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Il Guetti, uno di famiglia
Sto scrivendo seduta nell’atrio di quella che sarà (spero) la mia futura università, aspettando di fare il test d’ingresso e mi viene in mente che tra 5 anni la sentirò come casa mia, anche se ora mi sembra ancora enorme e mi perdo ogni due per tre. So che sarà così perché mi è successa la stessa cosa col Guetti, una scuola che 5 anni fa mi sembrava estranea, rigida e piena di ostacoli, e che ora mi dà una grandissima sensazione di familiarità. Forse questa sensazione è data anche dal mio ruolo di rappresentante d’istituto, che ho avuto la fortuna di poter ricoprire in questi due anni e che mi ha dato la possibilità di vedere la scuola e tutte le persone che la abitano sotto una luce diversa. Purtroppo il mio percorso è finito: sono sicura che è arrivato il momento di cambiare, di scoprire nuovi orizzonti, di affrontare tutte le sfide che ci riserverà il futuro, ma questa scuola mi mancherà. Mi ha lasciato molto, soprattutto in fatto di relazioni umane, più che di contenuti: penso di essere una persona completamente diversa da quando sono arrivata, spero, una persona migliore. Addio Guetti, chissà, magari un giorno, in forma diversa, ci rivedremo.
Alba Pellizzari
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