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La Leptina e la Grelina

Da piccoli, l’inverno, seduti intorno al camino eravamo tutti, io e le mie sorelle, prigionieri di mio padre. Che era bravissimo nel raccontare storie quasi sempre inventate. Iniziavano col : “C’era una volta …”. Quel “C’era una volta” ci proiettava in un mondo che ognuno immaginava proprio e a modo suo. Da sempre per capire come funzionano le “faccende” che riguardano il nostro corpo mi ricordo di quel “C’era una volta”. Perché l’immaginazione, col supporto della scienza, mi aiuta a procedere nella comprensione dei complicati meccanismi del corpo umano. Parlare di Leptina e Grelina è complicato ma servendoci anche dell’immaginazione riusciremo a capire come è che avvertiamo il senso della fame e della sazietà. Il nostro corpo regola il suo funzionamento attraverso delle sostanze particolari che si chiamano ormoni. La loro produzione a diversi livelli e in diversi organi funziona con un “meccanismo intensivo”. Vuol dire che si attiva una intensità di azione che non dipende da un sistema-interruttore on/off, ma che risente della situazione generale che è sempre finalizzata alla conservazione della specie. Come esempi della complessità potremmo affermare : che se dormo male e poco corro il rischio di ingrassare; oppure che riesco a sopravvivere per molto tempo, anche senza mangiare, purché ci sia del liquido da bere. La Leptina ( leptos=magro ) è stata scoperta alla fine del secolo scorso ed è prodotta dal tessuto adiposo del sottocute, il torrente circolatorio la trasporta fino ad una zona del cervello chiamata ipotalamo dopo svolge la sua funzione di attivazione. Esiste quindi un canale di comunicazione che regola l’accumulo di grasso ad opera della Leptina; il cervello viene avvisato dalla Leptina di ridurre l’assunzione di cibo. Si riduce il senso di fame e diminuiscono le riserve di grasso, si produce energia e di conseguenza il peso si riduce. In caso contrario si produce meno Leptina per avvisare l’ipotalamo che bisogna mangiare di più e disperdere di meno.

A conferma: le concentrazioni di Leptina aumentano dopo il pasto e diminuiscono nel digiuno. Come pure la concentrazione è maggiore negli obesi e minore nelle persone magre. Nelle persone obese il paradosso si spiega col fatto che la sensibilità all’azione dell’ormone diminuisce, si stabilisce una resistenza alla sua azione; motivo per cui la sua somministrazione, come farmaco, negli obesi non provoca dimagrimento. Ma succede che mantengono la sensibilità alla diminuzione della Leptina, per ne. Immaginiamo tutte le esperienze che hanno portato l’homo sapiens sapiens a scegliere, capire, provare, evitare, conservare e alla fine mangiare il cibo di cui disponeva. Il “C’era una volta ...” mi ha reso meno soli i nostri antenati. E l’evoluzione ci aiuta a capire i percorsi metabolici che il tempo ha modellato per far emergere certe funzioni vitali per non morire di fame. Torniamo al “se non dormo o dormo male ingrasso”. Il sonno serve per rigenerare le energie e risente dell’azione di un altro ormone che si cui quando diminuisce sotto certi livelli mangiano di più. E qui ci sovviene l’immaginazione. La finalità dell’ormone non è quella di mantenerci magri ma di conservarci in salute. Se non c’è cibo bisogna cercarlo; bisogna attivarsi per sopravvivere perché senza cibo non produciamo calorie per non morire di freddo, non siamo attenti ai pericoli, per sopravvivere bisogna conservare le riserve energetiche. Nei milioni di anni della nostra evoluzione il cibo ha assunto valori diversi dal solo accumulo sotto forma di grasso di riserva. Quindi viene da pensare che la gestione dei periodi di digiuno per i nostri antenati sia stata la differenza determinante che ha influenzato l’evoluzio- chiama Melatonina che è influenzata dalla luce. Se non dormo partono gli stimoli per la ricerca del cibo perché diminuisce la Leptina e vengono potenziati dalla presenza della Grelina, l’ormone di cui parleremo di seguito, che è l’ormone della fame. Ci attiviamo per cercare cibo ad alto potenziale calorico, ricco di zucchero. La Grelina è prodotta dalle pareti dello stomaco. A stomaco vuoto la produzione aumenta ma se lo stomaco si riempe e le pareti si dilatano la produzione si riduce. Il digiuno ne potenzia l’azione e può causare un fenomeno tipico di quando si attua la restrizione calorica che si chiama snacking (spuntini ripetuti per placare la fame). Per questo motivo è sem- pre opportuno inserire nella dieta cibi poco calorici ma ad alta intensità di volume come le verdure. Lo stomaco si riempie e diminuisce la secrezione di Grelina. Ma di notte non si placa il senso di fame con la verdura, si cerca e si trova qualcosa che appaga la ricerca … magari la cioccolata. Anche perché sono gli zuccheri e le proteine nobili che riducono la produzione di Grelina ma non i grassi; un panino col for- maggio non lo cerco di notte. La Grelina è anche implicata nella regolazione del ritmo sonno veglia, nel senso del gusto, nella regolazione dei livelli di Insulina, l’ormone che controlla i livelli di zuccheri nel sangue. Ma nella dieta ipocalorica i livelli di Grelina aumentano e da qui la difficoltà a mantenere il peso se la riduzione delle calorie è esagerata. Bisogna anche ricordarsi che la riduzione eccessiva dei grassi nella dieta non va bene perché l’intestino si svuota più velocemente ed aumenta di conseguenza il senso di fame. E allora ? Bisogna di nuovo farsi aiutare dalla scienza e dall’immaginazione per capire come questi due ormoni collaborino fra di loro, aiutati dal controllo dell’ipotalamo, nel gestire la fame e la sazietà. Torniamo anche alla seconda domanda : riesco a sopravvivere, anche se non mangio... In condizioni di digiuno prolungato il peso corporeo viene come ignorato, non c’è dispendio energetico, prevale la necessità di conservare le riserve per sopravvivere.

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Il processo di produzione calorica si inverte e la collaborazione fra i due ormoni viene finalizzata alla sola sopravvivenza. L’ipotalamo gestisce e finalizza i processi per la sopravvivenza regolando i livelli di Leptina e Grelina. Come risultato finale si ingrassa se c’è abbondanza di cibo e l’intestino è sempre pieno. Aumenta la fame se mangio poco, non c’è cibo, sono sottopeso e l’intestino è quasi sempre vuoto. Immaginiamo il vagare dell’homo sapiens sapiens alla ricerca del cibo e teniamo ben presente che non era guidato solo dal prevalere di uno o l’altro degli ormoni. Perché intervenivano altri meccanismi fisiologici come la memoria dei luoghi, il sapore del cibo, il ricordo dei pericoli, la paura della fame, la necessità di trovare di che nutrirsi. E’ così che ci siamo evoluti. Il dilemma dell’onnivoro. Meccanismi variabili che possono essere causa di alcuni disturbi alimentari: anoressia, obesità e non solo.

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