mAXImagazine n. 25 - 2016

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n.25 27 luglio 03 agosto

2016 campionato italiano minienduro round decisivo a mansue’

fmi enduro Italia a treviso

Barreda torna al successo alla Baja Aragon 2016




Sommario n.25 Rubrica

matteo bresolin

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27 luglio - 03 agosto

2016

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campionato italiano minienduro round decisivo a mansue’

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enduro Italia a treviso

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Barreda torna al successo alla Baja Aragon 2016

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Fabio Mossini

sotto la

lente



Rubrica

matteo bresolin Ciao a tutti, siamo alla vigilia delle tanto attese ferie estive, da sempre sinonimo di stacco prima del finale di stagione. Personalmente non vedo l’ora di arrivi settembre per resettare tutto e “ricominciare”. Anche se ormai la stagione 2016 si sta volgendo al termine, per me il mese settembre segnerà un nuovo inizio dopo una serie di infortuni che mi hanno colpito in questi mesi oltre che segnare l’inizio di una nuova avventura in sella alla KE Moto del KE Team di Simone Albergoni. Come avrete potuto leggere nei vari comunicati, ci sono stati dei cambiamenti importanti che mi hanno interessato. In comune accordo con il Team Boano, abbiamo deciso di sciogliere il contratto che mi vedeva legato al team piemontese, passando così alla verde KE Moto. Purtroppo il debutto ufficiale con il nuovo team è stato rimandato per una serie di complicazioni fisiche giunte nelle ultime settimane. Dovevo rientrare alla quarta tappa Under23/ Senior e, in maniera più formale, al GP d’Italia del Mondiale Enduro ma, ahimè, sono stato costretto a rinunciare ad entrambi gli appuntamenti.


Il braccio, che avevo rotto lo scorso aprile, non è guarito come prevedevo, e stare in sella mi fa ancora male! Pensate che sulla nuova moto ho macinato solo 4 ore! Con questo stop forzato, ho deciso di fare un controllo approfondito al ginocchio destro, per un problema vecchio e, giusto per farmi mancare nulla, ho deciso di operarlo! Ora non mi resta che attendere impaziente settembre, la voglia di salire in moto è davvero molta! La grinta non mi manca e sono sempre più convinto che tornerò più forte di prima. A presto e…. buone ferie a tutti! @matteobresolin

Data di nascita: 26/01/1994 Nazionalità: Italiana Numero Gara: 79 Ranking: 29,45 Moto: Beta 300 2t Team: Beta Boano Motoclub: Granozzo con Monticello



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minienduro 30/31 luglio - mansue’ - tv

minienduro 2016

round decisivo a mansue’

Il Campionato riservato ai cuccioli dell’Enduro sta per volgere al termine, con l’ultima tappa in programma per sabato 30 e domenica 31 luglio a Mansuè – TV. La prova trevigiana sarà decisiva per assegnare tutti i titoli italiani in palio; nel precedente appuntamento, infatti, nessun pilota ha potuto brindare alla conquista del tricolore con una prova d’anticipo. I giochi, anzi, sono più aperti che mai, con diversi riders in lizza per l’ambito titolo in ogni categoria.


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La classe più incerta, ad oggi, è sicuramente l’Aspiranti 50 dove Lorenzo Bernini e Francesco Servalli condividono la prima posizione con 74 punti ciascuno! Sono ben quattro i piloti che a Mansuè si sfideranno per la conquista dell’Aspiranti 85; in soli cinque punti infatti troviamo Riccardo Fabris, al comando, Giuseppe Arangio Febbo, secondo con un punto di gap, Gabriele Pasinetti, attualmente terzo con 63 punti contro i 62 di Andrea Spagliccia. Più marcati i distacchi nelle categorie Esordienti e Baby; tra gli alfieri delle 65cc in testa c’è, con un en plein di quattro vittorie su quattro prove disputate, Andrea Gheza, leader davanti a Alberto Elgari e Luca Ruffini. Gap importante anche nella Baby, dove a separare il primo classificato, Gabriele Melchiorri, dal secondo, Marco Pasinetti, ci sono ben 17 punti.


Entrambi i leader delle due categorie Esordienti e Baby potrebbe già festeggiare nella giornata di sabato la conquista del titolo italiano! Al via anche il neonato Trofeo 125 Mini, che però non assegna titolo nazionale. In testa al campionato troviamo Adriano Bellicoso con 65 punti, seguito da Elisa Rigo e Francesco Giusti, rispettivamente a 59 e 56 lunghezze, Infine, la classe riservata ai Club vede al comando il sodalizio trevigiano del Gaerne, con il Bergamo in seconda posizione e il Racing Terni al terzo posto.


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Determinante dunque sarà la prova di Mansuè, cittadina trevigiana a pochi km da Oderzo, che sabato 30 e domenica 31 luglio si tingerà di festa per queste piccole pesti. Alla regia il Motoclub Pradegai che per questo duemilasedici ha deciso di “buttarsi” in una nuova avventura offroad, organizzando per la prima volta una prova di MiniEnduro. Dopo aver sapientemente diretto numerose prove nazionali, dall’Under23/Senior alle più recenti Major, il sodalizio capitanato da David Favero è pronto a far divertire gli oltre 90 iscritti che in questo ultimo weekend di luglio daranno vita al quinto e sesto round del tricolore MiniEnduro.

Ad attendere i campioni offroad formato mignon ci saranno due prove speciali, entrambe fettucciate. Il primo Cross Test sarà situato nei pressi della zona industriale di Mansuè e sarà caratterizzato da un fondo erboso, mentre il secondo sarà più lento e tecnico e sviluppato su un terreno incolto. Cinque saranno i giri da completare, sia sabato che domenica, con partenza fissata per le ore 13 il Day1 e per le ore 9.00 il Day2. Il tracciato non sarà però la sola insidia per i concorrenti in gara; a destare preoccupazione sarà anche il meteo con le previsioni che annuncia sole e grande caldo!




enduro italia a treviso In Veneto si è tenuto il 4° appuntamento del progetto in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato.

Il progetto Enduro Italia ha l’obiettivo di promuovere una campagna informativa che sensibilizzi tutti i praticanti del fuoristrada al corretto utilizzo del territorio, per cercare di avvicinare il mondo dello sport alle Istituzioni e agli organi preposti al controllo, individuando le linee guida che garantiscano il rispetto dell’ambiente e della legge, ma che al tempo stesso consentano agli appassionati di esercitare il loro diritto di praticare un’attività sportiva riconosciuta dal CONI. Fabio Larceri ha introdotto gli argomenti della serata, ringraziando tutti i partecipanti e ricordando l’impegno profuso dalla FMI verso queste tematiche, che la Federazione stessa continua a seguire con grande attenzione. Giovanni Copioli ha voluto sottolineare la firma del Codice Etico di Comportamento degli Escursionisti nella Provincia di Reggio Emilia avvenuta tra FMI, CER, CAI, FISE e Coordinamento Valle del Tassobbio. Dal canto suo, Claudio D’Amico ha confermato la piena disponibilità e apertura al dialogo da parte di tutte le stazioni territoriali del Corpo Forestale dello Stato. Franco Conte, congratulandosi per l’iniziativa portata avanti in maniera congiunta da FMI e CFS, ha affermato che il dialogo tra tutte le parti in causa è di fondamentale importanza per la risoluzione delle problematiche in questione e ha assicurato la piena collaborazione da parte delle Istituzioni ed in particolare dal Ministero dell’Ambiente. L’Onorevole Bragantini, motociclista appassionato e firmatario della nuova proposta di legge che prevede l’installazione della 3^ fascia del guardrail (modifica all’articolo 47 della legge 29 luglio 2010, n. 120, concernente il miglioramento della sicurezza passiva delle barriere stradali e la tutela dell’incolumità dei motociclisti) ha esortato la prosecuzione di questa proficua collaborazione chiedendo al mondo motociclistico italiano maggiore coesione e spirito di squadra per far fronte a tutte le problematiche. E’ inoltre intervenuto Leonardo Muraro, il quale ha evidenziato l’importanza ed il diritto alla pratica sportiva che deve essere doverosamente agevolata sia dagli Enti Locali che dalle Istituzioni dello Stato. Il quarto appuntamento del progetto Enduro Italia si è tenuto lunedì 18 luglio a Treviso presso l’Hotel Maggior Consiglio. L’iniziativa, in collaborazione tra la Federazione Motociclistica Italiana e il Corpo Forestale dello Stato, ha nuovamente richiamato numerosi appassionati e addetti ai lavori. In Veneto erano presenti Franco Conte (Senatore della Repubblica, presente come rappresentante dell’Onorevole Barbara Degani, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente), l’OnorevoleMatteo Bragantini eLeonardo Muraro (Presidente della Provincia di Treviso). Sono intervenuti Fabio Larceri (Vice Presidente FMI), il quale ha fatto gli onori di casa, Giovanni Copioli (Vice Presidente FMI), Tony Mori(Coordinatore del Dipartimento delle Politiche Istituzionali FMI), Luigi Favarato (Presidente del Comitato Regionale FMI Veneto), Marco Marcellino (Presidente della Commissione Normative Fuoristrada FMI oltre che del Comitato Regionale FMI Liguria) e Claudio D’Amico (Comandante provinciale di Arezzo del Corpo Forestale dello Stato). Ufficio Stampa FMI


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di

Fabio Mossini

Ciao amici ben ritrovati! Ci ritroviamo alla vigilia della terza gara di campionato FIM enduro, che si terrà nella regione del Maule, precisamente a Curicó, una città di circa 100.000 abitanti, a 200 km a sud di Santiago. Un contesto differente dalle precedenti gare, dico differente perché finalmente lo scenario esce dal solito e monotono fine settimana nel bel mezzo di un bosco, con camion, tende, addetti al lavoro e quel publico che alla fine terminava per essere sempre il solito formato da puri familiari, dunque la mossa per tirare in alto la disciplina è stata quella di far partire e articolare la gara nella città. La formula non cambia, rimane quella di sempre con due cross e una linea. Ma non vi svelo di più...perché vi spiegherò poi nei dettagli.


In questo momento sono in testa alla classifica del campionato nella categoria E1, e assoluta, allora il mio compito domenica sarà di scendere in campo con la mia 250 per difendere il titolo di campione italo-cileno. Non sarà una lotta facile perché qui il giovane Benja Herrera ci da il gas, ma io gioco d’esperienza, che nell’enduro è sempre una buona tattica.

La gara scorsa lui ha avuto la meglio proprio sul finale, dopo essere stato in testa a più 4 secondi, all’ultimo giro nella speciale di enduro ho perso quei secondi impossibili poi da recuperare nel cross test, poco tecnico per far tanta differenza, quindi vittoria persa per pochi secondi, ma cosi è l’enduro. Ora a prepararsi, ho ancora qualche giorno per poter lavorare sul fine settimana, dicono ci sia un’alta probabilità di pioggia, beh vi dirò che non sono nemmeno così dispiaciuto, questo mi fa pensare che il percorso sarà più tecnico e selettivo. A Santiago sta piovendo...la giusta simulazione per la gara!!! Fortunatamente a pochi chilometri da casa, noi enduristi santiaghini, abbiamo la fortuna di poter usufruire di una montagna ideale per le uscite in moto, con differenti percorsi e varie speciali, da li poi per i più esperti diciamo veterani di questa terra, vi sono chilometri e chilometri di connessioni con la catena delle Ande, una favola per chi ama i paesaggi e la natura.


di

Fabio Mossini

La cosa strana è questa libertà che ancora oggi vige in questo paese nell’ambiente del fuoristrada e non solo, senza limiti ne confini, senza preoccupazioni di stare nel bosco temendo di essere inseguito dalla forestale, o di correre il pericolo di essere catapultati dalla moto da un “guardiano”...ma io mi chiedo, tutto il mondo sta vivendo nel 2016? Con questo non voglio sollevare nessuna polemica, ben tutti sappiamo quali sono i problemi da noi, e chissà che tutta questa libertà non sia poi così un grande esempio di cultura, ma allora cos’è giusto? Conosco un detto bresciano che dice “al trop el negot al sta so la stesa riga” ovvero il troppo e il niente stanno sulla stesa riga. E qui chiudo perchè già quest’anno sono venute fuori tante e troppe polemiche. Allora ragazzi, vi auguro un buen fin de semana…il mio ve lo racconterò al prossimo appuntamento. Buone vacanze a tutti e fate un bagno al mare anche per me! A presto Moss#21


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di Elisabetta Caracciolo Foto Pep Segales

Barreda torna al successo alla Baja Aragon 2016 Dal 1990 la gara vede sul gradino più alto del podio moto uno spagnolo a sottolineare che questa competizione che quest’anno raggiungeva la sua 33. edizione è “Cosa Nostra”. La Baja d’Aragon è una gara che resta una questione fra spagnoli. Dal 1990 la gara viene vinta unicamente da piloti spagnoli, per quello che riguarda le moto. E questa storia sembra quasi una leggenda, o una maledizione per gli stranieri, a seconda del punto di vista. La prima edizione, nel 1983 venne vinta da due piloti – perchè allora si correva a coppie – Poli/ Adouard su Yamaha e dopo di loro vennero il famoso Serge Bacou in coppia con l’americano Chuck Stearns sempre con Yamaha. Si andò avanti a coppie fino al 1990 quando vinsero due signori di nome Jordi Arcarons in coppia con Danny Laporte, e a partire da questo momento l’americano è l’ultimo ‘straniero’ che mette piede nel palmares della Baja Aragon.

Podio finale Moto


podio donne, Emma Clair e Rosa Romero

Dal 1990 la questione si restringe ai piloti di casa. Una sorta di Baja Aragon ‘Cosa Nostra’. Una tradizione che si perpetua come non succede in nessun altra gara, soprattutto non di così ampio respiro come la Baja Aragon a cui davvero partecipano piloti provenienti da ogni parte del mondo. Il discorso naturalmente, è ristretto al mondo delle due ruote, perchè invece a livello auto i vincitori raramente sono stati spagnoli: spesso francesi, ai tempi della Citroen e della Mitsubishi, qualche volta portoghesi o finlandesi, con Vatanen per esempio, e ultimamente spagnoli, solo ultimamente, con Nani Roma capace di conquistare ben cinque edizioni sulle 4 ruote e ben 4 sulle due ruote. Un record tuttora imbattuto e, sinceramente, anche difficile da battere. Una volta la Baja Aragon, a Saragozza, richiamava al via oltre 500 piloti, e sempre nel mese di luglio, con un caldo che nella parte centrale della penisola iberica non faticava a superare i 50 gradi. All’interno dell’abitacolo si toccavano anche i 60, 65 gradi e non si parlava di speciali da 180 chilometri, e con una assistenza in mezzo da un paio di ore che permette al pilota di rilassarsi, mangiare, rinfrescarsi... Si parlava di 1000 chilometri in un giorno, di una partenza alle 5 di mattina, di punti assistenza ogni 100 chilometri, nei quali se ti fermavi perdevi tempo prezioso perchè il cronometro non si arrestava, e di un tempo massimo di 14 ore. La parte del leone in realtà l’hanno sempre fatta le vetture alla Baja spagnola, più numerose al via e con un parco partenti sempre di altissimo livello.


Inizialmente le moto, vista la mole dei chilometri, correvano a coppie e nei punti assistenza, appunto sistemati sul percorso di gara, avveniva il cambio del pilota: la moto poteva essere la stessa, oppure se ne potevano usare due. Poi, negli anni Novanta i dakariani, quelli più allenati si sono resi conto che 900 chilometri equivalevano più o meno ad una tappa della Dakar e così hanno cominciato a correre da soli arrivando al traguardo stremati. Ricordo in più di un’occasione i piloti, auto e moto, svenire sul palco: adrenalina, caldo asfissiante, e soprattutto polvere. Queste sono sempre state le caratteristiche di una gara che ora, abbandonando il deserto d’Aragon di Saragozza, o Zaragoza, come dicono gli spagnoli, e spostandosi a Teruel ha attenuato un po’ l’aspetto ‘calura’ visto che si corre spesso a 1000 metri di altezza.

Martin Kolomý

Carlos Sainz e Lucas Cruz con la Peugeot DKR 2008, secondi assoluti per soli 19”

Anche negli anni Novanta comunque le moto iscritte non superavano le 60 unità, e oggi, con l’avvento dei quad, si arriva a numeri di poco superiori. Alla gara titolata FIM, valida per la Coppa del Mondo Baja – moto e quad – che contava al via 35 piloti, di cui 25 moto (10 spagnole) e il resto quad, gli spagnoli hanno affiancato anche un Open Baja Aragon, aperto ai piloti locali, non in possesso di licenza internazionale, con 28 piloti sulla linea di partenza. E che la gara non sia facilissima, tuttora, nonostante sia meno della metà rispetto a quelle di venti anni fa, lo prova il fatto che al traguardo siano arrivati in 51 domenica pomeriggio.


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La gara si articolava in un prologo di 9 chilometri venerdì pomeriggio, che faceva classifica e delineava anche la griglia di partenza del giorno dopo, due prove speciali il sabato da 184 chilometri la prima e da 162 la seconda che unite al trasferimento costituivano circa 450 km complessivi e un settore selettivo la domenica di 184 chilometri con un trasferimento di 50 km in tutto, quindi circa 230 km complessivi. Sommando il tutto significa un po’ più di 700 chilometri, divisi in tre giorni però. A vincere quest’anno, per la terza volta, un incredibile Joan Barreda (Honda Hrc) mentre Nasser Al Attiyah-Mathieu Baumel (Toyota Hi Lux) hanno regalato alla Toyota Overdrive la sua quarta vittoria consecutiva su quattro gare disputate nel 2016 in Coppa del Mondo Fia. Il ceco Martin Kolomy (Tatra) ha conquistato la prima posizione infine, nella categoria camion. Nasser Al Attiyah

Joan Barreda


Ma a noi interessano soprattutto le moto e i quad e quindi ecco la storia. Joan Barreda, pilota ufficiale Honda HRC, aveva vinto la sua prima Baja Aragon proprio nell’ultima edizione di Saragozza, nel 2012 e poi aveva fatto il bis con la Honda, nel 2013. Poi per due anni Barreda non ha partecipato, per problemi fisici, e al suo ritorno nel 2016 ha conquistato la terza vittoria, di nuovo in sella alla Honda. Un successo grandioso che parla di ben 8 minuti di vantaggio sul secondo, anzi per la precisione di 8’17”. Un pilota, il secondo, che non è propriamente un fermo, anzi. Si tratta del forte Gerad Farres (Ktm Himoinsa) che di Baja Aragon ne ha già vinte cinque e che cercava insistentemente il sesto successo questa volta, perchè gli avrebbe consentito di eguagliare quel record di vittorie in moto, che appartiene - ancora per un altro anno almeno - a Isidre Esteve.

Gerad Farres

Barreda ha imposto immediatamente, fin dalla prima super speciale, venerdì pomeriggio, un ritmo forsennato alla gara, un tipo di ritmo che come il pilota ben sa, solo lui è in grado di tenere. Bang Bang Barreda è fatto così, e il pubblico lo ama, o lo odia a seconda dei casi, proprio per quello. Lui guida sempre al limite. E’ velocissimo e spericolato e pretende, da se stesso e dalla sua moto, il massimo. Quando si corre così i casi sono due: o si vince o si cade. E Barreda lo sa bene. Così ad ogni gara getta in aria la moneta ed aspetta, fino alla linea del traguardo, di vedere da che parte ricadrà, e in questo caso è stata dalla parte della Vittoria.


Barreda ha messo subito in chiaro come stavano le cose: ha vinto il prologo dando 2 secondi a Farres e 5” a De Soultrait, ed è partito in testa il giorno dopo inanellando una serie di tempi da capogiro: 3’52” di distacco a Farres nella prima ps di sabato, 2’51” nella seconda ps a Michael Metge, suo compagno di squadra nell’avventura spagnola e per la prima volta al via di una Baja. Alla fine della tappa di sabato il pilota che compirà 33 anni l’11 agosto, era in vantaggio di 6’50” su Farres. Domenica mattina, con una sola speciale di 184 chilometri da disputare Barreda poteva gestire il vantaggio, andando un po’ più piano, ma no, non lui. Le parole “andare piano” nel suo vocabolario non le hanno inserite ! E’ partito alla velocità della luce e ha vinto dando 58” di distacco a fine speciale a uno Juan Pedrero che voleva riguadagnare l’opaca prestazione di sabato e quindi andava veramente forte. Barreda ha vinto con 8’17” su Gerad Farres che per 1’51” è riuscito a battere un Metge davvero in ottima forma. Gli altri si sono dovuti accontentare, al termine di una gara dove non hanno quasi mai giocato il ruolo di protagonisti.

Juan Pedrero

Ma forse loro non lo sapevano che in Spagna possono vincere solo gli spagnoli? Alla Baja Aragon erano in parecchi, quei piloti forti, in auge in questo momento nel tout terrain, da Xavier de Soultrait a Juan Pedrero, dai 2 Metge - Michael ed Adrien - agli spagnoli Sola, Mena, Oliveras, Adrià, Gimeno... ma Barreda li ha resi trasparenti, invisibili.

Oriol Mena

Alex Zanotti



Pedrero – che sta vivendo una bella stagione - ha avuto nuovamente, e fin dall’inizio, qualche problema con la sua Sherco, esattamente come era accaduto all’Italian Baja. Non riusciva a trovare il giusto feeling, a piegarla come voleva lui, rallentato da una forcella e una ruota che non lo soddisfacevano in pieno e quando domenica ha finalmente azzeccato l’assetto è andato velocissimo, recuperando anche una posizione nella classifica generale, ma chiudendo comunque sesto a 14’03” dal primo, ai danni di uno Xavier de Soultrait (Yamaha) che non è riuscito ad andare oltre la settima posizione staccato di soli 4” dallo spagnolo della Sherco. Dietro Barreda c’è un Farres che a parte una scivolata e qualche piccolissimo errore semplicemente non ha tenuto il ritmo di Barreda. Non ci potrebbero essere stili più diversi di guida fra questi due piloti – irruente e incosciente uno, più attento e pulito l’altro - e alla luce di questo Farres si è detto più che soddisfatto del secondo posto. Benissimo Michael Metge che alla sua prima Baja Aragon si è migliorato speciale dopo speciale arrivando alla terza piazza assoluta, davanti ai due fortissimi spagnoli Oriol Mena e David Adrià. Fra gli italiani il migliore è stato Alex Zanotti su Husqvarna che ha chiuso diciottesimo, davanti a Luca Tavernari 20°. Capitolo a parte per Nicola Dutto, 23° al traguardo che sabato è stato costretto a fermarsi sentendosi male per una sorta di infezione intestinale nella prima speciale di sabato. E’ rimasto in assistenza, mentre gli altri correvano la seconda speciale, ma domenica debilitato e disidratato, con uno sforzo di volontà non indifferente, è voluto ripartire, concludendo la gara 23° appunto. Tanto di cappello a Nicola, che ancora una volta, funge da esempio per tutti.

Nicola Dutto


Il capitolo quad ci riguarda, a noi italiani, ancora di più. E sì, perchè l’Italia era particolarmente coinvolta nella gara quad dato che un bel po’ dei piloti iscritti nella specialità a livello mondiale sono italiani. Ecco perchè sapevamo di poter contare su un buon risultato, soprattutto alla luce delle belle cose viste all’Italian Baja un mese prima. Ed in effetti la gara è cominciata alla grande, con la vittoria di Amerigo Ventura (Yamaha) nel prologo e la partenza del piemontese per primo sabato, dalla 17. posizione assoluta, nella classifica che teneva conto di moto e quad. Nella prima speciale Amerigo vinceva, battendo ancora una volta il suo nemico numero uno, il bravo Oriol Vidal (Yamaha) e gli infliggeva 3’27” di distacco in 184 km. In terza posizione c’era Massimiliano Masante su Honda e quarto, con il suo Renegade 4 ruote motrici, era Aldo Lami. Antonio Gimeno

Xavier de Soultrait


Jose Luis Espinosa

Nella seconda ps però accadeva davvero di tutto: Amerigo forava ben due volte e finiva la speciale quinto, Lami rompeva una trazione ma arrivava comunque terzo di ps e Masante soffriva qualche altro problemino e non andava oltre l’ottava posizione. Domenica tutti ripartivano con il coltello in mezzo ai denti con una classifica generale che vedeva Vidal primo con la bellezza di 18’ di vantaggio su Ventura. Una differenza impossibile, specie se con una sola speciale da 184 km a disposizione, ma va detto che nei primi 4 in classifica, in quel momento, c’erano ben tre italiani. Domenica si faceva gioco di squadra e Masante arrivava secondo davanti a Ventura terzo, mentre Lami arrancava in decima posizione, sempre con due sole ruote motrici. Alla fine della gara sul podio salivano due italiani: Ventura secondo e Masante terzo e ora la classifica del Mondiale vede a pari merito Oriol Vidal e Amerigo Ventura, entrambi con 37 punti, seguiti da Aldo Lami a quota 22 punti parimerito con Emma Clair, settima in Spagna; alle loro spalle Masante con 15 punti. Detto questo, chissà che bella gara vedremo in Ungheria ad agosto, per la precisione il 13 e 14, valida come terza del Mondiale Bajas FIM.

Amerigo Ventura



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