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“Sull’ambiente ci siamo fatti carico delle nuove generazioni”

Quale è il bilancio della sua attività come Vicepresidente, Assessore all’Urbanistica, ambiente e cooperazione, al termine di una legislatura particolarmente difficile, iniziata con la tempesta Vaia seguita da un periodo di prolungata siccità, per poi passare alla pandemia del Covid 19, e che sta per terminare con le preoccupazioni legate alla gestione degli orsi?

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Avete elencato giustamente una lunga lista di imprevisti e di difficoltà che abbiamo dovuto fronteggiare. Ma io vorrei sottolineare innanzitutto che fra i primi atti di questa legislatura ci sono stati gli Stati Generali della Montagna, che si sono conclusi, come si ricorderà, a Comano Terme. In quell’iniziativa abbiamo tracciato le direttive del nostro impegno, con il contributo dei territori, degli Enti locali, della società civile e di tutte le realtà coinvolte. Da lì sono discese le scelte che abbiamo fatto per la tutela e valorizzazione dell’ambiente, per la gestione sostenibile della risorsa acqua, che è fonte primaria di energia rinnovabile per la chiusura del ciclo dei rifiuti e così via. Un altro passaggio fondamentale è stato la sottoscrizione della Strategia Provinciale per lo Sviluppo Sostenibile e del successivo Patto di intenti fra la Provincia e i principali attori territoriali, che contiene impegni fondamentali per i prossimi vent’anni almeno. Spesso si dice dei politici che hanno una visione di breve periodo, limitata al loro mandato elettorale. Nel mio caso, penso di poter dire che ho sempre cercato di guardare avanti, di farmi carico anche del futuro che consegneremo alle nuove generazioni.

Il settore della produzione idroelettrica è strategico per il Trentino, quale è la situazione attuale e quali le prospettive per il rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche e per quelle di medie e piccole dimensioni? Riuscirà il Trentino ad avere anche in futuro un ruolo di regia in questo campo che consenta da un lato la tutela ambientale e dall’altro di beneficiare delle importanti ricadute economiche legate allo sfruttamento idroelettrico?

La primavera siccitosa che abbiamo vissuto ci ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto sia strategico per noi far valere le prerogative autonomistiche del Trentino nella gestione delle acque ed in particolare nel loro sfruttamento idroelettrico. Non è facile fare sintesi del nostro impegno in una materia così delicata, ma provo a richiamare almeno un paio di decisioni concrete che hanno avuto un impatto considerevole sul Trentino.

Sul versante dei grandi impianti la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge che avevamo approvato lo scorso novembre che, a fronte di investimenti sugli impianti, prolungava dal 2024 al 2029 la scadenza delle concessioni, non ci ha colto di sorpresa, in quanto atto condizionato dalla posizione dell’Unione europea e dalla partita del PNRR. Per noi resta confermato l’obiettivo di garantire investimenti a cura dei concessionari, per rendere più efficiente la produzione e conseguentemente per incrementare anche le risorse destinate al territorio e a sostegno dei cittadini.

Inoltre, su un piano più generale, ricordo l’integrazione alla legge sull’energia, che riconosce alla Provincia un ruolo di promotrice della nascita delle Comunità Energetiche e istituisce l’elenco di questi organismi, oggetto anche di un accordo con la Federazione Trentina della Cooperazione finalizzato a promuoverli. Merita sottolineare la legge provinciale 4 del 2022 che semplifica l’installazione degli impianti da fonti rinnovabili, tra cui il fotovoltaico. Il lavoro con gli enti territoriali e i Bim (qui del Sarca e del Chiese) per i contributi sull’installazione ha portato al progetto “Fotovoltaico per le famiglie”, una risorsa molto utile per la popolazione in un momento di crisi energetica. In occasione dell’ultima Conferenza delle Regioni inoltre abbiamo ottenuto un importante risultato come Provincia autonoma ovvero il consenso, da parte di tutte le regioni, sui rapporti con il

Commissario straordinario per la siccità che non potrà prendere decisioni unilaterali ma che dovrà ottenere l’intesa con la Provincia autonoma di Trento sulle misure da adottare per affrontare la siccità ed in particolare sulla gestione dei nostri invasi.

Altra tematica di attualità; la gestione dei rifiuti e la realizzazione del termovalorizzatore. Quale è la situazione e quali sono i tempi per giungere a decisioni concrete?

Con l’approvazione dell’Addendum al 5° aggiornamento del Piano provinciale di gestione dei rifiuti, al momento in fase di verifica delle osservazioni pervenute e di acquisizione del parere di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), la Giunta provinciale deciderà come realizzare l’impianto di trattamento termico dei rifiuti sul territorio provinciale. Dovrà essere definita la governance e la tecnologia, per poi essere messa a gara la progettazione vera e propria dell’impianto. Il progetto definitivo dovrà quindi essere sottoposto alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), comprensiva di una Valutazione di Incidenza Sanitaria, nonchè al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, oltre che di tutti i provvedimenti autorizzatori necessari. Solo a seguito della conclusione positiva di tutte queste valutazioni, sarà possibile proseguire con la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’impianto vero e proprio. È verosimile ipotizzare, dal momento della decisione della Giunta provinciale alla messa in esercizio dell’impianto, un periodo non inferiore a 5-7 anni. ne. Infatti, meritano una vigile attenzione i progetti di fusione non coerenti con la specifica natura delle cooperative di credito ovvero che non garantiscono il servizio alla comunità, non contribuendo a fornire le adeguate risposte alle istanze sociali via via emergenti.

Veniamo alle Giudicarie, quale è la situazione attuale dal punto di vista socio-economico? Quali sono gli interventi principali avviati in questa legislatura e quelli che potrebbero essere realizzati nella prossima?

La Cooperazione ha rappresentato un settore molto importante soprattutto per le Giudicarie, dove è nata ad opera di Don Lorenzo Guetti. In futuro avrà ancora un ruolo strategico? Come valuta la recente evoluzione delle Casse Rurali con l’ipotesi lanciata dalla Cassa Rurale di Trento di fare un’unica Banca in trentino e di abbandonare lo storico nome di Cassa Rurale?

Il mondo della cooperazione rappresenta per la nostra provincia uno dei capisaldi della realtà economico-sociale da oltre 130 anni. Oggi abbiamo sfide enormi da affrontare: ci siamo lasciati alle spalle la pandemia, ma abbiamo davanti agli occhi tutto un panorama da rimodellare e da rendere più aderente ai bisogni della società, sul piano del lavoro, del welfare, della sostenibilità ambientale, della casa, che per molti rimane un problema, come vediamo in questi giorni anche in seguito alle proteste degli studenti, ma non solo le loro. Per quanto riguarda le Casse Rurali, sappiamo che da tempo il settore bancario è in evoluzione e questo ha già portato a molti processi di fusione anche in Trentino. Tuttavia le preoccupazioni emerse riguardo ad un’ulteriore riduzione, che potrebbe mettere in discussione la presenza delle Rurali sul territorio e la loro capacità di interloquire con i cittadini, debbono essere tenute nella dovuta considerazio-

In questa legislatura abbiamo messo in cantiere una serie di interventi importanti, che andranno ulteriormente sviluppati e portati a termine. Abbiamo tenuto conto delle diverse vocazioni delle Giudicarieche da troppo tempo aspettavano soluzioni a livello viabilistico - degli obiettivi che le comunità si sono date e delle problematiche relative. Così, ad esempio, devieremo il traffico da Pinzolo con la realizzazione dell’attesa variante, un’opera per la quale sono stati stanziati 90 milioni di euro, fondamentale per le sue ricadute sia sui turisti che sui residenti, lavori assegnati di recente. Lo stesso discorso vale per la variante di Ponte Arche, che ne prevede la realizzazione per un costo complessivo di circa 67 milioni: anche qui l’obiettivo è ridurre la pressione del traffico, e quindi l’inquinamento atmosferico e acustico, sul centro abitato, con un beneficio indiscusso per le Terme di Comano, volano delle Giudicarie esteriori, accorciando al tempo stesso i tempi di percorrenza, verso la valle dei laghi e Trento così come verso la piana di Tione.

Ed ancora: uno degli interventi più importanti sulla viabilità, per un investimento di 47 milioni, riguarda la galleria di Ponte Pià, in appalto, che verrà resa più lineare e avrà un imbocco più a valle. Il nostro impegno andrà anche nella direzione di ridurre al minimo i disagi per gli automobilisti durante l’esecuzione dei lavori. Un’altra infrastruttura attesa è la ciclabile che collegherà le Esteriori con Sarche, che trarrà beneficio dalla grande diffusione che stanno avendo le bici elettriche. A breve sarà appaltato il lavoro di allargamento della strada per Lundo per 1,4 milioni di euro.

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