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L’arte di Shamsia Hassani illumina la condizione della donna in Afghanistan
I n questo 8 marzo 2023 le donne, ed anche gli uomini, avranno ben poco da festeggiare. Siamo immersi in continue emergenze: sanitaria, bellica, ambientale, climatica, energetica, economica, sociale. Noi che possiamo farlo, dovremmo dedicarci sempre più alla conoscenza, agli affetti ed all’arte, per cercare di rendere migliore la nostra vita, apprezzando tutte quelle cose che diamo per scontate, ma che in tanti Paesi le persone, ed in particolare le donne non possono avere. Shamsia Hassani colora i muri di Kabul per cercare di dare un po’ di luce ai suoi conterranei, ripiombati da qualche tempo in una vita ancora più dolorosa e difficile. La tribolata storia dell’Afghanistan la si trova nel bel libro “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini. Ed anche nei “Ragazzi di zinco” di Svetlana Aleksievic dove si racconta la disastrosa epopea militare sovietica, contro un popolo che fu armato dagli americani che, incredibilmente, non si resero conto che sta- vano creando un micidiale gruppo armato di fanatici. Ma torniamo a Shamsia Hassani. Ha 35 anni, ed è la prima street artist afgana, che con immagini raffinate e delicate racconta il dramma dell’Afghanistan, in particolare l’oppressione delle donne afgane, attaccando frontalmente i talebani. A rischio della vita. E’ nata in Iran perché i suoi genitori, originari del Kandahar, lì si erano rifugiati. Shamsia ha iniziato a fare graffiti nel 2010, grazie a un laboratorio dell’organizzazione Com- bat Communications; uno street artist di nome Chu è andato lì dal Regno Unito per insegnare le tecniche dei graffiti. In una intervista ad Art Radar, Shamsia ha raccontato: “Voglio colorare i brutti ricordi della guerra e se coloro questi brutti ricordi, allora cancello la guerra dalla mente delle persone. Voglio rendere l’Afghanistan famoso per la sua arte, non per la sua guerra”. Dei suoi graffiti, dove sono raffigurate donne leggiadre ed armoniose, è piena Kabul. Attraverso le sue opere
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Shamsia ha cercato di ricostruire una coscienza femminile in una società patriarcale come quella afghana. Le sue opere sono visitatissime su Instagram, Twitter, Facebook, da tutto il mondo. Le tipiche silhouette con gli occhi bassi, le lunghe ciglia e senza labbra mostrano donne eleganti e gentili circondate dalle macerie, dal terrore, da un mondo senza voce. Nei tanti post si sollecita a far girare in rete le immagini, come modo di dare voce non solo a Shamsia, ma a tutte le donne afghane che stanno vivendo l’inferno, affinché non si perda mai la speranza.
Nel suo ultimo post Shamsia ha scritto: “Grazie per i vostri messaggi e per avermi pensato in questo momento. I vostri messaggi e commenti dimostrano che l’umanità e la gentilezza sono ancora vivi e non hanno confini. Grazie per il vostro sostegno e l’interesse, sono al sicuro“. Secondo un proverbio cinese è meglio accendere una piccola candela che maledire l’oscurità. Le immagini di Shamsia sono tante piccole candele, un briciolo di speranza per chi non ha altro.
Novità dalle Terme di Comano: il Consorzio ha affidato la direzione di Grand Hotel e di centro termale a due nuove figure distinte, rispettivamente Christopher Sanchez e Alessandro Bazzanella. Ma chi sono? E quale il motivo di questa scelta?
“Dal 2018 - spiega Elena Andreolli, consigliera delegata delle Terme di Comano - da quando ci siamo insediati come nuovo Cda abbiamo fatto tanti passi avanti, sia per mettere in cantiere i lavori di riqualificazione del centro termale, che per far crescere l’hotel e la linea cosmetica. Cerchiamo di creare delle possibilità di redditività che permettano all’azienda di progredire e continuare a investire nel mercato e nelle strutture. Siamo arrivati a un punto dove, per fare ulteriori passi avanti, abbiamo pensato che ci servisse linfa nuova. Quindi abbiamo deciso di investire su una nuova direzione termale che ci aiutasse a vedere il futuro. Siamo consci che dobbiamo scrivere una nuova pagina del termalismo, trovando dei nuovi filoni e delle nuove tematiche. Su queste pensia-