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el Trentino. Così è la Val di Sole, splendida valle circondata dalle montagne Ortles-Cevedale, Adamello-Presanella e Dolomiti di onio mondiale dell’Umanità - Unesco. Qui, tra parchi, laghi, un fiume navigabile tra i primi al mondo, la vacanza è una full immerra, nella storia dei castelli, nei sapori dell’agricoltura di montagna. Entrare a pieno nel tessuto del nostro territorio scoprendo le naturali, le molte possibilità di praticare attività sportive con la famiglia e con gli amici, conoscere i prodotti del territorio, i cibi, storia. Magari imparare qualcosa di nuovo: un modo intelligente per abbinare il piacere di una vacanza in relax, ad un qualcosa noi anche quando torniamo a casa. Questa l’essenza del soggiorno in Val di Sole: vivere l’esperienza. Cuore verde del Trentino. i Sole, splendida valle circondata dalle montagne Ortles-Cevedale, Adamello-Presanella e Dolomiti di Brenta patrimonio monnità - Unesco. 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SOSTENIBILITÀ NEWS MUSICA SKI AREE SCI SICURO OLTRE LO SCI SPORT FOOD
SOSTENIBILITÀ
SOSTENIBILITÀ
Anche tra gli appassionati di sci alpino l’attenzione per l’ambiente è ormai diffusa. Ridurre la propria impronta ecologica è possibile con alcuni accorgimenti. Dalla Val di Sole, territorio che da anni sta portando avanti un percorso di sostenibilità di valle, ecco alcuni consigli per trasformarsi in ecosciatori
Lo sciatore si vota al green Chi fra gli appassionati della montagna non sogna di poter sciare su piste perfette, immerse in paesaggi totalmente innevati, da godere in giornate fredde ma baciate dal sole in un cielo limpido? Per il momento, quel sogno può trasformarsi in realtà ad ogni inverno. Ma il riscaldamento globale connesso ai cambiamenti climatici mette a repentaglio il futuro non solo di molti sport invernali, ma degli ecosistemi montani in generale. L’Organizzazione meteorologica mondiale, in un vertice svolto a Ginevra a fine 2019, ha calcolato che le regioni montane, dove vivono oltre un miliardo di persone, ospitano sorgenti d’acqua dolce dalle quali dipende il destino di metà dell’umanità. Tuttavia la criosfera montana – permafrost, ghiacciai e neve – è sempre più vulnerabile all’aumento delle temperature e al cambiamento delle precipitazioni. Inoltre, aggiungono le analisi dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), i ghiacciai più piccoli dovrebbero perdere oltre l’80% della loro attuale massa di ghiaccio entro il 2100, se non ridurremo adeguatamente le emissioni. L’allarme si trasforma anche inevitabilmente in un monito non solo per chi vive fra le montagne, ma anche per i tanti turisti che ogni anno le popolano. Lo sci alpino peraltro è spesso additato come il più ecologicamente impattante tra gli sport montani. Eppure ci sono località che da anni stanno facendo sforzi per ridurre quegli impatti: sistemi di innevamento artificiali che sfruttano unicamente acque di recupero e zero prodotti chimici, reti di trasporto su ferro che portano direttamente alla partenza delle cabinovie, energie rinnovabili per far muovere gli impianti, programmi di riduzione dei rifiuti e di efficientamento energetico dei rifugi, incentivi per l’uso di prodotti locali nella ristorazione. continua a pagina 4
Nei rifugi del Tonale i primi menu sostenibili Ci saranno almeno 5 prodotti tipici e strategici per il territorio con ottica di stagionalità e il 50% minimo in valore di prodotti con marchi Dop, Igp, biologici o di presidi Slow Food. Previste poi almeno una opzione per bambini, una per vegetariani e una “wellness” per sportivi, oltre ad un “menu Tradizione”. Nella sfida a unire turismo, tutela del territorio e sostenibilità ambientale, Passo Tonale corre veloce. Per la prima volta al mondo, i menu dei due rifugi sul Ghiacciaio Presena (il Capanna Presena a 2700 metri e il Panorama 3000 Glacier) hanno ricevuto l’attestazione ISO/TS 17033, standard internazionale per avere dichiarazioni sulla sostenibilità accurate, verificabili e non fuorvianti.
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Il primo segno tangibile del percorso avviato nei mesi scorsi dall’Azienda per il Turismo della Val di Sole e dal Consorzio Pontedilegno-Tonale in partnership con la società di consulenza Territori Sostenibili per trasformare i rifugi in vere “sentinelle” di buone pratiche ad alta quota. È proprio in montagna che si avvertono con più forza gli effetti dei cambiamenti climatici. Ai rifugi sul Presena faranno seguito, in un secondo momento anche gli altri due dell’area (Passo Paradiso e Malga Valbiolo). Un iter che si prevede di completare entro il prossimo biennio e che si compone di tre direttrici: approvvigionamento energetico, ripensamento per i materiali utilizzati nell’attività di ristorazione, creazione di menu ad alta sostenibilità ambientale e sociale. L’attestazione ISO/TS 17033 è il primo passo di quest’ultimo ambito. «I rifugi – spiega Fabio Sacco, direttore ApT Val INVERNO 2021-2022
di Sole – utilizzeranno, nel maggior numero di casi possibili e con percentuali minime ben definite, materie prime locali e con indicazione geografica (Dop e Igp). Inoltre, privilegeranno i piccoli produttori collocati nel territorio che scelgono metodi di coltivazione naturale, biologica o biodinamica». Nello sviluppo del progetto di riscrittura dei menu sono stati coinvolti gli studenti del Centro di Formazione Professionale ENAIP Alberghiero e Ristorazione di Ossana, anche grazie alla collaborazione con lo chef stellato Vinicio Tenni, il barman Leonardo Veronesi e la professoressa Paola Mosca. «Vogliamo – prosegue Sacco – che questi menu diventino veicoli culturali e identitari ma anche strumenti di collaborazione con i produttori agricoli del territorio circostante e di formazione per i ragazzi che vogliono intraprendere la strada dell’attività ricettiva».
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SOSTENIBILITÀ
SOSTENIBILITÀ 1
10 azioni per la settimana bianca sostenibile
Raggiungi la località sciistica in treno. E quando sei lì usa la rete di skibus e mezzi di mobilità collettiva.
SOGGIORNO
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Premia le località che hanno puntato con forza sulla riduzione dell’impronta ecologica del turismo.
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ABBIGLIAMENTO
La Val di Sole è in questo senso uno dei territori più impegnati: da decenni è servita dal Dolomiti Express, una rete ferroviaria più volte indicata come un esempio da imitare che, alla stazione Daolasa, connette con i 150 chilometri di piste del comprensorio Folgarida Marilleva-Madonna di Campiglio. Inoltre, l’avvio, un paio d’anni fa, del piano per rendere uno degli altri due comprensori dell’area – quello di Pejo3000 – la prima skiarea plastic free al mondo ha fatto rapidamente il giro delle testate internazionali: per ora sono state eliminate le plastiche monouso da tutti i rifugi del comprensorio; quest’anno si prosegue, in partnership con l’azienda veneta Tritech, con l’installazione di un ecocompattatore che permetterà ai turisti di lasciare le proprie bottiglie di plastica prima di salire sugli impianti. E le novità non sono finite: né per Pejo né più in generale per la Val di Sole. «Per fare in modo che l’impronta ecologica del turismo invernale si riduca, è indispensabile il ruolo attivo degli sciatori» spiega Fabio Sacco, direttore dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole. Ma quali azioni intraprendere? «Per diffondere queste buone pratiche, abbiamo pensato di stilare un decalogo di azioni che possono impattare positivamente sul clima». Trasporti, attrezzatura da sci, rifiuti, alimentazione, persino l’abbigliamento: sono molti gli accorgimenti che si possono prendere (vedi INFOGRAFICA). «Abbiamo già verificato in passato che le campagne informative hanno un grande effetto per orientare le scelte del pubblico e per diffondere messaggi in favore di pratiche ambientali virtuose. Con questa iniziativa vogliamo portare all’attenzione di chi è affezionato alla Val di Sole un principio: ognuno di noi può fare la propria parte. E, solo attraverso uno sforzo comune, potremo garantire il futuro della montagna e la prosperità di chi ci vive».
Pejo Plastic Free Ora tocca agli hotel Dopo i rifugi, gli hotel e le strutture ricettive. La pausa forzata causata dall’emergenza Covid-19 non ha frenato fra gli operatori turistici della Val di Pejo la volontà di eliminare la plastica dal proprio territorio. La fase 1 del progetto Pejo Plastic Free, lanciata nel novembre 2019, ha prodotto risultati importanti nonostante il brusco stop imposto dal lockdown: in appena 4 mesi di progetto, è stata risparmiata una tonnellata di plastica, pari a 6000 chili di CO2 non emessa. Una quantità che, per essere assorbita, avrebbe richiesto l’azione di 400 alberi per 12 mesi. Ecco perché, nonostante un anno estremamente difficile per gli operatori turistici montani, in Val di Pejo hanno comunque lavorato per avviare la “Fase 2”. Protagoniste,
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Prediligi marche ecofriendly che usano tessuti riciclati.
RIFIUTI
Riducili al minimo. Prediligi prodotti con poco o nessun packaging. E, se pranzi al sacco, riportali a valle.
MOBILITÀ
SCI E SCARPONI
Meglio noleggiarli. I vantaggi sono pari a quelli del car sharing per le auto. Uno sci a noleggio viene infatti utilizzato tutti i giorni della stagione invernale e non solo durante la settimana bianca.
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RISTORAZIONE
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Non usare plastiche monouso. Meglio la borraccia termica.
Se mangi in un rifugio, orientati sui prodotti locali: hanno un minore impatto ambientale e, per di più, aiutano l’economia del territorio montano.
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ITINERARI
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COMUNICAZIONE
Fatti portavoce in prima persona delle buone pratiche che adotti nella tua cerchia di amici. I social, in questo caso, possono essere un potente alleato di cambiamento positivo.
Evita i fuoripista, soprattutto in luoghi dove possono danneggiare vegetazione e disturbare gli animali.
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in questo caso, le strutture ricettive: 20 tra hotel e residence, due affittacamere, una casa vacanze e un campeggio. Tutte, nessuna esclusa, sono state coinvolte nel progetto. «L’80% ha già messo in atto le azioni richieste per essere in linea con i requisiti del protocollo d’intesa. Due saranno in regola entro l’inizio della prossima stagione invernale e altre tre stanno lavorando in questa direzione» precisa Fabio Sacco, direttore dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole. «I turisti che sceglieranno la Val di Pejo per le proprie vacanze saranno quindi sicuri di alloggiare in “plastic free zone” contribuendo così a ridurre il consumo di plastica». Per poter ottenere il marchio “Plastic Free Zone” le strutture ricettive hanno dovuto sottoscrivere un preciso elenco di impegni, nel rispetto delle regole fissate dagli standard internazionali ISO: definire un Piano di Azioni con il supporto dell’APT Val di Sole, prediligere l’uso di oggetti riutilizzabili, eliminare • CARTELLA STAMPA •
Compensa le emissioni prodotte con il tuo viaggio e il tuo soggiorno. Esistono ormai molte organizzazioni che calcolano la CO2 prodotta e permettono di compensarla finanziando attività di rimboschimento o altre azioni di riduzione dei gas serra.
il monouso, sostituendo la plastica con materiali biodegradabili e compostabili, smaltibili con la raccolta dell’organico; sensibilizzare i propri ospiti sulla diminuzione dell’uso della plastica, sulla corretta gestione dei rifiuti, smaltimento e prevenzione della dispersione nell’ambiente durante il loro soggiorno. A tutto questo si aggiunge l’impegno a formare il proprio personale interno e a rendicontare ogni anno il proprio operato, partecipando inoltre agli incontri di formazione organizzati dall’ApT. Il dialogo continuo e l’ascolto degli operatori turistici della valle è stato infatti fin da subito un elemento distintivo del progetto Pejo Plastic Free. «Se non l’avessimo costruita in questo modo, con un processo partecipativo fin dalle fasi della sua ideazione, l’iniziativa non avrebbe ottenuto lo stesso successo e non avremmo avuto lo stesso entusiasmo nell’aderire» ammette Luciano Rizzi, presidente dell’ApT Val di Sole. INVERNO 2021-2022
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NEWS
NEWS
Una montagna senza barriere La Val di Sole è al lavoro per diventare “Barrier free”: ha infatti avviato il percorso per ricevere il marchio OPEN AREA predisposto dalla Provincia Autonoma di Trento. Obiettivo: garantire la possibilità di fruire delle piste da sci e delle settimane bianche anche alle persone con disabilità
UN MARCHIO AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ SOLIDALE
Sono oltre 3 milioni (il 5% della popolazione italiana) se si considera solo chi ha limitazioni fisiche gravi. Balzano a quasi 13 milioni (pari a oltre il 21% dei cittadini) se si includono anche i cittadini con limitazioni meno gravi. Sono i numeri fondamentali della disabilità in Italia fotografati dall’Istat. Ma ancora oggi, troppo spesso, tale condizione si trasforma in un ostacolo alla possibilità di godere di una vita considerata “normale” e di vedersi riconosciuti i diritti fondamentali: lavoro, istruzione, mobilità, uso dei luoghi pubblici. E, non da ultimo, la possibilità di concedersi una vacanza. Ridurre queste barriere è compito anche degli operatori turistici. Eppure, soprattutto la vacanza in montagna – in special modo quella invernale – è vista come inarrivabile per molti disabili. Non a caso, oggi appena il 9% delle persone con limitazioni gravi pratica sport. Una decisione presa controvoglia perché il 65% dei turisti disabili predilige una vacanza attiva che permetta di praticare le attività tipiche del territorio ospitante. Non abbattere quelle barriere è però anche un danno economico per i territori turistici: i disabili sono un bacino di clienti potenziali enorme e, peraltro, con un altissimo tasso di fidelizzazione (il 61% tende a tornare nei posti in cui ha trovato strutture adeguate ai propri bisogni). «Nonostante tutto c’è una diffusa carenza di servizi per le persone disabili che ancora oggi vedono la montagna come un territorio inaccessibile. Tutto questo va cambiato» spiega Luciano Rizzi, presidente dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole. «Ecco perché ci siamo posti un obiettivo ambizioso: diventare la prima località turistica montana a dotarsi di una certificazione ad hoc per l’accessibilità delle persone con disabilità motorie, sensoriali e cognitive». Venire incontro alle esigenze dei disabili che vogliono praticare gli sport invernali ha peraltro un grande valore sociale: i vantaggi dell’attività fisica sono ancora più rilevanti per le persone disabili. Con lo sport i disabili imparano a controllare il proprio corpo, sviluppano fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, accrescono l’autostima. Soprattutto se la disabilità è successiva a un incidente più o meno grave, la pratica sportiva migliora le capacità di coordinamento e la consapevolezza del proprio corpo. Nel caso dei ragazzi disabili, poi, è stato dimostrato che, dopo l’attività sportiva, migliorano l’umore, diventano più socievoli, superano paure e si integrano facilmente nelle attività quotidiane e nella vita sociale.
Il turismo accessibile ha un innegabile valore sociale e un altrettanto rilevante potenziale economico. Per questo la Provincia Autonoma di Trento ha deciso di sviluppare e registrare la certificazione OPEN: perseguire l’accessibilità del suo territorio, dei suoi luoghi e servizi e contribuire quindi a favorire il diritto di cittadinanza, di vacanza e di inclusione sociale. OPEN è l’ultima delle certificazioni trentine, dopo il marchio Family per le politiche sociali e il Leed per l’edilizia sostenibile. Il protocollo OPEN è stato suddiviso in quattro macro-filoni tematici, che corrispondono alla tipologia di marchio cui
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UN PROGETTO AMBIZIOSO E INCLUSIVO La Val di Sole ha quindi avviato il percorso per ricevere il marchio OPEN AREA, predisposto dall’Accademia della Montagna per conto della Provincia Autonoma di Trento. «Se si fanno ricerche sul turismo accessibile, si notano molte destinazioni che si vantano di essere barrier free. Ma nessuna ha mai ricevuto una certificazione di un soggetto indipendente che confermi la bontà di quanto asserito. Grazie al marchio OPEN noi potremo offrire tale garanzia» aggiunge Rizzi. «In questo modo daremo la possibilità alle persone disabili di poter alloggiare in piena comodità in Val di Sole in hotel attrezzati, renderemo accessibili alcune esperienze caratteristiche del territorio e offriremo servizi di contorno per completare l’offerta, attraverso l’accessibilità di trasporti, rifugi, musei e impianti di risalita». Il percorso ha coinvolto fin da subito i molti soggetti turistici della valle: gestori degli impianti, dei rifugi a bordo pista, responsabili della mobilità collettiva, proprietari di hotel, ristoratori, scuole sci e noleggiatori di attrezzature sportive. «Abbiamo scelto un approccio inclusivo perché questo tipo di rivoluzioni funziona solo se i tanti soggetti coinvolti si sentono parte del progetto» spiega Rizzi.
A disposizione dei giornalisti: ™ video ad alta risoluzione B interviste e approfondimenti : immagini ad alta risoluzione
SITUAZIONE BUONA PER TRASPORTI E SCUOLE SCI L’iter verso la certificazione è iniziato fotografando il livello di accessibilità in Val di Sole. Con alcune notizie positive: alcune attività sono già a buon punto. Dal punto di vista dei trasporti, ad esempio, la valle trentina è già servita da un treno senza barriere – il Dolomiti Express – che serve molti comuni solandri e, alla stazione di Daolasa, permette di salire sulla cabinovia che, in appena 12 minuti, conduce fino all’Alpe Daolasa a 2040 metri e da lì alla skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta Val di Sole Val Rendena. Buone notizie anche sul fronte delle scuole sci: tutte le 8 che operano nei tre comprensori della valle (Folgarida Marilleva, Pontedilegno-Tonale e Pejo 3000) hanno istruttori abilitati a insegnare o accompagnare sciatori disabili. Per offrire un ulteriore servizio, la Val di Sole ha deciso l’acquisto di un monoski con due sedute di taglia 2 e 4 – adatti sia a principianti che ai più esperti, consentono la salita in seggiovia con facilità e, già oggi, in alcune cabinovie – e di due dualski pilotato che permette di sciare condotti da maestri di sci o in autonomia anche da persone senza l’uso di arti inferiori e superiori. Al tempo stesso, l’ApT ha anche iniziato un monitoraggio dello stato di accessibilità dei rifugi e degli hotel, attraverso un questionario inviato a gestori e albergatori. «Quella che abbiamo intrapreso è una grande sfida per rendere la nostra valle coerente con la volontà di essere aperta, solidale, sostenibile e amica di chi è più debole» conclude Rizzi. «Siamo certi che questi sforzi miglioreranno la vita sia dei nostri amici turisti sia di chi vive nel nostro territorio».
si può fare richiesta: OPEN AREA per l’accessibilità di territori e destinazioni turistiche, OPEN EVENT per le manifestazioni sportive e culturali e OPEN per le strutture coinvolte a vario titolo nel circuito turistico (edifici sportivi e culturali, ristoranti, bar, negozi, alberghi, impianti di risalita, sentieri e percorsi naturalistici). Per ottenere il marchio, l’iter prevede quattro fasi: l’analisi che fotografi la situazione di partenza; l’operatività, in cui si attuano le azioni previste da un preciso report; la verifica da parte di esperti indipendenti; il rilascio del marchio da parte del Consiglio di OPEN, istituito da Accademia della Montagna, unità della Trentino School of Management.
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MUSICA
Sul Presena a 2600 metri torna l’ICE MUSIC FESTIVAL: un calendario di 40 concerti di musica classica, pop e rock eseguiti con strumenti di ghiaccio in una enorme sala-igloo
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MUSICA
Il Ghiacciaio ritrova il suo festival più noto Un’orchestra in tuta da sci che suona strumenti di ghiaccio dentro un igloo gigante all’interno di un ghiacciaio a 2600 metri di quota: un’idea completamente nuova, che ha già fatto il giro del mondo per la sua originalità, non può certo essere sconfitta a causa dell’anno di stop imposto dall’emergenza Covid. Anzi, questo ostacolo è stato vissuto come una sfida in più dagli organizzatori dell’Ice Music Festival. La rassegna musicale, organizzata dall’APT Val di Sole, Consorzio Pontedilegno-Tonale, Trentino Marketing e Mercedes Italia, tornerà quindi protagonista dell’inverno 2021-2022. Ad ospitarla, di nuovo, il Ghiacciaio Presena, a cavallo tra Trentino e Lombardia, raggiungibile dal Passo del Tonale attraverso la scenografica cabinovia Paradiso (i biglietti per impianti e spettacoli si possono acquistare online o alla biglietteria a valle della cabinovia). In programma, come nelle edizioni passate, decine di concerti da gennaio fino a primavera inoltrata. «L’entusiasmo del pubblico intervenuto ai concerti degli anni scorsi, unito alla passione del progettista – lo scultore statunitense Tim Linhart – e di tutti i musicisti che hanno preso parte finora ai concerti, ci hanno dato la giusta motivazione per ripartire» commenta Michele Bertolini, direttore Consorzio Pontedilegno-Tonale. «Ovviamente stiamo valutando come adeguare il teatro-igloo, ma non c’è nulla di insormontabile e siamo certi di offrire comunque un’esperienza memorabile agli spettatori».
E dopo i concerti, Anche cene e letti finiscono nell’igloo
sarà realizzato un risto-igloo, per accogliere i visitatori sia prima sia dopo i concerti ma anche per le soste durante le piste. Mangiare dentro una grande sala di ghiaccio non è certo da tutti i giorni.
Insieme all’Ice Music Festival tornano le cene post concerto firmate da grandi chef. Non solo, alla Capanna Presena ci saranno anche una sala ristorante e stanze superlusso realizzate dentro al ghiaccio
Per chi vorrà un’esperienza ancora più prolungata e originale con il ghiaccio, la discesa a valle dopo cena non è l’unica opzione: si può infatti rimanere a dormire a 2750 metri di quota in una delle camere superlusso realizzate in altrettanti igloo. «La prima volta le avevamo fatte realizzare, quasi per gioco, da alcuni esperti scultori locali. Hanno riscosso un enorme successo» spiega Federico Bendetti, gestore del Rifugio Capanna Presena, accanto al quale sorgeranno le stanze di ghiaccio. Top secret per il momento il tema che farà da filo conduttore alle stanze. Di certo, saranno vere opere di “arte temporanea” perché saranno fruibili solo fino a primavera quando – inevitabilmente – si scioglieranno. Caratteristica che le rende ancora più esclusive. Saranno dotate di tutti i comfort per rendere piacevole anche una notte a temperature inevitabilmente rigide: gli arredi e il letto saranno di ghiaccio ma un materasso termico, una coperta isolante e un piumino inserito dentro calde coperte di flanella assicureranno un piacevole soggiorno. Eleganti lampade a led e morbidi tappeti daranno il tocco chic che renderanno ancora più indimenticabile la notte.
Controfiletto di cervo, maiale in mantello di pancetta nostrana, pesto invernale con ragù di trota di fiume, riso carnaroli mantecato alla tuma persa, spalla d’agnello al caffè, petto d’anatra con riduzione di Teroldego Rotaliano, tiramisù della Valcamonica al profumo di genepì. Sono solo alcuni dei piatti di grandi chef della Val di Sole e della Valle Camonica che hanno decretato lo straordinario successo delle “Cene in quota sul Ghiacciaio Presena” durante l’ultimo Ice Music Festival. Talmente tanto apprezzate dal pubblico da essere riproposte anche per l’inverno prossimo. Le cene saranno realizzate di sabato nel vicino Rifugio Paradiso: un punto perfetto per godere dell’affascinante vista notturna del ghiacciaio. Ma l’appuntamento con il meglio delle produzioni gastronomiche locali quest’anno raddoppia. Nell’altro rifugio vicino all’Ice Dome - la Capanna Presena -
© Mauro Mariotti
UNA SFIDA SUGGESTIVA PER QUALUNQUE MUSICISTA Il programma è ancora in via di definizione. «Certamente – rivela Fabio Sacco, direttore dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole – ci sarà un’orchestra residente, che suonerà i 16 strumenti di ghiaccio, realizzati da Tim Linhart: violini, viole, violoncelli, chitarre, un enorme xilofono e percussioni. E ad essa si affiancheranno artisti di fama internazionale che si cimenteranno nella sfida di suonare la propria musica in un ambiente tanto originale». La struttura dell’igloo, infatti, è un edificio che deve conciliare i bisogni del pubblico, dei musicisti e degli strumenti di ghiaccio. «Questi ultimi – spiega Tim Linhart – sono influenzati dalle condizioni che li circondano. Il design dell’edificio permette la ventilazione naturale dell’aria calda emanata dal respiro degli spettatori che viene naturalmente condotta verso l’alto e quindi fuori della struttura. Mentre gli strumenti rimangono nell’aria fredda all’altezza del palcoscenico. L’igloo diventa quindi uno “spazio sicuro” per gli strumenti grazie alle sue condizioni ideali per produrre ottima musica».
A NANNA NEL GHIACCIO
Tutte le informazioni relative al programma e ai prezzi dei biglietti saranno disponibili su www.visitvaldisole.it
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SKI AREE
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Libertà e salute: la Val di Sole è pronta Folgarida Marilleva, Pontedilegno-Tonale, Pejo3000: le tre ski aree della Val di Sole rappresentano delle eccellenze dello sci alpino. Ciascuna con una propria peculiarità che le rende sempre più attraenti per il pubblico degli appassionati. Con un punto in comune, però: regole precise per garantire di poter sciare in sicurezza in era Covid
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100 chilometri di piste tra due regioni Sciare non solo d’inverno: la località condivisa tra Trentino e Lombardia garantisce infatti la ghiotta opportunità di poter sciare anche in tardo autunno e in primavera inoltrata, grazie agli impianti del ghiacciaio Presena, a quota 3000 metri. Passo Tonale offre 30 moderni impianti a servizio di 100 km di piste, che possono contare su abbondanti condizioni di innevamento naturale e un completo sistema di innevamento programmato. Fiore all’occhiello della stazione la famosa pista nera “Paradiso “(pendenza massima: 45%) e l’Ice Music Festival, la kermesse musicale ormai celebre per i suoi strumenti di ghiaccio e la sua location: un mega-igloo a 2600 metri di quota con vista sul ghiacciaio. Il Tonale offre inoltre due snowpark e una pista da skicross tra le più lunghe delle Alpi, con oltre mille metri di discesa da percorrere tutta d’un fiato tra salti, gobbe e paraboliche da brivido.
FOLGARIDA MARILLEVA
© Marco Corriero
Due stazioni per il divertimento sulla neve totale. Un vero paradiso per gli appassionati di sci, snowboard e free-style, che possono scegliere fra moltissime strutture ricettive che in molti casi si affacciano direttamente sulle piste. 25 moderni e veloci impianti di risalita servono 37 piste da sci (41% facili, 44% medie, 15% difficili) per complessivi 62 km con piste diventate mitiche come la pista Nera di Folgarida, tra le più tecniche dell’arco alpino. Il collegamento “Sci ai piedi” con Madonna di Campiglio e Pinzolo offre inoltre la possibilità di disporre della Ski Area Campiglio Dolomiti di Brenta, Val di Sole Val Rendena. Le piste di Folgarida Marilleva sono raggiungibili anche mediante il treno Dolomiti Express, che porta direttamente al piano di imbarco della moderna telecabina di Daolasa. Da lì ai 2040 metri dell’Alpe Daolasa servono appena 12 minuti.
PEJO3000
Il gioiello per lo sci sostenibile Nell’arco alpino è probabilmente un unicum: una stazione sciistica tutta sviluppata all’interno di un Parco Nazionale (quello dello Stelvio) nella quale a pochi metri dalla cabinovia principale c’è una storica stazione termale (nota sin dal 1650), completamente rinnovata. Pejo3000 può vantare tutto questo. Un piccolo gioiello, costruito su misura pensando soprattutto alle famiglie con bambini che ricercano la tranquillità anche sulle piste. Non enorme come estensione (20 chilometri serviti da 7 impianti) ma con una delle piste più lunghe dell’arco alpino: quella della Val de la Mite: ben 8 chilometri di discesa, dai 3000 metri fino ai 1400 metri, e che riporta all’abitato di Pejo Fonti sci ai piedi. Non solo: il panorama che offre il comprensorio, proprio sotto alle cime del Gruppo del Cevedale, è di una bellezza incomparabile. Ed è diventato celebre in tutto il mondo per la sua scelta radicale di sostenibilità ambientale: Pejo3000 è infatti la prima ski area plastic free del Pianeta. Fin da subito, al bando le plastiche monouso e le bottiglie in PET dai rifugi e dagli impianti. Prima tappa di un percorso ben più complesso che aggiungerà novità anno dopo anno.
Qoda, l’app che ti evita le file
Sciare con il Green Pass
Prenotare il proprio impianto di partenza, sapendo quindi a che ora presentarsi alla stazione a valle mentre si è ancora comodamente in hotel a finire la colazione o a ultimare la preparazione di sci, scarponi e attrezzatura: in alcuni dei comprensori della Val di Sole sarà attiva nella prossima stagione invernale l’app QODA, uno strumento innovativo di virtualizzazione delle file. «L’applicazione – spiega Luciano Rizzi, presidente dell’ApT Val di Sole – funziona con gli impianti di primo accesso ai comprensori. Ti fa scegliere la funivia o cabinovia per la quale vuoi metterti in coda, fornisce un numero di prenotazione e, cinque minuti prima del tuo turno, avviserà che è arrivato il momento di recarsi in stazione». QODA sarà attiva anche in decine di rifugi delle tre skiaree solande, per riservare tavoli e accessi ai self-service. Ciò aiuterà anche i gestori a ottimizzare i tempi, offrendo un servizio migliore e in totale sicurezza per tutti.
Vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi. Chi opera ogni giorno nei comprensori sciistici non può che lanciare questo appello: la ripartenza del comparto turistico passa infatti attraverso la responsabilità di chiunque ami la montagna e desideri goderla nel modo più sicuro possibile. I dati forniti a livello nazionale e internazionale dalle istituzioni sanitarie dimostrano che la migliore garanzia per il nostro futuro è oggi rappresentata dai vaccini. «Il greenpass obbligatorio per la fruizione degli impianti sciistici e dei rifugi aiuterà a ridurre i rischi ma è comunque dovere di tutti fare la propria parte. Certo, la montagna, con il suo distanziamento naturalmente garantito dai suoi sconfinati spazi, aiuta già molto. Ma, soprattutto d’inverno, questo non basta» commenta Fabio Sacco, direttore ApT Val di Sole. I tre comprensori della valle (Folgarida Marilleva, Pejo3000 e Pontedilegno-Tonale aderiscono quindi alle regole stilate dal consorzio SKIRAMA DOLOMITI che seguono e implementano le indicazioni ricevute a livello nazionale: percorsi anti-assembramenti, sanificazione periodica di funivie e cabinovie, controllo dell’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi, incentivi per i pagamenti elettronici contactless per comprare gli skipass.
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Le porte d’ingresso alle Dolomiti di Brenta
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PONTEDILEGNO-TONALE
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SCI SICURO
SCI SICURO
La Val di Sole vanta piste da sci e percorsi di sci alpinismo per ogni grado di preparazione. Dai suoi esperti, ecco i consigli per ridurre il rischio infortuni e vivere pienamente la passione per la montagna. Dal controllo dell’attrezzatura al rispetto di ambiente e degli altri sciatori
Lo sci alpino e lo sci alpinismo, due modi differenti di vivere la montagna. Più adrenalico il primo, più vicino allo spirito slow dei rilievi il secondo. Numerosi gli appassionati che li praticano entrambi. In Italia, ogni inverno, sono oltre 3,5 milioni i praticanti delle diverse discipline. «Ma per praticare in sicurezza sia l’una che l’altra disciplina è fondamentale avere coscienza dei propri limiti, scegliere percorsi adatti alle proprie capacità, informarsi sulle condizioni meteo e indossare abbigliamento e strumentazioni adatte. E dobbiamo ammettere che solo una parte degli sciatori è consapevole dei rischi di sottovalutare queste discipline sportive» spiega Davide Pedergnana, Direttore della Scuola di Alpinismo e di Sci Alpinismo della Val di Sole, uno dei territori alpini più conosciuto e apprezzato non solo da chi vuole sciare in pista ma anche da chi ama invece indossare pelli di foca e salire da sé lungo i crinali delle vette (l’area del Ghiacciaio Presena è in questo senso celebre, tanto da ospitare spesso gare di livello internazionale). PARASCHIENA SEMPRE PIÙ DIFFUSI Eppure, ad ogni stagione sul mercato vengono presentati accessori sempre più sofisticati: paraschiena, caschi, sci, scarponi, attacchi, occhiali e racchette da neve per le quali l’Ente Italiano di Normazione (Uni) ha stilato delle utili linee guida. Innanzitutto, ricorda l’Uni, il casco è obbligatorio fino ai 14 anni di età. Tra gli strumenti più recenti i paraschiena: nati per l’uso motociclistico, sono scudi che proteggono la colonna vertebrale, e vanno indossati sotto la giacca a vento: in presenza di un impatto violento, si aprono come un air-bag in meno di 100 millesimi. «Per quanto riguarda gli sci – prosegue Pedergnana – vanno sottoposti ad adeguata manutenzione: le lamine trattate da personale esperto, gli attacchi regolati a seconda di peso, altezza, età, abilità nello sci e lunghezza della suola degli scarponi». IL DECALOGO DEL GALATEO IN PISTA Maestri di sci e guide alpine della Val di Sole non si stancano mai di ripetere inoltre un altro aspetto essenziale: «È fondamentale rispettare il ‘decalogo del galateo in pista’, che prevede rispetto per gli altri; padronanza della velocità e del comportamento; scelta a monte della direzione per evitare collisioni con chi è a valle; sorpassi senza intralciare; immissione in pista e in incroci rispettando la precedenza di chi viene da destra o secondo le indica-
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SCI ALPINISMO, UNA DISCIPLINA TORNATA DI MODA COL LOCKDOWN L’emozione della discesa e la grande sfida dell’alpinismo, queste le principali differenze tra sci alpino e sci alpinismo. Il secondo, per anni più in sordina, sta vivendo una nuova giovinezza e raccoglie un numero crescente di appassionati. Uno sport impegnativo, certo, che richiede una buona preparazione atletica. Ma non un’attività per soli Ironman. La salita, raccontano i tanti appassionati, è il momento più avvincente. I solchi lasciati sulla neve fresca, il fruscio degli sci muniti di pelli, il silenzio che inghiotte il clangore degli impianti, il ritmo del passo che segue quello del cuore mentre la cima si avvicina. Poi, una volta arrivati in vetta, lo sguardo che si perde intorno, lo studio del percorso per ritornare a valle. Il battito rallenta, e ridiscendere è pura emozione. Nello sci alpinismo si fondono l’antica passione per la sfida e il moderno piacere per la discesa. Uno sport che, una volta provato, è difficile dimenticare e ora sta raccogliendo sempre più praticanti fra le nuove generazioni in cerca di emozioni autentiche, anche in seguito alla lunga chiusura degli impianti di risalita imposta dalle norme per contrastare la pandemia di Covid-19.
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© Caspar Diederik
In pista o scalando sciamo in sicurezza
zioni; soste sicure e sempre ai bordi delle piste; risalite solo ai bordi; rispetto della segnaletica; prestare soccorso in caso di incidente; fornire le proprie generalità in caso di coinvolgimento o se si è stati testimone di incidenti».
NON SOLO PER IRONMEN MA... Per praticare lo sci alpinismo è utile una adeguata tecnica sciistica e saper maneggiare gli attrezzi, così come la capacità di non fermarsi ai primi impacci, alle prime difficoltà nel prendere confidenza con le diverse condizioni della neve. Fa tutto parte di un percorso che porta alla fusione con l’elemento, che rende unico questo sport. Fondamentale essere affiancati da professionisti, e la Val di Sole può vantare guide di sci alpinismo di altissimo livello. A disposizione degli appassionati anche centri noleggio che mettono a disposizione tutta l’attrezzatura necessaria. Apprendere poi le prime tecniche di soccorso e autosoccorso da una guida alpina o da un istruttore CAI aiuta ad affrontare l’esperienza con ancora maggior consapevolezza. Lo sci alpinismo consente di superare l’approccio prêt-à-porter alla montagna, tutto incentrato sull’adrenalina della discesa. Nello sci alpinismo il momento topico è la salita, mentre la discesa con gli sci diventa complementare, una sorta di ricompensa ottenuta dopo lo sforzo. Fondamentale la coscienza dei propri mezzi e dei propri limiti, come delle condizioni del territorio. Anche una corretta alimentazione contribuisce alla buona riuscita della prova. Accortezze che fanno parte dell’approccio normale delle genti di montagna da secoli: gli sciatori tradizionali le hanno quasi dimenticate, ma con lo sci alpinismo è possibile riscoprirle.
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OLTRE LO SCI
OLTRE LO SCI
Libertà fuoripista Scendere in libertà da una montagna imbiancata, solcando pendii di neve fresca, una carica di adrenalina fluida come la linea degli sci che solcano la neve fresca, in un contesto di cime innevate e natura incontaminata: la disciplina, molto in voga fra le montagne del Nord America, contagia sempre più appassionati anche sull’arco alpino. La Val di Sole offre scenari ideali per provarci e itinerari capaci di rimanere nel cuore di chi ama il contatto totale con la natura. Il percorso più noto è senz’altro la “Discesa del Cantiere”, che si può prendere dall’arrivo della moderna telecabina Presena sull’omonimo ghiacciaio sopra al Passo Tonale. Il percorso vanta un dislivello che, percorrendolo tutto, supera i 1100 metri.
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La slitta trainata da una muta di cani era la normalità prima dell’avvento della motoslitta, per chi nei Paesi nordici doveva spostarsi per lunghe distanze. Oggi lo sleddog è essenzialmente uno sport. A importarlo in Italia è stato Armen Khatchikian, fondatore della Scuola italiana Sleddog Progress di Passo Tonale. Uno dei più mitici “musher”, colui che conduce la slitta, cui sono attaccati cani (da un minimo di 8 a un massimo di 20) di razza Siberian Husky, Alaskan Malamute, samoiedo e groenlandese. Lo sleddog non è solo competizione, però: rappresenta soprattutto un modo diverso di vivere la neve in perfetta sintonia con il migliore amico dell’uomo. E uno strumento insolito per scoprire le bellezze alpine.
SNOW KITE
Sulla neve trainati dal vento
Chi l’ha detto che farsi tirare dal vento sopra a un surf è possibile solo al mare e in estate? Basta parlare con un appassionato di snow-kite per capire quanto può essere divertente farlo anche in inverno sulla neve ad alta quota. Magari su laghi ghiacciati, pendii montuosi, in pista e fuori, usando sci o snowboard. La Val di Sole è uno dei pochi territori attrezzati per questa disciplina. La Scuola Snowkite del Passo Tonale propone corsi di avviamento e di perfezionamento per chi ha già provato questo sport e giornate di esplorazione Back-country per i più esperti, tra salite e rapide discese sempre sfruttando la forza del vento.
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© Stefano Dalla Valle
ICE CLIMBING
Le 40 cascate da scalare
Giulio Pretti
Quel legame tra uomo e cane
© Federico Modica
FREERIDE
© Marco Gulberti
La montagna invernale non è solo sci di discesa. Le discipline alternative stanno prendendo sempre più piede. Ognuna con un proprio pubblico di appassionati. La Val di Sole assicura servizi ad hoc per ciascuna di loro. Obiettivo: diversificare l’offerta per accontentare proprio tutti
SLEDDOG © T. Prugnola
Cascate, cani, aquiloni e altre bellezze
CIASPOLE
La montagna d’altri tempi Un’escursione con le racchette da neve è un’esperienza unica per diversi motivi: riporta chi la vive a un lontano passato, quando con questi attrezzi le genti di montagna si trasferivano in inverno da un luogo all’altro. Permette inoltre di fare sport riconnettendosi a pieno con la natura, circondati da paesaggi resi magici dalle coltri di neve incontaminata. Peraltro è anche l’attività con il minore impatto ambientale tra gli sport montani invernali. In Val di Sole sono numerosi gli itinerari proposti, in funzione della preparazione fisica di chi li compie. Tra le escursioni proposte, una delle più affascinanti è quella Alla Scoperta del Parco Nazionale dello Stelvio: il percorso si sviluppa nell’area protetta in Val di Peio tra masi tradizionali, paesaggi incontaminati e ampi panorami, attraversando aree per la maggior parte esposte al sole. Il fascino è dato anche dagli incontri, tutt’altro che inusuali, con gli animali selvatici del parco. Una raccomandazione: chi li avvista, non deve correre loro incontro, né gridare né fare movimenti improvvisi che possano spaventarli. La ciaspolata può invece essere l’occasione per osservarli nel loro habitat con la massima discrezione, imparando ad avere rispetto della tranquillità del bosco e dei suoi abitanti.
Piccozza, ramponi, casco e imbragatura. La parete da sfidare è particolarissima: cascate ghiacciate dal freddo. La Val di Sole è nota a livello mondiale tra i fan di questo sport: conta quasi 40 cascate di ghiaccio di difficoltà molto varie e adatte quindi sia per chi si approccia all’arrampicata su ghiaccio, sia per chi vuole perfezionare la tecnica. Le Cascate di Valorz in Val di Rabbi – 10 salti d’acqua congelati, con dislivelli tra 80 e 250 metri e con pendenze da 45° a 90° – sono indubbiamente le più celebri e impressionanti fra quelle presenti nel territorio solandro. Accanto ad esse, le 8 cascate in Val di Pejo, tra le quali quella del Salto dei Cembri, con i suoi 100 metri di sviluppo. Una disciplina emozionante, l’ice climbing. Ma non per tutti: richiede forza fisica e allenamento. In Val di Sole sono a disposizione guide alpine per provare questo sport in tutta sicurezza.
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SPORT
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D’inverno la bici si fa “grassa” Sabato 11 e domenica 12 dicembre sono le date da cerchiare in rosso: la Coppa del Mondo di ciclocross torna in Italia. Ai Laghetti di San Leonardo a Vermiglio in Val di Sole una sfida entusiasmante sulla neve che chiama fenomeni come Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert e Tom Pidcock
© ucicyclocrossworldcup
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L’inverno non ferma il grande ciclismo
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Dopo un’edizione da record dei Campionati del Mondo di Mountain Bike, la Val di Sole si prepara a diventare tappa di Coppa del Mondo della disciplina che sta segnando un cambiamento nel modo di interpretare il ciclismo: il ciclocross. Sabato 11 e domenica 12 dicembre ai Laghetti di San Leonardo a Vermiglio, la Val di Sole e il Trentino ospiteranno per la prima volta un evento del massimo circuito mondiale del ciclocross, proponendo una tappa unica al mondo: sarà la neve, infatti, l’elemento caratterizzante di un appuntamento che promette di far parlare di sé in Italia come all’estero. Il ciclocross è la principale disciplina invernale del ciclismo, la cui stagione si svolge infatti da settembre a febbraio. Su brevi circuiti in sterrato, caratterizzati da ostacoli che costringono gli atleti a scendere e correre con le bici in spalla in alcuni tratti, si disputano gare della durata di un’ora ad altissima intensità: proprio questo rende il ciclocross così popolare fra il pubblico, sia quello – spesso numerosissimo – in presenza che quello televisivo. • CARTELLA STAMPA •
In particolare, negli anni recenti la Coppa del Mondo di Ciclocross è ulteriormente cresciuta grazie all’esplosione di fenomeni come Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert e Tom Pidcock, che proprio nel ciclocross si sono affermati prima di varcare i confini della disciplina per dominare la scena anche nel ciclismo su strada e nella mountain bike. Anche per questo, il ciclocross è oggi considerato la disciplina propedeutica per eccellenza nel mondo del ciclismo, e fucina dei talenti di questa nuova generazione di atleti. L’arrivo del ciclocross a Vermiglio è una grande notizia per tutti gli appassionati italiani: era infatti dal gennaio 2017 che la Coppa del Mondo di specialità non faceva tappa in Italia. In quell’occasione fu Fiuggi ad ospitare l’evento, e ad imporsi furono Wout Van Aert e Marianne Vos. Oltre che per i campioni, l’attesa sarà ovviamente per uno scenario esclusivo per il mondo del ciclocross. Per la prima volta, infatti, non solo la disciplina arriverà in contesto dolomitico, ma gli atleti si sfideranno sul fondo nevoso: una tappa unica, con il potenziale di affermarsi nel tempo fra le classiche di questo sport proprio come avvenuto alla Val di Sole nel mondo della Mountain Bike. A Vermiglio si disputeranno le gare delle categorie Elite. Dopo le prove libere di sabato 11 dicembre, in programma dalle 14.00 alle 16.00, domenica 12 settembre, la giornata si aprirà con la gara Donne Elite alle 13.40, seguita dalla prova Uomini Elite alle 15.05. INVERNO 2021-2022
La passione per la fat bike (letteralmente “bici grassa”) sta prendendo piede fra i fan delle due ruote che non vogliono rinunciare alla bicicletta nemmeno d’inverno. I suoi pneumatici infatti hanno una sezione più larga e, grazie alla minor pressione, aumentano l’aderenza, permettendo di muoversi agilmente su fondi morbidi e cedevoli, come la neve. La Val di Sole è luogo ideale per praticare questo sport impegnativo e appagante, che unisce la fatica della salita e l’adrenalina della discesa. «Le caratteristiche della fat bike permettono di scoprire, nel bianco candore invernale, itinerari suggestivi, totalmente immersi nella natura» spiega Silvano Andreis, Istruttore di MTB. La preparazione atletica adeguata è essenziale. Ma attenzione anche a non sottovalutare l’importanza di un abbigliamento corretto: «Deve essere comodo per agevolare i movimenti e sufficientemente caldo per non danneggiare i muscoli» spiega Andreis. «Molto utile indossare calzature impermeabili e portare con sé un cambio di calzini e di canottiera. Immancabile, infine, il casco da bici».
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FOOD
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La scuola alberghiera Enaip di Ossana ha preparato un percorso per formare i propri studenti ai “cocktail a filiera corta”. Obiettivo: raccontare il territorio attraverso i prodotti Trentini, veri testimoni del gusto
Il territorio? Riparte a colpi di... cocktail
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Per difendere e valorizzare il proprio territorio alla fine può essere sufficiente scendere al locale sotto casa e scegliere la bevanda giusta. Soprattutto se i ristoranti e i pub vengono coinvolti in un processo virtuoso che spiega come utilizzare al meglio le eccellenze alimentari della propria valle. L’idea è venuta ai docenti del C.F.P. Enaip di Ossana, il Centro di Formazione Professionale Alberghiero e per la Ristorazione che opera in alta Val di Sole. Una scuola storica che da molto tempo intreccia il suo percorso con lo sviluppo economico e sociale della valle solandra. «L’obiettivo della nostra scuola è di formare professionalmente i futuri operatori e tecnici del settore della gastronomia, della panificazione, dell’accoglienza e dell’ospitalità» spiega Luca Branz, Direttore del C.F.P. Ossana. Attualmente gli studenti sono circa 150, distribuiti in 8 classi. Ma la formazione, se ben concepita, può diventare molto utile al proprio territorio. È con questa convinzione che sono stati costruiti diversi percorsi formativi per i ragazzi: prodotti trentini testimoni del gusto, progetto gluten free, gastronomia sostenibile, produzioni casearie d’alpeggio. E tra di essi è
stata anche lanciata l’idea di una serie di lezioni sui “cocktail a filiera corta”. «I cocktail – spiega Branz – sono protagonisti dei momenti di convivialità tra i più giovani. Abbiamo quindi pensato: perché non trasformarli in occasione per educare ai sapori del territorio e per svelare quanti stupendi ingredienti originali, aromatici, peculiari e spesso sottovalutati ha la nostra valle e, più in generale la nostra provincia?». Da qui sono nati una serie di cocktail formati esclusivamente con materie prime provenienti soprattutto dai produttori agricoli riuniti nella Strada della Mela e dei Sapori della Val di Sole e della Val di Non. Una volta testati e “approvati” dal palato dei professori e degli esperti bartender, i segreti dei cocktail a km0 verranno condivisi con i gestori delle strutture ricettive della valle. «Si parla tanto di sinergia tra enti di formazione e tessuto produttivo. Questo è un modo originale e sicuramente divertente per essere coerenti con quel principio e per trasferire i gusti migliori che possiamo trovare fra i nostri boschi e monti ai tanti turisti che scelgono la Val di Sole per le proprie vacanze, invernali ed estive».
Il cioccolato migliore? Giovane, sostenibile e… d’alta quota La storia della Ciocomiti di Malé è l’esempio di come una cioccolateria artigianale, condotta da alcuni Millennials, può aiutare il territorio e creare un prodotto d’eccellenza Cioccolato e alta montagna: due concetti decisamente lontani dall’immaginario collettivo. Eppure, proprio da questo connubio nasce una delle esperienze più curiose che l’Italia del cioccolato può vantare all’estero. Tanto da essere finita tra i vincitori
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di uno dei più importanti premi internazionali del settore cioccolatiero. Accade a Malé, principale borgo montano della Val di Sole, porta d’ingresso delle Dolomiti di Brenta. Qui, un gruppetto di soci trentenni ha recuperato una fabbrica dismessa (i titolari avevano delocalizzato le produzioni all’estero). L’edificio è stato riqualificato, trasformato in uno stabile a basso impatto energetico, certificato CasaClima, riempito di macchinari di ultima generazione per avere uno “stabilimento interconnesso”. Un piccolo “tempio” votato alla cioccolata. Con un nome che è la perfetta crasi tra due mondi: Ciocomiti. A guidare il gruppo di ragazzi, il titolare dell’azienda, Matteo Fedrizzi, classe 1983. Un background di esperienza nel settore della gelateria da quando aveva 20 anni, passando per il mondo vinicolo (sommelier dal 2009) e poi folgorato dall’idea • CARTELLA STAMPA •
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LA RICETTA APPLE STREET
Tecnica: Shaker and Strain Bicchiere: Tumbler Caratteristiche: un Drink all day dalle spiccate caratteristiche agrodolci date dalla presenza della mela e del miele in contrasto ai sentori dati delle erbe e degli agrumi. Ingredienti: 3 cl Liquore al Mirtillo Distilleria Pezzi 4,5 cl Grappa monovitgno Aromatico Distilleria Pezzi 1 barspoon Miele di girasole Mieli Thun 2 gocce Aceto di miele Thun 3 cl Spremuta di mela L.M. Melchiori 1,5 cl Spremuta di agrumi del Garda 2,5 cl Infuso alle erbe del Trentino Procedimento: in un Boston shaker con ghiaccio aggiungere tutti gli ingredienti, facendo attenzione a diluire il miele con un cucchiaino di acqua calda. Shakerare, filtrare e servire in un Tumbler medio ghiacciato. Decorazione: una fogliolina di menta e uno spiedino di frutti rossi.
di produrre cioccolato di alta qualità donandogli una precisa impronta territoriale. In poco tempo, Ciocomiti è diventato così il più grande e specializzato laboratorio cioccolatiero della regione. Un primato che ora è riconosciuto anche a livello internazionale. Ciocomiti è infatti rientrata tra le aziende del bacino del Mediterraneo premiate all’ultimo International Chocolate Awards, competizione indipendente che seleziona le eccellenze cioccolatiere mondiali. L’approccio di Ciocomiti, fatto di caparbietà, fatica e responsabilità, è un modo per tutelare il proprio territorio ma anche i luoghi dai quali provengono le fave di cacao selezionate dall’azienda: con i coltivatori sono stati instaurati contatti diretti, che garantiscono la qualità delle lavorazioni, il giusto prezzo di pagamento delle materie prime e il rispetto dell’ambiente. INVERNO 2021-2022
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nità - Unesco. Qui, tra parchi, laghi, un fiume navigabile tra i primi al mondo, la vacanza è una full immersion nella natura, nella elli, nei sapori dell’agricoltura di montagna. Entrare a pieno nel tessuto del nostro territorio scoprendo le sue eccellenze naturali, bilità di praticare attività sportive con la famiglia e con gli amici, conoscere i prodotti del territorio, i cibi, la cultura e la storia. are qualcosa di nuovo: un modo intelligente per abbinare il piacere di una vacanza in relax, ad un qualcosa che resti con noi anche mo a casa. Questa l’essenza del soggiorno in Val di Sole: vivere l’esperienza. Cuore verde del Trentino. Così è la Val di Sole, splenondata dalle montagne Ortles-Cevedale, Adamello-Presanella e Dolomiti di Brenta patrimonio mondiale dell’Umanità - Unesco. i, laghi, un fiume navigabile tra i primi al mondo, la vacanza è una full immersion nella natura, nella storia dei castelli, nei sapori a di montagna. 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Così è la Val di Sole, splendida valle circondata dalle montagne Ortles-Cevedale, sanella e Dolomiti di Brenta patrimonio mondiale dell’Umanità - Unesco. Qui, tra parchi, laghi, un fiume navigabile tra i primi al anza è una full immersion nella natura, nella storia dei castelli, nei sapori dell’agricoltura di montagna. Entrare a pieno nel teso territorio scoprendo le sue eccellenze naturali, le molte possibilità di praticare attività sportive con la famiglia e con gli amici, odotti del territorio, i cibi, la cultura e la storia. Magari imparare qualcosa di nuovo: un modo intelligente per abbinare il piacere a in relax, ad un qualcosa che resti con noi anche quando torniamo a casa. Questa l’essenza del soggiorno in Val di Sole: vivere uore verde del Trentino. Così è la Val di Sole, splendida valle circondata dalle montagne Ortles-Cevedale, Adamello-Presanella e enta patrimonio mondiale dell’Umanità - Unesco. 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