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BIM Sarca, incentivi per fotovoltaico e risparmio idrico in attesa delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)
Quasi centomila abitanti in 31 Comuni da Pinzolo a NagoTorbole, compresi Altopiano della Paganella, Sella Giudicarie e Ledro. Questa è la popolazione del Consorzio
B.I.M. Sarca Mincio Garda di Tione di Trento, che è uno dei più grandi del Trentino (oltre agli altri tre, ossia il B.I.M. dell’Adige, del Chiese e del Brenta).
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I B.I.M. (bacini imbriferi montani) sono nati negli anni ’50 per volontà del legislatore (L. 959/1953) che ha riconosciuto la necessità di indennizzare con dei sovracanoni lo sfruttamento idroelettrico dei fiumi dei rispettivi territori impiegandoli a favore dello sviluppo sociale ed economico della propria gente.
Dopo il fortissimo impegno del 2022 a favore del fotovoltaico per le famiglie, nato nel 2007 ed incrementato nel 2022 in accordo con la Provincia di Trento, gli altri B.I.M. trentini, la Federazione Trentina delle Cooperative del Trentino e l’Associazione Artigiani del Trentine per combattere la forte crisi energetica e l’innalzamento delle bollette - che ha trovato un incredibile riscontro con oltre 700 domande pervenute, tutte accolte e finanziate per oltre 2 milioni di euro solo dal B.I.M. del Sarca - si è valutato di mantenere anche per il 2023 gli incentivi per pannelli e batterie (fino ad € 4.000,00 per impianto). E’ stata anche approvata una semplificazione delle procedure grazie al nuovo Regolamento Fotovoltaico in vigore da gennaio 2023 che prevede la presentazione delle domande a consuntivo, ossia ad impianto realizzato, senza il doppio passaggio della valutazione preliminare, con uno stanziamento a bilancio 2023 di un milione di euro. A favore dei cittadini sono stati confermati anche i contributi per l’abbellimento delle facciate dei centri abitati dei Comuni consorziati, per l’aiuto all’acquisto e/ristrutturazione della prima casa mediante mutui agevolati (abbattimento degli interessi con rate annuali dello 0,80% su massimi cen- tomila euro) nonché per il recupero delle acque piovane. Quest’ultimo risulta particolarmente attuale in considerazione della forte siccità registrata nel 2022 e purtroppo proseguita anche durante l’inverno appena trascorso, provocata dai cambi climatici e dall’innalzamento globale delle temperature. Il sostegno del B.I.M. consiste in un contributo a fondo perduto da €. 750,00 a €. 1.500,00 per la fornitura e posa di serbatoi di raccolta delle acque piovane a scopo irriguo o similare. Tale crisi idrica si riflette in tutti i settori, dall’agricoltura ai servizi essenziali (si pensi agli acquedotti o alle fontane dei nostri paesi, in alcuni casi rimaste chiuse la scorsa estate scorsa e che speriamo non lo siano anche quest’anno), nonché sui produttori di energia idroelettrica (i concessionari che versano i sovracanoni al B.I.M.) che hanno subito forti cali anche oltre il 35%. Per valutare la situazione e verificare possibili soluzioni, l’UE ha finanziato un progetto denomi- nato IMPETUS (rientrante nel programma Horizon 2020) che si occupa della raccolta dati legati ai cambiamenti climatici ed al quale il B.I.M. Sarca ha aderito quale partner locale con il caso-studio della Valle dei Laghi, ove sono presenti utilizzi idrici importanti (centrale S. Massenza, coltivazioni vitivinicole). Con tale progetto si intende monitorare e promuovere l’utilizzo dell’acqua incrementando sempre più metodi virtuosi quali l’irrigazione a goccia o la creazione di bacini di accumulo. La modulistica per la presentazione delle domande di contributo - fatto salvo che per i mutui agevolati per cui ci si deve rivolgere direttamente agli istituti di credito convenzionati, ossia tutte le Casse Rurali e le Volksbank del territorio consorziale - è pubblicata e scaricabile sul sito del Consorzio www.bimsarca. tn.it (modulistica) con relative scadenze e precisazione della documentazione prevista per l’ammissibilità. Oltre alle suddette iniziative, molto apprezzate dalla popolazione e dal territorio viste le tantissime domande che ogni anno esauriscono le risorse a tal fine messe a disposizione, che possiamo definire consolidate, si è cercato di prevedere ulteriori incentivi in campo energetico ed in particolare alla produzione di energia da fonti rinnovabili da attuare in forma associata. Il riferimento è alle nuove Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), soggetti previsti da recentissima normativa finalizzate alla produzione ed autoconsumo di energia pulita. I decreti attuativi di dicembre 2022 sono stati approvati dal Ministero e sono ora in attesa del parere della Commissione Europea per l’entrata in vigore. La finalità delle CER è infatti quella di promuovere la produzione ed il consumo di energia da fonti rinnovabili (in particolare idroelettrico e fotovoltaico per i nostri territori) a chilometro zero e con un incentivo pubblico da reinvestire a favore della popolazione riconosciuto per la diminuzione di perdite in fase di trasformazione e trasporto dell’energia. Inoltre, grazie alla particolare gestione delle CER, costituita dagli stessi produttori/consumatori di energia, si ottengono notevoli risparmi energetici che si traducono con cali drastici dei consumi e quindi dei costi. Auspicando la costituzione di diverse CER nei prossimi mesi, appena giungerà il via libera sui decreti attuativi della relativa disciplina normativa dall’UE, nel bilancio consorziale 2023 del B.I.M. del Sarca è stato stanziato l’importo di 200 mila euro per l’eventuale compartecipazione a Comunità Energetiche Rinnovabili promosse da Comuni o altri soggetti pubblici del territorio. Si ricorda che la CER deve essere costituita mediante associazione, cooperativa o altra forma giuridica prevista dalla legge tra soggetti privati e/o pubblici al solo fine di produrre energia elettrica pulita, autoprodotta e condivisa, a prezzi accessibili ai propri membri.
C’è qualcosa di nuovo, anzi, d’antico... Si potrebbe iniziare così quando ti chiedono di scrivere di nuove bretelle stradali, di varianti capaci di risolvere i problemi di isolamento delle valli rispetto al centro, di collegamenti utili per i residenti, ma anche per i turisti.
Il nuovo e l’antico. In questi due termini si condensa l’attualità del problema viabilistico nelle Giudicarie. Partiamo dall’antico.
Sulla viabilità sono state sprecate (lo diciamo nella consapevolezza di non esagerare) cisterne di inchiostro in articoli di giornali, documenti, progetti, relazioni, atti di convegni, protocolli d’intesa fra autorità di grande, medio e piccolo calibro. Se poi ci guardiamo attorno cosa scopriamo? Che qualcosa negli anni si è mosso, ma in fondo si è andati a macchia di leopardo, senza un disegno complessivo.
Negli ultimi cinquant’anni sono state realizzate alcune tratte necessarie: la variante Storo-Cimego (che scavalca Ca’ Rossa e Condino), la variante di Strembo e Caderzone, il Corè Breguzzo-Tione, la galleria che scavalca il centro di Campiglio, la tangenziale di Pieve di Bono, l’allargamento di Iavré (mettiamoci pure quello), le sistemazioni prima e dopo il Ponte dei Servi.
Certamente tralasciamo qualcosa, ma molto è stato tralasciato rispetto ai programmi ed ai proclami di decenni lanciati da autorità locali e provinciali. Ci fu un tempo in cui (chi a vario titolo si interessa di cose pubbliche lo ricorda senz’altro) vennero tracciati disegni di varianti capaci di tagliare tutti (tutti!) i paesi della Rendena e della valle del Chiese.
Ci fu un tempo in cui si parlò, pardon, si spese un patrimonio per progettare un mirabolante “Sistema Campiglio”, progetto finito prima sui tavoli della magistratura, poi nel cestino. Ci fu un tempo... Che se n’è andato, lasciando solo l’eco delle parole.
E il nuovo? E’ fatto di nuovi progetti, di stanziamenti, di appalti e di