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FOCUS: NUOVE TECNOLOGIE L’HIGH TECH AL SERVIZIO DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE

Nuove tecnologie

RICCARDO ROSSIELLO GIORNALISTA SPECIALIZZATO IN HIGH TECH, COLLABORA CON ISTITUTI DI RICERCA E RIVISTE DI SETTORE DEDICATE ALLA TELEVISIONE DIGITALE E ALLE NUOVE TECNOLOGIE APPLICATE AL MULTIMEDIA.

L’HIGH TECH AL SERVIZIO DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE

SANBOT ELF, IL ROBOT CHE STA AIUTANDO I MEDICI DELL’OSPEDALE CIRCOLO E FONDAZIONE MACCHI DI VARESE ASSISTENDO 12 PAZIENTI AFFETTI DA CORONAVIRUS.

MOLTO PRIMA DELL’ESPLOSIONE DELLA PANDEMIA MONDIALE GRANDI E PICCOLE AZIENDE HANNO DECISO DI INDIRIZZARE LE LORO ATTIVITÀ DI RESEARCH PER MIGLIORARE LA SALUTE DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE CHE LO CIRCONDA. OGGI INIZIAMO A VEDERNE I FRUTTI. Quando si pensa alle nuove tecnologie, le prime immagini evocate sono quelle dei gadget per l’home entertainment, oppure le applicazioni di robotica e domotica. In verità i passi più importanti si stanno facendo in ambiti lontani dalla luce dei riflettori, eppure in grado di cambiare e trasformare radicalmente il rapporto con noi stessi e col mondo che ci circonda. Il colosso informatico Microsoft, per iniziare, ha annunciato ad aprile una piattaforma di Intelligenza Artificiale – il cui nome è Planetary Computer – pensata per aggregare e analizzare i dati ambientali provenienti da tutto il mondo. Il fine è intuibile: con una banca dati comune sarebbe più facile per i Potenti del mondo, per organizzazioni e aziende, sviluppare e implementare progetti per promuovere la sostenibilità e la tutela dell’ambiente rallentando la decadenza del nostro ecosistema. L’iniziativa rientra nell’ambito di AI for Earth, il programma internazionale di Microsoft per sostenere persone ed enti nell’affrontare le sfide ambientali, ed è orientata a ‘proteggere più terra di quella che utilizziamo entro il 2025’. Intanto, il Massachusetts Institute of Technology di Boston (Mit) è a buon punto col suo ventilatore di emergenza – l’E-Vent – con costo ridotto (circa 500 dollari) e costruito con materiali facilmente reperibili. Inizialmente pensato per aree rurali e Paesi in via di sviluppo, ora, a causa dell’emergenza Covid-19, è ambito dalle istituzioni sanitarie di tutto il mondo. Un progetto open source, aperto quindi a tutti gli sviluppatori, che, mettendo a frutto le ricerche decennali dell’istituto, punta a realizzare un ventilatore manuale gestito meccanicamente, in grado di automatizzare il processo di pompaggio per la ventilazione artificiale. Lo stesso Mit firma ‘Emerald’: un dispositivo che controlla il respiro, i movimenti e il sonno dei pazienti attraverso segnali wireless, e che quindi consente il monitoraggio a distanza, anche e non solo, degli affetti da coronavirus. Non bisogna andare troppo lontano poi, per vedere a lavoro Sanbot Elf: un robot che fino a pochi giorni fa voleva essere solo uno dei protagonisti della mostra ‘Robot - The human project’ al Mudec (il Museo delle Culture di Milano) e che invece in questo momento lavora a pieno servizio nell’ospedale di Varese (Circolo e Fondazione Macchi della Asst Sette Laghi), insieme ad altri cinque esemplari chiamati ad aiutare i medici in corsia contro il Covid-19. Il suo compito è facilitare l’assistenza a dodici pazienti affetti da coronavirus. Altrettanto esemplari sono le storie di riconversione tecnologica legate alle necessità causate dell’attuale stato di emergenza. Come quella del colosso cinese dell’auto elettrica – Byd (acronimo di Build your dream: nome poco noto in Europa, che vanta una partecipazione del 25% di Warren Buffett e ha tra gli azionisti Samsung Electronics) – che in poco meno di un mese, progettando da zero una nuova linea di produzione che utilizza per il 90% componenti interni al gruppo, è diventato il maggior produttore mondiale di mascherine protettive (5 milioni di pezzi e 300mila bottigliette di disinfettante per mani al giorno). D’altronde anche da noi aziende famose per il made in Italy hanno aperto alla via della riconversione: il Gruppo Armani da fine marzo ha riconvertito tutti i suoi stabilimenti italiani per la confezione di camici monouso destinati alla protezione degli operatori sanitari; Prada ha annunciato la produzione di 110mila mascherine e 80mila tute mediche; così come Miroglio Group, la prima azienda a riconvertire il suo impianto produttivo di Alba per produrre mascherine.

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