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In chiesa col naso all’ insù

di Giacomo Bonazza

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In mostra le opere di Noemi Sartorazzi Scalfi, di origini alensi, docente tra le più amate e stimate nel circondario tionese tra gli anni ‘60 e ‘70, moglie dell’altrettanto indimenticato maestro Paolino Scalfi.

“In chiesa, col naso all’insù”, un azzeccato e simpatico titolo per una piccola ma preziosa esposizione/omaggio, che i figli della maestra elementare Noemi Sartorazzi Scalfi, di origini alensi, docente tra le più amate e stimate nel circondario tionese tra gli anni ‘60 e ‘70, moglie dell’altrettanto indimenticato maestro Paolino Scalfi, hanno voluto dedicare alla mamma in occasione del centenario della sua nascita (1923-2023). Nella sala assembleare delle Regole di Spinale e Manez a Ragoli hanno fatto bella mostra di sé, da giovedì 18 a mercoledì 31 maggio, sessantadue coloratissime tavole, tempera su carta, riproducenti alcuni particolari decorativi della volta della Pieve di Tione, affrescata alla fine dell’Ottocento dal pittore milanese Angelo Comolli (1863-1949), rielaborati in maniera del tutto personale, con indubbia maestria, dalla perspicace insegnante verso la metà degli anni Settanta, quasi al termine della sua missione didattica; un succedersi piacevolissimo di motivi ornamentali, tra il floreale ed il geometrico, con una particolare accentuazione cromatica rispetto agli originali, come a voler renderli più vividi allo sguardo del distratto spettatore, troppo spesso obnubilato da un’abitudinarietà visiva al ribasso. Quel “naso all’ insù!”, ci insegna la maestra Noemi, esprime un moto ascensionale capace ancora di stupore, un invito a fare un “passo in alto” verso la bellezza, che tante volte è lì che ci guarda essa stessa, accontentandosi di fuggevoli e sporadici accostamenti, pur consapevole del suo ineliminabile potere elevativo e terapeutico. Quanta bellezza custodita nelle nostre chiese aspetta di essere disvelata! È davvero commovente rivedere Noemi, con l’assistenza tecnica dell’imperturbabile Paolino, immergersi curiosa nel grande ciclo decorativo di Tione, e fissarne sulla carta, con notevole perizia disegnativa, alcuni frammenti da colorare successivamente. Ne sarebbe stato orgoglioso in primis lo stesso Angelo Comolli, nel vedere la solerte maestra lagarino-giudicariese prendere spunto dalle sue creazioni così impeccabili dal punto di vista accademico, mai lontane da modelli classicamente riconosciuti, proprio lui che nella Milano dell’imperante stile eclettico, affiancava alla docenza presso la prestigiosa cattedra di Ornato e Decorazione di Brera, l’insegnamento alla “Scuola Femminile per patente di maestra”, quasi preconizzasse la futura allieva. Chi scrive è stato scolaro della “maestra Scalfi” una sessantina d’anni fa in quel di Breguzzo, beneficiandone della sua schietta umanità non disgiunta dal senso estetico che permeava la sua didattica, dove l’apprendimento della scrittura era nel segno del bel scrivere, della calligrafia intesa come arte della bella scrittura, elegante e decorativa, dove la forma diventava sostanza. Anche da qui, probabilmente, i primi germi della mia passione artistica accresciuta via via negli anni, ma sempre debitrice di quegli indelebili stimoli. Nel percorso inverso a quello fatto dalla mia maestra, che mi ha portato dalle Giudicarie in Vallagarina, ho avuto l’occasione di visitare la chiesa di San Martino a Pilcante di Ala, paese natale di Noemi Sartorazzi, riedificata a metà del Settecento, una delle testimonianze più alte dell’arte rococò nella sua declinazione lombarda in terra lagarina, con i suoi meravigliosi stucchi dalle tinte chiare, i delicati affreschi della volta del presbiterio del pittore alense Orlando Fattori, gli sfarzosi altari in marmi policromi con incastonate tele di grande qualità pittorica. Sono convinto che una simile concentrazione di bellezza non possa aver lasciata indifferente la giovane Noemi, favorendone il suo innato talento espressivo ed una speciale sensibilità artistica, che in seguito ritroveremo come valore aggiunto nella sua lunga attività scolastica. La mostra di Ragoli, oltre rappresentare il doveroso ed affettuoso omaggio alla “maestra pittrice”, ha il merito di aver contemporaneamente rilanciato l’attenzione sull’opera e la figura di Angelo Comolli, già sinteticamente indagate nel primo numero della nostra rubrica, quando si auspicava un viaggio dei tionesi a Morimondo, ad una trentina di chilometri da Milano, lungo la statale per Pavia, per visitare il Civico Museo Angelo Comolli, presso il complesso monastico dell’abbazia cistercense adagiata nel cuore della pianura padana, dove si conservano i grandi cartoni preparatori per gli affreschi della parrocchiale di Tione, con i personaggi sacri mirabilmente tratteggiati a carboncino. Un’esperienza davvero emozionante trovarsi difronte a quei manufatti artistici recuperati e restaurati a cura della locale amministrazione, dopo l’acquisizione del monastero da parte del comune nel 1982. Prima di quella data i cartoni giacevano arrotolati e polverosi nelle stanze semi- abbandonate dell’abbazia che il Comolli aveva in parte trasformato nel suo studio, dopo averne comprato il chiostro e le sue adiacenze nel 1917 ed ivi morire il 24 giugno 1949 inseguendo il suo sogno medievale. Ragoli-Tione-Morimondo: i fili dell’arte che misteriosamente si incrociano a ordire trame di bellezza!

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