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REGIONE ATTUALITÀ
Giovedì 18 Aprile 2019 Corriere del Veneto
Politica Verso le elezioni Europee Le decisioni dell’Europa incidono su molti aspetti della quotidianità dei cittadini. Che spesso non lo sanno Ex Popolari Aiuti di Stato e bail-in, l’Ue blocca i rimborsi a tutti
Sanità La Bei finanzia la nuova Cittadella di Treviso
Boschi Sono stati chiesti aiuti al Fondo di solidarietà
Stranieri In Europa si discute di accoglienza e ricollocamento
BANCHE, OSPEDALI L’analisi TEMPESTA VAIA UN VOTO CHE PESA Diversamente dalle Politiche (che più che un’elezione sono ormai diventate una rissa tra tifoserie), dalle Regionali e dalle Amministrative (percepite come più vicine alla nostra quotidianità, dagli ospedali alle scuole), le Europee non hanno mai elettrizzato più di tanto gli italiani, se non per i supposti riverberi nazionali, più o meno veri che fossero (come nel caso del 40% del Pd «renziano» 5 anni fa).
oppure alla difesa europea, sempre più impellente viste le spinte che arrivano da Usa, Cina e Africa, o ancora ai dazi e al dumping, anche fiscale, come quello praticato da Irlanda, Olanda, Lussemburgo) dunque si diceva, non solo sui «temi macro» ma anche su argomenti più puntuali e territoriali, si pensi solo al crac di Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Europa più vicina
I risparmiatori, loro malgrado, hanno capito bene cosa significhi subire un «veto di Bruxelles» perché è proprio per il timore dell’avvio di una proc e d u r a d’infrazione che il governo Lega-Cinque Stelle (nonostante faccia di continuo la vo ce g ro s s a con l’Ue) non ha ancora emanato i decreti che consentirebbero di risarcire gli ex azionisti dei due istituti di credito. Lo stallo ruota attorno al divieto di aiuti di Stato e alle regole sul bail-in (la risoluzione delle crisi bancarie) e senza il via libera di Bruxelles nessuno al ministero dell’Economia si azzarda a firmare alcunché, perché rischierebbe di dover poi risarcire il danno erariale. Una vicenda che per molti versi ricorda quella delle quote latte, che pure qui in Veneto molti allevatori conoscono bene (le cartelle esattoriali arrivano ancor oggi, nonostante la vicen-
Non fa eccezione il Nordest, dove di legislatura in legislatura la disaffezione si è fatta via via sempre più marcata: nel collegio che riunisce Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia votò il 77% degli aventi diritto nel 2005, il 72% nel 2009, il 64% nel 2014. Si vedrà come andrà il 26 maggio anche se rispetto a cinque anni fa il contesto appare molto cambiato. Di Europa si parla sempre più spesso, non sempre a proposito, quasi sempre in termini negativi (dopo l’esperienza del Governo Monti, «europeista» è diventato un insulto), un po’ per la retorica dei partiti, sempre alla ricerca di un nemico alle porte, un po’ perché anche i cittadini cominciano a misurare sulla propria pelle e sulle proprie tasche l’impatto delle decisioni che vengono prese a Bruxelles e a Strasburgo. Non solo sui «temi macro», che riguardano il Veneto in quanto regione d’Italia (si pensi alla Politica Agricola Comunitaria, senza la quale il settore primario andrebbe gambe all’aria,
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Le banche
26 maggio 2019
da affondi le sue radici nel 1984).
I fondi Ue
C’è poi tutta la partita dei fondi strutturali europei che per il Veneto sono valsi nel settennato che si va a concludere (20142020) la bellezza di 2,5 miliardi di euro: il Feasr (agricoltura) vale 1,17 miliardi, il Fesr (imprese, ricerca e innovazione) 600 milioni e il Fse (lavoro e occupazione) 764 milioni. In questi giorni di campagna elettorale continuano i negoziati tra le istituzioni Ue e gli Stati membri sul bilancio che coprirà il settennato 20212027: la bozza presentata dal presidente uscente della Commissione Jean-Claude Juncker vale complessivamente 1.279 miliardi e se venisse confermata potrebbe costare al Veneto 91 milioni. Quanto questi soldi siano diventati essenziali per il bilancio della Regione l’ha ripetuto a più riprese il governatore Luca Zaia, ricordando che nella manovra 2019 sono stati stanziati 65 milioni proprio per cofinanziare i fondi Ue (senza cofinanziamento, i soldi si perdono). E l’assessore Federico Caner, che ha delega in materie, assicura: «Le risorse che ci danno le spendiamo tutte fino all’ultimo centesimo. E anche di più: il Programma Operativo Regionale del Fesr 2007-2013, di cui si è appena chiusa la rendicontazione, ha un tasso d’impegno del 104%».
Strade e ospedali
E ancora, sempre in tema di soldi, la Bei, la Banca Europa
Federico Caner, assessore regionale I Fondi Ue valgono per il Veneto 2,5 miliardi Soldi che usiamo tutti: il Fesr 2007-2013 ha un tasso d’impegno del 104%
per gli Investimenti: ad aprile 2016 garantì il project bond di Cav da 830 milioni che ha consentito al concessionario di completare la restituzione ad Anas di quanto a suo tempo anticipato per la realizzazione del Passante di Mestre. Ha poi approvato un finanziamento da 68 milioni per la costruzione della Cittadella della Salute di Treviso (investimento da 250 milioni), un’operazione che la Regione vorrebbe replicare per la costruzione del nuovo ospedale di Padova, un progetto da 600 milioni di euro (Bei garantisce tassi attorno all’1-1,5%).
Il maltempo
Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (Fsue), nato nel 2002 per rispondere alle grandi calamità naturali è stato invocato di recente per la ricostruzione dei territori del Bellunese messi in ginocchio dalla tempesta Vaja, che ha provocato danni stimati in 1,7 miliardi. Ad ora non si hanno notizie dell’attivazione del Fondo, che comunque in passato è già stato utilizzato 80 volte, con oltre 5 miliardi di euro erogati a favore di 24 Paesi: 17 milioni arrivarono in Veneto nel 2010 per l’alluvione di Ognissanti.
La pesca
All’inizio del 2016 la Commissione europea ha notificato all’Italia l’apertura di una procedura di infrazione per la carenza di siti marini Natura 2000, invitandola ad istituire un Sito di Interesse Comunitario (Sic) nell’Alto Adriatico per garantire una migliore protezione dei delfini e delle tartarughe marine. Un’iniziativa che ha messo in agitazione il comparto della pesca e dell’acquacoltura che tra Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia coinvolge oltre 1.500 imbarcazioni e più 4 mila ad-
1,17 miliardi
È il valore del Feasr per il Veneto, il Fondo dedicato all’agricoltura
600 milioni
È il valore del Fesr, il Fondo che si occupa di innovazione e imprese
764 milioni
È il valore del Fse, il Fondo sociale che stanzia risorse per lavoro e occupazione
Pesca L’Ue impone aree protette, i pescatori protestano detti, che raddoppiano considerando l’indotto. Dopo lunghe trattative è stato trovato un accordo all’inizio di febbraio, che però non è ancora stato formalizzato.
Tav e porto
In occasione della lite tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega sulla Tav Torino-Lione molto si è parlato del rischio di perdere il contributo europeo per il «programma Cef» (Connecting Europe Facility) che nel nostro caso significa la tratta Brescia-Verona-VicenzaPadova (ferma come e più della Torino-Lione). I contributi erogati finora dall’Ue all’Italia per il Cef ammontano a 523 milioni, a cui si aggiungono altri 694 milioni già stanziati ma non ancora erogati. Se fosse confermato per il successivo programma Cef l’interesse italiano per l’Alta Velocità, le percentuali di cofinanziamento dell’opera da parte dell’Ue arriverebbero al 50% . È impensabile, poi, che le istituzioni europee, camera di compensazione dei diversi interessi nazionali, non entrino nella partita della «Via della Seta», il mega progetto da 40 miliardi di dollari avviato dalla Cina per connettere dal punto di vista infrastrutturale e commerciale Asia, Medio Oriente ed Europa, e che avrebbe in Venezia (insieme a Trieste) il terminale della sua rotta marittima.
Migranti
Da ultimo, ma è uno dei temi al centro della campagna elettorale, la complessa gestione dell’immigrazione (è uno dei cavalli di battaglia dei partiti di centrodestra ma pure il Pd, per ragioni opposte, ha voluto nella sua lista il trevigiano Antonio Silvio Calò, premiato come «Cittadino europeo» del 2018 per avere accolto nella sua casa un gruppo di migranti). Si tratta di un tema «macro», senza dubbio, ma dagli immediati e sentiti riverberi locali, basti pensare agli hub di Cona e di Bagnoli che prima d’essere chiusi hanno incendiato il dibattito pubblico e portato all’apertura di inchieste tutt’ora in corso su prefetti ed ex prefetti di Padova e di Venezia. Si possono blindare i confini? Chi deve gestire i migranti quando arrivano dal mare? E chi poi li deve accogliere? Domande capitali a cui dovranno rispondere (si spera) i futuri eletti a Strasburgo. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENEZIA E MESTRE
Giovedì 18 Aprile 2019 Corriere del Veneto
Marghera ma non solo Spese pasquali difficili rilancio in sette progetti Scioperano i dipendenti di Sma Simply e Metro 60 milioni sul tavolo
Al bando di Invitalia anche lo sviluppo della Certosa IlgruppoAuchanvorrebbecederemoltipuntivendita Pilkington bonificherà una parte della sua area, per costruire una nuova area coperta in modo da adeguare l’attività logistica a quella produttiva: investirà 7,2 milioni di euro e confida di riceverne 5,1 di finanziamento. Sirai, la società del presidente di Confindustria Venezia, Vincenzo Marinese, ha invece puntato sulla realizzazione di impianto mobile per recuperare i materiali pericolosi contenuti all’interno di serbatoi, al costo di 2,7 milioni (1,9 la richiesta di contributo). Ma non c’è solo Marghera, visto che in lizza si è presentata anche Vento di Venezia di Alberto Sonino, che ha un progetto per rinnovare in senso hi-tech gli ormeggi del porto turistico all’isola della Certosa, implementare i servizi a terra e poter ospitare imbarcazioni di dimensioni anche maggiori (8 milioni e mezzo di investimenti, 6 e mezzo richiesti). Sono alcuni esempi dei progetti che, dopo un anno di lavoro, sono stati presentati al bando di Invitalia per il rilancio dell’area di crisi industriale complessa di Venezia. Lunedì scadevano i termini e sul tavolo dell’agenzia nazionale sono arrivati sette progetti, per un totale di investimenti
Area industriale Nel bando ci sono 20 milioni di contributi dello Stato e 6,7 della Regione per progetti di sviluppo con possibilità di posti di lavoro
VENEZIA
di quasi 59 milioni, di cui 38,7 di finanziamento pubblico, con una previsione di 87 nuovi occupati. In realtà di soldi sul tavolo ce ne sono meno – 26,7 milioni, 20 dello Stato e gli altri della Regione Veneto – e forse anche questo ha un po’ smorzato gli entusiasmi della prima fase, quando alle manifestazioni di interesse erano arrivate 59 proposte per 600 milioni di euro complessivi. Oltre alle citate, in lizza ci sono anche Slim Fusina Rolling (il progetto più ambizioso, 25 milioni e mezzo nell’area ex Alcoa), 3V Sigma, San Marco
Petroli e Siru, i cui piani saranno ora vagliati da Invitalia. «E’ la conferma che Venezia e Porto Marghera attraggono investimenti», commenta soddisfatto l’assessore di Venezia Simone Venturini. «Quando ci sono dei contributi le aziende si muovono, compresa la mia - aggiunge Marinese - Oltre a questi ci sono altri importanti investimenti in corso, penso a Fincantieri o Veritas, e tante aziende che stanno valutando in questo clima, purtroppo, di incertezza». (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
MESTRE Spese difficile nel week end pasquale. Domani e sabato incroceranno le braccia decine di lavoratori della grande distribuzione in tutta la regione per protestare contro decisioni aziendali giudicate rischiose dai lavoratori e dai sindacati. Gli ultimi in ordine temporale ad aver annunciato uno sciopero e un presidio sono i lavoratori dei supermercati Sma Simply, azienda del colosso francese Auchan che nel veneziano conta una dozzina di punti vendita e in Veneto dà lavoro a oltre 500 persone. «Le voci sulla vendita di alcuni supermercati Sma Simply si susseguono da mesi e si fanno sempre più insistenti – commenta la segretaria Filcams Margherita Grigolato – Nonostante le forti preoccupazioni che abbiamo espresso all’azienda, non riusciamo ad arrivare a un confronto né a un chiarimento». Sabato, giorno cruciale per gli acquisti pasquali, di fronte al Simply di via Carducci a Mestre si svolgerà un presidio di due ore dalle 10 alle 12. I rumors, che proseguono da mesi a livello nazionale, su cui i rappresentanti sindacali chiedono delucidazioni riguardano la cessione di «molti se non tutti i più di 250 punti vendita a gestione diret-
Via Carducci Uno dei supermercati Simply di Mestre, che fanno parte del grande gruppo francese Auchan: qui si svolgerà il presidio di protesta sabato mattina
ta», scrivono in un volantino Filcams, Fisascat e Uiltucs, ad altri gruppi come Gross e Arena, anche se Conad sarebbe il più quotato per le acquisizioni, ma tra le ipotesi rientrerebbero anche altri player. «Abbiamo richiesto l’intervento del Ministero dello Sviluppo economico» spiegano i sindacati, che accusano Sma Simply di aver finora fornito «informazioni parziali e poco attendibili». Domani saranno invece i dipendenti di Metro di Marghera (e in tutta Italia) a incrociare le braccia. A far scattare lo stop
è il mancato accordo per il rinnovo del contratto integrativo: per i rappresentanti dei lavoratori la proposta ricevuta non farebbe altro che introdurre ulteriore precariato, più flessibilità con turni spezzati e legare i premi salariali a obiettivi irraggiungibili. L’azienda ha replicato che la sua intenzione è migliorare la conciliazione vita-lavoro dei dipendenti e il nuovo regolamento al posto dell’integrativo punta al «migliore equilibrio tra le esigenze dei clienti ed i bisogni dei dipendenti». (a.r.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
All’Accademia
Chioggia
Calci e pugni in campo la vittima in ospedale
Bambino nato morto due sanitari a processo
L
I
o hanno accerchiato e malmenato a suon di calci e pugni. A distanza di due giorni, un 28enne albanese è ancora ricoverato all’ospedale dopo essere stato aggredito da un gruppo di cinque persone. Ha riportato una frattura al cranio e i medici hanno preferito trattenerlo in osservazione. L’episodio è avvenuto lunedì alle 17: il giovane, mentre si trovava nei pressi dell’Accademia, nella zona di Campo Santo Stefano è stato aggredito. I carabinieri, che stanno indagando sulla vicenda, escludono che si sia trattato di un pestaggio da parte della baby gang già responsabile di diversi episodi. Lo hanno confermato anche i testimoni, che hanno raccontato ai militari di aver visto quattro o cinque uomini, non ragazzini. Il 28enne forse conosceva i suoi aggressori e non è escluso che si sia trattato di una rissa. Al momento, la situazione non è stata chiarita perché il giovane sarà sentito nei prossimi giorni e potrà aiutare gli investigatori a identificare il gruppo. I carabinieri stanno intanto visionando le immagini delle telecamere. (e. bir.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
l processo si annuncia combattuto, visto che il pm Giorgio Gava ha portato a giudizio i due imputati nonostante il suo consulente avesse escluso responsabilità. Ma il magistrato, letta la relazione del medico di parte civile, si è convinto che un ginecologo e una ostetrica dell’ospedale di Chioggia abbiano gestito male il parto di una donna padovana, avvenuto l’1 settembre 2016, quando il bimbo però è nato già morto. E ieri è iniziato per loro il processo, in cui sono accusati di aborto colposo. Secondo la ricostruzione dell’accusa, infatti, la donna era entrata in ospedale poche ore prima e già alle 2.30 era stato eseguito un tracciato che mostrava la sofferenza del feto. Un nuovo esame poco dopo le 7 aveva evidenziato l’emergenza ed era stato eseguito il taglio cesareo, purtroppo in ritardo. Le difese invece sostengono che tutto sia stato fatto in maniera corretta e che il rischio fosse emerso solo nel secondo tracciato, che ha portato al cesareo nel giro di mezz’ora. All’inizio erano state indagate altre due ostetriche, poi archiviate. (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La sfida delle elezioni europee
Lega grande favorita Pd e M5S inseguono Fdi insidia gli azzurri Il Carroccio veneto teme la concorrenza di Emilia e Friuli Tra i dem, guidati da Calenda, c’è il derby Variati-Moretti Filippo Tosatto VENEZIA. In un clima di campagna elettorale permanente, che condiziona l’operato delle istituzioni e acuisce la lotta fratricida nelle forze politiche, il Veneto si avvia al voto europeo con prospettive per molti versi ribaltate rispetto alla tornata precedente (correva il 25 maggio 2014), caratterizzata dal boom renziano e dal crollo della Lega “dia-
I sondaggi prevedono un ribaltone rispetto al boom renziano di cinque anni fa mantifera” di Bossi e Belsito. Allora, nella circoscrizione Nord Est, la lista del Pd superò i 43 punti percentuali surclassando i 5 Stelle (19%) mentre il Carroccio precipitò al 10%, superato di tre lunghezze da Forza Italia. UNO SCENARIO DIVERSO
Ben diverso lo scenario attuale dove i sondaggi accreditano un’impetuosa avanzata ai leghisti, con i dem in crisi di consensi, il M5S indebolito dall’esercizio di Governo, i berlusconiani disorientati e divisi. Ma il lustro alle spalle ha modificato anche la mappa politica regionale: l’Emilia meno rossa, il Friuli e il Trentino Alto Adige a vocazione salviniana, l’onda lunga di Luca Zaia nel Veneto autonomista; ancor più, nelle urne peserà il giudizio popolare sul ruolo dell’Unione europea: un porto sicuro di democrazia per alcuni, il simbolo della casta
prepotente per altri. Ma chi scenderà in lizza? BIZZOTTO, DA RE, I RUMORS
La Lega, si diceva, pregusta il colpo grosso, leggi sei-sette seggi sui 14 in ballo. Alle spalle di Matteo Salvini, capolista in ogni angolo d’Italia, i veneti favoriti nella corsa a Strasburgo sembrano l’uscente vicentina Mara Bizzotto ( «Saremo il primo partito e faremo la rivoluzione in Europa», proclama) e il segretario del partito Gianantonio Da Re; il veterano di Vittorio Veneto, tuttavia, è entrato in rotta di collisione con il gruppo dei consiglieri regionali (depennati in blocco dalla lista) e la circostanza potrebbe nuocergli sul territorio. Discrete le chance di partenza per Paola Ghidoni di Padova, Rosanna Conte di Caorle, Paolo Borchia (il veronese a capo di Lega nel Mondo) e Ilenia Rento presidente dell’Ater a Belluno, costretti però a fronteggiare il “fuoco amico” di emiliani, friulani e trentini che hanno via via incrementato la dote elettorale e le ambizioni di successo. TRE EX MINISTRI IN LIZZA
Profilo istituzionale per il partito democratico, che in prima linea schiera il romano Carlo Calenda (ministro dello Sviluppo economico di Renzi e Gentiloni) leader del movimento “Siamo Europei”, seguito dagli emiliani Elisabetta Gualmini (la vicepresidente della Regione) e Paolo De Castro, già titolare dell’Agricoltura con D’Alema e Prodi, che dopo aver escluso un terzo mandato europeo, ha optato per la ricandidatura. L’idea è di rivolgersi al popolo delle partite Iva e
delle imprese privilegiando competenza e pragmatismo. Al quarto posto c’è Achille Variati, per un decennio sindaco di Vicenza, spalleggiato da Nicola Zingaretti nella presentazione della sua campagna, a Padova: una presenza, quella del segretario nazionale, che non ha certo riempito di gioia Alessandra Moretti, diretta rivale del veterano in un derby tutto berico. Completano il drappello due trevigiani: l’ex senatrice Laura Puppato paladina ecologista e Antonio Silvio Calò, il docente in prima linea nell’accoglienza ai migranti, certo gradito a Cecile Kyenge, a capo del dicastero dell’Integrazione ai tempi del premier Letta e sua volta in lizza il 26 maggio . «LOTTA ALL’AUSTERITY»
A guidare la carica dei 5 Stelle sarà una giornalista coraggiosa, Sabrina Pignedoli di Reggio Emilia: le inchieste sull’infiltrazione della ’ndrangheta nel tessuto economico settentrionale le hanno valso minac-
Pignedoli, giornalista anti-’ndrangheta capolista dei 5 Stelle dopo le primarie on line ce di morte e un’esistenza sotto scorta; la base grillina, attraverso le primarie on line, l’ha voluta portabandiera. In campo anche Antonio “Anthony” Candiello, volto noto delle battaglie in difesa dell’ambiente a Porto Marghera, i militanti di lungo corso Simone Contro e Ulderica Mennella (lui vicentino, lei padovana)
Il Parlamento europeo di Strasburgo; in alto, in senso orario, i candidati Ilenia Rento (Lega), Achille Variati (Pd), Cinzia Dal Zotto (M5S), Federico Pizzarotti (+Europa), Sergio Berlato (Fdi), Irene Pivetti (Forza Italia)
e la sorpresa Cinzia Dal Zotto: feltrina di nascita, zurighese d’azione, insegna Economia e Business all’università di Neuchâtel: la giovane età abbinata ad un curriculum di prestigio hanno calamitato il favore dei simpatizzanti. «Finalmente con queste elezioni potremmo porre fine all’austerity e rimettere al centro l’ambiente e l’innovazione», le parole del portavoce Jacopo Berti nell’atto di depositare le candidature. SINDACO ZOGGIA IN LIZZA
In casa forzista la vigilia è stata scossa da un addio clamoroso, quello di Elisabetta Gardini: dopo vent’anni trascorsi fra Strasburgo e Bruxelles, la padovana è migrata in Fdi inveendo contro il presidente (azzurro) dell’assemblea, Antonio Tajani. La circostanza
Gardini corre a destra ma Berlato è sostenuto dalla lobby venatoria L’incognita + Europa coincide con l’intesa elettorale con Südtiroler Volkspartei, che assicura al Cavaliere-capolista una frazione percentuale in più su scala nazionale ma prevede un seggio sicuro agli altoatesini a scapito dei berlusconiani. La cordata comunque include l’imprenditrice triestina Sandra Savino e in rapida successione la rediviva Irene Pivetti. A spiccare, nella rappresentanza veneta, la senatrice padovana Roberta Toffanin, Valerio Zoggia sindaco di Jesolo, Matteo Tosetto vice a Vicenza, l’amministratore della Marca Emanue-
le Crosato e Anna Leso, già assessore tosiana a Verona. DAI COMUNISTI AI FASCI
A insidiare il bacino di centrodestra concorre Fratelli d’Italia capitanata da Giorgia Meloni: il favorito sembra Sergio Berlato, vecchia volpe vicentina sostenuta dalla lobby venatoria, che se la vedrà con la Gardini (rieccola) e l’uscente trevigiano Remo Sernagiotto. Tant’è: ad inseguire la soglia “vitale” del 4% c’è anche Federico Pizzarotti con +Europa-Italia in Comune, modeste invece le chance degli altri simboli, che spaziano da La Sinistra e il Partito comunista all’ultradestra di Casapound e Forza Nuova non senza una concessione - leggi Gilet arancioni - al ribellismo sovranista che agita il continente. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IL COMMENTO
VINCENZO MILANESI
Se i nostri ministri protestano contro l’Europa matrigna
gari qualificata, senza diritti di veto per nessuno. Questo è il vero deficit di democrazia. La democrazia non si fa con gli unanimismi. Peccato poi che molti dei Ministri del nostro Stato partecipino di rado, o addirittura mai, ai Consigli Europei che li riguardano, come è facile dimostrare. Anche se poi protestano contro l’Europa “matrigna”. Ma a protestare si fa meno fatica, e si lucrano magari anche consensi elettorali con poca spesa…Poco importa al loro se con danno degli interessi nazionali, quelli veri, che vanno tutelati nelle sedi opportune e deputate.
G
iorno più, giorno meno, siamo ormai ad un mese dalle elezioni per il Parlamento europeo. Nelle quali, ed è un bene, forse per la prima volta la contesa è accanita ed al centro dei dibattiti c’è l’Europa, con tutti suoi problemi. L’Europa di oggi è una forma di confederazione tra Stati sovrani, i rapporti tra i quali, al suo interno, si basano su trattati liberamente sottoscritti. Oltre al Parlamento, ci sono altri organi di governo di questa
confederazione. C’è innanzi tutto il Consiglio europeo, di cui fanno parte i capi di Stato e di Governo. C’è il Consiglio dei Ministri europei, del quale fanno parte i ministri degli Stati membri. Oltre alla Bce, per i Paesi che hanno adottato la moneta comune e che fanno parte della cosiddetta “zona euro”, ed alla Corte europea di Giustizia. C’è infine, temuta tanto quanto (da alcuni) vituperata, la Commissione Europea. Può sembrare un’architettura istituzio-
nale un po’ barocca, ed in un certo senso lo è, ma ce ne è bisogno, se si vuole cercare di tenere insieme una realtà complessa e composita, fatta di tante diversità. Che non è mai passata alla fase costituente di quegli Stati Uniti d’Europa vagheggiati dai Padri Fondatori, rimanendo una confederazione a sovranità “debole”, perché condivisa solo su un numero circoscritto di materie, alla fin fine. Con buona pace di quelli che la vogliono “cambiare”, questa nostra povera Unione
Europea, per renderla una confederazione a sovranità ancora più debole. “Cambiarla” perché non ha una struttura di governance democratica, dicono. Ma non è così non è. Il “luogo” dove si costruiscono le norme europee che vincolano gli Stati è il Consiglio dei Ministri europei, vero organo-chiave di decisionalità che trasforma in leggi europee una volontà comune, che si forma –badiamo bene- attraverso accordi tra Ministri di Stati sovrani e democratici. Tutti i
componenti degli organismi di governo europeo, Commissione Europea compresa, sono nominati dai Governi degli Stati sovrani e democratici che ne fanno parte. Non sono tecnocrati che agiscono in modo autoreferenziale ma delegati dei Governi nazionali che danno applicazioni a norme che quei Governi hanno approvato. Il vero problema politico della governance dell’Unione è l’unanimità richiesta per molte decisioni che andrebbero invece prese a maggioranza, ma-
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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
il processo
Violentò una bambina marocchino stangato dalla Corte d’Appello I magistrati veneziani hanno confermato la prima sentenza Risarcimento danni e interdizione perpetua dai pubblici uffici
Gigi Sosso VALBELLUNA. Atti sessuali su
una bambina, sulla figlia di un’amica, che frequentava la seconda elementare in un paese della Valbelluna e non aveva ancora compiuto otto anni. Il marocchino Bouchaib Lambarki è stato condannato a cinque anni di reclusione anche dalla Corte d’Appello di Venezia. Nessuno sconto, rispetto alla sentenza dell’abbreviato primo grado pronunciata dal gup Vincenzo Sgubbi, nemmeno per il risarcimento danni: erano e rimangono 50 mila euro, come richiesto dagli avvocati di parte civile Liuba D’Agostini e Roberta Resenterra. Immutata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella legale per la durata della pena.
Una bambina vittima di violenze
viabilità
A27, la Cisl alla Regione «Presenti la domanda per i soldi di Eusalp» BELLUNO. La Regione presen-
ti entro il 24 aprile domanda di accesso ai 100 milioni di euro messi a disposizione da Eusalp per la progettazione di interventi per la mobilità transfrontaliera. Domanda finalizzata ovviamente al prolungamento dell’A27. Lo chiede la Cisl regionale, col segretario Gianfranco Refosco. E questo mentre Remo Sernagiotto, europarlamentare, insiste nella medesima direzione. «Nessuno ci aspetterà a lungo – afferma l’espo-
nente di Fratelli d’Italia -. Sono certo che la Regione del Veneto saprà muoversi nella giusta direzione e coordinarsi al meglio con le autorità austriache che stanno dimostrando crescente interesse». Partendo da una riflessione che guardi in prospettiva la portualità di Venezia anche come hub interessato dal raddoppiamento del Canale di Suez e parte della Via della Seta, secondo la Cisl va ripensata e rilanciata la strategia dei collegamenti con l’area
La sentenza veneziana è del primo pomeriggio di ieri: adesso si attendono le motivazioni, sulla base delle quali o ci sarà un ricorso in Cassazione o per l’imputato potrebbero aprirsi le porte del carcere. Sarà il difensore di fiducia Mario Mazzoccoli a fare tutte le valutazioni necessarie sulla condanna per i fatti contestati tra il 2009 e il 2012. La ragazzina è diventata grande, ma difficilmente può aver dimenticato quello che le è successo quando andava a scuola e la madre la affidava a quell’uomo che avrebbe dovuto occuparsi della sua custodia e, invece, le metteva le mani nelle parti intime. La bambina si era confidata con le maestre ed erano state queste ultime ad avvertire la madre, che è andata a presentare una querela per violenza sessuale su minore, che diventerà un capo d’imputazione pesantissimo. La piccola ha raccontato in maniera dettagliata e lineare quello che doveva sopportare e i giudici le hanno creduto, dall’inizio alla fine. La difesa, invece, puntava su una sua presunta, scarsa credibilità, senza tirare troppo in ballo questioni di carattere religioso che in un reato così odioso come la pedofilia non c’entrano nulla. L’accusa ha retto completamente a distanza di tempo e anche il procuratore generale ha chiesto è ottenuto la condanna, con la conferma di quella pronunciata in primo grado. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
dell’Europa centrale e orientale. «In questo contesto assume rilevanza l’ipotesi di prolungamento della A27 fino in Austria dove si collegherebbe a nord ovest con Monaco e, a nord est, con Vienna e l’Europa orientale – afferma Refosco -. Si aprirebbero così scenari interessanti per tutto il Veneto e, in particolare, per l’economia “del Piave e della montagna”, quest’ultima sofferente delle devastazioni prodotte da Vaia». Per la Cisl, l’autostrada di Alemagna, che permetterebbe l’accesso al Nord delle Alpi senza dover passare dal Brennero o da Tarvisio, darebbe sicuramente un vantaggio competitivo a tutto il Veneto e al porto di Venezia in una prospettiva di medio termine. Al centro del dibattito dovrà essere posto il tema
della sostenibilità ambientale – raccomanda comunque la Cisl -: utilizzo delle migliori tecnologie di abbattimento dell’impatto ecologico e massimo rispetto dell’ecosistema. Sernagiotto, dal canto suo, prende atto della mobilitazione della provincia di Belluno. «Il territorio ha risposto con compattezza. Ne sono felice perché è da anni che all’Europarlamento porto avanti questa battaglia – afferma l’europarlamentare -. I territori veneti e del bellunese hanno bisogno di infrastrutture all’altezza in grado di contrastare lo spopolamento delle aree più disagiate e mettere tutte le aziende nella posizione di poter competere con chi ha vie di comunicazioni più rapide ed efficienti». — F.D.M.
Si è incamminato a nuova vita
La famiglia rivolge un ringraziamento particolare a tutto il personale della Casa di Riposo di Meano per le amorevoli cure e l’assistenza prestata.
La nipote lo accusa ma decidono i periti CADORE. Accusa lo zio di violenza sessuale. Ma le consulenze di accusa e difesa sarebbero arrivate, più o meno, alle stesse conclusioni. La giovane donna non sembra credibile, nella sua ricostruzione. Il processo per violenza sessuale su minore si concluderà il 22 maggio, con illustrazione delle perizie di parte, discussione e sentenza di primo grado. L’imputato è di naziona-
Educazione finanziaria incontro in sala Gaio BELLUNO. Oggi alle 17 nella
sala Gaio del centro diocesano di Piazza Piloni a Belluno, è in programma un incontro organizzato da Federconsumatori dal titolo «Educazione finanziaria: informazione e assistenza ai cittadini per favorire scelte economiche consapevoli». Il tema è di grande attualità ormai da anni, da quando sono scoppiati i casi delle banche e dei risparmi volatilizzati.
L’incontro sarà introdotto da Giovanna Capuzzo, presidente di Federconsumatori Veneto; seguirà la relazione di Dario Belli, responsabile del settore Banche Federconsumatori Veneto e presidente di Federconsumatori di Padova. Intervengono Maria Rita Gentilin, segretario generale Spi Cgil di Belluno e Guido Mattera, presidente di Federconsumatori di Belluno. —
audizioni in regione
Nuove linee guida per i prodotti comunali BELLUNO. Giornata di audi-
zioni ieri nella Terza Commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto: i commissari hanno sentito, infatti, i portatori d’interesse in relazione al Progetto di legge di iniziativa consiliare n. 426 “Disciplina e valorizzazione delle denominazioni comunali”, con il quale si intende fornire ai comuni le linee guida e una strumentazione normativa per disciplinare le procedure di riconoscimento e valorizzazione dei prodotti della tradizione e della storia lo-
di anni 88 Ne danno il triste annuncio la figlia Rosita, la nuora Orietta, le nipoti Monica e Giada con i parenti tutti. Le esequie avranno luogo venerdì 19 aprile alle ore 16 nella chiesa arcipretale di Longarone e proseguiranno per il cimitero di La Muda.
Si ringraziano sin d’ora tutti coloro che vorranno onorarne la memoria. Longarone, 18 aprile 2019 SOSPIROLO - Sopra Susin, 18 aprile 2019
GANZ - Sedico - Mas - Sospirolo - Santa Giustina - Limana - Tel. 0437/852088
lità marocchina e il legame di parentela con la ragazza impone di non far riconoscere quest’ultima. Avrebbe tenuto ferma sul divano la nipote con il peso del proprio corpo e l’avrebbe baciata sulla bocca, toccata al seno e palpeggiata nelle parti intime, sopra i vestiti. La giovane donna avrebbe tentato di spingerlo via, ma senza riuscirci. — G.S.
Federconsumatori
VELIA CIOTTI ved. ZANGRANDO
di anni 81 Ne danno il triste annuncio i figli Moreno e Andrea, la nuora Manuela i familiari e parenti tutti. Il rito delle esequie sarà celebrato nella chiesa arcipretale di Sospirolo, venerdì 19 aprile alle ore 10.30. Si proseguirà poi per il cimitero di Sospirolo.
violenza sessuale su minore
E’ improvvisamente mancata all’ affetto dei suoi cari
SALVATORE CANZONERI
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DE DEA GELISIO LONGARONE - Belluno - Ponte nelle Alpi Mel Tel. 0437/ 753675 condoglianze Online: www.gelisio.it
cali, presenti nelle diverse realtà territoriali. Sono stati invitati a fornire il proprio contributo i rappresentanti dell’Associazione Amici delle De.Co. Veneto, di Anci Veneto, Avepa, Veneto Agricoltura, di Unpli Veneto, Confcommercio, Confartigianato, nonché i rappresentanti delle associazioni di categoria degli agricoltori, e dei Consorzi di tutela dei prodotti Doc, Igp e Stg. L’esame del progetto di legge n. 426, nonché del Pdl n. 337 proseguirà nel corso delle prossime sedute. —
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PRIMO PIANO
Giovedì 18 Aprile 2019 Corriere del Veneto
Politica Verso le elezioni Europee Scheda ● Tra il 23 e il 26 maggio circa 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne per il rinnovo delle istituzioni europee ● In Italia si vota domenica 26 maggio, dalle 7 alle 23 ● Possono votare tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali del proprio Comune che avranno compiuto i 18 anni entro il 26 maggio 2019 ● Ai fini delle votazioni, l’Italia è stata divisa in cinque circoscrizioni elettorali: nordoccidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, FriuliVenezia Giulia, Emilia Romagna), centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), insulare (Sicilia, Sardegna) ● L’Italia elegge 73 eurodeputati. Di questi, 14 saranno eletti nel collegio Nordest. Con lo slittamento della «Brexit» a ottobre infatti la Gran Bretagna dovrà
26 maggio 2019
partecipare alla tornata elettorale e dunque i suoi seggi (73) non saranno redistribuiti tra gli altri Paese membri dell’Unione, com‘era previsto
Le liste alle Europee
Partito Democratico Carlo Calenda Elisabetta Gualmini Paolo De Castro Achille Variati Isabella De Monte Roberto Battiston Cecile Kyenge Silvio Antonio Calò Maria Cecilia Guerra Furio Honsell Alessandra Moretti Massimiliano Santini Roberta Mori Francesca Puglisi Laura Puppato
+Europa Federico Pizzarotti Silvja Manzi Philippe Daverio Federica Sabbati Eugenio Fusignani Carlotta Cinti Luciani Layla Yusuf Renate Holzseisen Giorgio Andrian Laura Antonini David Borrelli Alessandra Chiantoni Marco De Andreis Giorgio Pasetto Francesco Rolleri
PPA Popolo Partite IVA
Popolari per l’Italia
SVP
Manuela Malandrucco Paolo La Triglia Brigitte Marie Autret Lorenzo Franchi Saverio Galli Torrini Maria Marcianò Maddalena Bedei Amato Umberto Simone Condorelli
Il Popolo della Famiglia
Ivo Tarolli Milena D'imperio Paolo Gottarelli Monica Franch Giovanni Chiucchi Silvana Arbia Pasquale Montalto *Movimento Francesca Pangallo Gilet Arancioni Michele Laganà Maria Grazia Trombetta Valentino Antonio Sacco Patrizia Toselli Agostino Migliorini Manuela Vettorello Andrea Mondini Herbert Dorfmann Claudia Segnana Klaus Mutschlechner Martina Valentincic Otto Von Dellemann Sonja Anna Plank
Carlo Calenda
Partito Animalista
Mirko De Carli Clara Gallosi Vladimiro Campello Laura Neri Roberto Azzalin Carla Condurso Roberto Gualandi Emanuela Biagi Paola Ganz Antonio Pappalardo Licia Pierri Salvatore Raimò Valentina Rota Andrea Castellani Svetlana Kiriwk Cosimo Lanzo Francesca Vistalli Mario Rossignoli Marica Menara Antonello Secchi Clarissa Zambelli Caterina C. M. Di Malta Francesco Pappalardo
*Parlamentare Indipendente Lamberto Roberti
Lega Nord
Matteo Salvini Alessandra Basso Mara Bizzotto Paolo Borchia Vallì Cipriani Rosanna Conte Gianantonio Da Re Marco Derosto Matteo Gazzini Paola Ghidoni Manuel Ghilardelli Elena Lizzi Emiliano Occhi Gabriele Padovani Ilenia Rento
Cristiano Ceriello Anna Tonia Ravicini Alberto Musacchio Luisantonio Zanin Alberto Montoro Annunziata Bruno Daniela Rinaldini Isabella Campana Matteo Salvini
Volti e sfide a Nordest Europee:eccoleliste *Liste non ammesse
VENEZIA Esistono, è innegabile, «tipi da lista». Il «recidivo», che ci prova con caparbietà tornata dopo tornata anche se con esiti deludenti. L’evergreen che per decenni spunta spesso fra i primi nomi della lista. C’è il «blindato», quello che, preferenze o no, può concedersi festeggiamenti anticipati, fatto salvo il rito scaramantico di rigore. Ma la vera novità di questa tornata di elezioni europee è «il Carneade». Ci spieghiamo meglio. Non solo nelle immancabili micro liste fantasiose che apprezzano il gareggiare anche se consapevoli di non poter neppure sognare lo sbarramento del 4%, non solo nel Movimento 5 Stelle che professa democrazia & clic per scegliere i candidati sulla piattaforma Rousseau, persino nell’ormai mastodontica Lega di matrice salviniana, svettano nomi sconosciuti ai più. Peggio, sconosciuti allo stesso stato maggiore del Carroccio. Parliamo della circoscrizione del Nordest che ingloba, oltre al Veneto, anche Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. E il dato saliente della vigilia, a poco più di un mese dall’apertura delle urne, pare essere proprio questo, la carica di sconosciuti di manzoniana memoria. Una scelta non dettata dal caso che ha scatenato un brontolio fragoroso, soprattutto in casa Lega, soprattutto in Veneto. Un’altra scelta accomuna i principali schieramenti politici, anche a Nordest: il capolista di peso. E così, partendo proprio dal Carroccio che punta all’en plein, ecco capolista lo stesso Matteo Salvini. Val la pena analizzare i 14 nomi che seguono. Si parte con la tesoriera del Carroccio a Bologna, la poco nota Alessandra Bas-
so. Segue l’europarlamentare uscente, la vicentina Mara Bizzotto (categoria «blindati» di cui sopra). E poi, ancora, Paolo Borchia, veronese, stimato tecnico veronese del gruppo della Lega a Bruxelles. Poco noto alla base, ça va sans dire. Segue una volitiva sindaca romagnola, Vallì «la Rossa» Cipriani, Rosanna Conte poco nota esponente del Carroccio di Portogruaro, nel Veneziano. Subito dopo incrociamo un altro nome blindato: Gianantonio «Toni» Da Re, segretario nathional uscente e a seguire altri «emergenti». Spiccano, per assenza, tutti i «regionali»: Roberto Ciambetti, presidente dell’assemblea di Ferro Fini, l’assessore regionale Federico Caner, i consiglieri Fabiano Barbisan e Luciano Sandonà. Tutti
Sotto la lente il possibile testa a testa fra il redivivo Pd e un M5S in difficoltà: sono 14 i seggi in palio
spazzati via dal niet di via Bellerio. Si comprende il malanimo dilagante nei confronti dei cugini lombardi cui non è stato applicato lo stesso criterio. Si diceva del capolista «big». Il Pd punta tutto sull’ex ministro Carlo Calenda e sul feeling con gli imprenditori nordestini al punto da farlo traslocare a Padova. A scorrere la lista messa faticosamente insieme dai dem spicca il rientro di quella che era stata lady preferenze, Alessandra Moretti. Ci sono, poi, entrambi i nomi di Acille Variati, ex sindaco di Vicenza e di Paolo De Castro, già golden boy dell’agricoltura e del made in Italy a Bruxelles. I due sono stati al centro di un va e vieni che si è ricomposto solo sul filo di lana. Si ricandida la friulana Isabella De Monte ma spunta anche il prof simbolo dell’accoglienza dei migranti, il trevigiano Antonio Silvio Calò. E ci si imbatte in un altro ex sindaco, l’udinese Furio Honsell. E il quindicesimo nome della lista è quello dell’ex senatrice Laura Puppato. Il M5S ha puntato su Sabrina Pignedoli, giornalista anti mafia emiliana come capolista. Ci sono l’uscente (e dato per riconfermato) Marco Zullo e l’apprezzata Ulderica Mennella cui si aggiunge Simone Contro di Sandrigo, nel Vicentino, noto per essere amministratore delle chat del Movimento. Restano fuori nomi gettonati come la moglianese Cristina Manes e il padovano Giuliano Altavilla. Tornando a destra, Silvio Berlusconi capolista per Forza Italia - stesso schema - cui seguono, fra gli altri, Irene Pivetti e Roberta Toffanin ma anche il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia. Fratelli d’Italia ha come capolista, naturalmente, Giorgia Meloni che ha come «secondo» Sergio Berlato, il santo patrono delle doppiette venete e consigliere regionale che ci riprova.
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L’Ego - Hub
Capolista big Ad accomunare tutte le liste la scelta di mettere come capolista il big del proprio partito
Gli sconosciuti Moltissimi, anche nei partiti principali, i nomi poco noti scelti dai vertici per correre
Previsioni Si ipotizza un minimo di sei seggi al Carroccio in nome di percentuali «bulgare»
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Corriere del Veneto Giovedì 18 Aprile 2019
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L’influencer Maria Sandrin
L’ex 5 Stelle David Borrelli
Alle urne L’Europa al voto per rinnovare i propri rappresentati a Bruxelles il 26 maggio
Le liste alle Europee
Forza Italia
Silvio Berlusconi Sandra Savino Irene Maria Pivetti Roberta Toffanin Valentina Castaldini Emanuele Crosato Cristina Folchini Ilaria Giorgetti Paola Girolami Anna Leso Mario Malossini Giuseppe Papa Alfredo Posteraro Matteo Tosetto Valerio Zoggia
*Rispetto per tutti gli animali ORA
Montecitorio
Fratelli d’Italia
Giorgia Meloni Sergio A. Berlato Cristian Bolzonella Luca Ciriani Renata Dalfiume Isabella Dotto Michele Facci Elisabetta Gardini Francesca Gerosa Giulia Manzan Massimo Mariotti Fabio Pietrella Maria C. Sandrin Remo Sernagiotto Gianfranco Stella Michela Dossa Andrea Carollo Laura Zavarise Roberto Migliorini Luisa Gros Mirko Angelini Patrizia Picasso
Partito Pirata
Destre Unita
Luigi Gubello Stefania Calcagno Giuseppe Cossalter Cristina Diana Bargu Aram Gurekian Valentina Piattelli Luigi Di Liberto Maria C. Pievatolo Marco Anselmo Luca Calamari Marco Ciurcina Carlo Piana Fabio Aaron Biancotti Paul Stephen Borile
Simone Di Stefano Elisabetta Uccello Andrea Bonazza Roberto Bussinello Carlo Andrea Cardona Francesco Clun Rosa De Nunzio Claudia Cagliano Stefania Marcante Pierpaolo Mora Marco Mori Giulia Pilloni Katia Portaro Maurizio Puglisi Ghizzi Monica Tess
Movimento 5 Stelle
Forza Nuova Roberto Fiore Alessia Augello Luca Castellini Gloria Callarelli Luca Leardini Caterina Foti Lorenzo Damiano Stefania Venir Michele Olivotto Francesca Barbierato Federico Corso Giulia Sasso Fiorenzo Consoli Emma Marzari Stefano Girella
Sabrina Pignedoli Marco Zullo Viviana Dal Cil Alessandra Guatteri Elena Mazzoni
Raffaele Colella Luana Miani Alberto Grossi Paola Corbellari Carolina Zanaga Manuela Tartari Walter Spizzamiglio Sinatra
Partito Comunista
Europa Verde
La Sinistra
Silvia Zamboni Angelo Bonelli Chiara Bertogalli Marco Affronte Fiorella Belpoggi Norbert Lantschner Tiziana Cimolino Davide Nava Boro Lo Fatou Alice Brombin Eugenia Fortuni Judith Kienzl Giuseppe Prasel Luca Saccone Massimo Valpiana
Silvia Prodi Adelmo Cervi Alessia Cerentin Ismail Ait Yahya Martine De Biasi Andrea Bellavite Luisa De Biasio Calimani Mauro Collina Chiara Mancini Iztoc Furlanic Elena Mazzoni Giacomo Gianolla Maria Chiara Zandonella Fausto Pozzobon Matteo Segatta
Claudio Fochi Nadia Piseddu Matias Eduardo Diaz Crescitelli Cinzia Dal Zotto Antonio Candiello
Ulderica Mennella
Marco Rizzo Laura Bergamini Canzio Giuseppe Visentin Rosanna Tracuzzi Spadaro Georgios Apostolou Isabella Sartogo Ugo Bertinelli Daniela Giannini
*Liste non ammesse
Da segnalare anche la transfuga Elisabetta Gardini che ha detto addio a Forza Italia pochi giorni fa, l’ex europarlamentare Remo Sernagiotto e anche «Siora Gina», una influencer in vestaglia e bigodini che sbanca i social network. Da tenere d’occhio l’accoppiata +Europa e Italia in Comune: capolista l’ex pentastellato Federico Pizzarotti che arruola, fra gli altri, Philippe Daverio, Giorgio Pasetto (il pasdaran anti congresso della famiglia tradizionale di Verona) e un altro ex pentastellato ed ex europarlamentare, David Borrelli inserito, pare di capire, in quota Bonino. Delle 20 liste presentate, 3 non sono state ammesse(Gilet Arancioni, Rispetto per tutti gli animali Ora e Parlamentare indipendente), altre possono regolarizzare: Partito Pirata e Destre Unite-Casapound. Ci sono poi:Popolo della famiglia, Popolari per l’Italia, Svp, Partito Animalista, Europa Verde e Popolo delle Partite Iva. Spostandoci all’estrema destra, oltre a Casapound - Destre Unite, ecco la lista di Forza
Tornano sigle storiche di estrema destra ed estrema sinistra: da FN a Casapound, dal PC a La Sinistra
Carla Franchini Salvatore Lantino Simone Contro Cristiano Zanella
Alessandro Mustillo Silvia Stefani Marco Trapassi Giovannina Bastone Alessio La China Eleonora D’Antoni Gianmarco Chilelli
L’Ego - Hub
Nuova con capolista Roberto Fiore. La costellazione di sinistra, invece, si divide in due: La Sinistra con Silvia Prodi capolista e il Partito Comunista con Marco Rizzo al numero uno della lista. Secondo il politologo Paolo Feltrin, un seggio equivale a circa 6 punti percentuali. Alla Lega dovrebbero andarne 6, M5S e Pd, parimerito, potrebbero totalizzarne 3 a testa mentre altri due saranno contesi fra FI e FdI. «Anche se qualcosa potrà cambiare in nome del meccanismo dei resi» spiega Feltrin. In totale i seggi in palio sono 14. Il voto si esprime tracciando sulla scheda una X sul simbolo della lista prescelta. Si possono esprimere fino a tre preferenze per candidati della stessa lista. Nel caso si esprimano tre preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso pena l’annullamento. Possono votare tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 18 anni entro il 26 maggio 2019, data del voto europeo. Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
Agro-mafie e scelta no vax Cunial espulsa dal gruppo M5S VENEZIA Sara Cunial, la barricadera deputata del Movimento 5 Stelle ormai a un passo dall’espulsione. E stavolta sembra davvero un biglietto di sola andata. La bassanese, accesa no vax, ha percorso, sin qui, una strada tutta in salita all’interno del Movimento. Già in campagna elettorale era stata sospesa proprio per la forte vicinanza con il mondo no vax. In aula ha votato emendamenti proposti dalle opposizioni e non ha votato la legge di bilancio. Isolata dal resto dei parlamentari pentastellati e dai compagni di partito veneti, ieri Cunial, maglioncino rosa e verve da tribuno, ha pronunciato un eclatante discorso in aula in cui ha accusato il suo stesso partito di voler fare «uno scempio in nome e per conto delle agromafie». Il casus belli, questa volta, non è però l’obbligo vaccinale dalla deputata definito «un genocidio» bensì il caso xylella e gli ulivi pugliesi che la bassanese sta difendendo strenuamente da mesi. In continuità, va detto, con quanto proclamava lo stesso Luigi Di Maio prima di arrivare a Palazzo Chigi. Puglia infelix, verrebbe da dira. Il Tap, l’Ilva e poi gli ulivi malati da abbattere: altrettante ferite aperte su cui il M5S di governo ha fatto marcia indietro. Non l’irriducibile Cunial che, in queste ore, sta collezionando decine di attestazioni di stima Barricadera non solo dagli attivisti ma Sara Cunial anche, ed è un inedito nelle dinamiche pentastellate, da più di qualche ormai ex collega del gruppo M5S alla Camera. Il direttivo M5S a Montecitorio si è riunito e ha votato l’espulsione dal gruppo parlamentare e la segnalazione ai probiviri. E uno dei tre proboviri è Jacopo Berti, già capogruppo in Regione. L’espulsione dal gruppo parlamentare è, di fatto, il prodromo tecnico per la cacciata dal M5S. «Abbiamo avviato ufficialmente la procedura di espulsione dal gruppo parlamentare della Camera» hanno fatto sapere i pentastellati in una nota. E lei, ieri è passata al Gruppo Mistoì. «Ha assunto posizioni antiscientifiche su tutto, anche sulla Xylella» ha commentato il capogruppo Francesco D’Uva. In sua difesa, fra gli altri anche una provocatoria Paola Nugnes che twitta: «Ma se una non rispetta lo statuto che non rispetta più lo statuto sta rispettando lo statuto che non è più rispettato dallo statuto, o no?». (m.za.)
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Nordest
CONFTURISMO VENETO, CONFERMATO MICHIELLI Marco Michielli rieletto presidente della Confederazione delle imprese turistiche: «Serve un “codice alloggi” per contrastare l’abusivismo». Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Meloni arruola Gardini e la Siora Gina Depositata la lista di Fratelli d’Italia per le Europee di maggio `L’influencer veneta in ciabatte e bigodini di nuovo candidata In corsa con Berlato e Sernagiotto anche l’ex azzurra padovana Berlusconi guida Forza Italia seguito dalla deputata Sandra Savino `
LE ELEZIONI VENEZIA Adesso è ufficiale: Elisabetta Gardini, l’europarlamentare padovana che ha lasciato Forza Italia sostenendo che il partito «è sulla via del decesso» e che il suo vicepresidente Antonio Tajani ne è «il becchino», è passata con Giorgia Meloni. La lista per le Europee di Fratelli d’Italia nella circoscrizione Nordest, depositata ieri in Corte d’appello a Venezia, non presenta solo il nome della Gardini. In corsa c’è anche Maria Cristina Sandrin, padovana di nascita ma residente a Verona, per trent’anni imprenditrice poi diventata avvocato, nota come “siora Gina”, la casalinga veneta in ciabatte e bigodini i cui video sono diventati virali sui social. Ma in FdI scalpitano per essere (ri)eletti anche Sergio Berlato e l’uscente Reno Sernagiotto. Si preannuncia così una lotta durissima per le preferenze. Più che “fratelli” potrebbero essere “coltelli”.
mo parlamento europeo e più in generale in un Europa che deve cambiare sin dalle sue fondamenta». Martedì, infatti, Gardini aveva aderito ai Conservatori e Riformisti, il gruppo che in Europa vede assieme Giorgia Meloni e Direzione Italia di Raffaele Fitto. L’uscita di Gardini da Forza Italia risale al 12 aprile scorso. «Forza Italia non è più un partito di centrodestra - ha ribadito ieri l’ex azzurra - Ho avuto tante volte la tentazione di andarmene, ma prima ho voluto terminare il mandato». Tra i motivi del “divorzio”, anche l’accordo tra Forza Italia e la Südtiroler Volkspartei: in caso di elezione di un solo eurodeputato da parte degli azzurri nella circoscrizione Nordest, il seggio andrà all’altoatesino Herbert
Dorfmann. «Forza Italia ha regalato il Nordest agli austriaci - ha detto Gardini - Dorfmann è da dieci anni che lavora con la delegazione austriaca». Non che Fratelli d’Italia garantisca però l’elezione: con il superamento della soglia di sbarramento del 4%, il partito di Giorgia Meloni conta di ottenere un solo seggio. Che andrà a chi otterrà più preferenze.
LA BATTAGLIA Ipotizzando che la più votata sia Giorgia Meloni, capolista in tutte le cinque circoscrizioni del Paese, la leader dovrebbe poi dimettersi per lasciare il posto al primo dei non eletti. Ruolo a cui, appunto, ambiscono in parecchi. Ci prova l’uscente Remo Serna-
giotto, trevigiano, pure lui ex di Forza Italia ora con Raffaele Fitto in Direzione Italia. Ambisce a tornare a Bruxelles il paladino dei cacciatori e capogruppo di FdI in Regione Veneto Sergio Berlato, secondo in lista dopo Meloni. C’è ovviamente la Gardini. C’è il pordenonese Luca Ciriani, uno dei pochi chiamati a “portare acqua” essendo già impegnato al Senato come capogruppo. E c’è l’incognita Siora Gina. Che, per la verità, non è nuova alla politica, visto che già l’anno scorso aveva provato la corsa al Parlamento con Grande Nord, candidata al Senato a Verona. Di sicuro è uno dei volti più noti e seguiti sui social e nelle tv locali, fondatrice del “Popolo in Movimento” che l’anno scorso era confluito ap-
L’ANNUNCIO «Sono molto lieta di annunciare la candidatura di Elisabetta Gardini nel Nordest, nelle liste di Fratelli d’Italia. È stata ed è una grande protagonista in Europa, capace di difendere gli interessi italiani»: così Giorgia Meloni, a fianco alla stessa Gardini, ha dato ieri a Roma l’annuncio. «Sono molto felice di essere stata accolta nel partito di Giorgia Meloni, l’unico guidato da una donna che è già un segno di grande cambiamento - ha detto Gardini - Sono convinta che il gruppo dei Conservatori e pertanto il suo rappresentante in Italia, cioè FdI, svolgerà un ruolo cruciale nel prossi-
IL MOVIMENTO 5 STELLE CONFERMA LE SCELTE DELLE PARLAMENTARIE E SI AFFIDA ALLA GIORNALISTA SABRINA PIGNEDOLI
FDI “Siora Gina” Sandrin
punto nella confederazione Grande Nord. Una sorta di “influencer” populista che già nel 2016 si era battuta contro il referendum costituzionale, che appoggia Salvini sui migranti e sostiene la Brexit. «Amici e fan si fa sul serio! - ha scritto su Facebook - Andiamo in Europa per #cambiaretutto. Dobbiamo farlo noi popolo andando in massa a votare e far capire chi comanda. Non farlo saremo costretti a subire per sempre. Amici questa è ultima chiamata! La Siora Gina a confronto con la Merkel! Immaginate che sberla in faccia che sarebbe!!!».
26 “SORELLE” D’ITALIA Elisabetta Gardini e Giorgia Meloni
Il giorno di maggio stabilito per Europee e Amministrative
«Zaia prenda coraggio e ci porti tutti in piazza»
FORZA ITALIA Nessuna sorpresa per Forza Italia la cui lista è stata depositata ieri. Capolista è Silvio Berlusconi, seguito dalla coordinatrice del Friuli Venezia Giulia nonché deputata Sandra Savino e da Irene Pivetti. In lista anche la senatrice padovana Roberta Toffanin, l’ex presidente della Provincia autonoma di Trento Mario Malossini, il sindaco della località balneare di Jesolo, Valerio Zoggia. «Sì all’Europa, ma per parteciparvi da protagonisti e non per subirla - ha detto Toffanin - Con la discesa in campo del presidente Berlusconi l’Italia riprenderà in Europa quel ruolo di primo piano che la lungimiranza, competenza e autorevolezza da vero statista del nostro presidente sapranno assicurare». Depositata ieri anche la lista del Movimento 5 Stelle secondo il risultato delle Parlamentarie. Capolista la giornalista reggiana Sabrina Pignedoli, quindi l’eurodeputato uscente friulana Marco Zullo, la più votata Viviana Dal Cin. A seguire Alessandra Guatteri, Elena Mazzoni, Claudio Fochi, Nadia Piseddu, Matias Eduardo Crescitelli detto “Diaz”, Cinzia Dal Zotto, Antonio “Anthony” Candiello, Ulderica Mennella, Carla Franchini, Salvatore Lantino, Simone Contro, Cristiano Zanella. Alda Vanzan
A un anno dalle elezioni regionali, il neonato partito dei Veneti annuncia, attraverso Alessio Morosin (foto), il programma. Si prevedono, tra l’altro, “baby card” regionali di 500 euro al mese per far crescere i bambini fino ai tre anni, fisioterapista e ostetrica gratuite per le future mamme. Con che soldi? Con quelli dei veneti, visto che si chiede di trattenere il 90% delle imposte e tasse pagate. Ma il Partito dei Veneti proporrà un proprio candidato governatore o appoggerà Luca Zaia? «Se Zaia sposa il nostro programma siamo pronti ad appoggiarlo dice Morosin - altrimenti avremo un nostro candidato, che di sicuro non sarò io». «Il governatore - aggiunge Morosin - è bravissimo e gode di ampio consenso. Ma temiamo che, come avvenuto per tanti leghisti regionali con la formazione delle liste un anno fa e adesso per le Europee, anche lui sia destinato a essere “fatto fuori” da Salvini. Io dico: salviamo Zaia da Salvini. Il governatore prenda coraggio e, a partire dall’autonomia, non giochi di rimessa. Se dicesse: tutti in piazza per l’autonomia, avrebbe con sé il Veneto in strada». (al.va.)
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M5S
FORZA ITALIA Roberta Toffanin
Partito dei Veneti
`VENEZIA
L’intervista Herbert Dorfmann erbert Dorfmann cerca il tris e, con tutta probabilità, lo troverà. L’europarlamentare in carica dal 2009 è il capolista della Südtiroler Volkspartei nella circoscrizione Italia nord-orientale: in virtù del collegamento con Forza Italia, previsto dalla legge elettorale per le minoranze linguistiche com’è quella tedesca, gli basterà ottenere almeno 50.000 preferenze (e nel 2014 ne incassò oltre 94.000) per garantirsi il pass per Bruxelles. «Presumo sia stato questo a far arrabbiare Elisabetta Gardini, ma è inutile che vada in giro a dire che io le avrei “fregato il posto”, Fi è perfettamente in grado di conquistare due seggi come ha fatto cinque anni fa», dice il 50enne candidato altoatesino.
H
Gardini non la pensa così. E
Commissione Europea: è bavarese, quindi molto vicino a noi».
«Non rubo il posto a nessuno l’intesa Fi-Svp è la più giusta» correrà con Fratelli d’Italia. «Sì. Ma questa sua decisione non è certo maturata nel giro di 24 ore, credo proprio che l’avesse in mente da tempo, come dimostra il suo comportamento delle ultime settimane, che ha trascorso attaccando continuamente la Svp, me e Fi. Eppure i due partiti hanno trattato per mesi con grande trasparenza e lei era al corrente della situazione. Le sue accuse mi hanno stupito: lo spirito del lavoro fatto con il presidente Antonio Tajani era di arrivare a un accordo
elettorale che mettesse insieme tutte le forze del Ppe in Italia». Non è un patto tecnico, come sostiene Gardini, descrivendo Fi come «un taxi» per la Svp? «Per chiudere questa intesa non abbiamo firmato carte dove ci siamo impegnati per qualcosa, ma non è che andiamo un giorno di qua e un giorno di là. Inoltre questo è l’accordo più giusto e coerente da parte nostra: negli ultimi cinque anni all’Europarlamento ero nelle file dei popolari, non dei socialdemocratici».
Farà campagna in Veneto? «Sicuramente sì: questa è la mia circoscrizione e vado spesso a Belluno, soprattutto per iniziative legate all’agricoltura».
Ma com’è che nel 2014 il collegamento di lista fu con il Pd? «Quella scelta era legata al partner nella giunta provinciale di Bolzano, che allora era appunto il Partito Democratico». Adesso sarebbe la Lega però. «Ma a noi serve un alleato europeista, perché la Svp è pro-Europa e non può mettersi insieme con un partito euroscettico, populista, sovranista, egoista. Inoltre vogliamo dare il nostro contributo all’elezione di Manfred Weber alla presidenza della
bfe0fef4-1ae6-4ea3-beca-1b41fa6fd3cb
«PENSO CHE ELISABETTA SI SIA ARRABBIATA INUTILMENTE, I FORZISTI POSSONO CONQUISTARE DUE SEGGI COME CINQUE ANNI FA»
Cosa pensa dello stallo sull’autonomia differenziata? «Il mio partito ed io pensiamo che più competenze si danno alle Regioni, meglio sia per la gestione dello Stato, quindi sostengo la richiesta del Veneto e credo che sarebbe ora di fare un passo in avanti. I veneti sono stufi degli ostacoli opposti dal Movimento 5 Stelle, ma anche delle scuse di Matteo Salvini, che ormai non funzionano più». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
CONFTURISMO VENETO, CONFERMATO MICHIELLI Marco Michielli rieletto presidente della Confederazione delle imprese turistiche: «Serve un “codice alloggi” per contrastare l’abusivismo». Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Meloni arruola Gardini e la Siora Gina Depositata la lista di Fratelli d’Italia per le Europee di maggio `L’influencer veneta in ciabatte e bigodini di nuovo candidata In corsa con Berlato e Sernagiotto anche l’ex azzurra padovana Berlusconi guida Forza Italia seguito dalla deputata Sandra Savino `
LE ELEZIONI VENEZIA Adesso è ufficiale: Elisabetta Gardini, l’europarlamentare padovana che ha lasciato Forza Italia sostenendo che il partito «è sulla via del decesso» e che il suo vicepresidente Antonio Tajani ne è «il becchino», è passata con Giorgia Meloni. La lista per le Europee di Fratelli d’Italia nella circoscrizione Nordest, depositata ieri in Corte d’appello a Venezia, non presenta solo il nome della Gardini. In corsa c’è anche Maria Cristina Sandrin, padovana di nascita ma residente a Verona, per trent’anni imprenditrice poi diventata avvocato, nota come “siora Gina”, la casalinga veneta in ciabatte e bigodini i cui video sono diventati virali sui social. Ma in FdI scalpitano per essere (ri)eletti anche Sergio Berlato e l’uscente Reno Sernagiotto. Si preannuncia così una lotta durissima per le preferenze. Più che “fratelli” potrebbero essere “coltelli”.
mo parlamento europeo e più in generale in un Europa che deve cambiare sin dalle sue fondamenta». Martedì, infatti, Gardini aveva aderito ai Conservatori e Riformisti, il gruppo che in Europa vede assieme Giorgia Meloni e Direzione Italia di Raffaele Fitto. L’uscita di Gardini da Forza Italia risale al 12 aprile scorso. «Forza Italia non è più un partito di centrodestra - ha ribadito ieri l’ex azzurra - Ho avuto tante volte la tentazione di andarmene, ma prima ho voluto terminare il mandato». Tra i motivi del “divorzio”, anche l’accordo tra Forza Italia e la Südtiroler Volkspartei: in caso di elezione di un solo eurodeputato da parte degli azzurri nella circoscrizione Nordest, il seggio andrà all’altoatesino Herbert
Dorfmann. «Forza Italia ha regalato il Nordest agli austriaci - ha detto Gardini - Dorfmann è da dieci anni che lavora con la delegazione austriaca». Non che Fratelli d’Italia garantisca però l’elezione: con il superamento della soglia di sbarramento del 4%, il partito di Giorgia Meloni conta di ottenere un solo seggio. Che andrà a chi otterrà più preferenze.
LA BATTAGLIA Ipotizzando che la più votata sia Giorgia Meloni, capolista in tutte le cinque circoscrizioni del Paese, la leader dovrebbe poi dimettersi per lasciare il posto al primo dei non eletti. Ruolo a cui, appunto, ambiscono in parecchi. Ci prova l’uscente Remo Serna-
giotto, trevigiano, pure lui ex di Forza Italia ora con Raffaele Fitto in Direzione Italia. Ambisce a tornare a Bruxelles il paladino dei cacciatori e capogruppo di FdI in Regione Veneto Sergio Berlato, secondo in lista dopo Meloni. C’è ovviamente la Gardini. C’è il pordenonese Luca Ciriani, uno dei pochi chiamati a “portare acqua” essendo già impegnato al Senato come capogruppo. E c’è l’incognita Siora Gina. Che, per la verità, non è nuova alla politica, visto che già l’anno scorso aveva provato la corsa al Parlamento con Grande Nord, candidata al Senato a Verona. Di sicuro è uno dei volti più noti e seguiti sui social e nelle tv locali, fondatrice del “Popolo in Movimento” che l’anno scorso era confluito ap-
L’ANNUNCIO «Sono molto lieta di annunciare la candidatura di Elisabetta Gardini nel Nordest, nelle liste di Fratelli d’Italia. È stata ed è una grande protagonista in Europa, capace di difendere gli interessi italiani»: così Giorgia Meloni, a fianco alla stessa Gardini, ha dato ieri a Roma l’annuncio. «Sono molto felice di essere stata accolta nel partito di Giorgia Meloni, l’unico guidato da una donna che è già un segno di grande cambiamento - ha detto Gardini - Sono convinta che il gruppo dei Conservatori e pertanto il suo rappresentante in Italia, cioè FdI, svolgerà un ruolo cruciale nel prossi-
IL MOVIMENTO 5 STELLE CONFERMA LE SCELTE DELLE PARLAMENTARIE E SI AFFIDA ALLA GIORNALISTA SABRINA PIGNEDOLI
FDI “Siora Gina” Sandrin
punto nella confederazione Grande Nord. Una sorta di “influencer” populista che già nel 2016 si era battuta contro il referendum costituzionale, che appoggia Salvini sui migranti e sostiene la Brexit. «Amici e fan si fa sul serio! - ha scritto su Facebook - Andiamo in Europa per #cambiaretutto. Dobbiamo farlo noi popolo andando in massa a votare e far capire chi comanda. Non farlo saremo costretti a subire per sempre. Amici questa è ultima chiamata! La Siora Gina a confronto con la Merkel! Immaginate che sberla in faccia che sarebbe!!!».
26 “SORELLE” D’ITALIA Elisabetta Gardini e Giorgia Meloni
Il giorno di maggio stabilito per Europee e Amministrative
«Zaia prenda coraggio e ci porti tutti in piazza»
FORZA ITALIA Nessuna sorpresa per Forza Italia la cui lista è stata depositata ieri. Capolista è Silvio Berlusconi, seguito dalla coordinatrice del Friuli Venezia Giulia nonché deputata Sandra Savino e da Irene Pivetti. In lista anche la senatrice padovana Roberta Toffanin, l’ex presidente della Provincia autonoma di Trento Mario Malossini, il sindaco della località balneare di Jesolo, Valerio Zoggia. «Sì all’Europa, ma per parteciparvi da protagonisti e non per subirla - ha detto Toffanin - Con la discesa in campo del presidente Berlusconi l’Italia riprenderà in Europa quel ruolo di primo piano che la lungimiranza, competenza e autorevolezza da vero statista del nostro presidente sapranno assicurare». Depositata ieri anche la lista del Movimento 5 Stelle secondo il risultato delle Parlamentarie. Capolista la giornalista reggiana Sabrina Pignedoli, quindi l’eurodeputato uscente friulana Marco Zullo, la più votata Viviana Dal Cin. A seguire Alessandra Guatteri, Elena Mazzoni, Claudio Fochi, Nadia Piseddu, Matias Eduardo Crescitelli detto “Diaz”, Cinzia Dal Zotto, Antonio “Anthony” Candiello, Ulderica Mennella, Carla Franchini, Salvatore Lantino, Simone Contro, Cristiano Zanella. Alda Vanzan
A un anno dalle elezioni regionali, il neonato partito dei Veneti annuncia, attraverso Alessio Morosin (foto), il programma. Si prevedono, tra l’altro, “baby card” regionali di 500 euro al mese per far crescere i bambini fino ai tre anni, fisioterapista e ostetrica gratuite per le future mamme. Con che soldi? Con quelli dei veneti, visto che si chiede di trattenere il 90% delle imposte e tasse pagate. Ma il Partito dei Veneti proporrà un proprio candidato governatore o appoggerà Luca Zaia? «Se Zaia sposa il nostro programma siamo pronti ad appoggiarlo dice Morosin - altrimenti avremo un nostro candidato, che di sicuro non sarò io». «Il governatore - aggiunge Morosin - è bravissimo e gode di ampio consenso. Ma temiamo che, come avvenuto per tanti leghisti regionali con la formazione delle liste un anno fa e adesso per le Europee, anche lui sia destinato a essere “fatto fuori” da Salvini. Io dico: salviamo Zaia da Salvini. Il governatore prenda coraggio e, a partire dall’autonomia, non giochi di rimessa. Se dicesse: tutti in piazza per l’autonomia, avrebbe con sé il Veneto in strada». (al.va.)
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FORZA ITALIA Roberta Toffanin
Partito dei Veneti
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L’intervista Herbert Dorfmann erbert Dorfmann cerca il tris e, con tutta probabilità, lo troverà. L’europarlamentare in carica dal 2009 è il capolista della Südtiroler Volkspartei nella circoscrizione Italia nord-orientale: in virtù del collegamento con Forza Italia, previsto dalla legge elettorale per le minoranze linguistiche com’è quella tedesca, gli basterà ottenere almeno 50.000 preferenze (e nel 2014 ne incassò oltre 94.000) per garantirsi il pass per Bruxelles. «Presumo sia stato questo a far arrabbiare Elisabetta Gardini, ma è inutile che vada in giro a dire che io le avrei “fregato il posto”, Fi è perfettamente in grado di conquistare due seggi come ha fatto cinque anni fa», dice il 50enne candidato altoatesino.
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Gardini non la pensa così. E
Commissione Europea: è bavarese, quindi molto vicino a noi».
«Non rubo il posto a nessuno l’intesa Fi-Svp è la più giusta» correrà con Fratelli d’Italia. «Sì. Ma questa sua decisione non è certo maturata nel giro di 24 ore, credo proprio che l’avesse in mente da tempo, come dimostra il suo comportamento delle ultime settimane, che ha trascorso attaccando continuamente la Svp, me e Fi. Eppure i due partiti hanno trattato per mesi con grande trasparenza e lei era al corrente della situazione. Le sue accuse mi hanno stupito: lo spirito del lavoro fatto con il presidente Antonio Tajani era di arrivare a un accordo
elettorale che mettesse insieme tutte le forze del Ppe in Italia». Non è un patto tecnico, come sostiene Gardini, descrivendo Fi come «un taxi» per la Svp? «Per chiudere questa intesa non abbiamo firmato carte dove ci siamo impegnati per qualcosa, ma non è che andiamo un giorno di qua e un giorno di là. Inoltre questo è l’accordo più giusto e coerente da parte nostra: negli ultimi cinque anni all’Europarlamento ero nelle file dei popolari, non dei socialdemocratici».
Farà campagna in Veneto? «Sicuramente sì: questa è la mia circoscrizione e vado spesso a Belluno, soprattutto per iniziative legate all’agricoltura».
Ma com’è che nel 2014 il collegamento di lista fu con il Pd? «Quella scelta era legata al partner nella giunta provinciale di Bolzano, che allora era appunto il Partito Democratico». Adesso sarebbe la Lega però. «Ma a noi serve un alleato europeista, perché la Svp è pro-Europa e non può mettersi insieme con un partito euroscettico, populista, sovranista, egoista. Inoltre vogliamo dare il nostro contributo all’elezione di Manfred Weber alla presidenza della
bfe0fef4-1ae6-4ea3-beca-1b41fa6fd3cb
«PENSO CHE ELISABETTA SI SIA ARRABBIATA INUTILMENTE, I FORZISTI POSSONO CONQUISTARE DUE SEGGI COME CINQUE ANNI FA»
Cosa pensa dello stallo sull’autonomia differenziata? «Il mio partito ed io pensiamo che più competenze si danno alle Regioni, meglio sia per la gestione dello Stato, quindi sostengo la richiesta del Veneto e credo che sarebbe ora di fare un passo in avanti. I veneti sono stufi degli ostacoli opposti dal Movimento 5 Stelle, ma anche delle scuse di Matteo Salvini, che ormai non funzionano più». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Padova
Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Ristoranti e trattorie verso il tutto esaurito Prenotazioni a gonfie vele per le prossime festività pasquali ma più stanze occupate negli hotel il 25 aprile e il 1° maggio `
LE PREVISIONI PADOVA Le festività pasquali sono
in arrivo e il mondo del commercio padovano comincia a fare conti e previsioni. Se i ristoratori sono ottimisti sulle presenze a Pasqua, gli albergatori puntano tutto sul 25 aprile e sul primo maggio. «Le previsioni meteo per Pasqua e Pasquetta volgono al bello e i ristoratori sono ottimisti». Parole di Erminio Alajmo, presidente dell’Appe, con l’augurio che le due imminenti festività siano il volano anche per le due settimane successive, punteggiate dalla festa di Liberazione e da quella del Lavoro in cui sono attesi molti turisti grazie ai “ponti” favorevoli.
LEGNO ARREDAMENTI BARBARA MINETTO ELETTA PRESIDENTE L’assemblea del Gruppo Legno-Arredamento di Assindustria Venetocentro ha eletto all’unanimità Barbara Minetto quale presidente per il quadriennio 2019-2023. Minetto, che entrerà in carica dall’assemblea generale del prossimo 6 giugno, opera nella direzione e marketing di Magis SpA, azienda fondata a Motta di Livenza e protagonista internazionale nel design con prodotti iconici. Ricopre incarichi direttivi in Assarredo, FederlegnoArredo e in Fondazione Adi. «È con senso di grande responsabilità - dichiara Barbara Minetto - che vado ad assumere il ruolo di primo presidente del comparto dopo la
RISTORAZIONE TOP «La ristorazione rimane uno dei punti di forza dell’offerta turistica – sottolinea Alajmo – sia a Padova che in provincia, in particolare in giorni speciali come quelli che ci apprestiamo a vivere, con le prenotazioni tendenti verso il tutto esaurito». In ristoranti e trattorie la formula, nella maggioranza dei casi, sarà quella del “tutto compreso” – in grado di conciliare le esigenze organizzative del locale con quelle di risparmio dei clienti – per una spesa media variabile tra i 39 e i 52 euro a persona. Prezzi in linea con quelli dell’anno scorso, nonostante gli aumenti delle materie prime, delle utenze e del costo del lavoro che i gestori hanno in qualche modo assorbi-
TURISTI Tutto esaurito in ristoranti e trattorie a Pasqua
to, sacrificando i propri bilanci aziendali. Monica Soranzo, presidente di Federalberghi Ascom sintetizza un dato e una valutazione in una battuta: «Meglio il 25 aprile che la Pasqua. E questo nonostante tutto». A livello nazionale, secondo i dati di Federalberghi, saranno ben 21 milioni gli italiani che si muoveranno per una vacanza tra il 21 aprile ed il primo maggio. «Una rapida verifica tra i nostri associati – continua Soranzo – ha evidenziato che ci sono più stanze occupate per il 25 aprile che non
per la Pasqua. Con ogni probabilità è perché la combinazione dei giorni di festa è migliore tra 25 aprile e 1° maggio ma va anche detto che più di qualcuno ha gettato un occhio al meteo sperando comunque che una settimana in più corrisponda ad una maggiore probabilità di tempo buono». La spesa media pro capite in occasione della Pasqua sarà pari a 344 euro, mentre per il ponte del 25 aprile salirà a 425 euro per poi ritornare a 333 euro per il ponte del primo maggio. Elisa Fais
fusione delle associazioni di Padova e Treviso. Chiedo il contributo di tutti gli associati affinché questo territorio si faccia parte attiva nei cambiamenti che il mercato internazionale e la società stessa ci impongono».
MARKETING ATLETI DELL’ESERCITO ABBIGLIAMENTO ON LINE Fare degli atleti dell’Esercito dei Brand Ambassador è l’idea dell’agenzia di comunicazione Kom di Padova per lanciare il nuovissimo e-commerce a marchio Esercito per la vendita della linea di abbigliamento
Elettroveneta in mani francesi L’OPERAZIONE PADOVA Sonepar Italia, azienda
leader nella distribuzione di materiale elettrico in Italia e controllata dall’omonimo gruppo multinazionale francese, ha perfezionato l’accordo per l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Elettroveneta S.p.A., storica azienda veneta con sede a Padova operante nel settore elettrico. I venditori sono stati assistiti per gli aspetti fiscali e finanziari da Luca Pavanello e Matteo Molendi, entrambi partner dello studio Bpa; per gli aspetti legali dallo studio Sat con i partner Alvise Spinazzi e Silvia Gagno e dal senior associate Marco Vendramini; per i
profili antitrust dall’Avvocato Gianluca Belotti. Da oltre trent’anni Elettroveneta S.p.A. opera come società multispecialista nella distribuzione di materiale elettrico, fornendo qualità, efficienza e disponibilità attraverso un’offerta di più di 60.000 articoli a magazzino,
Targa, torneo e borse di studio in memoria del prof. Fontana IL RICORDO PADOVA Una sala consiliare, sei
borse di studio, un torneo di pallavolo. L’istituto Itis Marconi di Padova dedica tutto ciò al ricordo di Enzo Giovanni Fontana, stimato docente di elettrotecnica, morto la mattina di domenica 9 dicembre durante un’immersione subacquea a Torri nel Benaco, nella sponda veronese del lago di Garda. Dirigente scolastica, colleghi studenti e famigliari gli hanno intitolato la sala del Consiglio, sei borse di studio rivolte per il prossimo triennio agli alunni più meritevoli e il torneo scolastico di pallavolo.
Le borse di studio sono state istituite dalla famiglia e hanno un valore complessivo di 6.500 euro. Fontana era morto schizzando dal suo amato fondale alla superficie del lago come se fosse un missile incontrollabile:
nonché tecnologie e servizi sempre all’avanguardia. Conta attualmente 38 punti vendita in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna e Marche e dispone di 5 show room dedicati all’illuminazione e una technical room per l’automazione. La filosofia di Elettroveneta è quella di conoscere perfettamente ogni singolo prodotto per individuare sempre nuove soluzioni e sviluppare connessioni innovative tra prodotti diversi. La società padovana adotta per questo un approccio multidisciplinare, che integra il materiale elettrico (utensileria, componentistica, cavi, fino all’abbigliamento anti-infortunistico) con i quattro settori specifici in cui è specializzata. sessantacinque metri in un minuto. Era un uomo pieno di vita e di passioni, ma una di queste ieri mattina gli è stata fatale. Il cinquantacinquenne, residente a Selvazzano e docente di lungo corso all’istituto tecnico Marconi di Padova, era originario di Valdagno in provincia di Vicenza ma da molti anni viveva nel Padovano. Era considerato uno sportivo esperto e conosceva bene le acque in cui si stava calando. «Per tutti è una perdita gravissima e tutti sono sconvolti dalla sua morte improvvisa. Tanti i ragazzi che non hanno trattenuto le lacrime - raccontò, stravolta, la dirigente scolastica Filippa Renna -. Enzo era un punto di riferimento per tutti, non solo un insegnante. Era un modello di riferimento a cui i ragazzi si rivolgevano per consigli o per raccontare di loro stessi». Gabriele Pipia
«Economia fragile ma il Nordest tiene» `Il professor Cottarelli:
«I veneti potrebbero sostenere la patrimoniale» LO SCENARIO PADOVA «Potrebbe esser peg-
gio, potrebbe piovere. Fino a quando i mercati internazionali se ne staranno tranquilli, l’economia italiana riuscirà a tenere. Il problema è la nostra fragilità. Se qualcosa va male, i mercati se la prenderanno con i Paesi considerati più deboli». Con queste parole Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici italiani dell’università Cattolica di Milano e docente alla Bocconi, ha delineato le sorti dell’economia all’auditorium dell’Orto Botanico. L’economista ha partecipato alla tavola rotonda «Traiettorie del declino economico italiano» organizzata da Orizzonti – il futuro insieme. «Con il nostro debito pubblico, una crescita più bassa di tutti, siamo considerati fragili – spiega Cottarelli - lo si vede dal livello dello spread, che è più alto di quello pagato dal Portogallo e dalla Spagna. Quindi bisogna sperare che non piova. L’economia del NordEst non va male. Il clima di fiducia nelle imprese è migliorato, anche se quello delle famiglie è peggiorato. Mia moglie è di Bassano del Grappa, percorrendo la strada da Vicenza ho visto un camion dopo l’altro. C’è stato un rallentamento nel terzo e quarto trimestre dell’anno scorso, il 30 aprile l’Istat pubblicherà i nuovi dati e io mi aspetto una crescita positiva. Lo 0,2% che il governo ha messo nel Def potrebbe essere superato».
Si è parlato di debito e finanza pubblica, produttività e imprese: temi cruciali per un territorio, quello del NordEst, fino a qualche tempo fa definito “locomotiva d’Italia”. «L’aumento dell’Iva serve a compensare gli aumenti di spesa – aggiunge Cottarelli - nel complesso non si stringe, ma si evita solo che ci sia un ulteriore aumento del debito pubblico: un concetto che la maggior parte delle persone non comprende. Se invece di aumentare l’Iva, faccio un taglio nella spesa pubblica comunque è pesante. I veneti consumano molto, ma sono anche grandi risparmiatori. I veneti potrebbero sostenere di più una patrimoniale. Io comunque sono contrario e sono del parere che bisognerebbe tagliare spese inutili. Secondo me i risparmi si possono trovare dappertutto, tranne nella pubblica istruzione che è stata già schiacciata abbastanza». e.fa.
ECONOMISTA Carlo Cottarelli, docente alla Bocconi
Europee, Luisa Calimani candidata con “La sinistra” IN LISTA (Al.Rod.) Luisa Calimani si candida alle elezioni Europee con “La sinistra”. L’ex parlamentare del Pds (e assessore della giunta Zanonato) sarà tra i nomi padovani della lista che sotto il suo simbolo accoglie esponenti di Sinistra italiana, Rifondazione comunista, lista Tsipras e alcuni transfughi di Mdp. La lista verrà presentata questa sera alle 20.45 in sala Nassiriya in piazza dei Signori: vede per il Nordest come capolista Silvia Prodi, nipote dell’ex premier Romano Prodi. Per ribadire la vo-
PADOVA prodotta e distribuita da Officina Italia srl. Una vera rivoluzione in questo senso, opportuna in un momento in cui l’acquisto online e attraverso i più importanti social network è in prepotente crescita.
AMICI BICICLETTA LORETTA MARINI ENTRA IN CONSIGLIO NAZIONALE Il 14 aprile scorso si è svolta a Verona l’assemblea della Federazione Fia durante la quale sono state rinnovate le cariche del consiglio Nazionale: 16 membri di cui la maggior parte alla loro prima esperienza, e un
cazione antifascista del rassemblement in seconda posizione in lista c’è Adelmo Cervi, figlio del partigiano ucciso assieme ai 6 fratelli dai fascisti a Reggio Emilia nel 1943. In lista, per Padova anche Ismail Ait Yahya.
Associazione Antichi Mestieri guidata da Gabriella Gabrini CAMBIO AL VERTICE PADOVA É Gabriella Gabrini, arti-
nuovo presidente Alessandro Tursi. La novità in questo nuovo consiglio è che Padova è rappresentata da Loretta Marini. Socia attiva Fiab, Marini ha maturato anni di esperienza presso il settore Mobilità del Comune di Padova. Ora, libera da impegni professionali, è disponibile a tempo pieno per la sua principale passione.
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sta dello smalto a grande fuoco su metallo, la nuova presidente dell’Associazione Antichi mestieri di Padova. Ad eleggerla è stata l’assemblea dei soci, che si è riunita il 16 aprile scorso. Gabrini sostituisce lo storico presidente Luciano Favaron, che ricopriva il ruolo dal 1998. Favaron sarà ora presidente onorario dell’associazione, costituita da Confartigianato Imprese Padova, Cna, Comune e Provincia di Padova, per tutelare, salvaguardare e valorizzare gli antichi mestieri. «É per me un onore assumere un incarico di responsabilità, all’interno di un’associazione
che promuove la tutela di mestieri che fanno parte della nostra storia e cultura – spiega Gabrini dobbiamo proseguire, tenendo conto di un’importante novità: la nuova legge regionale che individua la figura del maestro artigiano».
Rovigo Giovedì 18, Aprile 2019
AL BAR SPORT DI VALDENTRO IL SUPERENALOTTO FA VINCERE IL CUORE
San Perfetto Presbitero e martire, fu incarcerato e trucidato con la spada dai Mori, per aver criticato la dottrina di Maometto e confessato la fede di Cristo
9°C 21°C Il Sole Sorge 6.23 Tramonta 20.02 La Luna Sorge 18.51 Cala 6.45
Calcio
Cultura A Rovigoracconta dal 3 al 5 maggio settanta eventi e 52 grandi autori
Lotto & solidarietà I giocatori al Bar Sport In Nazionale a pag. 15
L’imbattibile Scardovari beffato in finale di Coppa Lo Scardovari perde la prima partita della stagione proprio nella finale del Trofeo Regione: ko 3-2 e la coppa va all’Isola Rizza.
Astolfi a pagina XVIII
Crepaldi a pagina XVI
“Reddito”, Polesine al top in Veneto Il sussidio di cittadinanza viene chiesto da 9 persone ogni mille residenti: domande triple rispetto a Belluno `
Polesine ai vertici per le domande sul reddito di cittadinanza. Tra Adige e Po si contano un numero triplo di richieste rispetto a Belluno in rapporto al numero dei residenti. Infatti il Rodigino balza al primo posto in Veneto per numero di domande, con 8,97 richiedenti ogni mille abitanti. E tuttavia il numero parziale delle istanze presentate finora per il sussidio voluto dal Governo è piuttosto lontano dalle attese di qualche mese fa. La provincia di Rovigo vanta quasi il triplo di domande in rapporto ai residenti rispetto a Belluno, fermo ad appena 3,4 richiedenti ogni mille abitanti. Fino a martedì le domande pervenute sono
state 2.338. L’Inps intanto ha già iniziato a predisporre le procedure per verificare i requisiti di chi ha presentato domanda ai Caaf, agli sportelli delle Poste e online al sito internet del Reddito di cittadinanza. Il focus regionale poi racconta un’altra realtà ben lontana dalle aspettative. A gennaio si preconizzava che in Veneto la misura “cancella povertà” avrebbe portato benefici a quasi 370mila residenti, compresi i componenti il nucleo familiare. Poi dal 6 marzo, debutto della presentazione delle domande, la realtà è stata ben diversa perché tuttora la quota delle domande si è fermata poco più di 27mila richieste. Astolfi alle pagine II e III
Nuovi Pfas sul Po, il mistero dei filtri
Le richieste formalizzate all’Inps sono state finora 2.338 Il sindacato: «Ne erano state previste almeno il doppio» `
Strade a rischio
Vivo per miracolo dopo lo schianto in Transpolesana Incidente da paura in Transpolesana: una Punto schiacciata e scoperchiata nell’impatto con un camion all’altezza di Fratta, ma il guidatore ne esce illeso. In un primo momento, viste le condizioni dell’utilitaria, si è temuto il peggio per il 50enne al volante dell’auto. TUTTI IN CODA In Polesine il maggior numero di richieste di RdC
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“La fabbrica dello zucchero” Riqualificazione urbana
Polesine battuto a tappeto al telefono da venditori di sistemi di “purificazione” Ceneselli
Reliquia rubata, il sindaco: «Gesto di un fanatico» «Chi ha rubato la reliquia la restituisca». L’appello, già lanciato martedì dal parroco di Ceneselli don Stefano Marcomini, è stato ripreso i anche dal sindaco Marco Trombini sgomento di fronte al gesto sacrilego. Pattaro a pagina XV
«Oncologia, Adria rischia la chiusura» «Il servizio di oncologia dell’ospedale di Adria rischia la chiusura». La denuncia viene da Davide Benazzo, segretario della funzione pubblica di Cgil Rovigo. Un servizio costruito circa 10 anni fa, che ha saputo accreditarsi con i pazienti del Basso Polesine. Fraccon a pagina VII
Adria
Folle di gelosia distrugge l’auto del marito
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La presenza di Pfas nelle acque del Po è già fonte di business eventuale per le aziende che piazzano “miracolosi” quanto non verificati impianti di depurazione domestica. Da ieri i call center hanno fatto “strage” di utenti telefonici polesani subissandoli di offerte per installazioni casalinghe con pressanti offerte di arrivare a domicilio per illustrare il funzionamento dei dispositivi. E naturalmente gli zelanti venditori via telefono non si sono risparmiati elencando rischi per la salute, finanche tirando in mezzo quella dei bambini. In Nazionale a pagina 15
Sanità
Un polo culturale nell’ex zuccherificio CONTENITORE D’ARTI L’ex zuccherificio diventa contenitore di eventi
Bisi a pagina V
Un rapporto di coppia che si sta sfilacciando in litigi e accuse reciproche, con la moglie che se l’è poi presa con l’auto del marito venendo denunciata a piede libero per danneggiamento. Prima, infatti, avrebbe squarciato le quattro gomme della Kia Rio dell’uomo, il giorno dopo, lunedì scorso, dopo l’ulteriore sfuriata si sarebbe accanita contro la carrozzeria e i vetri dell’auto arrivando a distruggere il lunotto. L’uomo, attualmente disoccupato, sulla quarantina, così come la moglie, ha raccontato che il loro rapporto coniugale si è fatto sempre più burrascoso a causa della gelosia di lei. A pagina IX
Arquà Polesine
Porto Tolle
«Riaprite il caso della morte di nostro figlio»
Nelle ex scuole nasce il museo della pesca
«Chi sa trovi il coraggio di dire quello che, comprensibilmente, non si è sentito di dire sei anni fa». Raoul Stefani non si è suicidato. La famiglia lo sostiene da sei anni e ora lancia un appello per la riapertura delle indagini. Il 18 aprile 2013 il 16enne morì travolto da un treno alla stazione di Arquà. «Abbiamo ricevuto lettere anonime con circostanze e dettagli sulla dinamica».
Procede il progetto dell’Amministrazione comunale di Porto Tolle che, per valorizzare il settore ittico, è intenzionata a realizzare un museo interattivo della pesca nella frazione di Scardovari, già sede del mercato ittico, di un porto peschereccio e del Consorzio cooperative pescatori del Polesine. Sorgerà nell’ex scuola elementare Giarette e sarà multimediale.
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Redazione Rovigo: 45100 - Rovigo, via Giuseppe Verdi 19 - Tel. 0425.422246 - fax 041.665178 rovigo@gazzettino.it
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Rovigo
Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Centrodestra, la rabbia degli esclusi `«Due pesi e due misure: perché il tosiano Rossini, L’ira degli ex leghisti costretti a rimanere fuori dalla coalizione che sostiene Monica Gambardella Patrese di Fi e l’ex Pd Moretto sì e noi siamo fuori?» `
VERSO LE ELEZIONI ROVIGO La pace fra Lega e Forza
Italia pone fine a una sorta di “guerra fredda” andata avanti per settimane fra i due alleati storici del centrodestra, ma offre il fianco agli attacchi degli esclusi. Tuttavia, anche il gruppo dei sei ex leghisti, espulsi dopo la firma delle dimissioni che ha portato alla caduta di Bergamin, sembra sfilacciarsi e mostrare crepe. Se, infatti, fin da subito Andrea Denti aveva precisato di non avere alcuna intenzione di tornare “in pista”, sfilandosi dal gruppo, ieri è arrivata anche una vera e propria smentita ufficiale da parte di Fabio Benetti, Luca Gabban, Nicola Marsilio e Giancarlo Andriotto nei confronti di Stefano Raule, le cui dichiarazioni del giorno precedente, precisano i quattro, «sono da intendersi come considerazioni puramente personali e non sono condivise dagli altri ex consiglieri». Per tutti, comunque, il rammarico di un veto imposto sulla loro candidatura dai vertici leghisti. Raule, dal canto suo, precisa che «non c’era alcun intento di parlare a nome di tutti, le mie erano dichiarazioni personali
che ho fatto in coscienza e che ribadisco, smentendo la smentita. Non vado in cerca di una carega, di accordi non ce ne sono e piuttosto di fare qualcosa tanto per fare, preferisco fermarmi qui, con rammarico e con delusione. Ma di una cosa sono convinto: sono e resto leghista fino alla morte e agli amici rimasti in Lega faccio l’in bocca al lupo. Dispiace, però, il veto di una persona che l’ha presa sul personale: ci sono delle cose che non tornano, perché nelle liste della coalizione di centrodestra si trova di tutto, da Antonio Rossini, tosiano, a Mattia Moretto, che era perfino nel Pd e ha firmato insieme a noi».
so si è ignorato. Diverso il discorso su Mattia Moretto, lì le contraddizioni sono casomai interne a Fratelli d’Italia che lo ha accolto in lista».
L’INDIPENDENTE
VETI SULLE PERSONE Su questo sembra d’accordo anche lo stesso Benetti: «Sono amareggiato dal constatare che quello nei nostri confronti non è un veto di natura politica, ma personalistico. Ci sono delle differenze sotto gli occhi di tutti, a cominciare dal fatto che si è data la possibilità di stare nella lista della candidata sindaco Monica Gambardella ad Antonio Rossini, che era della Lista Tosi, che ha corso contro la Lega e contro Zaia e per la quale, da quanto mi risulta, c’era un veto che non so perché in questo ca-
FUORI DAI GIOCHI Alcuni degli ex leghisti rimasti fuori dalle liste
Boara “fa la lista” ai candidati sindaci IL CONFRONTO ROVIGO I problemi della frazione
di Boara Polesine sono stati l’oggetto del primo incontro-confronto tra i candidati sindaco di Rovigo. Ezio Conchi, Monica Gambardella, Edoardo Gaffeo, Silvia Menon e Mattia Maniezzo sono stati messi allo stesso tavolo dal comitato civico Vivi Boara e, davanti a un folto pubblico, hanno fornito le proprie risposte al bisogno di sicurezza e tranquillità dei cittadini. Odori nauseabondi prodotti da alcune aziende presenti e quelle in arrivo con l’allevamento avicolo in costruzione, viabilità strozzata e
pericolosa, soprattutto di via Curtatone, parco pubblico con i giochi rotti e cimitero inghiottito dalle erbacce sono i problemi a cui i cittadini hanno chiesto risposte entro i primi 100 giorni di amministrazione. Se Conchi ha sottolineato come all’azione dell’Amministrazione debba accompagnarsi quella dei singoli cittadini, Silvia Menon ha promesso: 30mila euro per la pulizia delle caditoie del territorio comunale, sistemazione del giardino pubblico in paese e intervento sul project-financing del cimitero rodigino «che sacrifica i cimiteri delle frazioni». Per il resto servono invece tempi più lunghi, secondo Menon: contro il
SALA PIENA Confronto a Boara
traffico serve «obbligare le auto a rallentare con interventi sull’arredo urbano, aiuole, passaggi pedonali rialzati, ridisegno lieve dei tracciati con dolci restringimenti», per l’allevamento avicolo è necessario far intervenire la Regione. «Per monitorare gli odori basta mettere una centralina fissa – ha affermato Gaffeo - per evitare che i ritardi nell’intervento dei controlli consentano comportamenti lesivi dei diritti dei cittadini. Per quanto riguarda l’insediamento dell’azienda avicola, è sicuramente vero che non serviva un passaggio in Giunta o in Consiglio Comunale, ma il problema è il totale scollamento tra la politi-
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Anche l’ex consigliere di Obiettivo Rovigo, poi indipendente, Alberto Borella non nasconde il proprio disappunto. «Avevo parlato sia con il commissario della Lega Cristiano Corazzari che con Monica Gambardella, che conosco fin da quando eravamo ragazzi. Mi avevano detto che non c’erano problemi, sono perfino andato alla riunione interna prima della presentazione della lista, avevo già firmato tutto. Poi mi hanno detto che non potevo più presentarmi. E’ un’ingiustizia. Non ho ancora visto le liste, ma mi dicono che in quella di Forza Italia c’è Vani Patrese, che ha firmato insieme a me, mentre in quella di Fratelli d’Italia Mattia Moretto, che era stato eletto con il Pd: sono stati usati due pesi e due misure e questo sminuisce il peso di chi guida la Lega a livello locale. Si vede che io con le mie battaglie ho disturbato le lobby di potere che hanno fatto pressione per escludermi». Francesco Campi
ca e gli uffici amministrativi. Per via Curtatone e la gestione del traffico pesante ci vuole una bretella, non c’è alternativa». Dal canto suo Maniezzo, cartina geografica alla mano, ha mostrato ai presenti la soluzione al traffico a suo avviso più adeguata mentre per Gambardella «le tematiche ambientali non possono essere sacrificate in nome della necessità di fare impresa, sempre legittima se autorizzata, ma bisognosa di controlli». A Boara, secondo le sue parole,«probabilmente è mancata fino ad oggi la giusta attenzione che merita, l’impegno nel far lavorare le aziende partecipate dal Comune come Asm spa ed Ecoambiente per la frazione sarà una priorità, così come instaurare un rapporto di collaborazione con le associazioni per attività concordate». F.Cam.
Fa sesso con la 13enne, condanna confermata ` Un rapporto sessuale sul
pavimento del bagno pubblico, nell’atrio della struttura che al tempo ospitava anche il cinema multisala. Lei di soli 13 anni, lui, invece, ben dieci di più. Una violenza sessuale, vista l’età della ragazzina che aveva inizialmente detto di non sentirsi pronta. Ma che poi il 23enne di Crespino, di origini piemontesi, aveva convinto prima usando toni quasi minacciosi, poi in modo più rassicurante, chiedendole se lo amasse davvero. Così come, una violenza sessuale, anche se nell’ipotesi lieve, era stata, qualche mese dopo il bacio estorto a una coetanea della ragazza, che si trovava a casa sua per colorare le manopole dello scooter. Due fatti che, in primo grado, nel novembre 2016, erano valsi al giovane una condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento di un risarcimento alla vittima e dei suoi genitori, assistiti dall’avvocato Pierluigi Rando. Ieri la Corte d’Appello ha sostanzialmente confermato la sentenza del Collegio del Tribunale di Rovigo, limitandosi ad operare una lieve riduzione a 4 anni e 6 mesi. Nel processo il ragazzo aveva spiegato di non avere avuto alcun rapporto con la ragazzina, bensì una relazione segreta con la madre di lei che, lasciata, si sarebbe poi vendicata incastrandolo.
VIOLENZA SESSUALE La ragazzina fu aggredita in un bagno
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Noale Spinea Mirano
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Due pulmini per gli anziani del “Mariutto” `Acquistati grazie a
donazioni, consentiranno numerosi spostamenti MIRANO
NOALE L’esterno dell’ospedale a Noale
Sanità, scontro tra candidati Il Pd attacca Zaia. Stevanato: «Incrementare `La sindaca Andreotti: «Ho incontrato i servizi». Barin: «Giunta latitante sul tema» Dal Ben, Lungodegenza non traslocherà» `
NOALE Ospedale di Noale al centro del dibattito elettorale, alla luce delle nuove schede regionali, nella città che del Calvi deve decidere cosa fare e come difenderlo. L’affondo parte dal centrosinistra: «Se a Noale dopo 5 anni l’ospedale di comunità non c’è e ora anche la Lungodegenza viene annullata, la colpa è della Lega di Zaia» è il messaggio uscito da un incontro del Pd sul tema. «Noale - incalza il consigliere regionale Bruno Pigozzo - aveva tutte le potenzialità per diventare riferimento come struttura intermedia al servizio di un’area vasta». Gli fa eco l’aspirante sindaco Fabrizio Stevanato: «Ci sono situazioni - spiega il candidato Pd - come quella del nostro ospedale o dei servizi di prevenzione che in prospettiva mi preoccupano. Noale ha una storia di servizi per anziani e disabili e vogliamo incrementarli puntando su esperienze moderne come il cohousing, in modo da creare una comunità con quote di giovani, single, anziani, coppie, disabili, magari guardando proprio agli immobili del complesso ospedaliero». Dal fronte opposto, Michela Barin accusa la maggioranza: «In questi 5 anni -
incalza la candidata del centrodestra - c’è stata latitanza sul tema e oggi ne raccogliamo i frutti. Le politiche a favore dei cittadini si fanno realizzando un dialogo propositivo tra la conferenza dei sindaci, dove troppo spesso il sindaco delega altri a partecipare, e la Regione. Chieda subito un incontro con la quinta commissione regionale, coinvolgendo tutte le forze politiche, ed esprima una forte presa di posizione a difesa dei nostri reparti». «Dato che si strumentalizzano anche questi temi - replica Patrizia An-
dreotti - ho incontrato il direttore Giuseppe Dal Ben, che mi ha confermato come risulti non tanto il trasferimento di Lungodegenza da Noale a Dolo come era in previsione, ma la sostituzione per tutta la Regione dei posti letto di lungodegenza con altre strutture. Per quanto riguarda Noale, le schede prevedono 10 posti letto per l’hospice, 20 per l’ospedale di comunità e 24 per l’unità riabilitativa territoriale. Inoltre è previsto il completamento dei posti di ospedale di comunità con 12 posti a Mirano e
Noale
I “fucsia” con la sindaca uscente? Brugnaro smentisce Fake-post per “intorbidire” la campagna elettorale noalese. Girano in città, soprattutto sui social, false locandine con il simbolo fucsia della lista Brugnaro affiancato all’immagine elettorale del sindaco uscente, candidata del polo civico, Patrizia Andreotti. Qualcuno ci ha provato, visto che i fucsia civici lo sono davvero e Andreotti pure, avendo tagliato ogni rapporto con i partiti che la sostenevano.
L’apparentamento però è stato subito smentito da entrambi: «Fotomontaggi che fanno sorridere - spiega lo stesso Luigi Brugnaro - ritengo però di dover fare chiarezza per non ingannare i cittadini: la nostra collocazione è chiara, con una lista civica forte affiancata da tutti i partiti tradizionali di centrodestra. E il nostro interesse amministrativo è unicamente concentrato sulla città di Venezia». Insomma niente
I sindaci manifestano contro i “tagli” Oggi presidio nei tre ospedali del territorio MIRANO Oggi la mobilitazione generale dei sindaci di Riviera del Brenta e Miranese per protestare contro i tagli previsti negli ospedali del territorio. Questa mattina saranno dunque in 17 a partire alle 11 dal Cup di Dolo, per poi spostarsi alle 12 a Mirano, e infine concludere la manifestazione alle 13 a Noale. «Vogliamo dare un segnale forte alla Regione per far capire che se venissero approvate le nuove schede la situazione sarebbe davvero ingovernabile – dice Silvano Checchin, sindaco di Spinea e presidente del comitato sindaci del distretto Mirano-Dolo – L’impoverimento
24 a Dolo. La casa di riposo Relaxxi ha avviato un proprio autonomo procedimento per l’assegnazione di altri 20 posti letto come ospedale di comunità, gestiti privatamente. Rimarranno poi i servizi di Medicina dello sport e gli altri erogati oggi al Calvi. Noi assenti? Semmai orgogliosi di aver portato all’accreditamento del ‘Dopo di noi’ e all’assegnazione di 20 posti di centro diurno per anziani nella Rsa, strutture che oggi stanno già accogliendo nostri concittadini». Filippo De Gaspari
MIRANO L’ospedale
delle nostre strutture sanitarie ha raggiunto ormai livelli insostenibili, manifestiamo per dire al presidente Zaia d’intervenire e fare grande attenzione rispetto a scelte che potrebbero danneggiarci oltre ogni limite». I sindaci distribuiranno il
documento presentato martedì in quinta commissione regionale nel quale vengono illustrate nel dettaglio le loro richieste, ad iniziare dalla proposta di mantenere le vecchie schede del 2016, non ancora attivate, anziché approvarne di nuove. «Siamo tutti uniti per dire alla Regione che non possiamo essere ancora penalizzati», spiega il primo cittadino di Dolo, Alberto Polo. «Stando ai parametri, in base al numero dei nostri abitanti dovremmo avere 810 posti letto, – aggiunge Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano – la realtà invece è che siamo arrivati a meno di 500. Per questo chiediamo di ricalibrare i tagli». (E.Cal) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Andreotti, semmai Michela Barin per i fuscia del sindaco metropolitano. Il primo cittadino veneziano non lo dice apertamente ma parla di centrodestra unito. «Noale è un comune importantissimo prosegue Brugnaro - ma siamo rispettosi dell’autonomia dei noalesi nello scegliere il proprio sindaco. Certo, riteniamo il modello fucsia di Venezia, che unisce il civismo al centrodestra unito, un modello vincente». (f.deg)
messa o a una gita al mare o in collina, mantenendo le relazioni sociali e gli scambi di quando gli anziani vivevano a casa. «L’obiettivo - spiegano dall’equipe educativa del Mariutto - è promuovere la condivisione in un territorio che negli anni ha dimostrato di saper accettare e accogliere gli anziani del Mariutto all’interno della comunità territoriale. Ne sono prova le quasi 5mila ore di volontariato che numerosi cittadini hanno svolto all’interno del Mariutto nel 2018, supportando i residenti nei progetti educativi proposti dal personale». F.Deg.
Benedizione religiosa per due nuovi mezzi di trasporto per anziani in carrozzina o con problemi di mobilità ieri all’Ipab Mariutto di Mirano. I due veicoli denominati, su suggerimento degli stessi anziani, “Verdicchio” e “Cleo”, si aggiungono al pulmino “Angelo”, già in servizio da qualche anno. Il loro acquisto è stato pos© RIPRODUZIONE RISERVATA sibile alla fine del 2018 grazie a donazioni di cittadini, familiari, imprese che hanno contribuito con piccole somme, peraltro ancora possibili per altri progetti (informazioni sul sito dell’Ipab). Una prima donazione aveva permesso la realizzazione di un parco giochi aperto al pubblico, inaugurato nel 2017. I nuovi mezzi offrono agli ospiti non autosufficienti la possibilità di uscire dalle residenze per essere inseriti nella realtà del territorio. Ma anche di essere accompagnati a pranzo a casa, far visita ad amici, partecipare a eventi promossi da as- LA BENEDIZIONE DEI MEZZI I due sociazioni del territorio, alla pulmini del “Mariutto”
Scorzè Nais Marcon, oggi la presentazione Ufficializzata la candidatura di Nais Marcon, attuale vicesindaco di Scorzè, per le elezioni comunali del prossimo 26 maggio. La Marcon correrà per la coalizione di centrodestra, probabilmente supportata da due liste, nel solco della continuità con l’azione amministrativa di Giovanni Battista Mestriner, che sta per concludere il suo secondo mandato alla guida del Comune. La presentazione della candidata sindaca, vicesindaco e assessore ai servizi sociali, avrà luogo oggi alle 12 nella sala “Gatto”, nell’area dietro il municipio. Nei giorni scorsi il centrosinistra aveva già presentato il suo candidato, Dario Zugno del Pd.
S. MARIA DI SALA SCOMPARSO, ERA A BOLOGNA È stato trovato in un hotel a Bologna il ventenne di Sant’Angelo di Sala, scomparso da lunedì. A rintracciarlo sono stati i carabinieri della Compagnia di Mestre avvertiti dalla questura di Bologna a cui erano state mandate le schede di presenza dei clienti degli hotel. Nella mattinata di ieri è stata avvertita la famiglia. Il ventenne si era allontanato in maniera volontaria. (r.m.)
S. MARIA DI SALA ECOCENTRO CHIUSO L’ecocentro di via Ferraris a S. Maria di Sala è chiuso al pubblico per un intervento di adeguamento degli impianti. I lavori proseguiranno all’incirca fino al 10 maggio, il servizio nel frattempo sarà assicurato tramite un centro di raccolta allestito nel parcheggio di via Newton.
Presentata una lista per Ditadi sindaco SPINEA Si presenta “senza capolista”, in puro ordine alfabetico. La lista “E’ Tempo - prospettiva Spinea” partecipa alle elezioni nella coalizione del centrosinistra, in sostegno alla candidatura di Emanuele Ditadi. Tra i 16 nomi anche due “uscenti”, il consigliere comunale Giovanni Litt e l’assessore Loredana Mainardi e alcuni volti noti del volontariato, oltre a sindacalisti, volontari, studenti, collaboratori delle parrocchie e molti giovani. «Si tratta di persone che si occupano, a titolo e in maniera diversa, di molti ambiti: ambiente, cultura, scuola, politiche sociali, lavoro recita la presentazione -, ma sono frutto di una candidatura aperta». “E’ tempo” ha utilizza-
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to una tecnica particolare: ha fatto una call per ricevere le “manifestazione di interesse”». Ecco chi sono: Calogero (detto Jerry Alletto), co-fondatore dell’associazione “Io clandestino”, attivi nel volontariato anche Stefania Bortolozzo, ex commerciante di Spinea, e Ammar Almasri, di origine palestinese, arrivato in Italia nel 1988 con una borsa di studio che gli ha persone di laurearsi in architettura. Poi Lisa Carraro di Ami-
ALL’INTERNO DI “E’ TEMPO” ANCHE I CONSIGLIERI USCENTI LITT E MAINARDI. MOLTI I VOLTI NOTI
ci della biblioteca, Marco Cattarin, professione responsabile Information Technology in una Banca del Veneziano, Giuseppina Casarin del Coro voci dal mondo, insegnante di musica, Andrea Corsi, dipendente di Poste e rsu Cgil, Federica Cerchiaro, ex animatrice della parrocchia e ora tesoriera dell’Associazione partigiani italiani di Spinea, Alberto Furlanetto, Monica Favaretto, insegnante di lettere alla scuola media, Litt, Mainardi, Salvatore Raniolo, ricerca legata alla valorizzazione degli agroecosistemi, esperto di ambiente come Stefania Stevanato che è anche assistente sociale. Molto noto al Graspo è Giuliano Silvestri, che lavora nei servizi nel sociale mentre Francesca Zandonella Necca è psicopedagogista, specializzata nei disturbi dell’apprendimento. (m.fus)
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Primo Piano
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Elezioni, le nuove sfide
I “veneziani”
Movimento 5 stelle FISICO Antonio “Anthony” Candiello, fisico, 55 anni, è tra i fondatori dell’Assemblea permanente contro il rischio chimico
IN CORSA Lo storico dell’arte Philippe Daverio (+Europa) vorrebbe a Venezia alcune commissioni del Parlamento Europeo
Da Daverio a Zoggia Un poker di candidati in corsa per Strasburgo `Sindaco di Jesolo a caccia di voti per Forza Italia Lo storico dell’arte (+Europa) propone Venezia come sede di istituzioni comunitarie M5s schiera Candiello, sorpresa Conte per la Lega `
COSÌ IN LISTA MESTRE «Probabilmente non verrò eletto», mette subito le mani avanti. Non succederà, ma se dovesse succedere... Così lo storico dell’arte Philippe Daverio dai microfoni della trasmissione di Radiorai “Un giorno da pecora” lancia la sua provocazione: «Venezia diventi la terza capitale d’Europa». A un mese dal voto per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo, Daverio, candidato di +Europa nella circoscrizione Nordest, dà fuoco alle polveri e spiega a Geppi Cucciari e Giorgio Lauro la sua proposta. La città lagunare è già assediata dai turisti, e per Daverio «l’unico modo per salvarla è avere dei nuovi abitanti veri, che abbiano la loro casa e mandino i figli a scuola. E
se questi abitanti veri fossero dei funzionari della Comunità europea, che avrebbero anche soldi da spendere»... L’idea di Daverio è di fare di Venezia la sede di alcune commissioni del Parlamento europeo, a cominciare da quella deputata alla Cultura.
SEDI INTERNAZIONALI Una boutade, probabilmente, anche se già in passato si era parlato di Venezia come sede di istituzioni internazionali: ci aveva provato a suo tempo il magistrato Antonino Abrami con la Corte penale internazionale dell’ambiente. Di sicuro Daverio ha bruciato sul tempo altri candidati veneziani in lista per un seggio a Strasburgo. Il drappello è piuttosto ristretto, considerato che le liste devono tenere conto dell’ampiezza della circoscrizione, che
Le amministrative Al voto per 15 Comuni tre i possibili ballottaggi Il 26 maggio sono in programma anche le elezioni per rinnovare le amministrazioni di 15 Comuni in provincia. Sono tre (Spinea, Scorzè, Noale) i Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti, che potenzialmente potrebbero quindi andare al ballottaggio qualora nessun candidato superasse il 50 per cento dei voti. Al voto anche Annone Veneto, Camponogara, Ceggia, Cinto Caomaggiore, Cona, Concordia Sagittaria, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, Meolo, Stra e Teglio Veneto.
si estende fra Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Forza Italia schiera, dopo lunghi tentennamenti, il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia, che ha firmato la candidatura a Roma e che avrà la “mission” di risollevare in sede locale l’immagine del partito nell’area di competenza, ovvero fra Venezia, Jesolo e il Friuli occidentale. In caso di elezioni Zoggia dovrebbe lasciare il municipio, ipotesi che al momento non lo turba.
LA SCREMATURA Maggiori le chance per il fisico Antonio “Anthony” Candiello, già in lista alle ultime Regionali per il Movimento 5 stelle. Candiello è conosciuto a Marghera, dove ha contribuito a fondare l’Assemblea permanente contro
Lega AVVOCATA Rosanna Conte, 51 anni, avvocata, è consigliera comunale a Caorle per la lista civica di Carlo Miollo.
Forza Italia SINDACO Valerio Zoggia, 69 anni, commercialista, è sindaco di Jesolo dal 2012 per Forza Italia.
il rischio chimico, da anni in prima linea per la salvaguardia ambientale della città che sorge a fianco del grande polo industriale in cerca di riqualificazione. Per ottenere la candidatura Candiello ha dovuto superare lo scoglio delle Parlamentarie e la successiva scrematura operata a livello centrale, nella quale si è dovuto tenere conto dei curriculum e della rappresentanza territoriale degli aspiranti eurodepu-
LA CIRCOSCRIZIONE ELETTORALE COMPRENDE VENETO, TRENTINO, FRIULI VENEZIA GIULIA ED EMILIA ROMAGNA
tati. In questa fase è caduta la candidatura di un altro esponente 5 stelle, lo jesolano Giuseppe Tataranni, alla sua prima esperienza politica. La sorpresa, in tema di candidature, si trova invece nella lista della Lega, dove ha trovato posto la consigliera comunale di Caorle Rosanna Conte. Avvocata, 51 anni compiuti ieri, era stata eletta in Comune nella lista civica di Carlo Miollo. A quanto pare la sua candidatura è stata colta con sorpresa da alcuni esponenti locali della Lega. Un po’ come avvenuto a suo tempo con la scelta della portogruarese Ketty Fogliani nella circoscrizione di Chioggia, dove poi lo scorso anno aveva ottenuto il pass per Montecitorio. Alberto Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il pm chiede 16 mesi di pena per il sindaco-architetto di Gruaro COMPENSI CONTESTATI GRUARO Il sindaco-architetto di Gruaro non avrebbe potuto ricevere alcun compenso per gli incarichi ricevuti dal Comune di San Michele al Tagliamento per progettazioni o direzione di lavori. Per non incorrere in un abuso d’ufficio avrebbe dovuto lavorare gratis, facendosi rimborsare soltanto le spese. Secondo la Procura di Pordenone, il sindaco Giacomo Gasparotto, 60 anni, forzista eletto con la Lista civica per Gruaro, sarebbe stato invece pagato secondo le tariffe professionali. Il procuratore Raffaele Tito ne aveva chiesto il rinvio a giudizio per l’ipotesi di abuso d’ufficio in concorso con Ivo Rinaldi, 53 anni, di Portogruaro, di-
rigente del settore Lavori pubblici del Comune di San Michele. Entrambi hanno deciso di difendersi in udienza preliminare. Ieri il processo è stato celebrato con rito abbreviato, sulla base della documentazione presente nel fascicolo. Il gup Eugenio Pergola emetterà oggi la sentenza. Se le difese si sono concentrate sull’interpretazione del decreto 78/10, convertito in legge nel 2017, il procuratore Tito ha chiesto per entrambi gli imputati una condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione. A sindaco e pubblico ufficiale del Comune ha contestato la violazione del comma 5 dell’articolo 5, laddove prevede che chi è titolare di cariche elettive non può lavorare, se non gratuitamente, per un ente pubblico. Tra il 2013 e il 2016, quando Gasparot-
to era sindaco di Gruaro e assessore all’Edilizia scolastica e Patrimonio della Provincia di Venezia, secondo l’accusa avrebbe ricevuto da Rinaldi l’incarico per la progettazione e direzione dei lavori di manutenzione straordinaria della viabilità e dell’arredo urbano di San Michele. L’incarico fu retribuito con due mandati di pagamento per 29.182 euro complessivi, a cui si aggiungono
ACCUSATO DI ABUSO D’UFFICIO: GASPAROTTO AVREBBE DOVUTO AVERE SOLO UN RIMBORSO SPESE PER I LAVORI ESEGUITI PER IL COMUNE DI S. MICHELE
PRIMO CITTADINO Giacomo Gasparotto con la fascia tricolore dopo l’elezione a sindaco di Gruaro
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altri 1.903 euro. Con la determina 314 del 19 maggio 2015 a Gasparotto viene affidato anche l’incarico per lo studio di fattibilità dei lavori di riqualificazione di corso del Sole a Bibione per un compenso di 2.037 euro. La Procura contesta anche progettazione e direzioni di lavori affidata al sindaco-architetto per il recupero di un bunker della guerra fredda, nell’aprile 2016, per il quale sono stati liquidati prima 12.688 euro e poi 6.344. Infine, il 22 giugno 2016 a Gasparotto è stata affidata la progettazione preliminare delle aree di sosta del Giratagliamento: un compenso stabilito in 2.962 euro, ma liquidato solo nella misura di 850, in questo caso come previsto dalla normativa. Cristina Antonutti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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del NordEst
ANNO 133- N° 92
VENEZIA MESTRE
Giovedì 18 Aprile 2019
Venezia Auto si incastra a lato del tram Ore di caos a piazzale Roma Vittadello pag. II-III
Il personaggio Il nobile Ignazio, “fotografo” di Morosini nel Peloponneso
www.gazzettino.it
L’intervista Roberto Bolle: «Piazzolla e Vivaldi in scena a Trieste le mie “Stagioni”»
Marzo Magno a pagina 19
Sassara a pagina 20
Aumento Iva, sfida nel governo
L’analisi
Il ministro Tria: in mancanza di alternative `Voto in aula per bloccare l’ipotesi. L’ira vanno riviste le aliquote. Salvini e Di Maio: no di Conte con la Lega: serve un chiarimento
Liste elettorali e autonomia, quel Veneto che viene trascurato
Il commento
Giovanni Diamanti
`
Una strada obbligata e anche meno iniqua Paolo Balduzzi tutti è nota la strategia di Quinto Fabio Massimo: temporeggiare, attendendo che il nemico si logori. Devono averlo capito bene Salvini e Di Maio: solo che invece di applicare la regola del Cunctator contro un nemico esterno, sembrano essersi presi reciprocamente di mira. Da un lato, evitando di prendere decisioni fondamentali ma dal sapore impopolare; dall’altro, bloccando la propaganda dell’alleato attraverso veti incrociati. Naturalmente, la vittima di questa infinita attesa non può che essere il Paese. L’ultima applicazione esemplare di questa regola la si sta osservando in questi giorni, in riferimento principalmente all’Iva. Il ministro Tria, con una chiarezza che rasenta l’ovvio, dichiara che le imposte sui consumi (l’Iva, ma anche le accise sulla benzina) aumenteranno a partire dal 2020; del resto, ciò è stato messo nero su bianco anche nel Documento di Economia e Finanza appena approvato. A meno che, continua il ministro, non si trovino risorse alternative. Quali sono le possibili alternative? Segue a pagina 27
A
L’aumento dell’Iva scatterà dal 2020. A meno che non si riescano a trovare i 23 miliardi necessari per congelare le clausole di salvaguardia che l’Italia ha messo come garanzia con l’Europa. Giovanni Tria conferma che la spada di Damocle fiscale pende sugli italiani. Si infiamma il dibattito politico: «Con questo governo – ha avvertito Di Maio - non ci sarà aumento». Salvini: «L’Iva non aumenterà, punto». Oggi il caso arriverà in Parlamento: M5S e Lega voteranno una risoluzione per bloccare l’aumento. Cifoni, Conti, Di Branco e Mancini alle pagine 2, 3 e 4
Nordest
Europee, Meloni arruola Gardini e la “Siora Gina”
MINISTRO Giovanni Tria ospite in tv di “Porta a Porta”
Il caso Profanata chiesa a Venezia. La reazione del Patriarca
Elisabetta Gardini, l’europarlamentare padovana che ha lasciato Forza Italia, ora è in lista con Fratelli d’Italia. E c’è anche la “Siora Gina”, la casalinga veneta in ciabatte e bigodini. Vanzan a pagina 13
l peso del Veneto sull’economia nazionale, ancora oggi, rimane enorme. La “locomotiva d’Italia” continua a correre, e sforna annualmente dati importanti di Pil ed export. Il peso politico della regione, invece, nonostante il ritorno al governo della Lega del nuovo corso salviniano, continua ad essere limitato. Lo si vede anche dalla composizione delle liste per le elezioni europee che sta avvenendo in questi giorni. Segue a pagina 27
I
Capitali all’estero, le “confessioni” ora si moltiplicano Altri imprenditori chiedono un incontro in procura a Venezia. Mezza dozzina i casi `
Treviso
L’archistar Scarpa “firma” il nuovo corso di Benetton
«Notre-Dame? Più grave il furto di ostie» L’ACCUSA Il patriarca Moraglia punta il dito contro il furto di ostie in una chiesa. Ghio a pagina 10
L’intervento del grande architetto e designer veneziano Tobia Scarpa sta dando sostanza al nuovo corso di Benetton. Filini a pagina 17
Si allunga l’elenco dei contribuenti che dopo aver portato i capitali all’estero, ora chiedono di essere sentiti dalla Procura di Venezia, che sta indagando sulla “lista De Boccard”. Dopo i primi tre imprenditori, che presto saranno ascoltati, altri hanno telefonato direttamente alla Finanza per chiedere di essere ricevuti dagli inquirenti. Forse sono in quella lista - stilata dal mediatore svizzero - ora finita nelle mani degli inquirenti. Brunetti a pagina 9
Rovigo
Zone rosse
Più poteri ai prefetti Contro il degrado al posto dei sindaci
Il Superenalotto di beneficenza al bar dello Sport
Più potere ai prefetti e meno ai sindaci nelle cosiddette zone rosse delle città italiane ovvero quelle aree da tenere “libere” da degrado e criminalità. È il succo della nuova direttiva del ministro Salvini che viene letta come l’ennesima offensiva contro la giunta 5Stelle di Roma. Replica infatti Di Maio: «Chi governa lo scelgono i cittadini».
Come ti trasformo le vincite al SuperEnalotto in uno strumento di solidarietà e socialità. Accade al Bar Sport di Valdentro, una frazione di Lendinara (Rovigo). Il titolare si è inventato il modo di finanziare l’attività dell’associazione “Olga” che organizza vacanze terapeutiche per i bambini bielorussi colpiti dalla catastrofe di Chernobyl, grazie alle donazioni di piccole vincite realizzate dai giocatori nella sua ricevitoria. Ha lanciando tra i clienti una sorta di “sistema della solidarietà”. Malfatto a pagina 15
Pirone a pagina 8 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
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Nordest
CONFTURISMO VENETO, CONFERMATO MICHIELLI Marco Michielli rieletto presidente della Confederazione delle imprese turistiche: «Serve un “codice alloggi” per contrastare l’abusivismo». Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Meloni arruola Gardini e la Siora Gina Depositata la lista di Fratelli d’Italia per le Europee di maggio `L’influencer veneta in ciabatte e bigodini di nuovo candidata In corsa con Berlato e Sernagiotto anche l’ex azzurra padovana Berlusconi guida Forza Italia seguito dalla deputata Sandra Savino `
LE ELEZIONI VENEZIA Adesso è ufficiale: Elisabetta Gardini, l’europarlamentare padovana che ha lasciato Forza Italia sostenendo che il partito «è sulla via del decesso» e che il suo vicepresidente Antonio Tajani ne è «il becchino», è passata con Giorgia Meloni. La lista per le Europee di Fratelli d’Italia nella circoscrizione Nordest, depositata ieri in Corte d’appello a Venezia, non presenta solo il nome della Gardini. In corsa c’è anche Maria Cristina Sandrin, padovana di nascita ma residente a Verona, per trent’anni imprenditrice poi diventata avvocato, nota come “siora Gina”, la casalinga veneta in ciabatte e bigodini i cui video sono diventati virali sui social. Ma in FdI scalpitano per essere (ri)eletti anche Sergio Berlato e l’uscente Reno Sernagiotto. Si preannuncia così una lotta durissima per le preferenze. Più che “fratelli” potrebbero essere “coltelli”.
mo parlamento europeo e più in generale in un Europa che deve cambiare sin dalle sue fondamenta». Martedì, infatti, Gardini aveva aderito ai Conservatori e Riformisti, il gruppo che in Europa vede assieme Giorgia Meloni e Direzione Italia di Raffaele Fitto. L’uscita di Gardini da Forza Italia risale al 12 aprile scorso. «Forza Italia non è più un partito di centrodestra - ha ribadito ieri l’ex azzurra - Ho avuto tante volte la tentazione di andarmene, ma prima ho voluto terminare il mandato». Tra i motivi del “divorzio”, anche l’accordo tra Forza Italia e la Südtiroler Volkspartei: in caso di elezione di un solo eurodeputato da parte degli azzurri nella circoscrizione Nordest, il seggio andrà all’altoatesino Herbert
Dorfmann. «Forza Italia ha regalato il Nordest agli austriaci - ha detto Gardini - Dorfmann è da dieci anni che lavora con la delegazione austriaca». Non che Fratelli d’Italia garantisca però l’elezione: con il superamento della soglia di sbarramento del 4%, il partito di Giorgia Meloni conta di ottenere un solo seggio. Che andrà a chi otterrà più preferenze.
LA BATTAGLIA Ipotizzando che la più votata sia Giorgia Meloni, capolista in tutte le cinque circoscrizioni del Paese, la leader dovrebbe poi dimettersi per lasciare il posto al primo dei non eletti. Ruolo a cui, appunto, ambiscono in parecchi. Ci prova l’uscente Remo Serna-
giotto, trevigiano, pure lui ex di Forza Italia ora con Raffaele Fitto in Direzione Italia. Ambisce a tornare a Bruxelles il paladino dei cacciatori e capogruppo di FdI in Regione Veneto Sergio Berlato, secondo in lista dopo Meloni. C’è ovviamente la Gardini. C’è il pordenonese Luca Ciriani, uno dei pochi chiamati a “portare acqua” essendo già impegnato al Senato come capogruppo. E c’è l’incognita Siora Gina. Che, per la verità, non è nuova alla politica, visto che già l’anno scorso aveva provato la corsa al Parlamento con Grande Nord, candidata al Senato a Verona. Di sicuro è uno dei volti più noti e seguiti sui social e nelle tv locali, fondatrice del “Popolo in Movimento” che l’anno scorso era confluito ap-
L’ANNUNCIO «Sono molto lieta di annunciare la candidatura di Elisabetta Gardini nel Nordest, nelle liste di Fratelli d’Italia. È stata ed è una grande protagonista in Europa, capace di difendere gli interessi italiani»: così Giorgia Meloni, a fianco alla stessa Gardini, ha dato ieri a Roma l’annuncio. «Sono molto felice di essere stata accolta nel partito di Giorgia Meloni, l’unico guidato da una donna che è già un segno di grande cambiamento - ha detto Gardini - Sono convinta che il gruppo dei Conservatori e pertanto il suo rappresentante in Italia, cioè FdI, svolgerà un ruolo cruciale nel prossi-
IL MOVIMENTO 5 STELLE CONFERMA LE SCELTE DELLE PARLAMENTARIE E SI AFFIDA ALLA GIORNALISTA SABRINA PIGNEDOLI
FDI “Siora Gina” Sandrin
punto nella confederazione Grande Nord. Una sorta di “influencer” populista che già nel 2016 si era battuta contro il referendum costituzionale, che appoggia Salvini sui migranti e sostiene la Brexit. «Amici e fan si fa sul serio! - ha scritto su Facebook - Andiamo in Europa per #cambiaretutto. Dobbiamo farlo noi popolo andando in massa a votare e far capire chi comanda. Non farlo saremo costretti a subire per sempre. Amici questa è ultima chiamata! La Siora Gina a confronto con la Merkel! Immaginate che sberla in faccia che sarebbe!!!».
26 “SORELLE” D’ITALIA Elisabetta Gardini e Giorgia Meloni
Il giorno di maggio stabilito per Europee e Amministrative
«Zaia prenda coraggio e ci porti tutti in piazza»
FORZA ITALIA Nessuna sorpresa per Forza Italia la cui lista è stata depositata ieri. Capolista è Silvio Berlusconi, seguito dalla coordinatrice del Friuli Venezia Giulia nonché deputata Sandra Savino e da Irene Pivetti. In lista anche la senatrice padovana Roberta Toffanin, l’ex presidente della Provincia autonoma di Trento Mario Malossini, il sindaco della località balneare di Jesolo, Valerio Zoggia. «Sì all’Europa, ma per parteciparvi da protagonisti e non per subirla - ha detto Toffanin - Con la discesa in campo del presidente Berlusconi l’Italia riprenderà in Europa quel ruolo di primo piano che la lungimiranza, competenza e autorevolezza da vero statista del nostro presidente sapranno assicurare». Depositata ieri anche la lista del Movimento 5 Stelle secondo il risultato delle Parlamentarie. Capolista la giornalista reggiana Sabrina Pignedoli, quindi l’eurodeputato uscente friulana Marco Zullo, la più votata Viviana Dal Cin. A seguire Alessandra Guatteri, Elena Mazzoni, Claudio Fochi, Nadia Piseddu, Matias Eduardo Crescitelli detto “Diaz”, Cinzia Dal Zotto, Antonio “Anthony” Candiello, Ulderica Mennella, Carla Franchini, Salvatore Lantino, Simone Contro, Cristiano Zanella. Alda Vanzan
A un anno dalle elezioni regionali, il neonato partito dei Veneti annuncia, attraverso Alessio Morosin (foto), il programma. Si prevedono, tra l’altro, “baby card” regionali di 500 euro al mese per far crescere i bambini fino ai tre anni, fisioterapista e ostetrica gratuite per le future mamme. Con che soldi? Con quelli dei veneti, visto che si chiede di trattenere il 90% delle imposte e tasse pagate. Ma il Partito dei Veneti proporrà un proprio candidato governatore o appoggerà Luca Zaia? «Se Zaia sposa il nostro programma siamo pronti ad appoggiarlo dice Morosin - altrimenti avremo un nostro candidato, che di sicuro non sarò io». «Il governatore - aggiunge Morosin - è bravissimo e gode di ampio consenso. Ma temiamo che, come avvenuto per tanti leghisti regionali con la formazione delle liste un anno fa e adesso per le Europee, anche lui sia destinato a essere “fatto fuori” da Salvini. Io dico: salviamo Zaia da Salvini. Il governatore prenda coraggio e, a partire dall’autonomia, non giochi di rimessa. Se dicesse: tutti in piazza per l’autonomia, avrebbe con sé il Veneto in strada». (al.va.)
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M5S
FORZA ITALIA Roberta Toffanin
Partito dei Veneti
`VENEZIA
L’intervista Herbert Dorfmann erbert Dorfmann cerca il tris e, con tutta probabilità, lo troverà. L’europarlamentare in carica dal 2009 è il capolista della Südtiroler Volkspartei nella circoscrizione Italia nord-orientale: in virtù del collegamento con Forza Italia, previsto dalla legge elettorale per le minoranze linguistiche com’è quella tedesca, gli basterà ottenere almeno 50.000 preferenze (e nel 2014 ne incassò oltre 94.000) per garantirsi il pass per Bruxelles. «Presumo sia stato questo a far arrabbiare Elisabetta Gardini, ma è inutile che vada in giro a dire che io le avrei “fregato il posto”, Fi è perfettamente in grado di conquistare due seggi come ha fatto cinque anni fa», dice il 50enne candidato altoatesino.
H
Gardini non la pensa così. E
Commissione Europea: è bavarese, quindi molto vicino a noi».
«Non rubo il posto a nessuno l’intesa Fi-Svp è la più giusta» correrà con Fratelli d’Italia. «Sì. Ma questa sua decisione non è certo maturata nel giro di 24 ore, credo proprio che l’avesse in mente da tempo, come dimostra il suo comportamento delle ultime settimane, che ha trascorso attaccando continuamente la Svp, me e Fi. Eppure i due partiti hanno trattato per mesi con grande trasparenza e lei era al corrente della situazione. Le sue accuse mi hanno stupito: lo spirito del lavoro fatto con il presidente Antonio Tajani era di arrivare a un accordo
elettorale che mettesse insieme tutte le forze del Ppe in Italia». Non è un patto tecnico, come sostiene Gardini, descrivendo Fi come «un taxi» per la Svp? «Per chiudere questa intesa non abbiamo firmato carte dove ci siamo impegnati per qualcosa, ma non è che andiamo un giorno di qua e un giorno di là. Inoltre questo è l’accordo più giusto e coerente da parte nostra: negli ultimi cinque anni all’Europarlamento ero nelle file dei popolari, non dei socialdemocratici».
Farà campagna in Veneto? «Sicuramente sì: questa è la mia circoscrizione e vado spesso a Belluno, soprattutto per iniziative legate all’agricoltura».
Ma com’è che nel 2014 il collegamento di lista fu con il Pd? «Quella scelta era legata al partner nella giunta provinciale di Bolzano, che allora era appunto il Partito Democratico». Adesso sarebbe la Lega però. «Ma a noi serve un alleato europeista, perché la Svp è pro-Europa e non può mettersi insieme con un partito euroscettico, populista, sovranista, egoista. Inoltre vogliamo dare il nostro contributo all’elezione di Manfred Weber alla presidenza della
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«PENSO CHE ELISABETTA SI SIA ARRABBIATA INUTILMENTE, I FORZISTI POSSONO CONQUISTARE DUE SEGGI COME CINQUE ANNI FA»
Cosa pensa dello stallo sull’autonomia differenziata? «Il mio partito ed io pensiamo che più competenze si danno alle Regioni, meglio sia per la gestione dello Stato, quindi sostengo la richiesta del Veneto e credo che sarebbe ora di fare un passo in avanti. I veneti sono stufi degli ostacoli opposti dal Movimento 5 Stelle, ma anche delle scuse di Matteo Salvini, che ormai non funzionano più». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Le misure allo studio
Le aliquote attuali Prodotti con iva al 22%
Imposta sui consumi, la via dei ritocchi mirati Resta il nodo del gettito Ogni punto di aliquota ordinaria vale 4,4 miliardi, con aumenti selettivi servirebbero comunque altri interventi per neutralizzare tutte le clausole
vino
detersivi
radio, televisori, hi-fi etc...
abbigliamento
pentole e stoviglie
computer
calzature
tovaglioli di carta
cancelleria
elettrodomestici
lavanderia e tintoria
cura personale
mobili
auto e mezzi di trasporto
parrucchiere
complementi d’arredo
pezzi di ricambio auto
gioielli e orologi
biancheria per la casa
manutenzioni e riparazioni
borse e valigie
servizi domestici
giochi e giocattoli
onorari liberi professionisti
10% Aliquota ridotta
22%
energia, trasporti, farmaci, carne, pesce, alberghi bar e ristoranti, cinema e teatri, edilizia
Il resto è aliquota ordinaria 22%
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LE IPOTESI ROMA Si farà (probabilmente) ma non si può dire. L’aumento dell’Iva viene negato in modo più o meno perentorio da tutta la maggioranza di governo, ma questo non ha impedito lo svolgimento di approfondimenti tecnici sul tema, in vista delle decisioni politiche che non potranno arrivare prima del prossimo autunno, quando sarà definita la legge di Bilancio per il 2020.
LE RIDUZIONI Le principali ipotesi sul tavolo sono due. La prima prevede un aumento “orizzontale” di tutti i beni e servizi sui quali oggi si paga l’aliquota ordinaria del 22 per cento. Al momento viene valutato un incremento di un punto, che si porrebbe in linea con gli analoghi interventi realizzati dal governo Berlusconi nel settembre 2011 (passaggio
dal 20 al 21 per cento) e due anni dopo da quello di Enrico Letta (dal 21 all’attuale 22). Il maggior gettito atteso è di circa 4,4 miliardi, dunque una somma comunque limitata rispetto ai 23 miliardi di aumenti già in programma in base alle clausole di salvaguardia. Sulla carta però in caso di necessità potrebbe essere preso in conside-
razione un ritocco sempre generalizzato ma più energico, ad esempio di due punti. Una via alternativa è quella degli aumenti mirati e selettivi, che in realtà almeno nelle intenzioni di una parte della maggioranza dovrebbe comprendere anche alcune (ugualmente mirate) riduzioni d’imposta. È il caso ad esempio dei prodotti per l’in-
Istat
A marzo inflazione stabile all’1% L’inflazione a marzo resta stabile all’1%. L’Istat conferma la stima preliminare, ma indica anche l’andamento dei prezzi al consumo sul territorio. La graduatoria vede Bari in testa (+1,7%), Perugia ultima (+0,4%). Il carrello della spesa, invece, rallenta ancora, ma rimane sempre un gradino sopra la dinamica generale. I
prezzi dei prodotti di largo consumo, ossia dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, infatti, decelerano a +1,1% (da +1,6% di febbraio). Incidono due spinte contrapposte: da una parte l’accelerazione dei carburanti, dall’altra il rallentamento dei prezzi degli alimentari non lavorati.
fanzia come i pannolini e magari anche di alcuni servizi, che in questa ipotesi sarebbero dirottati verso l’aliquota super-agevolata del 4 per cento, quella dei generi di prima necessità. Potrebbero seguire un percorso inverso e quindi essere riportati al 22 per cento alcuni settori che oggi godono dell’aliquota ridotta del 10 per cento, come il turismo e la ristorazione. Mentre salirebbero dal 22 ad un livello superiore, anche di qualche punto, alcuni generi definiti di lusso, il cui elenco però comporta non poche difficoltà di messa a punto. Per quanto riguarda il settore immobiliare e l’edilizia, fa fede l’intenzione espressa dal governo nel Def-Progetto nazionale di riforma, quando ha specificato di «non ritenere opportuno in questa fase rivedere l’imposizione sugli immobili, già oggetto di numerosi cambiamenti legislativi negli ultimi anni». Il gettito recuperato con un insie-
Navigator, la carica dei 100 mila ma in servizio solo a settembre IL LAVORO ROMA Verrà pubblicato oggi il bando per la selezione dei navigator: a partire dal 3 maggio sarà possibile candidarsi al maxi-concorso (sono previsti centomila partecipanti). Ma le selezioni rischiano di slittare a luglio perché non si trova una sede dove svolgere i test. Intanto ieri è arrivato il via libera della Conferenza Stato Regioni all’accordo definitivo sui navigator, con cui è stato sciolto il nodo della loro ripartizione territoriale e sono state chiarite le mansioni che andranno a svolgere (sono stati declassati, da tutor a semplici assistenti dei tutor). Alla Campania andranno 470 navigator, al Lazio circa 270, più di 300 alla Lombardia. E zero al Trentino Alto Adige, dopo il forfait delle province autonome di Trento e Bolzano che utilizzeranno le risorse stanziate per implementare le misure già avviate a livello locale. «Ci sono 2.980 posti disponibili. Presumibilmente i navigator saranno pronti tra la fine di luglio e l’inizio di settembre. Nel frattempo in Campania, e in particolare a Napoli, dove si è verificato un boom di richieste, la situazione nei centri per l’impiego potrebbe rivelarsi critica», spiega l’as-
OGGI ARRIVA IL BANDO PER AVVIARE LE SELEZIONI IN CAMPANIA IL MAGGIOR NUMERO DI COACH (470), NEL LAZIO CIRCA 270 PIÙ DI 300 IN LOMBARDIA
sessora della Regione Toscana Cristina Grieco in qualità di coordinatrice della commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni. L’intesa siglata ieri apre anche alle assunzioni a tempo indeterminato per mano delle Regioni di 5.600 operatori entro la fine dell’anno.
I DETTAGLI Il bando di Anpal Servizi fissa i tempi per candidarsi alla maxi-selezione. Devono passare quindici giorni dalla sua pubblicazione (prevista per oggi alle 12.00) prima di poter dare il via alle candidature, dunque dal 3 maggio sarà possibile inviare i moduli. Non è ancora stata fissata però la data delle maxi-selezioni: manca una sede in cui svolgere i test a Roma. Considerato che è contemplato pure un periodo di formazione, i coach dovrebbero essere operativi dunque per la fine dell’estate. Il numero di candidati attesi è aumentato (da 60 mila a 100 mila). La scelta tra le tre società in gara avverrà a maggio inoltrato: i termini entro cui pubblicare la graduatoria non sono stati definiti. Oltre alla sede per le selezioni, mancano pure i quiz a risposta multipla: la società che deve confezionarli non è stata individuata. I navigator saranno 471 in Campania e 274 a Napoli, 429 in Sicilia, 329 In Lombardia, 273 nel Lazio, 248 in Puglia, 176 in Piemonte, 170 in Calabria, 165 in Emilia Romagna, 152 in Toscana, 142 in Veneto, 121 in Sardegna, meno di cento nelle restanti regioni, addirittura meno di dieci in Valle d’Aosta e zero in Trentino Alto Adige. Francesco Bisozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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4%
Aliquota super-ridotta
pane, pasta, verdure, altri generi alimentari di prima necessità, libri e giornali, prima casa Fonte: Cgia di Mestre
me di movimenti mirati delle aliquote dipenderebbe naturalmente dalla sua esatta composizione. L’obiettivo dei 23 miliardi che scatterebbero a legislazione vigente resta comunque lontano e dunque si pone il problema per l’esecutivo di fare ricorso comunque ad una serie di interventi diversi.
EFFETTI LIMITATI In ogni caso quale sarebbe l’effetto di un eventuale scatto integrale delle clausole di salvaguardia? Se ne sono occupati alcuni degli organismi intervenuti nelle audizioni sul Def, dall’Istat alla Banca d’Italia. Secondo l’istituto di statistica l’ef-
fetto depressivo degli aumenti di aliquota nella loro totalità avrebbe un impatto depressivo sui consumi limitato, pari allo 0,2 per cento. Quanto alla trasmissione degli incrementi di imposta sui prezzi, in teoria questa dovrebbe essere totale, ma sia Istat che Banca d’Italia ritengono che in una fase come l’attuale gli aumenti potrebbero scaricarsi solo in misura parziale sui consumatori finali, sia perché i venditori potrebbero rinunciare ad una parte dei propri margni, sia per un meno virtuoso fenomeno di crescita dell’evasione. Luca Cifoni © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Noale Spinea Mirano
Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Due pulmini per gli anziani del “Mariutto” `Acquistati grazie a
donazioni, consentiranno numerosi spostamenti MIRANO
NOALE L’esterno dell’ospedale a Noale
Sanità, scontro tra candidati Il Pd attacca Zaia. Stevanato: «Incrementare `La sindaca Andreotti: «Ho incontrato i servizi». Barin: «Giunta latitante sul tema» Dal Ben, Lungodegenza non traslocherà» `
NOALE Ospedale di Noale al centro del dibattito elettorale, alla luce delle nuove schede regionali, nella città che del Calvi deve decidere cosa fare e come difenderlo. L’affondo parte dal centrosinistra: «Se a Noale dopo 5 anni l’ospedale di comunità non c’è e ora anche la Lungodegenza viene annullata, la colpa è della Lega di Zaia» è il messaggio uscito da un incontro del Pd sul tema. «Noale - incalza il consigliere regionale Bruno Pigozzo - aveva tutte le potenzialità per diventare riferimento come struttura intermedia al servizio di un’area vasta». Gli fa eco l’aspirante sindaco Fabrizio Stevanato: «Ci sono situazioni - spiega il candidato Pd - come quella del nostro ospedale o dei servizi di prevenzione che in prospettiva mi preoccupano. Noale ha una storia di servizi per anziani e disabili e vogliamo incrementarli puntando su esperienze moderne come il cohousing, in modo da creare una comunità con quote di giovani, single, anziani, coppie, disabili, magari guardando proprio agli immobili del complesso ospedaliero». Dal fronte opposto, Michela Barin accusa la maggioranza: «In questi 5 anni -
incalza la candidata del centrodestra - c’è stata latitanza sul tema e oggi ne raccogliamo i frutti. Le politiche a favore dei cittadini si fanno realizzando un dialogo propositivo tra la conferenza dei sindaci, dove troppo spesso il sindaco delega altri a partecipare, e la Regione. Chieda subito un incontro con la quinta commissione regionale, coinvolgendo tutte le forze politiche, ed esprima una forte presa di posizione a difesa dei nostri reparti». «Dato che si strumentalizzano anche questi temi - replica Patrizia An-
dreotti - ho incontrato il direttore Giuseppe Dal Ben, che mi ha confermato come risulti non tanto il trasferimento di Lungodegenza da Noale a Dolo come era in previsione, ma la sostituzione per tutta la Regione dei posti letto di lungodegenza con altre strutture. Per quanto riguarda Noale, le schede prevedono 10 posti letto per l’hospice, 20 per l’ospedale di comunità e 24 per l’unità riabilitativa territoriale. Inoltre è previsto il completamento dei posti di ospedale di comunità con 12 posti a Mirano e
Noale
I “fucsia” con la sindaca uscente? Brugnaro smentisce Fake-post per “intorbidire” la campagna elettorale noalese. Girano in città, soprattutto sui social, false locandine con il simbolo fucsia della lista Brugnaro affiancato all’immagine elettorale del sindaco uscente, candidata del polo civico, Patrizia Andreotti. Qualcuno ci ha provato, visto che i fucsia civici lo sono davvero e Andreotti pure, avendo tagliato ogni rapporto con i partiti che la sostenevano.
L’apparentamento però è stato subito smentito da entrambi: «Fotomontaggi che fanno sorridere - spiega lo stesso Luigi Brugnaro - ritengo però di dover fare chiarezza per non ingannare i cittadini: la nostra collocazione è chiara, con una lista civica forte affiancata da tutti i partiti tradizionali di centrodestra. E il nostro interesse amministrativo è unicamente concentrato sulla città di Venezia». Insomma niente
I sindaci manifestano contro i “tagli” Oggi presidio nei tre ospedali del territorio MIRANO Oggi la mobilitazione generale dei sindaci di Riviera del Brenta e Miranese per protestare contro i tagli previsti negli ospedali del territorio. Questa mattina saranno dunque in 17 a partire alle 11 dal Cup di Dolo, per poi spostarsi alle 12 a Mirano, e infine concludere la manifestazione alle 13 a Noale. «Vogliamo dare un segnale forte alla Regione per far capire che se venissero approvate le nuove schede la situazione sarebbe davvero ingovernabile – dice Silvano Checchin, sindaco di Spinea e presidente del comitato sindaci del distretto Mirano-Dolo – L’impoverimento
24 a Dolo. La casa di riposo Relaxxi ha avviato un proprio autonomo procedimento per l’assegnazione di altri 20 posti letto come ospedale di comunità, gestiti privatamente. Rimarranno poi i servizi di Medicina dello sport e gli altri erogati oggi al Calvi. Noi assenti? Semmai orgogliosi di aver portato all’accreditamento del ‘Dopo di noi’ e all’assegnazione di 20 posti di centro diurno per anziani nella Rsa, strutture che oggi stanno già accogliendo nostri concittadini». Filippo De Gaspari
MIRANO L’ospedale
delle nostre strutture sanitarie ha raggiunto ormai livelli insostenibili, manifestiamo per dire al presidente Zaia d’intervenire e fare grande attenzione rispetto a scelte che potrebbero danneggiarci oltre ogni limite». I sindaci distribuiranno il
documento presentato martedì in quinta commissione regionale nel quale vengono illustrate nel dettaglio le loro richieste, ad iniziare dalla proposta di mantenere le vecchie schede del 2016, non ancora attivate, anziché approvarne di nuove. «Siamo tutti uniti per dire alla Regione che non possiamo essere ancora penalizzati», spiega il primo cittadino di Dolo, Alberto Polo. «Stando ai parametri, in base al numero dei nostri abitanti dovremmo avere 810 posti letto, – aggiunge Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano – la realtà invece è che siamo arrivati a meno di 500. Per questo chiediamo di ricalibrare i tagli». (E.Cal) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Andreotti, semmai Michela Barin per i fuscia del sindaco metropolitano. Il primo cittadino veneziano non lo dice apertamente ma parla di centrodestra unito. «Noale è un comune importantissimo prosegue Brugnaro - ma siamo rispettosi dell’autonomia dei noalesi nello scegliere il proprio sindaco. Certo, riteniamo il modello fucsia di Venezia, che unisce il civismo al centrodestra unito, un modello vincente». (f.deg)
messa o a una gita al mare o in collina, mantenendo le relazioni sociali e gli scambi di quando gli anziani vivevano a casa. «L’obiettivo - spiegano dall’equipe educativa del Mariutto - è promuovere la condivisione in un territorio che negli anni ha dimostrato di saper accettare e accogliere gli anziani del Mariutto all’interno della comunità territoriale. Ne sono prova le quasi 5mila ore di volontariato che numerosi cittadini hanno svolto all’interno del Mariutto nel 2018, supportando i residenti nei progetti educativi proposti dal personale». F.Deg.
Benedizione religiosa per due nuovi mezzi di trasporto per anziani in carrozzina o con problemi di mobilità ieri all’Ipab Mariutto di Mirano. I due veicoli denominati, su suggerimento degli stessi anziani, “Verdicchio” e “Cleo”, si aggiungono al pulmino “Angelo”, già in servizio da qualche anno. Il loro acquisto è stato pos© RIPRODUZIONE RISERVATA sibile alla fine del 2018 grazie a donazioni di cittadini, familiari, imprese che hanno contribuito con piccole somme, peraltro ancora possibili per altri progetti (informazioni sul sito dell’Ipab). Una prima donazione aveva permesso la realizzazione di un parco giochi aperto al pubblico, inaugurato nel 2017. I nuovi mezzi offrono agli ospiti non autosufficienti la possibilità di uscire dalle residenze per essere inseriti nella realtà del territorio. Ma anche di essere accompagnati a pranzo a casa, far visita ad amici, partecipare a eventi promossi da as- LA BENEDIZIONE DEI MEZZI I due sociazioni del territorio, alla pulmini del “Mariutto”
Scorzè Nais Marcon, oggi la presentazione Ufficializzata la candidatura di Nais Marcon, attuale vicesindaco di Scorzè, per le elezioni comunali del prossimo 26 maggio. La Marcon correrà per la coalizione di centrodestra, probabilmente supportata da due liste, nel solco della continuità con l’azione amministrativa di Giovanni Battista Mestriner, che sta per concludere il suo secondo mandato alla guida del Comune. La presentazione della candidata sindaca, vicesindaco e assessore ai servizi sociali, avrà luogo oggi alle 12 nella sala “Gatto”, nell’area dietro il municipio. Nei giorni scorsi il centrosinistra aveva già presentato il suo candidato, Dario Zugno del Pd.
S. MARIA DI SALA SCOMPARSO, ERA A BOLOGNA È stato trovato in un hotel a Bologna il ventenne di Sant’Angelo di Sala, scomparso da lunedì. A rintracciarlo sono stati i carabinieri della Compagnia di Mestre avvertiti dalla questura di Bologna a cui erano state mandate le schede di presenza dei clienti degli hotel. Nella mattinata di ieri è stata avvertita la famiglia. Il ventenne si era allontanato in maniera volontaria. (r.m.)
S. MARIA DI SALA ECOCENTRO CHIUSO L’ecocentro di via Ferraris a S. Maria di Sala è chiuso al pubblico per un intervento di adeguamento degli impianti. I lavori proseguiranno all’incirca fino al 10 maggio, il servizio nel frattempo sarà assicurato tramite un centro di raccolta allestito nel parcheggio di via Newton.
Presentata una lista per Ditadi sindaco SPINEA Si presenta “senza capolista”, in puro ordine alfabetico. La lista “E’ Tempo - prospettiva Spinea” partecipa alle elezioni nella coalizione del centrosinistra, in sostegno alla candidatura di Emanuele Ditadi. Tra i 16 nomi anche due “uscenti”, il consigliere comunale Giovanni Litt e l’assessore Loredana Mainardi e alcuni volti noti del volontariato, oltre a sindacalisti, volontari, studenti, collaboratori delle parrocchie e molti giovani. «Si tratta di persone che si occupano, a titolo e in maniera diversa, di molti ambiti: ambiente, cultura, scuola, politiche sociali, lavoro recita la presentazione -, ma sono frutto di una candidatura aperta». “E’ tempo” ha utilizza-
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to una tecnica particolare: ha fatto una call per ricevere le “manifestazione di interesse”». Ecco chi sono: Calogero (detto Jerry Alletto), co-fondatore dell’associazione “Io clandestino”, attivi nel volontariato anche Stefania Bortolozzo, ex commerciante di Spinea, e Ammar Almasri, di origine palestinese, arrivato in Italia nel 1988 con una borsa di studio che gli ha persone di laurearsi in architettura. Poi Lisa Carraro di Ami-
ALL’INTERNO DI “E’ TEMPO” ANCHE I CONSIGLIERI USCENTI LITT E MAINARDI. MOLTI I VOLTI NOTI
ci della biblioteca, Marco Cattarin, professione responsabile Information Technology in una Banca del Veneziano, Giuseppina Casarin del Coro voci dal mondo, insegnante di musica, Andrea Corsi, dipendente di Poste e rsu Cgil, Federica Cerchiaro, ex animatrice della parrocchia e ora tesoriera dell’Associazione partigiani italiani di Spinea, Alberto Furlanetto, Monica Favaretto, insegnante di lettere alla scuola media, Litt, Mainardi, Salvatore Raniolo, ricerca legata alla valorizzazione degli agroecosistemi, esperto di ambiente come Stefania Stevanato che è anche assistente sociale. Molto noto al Graspo è Giuliano Silvestri, che lavora nei servizi nel sociale mentre Francesca Zandonella Necca è psicopedagogista, specializzata nei disturbi dell’apprendimento. (m.fus)
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IL COMMENTO SUL GAZZETTINO.IT
Aspetta il treno sdraiata sui binari Una donna ha tentato il suicidio sdraiandosi sui binari all’altezza di Busa di Vigonza, ma il convoglio le ha amputato le gambe.
Venezia, auto sorpassa il tram e viene schiacciata È la dimostrazione che a Mestre (strade strette) e Venezia (è un imbuto) il Tram non andava fatto. Spero non accada mai un’emergenza... (JerodJerod) Giovedì 18 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Il commento
L’analisi
Una strada obbligata, fanno soltanto finta di litigare
Tra elezioni e autonomia, il Veneto penalizzato
Paolo Balduzzi
Giovanni Diamanti
segue dalla prima pagina
(...) Visto che alla patrimoniale questo governo sembra avere rinunciato (e, a ben guardare, di imposte patrimoniali ne esistono già moltissime - benché incoerenti e disordinate - nel nostro ordinamento), gli altri canali sono quelli di nuove entrate, minori spese e lotta all’evasione. Sul fronte delle entrate, per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’orientamento del governo è quello di andare verso la flat tax, o perlomeno verso una diminuzione del numero di scaglioni dell’Irpef: un’operazione ancora dai contorni indefiniti e controversi. Indipendentemente dall’opinione che della flat tax si può avere, dunque, l’unica certezza è che, se sarà attuata, porterà meno risorse e non certo di più. Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle società, risulta già sufficientemente stucchevole il passo indietro del governo, che si è rimangiato con il decreto “crescita” quanto scritto pochi mesi prima nella Legge di bilancio. Non resta dunque che l’Iva. Di Maio e Salvini da una parte fanno finta di litigare con il realista Tria che definisce ineluttabile l’aumento delle aliquote per far fronte al necessario aumento di gettito, dall’altra negando qualunque aumento cercano di rassicurare l’elettorato in vista del voto europeo che potrebbe ribaltare i rapporti di forza tra i giallo-verdi. Ma la realtà è un’altra: e cioè che insieme all’Iva aumenteranno anche le accise, proprio quelle odiose imposte specifiche che secondo Salvini
avrebbero dovuto essere eliminate al primo Consiglio dei Ministri ma che invece resistono a discapito di ogni proclama di riduzione della pressione fiscale. Inoltre, vale la pena di notare che, a differenza dell’Irpef, la base imponibile dell’Iva (vale a dire i consumi) è distribuita in maniera più omogenea sul territorio. In questo senso sarebbe meno iniqua di altri aumenti di imposta. Ci si augura invece che non si pensi di aumentare ulteriormente il deficit: ci manca solo una procedura di infrazione a livello europeo a peggiorare il quadro di crescita zero e di pessimismo di questo Paese. Gli economisti sanno bene inoltre che le entrate potrebbero aumentare anche senza ritoccare le aliquote: basterebbe stimolare la crescita economica. Per esempio incentivando gli investimenti. Cosa che sarebbe dovuta avvenire con la manovra d’autunno, come più volte inascoltati abbiamo suggerito su queste colonne. Ma proprio qui casca l’asino e si ha un altro esempio di come l’indecisione dei temporeggiatori stia bloccando il Paese: che fine hanno fatto i decreti “crescita” e “sblocca cantieri”? Dopo innumerevoli correzioni, erano in attesa di una firma da parte del Presidente della Repubblica che tuttavia, a quanto risulta, ancora non c’è stata né ci sarà, a meno di un nuovo passaggio sul tavolo di Palazzo Chigi per stilare un testo definitivo. Non che siano provvedimenti risolutivi. Ma a maggior ragione, se anche degli interventi relativamente deboli risentono dei contrasti nella maggioranza, si può immaginare il
destino di scelte che sarebbero veramente rivoluzionarie. Come, ad esempio, quella di una decisa revisione della spesa. L’unica vera esperienza di revisione della spesa nel nostro Paese si è avuta nel 2012/2013 con Carlo Cottarelli, la cui commissione delineò un percorso impegnativo che avrebbe portato, nel giro di tre anni, a risparmi strutturali massimi (avrebbe poi deciso la politica quanti e quali) di 32 miliardi. I lavori di quella commissione finirono in un cassetto e mai furono utilizzati dalla politica. Vaneggiare che in poco tempo si possano ottenere risparmi elevati significa non aver capito cosa sia la spending review e confonderla con dei semplici tagli lineari, più semplici ma che rischiano di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Se si accetta un suggerimento, il punto da cui cominciare a effettuare la revisione è quella degli sconti fiscali legati all’Irpef, un tesoretto da almeno 60 miliardi l’anno che merita di essere riordinato. E tornando alle scelte rivoluzionarie: che fine ha fatto la lotta all’evasione fiscale? Ogni anno vengono evasi imposte e contributi per oltre cento miliardi di euro, vale a dire più della metà dell’intero gettito Irpef. Ma fare la lotta all’evasione significa toccare interessi molto forti, ben diffusi tanto al nord quanto al sud del Paese (lavori senza fattura da un lato, lavoro nero dall’altro). Di certo, una strategia che richiede decisione e forza, impraticabile per chi temporeggia in attesa di nuove e elezioni o di nuovi soggetti a cui addebitare i propri fallimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervento
segue dalla prima pagina
Non sembrano esserci all’orizzonte capilista veneti: dal romano Calenda del Pd al lombardo Salvini per la Lega, passando per il sempre presente Silvio Berlusconi di Forza Italia. Diverso il discorso dei 5 Stelle, che candidano una donna nata in Veneto ma attiva a Trieste, Viviana Dal Cin, francamente molto poco conosciuta. Non ci sono leader nazionali veneti, e spesso, nella circoscrizione Nord-est (che comprende anche Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige) viene data più rilevanza agli esponenti emiliano-romagnoli. In Veneto, il Pd punta su Variati, stimato ex sindaco vicentino incoronato a Padova da Zingaretti nella sua prima uscita di campagna elettorale, mentre Forza Italia rilancia Irene Pivetti, lombarda, che si ricandida dopo anni di lontananza dalla politica. Nella Lega c’è stata negli ultimi giorni una rivolta interna, ampiamente raccontata da questo giornale, per la volontà di candidare un numero maggiore di emiliani piuttosto che di veneti, e per l’assenza di candidature vicine a Zaia: le pressioni del Governatore, alla fine, avrebbero fatto breccia. Ma è proprio la polemica in casa leghista l’elemento più sorprendente e interessante di questa tornata elettorale: anche per l’ormai ex “partito del Nord”, il Veneto sembra avere un peso relativo. Questo, nonostante i dati record registrati nelle ultime tornate elettorali nella regione veneziana. Nonostante l’elevatissimo gradimento personale del Governatore. Nonostante il trionfo di Zaia nel referendum da lui stesso voluto sull’autonomia regionale. Nonostante tutto questo, il primato
della Lega Lombarda sulla Liga Veneta non viene solo confermato, ma viene accentuato dando maggiore spazio addirittura ai candidati dell’Emilia-Romagna. Secondo qualcuno proprio il peso di Zaia potrebbe essere la causa di questa sotto-rappresentanza veneta dentro la Lega. Perchè Zaia gode, anche fuori dai confini regionali, di una credibilità e di un consenso elevati. Perchè è l’unico, altro leader leghista e a molti livelli è considerato una possibile alternativa a Salvini. Anche per queste ragioni sarà importante capire e vedere come si svilupperà la partita sull’autonomia regionale, cavallo di battaglia di Zaia. La riforma in questo momento sembra essersi arenata, con Salvini apparso finora non troppo disponibile a forzare la mano. La ragione di questa frenata può essere spiegata guardando i dati: a dicembre, un elettore leghista su tre proveniva dal Mezzogiorno. L’espansione leghista verso sud ha funzionato e ha portato il Carroccio alla conquista di consensi invidiabili. Nel lungo termine, tuttavia, lo zoccolo duro del Nord-est da un lato, che non ha mai tradito elettoralmente il partito erede di Miglio e che esprime il Presidente di Regione più apprezzato d’Italia, e i nuovi insediamenti meridionali dall’altro, saranno difficili da conciliare. In un simile contesto, il Veneto rischia di rimanere trascurato dalla politica nazionale. E di aumentare così la propria diffidenza verso il sistema “romano”. Per questo, la battaglia politica sull’autonomia assume un valore più profondo: servirà alla Lega per dimostrare quale sia la propria identità. E al Veneto per misurare il suo peso politico. Dentro e fuori la Lega. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La vignetta
Lodi come Parigi, le cattedrali vanno rialzate Massimiliano Atelli* elle ore in cui il mondo è sotto choc per la devastazione della cattedrale di Notre Dame ad opera di un terribile incendio, si ripropone - stavolta con la forza tragica di un’autentica sciagura - il tema della rilevanza della iconografia urbana, ovvero dei luoghi o siti-simbolo delle nostre città, che hanno in sé la rara capacità di sintetizzarne ed esprimerne l’essenza, l’identità, la storia (nel legame indissolubile fra passato e presente). È così per Notre Dame, che non sarà più la stessa ma deve tornare (e tornerà) a rimanere se stessa, per ciò che ha rappresentato e rappresenta (non solo per parigini e francesi), con il suo straordinario e quasi millenario carico di vissuto e di vissuti, irripetibili (penso a Napoleone Bonaporte incoronatovi Imperatore, ma anche a migliaia di persone comuni, devote e no). Parigi, senza Notre Dame, non
N
sarebbe Parigi. E Notre Dame, naturalmente, non potrebbe essere altrove. Dentro la tragica vicenda si coglie in pieno il senso della rilevanza dell’iconografia urbana, che purtroppo è dolentemente avvertito - come sovente accade in questo nostro distratto presente postmoderno, avvelenato dall’ossessione per la velocità - solo quando un’icona viene colpita. Impariamo da questa severissima lezione, e tesaurizziamola, perché piaccia o no l’iconografia urbana ha un ruolo essenziale, per le nostre coscienze prima che per le nostre stesse vite, specie in questo difficile tornante della Storia. Dalla grande cattedrale carica di storia al più piccolo e dimenticato monumento, l’iconografia urbana sfida ogni giorno le nostre indifferenze, scuote le nostre presunte certezze (non di rado, di comodo). Questo vale per Parigi, ma vale anche per ogni dove si possa
cogliere il segno di un tratto identitario. Perfino quando è “nuovo”. Nel silenzio generale, o quasi, nei mesi scorsi un’altra “cattedrale”, che a suo modo stava diventando un simbolo, è stata colpita, e sta sparendo. È la cattedrale vegetale di Lodi, opera monumentale dell’artista Giuliano Mauri, realizzata postuma, grazie al sostegno economico di enti pubblici del territorio e di importanti sponsor privati. I lavori, iniziati nel 2010 e ultimati nel 2017, hanno dato vita ad un capolavoro vegetale che fonde sapientemente natura e senso del trascendente, fatto di 108 colonne lignee, alte ciascuna 72 mt. Colpite duramente da un vento eccezionale a fine 2018, e messane a rischio la statica, le ultime colonne ancora in piedi sono in queste settimane in corso di abbattimento. Eppure, in questi due anni, quella cattedrale ha saputo scalare i gradimenti di tantissime persone, che fino a Lodi probabilmente non sarebbero
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altrimenti arrivate. Di Lodi, quella “cattedrale” è divenuta un’icona, e oggi Lodi sarebbe cosa diversa, senza. Lodi come Parigi? Sì, le cattedrali
vanno rialzate, sempre, e restituite alla sfida quotidiana alle nostre coscienze. *procuratore regionale della Corte dei conti della Valle d’Aosta
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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 18 Aprile 2019
VENETO
TREVISO.Migranti:Caritas,noallaprefettura
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
FS_03360
Mancataassegnazione(causa“Decretodignità”)dirisorseidoneeperinsegnamento dell’italiano,inserimentolavorativoevalorizzazionedellecompetenzedellepersone: leCaritasdiTrevisoeVittorioV.diserterannoilbando“migranti”dellaprefettura. FS_03360
EMERGENZA. Il ministro Costaannuncia: «A breve un incontro con Zaia»
Pfas,Ca’ Foscari hainventato ilmisura-rapido
Acquedel Chiampoin azione
Nuovecondotteinarrivo aMontecchioeArzignano Ilgruppo di ricercadelprof.PaoloUgodell’Università Ca’ Foscari
Undispositivo simile aquelloperla glicemia,molto preciso.Concentrazioninel fiumePo:ilVeneto scrivealle Regioni.Mal’Emilia: «Quinoproblemi» Cristina Giacomuzzo
Misurare i Pfas in modo veloce, poco costoso e soprattutto preciso. Ecco l’invenzione made in Veneto che è destinata a fare il giro del mondo. La notizia del brevetto per quantificare la presenza dei Pfos realizzata dai ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia arriva il giorno dopo la denuncia di Arpav Veneto
Ilgovernatore: «Bravoilprof. Ugo dell’Università diVenezia.Ora servonoilimiti nazionali»
di aver rilevato concentrazioni notevoli di altre sostanze perfluoroalchiliche, quelle di ultima generazione, C604, nelle acque del fiume Po. LA SCOPERTA. Ad oggi servo-
no costose analisi di laboratorio per misurare la concentrazione di Pfos. Presto basterà un semplice apparecchio, simile al glucometro per misurare la glicemia, per quantificarne i valori presenti nelle acque. È la scoperta del professore di Chimica analitica, Paolo Ugo, e del suo team dell’Università Ca’ Foscari: «Il nostro sensore - semplifica - permette un riscontro sul campo immediato. L’apparecchio usa polimeri a stampo molecolare, una sorta di reticolo creato ad hoc, le cui cavità coincidono con le mo-
lecole che si vogliono riconoscere. In questo caso, sapendo qual è l’impronta del Pfos il sensore è in grado di riconoscerla e misurarne la concentrazione». Il brevetto è pronto. Ora serve un investimento industriale per ingegnerizzare il dispositivo. Il primo a congratularsi è il governatore, Luca Zaia: «Li ringrazio personalmente e confermo il massimo impegno della Regione nella prevenzione della diffusione dei Pfas, una battaglia che il Veneto sta combattendo con tutti i mezzi disponibili. Se l’attenzione accademica cresce, credo che, a questo punto, sia fondamentale che il Governo agisca. Ribadisco che, come la Regione fin dal 2017 si è imposta limite zero Pfas per le acque destinate al consumo umano, è ne-
cessario che il Ministero dell’ambiente ponga subito limiti nazionali uguali a zero». LETTERE E ANNUNCI. Intanto
ieri mattina il direttore dell’Area tutela e sviluppo del territorio della Regione, Nicola Dell’Acqua, ha inviato una lettera ai colleghi di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna per comunicare i riscontri dell’Arpav sulla significativa presenza di C6O4 nel Po e offrendo disponibilità a fornire ulteriori dati e dettagli. Commenta Gianpaolo Bottacin, assessore veneto all’ambiente: «Sapevamo che il problema non era limitato ai confini veneti fin dal 2013 quando il Cnr aveva diffuso la prima relazione sui Pfas. E quando più volte ho posto il tema all’Aipo, autorità di gestione del fiume Po, mi hanno sempre risposto che non esistono limiti nazionali e, poiché mediaticamente il caso non esiste fuori dal Veneto, il mio appello è rimasto lettera morta». Di più. In
serata dall’Emilia Romagna smontavano: «Nessuna emergenza da noi. Nelle falde sotterranee non si registra alcun inquinamento. Per le acque superficiali ci sono dei superamenti per i Pfos». Il caso denunciato da Arpav veneto però riguarda i più recenti C604. In ogni caso il tema è posto: mancano i limiti nazionali. A che punto è il governo? Come intende muoversi a fronte della nuova emergenza sul Po? Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, dichiara: «La nostra attenzione al problema Pfas è alta. Sulla definizione dei limiti nazionali incontreremo a breve il presidente Zaia e il ministro della Salute, Giulia Grillo. Abbiamo ottenuto di inserire limiti stringenti nella Direttiva Acque potabili in Europa. Il problema Pfas va affrontato in questa prospettiva. Servirà attendere la nuova legislatura per arrivare, speriamo, all’approvazione entro fine anno». • © RIPRODUZIONERISERVATA
DallaMontagnaSpaccata in comunediRecoaroarriverà acquapulitaanche per ArzignanoeMontecchio. Partiràcioèdalla stessa localitàdove pescherà lamaxi condottafinanziatacon i soldi statalia disposizionedel commissarioper l’emergenzae cheporteràacquazero Pfas nellazonarossa. «Daieri sono inazione leruspe per realizzare l’innestoall’acquedotto della Valledell’Agno»,annuncia AndreaPellizzari,consigliere delegatodi Acquedel Chiampo. Iltuboesiste già:èla dorsale idricacheattraversatuttii comunidell’alta Valledel Chiampoearriva, appunto,fino aMontecchioeArzignano. «Attenzione,loribadiamoassicuraPellizzari-:qui l’acqua sipuòbere senza problemi. Tuttavia,nonèa zeroPfas: i livellisonoben al disotto della sogliafissata dallaRegione. Insomma,nulladiparagonabile aquelli trovati nellazonarossa. EcioèPfos ePfoa30 nanogrammilitrocontro il limiteristretto regionaledi90; glialtri Pfasnon sono neppure rilevati.Tuttoèverificabile sul sito».Pellizzarispiegacome questointerventosia stato pensatonell’ottica di interconnetterelereti per affrontareal meglio periodi di
Acquadel rubinettodi casa siccitào inquinamenti eper continuareadapprovvigionarsidi acquadiqualità.«Sitratta diuna prospettivachenon nascecol problemaPfas, tant’èchequesto interventoera inprogrammada tempoechel’interconnessione eragià predisposta.Graziealla collaborazionecon ViAcqua puntiamoa completare l’opera entroil 2019.Costo: 50mila euro».Ieri le squadrediAcque del Chiamposono entrateinazione sullacondottaprincipale dell'acquedottodiArzignano. Da ieriseraalle 22fino a questa mattinaall’alba èstato sospeso il servizioidricoincorrispondenza dellasededeilavori per consentirelo svuotamentodelle vasche,realizzarel’intervento e ripristinarel’operatività.Con l’ok diViAcqual’impianto sarà ingrado diconnettersi. CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
ISTITUTO VENETO DI SCIENZE E LETTERE. Un volumetto spiega perché conviene farli: «Sono i dati veneti a dimostrarlo»
«I vaccini? Come allacciarsi le cinture» «Sonofarmaci. Possono avere effetti collaterali, ma sonobassissimied evitano malattiemolto gravi» Alberto Minazzi VENEZIA
La vaccinazione è molto simile all’operazione di allacciarsi la cintura di sicurezza prima di avviare l’automobile: la probabilità che un incidente stradale ci veda feriti c’è anche a cinture allacciate, ma è molto minore. Ebbene, molto minore è l’eventualità di in-
correre in malattie molto comuni se siamo vaccinati. È un esempio molto concreto ed efficace, quello che l’Istituto veneto di Scienze lettere ed arti ha scelto per spiegare perché è fondamentale vaccinarsi. In conformità al suo compito statutario di “fornire pareri esperti su argomenti di pubblico interesse”, l’Istituto ha ora pubblicato un agile volumetto, in distribuzione gratuita a chiunque ne fosse interessato (basta contattare l’Istituto stesso), in cui esprime la propria posizione ufficiale (approvata all’unani-
mità dai soci) in merito a vaccini e vaccinazioni. «È un tema di particolare importanza - ha sottolineato il presidente, Gherardo Ortalli, nell’incontro di presentazione del libriccino - e particolarmente delicato, perché il tema è all’ordine del giorno non solo nel nostro Paese. In pochi anni, la posizione dei contrari al vaccino ha infatti già prodotto una serie di importanti conseguenze». A spiegare il “sì-vax” sono intervenuti due esperti di livello internazionale dell’Università di Padova: Cesare Monte-
cucco, professore di Patologia generale, e Alberto Amadori, professore di Immunologia. «La vaccinazione - ha spiegato Montecucco - è una pratica molto semplice, che riproduce qualcosa che già succede in natura. Ma ha sempre trovato persone contrarie e non è accettata facilmente dalla società». Per spiegare questo fenomeno, Montecucco ha citato l’esempio di Bebe Vio. «Vedere su di lei le conseguenze del meningococco, ha portato, secondo gli ultimi dati dell’Iss-Istituto superiore di
sanità, a una copertura vaccinale del 91,44% della popolazione, sebbene non si tratti di uno dei vaccini obbligatori. Perché se le persone vedessero con i propri occhi cosa causano queste malattie, sono convinto che si vaccinerebbero di corsa». Anche se, in Veneto, togliendo l’obbligatorietà, dal 2007, la copertura vaccinale è progressivamente diminuita, la Regione ha comunque avuto il merito di istituire, a Verona, l’Osservatorio delle vaccinazioni. E, dall’analisi su 34 anni di vaccinazioni, emerge
Amadori,Ortallie Montecucco
che, dal 1993 al 2017, su quasi 35,5 milioni di dosi somministrate, le segnalazioni gravi risultate correlabili causalmente ai vaccini sono state in totale 671, ma non è stato segnalato alcun decesso. «Il presupposto da cui partire - ha ammesso Amadori - è che il vaccino è un farmaco e tutti i farmaci, anche quelli più diffusi, come l’aspirina,
hanno effetti collaterali. Nel dibattito, però, bisogna tenere separati i fatti dalle opinioni. E bisogna concludere che l’incidenza di effetti collaterali è bassissima. Infinitamente più bassa della pericolosità delle malattie infettive che i vaccini combattono e di cui si può morire». Perché, allora, tanti si oppongono ai vaccini? «Per tanti motivi - ha concluso l’immunologo - a partire dal fatto che ci siamo dimenticati cosa sono le malattie infettive “vere”. E poi non è un momento facilissimo, per la medicina, visto che molti accendono il computer e vi trovano tante informazioni non filtrate e quindi non attendibili». • © RIPRODUZIONERISERVATA
SANITÀ. AziendaZero:inarrivoanche selezioni perinfermierie tecnici
Chirurghi eoperatori “Oss” Moltedomande periconcorsi PADOVA
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SOCCORSO H24
nOleggiO pulmini ed autO peR i vOStRi weekend pROSSimamente nOleggiO fuRgOni COn Cella fRigORifeRa pRepaRa la tua autO peR l’eState e CambiO gOmme Via Astichello, 70 - Vicenza - tel. e fax 0444 511311 Filiale Via Astichello, 223 - Vicenza - tel. e fax 0444 304250 cell. 336 579365 - 349 6130700 - e-mail: caroffzanotto@libero.it
È scaduto con domenica, segnala una nota, il termine per la presentazione delle domande al concorso indetto da Azienda Zero per Oss-operatori socio sanitari. «È stata registrata una adesione massiccia: sono infatti pervenute 11.947 domande rispetto ai 312 posti messi a bando e richiesti dalle Aziende sanitarie del Veneto. La procedura si concluderà con la formulazione di graduatorie distinte
per singole Aziende con la possibilità di utilizzarle per tre anni». Una speranza in più c’è per gli aspiranti: «Considerata il consistente numero di partecipanti, il Veneto metterà a disposizione le proprie graduatorie anche alle altre Regioni interessate. Azienda Zero sta programmando le diverse e complesse fasi di espletamento della procedura confidando di concluderla nel più breve tempo possibile». Non è finita. «Seguirà il concorso per infermieri, già in-
Lasede di“Azienda Zero”
detto e di prossima scadenza, e altre procedure per profili diversi del comparto sanità che comprendono il tecnico sanitario di laboratorio e di radiologia. Sono in program-
mazione pure assunzioni per personale amministrativo. Azienda Zero - rimarca la nota - non cala l’attenzione per garantire costantemente procedure per reclutare medici, continuando ad indire ed espletare tutte le procedure richieste dalle Aziende, estendendo la partecipazione anche agli specializzandi dell’ultimo anno di specialità». In settimana sarà svolto anche il concorso per Chirurgia generale: 120 domande per 15 posti chiesti dalle Aziende, segno che di chirurghi non c’è carenza. Seguirà il completamento entro la prima metà di maggio, chiude la nota, anche delle procedure di concorso per neurologia, psichiatria e dermatologia. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 IL MATTINO
REGIONE
l’emergenza ambientale
Pfas sul Po, Emilia e Lombardia si smarcano Dell’Acqua (Arpav) alle Regioni confinanti: situazione grave. Ma Bologna e Milano: «Non c’è allarme come in Veneto»
Nicola Cesaro PADOVA. Il Veneto fa da sentinella e manda l’allarme a Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna: nelle acque del Po c’è una significativa presenza di C604. Pfas di ultima generazione, gli stessi che hanno avvelenato l’acqua per quasi quaranta Comuni tra le province di Padova, Vicenza e Verona. Li ha trovati Arpav nell’acqua del Po a valle della centrale di Corbola, in provincia di Rovigo. Il direttore Nicola Dell’Acqua ha inviato una lettera ai colleghi delle Regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna per comunicare i riscontri dell’Arpav sulla significativa
Attivista di Greenpeace durante una protesta anti Pfas nel Veneto
presenza di C6O4. Perché l’allarme risulta particolarmente grave? Perché questo inquinante non può arrivare da Miteni, l’azienda di Trissino colpevole della contaminazione da Pfas del Basso Veneto. Va da sé che siamo in presenza di un altro agente inquinante, che in quanto tale va individuato e fermato per evitare un altro scandalo come quello che qui in Veneto sta interessando oltre 150 mila persone. Il governatore Luca Zaia commenta la circostanza in tutta la sua gravità: «Questa è la conferma che la questione Pfas è un tema che interessa tutto il Paese, è una primaria questione ambientale nazionale. Invitiamo, quindi, il Ministe-
ro dell’Ambiente a muoversi il più rapidamente possibile sulla linea già tracciata dalla nostra Regione, a tutela di tutti i cittadini del nostro Paese». Intanto dalle Regioni confinanti arriva le prime risposte: la Regione Emilia Romagna fa sapere che non c’è una situazione Pfas paragonabile a quella del Veneto. È il risultato del monitoraggio svolto nel corso del 2018 dall'Arpae. Gli unici casi di superamento, di bassa entità, sottolinea Arpae, interessano la sostanza Pfos (acido perfluoroottansulfonico), con valori compresi tra 1,2 nanogrammi al litro che si sono registrati al Ponte Baccanello di Guastalla (Re) sul Crostolo e 9,7 nanogrammi al litro rilevati nella stazione di Ferrara lungo il Po di Volano (soglia 0,65 nanogrammi al litro). La situazione, fa sapere l'Agenzia regionale, «dai primi dati disponibili dei nuovi monitoraggi avviati appare in ulteriore miglioramento, con un unico campione (fiume Po a Piacenza il 17 gennaio scorso) superiore alla soglia (1,01 nanogrammi litro, sempre per il Pfos)». Arpae esclude «qualsiasi situazione di emergenza: il quadro è infatti ben diverso da
altre aree del Paese, ad esempio il Veneto». Di tenore analogo la replica della Lombardia: non ci sono elementi di particolare criticità relativamente alla presenza di Pfas nel Po. «Nessun allarme di tipo ambientale può essere sottovalutato ed è per questo motivo che sul tema della presenza di Pfas nella acque del Po stiamo monitorando la situazione con la massima attenzione» hanno detto gli assessori lombardi all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, e al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni. «Abbiamo raccolto tutte le informazioni e gli approfondimenti disponibili da Arpa Lombardia e dalle Direzioni generali competenti. A valle degli approfondimenti tecnici - hanno aggiunto - riteniamo che non ci siano elementi di particolare criticità. I monitoraggi svolti in Lombardia - hanno spiegato gli assessori in una nota - hanno riscontrato livelli inferiori ai limiti di quantificazione della metodica analitica e, dove rilevabili, comunque inferiori ai limiti di legge. Al momento per il C604 non è disponibile nè una metodica ufficiale di analisi nè un valore limite.—
l’analisi
La Fondazione Moressa: rimesse degli immigrati a 530 milioni nel 2018 VENEZIA. Il Veneto è la quarta regione italiana per valore delle rimesse degli immigrati presenti sul territorio nazionale. Una cifra complessiva, quella stimata dalla Fondazione Leone Moressa che supera i 530 milioni di euro nel solo 2018, con una crescita rispetto al 2012 del 21,2% ma che ha visto anche fra 2017 e 2018 un incremento consistente e pari al 18,5%. Un fenomeno in crescita, per lo meno nel Veneto, quello del denaro che i lavoratori residenti in Italia e provenienti da paesi esteri mandano alle famiglie d'origine sparse per il mondo. Un fenomeno in controtendenza rispetto all'andamento nazionale che ha sofferto in maniera significativa della pesante battuta d'arresto registrata con la crisi. In Italia infatti il picco del valore delle rimesse si era registrato nel 2011, quando gli immigrati avevano inviato alle famiglie d'origine ben 7,88 miliardi di euro. Da quella data il calo è stato quasi verticale: nel 2013 le rimesse valevano complessivo oltre 2 miliardi di euro in meno (5,67 miliardi). Il trend poi ha proseguito a scendere fino a due anni fa, per risalire timidamente di poco sopra quota 6,2 miliardi solo l'anno scorso. Ma la fondazione, che si occupa di ricerche e studi sull'economia dell'immigrazione, ha presentato ieri anche i dati
relativi alle province di tutto il Paese, comprese quelle venete. Ed i numeri, ottenuti sulla base di quelli messi a disposizione dal Banca d'Italia, collocano Venezia come capitale regionale delle rimesse degli stranieri residenti. Nella provincia lagunare infatti, nel solo 2018, sono stati oltre 130 i milioni inviati, 125 invece quelli provenienti da Verona. Più in bassa in classifica, con un distacco consistente e pari a 35 milioni di euro, Vicenza (90 milioni di euro). Padova invece è quarta con 87 milioni di euro, Treviso quinta (73,6 milioni di euro). A chiudere Rovigo con poco meno di 15 milioni di euro e Belluno con soli 8,9 milioni di euro di rimesse. Tra le prime province venete colpisce pure il dato relativo alla variazione dei valori tra 2012 e 2018: Padova, pure in quarta posizione nella classifica regionale, è l'unica delle 5 province più popolose ad avere registrato un trend negativo (il peggiore dell'intera regione) con un -17,3% mentre a Verona si è registrato una crescita nello stesso periodo di tempo addirittura del 58,7%. Vicenza ha visto crescere le rimesse del 42,1% mentre Venezia del 29,3%. Treviso invece ha registrato tra 2012 e 2018 un trend positivo del 15,5%.— Riccardo Sandre BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 IL MATTINO
LETTERE E OPINIONI
DITELO AL MATTINO Il consumo del suolo in città è un problema culturale STEFANO BIGOLARO on sono affatto sicuro che ci sarò nel 2050. Anzi… Peccato: è quello l’anno in cui si avrà il consumo zero di suolo. Ma io appartengo, controvoglia, alla generazione dei consumatori. E il consumo di suolo fino ad oggi nel Veneto c’è stato, massiccio. È avvenuto in base a un sistema fatto di piani – i Prg innanzitutto – e di costruzioni conformi ai piani. Con qualche variabile: gli accordi, ad esempio, che sono stati un modo per i Comuni per pianificare in base alle domande di chi ci teneva a costruire, in cambio di opere e cose utili. Poi sono comparsi due oggetti anomali: il piano casa e il contenimento del consumo del suolo. Il primo: la Regione ha pensato di dare una possibilità di ampliamento a tutti gli edifici, passando sopra ai piani comunali. Il secondo, è un percorso. Bisogna mettere un limite alla quan-
N
tità totale di suolo consumabile. Lo fa la Regione, e la ripartisce tra i Comuni. Le due cose sono di per sé contrastanti: una serve ad ampliare, l’altra a contenere. Ma in qualche modo vengono ora a contatto. Il piano casa era una misura temporanea: è scaduto il 31 marzo. Ma, per effetto di una nuova legge regionale, dopo quella data è diventato perenne. Ed è stato collegato al contenimento del consumo di suolo, in particolare con i crediti edilizi da “rinaturalizzazione”. Il nome vuol dire che quando vorrete ampliare casa vostra, una parte dei metri cubi che vi servono li potrete andare a comprare da qualcuno che ce li ha per aver eliminato una costruzione “sbagliata” da qualche altra parte. Una cosa buona ma piuttosto complicata. Il problema più grosso sono le città, le zone già costruite. Lì bisogna intervenire su ciò che esiste già. Spesso per demolire, ma non per tornare alla natu-
ra: non è possibile. Piuttosto, per riaprire gli spazi occupati da costruzioni che non meritano di essere tenute. Per costruirvi qualcos’altro, o a servizio delle aree intorno. È un problema culturale. Ma anche economico: intervenire sull’esistente è più costoso. Come convincere a farlo? (Perché, appunto, si tratta di convincere; espropriare, richiede mezzi economici che non ci sono). Si possono ad esempio dare dei metri cubi in più. Sembra facile, ma aggiungere volumi è cosa da fare con cautela. E quindi: non può essere automatico, e non ogni demolizione deve essere seguita dalla ricostruzione ingrandita di ciò che c’era prima. È importante invece uno sguardo più ampio, che dall’edificio si sposti alla città. Insomma: la città è fatta di edifici, d’accordo. Ma non è applicando edificio per edificio le percentuali di ampliamento date per legge che si rinnova una città. —
LE LETTERE Notre-Dame Le preghiere di fronte al rogo Dover assistere al triste spettacolo della gente che pregava davanti al rogo di Notre Dame, è la più lampante dimostrazione di quanto le religioni possano ridurre in poltiglia il cervello umano. Ci poteva essere occasione meno adatta, più ingiustificata e irragionevole di questa, in cui mettersi a pregare? Pregavano invece per semplice disperazione e dolore? Questa preghiera quasi l’accetterei, essendo depurata di ogni divinità e fede e ricondotta alla sua fragilissima e terribile umanità; all’infanzia infelice che riconosciamo, in questi casi, dalle ferite mortali e primordiali che le sono subito e per sempre state inferte dalla vita. Roberto Segala Negrini
Colpo di spugna Radio radicale una voce spenta Spegnere una Radio non è mai un buon segnale per una democrazia. Mi riferisco a Ra-
dio Radicale, dopo l’annuncio del sottosegretario pentastellato Vito Crimi che il governo non intende rinnovare la convenzione per la trasmissione delle sedute del Parlamento. Resta forte il dubbio che nel “palazzo” si preferisca che i cittadini non possano seguire in diretta gli “alti dibattiti” nelle aule parlamentari, e siano quindi costretti a farsi un’idea sui fatti politici per il tramite dei “proclami” di Salvini e Di Maio. Colpo di spugna quindi su 44 anni di messa in onda di dibattiti politici, convegni, processi, rassegne stampa, senza tagli e senza interruzioni pubblicitarie. No, non è un bel giorno per la nostra democrazia! Ivana Gobbo
Ringraziamento Pronto soccorso del Sant’Antonio Nella serata del 15 aprile, causa accidentale trauma alla testa, sono ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio. Esprimo apprezzamento per l’attenzione e per l’assistenza ricevute. Ringrazio la dottoressa
per la suturazione della ferita, senza dolore. Ringrazio tutti gli operatori sanitari per la loro professionalità, gentilezza e disponibilità. Anche per questo che l’ospedale Sant’Antonio deve rimanere: dov’è e com’è. Franco Piacentini
Politica Veneto, autonomia e confusione Secondo Zingaretti, l’autonomia intesa da Zaia non arriverà mai. Ciò, a suo dire, a causa dei dissidi tra Lega e 5 Stelle. Io potrei aggiungere un altro motivo. Sarà difficile potersi aspettare qualcosa di significativo perché il quesito posto, accennava a condizioni particolari di autonomia, senza che si potesse sapere quali. I propositori del referendum, tuttora non sembrano avere idee chiare. Non andai a votare per questo. Pur non essendo contrario all’idea di autonomia regionale, non ho ritenuto di partecipare a un voto, senza poter avere un’idea più chiara, di quali competenze passerebbero alla regione, quali no. Antonio Sinigaglia
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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 IL PICCOLO
PRIMO PIANO
Elezioni europee
La carica dei 254 divisi in 20 liste Parte l’eurosfida del Nordest Forza Italia conferma Savino, il M5s il duo Zullo e Dal Cin Quindici seggi in palio: ce la farà un candidato su diciassette Marco Ballico TRIESTE. I pezzi grossi che man-
cavano sono arrivati ieri, nel rispetto dei tempi, in Corte d’Appello di Venezia. Movimento 5 Stelle e Forza Italia si aggiungono all’elenco di partiti e movimenti in corsa per l’europarlamento nella circoscrizione del Nordest. Alle 11 depositate il giorno prima, si sono sommate ieri altre 9 liste, per un totale di 20 a caccia dei 15 seggi a disposizione, uno in più delle precedenti edizioni per effetto della Brexit che ha determinato la redi-
Fratelli d’Italia fa leva sul patto con Ar e scommette sul nome del senatore Ciriani stribuzione dei posti che spettavano al Regno Unito. Sommando i candidati, dai big capilista ai peones, si ritrovano in fila in 254. Ce la farà uno su 17. Dal fronte grillino non sono arrivate sorprese. Luigi Di Maio aveva promesso, e mantenuto, cinque donne “esterne” nella posizione numero uno nelle cinque circoscrizioni italiane e a guidare il M5s nel Nordest sarà la giornalista emiliana Sabrina Pignedoli. A seguire ci sono i due esponenti del Fvg: l’uscente Marco Zullo, che tenta il bis, e Viviana Dal Cin, penalizzata dalle re-
gole dell’alternanza di genere dopo aver messo tutti dietro alle parlamentarie con 909 preferenze. Al quarto e al quinto posto i pentastellati schierano Alessandra Guatteri, capogruppo a Reggio Emilia, e Elena Mazzoni, candidata sindaco a Reggiolo nel 2014. Anticipazioni confermate anche per Fi. Alle spalle di Silvio Berlusconi, e prima di Irene Pivetti, ecco di nuovo Sandra Savino, come già cinque anni fa, quando la coordinatrice regionale degli azzurri sfidò in un derby tutto triestino Roberto Dipiazza, in casacca Nuovo centrodestra. Candidatura di bandiera quella di Savino sia per la difficoltà di raccogliere voti in una regione molto meno popolosa di Veneto ed Emilia Romagna, sia per l’accordo stretto a livello nazionale con la Svp: anche in caso di conquista di un seggio, Fi lo cederebbe al partito sudtirolese, probabilmente all’uscente Herbert Dorfmann (in una lista che comprende anche l’isontina Martina Valentincic dell’Unione slovena), per consentire a un esponente della minoranza di sedere nell’europarlamento. Savino spiega comunque di avere accettato la candidatura perché, «se l’Europa è il nostro destino, dobbiamo conquistarci uno spazio da protagonisti e non da figuranti; con Silvio Berlusconi sono certa che l’Italia tornerà a contare a Bruxelles e nel mondo. Il mio impegno sarà far sì che i circa
in sintesi
La schiera dei grillini A guidare il M5s nel Nordest sarà la giornalista emiliana Sabrina Pignedoli. A seguire ci sono i due esponenti del Fvg: l’uscente Marco Zullo, che tenta il bis, e Viviana Dal Cin.
Lo sbarco berlusconiano Alle spalle di Silvio Berlusconi, e prima di Irene Pivetti, ecco di nuovo Sandra Savino, come già cinque anni fa, quando la coordinatrice regionale degli azzurri sfidò un Roberto Dipiazza allora alfaniano.
L’anticipo di Lega e Pd Lega e Pd avevano già fatto tutto con 24 ore di anticipo. Il Carroccio inserendo anche nomi del Fvg, così come i dem, che sfoderano l’uscente Isabella De Monte e l’ex sindaco di Udine Honsell.
La carica dei piccoli Tra le altre liste troviamo Fratelli d’Italia, CasaPound, la Sinistra, il Partito comunista.
1.500 comuni del collegio, sindaci e amministratori non sprechino neppure un’occasione per finanziare e realizzare progetti e idee per i loro territori». Lega e Pd avevano già fatto tutto con 24 ore di anticipo. Dietro a Matteo Salvini i leghisti mettono in pista tra gli altri lo spilimberghese Marco Dreosto (ottavo) e la bujese Elena Lizzi (dodicesima), mentre i dem puntano come
noto sull’ex ministro Carlo Calenda e, per quel che riguarda il Fvg, su Isabella De Monte, europarlamentare uscente che spera in un altro colpaccio, e sull’ex sindaco di Udine Furio Honsell, ospitato in una lista che inaugura la strategia di allargamento della nuova segreteria Zingaretti. Tra quelle depositate ieri anche la lista di Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni in testa e due regionali: Giulia
Manzan (decima), segretaria regionale di Autonomia responsabile, candidatura conseguente all’accordo tra FdI e il movimento di Raffaele Fitto, cui è vicino il fondatore di Ar Renzo Tondo, e Luca Ciriani (quarto), senatore in carica dopo il lungo corso in Consiglio regionale. Altri partiti di destra verso l’Europa sono Forza Nuova, che ha il leader nazionale Roberto Fiore come capolista, e CasaPound,
to: la Lega prima, Pd e M5s a giocarsi il secondo posto, poi Fi e Fdi. Le percentuali dipenderanno però dalla partecipazione. Alle europee vota solitamente il 15-20% in meno delle politiche. Di conseguenza, quello che conta è l’elettorato che più di altri si mobilita. Famoso fu il caso del 1984 in cui la morte di Berlinguer trascinò il Pci al sorpasso sulla Dc. Analoga situazione nel 2014: Renzi non aveva il 40% dei consensi, ma gli elettori del Pd, galvanizzati dalla presidenza del Consiglio, andarono in massa alle urne. Stavolta chi si mobiliterà di più? L’ipotesi più sensata è che lo facciano ancora gli elettori del Pd. Per un moto di orgoglio e
Paolo Feltrin
l’AnAlisi Del PolitoloGo e Docente uniVersitArio
Feltrin: «Sarà una verifica politica interna Lega prima, alle spalle sfida dem-5 stelle» TRIESTE. «L’Europa non c’entra nulla, sarà la solita verifica politica interna». Paolo Feltrin, politologo, già docente di Scienze politiche all’Università di Trieste, si aspetta che, pesati i voti, le elezioni europee possano avere conseguenze nei giochi di governo. Ma, avverte, non è detto che la Lega domini come fece il Pd nel 2014: «Si vedono i primi mal di pancia». Quel Pd che oggi, per moto di reazione, potreb-
«La sinistra oltre la soglia del 4 per cento? Sarebbe la sorpresa principale delle urne»
«Un bel po’ di gente spende soldi per listarelle: fa parte della democrazia»
be scuotersi. Feltrin, molte liste in campo per le europee. Che segnale è? Il fatto che ci sia un bel po’ di gente che si diverte a buttar
via soldi per presentare listarelle fa parte della democrazia. Ma, con la soglia del 4%, ben che vada ce la faranno Lega, Pd, M5s, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Un sistema politi-
co che manda in Europa cinque partiti si sarebbe definito un tempo a pluralismo moderato. Mi pare che funzioni. Anche la sinistra conta di superare la soglia. Mai dire mai. Se lo facesse, sarebbe la più importante sorpresa di queste elezioni. Ma i pronostici non le sono favorevoli. Si aspetta che la Lega domini il voto del 26 maggio? L’ordine di graduatoria è cer-
GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 IL PICCOLO
PRIMO PIANO
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Elezioni europee le curiosità
Le piccole formazioni dal candidato-hacker ai Forconi con il “gilet”
Qui sopra, dall’alto: Zullo, Berlusconi e Savino, Honsell. A sinistra, un’urna per le elezioni europee
che apre con Simone Di Stefano, vicepresidente e responsabile della comunicazione e della propaganda del movimento neofascista, e piazza al sesto posto il responsabile triestino Francesco Clun. Dall’altra parte ci sono invece la Sinistra, che schiera Silvia Prodi e pure due regionali come Andrea Bellavite e Iztok Furlanic, e il Partito comunista, con Marco Rizzo capolista. All’esordio è poi il Partito Pirata,
ma nella scheda elettorale compaiono altre liste minori, due delle quali animaliste: al Partito animalista (capolista Cristiano Ceriello) si è aggiunto anche Ora-Rispetto per tutti gli animali (Michela Dossa). In attesa della verifica delle trentamila firme necessarie per presentarsi nella circoscrizione sono anche i Popolari, con l’ex senatore trentino Ivo Tarolli capolista, +Europa, in abbinata con Italia in Comu-
ne del sindaco di Parma ed ex grillino Federico Pizzarotti, il Popolo della famiglia (Mirko De Carli) e quello delle Partite Iva (Manuela Malandrucco), Gilet arancioni (Antonio Pappalardo), Europa Verde, con la storica ambientalista Silvia Zamboni capolista e la triestina Tiziana Cimolino settima, e Parlamentare indipendente, lista monocandidato con Lamberto Roberti. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
di reazione. Non vede quindi i leghisti così motivati come lo furono i democratici cinque anni fa? La Lega arriverà prima, supererà probabilmente il 30%, ma dubito si avvicini al 40%. In parte la sua corsa si è fermata, si vedono alcuni mal di pancia. In caso di trionfo, la Lega forzerà per impadronirsi in solitaria del governo? Quello europeo è un voto di verifica politica interna, l’Europa non c’entra nulla. Servirà dunque senz’altro a misurare rapporti di forza e determinerà strategie conseguenti. Il capolista a Nordest del listone Pd, Calenda, ha parlato del 25%. Troppo ottimista?
TRIESTE. Se Furio Honsell, spinto dal movimento che lo ha portato in Regione, Open Fvg, e da Articolo 1, trova posto nel listone del Pd, c’è pure una sinistra a sinistra del Pd. La lista che scende in campo alle europee si chiama “la Sinistra”, il nome più semplice. Da capolista c’è Silvia Prodi, nipote del Professore che fondò l’Ulivo, ma compaiono anche due esponenti locali: il sindaco di Aiello Andrea Bellavite e Iztok Furlanic, già presidente del Consiglio comunale di Trieste. Si tratta della sinistra che non ha alcune nostalgia della coalizione con il Pd e dunque nemmeno voglia di ritrovare un’ala protettiva. Si sono messi assieme Sinistra Italiana, Rifondazione, Altra Europa con Tsipras e società civile con l’obiettivo, non facile, del 4%. Bellavite, dopo essere stato candidato alle comunali di Gorizia nel 2007, è ora sindaco del paese di cui è stato parroco. «Sono molto vicino alla prospettiva proposta da Yanis Varoufakis – spiega –: il rilancio dell’Europa attraverso l’attenzione alle persone deboli, una migliore accoglienza, la libera circolazione delle persone, il superamento di egoismi e razzismi e il diritto al lavoro. Chi mi ha cercato? L’area di Rc, ma correrò da indipendente. Mi sono messo a disposizione senza pretese, cercando di dare un contributo». I nomi di maggior peso del Fvg sono comunque quelli dei due uscenti Isabella De Monte e Marco Zullo, di nuovo candidati dai rispettivi partiti, Pd e M5S. La Lega ha preferito scegliere tra le seconde file, forte di un consenso elettorale che potrebbe trascinare Marco Dreosto e Elena Lizzi, mentre Fi, pure stavolta, ha dovuto chiedere il sacrificio alla coordinatri-
Militanti del Partito Pirata tedesco in una foto dall’archivio
ce Sandra Savino. Tra le liste iscritte alla corsa non mancano, in particolare tra quelle minori, le curiosità. Ci sono i comunisti e i neofascisti, gli animalisti, i Popoli della Famiglia e delle Partite Iva, pure i Gilet arancioni dell’ex ge-
In campo “assieme” l’ex prete goriziano Bellavite e il triestino rifondarolo Furlanic nerale dei carabinieri Antonio Pappalardo, leader di Liberazione Italia, vicino al movimento dei Forconi qualche anno fa, e perfino il Partito Pirata, che schiera come capolista Luigi Gubello, ventotettenne di Portogruaro noto con il nickname di Eva-
«Il popolo del Pd potrebbe essere spinto da un moto d’orgoglio e di reazione»
«Berlusconi eletto? Con nomi in generale poco competitivi il capolista è favorito»
Più realistico che il Pd si collochi a metà tra il 20% e il 25%, ma appunto dipende da quanto forte sarà la reazione. Premesso che la campagna elettorale deve ancora cominciare, vedo favorito il Pd sul M5s per il secondo posto. Berlusconi ancora capolista. Cosa si aspetta per Fi? Sarà l’ultima campagna elettorale di Berlusconi. Che Fi superi o non superi il 10% stiamo ragionando di quote molto basse per un partito che aveva
un terzo del voto degli italiani. Berlusconi sarà eletto? Le liste sono generalmente così poco competitive che il capolista parte favorito. Vale anche per la Lega, priva di candidati di peso che giochino il tutto per tutto. Quali le sembrano a Nordest le liste più competitive? Lo è quella del Pd. Molto importante sarà anche la questione della preferenza di genere. Tra i dem per esempio, tolto
riste Gaulois, studente di matematica ed esperto di sicurezza informatica denunciato da Davide Casaleggio per una presunta intrusione informatica dopo aver segnalato alcune falle nella piattaforma Rousseau. L’obiettivo dei “pirati” è la libertà di conoscenza e dunque il nemico è ogni forma di censura nella società e su internet. E poi c’è la lista Parlamentare indipendente di Lamberto Roberti, già candidato in solitaria più volte in passato, che sul profilo Twitter si presenta così: «Democrazia Solipsista. Dei Cittadini. Dei molti Uomini. Non dei pochi come l'Oligarchia. Voto eguale e diretto. Uomini in Parlamento e non Partiti». — M.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Calenda, nessuno è sicuro di essere eletto. Ci sarà una competizione totale tra le donne, con tre o quattro uomini che contano di farcela. In Fvg la lista 5 Stelle si presenta in un solo comune degli oltre 100 al voto amministrativo. I 5 Stelle stanno rinunciando a una presenza amministrativa locale. D’altro canto, le prove che ha dato il loro governo nei comuni sconsigliano di continuare su quella strada, mi pare sia diventata una strategia. In ogni caso anche altri partiti non presentano le loro liste in numerosi comuni. La trasversalità nelle amministrative è ormai una regola. — M.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Giovedì 18 Aprile 2019
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Consulta sul Tfs del pubblico impiego. Partita aperta sulle pensioni di anzianità e vecchiaia
Statali, sì alla buonuscita a rate Per chi si ritira dal lavoro prima del limite d’età DI
FRANCESCO CERISANO
L
egittimo il pagamento differito della buonuscita degli statali che vanno in pensione prima del limite massimo d’età. Nella camera di consiglio di ieri, la Corte costituzionale ha ritenuto non irragionevole il regime restrittivo introdotto dal legislatore (articolo 3 comma 2 del dl 79/1997 e articolo 12 comma 7 del dl 78/2010) che prevede la liquidazione del Trattamento di fine servizio (Tfs) nel termine di 24 mesi e il pagamento in rate annuali. A trasmettere gli atti alla Consulta è stato il Tribunale di Roma (con ordinanza n. 136/2018) che, chiamato a giudicare il ricorso contro l’Inps di una lavoratrice in pensione per ragioni diverse dal raggiungimento dei limiti massimi di età o di servizio, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale con riferi-
Sanità, ok alla flessibilità per le regioni Non è contraria alla Costituzione la flessibilità attribuita alle regioni nel determinare il concorso degli enti del Servizio sanitario nazionale agli obiettivi di finanza pubblica. La norma della legge di bilancio 2018 che consente agli enti territoriali di promuovere una dinamica crescente della spesa sanitaria «in misura non superiore allo 0,1% annuo» va salvata perché «non reca alcun vulnus all’autonomia finanziaria delle regioni e non invade la sfera di competenza legislativa concorrente attribuita alle regioni nella materia della tutela della salute». Lo ha deciso la Corte costituzionale con la sentenza n. 89/2019 (redattore Silvana Sciarra) mento agli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 36 (diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro). La Consulta ha dichiarato infondate le censure del tribunale capitolino ma, come detto, con esclusivo riferimen-
depositata ieri in cancelleria. A ricorrere alla Consulta è stata la regione Toscana che ha impugnato l’art.1, comma 454 della legge n.205/2017 per violazione degli articoli 117 e 119 della Costituzione in quanto tale norma non si limiterebbe a dettare criteri e obiettivi agli enti, ma conterrebbe «un precetto specifico e puntuale sull’entità di spesa» indicando «nel dettaglio gli strumenti concreti» finalizzati a raggiungere gli obiettivi. La Corte tuttavia ha ritenuto che la disposizione della Manovra 2018 introduca «un margine di flessibilità in favore delle regioni», prevedendo una deroga al rispetto del tetto nel periodo 2015-2019.
to all’ipotesi di cui al giudizio a quo, ossia il pagamento differito del Tfs a seguito di prepensionamento. Di conseguenza, la decisione di ieri dei giudici delle leggi non scrive la parola fine sulla controversa querelle del Tfs degli statali, perché non
Castelli (Mef) e Candiani (Viminale) al convegno Corte conti
è stata affrontata in giudizio la questione del pagamento differito (rateazione in 12 mesi) dell’indennità di fine servizio a seguito di pensionamento per anzianità o vecchiaia. Per Massimo Battaglia, segretario generale del sinda-
Accordo in Conferenza stato-regioni
Rdc, intesa sui navigator
Dissesto e predissesto, serve un reset delle norme DI
R
ROBERTO MILIACCA
iscrivere le norme sul dissesto e predissesto finanziario degli enti locali, per ridare ai sindaci la possibilità di poter tornare a far politica e amministrare i propri comuni senza l’incubo del debito pregresso. Su questo fronte, ministero dell’economia e ministero dell’interno stanno lavorando fianco a fianco con i rappresentanti degli enti territoriali per arrivare a una riforma del Testo unico degli enti locali (Tuel) e a un provvedimento che consenta, nel breve termine, di aggredire il debito. «È necessario un reset delle procedure di risanamento degli enti locali, passando da temi come l’indebitamento, i corpi intermedi tra gli enti, come gli Ato che oggi sono fonti di spreco di risorse pubbliche, e in ultimo anche il tema dei concordati, che se gestiti con procedure semplificate possono rivelarsi positivi», ha detto ieri il vice ministro dell’economia, Laura Castelli, intervenendo a Roma, assieme al collega di governo, il sottosegretario agli interni, Stefano Candiani, e al presidente della Corte dei conti, Angelo Buscema, a un convegno su «La disciplina del dissesto degli enti locali tra ipotesi di riforma de Tuel e pronunce della Corte costituzionale: il ruolo della Corte dei conti», organizzato dall’Associazione magistrati della Corte dei conti. Castelli e Candiani, nel pomeriggio, hanno incontrato i sindaci dei grandi comuni per discutere con loro sugli strumenti per alleggerire l’indebitamento. Allo studio del governo c’è un articolato legislativo che vuole affrontare i temi della riscossione, dei tassi di interesse e quello dei derivati (su quest’ultimo argomento, la Castelli ha annunciato a breve, un intervento con Cassa depositi e prestiti), per ridare ossigeno alle imprese. Ma il tema del dissesto finanziario è molto sentito tra gli enti locali: secondo i dati forniti da Guido Castelli, presidente dell’Ifel e delegato dell’Anci per la finanza locale, «oggi ci sono 100 comuni in dissesto, e il 10% dei comuni è in disavanzo, a causa dei tagli avvenuti in
questi anni (9 miliardi solo tra il 2011 e 2015) e alla riduzione dei trasferimenti per il mancato rispetto del patto di stabilità (4 miliardi)». Non va meglio con le province; 2 sono in dissesto e una dozzina sono in fase di pre-dissesto. «Serve chiarezza sulle risorse disponibili per gli enti locali», ha detto il rappresentante dell’Anci. «Occorre ricostruire un sistema di norme coerente che consenta alle province di potere assicurare la piena operatività e garantire ai cittadini servizi efficienti, tenendo come caposaldo il principio della «sana gestione» anche grazie al rafforzato rapporto di collaborazione con la Conte dei conti», ha detto il vicepresidente dell’Upi Carlo Riva Vercellotti, ricordando come da 5 anni a questa parte, dopo la riforma Delrio, le province siano state svuotate di funzioni, personale e soprattutto risorse. Arrivando anche al paradosso di dover riversare allo Stato somme talvolta superiori alle proprie entrate, in quello che Vercellotti ha definito una sorta di «dissesto indotto» dallo Stato stesso. «Le province sono impegnate a «ristrutturare» l’ente, dopo anni di profonda incertezza sia istituzionale che finanziaria», ha detto il vicepresidente dell’Upi. «Anni in cui, e di questo gliene siamo molto grati, la Corte dei Conti ha sempre assicurato il massimo supporto, con l’obiettivo di salvaguardare i servizi ai cittadini nel rispetto del principio della sana gestione dei conti pubblici». Gli enti locali danno atto al governo di aver dato nuovo impulso al tema degli enti locali, non solo ridando una «boccata di ossigeno» alle finanze dei comuni, grazie ai 250 milioni stanziati nella legge di bilancio 2019, ma anche avviando un tavolo, guidato dal sottosegretario Candiani, che punta, come ha ricordato Vercellotti, «alla scrittura di linee guida per Governo e Parlamento, per operare una revisione profonda della riforma che ha interessato queste istituzioni e riportare a pieno le Province, in un percorso di consolidamento e valorizzazione del loro ruolo, nella cornice delle norme del Tuel». © Riproduzione riservata
cato Confsal-Unsa che ha presentato il ricorso al Tribunale di Roma, il rigetto della questione di costituzionalità da parte della Corte «non lascia soddisfatti», anche se, osserva, «dal comunicato dei giudici si evince che la Consulta poteva giudicare positivamente se fosse stato presentato il caso di un dipendente pubblico con pensione di anzianità». Di qui la decisione di presentare a breve un nuovo ricorso al giudice del lavoro di Roma. «Non siamo certo contenti dell’esito ma siamo comunque orgogliosi di aver posto un problema costituzionale che riguarda tutto il mondo pubblico», ha proseguito Battaglia. Secondo la Confsal-Unsa, nei confronti dei dipendenti pubblici andati in pensione (o che si pensioneranno nel 2019) lo Stato sarebbe debitore di oltre 17 miliardi, destinati a diventare 24 mld nel 2020.
DI
SIMONA D’ALESSIO
«N
avigator» ai nastri di partenza: a sancirlo, ieri pomeriggio, la conferenza Stato-Regioni, che (a seguito di più di un’interruzione, e dopo oltre un mese dall’avvio della possibilità di presentare le domande per ottenere il reddito di cittadinanza, il 6 marzo scorso) ha detto «sì» all’intesa che da un lato potenzierà i Centri per l’impiego (Cpi) e, dall’altro, traccerà il solco nel quale le figure professionali volute dal ministero del lavoro potranno agire, come supporto degli operatori delle strutture pubbliche nell’incrocio fra domanda ed offerta d’occupazione. Ed oggi, intanto, è prevista la pubblicazione, da parte dell’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) del bando per la selezione dei 3 mila «tutor», cui verrà offerto un contratto di collaborazione della durata di due anni, opportunità che, si stima, vedrà almeno 100 mila candidati arrivare a Roma per sottoporsi alla prova. Nel testo esaminato ieri, che recepisce i contenuti della legge 26/2019 (il «decretone» che comprendeva la disciplina sul reddito di cittadinanza e la «Quota 100»
per anticipare l’andata in pensione) viene chiarito che «i servizi erogati dai «navigator» non sono in alcun modo da intendersi in sostituzione delle funzioni dei Cpi, o di altri servizi, erogati a livello locale, o regionale, ma in raccordo, e a supporto degli stessi, previo accordo con la singola regione che decide di avvalersene, in sede di convenzione bilaterale»; a tal proposito, una correzione finale del documento ha fatto sì che venisse esplicitato come tali convenzioni bilaterali siano «discrezionali, da parte di ciascuna regione». Quanto alla ripartizione dei 3 mila collaboratori che verranno reclutati, dalle tabelle allegate al provvedimento emerge come in Campania ne saranno indirizzati 471 (274 nella sola città di Napoli), poi in Sicilia 429 (a Palermo 125), mentre in maniera abbastanza capillare la Lombardia avrà 329 unità (a Milano 76) e al Lazio verranno destinati 273 «tutor», dei quali ben 195 opereranno a Roma. Plaude all’accordo su logistica, tecnologia e personale l’assessore al lavoro della regione Lazio Claudio Di Berardino, convinto, però, che adesso si debba «puntare sulle politiche attive e sugli investimenti a vari livelli» per stimolare l’occupazione. © Riproduzione riservata
In provincia e nel mondo
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La richiesta avanzata insieme da categorie economiche e sindacati al governatore Zaia
Sbocco a Nord stradale per la provincia
Evidenziate anche le necessità per banda larga, viabilità interna, difesa idrogeologica Il Tavolo delle infrastrutture della provincia di Belluno sostiene il progetto di una strada a scorrimento veloce verso Nord e lo ha ribadito in una lettera unitaria che la sera di lunedì 15 aprile il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Lorraine Berton, a nome di tutte le categorie presenti al Tavolo, ha consegnato al governatore del Veneto, Luca Zaia (l’incontro si è tenuto a san Vendemiano). Il Tavolo delle infrastrutture, coordinato da Domenico Limana, è composto da tutte le principali categorie economiche e sigle sindacali della provincia: Confindustria, Appia Cna, Confartigianato, Confcommercio, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Cgil, Cisl e Uil. Nella lettera si ricorda lo scopo del Tavolo, nato per promuovere progettualità condivise e finalizzate a potenziare le infrastrutture del territorio, «infrastrutture – si legge – attualmente inadeguate al tessuto economico e produttivo di una provincia a forte vocazione industriale, con un enorme potenziale turistico e sede di eventi sportivi di rilevanza nazionale». Per il Tavolo «alcuni interventi urgenti sono ormai improcrastinabili» come «la diffusione della banda larga e la soluzione di alcuni punti neri della viabilità interna (da Feltre a Longarone), nonché la messa in sicurezza del territorio, la cui fragilità è stata recentemente evidenziata dai gravi effetti della Tempesta Vaia». Su questo fronte, il Tavolo delle infrastrutture, riconosce il lavoro svolto anche da Venezia: «È stato un evento estremo rispetto al quale l’impegno della Regione e di tutti i soggetti preposti sta dando risultati straordinari. Di questo Le siamo grati», le parole rivolte a Zaia. Ma un conto è l’emergenza, un altro la programmazione. Da qui la premessa del Tavolo: «Il nostro sguardo, oltre che all’immediato, vuole tuttavia puntare a progetti strategici che possano garantire a queste terre una giusta crescita e siano al contempo funzionali alla spinta produttiva dell’economia di pianura: per tutto ciò servono adeguati collegamenti ferroviari e soprattutto stradali». Ed è qui che arriva la richiesta principale: «In quest’ottica, le categorie economiche e le organizzazioni sindacali sono concordi nel sostenere la realizzazione di nuove vie di comunicazione, in primis sostenendo il progetto di una strada a scorrimento veloce, quale naturale completamento del percorso autostradale, verso Nord. È un progetto tanto ambizioso quanto funzionale alla regione e all’intero Paese: un’opera strategica per essere competitivi e crescere nel mercato glo-
Berton: richiesta strategica, oggi più che mai «Il tema delle infrastrutture è strategico per il nostro territorio, oggi più che mai». Questo ha sottolineato Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, facendo presente che la lettera consegnata al governatore Zaia è la dimostrazione che «il fronte è compatto e che le categorie economiche e sociali sono pronte a fare la loro parte per far ripartire questo territorio, risollevarsi dal dopo-Vaia e cogliere tutte le opportunità derivanti dai grandi eventi, a partire da Cortina 2021, senza dimenticare l’altra grande scommessa: il collegamento sciistico tra Comelico e Pusteria. Adesso non ci sono più alibi: è il momento dell’operatività senza se e senza ma». Zaia ha compreso la nostra istanza - ha probale, nonché la risposta ai fabbisogni di accessibilità e mobilità regionali di merci e persone». Su questo fronte, le stesse categorie vogliono gioregione
seguito Berton - di andare avanti con il progetto di una strada a scorrimento veloce verso Nord e nella realizzazione concreta delle opere di miglioramento sul fronte della viabilità interna, della difesa idrogeologica e della banda larga. «Al governatore Zaia»,
ha spiegato ancora la presidente degli Industriali bellunesi, «ho detto che siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità e portare avanti tutte quelle iniziative che possono essere utili al territorio: lo stesso sbocco a Nord è un progetto da perseguire alla luce di quello che sta accadendo sul Brennero e della necessità di mettere in contatto il territorio veneto, in particolare l’asse del Piave, con l’Europa centrale». «Dobbiamo fare uno scatto di orgoglio», ha fatto presente ancora Berton. «Progettare il nostro futuro all’insegna delle migliori tecnologie e della sostenibilità. Per questo, dobbiamo essere noi, abitanti e operatori della montagna, e non altri a dettare la linea ed essere fautori del nostro futuro».
care la loro partita: «Noi ci muoveremo con determinazione anche per costruire un sostegno diffuso da parte della società civile e di quanti credono nella cre-
scita e nella valorizzazione di queste terre». La lettera si conclude auspicando una proficua collaborazione con la Regione del Veneto.
Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno.
Le attese del territorio illustrate alla Commissione Sanità
Ospedali, le istanze dei sindaci Per Belluno «un proporzionato rapporto con gli altri ospedali»
«Non riteniamo di “chiedere la luna” e crediamo che la Regione possa interfacciarsi utilmente con noi per risolvere alcune criticità che ancora esistono nell’ambito delle schede ospedaliere 2019-2023». Con queste parole, martedì 16, il sindaco di Belluno Jacopo Massaro - a nome della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 1 Dolomiti - ha esordito alla quinta Commissione del Consiglio regio-
nale, che si occupa di Sanità e sociale, dove con il collega di Feltre, Paolo Perenzin, ha illustrato le istanze del territorio bellunese rispetto alla nuova programmazione ospedaliera in corso di definizione. Nessun testo scritto depositato agli atti, Massaro ha lavorato di ago e filo per cucire, presentando alla Commissione consiliare un disegno il più possibile aperto a ricomporre alcune tessere, Federazione Italiana Settimanali Cattolici
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ma non tale da sconvolgere l’assetto complessivamente delineato nelle schede in discussione. Il progetto di offerta sanitaria in grado di salvaguardare la salute dei bellunesi e dei turisti che frequentano la provincia deve essere rafforzato - secondo Massaro dal lato dell’urgenza-emergenza a Pieve di Cadore e Agordo (con meno attività “week” o “day surgery”), deve vedere poi Feltre in grado di sviluppare fino in fondo l’attività “extraregionale” a favore del Primiero che le è stata attribuita e al San Martino di Belluno deve trovare «neurochirurgia con sale operatorie attive H24» nonché ripristinare il primariato di Anatomia e istologia patologica per non far mancare «autonomia gestionale» alla principale struttura ospedaliera della provincia. «Un ospedale di rilievo provinciale, per di più in un esteso contesto montano, deve poter garantire la gestione di tutte le urgenze H24 nel rispetto del principio della “golden hour”»: così, venerdì 12, a Massaro aveva raccomandato a larga maggioranza (astenuta la Lega) il Consiglio comunale di Belluno affidandogli il mandato di «rivendicare in Regione il riconoscimento sostanziale, e non solo formale, dell’ospedale San Martino come ospedale di rilievo provinciale in un proporzionato ed organico rapporto con gli altri ospedali della provincia».
L’Amico del Popolo 18 aprile 2019 - N. 16
Il terzo orecchio Me ne sto con tutta l’attenzione possibile sulle pagine di giornale che illustrano l’evento scientifico dell’anno e forse del decennio: «Abbiamo visto l’invisibile», la prima fotografia di un buco nero. Mi ritrovo in quanto esprime un esperto che afferma: «È un momento magico per l’intera umanità che si affaccia sempre più sull’universo e vede cose che nessuno di noi aveva mai visto prima. L’universo si svela lentamente a noi e non fa che rivelarsi sempre più luogo di rutilanti meraviglie, che la nostra intelligenza insegue a fatica e la nostra immaginazione vacilla a cercare di figurarsi». Ci sono quei numeri che misurano grandezze, distanze, tempi ai quali non riusciamo a dare figura; i numeri riportati sarei in difficoltà perfino a scriverli! La televisione è rimasta accesa e in quel momento stanno parlando dello stesso argomento. Alzo la testa per capire meglio, nell’istante in cui c’è uno che sta tirando in causa Dio. Dice che la scoperta di oggi manda definitivamente in soffitta la mitologia di una creazione ad opera di Dio, ma poi ritorna indietro e sostiene che, cacciato dalla finestra, Dio rientra per la porta, perché il buco nero gli somiglia: se ne può ragionare e qualcosa si può capire, ma non si riesce ad immaginarlo e a figurarselo, perché sensibilità e fantasia in questo percorso ci abbandonano. Non mi stupisco a tali parole dato che da ieri, quando la notizia della fotografia del buco nero è stata diffusa, mi accompagna un interrogativo. Con la testa infatti mi sto ripetendo che la grandezza e la meraviglia dell’universo esigono sempre di più l’intelligenza e il potere di un Creatore straordinario, ma il cuore – o qualcosa d’altro dentro di me – non segue la testa e sperimenta la paura suggerita dal commentatore televisivo nella constatazione che Dio è sempre più marginale, non è necessario per spiegare ciò che esiste e poi - a noi - mancano concetti e parole per parlare di Dio in questo tempo. Attraverso la porta della Settimana santa pensando a queste cose e improvvisamente mi rendo conto che il Dio che ci sta venendo incontro e che ci ha dato appuntamento per questi giorni, è un Dio debole, povero, sconfitto. È il Crocifisso. Chiede il nostro aiuto, perfino la nostra compagnia e la nostra vicinanza. Vuole sedersi a tavola con noi per una Cena memorabile, ci domanda di vegliare con lui nell’orto degli ulivi, ci convoca sotto la croce, ci attende accanto ad un sepolcro vuoto. E neppure lì ci sarà uno spettacolo da vedere, quello lo hanno inventato gli artisti e piace ai devoti che distolgono lo sguardo da Crocifisso, ma Dio non ha allestito una dimostrazione di forza che ci costringa a inginocchiarci e credere. Ci lascia accanto ad una tomba vuota che ci interroga, mentre dei testimoni – ci fideremo di loro? - ci raccontano con convinzione la propria esperienza di incontro con il Risorto. Andando incontro alla Settimana santa occorre attivare il terzo orecchio, altrimenti ci si perde o ci si stanca o si scappa. Il terzo orecchio fa tesoro di quanto gli trasmettono gli orecchi esterni che ascoltano le parole mai vecchie del Vangelo, ma è un organo interiore, che entra in funzione dopo un certo tempo di attesa, possibilmente di preghiera. Allora sente e capta il senso del tutto. È un orecchio che fa sintesi, che raccoglie e mette insieme la grande notizia di un Dio che si fa umile e le domande dell’uomo che solo per brevi istanti si dedica alle grandi scoperte della scienza e agli interrogativi della filosofia, essendo perlopiù assorbito da altre preoccupazioni, da altri pensieri ed anche da altre distrazioni. Il messaggio che coglie il terzo orecchio sta tutto qui: l’essenziale è il dono. Dio ci dona tutto, anzi dona se stesso in quella Cena da rinnovare e sulla Croce e ci dà la forza per fare altrettanto, donando a nostra volta tutto nell’amore. È la forza di Pasqua preparata per noi. Si tratta della verità essenziale che genera in noi gioia, mentre il contrario, il trattenere il dono, pensando solo per sé, essendo falso, ci rattrista e già questo sarebbe un buon criterio per una vita da risorti. La cornice nella quale il messaggio ci viene comunicato e captato dal terzo orecchio sta nell’assicurazione che si può sempre ricominciare. È il bello della vita cristiana ed è anche il bello dell’amare. Papa Francesco che vediamo più vecchio e affaticato, lo sta ripetendo con energia sorprendente: lì dove sei, dove ti trovi adesso, c’è un buon punto per ripartire e fare una strada che può condurti alla santità. Proprio Francesco che si è fatto più severo nell’indicare i rischi per il futuro, che denuncia con drammaticità alcuni mali di questo momento e che ha come preso su di sé il male che è entrato anche nella Chiesa, può gridare che questa Chiesa è giovane. Possiede la giovinezza che le dona il Risorto e che vive in tanti suoi membri, spesso nascosti. L’emozione per le scoperte scientifiche può dare la mano alla gioia che nasce dall’ascolto della verità del tutto. Solo che ci vuole il terzo orecchio per sentirla. Luigi Del Favero
14 Cronaca
L'ARENA
Giovedì 18 Aprile 2019
Alvotoperl’Europarlamento Siandràalle urnedomenica 26 maggio
Latessera elettorale
Possono votare tutti i cittadini cittadiniitalianiiscrittinellelisteelettoralidel proprioComune chehanno compiuto 18 anni entro il 26 maggio.L’ufficio elettorale del Co-
muneèilpuntodiriferimentoperil rilascio della tessera elettorale: se sivotaperlaprimavolta,enonlasi haancoraricevutaadomicilio,bisognaandarea ritirarla.
ALLE URNE. Il Veneto sceglierà 15 eurodeputati dei 76 riservati al nostro Paese. In Italia è un voto dal forte peso politico
Lasfidaper Strasburgo Presentateventi liste Iltermineper laconsegna è scaduto ieri alle 20: dopo Pasqua sisapràqualisonoconvalidate Icandidatiintutto sono254 Enrico Giardini
INVIATO A VENEZIA
Dal Popolo della Famiglia a Fratelli d'Italia, passando anche per Pd, Forza Italia, Lega, La Sinistra, ma anche il Partito Pirata, guidato come capolista da Luigi Gubello, l'hacker “buono” della piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle. Oppure Ora-Rispetto per tutti gli animali, che si contende i voti con il Partito Animalista. E anche due partiti delle destra estrema come Forza Nuova ma anche Destre Unite formato anche da CasaPound. Sono 20, per un totale di 254 candidati, le liste per le elezioni europee del 26 maggio, relative alla circoscrizione Nord Est formata dalle regioni Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, depositate a palazzo Cavalli, poco distante da San Marco, una delle sedi della Corte d'Appello di Venezia. Lì ha sede l’ufficio elettorale circoscrizionale. Da martedì, fino alle 20 di ieri sera, rappresentanti di partiti, movimenti e liste si sono succeduti nel presentare la documentazione, esaminata dai funzionari e dai magistrati. Nel nord est si eleggeranno 15 eurodeputati, sui 76 italiani. Sarà un voto per eleggere i rappresentanti di Strasburgo e Bruxelles, quello del 26 maggio, ma che come sempre, in particolare per l'Italia, ha una forte valenza politica Ed ecco che la composizione delle liste tiene conto proprio di questo bisogno di attirare elettori, sia con “big” dei partiti ma anche con europarlamentari uscenti o esponenti del territorio quali amministratori, in primis. In grado di ottenere consensi in una corsa elettorale con il sistema proporzionale, quindi con i singoli partiti, e in cui si posso esprimere tre preferenze per candidati di una lista. La Lega di Salvini è guidata come capolista dal suo “capitano”, il ministro dell'Interno nonché segretario del partito Matteo Salvini, seguito dalla trevigiana Alessandra Basso e dalla vicentina Mara Bizzotto, oltre al trevigiano Gian Antonio Da Re, segretario nazionale. Sul fronte del Movimento 5 Stelle, capolista è l'emiliana Sabrina Pignedoli, seguita dal veronese, ma residente a Trieste, Marco Zullo. Nel centrodestra cercando di contendersi i voti dell'elettorato moderato Forza Italia, che candida come capolista il suo fondatore, presidente, e più volte presidente del Con-
siglio Silvio Berlusconi. Sandra Savino e l'ex presidente della Camera dei deputati Irene Pivetti, già nella Lega, danno corpo alla lista forzista. Giorgia Meloni è invece la capolista di Fratelli d'Italia, il movimento di cui è presidente nazionale, pure lei già ministro della Gioventù, e che schiera tra gli altri Elisabetta Gardini, la padovana, eurodeputata uscente di Forza Italia, che ha lasciato polemicamente il partito di Berlusconi. Nel centrosinistra il Pd – che nel 2014 alle europee, con Matteo Renzi segretario nazionale, prese il 40 per cento a livello nazionale e il 42 nel Nord est – ha stretto un accordo con Siamo Europei dell'ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, che sarà il capolista. Fanno parte della squadra anche il parlamentare uscente e vicepresidente della commissione agricoltura e sviluppo rurale Paolo De Castro, l'ex ministro dell'immigrazione Cecile Kyenge, l'ex sindaco di Vicenza Achille Variati, quindi le venete Alessandra Moretti e Laura Puppato. Il centrosinistra partecipa alla corsa anche con la lista ambientalista Europa verde, mentre c'è una componente liberale e libertaria, anche con esponenti radicali, in +Europa, la lista di Emma Bonino e Bruno Tabacci, con esponenti anche civici, come il sindaco di Parma Fderico Pizzarotti, ex 5 Stelle, o il critico d'arte Philippe Daverio. Silvia Prodi, ingegnere nucleare, nipote dell'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, guida invece la lista La Sinistra, che nel logo ha anche scritte in arabo. C'è anche il Partito comunista, in corsa per Strasburgo e Bruxelles, con capolista il suo segretario nazionale Marco Rizzo. Ritenta la corsa, dopo la scissione dell'anno scorso, Il Popolo della famiglia, con capolista Mirco De Carli. Europeisti convinti e scettici, sinistra, liberali, sovranisti e di tutto di più, come i Gilet Arancioni e i Parlamentare indipendente: sì al singolare, con un solo candidato Lamberto Roberti di Pesaro. Delle 20 liste depositate, cinque presentano problemi. Di queste, tre non sono state ammesse e cioè Gilet Arancioni, Ora Rispetto per Tutti gli Animali e Parlamentare Indipendente. Altre due, il Partito Pirata e Destre Unite dovranno integrare la documentazione. I ricorsi possono essere presentati e poi sarà la Corte di Cassazione a esprimersi sulla correttezza delle liste. Dopo Pasqua si saprà l’esito finale. •
Lega
MatteoSalvini AlessandraBasso MaraBizzotto PaoloBorchia VallìCipriani RosannaConte Gianantoniodetto “Toni“ DaRe MarcoDreosto MatteoGazzini PaolaGhidoni ManuelGhilardelli ElenaLizzi EmilianoOcchi GabrielePadovani IleniaRento
ForzaItalia
SilvioBerlusconi SandraSavino IreneMariaPivettidetta“Irene“ RobertaToffanin ValentinaCastaldini EmanueleCrosato CristinaFolchini IlariaGiorgetti PaolaGirolami AnnaLeso MarioMalossini GiuseppePapa AlfredoPosteraro MatteoTosetto ValerioZoggia
Movimento 5Stelle
SabrinaPignedoli MarcoZullo VivianaDalCin AlessandraGuatteri ElenaMazzoni ClaudioFochi NadiaPiseddu MatiasEduardoDiaz Crescitellidetto “Diaz“ CinziaDalZotto AntonioCandiellodetto“Anthony“ UldericaMennella CarlaFranchini SalvatoreLantino SimoneContro CristianoZanella
+Europa
FedericoPizzarotti SilvjaManzi PhilippeDaverio FedericaSabbati EugenioFusignani CarlottaCintiLuciani LaylaYusuf RenateHolzseisen GiorgioAndrian LauraAntonini DavideBorrelli AlessandraChiantoni MarcoDe Andreis GiorgioPasetto FrancescoRolleri
DestreUnite
Partito Animalista
SimoneDiStefano ElisabettaUccello AndreaBonazza RobertoBussinello CarloAndrea Cardona FrancescoClun RosaDeNunzio ClaudiaGagliano StefaniaMarcante PierpaoloMora MarcoMori GiuliaPilloni KatiaPortaro MaurizioPuglisi Ghizzi MonicaTess
CristianoCeriello AnnaTonia Ravicini AlbertoMusacchio LuisantonioZanin AlbertoMontoro AnnunziataBruno DanielaRinaldini IsabellaCampana
PD-Siamo Europei
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L'ARENA
Giovedì 18 Aprile 2019
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PESCANTINAEBUSSOLENGO. Ierilacommissionedi Valutazionedi impattoambientale harespintolerichiestedi Iniziative Veronesirelative ad Arcèe Settimo
Pontidiga,Venezia bocciai dueprogetti Traimotivi delno,le conseguenzesugliabitati eladistanza trale pileinsufficiente aevitare ostruzioni Lino Cattabianchi
Il Comitato tecnico regionale di Via (Valutazione di impatto ambientale) del Veneto, ieri verso mezzogiorno, a Venezia, ha dato parere negativo respingendo così i progetti presentati da Iniziative Veronesi per le due dighe in prossimità dei ponti di Arcè e Settimo. Tra i motivi del parere negativo c’è il pregiudizio per gli abitati delle due frazioni, evidenziato anche nelle osservazioni presentate dal Comune di Pescantina. Il parere negativo del Comitato tecnico Via ha cassato i progetti principalmente per il mancato rispetto delle norme tecniche sulla costruzione dei ponti, in quanto la distanza tra le pile prevista nei progetti è inferiore ai 40 metri di legge, necessari a evitare ostruzioni al deflusso delle acque. Anche la Soprintendenza aveva dato parere negativo per il forte impatto dei due progetti sia sui centri storici di Arcè e Settimo, sia sul paesaggio fluviale. Durante l’istruttoria sono state evidenziate anche le criticità viabilistiche connesse al traffico di attraversamento dei due borghi storici. Esprime soddisfazione il sindaco di Pescantina, Luigi Cadura: «Questo ulteriore ri-
Esulta l’amministrazione Cadura, era invece favorevole agliinterventi quelladiBrizzi
sultato positivo premia il forte impegno dell’amministrazione nelle questioni ambientali. Si giunge oggi al diniego da parte della Commissione Via della Regione Veneto dei due interventi che avrebbero fortemente compromesso il rapporto tra Pescantina e il suo fiume. Ciò dimostra una volta di più che quando un’ amministrazione si impegna ponendo al primo posto la tutela proprio territorio e dei suoi abitanti si ottengono risultati di rilievo». Ribadisce l’assessore all’urbanistica, Paola Boscaini: «Gli obiettivi raggiunti sono estremamente positivi per un Comune che deve puntare sulla salvaguardia del proprio territorio per migliorare la qualità di vita dei propri cittadini e sviluppare la potenzialità turistica legata alle risorse naturali come il nostro fiume che, dopo il risultato odierno, può continuare a scorrere tranquillo». La vicenda dei due ponti diga di Arcè e Settimo era stata messa in moto da una richiesta presentata alla Regione Veneto da Iniziative Veronesi srl, su progetto Technital, per l’installazione di due turbine per la produzione di energia elettrica utilizzando due tratti del fiume Adige e prevedendo come opere compensative la costruzione di due nuovi ponti in sostituzione degli attuali gemelli, che risalgono agli anni ‘50. Questa prospettiva di una nuova configurazione del fiume Adige aveva determinato posizioni nettamente differenziate tra i due Comuni proprietari al 50 per cento dei due attuali ponti. Pescantina, dove sono nati i
due comitati di Arcè e Rovejago e di Settimo, aveva dichiarato la sua contrarietà all’opera esponendo nei termini una serie di osservazioni presentate alla Commissione Via regionale. Al centro l’impatto per il territorio, in particolare per Pescantina, molto più legato al fiume; le garanzie e sicurezze dal punto di vista idraulico, la scarsa distanza dell’abitato dal fiume. «A questo andrebbe aggiunto che la trasformazione della morfologia del fiume avrebbe portato sicuramente a cambiamenti del contesto, della vegetazione e della fauna con una trasformazione della strada alzaia e pesanti riflessi viabilistici sui centri abitati di Arcè e Settimo», puntualizza Cadura. Bussolengo, al contrario, aveva mostrato una aspettativa più positiva nei confronti dell’operazione dei ponti diga. Favorevole, infatti, si era detto l’assessore ai lavori pubblici Claudio Perusi, specialmente per un possibile collegamento a due corsie che prevedesse anche le piste ciclabili sul ponte di Settimo. E favorevole si era detto anche per il ponte di Arcè, purché fosse mantenuto nella stessa posizione. «Ora rimane i piedi», conclude l’assessore ai lavori pubblici di Pescantina, Paola Zanolli, «il problema del consolidamento del ponte di Settimo che viene fatto in collaborazione col Comune di Bussolengo per riparare le criticità emerse da un sopralluogo dei due sindaci e dei due uffici tecnici. La spesa prevista è di 35mia euro e l’inizio dei lavori è imminente». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Brevi BUSSOLENGO GIORNATAECOLOGICA DIPRIMAVERA CONRACCOLTA RIFIUTI Domenica 28 si svolgerà la giornata ecologica «Benvenuta primavera», organizzata dal Comune di Bussolengo, assessorato all’ecologia, in collaborazione con le associazioni del territorio per sensibilizzare la popolazione al rispetto dell’ambiente. Ci sarà una raccolta straordinaria di rifiuti in alcune zone del paese e l’esposizione, con prova gratuita, di mezzi di auto, moto e bici elettriche. L’iniziativa si svolgerà dalle 9.30 alle 12.30, ed è riservata a partecipanti adulti che dovranno avere abbigliamento e calzature adeguate. Il punto di ritrovo è fissato per piazza XXVI Aprile. Per partecipare occorre iscriversi telefonando all’ufficio ecologia al numero 045.6769975 o scrivendo all’email : ecologia@comune.bussolengo.vr.it. entro domani. L.C.
Ilprogetto delponte digachesi voleva realizzareadArcè
PESCANTINA ILGRUPPOFOTOGRAFICO PROIETTAIMMAGINI ALLABOCCIOFILA È in programma una proiezione del Gruppo Fotografico Pescantina, oggi al Circolo Bocciofila, alle 21. Sullo schermo i santuari di San Romedio, della Madonna della Corona e lo spettacolo della Cascata del Varone nelle immagini di Franco Cavallaro. Ingresso libero. L.C.
Ilprogetto delponte digapensatoper Settimo
AMBIENTE. Èstatobrevettatoun sensorein gradodi misurarelaconcentrazione diinquinanti
Livelli legali di Pfas nelle acque Attesalarispostadall’Europa Lanormativada Bruxelles dovrebbearrivareentro lafinedel2019 Pfas: entro la fine dell’anno arriveranno limiti europei. A fare questa previsione è il ministro dell’ambiente, Sergio Costa. «Abbiamo chiesto ed ottenuto, superando la contrarietà degli altri Paesi europei, di inserire valori stringenti per queste sostanze all’interno della direttiva «Acque potabili»», afferma Costa. Al governo puntano a dare una dimensione europea al problema dei Pfas: «Il Consiglio», ha continuato Costa, «ha adottato l’orientamento al consiglio dei ministri dell’ambiente Ue di marzo, mentre il Parlamento europeo ha adottato il proprio testo a fine marzo. Non ci sono più i tempi tecnici per chiudere l’accordo tra i due co-legislatori prima delle elezioni, ma abbiamo la fondata spe-
ranza di farlo entro la fine dell’anno solare», precisa il ministro. Che poi rivela: «Incontreremo a breve il presidente del Veneto Zaia, insieme al ministro della salute Giulia Grillo». Le parole di Costa sono arrivate nel giorno in cui il direttore dell’Area tutela del territorio della Regione, Nicola Dell’Acqua, nominato anche il commissario all’emergenza Pfas, ha scritto ai colleghi delle Regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna per metterli in guardia su quello che sembra essere diventato un caso di inquinamento senza confini. La missiva di Dell’Acqua ha fatto seguito alla scoperta dell’Arpav, che nelle acque del Po, in un’area posta nel Comune polesano di Castelmassa, c’è una presenza decisamente
anomala di una delle sostanze perfluoro-alchiliche di più recente utilizzo. Si tratta del C604, che può venire usato al posto dei perfluorati di più vecchia concezione e che era stato trovato, nell’agosto scorso, anche vicino alla Miteni con sede a Trissino nel Vicentino. Si tratta dell’azienda, ora in fallimento, che secondo Arpav è responsabile per oltre il 97 per cento della contaminazione da Pfas di acqua nell’area posta a cavallo fra le province di Verona, Vicenza e Padova. Gli 80 nanogrammi per litro d’acqua di C604 trovati nel Po costituiscono, secondo Dell’Acqua, una presenza ben più rilevante di quella verificata. «Se pensiamo che la falda inquinata dall’azienda di Trissino viaggia per un metro cubo al giorno mentre il
Po porta in media 12 milioni di metri cubi di acqua ogni 24 ore, risulta evidente che si tratta di situazioni dalle entità molto diverse tra loro», spiega Dell’Acqua. L’ipotesi è che ci sia una fonte di contaminazione a monte dell’area in cui il C604 è stato trovato nel Po. La Regione, in una nota, afferma infatti che tale presenza «non può pervenire dal sito inquinato di Trissino». Da Venezia, oltre alla segnalazione, con offerta di aiuto, alle Regioni vicine, ieri era venuto un nuovo appello al Governo volto ad ottenere l’adozione di limiti alla presenza dei Pfas nelle acque che siano validi per tutta Italia. Dal luglio del 2013, il mese nel quale si è saputo dell’inquinamento da Pfas in Veneto, ad oggi nessuno ha stabilito dei
Lemamme no Pfashannomanifestato ancheaBruxelles nelgiugno dell’anno scorso
valori che debbano essere rispettati su tutto il territorio nazionale. Il governatore Luca Zaia ha quindi chiesto che Roma stabilisca come limite per i Pfas lo zero. Quel valore zero che Dell’Acqua ricorda essere vigente per quanto riguarda le acque destinate al consumopresenti nell’area più esposta alla contaminazione della nostra regione, la zona rossa, dall’ottobre del 2017.
Infine, una buona notizia. I ricercatori dell’università Ca’ Foscari di Venezia hanno brevettato un sensore elettrochimico che riesce a misurare in maniera immediata la concentrazione di Pfos, una delle molecole della famiglia dei Pfas più diffuse e inquinanti. «Oggi servono costose analisi di laboratorio per misurare questo inquinante, mentre il nostro sensore permette un riscontro sul campo, che è im-
mediato e poco costoso», spiega Paolo Ugo, professore di Chimica analitica che ha coordinato le ricerche. Il brevetto ora dovrà affrontare un passaggio di messa a punto definitiva, la cosiddetta ingegnerizzazione. Alla fine sarà possibile diffondere l’uso di un dispositivo che renderà visibile su un piccolo schermo, i valori di Pfos presenti nelle acque. • L.F.
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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 LA NUOVA
MESTRE
il rilancio dell’area industriale
Porto Marghera, prove di futuro «Investimenti per 60 milioni» Sette le aziende dell’area che hanno partecipato al Bando promosso da Invitalia Possibili agevolazioni per 20 milioni di euro, previsti 87 nuovi posti di lavoro
Francesco Furlan
LE PROPOSTE PER VENEZIA-AREA DI CRISI INDUSTRIALE COMPLESSA Sette progetti, investimenti per 60 milioni di euro, 87 nuovi posti di lavoro. Questi sono i numeri, sulla carta. E anche se è presto per dire se si tradurranno in investimenti veri e propri, si tratta di un primo tassello - in un quadro di azioni più ampie - per sostenere l’area industriale di Marghera, e non solo. Le proposte sono quelle presentate al bando Invitalia per il rilancio dell’area di crisi industriale complessa di Venezia, chiuso lunedì 15 aprile, e destinato a proposte di investimento di media dimensione, di valore superiore al 1,5 milione di euro. Le sette iniziative imprenditoriali - in gran parte concentrate a Porto Marghera, ma c’è anche Vento di Venezia - presentate prevedono progetti di investimento industriale del valore complessivo di quasi 60 milioni di euro,
Fonte Invitalia
PROPONENTE 3 V SIGMA S.P.A.
TOTALE TOTALE NUOVI INVESTIMENTO AGEVOLAZIONI RICHIESTE OCCUPATI PREVISTO 24 6.442.800,00 4.023.900,00
SIRAI S.R.L.
2.660.880,04
1.876.768,72
4
SAN MARCO PETROLI S.P.A.
5.920.000,00
3.552.000,00
0
SIRU S.R.L.
2.576.520,00
1.656.390,00
5
PILKINGTON ITALIA S.P.A.
7.231.487,00
5.088.979,00
11
SLIM FUSINA ROLLING S.R.L. 25.500.000,00 16.025.000,00
32
6.533.966,96
11
58.873.716,32 38.757.004,68
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VENTO DI VENEZIA S.R.L. TOTALE con richieste di agevolazione (tra finanziamenti a fondi perduti e prestiti a tassi agevolati) per 40 milioni di euro, a fronte però di una disponibilità di 20 milioni. Le proposte presentate ora dovranno essere valutate da Invitalia, che
8.542.029,28
dovrà vagliarne la correttezza formale e di merito. A presentare i progetti società come Pilkington (investimento di 7 milioni), la Slim Fusina Rolling che produce alluminio (25,5 milioni), San Marco Petroli (6 milioni), 3 V Sig-
ma (6,4 milioni), Sirai (2,6 milioni) che è l’azienda del presidente di Confindustria Vincenzo Marinese, Siru (2,5 milioni) ma anche Vento di Venezia (8,5 milioni), con un progetto dedicato a una serie di servizi connessi al traspor-
to marittimo. Il numero di 7 partecipanti potrebbe apparire poca cosa rispetto alle 59 aziende che avevano partecipato alla prima call esplorativa, manifestando interesse per possibili investimenti a Porto Marghera. Un confronto però - spiegano dalla Regione - che rischia di trarre in inganno perché già allora emerse che le aziende con la caratteristiche giuste per partecipare a questo tipo di bando erano una manciata. «A ogni progetto di investimento», spiegano dalla Regione, «il suo strumento». Negli ultimi due mesi infatti l’unità regionale di crisi, in collaborazione con il ministero per lo Sviluppo economico, Invitalia, Veneto Sviluppo e il Comune di Venezia, ha organizzato sette incontri dedicati al tema, proprio per far capire a quali criteri fosse necessario rispondere per partecipare al bando. Le domande saranno ora valutate da Invitalia secondo i criteri previsti dal bando, con obbligo di realizzare l’intervento industriale con nuova occupazione entro 36 mesi. Dice l’assessore regionale allo sviluppo economico, Roberto Marcato: «Le possibilità offerte dal bando sono state accolte dal mondo imprenditoriale, la dimostrazione che l’accordo che abbiamo proposto individua le necessità e raccoglie l’interesse dei nostri imprenditori. Tutto ciò rappresenta un tassello importante per lo sviluppo dell’area di Porto Marghera». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
linea padova-venezia
Tentato suicidio Treni in tilt per due ore Traffico ferroviario in tilt, ieri mattina, sulla linea Venezia-Padova a causa di un incidente avvenuto all’altezza di Busa di Vigonza. Il treno regionale 2223 di Trenitalia, partito da Venezia alle 6.10 con 40 viaggiatori a bordo, ha investito una donna 40enne che ha tentato il suicidio rimanendo mutilata nell’impatto con il locomotore. È’ gravissima in ospedale. Nell’orario di punta, il traffico ferroviario è rimasto interrotto dalle 6.20 alle 7.57. Tutti i treni che percorrevano la linea storica hanno avuto rallentamenti tali che Trenitalia ha dovuto riprogrammare l’offerta; i ritardi massimi sulla storica hanno sfiorato i 30 minuti. La circolazione ferroviaria è ripresa normalmente dalle 7.58. Il bilancio finale è di 7 Frecce, 2 Italo, un intercity e 9 regionali giunti a destinazione con ritardi da 10 minuti a 30 minuti. Sono stati cancellati quattro regionali, tra cui il treno che parte da Padova per Venezia alle 7.05 e quello che parte da Venezia Santa Lucia per Padova alle 6.49. —