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Lo sport come bellezza e gioia di vita

Alla domanda: “Perché spendi così tanti soldi per far fare sport ai tuoi figli?” Io rispondo: “Devo ammetterlo: non pago perché i miei figli pratichino sport; pago per quei momenti in cui i miei figli sono così stufi che vorrebbero mollare, ma non lo fanno. Pago per quei giorni in cui i miei figli tornano troppo stanchi da scuola, ma vanno ad allenarsi ugualmente”.

Con questa frase Daniele Franchini, lo speaker della gara ha dato il via alla fase d’istituto dello sci di discesa alla pista di Bolbeno, aperta dall’atleta paralimpica Valentina Zago, ci racconta dell’importanza dello sport come bellezza e gioia di vita, dello sport come luogo della ricarica spirituale e fisica, dello sport come socialità. Con questo spirito è iniziata la giornata del Guetti sulla neve, che ha visto coinvolti un gran numero di ragazzi, dalla prima alla quinta e appartenenti a tutti gli indirizzi, per la selezione d’istituto degli studenti che poi hanno partecipato alla fase provinciale dei campionati di sci del 10 febbraio.

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“La tradizione - racconta una docente di scienze motorie del Guetti - è oramai ben consolidata: la gara c’è da più di vent’anni, interrotti solo dalla pandemia, e ha sempre riscontrato una buona parte- cipazione da parte dei ragazzi e soprattutto una bella dose di divertimento”. Una gara competitiva, da non prendere sottogamba, ma vissuta con giocosità e allegria da parte di tutti i partecipanti, alcuni dei quali hanno avuto la possibilità di accedere ai provinciali e, in caso di rinnovata vittoria (come accaduto per la disciplina dello sci alpino), alle fasi nazionali dei campionati studenteschi.

Una bella occasione di sci in compagnia, senza troppa competizione o ansia da prestazione; unico appunto per i prossimi anni ritornare ad aprire la gara anche ai non tesserati, così da dare la possibilità anche a chi lo sci non lo pratica già a livello agonistico di partecipare anche a livello provinciale.

Alba Pellizzari, Susanna Vaia, Anna Floriani

perché “ è un bellissimo momento di condivisione in cui la competizione passa in secondo piano”. I ragazzi erano dunque entusiasti dell’esperienza, tuttavia in molti sostengono sia un peccato che le gare stu- dentesche siano così poco sponsorizzate, e sperano in un cambiamento, in modo che tutti coloro che sono interessati possano parteciparvi.

Sofia Surci e Eloisa Tisi

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