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Autonomia differenziata, non deve preoccuparci
Che alle Regioni Veneto, Lombardia ed a quelle che ne fanno richiesta vengano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia come previsto dal disegno di legge costituzionale varato qualche giorno fa dal Governo, non deve destare preoccupazione alcuna per nostra Autonomia che è e rimane del tutto speciale. Se non c’è da preoccuparsi, non si può però rimanere in differenti.
Infatti una cosa è confrontarsi con Bolzano ed altra cosa è confrontarsi con un Veneto ed una Lombardia autonomi in quanto se, in futuro e fatte le debite proporzioni, dovesse risultare che il Trentino rimane indietro in termini di ricchezza, di equità economica e sociale, di qualità della vita e dell’ecosistema, un giudizio sulla nostra Autonomia sarebbe d’obbligo con tutte le debite ed inevitabili conseguenze politiche, perfino istituzionali.
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L’Autonomia, è bene ricordarlo, è prima di tutto assunzione di responsabilità di governo e quindi di amministrazione da cui consegue l’obbligo di elaborare strategie da attuare poi con le tattiche ritenute più opportune.
Governare è prefigurare il futuro della propria terra, è esaltazione delle sue specificità, è originalità di progetti e soluzioni, è anche cittadinanza nel contesto delle altre Autonomie. Per governare bisogna però essere padroni in casa propria: cosa non facile se si pensa quanto forti possono essere i condizionamenti che vengono dall’esterno quanto a costumi, a gerarchia delle produzioni e dei mercati e ad organizzazione di servizi come ad esempio quello sanitario che, nel nostro caso, si configura come una colonia di quello veneto.
Cosa anche non facile, in particolare a partire dagli anni ‘90, per via delle restrizioni e condizionamenti imposti dalla normativa europea e da quella nazionale in termini di potestà e contenuti sia legislativi che finanziari.
Sono purtroppo passati i tempi dell’avvio dello Statuto, quello varato nel 1971, tempi nei quali, grazie ad un’estesa coscienza identitaria, ad un forte senso di appartenenza, ad una grande voglia di benessere, ad un senso di responsabilità solidale nella struttura pubblica ed alla bravura dei governanti sostenuta dalla fiducia della gente, è stato dato vita a progetti unici ed originali.
La nostra Autonomia, Bolzano compresa, ha dato il meglio di se stessa, guadagnandosi ammirazione dagli altri territori e stima e fiducia presso poteri centrali.
I recenti provvedimenti sull’autonomia differenziata aprono peraltro un nuovo capitolo di confronto, in particolare tra le regioni del sud che non la richiedono e quelle del nord che ne hanno fatto richiesta sulla base di risultati referendari. Non mancano poi le voci di progetti volti ad accorpare le attuali regioni in poche macro regioni, progetti, secondo i quali la nostra regione verrebbe smemorata con l’accorpamento del Trentino al Veneto. Una prospettiva, questa che toglierebbe al Trentino la sua specificità e verrebbe ridotto ad una delle province venete, con capoluogo quindi, non più Trento, bensì Venezia.
A fronte di una simile prospettiva potrebbe però starcene un’altra,ben più congeniale alla collocazione geografica ed alla storia del Trentino. Se si pensa infatti che il processo di unificazione europea porterà a superare sempre più le distinzioni linguistiche e che nell’Europa nessuna lingua è maggioritaria, la necessità di tutelare le minoranze linguistiche si affievolirà sempre più.
Rimarrà però un’altra specialità della nostra area e cioè quella di appartenere ad un territorio montuoso. Un territorio dove la densità demografica è scarsa e più difficili sono i collegamenti interni: il tutto rispetto ad aree di pianura come la Padana a sud e la Baviera a nord. Nel confronto con le aree di pianura, quelle montane presentano molto svantaggi e non possono che essere considerate aree deboli. Questa aree, se non vogliono venir sopraffatte dalle due più forti di pianura, devono dotarsi, come unica soluzione, di una organizzazione istituzionale particolarmente forte. Perché allora non sfruttare le potenzialità degli accordi europei di Madrid dotando l’Euregio di poteri sovrani, non ultimo quello della titolarità dei tributi e del credito? Ne nascerebbe la prima Regione a sovranità concordata tra Italia ed Austria, o se si preferisce, una Svizzera nel Mittel Europa. *Ex senatore ed ex sindaco di Rovereto