5 minute read

Viabilità, cinquant’anni di progetti

di Giuliano Beltrami promesse. Sono interventi capaci di cambiare il volto dei collegamenti stradali giudicariesi? E con quali tempistiche? Si potrebbe continuare con le domande. Una per tutte: nessun ragionamento viene più fatto rispetto a possibili collegamenti ferroviari? In questa pagina ci accontentiamo di toccare alcuni nodi irrisolti o in via di risoluzione.

TANGENZIALE DI PINZOLO

Advertisement

E’ l’ultima creatura nata: presentata in grande stile dalla Giunta provinciale, che ha messo sul tavolo una novantina di milioni. Nodo fondamentale per chiunque, ma soprattutto per i turisti, nel senso che i mesi di punta attraversare il capoluogo dell’alta Rendena (che si picca in verità di essere capoluogo di tutta la valle) significa dotarsi di grande pazienza. Probabilmente (se ci è concesso un pizzico di ironia) nelle code delle ore di punta dei giorni di massimo afflusso un ospite che viene da Milano si sente come a casa, ma se viene in montagna per “respirare” (dicendola con la pubblicità provinciale) rischia di respirare smog. Ecco il perché della tangenziale, clamorosamente io ritardo, e non solo per colpa della Provincia, occorre dirlo. Ci hanno messo del loro gli indigeni negli anni, non unanimi nelle ipotesi del tracciato. Comunque in maggio l’appalto è stato fatto, il che significa, cronoprogramma alla mano: progetto esecutivo redatto entro 120 giorni naturali e consecutivi (così si dice nel gergo della burocrazia) decorrenti dalla data di sottoscrizione del contratto; tempo di esecuzione dei lavori stabilito in 1.037 giorni, sempre naturali consecutivi (due anni e dieci mesi), decorrenti dalla data di consegna dei lavori. Possiamo ipotizzare di percorrere quei due chilometri di galleria più un chilometro allo scoperto fra Giustino e Carisolo nel 2027? Ipotizziamolo. Se non altro non ci saranno ricorsi perché alla gara ha partecipato una sola impresa: il Consorzio Stabile S.A.C. Costruzioni, con sede a Torrecuso, in provincia di Benevento. Vero, c’è sempre l’incognita meteo, che può rallentare. Vedremo.

PONTE PIA’

Un altro nodo delicato è rappresentato per la viabilità giudicariese dalle gallerie di Ponte Pià, nel tratto della statale 237 del Caffaro fra Tione e Ponte Arche. Nel mese di marzo sono stati affidati i lavori per la posa delle barriere paramassi, propedeutici al grande progetto di rettifica della galleria, che avrà un costo attorno ai 35 milioni di euro. Il cantiere del Lotto 2, relativo alle opere di difesa, è stato affidato all’impresa Georock di Mortaso (frazione di Spiazzo), ed è al servizio del Lotto 1: il tunnel vero e proprio. Mentre si lavorerà nel tunnel sarà utilizzata la vecchia viabilità, realizzata in epoca precedente all’attuale galleria, temporaneamente ripristinata e aperta al traffico per la durata complessiva dei lavori, prevista in circa 500 giorni. Le opere del Lotto 2 serviranno per la protezione dalla caduta massi sulla sede stradale dismessa, che viaggia fra la galleria ed il bacino artificiale di Ponte Pià. L’importo complessivo di questo lotto si aggira attorno a 770.500 euro. Qualche curiosità. E’ prevista la posa di 9.500 metri quadrati di rivestimento delle pareti rocciose in rete metallica e barriere paramassi, per una superficie complessiva di circa 3’000 metri quadrati.

PONTE ARCHE: LA TANGENZIALE CHE NON C’E’

E’ una mattinata fredda ma luminosa quella che all’inizio di febbraio accoglie a Ponte Arche la Giunta provinciale nel suo pellegrinaggio fra i vari comuni per le sedute settimanali. Il commissario Guido Moutier illustra il progetto che, come spiega, “riprende e perfeziona il progetto preliminare già elaborato anche ai fini della valutazione di impatto ambientale. Progetto complesso, sviluppato sulla base di molte alternative. Studiate qualcosa come 14 ipotesi, ridotte a 8, perché bisogna superare alcune emergenze. La principale: le fonti termali.

Alla fine, sfronda tu che sfrondo anch’io, sono stati ipotizzati due itinerari, fra i quali è stato scelto un percorso di tre chilometri (come a Pinzolo), due in galleria, “studiata per non impattare sulle risorse del territorio”, illustra il commissario, con l’aggiunta di due ponti, uno verso Tione e uno verso Trento, in prossimità del Ponte dei Servi. Per ora siamo fermi qua. Soldi messi sul tavolo: una settantina di milioni. “Tempi di realizzazione: troppo presto per capirlo. Si può ipotizzare il 2030? Il problema, semmai, riguarda lo sviluppo di Ponte Arche in questo lasso di tempo, fra ristoranti ed alberghi in difficoltà e la ricerca di una dimensione urbanistica qualificante.

I RITARDI

NEL BRESCIANO

Valle Sabbia. Nel 1996, prima delle elezioni politiche, fu inaugurato il tratto fra Tormini e Ponte Re, prima di Nozza, realizzato da anni per volere del super ministro bresciano Gianni Prandini, ma chiuso perché mancavano i soldi per costruire gli svincoli di entrata e uscita.

Nel 2008 gli allora presidenti delle Province di Brescia e Trento riuniti nella sede del Bim del Chiese, a Condino, firmarono il protocollo d’intesa che metteva sul tavolo 78 milioni di euro, spartiti equamente, per togliere il traffico da Nozza, Vestone e Lavenone, l’ultimo con- dannato da una strettoia in cui si inchiodano i mezzi pesanti. Dopo le firme il nulla. Il prezzo è raddoppiato, perciò il primo tratto (Ponte Re-Vestone nord, salito a 100 milioni) è sparito. E’ rimasto il tratto Vestone nord-Idro, tre chilometri (torna la legge del tre) con gallerie e ponti per 55 milioni.

Appalto vinto da una ditta contro cui i secondi hanno fatto ricorso. Risultato: sono passati quindici anni e non è stato mosso un chilo (che dicco un chilo? Un etto) di cemento. Siamo fermi al punto di partenza. Ricorso vinto dall’Ati con capofila l’impresa trentina Collini, che però non ha cominciato perché nel frattempo i prezzi sono aumentati. Trovati nei Fondi dei Comuni confinanti i 4,5 milioni per smaltire i materiali, bisogna cercare il denaro per abbattere l’aumento dei prezzi. In maggio Gian Maria Flocchini, presidente della Comunità montana di Valle Sabbia, ha spiegato alla stampa che “è stato trovato l’accordo fra la Provincia di Brescia e l’impresa per affrontare l’aumento dei costi. In questo momento non è quantificabile finché non ci sarà il progetto esecutivo. Tuttavia la questione sembra si risolva trovando la strada per arrivare alla progettazione esecutiva e per stipulare il contratto definitivo per l’avvio dell’opera”. Previsione era entro la fine di maggio. Vedremo a breve, ma ci si consenta una punta (solo una punta) di scetticismo.

Era una Sala riunioni affollata quella di venerdì 5 maggio al Grand Hotel Terme a Ponte Arche. L’Assemblea dei Delegati 2023 é stata l’occasione, per il Consorzio Elettrico Industriale di Stenico, di ritrovarsi in presenza dopo tre anni di attesa.

Sul palco Dino Vaia, riconfermato presidente che, nel rinnovare l’intero Consiglio di amministrazione, ha proposto una lista unica di candidati. Un ringraziamento particolare non è potuto non essere rivolto ai tre consiglieri uscenti: il vicepresidente Paolo Bronzini, il presidente del Comitato di controllo e gestione Franco Bronzini e il consigliere Mauro Albertini. Sono stati eletti in loro sostituzione Lorenzo Poli, Fabio Armanini, Michele Zambotti.

Una nuova squadra per affrontare le difficoltà dell’oggi, uno sguardo proiettato alle sfide del domani.

Il bilancio di fine 2022 ha riportato che la produzione di energia idroelettrica, derivante dalle centrali di Ponte Pià e di Cillà e dagli impianti fotovoltaici, è stata la metà rispetto all’anno precedente. La causa? Non serve dirlo, la mancanza di acqua. “Erano almeno quarant’anni che non si presentava una situazione di questo tipo” il commento di fron-

This article is from: