n.10 13 aprile 20 aprile
2016
campionato italiano major secondo appuntamento tra le montagne venete
endurogp 2016 bellino fa suo il primo gp africano
Sommario n.10
13 - 20 aprile
2016
#offroadgirl di @micolmuraglia
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campionato italiano major secondo appuntamento major tra le montagne venete
endurogp 2016
bellino fa suo il primo gp africano
gli avversari cambiano, remes no
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phillips alla ribalta
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derby in casa beta
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red in red funziona
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Sommario n.10
13 - 20 aprile
2016
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endurogp marocco team italia in crescita
di Oscar Polli
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jacopo cerutti troneggia alla prima prova del c.i.m.r
Toby Price vince ad Abu Dhabi
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sotto la
lente
di Elisabetta Caracciolo
di @micolmuraglia
#offroadgirl
Ciao ragazzi, di ritorno dal primo round del mondiale di enduro in una località del tutto nuova, abbiamo esplorato il Marocco, in particolare Agadir. L’organizzazione è stata complicata, impossibile negarlo, e, come se non bastasse, sfiga vuole (permettetemi il termine) che arrivati in aeroporto il lunedÏ mattina, abbiamo atteso oltre 15 ore il nostro aereo, un viaggio infinito... Qui ho incontrato e intervistato per voi Gianluca Martini, la sorpresa del primo round del mondiale di enduro targato 2016 , che porta i colori del Lunigiana Enduro Team in sella a Kawasaki con a capo Gianni Belloni.
Allora Gianluca un debutto da 10 e lode, quinto e secondo. Cosa mi dici? “Non me lo aspettavo nemmeno io, davvero. Esco da una tonsillite acuta, non ho avuto occasione di potermi allenare più di tanto, nonostante ciò mi sono sentito subito bene in sella alla moto e ho trovato il feeling giusto nelle prove speciali, sono stupito perché il secco e la polvere così come abbiamo incontrato qui, non è mai stato il mio terreno preferito. Il sabato ho sfiorato il podio, la domenica ci sono salito e addirittura sul secondo gradino. Che gara!” È il tuo secondo anno al mondiale, cosa è cambiato? “La preparazione no, il team e la moto sicuramente. A casa Belloni sono un principe e mi sento in famiglia.” Perché, secondo te, agli Assoluti d’Italia non sei mai stato così competitivo come nel GP del Marocco ? “Non me lo spiego, davvero. La moto è la stessa dello scorso mese, psicologicamente ho sempre affrontato la gara nello stesso modo, però ora sono carico a molla! “ Questo secondo posto pensi abbia portato a qualcosa in più? “Mi ha caricato di energia, ora che finalmente ci sono salito, nella mia testa so che posso ripetermi o almeno provarci.”
di @micolmuraglia
#offroadgirl
Partivi con quale obiettivo? “Stare nella top 7 ad ogni gara era il mio obiettivo iniziale, dopo le prime due giornate direi che ho raggiunto quanto prefissato.” A chi devi dire grazie. “A Gianni Belloni che ha impegnato tutte le sue forze per me principalmente e che la Domenica ad Agadir si è emozionato e ha incoronato un sogno nel cassetto salendo sul podio mondiale insieme a me, successivamente alla mia famiglia e ai miei sponsor tutti.” Anche tu, come me, hai atteso ore ed ore in aeroporto, che ricordi porti con te del Marocco? “Questa lunga attesa a parte, direi che il Marocco non lo dimenticherò mai. Ciao Agadir!”
Parola di Gianni Belloni... “Non lo avrei mai pensato eppure Gianluca ce l’ha fatta, conducendo la gara in seconda posizione dall’inizio alla fine, che emozione! Già il sabato ero contento, ma la domenica... Che adrenalina! Non so esprimere ciò che ho provato, frutto di grande passione. Io ho dato il massimo e il massimo abbiamo dimostrato, grande! Grazie Gianluca!”
campionato ita
major
major 17 aprile - arsie’ - bl
secondo appuntamento major tra le montagne venete
La macchina offroad è pronta a riaccendere i motori dopo qualche weekend di relax. I riflettori saranno ancora puntati sul campionato Major 2016, pronto a sfidarsi per il secondo round della stagione ad Arsiè, in provincia di Belluno. Questa dolce e tranquilla cittadina, incastonata nelle Prealpi venete, ospiterà oltre 260 partecipanti domenica 17 aprile grazie ai ragazzi del Motoclub Pistoni Roventi, sodalizio sinonimo di garanzia e affidabilità nell’organizzazione di eventi offroad. Dopo aver fatto da cornice a diversi appuntamenti motoristici, sia a livello nazionale che internazionale con l’Europeo di Enduro nel 2012, Arsiè è pronta per essere testimone di una bella ed impegnativa prova di Enduro, sviluppata nei suoi dintorni.
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Il tracciato, nei suoi 52 km di lunghezza, ospiterà due prove speciali, un Cross Test ed un Enduro Test. La prima prova che i nostri riders dovranno affrontare sarà la linea, situata a circa trenta minuti dalla piazza principale dove saranno allestiti il palco partenza e il parco chiuso. La speciale sarà caratterizzata da sottobosco con fondo ghiaioso, con tratti tecnici e sarà seguita dal C.O. assistenza. Dopo il “Pit Stop” un trasferimento accompagnerà gli atleti nei pressi del fettucciato; un continuo sali e scendi, con cambi di direzione in contropendenza saranno le insidie che riserverà questa spettacolare prova, prima del rientro al paddock. Il tutto sarà ripetuto per tre volte con partenza ufficiale fissata per le ore 8.30.
In campionato la situazione, dopo una sola prova, rispecchia esattamente la classifica di Arma di Taggia. Nella Master1 al comando c’è Christian Natta (KTM), seguito da Marco Luvisetto (Suzuki) e Paolo Dalla Zuanna (KTM); i tre sono stati protagonisti di una bella battaglia in terra ligure: riusciranno a replicare anche ad Arsiè? Federico Mancinelli (Yamaha TNT Corse), Daniele Tellini (KTM TNT Corse) e Luca Politanò (Suzuki Enduro Team) sono i primi tre piloti della Master2, mentre nella Master3 ad occupare le posizioni di vertice ci sono Andrea Belotti (KTM TNT Corse), Davide Dall’Ava (KTM) e Riccardo Cantenne (Beta). Passando alla Expert, nella categoria riservata alla E1 prima posizione per Alessio Paoli (Suzuki), seguito da Ubaldo Mastropietro (KTM) e Riccardo Cantenne (KTM); il pilota di casa Marco Feltracco (KTM TNT Corse) è invece il leader della Expert2, con il secondo ed il terzo posto occupati rispettivamente da Matteo Guastini (KTM) e Renzo Ravagli (Beta). Nella Expert3 la classifica generale vede nelle prime tre posizioni Luca Uccellini (Husqvarna), Davide Marangoni (KTM Norelli BG) e Francesco Sibelli (KTM), mentre Roberto Bazzurri (Beta), Fausto Scovolo (KTM) e Roberto Cesareni (Husqvarna) sono stati i piloti più veloci della Veteran.
Leadership di campionato per Osvaldo Armanni (Honda) nella SuperVeteran e Remo Fattori (Husqvarna Norelli BG) nella UltraVeteran; alle spalle del primo troviamo Lucio Chiavini (Beta) e Fabio Benetti (Honda), mentre ad inseguire Fattori ci sono Angelo Signorelli (Honda) e Renato Pegurri (Husqvarna). Tra i club, conduce la classifica provvisoria il Motoclub Ragni Fabriano, con il TNT Corse in testa tra i Team Indipendenti.
Ad Arsiè andrà in scena anche il secondo appuntamento Major con il Trofeo Fiat Professional Six Days! Ad aggiudicarsi la prima tappa di Arma di Taggia era stato Roberto Bazzurri, seguito da Fausto Scovolo e Luca Politanò. Riuscirà il perugino ad essere il più veloce anche in terra veneta? Vi aspettiamo domenica 17 aprile per scoprirlo insieme!
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In Marocco è andato in scena il primo atto dell’EWC 2016, che da quest’anno conta anche sulla EnduroGP, una categoria nuova molto simile all’Assoluta nostrana. A parte qualche problema di organizzazione, tutto è andato per il meglio. Vittorie di classe per Remes (E1), Phillips (E2), Holcombe (E3), Redondi (EJ) ed Edmondson (EY)
Foto: EnduroGP
Uno scenario mozzafiato ospita il primo round del Mondiale Enduro 2016. Si tratta – come abbiamo avuto modo di spiegare nel precedente mAXimagazine – del 1° GP assoluto in Africa. In quel di Agadir (Marocco) le moto da gara non sono all’ordine del giorno: gli abitanti locali usano perlopiù scooter o mezzi a motori solo per necessità di spostamento. Comprensibile, quindi, lo stupore generale del popolo marocchino alla vista dei grandi Campioni dell’EWC sfidarsi nel SuperTest sulla sabbia, primissimo reale banco di prova internazionale della stagione 2016. Di per sé la gara non è male, peccato manchi un pizzico di rigore e precisione nell’organizzazione: il SuperTest, ad esempio, viene annullato per buio…
di matteo solinghi
Foto: EnduroGP
Deny Philippaerts Foto: JBeta Boano/Morello
Foto: EnduroGP Foto: EnduroGP
Si sarebbe potuto ovviare al problema facendo partire i piloti 1 ora prima oppure mettendo qualche “pallone luminoso” stile Lignano Sabbiadoro vicino al tracciato. Errori che capitano quando è tutto nuovo. È nuova anche la categoria EnduroGP: originariamente l’idea era quella di far correre i migliori 4 piloti di E1, E2 ed E3 (assieme a 3 wild card per ogni GP) in una classe a parte, ma il parere negativo all’unisono da parte di Team, Case Motociclistiche e piloti ha costretto gli organizzatori a tornare sui propri passi. Ecco allora che la soluzione viene trovata nel modo più semplice: E1, E2 ed E3 restano. A fine giornata si stila una classifica Assoluta (chiamata, appunto, EnduroGP) che racchiude tutti i piloti che prendono parte al Gran Premio (esclusi coloro che corrono in EJ, EW ed EY). Mirko Gritti Foto: JET Team
l’onore a bellino Mathias Bellino (Husqvarna Factory) ha l’onore di vincere la prima gara della neonata categoria EnduroGP. Il Campione del Mondo E3 2015 (ora in E2 con la 450 4T) porta a casa 37 punti grazie alla vittoria nel Day1 e al 2° posto nel Day2. In termini assoluti, è velocissimo anche Matthew Phillips (ora in Sherco CH Racing con la SEF-R 300 4T), il cui gap dal leader della generale è di soli 2 punti. Medaglia di bronzo per una moto Made in Italy, la Beta Factory 300 2T di Steve Holcombe.
Foto: EnduroGP
Foto: EnduroGP
Foto: Press Sherco
di matteo solinghi
Mathias Bellino Foto: Husqvarna Future7media
La Casa toscana replica l’ottimo risultato piazzando Johnny Aubert al 4° posto. Ancora tricolore con la TM Factory 250 4T di Eero Remes al 5° posto e Alex Salvini (Beta Factory) al 6°. Segnalo, in questa speciale classifica, anche la presenza di Gianluca Martini (Kawasaki Lunigiana Moto, 11° con 10 punti) e Manuel Monni (TM Factory, 13° a quota 6 punti). Presenza che non è poi così scontata dal momento che vanno a punteggio solamente i primi 15 assoluti di ogni giornata, quindi non tutti – nel corso del Campionato – potranno entrare a farne parte.
gli avversari cambiano, remes no
Eero Remes Foto: EnduroGP
Nella classifica generale soffrirà un po’ per la potenza massima, ma nella sua categoria rimane il fuoriclasse: sto parlando di Eero Remes (TM Factory). Il finlandese sente meno la pressione rispetto allo scorso anno dato che Christophe Nambotin (KTM Factory) è salito in E2. Ciò non implica che gli avversari siano meno bravi: si mette in evidenza – proprio come agli Assoluti d’Italia Enduro – l’ex crossista Nathan Watson (KTM Factory), sino ad ora il migliore ad abituarsi dai tracciati in pista alle prove in linea. A pari punti (30) con Watson troviamo Jamie McCanney (Yamaha Factory), salito dalla EJ.
Non solo agguanta la medaglia di bronzo, ma vince anche la sfida interna con il fratello Daniel. Meglio di così… Weekend da sogno anche per Gianluca Martini (Kawasaki Lunigiana Moto), il migliore dei nostri in questa classe, che blinda il 2° posto nel Day2 dopo la bella performance del Day1. Il cambio di Marchio sembra aver giovato al polso destro di Martini, che quest’inverno si è rimboccato le maniche (in tutti i sensi, visto il suo abbigliamento in gara) e ha lavorato sodo. Ed i risultati si vedono. Contrariamente a quanto successo sino ad ora agli Assoluti, Rudy Moroni (KTM Farioli Supported) non va oltre l’8° posto. Meglio di lui (7°) Alessandro Battig (RedMoto Honda) al suo esordio in E1.
Jamie McCanney Foto: EnduroGP
di matteo solinghi
Nathan Watson Foto: EnduroGP
Foto: EnduroGP
Ale Battig Foto: Honda Redmoto
di matteo solinghi
phillips alla ribalta Quando Matthew Phillips (Sherco CH Racing) è in giornata e non commette errori non ce n’è per nessuno, qualsiasi sia la moto che sta guidando. Nonostante i 150 cc in meno rispetto ai suoi avversari (per sua scelta e non per qualche strano motivo) Tazmania si mette in testa alla classifica della E2 grazie al miglior risultato nel Day2 rispetto al suo avversario diretto Mathias Bellino (Husqvarna Factory). La discriminante per decretare chi dei due piloti a pari punteggio debba risultare in classifica prima dell’altro è appunto quella del miglior risultato nell’ultima giornata (succede la medesima cosa, ad esempio, nel Motocross con Gara1 e Gara2).
Matthew Phillips - Foto: Sherco
La classifica dice dunque Phillips e Bellino a quota 37, poi Alex Salvini (Beta Factory) a 30 punti. L’italiano sbava la sua prestazione con una caduta nell’Enduro Test: a partire dal Portogallo (il prossimo weekend) urge un colpo di reni per ristabilire le gerarchie in E2. Interessante il 5° posto di Taylor Robert (KTM Factory) al 1° Gran Premio iridato nella sua carriera. L’americano, ex pilota della serie GNCC, ha ovviamente margini di miglioramento invidiabili. Chissà se entro fine stagione riuscirà a vincere almeno una giornata… Deny Pilippaerts (Beta Boano) termina all’8° posto tenendo dietro un Davide Guarneri (RedMoto Honda) un po’ in difficoltà al suo esordio iridato. Problemi fisici per Christophe Nambotin (KTM Factory), ultimo di categoria per la frattura del quinto metacarpo della mano destra.
Alex Salvini - Foto: EnduroGP
di matteo solinghi
Mathias Bellino Foto: EnduroGP
Davide Guarneri Foto: Honda Redmoto
Christophe Nambotin Foto: EnduroGP
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Weekend da ricordare per il Team Beta Factory, che centra il 1° ed il 2° posto in E3 rispettivamente con Steve Holcombe (che allunga la lista degli esordi. Per lui, che arriva dalla EJ, si tratta infatti del 1° Gran Premio tra i grandi) e Johnny Aubert. Il talento di Holcombe è sotto gli occhi di tutti: è giovane, senza paura, intelligente. Insomma, ha la stoffa del Campione. Ma in pochi dedicano spazio all’intramontabile Aubert: facile andare forte quando si è giovani, spensierati e con un fisico perfetto.
Steve Holcombe - Foto: EnduroGP
Johnny Aubert- Foto: EnduroGP
Manuel Monni Foto: EnduroGP
Lo è molto di più quando si ha una famiglia e dei bambini. Complimenti, dunque, a Johnny per la sua magnifica carriera, al quale faccio anche un grande applauso perché – un po’ come Valentino Rossi in MotoGP – a 36 anni suonati lotta ancora come un ragazzino contro i ragazzini per un titolo mondiale. Antoine Basset (KTM) è un po’ la sorpresa con il suo 3° posto. Manuel Monni (TM Factory) lotta per il podio sia il sabato che la domenica, ma a causa di qualche errore di troppo non va oltre il 5° posto; lo segue Thomas Oldrati (Husqvarna BBM Italia).
Thomas Oldrati- Foto: Press Oldrati/Agrati
di matteo solinghi
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Giacomo Redondi - Foto: EnduroGP
Il Team RedMoto Honda, costruito attorno esclusivamente a piloti italiani, beneficia delle straordinarie doti di guida di Giacomo Redondi per mettersi in evidenza alla prima tappa dell’EWC. Il binomio Redondi-Honda CRF450R Enduro sembra funzionare a meraviglia, ma meglio non dirlo troppo forte viste le ultime tre stagioni del Red, all’insegna della sfortuna e dei secondi posti.
Matteo Bresolin Foto: Beta Boano/Morello
Josep Garcia Foto: Husqvarna Future7media
Al momento l’avversario più temibile sembra essere Josep Garcia (Husqvarna Factory), pilota completo ma anche estremamente giovane. Lo scorso anno lo spagnolo non riuscì a gestire la situazione in Campionato e la Youth Cup la vinse Mikael Persson (ora in Yamaha Factory in E1). Teoricamente, guardando l’esperienza in EJ, gli avversari più tosti dovrebbero essere Kirian Mirabet (Sherco) e Diogo Ventura (Gas Gas Factory), ma speriamo anche in Davide Soreca (RedMoto Honda) e Matteo Bresolin (Beta Boano). Michele Marchelli (Honda Zanardo) si ritiene abbastanza soddisfatto della trasferta in Marocco: il livello in questa categoria tra un pilota e l’altro è ridotto al minimo, quindi i dettagli fanno la differenza tra una gara a ridosso dei primi e una gara senza particolari elogi.
di matteo solinghi
spandre ai piedi del podio Chiudiamo con la EY, che vede la vittoria di Jack Edmondson (KTM), 3° in Campionato lo scorso anno. Jean-Baptiste Nicolot (Yamaha) e Valérian Debaud (Yamaha) completano il podio, mentre soffre Mirko Spandre (KTM Farioli Supported) per lo stop di una settimana dovuto ad un infortunio al ginocchio. L’azzurro spera di poter attaccare seriamente a partire già dal GP del Portogallo!
Foto: EnduroGP J.Edmonson Foto: EnduroGP
endurogp marocco
team italia in crescita Buone indicazioni dalla prima prova del Mondiale
Il Campionato del Mondo di Enduro è iniziato nel fine settimana appena trascorso ad Agadir, in Marocco, dove i piloti del Team Italia hanno preso contatto con la competizione iridata e fatto esperienza. Nella classe EJ Matteo Rossi e Michele Marchelli hanno messo in mostra dei miglioramenti tra il primo e il secondo giorno. Concluso il Day 1 in 12° e 17° piazza, nel Day 2 sono riusciti ad avvicinarsi, sia come minuti di ritardo che come piazzamenti, a Giacomo Redondi, vincitore sia sabato che domenica. Domenica infatti i due piloti del Team Italia Enduro sono arrivati 10 ° (Rossi) e 14° (Marchelli); il primo ha spesso concluso le Prove Speciali a ridosso della top 5, il secondo non ha avuto difficoltà a rimanere nei quindici. Nella EY Mirko Spandre, Campione Europeo Under 20 2015, ha chiuso i primi due stage del Mondiale in quarta posizione. Sabato a 2’01’’94 dal primo classificato, il britannico Jack Edmondson, domenica a 1’54’’27 dal leader, il francese Jean-Baptiste Nicolot. “L’apertura di questo Mondiale è stata molto impegnativa dal punto di vista dei percorsi”, spiega il Commissario Tecnico FMI, Cristian Rossi. “L’estrema si è svolta su un terreno con poca aderenza mentre il fondo del fettucciato era duro e polveroso; nella prova in linea, poi, si poteva seguire una sola traccia e alcuni tratti dei trasferimenti erano impegnativi. Nel secondo giorno i ragazzi del Team Italia Enduro sono riusciti a migliorarsi rispetto al primo, quindi c’è stata una crescita che ci lascia ben sperare in vista delle prossime gare. Un applauso va a tutti gli altri azzurri che sono andati a podio e, per quanto riguarda la EJ, a Giacomo Redondi”. Pochi giorni di pausa, poi il Mondiale Enduro tornerà nuovamente in scena: appuntamento a Gouveia, in Portogallo, il 16 e 17 aprile. Ufficio Stampa FMI
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Partito il Campionato Italiano Motorally a Cascia (PG). Finalmente i piloti hanno fatto la prima gara della stagione. I ragazzi della classe 50cc hanno fatto il loro debutto, si è vista un po’ di tensione nell’ avvicinamento ma l’hanno gestita bene, tutti hanno fatto un ottima gara che ci ha permesso di vincere la classifica Team , da notare che siamo l’unico Team Composto da solo piloti under 23 e finalmente dopo tanto tempo abbiamo vinto una classifica a noi cara. Il percorso molto navigato e con due speciali lunghe di cui una di 38Km rese molto insidiose dalla pioggia caduta durante la notte. Grande Prestazione di Davide Giorgi ,11 assoluto all’esordio con la due 250 cc 2t vincendo sia la classe 2T e la Under 23 e solo una scivolata lo ha estromesso dalla top ten , Leonardo Gangi anche lui all’esordio nella 450 cc terminando nella prima speciale 16 assoluto e terminando 26 assoluto , secondo della Under 23. Ottimo esordio nella classe 50 cc di Luca Ferrara con il secondo posto e Stefano Pastore 5 posizione. Ecco i risultati: Davide Giorgi 1° classificato classe under 23, 11°assoluto, vincitore classe C 250 Luca Ferrara 2°classificato classe 50cc Stefano Pastore 4° classificato classe 50cc Leonardo Gangi 2° classificato classe under 23, 26°assoluto Ivan Brognoli 12°classificato classe 125cc Complimenti a tutti, avete fatto un ottimo lavoro. Un ringraziamento anche ai genitori.
Durante il fine settimana abbiamo approfittato della presenza del nostro preparatore atletico Mario Bellavia per fargli qualche domanda. Da quanto tempo segui il PGM? Seguo il PGM da ottobre 2013 con incarico federale. Come trovi la preparazione dei ragazzi del vivaio e degli agonisti? Molti di coloro che si avvicinano al mondo del motociclismo off road presentano una condizione atletica di partenza che fa emergere varie carenze motorie di base, queste sono una costante in tutte le discipline sportive, dal momento che i bambini oggi non svolgono più attività fisica come un tempo, di conseguenza è compito dei tecnici sportivi e del preparatore atletico andare a lavorare immediatamente su queste carenze per colmarle con obiettivo finale quello di mettere ogni ragazzo in condizione di poter fare in modo adeguato attività sportiva di vario genere. Gli agonisti invece, a seguito del percorso formativo fatto nel vivaio, sono in grado di sopportare programmi e carichi di lavoro più pesanti, adeguati a quello che il modello prestativo del motociclismo off road prevede. Ad oggi il livello atletico degli agonisti e buono, hanno seguito nella preparazione invernale i programmi e sono pronti per l’inizio di stagione, sto ultimando la programmazione del lavorando che dovranno svolgere durante la stagione agonistica come mantenimento della condizione raggiunta nell’inverno. Mario hai svolto tuo lavoro nel cross enduro agli alti livelli: come trovi il motorally? La didattica e la preparazione atletica è diversa? Come Tecnico ho la fortuna di far parte dello staff di alto livello della federazione motociclistica italiana, questo negli anni mi ha permesso di lavorare a stretto contatto con piloti di interesse nazionale della maglia azzurra nelle varie discipline motociclistiche. Il motorally ha molto in comune con il motocross e l’enduro, sia per quanto riguarda la tecnica di guida che la preparazione atletica; un rallysta deve lavorare sulle capacità motorie proprie di uno e dell’altro, aggiungendo il lavoro sulla navigazione e sulle tempistiche di gara più lunghe rispetto alle discipline sorelle. Per quello che concerne la preparazione atletica dei giovani rallysti proponiamo un grosso lavoro finalizzato al condizionamento delle capacità motorie di base, man mano che sale il livello la preparazione si intensifica come carico di lavoro. L’ impegno e il sacrificio che questi piloti sopportano è al pari di quello che il pilota di motocross ed enduro dedica per poter competere ad alto livello. Sono molto soddisfatto ed appagato nel vedere piloti che anni fa militavano e seguivo nel mini cross e mini enduro ora lottano per scalare le classifiche dei campionati nazionali ed internazionali. Attualmente mi occupo anche della preparazione atletica dei piloti del team beta Boano Costa Ligure, dove abbiamo come obiettivo quello di mettere i piloti in condizioni di lottare per i vertici della classifica degli assoluti Italia e del mondiale Enduro.
Sintonia con gli altri tecnici iMichele Prandelli, Raffaele Prisco e me? Credo molto nell’efficacia del lavoro in team, dove ogni tecnico da un apporto ottimale in base alle proprie competenze, senza prevaricare o intralciare il lavoro dei colleghi. Arriviamo tutti dalla stessa formazione, siamo stati compagni di banco a Roma presso la sede del coni nel 2007 per fare il corso da tecnici e da lì è stato tutto un crescendo di esperienze e competenze in un percorso formativo che è in continuo aggiornamento. I programmi e i protocolli di lavoro adottati sono stati sviluppati negli anni in collaborazione con l’equipe scientifica della FMI ed approvati e condivi dal settore tecnico federale. Cosa vorresti migliorare e cosa ti aspetti da questi ragazzi? Sicuramente i margini di miglioramento ci sono sempre sia dal punto di vista tecnico e atletico che dal punto di vista organizzativo. Mi piacerebbe poter intensificare le sedute di allenamento e gli appuntamenti per poter seguire in maniera ancor più dettagliata e personalizzata i ragazzi, questo porterebbe a un ulteriore crescita dei piloti e di conseguenza la possibilità di salire nel ranking dei vari campionati.
Ufficio Stampa CIMR Foto: AP Photosport
jacopo cerutti troneggia alla prima prova del c.i.m.r
230 piloti, un paddock enorme, il sole a fare da testimone e il fair play alla base di tutto, questi gli ingredienti della prima tappa del Campionato Italiano Motorally 2016 andata in scena a Cascia (PG). Erano le 8.30 del mattino quando Jacopo Cerutti, in sella alla sua Husqvarna 450 per il team Africa Dream-Cf Racing, ha dato lo start ufficiale al Campionato tricolore della navigazione. A sfilare sotto il gonfiabile è seguito il compagno di team Vanni Cominotto con la motocicletta fregiata del numero 3, quindi Luca Vecchi su KTM, il pluricampione Matteo Graziani, Marco Pavan e il resto della carovana. Presente con i fianchi avvolti da una fiammante fascia tricolore il Primo Cittadino Gino Emili, che accordandosi con i Commissari di Gara, ha dato il via a più piloti. A godersi le partenze vi era anche il Presidente del Moto Club Autodromo dell’Umbria Marcello Carattoli, regista dell’evento agonistico, mentre il tracciatore Luca Tassi con tutto il suo staff, erano dalle prime luci del mattino all’interno delle prove cronometrate in qualità di supervisori. 18 e 32 km le lunghezze delle PS preparate per l’appuntamento agonistico; la prima molto veloce e fluida costruita in preparazione della seconda PS, molto più aggressiva, da sostenersi a ritmi bassi, fitta di note e dove la parola chiave era:”navigazione!”. Una speciale che ha messo a dura prova anche il pilota più preparato e dove l’errore rimaneva dietro l’angolo, il tutto inframmezzato da un lungo trasferimento panoramico di 84 km. Jacopo Cerutti ha confermato la sua superiorità nella prima prova sigillando i 18 km cronometrati in 18′ 17.03 mentre a soli 44 secondi di distacco si è imposto Andrea Mancini portacolori Beta per il team Dirt Racing. Il perugino, dopo un brutto infortunio nel 2015, non ha assolutamente perso il suo smalto, anzi è sembrato proprio aver cercato di rimettere in ordine la situazione classifiche.
Ottima l’interpretazione anche di Alex Zanotti che agguanta la terza posizione confinando dietro di lui un esclusivo Luigi Martelozzo per il team RS Moto, e altrettanto ottimo è stato il posizionamento per Giovanni Gritti, prima volta alle prese con il roadbook. Nella seconda prova è ancora Jacopo Cerutti a dettare le regole e a vincere di conseguenza l’assoluta di giornata. Bene Vanni Cominotto, che mantiene un buon passo e si piazza al secondo posto, mentre Mirco Pavan va a scalare il terzo gradino del podio. Peccato per Andrea Mancini che nella seconda speciale non ha ottenuto un buon piazzamento, sfumando così il podio nell’assoluta; Luigi Martelozzo, Giovanni Gritti, Luca Vecchi, Marco Job, Alex Zanotti, Davide Giorgi sono entrati a pieno titolo nella Top Ten. Nella classe 50 il podio è stato costituito da Nicolò Ferraris, Luca Ferrara, Marco Menichini. La classe B-125 ha visto tre protagonisti: Luigi Martelozzo, Fabio Beneditti, Luca Vecchi, mentre nel panorama femminile la pluricampionessa Serena Ghione ha sbancato lasciando argento e bronzo a Raffaella Cabini e Anna Ghiraldini. Nella Classe C-250 si è imposto Davide Giorgi seguito da Mirko Goi e Paolo Pettinari; per la classe D-450 i nomi che hanno autografato la sfida sono stati Jacopo Cerutti, Mirco Pavan, Giovanni Gritti. Per la 600 Vanni Cominotto, Marco Job, e Matteo Graziani. Nella classe Marathon è stata la volta di: Roberto Fantauzzi, Fabio Mauri,Aldo Cusini. Per concludere nella classe G-1000 abbiamo avuto Alessandro Devalle, Eros Ercoli e Massimiliano Fignani. “Tanti , tantissimi piloti iscritti al trofeo Sport; una formula inventata qualche anno fa che riscuote sempre più successo” così il Vice Presidente FMI Giovanni Copioli. Antonio Assirelli, Coordinatore Nazionale Motorally, ha definito la prova magnifica! Luca Tassi nel sigillare la giornata ha affermato:” una prova rivolta e dedicata ad un grande amico scompraso: Ghino Mozzini pilota e organizzatore di Campiontai Motorally, un onore e un piacere avere presente la figlia Lucia la quale è stata premiata da tutti gli organizzatori del Motorally” Mirko Pavan
sotto la
lente
di Elisabetta Caracciolo Foto: Abu Dabhi Desert Challenge
Toby Price vince ad Abu Dhabi L’australiano su Ktm vince la prima prova di Mondiale Cross Country 2016 strappando la piazza a Pablo Quintanilla, su Husqvarna.
Toby Price
La gara appena conclusasi negli Emirati Arabi offre un bel po’ di spunti questa settimana per il nostro “Sotto la lente” perchè sono davvero tante le cose accadute sulla sabbia di Abu Dhabi e dintorni. Come se fossimo a cena fuori, intorno ad un tavolo con un gruppo di amici e si parlasse di quanto accaduto, analizzando gara, piloti, prestazioni e mezzi. Per rendere onore al vincitore iniziamo la chiacchierata proprio da qui, da Toby Price che ha vinto questa ventiseiesima edizione di una gara che era nata negli anni Novanta a Dubai e si è poi trasferita ad Abu Dhabi sempre con la stessa organizzazione, e sotto la guida attenta di un big come Mohammed Ahmed bin Sulayem, popolare pilota di rally, ma ancor più famoso organizzatore di gare a livello mondiale. Sul gradino più alto del podio sono saliti, in tutti questi anni, alcuni dei piloti più famosi della specialità, cominciando proprio da Heinz Kinigadner, nel
1995, che ha dato il via alla serie positiva della Ktm che ha vinto per ben 16 volte negli Emirati Arabi. Dopo di lui è toccato a Peterhansel, su Yamaha, nel 1996, e poi a tanti grandi piloti, compreso il nostro Fabrizio Meoni nel 1999. Cyril Despres ne ha vinte cinque edizioni, Marc Coma ben sette. E ora è cominciata l’era di questo giovanissimo australiano che nel 2015 ha chiuso la Dakar, quella del suo debutto, in terza posizione assoluta, e quest’anno l’ha vinta, mettendosi dietro un privatone come lo slovacco Svitko e Pablo Quintanilla che negli Emirati stava dominando alla grande. Toby, ragazzone che si allena nella sua farm in Australia perchè, come dice lui, “che sport vuoi fare quando hai un’azienda enorme, tutta su terra?”, ha vinto dimostrando a tutti che la Dakar non è stata una coincidenza, o una botta di...fortuna. Ha dimostrato, ma chi gli era stato dietro lo aveva già visto nella tappa di Fiambalà alla Dakar 2016, che il deserto non solo gli piace, ma che sulla sabbia e sulle dune, va forte, eccome ! Così ha saputo recuperare uno svantaggio di qualche minuto, facendo anche strategia perchè nei rally si sa, chi parte dietro, è favorito. Sam Sunderland, privato del piacere di partecipare alla Dakar 2016 per una frattura rognosa da cui si era ripreso a tempo di record, ma senza la necessaria tonicità muscolare, ha ottenuto la seconda piazza negli Emirati, anche lui grazie ad una strategia che gli ha permesso di partire alle spalle del dominatore della gara, tale Pablo Quintanilla. Il cileno con la sua Husqvarna aveva debuttato lo scorso anno proprio ad Abu Dhabi nel Campionato del Mondo Rallies Tout Terrain chiudendo terzo. Quindi quando si è ritrovato primo, quest’anno, in cima alla classifica per due, e poi per tre giorni, ha cominciato a crederci. Ha pensato che poteva vincere, ma ha, forse, sottovalutato i due inseguitori: uno un po’ più abile, Sunderland, e soprattutto abituato ad allenarsi proprio in quella zona desertica, ed uno un po’ più veloce, Price.
Pablo Quintanilla
Sam Sanderland
Quintanilla è partito per l’ultima speciale del Desert Challenge con 2’45” di vantaggio sull’australiano e 2’47” su Sunderland... ma ha avuto la sfortuna di partire quarto. Perchè sfortuna? Presto spiegato. Abitualmente, in un rally raid, partire quarto, per uno che sta vincendo, andrebbe benissimo ma purtroppo per lui sia Price sia Sunderland, guarda caso, partivano dietro, perchè il giorno prima avevano badato bene di chiudere la speciale alle sue spalle. Così hanno solo dovuto raggiungerlo, grazie anche alla bella traccia che si vedeva sulla sabbia, e poi, dopo il refueling, passarlo e dargli un paio di minutini di distacco. Più facile per Price, che partiva 4 minuti dopo Quintanilla, leggermente più complicato per Sunderland che partiva due minuti dopo. Al traguardo della quinta, ed ultima tappa, Price ha rifilato 6’08” a Quintanilla e 2’09” a Sunderland che a sua volta ne ha dati ben 3’59” al cileno, portandogli via anche il gusto della seconda piazza e chiudendo secondo assoluto per 1’12” su Pablo. Helder Rodriguez
La scelta versatile per ogni terreno
Estremamente versatile in termini di utilizzo terreni che siano morbidi, sabbiosi, misti o duri.
su
Ottima resistenza all’usura ed allo strappo, così come un ottimo grip su terreno duro grazie ai suoi tasselli rinforzati e ingranditi. Più comfort grazie ad un ottimo assorbimento dei colpi (su radici, pietre, ...) e ad una ottima stabilità in frenata, il che consente di frenare più energicamente. La scelta dei Campioni del Mondo d’Enduro, Pierre-Alexandre RENET, (categoria E2 nel 2014) e Mathias BELLINO (categoria EJ nel 2013). www.michelin.it/moto/
OMOLOGATO STRADA OMOLOGATO FIM
Riassumendo il tutto, Toby Price ha vinto tre speciali in tutto, il prologo, e poi la prima e l’ultima tappa, lasciando le altre rispettivamente a Quintanilla su Husqvarna, Rodrigues su Yamaha e a Pela Renet, su Husqvarna, autore non solo di una bella vittoria di tappa in una gara di Mondiale, ma anche di un ottimo quinto assoluto nella classifica finale. Non male per il francese che fino ad ora non aveva saputo tenere a freno la sua irruenza e si era spesso sfracellato in gara – vedi Marocco e vedi Dakar – con la sua Husqvarna, non riuscendo a concludere le gare. Il meno soddisfatto – si fa per dire, ovviamente - probabilmente è Pablo Quintanilla che è stato in testa alla classifica generale per due giorni e ha vinto una speciale e quindi il terzo posto, alle spalle di due Ktm, e cioè Price e Sam Sunderland gli va un po’ stretto. Il pilota di Dubai, Mohammed Al Balooshi – eroe locale - ottiene una quarta piazza assoluta, davanti a Renet, mentre l’ottima Laia Sanz su Ktm è sesta assoluta con soli 3” di vantaggio sulla
Laia Sanz
Txomin Arana Cobeaga
Jose Ignacio Cornejo Florimo
new entry, lo spagnolo Jose Ignacio Cornejo Florimo, su Ktm, una bella manetta che ha anche chiuso in seconda posizione una speciale. In classifica assoluta va segnalata la 26. posizione per Helder Rodrigues su Yamaha, unico pilota al via per il team dei ‘Bleu’ che ha pagato caro un problema nella seconda tappa che lo aveva fatto chiudere fuori tempo massimo, con una pesante penalità forfettaria. In compenso partendo indietro la mattina dopo, e restando concentrato sulla navigazione, il portoghese aveva vinto la terza tappa del rally. Un brava anche a Rosa Romero, diciannovesima assoluta. Sfortunato invece l’unico italiano su due ruote presente in gara: Carlo Seminara è caduto in allenamento proprio il giorno prima del via riportando la frattura di una mano, ed è stato costretto a rinunciare all’impegno agonistico. Dei 39 mezzi al via in 32 (lo scorso anno erano 47) hanno concluso la gara araba e fra que-
Rosa Romero
Camelia Liparoti
sti tutti i 4 quad che si erano presentati al via. Il più veloce, anche quest’anno è stato il polacco, Rafal Sonik dodicesimo assoluto e primo dei quad si porta a casa un’altra bella vittoria sul suo Yamaha, ma chi fa i salti di gioia è sicuramente Camelia Liparoti, sempre più tosta e sempre più innamorata del deserto: ha chiuso la gara seconda assoluta nei quad e tredicesima assoluta, mentre gli altri due piloti in quad sono molto più indietro, con qualche forfettaria di troppo sulle spalle: 25° Koolen e 28° il cileno Casale. Camelia ha terminato il suo sesto rally negli Emirati Arabi, consecutivo, e già due volte era salita sul podio, nel 2012 e nel 2013.
Rafal Sonik
Ignacio Casale
“Ad Abu Dhabi – ha dichiarato la pilota franco-italiana – la gara è corta, solo 2079 chilometri, ma densa, dura e tecnica. C’è un oceano di sabbia ed è perfetto per imparare ad attraversare le dune che sono vertiginose, a volte tagliate o con dei gradini e l’intensità della luce del sole, a mezzogiorno, impedisce sovente di vedere bene il terreno”. Va in archivio dunque, un’edizione diversa dal solito, rispetto al passato, perchè nei primi due giorni al posto delle alte temperature tipiche di questa stagione, i piloti si sono trovati ad affrontare i 20 gradi del giorno e la pioggia. Ma negli ultimi tre giorni tutto è tornato alla normalità, con un caldo soffocante e un bel sole cocente. Il prossimo impegno ora per moto e quad sarà in Qatar con il Sealine Cross Country Rally che si correrà dal 17 al 22 aprile e varrà come seconda prova nel Mondiale FIM di specialità.