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2 VE
PRIMO PIANO
Martedì 23 Aprile 2019 Corriere del Veneto
Politica e territorio
Salvini: «Subito i soldi ai truffati Autonomia, dubbi M5s sulla Sanità» Il vicepremier dopo le critiche dei risparmiatori: «Stasera il via libera in Consiglio dei ministri» PINZOLO (TRENTO)
I nodi veneti
I truffati delle banche Fra i nodi più spinosi sul tavolo del governo ci sono i decreti che dovrebbero sbloccare il fondo di ristoro per i truffati delle ex popolari in cui il Veneto gioca la parte del leone
1
L’autonomia negata La madre di tutte le battaglie, secondo il governatore Luca Zaia, è l’autonomia che resta ferma sul tavolo del premier Conte impantanata fra veti incrociati Lega-M5S
2
I cantieri bloccati Cantieri bloccati, Salvini sposa la linea del governatore Luca Zaia che ha definito lo «sblocca-cantieri» una lista inutile su opere come Tav e Pedemontana che saranno fatte
3
Le premesse, tra alleati di governo, sono turbolente. I temi che oggi guastano i delicati equilibri tra Movimento Cinque Stelle e Lega sono più d’uno. A cominciare dal cosiddetto «Salva Roma». Ma dalle montagne del Trentino, a Pinzolo, il vicepremier Matteo Salvini rassicura i municipi che s’interrogano sul provvedimento che dovrà ripianare il debito della capitale: «Nessuno sconto a nessuno, il voto della Lega non c’è». Ci sarà, invece, il via libera finale al Fondo per gli indennizzi ai risparmiatori traditi dalle banche in default. «Alle associazioni dico: abbiamo stanziato dieci volte tanto rispetto al passato». Come a dire: il risultato, seppur tardivo, c’è. E sull’autonomia, ancora una volta la Lega promette di arrivare a meta: «E’ nel contratto di governo e sarà u n bene per tutti». Ministro lei ha detto che «non esistono Comuni di serie A e di serie B». Eppure per ripianare lo storico debito di Roma, il M5s pensa a un provvedimento da inserire nel decreto «Cresci Italia». «Io dico: o tutti o nessuno, ci sono Comuni in difficoltà ovunque. Al Nord, al Sud e al Centro. Non ci sono sindaci che hanno bisogno più di altri e, su questo punto, il voto della Lega non c’è. Non si fanno sconti a nessuno». Servono attenzioni diverse per le città metropolitane? «No, assolutamente. Piuttosto io andrei a rivedere errori del passato. Ne cito uno: sono state cancellate a metà le Province: non hanno potere e non hanno soldi ma non è stata trovata una soluzione alternativa. Serve dare una sistemata all’intero sistema».
Quindici associazioni di risparmiatori hanno firmato un documento che invita a non votare Lega e M5s poiché deluse dal blocco del Fondo per gli indennizzi. Il fondo verrà approvato? «Domani sera (oggi, ndr) ci sarò l’ultimo passaggio, finalmente. Alle associazioni dico che, a bilancio, cash in cassa e pronti a essere spesi, ci sono dieci volte i soldi stanziati dai precedenti governi: un miliardo e mezzo di euro. Anche io preferivo si facesse più in fret-
A Pinzolo Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini ieri mattina a Pinzolo dove si trovava in vacanza con i figli (Foto Cavicchi)
ta, ma ora si parte. I soldi ci sono e sono soddisfatto». Il governatore Zaia ha chiesto al ministro Toninelli che lo «Sblocca-cantieri» tenga conto delle priorità del Veneto, compresa l’alta velocità. «Assolutamente, ha ragione. Abbiamo ottenuto dai ministri del Movimento 5 stelle il via libera per la Brescia-Verona: tutti hanno detto che si fa. C’è poi la Pedemontana, altrettanto strategica. Resta il problema degli investimenti sull’autostrada del Brennero,
❞
«Sblocca cantieri», ha ragione Zaia: più attenzione alle priorità del Veneto L’autonomia è un bene per tutta l’Italia, è nel contratto e la faremo Sul «Salva Roma» dico che non ci sono Comuni di serie A o B Non si vota
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Dietrofrontpoliticoinattesadeldecreto «Prontiacollaborareconilgoverno»
Le associazioni dopo l’attacco a Lega e M5S: «Vogliamo una decisione»
VENEZIA Dovendo giudicare in base ai precedenti, non ci sarebbe da stare proprio tranquillissimi. Già una volta, quindici giorni fa, il governo Conte annunciò in pompa magna che avrebbe portato in approvazione al Consiglio dei ministri il decreto sui rimborsi ai truffati dalle banche. Alla prova dei fatti, però, non se ne fece nulla, per l’ormai arcinota contrarietà alla soluzione individuata di due associazioni venete dei risparmiatori, Noi che credevamo nella Bpvi e Coordinamento don Torta (le due sigle più vicine ai partiti della maggioranza, per altro). Ma giusto ieri (vedi articolo sopra) il vicepremier Matteo Salvini ha assicurato che oggi sarà per davvero il giorno buono: il Consiglio dei ministri si riunisce e reca all’ordine del giorno la discussione sul De-
creto Crescita, all’interno del quale hanno trovato posto, insieme a una lunga serie di altri provvedimenti, anche le norme che dovranno regolare gli indennizzi a favore dei risparmiatori gabbati. Nonostante l’opposizione degli irriducibili Ugone&Arman, sembra proprio che il governo andrà avanti con lo schema elaborato dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e dai tecnici del Mef: il cosiddetto «doppio binario» per i rimborsi (30% per le azioni e 95% per le obbligazioni) sembra essere, infatti, l’unica soluzione in grado di reggere alle obiezioni dell’Unione Europea. Il primo binario riguarda i risparmiatori (persone fisiche e imprenditori individuali) che abbiano un reddito Irpef fino a 35 mila euro oppure un patrimonio mobiliare (depo-
so che il ministro Toninelli litiga con Trento e Bolzano e non è mai un’idea vincente litigare con i territori». Autonomia del Veneto, la ministra Erika Stefani ha detto che la bozza procede e il nodo aperto, da risolvere, resta l’Istruzione: si troverà a breve una soluzione? «Io sarei pronto ad andare in Consiglio dei ministri domani. C’è qualche dubbio nei ministeri del Movimento cinque stelle, come la Cultura e la Sanità, ma il tempo per analizzare i documenti l’hanno avuto. Noi siamo pronti: l’autonomia fa bene a tutta l’Italia, è nel contratto di governo e arriveremo al risultato». Ora è iniziata la campagna per le Europee, un appuntamento importante per la Lega, favorita dai sondaggi. «Sono più che tranquillo. Tutti i riscontri che ho avuto girando in Italia sono molto positivi. Ciò che vedo è affetto, fiducia in quello che facciamo e attesa». I sindaci di Trento e Bolzano, Alessandro Andreatta e Renzo Caramaschi, hanno mostrato qualche perplessità dinnanzi all’ipotesi di utilizzare i fondi per le scuole sicure, stanziati dal Viminale per l’installazione di telecamere fuori dagli istituti. Queste risorse potranno essere utilizzate in altro modo? «I sindaci di Trento e Bolzano fanno una figura meschina: abbiamo sequestrato chili di droga che ammazzano i nostri figli, se non vogliono risorse per contrastare il problema peggio per loro: c’è la fila di Comuni, anche in Trentino, che la vedono diversamente». Marika Damaggio
In missione nella Capitale La delegazione dei risparmiatori truffati dalle banche manifesta in piazza Montecitorio
siti e titoli) che non superi i 100mila: per loro, l’indennizzo seguirà una procedura automatica, attribuendo una valenza «sociale» al ristoro delle perdite subite. Il secondo binario riguarderà tutti gli altri
(quanti siano esattamente è un mistero glorioso: il governo sostiene 20 mila, cioè soltanto il 10% del totale, ma alcune associazioni contestano questa cifra, giudicandola troppo ottimistica): una commissione
ministeriale dovrà verificare, attraverso un esame di merito, l’esistenza dei presupposti che giustifichino l’erogazione di un indennizzo pagato con denari pubblici. Se il Cdm di oggi approverà la norma, seguiranno a breve i decreti attuativi necessari a definire tempi e metodi per la presentazione delle richieste di rimborso, che dovranno essere inoltrate per via telematica in 180 giorni a partire dalla data che verrà stabilita dell’esecutivo. Questa potrebbe essere la migliore risposta del governo Conte anche alle critiche di quelle associazioni dei risparmiatori che, a differenza delle due dissenzienti, avevano dato via libera allo schema degli indennizzi già due settimane fa. Dopo avere gridato nei giorni scorsi al «tradimento delle
promesse elettorali», con un attacco diretto ai partiti di maggioranza Lega e 5 Stelle, le varie sigle riunite nella «cabina di regia» hanno ammorbidito i toni e corretto il tiro: «Auspichiamo che la politica decida - recita un nuovo comunicato - ed emani la legge su cui è già stato raggiunto l’accordo con la Commissione Europea. Così, del resto, ci aveva assicurato il premier Conte in persona, in occasione dell’incontro avuto l’8 aprile a Roma. Per parte nostra - aggiungono - manterremo l’impegno assunto con l’esecutivo e saremo lieti, se richiesto, di continuare a collaborare lealmente e fornire il nostro apporto nell’iter che dovrà portare all’attuazione della legge. Tutte le forze politiche, del resto, ci hanno assicurato che forniranno il loro apporto in Parlamento e faranno in modo che, finalmente, il Fondo indennizzo risparmiatori diventi realtà. Tutti attendiamo che il governo, cui rinnoviamo l’apprezzamento per quanto fatto sino ad ora, porti a termine, nell’interesse di tutti i risparmiatori, il mandato ricevuto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Martedì 23 Aprile 2019
Città d’acqua Punta della Dogana sul bacino di San Marco, il cuore del centro storico di Venezia, città d’acqua
Venezia:«Aiutiperridurreidebiti? Grazie,maicontisonogiàinordine» «Salva Roma» esteso ai capoluoghi delle città metropolitane. Zuin: «Noi virtuosi» «Aiuti? Non li rifiutiamo, ma camminiamo tranquillamente con le nostre gambe», dice l’assessore al Bilancio di Venezia Michele Zuin. Poco importa quindi se il governo, per far «digerire» nel decreto legge per la Crescita la riduzione del debito di Roma (sono 12 i miliardi contratti dalla Capitale), vuole inserire tra coloro che beneficeranno degli aiuti anche i capoluoghi delle altre Città metropolitane, Ca’ Farsetti guarda quasi disinteressata VENEZIA
Assessore Michele Zuin al Bilancio
considerando che i debiti al 31 dicembre 2018 ammontavano a 243 milioni, sessantaquattro in meno (erano 307) rispetto a quattro anni fa quando fu eletto sindaco Luigi Brugnaro. Adesso il bilancio è in ordine, il debito cala ogni anno, Venezia ha liquidità di cassa e può programmare investimenti grazie anche ai fondi previsti dal Patto siglato ormai nel novembre 2016 tra il sindaco e l’allora premier Matteo Renzi. La settimana scorsa gli assessori dei comu-
ni capoluogo delle Città metropolitane (che rappresentano quasi il trenta per cento degli italiani) sono stati convocati per parlare proprio del decreto Crescita: l’idea è quella di rinegoziare i mutui con la Cassa depositi e prestiti, riducendo il tasso di interesse e allungandone la durata. «Va benissimo, non rinunciamo a niente, ma Venezia riesce tranquillamente a pagare i propri debiti — sottolinea Zuin — Per noi sono i numeri a parlare: assieme a Milano,
siamo stati riconosciuti come il Comune che ha il bilancio migliore». Non è trascurabile nemmeno che dei 243 milioni di debito rimasto, solo 81 siano stati contratti con la Cdp (un terzo) e quindi la rinegoziazione per Ca’ Farsetti avrebbe un impatto decisamente trascurabile considerando che il bilancio complessivo supera i 640 milioni. Il provvedimento invece risulta fondamentale per Roma ma anche per altre città italiane, soprattutto del sud Italia
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Zuin Noi e Milano con i bilanci migliori. Sia convocato il Comitatone
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che oltre ad essere ad un passo dal default, come Catania e Palermo, hanno anche una evasione quasi record per le tasse locali. Un esempio è dato dalla Tari, la tassa dei rifiuti. «Ci sono città — sottolinea l’assessore — con l’evasione che sfiora il 50 per cento, Venezia si assesta all’otto sulle singole bollette. E se consideriamo i successivi due/tre anni, tra richiami e procedure che adottiamo, arriviamo ad avere il 99 per cento dei pagamenti regolari». Piuttosto che la rimodulazione del debito Brugnaro e Zuin continuano a chiedere, invece, la convocazione del Comitatone che, tra le sue competenze, annovera anche la suddivisione dei fondi di Legge speciale per la salvaguardia della città. Sono 265 i milioni ormai stanziati da tempo, ma che senza l’ultimo «timbro» continuano a rimanere fermi nelle casse dello Stato. «Sono questi i veri fondi che aspettiamo — precisa Michele Zuin — il sindaco ha chiesto la convocazione del Comitatone in tutte le lingue, quei fondi, suddivisi in annualità fino al 2026, servono a Venezia, ma anche a Cavallino e Chioggia che ne sono beneficiari in maniera minore, e ai comuni della gronda lagunare». Qualche settimane fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti nella sua visita a Venezia aveva rassicurato Brugnaro sulla riunione entro l’estate. F. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Infrastrutture e territorio, il nodo politico VENEZIA Il binario morto su cui
si è arenata la Tav veneta è tutto romano. Ma è nel Veronese, snodo cruciale della linea ad alta velocità, che la politica, tutta al femminile per inciso, sta alzando la voce. Il braccio di ferro fra Lega e M5S si gioca sul quadruplicamento o meno della tratta veneta. I pentastellati, infatti, sperano ancora di portare a casa il potenziamento della linea storica come per la Venezia-Trieste. Questa puntata del feuilleton che inchioda il corridoio Mediterraneo giusto nel tratto in cui incrocia, a Verona appunto, il corridoio Scandinavo prende le mosse dal giallo sull’analisi costi-benefici sulla Brescia-Padova commissionata dal ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli al professor Marco Ponti. Interrogato una settimana fa in commissione Trasporti, il sottosegretario del Mit (ministero delle Infrastrutture e Trasporti) Michele Dell’Orco (M5S) negava l’analisi fosse pronta ma al Corriere del Veneto risulta che il dossier sia sul tavolo di Toninelli da più di un mese. A lanciare il primo j’accuse, nei giorni scorsi, la prima delle tre veronesi protagoniste, la deputata del Pd Alessia Rotta: «Ci risulta che l’analisi non solo sia pronta, nonostante Dell’Orco abbia negato in commissione, ma anche che tracci un bilancio negativo per 2 miliardi circa. È curioso, infine, che nel M5S si cominci a parlare con insistenza delle 309 prescrizioni soprattutto ambientali formulate dal Cipe». L’ipotesi è che la soddisfazione di alcu-
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L’assessore Linea storica ormai satura. Quadruplicamento necessario subito
Tav veneta, analisi pronta: negativa per due miliardi De Berti: «Inaccettabile» 309
Sono 309 le prescrizioni del Cipe sulla tratta fra Brescia e Verona, quasi tutte ambientali ma anche di adeguamento sismico
ne delle prescrizioni ambientali possa aiutare a far ingoiare il boccone amaro di un quadruplicamento su cui la Lega, in Veneto pare non transigere. Proprio in questi giorni un’altra veronese, la deputata del M5S Francesca Businarolo, già nota per aver eletto il proprio domicilio istituzionale in uno dei terreni espropriati per la Tav, ha postato una lunga nota: «Io sono da sempre contraria alla realizzazione del Tav Brescia-Verona. Chi mi conosce lo sa. Ebbene dopo tante mobilitazioni, ora
siamo di fronte ad una situazione nuova: infatti, nei giorni scorsi, il Governo ha reso noto che sono allo studio le soluzioni migliori per rendere più sostenibile ed efficiente possibile un’opera ereditata dal passato, ma che può ancora essere modificata in modo significativo». Il riferimento, ci spiega Businarolo, è «alle parole di Di Maio al Vinitaly, perché quelle 309 prescrizioni arrivano dai Comuni toccati, sono in gran parte ambientali e riguardano, ad esempio, l’adeguamento anti sismico dell’opera». Ponti, da parte
sua, si limita a un laconico: «Sì, al ministero si è in fase di analisi delle modifiche migliorative al progetto iniziale». Chi a Roma si è interessato delle sorti della Tav veneta si lascia scappare un «uno dei temi sul tavolo è ancora il potenziamento dell’esistente». La parte più difficile spetta ai pentastellati sul territorio, la deputata Arianna Spessotto valuta: «Non anticipo nulla, aspetto l’annuncio del ministero. Noi siamo sempre stati per il potenziamento della linea storica ma la Lega preme per il quadruplicamento».
Il quadro ● L’analisi costi-benefici sulla Tav veneta sarebbe sul tavolo del ministro Toninelli da più di un mese ● La mancata pubblicazione sarebbe legata all’esito negativo per circa due miliardi. ● Il rischio, alla vigilia delle Europee e con un clima già teso in seno al governo, è che si apra un nuovo fronte fra Lega e Movimento 5S
Che ormai non sia una battaglia combattuta in punta di fioretto bensì all’arma bianca è confermato dalla terza veronese sulle barricate: l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti: «Potenziamento della linea storica? Non esiste! E non esiste per un motivo: il potenziamento non risolve i problemi di saturazione della linea». De Berti, paziente tessitrice del difficile dialogo col Mit, ormai ha perso le staffe: «Basta una freccia in ritardo perché, a cascata, siano in ritardo i regionali e anche i treni merci. Le aziende a Transpotec mi hanno supplicato di risolvere il problema del trasporto merci. Su quella linea non ci sta neppure un treno in più! Vediamo di capirci: il quadruplicamento non serve tanto per la velocità quanto per separare i tipi di traffico. È fondamentale che la linea storica sia dedicata al trasporto regionale dei pendolari, si riuscirebbe così a potenziarla. Sulla nuova linea correrebbero le frecce e ci sarebbe lo spazio per i merci. Ci sono interventi possibili per risparmiare? Ci mancherebbe, siamo qui. Ma che la finissero con questo non decidere! Abbiamo perso un anno. Sarà bene che riparta la Brescia-Verona fermata dalle dichiarazioni a mezzo stampa più letali degli atti ufficiali e che si inizi a progettare i 45 km fra Vicenza e Padova. L’A4 è satura, un incidente al giorno, la ferrovia pure. Che cosa vogliono, il teletrasporto? Non c’è più tempo». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENETO ECONOMIA
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Francesca Businarolo, deputata M5S, dà via libera al ministro Toninelli ma esprime dubbi «Le prescrizioni ambientali vanno rispettate, non possiamo cedere alla fretta della Lega»
La Tav e i 309 semafori rossi norme sismiche, tutto da rifare LO SCENARIO
Albino Salmaso ono 309 le prescrizioni ambientali da rispettare per far diventare «snelli e sostenibili i cantieri» dell’alta velocità Brescia-Verona, come auspica il ministro Danilo Toninelli, convinto di poter bruciare le tappe con il nuovo codice degli appalti del decreto “Sblocca cantieri”. L’ottimismo deve però fare i conti con la realtà: 309 semafori rossi piantati dai sindaci e dalle associazioni che non possono essere dribblati. L’obbligo più importante riguarda l’adeguamento alle norme antisismiche, un’autentica rivoluzione tecnologica che comporterà la revisione integrale del progetto
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esecutivo Rfi per scongiurare i rischi del terremoto. Quanto inciderà nei costi? Non è ancora stato calcolato, ma sulla sicurezza non sono ammesse deroghe. Insomma, la Tav è tutta da rifare e il motivo è semplice: il progetto dei treni ad alta velocità Milano–Venezia nasce nel 1990 e solo il tratto dalla metropoli lombarda fino a Treviglio è completato, cui vanno sommati i 20 chilometri finali da Padova a Mestre con i binari quadruplicati e la linea elettrica potenziata. Il tempo di percorrenza con le “frecce” da Venezia Santa Lucia a Milano centrale oggi è di 2 ore e mezza e con il quadruplicamento dei 260 chilometri si risparmieranno 20 minuti perché non si può eliminare la fermata di Vicenza. «È evidente che tutte queste prescrizioni vanno rispettate alla lettera: lo sa il mini-
biamo cambiato idea», spiega Francesca Businarolo, presidente della commissione Giustizia della Camera, che ha eletto il proprio domicilio in uno dei cantieri da espropriare nel Veronese. L’appalto Cepav2 Brescia-Lonato prosegue senza soste e in queste settimane sono partite le lettere per gli espropri da Peschiera sul Garda fino a Verona. «Il no alla Tav Torino-Lione non si discute e altrettante ri-
Sono due le analisi costi-benefici: quella ufficiale di Ponti e quella di Rfi
Francesca Businarolo (M5S), presidente della commissione Giustizia
stro Toninelli, lo sa il ministro dell’Ambiente Costa e lo sanno anche gli assessori regionali alle Infrastrutture di Veneto e Lombardia che spingono
per bruciare le tappe. Ma se la Lega ha fretta, il M5S non intende tradire il patto con il territorio: siamo da sempre contrari all’Alta velocità e non ab-
serve pesano sul tratto veneto, il M5s non ha cambiato idea anche se ci rendiamo conto che il ministro Toninelli dove fare la sintesi di tutte le esigenze: non solo dei partiti, ma delle associazioni che spingono per aumentare i traffici dei treni ad alta velocità, di quelli per i pendolari e dei vagoni merce. La linea è satura, ma le prescrizioni ambientali si rispettano perché sono la sintesi degli incontri con i sindaci e i comitati dei cittadini, che hanno presentato le loro osservazioni. I progetti sono sempre stati modificati sulla base di ragioni inoppugnabi-
li, ora ci sono 309 prescrizioni da rispettare e la fretta ci pare ingiustificata», spiega la deputata Francesca Businarolo. Il ministro Toninelli non ha scoperto le carte, i cantieri non sono mai stati bloccati e pensa di nominare un commissario per bruciare le tappe della burocrazia, ma il primo nodo da sciogliere riguarda l’analisi costi-benefici: quella del ministero affidata al professor Ponti si concluderà con un verdetto negativo. Non così assoluto come per la Torino-Lione, ma un “no” motivato da questo giudizio: oggi transitano 330 treni e il quadruplicamento della linea non comporterà automaticamente il raddoppio del traffico passeggeri e merci. E quindi l’investimento difficilmente si può ripagare. Per evitare il rischio dello stop, Rfi sta completando una propria analisi costi-benefici che sostiene l’esatto contrario: i margini dei ricavi sulla linea Milano-Venezia ripagano largamente l’ investimento di 8 miliardi che sarà recuperato grazie ai canoni delle concessioni pattuiti con Fs e Ntv Italo. Insomma, non c’è il rischio di un crac stile Alitalia, finita al tappeto da quando la Tav Milano-Roma ha messo fuori mercato la rotta Linate-Fiumicino. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
i rimborsi ai risparmiatori truffati
Crac banche all’esame di Conte Fondo rimborsi oggi sul tavolo Il Consiglio dei ministri convocato per approvare il Decreto crescita che contiene anche le norme per l’indennizzo ai soci di sei istituti
Nicola Brillo PADOVA. Oggi il tanto atteso “Decreto Crescita” sarà in consiglio dei ministri. Al suo interno dovrebbero trovare posto le norme per attivare il Fondo Indennizzi per i risparmiatori. E’ attesa la conclusione della trattativa, durata dieci mesi, tra Roma, Bruxelles e le associazioni che difendono i truffati di tutta Italia, in rappresentanza di centinaia di migliaia di risparmiatori. Secondo quanto anticipa Il Sole 24 Ore,
la norma su cui si sta lavorando manterrà il “doppio binario”, con il rimborso della quota (30% per le azioni e 95% per le obbligazioni) del costo d’acquisto al quale si aggiungono “gli oneri fiscali”, superando così il problema di chi ha pagato l’affrancamento. Il primo binario sarà riservato alle persone fisiche e agli imprenditori individuali (anche agricoli) con un reddito Irpef 2018 fino a 35mila euro oppure sotto 100mila euro di patrimonio mobiliare (depositi e titoli). Dal calcolo sono escluse azioni e obbligazioni azzerate dai crac bancari. La richiesta delle associazioni venete era di alzare il tetto dei rimborsi (oltre il 30%) e del patrimonio mobiliare. Il secondo binario, secondo
quanto richiesto anche da Bruxelles, è dedicato a chi non è un “semplice risparmiatore” e non avrà il diritto all’indennizzo automatico. Servirà un giudizio di merito affidato a una commissione, che dovrà valutare due casistiche. Per il via libera è necessario che le banche abbiano messo in atto “violazioni massive” degli obblighi di trasparenza e correttezza imposti dalle regole bancarie europee e italiane nella vendita dei titoli. Oltre a questo la commissione deve valutare che sia presente anche il “nesso di causalità” fra le violazioni e il “danno subito”. Il decreto attuativo dovrà decidere poi quali saranno le “violazioni massive” e “gli elementi oggettivi e/o soggettivi in presenza dei quali l’indenniz-
industria farmaceutica
Glaxo, disimpegno da Verona lo stabilimento ad Acs Dobfar VERONA. Siglato l’accordo fra GlaxoSmithKline (Gsk) e la società chimico-farmaceutica italiana Acs Dobfar per la cessione del sito produttivo Gsk di Verona. Un altro pezzo del big del pharma inglese, nella città di Romeo e Giulietta, viene ceduto. L’accordo tra le parti prevede il proseguimento dell'impegno industriale e l'occupazione a Verona, dove sono presenti 240 dipendenti. «L'accordo
– si legge in una nota - prevede tre elementi significativi: la cessione dell'intero ramo d'azienda italiano di Gsk dedicato agli antibiotici della classe denominata cefalosporine con un subentro di Acs Dobfar previsto nel primo trimestre del 2020 in funzione delle autorizzazioni necessarie al completamento della transazione; la possibile fornitura come produttore terzo e dallo stabilimento
di Verona da parte Acs Dobfar degli antibiotici Zinacef e Fortum a Gsk; il proseguimento delle produzioni per conto di altre aziende già effettuate ora nello stabilimento di Verona e la possibilità di aggiungervene altre incrementando l'attività del sito produttivo». Dall’impianto veronese i farmaci raggiungevano circa 120 paesi in tutto il mondo. L’annuncio è stato invia-
La protesta dei risparmiatori veneti qualche giorno fa a Palazzo Chigi
zo può essere direttamente erogato”. Si tratta di esplicitare i soggetti, per esempio “per carichi famigliari, o le situazioni, come quelle delle banche accusate di violazioni o falso in prospetto, in cui il diritto all’indennizzo scatta sicuramente”. Non si tratterà però di una tipologia vincolante, con la possibilità di avere il rimborso anche per chi non rientra
nella casistica pre-definita per decreto. Ora è Palazzo Chigi a gestire direttamente la questione. Il breve comunicato dopo l’incontro di venerdì scorso con le due associazioni “dissidenti”, Comitato don Torta e “Noi che credevamo”, ribadiva l’intenzione di “chiudere rapidamente questa partita in maniera ampiamente condivisa”. «È stato fatto un passo
avanti, ci siamo confrontati su questioni tecniche importanti in quanto la vicenda coinvolge migliaia di persone – ha commentato Andrea Arman, presidente del Coordinamento Don Torta Banche Popolari Venete -. Dal governo ci aspettiamo senso di responsabilità e coerenza con gli impegni assunti». —
to anche alle sigle sindacali ed entro 45 giorni è atteso il via libera da parte dei rappresentanti dei lavoratori. L’accordo era stato anticipato anche al sindaco di Verona, Federico Sboarina. La Acs Dobfar ha sede ad Agrate (Monza Brianza), con una lunga esperienza nel settore degli antibiotici betalattamici e non, produce materia prima, semilavorati e prodotti finiti. Dai primi anni del 2000 ha collaborato con Gsk ottenendo significativi risultati in questo specifico settore. La filiale italiana della multinazionale farmaceutica inglese, guidata da Luis Arosemena, intanto prosegue con il ridimensionamento della propria presenza a Verona.
Nel luglio del 2010 ha ceduto il Medicines Research Center di Verona ad Aptuit, due anni fa entrata a far parte del gruppo tedesco Evotec. La decisione strategica era già stata presa da tempo. Due anni fa dal quartier generale di Londra aveva decisa la revisione dell’intero set-
to veronese si era fatta più concreta. Presente in Italia dagli inizi del 900 e dal 1932 a Verona, Gsk conta in Italia oltre 4.200 dipendenti, con una fatturato annuo di 1,8 miliardi di cui 546 milioni destinati all'export. Grazie a questo accordo Gsk prosegue nel suo sviluppo sostenibile a livello scientifico, industriale e commerciale in Italia. Negli ultimi anni ha investito nella nuova sede direzionale di Verona, nello stabilimento di Parma, recentemente in quello di Rosia (42 milioni di euro). L’obiettivo è una semplificazione della propria catena di approvvigionamento. — Nicola Brillo
L’azienda lombarda è un fornitore del colosso britannico: subentro dal 2020 tore di produzione e commercializzazione degli antibiotici cefalosporine a livello mondiale. L’anno scorso la decisione di cedere l’impian-
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MARTEDÌ 23 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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La sfida delle elezioni europee
Le candidature a Strasburgo sgambetti e “fuoco amico” Nella Lega, grande favorita, malumore per l’esclusione dei consiglieri vicini a Zaia Pd, duello Variati-Moretti: rischiano entrambi. Per il M5S prova d’appello decisiva
luogo, e Alessandra Moretti, consigliere in Regione; il primo ha incassato la benedizione del segretario nazionale Zingaretti - al suo fianco nel lancio della campagna - e conta sul “partito degli amministratori”; Moretti replica con incursioni televisive graffianti che ne consolidano la notorietà. Né va trascurata Isabella De Monte, forte del sostegno compatto dei democratici friulani. UNA CRONISTA D’ASSALTO
Filippo Tosatto Un mese di campagna europea con i sondaggi convergenti nel delineare una mappa politica dai contorni già marcati, circostanza che alimenta il “fuoco amico” tra candidati della stessa lista. Decriptato dal politichese, a Nordest il 26 maggio promette una vistosa avanzata della Lega, un brusco calo del Pd rispetto al boom renziano della tornata precedente, un esame di maturità per i 5 Stelle a vocazione governativa che contenderanno la piazza d’onore ai dem, un autentico “test di sopravvivenza” per Forza Italia
azzannata al fianco dai famelici alleati di Fdi. BIZZOTTO- DA RE BLINDATI
Così, se i leghisti ambiscono a 6-7 seggi dei quattordici a disposizione, per i runners veneti, avvezzi alla parte del leone, la concorrenza è spietata, con Emilia, Friuli e Trentino cresciuti moltissimo da cinque anni a questa parte e decisi a conquistare una rappresentanza a Strasburgo. Blindata Mara Bizzotto, europarlamentare uscente, tranquillo anche il segretario regionale Gianantonio “baffo” Da Re (unico in lizza nella roccaforte trevigiana) nonostante l’irritazione dei consiglieri regio-
nali vicini a Luca Zaia, depennati in blocco dalla corsa elettorale e punzecchiati dal veterano di Vittorio Veneto («Non vedo dei Maradona rimasti in panchina... ») che non ha gradito il loro malcontento. Il governatore, pure intervenuto presso Matteo Salvini per scongiurare un clamoroso ridimensionamento della quota lighista, ha fatto buon viso a cattivo gioco - «Sono così bravi che vogliamo tenerceli stretti... » - ma gli esclusi potrebbero ricambiare la cortesia dirottando i consensi su altri sfidanti, magari Paola Ghidoni a Padova o Rosanna Conte di Caorle, mentre nel Veronese il giovane Paolo Borchia confida
nella longa manus dell’influente ministro Lorenzo Fontana. LA VARIANTE DE CASTRO
In casa dem, due seggi sembrano appannaggio in partenza del capolista romano Carlo Calenda e della vicepresidente dell’Emilia Elisabetta Gualmini. Il partito, ragionevolmente, mira ad una terza poltrona e la contesa si profila agguerrita: con l’ex ministro Paolo De Castro, assai radicato nel circuito agroalimentare (ha retto a più riprese le Politiche agricole) e renziano doc; con i due vicentini nemici per la pelle: Achille Variati, per dieci anni sindaco del capo-
Nell’arcipelago del M5S il voto d’opinione prevale largamente sul (gracilissimo) radicamento territoriale. Prevedibile il successo della capolista Sabrina Pignedoli, la giornalista di Reggio Emilia autrice di coraggiose inchieste sull’infiltrazione della ’ndragheta al Nord che le hanno valso un plebiscito on line; buone chance anche per l’uscente Marco Zullo, fiero animalista veronese di nascita e friulano d’adozione, e per la triestina Viviana Dal Cin. Ci proverà anche “Anthony” Candiello, alfiere della lotta ambientalista a Porto Marghera, ma la sensazione è che l’esito pentastellato sia legato soprattutto alle di-
Le aziende sono ancora in salute ma chiedono non solo di essere protette a livello europeo, ma di essere comprese
Nell’urna anche la frenata del Nordest così la politica dimentica le imprese L’INTERVENTO
MARIO POZZA*
L
iste e simboli per le europee depositati, ora attendiamo programmi credibili. Al momento, si leggono molti tic e altrettante ossessioni. Il centrosinistra sembra avere soltanto tre voci nella propria faretra: migranti, ambiente e diritti civili. Ora, rilevo che in tutta Europa il numero dei migranti rimane al di sotto del 5 per cento della popolazione; l’ambiente lo si affronta a partire dal terrore di fosche previsioni tutte da dimostrare e i diritti riguardano, anch’essi, una sparuta minoranza di cittadini italiani e continentali. I partiti di governo si dibattono in un estenuante litigio sull’universo mondo, gli uni alla ricerca di una purezza morale impossibile da raggiungersi per noi modesti mortali destinati, anche se dovesse andare in disuso, al purgatorio; gli altri a non far raggiungere il paradiso alle colonie di africani in fuga più dalla povertà che dalle guerre. L’inferno dei numeri rimane addosso alle quasi 500 mila aziende venete, come dimostrano gli ultimi dati appena sfornati da un rapporto Prometeia di cui non ho ancora riscontrato importanti reazioni da parte della politica nazionale e locale. Alla politica, infatti, sembra che della
vita delle nostre aziende importi davvero poco. Diciamo che l’identità economica rimane sullo sfondo. Invece, si tratta del centro della nostra vita comunitaria e ormai del futuro nostro, più che di quello dei nostri figli. Prometeia rivede al ribasso i dati economici nazionali: va bene, era previsto da tutti tranne che da chi se ne dovrebbe curare. Ma, di più, ricalcola in negativo anche quelli del nostro Veneto. Una frenata decisa, rileva l’autorevole istituto, che certo deriva da un rallentamento mondiale. In particolare Prometeia ci assicura che rallenterà il commercio globale, ma il fatto che l’economia veneta rallenterà nel corrente 2019 attestandosi su un debolissimo +0,3 per cento, contro lo 0,6 previsto a gennaio, dovrebbe farci tremare le vene ai polsi. La crescita rimarrà ferma allo zero virgola in tutti i settori e di pari passo andrà il mercato del lavoro. Solo le esportazioni hanno qualche numero incoraggiante, ma di sicuro saremmo dei folli se pensassimo di far gravare tutto il peso del nostro sviluppo sulle spalle di quegli eroi che, nonostante tutto, continuano a operare, spesso da soli, su mercati difficilissimi e scivolosi.Le cifre di Prometeia meriterebbero attenzione e analisi, prese di posizione e politiche adeguate soprattutto in ambito europeo. Eppure, rimaniamo scon-
fortati dalla disattenzione che è sempre più evidente. Non si tratta di giocare a chi sia più qualunquista nello sparare addosso ai partiti, ai movimenti e agli schieramenti. Si tratta di essere realisti e di difendere sul piano continentale una economia fatta da aziende ancora in salute che chiedono non solo di essere protette ma, di più, di essere comprese dalla testa dei nostri rappresentanti e infine di essere registrate sulla loro
La più macroscopica assenza riguarda una seria analisi sulle infrastrutture L’autonomia, risposta adeguata nel metodo e nel metodo, è ora ostaggio nel governo
namiche nazionali, ovvero alle capacità di recupero rispetto all’emorragia di gradimento che ha scandito fin qui la loro partecipazione al litigioso governo gialloverde del Paese. LO STRAPPO DELLA GARDINI
Tempi duri per Forza Italia, colpita dalla clamorosa defezione di Elisabetta Gardini alla vigilia della presentazione delle liste; dopo vent’anni di mandato europeo, la padovana - già prediletta dal Cavaliere - è trasmigrata in Fdi, scagliando contumelie all’indirizzo di Antonio Tajani. Che dire? L’alleanza con la Svp garantirà a Silvio Berlusconi una frazione di voto in più su base nazionale ma il prezzo sarà un seggio certo agli altoatesini né il ripescaggio di Irene Pivetti - collocata al terzo posto - desta particolari entusiasmi. Fratelli d’Italia, si diceva: Sergio Berlato, paladino delle doppiette, è realisticamente convinto di superare la soglia vitale del 4%; non così +Europa-Italia in Comune, con Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma, costretto a correre in salita. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
agenda. La più macroscopica assenza riguarda (ma da quanto tempo lo stiamo predicando inascoltati?) una seria analisi sulle infrastrutture. Dall’incompiuta del Mose, che se dovesse rimanere così sarebbe una lacerante sconfitta per tutti e non solo per i furbetti del quartierino, alla stupefacente assenza della tratta Verona-Padova sulla linea dell’alta velocità, fino all’ultimo umiliante schiaffo di Ferrovie al Veneto che produce e a cui è stato scippato un treno prezioso. La sensazione è che rimaniamo, in Veneto, il fanalino di coda di ogni politica di investimento. Possono diventare le Camere di Commercio volano per l’economia come prospettato dal vicepresidente Di Maio nei giorni scorsi nell’Assemblea Unioncamere? In tale occasione egli le ha ritenute indispensabili per sostenere le imprese nell’export, come pure ha riconosciuto grande valore ai progetti specifici su digitalizzazione, turismo e cultura, orientamento al lavoro che hanno sviluppato nell’ultimo triennio. Il sistema camerale, nonostante il disastro provocato dalla riforma Renzi è vivo ed è a disposizione. Insomma, rispondiamo: se voi chiamate noi ci siamo. Credo che l’autonomia potrebbe essere una risposta di metodo e di merito adeguata. Quell’autonomia che però, al di là delle promesse, sembra essere diventata un ostaggio con cui un governo a trazione diversificata continua a baloccarsi, immaginando che in Veneto abitino cinque milioni di stupidi. Alla fine di maggio avremo tra le mani una scheda elettorale. Speriamo non diventi inutile orpello di un sistema al tramonto. — * Presidente Unioncamere del Veneto BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MARTEDÌ 23 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CADORE - COMELICO
comelico
Aree interne, troppe lentezze enti in attesa di 13 milioni Alessandra Buzzo ora assicura: «Ce ne sono 3,7 pronti nella legge di stabilità ma la Regione ha chiesto di passare attraverso le delibere delle giunte comunali»
Francesco Dal Mas SANTO STEFANO DI CADORE. Era
ancora l’11 ottobre 2017 quando, su queste pagine, si annunciava l’ultimo vertice e, a seguire, la firma in calce agli accordi sull’Area interna del Comelico, con interventi da 13 milioni di euro. È trascorso più di un anno e mezzo e l’attesa diventa sempre più esasperante, come è stato denunciato in un vertice a Roma, a Palazzo Chigi, con
seguito di strigliate dell’Uncem, l’Unione delle comunità montane. Ma Alessandra Buzzo, presidente dell’Unione montana, ancora si consola. Certifica che il Comelico è più avanti delle altre 72 aree pilota. C’è chi sta peggio, a cominciare dall’Agordino e dal vicino Friuli. «È vero, su questo fronte ci stiamo impegnando ormai da tre anni, ma adesso, ci siamo, almeno per noi che siamo più avanti», assicura Buzzo. «Dei 13 milioni in campo possiamo
comelico superiore
Cima Collesei
Mainardi sul vincolo «È uno svarione Venezia si opponga» Il commissario Via sollecita anche il Comune a convocare subito la Conferenza dei servizi per il collegamento sciistico COMELICO SUPERIORE. Dopo le
polemiche e le preoccupazioni per l’ipotesi di un nuovo vincolo paesaggistico su alcune località del Comelico, vincolo che andrebbe ad appesantire la situazione generale, oltre a creare un ulteriore
ostacolo al collegamento sciistico con l’Osttirol, sull’argomento torna anche l’architetto Bortolo Mainardi, membro della Commissione nazionale Via del ministero dell’Ambiente: «Il provvedimento annunciato è ambiguo rispetto alle competenze, stravagante se non sospetta questa strana tempestività di un Ministero che impone vincoli su sei Comuni con zone montane già abbondantemente assoggettate ad impo-
cerimonia unica
Pieve di Cadore e Calalzo festeggiano il 25 aprile PIEVE DI CADORE. Quest’anno il
74° anniversario del 25 aprile, Festa della Liberazione, sarà organizzata insieme dai Comune di Pieve e Calalzo. Cerimonia alla chiesetta degli Alpini a San Francesco d’Orsina, sul sagrato della quale c’è il monumento sul quale sono scritti i nomi dei caduti della Brigata Calvi, dove tradizionalmente i Comuni del Cadore celebrano la giornata, ricordando i caduti partigiani e quelli delle altre guerre. Giovedì, alle 10,30 l’ar-
Studenti alla manifestazione
disporne subito di 3,7, quelli presenti nella legge di stabilità», precisa. Ma quando? «La Regione ci ha chiesto un passaggio deliberativo nelle giunte municipali dei Comuni interessati. Mi auguro che possa avvenire, non appena arriverà il dispositivo da Venezia, prima delle elezioni, senza dover attendere la costituzione delle nuove amministrazioni», prosegue Buzzo. «Successivamente potremmo finalmente firmare, insieme alla Regione e al ministero (del
sizioni di tutela ambientale». «Nel merito», precisa Mainardi, «credo si tratti di uno svarione ministeriale quello di dettare regole sull’arredo urbano e sulla ingegneria naturalistica nella costruzione di strade, preoccupante è il potenziale (ma studiato) divieto ad erigere pali, tralicci, piloni che potrebbero pregiudicare “le percezione panoramica d’insieme”. Pare pura filosofia in quanto è impossibile determinare scientificamente un impatto di intervisibilità da una impressione, o sensazione che dà stimoli diversi da soggetto a soggetto». Ma cosa si può fare a questo punto? «La Regione Veneto ha 30 giorni per opporsi al vincolo, ci sono tutti gli elementi di tecnica paesaggistica-ambientale e di metodo per contrastare questa sorta di “ambientalismo inquinante” di ritorno. Nel contempo il Comune di Comelico Superiore dovrebbe convocare subito una Conferenza dei Servizi Istruttoria nella quale, oltre che raccogliere tutti i pareri e controdedurre a quelli della Soprintendenza, sottolineare nel verbale che l’iter del progetto del collegamento sciistico è stato avviato da tempo così da repertoriare innocuo questo vincolo perché retroattivo». —
cidiacono monsignor Diego Soravia celebrerà una funzione religiosa per ricordare tutti i caduti. Da alcuni anni alle celebrazione partecipano anche i giovani studenti delle scuola cadorine. «È arrivato il momento di portare le testimonianze nelle scuole e fatte conoscere ai giovani, tra quelli che domani dovranno proseguire nella difesa della libertà, non dimenticando chi c’è stato prima di loro e che per difendere questo principio è morto, spesso giovanissimo», ha affermato Giovanni Monico del presidio di Libera Cadore Barbara Rizzo. Al termine, davanti alle lapidi del monumento, gli interventi dei sindaci di Pieve e Calalzo, seguiti da quello dell’oratore ufficiale. — V.D.
pieve
“L’affido famigliare” incontro in sala Oasi Mercoledì 8 maggio alle 18, nella sala Oasi di Pieve, il Comune e il Centro per l'affido e la solidarietà famigliare presenteranno un argomento non molto conosciuto: “l'Affido famigliare”. Il Casf è un servizio della Usl 1 Dolomiti, ad elevata integrazione socio-sanitaria per il sostegno di una politica sociale per la famiglia.
Sud, è questo il titolato, ndr) l’Accordo di programma quadro». A quel punto, ciascuna Strategia di Area interna potrà chiedere le prime risorse, che nel caso specifico riguardano gli interventi programmati in sanità, mobilità ed istruzione. È quindi prevedibile che non si parta prima del prossimo autunno. L’ultima riunione in Comelico è stata di un mese fa, il 28 marzo, per focus group. Tanti i progetti emersi: per la scuola, il trasporto, la sanità. Con più corse verso i paesi, i rientri pomeridiani alle elementari, i nuovi servizi sanitari alla ex caserma Calbo, la nuova autoambulanza di stanza ad Auronzo, l’avvio di una segheria locale, le molteplici opportunità turistiche da valorizzare. Ben 13 i milioni, grazie anche alle compartecipazioni. La coordinatrice nazionale della Strategia, Sabrina Lucatelli, ha spiegato che al 31 marzo sono state approvate 37 Strategie d’area, che impegnano 137 milioni di euro di risorse statali dedicate alla Strate-
gia e circa 460 milioni di euro provenienti dai Programmi operativi dei Fondi strutturali e di investimento europei e da altri fondi pubblici e privati, per un valore complessivo delle strategie approvate pari a 597 milioni di euro. Inoltre, ha informato, è stato ultimato l’iter relativo alla firma dell’Accordo di programma quadro (Apq) per 18 delle aree interne: si tratta di Strategie ad oggi pienamente entrate nella fase attuativa. Per Marco Bussone, presidente Uncem, c’è la necessità, dopo quanto ha ascoltato al vertice di Roma, di spronare le amministrazioni centrali perché favoriscano scelte coraggiose, di semplificare le procedure amministrative per consentire ai bandi di rispondere alle esigenze del territorio. I sindaci sono fiduciosi. Il 2019 è stato però il primo anno che ha visto assenti nuove risorse dedicate sul bilancio dello Stato. Così non dovrà essere a fine anno, nel bilancio dello Stato 2020 e verso la nuova programmazione europea. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
pieve di cadore
Lo stadio del ghiaccio verrà completato La giunta comunale delibera, toccherà all’Asd Hockey club provvedere agli interventi sulla struttura di Tai PIEVE DI CADORE. Anche se procede a piccoli passi, l’amministrazione comunale si avvia al completamento dello stadio polifunzionale di Tai. Con una delibera del 4 aprile scorso, infatti, la giunta municipale di Pieve di Cadore ha deciso di fare un ulteriore passo per completare lo stadio polifunzionale di Manzago, conosciuto anche come stadio del ghiaccio. La delibera prevede il completamento del locale utilizzabile come magazzino che si trova sotto alla tribuna sud – lato ciclabile – dello stadio di Tai che al momento della realizzazione della struttura non era stato reso agibile. «L’impianto sportivo», ha spiegato il sindaco Giuseppe Casagrande, «risulta completato solo parzialmente, tanto che una parte dello stesso si trova ancora allo stato grezzo e priva di impianti e finiture edili. La struttura è gestita attualmente dall’Associazione sportiva dilettantesca Hockey Club di Pieve di Cadore, un’associazione che più volte in passato ha già provveduto in proprio alla fornitura e posa di arredi ed attrezzature, oltre che all’esecuzione di interventi di manutenzione e completamento dell’impianto». In questi giorni l’Hockey Club ha chiesto di essere autorizzata a completare a proprie spese il magazzino che si trova nella parte sottostante la tribuna sud, per utilizzarlo come deposito per i propri materiali. L’intervento che il Club intende fare consiste nella realizzazione dell’impianto elettrico, degli scarichi a pavimento, alla controsoffitta-
Lo stadio del ghiaccio Manzago a Pieve
tura e al tamponamento di una parte della pareti con isolante e cartongesso. Inoltre saranno installati alcuni serramenti e rifinito anche il pavimento. Il tutto completato con l’imbiancatura del locale. Tutto l’intervento sarà realizzato in economia dagli associati dell’Hockey Club o da altre ditte di fiducia in grado di certificare la regolare esecuzione degli impianti realizzati. Un intervento che all’amministrazione comunale non costerà nulla perché tutto sarà realizzato, senza alcuna spesa a carico del Comune. «A parte il completamento del locale – magazzino» spie-
ga l’assessore Stefano Campi, «si rendono necessari altri interventi per rendere ancora più agibile lo stadio: quello che sarà fatto al più presto, perché già finanziato, è lo spostamento di una porta per agevolare i movimenti all’interno dell’impianto. Un altro più importante che dovrà essere fatto prima di ottobre, quando riaprirà lo stadio del ghiaccio, è il rifacimento delle scale di accesso che sono state danneggiate dall’alluvione di ottobre e per le quali si rende necessaria una progettazione apposita da realizzare al più presto». — Vittore Doro
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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La sfida delle elezioni europee
Le candidature a Strasburgo sgambetti e “fuoco amico” Nella Lega, grande favorita, malumore per l’esclusione dei consiglieri vicini a Zaia Pd, duello Variati-Moretti: rischiano entrambi. Per il M5S prova d’appello decisiva
luogo, e Alessandra Moretti, consigliere in Regione; il primo ha incassato la benedizione del segretario nazionale Zingaretti - al suo fianco nel lancio della campagna - e conta sul “partito degli amministratori”; Moretti replica con incursioni televisive graffianti che ne consolidano la notorietà. Né va trascurata Isabella De Monte, forte del sostegno compatto dei democratici friulani. UNA CRONISTA D’ASSALTO
Filippo Tosatto Un mese di campagna europea con i sondaggi convergenti nel delineare una mappa politica dai contorni già marcati, circostanza che alimenta il “fuoco amico” tra candidati della stessa lista. Decriptato dal politichese, a Nordest il 26 maggio promette una vistosa avanzata della Lega, un brusco calo del Pd rispetto al boom renziano della tornata precedente, un esame di maturità per i 5 Stelle a vocazione governativa che contenderanno la piazza d’onore ai dem, un autentico “test di sopravvivenza” per Forza Italia
azzannata al fianco dai famelici alleati di Fdi. BIZZOTTO- DA RE BLINDATI
Così, se i leghisti ambiscono a 6-7 seggi dei quattordici a disposizione, per i runners veneti, avvezzi alla parte del leone, la concorrenza è spietata, con Emilia, Friuli e Trentino cresciuti moltissimo da cinque anni a questa parte e decisi a conquistare una rappresentanza a Strasburgo. Blindata Mara Bizzotto, europarlamentare uscente, tranquillo anche il segretario regionale Gianantonio “baffo” Da Re (unico in lizza nella roccaforte trevigiana) nonostante l’irritazione dei consiglieri regio-
nali vicini a Luca Zaia, depennati in blocco dalla corsa elettorale e punzecchiati dal veterano di Vittorio Veneto («Non vedo dei Maradona rimasti in panchina... ») che non ha gradito il loro malcontento. Il governatore, pure intervenuto presso Matteo Salvini per scongiurare un clamoroso ridimensionamento della quota lighista, ha fatto buon viso a cattivo gioco - «Sono così bravi che vogliamo tenerceli stretti... » - ma gli esclusi potrebbero ricambiare la cortesia dirottando i consensi su altri sfidanti, magari Paola Ghidoni a Padova o Rosanna Conte di Caorle, mentre nel Veronese il giovane Paolo Borchia confida
nella longa manus dell’influente ministro Lorenzo Fontana. LA VARIANTE DE CASTRO
In casa dem, due seggi sembrano appannaggio in partenza del capolista romano Carlo Calenda e della vicepresidente dell’Emilia Elisabetta Gualmini. Il partito, ragionevolmente, mira ad una terza poltrona e la contesa si profila agguerrita: con l’ex ministro Paolo De Castro, assai radicato nel circuito agroalimentare (ha retto a più riprese le Politiche agricole) e renziano doc; con i due vicentini nemici per la pelle: Achille Variati, per dieci anni sindaco del capo-
Nell’arcipelago del M5S il voto d’opinione prevale largamente sul (gracilissimo) radicamento territoriale. Prevedibile il successo della capolista Sabrina Pignedoli, la giornalista di Reggio Emilia autrice di coraggiose inchieste sull’infiltrazione della ’ndragheta al Nord che le hanno valso un plebiscito on line; buone chance anche per l’uscente Marco Zullo, fiero animalista veronese di nascita e friulano d’adozione, e per la triestina Viviana Dal Cin. Ci proverà anche “Anthony” Candiello, alfiere della lotta ambientalista a Porto Marghera, ma la sensazione è che l’esito pentastellato sia legato soprattutto alle di-
Le aziende sono ancora in salute ma chiedono non solo di essere protette a livello europeo, ma di essere comprese
Nell’urna anche la frenata del Nordest così la politica dimentica le imprese L’INTERVENTO
MARIO POZZA*
L
iste e simboli per le europee depositati, ora attendiamo programmi credibili. Al momento, si leggono molti tic e altrettante ossessioni. Il centrosinistra sembra avere soltanto tre voci nella propria faretra: migranti, ambiente e diritti civili. Ora, rilevo che in tutta Europa il numero dei migranti rimane al di sotto del 5 per cento della popolazione; l’ambiente lo si affronta a partire dal terrore di fosche previsioni tutte da dimostrare e i diritti riguardano, anch’essi, una sparuta minoranza di cittadini italiani e continentali. I partiti di governo si dibattono in un estenuante litigio sull’universo mondo, gli uni alla ricerca di una purezza morale impossibile da raggiungersi per noi modesti mortali destinati, anche se dovesse andare in disuso, al purgatorio; gli altri a non far raggiungere il paradiso alle colonie di africani in fuga più dalla povertà che dalle guerre. L’inferno dei numeri rimane addosso alle quasi 500 mila aziende venete, come dimostrano gli ultimi dati appena sfornati da un rapporto Prometeia di cui non ho ancora riscontrato importanti reazioni da parte della politica nazionale e locale. Alla politica, infatti, sembra che della
vita delle nostre aziende importi davvero poco. Diciamo che l’identità economica rimane sullo sfondo. Invece, si tratta del centro della nostra vita comunitaria e ormai del futuro nostro, più che di quello dei nostri figli. Prometeia rivede al ribasso i dati economici nazionali: va bene, era previsto da tutti tranne che da chi se ne dovrebbe curare. Ma, di più, ricalcola in negativo anche quelli del nostro Veneto. Una frenata decisa, rileva l’autorevole istituto, che certo deriva da un rallentamento mondiale. In particolare Prometeia ci assicura che rallenterà il commercio globale, ma il fatto che l’economia veneta rallenterà nel corrente 2019 attestandosi su un debolissimo +0,3 per cento, contro lo 0,6 previsto a gennaio, dovrebbe farci tremare le vene ai polsi. La crescita rimarrà ferma allo zero virgola in tutti i settori e di pari passo andrà il mercato del lavoro. Solo le esportazioni hanno qualche numero incoraggiante, ma di sicuro saremmo dei folli se pensassimo di far gravare tutto il peso del nostro sviluppo sulle spalle di quegli eroi che, nonostante tutto, continuano a operare, spesso da soli, su mercati difficilissimi e scivolosi.Le cifre di Prometeia meriterebbero attenzione e analisi, prese di posizione e politiche adeguate soprattutto in ambito europeo. Eppure, rimaniamo scon-
fortati dalla disattenzione che è sempre più evidente. Non si tratta di giocare a chi sia più qualunquista nello sparare addosso ai partiti, ai movimenti e agli schieramenti. Si tratta di essere realisti e di difendere sul piano continentale una economia fatta da aziende ancora in salute che chiedono non solo di essere protette ma, di più, di essere comprese dalla testa dei nostri rappresentanti e infine di essere registrate sulla loro
La più macroscopica assenza riguarda una seria analisi sulle infrastrutture L’autonomia, risposta adeguata nel metodo e nel metodo, è ora ostaggio nel governo
namiche nazionali, ovvero alle capacità di recupero rispetto all’emorragia di gradimento che ha scandito fin qui la loro partecipazione al litigioso governo gialloverde del Paese. LO STRAPPO DELLA GARDINI
Tempi duri per Forza Italia, colpita dalla clamorosa defezione di Elisabetta Gardini alla vigilia della presentazione delle liste; dopo vent’anni di mandato europeo, la padovana - già prediletta dal Cavaliere - è trasmigrata in Fdi, scagliando contumelie all’indirizzo di Antonio Tajani. Che dire? L’alleanza con la Svp garantirà a Silvio Berlusconi una frazione di voto in più su base nazionale ma il prezzo sarà un seggio certo agli altoatesini né il ripescaggio di Irene Pivetti - collocata al terzo posto - desta particolari entusiasmi. Fratelli d’Italia, si diceva: Sergio Berlato, paladino delle doppiette, è realisticamente convinto di superare la soglia vitale del 4%; non così +Europa-Italia in Comune, con Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma, costretto a correre in salita. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
agenda. La più macroscopica assenza riguarda (ma da quanto tempo lo stiamo predicando inascoltati?) una seria analisi sulle infrastrutture. Dall’incompiuta del Mose, che se dovesse rimanere così sarebbe una lacerante sconfitta per tutti e non solo per i furbetti del quartierino, alla stupefacente assenza della tratta Verona-Padova sulla linea dell’alta velocità, fino all’ultimo umiliante schiaffo di Ferrovie al Veneto che produce e a cui è stato scippato un treno prezioso. La sensazione è che rimaniamo, in Veneto, il fanalino di coda di ogni politica di investimento. Possono diventare le Camere di Commercio volano per l’economia come prospettato dal vicepresidente Di Maio nei giorni scorsi nell’Assemblea Unioncamere? In tale occasione egli le ha ritenute indispensabili per sostenere le imprese nell’export, come pure ha riconosciuto grande valore ai progetti specifici su digitalizzazione, turismo e cultura, orientamento al lavoro che hanno sviluppato nell’ultimo triennio. Il sistema camerale, nonostante il disastro provocato dalla riforma Renzi è vivo ed è a disposizione. Insomma, rispondiamo: se voi chiamate noi ci siamo. Credo che l’autonomia potrebbe essere una risposta di metodo e di merito adeguata. Quell’autonomia che però, al di là delle promesse, sembra essere diventata un ostaggio con cui un governo a trazione diversificata continua a baloccarsi, immaginando che in Veneto abitino cinque milioni di stupidi. Alla fine di maggio avremo tra le mani una scheda elettorale. Speriamo non diventi inutile orpello di un sistema al tramonto. — * Presidente Unioncamere del Veneto BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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IL FOGLIO DIRETTORE CLAUDIO CERASA
ANNO XXIV NUMERO 95
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 - e 1,80
Luigi e Matteo vicepremier del selfie: mitraglietta pasquale e immersioni (e già tremiamo per il 25 aprile pensato per Instagram) L
uigi si fotografa bombole e maschera con la fidanzata Virginia immerso nel mare della Sardegna, Matteo si consegna invece a una posa con la mitraglietta della polizia postata dal suo social manager Luca Morisi. Il bravo ragazzo e l’omaccione buono, dunDI
SALVATORE MERLO
que, ecco come si presentano al loro pubblico – cioè a noi – i due vicepremier del governo d’Italia in questi giorni di Pasqua e Pasquetta, tra la colomba (che piace a Di Maio) e l’agnello (che piace a Salvini: “Lo sbrano”). Diversi, certo, quindi ormai litigarelli su ogni cosa – dalla Tav al tetto per i pagamenti in contanti, dalle pensioni alla chiusura dei negozi la domenica, dalla Raggi al sottosegretario Siri – ma pure solidali, affratellati, gemelli, accomunati da una passione recitativa totale e permanente, dalla necessità improrogabile o dal piacere, chissà, indefettibile di apparire
Exit strategy gialloverde
Perché Giorgetti ha un piano per lasciare Palazzo Chigi e andare in Europa Il sottosegretario chiede una svolta di governo a Salvini e intanto prepara l’opzione da commissario europeo
“Qui è un delirio” Roma. L’idea, al momento, è ancora solo abbozzata, insieme alle altre non poche vagliate dal diretto interessato in queste tribolate settimane di agonia gialloverde; e infatti è nella forma di possibilità che viene riferita da uomini di governo della Lega. I quali, interrogati sul futuro di Giancarlo Giorgetti, da qualche giorno cominciano a sussurrare: “Magari se ne va a Bruxelles”. Ci starebbe davvero pensando, Giorgetti: pensare a se stesso, cioè, come futuro commissario europeo, forse incoraggiato anche dal repentino ripensamento di Matteo G. GIORGETTI Salvini che, nel figurarsi il prossimo rappresentate italiano all’interno della Commissione che verrà, ha smesso di parlare di un responsabile all’Agricoltura (come faceva fino a qualche mese fa, evidentemente alludendo a Luca Zaia), e ha cominciato a rivendicare “un commissario all’Economia o all’Industria”, insomma “qualcuno che si occupi dei quattrini e del lavoro degli italiani”. Ed è qui, dunque, che il progetto del sottosegretario alla presidenza si sovrappone alle suggestioni di alcuni degli uomini più influenti del Carroccio: “Chi, meglio di Giancarlo? Per noi sarebbe l’ideale”. E certo l’ideale, o qualcosa di comunque assai simile a questo, lo sarebbe anche per Giorgetti, che da tempo ha raggiunto il limite massimo di sopportazione. “Non ne può più di questo stillicidio quotidiano”, dice chi lo vede, tutti i giorni, accogliere al primo piano di Palazzo Chigi ministri e sottosegretari della Lega – quelli che ancora riceve, perlomeno – ormai estenuati a loro volta dalle follie del grilloleghismo. E così, stanco di suggerire invano a Salvini la via del divorzio immediato col M5s, coi compagni di partito più fidati s’è già sfogato, col tono più ultimativo che desolato: “Se dopo le europee non cambia tutto, io faccio un passo indietro”. (Valentini segue a pagina quattro)
Bufale al governo Sorpresa: le sanatorie sulle rinnovabili proposte dal M5s erano più generose di quelle proposte da Siri Roma. Li ha bloccati Luigi Di Maio, al Mise, grazie all’occhio vigile dei suoi collaboratori. Ci ha pensato Riccardo Fraccaro, lui che sovrintende ai Rapporti col Parlamento. Ecco, nella mitopoiesi grillina sorta intorno all’affaire Siri, come si descrive l’eroica resistenza dello stato maggiore grillino alle imboscate del sottosegretario leghista ai Trasporti per fare approvare gli “emendamenti pro Arata”. “I principali accusatori contro Siri sono diventati gli uomini che collaborano direttamente con il capo politico del M5s”, scriveva sabato il Corriere, riferendo dei colloqui avuti dal procuratore Paolo Ielo col capo di gabinetto di Via Veneto, Vito Cozzoli, con la sua vice Elenza Lorenzini, e col sottosegretario allo Sviluppo Davide Crippa, plenipotenziario del M5s in tema di energia. Ora spetterà ai magistrati definire la natura delle “pressioni di Siri” raccontate dai fedelissimi di Di Maio; ciò che però risulta chiaro è che qualcosa non torna, nei resoconti fin qui letti sui giornali. Stona, per esempio, questo parlare degli “emendamenti di Siri” come di un qualcosa a sé stante, isolato cioè dal resto delle trattative che portarono nei fatti a stralciare quelle proposte insieme a numerose altre presentate sia dalla Lega sia dal M5s. E stona ancora di più l’indignazione dei grillini nel parlare della “sanatoria” proposta da Siri, quando gli stessi esponenti di governo del M5s hanno cercato, fino a pochi giorni fa, di promuoverne una, sempre nel campo delle rinnovabili, per certi versi ancora più estensiva. Le trattative, innanzitutto. Sia nel caso della legge di Bilancio, a dicembre, sia del decreto Semplificazioni, a gennaio, ci furono degli emendamenti non concordati, tra Lega e M5s, che finirono vittima del fuoco incro(segue a pagina quattro) ciato.
e di esporsi a ogni costo e in ogni istante, in qualsiasi momento e circostanza. Entrambi hanno fatto della conquista dell’attenzione la loro ragione di vita, cosa che li rende pure estremamente moderni, aderenti cioè alla società della rappresentazione: esibizione, senza dubbio, però distillata e quintessenziale in una vita pubblica già ampiamente e irreversibilmente spettacolarizzata. E in attesa allora che anche la sinistra si consegni spensieratamente alla giostra – Carlo Calenda che si fotografò pancia all’aria pare a buon punto, ma non sembra ancora aver scoperto appieno le potenzialità di Instagram – bisogna tuttavia ammettere che sia il leghista, per adesso, quello più prolifico e fantasioso, affezionato com’è alle pose strambe e provocatorie. Fenomenale per i lacci che sa tendere, come la già mitologica mitraglietta di Pasqua al posto del ramoscello d’ulivo, Salvini sa che ci saranno sempre dei Saviano o una Boldrini – che Morisi li benedica – pronti da qual-
che parte ad afferrarli, questi lacci. Dunque Salvini non solo propone – ieri – la reintroduzione della leva obbligatoria, ma appena può accompagna pure i suoi selfie trappola con espressioni tratte a casaccio dal massimario di Mussolini, facendo quindi scivolare con nonchalance frasi del tipo “chi si ferma è perduto” o “molti nemici molto onore”. Di Maio è al contrario più prevedibile, e a tratti purtroppo anche un po’ noioso – sul genere cravatta del pranzo domenicale o foto con la fidanzata bionda. Quindi se Matteo è capace di alternare un post sugli immigrati schifosi a un selfie con i peluche delle figlie, Luigi o snocciola numeri un po’ pedanti sui “successi” del M5s al governo o altrimenti consegna perle di filosofia ambulante del tipo: “State con le persone che vi fanno stare bene e fatele stare bene a vostra volta”. E’ dura l’esistenza del politico social, una corsa quotidiana, una vita vissuta saltando sempre sul selfie fuggente, tra un panino al salame (Sal-
vini) e un’insalata scondita (Di Maio), un centrifugato biologico (Di Maio) e uno spritz sulle nevi del Trentino (Salvini). E abbiamo soltanto appena superato la Pasquetta che dopodomani sarà il 25 aprile, e già pregustiamo ciò che i due vicepremier avranno in serbo per noi, affinché nemmeno nei giorni di festa nazionale ci si possa dimenticare di loro. Il 25 aprile sarebbe una bella pagina da ricordare. In modo sobrio, intelligente, sincero, senza faziosità, senza strumentalismi e conticini di bottega. Ma ci possiamo scommettere, perché già l’hanno annunciato: Luigi, che deve aver visto in tivù tutti i libri sulla Resistenza, si sparerà qualche selfie in piazza travestito da partigiano Johnny. Quanto a Matteo, lui ha detto che la festa non gli interessa, andrà a Corleone, in Sicilia, perché “la vera liberazione è quella dalla mafia”. Il generatore automatico di frasi del duce già suggerisce la didascalia della foto in posa da prefetto di ferro: “Me ne frego”.
IL TERRORE DI ESSERE CRISTIANI
C’è una rete internazionale islamista che ha fatto fare il salto di pericolosità a un gruppo di fanatici locali
Persecuzione, genocidi e cristiani. Le parole giuste da usare per capire il rapporto tra religioni e libertà
New York. Per capire chi ha compiuto il massacro di cristiani nel giorno di Pasqua in Sri Lanka – che al momento in cui va in stampa questo giornale non è stato ancora rivendi-
G
DI
DANIELE RAINERI
cato – partiamo dai dati di fatto e poi aggiungiamo alcune informazioni in possesso del Foglio. Il governo dello Sri Lanka accusa un gruppo locale, l’Organizzazione nazionale per il monoteismo (National Thowheeth Jamath) e aggiunge che ha avuto aiuto dall’estero: “Senza un network internazionale questi attentati non ci sarebbero stati”. Il gruppo prima di domenica aveva al massimo sfigurato statue buddiste – che è la religione maggioritaria dell’isola. Questa serie di attacchi è stata un’operazione molto più complessa del solito per loro. Uno degli attentatori suicidi è Zahran Hashim, che domenica mattina è entrato nella sala colazione dell’hotel Shangri-La e si è fatto saltare in aria. Non soltanto era stato identificato già domenica, ma ieri è arrivata una sua foto di rivendicazione secondo lo stile che si vede in questi casi: pistola in mano, bandiera con il sigillo del profeta Maometto e nome di battaglia (Abu Ubaida as Sailani, quindi di Ceylon, è il vecchio nome dello Sri Lanka). Hashim era un predicatore che fino al 2017 postava video dello Stato islamico su due pagine facebook – la più seguita aveva quattromila follower (il dato è di Richard Postings, un analista che studiava la scena). Ma questo elemento da solo non è sufficiente per dire che lo Stato islamico è responsabile. Lo Stato islamico per ora tace. Nelle ore successive al massacro nello Sri Lanka c’è stata una retata delle forze di sicurezza e decine di persone sospettate di essere vicine agli attentatori ora sono in carcere – in questi casi spesso lo Stato islamico non diffonde informazioni per non mettere in ulteriore difficoltà i suoi uomini. Un esempio che ricordiamo tutti: la video rivendicazione dell’attentatore di Berlino, Anis Amri, fu fatta circolare soltanto dopo la sua morte. Quindi, in assenza di rivendicazione, per ora abbiamo un network internazionale e un simpatizzante dello Stato islamico. Un mese fa dopo la strage nella moschea di Christchurch in Nuova Zelanda il comando centrale di al Qaida ha ordinato di compiere attentati di rappresaglia ma non nelle chiese, che invece sono un obiettivo dello Stato islamico (le ha attaccate nelle Filippine e in Egitto, le ha distrutte in Iraq e in Siria). Ad avvertire il governo dello Sri Lanka con settimane di anticipo di un possibile attacco alle chiese – nell’avvertimento erano inclusi persino alcuni nomi e indirizzi degli attentatori – è stato il governo indiano. Nel sud dell’India, vicino allo Sri Lanka, c’è un gruppo che si fa chiamare Ansar al Tahweed fi Bilad al Hindi (da non confondere con un altro gruppo che si chiama Ansar al Tahweed in Siria: scelgono sempre nomi molto simili) che nel 2014 ha dichiarato fedeltà allo Stato islamico. I due uomini più conosciuti del gruppo sono due fratelli, Sultan e Shafi Armar. Sultan è morto nel marzo 2015 mentre combatteva con lo Stato islamico nel cantone curdo di Kobane. Era considerato lo shari’i del gruppo, si occupava dell’indottrinamento. Shafi invece è considerato il leader e reclutatore, è finito sulla lista dei terroristi internazionali stilata dal governo americano e si occupa di arruolare online volontari in India, Bangladesh e Sri Lanka. Esiste un contingente di volontari che dall’India e dagli altri stati attorno è andato a combattere in Siria e Iraq oppure in Afghanistan con lo Stato islamico e Shafi Armar (forse ucciso in Siria a marzo) e il suo gruppo sono il network di appoggio. Per questo, se il governo indiano avverte quello dello Sri Lanka di un attacco imminente viene da pensare ad Ansar al Tahweed, che è un gruppo che si considera parte dello Stato islamico – ma a cui prestiamo poca attenzione. Se l’asse delle attività dello Stato islamico si sposta verso l’est sovrappopolato, quindi verso l’India, il Bangladesh e il Pakistan, è un grosso problema. Domenica c’è stato un attacco fallito dello Stato islamico in Arabia Saudita. Quattro uomini hanno attaccato un comando militare nella città di Zulfi, ma sono stati uccisi. Secondo una loro lettera che il Foglio ha potuto vedere in esclusiva, pianificavano di uccidere 5060 “apostati”. Allo Stato islamico piacciono gli attacchi simultanei per proiettare un’immagine di potenza (e mitigare la sconfitta sul campo), viene da chiedersi se i due attacchi non fossero coordinati. Ma tutto questo è appeso all’eventuale arrivo di una rivendicazione.
enocidio è una parola molto impegnativa che indica la distruzione fisica intenzionale di una categoria di esseri umani, in ragione della propria appartenenza, della propria fede, del proprio credo. Genocidio è una parola che nel secolo scorso è stata utilizzata per inquadrare la deportazione degli armeni durante la Prima guerra mondiale, il massacro degli ebrei durante la Shoah, la mattanza dei serbi durante la guerra in Yugoslavia, la carneficina dei cambogiani alla fine degli anni Settanta, gli stupri di massa nel Ruanda nella prima metà degli anni Novanta, le esecuzioni contro i bosniaci nel 1995. Genocidio è una parola che secondo le Nazioni Unite si può utilizzare di fronte ad atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. E in questo senso, le immagini che ci arrivano dallo Sri Lanka, le immagini delle statue di Cristo insanguinate, delle chiese devastate, le immagini degli attentati che hanno tolto la vita a quasi trecento persone nel giorno di Pasqua sono lì a ricordarci che nel secolo che stiamo vivendo c’è una storia che dovrebbe colpire la nostra attenzione non meno di un casuale incendio in una cattedrale di Francia: la persecuzione dei cristiani. Parlare di religioni perseguitate in Asia è un tema molto complesso perché in quel continente non si può dire che sia solo la fede cristiana a essere sotto minaccia. E’ così anche per i rohingya, minoranza etnica musulmana perseguitata in Birmania. E’ così anche per i buddisti in India, perseguitati dagli induisti. E’ così anche per gli uiguri dello Xinjiang, minoranza musulmana perseguitata in Cina. Ma negli ultimi anni, come ricorda anche Matteo Matzuzzi oggi sul Foglio, la mattanza contro i cristiani in Asia ha registrato un cambio di passo significativo: tre anni fa, sempre a Pasqua, in Pakistan, a Lahore, patria di Asia Bibi, un kamikaze si è fatto esplodere vicino alle altalene dei bambini; lo scorso 27 gennaio, nelle Filippine, è stato fatto esplodere un ordigno davanti a una cattedrale sull’isola di Jolo, durante la messa domenicale, e sono morte 20 persone; tra il 2016 e il 2017, in India, gli attacchi anticristiani, principalmente da parte di gruppi estremisti indù, sono raddoppiati, e hanno raggiunto quota 736; e secondo gli ultimi dati diffusi da World Watch List – un rapporto sulla persecuzione anticristiana nel mondo pubblicato dalla ong Porte Aperte – se si sommano i cristiani perseguitati in Asia e in medio oriente per ragioni legate alla loro fede si arriva a una media incredibile di uno su tre (nel resto del mondo sono uno ogni sette). Chiamare le cose con il loro nome e mettere a fuoco il tema del genocidio dei cristiani non è semplice non solo per questioni di carattere giuridico – definire una persecuzione genocidio comporta conseguenze legali e conferisce alle istituzioni internazionali un maggior diritto di intervento umanitario – ma per una ragione in particolare. (segue a pagina quattro)
Sarò distratto. Ma mancano solo due giorni alle manifestazioni del 25 aprile e mi pare di non aver letto ancora alcun comunicato, né dell’Anpi, né di una corrente del Pd nuova gestione, né di Potere al popolo, né di qualche centro sociale, né di volenterose associazioni filopalestinesi, contro la partecipazione della Brigata ebraica ai cortei convocati in ricordo
Egitto, Pakistan, Sri Lanka. Il massacro dei cristiani non è più solo una questione mediorientale
Il governo di Colombo ha chiuso i social network prima che potessero scatenare l’ennesima guerra d’odio
Roma. La “guerra globale contro i cristiani” (la definizione è del vaticanista americano John Allen) non è più circoscrivibile al complicato ma ridotto quadrante del vicino e medio oriente. E’ vero, ci sono le devastazioni di Mosul e Aleppo, ma la triste routine delle stragi pasquali che si ripete ogni anno guarda per lo più altrove. Anno 2015, Garissa (Kenya): 148 morti. 2016, Lahore (Pakistan): 75 morti e 300 feriti. 2017, Alessandria (Egitto): 45 morti. E si potrebbe andare oltre, elencando il numero delle vittime nelle Filippine e in Nigeria. L’ultimo rapporto di World Watch List attesta che nel 2018 i cristiani assassinati in odio alla fede sono stati 4.136. Un anno prima il numero si era fermato a 3.066. 245 milioni i perseguitati nel mondo. Ha ragione Francesco quando dice che “i martiri cristiani oggi sono più numerosi che nei primi secoli”. Le chiese sono l’obiettivo più facile, specie a certe latitudini, dove i cristiani sono una minoranza tra le minoranze che si raduna gioiosa nelle grandi solennità. Lo scorso Natale, mentre in Pakistan infuriava l’ira fondamentalista per l’assoluzione di Asia Bibi, il cardinale Joseph Coutts, a Karachi, celebrava la messa in una cattedrale gremita, nonostante lo sventolio di cappi appena fuori da quel luogo di culto. Dopo la diplomatica “vicinanza” alla comunità cristiana colpita da questo “drammatico evento” espressa al termine della benedizione pasquale Urbi et Orbi, ieri il Papa è tornato a parlare della strage con toni ben più duri: “Sono molto vicino al mio caro fratello, il cardinale Malcolm Ranjith Patabendige Don, e a tutta la chiesa arcidiocesana di Colombo. Prego per le numerosissime vittime e feriti, e chiedo a tutti di non esitare a offrire a questa cara nazione tutto l’aiuto necessario. Auspico, altrettanto, che tutti condannino questi atti terroristici, atti disumani, mai giustificabili”, ha detto al Regina Coeli. Proprio il cardinale Ranjith aveva auspicato un’indagine “imparziale” che facesse luce su quanto accaduto e una punizione “senza pietà” per i responsabili, frase durissima ma comprensibile – tranne per i cultori del pensare cavilloso che commentavano le devastazioni di Colombo tra una portata e l’altra del pranzo pasquale – se pronunciata da chi era appena stato aggiornato sul numero di corpi senza più testa e gambe ritrovati tra i banchi delle chiese. I cristiani finiscono al macello, ma il tutto viene edulcorato, come se la mattanza non avesse un risvolto religioso. Hillary Clinton e Barack Obama che non parlano di “cristiani”, ma di fedeli colpiti è solo il caso più eclatante. Tanti giornali, piccoli o grandi che siano, provano un certo fastidio a pronunciare quella parola – cristiani – quando si tratta di descrivere il massacro. “Il fatto è che per parecchio tempo un muro di silenzio ha circondato la persecuzione anticristiana”, ha scritto ancora Allen su Crux. (segue a pagina quattro)
Roma. Subito dopo l’attacco di domenica scorsa, una delle prime misure precauzionali decise dal governo di Colombo è stata quella di bloccare l’accesso a quasi tutti i social network, tra cui Facebook, WhatsApp, YouTube, Instagram, Viber. La decisione è stata presa per evitare il diffondersi di fake news che avrebbero potuto alimentare l’odio etnico e religioso, e provocare ancora più violenza e morti. Otto anni fa i social network, nati per agevolare le comunicazioni via internet, si erano trasformati in uno strumento fondamentale per le rivolte nel nord Africa e medio oriente. Negli anni successivi, dei social che erano serviti per coordinare le piazze abbiamo parlato molto, soprattutto in occidente, a proposito della nuova libertà digitale donataci da Facebook e Twitter, veicoli di democrazia. Poi però sono arrivati gli eserciti di troll, e la “polarizzazione dell’informazione” che influenza le elezioni, il caso Cambridge Analytica. Non solo: in Asia già da anni si discute sul tema. Internet è considerato uno degli strumenti con cui lo Sri Lanka ha avuto accesso alle informazioni che hanno portato alla fine della guerra civile nel 2009. Ma già nel 2012 – contestualmente con la diffusione nel sud-est asiatico di internet e smartphone – l’India è stato il primo paese a bloccare l’accesso alle informazioni via social per motivi di ordine pubblico, e ogni volta che una falsa notizia arriva a provocare violenza il governo chiude i social (con conseguenti proteste dei gruppi per la difesa della libertà di espressione). Domenica, spiegava sul New York Times Max Fisher, la decisione del governo dello Sri Lanka – unita a quella del coprifuoco dalle 8 di sera alle 4 del mattino – è stata del tutto preventiva: sappiamo che succederà, e allora fermiamo il diffondersi di pericolose fake news prima che succeda. Dopo gli attentati di Christchurch del 15 marzo scorso, quando un uomo ha ucciso cinquanta persone in due diverse moschee in Nuova Zelanda riprendendosi con una telecamera e mostrando tutto in diretta via Facebook, si è di nuovo tornati a parlare anche in occidente del cortocircuito che esiste tra i gestori dei social network – che rappresentano il senso della libertà d’espressione online, cioè il motivo per cui sono state create le piattaforme di comunicazioni online – e la loro responsabilità nella diffusione dei messaggi d’odio. E l’hate speech è uno dei problemi fondamentali di Facebook nel sud-est asiatico. Monitorarli non è facile, e non è facile nemmeno capire quanto ci sia di democratico e non manipolato nelle notizie che si diffondono velocemente e in modo esponenziale. Parliamo naturalmente di paesi democratici, o di democrazie giovani e più autoritarie (in Cina e in Corea del nord Facebook è bandito sempre, non solo in caso di necessità). La rivoluzione digitale nel sud-est asiatico ha coinciso con la diffusione dei social network, e in un famoso libro sul potere dei media in Indonesia Ross Tapsell, dell’Australian National University, spiega che per molti utenti in questa parte di mondo internet non è altro che Facebook. E’ qui che si informano, è qui che vivono la loro vita virtuale. La guerra delle fake news, spiega Tapsell, è stata determinante anche nelle ultime elezioni in Indonesia – il terzo mercato del mondo per Facebook, con più di cento milioni di account – così come il ruolo dei fact checker. In Myanmar, secondo un’indagine dell’Onu, la diffusione di notizie online è stata una delle principali cause della diffusione d’odio contro i rifugiati rohingya: “E’ doloroso vedere che Facebook si è trasformato in una bestia, ma non è stato inventato per questo”, ha detto Yanghee Lee, relatore speciale dell’Onu per i diritti umani in Myanmar. I social network sono veicolo di tensioni soprattutto nei territori in cui esistono conflitti etnici e religiosi: “In Sri Lanka, dove sono diffusi soprattutto Facebook e WhatsApp, lo scorso anno Facebook è stato usato per mobilitare la violenza antiislamica”, ha detto ieri al New Yorker Amarnath Amarasingam, senior research fellow all’Institute for Strategic Dialogue, uno dei massimi esperti di estremismo in Sri Lanka: “C’è stata molta disinformazione, teorie complottiste, che hanno portato alla violenza nella vita reale. Facebook ha fatto un passo avanti e ha riconosciuto quel che è successo in Sri Lanka e in Myanmar, si sono presi delle responsabilità e hanno detto che avrebbero preso provvedimenti. So che sono in contatto con diverse ong sul campo per monitorare la situazione e assicurarsi che non avvenga di nuovo. Staremo a vedere”. (Giulia Pompili)
della Liberazione, soprattutto a Milano e a Roma. A pochi giorni dalla vittoria delle forze filoapartheid e filonaziste o quasi, in Israele, saremmo cioè di fronte all’appannamento di un’altra luminosa tradizione della sinistra italiana a presidio della libertà, della verità storica, della battaglia per un futuro migliore, della purezza antifascista. E diamoci una sveglia, no? Questo numero è stato chiuso in redazione alle 20.30
La Giornata * * *
In Italia LEGA E MOVIMENTO 5 STELLE DIVISI SUL DECRETO “SALVA ROMA”. Salvini si è espresso contro la norma inserita nel dl crescita per chiudere la gestione commissariale del debito del comune di Roma nel 2021. “Salviamo tutti i comuni o nessuno”, ha detto il leader della Lega in un comizio a Pinzolo: “Non ci sono comuni di serie A e di serie B”. Oggi il Cdm esaminerà il dl crescita. “La Lega forse non ha capito di cosa si tratta”, hanno fatto sapere fonti del M5s all’Adnkronos: “Piuttosto pensino alle indagini su Armando Siri”. “I comuni vanno salvati tutti”, ha detto il viceministro dell’Economia del Movimento 5 stelle, Laura Castelli: “Però ognuno ha le proprie esigenze”.
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Salvini difende Morisi, lo spin doctor del vicepremier che ieri aveva pubblicato su Facebook una sua foto con il mitra: “Sono polemiche fondate sul nulla”. “Da settembre l’educazione civica diventerà materia obbligatoria nelle scuole e inoltre dovremo anche reintrodurre il servizio militare obbligatorio, magari nel Corpo degli Alpini”, ha detto Salvini durante un comizio.
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Il Pd annuncia una mozione di sfiducia nei confronti del governo. “Il destino giudiziario di Siri non ci compete”, ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci: “Ma il braccio di ferro tra Lega e M5s fa danni al paese”.
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Borsa di Milano. Ftse-Mib -0,2 per cento. Differenziale tra Btp-Bund a 256 punti. L’euro chiude in rialzo a 1,12 sul dollaro.
Nel Mondo TRUMP NON RINNOVERA’ LE ESENZIONI PER CHI IMPORTA PETROLIO dall’Iran. Le esenzioni erano state concesse a otto paesi, Italia inclusa, e la nuova misura annunciata dalla Casa Bianca prevede che i paesi che continueranno a importare greggio da Teheran saranno colpiti dalle sanzioni americane. I primi effetti della decisione degli Stati Uniti cominceranno a vedersi da inizio maggio. (editoriale a pagina tre)
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Herman Cain non vuole essere nominato al Consiglio della Federal Reserve. Lo ha annunciato Donald Trump su Twitter facendo sapere che rispetterà la richiesta dell’ex amministratore delegato della catena Godfather’s Pizza.
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L’Ucraina ha un nuovo presidente, si chiama Volodymyr Zelensky. Nel ballottaggio di domenica scorsa ha battuto il presidente uscente Petro Poroshenko guadagnando oltre il 70 per cento dei voti. Il 5 maggio nella Repubblica della Macedonia del nord ci sarà il ballottaggio per eleggere il futuro presidente della nazione. (articoli a pagina tre)
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La polizia nordirlandese ha rilasciato i due ragazzi arrestati lo scorso fine settimana per l’omicidio della giornalista Lyra McKee a Derry, il 18 aprile.
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In Turchia sono state arrestate 9 persone in seguito all’aggressione subita da Kemal Kilicdaroglu, leader d’opposizione dei repubblicani del Chp.
A furor di popolo Mai la nostra Repubblica è stata tanto oligarchica come da quando è divenuta populista Professor Cassese, Salvini ha dichiarato il 27 maggio 2018: “Noi abbiamo un principio che viene prima di tutto: per gli italiani decidono prima gli italiani, non i tedeschi, i portoLA VERSIONE DI CASSESE
ghesi, i lussemburghesi, ma gli italiani”. Poi, il primo ottobre 2018: “Basta minacce e insulti all’Europa: l’Italia è un paese sovrano”. Affermazioni che sono altrettanti truismi, ma che eccitano lo spirito nazionalistico. In cui si mescolano sovranismo e populismo. Questa riscoperta della sovranità ripropone la domanda: dove risiede la sovranità? (segue a pagina tre) Chi è il sovrano?
V
Rovigo
Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
“Pedalate lente e cordiali” alla scoperta del territorio `Una ventina in media soci dell’associazione, ma aper- il suo bosco biologico ripensato appuntamenti sono ripresi con
i partecipanti alle iniziative della Fiab AMICI DELLA BICI ROVIGO La Fiab Amici della Bici
di Rovigo ha colto nel segno: le pedalate “Lente e cordiali” sono riuscite, nell’edizione 2019, a portare tanti appassionati dell’aria aperta e dell’ambiente a contatto con la natura e con i luoghi suggestivi del Polesine. Una proposta ormai consolidata e attesa che Fiab propone ai
ta a chiunque voglia scoprire il Polesine inedito e ricco di tesori. In questa edizione primaverile, Fiab ha scelto quali mete piccole aziende agricole, realtà poco note ai più ma molto interessanti sotto vari profili. Il primo appuntamento, il 9 febbraio, ha portato a raggiungere Pontecchio per visitare le numerose ville rurali: una visita prettamente culturale condotta da Giuseppe Segato, cittadino appassionato della storia del suo paese. Il 16 febbraio meta della pedalata è stata l’azienda agricola Fattoria Corte Veneziana a Canale di Villadose con
come attività agricola, che accoglie asini, mucche, galline, maiali. Come terza uscita i partecipanti delle “pedalate” cordiali si sono recati a San Martino di Venezze all’azienda agricola Le Barbarighe, specializzata nelle coltivazione biologiche di grani teneri, farro, orzo, segale e avena, grano saraceno e mais.
ESCURSIONE FOTOGRAFICA Costante l’adesione alle uscite, sempre oltre una ventina i soci presenti che sono continuate fino a metà aprile. Dopo la pausa del 2 marzo, infatti, gli
una speciale pedalata tutta in ambito urbano. Il 9 marzo, il gruppo si è cimentato in una escursione fotografica. E’ stata poi la volta della visita ad altre aziende agricole come il Birrificio 1058 a Canaro il 16 marzo, che ha riservato una speciale ospitalità e una graditissima degustazione. Ancora, il 23 marzo, le pedalate lente e cordiali si sono spinte fino a Villanova del Ghebbo alla Corte dei sapori e ai suoi salumi. Infine, il 13 aprile, la visita all’azienda biologica Gli orticelli di Giulia ad Adria, ha concluso l’iniziativa riservando ai partecipanti il gusto
TUTTINBICI Un’uscita della Fiab
del pane fatto in casa e i tanti prodotti dell’orto. Tutte le uscite, oltre al loro interesse intrinseco, hanno inteso valorizzare il territorio polesano e le sue eccellenze in agricoltura e, allo stesso tempo, promuovere l’uso della bicicletta per la sua capacità di essere leggera e quindi rispettosa dell’ambiente e per quella sua particolare caratteristica di creare socialità. Queste iniziative raccontano un approccio alla vita, tutto in bici, appunto lenta e cordiale. Le “pedalate lente e cordiali” verranno proposte anche nel mese di ottobre. Elisabetta Zanchetta
Sanità: «Troppo spazio ai privati» `In Quinta Commissione regionale prosegue il confronto Per la consigliere regionale Bartelle la percentuale di posti letto in Polesine in strutture non pubbliche è del 30% anche oggi sull’assetto ospedaliero della provincia di Rovigo `
La Liberazione sfratta le bancarelle dalla piazza
SANITÀ ROVIGO Le proteste su quanto pre-
visto dalle nuove schede di dotazione ospedaliera, in Polesine, in questi ultimi giorni, sono state forti ed articolate, in particolare per il “taglio” subito dall’ospedale di Adria. Nel frattempo, la Quinta commissione regionale, che si occupa di sanità e di sociale e che sta discutendo sulla proposta formulata dalla Giunta, nella seduta di giovedì 18 aprile ha completato le audizioni con i cosiddetti “soggetti portatori di interesse”. E proprio su quanto accaduto in quell’occasione interviene la consigliera polesana, ex Movimento 5 stelle oggi di Italia in comune, Patrizia Bartelle. In particolare, la consigliera Bartelle ribatte a quanto sostenuto davanti alla commissione dal rappresentante dell’Aiop, Associazione italiana ospedalità privata del Veneto, rinfocolando così lo scontro sullo spazio occupato dai privati nella sanità pubblica veneta e, di conseguenza, anche polesana.
MERCATO ROVIGO Il mercato di giovedì 25
POSTI LETTO Il casus belli, in questo caso, riguarda i posti letto messi a disposizione dei privati e per i quali il pubblico, ovvero la Regione, paga. «Il rappresentante dell’Aiop – esordisce Bartelle ha voluto precisare che i posti letto privati in Veneto sono solo il 15% del totale regionale e quindi sono solo il 50% della media nazionale, quasi a dire che il privato nella Sanità veneta ha poco spazio». In pratica, secondo le stime della consigliera, i posti letto privati in Veneto sono al di sotto della media nazionale. Praticamente la metà rispetto al resto d’Italia. Secondo la consigliera Bartelle, il problema va affrontato a livello di singole aree territoriali: «Si è però scordato di dirci – sottolinea in riferimento a quanto spiegato dal rappresentante dell’Aipo - che questo 16% di privato si concentra soprattutto nelle province di Verona e Rovigo dove, in rapporto al numero di abitanti sul totale regionale, diventa ben più del 16% e supera di molto la media nazionale del 30%. In sostanza, vi sono due territori in cui il privato ha un ruolo preponderante,
A PREOCCUPARE SONO I TAGLI PREVISTI PER GLI OSPEDALI DI ADRIA E TRECENTA, OLTRE AL MANTENIMENTO DEI SERVIZI DI BASE
STRUTTURE IN CONVENZIONE La Casa di Cura di Porto Viro, che opera in convenzione con il servizio sanitario, e la consigliere regionale Bartelle
ma mentre i cittadini veronesi non sembrano soffrirne, i polesani non accettano lo smantellamento progressivo degli ospedali pubblici e difendono con forza Adria e Trecenta, bastonati dalle schede di Zaia a favore dei privati di Rovigo e di Porto Viro».
Dai Templari polesani 25 quintali di alimenti per poveri e bisognosi
MEDICI DI BASE
SOLIDARIETÀ
Gli strali della Bartelle vengono poi scagliati proprio in direzione del governatore Zaia «che, sempre in quella audizione, a domanda sul tema ha risposto che il privato è pronto a farsi carico anche della Medicina di base che la Regione ha deciso di esternalizzare a società private, di fatto delegando al profitto anche la sanità territoriale». Dal canto suo, l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin ha ribadito che «le schede ospedaliere tengono conto dei parametri nazionali e della situazione reale di bisogno e occupazione. L’analisi generale ci conferma che la dotazione esistente è in linea con le necessità del territorio. Nel quadro complessivo regionale, infatti, va tenuto presente il riconoscimento di aree disagiate alle province di Belluno, Venezia e Rovigo». Proprio oggi è in programma una nuova seduta della V commissione regionale nella quale proseguirà l’esame delle schede ospedaliere. Francesco Campi
ROVIGO Si è chiuso sabato, con una
visita agli ospiti dell’Iras, il Progetto solidale Pasqua 2019 che i Cavalieri Templari della Nova Militia Christi della Precettoria di Rovigo hanno organizzato per essere ancora una volta a fianco delle persone sole e in difficoltà: a loro hanno consegnato 2.500 chilogrammi di generi alimentari, verdura e abbigliamento, frutto della carità dei Cavalieri, delle Dame e dei Novizi del Polesine. «Per queste festività abbiamo scelto, una volta di più, di essere a fianco dei fratelli meno fortunati, su tutti bambini e anziani poveri, soli, abbandonati e malati, vittime privilegiate della povertà - spiega Raffaele Mautone, priore delle Tre Venezie - con un importante Progetto solidale, suddiviso in quattro distinti interventi, nel tentativo di alleviarne le difficoltà, almeno per la Pasqua». Il primo intervento è stato a sostegno delle attività solidali dei frati benedettini olivetani di Lendinara,
dei frati francescani di Rovigo e di alcuni sacerdoti del Polesine, come don Virgilio Poletto, don Gianni Vettorello a Rovigo e don Peter Onyenso a Lendinara. La Precettoria di Rovigo si è rivolta inoltre ad associazioni locali che assistono famiglie in situazioni di disagio, come il Centro per la Vita di Rovigo e la Casa famiglia di San Cassiano diretta da suor Emanuela Sanna. La visita agli ospiti dell’Iras di Rovigo, per lo scambio di auguri e il consueto “taglio dell’uovo con la spada”, ha chiuso il progetto ma «il nostro impegno contro la povertà - conti-
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nua Mautone - non si fermerà alla Pasqua e continueremo a seguire la comunità polesana, intervenendo tutte le volte che ce ne sarà bisogno. I Cavalieri Templari, come un tempo erano schierati a difesa dei pellegrini in Terra Santa, oggi sono sempre in prima linea a difesa delle fasce più deboli della società». Nei primi mesi di quest’anno sono già stati 35 i “piccoli” interventi a sostegno di famiglie in difficoltà, con l’aiuto di amici e simpatizzanti rodigini, come la Unicarton di Danilo Tosato. N.Ast.
aprile trasloca da piazza Vittorio Emanuele II al Corso del Popolo, nel tratto compreso tra via Laurenti e via Ponte Roda. La decisione è stata presa dal Comune in vista delle celebrazioni dell’anniversario della Liberazione, previste come ormai da tradizione per quella data di festa nazionale. Si viene così a replicare lo stesso schema della scorsa vigilia di Natale, quando il mercato era stato trasferito per esigenze legate alle manifestazioni natalizie, solo che in quella occasione ne era stato anche imposto lo spostamento temporale di qualche giorno. In quell’occasione, però, non erano mancate le polemiche, visto che si trattava di un periodo molto particolare per il commercio cittadino e la presenza degli ambulanti in una zona solitamente non utilizzata dal mercato sembrava potesse intaccare le vendite per gli esercizi presenti in corso del Popolo. Per il 25 aprile, però, non si dovrebbe ripresentare alcun problema del genere perché la principale strada del centro storico sarebbe comunque rimasta interdetta al traffico, visto che è un giorno di festa nazionale e che quindi anche gli esercizi commerciali fissi dovrebbero, teoricamente, essere chiusi per riposo, a meno che non si tratti di bar e ristoranti.
PIANO DEL MERCATO Prossimamente, però, dovrebbe entrare in funzione il nuovo piano mercatale, approvato dalla Giunta Bergamin e già provvisto dell’ok della Sovrintendenza. Questo prevede il trasloco degli ambulanti del martedì da corso Del Popolo a via Sacro Cuore, via Grimani e piazzale Di Vittorio, mentre quelli del giovedì andranno tutt’intorno alla grande fontana di piazza Merlin. È da vedere però se il piano verrà mantenuto dalla prossima Amministrazione, oltre al fatto che nonostante sia stato approvato all’inizio dell’estate scorsa si attende ancora che prima venga demolita l’ex stazione delle corriere di piazzale Di Vittorio. A.Luc.
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Nordest
IL CASO MOGLIANO VENETO (TREVISO) «Devo ringraziare ‘Il Gazzettino’ che quattro anni fa sollevò per primo il mio caso di vittima degli antibiotici e mi consentì di mettermi in contatto con altre persone che avevano i miei stessi problemi. Ne ho scoperte tantissime. Adesso abbiamo un gruppo Facebook che raccoglie più di duemila membri. Ma soprattutto, abbiamo vinto la prima battaglia di una lunga guerra». È visibilmente soddisfatto Andrea Favero di Mogliano Veneto, fondatore di “Fluorochinoloni - Gruppo di supporto per i danneggiati da antibiotico”. Lo abbiamo intervistato a pochi pochi giorni dalla comunicazione dell’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa), la quale ha lanciato l’allarme su alcuni antibiotici di uso comune per il rischio di gravi effetti collaterali “invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti”. Si tratta, per l’appunto, dei medicinali appartenenti alla famiglia dei chinoloni e fluorochinoloni. Alcuni di questi, per lo più quelli di vecchia generazione, saranno ritirati, mentre per quelli ancora in commercio è stata ribadita la necessità di riservarli per le infezioni gravose o dove le alternative terapeutiche si sono rivelate inefficaci.
LA TESTIMONIANZA «Io porto le conseguenze dell’uso di quell’antibiotico, che mi venne prescritto inizialmente dal medico di base. La mattina dopo, già avvertivo fastidio ai tendini d’Achille, sintomo che si accentuò mentre le ore passavano. Più tardi, il giorno stesso, uno specialista mi cambiò l’antibiotico, ma con principio attivo analogo. Nel foglietto illustrativo era indicato che con quei sintomi avrei dovuto cambiare medicinale, pertanto credevo che la scelta dello specialista fosse stata corretta. Allora avevo 27 anni. Avevo avuto una banale infezione alle vie urinarie. Sono bastati due giorni di terapia e ho cominciato a camminare come uno zombie, strascicavo i piedi, non riuscivo ad afferrare saldamente gli oggetti. Da allora non ho più potuto guidare l’auto, correre o fare sport e soffro costantemente di dolore ai tendini. Ero in perfetta salute, quei due giorni di antibiotico mi hanno rovinato la vita». È riuscito a mantenere un’occupazione solo per-
«ERO IN PERFETTA SALUTE DUE GIORNI DI TERAPIA MI HANNO ROVINATO LA VITA: NON HO PIÙ POTUTO GUIDARE L’AUTO, CORRERE O FARE SPORT»
Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
«Io, vittima di antibiotici» I farmaci saranno ritirati Andrea Favero di Mogliano denunciò `Ora l’Agenzia Aifa lancia l’allarme i danni provocati da alcune medicine «Rischio di gravi effetti invalidanti» `
contenenti cinoxacina, flumechina, acido nalidixico e acido pipemidico verranno ritirati dal commercio”. «E sa che cosa mi fu prescritto? - continua Andrea – Ciprofloxacina, una pastiglia al dì da 500 milligrammi. Dalla mattina successiva avvertii fastidio ai tendini d’Achille, ero preoccupato. Poi lo specialista mi prescrisse Levofloxacina e cortisone. Il dolore ai tendini peggiorava ed iniziai ad avvertire formicolio ai piedi ed alle mani. Credevo fosse collegato alla compressa del giorno prima, ma sfortunatamente realizzai che si trattava
praticamente della stessa sostanza solo l’indomani, quando ormai era troppo tardi. Nei giorni successivi, pur avendo interrotto questi due farmaci, ero pervaso da una sequela di sintomi devastanti. Provavo un’enorme debolezza, non riuscivo ad aprire nemmeno una bottiglia, avevo dolori fortissimi agli arti, non riuscivo praticamente a camminare». Siamo nella famiglia dei fluorochinolonici. E adesso Aifa indica ai medici di non prescrivere quei medicinali in casi di infezioni non gravi o per infezioni non batteriche. Prudenza è racco-
Sul Gazzettino
31 MARZO 2015 La pagina del Gazzettino con la prima denuncia di Andrea Favero
«Favorite le agromafie», Cunial espulsa dal M5s LA DECISIONE
SU FACEBOOK Il post della grillina Sara Cunial con il documento che sancisce la sua espulsione
VENEZIA La vicentina Sara Cunial è stata espulsa dal M5s alla Camera dei deputati. La decisione, comunicata dal presidente del gruppo Francesco D’Uva, risale al 17 aprile, ma è stata resa nota ieri. L’ha fatto la stessa Cunial pubblicando su Facebook la lettera del capogruppo, corredata del seguente commento: «Nessun parlamentare o capo politico mi ha chiesto di entrare a far parte di una forza politica esistente. Tantissimo affetto e stima dai cittadini di cui sono stata chiamata ad essere portavoce. In fondo ho solo parlato di mafia in Parlamento». L’intervento cui si riferisce Cunial è del 16 aprile. In aula la par-
BASSANESE La deputata Sara Cunial non sarà più tra i banchi grillini
lamentare aveva espresso contrarietà al provvedimento sull’agricoltura, sostenendo che venivano favorite le agromafie e aveva chiesto che venisse «almeno» approvato un emendamento per destinare 300 milioni ad aziende agricole biologiche e biodinamiche. «Un progetto mafioso che lede la nostra Costituzione», ha rincarato Cunial parlando di «diritti barattati con meri interessi economici a tutto vantaggio di pochi. Se difendere questi diritti vale l’espulsione, allora accetto il provvedimento in nome della Terra e della Vita che vanno difese senza più alcuna paura». La parlamentare era già entrata in rotta di collisione con il M5s per la sua contrarietà ai vaccini. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La decisione di inviare questo comunicato è frutto del lavoro dell’Agenzia europea del farmaco che ha “valutato il rischio di reazioni avverse gravi e persistenti (che durano mesi o anni), invalidanti e potenzialmente permanenti, principalmente a carico del sistema muscoloscheletrico e del sistema nervoso”. Ha trovato conferme ai casi segnalati anche in Italia, a partire dal caso di Andrea, che ricorda: «Dopo la pubblicazione dell’articolo del Gazzettino, nel marzo 2015, mi contattarono alcune persone che stavano vivendo la stessa situazione. E’ partito da quelle segnalazioni il sospetto che i casi come il mio non fossero pochi. Adesso che sono passati quattro anni, il gruppo Facebook che amministro è diventato il punto di incontro e di collegamento di tanti sfortunati come me. Ci sono persone che hanno perso il lavoro e la propria autosufficienza a causa degli effetti di questi antibiotici». Il cruccio di Andrea è sempre stato quella della mancata informazione dei rischi verso i pazienti. Sul “bugiardino” di uno degli antibiotici che gli erano stati prescritti c’era scritto che erano stati riportati casi di tendinopatia e neuropatia con incidenza da “rara” a “molto rara”. «La salute non è una roulette russa, e neppure il frutto di un calcolo delle probabilità. - conclude - Il paziente dovrebbe essere sempre informato dal medico, specialmente quando viene prescritto un farmaco che le linee guida indicano come medicinale di seconda scelta. La notizia che finalmente l’Aifa ha redatto questo comunicato è una prima vittoria, ma più per il fatto che l’informazione si sta diffondendo, non perché queste avvertenze fossero sconosciute prima d’oggi. La letteratura scientifica invita alla prudenza nell’utilizzo di questa classe di antibiotici da molti anni e gli effetti collaterali gravi erano già descritti da tempo. Ora ci sono migliaia di persone che hanno subito gravi danni e desiderano giustizia». Giuseppe Pietrobelli © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA VICENDA DENUNCIATA SUL GAZZETTINO QUATTRO ANNI FA «MI CONTATTARONO PERSONE CHE VIVEVANO LA STESSA SITUAZIONE»
Tel. 0422582799- Fax 0422582685
Tel. 0415320200 - Fax 0415321195 A MONTEBELLUNA, Anna, bellissima ra- A BELLUNO, bellissima ragazza dagli occhi A CASTELFRANCO VENETO, bellissima gazza, orientale, dolce, simpatica, raffinata a mandorla, appena arrivata, per momenti ragazza dagli occhi a mandorla, appena arrivata, dolcissima, raffinatissima, e di classe, cerca amici. Tel.331.9976109 di relax indimenticabili. Tel.331.8319531 cerca amici. Tel.334.3189922 A TREVISO, Feltrina Castagnole,Valentina, A BIBIONE Maria, stupenda ragazza, destupenda ragazza vivace, coccolona, pa- liziosa, raffinata, coccolona, dolcissima, A CONEGLIANO, Luna, dolcissima ed affascinante ragazza orientale, appena ziente, cerca amici. Tel.380.7934995 molto coinvolgente, per momenti di relax arrivata, cerca amici. Tel.333.1910753 indimenticabili. Tel.371.13797 15 A TREVISO, Lisa, bellissima ragazza, orienA LIDO DI JESOLO, bellissima ragazza tale, dolce, simpatica, raffinata e di classe, A CAERANO SAN MARCO, Luna, belliscinese, appena arrivata, di classe, effervesima ragazza, di classe, effervescente, scente, cerca amici.Tel.329.7846338 cerca amici. Tel. 327.6562223 simpatica, cerca amici. Tel.366.9949108 A MONTEBELLUNA, Lulu’, bellissima raA MESTRE (Centro) Sabrina, signora itagazza orientale, appena arrivata, raffinata A CASELLA D’ASOLO, Elena, bellissima liana, classe, dolcezza, fascino, riservae di gran classe, dolcissima, cerca amici. ragazza, sorridente, raffinata, di classe, tezza, cerca amici, solo italiani, No An. cerca amici. Tel.331.2747111 Tel.338.8819180 Tel.349.6595847 BIO MASSAGGI NATURALI TREVISO
LE SEGNALAZIONI
IL GRUPPO SUL WEB La pagina Facebook che raccoglie le testimonianze di chi è stato danneggiato dall’assunzione di antibiotici
ché fa un lavoro sedentario, operatore di computer. La soddisfazione di Andrea è data dal fatto che l’Agenzia ha diffuso una nota con indicazioni rivolte ai medici. Eccola. “Sono state segnalate con gli antibiotici chinolonici e fluorochinolonici reazioni avverse invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti, principalmente a carico del sistema muscoloscheletrico e del sistema nervoso. Di conseguenza, sono stati rivalutati i benefici ed i rischi di tutti gli antibiotici chinolonici e fluorochinolonici e le loro indicazioni nei paesi dell’UE. I medicinali
mandata per i pazienti anziani o con compromissione renale o sottoposti a trapianto d’organo. Il medico, inoltre, deve informare il paziente di “interrompere il trattamento ai primi segni di reazione avversa grave quale tendinite e rottura del tendine, dolore muscolare, neuropatia”.
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XI
Cadore Comelico
Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Bidello licenziato: «Mi incateno» Il 60enne cadorino con sclerosi multipla, non idoneo al lavoro `Ha denunciato il preside che avrebbe cancellato alcuni decreti ora è senza entrate: si legherà per protesta all’ufficio scolastico Ma la dirigenza afferma: «Atto dovuto, procedura ineccepibile» `
Liberazione in memoria dei partigiani cadorini
PIEVE DI CADORE Bidello malato di sclerosi multipla licenziato due volte. Il lavoratore ha denunciato il preside e è pronto a incatenarsi a Venezia per protesta di fronte all’ufficio scolastico regionale. Un 60enne cadorino si ritrova senza lavoro e senza pensione con una figlia da mantenere. Ritiene di aver subìto un’ingiustizia e per questo si è rivolto alla Questura. Il provveditorato bellunese invece afferma che tutto è stato fatto correttamente “da manuale”: nel caso non avessero proceduto al licenziamento sarebbero finiti nei guai per omissione di atti d’ufficio.
CALALZO
LA STORIA Il collaboratore scolastico, dipendente del Cpia, centro formazione per adulti di Belluno, svolgeva attività nella scuola a Pieve di Cadore. Dopo le numerose assenze per la malattia è stato giudicato dalla commissione medica di verifica «non idoneo» in modo assoluto e permanente. Il 4 febbraio è stato risolto di diritto il rapporto di lavoro. Pochi giorni dopo però, il 12 febbraio, il bidello, che ormai era senza lavoro, è stato “licenziato” a far data dal 5 settembre 2017, per aver superato il periodo di assenze normali previste per malattia (non per la sclerosi multipla considerata grave patologia). «Sono stati cancellati i decreti della mia grave patologia e non riconoscendomi la grave patologia sono stato licenziato», denuncia il collaboratore scolastico, anche in una querela alla polizia ritenendo ci siano stati un presunto falso e presunte lesioni, visto che lo stato di salute si è aggravato. Ha dovuto lottare per avere il via libera all’accesso agli atti e per avere i vecchi decreti che sembrano spariti in quanto documentazione risalente nel tempo e sembra ormai annullata. L’uomo che sta cercando di ottenere al più presto la pensione di inabilità e ha scritto anche al governatore Zaia ed è andato dal Prefetto, ha già annunciato gesti eclatanti: «Mi incatenerò a Venezia, di fronte all’ufficio scolastico o sul ponte della Libertà: qualcuno mi deve ascoltare». Con il doppio licenziamento infatti oltre al danno la beffa: dovrà risarcire gli stipendi presi per circa 33mila euro e non avrà i contributi versati per quasi due anni.
L’UFFICIO SCOLASTICO Dall’ufficio scolastico territoriale il dirigente Gianni De Bastiani spiega: «Non sono due li-
IL CASO bidello con sclerosi multipla, assente dal 2015, licenziato dalla scuola per adulti: dovrà restituire 33mila euro e si ritrova senza soldi
cenziamenti sono due atti dovuti. La persona in questione era assente dalla prestazione lavorativa, in modo continuativo, dal 7 gennaio 2015. Aveva superato il periodo di comporto e questo ha come conseguenza di legge la verifica della capacità lavorativa del dipendente che è stato sottoposto a visita medico collegiale e visto l’esito di inidoneità si è proceduto all’esonero dal lavoro». Nella sua denuncia il bidello ha citato più volte il dirigente scolastico Gianni Maddalon, accusandolo di aver cancellato i decreti della grave patologia, che non prevede periodi di comporto. «Il dirigente scolastico - afferma De Bastiani - ha applicato la legge: i periodi di malattia dovuti a ricovero e a terapie non entrano nel periodo di comporto. Posso attestare che c’è stata correttezza dei procedimenti da parte del dirigente scolastico, Gianni Maddalon, ovvero il dirigente reggente, titolare a Treviso e reggente al Cpia di Belluno: la procedura è stata ineccepibile: sono atti dovuti. Il lavoratore è inidoneo a qualsiasi mansione: deve farsi seguire da un patronato, ci sono altri strumenti, la pensione o altro». Ma per la pensione i tempi sono lunghi e nel frattempo come mangia e come mantiene una figlia minorenne? Olivia Bonetti
Pronti ad una mobilitazione per sciare tra Padola e Sesto COMELICO SUPERIORE Una Pasqua arrabbiata, quella che si è vissuta a Comelico Superiore, discutendo sulle modalità di esprimere il disagio della popolazione, che attende da un decennio la realizzazione dell’impianto di collegamento tra Padola e Sesto Pusteria e invece constata che a Venezia e a Roma si fa di tutto per impedire questo progetto. E ciò che rende ancora più amara questa frustrazione è il confronto con ciò che accade nella vicina provincia di Bolzano quando si tratta di ottenere i permessi, anche in caso di parere negativo della Soprintendenza locale. Era accaduto per l’impianto di collegamento tra Signaue e Monte Elmo nel carosello di Sesto, quando una delibera della Provincia superò il parere negativo della Soprintendenza. Accade in queste settimane a Castelrotto per
la nuova cabinovia. Da anni il Comune chiede un collegamento funiviario tra la zona di Marinzen e l’Alpe di Siusi. Un modo per mettere in connessione diretta il paese con l’area sciistica sull’alpe. E finalmente la Giunta provinciale, pur con il voto contrario di un paio di assessori, ha espresso parere favorevole. A Comelico Superiore si vuole far pressione affinché la parole dei politici, tutti favorevoli a sostenere il collegamento, si traducano in atti decisionali che portino al definitivo avvio dei lavori. Dal comitato
RABBIA TRA LA GENTE DOPO LA BOCCIATURA DEL PROGETTO: «A BOLZANO SUPERANO ANCHE LA SOPRINTENDENZA»
popolare, che ha realizzato gli striscioni ed i volantini che hanno invaso tutti gli esercizi pubblici del comprensorio, è partito l’appello per organizzare una marcia di protesta che percorra la strada nazionale dal municipio di Candide alla partenza della seggiovia di Padola. In questi giorni si sta lavorando per l’ottenimento dei permessi necessari e poi verrà diffusa la data ed il programma, con relative adesioni. Verrà richiesta anche la partecipazione dei parlamentari bellunesi e degli assessori regionali, affinché sia reso visibile il legame che la gente del Comelico vuole constatare tra politica e realtà locale. C’è anche una parte della popolazione che vorrebbe restituire i certificati elettorali e disertare le urne il prossimo 26 maggio. Di sicuro in Comelico si sta vivendo una primavera molto agitata. Lucio Eicher Clere
E’ tutto pronto per la cerimonia del 25 aprile nella chiesetta di San Francesco d’Orsina a Calalzo dove si rinnova l’annuale appuntamento con la storia. L’invito a partecipare alla Festa della Liberazione è firmato anche quest’anno dai Comuni di Pieve e di Calalzo di Cadore. L’appuntamento è per le 10.30 quando sarà celebrata la messa alla quale seguirà la commemorazione del 74° anniversario della Liberazione. La chiesa di San Francesco d’Orsina, donata all’Associazione nazionale alpini dal maggiore Luigi Seracchioli nel 1931 per ricordare i volontari Alpini del Cadore e il 7° Alpini, è diventata anche un importante punto di riferimento per ricordare la Resistenza. All’esterno del sagrato infatti ci sono le lapidi in memoria dei partigiani della Brigata Calvi. Ed è soprattutto a loro che il Cadore dedicherà la festa della Liberazione. Dopo i saluti delle autorità, l’intervento ufficiale quest’anno sarà affidato da uno studente del liceo scientifico di Pieve. San Francesco d’Orsina è chiamata anche la chiesa degli Alpini. L’idea della donazione è nata dalla volontà dell’ufficiale di creare un sacrario dedicato ai Caduti del 7º, il reparto dove aveva combattuto. La chiesetta era diventata un rudere e dopo la donazione si rese necessario un accurato restauro. Al suo interno oggi ci sono due sarcofaghi in pietra. Contengono i resti dei cadorini caduti nelle battaglie del 1848 e del 1866, e la salma di un cappellano cadorino più volte decorato al valor militare: don Piero Zangrando. Sono ricordati anche i “Volontari Alpini del Cadore” che hanno combattuto nel primo conflitto mondiale. La chiesetta è uno dei rari esemplari di architettura gotica che esistano nel Bellunese. Fu fatta costruire, nel 1512, da Matteo Palatini di Pieve. (gb)
Ancora fuoco sul monte Carro: elicottero e uomini al lavoro anche a Pasqua `I focolai sono stati
spenti, ma l’emergenza resta ancora attiva SANTO STEFANO In attesa della copiosa pioggia, prevista in queste ore, le fiamme in Comelico, tra Presenaio e Sappada, domenica si sono riattivate. Richiamando subito all’opera i tempestivi volontari della squadra antincendio boschivo della protezione civile di Auronzo, i tecnici regionali e l’elicottero dei servizi forestali regionali. Il velivolo negli ultimi due giorni, ha fatto continuamente la spola tra il greto del Piave, per recuperare l’acqua della vasca di accumu-
lo, e la zona interessata dal rogo. Domenica è stata la fotocopia dei giorni precedenti, con i focolai spenti in serata e il sorvolo della zona con l’elicottero della Regione nella mattinata seguente. Ieri, soprattutto nel tardo pomeriggio, la colonna di fumo è tornata ben visibile, in particolare sul versante della montagna situata di fronte al paese di Presenaio, alle spalle del ponte Cordevole, che conduce ai primi tornanti per la Val Visdende. Il presidio da parte dei volontari antincendio boschivo auronzani è stato continuo. L’altro ieri l’impegno della protezione civile regionale è stato presente, oltre che in Comelico, anche a Tarzo, nel trevigiano, e in località Brussa, a Caorle. In
LE OPERAZIONI spegnimento domenica a Pasqua sul monte Carro
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tutti tre i casi ogni operazione si è svolta sotto il coordinamento della struttura tecnica della Regione Veneto, con i volontari e dei vigili del fuoco. «Un doveroso ringraziamento a tutte queste persone – ha affermato Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile – che anche nelle giornate di festa sono pronte ad intervenire per la nostra sicurezza». Un’attenzione che non è sfuggita a numerosi cittadini che pure, nei loro post sui social network, hanno rivolto un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorando nei giorni festivi e per l’assiduo impegno dimostrato nello spegnere le fiamme. Ieri l’incendio ha inanellato il quinto giorno di attività, sep-
pur non continuativa. Da giovedì, quando si è sviluppato nella fascia amministrativa del Comune di Santo Stefano, lungo il confine territoriale con Sappada, ha lasciato soltanto alcune ore di tregua, per riprendersi, ogni volta, a causa di alcuni focolai. L’incendio si era sviluppato giovedì pomeriggio, nell’area del cantiere della M.G. disgaggi di Mel, probabilmente per l’uso improprio di una mola a disco. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per incendio colposo, per ora senza indagati. Nella primissima fase ha costretto persino alla chiusura della sottostante strada regionale 355 Val Degano, riaperta soltanto venerdì a mezzogiorno. Yvonne Toscani
IV
Belluno
Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Coop bellunesi, un fatturato di 34 milioni Nuovo contratto anche per oltre 1200 occupati in provincia `C’è più richiesta da parte delle amministrazioni pubbliche Dalla Giacoma (Cgil Fp): «Bisogna adeguare anche le tariffe» «ma la corsa al risparmio non pregiudichi la qualità del lavoro» `
LAVORO SOCIALE BELLUNO Le cooperative avan-
zano aggiudicandosi quei servizi che le pubbliche amministrazione esternalizzano allo scopo di ridurre i costi. Il risparmio è assicurato, ma a pagarlo sono i lavoratori che, a parità di ruolo con i colleghi delle pubbliche amministrazioni, si ritrovano con una busta paga più leggera di circa 200 euro lavorando due ore in più la settimana. In provincia sono oltre 1200 gli occupati in questo settore che produce annualmente un fatturato di circa 34 milioni di euro.
IL NUOVO CONTRATTO Una boccata di ossigeno arriva però in queste ore con il rinnovo del contratto delle Cooperative sociali che prevede un aumento annuo dai 70 a 129 euro, a seconda del livello, che andrà a regime in tre scaglioni. L’attesa sarà ricompensata con una una tantum di 300 euro che colmerà il periodo di mancato rinnovo, ovvero dal 2012. «Prendiamo un operatore socio-sanitario (Oss), ad esempio - spiega
Gianluigi Della Giacoma, segretario provinciale della Funzione Pubblica Cgil -, l’aumento a regime sarà di 80 euro così ripartiti: i primi 36 a novembre, 25 ad aprile 2020 e altri 20 nel settembre successivo. Ci sarà poi l’una tantum di 300 euro». Un rinnovo importante al quale, tuttavia, afferma Della Giacoma, dovrebbe seguire un adeguamento delle tariffe da parte di grandi appaltatori, ovvero Regione, Usl e Comuni. «Sarebbe opportuno che questi adeguamenti fossero automatici» auspica Della Giacoma.
stanno prendendo sempre più piede nei servizi alle pubbliche amministrazioni dove l’imperativo è uno e uno soltanto: risparmiare. «L’importante è tagliare i costi - prosegue il sindacalista - senza accertarsi a chi e come svolgerà il lavoro. Nella nostra provincia abbiamo realtà serie, ma ci sono situazioni sempre più difficili da gestire, con una concorrenza sempre più dura che, alla fine, si scarica sul lavoratore. Ecco perché sarebbe importante che ci fosse una responsabilità dell’appaltatore nell’accertare chi e come svolgerà il servizio».
L’ESPANSIONE
OLTRE LA CONCORRENZA
Le cooperative, pur fondamentali nel principio che le ha ispirate, ovvero di opportunità di reinserimento per persone che hanno avuto o hanno problemi di diversa natura,
«QUI DA NOI ESISTONO REALTÀ SERIE MA ANCHE SITUAZIONI DIFFICILI DA GESTIRE E UNA CONCORRENZA SEMPRE PIÙ DURA»
L’ESEMPIO La coopertiva Integra di Gron inserisce molti lavoratori
Progetti per la scuola di montagna IL CONVEGNO BELLUNO Quello che si propone
di avere il convegno “Per una scuola della montagna bellunese proiettata tra tradizione e innovazione” sarà uno sguardo a trecentosessanta gradi sulla scuola bellunese. Non solo numeri, non solo progetti e programmi; ma una serie di approfondimenti sulla situazione socio-economica, tecnologica e sulle sperimentazioneiin atto nel territorio. L’appuntamento promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto è in calendario la mattina di mercoledì 15 maggio (ore 9) nella sede
dell’Istituto Catullo. Introdurranno i lavori Augusta Celada (direttore generale Usr Veneto), l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan e il presidente della Provincia Roberto Padrin. La prima relazione sarà quella di Monica Sandi (Camera di Commercio di Treviso-Belluno) che parlerà de “La situazione socio-economica del Bellunese”. Il microfono passerà poi a Gianni De Bastiani, Dirigente Scolastico provinciale, che illustrerà “Un piano per l’innovazione tecnologica della scuola di montagna bellunese”. Le ricercatrici Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) Mi-
L’UFFICIO SCOLASTICO HA PROMOSSO UN DIBATTITO SU PRESENTE E FUTURO DELL’INSEGNAMENTO NELLE TERRE ALTE
chelle Pieri e Manuela Repetto Ricercatrici illustreranno il progetto “Piccole scuole dell’Indire: passato, presente e futuro”. Indire Progetto “Piccole Scuole”. Dalle province di Verona; vicenza e Belluno arriveranno le proposte di “Tre modelli di scuole venete: la pluriclasse tra tradizione e innovazione”. L’Istituto veronese di Boscochiesanuova presenterà “Una scuola senza classi”; da Barbarano (Vicenza) ecco il modello “Non solo pluriclasse. Alunni e insegnanti in una piccola scuola dei Colli Berici”; infine da Auronzo di Cadore la Dirigente Scolastica Orietta Isotton e le docenti Sara De Diana e Paola Di Fonso parleranno
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Ci sono cooperative, spiega ancora il sindacalista, che hanno anche 8mila dipendenti, e che pur di non aggiudicarsi un appalto riescono anche a fare offerte sottocosto. E nel giro di tre anni sbaragliano la concorrenza. «Questa è una tendenza che va crescendo - spiega Della Giacoma - soprattutto da parte di realtà che vengono da fuori». Le cooperative stanno insomma diventando vere e proprie industrie del lavoro low cost. Lauredana Marsiglia
del progetto “Meglio stare insieme”. L’ultimo intervento è affidato a Claudio Bardini (referente Educazione alla salute dell’Usr del Friuli Venezia Giulia) che avanzerà “Una proposta d’inclusione: Lo sport a scuola prepara a superare gli ostacoli della vita”. Nel pomeriggio spazio ai laboratori con quattro ambiti: Presentazione e messa in pratica del modello piccola scuola come comunità educante; Circuiti morbidi luminosi (progettare e realizzare un’attività pratica di scienze in un contesto di pluriclasse attraverso l’utilizzo di materiali semplici); Ti suono una fiaba (progettare e realizzare un’attività di educazione musicale in pluriclasse); A scuola senza zaino (workshop a cura dell’Istituto Comprensivo Tina Merlin di Belluno). Giovanni Santin
Rimborsi dal Welfare: c’è la proroga di un mese ` Contributi Fondo
Welfare: c’è ancora quasi un mese di tempo per le domande di rimborso. È stata prorogata, infatti, la scadenza inizialmente fissata al primo maggio per la presentazione da parte dei cittadini delle richieste di accesso al fondo per i danni alla prima casa e per le spese sostenute dagli sfollati a causa della tempesta Vaia. Lo slittamento della data è motivato dai numerosi adempimenti che gli sportelli Caf della Cgil, Cisl e Uil sono tenuti a garantire in questo periodo. Per chi non sa come presentare la richiesta né quali siano i requisiti per ottenere il ristoro, alla pagina www.provincia.belluno.it è possibile trovare le faq rispetto alle domande più frequenti pervenute da cittadini e uffici comunali. Nel portale viene spiegato, per esempio, come il Fondo Welfare sia integrativo rispetto a quello della Regione e non sostitutivo e come verranno prese in considerazione solo le domande avanzate per danni ulteriori a 5 mila euro. Si indica anche chi debba presentare i documenti nel caso di danni ad abitazioni con più proprietari, cosa si intenda per minori e anziani, quale tipo di spese possano essere coperte dal contributo, quale Isee debba essere compilato e a quali enti rivolgersi, eventualmente, per la sua compilazione.
XIII
Monselice
MOMENTI DRAMMATICI ALLA VIGILIA DI PASQUA LO STUDENTE È STATO POI TRASPORTATO ALL’OSPEDALE DOVE TUTTORA SI TROVA
Este
Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
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Diciassettenne salvato da una scout Al patronato giovane colto da crisi respiratoria: la ragazza `Interviene anche l’allenatore del Redentore Calcio: gli pratica il massaggio cardiaco seguita poi da un giocatore «Sono corso a prendere il defibrillatore della nostra società» `
Rocca, polemiche politiche sull’apertura
ESTE Va in patronato con gli amici ma si accascia sul cortile, colto da un malore a soli 17 anni. Un arresto respiratorio che poteva costargli la vita, se non fosse stato per l’intervento tempestivo di una scout e di un giocatore del Redentore Calcio, che gli hanno praticato il massaggio cardiaco in attesa dei soccorsi. Adesso il ragazzo si è ripreso ma è ancora ricoverato all’ospedale, dove i medici lo tengono sotto osservazione per capire le cause del malore. Sabato pomeriggio il 17enne ha raggiunto il patronato Ss. Redentore di Este insieme ad alcuni compagni, forse per fare qualche tiro a pallone nel campo di calcetto. Poco prima delle 17.30 il ragazzo era nel cortile interno, accanto alla fontana. Qui di punto in bianco ha perso i sensi ed è caduto a terra. Gli amici, allarmati, hanno subito chiesto aiuto. Per fortuna quel pomeriggio in patronato c’era parecchia gente, nonostante fosse la vigilia di Pasqua, tra cui il gruppo scout impegnato in attività. La prima a intervenire è stata proprio una giovane scout: vedendo che il 17enne non respirava, la giovane ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco. Nel frattempo è partita la chiamata al 118 e quella al padre del ragazzo. Una guida scout, infatti, è riuscita a sbloccare il cellulare e a consultare la rubrica. Il passaparola ha raggiunto anche gli spogliatoi del Redentore Calcio. «Quando mi hanno detto che nel cortile c’era un ragazzo che non respirava più, sono corso a prendere il defibrillatore della nostra società. – racconta Federico Battistella, mister della squadra di Terza Categoria – Ho applicato le due piastre al torace del ragazzo, il defibrillatore ha rilevato i parametri vitali e non ha dato nessuna scarica, segno che non si trattava di arresto cardiocircolatorio». Il dispositivo suggeriva di continuare a praticare il massaggio cardiaco, così un calciatore si è
MONSELICE
PATRONATO Un giovane di 17 anni si è sentito improvvisamente male. In alto il mister Federico Battistella
offerto di dare il cambio alla prima soccorritrice. Poco dopo in viale Fiume è arrivata anche l’ambulanza del 118, seguita dall’elisoccorso e da una pattuglia dei carabinieri. L’elicottero è atterrato sul campo da calcio, ma il suo intervento non è stato necessario. Il ragazzo, infatti, che nel frattempo non solo aveva ripreso a respirare ma era anche tornato cosciente, è stato trasportato in ambulanza all’ospedale di Schiavonia. Le sue condizioni non sembrano gravi, anche se i medici lo tengono sotto osservazione. «Grazie a una serie di fortunate coincidenze abbiamo salvato una vita, proprio la vigilia di Pasqua», commenta sollevato don Michele Majoni, direttore del patronato. In effetti, per quanto i defibrillatori siano a disposizione degli utenti, la presenza di qualcuno che sap-
Ospedaletto
Polizia locale, arriva l’autovelox E sui social scatta “l’allarme” Autovelox attivo nelle strade di Ospedaletto, dove la polizia locale si è dotata di un rilevatore di velocità . Dal primo aprile l’autovelox 106 – questo il nome del dispositivo – viene utilizzato sulle strade comunali, provinciali e regionali. A darne comunicazione è stato lo stesso Comune, attraverso un avviso pubblicato sul sito istituzionale. Attraverso l’utilizzo di questo strumento l’amministrazione intende incrementare la sicurezza visto che spesso gli automobilisti sono poco inclini
a rispettare i limiti di velocità, rischiando di mettere a repentaglio sia la propria incolumità, sia quella degli altri utenti della strada. Qualche anno fa, per breve tempo, i vigili urbani di Ospedaletto avevano utilizzato lo Scout Speed, uno dei dispositivi più odiati dagli automobilisti. La notizia è rimbalzata anche sul gruppo Facebook del paese, dove qualcuno ha innescato il passaparola in modo tale da mettere in guardia i concittadini. M. E. P.
pia eseguire tempestivamente le manovre salvavita non è mai scontata. «Di solito non siamo in campo il sabato pomeriggio ma in vista dei play off ho inserito un allenamento straordinario – afferma il mister – ed è stato un bene». «Per fortuna mio fratello sta un po’ meglio – ha scritto su Facebook la sorella il giorno di Pasqua – io e mio papà vogliamo ringraziare chi lo ha soccorso e chi ci ha avvisato». Maria Elena Pattaro
LA SORELLA: «PER FORTUNA MIO FRATELLO STA UN PO’ MEGLIO, IO E MIO PAPÀ VOGLIAMO RINGRAZIARE CHI LO HA SOCCORSO»
Posteggio in centro, nuovi abbonamenti MONSELICE Grandi novità in arrivo per i parcheggi a pagamento del centro storico di Monselice. La giunta Lunghi ha infatti recentemente approvato nuove modalità di abbonamento e tariffe per la sosta. A darne notizia sono lo stesso sindaco Francesco Lunghi e l’assessore alle Attività Produttive Catia Mori, che hanno sottolineato come le nuove disposizioni abbiano l’obiettivo di facilitare il parcheggio nel centro storico per residenti e non, operatori degli esercizi commerciali, lavoratori e professionisti. Nel dettaglio è ora prevista la possibilità di richiedere l’abbonamento per posteggi a pagamento a varie categorie di persone. E cioè a tutti
coloro che: sono residenti nel centro storico; pur non essendo residenti, risultano in possesso di regolare contratto di affitto, anche temporaneo, di un immobile situato in centro storico; lavorano come dipendenti, professionisti, esercenti presso uffici, negozi ed esercizi pubblici ricadenti sempre nel centro storico. Per fare domanda è sufficiente far pervenire l’apposita modulistica debitamente compilata alla Polizia Locale. Il passo successivo sarà versare la quota richiesta. I residenti entro i confini del centro storico, in particolare, dovranno versare 150 euro per l’abbonamento annuale e 80 euro per quello semestrale. La quota richiesta per persona fisica in possesso di regolare contratto di locazione è invece di 200 euro
per l’abbonamento annuale, 110 per quello semestrale. Infine, l’abbonamento annuale per i lavoratori dipendenti, i professionisti, gli esercenti che operano presso uffici, negozi ed esercizi pubblici ricadenti nel centro storico costa 180 euro all’anno, o 95 euro al semestre. La giunta Lunghi ha poi previsto un incentivo per i proprietari o comunque possessori di veicoli completa-
L’OBIETTIVO È FACILITARE LA SOSTA PER RESIDENTI E NON, COMMERCIANTI, LAVORATORI E PROFESSIONISTI
PARCHEGGIO Nuovi abbonamenti voluti dall’amministrazione
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mente elettrici: per loro l’abbonamento è addirittura gratuito. Ad ogni modo, si tratta indubbiamente di tariffe che agevoleranno la sosta nel centro storico. Soprattutto tenendo conto che normalmente chi parcheggia in centro è tenuto a sborsare 1,50 euro all’ora, o addirittura 2 euro a partire dalla seconda ora nei parcheggi di piazza Ossicella e del centro direzionale “Le Torri”. Complessivamente i posti auto a pagamento sono ben 263, suddivisi in tredici aree di sosta regolate da parcometro. Ma è bene ricordare che a poche centinaia di metri da Piazza Mazzini ci sono il parcheggio del Campo della Fiera, completamente gratuito, e quello di cava della Rocca, con tariffe nettamente inferiori. Ca.B.
Come annunciato dalla Società Marco Polo Immobiliare, ieri pomeriggio, dopo più di un anno, è stato finalmente riaperto il percorso di salita al Colle della Rocca. L’evento è stato accolto con gioia dai cittadini di Monselice, ma trattandosi di un’apertura straordinaria, limitata ai giorni di Pasquetta, 25 Aprile e 1 maggio, ha attirato anche alcune polemiche. «Siamo grati a tutti coloro che renderanno possibile l’iniziativa. – dichiara ad esempio Silvia Muttoni, candidata di Siamo Monselice - Restano, tuttavia, alcune perplessità. Bisognava attendere la campagna elettorale? E cosa accadrà quando la campagna sarà terminata? Quelle promosse sono, infatti, definite espressamente “aperture straordinarie”. La rigenerazione della città e il perseguimento del suo sviluppo economico, sociale e culturale, anche sotto il profilo turistico, richiedono, invece, che sia approntata una precisa strategia e che questa sia attuata con serietà ed impegno costanti, mediante la realizzazione di una pluralità di iniziative concrete. Diversamente siamo nel campo delle promesse o, ancor peggio, delle illusioni ingannevoli». Ancora più amara la riflessione del candidato Paolo Masin e del suo gruppo Ambiente e Società. «Una notizia positiva che però non fa altro che aumentare la rabbia nei confronti di una gestione esclusiva e privatistica, che di fatto priva la città e i suoi visitatori dal poter fruire di un bene così prezioso. – afferma - È abbastanza evidente dal comunicato dell’Immobiliare Marco Polo che si voleva trasformare questo evento, in uno spot elettorale per una candidata in sintonia con chi sta governando la Regione Veneto. Non ci faremo abbagliare da questo contentino elettorale e continueremo la nostra iniziativa non solo per la riapertura definitiva del sentiero, ma anche per un concreto utilizzo dell’ex Casa Bernardini». Ca.B.
ROCCA È polemica sulla riapertura
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Chioggia
PRESIDENTE Bonivento: «Speriamo che questo episodio non venga sfruttato dai partiti per creare polemiche Il Comune inizi un dialogo»
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Pasqua registra il pienone ma l’ufficio turistico è chiuso Non era mai accaduto prima. Il servizio `Dura reazione del consorzio Lidi è appaltato dal Comune a una cooperativa «Inaccettabili le serrande abbassate»
Pescheria al minuto, telone di copertura sostituito a metà `Soluzione tampone
in attesa del più volte IL SINDACO annunciato trasloco Il sindaco, Alessandro Ferro,
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CHIOGGIA A Pasqua, l’ufficio informazioni dedicato ai turisti (Iat) è rimasto chiuso. Non era mai accaduto. Dura la reazione del presidente del consorzio Lidi di Chioggia Renzo Bonivento. «Mi domando – commenta – come possa essere successo. Fatto sta che, proprio nelle ore in cui Sottomarina faceva il pieno di turisti giornalieri grazie alla bellissima giornata, la serranda del centralissimo ufficio è rimasta abbassata. Ai tempi della vecchia Azienda per la promozione turistica una cosa simile non sarebbe mai stata ipotizzabile. Altrettanto dicasi per gli anni successivi, quando il servizio era affidato alle associazioni del turismo. Si verifica oggi, invece che lo sportello informativo Iat dipende dal Comune che, a sua volta, l’ha appaltato a una grande cooperativa veneziana. Possiamo solo sperare si sia trattato di un “corto circuito” e che l’assessorato al Turismo spieghi tutto. E, soprattutto, che i responsabili comunali ci rassicurino per il futuro».
POLEMICA Bonivento prosegue auspicando che la vicenda non finisca in politica: «Non vorremmo proprio – commenta – che l’episodio, per quanto sia criticabile, venga sfruttato per scatenare polemiche tra i partiti che hanno accentuato i toni polemici, in vista delle elezioni europee. Il turismo – aggiunge – non saprebbe proprio che farsene di un ennesimo, sterile scambio di invettive. Piuttosto, il Comune getti le basi per un rinnovato dialogo. Operi affinché le singole componenti del settore tornino a collaborare, così come avveniva un tempo e possano nuovamente farsi carico della gestione dello Iat». Una serena ripresa del dialogo, venuto meno in seguito allo scontro registratosi lo scorso anno tra i consorzi e le associazioni del turismo dovrebbe preludere
PRIMI CALDI L’estate anticipata di ieri ha richiamato in spiaggia turisti e pendolari del mare
Cona
Doppio appuntamento verso le elezioni Panfilio e Aggio si sfidano a distanza Doppio appuntamento elettorale, questa sera, a Pegolotte per i candidati sindaci Panfilio e Aggio. Alle 20.30, al Centro civico, in via Marconi, il primo cittadino uscente, Alberto Panfilio, presenta la sua lista «Fare bene comune». Si tratta di una civica, «trasversale con ragazzi e persone con esperienza» che ricalca, in parte, la formazione che lo portò a vincere nel 2014. Allora il nome scelto era «Fare comune». La stessa sera, quasi in contemporanea, alle 20.45, dall’altra parte della strada,
nella sala parrocchiale Sant’Egidio, sopra il bar Acli, ci saranno il candidato sindaco della Lega, Alessandro Aggio con il sottosegretario Massimo Bitonci, i parlamentari Sergio Vallotto e Alex Bazzaro e la candidata alle europee Paola Ghidoni. Il tema della serata sarà Gestione amministrativa dei servizi e fiscalità. Aggio, oltre che dalla Lega, è sostenuto da Dario Battistini (ex candidato nel 2014) e, ufficialmente, da Fratelli d’Italia, alcuni dei cui esponenti locali, però, stanno con Panfilio. (D.Deg)
anche all’aggiornamento dei servizi basilari dedicati all’ospitalità. Per l’occasione, Bonivento rammenta che, a fronte di notevoli spese in determinati settori, non si è investito nulla per migliorare la qualità dell’accoglienza in funzione del crescente numero di turisti provenienti da paesi dove non si parlano l’Inglese, il Francese oppure il Tedesco. Cioè, le sole tre lingue straniere nelle quali è compilato il sito ufficiale www.infochioggia.com. «Rammento – fa presente Bonivento – che il costo delle traduzioni non supererebbe i 10 centesimi a parola e che l’inserimento dei nuovi testi nella struttura dei siti è altrettanto economica. Un buon servizio Internet, magari in Russo, Cinese, Danese, Svedese, Ungherese, Sloveno e così via risulterebbe certamente apprezzato». Roberto Perini © RIPRODUZIONE RISERVATA
ra della riunione («Attenzione zero» ha detto).
CHIOGGIA Pescheria al minuto: il telone di copertura sarà rifatto (per ora) solo a metà. Mentre, per l’eventuale trasferimento, tutte le ipotesi sono ancora aperte. Hanno ricevuto molte rassicurazioni, ma una sola certezza concreta, gli operatori della pescheria al minuto che hanno incontrato, qualche giorno fa, l’Amministrazione comunale nel corso di una seduta della sesta commissione. La discussione verteva proprio sul futuro di questo servizio che rappresenta, a Chioggia, come ha detto la presidente del Consorzio degli operatori (32 i soci), l’ex assessore Patrizia Trapella, «tradizione, economia e turismo». E se la passeggiata in centro, con l’acquisto del pesce fresco, è una tradizione per i chioggiotti e un’attrazione per i turisti, in una città che, ancora, in gran parte, vive di pesca, tutto questo rischia di essere compromesso dalla banale presenza dei buchi presenti sulla caratteristica copertura di plastica rossa. I gabbiani, gli sbalzi di temperatura e gli agenti atmosferici, nel tempo, hanno logorato il telone e oggi, quando piove «piove sugli operatori, sul pesce e sui clienti» ha detto la presidente Trapella, lamentando anche il fatto che la maggior parte degli amministratori e dei dirigenti comunali fosse assente all’apertu-
avvertito e giunto poco dopo (era impegnato in un’altra riunione) ha, invece, riaffermato tutto l’interessamento possibile per la pescheria spiegando che la spesa (circa 55mila euro, ndr) per la sostituzione della copertura è già in bilancio, ma sarà possibile spenderla solo dopo l’approvazione del rendiconto, prevista entro maggio, per vincoli burocratici. A causa della presenza delle impalcature per il restauro del vicino palazzo Granaio, però, sarà possibile eseguire l’intervento solo sul lato est (sul canal Vena) e occorrerà attendere per il lato ovest. Quanto al trasferimento della pescheria, di cui si parla da tempo, Ferro ha chiesto il parere degli operatori ipotizzando due collocazioni: al posto dell’attuale mercato all’ingrosso, quando sarà trasferito; o l’Isola dell’Unione dove c’era già stato un trasferimento provvisorio alcuni anni fa, non negativo per le casse dei pescivendoli. Eris Gallo, del direttivo del consorzio «Pescaria de Ciosa» ha risposto giudicando difficile la location al posto dell’ingrosso (soprattutto per l’incertezza dei tempi) e rischiosa quella dell’Unione, perché il possibile svuotamento del centro che perderebbe un punto di attrazione qualificante. Nel frattempo, però, incombe l’istituzione della Ztl totale in corso del Popolo e qui Trapella ha chiesto che, per la pescheria, possa restare aperto un varco almeno fino alle 12 o alle 13. Diego Degan © RIPRODUZIONE RISERVATA
VICINO AL MUNICIPIO La pescheria al minuto di Chioggia, in difficoltà per alcuni problemi alla struttura
«Piano dell’arenile con passeggiata senza vista mare» Lo “smilzo” è in carcere SOTTOMARINA Le nuove regole per l’attuazione del Piano dell’arenile, a breve in vigore, potrebbero preludere alla creazione di una sorta di muraglia che impedirebbe, a chi passeggia per strada, di spaziare con la vista verso il mare, anche laddove questo è ancora possibile. Cioè lungo i tratti di spiaggia dove non sono stati costruiti edifici ingombranti. Lo teme Marcellina Segantin, capogruppo della lista “Chioggia viva”, vicina al sindaco metropolitano Luigi Brugnaro. «La Giunta – mette in guardia la consigliera – dovrebbe sincerarsi del fatto che, stando alla bozza del regolamento, i gestori degli stabilimenti balneari potrebbero delimitare le rispettive concessioni mediante la posa di
recinzioni alte ben due metri, mascherate da una siepe della medesima altezza. Oltre che per i confini nord e sud, cioè perpendicolari alla battigia e in corrispondenza con gli accessi, la regola varrebbe purtroppo anche per quello di ponente, distante pochi metri dal marciapiedi est del lungomare. Va da sé che uno sbarramento così alto impedirebbe a chiunque sia di media statura di poter scorgere il mare. Un disastro, in parole povere». Segantin e il suo collega Leonardo Ranieri allertano, quindi, il sindaco Alessandro Ferro e i suoi più stretti collaboratori affinché provvedano immediatamente al blocco provvisorio dell’iter relativo alla pratica. «Non vorremmo affatto – temono – che, nel frattempo, qualche gestore passi alle vie di fatto, dando corso alla posa di
strutture troppo alte e invasive. Occorre far presto perché, proprio in questi giorni, gli operatori degli stabilimenti si stanno preparando per la stagione turistica». Affinché l’Adriatico continui ad essere visibile dal lungomare, “Chioggia viva” ha già presentato un’interrogazione consiliare e un’osservazione tecnica con una serie di modifiche alla variante al Piano particolareggiato, adottata con delibera di Giunta il 15 maggio dello scorso anno. «Sono certa – conclude Segantin – che i suggerimenti saranno ampiamente condivisibili. Limitando l’altezza delle recinzioni entro il metro e mezzo, si tutelerebbe la vista del mare: un bene comune del quale i cittadini e gli ospiti hanno il diritto di poter godere». R.Per IN SPIAGGIA L’arenile a Sottomarina
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ma i furti continuano CHIOGGIA Lo “Smilzo” è in carcere, ma i piccoli furti continuano, evidentemente, di altri ladruncoli. Dopo la traduzione in carcere a Venezia, il 16 aprile scorso, di Davide Penzo, oramai conosciuto con il soprannome di “Smilzo” per la sua capacità di intrufolarsi attraverso le più strette aperture di negozi e locali, per rubare pochi spiccioli, spesso facendo più danni del bottino, la notte tra il 20 e il 21 aprile ignoti hanno preso di mira il gazebo di un venditore ambulante, in Piazzetta XX settembre, accanto al municipio, impadronendosi di una certa quantità di mercanzia
(borse e accessori vari). Non è un conclamato furto da Smilzo, visto che non richiede particolari doti acrobatiche o di costituzione fisica, ma se il Penzo fosse stato libero, sarebbe rientrato di sicuro nel novero dei sospetti. Invece lui era in carcere, dove era finito pochi giorni prima, per le ripetute evasioni dai domiciliari. Il suo precedente arresto, infatti, risaliva all’1 aprile, quando era stato sorpreso dai carabinieri nella canonica della chiesa Beata Vergine di Lourdes. Arrestato in flagranza, era ai domiciliari in attesa del processo. In una di queste aveva anche tentato un furto ai danni di un vicino. Di qui il trasferimento in carcere. D.Deg. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
IL CANE TRAFITTO DA UNA FRECCIA Aaron è stato trovato a Fontaniva (Padova) con una freccia al collo. L’operazione è riuscita: il cane è salvo. E ora è caccia al balestriere Martedì 23 Aprile 2019 www.gazzettino.it
«Fatemi ritrovare il corpo di Isabella» Albignasego, a tre anni dal delitto Noventa il toccante appello `«Vivo l’assenza dei suoi resti come una costante umiliazione» dell’anziana madre: «Non ho più tempo, imploro gli assassini» Il figlio Paolo: «Il corpo può contraddire il racconto di Freddy» `
LA TRAGEDIA ALBIGNASEGO (PADOVA) «Le mie forze scarseggiano. Non ho più la possibilità di perdere tempo. Imploro quindi gli assassini di mia figlia di dire ai giudici dove hanno abbandonato suoi i resti». Sono passati più di tre anni dalla scomparsa di Isabella Noventa e quella appena trascorsa è stata l’ennesima Pasqua amara per sua madre Ofelia Rampazzo, Se è vero che il tempo aiuta a superare i dolori, la ferita causata dall’assassinio di Isabella, e soprattutto dall’assenza di una tomba al cimitero davanti alla quale poter recitare una preghiera, è ancora aperta. La sofferenza sta distruggendo poco a poco il cuore già debilitato dell’86enne di Albignasego.
LE PAROLE La signora, donna di fede e molto vicina alla chiesa, anche nel giorno di Pasqua, ospite a casa dell’altro figlio Paolo Noventa, ha pronunciato parole pesanti come macigni nei confronti di Freddy e Debora Sorgato e Manuela Cacco, in galera dal febbraio di tre anni fa con l’accusa di omicidio volontario in concorso. «Anche la persona più cattiva e pure l’individuo più cinico e spietato – ha detto l’anziana madre – sono convinta che possa avere prima o poi un’illuminazione da parte dello Spirito Santo e fare finalmente pace con la propria coscienza. Non oso immaginare quali tormenti sovrastino le nottate di questi tre individui. Sono passati più di tre anni dalla notte di quel drammatico 15 febbraio del 2016, quando mia figlia non è più tornata a ca-
Le tappe
I protagonisti
15 gennaio 2016 Isabella Noventa accetta un invito a cena di Freddy Sorgato, con cui aveva avuto una relazione sentimentale. I due vanno in una pizzeria di Albignasego, ma nella notte la donna scompare nel nulla.
16 febbraio 2016 Dopo un mese di indagini, contrassegnate anche dal depistaggio di una donna vestita con il piumino bianco di Isabella e ripresa dalle telecamere, scattano gli arresti. In carcere finiscono Fraddy, sua sorella Debora e l’amica Manuela Cacco.
LA VITTIMA Isabella Noventa aveva 54 anni quando fu uccisa
22 giugno 2017 Il Tribunale di Padova emette la sentenza di condanna a carico dei tre imputati: 30 anni ai fratelli Sorgato, 16 anni e 10 mesi a Cacco. Per quanto riguarda i risarcimenti, la provvisionale complessiva è di 900.000 euro.
9 ottobre 2018 La Corte d’Appello di Venezia conferma il verdetto di primo grado. I tre condannati annunciano il ricorso in Cassazione.
16 aprile 2019 Il Tribunale di Padova stabilisce in 340.000 euro il valore della villa di Freddy che andrà all’asta.
IL FIDANZATO Freddy Sorgato è stato condannato a 30 anni LA FAMIGLIA La madre di Isabella Noventa, Ofelia Rampazzo di 86 anni, con l’altro figlio Paolo
sa. La giustizia nel frattempo ha fatto il suo corso. I colpevoli sono stati arrestati. Ora, quindi, mettiamo la parola fine ad un tormento che non accenna a placarsi».
IL DESIDERIO Mamma Ofelia ha proseguito: «In ogni storia, anche la più drammatica, il finale deve esserci, bello o brutto che sia. La cattiveria umana non può arrivare a tanto. Così facendo la mia ferita sanguina ogni giorno. Vivo questa assenza dei resti di mia figlia come una costante e continua umiliazione da parte dei suoi assassini nei miei confronti e di tutte quelle persone che come me amavano Isabella. È l’ultima cosa che chiedo alla mia vita dopo tutte queste sofferenze: poter deporre un fiore sulla tomba di Isabella e pregare per lei, che ha subìto tanto male». L’appello
dell’anziana madre sicuramente di rimbalzo arriverà nelle carceri dove i tre sono detenuti e la speranza che qualcosa possa cambiare non è mai da escludere. È più pessimista in tal senso Paolo Noventa, fratello di Isabella, che non smette mai di aiutare la mamma dopo questa drammatica vicenda che le ha tolto ogni forza: «Se fino ad oggi non hanno mai mostrato un pentimento – ha affermato – è perché, anche a distanza di anni, il corpo di mia sorella una volta recuperato potrebbe “parlare” e fornire agli investigatori verità ben diverse da quelle raccontate da Freddy Sorgato». La vita di Paolo, per forza di cose, prosegue regolarmente, ma senza dubbio l’omicidio di sua sorella è una macchia che lo condizionerà per sempre: «Freddy era trattato dalla mia famiglia quasi come un figlio – ha concluso Paolo –
mia mamma gli apriva le porte di casa e gli preparava le pietanze migliori in segno di ospitalità. Ricordo le molteplici volte che è venuto disperato a sfogarsi da me perché Isabella non lo voleva più ed era stanca del suo comportamento infantile. Ebbene, all’affetto, alla dolcezza e alla disponibilità che noi gli abbiamo sempre donato, la sua risposta è questa. Un dolore senza fine e che forse non passerà mai». Cesare Arcolini
LA SORELLA In Appello 30 anni anche per Debora Sorgato
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I FRATELLI SORGATO E L’AMICA CACCO SONO IN CARCERE CON L’ACCUSA DI OMICIDIO VOLONTARIO IN CONCORSO
LA TABACCAIA Manuela Cacco ha rimediato 16 anni e 10 mesi
Tre milioni per i piccoli pescherecci IL PROGETTO
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VENEZIA Metà della flotta di pescherecci che quotidianamente solca le acque dell’Alto Adriatico è costituita da barche di piccola stazza, lunghe meno di 12 metri, che impegnano al massimo due pescatori. Non utilizzano reti a strascico o draghe ma solo attrezzi manuali e si muovono entro le 12 miglia dalla costa. La piccola pesca sulle coste italiane dell’Alto Adriatico conta oltre 2600 imbarcazioni, impegna il 30 per cento dei pescatori e genera incassi per 59 milioni di euro (soprattutto grazie a molluschi e crostacei), seconda voce della flotta peschereccia delle regioni costiere dell’Alto Adriatico, alle spalle degli 83 mi-
lioni realizzati con la pesca a strascico.
I FONDI La conservazione, sviluppo e innovazione della piccola pesca artigianale è al centro del progetto europeo transfrontaliero Adri.Smartfish, di cui la Regione Veneto è capofila. Partecipano al progetto – che ha un budget complessivo di 3 milioni di euro - le regioni litoranee dell’Alto Adriatico, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Marche e, sul versante balcanico, la Regione istriana, la Contea Litoraneo Montana, la Contea di Zara, nonché il ministero dell’Agricoltura della Repubblica di Croazia. L’Università Cà Foscari di Venezia e l’istituto di Oceano-
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grafia e pesca di Spalato sono i partner scientifici. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei progetti di collaborazione transfrontaliera Italia Croazia 2014-2020. Ha l’obiettivo di valorizzare la piccola pesca costiera nell’Alto Adriatico promuovendo la sicurezza alimentare del pescato e la sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca
LA REGIONE VENETO CAPOFILA DEL PROGETTO ADRI.SMARTFISH PER LE ACQUE DELL’ALTO ADRIATICO
‘artigianale’ che conta nel Mediterraneo circa 40 mila pescherecci, pari all’80 per cento dell’intero contingente di imbarcazioni dei paesi che affacciano sullo specchio mediterraneo. Adri.Smartfish prevede la creazione di una organizzazione transfrontaliera della piccola pesca che rappresenti gli operatori del settore, sia italiani che croati, e promuove azioni pilota che sperimentino nuove forme di gestione dell’attività. Il progetto, che avrà una durata di 30 mesi e si concluderà nel 2021, prevede anche la condivisione di un protocollo di pesca sostenibile e responsabile, a tutela dell’ambiente, dell’occupazione e dello sviluppo integrato dell’ambiente costiero. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA
VENETO
TREVISO.Giallosull’anzianatrovatamorta
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
EmmaGallo,81anni,residenteaSanFiorinviaSile,èstatatrovatacadevere all’internodelsuogarage:unadelleipotesièchesiafinitainvestitadallapropriaautoè stataesclusa.Sonoalvaglioaltreipotesi:suicidiooazionediunmalvivente.
SANITÀ. Oggiin Commissioneil “maxiemendamento“ conlemodifiche
ISTRUZIONE. L’assessoresuidati regionali
Schedeospedaliere Èl’ultimomiglio CambisuPadova IlpresidenteBoron:«Il Sant’Antoniopassadall’Ulss all’Azienda ospedaliera. Prevista una scheda ad hoc DeclassatoAbano. Martedìprossimovoteremo» Cristina Giacomuzzo
Le schede ospedaliere valide per i prossimi 5 anni ormai sono alle battute finali. Oggi in Commissione sanità del Consiglio regionale, a palazzo Ferro Fini, il presidente Fabrizio Boron (Lista Zaia), depositerà il quadro completo delle modifiche alla bozza arrivata dalla Giunta e dall’assessore alla sanità, Manuela
CislMedicicritica sulrichiamodei medicipensionati Eannuncia assembleeintutte leUlssil3maggio
Lanzarin, dopo le audizioni di tutti i portatori di interesse. «Si tratta di una sorta di “maxi emendamento”, anche se tecnicamente non si può definire tale, in cui verranno concentrati gli ultimi cambi spiega Boron -. Lasceremo il tempo per valutarli per licenziare il provvedimento martedì prossimo, 30 aprile». PADOVA E GLI ALTRI NODI.
Uno dei punti “caldi” delle schede che hanno fatto scattare proteste e manifestazione riguarda l’ospedale Sant’Antonio. A Padova, va ricordato, è prevista la costruzione di un nuovo polo ospedaliero à valenza regionale. Sorgerà in zona Est e nelle schede se ne tiene conto. Nella prima versione, uscita dalla Giunta, a fronte di una pro-
grammazione per il nuovo (oltre 900 posti letti e tantissime specializzazioni), spariva il vecchio, cioè il Sant’Antonio. Sono scattate le reazioni: raccolta firme, manifestazione ed è persino nato un Comitato a difesa dell’ospedale. Nei giorni scorsi l’assessore Lanzarin ha smontato ogni polemica annunciando la soluzione, confermata poi ieri da Boron. E cioè: «Verrà inserita una nuova scheda “intermedia” denominata Polo Giustinianeo e S. Antonio. Quest’ultimo passerà di competenza dell’Ulss 6 Euganea all’Azienda ospedaliera universitaria. Quindi, ci saranno due schede: una per le strutture di via Giustiniani e una per il futuro ospedale». Resta invece confermato il declassamento dell’ospedale di Aba-
Scuola,unosu nove lasciadopole medie L’abbandono cresce Donazzan:«InVenetosituazione meno grave che nel resto d’Italia»
InCommissionesanità:dasin. Lanzarin,Mantoan,Barbisane Boron
no Terme: nulla cambia per il paziente, ma viene modificato l’aspetto finanziario. La struttura non avrà più diritto al 50% delle esenzioni. «Altro capitolo riguarda lo Iov – sottolinea Boron – : resterà un ospedale hub su due gambe con le sedi cioè a Castelfranco e Montebelluna». SUL PERSONALE. Nei giorni
scorsi in una nota Cisl Medici, però, boccia e annuncia assemblea unitarie in tutte le Ulss il 3 maggio. «Condividiamo le analisi delle criticità della Cisl Veneto – si legge – sulle schede ospedaliere e sul Piano socio sanitario del Veneto. È discutibile, poi, l’idea di richiamare in servizio medici pensionati, così come diminuire l’offerta specialistica e tagliare i posti letto con la
conseguenza dell’aumento delle strutture private a scapito di quelle pubbliche». Boron, però, precisa: «Attenzione, nelle schede si parla di programmazione non della carenza del personale frutto di scelte, a partire dal blocco delle assunzioni imposto dal 2004 a livello nazionale. Temi su cui la Regione Veneto si sta muovendo: abbiamo ottenuto lo sblocco delle assunzioni a livello nazionale. Poi si sta studiando come aumentare il numero di specializzandi e, nel Patto della salute, anche dell’ipotesi avanzata dal Veneto di assumere per gli ultimi di due anni gli specializzandi in ospedale. Il ricorso ai medici pensionati? Una misura urgente e temporanea». • © RIPRODUZIONERISERVATA
CEREA. Volutodal FronteSkinheadssabato, compleannodel dittatore.M5s ePd: «Davietare»
Concertoper Hitler.Èbufera Bufera sul concerto di Veneto Fronte Skinheads che si è tenuto a Cerea, nell’Area Exp lo scorso sabato 20 aprile, giorno della nascita del dittatore nazista Adolf Hitler. È stato scambiato dai residenti per una sorta di sagra, ma poi ci si è accorti che aveva attirato circa 1.000 persone provenienti da diverse parti d'Europa e che si esibivano esclusivamente band vicine all’estrema destra. «Un raduno di nazi-fascisti provenienti da tutta Europa? No, era solo un concerto su invito di chi si riconosce nell'Europa dei po-
poli contro l’Europa della finanza governata da poteri forti non eletti». Con queste parole il sindaco di Cerea Marco Franzoni difende la scelta dall’ente La Fabbrica che ha concesso il padiglione del polo fieristico del Comune del Veronese che è dato loro in gestione. I primi a denunciare il fatto sono stati Alessia Rossignoli e Paolo Bruschetta, i due consiglieri d’opposizione che chiederanno spiegazioni al prossimo Consiglio comunale. Giordano Caracino, portavoce del sodalizio spiega che
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Martedì 23 Aprile 2019
Ilconcerto volutodaVeneto Fronte Skinheads aCerea
per conoscere la location, tenuta riservata, occorreva mandare un messaggio al numero di telefono indicato sulle pubblicità. All'appuntamento, che ha visto circa 1.000 partecipanti, hanno preso parte nove band vicine all'estrema destra. «Sono indignata e preoccupata per quello che è accaduto a Cerea - denuncia Francesca Businarolo, deputata del M5s e presidente della Commissione Giustizia alla Camnera-: si doveva impedire». Interviene Alessia Rotta, parlamentare del Pd: «Presenterò un’interrogazione parlamentare. Come è stato possibile che fosse autorizzato un simile evento?» • © RIPRODUZIONERISERVATA
In Veneto un ragazzo su 9 abbandona la scuola, con al massimo, la licenza di terza media in tasca. I dati dell’Ufficio scolastico regionale dimostrano che in Veneto il fenomeno degli abbandoni precoci dell’istruzione è meno accentuato della media nazionale. L'Istat nel rapporto Sdgs 2019 ha rilevato che nel 2018 il 14,5% dei ragazzi di 18-24 anni ha abbandonato gli studi con al più la licenza media, pari a uno su 7. L'uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione è aumentata negli ultimi due anni, tornando così ai livelli del 2015, e riguarda soprattutto le regioni del Mezzogiorno e i maschi. «In Veneto la situazione è migliore, soprattutto se guardiamo al livello di competenze che gli allievi raggiungono – commenta l’assessore regionale all’istruzione, la vicentina Elena Donazzan - ma non siamo soddisfatti. Gli studenti di terza superiore che non raggiungono la sufficienza in Veneto sono 28 su 100, men-
tre la media nazionale è del 34,3%». Gli “insufficienti” nelle competenze alfabetiche in Veneto sono 28 su 100, sei punti in meno della media nazionale (34,3%), mentre nelle competenze matematiche a non raggiungere la sufficienza sono 32 su 100, a fronte di una media nazionale del 40,1% dei giovani. Anche la percentuale dei giovani laureati in Veneto è superiore a quella del resto del Paese: il 32% dei giovani di 30-34 anni è laureato o ha un titolo terziario, mentre la media nazionale non arriva al 28 %. «Questi dati tuttavia non sono certo entusiasmanti, specie se paragonati agli altri Paesi europei – prosegue l’assessore –. Per questo la Regione Veneto sta investendo, e molto, sul potenziamento delle lingue straniere grazie ai progetti finanziati con il Fondo sociale europeo. Occorre investire su preparazione didattica e motivazione dei docenti e su metodologie diverse di insegnamento». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Fotonotizia
Pasquetta,pienoneovunque VERONA. Fin dalla mattina di ieri Verona è stata presa d’assalto e haregistratofiledarecorddivisitatoriper entrareinArena.Anche aVeneziaèstatoboomdituristi,sistimaoltre100mila,conlecalli strapiene.Bloccato l’accessoa piazzaleRomaper dueore.
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MARTEDÌ 23 APRILE 2019 IL MATTINO
REGIONE
a cerea, nel veronese, concerto per il compleanno di hitler
Sdegno e accuse dopo il raduno nazirock Il M5S: gravissima la concessione di spazi pubblici agli skinheads. I dem Rotta e D’Arienzo sollevano il caso in Parlamento CEREA. Strascichi indignati al
raduno nazirock di Cerea che ha calamitato nella Fiera della cittadina veronese un migliaio di “teste rasate” provenienti da ogni parte d’Europa. La coincidenza del raduno con l’anniversario della nascita di Hitler – il 20 aprile – è stata definita “casuale” dal Veneto Fronte Skinheads di Giordano Saracino, promotore del concerto, ma il ventaglio delle band partecipanti – Fortress e Gesta Bellica, Sleipnir e Squadron – testimonia la matrice neonazista dell’iniziativa e la circostanza, alla vigilia della Festa della liberazione, accende la protesta politica. «Sono indignata e preoccupata per ciò che è accadu-
to, questi movimenti si ispirano all’ideologia violenta e razzista che tanto orrore ha portato in Europa», le parole di Francesca Businarolo, deputata padovana 5 Stelle e presidente della Commissione Giustizia a Montecitorio; che leva l’indice: «Perché la catena di autorità che avrebbero dovuto impedire questo scempio della ragione, non è intervenuta? Oltretutto, l’evento si è svolto in un’area fieristica di proprietà del Comune, senza che la cittadinanza fosse minimamente informata». «LO SFREGIO ALLA PASQUA»
«Il giorno e la notte che precedono la Pasqua hanno un si-
sempre pronta a bandìre crociate anti-islamiche, nessuno nessuno abbia avvertito il dovere di dire una mezza parola di protesta a riguardo».
La locandina dell’iniziativa di Cerea che ha calamitato i gruppi nazirock
gnificato di raccoglimento e di richiamo ai valori della fratellanza universale, a Cerea invece gli emuli del nazismo hanno compiuto uno sfregio
che offende la nostra democrazia e la nostra repubblica», fa eco Alessia Rotta, parlamentare veronese del Pd «ed è curioso che nella Lega,
La vicenda è già approdata in Parlamento ad opera del senatore dem Vincenzo D’Arienzo: «Ricordo che l’apologia del fascismo è condannata dalle nostre leggi», recita la sua interrogazione «ma ciò che è ancora più grave è che un’amministrazione di centrodestra abbia autorizzato, in uno spazio pubblico, una manifestazione del genere, con la presenza di sigle naziskin conosciute da tutti». — Filippo Tosatto
Da Siri a Belsito, da Bossi fino a Salvini tutti i volti del “Libro nero della Lega” LA RICOSTRUZIONE
RENZO MAZZARO
L’
Dall’alto Armando Siri, Matteo Salvini e Umberto Bossi, Renzo Bossi con Francesco Belsito. Nella foto grande l’edizione 2018 di Pontida
fano Vergine, che portano le prove di quanto riferiscono, allegando una vasta documentazione. I due erano a Mosca il 17 ottobre 2018 quando Matteo Salvini arriva per un incontro ufficiale con il vice di Putin, Dmitry Kozak. Il giorno dopo sono testimoni di un incontro nella hall del Metropol hotel tra Gianluca Savoini, portavoce di Salvini, e altre quattro persone. Il gruppetto discute di una fornitura di gasolio russo, con un prezzo scontato del 4%, da suddividere in 250.000 euro al mese per un anno, quindi 3 milioni, che entrerebbero nelle tasche della Lega per pagare la campagna elettorale delle europee. Poi i
Cunial portabandiera del movimento No Vax è espulsa dai 5 Stelle
DURE CRITICHE AL COMUNE
Nel libro di Giovanni Tizian e Stefano Vergine i retroscena meno noti (e meno limpidi) nella vita del Carroccio
ideologo della flat tax tanto cara a Matteo Salvini è il sottosegretario agli interni Armando Siri, 47 anni, senatore della Lega molto esperto della materia, in questi giorni nell’occhio del ciclone perché indagato per corruzione. Non a caso ha patteggiato un anno e otto mesi con il tribunale di Milano per bancarotta fraudolenta (maggio 2014, buco superiore al milione di euro). Aveva una società piena di debiti, ha trasferito il patrimonio ad altra azienda che non ha pagato un euro, poi ha chiuso la prima nominando liquidatrice una parrucchiera di Santo Domingo che non ne sapeva nulla. Per “semplificare” la vita agli inquirenti ha spostato la sede legale della società nel Delaware, paradiso fiscale statunitense. Pensava di farla franca? Il coordinatore della lista “Noi con Salvini” a Palermo, Salvatore Caputo, non poteva candidarsi alle ultime elezioni regionali per una condanna penale. Notizia appresa all’ultimo momento. Cosa fa? Mette in lista il fratello spacciandolo per se stesso, affibbiandogli il suo soprannome, in modo da confondere gli elettori. Erano 7000 voti che non poteva perdere. Uno scambio di persona in piena regola, realizzato con l’accordo dei deputati Alessandro Pagano e Angelo Attaguile, tutti smascherati dalla magistratura. Questi e altri retroscena sono raccontanti nel “Libro nero della Lega” (editore Laterza) scritto da due giornalisti dell’Espresso, Giovanni Tizian e Ste-
deputata veneta
russi portano lo sconto al 6% in modo che un 2% resti in tasca anche a loro. L’affare è andato in porto? La Lega ha fatto sapere che non un rublo è mai arrivato da Mosca. Il che deporrebbe a favore del lavoro di Tizian e Vergine: sono arrivati giusto in tempo per mandare all’aria il progetto. Questa caratteristica traspare anche da altri episodi: mentre indagavano, i due riferivano parzialmente sull’Espresso e sulle loro tracce la magistratura ha aperto fascicoli di inchiesta. Erano un passo avanti. Hanno cercato anche di scoprire come la Lega ha speso i 48,6 milioni di euro di rimborso elettorale incassati con reso-
Il giallo della fornitura di gasolio russo con lo sconto. «Ma da Mosca mai arrivato un rublo» I rimborsi elettorali con resoconti falsi ne ha beneficiato anche Salvini
conti falsi. Milioni che la magistratura ha confiscato, perché vengono dalle tasse degli italiani. Qui bisogna partire dallo scandalo del 2012. Ricordate i soldi della Lega usati da Renzo Bossi, detto il “Trota”, per comprarsi l’Audi A6, pagare la benzina, il ristorante, l’affitto e visto che era uno scaldabanchi comprarsi anche una laurea a Tirana per 77.000 euro? Il fratellastro Riccardo faceva lo stesso: con i soldi del partito pagava il leasing di una Bmw X5 e metteva in conto anche le multe. Tutte le spese di casa Bossi, gli alimenti alla prima moglie di Umberto, l’assistenza dopo l’ictus, le bollette, erano liquidate dal tesoriere della
Sara Cunial, deputata di Bassano del Grappa e paladina dei No Vax, è stata espulsa dal M5S. La notizia, nell’aria, è stata confermata dalla diretta interessata che ha pubblicato su Facebook la lettera che le comunicata la cacciata definitiva dal movimento a 5 Stelle: «Sono stata espulsa il 17, nessun parlamentare o capo politico mi ha chiesto di entrare a far parte di una forza politica esistente. Tantissimo affetto e stima dai cittadini di cui sono stata chiamata ad essere portavoce», commenta.
Lega Francesco Belsito con i soldi dei rimborsi elettorali, sotto la voce “the family”. Ma era solo argent de poche. Il grosso, decine di milioni di euro, sempre attinti dai rimborsi elettorali, erano investiti a Malta, Cipro, in Tanzania, per comprare lingotti d’oro e diamanti. Che quando le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria cominciano a indagare, non si trovano più. Lo scandalo scoppia nel 2012. La prima sentenza del tribunale di Milano arriva il 10 luglio 2017: Umberto Bossi, il figlio Renzo e il tesoriere Belsito sono condannati per appropriazione indebita. In appello il 23 gennaio 2019 Bossi padre e figlio vengono assolti, in parte perché il reato è prescritto, in parte perché Matteo Salvini sceglie di querelare solo Belsito. Al quale la condanna viene confermata. Per la truffa ai danni dello Stato, Milano aveva girato il fascicolo a Genova, sede della banca Aletti che era perno degli spostamenti di denaro. Qui Bossi e Belsito vengono condannati in primo grado il 24 luglio 2017 e di nuovo in appello il 26 novembre 2018 assieme ai revisori dei conti del partito. Con la confisca di 48,9 milioni di euro di rimborsi elettorali, incassati negli anni 2008-2010, perché i bilanci presentati in quei tre anni sono falsi (ben 46 milioni di spese non giustificati o con pezze d’appoggio fasulle!). La dirigenza leghista tenta di assolversi mescolando l’appropriazione indebita con la truffa allo Stato: se la colpa è di Bossi e Belsito, perché dovrebbe pagare il partito? Perché i reati sono diversi, questa la risposta. Peraltro anche Salvini ha usato i soldi della truffa: dopo essere diventato segretario del partito ha ritirato 849.500 euro di rimborsi elettorali del periodo 2008-2010. Poi ha disperso i soldi in mille rivoli, grazie a una girandola di società che vanno e tornano dal Lussemburgo, create da uno studio di commercialisti di Bergamo gestito dall’attuale tesoriere del partito Giulio Centemero (indagato). E con la “Lega per Salvini premier” ha cambiato il codice fiscale del partito. Non si sa mai. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 IL MATTINO
SELVAZZANO - ABANO
29
abano terme
Tesoretto di 7,5 milioni nelle casse del Comune La giunta apre cantieri L’avanzo di amministrazione andrà all’esame del Consiglio Pozza: «Priorità alla manutenzione di strade e marciapiedi»
Federico Franchin ABANO TERME. Un avanzo di
bilancio sostanzioso: 7 milioni e mezzo di euro. È quanto emerge dal rendiconto di esercizio relativo all’anno scorso che andrà in approvazione in consiglio comunale, ad Abano. IL TESORETTO
Un tesoretto che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Federico Barbierato è intenzionata a sfruttare nell’anno in corso. «Non tutti i soldi saranno utilizzabili, quindi disponibili, in quanto una parte di avanzo dovrà per legge essere accantonata», chiarisce il vicesindaco e assessore al Bilancio, Francesco Pozza. «Un milione e mezzo potrà essere destinato a investimenti, mentre
2.700.000 euro saranno disponibili per altre opere. Il primo anno intero della nostra amministrazione ci consegna quindi più di 4 milioni di risorse spendibili quest’anno». MANUTENZIONI
La giunta ha già le idee chiare su come destinare i fondi disponibili. «Con l’avanzo di bilancio finanzieremo alcune opere previste nel piano triennale», svela il vicesindaco Pozza. «Questo ci consentirà di non ricorrere all’accensione di ulteriori mutui, riducendo l’indebitamento del Comune». «In particolare andremo a finanziare la manutenzione delle scuole per 480 mila euro», prosegue. «Ma anche la manutenzione di strade e marciapiedi. In questo caso rientra anche il completamento dei marcia-
IN BREVE
L’ASSESSORE
«L’avanzo non vuol dire che questa amministrazione non ha fatto lavori», sottolinea Pozza. «Dentro ci sono maggiori entrate, derivanti anche dalle attività di incasso di oneri da parte dei nostri uffici. Sono soldi che ora andremo ad utilizzare. Quest’anno, poi, tutti i comuni si ritrovano con un maxi avanzo di bilancio, in quanto sono state sbloccate alcune risorse da parte dello Stato». «In queste settimane definiremo con esattezza il piano di intervento», conclude il vicesindaco, «in modo tale da presentarci in consiglio comunale con la lista completa delle opere finanziate». —
Nella foto d’archivio un cantiere di opere pubbliche ad Abano Terme
Cervarese Santa Croce Andar per ville in bici Via alle iscrizioni
Due serate organizzate per parlare della nuova illuminazione pubblica. Questa sera a partire dalle 20.45 nell’oratorio della Santa Croce a Cervarese e mercoledì sera nell’ex parrocchiale di Montemerlo, i tecnici della ditta Servizi a Rete presenteranno ai cittadini il progetto che prevede la sostituzione di 1.200 punti luce con le lampade a led. Così l’amministrazione comunale risparmierà dei bei soldini e darà una mano all’ambiente. La partecipazione è libera, la cittadinanza è invitata.
Tempo permettendo, la Pro loco di Montemerlo e la cooperativa A perdifiato organizzano per giovedì 25 una biciclettata di 50 chilometri con visite alle ville storiche e pranzo al sacco. Si partirà alle 8.30 dal piazzale della chiesa di Montemerlo alla volta di Albettone, nel Vicentino, poi Campiglia e Agugliaro. È necessario munirsi di caschetto protettivo, bici in ordine con camera d’aria di scorta, lucchetto. Per informazioni contattare la Pro loco al 340.5381060 o la biblioteca allo 049.9903302.
battaglia terme al voto
Un ingegnere “Con te” La terza lista in campo candida Varetto sindaco BATTAGLIA TERME. È Davide
Davide Varetto
to. La vincita totale è di 8.779,62 euro, somma da dividersi tra le sei persone che hanno giocato il cosiddetto “sistema”. Ammonta quindi a 1.463,27 euro la vincita pro capite. Grande soddisfazione ovvia-
mente tra i gestori della tabaccheria aponense. «Ci confermiamo una ricevitoria fortunata» spiegano questi ultimi. «Un anno fa era stato centrato il 10 e lotto e poi hanno fatto seguito tante altre vincite più ridotte. Speriamo, come sempre, che la dea bendata abbia premiato chi ne ha realmente bisogno, dando quindi a queste persone la possibilità di passare una Pasqua decisamente migliore».
stic free”. Proposta che ha incontrato i favori del parlamentino locale nella seduta di giovedì scorso. Un primo atto concreto sarà quello di inserire nel prossimo bando per la fornitura degli oltre 500 pasti per le mense scolastiche il divieto dei kit di plastica monouso. «In alcune scuole, come ad esempio quella dell’infanzia “Aquilone” di Caselle, questo già avviene e lo stesso fanno alcune sagre paesane che negli ultimi anni hanno deciso di usare stoviglie di ceramica al posto dei piatti e dei bicchieri di plastica», ha evidenziato durante la discussione in consiglio l’assessore alla Pubblica istruzione, Giovanna Rossi. Nella mozione la rappresentante del Movimento 5 Stelle aveva chiesto la stesura di un regolamento al fine
di fornire delle linee guida sul comportamento dei cittadini e sulle direttive che il comune dovrà emanare. In merito a questa richiesta è stato proposto un emendamento che impegna il sindaco e la giunta a promuovere delle iniziative per arrivare a ridurre al minimo l’utilizzo della plastica anche nei palazzi del comune. «È utile che l’amministrazione comunale su questo tema così importante per la salvaguardia dell’ambiente e della salute sia d’esempio per la cittadinanza», ha affermato Mennella. «Vista la grande disponibilità sul mercato di prodotti biodegradabili e compostabili, la messa al bando dei kit monouso di plastica è assolutamente possibile». — Gianni Biasetto
abano terme
Una vincita collettiva da “Canepa” In sei centrano il 3 al Superenalotto La fortuna è tornata a baciare la cintura urbana. È stata una Pasqua fortunata alla tabaccheria Canepa di via Verdi, ad Abano. Sabato sera, vigilia pasquale, è stato centrato un 3 con Superstar al Superenalot-
selvazzano
Cervarese Santa Croce Incontri per presentare i nuovi lampioni a led
Varetto, trentaduenne ingegnere gestionale all’Interporto di Rovigo, papà di una bimba di un anno e mezzo e prossimo al matrimonio, il candidato sindaco della lista civica “Battaglia Terme con te”. La terza in corsa per le elezioni del 26 maggio per l’elezione del sindaco e per il rinnovo del Consiglio comuna-
piedi su Viale delle Terme». L’avanzo di bilancio che ha proporzioni importanti non spaventa il vicesindaco.
Mense e sagre paesane Il Comune si libera della plastica monouso SELVAZZANO. Il Consiglio comunale di Selvazzano con una votazione unanime mette al bando la plastica monouso. Ad iniziare dalle mense scolastiche e dalle sagre paesane dove l’utilizzo per la somministrazione del cibo e bevande è molto elevato. L’iniziativa nasce da una mozione della consigliera del Movimento 5 Stelle, Ulderica Mennella, che ha proposto una mozione per far diventare Selvazzano “pla-
Ulderica Mennella, M5S
le dopo “Battaglia Terme Cambia” capeggiata dal sindaco uscente Massimo Momolo e “Impegno Comune” dell’insegnate in pensione dell’l’Iis Kennedy di Monselice, Patrizia Trovò. «La nostra lista vuole essere un ponte tra passato e futuro», commenta il giovane Varetto. «Siano un gruppo trasversale che riunisce diverse fasce d’età e competenze animato dal desiderio di rilanciare la crescita del paese e del tessuto economico e sociale». Il candidato sindaco anticipa quelli che saranno i punti salienti del programma elettorale. «Il nostro primo obiettivo sarà quello di ritrovare e consolidare i valori della nostra comunità, creando ag-
gregazione e incentivando il dialogo tra le diverse anime che compongono il nostro territorio, per ridare slancio, serenità e fiducia sia ai giovani, sia alle persone mature», puntualizza. «Lavoreremo per incentivare la collaborazione tra il cittadino e l’amministrazione, per ottimizzare la macchina amministrativa comunale, per riqualificare il territorio urbano e la viabilità, con il fine di rilanciare l’immagine di Battaglia Terme dal punto di vista turistico e del benessere sociale». Sabato 27 aprile, a partire dalle 16, la lista “Battaglia Terme con te” aprirà la sede elettorale in via Roma, 29, in centro a Battaglia . — G. B.
galzignano terme
La giunta scrive a Zaia «Salvi la Casa di Cura» GALZIGNANO TERME. «La Regione provveda a mantenere i servizi sanitari sul territorio». È l’appello che la giunta di Galzignano rivolge a Venezia tramite l’approvazione di una delibera. Il sindaco Riccardo Masin avanza anche la richiesta di rafforzare e migliorare il servizio erogato dal Pronto soccorso, in virtù della vocazione turistica e terapeutica del bacino termale e dei Colli. Con chiaro riferimento alla Casa di Cura apo-
nense, gli amministratori di Galzignano sono preoccupati per l’ipotesi che le strutture mediche di emergenza vengano depotenziate col riordino della sanità veneta. «Ai cittadini di Galzignano e degli altri comuni del Colli, come ai turisti, dev’essere garantito il pronto accesso a un presidio medico raggiungibile in breve tempo e in grado di gestire al meglio le urgenze», sostiene la giunta. — Piergiorgio Di Giovanni
PRIMO PIANO
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 IL PICCOLO
3
Regione
la campagna
Bandiere, comizi in piazza e manifesti Manca poco più di un mese all’apertura delle urne per le elezioni amministrative e regionali. Non sono ancora visibili quindi le manifestazioni più “plastiche” del clima elettorale a partire dai cartelloni dedicati all’affissione dei manifesti dei vari candidati (sotto a destra), i comizi (in alto bandiere esposte ad un evento Pd) e gli allestimenti dei seggi (a sinistra)
Violino, responsabile Agricoltura con Tondo, in corsa a Mereto di Tomba A Villa Santina c’è Ciani, già vicepresidente dell’aula. Tanti i “figli d’arte”
Dagli ex assessori regionali al sindaco di lungo corso Il ritorno in massa dei big
L’ex assessore regionale del Carroccio Claudio Violino
IL CASO
L
a malattia della politica. Inguaribile. Ne hanno viste tante, hanno attraversato tre o quattro legislature in Consiglio regionale, hanno vissuto con i loro partiti le salite in paradiso e le discese all’inferno. Ma non si arrendono alla “pensione”. E ritornano non appena ce n’è l’occasione. Alle prossime amministrative si vedranno in pista tra gli altri due ex assessori e consiglieri Fvg di lungo corso: Claudio Violino, quattro le-
gislature filate nel Carroccio prima che, nel 2014, il gruppo padano si sciogliesse dopo l’espulsione di Mara Piccin, inguaiata da “Rimborsopoli”, e Paolo Ciani, che dell'amministrazione regionale è stato pure vicepresidente. Violino punta a diventare sindaco di Mereto di Tomba, lì dove risiede, alla guida della civica “Uniti per costruire”. L’avversario sembrava dover essere Walter Mario Mattiussi ma, al momento, la lista “Farie des ideis” risulta fuori gioco a causa di un’irregolarità nella documentazione presentata da
un’aspirante consigliera. Mattiussi non si è arreso, ha presentato ricorso al Tar di Trieste e l’udienza è già fissata per oggi. Violino spera in realtà che i giudici riammettano il rivale perché altrimenti il nemico da battere sarebbe il quorum: senza il 50% più uno degli aventi diritto alle urne il Comune della pianura friulana verrebbe commissariato. Tanto più che, come raccontano i i veleni di paese, “Fari des ideis” è una lista civetta, con qualche “prestito” del Patto per l’Autonomia e la presenza pure di Cristina Basso, che fu segretaria di Violino in Regione. Ciani, sostenuto da “Insieme per ricominciare”, se la vedrà invece a Villa Santina con Domenico Giatti (“Villa Santina e Invillino in comune”), una sfida tutta interna al centrodestra. Nel comune della Carnia, Ciani ha un’attività imprenditoriale con Villa Food, startup nel settore della ristorazione. A caccia di una poltrona da sindaco, a Precenicco, c’è anche Pino Napoli. Il presidente di Federsanità Anci Fvg torna alla guida della lista “Per Precenicco”, un’idea del 1995 che
gli è servita a prolungare la sua esperienza da primo cittadino, partita nel 1990, fino al 2008. A Pasian di Prato c’è poi in campo Marco Quai, che va all’attacco dell’uscente Andrea Pozzo, che guida i partiti del centrodestra. Quai è stato presidente del Consiglio provinciale di Udine, come pure Fabio D’Andrea, in corsa per il municipio di Rigolato, che lo ha visto già sindaco per quattro mandati. Non mancano i figli di un paio di big. A Forni di Sopra, dopo aver guidato Forni di Sotto, si candida Marco Lenna, figlio dell’ex senatore e assessore regionale Vanni. A Bicinicco ecco invece Paola Turello, figlia di Vinicio, che fu presidente della Regione dal gennaio 1992 all’agosto 1993. E ci sono pure gli aspiranti consiglie-
A Rigolato scende in campo Fabio D’Andrea, già eletto quattro volte ri. A San Dorligo Danilo Slokar, consigliere regionale della Lega, cerca un posto in consiglio comunale. Tra gli altri assieme alla moglie, Gabriella Donna, candidata anche a Monrupino. L’ex presidente del Consiglio regionale, ora eletto Pd, Franco Iacop è in lista a Reana, dove è stato sindaco. Come Lorenzo Tosolini, consigliere regionale della Lega, a Pasian di Prato, e Giampaolo Bidoli, consigliere regionale del Patto dell’Autonomia, a Tramonti di Sotto. Chiara da Giau, consigliera regionale dem, corre a Porcia. E il deputato leghista Massimiliano Panizzut a Budoia. — M.B.
la circolare
Nuovi poteri ai prefetti Cisint loda il Viminale e si smarca dall’Anci TRIESTE. «Gli strumenti li abbiamo. Ma, se ci sono sindaci che non li vogliono usare, ben venga il prefetto per dare risposte ai cittadini». Anna Cisint, sindaco di Monfalcone, si allinea ai colleghi di centrodestra che hanno promosso la direttiva emanata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini su «indirizzi operativi antidegrado e contro le illegalità». Un’iniziativa che mira a impegnare i prefetti a tener lontani dalle città criminali, spacciatori, balordi e abusivi. L’Anci del Fvg, con il presidente Mario Pezzetta, ha mostrato più di una perplessità. Il Pd, con il sindaco di Palmanova Francesco Martines e il segretario regionale Cristiano Shaurli, ha tuonato su un provvedimento letto come una sorta di commissariamento dei municipi. Pure M5s e Patto per l’Autonomia si sono detti contrari. Ma il centrodestra, con i principali sindaci della regione, non cambia idea. E pure Cisint aggiunge la sua voce a quella di Roberto Dipiazza, Rodolfo Ziberna e Pietro Fontanini. «I sindaci, grazia al decreto Minniti prima e a quello Sicurezza poi, che ha stretto ulteriormente le maglie - afferma Cisint -, hanno oggi gli strumenti per intervenire in casi che erano precedentemente irrisolvibili causa va-
canza istituzionale. Nel solo caso di Monfalcone, da inizio gennaio, contiamo 40 Daspo urbani». Il “cartellino rosso” del Daspo, la misura con cui un sindaco, d’intesa con il prefetto, può multare e poi stabilire un divieto di accesso ad alcune aree della città chi tiene condotte inappropriate, è un’arma che Cisint benedice con convinzione: «Ci ha consentito di rimediare a situazioni pesanti, in particolare di accattonaggio molesto, attività che è tra l’altro gestita dalla malavita. Ma è utile anche come forma di prevenzione». Con i prefetti, insiste Cisint, non c’è il pericolo della concorrenza. «Al tavolo della sicurezza, anche con questore e forze dell’ordine, ci muoviamo di concerto - spiega il sindaco di Monfalcone -. Assieme al prefetto abbiamo pure risolto il nodo delle occupazioni abusive. L’ultima direttiva del ministro Salvini può ulteriormente rafforzare un’azione comune. I prefetti non sono sostitutivi, ma sussidiari: questo è lo spirito di un provvedimento che può funzionare soprattutto in quei comuni in cui i sindaci, anche per ideologia, non si preoccupano più di tanto del degrado. Ciò che conta è dare risposte ai cittadini». — M.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
PRIMO PIANO
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 IL PICCOLO
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Regione
la campagna
Bandiere, comizi in piazza e manifesti Manca poco più di un mese all’apertura delle urne per le elezioni amministrative e regionali. Non sono ancora visibili quindi le manifestazioni più “plastiche” del clima elettorale a partire dai cartelloni dedicati all’affissione dei manifesti dei vari candidati (sotto a destra), i comizi (in alto bandiere esposte ad un evento Pd) e gli allestimenti dei seggi (a sinistra)
Violino, responsabile Agricoltura con Tondo, in corsa a Mereto di Tomba A Villa Santina c’è Ciani, già vicepresidente dell’aula. Tanti i “figli d’arte”
Dagli ex assessori regionali al sindaco di lungo corso Il ritorno in massa dei big
L’ex assessore regionale del Carroccio Claudio Violino
IL CASO
L
a malattia della politica. Inguaribile. Ne hanno viste tante, hanno attraversato tre o quattro legislature in Consiglio regionale, hanno vissuto con i loro partiti le salite in paradiso e le discese all’inferno. Ma non si arrendono alla “pensione”. E ritornano non appena ce n’è l’occasione. Alle prossime amministrative si vedranno in pista tra gli altri due ex assessori e consiglieri Fvg di lungo corso: Claudio Violino, quattro le-
gislature filate nel Carroccio prima che, nel 2014, il gruppo padano si sciogliesse dopo l’espulsione di Mara Piccin, inguaiata da “Rimborsopoli”, e Paolo Ciani, che dell'amministrazione regionale è stato pure vicepresidente. Violino punta a diventare sindaco di Mereto di Tomba, lì dove risiede, alla guida della civica “Uniti per costruire”. L’avversario sembrava dover essere Walter Mario Mattiussi ma, al momento, la lista “Farie des ideis” risulta fuori gioco a causa di un’irregolarità nella documentazione presentata da
un’aspirante consigliera. Mattiussi non si è arreso, ha presentato ricorso al Tar di Trieste e l’udienza è già fissata per oggi. Violino spera in realtà che i giudici riammettano il rivale perché altrimenti il nemico da battere sarebbe il quorum: senza il 50% più uno degli aventi diritto alle urne il Comune della pianura friulana verrebbe commissariato. Tanto più che, come raccontano i i veleni di paese, “Fari des ideis” è una lista civetta, con qualche “prestito” del Patto per l’Autonomia e la presenza pure di Cristina Basso, che fu segretaria di Violino in Regione. Ciani, sostenuto da “Insieme per ricominciare”, se la vedrà invece a Villa Santina con Domenico Giatti (“Villa Santina e Invillino in comune”), una sfida tutta interna al centrodestra. Nel comune della Carnia, Ciani ha un’attività imprenditoriale con Villa Food, startup nel settore della ristorazione. A caccia di una poltrona da sindaco, a Precenicco, c’è anche Pino Napoli. Il presidente di Federsanità Anci Fvg torna alla guida della lista “Per Precenicco”, un’idea del 1995 che
gli è servita a prolungare la sua esperienza da primo cittadino, partita nel 1990, fino al 2008. A Pasian di Prato c’è poi in campo Marco Quai, che va all’attacco dell’uscente Andrea Pozzo, che guida i partiti del centrodestra. Quai è stato presidente del Consiglio provinciale di Udine, come pure Fabio D’Andrea, in corsa per il municipio di Rigolato, che lo ha visto già sindaco per quattro mandati. Non mancano i figli di un paio di big. A Forni di Sopra, dopo aver guidato Forni di Sotto, si candida Marco Lenna, figlio dell’ex senatore e assessore regionale Vanni. A Bicinicco ecco invece Paola Turello, figlia di Vinicio, che fu presidente della Regione dal gennaio 1992 all’agosto 1993. E ci sono pure gli aspiranti consiglie-
A Rigolato scende in campo Fabio D’Andrea, già eletto quattro volte ri. A San Dorligo Danilo Slokar, consigliere regionale della Lega, cerca un posto in consiglio comunale. Tra gli altri assieme alla moglie, Gabriella Donna, candidata anche a Monrupino. L’ex presidente del Consiglio regionale, ora eletto Pd, Franco Iacop è in lista a Reana, dove è stato sindaco. Come Lorenzo Tosolini, consigliere regionale della Lega, a Pasian di Prato, e Giampaolo Bidoli, consigliere regionale del Patto dell’Autonomia, a Tramonti di Sotto. Chiara da Giau, consigliera regionale dem, corre a Porcia. E il deputato leghista Massimiliano Panizzut a Budoia. — M.B.
la circolare
Nuovi poteri ai prefetti Cisint loda il Viminale e si smarca dall’Anci TRIESTE. «Gli strumenti li abbiamo. Ma, se ci sono sindaci che non li vogliono usare, ben venga il prefetto per dare risposte ai cittadini». Anna Cisint, sindaco di Monfalcone, si allinea ai colleghi di centrodestra che hanno promosso la direttiva emanata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini su «indirizzi operativi antidegrado e contro le illegalità». Un’iniziativa che mira a impegnare i prefetti a tener lontani dalle città criminali, spacciatori, balordi e abusivi. L’Anci del Fvg, con il presidente Mario Pezzetta, ha mostrato più di una perplessità. Il Pd, con il sindaco di Palmanova Francesco Martines e il segretario regionale Cristiano Shaurli, ha tuonato su un provvedimento letto come una sorta di commissariamento dei municipi. Pure M5s e Patto per l’Autonomia si sono detti contrari. Ma il centrodestra, con i principali sindaci della regione, non cambia idea. E pure Cisint aggiunge la sua voce a quella di Roberto Dipiazza, Rodolfo Ziberna e Pietro Fontanini. «I sindaci, grazia al decreto Minniti prima e a quello Sicurezza poi, che ha stretto ulteriormente le maglie - afferma Cisint -, hanno oggi gli strumenti per intervenire in casi che erano precedentemente irrisolvibili causa va-
canza istituzionale. Nel solo caso di Monfalcone, da inizio gennaio, contiamo 40 Daspo urbani». Il “cartellino rosso” del Daspo, la misura con cui un sindaco, d’intesa con il prefetto, può multare e poi stabilire un divieto di accesso ad alcune aree della città chi tiene condotte inappropriate, è un’arma che Cisint benedice con convinzione: «Ci ha consentito di rimediare a situazioni pesanti, in particolare di accattonaggio molesto, attività che è tra l’altro gestita dalla malavita. Ma è utile anche come forma di prevenzione». Con i prefetti, insiste Cisint, non c’è il pericolo della concorrenza. «Al tavolo della sicurezza, anche con questore e forze dell’ordine, ci muoviamo di concerto - spiega il sindaco di Monfalcone -. Assieme al prefetto abbiamo pure risolto il nodo delle occupazioni abusive. L’ultima direttiva del ministro Salvini può ulteriormente rafforzare un’azione comune. I prefetti non sono sostitutivi, ma sussidiari: questo è lo spirito di un provvedimento che può funzionare soprattutto in quei comuni in cui i sindaci, anche per ideologia, non si preoccupano più di tanto del degrado. Ciò che conta è dare risposte ai cittadini». — M.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Il Sole 24 Ore Martedì 23 Aprile 2019
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UN’ISOLA TORMENTATA AL CROCEVIA D’INTERESSI ECONOMICI E STRATEGICI
MICROC OSMI
IL NORD OVEST RINASCE COME SMART LAND di Aldo Bonomi
di Marco Masciaga
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nedite immagini spaziali segnano il cambiamento. Colpisce a Nord Ovest la suggestione del nuovo triangolo industriale che l’acronimo gentile Lover (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) stabilisce a Nord Est, con Milano global city. I dati dicono di un arretramento del Nord Ovest (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) di cui le statistiche sulla ricchezza sono un parziale ma anche inevitabile indicatore. Questo sganciamento rimanda alla grande crisi e alla scomposizione e ricomposizione degli assetti produttivi, da leggere con uno sguardo lungo attento ai movimenti di faglia più che alle scosse telluriche. Il fordismo faceva di Torino un polo ordinatorio che dava forza alle polarità capitale-lavoro. Il fordismo era anche principio ordinatorio dei territori e sui territori, ove le alternative furono sconfitte (Olivetti a Ivrea), sussunte o rimaste ai margini (il Cuneese, le isole distrettuali e il polo biellese). Quel mondo è franato da tempo, ma i suoi lasciti (e i detriti) hanno occupato il campo a lungo e forse solo dopo Marchionne, se n’è preso definitivamente atto. Il Nord Ovest ha risorse da spendere anche nel nuovo paradigma fondato su digitale, medie imprese, innovazione sociale, per quanto sconti l’interscambio svantaggioso con i sistemi limitrofi - l’eterno confronto con Milano - e la difficoltà a convertire potenzialità come università, fondazioni, centri di elaborazione e ricerca, terzo settore che fanno tessitura sociale. Meno fitta ma è comunque presente, un’ampia rete di imprese medie in traiettorie di rilancio economico. L’armatura delle città del Nord Ovest è storicamente più fragile, meno densa della città infinita lombarda, della Via Emilia e delle diffuse città medie del Veneto. A Nord Ovest si fatica a rintracciare un sistema urbano regionale che alimenti i territori produttivi all’altezza del capitalismo intermedio, non più fordista né distrettuale. Nel capoluogo piemontese si è messo in moto un partito trasversale del Pil, tra nostalgie da città olimpica e progetti che puntano alla leadership tecnologica, tra auto elettrica e Industria 4.0. Si guarda al polo dell’alta formazione, con i centomila studenti che il territorio solo in parte riesce a trattenere dopo gli studi. A implementare l’economia sociale con, ad esempio, le nuove ex-Ogr (Officine grandi riparazioni) divise tra eventi, ricerca e start up. Progetti importanti che faticano ancora a parlare a un’area metropolitana rimasta finora mera espressione geografica. Ci si interroga molto sul mix di cooperazione e competizione con Milano senza guardare alla provincia larga. Che ha nel Cuneese del vino, del paesaggio e di Slow Food, della Ferrero, delle multinazionali estere localizzate, delle Pmi autoctone, il punto di maggiore tenuta. Nel tessile biellese si sono selezionate e innovate le qualità manifatturiere aprendo a nuove leve di sviluppo. Si cerca di capitalizzare la posizione lungo l’istmo “tedesco” che connette Genova ai porti del Nord, con la logistica e le funzioni collegate a Novara e Alessandria. Si disegnano alternative al declino delle industrie storiche, a Ivrea tra biotecnologie, meccatronica e riconoscimento Unesco. Sul territorio le medie e medio-piccole città disegnano per sé funzioni urbane, nuovi ospedali, riqualificazione, sedi universitarie decentrate e messa a valore degli spazi, dove si cerca una sintesi tra insediamento dei player dei flussi come Amazon a Vercelli e un ecosistema per l’economia diffusa della cultura, del turismo e dei beni relazionali. Occorre guardare e rappresentare queste nuove immagini del Nord Ovest che viene avanti nella metamorfosi tra città e contado. Raccontando della company town che si fa città smart ricostruendo una città coesa che guarda alle periferie da riqualificare, al tessuto delle piccole imprese e alle start-up. Occorre raccontare le città medie che tendono a farsi piattaforme urbane intermedie con un’infrastrutturazione leggera attenta alla qualità territoriale che fa smart land. Le Langhe, senza farne un modello, non sono più le “terre della malora” e, se guardiamo ai dislivelli delle Alpi che circondano il Nord Ovest, anche qui vediamo che è iniziata partendo dai temi ambientali, una rivitalizzazione dei territori verso le città. Non è solo una questione di numeri, di Pil, ma di rappresentazione della coscienza di luogo. A Nord Ovest hanno ben chiaro il valore euristico dei simboli, bastano le immagini delle piazze “Sì Tav” e “No Tav” che si sono contese il centro di Torino a ricordarcelo. bonomi@aaster.it
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VITTIME STRANIERE Nelle esplosioni avvenute in Sri Lanka nella mattinata di Pasqua, sono morte 290 persone. Le vittime straniere sono state 39, appartenenti a otto diverse nazionalità.
D Il volume. È in edicola, allegato al Sole 24 Ore a 0,50 euro oltre il prezzo del quotidiano, il libro L’Europa che votiamo.Si tratta di un vademecum verso il voto del 26 maggio: come funzionano le istituzioni europee, qual è la sorveglianza sui conti pubblici, come funzionano i fondi Ue.
a qualche tempo l’Unione europea ha acceso un faro sulle politiche pubbliche perseguite da alcuni Stati membri: l’erosione delle garanzie dello Stato di diritto. Alcuni segnali preoccupanti provengono infatti soprattutto dai Paesi dell’Europa dell’Est che sono entrati a far parte dell’Unione dopo la caduta del muro di Berlino. Per contrastare il rischio di derive autoritarie la Commissione europea ha pubblicato il 3 aprile una Comunicazione tesa a rafforzare la rule of law all’interno dell’Unione europea (Com (2019) 163/final). Il documento, che fa seguito ad altre iniziative anche del Parlamento europeo, ricorda anzitutto che l’Unione europea ha avviato due procedure di infrazione nei confronti della Polonia nel dicembre 2017 e contro l’Ungheria nel settembre 2018 per contestare alcune iniziative lesive dell’indipendenza della magistratura, cioè del primo presidio dello Stato di diritto. Da ultimo, proprio nelle settimane scorse, anche la Bul-
CAPOREDATTORE CENTRALE
LUNEDÌ
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UFFICIO GRAFICO CENTRALE
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Fabio Carducci (vice Roma) Balduino Ceppetelli, Giuseppe Chiellino, Laura Di Pillo, Federico Momoli, Marco Morino
Jean Marie Del Bo Alberto Orioli Alessandro Plateroti
SEGRETARIO DI REDAZIONE
Mattia Losi
ropa, il Medio Oriente e l’Africa. Ed è un caso di scuola di come l’influenza cinese sta ridisegnando gli equilibri strategici e commerciali della regione mediante le debt trap: dopo aver prestato ingenti somme per la costruzione del porto di Hambantota, sulla costa sud del Paese, Pechino ne ha assunto il controllo per 99 anni in cambio della cancellazione di una parte dei debiti di Colombo e oggi dispone di un avamposto cruciale non lontano dalle coste del proprio principale rivale regionale, l’India. È presto per dire come gli attori in gioco, domestici e non, affronteranno questa crisi. Certo è che la velocità con cui un pezzo degli apparati di sicurezza locali hanno cercato di mettere in difficoltà il proprio
Geopolitica Lo Sri Lanka occupa una posizione strategica al centro delle direttrici marittime che collegano l’Asia con l’Eu-
F RA LE 290 V ITTIM E ANCHE TRE F IG LI DEL M ILIARDARIO POV LS EN
AFP
Sri Lanka in ginocchio, fra dolore e paura È di 290 vittime e di 500 feriti il drammatico bilancio degli attentati contro la comunità cristiana avvenuti nel giorno di Pasqua nello Sri Lanka. Fra i morti,
anche tre figli (su quattro) del miliardario danese Anders Holch Povlsen. Ieri, intanto, è esplosa una nuova bomba vicino a una chiesa di Colombo.
governo dicendo di avere segnalato da giorni il rischio di un attacco è stata a dir poco sorprendente. Le tensioni etnico-religiose Se la pista del radicalismo islamico indicata dalle autorità si rivelasse corretta, per lo Sri Lanka potrebbe aprirsi un nuovo capitolo in una storia lunga e tormentata di tensioni interetniche. La piccola minoranza musulmana ha vestito per anni i panni della vittima: in parte per il suprematismo della maggioranza buddista e in parte per la parziale sovrapposizione territoriale con la più numerosa e militarizzata comunità Tamil. Una subalternità proseguita anche nell’ultimo decennio, tanto che lo scorso anno, dopo aver a lungo ignorato il problema, il governo è stato costretto a dichiarare lo stato di emergenza per frenare una serie di violenze antimusulmane che ora potrebbero trovare nuova linfa. La pista internazionale Secondo Nicola Missaglia, un analista dell’Ispi, la tesi ventilata ieri dal governo secondo cui dietro National Thowheed Jamath, la piccola organizzazione estremista locale sospettata dell’attacco, ci sarebbe un network terroristico internazionale potrebbe avere un fondamento. «Sia perché le voci di un possibile attentato sembrano essere giunte da un servizio di intelligence straniero; sia perché si è trattato di un attacco coordinato, su larga scala e logisticamente abbastanza complesso; sia perché, dopo la fine dei combattimenti in Siria, alcuni foreign fighters stanno tornando nei propri Paesi d’origine». Un influsso di “manodopera” di cui l’Asia del Sud, da anni una delle frontiere più calde dell’Islam militante, davvero non sembra avere bisogno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
di Marcello Clarich
UFFICIO CENTRALE
(sviluppo digitale e multimediale)
sia perché, dopo rimesse e tessile, è la terza fonte di valuta estera - è stato ancora più clamoroso: i 450mila arrivi del 2009 sono diventati 2,3 milioni nel 2018. L’obiettivo della Sri Lanka Tourism Development Authority di arrivare a 4 milioni di turisti nel 2020 sembra però irraggiungibile: alcune strutture hanno già visto cancellare il 20% delle prenotazioni e se l’esperienza della Tunisia del 2015 insegna qualcosa (una sessantina di vittime in due attacchi e tre anni di tempo per tornare agli arrivi pre-attentati) ci vorrà del tempo.
L’UNIONE A PROTEZIONE DELLO STATO DI DIRITTO
DIRETTORE RESPONSABILE
Roberto Bernabò
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cegliendo di colpire anche tre hotel di lusso della capitale Colombo, gli attentatori hanno preso di mira quell’industria turistica alla quale tocca il difficile compito di trasformare l’immagine dello Sri Lanka nel mondo, dopo che tra il 1983 e il 2009 il Paese era finito sulle pagine dei giornali quasi sempre per i motivi sbagliati. Colpendo a pochi mesi da una clamorosa crisi costituzionale (lo scorso ottobre a Colombo hanno convissuto due premier, uno dei quali frettolosamente riconosciuto da Pechino), hanno minato la stabilità politica di uno dei Paesi cardine della Belt and Road Initiative cinese e degli equilibri strategici dell’area indo-pacifica. Attaccando la comunità cristiana, la più avulsa dai decenni di guerra civile che hanno insanguinato il Paese, hanno aperto una nuova fessura nel precario edificio dell’equilibrio etnico-religioso instaurato dopo la fine del conflitto nel 2009. Senza contare le implicazioni - qualora i sospetti di queste ore trovassero conferma e in attesa di una rivendicazione - di una nuova fiammata (e un nuovo fronte) del terrorismo islamico. Economia A dieci anni dal sanguinoso epilogo della guerra civile tra lo Stato centrale e i separatisti Tamil del Nord-Est del Paese, lo Sri Lanka - pur tra gli alti e bassi di una vita politica a tratti convulsa - sembrava avviato verso la rinascita. Nel 2009, dopo 26 anni di guerra, il Pil di questo Paese asiatico di poco più di 20 milioni di abitanti viaggiava intorno ai 42 miliardi di dollari, mentre il dato del 2018 supera gli 88 miliardi. Un rimbalzo che nel settore turistico cruciale sia perché vale il 4,9% del Pil,
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VICEDIRETTORI:
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Adriano Attus (creative director) Francesco Narracci (art director) RESPONSABILI DI SETTORE
Marco Alfieri (Online) Luca Benecchi (Economia & Imprese) Luca De Biase (nòva.tech) Maria Carla De Cesari (Norme & Tributi) Marco Ferrando (Finanza & Mercati)
garia è entrata nel mirino per motivi legati alla lotta alla corruzione. La base normativa di queste procedure si trova nel Trattato sull’Unione europea che include nell’elenco dei valori fondanti lo Stato di diritto (articolo 2), accanto alla dignità umana, alla libertà, alla democrazia, all’eguaglianza, al rispetto dei diritti umani. In caso di “evidente rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro” di questi valori, il Consiglio può promuovere a maggioranza qualificata un procedimento di contestazione. L’esito può essere la sospensione dei diritti riconosciuti dai Trattati allo Stato membro incluso il diritto di voto in seno al Consiglio. Quest’ultima costituisce, com’è stato detto, “un’opzione nucleare”. Ma poiché questa opzione non può essere lo strumento ordinario per tutelare lo Stato di diritto, l’Unione europea si deve dotare di strumenti più modulati. Da qui una serie di proposte messe in consultazione con gli Stati membri e con altri stakeholder per raccogliere suggerimenti da includere in un do-
Attilio Geroni (Mondo) Lello Naso (Rapporti) Christian Martino (Plus24) Francesca Padula (.moda) Stefano Salis (Commenti) Alfredo Sessa (Domenica) Giovanni Uggeri (.casa)
ELABORATI CRITERI SU GARANZIE FRA CITTADINI E PA, INDIPENDENZA DEI MAGISTRATI E ANTICORRUZIONE
cumento finale della Commissione da formalizzare entro giugno. Una prima linea di azione è la promozione della rule of law anche attraverso un’opera di informazione del pubblico, di scambi di esperienze tra gli Stati membri, di elaborazione di standard minimi comuni. Una Commissione di esperti (la cosiddetta Venice Commission) ha già elaborato una griglia articolata di criteri che riguardano l’indipendenza della magistratura, le garanzie dei cittadini nei rapporti con gli apparati pubblici, le misure anticorruzione, ecc. Un’altra linea di azione mira a rafforzare lo Stato di diritto attraverso il sistema dei check and balances nazionali costituiti, per esempio, dalla trasparenza dei processi decisionali, dalle politiche anticorruzione, dall’indipendenza dei media, dalla qualità della pubblica amministrazione. Anche qui l’Unione europea può fungere da supporto agli Stati membri sui quali ricade la responsabilità primaria di garantire la rule of law. In caso di violazione dei principi dello Stato di diritto, l’Unione europea sta già sperimentando, ma deve
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ancora perfezionare, modalità di intervento anche di moral suasion (segnalazioni, ammonimenti, ecc.) da mettere in opera fin dai primi segnali di pericolo. L’attivismo delle istituzioni non può essere vissuto come un’invasione di campo che lede le prerogative nazionali. Infatti, come chiarisce la Comunicazione, lo Stato di diritto ha almeno due funzioni: creare uno spirito di fiducia reciproca tra gli Stati e i propri cittadini, essenziale per il buon funzionamento delle società democratiche; rafforzare la solidarietà e la coesione tra gli Stati membri necessarie per lo sviluppo del mercato unico e per la crescita economica, entrambe rallentate in assenza di strumenti efficaci di tutela giurisdizionale e di lotta alla corruzione. La Comunicazione rivolge a chi parteciperà alla consultazione una serie di interrogativi e di problemi sollecitando proposte. Sarebbe auspicabile che anche le nostre istituzioni, in una fase critica dei rapporti con l’Unione europea, offrissero il proprio contributo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L'ARENA
Martedì 23 Aprile 2019
Lettereal Direttore LASOCIETÀD’OGGI
L’importanza deinonni Un termine che caratterizza la vita di oggi è «precarietà». Precarietà della politica, della società, del lavoro, della vita dei giovani e della famiglia. Restando nell’ambito della famiglia, i genitori lavorano, perdono il posto, cercano un nuovo lavoro; si sposano, si separano, trovano un altro compagno... L’unico punto fisso sono i nonni: essi tengono la cucina sempre aperta, anche nei giorni festivi; si prestano per la cura dei nipoti; li ospitano durante le vacanze, fanno gli autisti, gli assistenti dei nipoti al campo-giochi, gli insegnanti del doposcuola domestico. Sono questi alcuni dei risultati dell’ultima Ricerca Ipsos, riguardante tutta Europa. Oggi in Italia i nonni sono dodici milioni. Essi sono molto più coinvolti dei coetanei europei nella cura dei figli e dei nipoti: il 44 per cento intrattiene rapporti pressoché quotidiani coi figli e nipoti, e dispensa loro informazioni e consigli, contro una media europea del 27 per cento; il 35 per cento bada ai nipoti come dei baby-sitter, contro una media del 28. I nonni italiani, specie per i genitori più giovani, sono spesso anche un supporto economico. E sotto il profilo educativo? I nonni di oggi sono figli della guerra e di gravi tensioni sociali. Avevano avuto genitori provati dalla fatica e rigidi, poco propensi al contatto fisico, alla carezza, a un bacio. Ma i nonni d’oggi hanno vissuto anche il ’68, con la contestazione sociale e famigliare. Per molti nonni non è stato facile conciliare i due periodi di forte contrasto: il rigore, rigido e formale in campo economico, morale e sociale prima del ’68, e l’inversione di tendenza degli anni successivi. Non sempre l’hanno dimostrato coi figli. Ma hanno avuto una seconda possibilità, con i figli dei figli, con i nipoti. I figli, da sempre, sono in naturale antagonismo con i genitori ma in simpatia con i propri nonni. I nonni accettano i nipoti come sono, senza rimproveri o la volontà di cambiarli. «Quando tutti ti dicono di no, chiedilo ai nonni», dice un adagio popolare. I nonni offrono gli elementi essenziali per la crescita dei nipoti: amore incondizionato, genti-
Per inviare una lettera Corso Porta Nuova, 67 - 37122 - Verona - lettere@larena.it
lezza, pazienza, umorismo, qualche lezione di vita. La generazione più giovane è la freccia, la più anziana è l’arco. Pio Cinquetti VERONA
«ILPADREDEI VIZI»
Ilvalore dell’ozio Sin da piccola «sono stata plagiata» dalla mia mamma e dalla mia nonna che più volte al giorno mi ricordavano che «l’ozio è il padre dei vizi». Questo ozio mi ha sempre messo paura, e anche i vizi li vedevo come un peccato gravissimo. Tra le tante preghiere che mi avevano insegnato una era appunto «I sette vizi capitali» della dottrina cattolica. Ricordiamoli … che forse non li ricorda più nessuno. Superbia (sfoggio della propria superiorità rispetto agli altri). Avarizia (mancanza di generosità, colui che è taccagno, ma in origine indicava la tendenza all'accumulo eccessivo ed ingiustificato, la tesaurizzazione). Lussuria (dedizione al piacere e al sesso). Invidia (desiderio malsano verso chi possiede qualità, beni o situazioni migliori delle proprie). Gola (abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola). Ira (il lasciarsi facilmente andare alla collera). Accidia (la pigrizia, l'ozio, la poca voglia di fare, l'apatia, il disinteresse verso gli altri, verso se stessi, e verso la vita). E così sono cresciuta e andata avanti con queste convinzioni. Poi lungo la strada mi sono fermata a pensare: ma siamo sicuri che oziare sia così brutto? E poi per questi vizi, non è che valga la regola: io padrone posso «oziare ed avere vizi» e tu plebeo invece lavora sempre? Perché il lavoro non è «equidistribuito»? Perché si deve lavorare così tanto fuori e dentro casa? Solo che quando mi sono fermata a pensarlo di strada ne avevo percorso già troppa… e tuttora, già attempata, acciaccata ed ancora lavoratrice, dovrei avere il coraggio di dare un calcio ad una vita vissuta correndo. Io potrei oziare ore ed ore se solo lo potessi… e senza commettere peccato alcuno. Credo che il più grave peccato sia non amare il prossimo che se segui alla lettera il comandamento «Amerai il prossimo tuo come te stesso» sei già a posto su tutto il re-
sto… che viene di conseguenza. Comunque credo che solo chi sa oziare possa essere in pace con se stesso. Se ognuno di noi lavorasse meno, quel tanto che basta per garantirci la sopravvivenza, forse nei momenti di ozio si potrebbero meglio approfondire le nostre naturali inclinazioni e magari ne guadagnerebbero le arti. Purtroppo il mio discorso non vale per i poveri disoccupati in ricerca affannosa d’impiego, a cui darei volentieri il mio visto che ho quasi 66 anni, ma per chi il lavoro lo ha. C’è gente alla ricerca affannosa soprattutto del lavoro in eccesso, ossia di chi oltre ad un lavoro da dipendente poi cerca altro lavoro e quasi sempre in nero, ovviamente perché hanno bisogno di accumulare, vivono per l’accumulo, per comperarsi case su case, auto lussuose, fare la settimana bianca, la settimana verde, la settimana Santa (in vacanza)… e i 15 giorni di vacanza annuale mare e avanti. «L’ozio di pochi può esserci solo se c’è lo sfruttamento, la fatica dei tanti», dall’ «Elogio dell'ozio» di B. Russel. L’ozio creativo è quella parte della vita che noi dobbiamo recuperare, e che le professioni della new economy ci permetterebbero di esprimere. Orari flessibili, possibilità di lavorare da casa, di giorno, di notte, quando si vuole. Di questi tempi come si spegne l’ozio? Beh togliendo una parte essenziale: la capacità di pensare, la fantasia. Se non ho fantasia come posso oziare? Standardizzando tutto anche le più piccole cose, rendere tutto accessibile, per finta ovviamente, tutto scodellato e pronto, togliendo all'individuo la capacità di critica e di osservazione. L’ozio è l’evasione della mente, è il riposo della mente che ci porta a meditare e ad avere idee. Perché il leone nella Savana passa solo due ore per procurarsi cibo e poi ozia tranquillamente all’ombra di un albero? Quanto tempo passiamo noi a procuraci denaro per sopravvivere? Non è questione di ideologia, comunismo o capitalismo, perché in entrambe le filosofie c'è chi ozia alle spalle di altri. Sfortunatamente, devo lavorare circa altri due anni per arrivare ai 67... e ritagliarmi i miei spazi di evasione fisica e mentale in altro modo, come la maggior parte della gente normale. Maria Grazia Antolini VERONA
ILDISASTRO APARIGI
Ildramma diNotreDame Le verifiche ci dicono che l'incendio di Notre Dame a Parigi è di natura colposa, ma senza dolo. Probabilmente si è verificata qualche noncuranza durante alcuni dei lavori del restauro in corso. Che lezione ci consegna questa tragedia? L’unica vera lezione che ci consegna l’incendio di Parigi è la fragilità dei nostri simboli e delle nostre certezze. Notre Dame è stata ed è l’immagine stessa della Francia. È il luogo sacro che ha fatto da palcoscenico anche a molti passaggi cruciali della vita civile e della storia transalpina e non solo. L’incendio, così spaventoso nelle sue dimensioni ma anche così incomprensibile nelle sue dinamiche, è avvenuto in una stagione tormentata e difficile della Francia. Il senso d’impotenza di fronte alle fiamme che le immagini delle tv di tutto il mondo hanno trasmesso, stride con l'immagine di «grandeur» che la Francia ha spesso dato di sé. La distruzione di Notre Dame è un danno e un dramma per tutti noi. Senza distinzioni di nazionalità, cultura o religione. Di fronte a catastrofi come questa i sentimenti che devono prevalere e affermarsi sono quelli della solidarietà e della volontà di ricostruire. Perché non è crollata semplicemente una straordinaria opera architettonica, ricca di opere d’arte, ma un pezzo della nostra civiltà e della storia dell'umanità. Andrea Savoia ALBAREDO D’ADIGE
LALIBERAZIONE
Lamemoria del25Aprile Ogni anno compaiono sempre più accese, con mia sorpresa, le polemiche sulla festività del 25 aprile. Probabilmente, con l’uscita di scena della generazione che ha dovuto subire la seconda guerra mondiale (pochissimi ancora in vita gli ex combattenti, ormai ultranovantenni) è forse andato un po’ perduto il significato originale della ricorrenza, che celebra un evento assai importante per tutti gli italiani: il ritorno della pace dopo una spaventosa guerra mondiale con
INDIFESA DELCONSUMATORE
Idirittidichiviaggiainnave Il Regolamento UE n.1177/2010 disciplina i diritti dei viaggiatori che utilizzano forme di trasporto per vie navigabili. Riguarda pertanto tutti i passeggeri che viaggiano su navi e traghetti (e in parte anche su navi da crociera) per mare, fiumi, laghi e canali. Condizione di applicabilità della normativa è che il porto di imbarco o di sbarco si trovi in uno degli Stati membri Ue e il servizio sia effettuato da un vettore dell'Unione. Sono esclusi dalla normativa i viaggi eseguiti con piccole imbarcazioni con trasporto di massimo 12 persone, oppure con equipaggio di 3 persone ovvero senza mezzi di propulsione meccanica. Inoltre l'esclusione riguarda anche i viaggi brevi, la cui distanza complessiva di sola andata sia inferiore di 500 metri, i viaggi su riproduzioni di navi storiche (progettate prima del 1965), che non trasportino più di 36 passeggeri, nonché viaggi con navi da escursione diverse dai mezzi per crociere. I diritti previsti dal Regolamento sono irrinunciabili. Non possono pertanto essere oggetto di limitazione o rinuncia. Vediamoli in dettaglio. Diritto di informazione. Entro 30 minuti dalla partenza il passeggero deve ricevere le informazioni su orari di partenza e di arrivo stimato. In caso di cancellazione o
oltre 70 milioni di morti complessivi, la fine di un incubo dal quale quasi ogni famiglia uscì con dei lutti alle spalle. Indipendentemente dalle proprie posizioni politiche di parte penso che ogni italiano dovrebbe fare memoria di tutto ciò. Vincenzo Zamboni VERONA
SANITÀPUBBLICA
Lacarenza dimedici La Regione Veneto ha pensato di richiamare in servizio i medici andati in pensione, quale conseguenza della carenza di personale medico da inserire, da subito, nelle aziende ospedaliere. Analogo problema, tra non molto, toccherà anche la medicina di base.
ORTO di casa per le 4 stagioni
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Davide Cecchinato (adiconsumverona.it)
ritardo del viaggio superiore ai 90 minuti il viaggiatore può scegliere tra un trasporto alternativo che lo conduca alla destinazione finale oppure il rimborso del biglietto e, se necessario, il ritorno al punto di partenza. Nello specifico, in ipotesi di ritardi superiori ai 90 minuti il consumatore ha diritto all'assistenza con pasti e bevande. Se necessario la compagnia marittima deve anche assicurare fino a 3 pernottamenti (escluso il trasporto verso e dal luogo di pernottamento). Inoltre il passeggero ha diritto alla compensazione pecuniaria che varia dal 25 fino al 50% del costo del biglietto. Si ha diritto alla compensazione pecuniaria del 25% in caso di: - ritardo di 1 ora se la durata del servizio regolare è fino a 4 ore; - ritardo di 2 ore se la durata del servizio regolare è compresa fra 4 e 8 ore; - ritardo di 3 ore se la durata del servizio regolare è compresa
fra 8 e 24 ore; - ritardo di 6 ore se la durata del servizio regolare è superiore a 24 ore. La compensazione pecuniaria del 50% del costo del servizio è ottenibile in caso di raddoppio delle ore di ritardo indicate nei punti sopra descritti. Da ultimo è opportuno precisare che il consumatore non ha diritto alla compensazione pecuniaria nel caso in cui sia in possesso di un cd “biglietto aperto” ovvero un titolo di viaggio senza data e/o orario prestabilito. Nonché se il viaggiatore è stato informato, prima dell'acquisto del servizio, in merito alla cancellazione o ritardo del viaggio. Oppure se il trasporto non viene eseguito a causa di gravi condizioni meteorologiche avverse che mettano a rischio la sicurezza del viaggio. Per reclamare in merito al disservizio subito il consumatore deve inviare una contestazione entro 2 mesi dalla data in cui ha subito il disagio.
Temi delicati e difficili che dovranno trovare, fuori dall’emergenza, una soluzione strutturale. L’argomento interessa 50&Più- associazione per la terza età- aderente a Confcommercio. In un’epoca nella quale ogni cosa viene velocemente consumata, nella quale si tende a bruciare le tappe, nella quale chi è avanti con gli anni corre il rischio di non essere più attuale, è bello vedere che la terza età viene, nella Sanità pubblica veneta, considerata una risorsa. Una risorsa concreta, non una semplice espressione di volontà, uno slogan che si coglie negli interventi di relatori in alcuni convegni o si sente nei dibattiti televisivi. Le esperienze che discendono dal vissuto sono un valore che non deve essere disperso, perché credo siano utili a molti settori della società,
ma sopratutto al mondo giovanile. Una presenza attiva della terza età che non deve essere ingombrante, che non deve assolutamente invadere gli spazi acquisiti dalle nuove leve, le quali sono ricche di energia, preparate e tecnicamente avanzate, in particolare sui sistemi tecnologici. Uno stare assieme per apprendere, nel quale il «passato» trasmette al «presente» conoscenze, esperienze finalizzate ad un futuro basato sul miglioramento continuo, fattore essenziale per competere in un mondo reso sempre più complesso dalla globalizzazione. Ma non dimentichiamo che le difficoltà del futuro, possono, talvolta, trovare una chiave di lettura nella storia in ragione dei suoi flussi e riflussi. Giorgio Sartori
PRESIDENTE PROVINCIALE 50&PIÙ VERONA
“Fare l’orto” è una terapia intensiva contro lo stress e la malinconia. Dalla progettazione degli spazi alla preparazione del terreno, dalla produzione “fai da te” delle sementi alla coltivazione secondo le fasi lunari. Un volume che insegnerà a creare e coltivare al meglio il proprio orto mantenendolo in salute durante tutto l’anno. Consigli, tecniche di coltura e numerose indicazioni sulle caratteristiche, i tempi di semina, raccolta e conservazione delle diverse tipologie di ortaggi.
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MARTEDÌ 23 APRILE 2019 LA NUOVA
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Centri commerciali aperti l’assessore contro le aperture
Nave de Vero
Marcato non molla «Nelle feste comandate negozi chiusi per legge»
Valecenter a Marcon
Outlet Village di Noventa di Piave L’assessore regionale al commercio Roberto Marcato
una rivoluzione culturale e morale che solo il cristianesimo può portare. La vita votata al dio denaro, il vitello d'oro di storica memoria biblica, sta sterilizzando la gente, che non ha più la forza di ribellarsi: oggi tutto è bevibile, se non ci svegliamo saremo in catene senza accorgercene». SERVONO DEI PALETTI
«Siamo alle solite» commenta il direttore di Ascom Confcom-
mercio, Dario Corradi «ci sono troppi interessi e poteri forti e con gli slogan non si governa il Paese. La cosa migliore sarebbe stabilire le festività religiose e civili in cui è tassativo chiudere, il resto si discute. Città turistiche, non turistiche, monumenti e non, parliamo pure finché vigliamo, ma intanto mettiamo dei paletti. Piangere sul latte versato non si può: da quando hanno costruito i centri commerciali e da quando è
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entrato in vigore il decreto Monti sono passati troppi anni, le abitudini si sono trasformate e non c’è volontà di affrontare l’argomento se non con slogan, per questo si dovrebbe per prima cosa mettere un freno e decidere le festività del calendario in cui tenere tutti chiuso, sul resto si apre un dibattito. E’ ora che i partiti la smettano di fomentare aspettative che non sanno mantenere». —
«Siamo in trepidante attesa, speriamo si diano una mossa perché il mondo del commercio attende la modifica e l’incertezza non fa bene a nessuno». L’assessore regionale al Commercio, Roberto Marcato, non ha mai cambiato idea in materia di aperture, stretta alla deregulation e revisione del decreto Monti che ha liberalizzato orari domeniche e festività: ha dato vita a un tavolo etico assieme alle parti, universo laico, religioso, sindacati, imprenditori, commesse. «La mia proposta di legge statale portata in giunta» spiega «prevedeva proprio la chiusura delle attività in tutte e 12 le feste canoniche previste dal nostro calendario istituzionale e religioso, vale a dire Pasqua, Pasquetta, Natale, Primo Maggio e via dicendo, non ho chiesto chissà quali cose. Punti fermi che devono valere per
tutti, perché se lasciamo una breccia tutti gli altri a ruota tengono aperto». Prosegue: «Un provvedimento omogeneo che avrebbe dovuto valere per tutte le regioni, e che attendiamo venga ripreso in mano. Tra l’altro dobbiamo ricordare che in Veneto le attività commerciali a differenza di altre regioni come la Lombar-
La proposta è sul tavolo del governo «Speriamo si sbrighino a votarla» dia o il Piemonte, sono per la stragrande maggioranza a conduzione a famigliare: da noi c’è il “casoin”, il negozio di scarpe gestito da madre e figlia che dovrebbero rimanere aperte tutto il giorno, sette giorni su sette e dodici mesi l’anno, pura
follia. Penso a realtà tipo le librerie, ce ne sono pochissime e tenute in piedi da poche persone, non hanno margini per assumere, fungono da presidi culturali e rischiano di chiudere per liberalizzare in nome del "dio denaro". Eppure in e Spagna, Francia, Germania, Austria, da sabato alle 15 a lunedì è tutto chiuso, compresa Barcellona. I locali sono aperti, si mangiano ottime tapas, ma i negozi di abbigliamento sono chiusi e sono Paesi con un pil superiore al nostro. Se non c’è una razionalizzazione andrà sempre peggio». Ragiona ancora l’assessore Marcato: «Serve una riflessione pesantissima sui grandi ipermercati e centri. Siamo davvero convinti che le richieste che giacciono nei cassetti delle amministrazioni siano rispondenti all’effettiva capacità di vendita? Non rischiano di diventare cattedrali nel deserto? Case per topi? In America fanno marcia indietro, prima dovremmo domandarci quanto si vende. Aprire tutto e sempre quando chi ha inventato i templi dello shopping mette un freno, presuppone una riflessione. Io il problema me lo sono posto, e mediante una nuova norma costringo i comuni che vogliono realizzare grandi strutture di vendita ad avere il consenso dei comuni confinanti. Altrimenti, come accaduto in passato, un piccolo comune dava l’ok, introitava gli oneri e il Comune confinante si prendeva il traffico e suoi negozi chiudevano». Infine: «Oggi c’è un concorrente silenzioso – conclude Marcato – che si chiama e-commerce che dieci anni fa non c’era e del quale dobbiamo tenere conto». — M.A.
LO SCANZONATO AUTORITRATTO DI UN NOBILE VENEZIANO D’OGGI
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Storie di fortune e di crolli, di stravaganze e perversioni, di tradimenti e vanità, di snobismi e di gran signorilità, di una classe dirigente poco conosciuta perché ancora impermeabile ai mass media.
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 LA NUOVA
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MESTRE
E mail cronaca.mestre@nuovavenezia.it MestreVia Poerio, 34 Centralino041/50.74.611 Fax 041/95.88.56 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 041/396.981
politicHe sociali e lavoro
Un anno di reddito di inclusione attiva Seicento beneficiari, spesi 700 mila euro Venturini: «Progetti cofinanziati da Regione e Comuni. Una risposta concreta per chi non avrà il reddito di cittadinanza» Mitia Chiarin Politiche di sostegno all’autonomia di persone che vivono in povertà, nella marginalità sociale e psicologica, e che un lavoro manco pensano di poterlo trovare. In questi tempi di corsa al reddito di cittadinanza, altre politiche di aiuto sociale resistono e funzionano ma sono pressoché ignote ai più. Lo evidenzia il report del bilancio 2018-2019 del Ria, il reddito di inclusione attiva finanziato da quattro anni dalla Regione Veneto in compartecipazione con i Comuni, redatto dalle Politiche sociali di Venezia che hanno la cabina di regia del progetto. «Si tratta di percorsi di aiuto che non sono solo un sostegno al reddito ma aiutano le persone in percorsi di autonomia e di uscita dalla marginalità. Parliamo di persone che rischiano di restare fuori dal reddito di cittadinanza perché non sanno neanche scrivere un curriculum per la ricerca del lavoro. Lo strumento del reddito di inclusione, il Ria, continua ad esistere ma pochi lo sanno», dice l’assessore comunale Simone Venturini. Altra cosa è il Rei (reddito di inclusione sociale) che era stato pensato dal governo Gentiloni, come prosecuzione delle misure contro la povertà, ed è stato soppresso con l’introduzione del reddito di cittadinanza. «Il nostro giudizio sulla nuova misura resta pieno di dubbi», dice Venturini che ammette che «la confusione è tantissima e non aiuta». Il Rei, rispetto al reddito di cittadinanza del governo Lega-M5s, ricorda Venturini «che ha come requisito fondamentale il ri-
spetto del tetto di reddito, prevedeva percorsi di tipo sociale che oggi resistono nella misura del reddito di inclusione Ria con percorsi differenziati e il coinvolgimento di associazioni, terzo settore e mondo del volontariato in cui coinvolgere le persone che cercano autonomia. «Le aspettative, troppo alte, sugli effetti del reddito di cittadinanza creano un diffuso malcontento», evidenzia l’assessore. Sono quasi 600 in provincia le persone che nel 2018 hanno seguito percorsi sociali e di reinserimento lavorativo con il Ria. Sono 171 gli utenti in 17 Comuni di Miranese e Mirese; 41 in 5 Comuni del Veneto Orientale e ben 345 nell’ex Usl 12 ( comprende Marcon, Quarto d’Altino, Cavallino Treporti) con Venezia che fa la parte del leone sia per utenti che per il ruolo di cabina di regia, con oltre 421 mila euro di contributi cofinanziati. A livello provinciale l’investimento complessivo supera i 700 mila euro di cofinanziamento tra enti e Regione. I contributi vanno mediamente dai 150 ai 300 euro al mese. I beneficiari si dividono quasi a metà tra donne e uomini (punta del 58% di maschi a Venezia), con un buon 75 per cento di italiani e con una predominanza di adulti tra i 36 e i 55 anni e over 55. I percorsi hanno coinvolto anche disabili e minori a rischio di dispersione scolastica con inserimenti lavorativi, tirocini, percorsi personalizzati. Il 52 per cento degli utenti dal primo trimestre 2019 lavora stabilmente. Per il 60 per cento sono persone che hanno concluso il percorso con una nuova prospettiva di vita. —
CROMASIA
REDDITO DI CITTADINANZA FONDI NAZIONALI
i più poveri
dati dal 1.1.2018 al 31.1.2019
Provincia di Venezia-dati aprile 2019
Agli sportelli c’è tanta confusione sulle misure
DOMANDE ACCOLTE
345 nei comuni di VENEZIA, MARCON ,QUARTO D'ALTINO, CAVALLINO TREPORTI E VENEZIA per
171 nei Comuni del MIRANESE E MIRESE per
226.268 €
557 beneficiari
421.070 € complessivi
complessivi
41 nei VENETO ORIENTALE per
59.120 € complessivi
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
reDDito Di cittaDinanza
Inps: 2.600 domande accolte Il 70% prende più di 300 euro A che punto siamo con il reddito di cittadinanza? L’ultimo aggiornamento dell’Inps è del 18 aprile scorso. Su 448 mila e 337 domande accolte a livello nazionale (su 681.736 presentate) quelle del Veneto sono poco più di 13 mila per le accolte su 22.215 presentate. Numeri che confermano un sostanziale disinteresse nella nostra regione per questo tipo di misura di sostegno al reddito e alla ricerca di un
CROMASIA
REDDITO DI INCLUSIONE ATTIVAFONDI REGIONALI E COMUNALI
lavoro. La provincia di Venezia risulta seconda per domande accolte con 2.609 richieste che hanno ottenuto il via libera. Prima è Padova con 2.720 domande accolte. Ma Venezia ha a livello regionale il primato delle domande respinte che sono state finora 1.705 contro le 1.685 di Padova e le 1.645 di Verona. Sull’efficacia del provvedimento pesano anche le polemiche sull’importo degli asse-
gni, più bassi del previsto. Oltre il 70% degli assegni supera i 300 euro , spiega una nota sempre dell’Inps del 19 aprile. Gli importi sopra i mille euro sono il 5,4 delle domande; gli importi da 750 a mille euro sono il 16 per cento. olo il 7,5 per cento si deve accontentare di importi tra i 40 e i 50 euro. Il 50% è compreso tra la fascia dei 300 e i 750 euro. Cifre che hanno creato più di un malcontento per l’im-
porto esiguo e che rischiano comunque manco di esserci per quelle persone che vivono una situazione di forte marginalità sociale e che senza percorsi di autonomia rischiano di restare esclusi come dimostra l’esperienza del reddito di inclusione attiva. Misura che sopravvive mentre il Rei è stato cancellato: ne beneficiavano 667 nuclei familiari veneziani nel 2018 a fronte di domande presentate da altre 1.500 persone rimaste escluse. A Venezia città sono circa 2.500 le situazioni monitorate perché a rischio povertà estrema. Un numero di poco inferiore alle domande di reddito di cittadinanza accolte a livello provinciale finora. — M.Ch.
DOMANDE RESPINTE
Sigle diverse per servizi diversi. Il reddito di cittadinanza è la misura varata dal governo giallo-verde. Prende il posto del Rei (inclusione sociale) ma non sostituisce il Ria (inclusione attiva). —
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politicHe sociali e lavoro
Un anno di reddito di inclusione attiva Seicento beneficiari, spesi 700 mila euro Venturini: «Progetti cofinanziati da Regione e Comuni. Una risposta concreta per chi non avrà il reddito di cittadinanza» Mitia Chiarin Politiche di sostegno all’autonomia di persone che vivono in povertà, nella marginalità sociale e psicologica, e che un lavoro manco pensano di poterlo trovare. In questi tempi di corsa al reddito di cittadinanza, altre politiche di aiuto sociale resistono e funzionano ma sono pressoché ignote ai più. Lo evidenzia il report del bilancio 2018-2019 del Ria, il reddito di inclusione attiva finanziato da quattro anni dalla Regione Veneto in compartecipazione con i Comuni, redatto dalle Politiche sociali di Venezia che hanno la cabina di regia del progetto. «Si tratta di percorsi di aiuto che non sono solo un sostegno al reddito ma aiutano le persone in percorsi di autonomia e di uscita dalla marginalità. Parliamo di persone che rischiano di restare fuori dal reddito di cittadinanza perché non sanno neanche scrivere un curriculum per la ricerca del lavoro. Lo strumento del reddito di inclusione, il Ria, continua ad esistere ma pochi lo sanno», dice l’assessore comunale Simone Venturini. Altra cosa è il Rei (reddito di inclusione sociale) che era stato pensato dal governo Gentiloni, come prosecuzione delle misure contro la povertà, ed è stato soppresso con l’introduzione del reddito di cittadinanza. «Il nostro giudizio sulla nuova misura resta pieno di dubbi», dice Venturini che ammette che «la confusione è tantissima e non aiuta». Il Rei, rispetto al reddito di cittadinanza del governo Lega-M5s, ricorda Venturini «che ha come requisito fondamentale il ri-
spetto del tetto di reddito, prevedeva percorsi di tipo sociale che oggi resistono nella misura del reddito di inclusione Ria con percorsi differenziati e il coinvolgimento di associazioni, terzo settore e mondo del volontariato in cui coinvolgere le persone che cercano autonomia. «Le aspettative, troppo alte, sugli effetti del reddito di cittadinanza creano un diffuso malcontento», evidenzia l’assessore. Sono quasi 600 in provincia le persone che nel 2018 hanno seguito percorsi sociali e di reinserimento lavorativo con il Ria. Sono 171 gli utenti in 17 Comuni di Miranese e Mirese; 41 in 5 Comuni del Veneto Orientale e ben 345 nell’ex Usl 12 ( comprende Marcon, Quarto d’Altino, Cavallino Treporti) con Venezia che fa la parte del leone sia per utenti che per il ruolo di cabina di regia, con oltre 421 mila euro di contributi cofinanziati. A livello provinciale l’investimento complessivo supera i 700 mila euro di cofinanziamento tra enti e Regione. I contributi vanno mediamente dai 150 ai 300 euro al mese. I beneficiari si dividono quasi a metà tra donne e uomini (punta del 58% di maschi a Venezia), con un buon 75 per cento di italiani e con una predominanza di adulti tra i 36 e i 55 anni e over 55. I percorsi hanno coinvolto anche disabili e minori a rischio di dispersione scolastica con inserimenti lavorativi, tirocini, percorsi personalizzati. Il 52 per cento degli utenti dal primo trimestre 2019 lavora stabilmente. Per il 60 per cento sono persone che hanno concluso il percorso con una nuova prospettiva di vita. —
CROMASIA
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i più poveri
dati dal 1.1.2018 al 31.1.2019
Provincia di Venezia-dati aprile 2019
Agli sportelli c’è tanta confusione sulle misure
DOMANDE ACCOLTE
345 nei comuni di VENEZIA, MARCON ,QUARTO D'ALTINO, CAVALLINO TREPORTI E VENEZIA per
171 nei Comuni del MIRANESE E MIRESE per
226.268 €
557 beneficiari
421.070 € complessivi
complessivi
41 nei VENETO ORIENTALE per
59.120 € complessivi
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
reDDito Di cittaDinanza
Inps: 2.600 domande accolte Il 70% prende più di 300 euro A che punto siamo con il reddito di cittadinanza? L’ultimo aggiornamento dell’Inps è del 18 aprile scorso. Su 448 mila e 337 domande accolte a livello nazionale (su 681.736 presentate) quelle del Veneto sono poco più di 13 mila per le accolte su 22.215 presentate. Numeri che confermano un sostanziale disinteresse nella nostra regione per questo tipo di misura di sostegno al reddito e alla ricerca di un
CROMASIA
REDDITO DI INCLUSIONE ATTIVAFONDI REGIONALI E COMUNALI
lavoro. La provincia di Venezia risulta seconda per domande accolte con 2.609 richieste che hanno ottenuto il via libera. Prima è Padova con 2.720 domande accolte. Ma Venezia ha a livello regionale il primato delle domande respinte che sono state finora 1.705 contro le 1.685 di Padova e le 1.645 di Verona. Sull’efficacia del provvedimento pesano anche le polemiche sull’importo degli asse-
gni, più bassi del previsto. Oltre il 70% degli assegni supera i 300 euro , spiega una nota sempre dell’Inps del 19 aprile. Gli importi sopra i mille euro sono il 5,4 delle domande; gli importi da 750 a mille euro sono il 16 per cento. olo il 7,5 per cento si deve accontentare di importi tra i 40 e i 50 euro. Il 50% è compreso tra la fascia dei 300 e i 750 euro. Cifre che hanno creato più di un malcontento per l’im-
porto esiguo e che rischiano comunque manco di esserci per quelle persone che vivono una situazione di forte marginalità sociale e che senza percorsi di autonomia rischiano di restare esclusi come dimostra l’esperienza del reddito di inclusione attiva. Misura che sopravvive mentre il Rei è stato cancellato: ne beneficiavano 667 nuclei familiari veneziani nel 2018 a fronte di domande presentate da altre 1.500 persone rimaste escluse. A Venezia città sono circa 2.500 le situazioni monitorate perché a rischio povertà estrema. Un numero di poco inferiore alle domande di reddito di cittadinanza accolte a livello provinciale finora. — M.Ch.
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MARTEDÌ 23 APRILE 2019 LA TRIBUNA
CONEGLIANO
soPraLLuogo suL ViaDotto storico a susegana
gaiarine
san VenDeMiano
Appello per salvare il by-pass «Può dimezzare il traffico»
Si ustiona alla grigliata Sotto shock gli amici
Lista “NuOvo” Olindo Cettolin nella squadra di Bettin
Per l’Anas però è una prospettiva quasi irrealizzabile: si va verso la demolizione Oggi il presidente Zaia e l’ad Simonini discuteranno anche del ponte di Vidor SUSEGANA. Settimana impor-
tante per l’Anas in Provincia di Treviso. Oggi, a Ponte della Priula, l’amministratore delegato Massimo Simonini farà il punto con il governatore Luca Zaia sui lavori di riqualificazione dello storico manufatto sul Piave e annuncerà quando verrà riaperto. Sabato prossimo l’Anas metterà a disposizione il nuovo traforo di Sant’Augusta per la prima ricognizione, a piedi, in attesa che la circonvallazione di quella città venga aperta (probabilmente il prossimo autunno). Zaia coglierà l’occasione per ripresentare al vertice dell’Anas il problema del ponte di Vidor, soprattutto nella prospettiva che, come vorrebbero i sindaci del territorio, venga ricostruito più a valle.
Nicholas Favaro
Marzia Bottecchia
Danilo Papa
Olindo Cettolin
Monica Bazzo
Andrea Mazzaracca GAIARINE. Andrea Mazza-
IL DESTINO DEL BYPASS
Ma c’è anche una fantasia che si sta materializzando: il ponte Bailey ha funzionato così bene che c’è chi, a Ponte della Priula, a Susegana e nella Destra Piave è tentato di proporre che non venga distrutto. Alcuni sindaci hanno fatto un vero appello, nei mesi scorsi. Ma l’anno scorso, all’inaugurazione del cantiere, i dirigenti dell’Anas del tempo si sono impegnati con il presidente Zaia a smantellarlo subito dopo il ritorno del traffico sulla sede storica della Pontebbana e Zaia stesso si era fatto assicurare l’eliminazione della bretella alternativa riconoscendone l’impatto ambientale. Dal “nuovo” ponte, infatti, il Bailey viene
Francesca Da Dalt
Il cantiere per il restauro del ponte sul Piave è in via di completamento
percepito come un pugno nello stomaco per chi osserva verso il paesaggio collinare con sullo sfondo le Prealpi. C’è da aggiungere, inoltre, che la deviazione ha costretto l’Anas ad interrompere il viale della Rimembranza, che porta all’area monumentale che dà sul Piave, e a tagliare alcuni cipressi; è evidente che questo “sfregio” temporaneo esige di essere riparato. È anche vero, però, che il Bailey ha rappresenta-
to una valida alternativa nell’emergenza e potrebbe dimezzare il traffico sul viadotto storico restaurato. Sarà dunque interessante seguire il dibattito che si svilupperà sulla sua sorte. VERSO LA RIAPERTURA
Viva attesa, intanto, a Susegana e a Nervesa per quanto dirà oggi Simonini sulla riapertura del ponte rifatto. Sono già state installate le pedane in acciaio delle piste ci-
clabili. Gli operai sono al lavoro per ultimare la soletta sulla quale si poserà l’asfalto ed anche i caratteristici parapetti sono pressoché tutti ultimati. Con Zaia e Simonini ci saranno oggi anche i sindaci di Susegana, Vincenza Scarpa, e di Nervesa, Fabio Vettori, e il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon. Appuntamento alle 12. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
racca, 19 anni, residente ad Annone Veneto, è ricoverato in condizioni gravissime al Centro Grandi Ustioni di Padova, per un incredibile incidente domestico accaduto in un'abitazione in cui era ospite, nella località annonese di Spadacenta, attorno alle 2 di notte della domenica di Pasqua. Andrea era in compagnia di altri 4 ragazzi, due annonesi, uno di Gaiarine e l'altro di Motta. Uno dei presenti ha avuto l'idea di riscaldare l'ambiente, gettando della benzina sulla griglia utilizzata poche ore prima per cenare e trascorrere il sabato santo in attesa della festività. I vapori hanno investito in pieno Andrea, e le fiamme lo hanno avvolto in pieno. Gli amici hanno cercato di spegnerlo con l'acqua, e gettandogli addosso persino le bibite. Il padrone di casa lo ha caricato in automobile e lo ha trasportato all'ospedale di Portogruaro. Erano circa le 3. Qui Andrea è stato sottoposto alle prime cure. Sul corpo c'era la presenza di ustioni di secondo e di terzo grado. Domenica mattina, attorno alle 10, è stato trasportato al reparto grandi ustioni di Padova. — R.P.
SAN VENDEMIANO. Il candidato sindaco Giorgio Bettin della lista civica NuOvo ha presentato ieri un gruppo di altri candidati consiglieri della sua lista. Ci sono: Francesca Da Dalt, classe 1991, consulente del lavoro; Nicholas Favaro, geometra di 34 anni, residente a Fossamerlo; Marzia Bottecchia, tesoriere dell’associazione Sofia Onlus per i bambini trapiantati di fegato di Padova; Danilo Papa, classe 1956, dirigente aziendale; Olindo Cettolin, classe 1960, impiegato in uno studio notarile, già consigliere comunale per tre mandati a San Vendemiano; Monica Bazzo, classe 1974, di professione psicologa. A San Vendemiano sarà una sfida elettorale a due: Giorgio Bettin contro Guido Dussin, sindaco uscente e ricandidato dalla Lega. —
Sessantanovesima edizione di una manifestazione molto sentita La promuovono Bruno Padovan e il Comune di San Fior
La benedizione di tutti i veicoli tradizione da sanfioresi “doc” LA CERIMONIA
ubblico delle grandi occasioni ieri a San Fior per la 69esima benedizione dei veicoli patrocinata da Comune e sostenuta da anni da Bruno Padovan, sanfiorese doc e autotrasportatore. Lo hanno aiutato i collaboratori e l'associazione San Fior E20, la benedizione è avvenuta presso l'area ricreativa di via Mel. Un centinaio di veicoli (camion industriali, d'epoca, auto, moto, bici ecc.) hanno partecipato al raduno e alla benedizione del parroco don Luca. «Si tratta di tradizioni che devo-
P
I promotori dell’evento nell’area ricreativa di via Mel
no essere tramandate perché rischiano di scomparire - dice l’Assessore allo sport e all’Associazionismo Luigi Tonetto
- un momento di convivialità e di valori. Segnali che dimostrano la valenza di un territorio che ama le tradizioni». —
MARTEDÌ 23 APRILE 2019 LA TRIBUNA
VITTORIO VENETO - ODERZO
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motta di livenza
In casa decine di anabolizzanti, denunciato Blitz dei carabinieri in casa di un cinquantenne del paese: sequestrate dai militari diverse confezioni di sostanze proibite Marco Filippi MOTTA DI LIVENZA. Sostanze
anabolizzanti che alterano le prestazioni agonistiche degli atleti. È quanto i carabinieri della stazione di Motta hanno scoperto nella casa di un cinquantenne del posto, pochi giorni fa, dopo una perquisizione mirata. Farmaci, pare, comprati all’estero, addirittura fuori dal confini del continente europeo, al di fuori di ogni controllo, tanto da risultare sospetti, senza alcuna garanzia quanto alle modalità e al luogo di fabbricazione. I carabinieri della stazione di Motta ci sono arrivati dopo una breve
indagine. I militari dell’Arma sono venuti infatti a sapere che l’uomo, un volto già noto alle forze dell’ordine, era sospettato di trafficare in sostanze dopanti, provenienti non tanto da farmacie ospedaliere o dispensari, come in passato è capitato, ma da ordinazioni via web. L’uomo è stato denunciato per detenzione illecita di farmaci e di sostanze per alterare prestazioni agonistiche degli atleti. Probabilmente, a mettere i carabinieri sulle tracce dell’uomo, un volto a loro noto, è stata la classica soffiata. I militari dell’Arma della stazione di Motta di Livenza hanno iniziato discretamen-
te a monitorare i movimenti del cinquantenne del posto, fino a decidere di agire quando erano sicuri che in casa avrebbero trovato quanto sospettavano. Il blitz, avvenuto una settimana fa, ha permesso ai militari dell’Arma di mettere le mani su decine di confezioni di sostanze proibite che sono state opportunamente sequestrate e che hanno valso al sospettato una denuncia per detenzione di sostanze dopanti. I militari dell’Arma stanno ora indagando per riuscire a capire da dove provenisse il materiale proibito, ordinato probabilmente via web o attraverso canali noti agli “addetti ai lavori”. —
levada: un ferito
Si schianta contro il muretto di una recinzione
Sostanze dopanti
Borgo piai
tarzo
Ventenne aggredita da un cinquantenne in sella alla bicicletta
Fiamme dolose nel castagneto comunale
FREGONA. Ventenne vittoriese aggredita da un cinquantenne per una mancata precedenza. E ora è caccia all’aggressore. L’episodio è avvenuto la vigilia di Pasqua, intorno alle 11.30, sulla strettoia di Borgo Piai. La giovane era alla guida di una Fiat Punto, l’uomo sulla cinquantina, era in sella alla sua bicicletta. A causa dell’infrazione, il ciclista ha iniziato a lanciare accuse contro la giovane. A quel punto la ragazza ha provato a scendere dall’abitacolo, ma l’uomo le ha chiuso violentemente la portiera su una gamba. La ventenne è comunque riuscita ad uscire dalla sua Fiat Punto per tentare di far valere le sue ragioni, ma le cose non sono affatto cambiate. Sono continuati insulti pesanti da parte dell’uomo, seguiti da sputi e da un violento schiaffo in pieno volto. La ragazza sotto choc è stata soccorsa da alcuni passanti, mentre l’uomo se la dava a gambe in
direzione di Vittorio Veneto. Il tratto di strada di Borgo Piai è in salita. Al momento non è ancora chiaro chi abbia commesso l’infrazione. In teoria toccherebbe a chi scende fermarsi, in questo caso al ciclista. Stando ai racconti, macchina e bici si sarebbero comunque bloccati a diversi metri l’uno dall’altro. Subito dopo è iniziato il diverbio e l’aggressione. L’uomo è stato descritto come alto e magro, con una punta nasale tondeggiante e arrossata. La vigilia di Pasqua indossava casco, occhiali da sole e una tuta da ciclista azzurra, mentre la bici era di colore rosso. Parlava inoltre in stretto dialetto veneto. L’episodio ha sconvolto il piccolo borgo e ha fatto il giro dei social network. Del fatto sono stati informati i carabinieri che stanno svolgendo indagini per risalire all’autore dell’aggressione. — F.G.
L’allarme è stato dato da alcuni ragazzi che hanno aiutato i soccorritori a spegnere il fuoco Zanoni da Zaia: «Numero allarmante di incendi» TARZO. Brucia il castagneto co-
munale di Tarzo. A lanciare l’allarme alcuni ragazzi che hanno aiutato i soccorritori a spegnere le fiamme e salvare il bosco. L’incendio, di quasi certa origine dolosa è avvenuto nel pomeriggio di Pasqua. Il sindaco Vincenzo Sacchet lancia un appello: «Chi ha visto qualcosa contatti subito il sottoscritto o le forze dell’ordine». L’incendio boschivo ha interessato un’area di circa 1500 metri quadrati nel castagneto di Tarzo. Grazie al tempestivo intervento dei soccorritori le fiamme hanno interessato il sottobosco, mentre sono state risparmiate le piante. A spegnere il rogo sono intervenute
diverse squadre di vigili del fuoco, i volontari antincendio Avab e gli stessi ragazzi che avevano lanciato l’allarme. A seguire le operazioni di spegnimento anche il primo cittadino di Tarzo. Troppi frequenti gli incendi sulla pedemontana per non avanzare l’ipotesi di dolo. A tal proposito il consigliere regionale Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione in Regione. «Sono ben dieci in appena sette giorni gli incendi divampati tra il 19 e il 26 marzo nelle aree boschive della Pedemontana del Cansiglio, un numero allarmante: siamo sicuri che le cause siano esclusivamente naturali?». È quanto chiede Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, in un’interrogazione in cui domanda alla Regione se siano state effettuate delle verifiche per scongiurare l’ipotesi di dolo.
ponte di piave
salvato dal soccorso alpino e dal suem
I Nas sequestrano ingredienti scaduti
Escursionista di Cordignano bloccato sul Pian de la Pita
PONTE DI PIAVE. Maxi seque-
stro nella mattinata del Sabato Santo in una struttura situata nel territorio di Ponte di Piave, dove i carabinieri del Nas hanno rinvenuto oltre 270 chili di ingredienti e semilavorati scaduti che probabilmente erano in procinto di essere impiegati nella realizzazione di dolciumi e colombe che a Pasqua sarebbero finite sulle tavole di buona parte della Marca. Il relativo sequestro operato dai mili-
tare del Nas ha fatto scattare i sigilli su merce dal valore complessivo di 10mila euro: il proprietario dello stabile in cui è stato rinvenuto il materiale si vedrà recapitare una sanzione amministrativa. Un altro sequestro simile era stato messo a segno a Quinto dai carabinieri del Nas, dove erano stati sequestrati 80 chili di materiale scaduto o stoccato senza il rispetto della normativa in vigore. — N. B.
L’elisoccorso del Soccorso Alpino
Incidente per fortuna senza gravi conseguenze poco prima delle 6 della domenica di Pasqua a Levada, in via San Nicolò. Un cittadino senegalese di 44 anni residente nel territorio di Ponte di Piave ha perso il controllo della vettura che stava guidando e si è schiantato contro il muretto di recinzione di una delle abitazioni che sorgono lungo la strada per cause an-
cora da accertare. Il conducente della vettura ha riportato ferite non gravi ed è stato soccorso dal personale del Suem 118. L’incidente, uno dei molti occorsi la notte di Pasqua nella Marca, ha seguito di quasi 24 ore un altro schianto avvenuto nella zona della frazione di Ponte di Piave. Verso le 7 di Sabato Santo due auto si erano scontrate frontalmente lungo la Postumia forse per una distrazione o un colpo di sonno. Le conseguenze, tuttavia, erano state più serie: una delle due conducenti, il cui mezzo aveva finito la propria corsa nel fossato che costeggia la Sr53, aveva riportato ferite gravi.
L’incendio in un bosco
Alla giunta Zaia il consigliere democratico trevigiano chiede l’estensione della superficie interessata dagli incendi e soprattutto, se siano sono state adottate le procedure per rendere effettivi i divieti di pascolo, caccia, edificazione, nelle aree interessate così come previsto dalla Legge quadro nazionale: «Ricordo, in particolare», scrive Zanoni «l’articolo 10 stabilisce che le zone boscate e i pascoli i cui soprassuo-
li siano stati percorsi dal fuoco non possano avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. E sulle stesse superfici sono vietati per 10 anni pascolo, caccia e nuove costruzioni. Queste aree però dovrebbero essere tabellate, cosa che non sempre avviene, consentendo ai trasgressori, cacciatori ma non solo, di agire impuniti». — Francesca Gallo
VITTORIO VENETO. Cinquantacinquenne di Cordignano rimane bloccato in un canale il giorno di Pasqua. L’escursionista è stato recuperato e tratto in salvo dopo tre ore di tensione dalle squadre del Soccorso Alpino. L’ allarme è scattato poco prima delle 17 di domenica. La Centrale del 118 era stata allertata da un escursionista che si era perso al rientro dal Pian de la Pita, seguendo un sentiero in disuso che scende dal Millifret. R.D.L. era rimasto bloccato in un punto ripido, senza riuscire ad andare né avanti, né indietro. Una situazione che ha creato nell’uomo non poco allarmismo. Intanto dalle coordinate Gps, il Soccorso alpino delle Prealpi Trevegiane è risalito al punto in cui doveva trovarsi il cinquantacin-
quenne. Non senza poche difficoltà una squadra è riuscita a individuarlo, prima con contatto vocale poi visivo, in un ripido canale a fianco della frana del Fadalto e lo ha raggiunto scendendo per 300 metri. Ormai prossimo il buio e con un percorso di rientro impegnativo, alle 20 circa l'elicottero di Treviso Emergenza, sopraggiunto nel frattempo, ha imbarcato con un verricello l'uomo per trasportarlo fino alla jeep dei soccorritori. Per l’escursionista tanta paura, ma nessuna grave conseguenza. Gli esperti consigliano, che prima di mettersi in marcia, è necessario pensare a un percorso che sia adatto alla propria esperienza e all’allenamento fisico. — F.G.