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Storie

top player “Fuorigioco”, condotta da Gianni Fabrizio, è stata una delle trasmissioni più seguite di Videolevante. Qui una puntata alla vigilia del derby Taranto-Bari. Si riconoscono il cavalier Pignatelli (primo a sin.), al suo fianco il sindaco di Bari, De Lucia, l’onorevole Battafarano (secondo da destra).

sulla cresta dell’onda le Origini delle TV a taranto

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La prima fu Tv Taranto, nata grazie... al colpo di stato di Gheddafi in Libia. Poi le antenne spuntarono come funghi. Gli anni pionieristici e la svolta commerciale. Come è cambiata l’emittenza locale, oggi schiacciata da gravi difficoltà di Enzo ferrari

14 LUGLIO 2011

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a tv a Taranto nacque grazie a... Gheddafi. Se nel lontano 1970 le truppe del raìs non avessero invaso Tripoli, forse Giorgio Sammuri non sarebbe mai approdato tra i Due Mari.

Genovese, piccolo imprenditore con importanti commesse in Libia, Sammuri fu travolto dall’ondata di espulsioni che si abbattè sugli italiani dopo l’instaurazione del nuovo regime. Sulla strada del ritorno si fermò a Taranto, all’indirizzo Sidercomit, nella cui orbita cominciò a far ruotare la sua azienda. L’ingegnere ligure aveva però un debole per la cultura: decise così di aprire una galleria d’arte, “In primo piano”. L’indirizzo diventerà storico: via Di Palma, 118. È lì che sorgerà Tv Taranto ed è lì che, ancora oggi, hanno sede studi televisivi anche se sotto diverse insegne, quelle di Blustar Tv. pionieri

L’incontro decisivo per la nascita di Tv Taranto è quello tra Sammuri e Clemente Salvaggio, monumento del giornalismo cittadino. A fare da tramite è Gianfelice De Molfetta. Salvaggio e Sammuri si intendono al volo, vengono arruolati un gruppo di giornalisti del Corriere del Giorno e un manipolo di tecnici e il 5 maggio 1975 TV Taranto inizia ufficialmente le trasmissioni: è la prima emittente televisiva tarantina.

Sono anni di grande vivacità, le cosiddette antenne libere spuntano come funghi in tutta Italia anche se sulla loro strada spesso fanno le barricate pretori d’assalto arroccati sul monopolio della Rai. La TV di Stato è l’unico modello televisivo di riferimento e ad esso si ispirano anche le TV locali, sebbene i palinsesti siano inifinitamente più poveri e le produzioni decisamente più artigianali.

TV Taranto non si sottrae a questo schema: l’immancabile telegiornale - agli inizi quasi del tutto privo di servizi filmati - si chiama Tg Jonico. I primi speaker sono Gianfranco Lorea, Floriana La Rocca e Rosaria Natale.

Ma il vero colpo sono le telecronache delle partite del Taranto, affidate alla voce di Gianni Fabrizio che già da qualche anno 14 LUGLIO 2011

si dilettava a commentare le gesta degli eroi rossoblù nel circolo Alè Taranto, alla Salinella. La creatività nel disegnare la programmazione è da antologia: Guido Nunnari inventa “Amici nostri”, un contenitore offerto all’ora di pranzo che in qualche modo anticipa format che sulle TV nazionali arriveranno solo anni più tardi con gli spazi di intrattenimento targati Carrà, Bonaccorti, Magalli. Sul piccolo schermo di Tv Taranto fa irruzione la comicità ruspante di Ciccio Marinelli e Franco L’Italy, si producono programmi musicali per nuovi talenti, si esibiscono le orchestrine folk di Saverio Nasole e Giovanni Lopalco. Ci sono le gare a quiz per scolaresche, come “Quanto ti giochi”, una sorta di “Chissà chi lo sa” che aveva in Franco Adduci il Febo Conti di marca tarantina. Tv Taranto diventa anche radio e produce un giornale settimanale, “Radiotvtaranto”, sulla falsariga del RadiocorriereTv. È una stagione di grandi entusiasmi, macchiata purtroppo da un incancellabile dolore: quello per la tragica scomparsa del giovane tecnico Corrado D’Amicis, rimasto folgorato mentre preparava la diretta della processione dei Misteri. Tra i primi a soccorrerlo fu il professor William Uzzi, ma per lo sfortunato ragazzo non ci fu nulla da fare. Ancora oggi i suoi colleghi lo ricordano con commozione.

L’era pionieristica di Giorgio Sammuri si conclude agli inizi degli anni ‘80, con il passaggio di proprietà dell’emittente a Donato Carelli, all’epoca imprenditore in grande ascesa con la passione per l’ippica. Tv Taranto si trasforma in Videolevante, il segnale si riceve in gran parte della Puglia e la TV diventa un formidabile strumento di pubblicità per l’ippodromo, la creatura di Carelli. L’epilogo è alla fine degli anni ‘90: l’emittente cede il passo ad un mercato nel quale il clichè delle TV fatte in casa è ormai definitivamente soppiantato dalle logiche commerciali imposte dai grandi network privati nazionali.

Oggi la prima TV tarantina rivive sul Web (www.tvtaranto.it) grazie ad alcuni dei protagonisti di allora come Mimmo Fornaro, Mauro Serio, Enzo Tagariello e Gianni Lombardo. Sul sito, l’informazione di oggi e i ricordi di allora.

le date della tv

le origini

studio 100 costò 340 mila lire

1975

la prima Tv Taranto inaugurò le trasmissioni il 5 maggio.

Anno Domini 1976: da un appartamento di via Campania tre giovanotti cominciano a mandare in onda canzoni sui 100 mhz in modulazione di frequenza.

Quei tre ragazzi si chiamano Liborio Mignozzi, Gianni Melucci ed Enzo Gigante, che oggi è uno degli avvocati più in vista della città. Racconta: «Mettemmo 32mila lire a testa. Non pagavamo l’affitto: il proprietario dell’appartamento si accontentava di dieci dediche musicali al giorno. Vincemmo anche una grande battaglia legale: con una sentenza che fece scuola il pretore riconobbe il diritto a installare l’antenna sul terrazzo». Era nata Studio 100.

Cinque anni dopo il grande passo: la TV. «L’investimento fu di 340mila lire ed eravamo forti di un tecnico come Ugo Briganti.

Facemmo parecchi soldini, ma poi ci ritrovammo in rosso. Allora si fece avanti Gaspare Cardamone, che era un agente pubblicitario.

Vendemmo a lui. La nostra perla? Il primo spogliarello in TV con tale Lucia. Ci costò 15mila lire...».

2010

l’ultima Jo Tv è l’ultima arrivata. Nuova formula: Web e digitale terrestre.

Concorrenza

Negli anni ‘70, proprio sull’onda del successo di Tv Taranto e sulla scia dello spontaneismo dell’etere che impera in quegli anni, i tarantini cominciano a prendere confidenza con la manopolina dei vecchi televisori col tubo catodico per sintonizzarsi su nuove frequenze. Subito dopo la TV di Sammuri nasce infatti Teletarantocolor, la prima emittente a trasmettere a colori. Il merito questa volta va ascritto a un gruppo di piccoli imprenditori e

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Show Alberto editore televisivo a Tarant Sammuri, prim

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storie

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ici Nostri. Guid o Nunnari, se stra, e Rita M condo a siniazza, prima a destra. (tvtara nto.it)

lvaggio: con Sa

sua eminenza La storica intervista di Tancredi a Giulio Andreotti.

commercianti specializzati nella vendita di quella di contrada Feliciolla, dove ora c’è apparecchi radiotelevisivi, come Cavallo e Studio 100. L’idea portante è quella di ripePalumbo. L’anima tecnica è Rocco DeFlorio, tere in Puglia il segnale di Telemontecarlo; poi protagonista dell’esperienza di Canale viene anche attrezzata una redazione di Uno. A guidare la redazione giornalisti- tutto rispetto: Franco Cigliola, come diretca c’è una firma prestigiosa come Gianni tore, e fior di nomi come Narciso Bino, Nino Rotondo, capo della redazione tarantina Botta, Pino Galeandro, Giuseppe Tripaldi. della Gazzetta del Mezzogiorno, che alleva «La TV - ricorda Mimmo Sportelli, che giovani promesse come Marcello Cometti, di Canale Uno fu il direttore commerciaDomenico Palmiotti, Pierangelo Putzolu. Gli le - venne presentata in pompa magna alla presenza di Ciriaco De Mita, grande amico studi sono al nuovissimo Piazzale Bestat.

Nel 1979 nasce Telemarejonica, ere- dei Caramia». Nonostante le premesse, la tv non ha lunga vita. «Il segnade di Radioteleluna, il prile - ricorda sempre Sportelli mo circuito a trasmettere gli - non era dei migliori e la su scala nazionale con bobistessa programmazione di ne registrate (la diretta era ambiziosi Telemontecarlo risultò deluancora vietata dalla legge).

I Caramia dente». Morale della favola: L’operazione è condotta da i Caramia vendono a Giorgio Francesco Massafra, che in fondarono Mendella, rampante editoprecedenza aveva gestito la Canale Uno re-procacciatore finanziario raccolta pubblicitaria per Tv dell’allegra Italia degli anni Taranto. Il volto di Teleluna‘80. Di lui però i Caramia, che Telemarejonica è quello di Alberto Tozzi, affabile conduttore molto ap- per gli affari hanno sempre avuto fiuto, non prezzato dal pubblico. La parola fine viene si fidavano e - narra la leggenda - pretesero il scritta nel 1982, quando le frequenze vengo- pagamento in contanti con le banconote chiuse nella classica valigetta. La cifra? Sempre no cedute a Canale 5. la leggenda narra di un miliardo e mezzo di TV... cava lire. Tempo dopo Mendella sarà travolto da Ma il progetto più ambizioso resta proba- guai con la giustizia: i Caramia avevano vibilmente quello di Canale Uno, per il quale sto giusto.

Altra data storica è il 13 marzo 1989: va scendono in campo nientemeno che i fratelli Caramia, titolari dell’Italcave. La sede è in onda il primo telegiornale di Studio 100, 34

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a. ente Sa Ideatore. Clem e vita alla prima TV tarantin De Molfetta di

ed

l’emittente nata nel 1981 e nel frattempo rilevata dai fratelli Gaspare e Giancarlo Cardamone, che avevano dato vita anche a Publivideo con la direzione di Walter Baldacconi.

A dirigere il notiziario di Studio 100 viene chiamato Rocco Tancredi, area socialista, con alle spalle l’esperienza di Tv Taranto.

Tra le sue perle, una intervista all’allora presidente del consiglio Giulio Andreotti, che riceve la troupe tarantina nel suo studio privato di Piazza in Lucina, a Roma. Siamo ormai alla soglia degli anni ‘90, le tv locali viaggiano verso una organizzazione più professionale, sorgono anche le Tv-partito come AT6, via via si smarrisce la genuinità di quegli anni pioneristici e non sempre l’informazione ne trae giovamento, come osserva lo stesso Tancredi con un pizzico di nostalgia: «La qualità dell’informazione è senz’altro peggiorata. C’è la fretta di andare in onda e non si approfondiscono i contenuti. Ma è la stampa locale in genere ad aver perso la funzione di pungolo e ad essersi resa responsabile, almeno in parte, della crisi della città».

E il domani? Le cronache ci parlano di TV locali in grave difficoltà. I tempi eroici sono finiti da un pezzo; il web, il satellite e il digitale terrestre hanno sovrabbondato l’offerta e polverizzato gli ascolti. Chi resisterà a questa nuova rivoluzione? Forse altri pionieri stanno già scrivendo nuovi capitoli di storia.

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