentato ieri un’interrogazione al sindaco
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TOSI (LEGA): «BRUGNARO E VENTURINI INTERVENGANO SU QUESTE EMERGENZE ABITATIVE»
Luigi Brugnaro e all’assessore Simone Venturini, chiedendo il loro diretto interessamento su questa vicenda. «Ritengo che le emergenze abitative debbano essere gestite in modo diverso – scrive la consigliera nell’interrogazione - i nostri cittadini hanno il diritto di avere risposte certe, nel senso che devono essere in grado di sapere dove e come vivranno, se avranno un tetto sopra la testa, invece ora sono abbandonati a loro stessi. Mi auguro che la proroga concessa dal prefetto, previa verifica della presenza dei necessari requisiti per avere diritto ad una casa pubblica, preluda ad una sistemazione definitiva per questa famiglia. Faccio, quindi, appello al sindaco e agli assessorati competenti affinché si provveda a rivedere le modalità di gestione delle emergenze abitative, in modo che i nostri concittadini non si trovino fino all’ultimo giorno sprovvisti di risposte». Mauro De Lazzari © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ammonta a circa 20mila euro, tra attrezzatura e contanti, il bottino del colpo messo a segno da una banda di ladri entrata, nella notte tra martedì e mercoledì, all’interno della sede dell’azienda edile “Newgips Treviso edilizia” di via Vecellio, a Mogliano Veneto. Ignoti, dopo aver scassinato il portone d’ingresso, hanno puntato dritto agli uffici: qui hanno disattivato il sistema d’allarme distruggendo il ponte radio che avrebbe dovuto allertare le forze dell’ordine e messo ko l’impianto di videosorveglianza, portando via quanto gli occhi elettronici avevano potuto immortalare. I malviventi hanno quindi sradicato una cassaforte a muro, portandola via interamente e trascinandola sul retro, dove è stata aperta con un flessibile: all’interno c’erano circa 2500 euro e vari assegni che sono stati lasciati all’interno. I ladri però non si sono di certo accontentati del contante, anzi. Dal magazzino principale dell’azienda edile sono infatti spariti vari utensili da cantiere a altra attrezzatura, per un valore complessivo di circa 15mila euro oltre ad un autocarro Opel Vivaro che è stato utilizzato per portare la refurtiva fuori dalla sede dell’azienda. Il mezzo sarà ritrovato poco distante, nel luogo in cui il materiale è stato molto probabilmente sistemato a bordo di un altro veicolo per essere portato via. Il furto è stato scoperto solo mercoledì mattina dal titolare dell’impresa, Nicola Casciello. Ora sull’episodio indagano i carabinieri della stazione di Mogliano a cui l’imprenditore si è rivolto per denunciare la razzia avvenuta. Fortunatamente l’attività era coperta da assicurazione e dunque i danni sono stati relativamente limitati. «I ladri hanno sradicato la cassaforte, l’hanno portata sul piazzale sul retro e con il flessibile l’hanno tagliata, per poi buttarla in mezzo all’erba - racconta Casciello -. Sapevano come muoversi: hanno disattivato allarme, distrutto il ponte radio e portato via il disco fisso delle registrazioni». (ni.ce)
I MALVIVENTI HANNO SOTTRATTO ANCHE VARI ATTREZZI E UN FURGONE: IL VALORE DEL BOTTINO SFIORA I 20MILA EURO
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Nordest
Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Mose, no alla revisione del processo Meneguzzo
Spiagge sociali e inclusive: 50 borse-lavoro per i disabili
`La Cassazione boccia
il ricorso del finanziere: resta il patteggiamento LA SENTENZA VENEZIA Non ci sarà revisione della sentenza per Roberto Meneguzzo, l’ex amministratore delegato di Palladio Finanziaria che a Milano il 5 novembre 2014 patteggiò due anni e sei mesi di reclusione, nell’ambito dello scandalo Mose. L’ha deciso la Cassazione, respingendo il ricorso del vicentino contro l’ordinanza della Corte d’Appello di Brescia, che a propria volta aveva dichiarato inammissibile la richiesta dell’imputato. Il 63enne era stato accusato di avere agito da intermediario in due presunti accordi corruttivi, tra aprile del 2010 e febbraio del 2011, conclusi da Giovanni Mazzacurati, all’epoca presidente del Consorzio Venezia Nuova.
Regione e Ulss promuovono l’inserimento delle persone più fragili nel settore turistico `
IL PROGETTO VENEZIA Da Bibione a Porto Tolle, spiagge venete sempre più a misura di disabili: non solo come ospiti, ma anche come operatori. È la novità per l’estate 2019 del progetto “Turismo sociale e inclusivo”, promosso per il terzo anno consecutivo dalle tre aziende sanitarie del litorale e finanziato dalla Regione, che ne ha curato ieri la presentazione. Grazie a 50 borse-lavoro, altrettante persone “fragili” potranno svolgere un tirocinio destinato all’inserimento lavorativo nei servizi balneari.
I NUMERI Le tre Ulss adriatiche (la 3 Serenissima, la 4 Veneto Orientale e la 5 Polesana) coprono un’area dagli imponenti numeri sul piano turistico: nel 2018 sulla fascia costiera sono stati registrati 4.042.590 arrivi e 4.849.818 presenze, costituite per il 32,13% da italiani e per il 67,87% da stranieri. Anche sul piano internazionale, dunque, l’iniziativa è un allettante biglietto da visita, come si era visto nelle ultime due stagioni grazie alle spiagge attrezzate e ai servizi dedicati (dallo sport all’animazione) per la disabilità sia fisica che psichica. Ora al Sociale e al Turismo si aggiunge anche il Lavoro, intesi sia come set-
DOPO AREE ATTREZZATE E SERVIZI DEDICATI, ECCO I TIROCINI PROFESSIONALI: ACCOGLIENZA, VERDE, PICCOLE MANUTENZIONI E RISTORAZIONE
L’assessore Pan
Caccia ai cinghiali anche sul Baldo «Ma i controlli continueranno» VENEZIA Sì alla caccia sperimentale ai cinghiali sul monte Baldo, ma con l’impegno a proseguire i controlli programmati. È questa la proposta che l’assessore regionale Giuseppe Pan ha presentato a Caprino Veronese, nel corso di un incontro con gli enti, le associazioni venatorie e agricole, gli organismi direttivi dei comprensori alpini dell’area. In via sperimentale, nell’area del Garda-Baldo, i cacciatori potranno essere autorizzati nella prossima stagione faunistico venatoria a cacciare anche i cinghiali. Ma secondo Pan l’estensione della sperimentazione venatoria, in atto dal 2010 in Lessinia, non dovrà far venir meno la partecipazione dei cacciatori, in qualità di operatori abilitati, al piano regionale di controllo del suide, approvato nel 2017 dalla Giunta veneta, con il parere positivo anche di Ispra. Il piano prevede azioni e interventi da realizzare in tutto il territorio regionale, compresa anche (con i limiti della relativa normativa) la parte inclusa in parchi e aree protette, durante tutti i 12 mesi dell’anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CASO MILANESE ESTATE Il progetto viene rinnovato per questa terza edizione
tori che come assessorati regionali: nell’ambito di una dotazione complessiva di 394.000 euro, infatti, 188.000 saranno dedicati agli stage lavorativi e all’ospitalità abitativa per 50 giorni per le persone selezionate dai Servizi per l’inserimento lavorativo (Sil) di tutte e nove le aziende sanitarie del Veneto.
LE ATTIVITÀ I tirocinanti si occuperanno di accoglienza, piccole manutenzioni, servizi in spiaggia, ristorazione e verde, ospiti di strutture come i villaggi Marzotto di Jesolo e San Paolo di Cavallino Treporti. L’esperienza sarà anche oggetto di un cortometraggio che verrà presentato alla prossima Mostra del Cinema di Venezia. «Le realtà imprenditoriali del turismo balneare possono creare nuove opportunità di lavoro anche per persone fragili o diversamente abili: con questo progetto apriamo la strada a nuovi percorsi di collocamento mirato e di vita indipendente», ha sottolineato Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità e al Sociale. «È un progetto pilota in Italia e in Europa, dalla grande
valenza etica ma anche economica», ha osservato Federico Caner, assessore al Turismo, alludendo ai «37 milioni di disabili in Europa che esprimono esigenze di vacanze e chiedono servizi accoglienti e inclusivi». Al riguardo Franco Vitale, sindaco di Rosolina intervenuto a nome dei colleghi del litorale, ha evidenziato «la capacità delle istituzioni di “fare squadra” per tradurre in concretezza il concetto di inclusività». Obiettivo già centrato secondo Carlo Bramezza, direttore generale dell’Ulss 4: «Il bar dell’ospedale di Jesolo è già gestito da giovani diversamente abili e l’Outlet di Noventa di Piave ha già assicurato la disponibilità a quattro assunzioni “protette” durante la stagione estiva». «La vera sfida ora è nel lavoro di rete dei Sil, che stanno già organizzando, con la collaborazione degli enti locali, delle associazioni e delle realtà turistiche, le vacanze-lavoro indipendenti dei primi 50 giovani disabili del Veneto», ha evidenziato la coordinatrice regionale Silvia Ceschel. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il finanziere aveva presentato ricorso per entrambi i reati contestati. Per quanto riguarda il primo, la difesa aveva preso in considerazione l’esito a cui era pervenuto il processo a carico di Marco Milanese, già consigliere politico dell’ex ministro Giulio Tremonti. Secondo il Tribunale di Milano, Meneguzzo avrebbe dato denaro al pubblico ufficiale Milanese, perché svolgesse attività finalizzate allo sblocco di un finanziamento per il Mose. Invece la Suprema Corte aveva escluso che Milanese rivestisse la qualifica di pubblico ufficiale e aveva reputato che avesse mediato per corrompere pubblici ufficiali del ministero interessato: non risultando dimostrata l’effettività di tale corruzione, l’ex deputato era stato condannato per traffico di influenze illecite. Ritenendo che le due sentenze avessero operato una diversa ricostruzione dei fatti e che dunque fosse ravvisabile «una inconciliabilità dei giudicati», Meneguzzo aveva invocato il proprio proscioglimento, non potendo essergli attribuito nemmeno il traffico di influenze illecite, in quanto la norma era stata introdotta solo nel 2012. Quanto al secondo episodio incriminato, l’inve-
VICENTINO Roberto Meneguzzo
stitore d’affari aveva chiesto che la sua posizione venisse riconsideratasulla base delle dichiarazioni rese da Milanese, il quale aveva escluso che i contatti significativi ai fini della condotta illecita fossero stati assunti su iniziativa del vicentino.
LE MOTIVAZIONI Come già la Corte d’Appello di Brescia, nel luglio scorso, ora pure la Cassazione ha però ritenuto infondata l’istanza, stabilendo che debba restare valido quanto disposto dalla sentenza di applicazione della pena, «caratterizzata dalla assenza di accertamento dei fatti e da una valutazione delle prove implicita». Per gli “ermellini”, «la “inconciliabilità” deve riguardare esclusivamente i “fatti” e non anche le “valutazioni” dei fatti» e le nuove prove «possono essere solo quelle che, in base ad una semplice “constatazione”, senza un vero e proprio accertamento, consentano il proscioglimento immediato». Si legge ancora nelle motivazioni: «Se le prove già in atti avessero dimostrato con evidenza le ragioni del proscioglimento la parte avrebbe dovuto sollecitare il giudice al riguardo». Quindi prima di patteggiare, non adesso. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’EX A.D. DELLA PALLADIO FINANZIARIA ERA STATO ACCUSATO DI ESSERE IL TRAMITE DELLA CORRUZIONE PER MAZZACURATI
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Primo Piano
Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it
La riforma federale
LA TRATTATIVA VENEZIA Giovanni Tria ieri è stato un’ora in audizione per fare il punto (morto, a giudicare dai risultati) sull’attuazione del federalismo fiscale. Ma sono bastati pochi secondi, dedicati agli «effetti finanziari» dell’autonomia differenziata, per riaccendere il dibattito politico: «Segnalo che in alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali», ha detto il ministro dell’Economia davanti alla commissione bicamerale, riferendosi in particolare alla «competenza legislativa esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato». Un richiamo alla Carta «doveroso», ha sottolineato lo stesso esponente dell’esecutivo, precisando però che nella trattativa «non è stato messo in dubbio che queste intese possano andare oltre» per cui «possono benissimo andare avanti»: un via libera prontamente raccolto dal governatore Luca Zaia.
Tria: «Autonomia, avanti ma rispetto per la Carta» Il ministro: «Ci sono i modi per andare ` «Alcune richieste non costituzionali» nella direzione giusta. La politica agisca» Il Veneto: «Nessuna invasione di campo» `
IN AULA Giovanni Tria (Economia) ieri alla Camera: in mattinata era intervenuto anche in commissione
I commenti
I LIVELLI ESSENZIALI Il problema vero è piuttosto quello di superare lo stallo e questa sì che è una faccenda di finanze. Come ha ricordato in giornata proprio la delegazione trattante del Veneto, a dieci anni dalla legge Calderoli «nulla è stato ancora fatto per la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni». Ha sottolineato Tria: «L’assenza dei Lep, unitamente alla carenza di risorse finanziarie e alla mancata riforma del catasto, rende poco agevoli le scelte per il progressivo abbandono della spesa storica in favore di fabbisogni e capacità fiscali standard». Per questo la bozza dell’accordo prevede, nel passaggio dall’una agli altri, l’adozione di una soluzione temporanea: la media storica nazionale. «Allora – ha spiegato il ministro – è un problema semplicemente aritmetico: se si applica il principio del costo medio, ci saranno delle Regioni che vedranno aumentare le risorse a disposizione e delle Regioni che le vedranno diminuire. Se non si accetta che alcune perdano delle risorse, bisogna evidentemente mettergliene a disposizione delle altre».
(foto ANSA)
Luca Zaia «Si tratta di fare come Michelangelo con la Pietà: togliere tutto il marmo in più e alla fine verrà fuori l’opera. Ma bisogna che qualcuno cominci a scalpellare».
Mario Bertolissi
come ministro – ha concluso – è che ci sono i modi e i tempi di andare nella direzione corretta, ma ci vuole ovviamente la volontà politica di andarci. Non credo ci siano ostacoli ad andare avanti sull’autonomia, ma si dovrebbe
seguire la strada maestra che è implicitamente scritta anche nella bozza. Evidentemente però ci si crede fino ad un certo punto».
LE REAZIONI L’opposizione ha colto nelle pa-
«In discussione ci sono le fonti di finanziamento delle funzioni regionali ed è di esse che ci si occupa. Dopo dieci anni, nulla è stato fatto per la determinazione dei Lea».
LA VOLONTÀ Come detto, però, questo rimedio verrebbe utilizzato solo se dovesse prolungarsi il ritardo nella definizione dei Lep e dei fabbisogni standard, che sarebbero invece «la cosa migliore» secondo il titolare dell’Economia (e non solo lui). «È strano – ha osservato al riguardo – che il dibattito politico si sia subito spostato sulla questione del costo medio e quindi di chi possa perdere e guadagnare risorse, dando per scontato che non si possa andare nella direzione corretta dell’applicazione dei principi di federalismo fiscale e controllo dell’efficienza della spesa pubblica». Così la pensa il tecnico, ma la decisione è della politica. «Il mio giudizio personale
RISOLUZIONE GIALLOVERDE AL DEF: «IL GOVERNO DIA SEGUITO ALLA FASE FINALE DEI PROCEDIMENTI SUL REGIONALISMO DIFFERENZIATO»
A.Maria Bernini «Il ministro ha messo in discussione il cuore stesso della riforma, che se fino a ieri era in alto mare, ora rischia di essere affondata».
Stefano Fracasso «Dal Governo nuovo stop alle velleità di Zaia. Come mai la Giunta ha rifiutato la nostra proposta di fare riferimento ai costi storici nel progetto?».
Il premier Conte
«Garantirò che non danneggi il Sud» REGGIO CALABRIA «Mi farò garante» perché il progetto di autonomia «non vada a creare un nocumento alle Regioni del Sud». Lo ha affermato il premier Giuseppe Conte, ieri in prefettura a Reggio Calabria, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta dopo la seduta in esterna del Consiglio dei ministri. In vista della
trasferta calabrese, il premier Conte aveva scritto una lettera a proposito dei timori del Sud sullo squilibrio delle risorse con il Nord, affermando che l’autonomia differenziata dovrebbe restituire al Mezzogiorno quel 6% di spesa pro-capite in meno che non è stata erogata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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role di Tria i segnali di grossi guai a Palazzo Chigi. A cominciare dal Partito Democratico: «Il Governo brancola nel buio», ha detto il deputato Roger De Menech; «Nuovo stop alle velleità di Zaia», ha rincarato il capogruppo regiona-
le Stefano Fracasso. Critica anche Forza Italia, con la senatrice Anna Maria Bernini: «Il ministro ha messo in discussione il cuore stesso della riforma», ha tuonato la senatrice. Invece il leghista Zaia ci ha letto positività: «Ora il vero tema è portare avanti il lavoro. Solo così si affrontano le ultime limature. Si tratta di fare come sostenne Michelangelo per la Pietà: togliere tutto il marmo che c’è in più e alla fine verrà fuori l’opera, ma bisogna che qualcuno cominci a scalpellare. Con le sue dichiarazioni, Tria ha dimostrato di voler fare così, quindi ben vengano questo approccio e questo metodo di lavoro». E il monito sulle richieste incostituzionali in materia tributaria e contabile di esclusiva potestà statale? Il governatore ha ceduto la risposta alla delegazione trattante guidata dal costituzionalista Mario Bertolissi: «Nelle bozze di intesa non c’è nulla che comporti invasioni di campo da parte della Regione Veneto. In discussione ci sono le fonti di finanziamento delle funzioni regionali ed è di esse che ci si occupa».
IL DOCUMENTO Intanto, com’era già accaduto sei mesi fa per la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, anche in occasione del nuovo Def è stata inserita una risoluzione gialloverde che pone l’obiettivo di portare a termine il percorso imboccato al momento da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Lega e Movimento 5 Stelle invitano l’esecutivo «a dare seguito alla fase finale dei procedimenti avviati» sul regionalismo differenziato, «in considerazione dello stato avanzato delle iniziative per la realizzazione dell’autonomia regionale ed in particolare della condivisione espressa dal Consiglio dei ministri dello spirito delle medesime iniziative». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
34 Provincia VICENZA
IL GIORNALE DI VICENZA
Venerdì 19 Aprile 2019
THIENE
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BREGANZE. Iltrattodi 6chilometri dallosvincoloconl’A31dal 10maggio saràpercorribile
MARANO. Ierialle 13
AprelaPedemontana Complanareinritardo Asollevareidubbièil sindacoCampanache teme ulterioridisagi neicollegamenti tra paese e frazioni Silvia Dal Maso
Arrivato il disco verde per aprire il primo tratto di 6 chilometri della Superstrada Pedemontana Veneta, Breganze si ritrova ad affrontare il problema della complanare non ancora terminata. «Ma inaugurare il tragitto Breganze-Thiene, senza avere ultimata la viabilità alternativa, aggraverà la situazione del traffico che si scaricherà ulteriormente sulla viabilità interna del paese e dei comuni limitrofi», è l’analisi del sindaco Piera Campana. IL DIALOGO. Il primo cittadi-
no fa sapere che negli ultimi tempi c'è un contatto continuo tra il Comune, la Regione e il concessionario Sis che la informano sui progressi in atto. «Fortunatamente da quando ha preso in mano la situazione la Regione Veneto i contatti sono migliori e c'è la massima collaborazione – continua il primo cittadino -. Dalla Regione abbiamo avuto risposte positive sul trac-
ciato della complanare, così come lo abbiamo proposto noi e la sua validità, il fatto che la nostra sia una proposta migliorativa, alla fine è stata anche riconosciuta dal concessionario Sis perché offre risposte anche alle aziende importanti del territorio, penso alla Diesel e ad Agco che sono vicine al tracciato della Spv». TERMINARE L'OPERA. Arrivati
a questo punto, il sindaco Campana, si augura che la questione si risolva il prima possibile, con il completamento della complanare, in modo da avere uno sbocco per la circolazione stradale che altrimenti rischierebbe di andare in tilt quando sarà aperto il casello. «Ormai non posso che sperare in una fine dei lavori nel più breve tempo possibile, anche perché la Superstrada taglia letteralmente in due il nostro paese: da una parte il capoluogo, dall'altra le due frazioni di Mirabella e Maragnole dove gli abitanti vivono i disagi più grandi. E Breganze, lo ri-
peto, ha dato tanto alla Spv prevalentemente in materia di utilizzo del territorio, di espropri e dal punto di vista ambientale. Adesso è arrivato il momento di pretendere che ci vengano date delle risposte celeri e concrete e soprattutto il rispetto dovuto alla nostra comunità». TESTED APERTURA. Intanto è
stata già resa ufficiale la data di apertura del primo tratto della Spv a pedaggio da Valdastico a Breganze (il pedaggio si pagherà allo svincolo di collegamento con l’A31), per un percorso di 6 chilometri. Il geometra Giovanni D'Agostino, direttore tecnico Sis, ha parlato nei giorni scorsi di venerdì 10 maggio. E proprio nei giorni scorsi è stata fatta la simulazione di un grave incidente stradale all’interno della “Galleria artificiale Ca’ Fusa – Vegra – Madonnetta”(in territorio di Sarcedo) per verificare la collaborazione tra i tecnici della società concessionaria e i vari enti di soccorso. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Ilfurgone infiamme simuove nelposteggio
L’altraviabilità ANCHEIL CASELLO NONÈ PRONTO Ilcasellodi Breganze,è ancoraalgrezzo. A rallentarel'operaè la complanareche deve smaltireiltraffico tanto cheilComune ad oggi non haancora una datacertadi chiusuradel cantiere.«La Regionestaattendendo la determinazionedei tre Ministeridei Trasporti, dell'Ambientee dei Beni Culturali– commenta il sindacoCampana-. Soper certoche dueMinisteri hannogià concluso la procedura,mentre peril terzol'istruttoria è infase avanzata.Visto chenon siamoriuscitiad evitare la Superstradae neppureil pagamentodel pedaggio (iltariffarioprevede peri veicoliinclasseA uncosto di0,1642euro alkm, quelli inclasseB 3-4-5 sborseranno0,29405 a km),oravogliamo vedere gliaspettipositivi perle aziendedelterritorio, ma pretendiamoil rispetto chemeritiamo». S.D.M.
Losvincolodi collegamentotra A31e Superstrada Pedemontana
L’internodelfurgone. VIGILI FUOCO
Lazona delcasellodi Breganze:i lavori nonsono staticompletati
Sistalavorando perla complanarein zonaDiesel. FOTOSERVIZIOCISCATO
I vigili del fuoco di Schio ieri sono intervenuti a Marano per spegnere un incendio divampato in un furgone posteggiato lungo via Stazione. I pompieri, giunti nella località maranese intorno alle 13 circa, hanno estinto le fiamme che stavano avvolgendo un vecchio Iveco Daily. Il fuoco potrebbe essere stato innescato da un guasto elettromeccanico. Durante le operazioni di spegnimento del rogo il mezzo si è spostato dalla piazzola di parcheggio: muovendosi di qualche metro si è andato a scontrare contro un altro furgone posteggiato, danneggiandone la parte anteriore. Le operazioni per estinguere le fiamme e per mettere in sicurezza l'area sono proseguite per più di un'ora. • MA.BI. © RIPRODUZIONERISERVATA
16 Cronaca
IL GIORNALE DI VICENZA
Venerdì 19 Aprile 2019
ILCRAC. Il30 aprilepotrebbe esserci ilrinvio agiudizio del managerimputato peraggiotaggio,falso in prospettoeostacolo alla vigilanza
BpVi,Sorato può essereprocessato Nella perizia del professor Bardini laconstatazione chelecondizioni fisichedell’exdggli consentono dipoterpresenziarealleudienze Matteo Bernardini
Le condizioni di Samuele Sorato sono tali da consentirgli di presenziare a un eventuale processo. È questa la sostanza della perizia redatta dal professor Romeo Bardini dell’università di Padova, e discussa ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti. Secondo il perito del giudice, l’ex direttore generale di BpVi sarebbe in condizioni fisiche «discrete», e comunque tali da consentirgli di recarsi in tribunale e di presenziare a un eventuale processo che dovesse essere disposto nei suoi confronti. Sorato, difeso dall’avvocato Fabio Pinelli, è indagato per i reati di ostacolo agli organi di vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto. Gli stessi per cui sono già a processo cinque ex manager della Popolare nonché
Ladifesa haribadito chel’ex amministratore nonpuò sostenerel’aula
lo stesso istituto di credito per responsabilità amministrativa. La posizione processuale dell’ex dg era stata stralciata a causa delle sue condizioni di salute, che nel corso dell’inchiesta si erano progressivamente aggravate. Ma adesso, dopo la perizia depositata dal professor Bardini, la situazione è destinata a cambiare. Il giudice, proprio per stabilire il prossimo calendario processuale, ha deciso di rinviare l’udienza preliminare a martedì 30 aprile quando potrebbe essere disposto il rinvio a giudizio dell’ex manager della Popolare. Che rimane sotto costante monitoraggio clinico. Il primo stralcio nei confronti di Sorato era stato disposto dal giudice Venditti nel corso della prima udienza preliminare conclusasi (dopo 18 convocazioni) con il processo per gli attuali ex vertici. Lo scorso 20 settembre la decisione di escludere nuovamente Sorato dalla preliminare non aveva trovato d’accordo i sostituti procuratori Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori titolari dell’inchiesta sul crac della Banca popolare di Vicenza. Secondo i pubblici ministeri, che hanno sempre spinto
L’incontrofissato per oggi
Iverticidelleassociazioni deirisparmiatoritruffati convocatiapalazzoChigi
Lasenatrice Sbrollini(Pd) al sit-inaMontecitorio controil governo
L’exdirettore generaledi BpVi,Samuele Sorato
Unincontroapalazzo Chigi eun sit-indavantia Montecitorio conun unicodenominatore comune:i rimborsi ai risparmiatoritruffatidalle banchechesono stati promessimanonancora stanziatidal governo. Oggii rappresentantidei risparmiatoridelleassociazioni “Noiche credevamonella Bancapopolare diVicenza” e “CoordinamentodonTorta”, rispettivamenteLuigiUgonee AndreaArman,sarannonella Capitale.Entrambi, dopoi contattitenuti negliultimi giornicon alcuni organi istituzionali,sono stati infatti convocatinellasededel
per poter processare l’ex direttore generale dell’istituto di via Framarin, la certificazione medica esibita dalla difesa, all’epoca, in realtà non aveva attestato il legittimo impedimento sollevato dalla difesa. Ora a sostenere la tesi della procura è arrivata la perizia del professor Bardini che pur riscontrando il complicato quadro clinico ha spiegato che Sorato è in grado di presenziare alle udienze e quindi di poter essere fisicamente presente in processo. Adesso bisognerà quindi capire se un eventuale processo aperto nei suoi confronti potrà essere riunito con quello
governo.Ieri, invece,si ètenutoun sit-indideputatiesenatori in piazzaa Montecitorio. «Le promessediDiMaioeSalvini stannoa zerofatti - haattaccato lasenatricedel PdDaniela Sbrollini-.I soldi promessinon esistono.Ne mettono a disposizioneunaesiguaparteper quest’anno,consapevolichetra ritardineidecreti etempi di proceduraconseguenti, entrola finedell’anno nessuno o,nelcaso migliore,pochissimi potranno averequalcheristoro». A propositodelgoverno, Sbrollini ha concluso:«Purtroppoo sono incompetentio inmalafede.In ognicasoil mixècatastrofico». © RIPRODUZIONERISERVATA
L’INTRIGO. Iltrissinese di25 anni vennearrestato l’8marzo 2018epoi accusatodi terrorismo
Bachrioraèfinitoa processo Daun annoè incella in Libano Ascoltatonella primaudienza siè difeso:«Non hofatto nulla» Lunedì è iniziato il processo a Karim Bachri, 25 anni, residente a Trissino, che dall’8 marzo dell’anno scorso è detenuto in un carcere di massima sicurezza del Libano, in regime di isolamento, perché accusato di terrorismo. Nel corso della prima udienza del dibattimento, il giudice della procura militare di Beirut ha ascoltato il giovane trissinese, difeso dall’avvocato Tony Chidiac. Bachri ha ribadito la sua innocenza spiegando di «non aver mai voluto compiere alcun atto illegale, tantomeno un attentato. Sono assolutamente innocente. Non ho commesso nulla di illecito». Una tesi che il ragazzo ha sempre ribadito sin dal momento del suo arresto, avvenuto nel corso della sua seconda visita, nel giro di poche settimane, nella capitale
Alvicentino laprocura militarediBeirut contesta il«tentato attentato»
libanese. E convinto di poter dimostrare l’assoluta estraneità di Bachri alle accuse della procura, è anche il suo legale, l’avvocato Chidiac: «Karim ha raccontato la verità: lui è innocente. Non ci sono prove che possano portare alla sua condanna. E lo dimostreremo nel corso del dibattimento. Faremo del nostro meglio perché questa storia finisca al più presto e bene». Dopo l’audizione dell’imputato, il giudice ha aggiornato il dibattimento all’11 giugno. Dopo il suo arresto, il trissinese avrebbe raccontato agli inquirenti di non essere un terrorista e di non aver avuto mai l’intenzione di compiere un attentato. Ma Bachri avrebbe anche spiegato di essere entrato in contatto con una sedicente organizzazione terroristica forse legata ad Al Qaeda, forse a Daesh (lo Stato islamico), navigando nel “dark web”; quella parte di internet dove si digita in forma anonima e molto spesso al confine tra legalità e illegalità. Sarebbe stato dunque in questo contesto “liquido” che Karim avrebbe cominciato a mettere in cantiere i suoi viaggi verso Beirut. Due spedizioni: la prima
KarimBachri,dall’8 marzo2018detenuto in Libano
Ricettazione TROVATOCOL PCRUBATO PATTEGGIA5 MESI Erastato trovato in possessodi un computer portatiledi marca Samsung nonchédella relativa dotazione(borsa, mousee altromateriale) cheera statorubatoa Dario Zanella,residenteincittà, nelmaggiodi treannifa. Per questomotivo Adrian Tavian,cittadino moldavo di 32anni, difeso dall’avvocatoDaniela
Marchioro,era finitoa processo.L’altrogiorno l’imputatoha chiusoil dibattimentopatteggiando 5 mesie dieci giornidi reclusioneeuna multadi 300 euro.Qualche anno fa Tavian erastato arrestato,assiemea unaltro complice, sempreper l’accusadi ricettazione dopo esserestatiscopertia occupareabusivamenteuna villettaa Chiampo,situata all’incrociotralastrada provincialee ilponteGrumello.
attualmente in corso contro gli altri imputati, oppure se la posizione processuale dell’ex dg viaggerà su un binario parallelo. Nel frattempo le udienze per il maxi processo, in corso di svolgimento nell’aula bunker di Mestre, sempre in attesa di ritornare a Borgo Berga, riprenderanno il mese prossimo. L’ultima si è tenuta giovedì 4 aprile. Le parti civili complessivamente costituitesi sono state 8.150. Tra loro sono state accolte anche quelle di Bankitalia, Consob e dell’amministrazione comunale di Vicenza. • © RIPRODUZIONERISERVATA
TRIBUNALE
Falsadenuncia conl’assegno? Agiudizio percalunnia A processo per calunnia. Il giudice Gerace, l’altra mattina, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Pipeschi, ha rinviato a giudizio Andrea Bozzetto, 46 anni, residente a Quinto in viale Stati Uniti. L’imputato, difeso dall’avv. Enrico Mariotto, dovrà presentarsi in aula a partire dal 19 luglio. La presunta vittima, Lorenzo Panozzo, assistito dagli avv. Giovanni Tisato e Marta Faccin, si è costituita parte civile per chiedere un risarcimento dei danni. I fatti contestati dalla procura sarebbero avvenuti in città il 30 gennaio di due anni fa, quando Bozzetto si sarebbe presentato nella caserma dei carabinieri di via Muggia per sporgere denuncia. Avrebbe infatti segnalato ai militari di avere smarrito un assegno tratto dal libretto collegato ad un conto corrente della Banca San Giorgio Valle Agno della filiale di Thiene. In realtà, contesta la pubblica accusa, quell’assegno lui lo aveva compilato in precedenza per 15 mila euro e consegnato a Panozzo, quale garanzia per il pagamento dei canoni di affitto di una pizzeria ristorante. Denunciandone lo smarrimento, avrebbe incolpato falsamente Panozzo di furto o di ricettazione di quel titolo, pur sapendolo innocente. Di qui l’ipotesi di calunnia. L’imputato si difende; lo farà ora in aula. • © RIPRODUZIONERISERVATA
INAULA. Intre andrannodavanti algiudice per dimostrare di essere “affidabile” alla “causa”; la seconda per tenere sotto controllo alcuni siti “sensibili”. Ma sempre stando alla versione che Bachri avrebbe rilasciato al momento del suo arresto, lui non avrebbe voluto compiere né organizzare nessun attacco terroristico, ma prendere i soldi e scomparire truffando i sedicenti qaedisti o jihadisti di matrice Isis incrociati sul lato “nero” del web. Sia come sia, la storia si è terribilmente complicata quando è stata formulata l’ipotesi accusatoria di «tentato attentato». Inchiesta che ha quindi portato al processo iniziato lunedì. Il trissinese infatti «è sospettato di appartenere a un’organizzazione terroristica con cellule locali, probabilmente Al Nusra (vecchio nome di Al Qaeda) o Daesh, alla quale forniva supporto logistico tramite la raccolta di informazioni e denaro». Ed è da questo che ora il giovane vicentino, tramite il suo legale, dovrà difendersi dimostrando agli inquirenti che le loro accuse sono infondate. Tra i punti da chiarire c’è poi l’aspetto legato ai soldi. Perché per il presunto attentato Karim avrebbe raccontato, sempre dopo il suo arresto, che erano state stanziate cifre consistenti: dai 60 mila ai 300 mila dollari. Denaro che avrebbe dovuto essere impiegato per comperare una serie di armi e poi anche dell’esplosivo. Gli investigatori rimangono convinti di questo così come la procura militare libanese. Alla difesa toccherà dimostrare il contrario. • M.B. © RIPRODUZIONERISERVATA
«Ilcrac“Services” fu unabancarotta da350milaeuro» Iltitolaredella società“Blt sas” hainvecepatteggiatosei mesi Tre persone dovranno affrontare il processo per rispondere di un’ipotesi di bancarotta fraudolenta patrimoniale. Si tratta dei fiorentini Antonello Curto, 56 anni, e Girolamo Vecchiarelli, 51, e del milanese Antonio Garlini, 47 anni. I tre imputati erano soci accomandatari della “Services srl”, che aveva sede in città in via Vecchia Ferriera e che venne dichiarata fallita dal tribunale di Firenze, dove si era trasferita prima di chiudere i battenti, nel luglio 2015. Gli atti poi erano stati trasmessi in città, dove era attiva. Secondo l’accusa, i tre soci avrebbero fatto sparire prima del fallimento dei beni mobili per circa 280 mila euro, e altri 70 mila euro di fatture che vennero saldate dai clienti ma che il curatore non trovò più nella contabilità aziendale. Era finito invece a processo per il fallimento della ditta “B.L.T. sas”, di cui era socio accomandatario e legale rappresentante; Alberto Bressan, 61 anni, residente a Sarego, l’altro giorno ha patteggiato sei mesi di reclusione davanti al giudice Veronica Salvadori. All’imputato, difeso
Un’auladeltribunale penale
dall’avvocato Antonella Carrarini, il giudice ha disposto la sospensione condizionale della pena. Bressan era accusato di non aver tenuto (o di averlo fatto in modo incompleto) i libri e le scritture contabili della sua società poi dichiarata fallita nel gennaio dell’anno scorso. L’imputato doveva anche rispondere di avere aggravato il dissesto della ditta astenendosi dalla richiesta di fallimento quando invece la situazione di insolvenza dell’impresa risultava irreversibile già dal 2013. E in questo maniera facendo aumentare i debiti. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 19 Aprile 2019
Losblocca-cantieri vedelaluce
Il decreto sblocca-cantieri vede la luce.Approvatotrentagiornifadal consigliodeiministri,conlaformula «salvo intese», poi ci sono state moltemodificheperciòèdovutori-
passaredalviaperaverel’okdefinitivo. «IldecretohaacquisitolabollinaturadellaRagioneria»,haannunciatoilpremierGiuseppeContealter-
mine del Consiglio dei ministri che si è tenuto a Reggio Calabria. Arriva così la possibilità di fare subappalti fino al 50% della commessa, discegliereformenegozialiperim-
portifinoa200milaeuro,diriqualificareareeurbaneabbattendoericostruendo interi palazzi. C'è anche un capitolo sulla ricostruzione postterremotoel'arrivodiunnuo-
vo sistema di allarme che viaggia sui cellulari. La doppia approvazione per un decreto legge non è una procedura standard. Conte ha ammesso: «Mattarella mi ha suggeri-
to e io ho colto il suggerimento» ma ha smentito che sia stata «una sollecitazioneveementeperilritardo», concludendo:«Nullaassolutamentedi vero».
DOCUMENTODIECONOMIA EFINANZA. IlParlamento haapprovato lerisoluzionialDef
Iva,legaranziediTria «Nessunamanovra bis» Fissatiipaletti insuperabili nelrispetto deiconti pubblici Marestail nodo sullecoperture necessariee ancorada trovare ROMA
Avanti spediti con il contratto di governo, ma rispettando i vincoli di bilancio. Dopo il Documento di economia e finanza firmato da Giovanni Tria, anche Movimento 5 Stelle e Lega, con le risoluzioni al Def approvate dal Parlamento, fissano il paletto insuperabile per portare avanti le politiche giallo-verdi, nel rispetto degli obiettivi sui conti pubblici. E si giocherà tutta sulla soluzione del rebus tra necessità di trovare le risorse e rispetto del target di deficit, la prossima legge di Bilancio che, come ha assicurato per
Nel frattempo, regna il gelo. A Reggio Calabria in un Consiglio dei ministri in trasferta fortemente voluto dal premier Conte, va in scena una delle riunioni più atipiche della storia giallo-verde. I due vice arrivano separatamente in prefettura, accolti da un corposo sit-in. All’interno, secondo alcune fonti di maggioranza, i due neanche si salutano. Di certo, tra i ministri presenti, nessuno li vede parlare. Fuori infuria, a colpi di dichiarazioni, la battaglia tra M5S e Lega. «È tutto normale, sarà così fino alle Europee», è la fotografia, un po’ amara, che un ministro fa quando il Consiglio sta per finire. In mezzo, Giuseppe Conte. La sua mediazione, con il passare dei giorni si fa via via più difficile. •
Neltestovotato dalleCamere spuntailpressing peraccelerare leautonomie dialcuneregioni Perevitareilrialzo dell’imposta sullaproduzione dagennaio serviranno circa23miliardi
Unveicolodell’Ama in PiazzadelCampidoglio ANSA
Perilministro dell’Economia nessunochiede all’Italia manovre, nemmenolaUe
la prima volta il ministro dell'Economia Giovanni Tria, conterrà le misure per «evitare l'aumento dell'Iva». Nel testo approvato dalle Camere la maggioranza va anche in pressing perché si acceleri il percorso per l'autonomia differenziata, chiesta finora da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Un percorso che entrerà nel vivo concretamente, con i vari decreti del presidente del Consiglio che seguiranno, aveva specificato Tria in mattinata davanti alla bicamerale sul federalismo. E ha ricordato che c'è la Costituzione a fare da guida, indicando le materie su cui si può affidare la competenza alle Regioni e quelle, come le tasse, su cui decide lo Stato. Nella risoluzione, approvata dal Parlamento, 5 Stelle e Lega chiedono inoltre di dare più soldi a professori e ricercatori con il rinnovo del contratto e di aumentare la possibilità di assumere nel settore della sanità per arginare la «fuga dei cervelli», di dare maggiore sostegno alle famiglie (in particolare a quelle con disabili), oltre a impegnare il governo a recuperare i 300 milioni congelati dentro la clausola dei 2 miliardi per il trasporto pubblico locale, evitando così che «tutti i bus» finiscano in deposito. Ma la risoluzione in primis ribadisce che il prossimo step, in materia di riforma fiscale, sarà la «flat tax per il ceto medio». E arriva anche, nero su bianco, l'impegno di Palazzo Chigi a non alzare in nessun modo le tasse, nemmeno con una patrimoniale. Resta quindi l'interrogativo su dove trovare le coperture necessarie: da un lato ci sarà un «rafforzamento» della spending review, come ha ri-
LA CONCHIGLIA D’ORO
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cordato il responsabile del Tesoro e come hanno precisato i due alleati di governo nella risoluzione. Ma le poste da coprire sono molto onerose: solo per evitare che scatti l'innalzamento automatico dell'Iva dal primo gennaio 2020 (al 13% e al 25,2%) serviranno 23,1 miliardi e andrà finanziata (al minimo con 12 miliardi) la flat tax per le famiglie. Di sicuro, avvisa il vicepremier Luigi Di Maio, non ci sarà alcuno scambio, «non aumenteremo l'Iva per dire che abbiamo fatto la flat tax», ne va prima di tutto del «rispetto degli italiani». L'Italia, ha rivendicato Tria tra gli applausi della maggioranza, si presenta all'esame
di Bruxelles con i conti in ordine, anche senza bisogno di «manovre correttive che si chiedevano solo qui, non la chiedeva nessuno, neanche l’Unione europea». Per avere maggiori margini il ministro scommette su una perfomance dell'economia che potrebbe essere migliore di quanto finora ipotizzato. «Il contesto - ha detto in Aula - ci dice che è bene essere prudenti» ma «pensiamo che la crescita si rafforzerà nel secondo semestre» e un po’ di ossigeno dovrebbe arrivare anche dalle spese, che nei primi due mesi dell'anno sono state più basse di quanto ipotizzato«perché ci sono minori spese per interessi». •
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ATTUALITÀ
VENERDÌ 19 APRILE 2019 IL MATTINO
il caso negli usa
«Nessuna collusione con i servizi russi» Ma il dossier Mueller non scagiona Trump Pubblicato il rapporto del procuratore sul Russiagate I democratici del Congresso vogliono la versione integrale
dall'inviato Paolo Mastrolilli NEW YORK. «Oh mio Dio! È terri-
bile. Questa è la fine della mia presidenza. Sono fottuto». Lo sfogo con cui il presidente Trump reagì alla notizia che Robert Mueller era stato nominato procuratore speciale del «Russiagate», lascia sospettare che qualcosa da nascondere l’avesse, o almeno aveva qualche motivo per cercare poi di bloccare l’inchiesta. La sua presidenza, però, non è finita, neanche ora che il rapporto è uscito, nonostante qualche minaccia legale continui a pendere sulla sua testa. I tre punti fondamentali contenuti nelle 448 pagine pubblicate ieri dal dipartimento alla Giustizia, con 885 passaggi cancellati, sono questi: la Russia ha interferito con le presidenziali americane del 2016; non ci sono prove che la campagna elettorale di Trump abbia cospirato con Mosca; non è certo che lui non abbia commesso il reato di ostruzione della giustizia. Secondo il documento, l’inchiesta ha stabilito senza ombra di dubbio che il Cremlino ha cercato di interferire con le presidenziali, in particolare attraverso l’Ira di San Pietroburgo e i servizi segreti militari Gru, che hanno creato i falsi account di Twitter e Facebook per influenzare gli elettori, e hanno rubato le mail del Partito democratico passate poi a WikiLeaks. La campagna di Trump ha avuto diversi contatti discutibili con la Russia, come l’incontro organizzato da Don junior a New York per ri-
cevere informazioni compromettenti su Hillary, gli interessi di Manafort in Ucraina, le relazioni fra il consigliere Flynn e l’ambasciatore di Mosca a Washington, i contatti con Assange per avere le mail dei democratici. L’indagine, però, non è riuscita a trovare le prove della collusione o del coordinamento fra la campagna e la Russia. L’ostruzione della giustizia non è provata, ma non è nemmeno esclusa. Il rapporto, infatti, dice che i procuratori hanno investigato almeno dieci episodi in cui il presidente potrebbe aver tentato di interferite con l’inchiesta: «I suoi sforzi non avevano avuto successo, ma in larga parte perché le persone che circondavano il presidente avevano declinato di attuare i suoi ordini o soddisfare le sue richieste». Quindi il rapporto conclude: «Se avessimo avuto la certezza che non aveva ostruito la giustizia, lo avremmo scritto. Sulla base dei fatti, non abbiamo potuto raggiungere questa conclusione. Perciò, mentre questo rapporto non conclude che il presidente ha commesso un reato, nemmeno lo esonera». Un paio di passaggi riguardano anche l’Italia. Il primo tocca l’ex consigliere Papadopoulos, che in un’intervista aveva accusato i servizi segreti italiani di aver manovrato Joseph Mifsud, il professore maltese conosciuto alla Link Campus University di Roma, che gli aveva rivelato come i russi avevano ottenuto le mail di Hillary. Il rapporto cita Papadopoulos e il suo passaggio nella capitale, ma non fa alcun
riferimento a un ruolo avuto dall’Italia nella vicenda. Il secondo, invece, riguarda l’incontro alle Seychelles tra Erik Prince, inviato del consigliere di Trump Bannon, e Dmitriev Kirill, capo del Russian Direct Investment Fund. Lo scopo era definire il piano per rilanciare le relazioni tra Usa e Russia, ma a margine dei colloqui Prince aveva avvertito che la nuova amministrazione era contraria alle interferenze di Mosca in Libia. I leader democratici del Congresso hanno già annunciato che richiederanno la versione non censurata del rapporto e chiameranno Mueller a testimoniare di persona. Quindi decideranno se continuare l’indagine con gli strumenti a disposizione del Parlamento, per provare l’eventuale reato di ostruzione della giustizia, che lo stesso procuratore speciale ha lasciato aperto. Il rapporto poi rivela che Mueller ha comunicato ad altre istituzioni 14 potenziali crimini, non legati direttamente al mandato della sua inchiesta, come era avvenuto con la vicenda dei pagamenti fatti per comprare il silenzio della pornostar Stormy Daniels e la coniglietta di Playboy Karen McDougal sulle loro relazioni con Donald. È probabile che si tratti di potenziali reati finanziari, finiti ora sotto la lente della magistratura ordinaria del Southern District di New York. Trump, però, ha festeggiato via Twitter, pubblicando una foto sul modello della serie televisiva “Il Trono di spade”, con la scritta «Game Over», partita finita”. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump
libia
Tripoli rompe con Parigi «Macron è un alleato del criminale Haftar» TRIPOLI. Tripoli ha rotto la Fran-
cia, accusandola di sostenere il «criminale» Haftar, che ha mandato all’aria ogni sforzo di pacificazione della Libia. Il governo di Fayez al Sarraj ha lanciato la sua controffensiva diplomatica, oltre che militare, per chiudere al più presto la partita con il generale della Cirenaica. E possibilmente arrestarlo. Dopo oltre due settimane di offensiva sulla capitale libica, il conflitto non segna ancora una svolta decisiva, da una parte o dall’altra. L’unico
dato certo è che le vittime continuano ad aumentare: almeno 225 morti, tra cui 70 bambini e 40 donne, a cui si aggiungono i 26mila sfollati. Nella notte, i caccia di Haftar hanno effettuato due raid sul fronte orientale di Wadi Rabie, a est di Tripoli, e su Suani ben Adem, a sudovest della capitale: un segnale, per alcuni osservatori, dei preparativi di un attacco finale per entrare in città. Le forze governative finora hanno resistito, ma a Tripoli si cerca un’accelerazione per ri-
GIAN PIERO DALLA ZUANNA
L’OPINIONE
Sanità e politica, intreccio pericoloso da troppo tempo o scandalo dei concorsi truccati in Umbria è solo l’ultimo fra quelli che – ciclicamente – investono la sanità italiana. Sono andato a rileggere un articolo che scrissi, sempre per questo giornale, nel 2003, a proposito del tragico scandalo delle valvole cardiache “taroccate” negli ospedali veneti. Poiché mi sembra scritto ieri, ne riporto un ampio stralcio. Se in 16 anni non è cambiato nul-
L
spedire Haftar a Bengasi al più presto. Non solo con le armi, ma anche sul piano politico, invocando un concreto sostegno della comunità internazionale e mettendo gli sponsor di Haftar di fronte alle proprie responsabilità. Il governo Sarraj, per la prima volta, ha inviato un durissimo segnale a Parigi: «Qualsiasi relazione con la parte francese nell’ambito negli accordi bilaterali nel campo della sicurezza si fermerà», ha annunciato il ministero dell’Interno, accusando la Francia di fomentare la guerra. E per chiarire che con Haftar non si può più trattare, il procuratore militare di Tripoli ha spiccato per lui un mandato d’arresto. A Parigi è trapelata irritazione per lo strappo di Tripoli che nella partita diplomatica considera ora l’Italia «il partner più importante». —
la, evidentemente non è solo una questione di uomini (anche se la responsabilità penale resta sempre individuale), ma piuttosto di cattivo funzionamento del sistema. “Una riflessione si rende necessaria non tanto sulle capacità tecniche del management aziendale, quanto sul rapporto a termine che lega i manager all’azienda sanitaria pubblica. Un tempo un dirigente amministrativo o sanitario
era praticamente inamovibile, frutto di un cursus honorum interno e autonomo. Ora, invece, queste figure vengono nominate pro tempore dai direttori generali. Ci si chiede allora se un gruppo dirigente non consolidato nel tempo sia in grado di esercitare con sufficiente autorevolezza la funzione di controllo, facendo da contrappeso, se necessario, alle pressioni che possono essere esercitate sia
dall’interno sia dall’esterno. In altre parole la proposta di un acquisto o di un’assunzione all’interno di un’azienda sanitaria pubblica, da chiunque formulata, così come le prescrizioni di farmaci, dovrebbero essere soggette alla valutazione di un gruppo tecnico non solo altamente qualificato, ma anche messo in grado di esprimersi con la massima serenità. Il rapporto a termine che
lega i dirigenti alle Aziende indebolisce oggettivamente la loro autorevolezza. Questi episodi di malasanità dovrebbero quindi indurre una più ampia riflessione sui meccanismi decisionali all’interno nelle aziende sanitarie pubbliche. Va favorito il consolidamento di una burocrazia dirigenziale che possa meglio esercitare quella funzione di controllo essenziale per minimizzare gli episodi di corruzione.”
A mio avviso, quindi, la radice dell’errore sta nella strettissima dipendenza del management sanitario dalla politica, frutto perverso dell’aziendalizzazione delle Unità Sanitarie Locali di inizio anni Novanta. Prima, la funzione politica e quella tecnica erano fra loro distinte, ora – di fatto – tutti i posti amministrativi e sanitari apicali vengono decisi dei politici ai vertici delle Regioni. Ripensiamoci, altrimenti sarà molto, molto difficile evitare il controllo capillare della politica sui concorsi pubblici in sanità. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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L'ARENA
Venerdì 19 Aprile 2019
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BUSSOLENGO-PESCANTINA. Lavalutazione negativa sull’impattoambientale obbliga afarenuove scelte perleinfrastrutture chegià esistonoe risalgonoagli anni’50
Ponti-diga bocciati, infuriano le polemiche L’assessorePerusiattacca laRegione eparla dioccasioneperduta Esultanoinveceicomitati contrarialle opere: «Difeso ilterritorio» Lino Cattabianchi
La bocciatura da parte del Comitato tecnico regionale Via (Valutazione di impatto ambientale) della Regione Veneto dei due ponti diga di Settimo e Arcè sta provocando reazioni immediate nel mondo politico amministrativo di qua e di là dell’Adige. Claudio Perusi, assessore ai lavori pubblici del Comune Bussolengo, ci avrebbe scommesso e puntava per una soluzione positiva della pratica per la realizzazione. «Almeno del ponte diga di Settimo, se non di quello di Arcè», spiega. «Questa decisione della Regione mi lascia molto perplesso», continua l’assessore, «e, tutto sommato, non riesco a condividerne le ragioni. Per due serie di motivi. La prima, perché l’obiettivo non solo dei Comuni, ma anche dello Stato è di ricorrere a fonti per energie rinnovabili. La regimazione delle acque che le dighe di Settimo e Arcè potevano esercitare sul fiume Adige avrebbe consentito la produzione di energia pulita a basso costo. In secondo luogo, i due paesi avrebbero avuto la
possibilità, una volta conclusi i lavori, di disporre di due ponti nuovi, in regola con le norme antisismiche e perfettamente funzionali al carico di traffico di collegamento fra i due centri abitati. Tengo a precisare che i ponti non avrebbero dovuto aumentare il traffico perché sarebbero stati concepiti ad una sola corsia, come gli attuali, e a senso unico alternato, dotati inoltre di vie ciclabili e pedonali in grado di assicurare un passaggio in sicurezza alla cosiddetta utenza debole». Una situazione che consacra l’esistente, come deriva dalla decisione veneziana non è, insomma, gradita a Bussolengo. «Noi riteniamo», ribadisce Perusi, «che non solo Bussolengo, ma anche tutto il territorio interessato, perdano con questa decisione regionale una grande occasione per rinnovare i due ponti costruiti negli anni Cinquanta e che, nonostante le riparazioni e le manutenzioni, cominciano a mostrare i segni del tempo». Duro il giudizio finale dell’assessore, con una timida speranza: «Il Comune di Bussolengo ritiene, comun-
que, che non si siano cercate soluzioni per risolvere l’impatto ambientale che, inevitabilmente, opere di questa portata comportano, soprattutto sugli abitati vicino all’uscita dei due ponti. Ma siamo fiduciosi che la società proponente possa in qualche modo, soprattutto per Settimo. presentare ancora una nuova proposta progettuale che possa avere un consenso più ampio». Di tutt’altro avviso sono i Comitati di Rovejago, Arcè e Settimo che si sono battuti contro i ponti-diga. Spiega il portavoce Giovanni Fontana: «Il rigetto dei due progetti di impianti idroelettrici da parte della Commissione regionale Via è un importante punto a favore della tutela del nostro territorio. Sono stati coinvolti esperti, dedotte e controdedotte le osservazioni e i pareri inviati da Soprintendenza, Commissione tecnica regionale, Comuni, Legambiente, Wwf e anche dai rappresentanti dei due Comitati spontanei che si sono mossi anche con una cospicua raccolta firme. Ora si tratta di attendere la comunicazione ufficiale da parte di
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Speravo chealmeno venisse approvato ilprogetto perSettimo CLAUDIOPERUSI ASSESSOREA BUSSOLENGO
Regione Veneto, coscienti che è stata vinta una battaglia per il nostro paesaggio e il nostro territorio, ma la minaccia di ulteriori speculazioni è sempre presente. Per questo nelle prossime settimane organizzeremo una passeggiata lungo il fiume Adige, che coinvolgerà i bor-
SANGIOVANNI ILARIONE. IlsindacoMarcazzan s’arrabbia eminaccia diricorrere all’Abaco
Ultimoappelloaglievasori «Pagateletasseopignoriamo» Mancanonelle casse55milaeuro per Imu e Tari non ancora saldate Gli inossidabili del debito. È pronto a partire l’ultimo richiamo scritto agli ilarionesi che non ne vogliono saperne di pagare al Comune Imu e Tari. «Mancano all’appello ancora 55 mila euro ed ora daremo le ultime settimane di tempo ai morosi per provvedere. Diversamente», spiega il sindaco Luciano Marcazzan, «passeremo le cartelle ad Abaco, la società che il Comune ha incaricato, e che agisce con strumenti come il fermo amministrativo degli autoveicoli, il pignoramento del conto corrente e di stipendi, pensioni e immobili». La posizione del primo cittadino su chi usufruisce dei servizi e non li paga è sin troppo chiara da tempo: è stato lui, in Consiglio comunale, a decretare che nel suo ufficio un cittadino abitualmente moroso e disinteressato non entra a meno che non debba spiegare le ragioni della sua inadempienza e provvedere a regolarizzare la sua posizione. Un editto, insomma, «al quale, però, ha risposto solo un residente», dice Marcazzan. Per sistemare le pendenze accumulate gli uffici del Comune hanno fatto gli straordinari: «Dovevamo procede-
re con l’accertamento dei crediti deteriorati per il periodo 2013-2016: 170 mila euro in totale per 365 posizioni relative a 23 contribuenti. Si tratta per lo più di Imu e Tari, la tassa rifiuti», spiega il sindaco, «e grazie a questo lavoro abbiamo incassato oltre 60 mila euro ed altri 50 mila entreranno con la rateizzazione possibile con un interesse molto basso, che il Comune non può togliere, ed un massimo di 60 rate. Fuori ci sono ancora circa 55 mila euro e scatta ora l’ultima chiamata, poi procederà Abaco». Quest’ultima società, a fronte di un sospeso di 178.876 euro non pagati tra 2010 e 2015 ha permesso al Comune di incassare 26.654 euro ai quali aggiungere altri 40 mila euro in rateizzazione. «Di Imu e Tari una novantina di contribuenti non vogliono sentir parlare», sbotta Marcazzan. I tempi di recupero sono abbastanza rallentati, «però i soldi arrivano. L’aspetto più importante del grande lavoro fatto dagli uffici è aver rimesso in pari gli accertamenti: questo ci permetterà di avviare le procedure appena sarà decorso il termine assegnato ai cittadini per provvedere
Lapresentazione delprogetto dellaTechnitalperilponte aSettimocon l’ingegnere SimoneVenturini
ghi di Arcè e Settimo, oltre che il centro storico di Pescantina. L’obiettivo è quello di mantenere alta l’attenzione sul fiume Adige che rappresenta un enorme valore paesaggistico e ambientale per il nostro territorio». E, mentre si accende la discussione sulla bocciatura regio-
Brevi BUSSOLENGO «VIACHRISTI» INCENTRO CON100VOLONTARI «Via Christi», oggi, dalle 20.30. La manifestazione partirà dalla chiesa di Santa Maria Maggiore e proseguirà per piazza della Libertà, monumento ai caduti e quindi altre vie. L.C. CALDIERO OGGICOMUNE CHIUSO PERLAVORI Oggi gli uffici comunali rimarranno chiusi per installare l’ascensore. Gli operai taglieranno la soletta tra il pianterreno e il primo piano. Gli uffici comunali riapriranno martedì 23. Z.M.
Ilmunicipio di SanGiovanniIlarione
e, dunque, di veder aumentare moltissimo la possibilità di incassare quanto è dovuto». Marcazzan ha affrontato l’argomento anche nell’ultimo Consiglio comunale, accompagnandolo però alla notizia, dal punto di vista del Comune meno positiva, che era attesa da inizio anno e cioè quanto il municipio invece non incasserà in conseguenza della rottamazione delle cartelle sotto i 1.000 euro: «Diciamo addio ad 83 mila euro di 1.536 cartelle». E incalza: «Sono cartelle da 50 euro in media e questo fatto mi fa sembrare la misura della rottamazione un’ingiustizia più grande: qua non parliamo di aziende in difficoltà,
ma di piccoli importi, magari per servizi di cui il cittadino ha sempre usufruito senza mai pagare nulla, come i rifiuti. E di questi casi di morosi seriali, dal 2000 ad oggi, ce n’è più d’uno». «È successo perché è stato permesso», ha sottolineato, dai banchi della minoranza, Nadia Bevilacqua. E Marcazzan ha annuito: «Le agenzie pubbliche, però, c’erano ed i risultati sono questi». Tornando al totale che non verrà incassato il primo cittadino si limita ad una presa d’atto: «Nessuno ha mai pensato di recuperare l’intera cifra, ma di sicuro qualche decina di migliaia di euro sarebbe stato già un importante aiuto». • P.D.C.
SANBONIFACIO TESSERAMENTO ACASAPOUND ALCAFFEMATTINEÈ Casa pound Verona organizza oggi, alle 18.30, al Caffe Mattineè, la festa del tesseramento col consigliere comunale Alessandro Signorato: si parlerà anche di elezioni. P.D.C. MONTEFORTE NUOVASEDEELETTORALE PERLALISTA CHE CANDIDA TERESA ROS La lista Monteforte si può fare, che candida a sindaco Teresa Ros, domani alle 11 inaugura la propria sede elettorale in piazza Venturi al numero 5. P.D.C.
nale dei ponti-diga, sono iniziati, proprio nella mattinata di ieri, i lavori di consolidamento della spalletta del ponte di Settimo sul lato verso Pescantina, dove erano state verificate delle fessurazioni da un’ispezione dei due uffici tecnici comunali Di Bussolengo e Pescantina. «L’inter-
vento, diviso tra i due comuni», sottolinea Paola Zanolli, assessore ai lavori pubblici di Pescantina, capofila per le operazioni sui ponti, «è di 50mila euro e si tratta di ricomporre una fessurazione esistente dal 2001, che però non causerebbe problemi di stabilità del ponte». •
ZEVIO. Già avviatalacampagna preventiva
Lottaallezanzare Dopoannidistribuite lepastiglielarvicida IlComune ledarà gratuitamente dopoirischi dellascorsaestate Il Comune avvia la lotta alle zanzare sin dai primi tiepidi. L’assessore all’Ecologia Paola Conti, infatti, fa sapere che lo scopo è ridurre al minimo la diffusione degli insettti ed è già partita la campagna contro le specie Culex di tipo stanziale, oppure le temibili Tigre, vettore di diverse malattie virali. Nell’ordinanza che fissa le modalità per contenere la presenza dei ditteri, il Comune fa infatti presente che proprio lo scorso anno, su scala regionale, si sono registrati diversi casi di malattia da virus West-nile, presenza mai rilevata prima. La circostanza ha indotto Venezia ad emanare un piano straordinario e sistematico di disinfestazioni a base di trattamenti antilarvali e adulticidi in aree pubbliche, con interventi più massivi rispetto agli anni precedenti. «Ma per ottenere il massimo dell’efficacia, serve la collaborazione dei cittadini perché il pubblico non può invadere coi trattamenti le aree private, pure quelle da tenere sotto stretto controllo», avverte l’assessore Conti. Molte le raccomandazioni
del Comune per frenare la diffusione delle zanzare e sono utili fino al prossimo 31 ottobre: svuotare i contenitori in cui possa esserci acqua o accumularsi quella piovana, chiudere con coperchio ermetico i serbatoi inamovibili, trattare caditoie e tombini presenti nel verde privato, sfalciare i giardini con regolarità per evitare possibili focolai di infestazione, allo stesso scopo è vietato l’accumulo di rifiuti di ogni genere. La ditta Centro Veneto disinfestazioni di Rovigo che si è aggiudicata l’appalto 2019 con la spesa di 18mila euro, provvederà sistematicamente a trattare caditoie, tombini, fossi e tutti gli altri spazi pubblici ritenuti habitat ideali per le zanzare. Prossimamente l’entomologo Simeone Martini dell’ Entostudio di Padova, terrà un incontro pubblico per dettagliare la strategia antizanzare 2019. Dopo qualche anno di interruzione, a maggio il Comune riprenderà gratuitamente la distribuzione delle pastiglie larvicide, una scatola a famiglia. I siti sedi di manifestazioni saranno trattati prima degli eventi. • P.T.
CASTELLANA
VENERDÌ 19 APRILE 2019 LA TRIBUNA
l’aUDizione Di marcon e Favero in commissione
I sindaci in Regione chiedono sicurezze su Iov e posti letto Il primo cittadino di Castelfranco: «Ho portato la mozione del Consiglio» Montebelluna vuole 5 posti in più in Traumatologia e due per Rianimazione CASTELFRANCO. Ospedale, Ca-
stelfranco e Montebelluna fanno fronte comune per avere la Chirurgia Generale e la Chirurgia Vascolare al San Giacomo. Ieri a palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio Regionale, si è tenuta l'audizione della V commissione sulle schede ospedaliere, a cui hanno partecipato i sindaci Stefano Marcon e Marzio Favero. Nessuna decisione è stata presa circa l'aumento di posti letto o di reparti: «Del resto l'audizione - spiega Marcon - serve affinché i consiglieri regionali raccolgano le istanze dei portatori di interesse per poi esaminarle in secondo momento. Io ho portato la mozione approvata in consiglio comunale sottolineando tre aspetti irrinunciabili: il primo è che Castelfranco diventi ospedale spoke (ovvero il secondo livello, dopo l'ospedale hub che, uno per provincia, deve garantire tutti i servizi ndr) come, e sottolineo, insieme a quello di Montebelluna,
visto che oggi il San Giacomo viene classificato come unità di rete. L'idea deve essere quella dell'ospedale "dei santi", ovvero San Giacomo e San Valentino di Montebelluna. È su questa unica struttura su due gambe che si devono basare i ragionamenti sul fabbisogno sanitario del territorio». Il ridimensionamento dell'o-
«L’idea è quella di un ospedale unico ma a due gambe con servizi diversi»
I sindaci Marcon (Castelfranco) e Favero (Montebelluna)
verso le elezioni
Sfida a due a San Zenone Nuova civica per Marin La Lega lancia Tommasi SAN ZENONE. È sfida a due per
la poltrona di sindaco, a meno di colpi di scena. Luigi Mazzaro dopo 10 anni da sindaco e i precedenti da assessori ha deciso di lasciare spazio ai giovani. Mentre il suo gruppo “Insieme per San Zenone” si sta per sciogliere, è nata la nuova civica “Per San Zenone degli Ezzelini”. Il candidato sindaco è Fabio Marin, classe 1985. Laureato in scienze della formazione comunicazione e pubblicità, tra i fondatori della locale Pro Loco, da due
Fabio Marin
Alain Tommasi
anni ne è presidente. Prima di avviare la sua attività autonoma di organizzazione eventi e sviluppo di progetti sociali, ha lavorato in Comune, in Consiglio e in Giunta Regio-
Cancelli aperti al giardino di Villa Bolasco
Riapre domani al pubblico il parco più bello d’Italia LE VISITE
opo aver registrato oltre undicimila presenze nel corso del primo anno di apertura, Villa Parco Bolasco riapre al pubblico domani, in occasione delle festività pasquali. I cancelli del Parco più bello d'Italia resteranno aperti tutti i fine settimana e nei giorni festivi fino al mese di novembre. L'accesso al giardino storico av-
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Parco Bolasco
nale. Ha ideato, realizzato e gestisce La Casa degli Animali degli Amici del rifugio Mamma Rosa a Mira, che si occupa di animali abbandonati. A sfidarlo il ventiseienne Alain Tommasi che corre con la lista targata Lega. Fino all’anno scorso rappresentante di macro area della Castellana e Pedemontana dei giovani della Lega, è colui che riaperto e fatto rinascere la sezione Lega Nord di San Zenone, di cui è segretario. Studente di scienze politiche e relazioni internazionali, a meno di un anno dalla laurea, mentre studia lavora come responsabile di reparto in un negozio che vende fiori a Rosà, grazie al suo diploma di agrotecnico. Mentre il sindaco uscente simpatizza per Marin, Tommasi si pone come la proposta per il cambiamento. — M.C.P.
verrà con biglietto di ingresso pari a 3 euro per i visitatori a partire dai 6 anni; agevolazioni saranno previste per le famiglie e le scuole. Il biglietto sarà gratuito invece per tutti i residenti nel Comune di Castelfranco Veneto, un segno dello stretto rapporto tra Università di Padova, istituzioni e cittadini castellani. Accanto alla visita libera del Parco, proseguirà il servizio delle guide naturalistiche dell'Orto botanico di Padova, su prenotazione ad orari stabiliti (info e prenotazioni: 049.8273939 / prenotazioni@villaparcobolasco.it). Calendario e orari delle prime aperture: 20-21-22 aprile; 25 aprile; 27-28 aprile; 1 maggio; 4-5 maggio - dalle ore 10 alle ore 19 (ultimo ingresso ore 18.15). —
spedale castellano è una conseguenza dell'arrivo dello Istituto Oncologico Veneto, i cui reparti dovrebbero occuparsi anche di patologie non oncologiche: «Ho suggerito - continua Marcon - che questa integrazione avvenga progressivamente, in modo da poter aggiustare il tiro a seconda delle esigenze concrete e delle criti-
cità che si potrebbero verificare. Ho ribadito che ci deve essere la certezza della permanenza dello Iov a Castelfranco, alla luce della famosa delibera regionale che può essere interpretata come una soluzione temporanea in attesa del nuovo ospedale di Padova. E un segnale concreto in questo senso deve arrivare dalla partenza di Radioterapia, per la quale il Crite ha stanziato 7 milioni 300 mila euro. Terzo l'attivazione dei servizi di chirurgia generale: come ho detto anche in consiglio comunale, a differenza del Pd, non ho la pregiudiziale sul numero di posti letto, ma occorre che siano congrui alle necessità del territorio e del pronto soccorso castellano». Cinque posti letto in più per ortopedia-traumatologia e la riattivazione di dei posti letto di terapia intensiva: questa la richiesta fatta invece dal sindaco di Montebelluna, Marzio Favero. «Premesso che Montebelluna e Castelfranco sono da ritenersi un unico ospedale diviso in due sedi - ribadisce Favero- per il San Valentino sono stati chiesti 5 posti letto in più per Traumatologia dal momento che a guidare il reparto c'è il dottor Michael Memminger che è un luminare in questa specialità e quindi il reparto esercita una forte attrazione sull'utenza. Per Rianimazione la nostra richiesta è che vengano ripristinati gli otto posti letto, rimettendo i due che erano stati soppressi portandoli a 6». — Davide Nordio Enzo Favero
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il comitato
«Istituto oncologico lo sanno tutti che è provvisorio» Permanenza dello Iov, la certezza che vogliono avere la maggioranza e il Pd nella mozione approvata in consiglio comunale è anche al centro delle critiche del comitato Difendiamo il nostro ospedale che si sta preparando alla manifestazione pubblica che si terrà il prossimo 5 maggio: «Andiamo in piazza anche perché da tre anni maggioranza e amministratori raccontano che la sede Iov di Castelfranco è stabile e definitiva. E invece i documenti ufficiali, i vertici dell'Università di Padova e il supermanager della Sanità Mantoan parlano di una struttura provvisoria. Lo Iov è di Padova e lì tornerà. Non c'è nulla che assicuri la natura permanente della sede castellana. Quel che invece è certo e conclamato è il danno enorme che il declassamento del San Giacomo provoca alla cittadinanza. I reparti vengono meno, e con essi infinite prestazioni non oncologiche necessarie a 240 mila utenti medi. Chi ci amministra prova perfino a spiegare che lo Iov sostituirà l'Uls e si sobbarcherà l'onere dei servizi smantellati. Favola lontana da ogni realtà perché lo Iov è un istituto di ricerca, non certo l'aiutante generoso e a fondo perduto di un ospedale ridotto a ospedaletto». —
loria al voto
“Lavorare Insieme” candida Alessia Andreola a sindaco LORIA. Sarà Alessia Andreola la candidata sindaco della lista di maggioranza "Lavorare Insieme": una decisione maturata nella squadra del sindaco Silvano Marchiori, che sta affrontando una battaglia sul fronte della sua salute personale. 51 anni, sposata, mamma di due figli, operatrice bibliotecaria, Alessia Andreola è attualmente assessore al sociale, alla cultura e all'istruzione. Una curiosità: sarà l'unica a sottoporsi alla valutazione del voto dell'attuale giunta: gli altri tre assessori hanno infatti deciso di lasciare il posto ad altri «pur continuando a collaborare a stretto contatto con la nostra lista», precisa la candidata sindaco, mentre il presidente del consiglio comunale Michele Guidolin pare stia guardando ad altri schieramenti, dopo che era emersa una differenza di vedute con l'attuale maggioranza. Già pronta anche la lista dei candidati: «L'età media è di 35 anni e vi sono simpatizzanti del centro destra, della Lega, di Forza Italia e una componente civica - spiega Andreola - molteplici anche le loro esperienze, dall'imprenditoria, al settore sociale, dall'università e dalla gestione del territorio». Dei dodici della squadra sono consiglieri uscenti solo due («In questo modo continuiamo a garantire il ricam-
Alessia Andreola, attuale assessore al Sociale
bio»), ovvero Luciano Bonin e Daniele Liviero, mentre torna Antonio Donazzolo, già assessore ai Lavori Pubblici nella giunta Vendrasco. Gli altri sono Stefania Carlesso, Roberto Porcellato e Matteo Daminato, residenti a Loria: Sabrina Revolon, Luis Lanzarini, da Bessica come Bonin e Donazzolo; sono da Ramon Martina Bragagnolo, Matteo Caon e Paolo Brotto, mentre Erika Bordignon risiede a Castione come Liviero. «Il programma sarà presentato ufficialmente il prossimo 3 maggio alle 20.30 nella sala polivalente - conclude Andreola -
quello che possiamo anticipare è che sara in continuità con l'amministrazione attuale anche nell' impegno in seno all'Unione della Marca Occidentale. Doveroso un pensiero per Silvano: continuerà a collaborare con noi. Noi lo stiamo aspettando». La decisione di Lavorrae Insieme di candidare Andreola e la formulazione di una squadra completa ha chiuso definitivamente l'ipotesi di una possibile alleanza con la Lega, cosa che nelle chiacchiere pre elettorali sembrava fattibile. — D.N.
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La Voce
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TURISMO L’assessore Corazzari punta sul Delta e annuncia: “Presto una nuova governance”
“Il nostro Parco resterà regionale” “In Veneto i quattro quinti dell’area umida e una natura unica in Italia. Ma bisogna fare rete” Ketty Areddia
Presto l’ente Parco del Delta veneto cambierà governance, con un nuovo presidente e un consiglio che coinvolga i sindaci del territorio, le associazioni, gli ambientalisti e il mondo economico e del turismo. Un passo importante, spiega l’assessore al Territorio Cristiano Corazzari: “Abbiamo voluto una nuova legge per i parchi che responsabilizzi tutti e in modo che sia gestito con una condivisione da parte di tutto il territorio. Solo così si può crescere”. Il delicatissimo ecosistema che accoglie la foce dei due fiumi più lunghi d’Italia, il Po e l’Adige, è stato di recente al centro di una riforma che non è andata in porto, ovvero il parco interregionale tra Emilia e Veneto: “La questione proposta dal governo di centrosinistra, è stata bocciata. Da sempre abbiamo puntato sull’autonomia del Veneto, siamo aperti a collaborazioni e sinergie con il Delta ferrarese, insieme siamo Mab Unesco, che comprende l’area da Chioggia a Cervia, ma siamo assolutamente certi e determinati a voler mantenere il parco in Veneto, anche perché i 4/5 del Delta sono nel Veneto. Anche perché siamo completamente diversi. Il
Il giorno 17 Aprile cristianamente è mancato all'affetto dei suoi cari
PAOLINO MARONATI di anni 76
ne danno il triste annuncio la moglie Michela, il figlio Federico, la nuora Romana, i fratelli, le cognate, i nipoti e parenti tutti. Le Esequie saranno celebrate Sabato 20 Aprile alle ore 11,00 presso la Chiesa Concattedrale del Duomo con partenza alle ore 10,45 dall'Ospedale Civile di Rovigo. Dopo le Esequie si proseguirà per il cimitero locale. Non fiori ma eventuali offerte da devolvere ai Frati Cappuccini di Rovigo. La famiglia ringrazia sin d'ora quanti parteciperanno alla cerimonia.
Rovigo, 19 Aprile 2019
Rodigina Onoranze Funebri Srl Rovigo: Via Badaloni 42 tel. 0425 28163 Via Tre Martiri 155/A tel. 0425 490666 Grignano Pol.: Via Ponte Asino 69 Crespino: Piazza Fetonte 47 Per un messaggio di cordoglio alla famiglia: messaggiodicordoglio@gmail.com
n “Dovremo offrire un’emozione che duri tutto l’anno”
A sinistra, un’immagine del parco del Delta del Po. A lato, l’assessore al Territorio della Regione Veneto Cristiano Corazzari
nostro è un turismo più ambientale, naturalistico, storico. Dall’altra parte del confine è più balneare e di massa”. Corazzari crede moltissimo nel Delta del Po e nel suo parco: “Stiamo lavorando alla strategia delle aree interne che prevede programmi e progetti tra cui i servizi del comuni sempre di più in una logica di rete attorno al Parco e alla sua natura incontaminata. E’ una terra con delle potenzialità enormi dal punto di
vista naturalistico. Si tratta di riuscire a costruire una rete di servizi adeguati per riuscire a far sì che chi entra nel Delta possa vivere questo territorio insieme a chi lavora e a chi vive questa terra. Pescatori, agricoltori possono sfruttare questa opportunità, reinventarsi in alcuni casi. Le istituzioni devono creare le condizioni perché questo passaggio avvenga”. L’assessore annuncia, poi che “ci sono investimenti
molto importanti in arrivo. Pensiamo a quello che sta per essere realizzato a Porto Tolle, con l’ex centrale Enel un polo turistico e di visitazione unico”. A che punto è il progetto? “L’Enel ha sottoscritto con l’operatore turistico l’accordo per acquisire l’area. La Regione ora deve dare le autorizzazioni per l’area che da industriale diventerà a vocazione turistica. La procedura è molto complessa. Al termine di questa, si convertirà il sito in-
dustriale a un modello di sviluppo sostenibile. Un paio di anni e vedremo risorgere l’ex centrale Enel di Polesine Camerini”. Nel breve periodo, invece, Corazzari vede già una rivoluzione in atto nel Delta del Po. “Ci sono molte novità nella ristorazione, nell’offerta turistica e nella visitazione di luoghi di interesse. L’importante è mettere in rete tutte queste realtà. affinché presentino un’offerta importante nella nostra area”.
I dati di Rosolina sono un po’ in calo rispetto agli anni passati. Come analizza questa tendenza l’assessore? “Secondo me è una questione di tipo di turismo. Il nostro è un turismo non di massa, ma lento, di visitazione, che valorizza le eccellenze gastronomiche, come i molluschi, il pesce, il riso e le nostre verdure. Chi viene, vive un’esperienza e un’emozione. Un turismo che dura tutto l’anno”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ESTATE Opportunità di impiego per i disabili
Lavori speciali in spiaggia Per il terzo anno consecutivo in Veneto la stagione balneare sarà “sociale” e “inclusiva”. Le spiagge venete si preparano alla riedizione del progetto “Turismo sociale e inclusivo” messo a punto dalle tre Ulss del litorale adriatico (la 4 Veneto Orientale, la 3 Serenissima e la 5 Polesana) e finanziato dalla Regione Veneto. Ma con una novità: quest’anno ogni località balneare del litorale veneto offrirà non solo una spiaggia attrezzata a misura di disabilità, in grado di accogliere e di offrire servizi di animazione a persone con problemi fisici e/o psichici; ma offrirà anche un’opportunità di lavoro a persone fragili, alla ricerca di un inserimento occupazionale. La Regione del Veneto mette a disposizione 50 borse-lavoro per altrettanti tirocini destinati all’inserimento lavorativo nei servizi di accoglienza e ospitalità turistica ‘accessibile’ rivolti a persone in carico ai Servizi di Integrazione Lavorativa delle nove Ulss regionali. Le spiagge venete, da Bibione a Porto Tolle, saranno quindi luoghi di inclusione non solo per gli ospiti, ma anche per gli operatori. Il progetto ‘Turismo Sociale e Inclusivo nelle Spiagge venete 2019” coinvolge tutte le nove Ulss del Veneto e tre assessorati: quello alla sanità e al sociale, quello al turismo e promozione e quello al lavoro. Il progetto quest’anno dispone di un budget complessivo di 394 mila euro, di cui 188.800 per i tirocini lavorativi e l’ospitalità abitativa per 50 giorni delle 50 persone selezionate dai Sil (i
A sinistra gli assessori Federico Caner e Manuela Lanzarin. A destra il sindaco di Rosolina, Franco Vitale servizi per l’inserimento lavorativo delle Ulss): i tirocinanti si occuperanno dell’accoglienza, delle piccole manutenzioni, dei servizi in spiaggia, della ristorazione, del verde. Vivranno una esperienza di full-immersione e di autonomia, accolti nelle strutture di turismo sociale della costa veneta, come il villaggio Marzotto di Jesolo o il villaggio San Paolo del Cavallino Treporti. E riceveranno una borsa lavoro della Regione Veneto, finanziata con il Fondo regionale per l’occupazione e la disabilità Ieri, a San Donà di Piave, la prima riunione tecnica dei Sil veneti per mettere in moto l’organizzazione di un progetto complesso, che ha as-
sunto una dimensione regionale e che prevede il coinvolgimento attivo di comuni, servizi sociali, consorzi balneari, strutture recettive sociali, grande distribuzione, organizzazioni sportive e ricreative, enti turistici. Gli obiettivi da raggiungere sono l’ulteriore potenziamento dell’offerta ricettiva del litorale veneto per i turisti con disabilità e la messa in rete dei servizi per l’inserimento lavorativo nella prima industria del Veneto, rappresentata dal comparto turistico. L’estate 2019 sulle spiagge ‘inclusive’ del Veneto sarà raccontata anche con un cortometraggio, che verrà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia di settembre.
“La novità del progetto sta nel perseguire la vera inclusione – mette in chiaro l’assessore regionale al sociale - quella degli ospiti, ai quali verrà offerta una vacanza attiva, coinvolgente e sicura, e quella dei giovani tirocinanti, selezionati dai Sil di tutto il Veneto, che grazie alla stretta collaborazione tra Ulss potranno vivere una esperienza di vita autonoma all’insegna della vacanza-lavoro. Le realtà imprenditoriali del turismo balneare possono creare nuove opportunità di lavoro anche per persone fragili o diversamente abili: con questo progetto apriamo la strada a nuovi percorsi di collocamento mirato e di vita indipendente”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 19 APRILE 2019 MESSAGGERO VENETO
ECONOMIA l’iniziativa
la presidente di friuladria
Industriali friulani pro-Ue: basta padroni a casa nostra
Chiara Mio: in regione sforniamo pochi laureati Così il futuro è lontano
Sulla facciata di palazzo Torriani esposte tre bandiere: friulana, italiana, europea Mareschi Danieli: «Serve un’altra Europa, ma abbiamo bisogno gli uni degli altri» UDINE. Da ieri la facciata di palazzo Torriani “parla” ai friulani e non solo. E porta un messaggio importante: «Meno individualismo e più Europa, senza tralasciare chi siamo e da dove veniamo». Quindi la sede di Confindustria Udine espone tre bandiere: friulana, italiana ed europea. La presidente Anna Mareschi Danieli ha lanciato questa proposta durante una recente riunione del Consiglio generale di Confindustria, a Roma, ottenendo il consenso unanime dei vertici della categoria. «In un periodo nel quale i problemi da affrontare sono tanti, gravi e comuni – spiega Mareschi Danieli – è paradossale pensare di potercela fare da soli. Non vale per un singolo Comune nei confronti della Regione, non vale per la nostra Regione nei confronti del Paese e non vale per le forze politiche nazionali nei confronti dell’Europa. Fra Cina e Usa non ci sta l’Italia bensì l’Europa. Quindi Europa sì, ma rivista, con nuove riforme, meno competizione interna e più potere sullo scacchiere internazionale. Ora spetta a ciascuno di noi assumere una posizione chiara e decisa contro chi vuole convincerci che sarebbe meglio tornare ad essere i “padroni a casa nostra”. Europa non significa perdere la nostra identità nazionale, ma riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri. L’Italia, fra l’altro, è in una situazione di debolezza reale, causata da un debito pubblico record che non è il motivo principale per il quale abbiamo bisogno dell’Europa, ma rappresenta
Palazzo Torriani, sede di Confindustria Udine, da ieri espone le bandiere friulana, italiana ed europea
sicuramente un fatto da non trascurare». Mareschi Danieli non si ferma qui, ma va oltre. «La retorica antieuropea, purtroppo, è diventata il pensiero dominante. Del resto, la lamentazione è sempre stata la strada più fa-
«L’Unione si deve basare su tre concetti: più lavoro, crescita e peso internazionale» cile da percorrere, specie se sostenuta da un certo malcontento popolare, che non si sentiva quando venne applicato il quantitative easing, che ha permesso il collocamento del debito italiano in periodi in cui il
l’anip
Bandi e gare d’appalto Rizzetto: «No ai vincitori con il massimo ribasso» UDINE. «A questo Governo che sta varando l’ennesima riforma del codice degli appalti, diciamo no al criterio del massimo ribasso per l’aggiudicazione delle gare dei servizi e sulla differenziazione delle procedure tra settore edile e settore dei servizi». È il messaggio lanciato durante la tappa friulana del road show che Anip-Confindustria, l’associazione nazio-
Walter Rizzetto
mercato pretendeva rendimenti per noi pressoché insostenibili. Noi non siamo assolutamente d’accordo con chi scarica la sua insoddisfazione sull’Europa (pur consci che qualche responsabilità quest’ultima ce l’ha), e ci assumiamo l’impegno, per quanto ci compete, di raccontare una storia diversa». «L’obiettivo del prossimo Parlamento europeo – prosegue la leader degli industriali friulani – per noi è chiaro: crescita inclusiva, occupazione e benessere per i cittadini. Realizzare un’Europa che diventi il miglior luogo dove vivere e fare impresa, in una sana competizione con gli altri grandi player mondiali. In questo scenario riteniamo dunque necessario invertire il paradigma
del Patto di stabilità e crescita, con politiche forti, che intervengano in maniera decisa sul clima di sfiducia e malcontento che pervade quei cittadini europei convinti che l’Unione non sia in grado di proteggerli dalle minacce esterne e li esponga, sul piano interno, a minori garanzie e diritti, generando impoverimento e precarietà. Riforme che riportino in capo alle istituzioni europee le decisioni e le conseguenti responsabilità. Serve una nuova stagione di riforme, che restituisca il sogno e la speranza ai cittadini. Per farlo, la nostra visione mette al centro tre concetti chiave: più lavoro, più crescita, più peso internazionale». — R.E.
nale delle imprese di pulizia e servizi integrati, presieduta da Lorenzo Mattioli. L’appello è stati condiviso anche da deputato Walter Rizzetto, vicepresidente della commissione Lavoro alla Camera. «Le aziende devono aggiudicarsi le gare perché sono brave e lavorano bene, non solo perché offrono meno. Anzi, molti imprenditori onesti vorrebbero cambiare, e subito, questo assurdo paradigma; nuoce, infatti, a loro stessi ed alla loro credibilità. Li voglio invitare presto a Roma – ha detto Rizzetto – per poterli far audire alla commissione Lavoro della Camera e per poter proporre, assieme, delle virtuose modifiche che migliorino le cose per tutti quelli che gravi-
tano in seno a questo moderno ed importantissimo settore». Un tema centrale anche nell’intervento di Alessandro Pedone, componente del Consiglio generale Anip e amministratore delegato di Gsa – Gruppo servizi associati –, che ha portato all’attenzione dei presenti l’esperienza aziendale in rapporto a dinamiche di mercato che troppo spesso vedono prevalere la logica del massimo ribasso, alimentando contenzioni e ritardi. «Con l’attuale quadro normativo diventa difficile, per le nostre aziende caratterizzate da un elevato costo della manodopera, creare valore e margini operativi importanti, stabilità occupazionale, sviluppo». —
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UDINE. «Il dato dei laureati sfornati dai nostri due atenei regionali non sta aumentando, anzi flette rispetto a dieci anni fa». Ma «un territorio che continua a leggersi solo in chiave tecnica è un territorio che non ha grandissimo respiro». Ne è convinta la presidente di FriulAdria, Chiara Mio, secondo la quale sulla contrazione del numero dei laureati in regione «bisognerebbe fare una riflessione». «È vero che c’è un ottimo numero di diplomati degli istituti tecnici – ha osservato Mio durante un forum all’Ansa –, peraltro molto richiesti dall’economia, però nel lungo termine un territorio che continua con questa visione rinascimentale, perché ci sono le arti, le professioni e i mestieri, non è attuale e soprattutto non ci porta nel futuro, dovremmo aprire una riflessione per insistere invece sulla necessità di una cultura superiore, perché dotiamo i nostri ragazzi di strumenti per affrontare il futuro». Sull’economia la numero uno di FriulAdria registra in Fvg una situazione congiunturale volatile. «Non dobbiamo ignorare i segnali positivi che ci sono». Certo, non si tratta di crescita «a due cifre» ma sono sufficienti per affermare che «ha senso investire, ha senso crederci se non altro per dettare la traiettoria», ha detto Mio. Che da presidente di banca, appena confermata al vertice, ha spiegato di vedere la parte eccellente del territorio. Il Fvg «ha una situazione di bilancio non drammatica come quella del Paese, l’autonomia regionale è stata gestita molto bene e la regione sta rinascendo attorno al rilancio del porto di Trieste che si porta dietro tutti i servizi, così come la terza corsia rispetto a un Paese in cui le opere pub-
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Chiara Mio
bliche faticano a decollare e sono molto controverse. Questa piccola dimensione del Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto Mio – è gestita in maniera virtuosa e permette di trascinare e dare fiducia a tutti gli altri operatori». Sul decreto sblocca-cantieri Mio ha spiegato che si trata di «un contributo importante» all’economia, ma «servono politici che si prendano le responsabilità di non mediare all’infinito. Le opere pubbliche servono, il Paese ne ha bisogno. E servono uomini e donne capaci di assumersi responsabilità». Infine una riflessione sulla Cina e sull’Europa. «Dire di no all’ingresso della Cina a Trieste non serve a molto. Quello che non può mancare è la presenza della politica. Nella negoziazione bilaterale Italia-Cina o peggio, Cina-Trieste, si deve innestare la politica nazionale in quota a quella europea, per non lasciare solo il porto di Trieste, la politica e gli imprenditori locali. Se la Cina è riuscita a concludere accordi con alcuni Stati, abbiamo bisogno di nuovi Schumann, nuovi statisti europei, perché avremo bisogno di pensare all’Europa che superi l’egoismo dei singoli», ha concluso Mio. —