_CopTV 350 GENOVA LIGURIA FILM COMMISSION ok.qxp_Layout 1 28/05/20 15:55 Pagina 1
N° 350 Marzo-Aprile-Maggio 2020
Marzo-Aprile-Maggio 2020 - N. 350 - e 6
SPOT DA NON PERDERE: TIM E DISNEY+
Mensile professionale di comunicazione e produzione cine-televisiva
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DAVID DI DONATELLO FESTIVAL DI BERLINO BRANDED ENTERTAINMENT
Photo: Claudia Oliva
Media Key srl, Via Arcivescovo Romilli, 20/8 - 20139 Milano - www.mediakey.tv
GLFC: DA PORTOFINO VERSO IL FUTURO
ADDRESSABLE TV
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5 . 2 0 1 RTL IN TV E H C N A
IN RADIOV VISIONE SUL CANALE DTT E 736 DI SKY 36 DEL D
V ERY N ORMAL P EOPLE
_Editoriale 350 OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 28/05/20 15:56 Pagina 3
EDITORIALE
, TV KEY 350 – MARZO-APRILE-MAGGIO 2020
FERVONO I PREPARATIVI PER UNA GRANDE RIPRESA! Sembra che il peggio sia passato. E allora una cover come quella che vi proponiamo ci riempie di speranza di poter tornare a operare, seppure in modi un po’ diversi, con ottimismo. In questi primi vent’anni del nuovo secolo, abbiamo passato altre crisi, di cui almeno due gravissime: l’attentato alle Torri Gemelle e il fallimento della Lehman Brothers. Come si sa, l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 causò 2977 morti civili oltre ai 19 attentatori. Per tre mesi l’economia si bloccò quasi per intero, ma poi riprese abbastanza velocemente. La crisi mondiale del 2008 simboleggiata dal fallimento della Lehman Brothers – ma nata ancor prima dalla crisi dei mutui subprime (gli americani avevano acceso mutui per un ammontare medio del 99,3% del costo della casa), dalla successiva bolla immobiliare e dal crollo delle borse – fu invece di natura economica e durò molto più a lungo. L’attuale crisi mondiale, iniziata ufficialmente in Italia il 21 febbraio di quest’anno con il primo decesso per Covid-19, potrebbe forse avere una ripresa più veloce del previsto ma questo sarà possibile solo con scelte e azioni politiche audaci, tangibili, e capaci di sconfiggere la burocrazia. La nostra ripresa parte da Portofino, importante sito di alta classe non soltanto turistico ma anche location per girare film, spot ed eventi. La Genova Liguria Film Commission, condotta da Cristina Bolla, brillante Presidente ricca di iniziative, rappresenta tutti i comuni della Liguria. Portofino ne è appena diventato socio, portando così un nuovo slancio e un aumento delle richieste da parte degli operatori. Tutto ciò merita ampiamente la cover dedicata a Genova Liguria Film Commission, la quale sta già preparando un paio di eventi molto importanti, come il Digital Fiction Festival, probabilmente in cartellone verso la fine di luglio e l’inizio di agosto, e il Liguria Soundtrack Festival, dedicato alle colonne sonore, che si terrà a Santa Margherita Ligure entro l’anno. Questo fascicolo in uscita tra la fine di maggio e i primi di giugno, anche fruibile online gratuitamente sul nostro sito, contiene inoltre diversi servizi molto interessanti. Come quello sugli spot della ripartenza, una carrellata su alcuni film pubblicitari di questo ultimo periodo, l’articolo sullo spot per TIM che propone l’intrattenimento di TIMVISION e della nuova piattaforma Disney+. Si parla anche della casa di produzione Blackball, nata in pieno Covid-19 grazie al coraggio notevole del suo fondatore Lorenzo Cefis, con caratteristiche ispirate alla nuova realtà. Un altro servizio è dedicato a Guido Raimondo, un giovane Direttore della fotografia che lavora fra l’America e l’Italia e ha già una reel che colpisce per l’uso dei colori e per la luce che riesce a dare ai personaggi. Non potevano mancare un servizio sul Branded Content e il secondo appuntamento con la rubrica di storytelling, focalizzata sull’archetipo dell’innocente, e infine un articolo sull’Addressable Tv Advertising. Chiudono questo numero i reportage sulla cerimonia dei David di Donatello, sul Festival di Berlino e sulle prime anticipazioni del Festival di Venezia, in programma dal 2 al 12 settembre, ancora più importante in mancanza del Festival di Cannes (rinviato al prossimo anno). Buona lettura! Roberto Albano
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Marzo-Aprile-Maggio 2020 - N. 350
Mensile professionale di comunicazione e produzione cine-televisiva
EDITORIALE
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FERVONO I PREPARATIVI PER UNA GRANDE RIPRESA! COVER STORY
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GLFC: DA PORTOFINO VERSO IL FUTURO
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SPOT DELLA RIPARTENZA
0 16
SPOT DA NON PERDERE
0 20
BLACKBALL
0 24
GUIDO RAIMONDO
0 26
#ASSENZA DI GRAVITÀ
0 27
IL PARADISO DELLE MELE
0 28
RTL 102.5
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BRANDED ENTERTAINMENT
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ARCHETYPAL ADVERTISING: STORYTELLING & PUBBLICITÀ
0 36
ADDRESSABLE TV
0 39
ITTV E D-HUB
0 41
MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA 2020
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DAVID DI DONATELLO 2020
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FESTIVAL DI BERLINO
0 52
#MKINTERVISTA
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NEWS SPOT
CREATIVITÀ ED EMPATIA: I BRAND RIPARTONO
TIM E DISNEY: I SOGNI SON DESIDERI
PRODUZIONI PER LA NUOVA NORMALITÀ
LUCI FREDDE, CUORE CALDO
FONDAZIONE BUZZI
VIP VAL VENOSTA
UNA BELLA SQUADRA VINCENTE!
BUONA STRATEGIA E VERO INTRATTENIMENTO
SI PUÒ CREDERE A UN BRAND INNOCENTE?
L’INCONTRO FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
DAI TITOLI DI CODA AL PALCOSCENICO
ASPETTANDO VENEZIA...
IL TRADITORE TRIONFA
GERMANO E I D’INNOCENZO ORSI A BERLINO
#PRONTI A RIPARTIRE
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SOMMARIO
_SOMMARIO 350.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 14:48 Pagina 5
NEL 2019 SI È TENUTO UN IMPORTANTE EVENTO PER GENOVA LIGURIA FILM COMMISSION CON L’INGRESSO DEL COMUNE DI PORTOFINO TRA I SOCI. IL 2020, IN ATTESA DI RIPARTIRE, SARÀ RICCO DI EVENTI: NASCERÀ IL LIGURIA SOUNDTRACK FESTIVAL E CONTINUERÀ IL DIGITAL FICTION FESTIVAL. E, APPENA POSSIBILE, PARTIRANNO PRODUZIONI ITALIANE E INTERNAZIONALI.
DI
MAURIZIO ERMISINO
GLFC: DA PORTOFINO VERSO IL FUTURO A sinistra, Portofino, entrato a far parte, nel dicembre 2019, di GLFC. Sotto, Cristina Bolla, Presidente di Genova Liguria Film Commission.
Lo scorso dicembre, a Portofino, si è svolto un evento molto importante. Il Comune di Portofino è entrato nella Genova Liguria Film Commission, e si è trattato di un ingresso davvero strategico.
“Noi, come Film Commission, rappresentiamo tutti i comuni liguri”, ci ha spiegato Cristina Bolla, Presidente di Genova Liguria Film Commission”. Ma ci sono alcuni comuni che, rispondendo al nostro invito, diventano soci. Portofino è appena diventato nostro socio, e per noi è un valore aggiunto. Il suo ingresso ci garantisce uno slancio notevole: è un biglietto da visita unico, è il salotto buono d’Italia conosciuto da tutti a livello internazionale. Da quando è accaduto questo abbiamo notato uno slancio in più, e sono aumentate le richieste da parte degli operatori. Avendolo come partner possiamo beneficiare di servizi e permessi che prima non si potevano ottenere, in condivisione di scelte strategiche”. Per questo la copertina di Tv Key è dedicata a Portofino,
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lo dei materiali attraverso la nostra Film Commission nazionale proprio per non mettere in pericolo noi stessi e i nostri collaboratori. Seguo l’andamento delle cose e, organizzando eventi, sapevo che potevano esserci del-
fiore all’occhiello, insieme a tante altre bellezze regionali di Genova Liguria Film Commission. Che è sulla nostra copertina non solo per Portofino, ma per altri eventi che rendono il suo 2020 un anno molto importante. E poi è successo quello che tutti sapete: il mondo si è fermato per l’emergenza Covid-19. E anche tutte le produzioni e gli eventi previsti in Liguria. Genova Liguria Film Commission è stata tra le prime a reagire alla situazione e a prendere tutte le precauzioni possibili. Questo non vuol dire che in Liguria sia tutto fermo. Anzi, in Film Commission si lavora ancora più infaticabilmente, tra smart working e riunioni su Skype e Zoom, in vista del dopo. Quando si potrà ripartire, in Liguria sarà tutto pronto per riprendere con grande slancio. “Seguo molto attentamente l’andamento internazionale e mi ero già allarmata in occasione del Festival di Berlino a metà febbraio”, ci svela Cristina Bolla. “Abbiamo deciso di non partecipare e di mandare so-
Photo: Claudia Oliva
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_Cover story Genova Liguria Film Commission OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 09:24 Pagina 6
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le problematiche ed era evidente fin dall’inizio che non sarebbe stata un’influenza normale”, continua la Presidente. “Il 21 febbraio vi è stato il primo decesso relativo al Covid-19 e abbiamo cominciato a prendere coscienza del problema e a gestire l’emergenza, perché avevamo capito che potevano esserci delle ripercussioni sul nostro lavoro. Abbiamo comunicato ai nostri Enti partner lo stato dell’arte e le azioni che stavamo attuando. Abbiamo lavorato a un documento, un protocollo di sicurezza sulle ‘buone pratiche’ realizzando una comunicazione
per combattere la diffusione del Covid-19 e garantire le attività legate alla sicurezza ambientale delle persone. Abbiamo avviato un protocollo per tutelare il nostro personale, le nostre case di produzione e le realtà produttive nel nostro PACC, il Videoporto, che al suo interno ospita 60 aziende”. Così, agli inizi di marzo, si sono fermate tutte le produzioni in lavorazione. “Erano una ventina”, ci spiega la Presidente. “Anche le produzioni legate al bando dell’audiovisivo sono tutte ferme, come tutti gli scouting: erano previsti molti sopralluoghi in vista della primavera e dell’estate. Almeno una ventina di appuntamenti con troupe provenienti da tutto il mondo sono saltati. I primi di marzo una casa di produzione australiana era venuta a fare il primo scouting, e adesso vedremo come proseguirà la cosa, ma nel mese di marzo è stato quasi tutto fermo. Abbiamo dato i permessi insieme alle Autorità competenti per girare documentari sul nostro territorio e il nostro mare in tempo di Covid-19”.
GRANDI EVENTI: LIGURIA SOUNDTRACK FESTIVAL E DIGITAL FICTION FESTIVAL Il 2020 è un anno importante per Genova Liguria Film Commission e, una volta ripartita la macchina, continuerà a esserlo. Il Liguria Soundtrack Festival, nuova manifestazione prevista per maggio, si svolgerà comunque entro l’anno. E il Digital Fiction Festival, previsto tra luglio e agosto, potrebbe comunque andare in scena. “Come fondazione collaboriamo a diverse iniziative culturali, perché riteniamo che siano importanti per ravvivare il nostro settore”, ci illustra Cristina Bolla. “Collaboriamo con enti di formazione per attivare corsi dedicati alle professionalità con alti contenuti nella nostra regione. Come fondazione organizziamo due eventi: il Digital Fiction Festival, dedicato alle fiction, che si svolge tra la
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_Cover story Genova Liguria Film Commission OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 14:50 Pagina 7
Il Direttivo GLFC, da sinistra: Claudia Oliva, Cristina Bolla, Roberto Lo Crasto e Giorgio Oddone, durante il Festival di Cannes. Sotto, l’evento Finale Ligure Digital Fiction Festival.
fine di luglio e l’inizio di agosto, e che speriamo possa andare in scena in questa data; e quest’anno, a maggio, sarebbe nato il Liguria Soundtrack Festival”. Nascerà comunque entro il 2020, è solo rinviato. “È un festival dedicato alle colonne sonore che si terrà a Santa Margherita Ligure e Portofino. Ed è un evento molto particolare, perché si parte dalla formazione, con masterclass, incontri tematici e convegni, e continua con una parte dedicata al premio. Che riguarda vari settori, dal videoclip alle pubblicità, fino alla parte cinematografica, dedicata ai film e alla fiction”.
ni settori. La nostra proposta prevede tre macroaree”, continua. “Si tratta dei set a basso impatto, cioè i videoclip e le pubblicità, oltre ai documentari, i set ad alto impatto, cioè quelli dei film e delle fiction, e gli allestimenti di manifestazioni, incontri e convegni. Stiamo stilando una serie di buone pratiche da fare seguire alle produzioni che vogliono riavviare il loro lavoro. Ma per farlo dovranno necessariamente applicare dei metodi di prevenzione. Che per diverso tempo saranno obbligatori nel nostro territorio, e anche a livello internazionale, per garantire un grado di sicurezza e che dia a tutti la possibilità di riavviare il proprio lavoro”. Le case di produzione hanno bisogno di rimettere in moto il loro meccanismo produttivo. “Devono farlo anche per mettere a regime il lavoro di tutto il loro personale: perché ovviamente ci sono centinaia di persone legate a questa industria” spiega la Presidente. “Il protocollo è in via
AL LAVORO ALACREMENTE PER IL DOPO Nel frattempo alla Genova Liguria Film Commission si lavora alacremente per il dopo, in vista di una ripresa che si auspica sia il più presto possibile. “Bisogna ripartire entro il 2020, altrimenti alcune case di produzione non le vedremo mai più”, riflette Cristina Bolla. “Ma sicuramente dovrà essere una ripresa graduale e nel rispetto delle norme vigenti in materia di sicurezza sanitaria. Stiamo sviluppando una proposta di buone pratiche, in riferimento al nostro settore, per eliminare i rischi di diffusione dell’epidemia. E per garantire la riapertura in modo graduale almeno di alcu-
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di sviluppo, lo stiamo analizzando insieme ai tecnici, seguendo le indicazioni dell’OMS, e accomuna tutti e tre i settori con una serie di accorgimenti legati alle produzioni, le quali di fatto prevedono quello che adesso viene definito assembramento. Insieme agli esperti stiamo studiando delle tecniche che ne garantiscano sempre meno sui set. In alcuni casi è più facile, ad esempio con documentari o pubblicità, perché questi hanno bisogno di meno persone. E si può ovviare grazie all’ausilio di nuove tecniche, pensiamo all’uso dei droni”.
TANTI PROGETTI PRONTI A PARTIRE (MA CON ATTENZIONE ALLA PRIVACY) Chi conosce Genova Liguria Film Commission sa che ha una particolarità, quella di mantenere la privacy sulla lavorazione dei film fino a che le case di produzione non danno l’approvazione per diffondere le notizie.
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_Cover story Genova Liguria Film Commission OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 09:25 Pagina 8
sono girare delle scene estive in qualsiasi periodo dell’anno”. Continua anche il lavoro a monte, sulle sceneggiature, che è un aspetto importante per riuscire a portare le produzioni a girare in Regione. “Stiamo lavorando all’idea di una fiction interamente girata a Genova”, ci racconta la Presidente. “Oltre a questo c’è il bando dell’audiovisivo che lavora in merito: lo abbiamo strutturato in due fasi, sviluppo e produzione, e c’è in cantiere l’apertura di un’attività legata alle sceneggiature”.
NETFLIX E LE MISURE PER LE CASE DI PRODUZIONE Genova Liguria Film Commission, come le altre film commission italiane, è anche attiva in prima linea per non lasciare da sole tutte le realtà della filiera produttiva dell’audiovisivo. Netflix e Italian Film Commission hanno annunciato la creazione di un fondo di sostegno per la Tv e il Cinema nell’emergenza Covid-19, con l’obiettivo di fornire supporto emergenziale a breve termine alle maestranze e alle troupe dell’industria audiovisiva italiana direttamente colpite dallo stop alle produzioni sul territorio per la crisi legata al Coronavirus. Netflix metterà a disposizione un milione di euro, che sarà gestito da Italian Film Commission e sarà destinato al supporto di emergenza a figure professionali dell’industria televi-
Sopra, Genova, Camogli, Sestri Levante. Diversi progetti sono pronti a partire, a Genova e su tutto il territorio regionale. In basso, Andrea Benveduti, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Liguria.
Anche per questo oggi non possiamo svelare i progetti in previsione per quest’anno. Ma Cristina Bolla ci aggiornerà comunque su alcune delle produzioni pronte a partire, appena sarà possibile. “C’è un grosso progetto per una fiction a Genova e dintorni, che sarebbe dovuta partire a maggio”, ci svela. “E ci sono tanti progetti molto interessanti, nazionali e internazionali, a Genova e su tutto il territorio regionale. Stiamo ricevendo delle pressioni da alcune case di produzione che ci chiedono di firmare un documento per consentire loro di venire in Liguria a girare. La cosa mi fa ben pensare, d’altra parte
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non possiamo inventarci documenti che non esistono. Ci sono dei decreti e noi li eseguiamo alla lettera”. Uno degli aspetti positivi del girare in Liguria è che il clima è buono per tutto l’anno. “In questo momento sono in ufficio sul mare a Pietra Ligure e sembra di essere in piena estate”, ci racconta Cristina Bolla (l’intervista è stata fatta ad aprile, ndr). “È un po’ una beffa perché ci sono dei litorali completamente vuoti. Però abbiamo questo clima sempre, da noi si può girare in qualsiasi momento dell’anno. Puoi trovare la giornata piovosa, ma il giorno dopo torna il sole. E questo è un nostro punto di forza, perché si pos-
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siva e cinematografica come elettricisti, montatori e truccatori, il cui lavoro è stato maggiormente colpito dalla pandemia in corso. “Per questo va fatto un grande plauso alla Film Commission nazionale e alla nostra Presidente Cristina Priarone, che ha molto fatto per il nostro settore e tanto sta facendo”, commenta Cristina Bolla. “Quello con Netflix è un accordo epocale, non solo per la presenza del colosso dello streaming che ha una valenza notevole, non solo per chi collabora con lui. Netflix investirà sulle nostre imprese. È un risultato importantissimo che cade proprio nel momento in cui c’è bisogno di avere belle notizie. Per noi è un grande risultato: la nostra Presidente nazionale ha avuto una grande prontezza risolutiva”.
L’IMPEGNO DELL’ASSESSORATO ALLO SVILUPPO ECONOMICO “Con l’Assessorato stiamo lavorando per far uscire il prossimo bando audiovisivo”, aggiunge Cristina Bolla. “La Regione Liguria ha attuato delle misure a sostegno delle imprese anche nell’ambito della cultura e ne sono in previsione altre”. In questo senso, da un comunicato di Andrea Benveduti, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Liguria, si legge: “Stiamo lavorando con forza e determinazione per dare sostegno alle imprese nel corso
di questa emergenza globale per trovare risorse e idee capaci di far ripartire settori cruciali per la nostra economia, uno fra tutti quello turistico. Grazie alla Genova-Liguria Film Commission in questi anni abbiamo realizzato grandi progetti che hanno fatto conoscere la Liguria al mondo attraverso grandi e piccole produzioni audiovisive. L’impegno della giunta per il comparto in questi anni è stato notevole, considerato che per la prima volta sono stati destinati al settore 3,3 milioni di euro di fondi Por Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), che hanno permesso di finanziare 81 progetti cinematografici, producendo investimenti sul territorio per oltre 9,6 milioni di euro. Bandi che hanno saputo valorizzare il ruolo della Fondazione Genova-Liguria Film Commission, che ha come obiettivo primario proprio quello di attirare investimenti produttivi nel settore della produzione audiovisiva (pubblicitaria, televisiva e cinematografica), per creare occupazione e per stimolare la nascita e la crescita di imprese di servizi locali. Grazie all’impegno appassionato di Cristina Bolla e del suo team, Film Commission garantisce alle società di produzione servizi gratuiti in tutte le fasi del lavoro, da quella di scrittura a quella di preparazione e di pre produzione, con assistenza nei sopralluoghi e ricerca di materiale fotografico relativo alle location – siano esse pubbliche o private –, a quella di collegamento con le professionalità tecniche locali e ai servizi alla produzione. L’importante lavoro di queste professionalità ci motiva ancor di più a continuare sulla strada tracciata da questa amministrazione, andando a rafforzare il settore già dalla prossima programmazione finanziaria”. Ma l’impegno di Genova Liguria Film Commission non si ferma qui: “Abbiamo istituito da subito una newsletter dedicata a questo periodo e abbiamo aperto il Tavolo Permanente dell’Audio-
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_Cover story Genova Liguria Film Commission OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 09:26 Pagina 9
Sopra, Villa Bombrini, il Polo di Produzioni Audiovisive di Cornigliano, sede di GLFC. A sinistra, Alicia GiménezBartlett, Cristina Bolla e Paola Cortellesi durante la conferenza stampa di presentazione della fiction ‘Petra’ a Boccadasse, Genova.
momento in cui dobbiamo spingere sull’acceleratore per realizzare questo aspetto”.
visivo Ligure, con tutti i rappresentanti delle varie categorie. Il tavolo ha la funzione di stabilire le necessità e lo stato dell’arte di questa professione. Ovviamente anche questo è realizzato tutto via Skype. È importantissimo, perché abbiamo gestito subito la comunicazione con le imprese, grazie alla newsletter. E poi perché stiamo cercando insieme a loro il modo migliore per aiutarle”. “La Regione Liguria è molto presente con finanziamenti e agevolazioni”, continua la Presidente. “In questo momento stiamo valutando il dopo. Che cosa fare? Ci chiedono di realizzare delle iniziative che noi avevamo già previsto, all’interno dei nostri eventi, dei momenti B2B tra domanda e offerta dell’audiovisivo. Avendoli già previsti partiamo con anticipo, diamo loro uno strumento che avevamo già pensato. Ci chiedono incontri con gli operatori. Ed è anche la nostra finalità, per creare coproduzioni e nuovi network. È un
UN CARTONE ANIMATO GENOVESE PER SPIEGARE LA PANDEMIA AI BAMBINI A proposito di Covid-19, da Genova arrivano anche delle belle notizie. Come quella che un gruppo di professionisti – illustratori, operatori, doppiatori, grafici – del Polo di Produzioni Audiovisive di Cornigliano, che ha sede a Villa Bombrini, legato a GLFC, in collaborazione con la Protezione Civile e i distretti Lions, ha creato un cartone animato per spiegare ai bambini più piccoli cosa sta succedendo attorno a loro e come possono proteggersi dal coronavirus. Protagonista è Martina, una bimba che, insieme a un leone di peluche, e con l’aiuto di supereroi in camice e mascherina, riuscirà a combattere e sconfiggere un terribile virus che arriva dallo spazio. “È un
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progetto importante perché ha coinvolto doppiatori, grafici, illustratori, in un lavoro d’équipe delle nostre imprese, fatto in pochissimo tempo”, commenta Cristina Bolla. “È stato uno dei primi a uscire per sensibilizzare i bambini a livello nazionale. È stata una produzione fatta in “cattività”, perché gran parte delle nostre imprese stanno lavorando in smart working. Il nostro PACC è comunque aperto”, precisa la Presidente. “Alcune realtà stanno lavorando in sede: ci sono case di produzione che stanno producendo programmi. Il loro lavoro va avanti, garantito in sicurezza grazie al protocollo che abbiamo redatto con il nostro esperto per garantire questo aspetto. Non ci sono assembramenti: le aziende stanno lavorando al minimo, in pochi sono in sede e la maggior parte sta a casa. La cosa sta funzionando: anche noi siamo operativi al cento per cento in smart working, e stiamo lavorando più di prima, grazie a Skype e Zoom. Fortunatamente ci sono questi servizi che ci agevolano la vita e stiamo facendo anche riunioni con dodici persone contemporaneamente in modo veloce e proficuo”.
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SPOT DELLA RIPARTENZA
_Creatività ed empatia i brand ripartono.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 09:27 Pagina 10
TRA L‘1 E IL 4 MAGGIO, LA DATA IN CUI L’ITALIA È RIPARTITA DOPO IL LOCKDOWN DOVUTO AL COVID-19, MOLTI BRAND HANNO LANCIATO COMUNICAZIONI IMPRONTATE ALLA FIDUCIA E ALLA RIPARTENZA. CON LA CREATIVITÀ E L’EMPATIA GIUSTE PER ARRIVARE A NOI.
DI
MAURIZIO ERMISINO
CREATIVITÀ ED EMPATIA: I BRAND RIPARTONO Non si può negarlo. Ci sarà un a.C. e un d.C, un prima e un dopo Covid-19 nella storia della comunicazione. Le nostre abitudi-
ni sono cambiate, e sono destinate a essere differenti ancora per un po’ di tempo. E, come ognuno di noi, anche la comunicazione pubblicitaria, in questo marzo 2019, si è trovata spiazzata e bloccata. Sono prevalse delle comunicazioni improntate al lockdown, pronte a stare accanto agli italiani e a condividere i loro sentimenti: un po’ malinconiche, un po’ retoriche. Una serie di film di montaggio
che riprendevano i video delle tante videochiamate con cui ci connettevamo da casa. Tra l’1 e il 4 maggio, data della prima, parziale riapertura dell’Italia, l’atmosfera è cambiata. Molti brand hanno voluto dare un segnale, gettare il cuore oltre l’ostacolo. Hanno intercettato un senso di ripartenza, di bisogno di fiducia, di coraggio, di andare uniti verso un unico obiettivo, di provare a essere migliori. Pensiamo alla città di Milano: Milano&Partners, l’agenzia di promozione di Milano, per raccontare tutta la sua voglia di ri-
partire ha lanciato la campagna video ‘Un nuovo inizio. Un passo alla volta’, con il cantante Ghali, che firma anche la colonna sonora e che si è prestato gratuitamente all’operazione, così come il Gruppo TBWA\Italia che ha firmato la creatività (la produzione è di Tapelessfilm). Ma pensiamo soprattutto al grande impatto della pubblicità di Lavazza, con le parole di Charlie Chaplin, alla comunicazione di FCA che si fa sistema e invita a sostenere tutti i prodotti italiani, a IKEA, che ci ricorda l’importanza dello star
bene a casa e l’importanza di ripartire da qui. La nuova comunicazione Parmacotto è una sferzata, un’iniezione proteica per la ripartenza, quella di Mediaworld è orientata all’immediatezza e all’efficacia e quella di Ceres punta, come suo solito, a una comunicazione di prodotto basata sull’ironia. Tutti i brand hanno saputo cercare nella creatività la chiave per il messaggio giusto al momento giusto. E per entrare in empatia con l’audience, cioè con noi, che stiamo vivendo un momento così particolare.
LAVAZZA: ‘GOOD MORNING HUMANITY’ ‘Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre. Dovremmo godere soltanto della libertà del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca. È sufficiente per tutti noi. Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Voi avete il potere di rendere questa vita libera e magnifica. Di trasformarla in un’avventura meravigliosa. Combattiamo tutti per un mondo nuovo, un mondo giusto. Che dia a tutti un lavoro, ai giovani un futuro e agli anziani la sicurezza. Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere. Eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Uniamoci tutti!’ Sono parole magnifiche, indelebili, quelle che ha scelto Lavazza per il suo nuovo spot, che coglie i sentimenti di molti di noi e il mood di questo momento storico. Sono quelle di Charlie Chaplin, nel monologo finale de Il grande dittatore, del 1940. ‘È il buongiorno di un’umanità ritrovata. Viviamolo insieme’ è il claim che sintetizza il senso del discorso di Chaplin, e allo stesso tempo lo astrae dal suo film per contestualizzarlo in #TheNewHumanity, il messaggio che Lavazza vuole dare nel pieno della pandemia del Covid-19. ‘Good Morning Humanity’, il buongiorno di un’umanità ritrovata, è un nuovo messaggio e anche un nuovo posizionamento per Lavazza. Lavazza pensa a un mondo nuovo all’orizzonte, pronto ad accogliere un’umanità ritrovata, che guarda al futuro con positività, ridefinendo la dimensione del rapporto tra individuo e comunità. In questo senso ci sembra perfetta la scelta del famoso discorso all’umanità tratto da Il grande dittatore, tanto universale e
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Credits Agenzia: Armando Testa Direttore Creativo Esecutivo: Michele Mariani Direttori Creativi: Andrea Lantelme (Art) e Federico Bonenti (Copy) Casa di Produzione: Movie Magic International Consulenza di produzione e gestione licenze: The Producer International
attuale da essere potentissimo ancora oggi (non a caso gli U2 lo avevano usato per aprire i concerti del loro Experience + Innocence Tour, che aveva come tema il bisogno di una nuova unità a livello di Europa). L’idea di Lavazza è che la crisi sia opportunità, e che la ripartenza ci veda, come in tanti sperano, delle persone migliori. La grandezza di questa campagna, che si candida a diventare una delle migliori dell’anno, è questa: aver intercettato un sentimento che era nell’aria, e aver trovato le parole adatte per rappresentarlo, in un’opera d’arte, un capolavoro, che in quanto tale è in grado di raccontarlo al meglio, e di sublimarlo in qualcosa di superiore. L’idea di Lavazza è quella di parlare al cuore delle persone con un messaggio che viene dal passato, è una presa di posi-
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zione, un andare oltre la comunicazione di marca. Vuole fare un appello alla sensibilità individuale: progresso, sostenibilità, tolleranza. ‘Good Morning Humanity’ è molto più di uno spot. #TheNewHumanity è il concept che ispirerà da oggi diversi progetti di Lavazza, tra cui il nuovo Calendario 2021, in un percorso coerente e integrato con la comunicazione della marca. Alla campagna hanno lavorato l’agenzia Armando Testa e la casa di produzione Movie Magic International. ‘Good Morning Humanity’ è uno di quegli spot da cui si resta ipnotizzati. Che si colgano prima le immagini, o che si senta la voce carismatica di Charlie Chaplin, non si può cambiare canale: si vuole sentire e risentire quelle parole, nutrirsene, sentirsi ispirati, farne il proprio mantra. Lo
spot è chiaramente un film di montaggio, come lo sono stati gran parte di quelli di questo periodo. Ma, a differenza di molti altri spot, non si è affidato a scene di vita quotidiana. Ha preferito scegliere immagini evocative. Paesaggi che evocano un orizzonte positivo, volti belli nella loro diversità, foto di una Terra finalmente verde, e di danze liberatorie. E ancora, il lavoro che riparte, i contatti tra le persone, mani che si stringono, una mano meccanica a simboleggiare la tecnologia che potrà rendere tutti abili. Tra queste, ci sono anche le storiche immagini realizzate da Steve McCurry, oltre che da Dennis Stock e Jerome Sessini dell’agenzia Magnum Photos, accompagnate dalle note di Rain, in your black eyes del musicista Ezio Bosso, venuto a mancare proprio in questi giorni.
FCA: ‘COMPRARE ITALIANO’ ‘È da una vita che ci occupiamo di motori. Dal 1899, per la precisione. In 121 anni ne abbiamo progettati abbastanza per saperne qualcosa. O almeno credevamo. Credevamo che sarebbero stati questi motori a farci ripartire. Ci sbagliavamo. Saranno quelli che hanno fatto muovere il Paese, anche quando le auto erano ferme. Perché il vero motore dell’Italia sono gli italiani’. Sono le parole del nuovo spot del gruppo FCA, a cui fanno capo i brand Fiat e Alfa Romeo. Lo spot si chiude con un claim, ‘Ripariamo dall’Italia, ripartiamo dai prodotti italiani’ che più chiaro non si può. Quella che per anni è stata la ‘Fabbrica Italiana Automobili Torino’ parte proprio dalla sua identità, dal suo Dna, dal suo core business, dalla sua italianità, per abbracciare tutto il Paese, tutte le imprese e tutti i consumatori italiani. E lo fa con una creatività che parte da quella fabbrica insita nell’acronimo Fiat, e fa parte della storia del nostro Paese. E gioca con il concetto di motore: il motore in senso letterale, quello che fa muovere le automobili, diventa il motore in senso metaforico, cioè il cuore, la motivazione, il lavoro che ci fa muovere ogni giorno e fa muovere l’Italia. Lo spot inizia proprio da quella prima fabbrica, dalla prima insegna Fiat, per viaggiare velocemente lungo un’ideale catena di montaggio che arriva fino a oggi, ai moderni motori, al design. Per poi virare, con una sorta di plot twist, su immagini di vita quotidiana e di lavoro di chi non si è fermato, e ha permesso al Paese di andare avanti: i medici, gli infermieri, i runner delle consegne, i cassieri dei supermercati, gli artigiani. La campagna è stata realizzata dalla sede torinese di Leo Burnett guidata da Maurizio Spagnulo, sotto la direzione creativa esecutiva di Francesco Martini. Lo spot è stato pianificato a cura
Credits Agenzia: Leo Burnett Executive Creative Director: Francesco Martini Associate Creative Director: Michele Sartori Art Director: Elisabetta Ursino Copywriter: Gabriele Di Donato Client Service Director: Pieraugusto Piergiovanni, Paolo Griotto Account Manager: Emma Louise Brewer, Roberta Triberti Head of TV Department: Riccardo Biancorosso TV Producer: Francesca Bocci Produzione: Prodigious Voice Over: Luca Ward Musica: Flavio Ibba - Red Rose Productions Centro Media: Starcom CEO: Vita Piccinini General Manager: Boaz Rosenberg
dell’agenzia media Starcom a partire dal primo maggio su Rai 3, all’interno dello storico concerto del Primo Maggio. È un messaggio che vuole andare oltre il classico messaggio di prodotto o corporate, è la volontà di una delle più importanti aziende italiane di andare oltre pensando al sistema Paese: le imprese del made in Italy, tutte le imprese, vanno sostenute, e dobbiamo farlo noi, gli italiani. FCA vuole essere una parte attiva della ripresa, con il proprio lavoro, ma anche parlando, come vuole fare con questo spot, a tutti gli italiani, ai propri dipendenti, ai concessionari, ai fornitori e ai clienti. Non dimentichiamo che, nel periodo del lockdown, il settore dell’automotive è stato tra quelli che più hanno sofferto. Il nuovo spot FCA decide di dare un messaggio forte per ripartire, ma pensando a tutto il sistema economico nazionale. Il film vive anche della musica di Flavio Ibba e della voce narrante di Luca Ward, due fuoriclasse che completano il grande lavoro sullo spot.
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IKEA: ‘RIPARTIAMO DA CASA’ ‘Ci siamo svegliati, un giorno, con il mondo in pausa. Così per la prima volta, abbiamo amato gli schiamazzi dei vicini. Reinventato il nostro lavoro con dentro tutti, perfino i bambini. Ci siamo ripresi il tempo, anche quando era difficile prendersi lo spazio. Abbiamo ritrovato vecchie forme d’arte e trovato nuove forme d’amore. Ci siamo abituati ai visi senza trucco. E a quelli pieni di segni. Ascoltato il silenzio delle città. E le sirene che lo spezzavano. Abbiamo visto l’orgoglio da un balcone, e quello nelle corsie. E mentre i numeri facevano paura, abbiamo sentito cosa contava davvero. E capito che non è cambiato solo il nostro modo di vivere. Siamo cambiati noi. Perché mentre il mondo fuori era in pausa, noi siamo andati avanti: da casa, dove la vita non si è mai fermata’. Il messaggio di IKEA è, e non potrebbe essere altrimenti, #Ripartiamo da casa. Anche IKEA, come FCA, lavora su un messaggio dedicato a tutti, un messaggio di speranza e di ripartenza. Lo fa guardando indietro, a quello che sono stati questi giorni di lockdown, andando a prendere scene dal nostro privato. Con parole e immagini riesce a raccontare tutto, i canti dai balconi, il nostro smartworking con i bambini, con il riferimento, molto velato, anche agli infermieri (quei ‘visi pieni di segni’, sono i loro, dopo ore e ore di lavoro con le mascherine) e ai malati gravi (le sirene che squarciavano il silenzio). Anche IKEA riesce a fare una comunicazione sentita, intelligente, partendo proprio da quello che è il suo Dna e il suo core business, ovviamente la casa, che IKEA ci aiuta a curare in tutti gli aspetti, dall’arredamento, all’ordine, agli utensili da cucina, fino ai prodotti culinari svedesi: stavolta più che mai abbiamo vissuto le nostre case, e le abbiamo a cuore come le ha a cuore IKEA. A casa la vita non si è mai fermata, ci ricorda lo spot, e ora da lì dobbiamo ripartire. È un messaggio incoraggiante e allo sesso tempo responsabile: perché ripartiamo, certo, ma avendo capito che a casa si può stare, e si possono fare tante cose. L’idea dello spot è quella di dare voce a quel mondo che è stato bloccato fuori, ma è rimasto pieno di vita dentro. Di dare voce a noi, che in
PARMACOTTO: ‘WE ARE BACK’ ‘Torniamo alle origini. Torniamo a quello che conta. Torniamo a correre. Torniamo al lavoro. Torniamo a combattere. Torniamo in gioco, a vincere. Torniamo a sorridere. Torniamo autentici. È il nuovo spot di Parmacotto, #Weareback. È un film pubblicitario motivazionale, visivamente potente, ritmato a livello di montaggio, accompagnato com’è da una musica di ispirazione rock. È un film molto particolare per un prodotto food, soprattutto per un marchio che fino a qualche tempo fa aveva scelto altre strade: qui invece si avvicina a prodotti di altro tipo, a certe pubblicità di beverage, articoli sportivi, automotive. È una scelta molto interessante. Come quella, rispetto agli altri spot di cui parliamo qui, di far vedere molto di più il prodotto vero e proprio, e il logo. La famosa cornice del logo Parmacotto, infatti, fa da mascherina su cui si apre lo spot vero e proprio, un concentrato di immagini che evocano la libertà, l’aria aperta, lo sport, la corsa. Quando è il momento di tornare al lavoro, nel kit da ufficio del copy c’è una confezione di Parmacotto sottovuoto, perfetta da portare con sè. C’è il concetto di lavorare, ma anche quello di combattere – che può essere visto in senso metaforico ed ef-
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Credits Agency: DDB Group Italy Executive Creative Directors: Luca Cortesini, Gabriele Caeti Creative Directors: Samantha Scaloni, Marco Zilioli Copywriter: Milton Siclari Art director: Stefano Tunno Account Director: Davide Bergna Account Supervisor: Azzurra Ricevuti Senior Strategic Planner: Marco Mammino Production Company: Karen Film Voce narrante: Alessia Giangiuliani Country Communication Manager IKEA Italia: Alessandro Aquilio Communication Operations Manager IKEA Italia: Massimiliano Santini
quelle case ci siamo stati, e ci stiamo ancora, e che abbiamo cambiato il nostro modo di rapportarci agli altri, trovando nuovi modi di esprimere noi stessi e i nostri sentimenti. Lo spot racconta il momento in cui le case si preparano a ripartire, come tutti noi. Il film è firmato da DDB Group Italy, sotto la direzione creativa di Luca Cortesini e Gabriele Caeti. La produzione è di Karen Film, ed è stato diffuso dal 4 maggio su tutti i canali social del brand: Instagram, Facebook, Twitter, YouTube. Con questo spot IKEA ha voluto farsi portavoce delle emozioni che hanno provato milioni di italiani, e lo ha fatto partendo dal luogo che conosce meglio: le nostre case. La mission è quella di migliorare le vite quotidiane delle persone. E oggi lo è ancora di più: è da casa che si può ripartire, e IKEA vuole accompagnare e ispirare le persone in questo percorso.
fettivo, abbinato alle immagini di un pugile. Accompagnano il ‘ricominciare’ le immagini di Federica Brignone, la sciatrice che è tornata a gareggiare dopo un infortunio, simbolo di rinascita e ripartenza per tutti. La conclusione è universale, e ci porta alla nostra vita quotidiana, allo stesso tempo alla nostra infanzia e alla vita dei nostri figli: ‘torniamo a sorridere’, dice il film, mentre è inquadrata una bambina che addenta un bel panino di prosciutto cotto. L’energia, l’impatto dello spot servono a raccontare che c’è un nuovo Parmacotto: l’azienda ha infatti cambiato proprietà nel 2018 passando sotto il controllo della famiglia Zaccanti e, da allora, ha visto il fatturato crescere dai 70 milioni ai 90 stimati per il 2019. Anche questo spot è stato programmato dal 3 maggio sera, a poche ore dalla fine del lockdown che, per qualche settimana, ha fermato tutte le nostre vite. È la storia di tutti gli italiani che in questi giorni si sono fermati, ma sono pronti a ripartire e a lottare per riprendersi la propria vita. È un film che vuole dare la carica a tutta l’Italia per ripartire con un messaggio energico, potente, e sincero. Per raccontarci il nuovo Parmacotto sono state scelte la creatività di The Ad Store, la produzione di Filmmaster Productions
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Credits Parmacotto Amministratore Delegato: Andrea Schivazappa Marketing Director: Gaia Gualerzi The Ad Store Italia President & Chief Creative Director: Natalia Borri Creative Director: Giulio Nadotti Senior Copywriter: Antonella de Gironimo Client Director: Michele Febbroni Account Executive: Lucia Carboni
e la pianificazione media di Wavemaker. L’idea è stata quella di raccontare una vera e propria rinascita di marca attraverso un linguaggio nuovo. La regia è di Iacopo Carapelli, e il nuovo spot è un esperimento interessante, e un esempio di come si possa girare, in sicurezza, anche in situazioni di emergenza: sono stati approntati 6 set in 3 nazioni diverse, in grado di muoversi autonomamente, coordinati dalla regia e dalla direzione creativa. È stata una produzione da remoto, un caso esemplare di come poter trasformare le criticità (la lontananza, le barriere) in un’opportunità. È una modalità di produzione nuova che potrà indicare una via anche nella nuova normalità, quando si potrà girare, ma con delle limitazioni. Abbiamo parlato di uno spot rock: la colonna sonora originale e il sound design sono stati curati da Operà Music.
Filmmaster Productions Executive Producer: Andrea Ciarla Producer: Elena Marabelli Director: Iacopo Carapelli Filmmakers: Angelo Cerisara, Charles Heales, Andrea Cairoli, Mattia Campo, Paolo Sodi, Simona Pazienza Editor: Pierpaolo Moro Operà Music Project Managers & Music Supervisors: Cristiano Joyeusaz, Francesco Menegat Mixing Engineer: Marco Massimiliano Peretti Compositore & Produttore: Alessandro Ciani Sound Design & Recording Engineer: Federico Motta Studio Manager: Gianmarco Cinquepalmi Agenzia media: Wavemaker
CERES: ‘FINALMENTE FUORI’ ‘Amici italiani. Finalmente dal 4 maggio usciremo. Ma usciremo per gradi. Precisamente, dai 5,7° ai 10°. Oh, responsabilmente, eh’. È il testo della nuova pubblicità Ceres, recitato con una voce che richiama inequivocabilmente quella del premier Conte. Un instant spot, con due soggetti della durata di 15’, in cui il testo è preceduto dalla scritta ‘Ceres presenta: aggiornamenti importanti’. E chiuso dal claim ‘Nuove Ceres: finalmente fuori’. Come al solito Ceres usa il suo linguaggio ironico, irriverente, colloquiale, perfetto per i social media per restare sempre sul pezzo, con i piedi piantati nella realtà e nell’attualità. È una strategia di comunicazione ben definita e di successo, che in questi anni è diventata un caso di scuola. Qui si riprende un format di comunicazione molto noto a tutti gli italiani in questi mesi, i famosi discorsi del premier Conte in diretta Facebook, anch’essi una novità, anch’essi un segno dei tempi. E un brand smart e al passo con i tempi come Ceres non poteva farsi sfuggire quest’occasione, che è l’ennesima idea geniale di una galleria lunghissima, che rimarrà nella storia della comunicazione di marca italiana. Ovviamente, e non poteva essere altrimenti, si tratta di una campagna in controtendenza rispetto alla retorica delle pubblicità da quarantena. La comunicazione di Ceres, come al solito curata dall’agenzia BCube, grande artefice dell’immagine on line del brand, è diversa dalle altre: non è motivazionale o istituzionale, ma una vera comunicazione di prodotto con un taglio che evoca il preciso momento storico che stiamo vivendo, in cui tutti noi possiamo immediatamente identificarci. La campagna è stata ideata per lanciare, insieme alla classica Strong Ale, che sarà sugli scaffali con un nuovo design, le nuove birre Mosaic IPA, Unfiltered, Extreme Ten e Red Erik. Il claim ‘Finalmente fuori’ è un geniale doppio senso, che gioca con la fase 2. Noi, in qualche modo, possiamo dire di essere finalmente fuori. Ma sono finalmente fuori, cioè di-
Credits Agenzia: BCube Direzione Creativa Esecutiva: Andrea Stanich, Alessandro Orlandi Direzione Creativa e Regia: Arturo Dodaro Senior Copywriter: Mauro Merola; Davide Pasquale Art Director: Marianna D’Onofrio Art junior: Marco Manni Copy soggetto ‘Unfiltered’: Anna Lasagni Account Director: Viktoria Ovtcharenko Account Executive: Antonia Martone Social Media Strategist: Giordana Certelli Music & Post Audio: Fabio Gargiulo Ceres Marketing & Trade Marketing Director: Roberto Zepponi Marketing Manager Beer: Alessandro Casaroli Brand Manager Beer: Alberto Ferrero Centro Media: Media Club
sponibili in commercio, anche le nuove birre. La campagna prevede inoltre post statici e Instagram Stories. Sono stati coinvolti anche diversi influencer, provando a lanciare loro una sfida: bere le birre a un metro di distanza.
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MEDIAWORLD: ‘È BELLO RIVEDERCI’ ‘Mediaworld riapre i suoi negozi. È bello rivederci in modalità sicura. Con la migliore tecnologia, e tutte le situazioni fatte apposta per te. Mediaworld: fatto apposta per me’. È il testo dello spot Mediaworld, semplice e diretto, che annuncia la riapertura dei negozi della famosa catena. Lo spot nasce per comunicare che l’apertura avviene in piena sicurezza, con il rispetto delle normative vigenti, applicate e testate con i propri collaboratori e clienti in alcuni punti vendita selezionati del Paese, aperti da due settimane. Si tratta di ingressi contigentati per evitare assembramenti, una serie di strutture e di indicazioni all’interno dei punti vendita per favorire il distanziamento sociale. Lo staff all’interno è stato formato per fornire tutte le indicazioni necessarie e per guidare i clienti: è preferito, ovviamente, il pagamento con carte o altri sistemi di pagamento che non prevedano scambio di contanti. È uno spot molto semplice, fatto di grafica e animazione. È uno spot che arriva dritto al punto, fornendo, anche grazie alle scritte, un’informazione di servizio immediata ed efficace. Come se fosse un cartellone o un flyer in movimento, coerente con l’im-
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magine coordinata, i colori e il tono di comunicazione di Mediaworld. A completare il tutto c’è l’inno di Mediaworld, la celeberrima canzone What A Wonderful World di Louis Armstrong nella versione punk pensata da Joey Ramone. È davvero un mondo meraviglioso. Lo spot è stato ideato dall’agenzia Armando Testa, ed è stato girato dalla casa di produzione del gruppo, Little Bull. Quello di 15’’ è on air dal 4 maggio sulle principali emittenti televisive in diverse fasce orarie, mentre sul digital sono stati pianificati formati statici. Dentsu Aegis Newtork gestisce la pianificazione offline, InMediaTo quella online.
Credits Agenzia: Gruppo Armando Testa Direzione Creativa: Georgia Ferraro e Nicola Cellemme Team Creativo: Lorenzo Blangiardo, Andrea Dell’Osa Creative Strategist: Francesco Lucchetta, Luca Buonamici Client Service: Emanuele Cicogna Mozzoni, Diego Vallieri, Carlotta Dejana Casa di Produzione: Little Bull
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LA CANZONE DI CENERENTOLA CANTATA DA MINA È IL FILO CONDUTTORE DEL NUOVO SPOT TIM, CHE PROPONE L’INTRATTENIMENTO DI TIMVISION E DELLA NUOVA PIATTAFORMA DISNEY+. TUTTI I PERSONAGGI DI QUEL MONDO SI ANIMANO PER UN GRANDE VIAGGIO IN ITALIA. DI
MAURIZIO ERMISINO
TIM E DISNEY: I SOGNI SON DESIDERI
“I sogni son desideri”. L’inconfondibile voce di Mina, che intona il classico tratto da Cenerentola ci trasporta nell’incantato mondo Disney, nel nuo-
vo spot TIM dedicato all’offerta esclusiva Disney+ per avere in un unico pacchetto a un prezzo vantaggioso tutto l’intrattenimento di TIMVISION e di Disney+. Una campagna unica, realizzata da Luca Josi, Direttore Brand Strategy, Media & Multimedia Entertainment di TIM, che sottolinea come grazie alla qualità della rete TIM le storie Disney che più amiamo siano a portata di telecomando grazie a TIMVISION, la scatola magi-
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Sopra, Paperina, nelle vesti di Mina, introduce sulle note della canzone di Cenerentola lo spot TIM per il nuovo pacchetto TIMVISION plus e Disney+.
ca dei desideri. È proprio Mina, in versione Paperina, a introdurci in una casa dove una famiglia sta guardando la televisione grazie a TIMVISION. Topolino apre una porta per condurci in una stanza
dove Sulley, il protagonista di Monsters & Co, osserva dormire la bimba Boo. Un altro bimbo, il Baby Yoda della serie Tv The Mandalorian, ci porta nel mondo di Star Wars con un’astronave che compie
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il viaggio nell’iperspazio e arriva in Italia. Siamo a Firenze, dove vediamo volare Trilli, che accende per magia un tablet con il film Pixar Inside Out, e sopra i tetti volteggia Dumbo e arriva a Venezia: il mare è solcato dalla nave dei Pirati dei Caraibi, e nell’acqua nuota Ariel, la Sirenetta. Appaiono il mondo marino dei documentari National Geographic, e quello fantasioso di Alla ricerca di Dory. Sulla costa di Napoli prende il volo la casa sollevata dai palloncini di Up! e ci porta fino a Roma, in via Condotti e Piazza di Spagna, dove Trilli fa apparire, tutti insieme, i personaggi
Sopra, il primo spot TIM realizzato con Disney, dedicato a ‘Star Wars’. Sotto, lo spot SpiderMan, distribuito da Disney.
me un viaggio incantato che unisce il fantastico mondo Disney, la bellezza del nostro Paese e la tecnologia. L’idea di usare come sfondo Firenze, Napoli, Venezia e Roma si rifà al Grand Tour post rinascimentale che era in voga un tempo. “Già nel 2018, abbiamo ambientato le nostre pubblicità a Piazza Navona”, ci spiega Aitala. “Che non è solo la piazza di Roma, ma rappresentava il luogo simbolo di una Italia che si affacciava su quella piazza con all’orizzonte gli archetipi più importanti del Paese per identificare tutta l’Italia nella sua magnificenza architettonica e naturalistica. Con questo spot abbiamo voluto raccontare i nostri luoghi, da Nord a Sud. “Con Disney accadono sempre dei piccoli miracoli”, ci
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Credits del mondo Disney. La creatività è di Luca Josi, la regia è di Luca Josi e Pierantonio Miciarelli, la fotografia è di Paolo Caimi, la scenografia di Paolo Monzeglio, produzione e consulenza artistica di ArmosiA Italia.
TIM E DISNEY, UNA STORIA CHE CONTINUA “Lo spot nasce per pubblicizzare la nuova offerta Disney+, che tutti i clienti TIM possono avere con TIMVISION, la nostra scatola magica dei desideri: i grandi classici Disney, il mondo Pixar, i supereroi Marvel, Star Wars, e la natura spettacolare di National Geographic”, tutto in un’unica offerta, a un prezzo esclusivo di 3 euro al mese. E i primi tre mesi li offre TIM, ci spiega Sandra Aitala, Responsabile Comunicazione e Brand Development di TIM, nell’ambito della funzione Brand Strategy, Media & Multimedia Entertainment guidata da Josi. “La partnership instaurata in occasione del lancio mondiale di Disney+ è un’ulteriore tap-
pa nel rapporto tra TIM e Disney: “Questa bellissima collaborazione con Disney è nata più di tre anni fa, con una serie di attività cross-marketing che abbiamo attivato in occasione dei grandi lanci Disney o di eventi speciali e anniversari come i 90 anni di Topolino”, racconta Aitala. “Il primo fu Spider-Man, non prodotto ma distribuito da Disney. E il primo spot realizzato con loro è stato quello di Star Wars. Questa partnership ha un grande vantaggio per Disney, perché entra in tutti gli spazi media che un operatore come TIM ha a disposizione. Per TIM il vantaggio è quello di accogliere nelle proprie campagne personaggi riconoscibili e testimonial universali”. TIM e Disney hanno delle storie totalmente differenti, eppure anche molte cose in comune. E oggi sono convergenti nella loro dimensione di protagonisti dell’intrattenimento. “Sono due brand mainstream”, ci conferma Aitala. “Parlano entrambi a un target amplissimo che hanno in comune,
quello delle famiglie. TIM è l’operatore che ha sempre messo in connessione generazioni di famiglie, dalla telefonia del passato fino al 5G e alle ultime tecnologie. In questi anni abbiamo sviluppato la convergenza fisso, mobile e internet. Disney è il brand che unisce generazioni, racconta da sempre le storie più belle e senza tempo. È l’unione di due aziende che, in un’unica offerta, hanno integrato il massimo dei contenuti alla qualità della nostra connessione”.
IL GRANDE VIAGGIO IN ITALIA Il nuovo spot TIM Disney+ vive su un’idea creativa semplice e fortissima. L’arrivo dei personaggi Disney in Italia diventa un viaggio nel nostro Paese. Dumbo, Ariel e gli altri sono bellissimi, quanto il posto in cui sono arrivati. “Ho la fortuna di lavorare nella divisione guidata da Luca Josi, che è il creativo di tutte le nostre pubblicità”, racconta Sandra Aitala. “Il concetto chiave è stato vedere questo spot co-
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Cliente: TIM Direttore Brand Strategy, Media e Multimedia: LUCA JOSI Responsabile Comunicazione e Brand Development: SANDRA AITALA Prodotto: MONDO DISNEY+ Agenzia: INTERNA TIM Direzione Creativa: LUCA JOSI Produzione e consulenza artistica: ARMOSIA ITALIA Regia: LUCA JOSI PIERANTONIO MICIARELLI Fotografia: PAOLO CAIMI Musica: ‘I SOGNI SON DESIDERI’, INTERPRETATA DA MINA Scenografia: PAOLO MONZEGLIO Durata: 1X60” Post produzione: FRAME BY FRAME
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svela Sandra Aitala. “Anni fa abbiamo fatto indossare a Topolino il cappello con i colori della nostra azienda e lo abbiamo fatto ballare con il testimonial di TIM. Siamo stati l’unico caso al mondo che ha avuto una deroga nella scelta dei character. Siamo stati noi a proporre, previa approvazione, i personaggi. È stata una scelta accurata e siamo molto orgogliosi del lavoro fatto insieme a Disney”.
MINA PAPERINA, TOPOLINO E IL BALLERINO JSM Lo spot è il risultato di un impegno a livello tecnico. “C’è un lavoro di storyboard che è stato condiviso con Disney”, ci conferma Aitala. “Una volta approvato lo storyboard, Disney ci ha fornito dei toolkit, con i pezzi di film che potevamo utilizzare per lo spot. E poi c’è stato un grande lavoro per fondere il girato reale con i frame dei film: è stato molto impegnativo a livello di post produzione, realizzata con un partner italiano, Frame by Frame”. È stato fondamentale anche l’apporto di ArmosiA. “Da sempre il nostro interlocutore con il mondo Disney per tutte le operazioni, e il lavoro sulle approvazioni”, spiega Sandra Aitala. “È anche una casa di produzione, e ha prodotto anche il nostro spot”.
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A destra, Sandra Aitala, Responsabile Comunicazione e Brand Development di TIM. Sotto, il ballerino JSM danza con Topolino nello spot TIM.
È uno spot da guardare e riguardare, un racconto per immagini ricco di segnali e spunti. Dalla Mina in versione ‘Paperina’ alla presenza di Topolino, al ballerino JSM, simbolo di TIM. “Abbiamo sempre difeso il nostro brand, anche con i grandi colossi planetari”, riflette Sandra Aitala, “cercando di far vivere nel nostro mondo e in Italia personaggi come Spider-Man o Star Wars. TIM è l’azienda che sa raccontare il nostro Paese, il gruppo più grande nella penisola, e il nostro acronimo contiene i colori dell’Italia, verde, bianco e rosso”.
I SOGNI SON DESIDERI: SPECIALMENTE SE LI CANTA MINA I sogni son desideri è una canzone perfetta per raccontare il mondo Disney all’interno di TIMVISION. “Ricordo che Luca, durante le vacanze di Natale, mi ha chiamato per dirmi che avremmo dovuto raccontare il mondo Disney dal lato emotivo: ‘che ne pensi de I sogni son desideri? Per me rappresenta l’aspirazione, il desiderio, il sogno”, ricorda Sandra Aitala. Anche la scelta di farla cantare a Mina, re-
galando al pubblico un nuovo e prezioso inedito della cantante, è stata naturale, essendo da anni una testimonial TIM. “È la nostra voce narrante, e siamo fieri di averla in ogni nostro spot”, riflette Sandra Aitala. “Lei ha accolto, come sempre, con professionalità ed entusiasmo l’idea di cantare questa canzone. L’operazione è andata al di là dello spot. Le persone hanno accolto questa canzone come un segno, una carezza in un momento difficile. In rete si leggono commenti come “Sen-
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tire questa canzone cantata da Mina in un momento così difficile diventa un toccante inno alla speranza”. “Tu sogna e spera fermamente... che tutto questo presto finirà #andrátuttobene”. “È stato un insieme un po’ casuale”, confessa Sandra Aitala. “Il lancio di Disney+ in Italia era il 24 marzo. Non abbiamo anticipato le cose, ma probabilmente in questa fase di disorientamento abbiamo portato agli italiani un momento di serenità e unione. Siamo contenti di aver contribuito a infondere un pensiero positivo. TIMVISION, come altri provider di contenuti in streaming, è diventata un fondamentale servizio d’intrattenimento in un periodo in cui la gente deve rinunciare ad altri tipi di svago. TIM ha sentito questa responsabilità: in che modo ha inciso sulle strategie di comunicazione? “Abbiamo scelto di non fare una comunicazione emozionale fine a se stessa”, risponde Sandra Aitala, “ma di raccontare, sempre con il nostro stile, una storia di sogni rendendoli accessibili grazie alla connettività TIM e offrendo loro tre mesi gratuiti di Disney+”.
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BLACKBALL
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LA LITURGIA DEL SET STA NECESSARIAMENTE PER CAMBIARE E UN NUOVO MODELLO DI CASA DI PRODUZIONE DEVE NASCERE. BLACKBALL È LA PRODUCTION COMPANY DI LORENZO CEFIS, PROGETTATA ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMALITÀ. CON I PIÙ GRANDI REGISTI NEL ROSTER.
DI
MAURIZIO ERMISINO
PRODUZIONI PER LA NUOVA NORMALITÀ
Lorenzo Cefis, CEO di Blackball. In giapponese la parola crisi vuol dire anche opportunità. E così Blackball, la nuova casa di produzione di Lorenzo Cefis che è na-
ta proprio in concomitanza con la crisi Covid-19, ha visto immediatamente tutto questo come un’opportunità. Quella di creare un nuovo concetto di casa di produzione, più green e sostenibile, in sicurezza, per girare in quella che, dopo la ripresa, sarà la nuova normalità. Ha sviluppato una web app proprietaria dedicata al controllo e all’interazione sui set da remoto. Ha già in cantiere serie Tv, long e short format dedicati al grande pubblico e alle aziende, e ha a disposizione una squadra di autori ex Scuola Holden dedicata allo sviluppo di contenuti. A coordinarli tre grandi registi di
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casa nostra, Iacopo Carapelli, Paolo Monico e Gigi Piola. Joachim Back, Irina Dakeva, David Karlak, Meeto, Luciano Podcaminsky, Tony Kaye, Sakari Lerkkanen sono i registi nel roster della casa di produzione per il mercato italiano. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Cefis, CEO di Blackball. Tv Key: Cosa vuol dire essere una
production company configurata per la nuova normalità? Lorenzo Cefis: Avremmo dovuto vedere la luce a inizio marzo, esattamente in concomitanza con l’esplosione dell’epidemia e l’inizio del lockdown. Questa cosa ci ha spinti subito a ripensare e riformulare la nostra composizione e la presentazione della società sul mercato. Per apri-
re in un momento di profondissima crisi come quello che si sta prefigurando bisogna avere un coraggio che è ai limiti della follia. Noi siamo pervasi da grande ottimismo e siamo convinti che questa sia un’occasione per ripensare al modello di casa di produzione. Ci siamo concentrati sul dare un’offerta che possa essere in qualche maniera differenziante, abbiamo pensato a un nuovo posizionamento. Tv Key: A cosa serve la vostra
nuova Web App? Lorenzo Cefis: La nostra app, che
stiamo finendo di testare, consente un accesso da remoto a tutte le persone che possono evitare di essere presenti fisicamente sul set, evitando quindi viaggi, soggiorni e assembramenti,
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in un’ottica green che è necessaria in questo momento. E ovviamente considerando le normative che hanno coinvolto quella che fino a ieri era la normale procedura, la liturgia del set, dove arrivavano persone di agenzia e cliente e c’era tutta una schiera di figure: spesso il set era anche un luogo in cui si faceva formazione per i creativi e gli account più giovani, per i junior product manager. Oggi credo debbano andarci esclusivamente le persone che hanno una delega decisionale: non possono essere più di uno o due per struttura. E la troupe deve essere alleggerita. Il che non vuol dire rinunciare alle professionalità: io sono uno strenuo difensore delle specificità professionali. Ognuno ha la sua expertise, ed è grazie ai singoli ruoli che un film si sviluppa in maniera organica. Non credo al one man band, al regista operatore, direttore della fotografia, scenografo, stylist e magari anche attore… Penso che questa modalità sia stata dettata dalla forte emergenza, ma non può diventare sistema. Credo che la comunicazione, i film pubblicitari e il sistema audiovisivo debbano essere un mezzo per far sognare la tua audience e per avviare gli orizzonti, le visioni e la fantasia. Rappresentare un mondo claustrofobico, che è quello che abbiamo vissuto tutti i giorni, alla fine credo stanchi. Io ho bisogno di vedere qualcosa che mi faccia allargare gli orizzonti e mi faccia sognare. Tv Key: Come sarà lavorare sul
set ora? Lorenzo Cefis: Blackball ha fat-
In alto, lo spot per Enel, ‘We are from LA’. A sinistra, gli spot per Italiaonline e Kinder.
definitiva, quella dove voglio completare la carriera. Ha un’estetica straordinaria, ci siamo innamorati del nostro logo tanto da farlo diventare un trademark.
to domanda per aderire all’associazione CPA, e speriamo di esserne parte entro un mese. Sono stato in passato uno dei promotori di una nuova associazione che permettesse alle case di produzione di fare sistema e, in questo caso, di aderire a un protocollo. Il set è un ambiente di lavoro e in quanto tale deve conformarsi alle disposizioni del Ministero e della Regione. Per cui devi garantire il distanziamento sociale. Questo vuol dire che, per un certo periodo, anche le creatività dovranno essere realizzate in funzione di queste disposizioni, quindi, se due attori devono baciarsi, in questo momento dovranno far parte dello stesso nucleo familiare, e dimostrare questo tipo di affinità. C’è un tema assicurativo molto importante: chi è il datore di lavoro, la committenza o la produzione? C’è una questione di responsabilità civile e penale in merito: questa cosa va sviscerata a dovere. Bisognerà trovare soluzioni pratiche e ca-
paci di arrivare dall’origine dell’idea: una tavolata da 50 persone che brindano una accanto all’altra è qualcosa che, in questo momento, non raccomanderei di fare. Un provino con 30 bambini ora faccio fatica a immaginarlo. Se c’è un bambino con un genitore, forse deve essere il vero genitore. Quello che abbiamo passato è stato tremendo: dobbiamo tutti remare nella stessa direzione per portare a termine il lavoro in maniera intelligente e funzionale. La nuova normalità l’abbiamo capita tutti.
Tv Key: Se dovesse raccontare a un alieno la sua storia di produttore cosa direbbe? Lorenzo Cefis: Ho iniziato la mia carriera in una piccola casa di produzione, Prima Production; insieme ai soci poi avevamo creato una società parente di Mercurio, in cui siamo confluiti, e in seguito sono passato attraverso l’allora gloriosa BBE Politecne. Da lì venni preso dal mio vero maestro, Giulio Romieri, in BRW, fino a fondare The Family, struttura di indubbio fascino e successo. Dopo un’esperienza manageriale in Filmmaster ho iniziato a mettere in piedi il mio sogno. Ho avuto la fortuna di lavorare con i più importanti registi italiani e internazionali.
Tv Key: Nella sua storia ci sono grandi produzioni come lo spot Enel di Paul Arden... Lorenzo Cefis: È il film che amo di più. Ha una forza iconica straordinaria: i tre buchini rappresentavano la presa elettrica, se tutti potessero fare i buchini non ci sarebbe stato bisogno di Enel. Ma sono la poesia e la passione che si evincono: la grazia di quelle immagini è frutto di un lavoro di team incredibile, da parte del cliente, della stupenda agenzia e di Paul Arden, uno dei massimi esponenti della creatività e della regia al mondo, con cui avevo un rapporto di amicizia assoluta. Credo che questa straordinaria incidenza tra l’idea, il team di lavoro e le relazioni tra chi lavorava abbia premesso di produrre un pezzo unico. Tv Key: Siamo stati colpiti an-
che dallo spot European Social Charter... Lorenzo Cefis: È il frutto della mano di Federico Brugia e dei filmaker in giro per diverse location dove noi non avremmo potuto produrre per ragioni di budget. Abbiamo cooptato una serie di giovani filmmaker a cui Federico ha dato delle precisissime indicazioni per girare le immagini di Londra, Berlino, Istanbul. Il film aveva una bella idea, un’alternanza tra la voce narrante e quello che si vede, un ritmo di montaggio che ha garantito la poetica del linguaggio; e credo che Federico ci abbia mes-
Tv Key: Da dove viene il nome
Blackball? Lorenzo Cefis: Blackball è l’otta-
va struttura produttiva in cui lavoro. Nel biliardo la Blackball è la palla che mandi in buca dopo le sette precedenti, è il colpo della vittoria. Il numero 8, ruotato orizzontalmente, è il simbolo dell’infinto: il mio anelito è che, essendo mia a tutti gli effetti, questa sia la mia struttura
A partire dall’alto, lo spot per Toyota di Templeman e quello per Fineco di Marco Gentile.
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BLACKBALL
Lorenzo Cefis: È il nostro Incu-
bator Hub: ho condiviso con Carapelli, Monico e Piola l’idea di creare una unity indipendente che potesse lavorare sulla scrittura dei soggetti. Coadiuvati da Luca Forestieri, hanno messo su un team di giovani scrittori e sceneggiatori con lo scopo di creare diversi tipi di contenuti. Amo le sfide e con loro ci siamo sempre trovati molto d’accordo nello sviluppare le idee e farle crescere.
so tutto il cuore. Abbiamo creduto moltissimo nell’importanza del messaggio da veicolare. Quando ti appropri dell’idea e la fai tua, ti ci riconosci e riesci a riverberare questa cosa nelle immagini che produci.
Tv Key: Tra i registi internazio-
nali spicca Tony Kaye... Lorenzo Cefis: Si presenta da so-
lo. È uno dei maggiori registi pubblicitari al mondo, che ha firmato due film incredibili a livello contenutistico come American History X e Detachment, uno dei film più sottostimati che ci siano: chi lo vede rimane paralizzato dall’intensità.
Tv Key: Una delle punte di diamante di Blackball è Gigi Piola. Lorenzo Cefis: Piola è un uomo di solida esperienza, con una carriera di creativo alle spalle: è eclettico, è in grado di costruire uno storytelling che va dagli aspetti più emotivi a quelli più comici. È un uomo con una profonda conoscenza della scrittura e della regia. E si è cimentato in diverse sue applicazioni, dallo spettacolo teatrale, alla produzione di corti, alla sceneggiatura di un lungometraggio a cui sto lavorando con lui. Ha l’entusiasmo contagioso di un ragazzino. Quado si appassiona a una cosa la porta avanti con una tenacia e una simpatia incredibile. Ed è un uomo riconoscente, educato, rispettoso. Tv Key: L’altro fiore all’occhiello è Paolo Monico... Lorenzo Cefis: È un uomo di grandissima esperienza, e l’umiltà è una delle sue qualità predominanti. Ha fatto tutto da solo, fidandosi delle sue competenze una volta raggiunte, lavorando su se stesso in maniera encomiabile. Con lui ho condiviso esperienze interessanti in campagne di successo che ci hanno permesso di stare a stretto contatto per tantissimo tempo. Siamo radicalmente diversi, ma uniti nell’amicizia e nel rispetto reciproco. Anche in questo caso mi sono sentito ap-
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A partire dall’alto, le creatività di Federico Brugia per Alitalia, di Joachim Back per Stella Artois e di Irina Dakeva per Yves Saint Laurent. L’ultima immagine è un frame dal film ‘Detachment’ di Tony Kaye.
poggiato da Paolo. Sta maturando una solidissima esperienza a New York, con contenuti meravigliosi. Tv Key: E cosa ci può dire di Ia-
copo Carapelli? Lorenzo Cefis: È un regista su
cui ho scommesso sin dall’inizio della carriera, appoggiandolo e credendo nelle sue doti. Ha una bella prospettiva, totalmente contemporanea. C’è una grande simpatia tra noi e
penso lo attenda una notevole carriera. Le agenzie lo amano per la sua attenzione e meticolosità – è un vero nerd del materiale tecnico – ed è una persona che non si scompone mai: è un giovane professionista dotato di una maturità rara, che gli consente un autocontrollo in qualsiasi situazione. Tv Key: Come lavorerà la squa-
dra di autori nello sviluppo di contenuti?
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Tv Key: Su chi punta tra gli altri registi del roster? Lorenzo Cefis: Su Irina Dakeva: è importante che le donne abbiano la stessa levatura dei registi uomini, e ce ne sono troppo poche. Quando ho lavorato con l’altra metà del cielo mi sono sempre trovato bene: le donne hanno una marcia in più in fatto di organizzazione e attenzione e ci mettono sempre più cuore. Irina ha un’estetica sopraffina, un’eleganza e un linguaggio cinematografico che la rendono piuttosto unica. E su David Karlak, uno scienziato del cinema: è un regista che coniuga tecnologia e storytelling, sa produrre delle storie con l’utilizzo della realtà virtuale. Tanto che è diventato il direttore creativo di alcune major americane proprio perché è in grado di gestire differenti angolature della produzione cinematografica. E poi su Luciano Podcaminsky, un amico, un uomo simpatico come pochi altri. Ha una reel che parla da sola e che mi fa dire: se devo ridere e far recitare qualcuno chiamo Luciano. E sicuramente il film sarà un successo.
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GUIDO RAIMONDO
_Guido Raimondo.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 15:04 Pagina 24
GUIDO RAIMONDO È UN GIOVANE DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA CHE HA STUDIATO ALL’AMERICAN FILM INSTITUTE DI LOS ANGELES. LAVORA TRA L’AMERICA E L’ITALIA, E HA GIÀ UNA REEL CHE COLPISCE GLI OCCHI PER L’USO DEI COLORI FREDDI E PER LA LUCE CHE RIESCE A DARE AI PERSONAGGI.
DI
MAURIZIO ERMISINO
LUCI FREDDE, CUORE CALDO Esterno, notte. Tre ragazzi entrano di nascosto in una piscina. Salgono sul trampolino da dieci me-
nematography Award per The Jump. Le sue luci sono fredde. Ma il cuore è caldo di passione.
tri. I primi due si tuffano. Il terzo si ferma, ha paura. Quando arriva il vigilante, prova a nascondersi sdraiandosi sul trampolino. Ma poi, prende coraggio e si lancia. Si tratta di Jump, il corto girato da Guido Raimondo, 24 anni, per l’American Film Institute (AFI) Conservatory di Los Angeles, la scuola di cinema che ha frequentato. Il corto, in cui Raimondo è anche autore del soggetto, è una metafora della sua vita, dei suoi studi in California, lontano da casa, del suo salto nell’ignoto. Ma non è affatto ignoto il suo lavoro. La sua reel colpisce gli occhi per l’uso dei colori freddi, e per come sa illuminare i personaggi. Basta osservare la prima inquadratura di Jump: il cemento del trampolino ha un colore eccezionale, quasi irreale, fantascientifico. Un verde-blu metallico e brillante. È da questi particolari che si vede un autore. Guido Raimondo ha vinto un European Cinematography Award per il corto Like Wolves and Lambs e un New York Ci-
Tv Key: Da dove viene la sua pas-
sione per il cinema e la fotografia? Guido Raimondo: Mio padre aveva una casa di produzione, e aveva sempre intorno personaggi interessanti, registi, direttori della fotografia, scenografi. Da bambino balbettavo, non riuscivo a esprimermi a parole, e da lì ho iniziato a fare fotografie e a dipingere. E poi sono passato al video e al cinema, a fare film e a guardarli. All’inizio volevo fare il regista. Poi ho visto un’intervista a Tarantino, in cui raccontava di aver chiesto a un regista in cosa consistesse il suo lavoro: gli aveva detto che non faceva niente, spiegava solo agli altri quello che aveva in mente. Non mi piaceva l’idea di spiegare, a me piace fare. Tv Key: Qual è secondo lei il sen-
so del lavoro di un direttore della fotografia? Guido Raimondo: Deve far capire quello che gli altri vedranno
Sopra, Guido Raimondo sul set di 'Mad Love’. In basso, ‘The Jump’ il cortometraggio di cui Raimondo è direttore fotografia e autore del soggetto, vincitore del New York Cinematography Award.
sul set e nelle sale. È un punto di riferimento tecnico, per la parte visuale del film. È una figura che non può essere troppo emotiva, né disorganizzata, né sbadata. È la parte sociale del set. E spesso fa da psichiatra al regista e lo aiuta a capire che cosa vuole vedere nel film. Tv Key: Quali sono i suoi mo-
delli? Guido Raimondo: Kate Ariz-
mendi, una ragazza di Baltimore che lavora molto in pubblicità, e ha appena fatto da 2nd unit DP su Dune di Denis Villeneuve, Steve Annis, un direttore della fotografia pubblicitario che ha girato il suo ultimo lungo Mother, e Greg Fraiser che ha girato The Mandalorian, Lion e lo stesso Dune. Tv Key: Tra i suoi insegnanti al-
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l’AFI c’è stato anche Iñárritu. Cosa vi ha insegnato? Guido Raimondo: Ci ha insegnato a non preoccuparci troppo e a mostrare, oltre alle nostre qualità, anche i nostri difetti. Se una scena non è perfetta, non dobbiamo limarne tutte le imperfezioni. Molto spesso vede corti di studenti dove tutto è stato troppo limato, è tutto piatto perché non c’è nessun rischio. Invece ciò che conta è che quel film ti rappresenti in quel momento. Tv Key: A proposito di Iñárritu,
come in certi suoi film lei sembra essere a suo agio con le tonalità fredde... Guido Raimondo: L’ho notato anch’io. Ho appena girato un corto con una regista: lei vedeva tutto verde, e io tutto ancora troppo magenta, e volevo por-
proprio sul contrasto tra luci calde e luci fredde... Guido Raimondo: Un colore caldo su un colore freddo viene fuori di più. Solitamente cerchiamo di avere il colore caldo sull’attore e il colore freddo sullo sfondo. Nella scena di cui parliamo aveva senso, perché era di notte, era accesa una lampada dai colori caldi. Per ottenere il colore freddo sullo sfondo c’è un modo. Le scene di notte di solito sono girate di giorno, con tutte le finestre chiuse. Basta lasciarne aperta una fuori dall’inquadratura, dal lato opposto a quello in cui c’è il sole, e tutta la stanza diventa fredda.
tare i colori ancora di più verso il verde. Per qualche motivo le mie immagini tendono verso i colori freddi. Tv Key: Il verde è il colore dominante del suo corto ‘The Jump’. Guido Raimondo: È stata una necessità. È stato girato in pellicola, con la pellicola più sensibile, 500 T, e non avevo budget per affittare grossi generatori. Abbiamo lavorato con generatori molto piccoli, e avevamo poca luce per una scena così grossa. Avevamo la pellicola più sensibile, ma con le luci a scarica diventa comunque tutto blu. Abbiamo messo un filtro giallo, l’81 EF, abbiamo girato con lenti calde, e tra il blu e il giallo è venuto fuori il verde.
Tv Key: ‘A cuore chiuso’ ha una fotografia più realistica. Come ci avete lavorato? Guido Raimondo: Gabriele Di Sazio è un regista siciliano, che ho conosciuto a scuola. Gli ho chiesto di dirigere The Jump. E mi ha chiesto di girare questa sceneggiatura, una storia che riguarda la sua famiglia, in Sicilia. Abbiamo deciso di girarla in 16mm... e tutto il budget è andato per la pellicola 16mm e non ne è rimasto molto per la fotografia! Abbiamo trovato una luce a scarica, in un magazzino mezzo abbandonato, che non si accendeva da anni, e infatti si spegneva spesso...
Tv Key: In ‘Jump’ ci sono anche
luci diegetiche, che usa spesso. Come si rapporta con questo aspetto? Sono difficili da gestire su un set? Guido Raimondo: A me piacciono molto, soprattutto se si gira di notte: danno anche una profondità. Ma spesso le luci diegetiche che abbiamo non hanno una qualità eccezionale, e non possiamo cambiare tutte le lampadine. La difficoltà sta nel riuscire a illuminare un soggetto con una luce che sembri diegetica ma che non sia contaminata dalla luce diegetica... Tv Key: In ‘Jump’ è anche auto-
re dello script. È ispirato a ‘Il ritorno’ di Zvyagintsev... Guido Raimondo: Jump è un progetto scolastico: si tratta di scrivere senza dialogo; Kodak dona 2mila piedi di pellicola e Panavision la macchina da ripresa e le lenti. È difficile scrivere senza dialoghi: ho pensato alla cosa più bella da girare a livello visuale, in modo che diventasse il mio biglietto da visita. Ho pensato di girarla in una piscina con il trampolino, la conoscevo perché ci passavo spesso davanti in macchina. E mi hanno consigliato di vedere Il ritorno, e ho preso molte inquadrature da lì.
In ordine, dall’alto, frame dai lavori di Raimondo per ‘Elle’ di Nicole Vanden Broek, ‘Like Wolves and Lambs’ di Federico Troisi e ‘Mad Love’ di Bojana Ilic. Tv Key: Trovo che sia bravissi-
Tv Key: Il suo lavoro è eccezio-
mo a far ‘uscire’ i colori dal buio. Come ottiene questo effetto? Guido Raimondo: Dipende tutto dalla location. È la cosa su cui insisto di più. Per creare certi look, se la location è troppo piccola, se i muri sono bianchi, se non c’è la giusta finestra, è inutile provarci. È difficile perché tutto è molto vicino all’inquadratura, l’operatore deve stare particolarmente attento, c’è un sacco di materiale sul set. Ma con la location giusta, i muri giusti e le dimensioni giuste si può fare.
nale nel far brillare i capelli femminili, come nel video di ‘Mike Gloves’, o nel corto ‘Like Wolves And Lambs’, o ‘in Mad Love’... Guido Raimondo: A seconda di come sono i capelli, la luce diventa molto diversa: puoi avere poca luce, ma se questa persona ha una criniera molto folta, i capelli si illuminano. Se ha pochi capelli, o capelli più scuri, ci vuole più luce per illuminarli. Tv Key: ‘Mad Love’ è giocato
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Tv Key: Lei lavora anche in pubblicità. Che rapporto ha con gli spot? Guido Raimondo: Mi piace guardare i film pubblicitari che ci sono adesso. Le agenzie di Berlino, Parigi e Milano fanno pubblicità bellissime. Mi piacerebbe lavorare con registi pubblicitari come Maceo Frost, Vincent Haycock, Philippe Tempelman. Ho girato uno spot per Ray Ban, e uno per una stilista americana, Barbara Tfank, in occasione della Settimana della Moda di New York, con un look anni Cinquanta-Sessanta. La pubblicità è un settore in cui mi piacerebbe lavorare: in futuro mi immagino diviso tra Milano e Los Angeles.
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GUIDO RAIMONDO
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#ASSENZA DI GRAVITÀ
_Cooee_Buzzi e Val Venosta ok.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 09:37 Pagina 26
LA CAMPAGNA COO’EE PER FONDAZIONE BUZZI È PER TUTTI I BAMBINI COSTRETTI ALL’OSPEDALIZZAZIONE. CON IL RICAVATO IL NUOVO HUB PEDIATRICO POTRÀ DOTARSI DEI MIGLIORI MACCHINARI PER CURE INFANTILI.
FONDAZIONE BUZZI Tv Key: Qual è l’idea da cui sie-
te partiti per sviluppare il concept di questa campagna? Mauro Miglioranzi: Siamo partiti da un pensiero molto semplice: i sogni dei bambini. La domanda ‘cosa vuoi fare da grande?’ in questo senso è rappresentativa. Tutti i bambini vivono di sogni. Tra quelli che immaginano e quelli che vogliono realizzare, c’è sempre un desiderio che vive in ognuno di loro. Diventare un calciatore, un supereroe, un astronauta. La verità è che tenere vivi i sogni dei bambini è il compito più difficile degli adulti. Lo spot di Fondazione Buzzi parla di questo: descrive il sogno di un bambino. Quello di andare nello spazio, di essere nella sua cameretta a immaginare tutto questo, senza dover pensare ai problemi della degenza e alle terapie che deve affrontare. I temi sono lo spazio, l’universo dei pianeti e dei corpi celesti che gravitano nella galassia. Una condizione fantascientifica, stimolante, multisensoriale che avvera i sogni di ogni bambino.
Mauro Miglioranzi, CEO e fondatore di Coo’ee.
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Tv Key: C’è un obiettivo dietro allo statement della campagna ‘Missione: essere un grande’? Mauro Miglioranzi: Lo statement ‘Missione: essere un grande’, vuole essere una vera e propria missione da compiere, non solo diventare grande ma essere un grande, in tutti i sensi. Quando diciamo a qualcuno ‘sei un grande’, lo facciamo perché ha appena fatto qualcosa di cui essere orgogliosi, che valga la pena raccontare a tutti. Come vincere con un coraggio da leoni la più dura delle malattie ed essere solo un bambino. La nostra missione è partita da qui e i comandanti saranno proprio i bambini: supereroi a tutti gli effetti per la forza con cui ogni giorno affrontano le cure e la degenza in ospedale. Per questo sono dei grandi come nessun altro. Tv Key: Quali sono i concetti principali attorno a cui si è sviluppata la creatività? Mauro Miglioranzi: Tutto ruota attorno al grande contenitore dello spazio e della gravità, quella che governa le leggi dell’Universo ma allo stesso tempo anche quella che non deve più spaventare i bambini e le terapie che ogni giorno devono affrontare con coraggio. Il nostro è stato un approccio creativo che ha analizzato il tema con grande delicatezza ma con un obiettivo preciso: sensibilizzare le persone senza trasmettere un messaggio doloroso o basato sulla compassione forzata. Certo, il dolore e la sofferenza esistono e fanno parte quotidianamente di tutto il mondo, ed è proprio per questo che bisogna ribaltare la visione e guardare al futuro con positività, ottimismo e volontà di cambiare le cose. Questa campagna vuole dare una
Le immagini della campagna di Coo’ee per Fondazione Buzzi, volta a sensibilizzare il pubblico sul grande coraggio dei bambini soggetti a terapie e degenza in ospedale.
mano a cambiare la strumentazione tecnologica del Buzzi e punta a raccogliere entro tre anni 10 milioni di euro per dotare il nuovo HUB pediatrico, che sorgerà accanto all’ospedale esistente, dei migliori macchinari per le cure dei bambini, per affermarsi come un centro di eccellenza e di umanizzazione tra i migliori d’Europa. Tv Key: In che modo l’assenza
di gravità si lega al futuro dei bambini? Mauro Miglioranzi: L’assenza di gravità è non solo la condizione perfetta da trasmettere ai bambini, ma anche il messaggio più esaustivo per far com-
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prendere a tutti che vanno accompagnati in una grande missione, in un universo purtroppo molto più grande di loro in cui la distrazione gioca un ruolo fondamentale. Per questo costruire un ospedale all’avanguardia è la missione più importante. Il contenitore comunicativo dello spazio raccoglie in maniera coerente questi elementi e permette una declinazione totale, multicanale, ma soprattutto incentrata sulla Fondazione Buzzi come un luogo spaziale, un centro di eccellenza e umanizzazione a livello internazionale, specializzato in una cosa straordinaria: il futuro dei bambini.
IL ‘PARADISO DELLE MELE’ È LA RAPPRESENTAZIONE IDEALE DI UN LUOGO UNICO E MAGICO, REALIZZATO DA COO’EE ATTRAVERSO UNA CAMPAGNA EMOZIONALE, CAPACE DI COINVOLGERE TUTTI I SENSI.
VIP VAL VENOSTA Tv Key: Qual è il posizionamento di VIP Val Venosta sul mercato? Mauro Miglioranzi: VIP Val Venosta non ha certo bisogno di presentazioni: un’azienda che si inserisce nel contesto geografico e climatico perfetto per la produzione di mele di altissima qualità, sostenuta dalla passione dei produttori, dal loro impegno, da metodi di coltivazione completamente sostenibili e da un servizio di prima classe per le azioni rivolte al trade. È sempre da questi valori che nel corso degli anni siamo partiti per seguire tutti i progetti di comunicazione realizzati per il brand altoatesino. Per questo VIP Val Venosta rimarca con forza il suo posizionamento e lo fa attraverso un obiettivo preciso: affermarsi come la zona di produzione più sostenibile d’Europa dove produrre mele buone e sane, oltre a essere il partner commerciale più competente sul mercato. Tv Key: Da quali concetti siete partiti per sviluppare il concept di campagna? Mauro Miglioranzi: Per realizzare lo spot siamo partiti da un punto fermo: il Paradiso delle Mele dev’essere la rappresentazione ideale di un luogo magico, unico, dove crescono le mele più buone, più croccanti, più naturali, insomma, le migliori. Il posizionamento quindi rimarca con forza la magia di questo luogo, ecco perché abbiamo voluto crearlo, plasmarlo, attraverso una comunicazione emozionale che coinvolgesse tutti i sensi. Fondamentale anche il concetto di Paradiso, per definizione un luogo incantevole, un contesto che nell’immaginario comune rimanda a uno stato idilliaco di felicità. Abbiamo declinato que-
sta magia con una modalità di rappresentazione inedita, quella foto-realistica, elevando quindi l’importanza della mela al ruolo di frutto reale e tangibile in un mondo fantastico. La mela è il soggetto, il punto di partenza e il punto di arrivo. Nella panoramica generale i colori della Val Venosta, gli abitanti che la popolano, gli agricoltori, le mele: sono tutti protagonisti di una magia buona e naturale. E la sua rappresentazione è la fotografia di un’emozione magica, simpatica e positiva. L’oggetto reale della mela incontra nello spot diversi elementi in miniatura inseriti in un diorama realizzato ad hoc, un mini mondo fatto di persone, di meleti e di trattori che replica in tutto e per tutto la bellezza del paesaggio venostano.
Tv Key: Qual è il messaggio che fa da cappello generale alla comunicazione? Mauro Miglioranzi: A livello di messaggio, per comunicare un mondo magico come la Val Venosta usiamo una forma di cortesia rivolta a tutti, che si integra al claim per coinvolgere i consumatori in un contesto che prima non c’era e che ora si distingue da tutti gli altri: ‘Benvenuti nel Paradiso delle Mele’. Per chiudere il cerchio di questa rappresentazione la meccanica del messaggio esprime la motivazione della sua magia attraverso una metafora ironica che evidenzia il lato umano e genuino del contesto in cui si sviluppa, declinata ovviamente su tutti i pilastri che guidano il posizionamento dell’azienda: ‘Da noi in Val Venosta
le mele non hanno mai la luna storta, perché crescono dove c’è sempre il sole’. Tv Key: Che tipo di vantaggi
può portare una comunicazione così strutturata? Mauro Miglioranzi: I vantaggi di una comunicazione di questo tipo sono molteplici: il fatto di essere una serie di contenuti declinabili e integrabili su tante piattaforme diverse, dallo spot all’affissione, ai social network, sia staticamente sia dinamicamente, ma anche quello di essere una rappresentazione visiva fresca in cui il prodotto – mele, frutta, packaging – è sempre al centro. In questo grande viaggio le parole d’ordine sono sempre state spontaneità, naturalezza e leggerezza.
Le immagini del progetto di Coo’ee per VIP Val Venosta, che evoca la bellezza del paesaggio venostano e una bontà sana e naturale.
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IL PARADISO DELLE MELE
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RTL 102.5
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IL TEAM DI RTL 102.5 SI È CONSOLIDATO E RAFFORZATO NEL CORSO DEGLI ANNI CONFERMANDO IL SUO DNA VINCENTE E ATTENTO DA SEMPRE ALL’INNOVAZIONE. NE È UN ESEMPIO PERFETTO IL PROGETTO DELLA RADIOVISIONE, UNICO IN ITALIA GRAZIE AL SIMULCAST CONTEMPORANEO DEL PRODOTTO RADIOFONICO SU TUTTI I MEZZI E SU TUTTE LE NUOVE PIATTAFORME TECNOLOGICHE.
DI
GIANNI MARTINELLI
UNA BELLA SQUADRA VINCENTE! Il Gruppo RTL 102.5, guidato dalla famiglia Suraci e che si avvale di collaboratori e soci di alto livello e di alta professionalità,
conferma come la radio sia un mezzo in salute nonostante l’emergenza Covid-19. Purtroppo gli investimenti pubblicitari sono crollati in questo ultimo periodo, ma il fatto di continuare a investire sul mezzo e sulla continuità editoriale non potrà che dare effetti positivi in futuro. E i primi segnali di miglioramento già ci sono. Per saperne di più abbiamo intervistato il Presidente Lorenzo Suraci. Tv Key: Oggi sempre più radio
scelgono la strada televisiva, ad esempio Radio Montecarlo recentemente ha aperto il suo canale Tv. RTL 102.5 è stato uno dei precursori di questo cambiamento, ce ne può parlare? Lorenzo Suraci: Innanzitutto è d’obbligo fare una premessa: la prima radio che si è approcciata al mezzo televisivo è stata Radio Italia Solo Musica Italiana, che ha però scelto la strada del ‘classico’ canale televisivo musicale. Noi invece abbiamo creato un format completamente diverso, quello della Radiovisione, dando al nostro canale televisivo un palinsesto in contemporanea e in simulcast con quello della radio. Un approccio, quindi, completamente diverso e che rimane unico nel panorama italiano. È proprio insita nel nostro Dna la volontà di offrire agli ascoltatori e ai telespettatori un prodotto unico, sto pensando ad esempio anche all’isofrequen-
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za, un altro dei nostri cardini storici. Non volevamo avere un canale televisivo che proponesse un flusso musicale diverso da quello della radio: se in radio si sta ascoltando Ramazzotti, allora anche in Tv deve essere possibile farlo. Solo in questo modo i due mezzi possono fare sinergia e potenziarsi a vicenda. Tv Key: La Radiovisione è dunque un’operazione ancora unica nel panorama nazionale? Lorenzo Suraci: Assolutamente sì, nonostante sempre più radio abbiano oggi il loro canale televisivo. L’ultima è stata appunto Radio Montecarlo, ma penso anche a Radio Deejay, Radio 101, Radio 105 ecc. In tutti questi casi però si tratta di canali televisivi musicali il cui
palinsesto non rispecchia quello della radio, se non per poche eccezioni. Ad esempio su Radio 101, solo il programma di Fernando Proce è in simulcast sia in radio che in Tv, e non è un caso che Fernando Proce abbia lavorato con noi fino allo scorso anno. Tv Key: Oltre a RTL 102.5, anche Radiofreccia e Radio Zeta sono in Radiovisione? Lorenzo Suraci: Certo, abbiamo deciso di applicare la stessa strategia consolidata a tutte le nostre emittenti. Ovviamente RTL 102.5 è presente in Radiovisione da quasi vent’anni, mentre le altre due sono entrate più di recente. Fino a poco tempo fa erano veramente pochi gli editori radiofonici e a credere anche nella televisione e proprio per questo non eravamo considerati. Oggi che in tanti hanno in-
Lorenzo Suraci, Presidente di RTL.102.5.
vece scelto questa strada, registriamo un interesse maggiore e questo è davvero importante per tutto il comparto. Tv Key: Ci può parlare adesso
del vostro team? Lorenzo Suraci: Il team di RTL
102.5 si è consolidato e rafforzato con il tempo. Con mio fratello Virgilio e i nostri storici collaboratori, con Luigi Tornari e Valter Zicolillo, che è anche socio con la concessionaria Open Space, abbiamo un rapporto professionale e personale di amicizia e fiducia senza eguali. Anche i miei figli Daniele e Marta lavorano in radio ormai da anni, Marta da circa 15 e Daniele da 12 anni. Marta è oggi la responsabile della comunicazione e del marketing di tutte e tre le radio, mentre Daniele è il Responsabile Editoriale di Radiofreccia. Siamo una struttura allargata e consolidata e riassumerei tutto con uno slogan: ‘Siamo una bella squadra!’ Tv Key: Passiamo adesso a Radiofreccia, come sta andando questa emittente? Lorenzo Suraci: Siamo molto soddisfatti dei suoi risultati di ascolto che si attestano oggi sul milione e mezzo; considerato che siamo partiti da zero, si tratta di un risultato notevole. Radiofreccia ha un taglio ‘rock oriented’ e non sarà quindi mai una radio generalista. Uno dei suoi punti di forza è quello di aver dato uno stimolo all’ascolto proprio verso un tipo di pubblico che non aveva altri punti di riferimento tra
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RTL 102.5
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le emittenti del nostro territorio, tanto che chi ascolta Radiofreccia spesso non è nemmeno un ascoltatore convenzionale della radio. Tv Key: E per quanto riguarda
Radio Zeta? Lorenzo Suraci: Radio Zeta si è
rinnovata con un restyling del logo e iniziando a introdurre contenuti e valori più attuali e dedicati ai giovanissimi. Se pensiamo che circa quaranta anni fa era la radio delle balere, capiamo quanto sia cambiata oggi. Negli anni, con un processo lungo e attento, Radio Zeta ha lavorato sul prodotto, sulla programmazione musicale e sulla conduzione, cercando di farsi strada in un segmento di mercato che rimaneva scoperto. Per arrivare al target dei giovanissimi, abbiamo lavorato sviluppando un prodotto giovane e fresco in termini di conduzione, di programmazione musicale e di contenuti e, parallelamente, abbiamo integrato tutta la parte legata alla comunicazione della radio creando il claim ‘Generazione futuro’ sottolineando proprio il fatto che la nuova radio guarda al futuro, agganciandosi anche all’evidente riferimento tra il nome della radio, che identifica i giovani di oggi, e il target allargato al quale vuole rivolgersi.
Photo: Angelo Baiguini, Valeria Benatti e Daniela Collu
Dall’alto: il programma ‘W L’Italia’, dalle 11:00 alle 13:00, e ‘Zetagram’, dalle 13:00 alle 15:00. Sotto, ‘Terra di nessuno’, dal lunedì al venerdì dalle 16:00 alle 18:00.
sero deciso di non investire più sul mezzo e questo ci rattrista e preoccupa molto. Mi auguro che il trend cambi presto e dei piccoli segnali di incoraggiamento oggi ci sono, ma riuscire a tornare alla si-
tuazione pre-crisi temo sarà molto lungo e difficile. Tv Key: Cosa state preparando
per l’estate difficile che si prospetta quest’anno? Lorenzo Suraci: Stiamo navi-
Tv Key: Ma come sta oggi la radio visto che siamo ancora in emergenza Covid-19? Lorenzo Suraci: Anche l’ultima indagine di Gfk ha confermato che la radio è un mezzo in salute. Le allarmistiche previsioni che sostenevano come le poche macchine in giro generassero un abbattimento degli ascolti radiofonici si sono dimostrate infondate. La radio è ormai dappertutto e non si ferma al solo ascolto con l’autoradio. Le note dolenti, purtroppo, vengono invece dalla raccolta commerciale che è in crisi per tutti. È come se gli inserzionisti aves-
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gando a vista, come tutti del resto. Anche i villaggi turistici stanno decidendo in questi giorni come e se riaprire. Purtroppo i confini interregionali sono ancora chiusi e quindi in base all’andamento dei contagi studieremo delle iniziative per quest’estate. Sicuramente vi posso dire che il 22 giugno ripartirà Power Hits Estate 2020 che si chiuderà a fine agosto. Magari non riusciremo a organizzare l’evento di chiusura all’Arena di Verona, nel caso studieremo un altro format. Anche a settembre ripartiranno sicuramente le nostre collaborazioni con le trasmissioni storiche di Sky come X-Factor e Masterchef. Infine, speriamo tutti nella ripresa a giugno del campionato di calcio italiano per tornare a offrire a tutti i nostri spettatori news e aggiornamenti grazie alla nostra redazione sportiva.
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PERCHÉ IN TEMPI DI CRISI (E PANDEMIE) IL BRANDED ENTERTAINMENT È UN ALLEATO ANCORA PIÙ PREZIOSO PER RACCONTARE IL BRAND? ANNA GAVAZZI, DIRETTORE GENERALE DELL’OSSERVATORIO BRANDED ENTERTAINMENT, CI ACCOMPAGNA ALLA SCOPERTA DI QUESTA IMPORTANTE LEVA STRATEGICA – CON QUALCHE CONSIGLIO E IMPORTANTE PRECAUZIONE.
DI
CLAUDIO BRANCA
BUONA STRATEGIA E VERO INTRATTENIMENTO
Le definizioni sono importanti. Servono a essere sicuri di capirsi bene (soprattutto quando si parla di aree e approcci meno scontati), per avere le giuste aspettative e riuscire a lavorare efficacemente insieme. Tanto che, per dare una definizione corretta e calzante di Branded Entertainment, l’Osservatorio Branded Entertainment (OBE) ha collaborato con il Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi (Ce.R.T.A.) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Che cos’è il Branded Entertainment? Il Branded Entertainment è un prodotto editoriale ideato, realizzato e finanziato da un brand, interamente originale o integrato in un progetto comunicativo preesistente, veicolato da piattaforme mediali e finalizzato a intrattenere un pubblico-target in modo coerente tanto con i valori e gli
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Sopra, il cortometraggio di Banca Santander. Nei frame, una delle poche apparizioni, quasi un cammeo, del brand all’interno del cortometraggio.
obiettivi del brand quanto con gli elementi caratteristici della piattaforma. Tali requisiti configurano il Branded Entertainment come una innovativa leva di comunicazione e di marketing per le strategie d’azienda. È all’interno di questo
perimetro che oggi la comunicazione di brand e il marketing possono scoprire e cogliere nuove opportunità. A quali condizioni però? Con quali aspettative? Ne abbiamo parlato con Anna Gavazzi, Direttore Generale di OBE (vedi box), che
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ha condiviso con noi qualche consiglio, precauzione e buon esempio da imitare.
LO SCENARIO IDEALE DEL BRANDED ENTERTAINMENT L’idea di fondo è quella di co-
ment – e sul vostro impegno in questa direzione. Da dova nasce questa necessità? Anna Gavazzi: La forte crescita del Branded Entertainment negli ultimi anni ci ha portato a tenere alta l’attenzione sui processi e sui contenuti, perché un approccio non consapevole e non responsabile può portare a conseguenze negative, per il brand che investe, ma anche per tutto il mercato: bisogna sempre essere consapevoli dei propri obiettivi, della strategia, del contesto, delle opportunità e dei vincoli della leva che si sceglie di utilizzare.
Anna Gavazzi, Direttore Generale OBE Laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università IULM di Milano, con una laurea specialistica in Televisione, Cinema e Produzione multimediale presso lo stesso ateneo, Anna Gavazzi ha alle spalle il Master Mediaset in Management ‘Campus Multimedia’ e cinque lustri di vita professionale spesi tra Albacom, Sky Italia e, da settembre 2006, Telecom Italia. Negli ultimi anni si è concentrata in particolare sulla strategia di Content Marketing, realizzando diversi progetti di Branded Content & Entertainment. Tv Key: Qual è l’obiettivo dell’Osservatorio Branded Entertainment? Come e perché è nato? Anna Gavazzi: L’Osservatorio nasce nel 2013 sulla spinta di un gruppo ristretto di aziende, a cui piano piano si sono aggiunte nuove realtà che ci hanno portato oggi a superare i 60 associati. L’obiettivo è stato fin dall’inizio quello di dare risposte a chi opera in questo mercato su come funziona la leva del Branded Entertainment e su come poterla utilizzare al meglio. In questo senso, OBE si propone di favorire una crescita sana del mercato, da un lato agevolando gli investimenti, dall’altro tutelando il consumatore. La nostra particolarità è quella di non essere un’associazione di categoria. Non rappresentiamo gli interessi di un solo anello della filiera, ma di tutti gli attori: da chi investe nel Branded Entertainment – e vuole capire come può utilizzarlo al meglio per raggiungere i propri obiettivi di marca – a chi lo produce – ed è magari più interessato ad approfondire temi legati alla creatività e ai processi di produzione – fino a chi lo distribuisce. Studiamo questo mercato dalla pianificazione strategica alla produzione, fino alla misurazione dei risultati ottenuti, fornendo a tutti gli operatori che lavorano in questo settore linee guida, framework di lavoro e competenze necessarie. Tv Key: È molto interessante l’accento che pone sul bisogno di una crescita ‘sana’ per il mercato del Branded Entertainstruire un contenuto autenticamente rilevante per un segmento di audience, e fare in modo che questo contenuto agisca prima di tutto come un ‘vero’ contenuto – quindi che piaccia, intrattenga, incuriosisca – agendo poi, e solo in se-
conda battuta, a vantaggio del brand che lo ha finanziato. Un contenuto di Branded Entertainment deve essere fruito in modo naturale, spontaneo, e deve avere una valenza editoriale solida e credibile. Non sono dei ‘consigli per gli ac-
Tv Key: Qual è l’errore più comune e da cui guardarsi? A cosa bisogna stare attenti per non restare scottati con il Branded Entertainment? Anna Gavazzi: Una delle cose più importanti da tenere bene a mente è che si sta creando un contenuto, un oggetto di comunicazione pensato per un’audience. Deve esserci una sorta di shift culturale da ‘quello che io voglio dire come brand’ a ‘quello che le mie audience vogliono sentire e fruire, come contenuto’. Nella pubblicità tradizionale ci muoviamo ancora all’interno della prima area, in una logica sostanzialmente push. Se invece i brand vogliono che siano le loro audience a cercarli e a scegliere di fruire dei loro contenuti, questa prospettiva non può reggere: i brand devono fare in modo di raccontare qualcosa che interessi innanzitutto l’audience. L’errore più comune risiede purtroppo proprio in questa mancanza di chiarezza rispetto alle premesse corrette con le quali avvicinarsi al Branded Entertainment. Occorre prima di tutto costruire un contenuto che funzioni, che piaccia e interessi all’audience del brand. Quel contenuto va poi ovviamente integrato e legato al racconto della marca. Devono esserci due piani narrativi coerenti e collegati tra loro, altrimenti si rischia, da un lato, di parlare solo del brand e non essere attrattivi, dall’altro, di privilegiare solo il contenuto, con il pericolo di creare un progetto magari bellissimo, ma che non porta il brand a raggiungere gli obiettivi per cui è nato. Mi viene in mente il caso, non recentissimo ma ancora esemplare, di Banca Santander: ‘Beyond Money’. Un progetto lanciato nel 2017, in un momento di forte crisi reputazionale per le banche e, soprattutto, di scarsa fiducia da parte dei giovani. Santander, per riuscire a parlare con il target giovanile e a riconquistarlo, ha creato un cortometraggio, distribuito nelle sale e attraverso alcune piattaforme digitali, in tipico stile ‘Black Mirror’, che non parla di Santander, o di quello che può fare una banca: è la storia di una ragazza, interpretata dalla famosa attrice spagnola Adriana Ugarte, che sceglie di ‘vendere’ le sue esperienze più preziose. Il film ci racconta le conseguenze che la rinuncia ai ricordi importanti ha sulla sua psiche, e sulla sua vita. È un contenuto che emoziona, provoca e fa riflettere lo spettatore. Un contenuto perfettamente in linea con i gusti e le abitudini di consumo della sua audience. Dobbiamo sempre tener ben presente, quindi, che il Branded Entertainment ha una doppia anima: quella del brand e quella del contenuto. Trascurare la prima in una campagna di brand è meno frequente – anche se, secondo le nostre ricerche, talvolta accade – ma, se ci dimentichiamo che stiamo costruendo prima di tutto un contenuto, difficilmente potremo raggiungere anche gli obiettivi del brand. quisti’ che vanno a interrompere i tuoi programmi – sono parte dei tuoi programmi. Possono essere film, documentari, reportage giornalistici, programmi Tv o qualunque altra forma di contenuto, ma in ogni caso sarà un contenuto di cui
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lo spettatore sceglie di fruire. Un contenuto più lungo del classico spot Tv e che, probabilmente, andrà a lavorare sul livello valoriale della marca piuttosto che direttamente sul prodotto. Una leva che agisce certamente sulla parte alta del
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Quanto valgono le nostre esperienze più care? È la domanda-provocazione lanciata dal cortometraggio distopico di Banca Santander: ‘Cuanto, Mas Alla Del Dinero’ (‘How Much, Beyond Money‘).
funnel, sul purpose e sui valori del brand, ma che proprio per questo può dimostrarsi incredibilmente attuale in un 2020 che, secondo molti, sarà proprio ‘l’anno del purpose’ – e tutto questo già prima che l’emergenza del COVID-19 irrompesse nella nostra quotidianità e mettesse in discussione tutte le nostre priorità. I vecchi modi di raccontare brand e prodotti erano già in crisi prima di questa (più drammatica) crisi, e a maggior ragione oggi il Branded En-
tertainment può suggerire un approccio comunicativo alternativo e ricco di opportunità.
QUAL È IL SEGRETO DI UN BUON BRANDED ENTERTAINMENT? Fruire autenticamente di un contenuto di brand – invece di doverlo subire – crea più valore per le audience e per la marca. Questo perché i driver di scelta dei consumatori sono sempre più intangibili, come i valori che una marca rappresenta, la sua reputazione, le pa-
role che usa, le azioni che compie, le cause che supporta. E questo è il punto forte del Branded Entertainment, e il modo in cui questa strategia può supportare anche la parte bassa del funnel – ovvero la vendita – anche se probabilmente non agisce direttamente sulle vendite. L’importante è avere una strategia adeguata. Col Branded Entertainment è possibile modificare la brand equity, operare un cambio di posizionamento, o rafforzare il proprio posizionamento su specifici va-
lori, aumentare la fiducia che le audience ripongono in noi (come nel caso di Banca Santander ‘Beyond Money’, che trovate citato da Anna Gavazzi nel box). Possiamo agire sulla brand consideration, consolidare le fondamenta della nostra marca e consolidare in questo modo le scelte di acquisto dei consumatori. Un paradigma molto diverso da quello dell’advertising puro, sicuramente antitetico a quello dell’interruption marketing e, proprio per questa ragione, molto promettente. Qual è dunque il segreto di un buon Branded Entertainment? Un contenuto che sappia essere naturalmente branded e autenticamente entertainment. Facile, vero?
La trama del cortometraggio: una donna, Lucia, vende a una società i ricordi delle sue esperienze più preziose. Più unica l’esperienza, più alto il suo prezzo. Ma quale sarà il vero costo della rinuncia a un pezzo di sé?
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INNOCENT, LOACKER E SORGENIA HANNO SCELTO DI VESTIRE I PANNI DELL’INNOCENTE. UN ARCHETIPO SIGNIFICATIVO E POTENTE, MA MOLTO RISCHIOSO – DEL RESTO, SI SA, NON C’È MODO DI RITROVARE L’INNOCENZA PERDUTA. COME HANNO FATTO I TRE BRAND A NON SMARRIRE LA DIRITTA VIA? DI
CLAUDIO BRANCA
SI PUÒ CREDERE A UN BRAND INNOCENTE? “Essere innocenti è pericoloso perché non si hanno alibi” è l’adagio di Boris Makaresko con cui entriamo nella dura vita dell’archetipo dell’innocente. Sì,
perché essere innocenti è davvero difficile e pericoloso. Un brand innocente è, per molti versi, più esposto di altri al nostro giudizio e beneficia di molta meno indulgenza: finché riga dritto, la sua rettitudine ci infastidisce perché ci ricorda continuamente la nostra imperfezione e, appena ci sembra di intravedere anche solo una macchiolina sulla sua coscienza immacolata, siamo tutti pronti a emettere condanne senza appello. Prima di capire perché un brand dovrebbe scegliere proprio questo archetipo, vi ricordo che nello scorso numero del magazine (Tv Key 349) potete trovare l’articolo dedicato all’archetipo del Mago e una rapida definizione degli otto archetipi di riferimento che andremo ad approfondire nei prossimi appuntamenti
Puro di cuore e animato da un forte idealismo: ecco l’archetipo dell’innocente.
di questa rubrica: il Guerriero, il Re, l’innocente, la Regina, il Mago, la Femme Fatale, l’Avventuriero e il Messaggero.
INNOCENT: PIÙ SEMPLICE E INGENUO DI COSÌ! “Questo è blu. E questo è blu. Anche questo è blu. Sono blu anche loro...”. La voce fuori campo è quella divertente via
di mezzo tra uno speaker impostato dei documentari del National Geographic e un papà che racconta a suo figlio una storia che parla di bolle e pesciolini nel mare. E – doverosamente – la voce ci ricorda che anche le onde, e i pesci nel mare, sono blu. E un sacco di altre cose. Anche gli smoothie di innocent sono bl... no, loro
non sono blu. Ma eccone invece uno nuovo che è blu. Davvero blu. Sul suo stesso profilo Instagram innocent si descrive così: “ciao, noi siamo innocent e facciamo smoothies 100% naturali, fatti con tanta frutta e nient’altro”. Il suo logo è lo scarabocchio di un faccino con gli occhi aperti e un’aureola in testa – un faccino che forse ricorda anche la sezione di una mela tagliata in due, con al centro due semini. Difficile immaginare un prodotto più sfacciatamente… innocente. È uno di quei rari casi in cui il brand e il suo archetipo calzano sul prodotto in modo inequivocabile: il prodotto è uno smoothie di frutta e verdura ‘puro e semplice’ – nel senso che oltre a frutta e verdura non ha davvero nessun altro ingrediente a parte, e soLo spot innocent per il lancio del nuovo smoothie, ‘We’ve made a new drink. It’s blue’.
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_Si puo credere a un brand Innocente OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 10:00 Pagina 33
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Lo spot Loacker ‘La bontà è una scelta’, vincitore del 51° Key Award per la categoria bevande e alimentari. In basso, Bebe Vio nello spot Sorgenia #iononhovisto.
lo per alcune ricette, un pochino di vitamina C come antiossidante – e il suo racconto è ‘puro e semplice’, fresco, ingenuo nella forma e nel contenuto. Valori di brand supportati da azioni perfettamente allineate, dall’attenzione alla sostenibilità alle iniziative di corporate social responsibilty.
LOACKER: ‘LA BONTÀ È UNA SCELTA’ Un prato ai piedi delle Dolomiti. Un bosco avvolto dalla foschia dell’alba. Una corsa in mezzo all’erba alta. L’acqua vivace di un torrente. Le fronde alte degli alberi. Una corsa in bicicletta avvolti dai suoni della natura, poi una corsa verso il pontile e un tuffo in un lago calmo. Immagini di piccoli amici, di famiglia, di complicità, di cura e affetto a ogni età. La raccolta delle nocciole, la mungitura del latte, il cioccolato, il wafer. E sopra a tutto questo la voce di un bambino racconta: “La bontà è una scelta. È qualcosa di naturale – è essere naturali, in tutti i sensi”. Ci parla di famiglia, sincerità, rispetto, cura, semplicità, impegno quotidiano. Di ‘cose buone fatte bene’. Lo spot di Loacker è, senza mezze misure, il manifesto di un brand innocente. Un innocente sicuramente meno ingenuo e scanzonato rispetto a innocent, ma più maturo e
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profondo. Una variante interessante per questo archetipo, che mette in risalto una sfaccettatura importante dell’innocente: la sua essenziale bontà e onestà. Il brand innocente è quello di cui ci si può fidare, perché è puro, trasparente, privo di malizia ma – molto intelligentemente – in questo caso affatto immaturo. Un consumatore maturo poteva trovare divertenti gli ‘gnometti’ rubicondi che hanno popolato per trentacinque anni gli spot Loacker, ma probabilmente non altrettanto credibili. Un brand che invece ridefinisce il concetto di ‘bontà’ – restituendogli un valore più profondo e completo, e meno a doppio taglio della consumistica e banale connotazione di ‘goloso’ –, attraverso il suo racconto get-
ta le basi di una caratterizzazione solida e credibile.
SORGENIA #IONONHOVISTO Sono tante le cose che i giovani di questo spot non hanno mai visto: luoghi e monumenti celeberrimi, meraviglie del nostro patrimonio naturale, della cultura, dell’architettura. Patrimonio mondiale non solo dell’umanità passata e presente, ma soprattutto di quella futura. “Non rovinateci lo spettacolo. Proteggete l’ambiente: scegliete energia e fibra sostenibile”. Come abbiamo già visto, il racconto dell’innocente non deve essere necessariamente ingenuo, o infantile. Tante volte lo sguardo puro dell’innocente è lo specchio senza filtri di una
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verità dura e difficile da accettare – un richiamo alla responsabilità per chi avrebbe il dovere di tutelare un futuro che è di tutti. L’innocente non è solo l’archetipo della purezza, della bontà e della semplicità, ma anche e soprattutto quello dell’idealismo, e dello slancio ottimista verso il futuro. Questo spot sembra prospettare un futuro meno roseo della campagna “Domani... è una figata!”, ma la voce narrante è la stessa. Se per ricordare al mondo che viviamo in un pianeta che brucia è servita una ‘Cappuccetto Giallo’ dalla Svezia, Sorgenia in questo spot si affida alla voce di una ‘Cappuccetto Rosso’ sportiva, Bebe Vio, campionessa paralimpica di fioretto che addosso porta ancora i segni di una grave me-
(Photo: AndriyKo Podilnyk - Unsplash)
A sinistra, l’iniziativa di innocent: ‘Uno smoothie per dire grazie’. Sotto, i buoni sono noiosi, ma innocent scaccia la noia con un tono di voce fresco e divertente, autoironico e brioso.
ESSERE O NON ESSERE (INNOCENTI)? L’innocente è probabilmente l’archetipo più delicato e complesso da incarnare per un brand. Il primo esempio, quello di innocent, potrebbe apparire tutto sommato piuttosto semplice e lineare – è il prodotto in sé che sembra richiamare a gran voce questo archetipo – ma non è così. Innanzitutto, un racconto così netto e monolitico non lascia alcun margine di incoerenza, e questo richiede una grande cura a livello di comunicazione di brand. In seconda battuta, abbiamo fatto pace con l’idea che per un’azienda – e quindi anche per un brand – una certa dose di cinismo sia scontata, naturale. Per questa ragione, tendiamo a essere indulgenti verso chi si posiziona in zone tutto sommato più grigie dell’orizzonte etico, e a essere molto intransigenti verso chi si posiziona dichiaratamente agli antipodi del ‘Lato Oscuro’. Un brand così virtuoso ci fa sentire più in difetto, e a nessuno piace sentirsi giudicato. È questo il peso della ‘purezza’: un brand innocente ha in ogni momento tutto da dimostrare e, per definizione, la perdita dell’innocenza è irrecuperabile. Ecco che alla coerenza interna del racconto innocent affianca un im-
pegno sul fronte della sostenibilità e azioni di Corporate Social Responsibilty concrete e cristalline. Ad esempio con l’iniziativa ‘Tanto di cappellino’ veste le proprie bottiglie con dei simpatici cappellini fatti a maglia da volontari, devolvendo 20 centesimi per ogni bottiglia ‘vestita’ ad Auser, associazione dedicata alla cura degli anziani. Oppure, e la storia di Cappuccetto Rosso torna di nuovo, mandando un cestino di succhi di frutta al personale sanitario che, in vari ospedali, si sta prendendo cura di chi è malato in piena emergenza Covid-19.
Altro problema associato all’archetipo dell’innocente: i buoni sono noiosi. Su questo punto c’è poco da argomentare, ma è utile invece notare come i tre esempi che abbiamo visto mettano in campo tre soluzioni valide e diverse tra loro. Innocent scaccia la noia con un tono di voce fresco e divertente, autoironico e brioso. Loacker invece spinge sul pathos, alzando il volume dell’emozione. Sorgenia a sua vol-
(Photo: Jen Theodore - Unsplash)
ningite. Come a ricordarci che la maggiore consapevolezza e chiarezza di visione degli innocenti sono spesso il frutto dello scontro con una realtà che è stata con loro più dura che con gli altri.
L’innocente è un archetipo potente. Parla di dedizione, di semplicità e purezza, di bontà, onestà e slancio.
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ta, pur continuando ad affidarsi alla voce della testimonial Bebe Vio, ha modulato significativamente il tono e i contenuti della sua comunicazione – e il salto da “il futuro è meraviglioso” a “non rovinateci lo spettacolo” dà la misura dello stacco. A fronte di tutte queste difficoltà, perché un brand dovrebbe comunque scegliere l’archetipo dell’innocente? L’innocente è un archetipo potente, in grado di suscitare una forte e viscerale empatia. Parla di dedizione, di semplicità e purezza, di bontà, onestà e slancio. È connesso al nostro bisogno di dare e ricevere cura, di attenzione, di legami. Inoltre è un archetipo versatile, e si presta facilmente a contaminazioni con altri archetipi: non è innocente solo il bambino inerme, ma anche il cavaliere senza macchia, il sognatore, il ribelle (rispettivamente affini all’archetipo del guerriero, del mago e dell’avventuriero). Osservando ancora il caso Sorgenia, uno stesso testimonial e un solo archetipo hanno comunque saputo supportare una gamma di messaggi di brand molto vari, ma sempre coerenti e incisivi. “La bontà è una scelta”, dice Loacker, ed essere un ‘brand innocente’ lo è altrettanto – una scelta di campo impegnativa, che offre grandi opportunità, ma decisamente senza mezze misure. Siete stati avvisati.
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ADDRESSABLE TV
_incontro fra tradizione e innovazione.qxp_nuovoTV_Servizi vari 27/05/20 09:49 Pagina 36
IL RECENTE WHITE PAPER ‘LO STATO DELL’ARTE DELL’ADDRESSABLE TV ADVERTISING IN EUROPA’, REALIZZATO DA SMARTCLIP, AIUTA A COMPRENDERE AL MEGLIO UNA TECNOLOGIA CHE ASSOCIA LE VALENZE TIPICHE DELLA TELEVISIONE LINEARE A QUELLE DEL DIGITALE E RAPPRESENTA UNA VALIDA ALTERNATIVA PER I BROADCASTER, IN UNO SCENARIO CHE VEDE I GIGANTI DELLA TECNOLOGIA INTERNAZIONALE OFFRIRE SERVIZI E CONTENUTI DI STAMPO PRETTAMENTE TELEVISIVO.
DI
MAURO MURERO
L’INCONTRO FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE In un contesto di crescita generale dell’advertising digitale l’Addressable TV si posiziona come una delle tecnologie in grado di definire nuovi standard e di introdurre nuovi vantaggi in sede di pianificazione, in virtù della
sua capacità di veicolare pubblicità gestita tramite Ad Server durante la fruizione di un programma tradizionale sui canali del digitale terrestre (al di fuori dei break pubblicitari) e di puntare su distribuzione personalizzata, gestione dei limiti di frequenza, targettizzazione geografica per interesse e contenuti. Il formato unisce quindi lo storico potenziale dell’emittenza televisiva lineare con le possibilità di targeting tipiche del mondo digitale e consente di concedere ampio spazio al messaggio pubblicitario, lasciando inalterata l’esperienza di viOliver Vesper, Co-CEO e Managing Director di smartclip Europe.
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sione dei contenuti televisivi ma coinvolgendo al massimo il telespettatore. Un contributo importante alla valutazione delle dimensioni assunte dal fenomeno in esame è recentemente arrivato da smartclip, la più grande unit di sviluppo ad-tech per broadcaster e servizi di streaming in Europa, che all’inizio del mese di maggio ha presentato il white paper ‘The State of Addressable TV Advertising Across Europe’ – Lo stato dell’arte dell’Addressable TV Advertising in Europa, finalizzato ad analizzare l’andamento della pubblicità sull’Addressable TV nei principali mercati del Vecchio Continente e a mostrare le opportunità che le soluzioni dell’azienda offrono a emittenti e servizi di streaming. Il report include insight di scenario e interviste a executive ed esperti del settore, tra i quali spiccano membri di RTL Group, Atresmedia, M6 Publicité, Discovery Inc, RTL AdConnect e Ad Alliance. “Supportiamo da sempre i broadcaster nel rafforzare il proprio posizionamento sul mercato”, afferma Oliver Vesper, Co-CEO e Managing Director di smartclip Europe: “attraverso la pubblicazione di questo white paper siamo in grado di spiegare a emittenti e servizi di streaming come unire la straordinaria portata del planning tradizionale sulla Tv europea con le capacità di targeting digitale. I broadcaster continentali hanno compiuto una serie di passi strategici per
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riaffermare il proprio ruolo nel settore e le soluzioni pubblicitarie su Addressable TV rimangono una parte fondamentale di questa strategia”. In sostanza, l’Addressable TV Advertising unisce il meglio della TV lineare al meglio del digitale e rappresenta una valida alternativa per tutti gli operatori, in uno scenario che vede i giganti della tecnologia internazionale offrire servizi e contenuti di stampo prettamente televisivo. Allo stato attuale, il targeting basato sui dati e applicabile alle trasmissioni in onda sulle varie emittenti risponde alle esigenze degli advertiser che desiderano utilizzare, per la pianificazione di
Sopra, nel mese di marzo è partita la nuova campagna Addressable TV di Feliway, brand che si occupa della serenità dei gatti e che ha voluto comunicare con gli amanti degli animali per sensibilizzarli sulle tematiche del comportamento felino. A sinistra, Francesca Frigerio, Responsabile Marketing di Feliway.
pubblicità televisiva, gli stessi metodi data-driven delle piattaforme internet. Più specificamente, il white paper ‘The State of Addressable TV Advertising Across Europe’ fa leva su una serie di punti cardine di prioritaria importanza. Esso permette, ad esempio, di approfondire le principali sfide dell’ecosistema della pubblicità televisiva e le modalità più efficaci con cui i broadcaster europei stanno trasformando le strategie di contenuto e riaffermando il proprio ruolo nel settore. Ancora, consente di comprendere al meglio sia il reale significato di Addressable TV Advertising, spiegando come può essere suddiviso e classificato e mettendo in evidenza le principali opportunità che ne deriva
no per le emittenti europee, sia quali sono i passi necessari da compiere per abilitare con successo soluzioni scalabili. Dalla pubblicazione si può anche apprendere come esplorare le opzioni di targeting di base e innovative e imparare dagli esperti del settore come acquisire conoscenze sulle tendenze in atto, sulle opportunità potenziali da cogliere, sugli ostacoli da superare e così via.
gatti e che ha voluto comunicare con gli amanti degli animali per sensibilizzarli sulle tematiche del comportamento felino. I format ADD+ di Publitalia ‘80 sono arrivati a questo target in modo mirato, coinvolgendo le televisioni connesse e consentendo agli utenti – ai quali sono state fornite informazioni preziose relative
ai prodotti e alle loro caratteristiche – un’interazione con i contenuti del brand (in Italia i device connessi che possono ricevere i formati ADD+ di Publitalia ‘80 sono attualmente più di 5,3 milioni). “L’Addressable TV è un canale innovativo che riteniamo estremamente interessante, non solo perché rende il mezzo televisivo più accessibile e misurabile, ma soprattutto perché è più vicino alle esigenze dei consumatori”, sottolinea Francesca Frigerio, Responsabile Marketing di Feliway: “il pet owner non è più un fruitore passivo del messaggio ma ne diventa parte attiva, in diretta, grazie alla possibilità di approfondire la tematica cliccando sul visual che lo condurrà a un sito dedicato, con messaggi e contenuti su misura”. L’obiettivo della campagna era la sensibilizzazione dei pet owner sui disagi vissuti dai gatti, che sfociano in chiari segnali di stress ma che spesso non vengono riconosciuti come tali e sono accettati come normalità, quando è invece possibile contribuire al benessere dell’animale e vivere più felicemente insieme. Sviluppata direttamente da Ceva Salute Animale (cui fa capo il brand Feliway) e Publitalia ‘80, la campagna è indirizzata
Giuseppe Bronzino, Managing Director di smartclip Italia.
UN MERCATO SEMPRE PIÙ RECETTIVO Vediamo ora più da vicino qualche recente esempio di applicazione concreta delle tesi fin qui esposte. Nel mese di marzo ha preso il via la nuova campagna Addressable TV di Feliway, brand che si occupa della serenità dei
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Fra le operazioni più rilevanti degli ultimi tempi spicca la seconda campagna su Addressable TV – firmata da smartclip – della casa automobilistica giapponese Nissan, volta a supportare la comunicazione legata al SUV Nissan X-Trail.
a un target femminile di 25/55enni; la pianificazione ha coinvolto i canali Mediaset, con il presidio di tutte le puntate della trasmissione domenicale di Canale 5 L’Arca di Noè. “Il 2020 vedrà Feliway in comunicazione per la prima volta anche su YouTube, con un mix di formati video da 6’’ e 30’’, a supporto delle attività già consolidate con Facebook e Google Display Network”, commenta Daniele Domeniconi, Responsabile Digital Marketing di Ceva Salute Animale: “attraverso una strategia digitale mirata intercetteremo il nostro target focus in base al comportamento di navigazione, a seconda delle preferenze di acquisto e alla tipologia di argomenti trattati sulle pagine web, con l’obiettivo di stimolare la conoscenza del prodotto e di approfondire, di conseguenza, le tematiche legate al benessere del nostro amico a quattro zampe”. Fra le operazioni più rilevanti degli ultimi mesi spicca anche la seconda campagna su Addressable TV – firmata da smartclip – della casa automobilistica giapponese Nissan, volta a supportare la comunicazione legata al SUV Nissan XTrail con allestimento N-Connecta. Distribuita da smartclip sui canali Paramount, Spike e Sportitalia, l’operazione ha visto il coinvolgimento di OMD, che ha curato la pianificazione. Con il formato ‘Lanner Click
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to Video’, i telespettatori che desideravano maggiori informazioni sul prodotto hanno potuto visualizzare l’intero spot dedicato a Nissan X-Trail con un semplice click sul tasto ‘OK’ del proprio telecomando; tale formato, infatti, consente di lasciare ampio spazio al messaggio pubblicitario garantendo, nello stesso tempo, un’esperienza di visione dei contenuti televisivi sostanzialmente invariata. In altre parole, il brand può contare su una pianificazione fortemente coinvolgente ma comunque non invasiva. Tra l’altro, in un contesto fortemente data-driven la pianificazione della campagna per Nissan ha sfruttato gli insight di geolocalizzazione per raggiungere
l’audience in maniera ottimale nelle località scelte dalla casa automobilistica nipponica, a sostegno delle concessionarie. Il focus era quello di comunicare la disponibilità del crossover firmato Nissan con kit Salomon, che comprende barre trasversali, finiture cromate e borse Salomon Prolog 70, in aggiunta alle feature disponibili con allestimento N-Connecta (Safety Shield Plus, Nissan Connect e bagagliaio hands free). “Siamo lieti di essere stati coinvolti nuovamente da Nissan per la campagna dedicata al crossover X-Trail, una scelta che ci posiziona ulteriormente come partner di riferimento per l’Addressable TV”, afferma Giuseppe Bronzino, Managing Director di smartclip Italia: “per la seconda volta Nissan ha deciso di inserire nel proprio mix la comunicazione su Addressable TV, riconfermando la leva sulla geotargettizzazione per coinvolgere un pubblico ancora più mirato e andando a incontrare i propri obiettivi di marketing”. A parere di Michele Petrilli e Giulio Bacherini, rispettivamente Digital & Social Engagement Section Manager e Advertising & Media Coordinator di Nissan, “anche la televisio-
Andrea Baracco, Amministratore Delegato di Alma Media.
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ne sta affrontando le sfide che la rivoluzione tecnologica ha messo in atto e noi siamo sempre pronti a sperimentare, con partner come smartclip e OMD, nuove soluzioni che ci permettano di conciliare visibilità, efficacia della comunicazione e tecnologie innovative per indirizzare il messaggio verso audience sempre più accurate, aumentando l’efficienza delle nostre campagne”. La capacità di smartclip di rappresentare un punto di riferimento per il mercato ha trovato conferma anche nel rapporto di collaborazione avviato con il Gruppo Alma Media per la distribuzione di campagne Addressable TV su quattro canali del Gruppo stesso: Alice, Marco Polo, Case Design Stili e Pop Economy. La partnership vede le due società unite per offrire ai brand la possibilità di raggiungere la propria audience in maniera mirata e targettizzata e amplia ulteriormente il rapporto di collaborazione tra smartclip e Alma Media, già attivato per il segmento video digital sui siti alice.tv, marcopolo.tv e popeconomy.tv con i formati video instream e outstream. Come precisa ancora Giuseppe Bronzino, “con questa collaborazione si allargano ulteriormente gli orizzonti per l’Addressable TV e si assicura a questa tecnologia un ruolo sempre più importante nelle strategie di pianificazione dei marchi in Italia”. “Grazie alla partnership con smartclip”, aggiunge Andrea Baracco, Amministratore Delegato di Alma Media, “possiamo offrire ai clienti una novità che andrà a completare le loro strategie di marketing e le relative pianificazioni in advertising. Grazie alla nuova offerta Addressable TV, infatti, i responsabili marketing delle aziende avranno a disposizione uno strumento all’avanguardia, in grado di raggiungere un target mirato e preciso e di far rendere al massimo le campagne televisive”.
ITTV, THE ITALIAN TV FESTIVAL-LOS ANGELES, E D-HUB STUDIOS-ROMA HANNO SIGLATO UN ACCORDO PER PORTARE A LOS ANGELES LE MAESTRANZE DEL CINEMA ITALIANO CON UN FOCUS DEDICATO ALLE PROFESSIONALITÀ CHE SCORRONO NEI TITOLI DI CODA.
DI
MAURIZIO ERMISINO
DAI TITOLI DI CODA AL PALCOSCENICO È un momento molto particolare. Le frontiere sono chiuse. Ma le idee circolano, e allora capita che proprio ora nascano partnership importanti tra realtà attive nel mondo dell’entertainment, in vista di una riparten-
za senza più barriere. ITTV, The Italian Tv Festival-Los Angeles, e D-HUB StudiosRoma hanno siglato un accordo grazie al quale porteranno a Los Angeles le maestranze del cinema italiano. Al Festival verrà creato un focus dedicato ai nomi che scorrono sui titoli di coda, quelli senza i quali nessun film e nessuna serie potrebbero essere realizzati: parliamo di montatori, elettricisti, fonici, doppiatori, truccatori e parrucchieri, ma anche delle location, anch’esse parte del prodotto finale. Che si pensi alle crew proprio ora è particolarmente importante. “In un momento come
Nella foto, Cristina Scognamillo, Valentina Martelli e Francesca Scorcucchi, le fondatrici di Good Girls Planet.
questo, in cui il lavoro è fermo, sono proprio le maestranze a essere maggiormente penalizzate”, riflette Valentina Martelli, co-founder e CEO di Good Girls Planet. “Gli autori, i registi, i produttori continuano a scrivere, a ideare, a progettare. Le maestranze devono forzatamente aspettare e, magari, reinventarsi. Ed è per questo motivo che ITTV ha pensato a loro e ha siglato l’accordo con DHUB che produce il Premio Sassi d’Oro a loro dedicato”. È
un’iniziativa doverosa, e anche originale, visto che i festival difficilmente pongono attenzione alle maestranze. “ITTV proporrà un focus ad hoc, dedicando lo spazio e il riconoscimento che meritano, raccontando anche le loro specificità all’interno dell’audiovisivo”, ci spiega Valentina Martelli. “Non ci sarà solo un premio ma anche un’occasione di visibilità, foriera, ci auguriamo, di ulteriori contatti e possibilità future. Con attenzione anche ai non
A sinistra, Paolo Sorrentino e Valentina Martelli sul palco di ITTV. Sotto, un momento del party.
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famosi e agli indipendenti. Desideriamo dar voce e volto a quanti operano dietro le quinte offrendo le occasioni di incontro e confronto che solo un festival può dare”. Ci sarà un confronto tra le nostre maestranze italiane e quelle hollywoodiane. “Stiamo studiando un panel che possa essere utile per verificare e promuovere il lavoro delle maestranze italiane e americane. Conoscere e verificare se esistono differenze tra i due paesi e creare una sorta di protocollo comune”, ci spiega la CEO di Good Girls Planet. D-HUB sarà un partner fondamentale per la realizzazione di questo momento, e per quella di tutto il festival. “D-HUB vuole essere innanzitutto un sostenitore tecnico di post produzione che è fondamentale per un festival, mettendo anche a disposizione la propria esperienza quinquennale nell’organizzazione di eventi”, ci spiega Lidia Cudemo, fondatore e CEO di
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D-HUB. “E contribuire nella ricerca di sponsor che vedono in Los Angeles un’opportunità di crescita”. Già oggi possiamo immaginare come si svolgeranno questi eventi. “Ci saranno workshop, masterclass e incontri tra maestranze del cinema e della Tv. E scambi tra tecnici italiani e americani per aumentare la contaminazione culturale. E, nell’ottica condivisa di mettere in vetrina le eccellenze italiane, non può mancare la nostra scuola di doppiaggio”.
ITALIAN SERIES GO TO HOLLYWOOD Da anni le nostre serie sono di livello internazionale, e ITTV, The Italian Tv Festival-Los Angeles, nasce proprio per valorizzarle. “Portare all’attenzione dell’industria dello spettacolo statunitense la televisione italiana ci sembrava fondamentale in un momento di grande cambiamento del mercato”, ci spiega Valentina Martelli. “Per questo è nata Good Girls Planet. Negli ultimi tre anni i titoli italiani di respiro internazionale sono quasi triplicati. E l’Italia è da sempre una destinazione ambita per i set cinematografici e televisivi. La ricchezza artistica e culturale del nostro Paese è innegabile ed è amata dagli americani. Ecco perché abbiamo pensato di creare un grande evento, dove produttori, sceneggiatori, registi, insieme alle Film Commission italiane e all’ENIT potessero incontrare i loro omologhi americani per capire bene cosa offre il mondo dell’audiovisivo italiano e cosa cerca quello americano. Grazie al suo format, che prevede anteprime televisive, screening test, panel, networking, red carpet, premi e party esclusivi, l’obiettivo è offrire l’opportunità per promuovere e instaurare collaborazioni operative con le produzioni internazionali per favorire le città, l’industria del turismo e le aziende italiane che vogliono affermare i loro brand nel mondo”. La prima edizione
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di ITTV Festival è stata un successo. “Più di duecento tra attori, executive, addetti ai lavori italiani e internazionali hanno partecipato alla giornata”, ricorda la CEO di Good Girls Planet. “Grazie ai player nell’audiovisivo italiano, Rai e Sky e case di produzione come Cattleya e Wildside, abbiamo presentato trailer e teaser, per la prima volta in anteprima a un Festival USA. Titoli importanti come Gomorra 4, The New Pope, ZeroZeroZero, 1994, L’amica geniale: storia del nuovo cognome. Abbiamo presentato backstage in esclusiva, come quello di Pedra con Paola Cortellesi. E le serie che hanno segnato il grande salto internazionale della produzione italiana: Romanzo Criminale, Suburra, I Medici, The Young Pope. Proprio al Premio Oscar Paolo Sorrentino è stato consegnato il primo riconoscimento di ITTV, creato dall’artista italiano che opera a Los Angeles Fidia Falaschetti”. Le reazioni da parte degli americani alle nostre produzioni sono state eccezionali. “ITTV ha entusiasmato gli executive americani che da tempo ormai seguono con attenzione le reazioni del pubblico alle produzioni italiane e cercano idee, contenuti innovati e partnership. Le piattaforme di video on demand hanno cambiato il panorama internazionale. Le serie sono diventate nuovi film e i film diventano serie. La lingua non è più una barriera. Era dunque necessario un luogo dove far incontrare domanda e offerta e ITTV lo ha fornito. Anche se un’edizione fisica quest’anno non sarà possibile, il nostro lavoro continua all’insegna di nuovi accordi e tanti progetti”.
GOOD GIRLS PLANET: PROFESSIONALITÀ TRA ITALIA E STATI UNITI Il primo punto di forza di Good Girls Planet sono le fondatrici, Valentina Martelli, Cristina Scognamillo e Francesca Scorcucchi. “Vivendo tra Italia e Stati Uniti ben capiamo le di-
Sopra, gli uffici di D-HUB Studios-Roma.
namiche e le richieste di entrambe le realtà”, ci spiega Valentina Martelli. “Good Girls Planet è nata proprio per ampliare un discorso che non può più solo essere regionale, nazionale, o settoriale. Fare audiovisivo oggi significa mettere assieme tutti gli aspetti di una produzione, dall’idea alla promozione, e poi venderla con un linguaggio semplice ma internazionale. Più che mai oggi dobbiamo vendere l’Italia, la sua professionalità e creatività”.
D-HUB: IMMAGINARE SCENARI FUTURI Il punto di forza di D-HUB è la capacità di guardare avanti e immaginare gli scenari futuri. “Ci sono voluti forza e determinazione e 7 anni di impegno costante”, ci ha spiegato Lidia Cudemo. “Il tutto unito a un team giovane, professionale e dinamico”. Il nostro obiettivo è diventare un hub tecnico di doppiaggio e post produzione altamente specializzato per competere sui mercati internazionali del panorama televisivo e adattarsi alle continue evoluzioni dello stesso”.
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UN MOMENTO DI GRANDE INCERTEZZA Come state vivendo questo momento così delicato per i lavoratori dello spettacolo? “È un momento di grande incertezza per l’intero settore e lo stiamo vivendo giorno dopo giorno”, risponde la CEO di Good Girls Planet. “Può essere anche un momento di riflessione, per studiare nuove strategie utili a portare idee e innovazione in un mondo che ben si presta a un nuovo futuro. Stiamo lavorando alla prossima edizione, anche alla luce del forzato cambiamento, e stiamo producendo delle videointerviste a personalità del settore che rilasceremo sul nostro canale YouTube”. “D-HUB non si è fermata e ha scelto di investire in safe&security per essere pronta, alla ripresa, a collaborare con il mercato americano”, racconta Lidia Cudemo. “Si è certificata per la qualità ISO 9001 e per la sicurezza ISO 27001. Ha appena avviato una fase di assessment TPN (Trusted Partner Network). E con Unindustria Lazio ha lavorato sulla ripresa del business in sicurezza”.
L’EDIZIONE 2020 DELLA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA SI FARÀ, DAL 2 AL 12 SETTEMBRE. SARÀ UN FESTIVAL MOLTO DIVERSO, MA FONDAMENTALE PER FAR RIPARTIRE IL CINEMA.
DI
MAURIZIO ERMISINO
ASPETTANDO VENEZIA...
La notizia che in tanti aspettavamo finalmente è arrivata. La Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2020 si farà. Dopo tanti dubbi sono confermate le date previste, dal 2 al 12 settembre. Lo ha dichiarato, poche ore prima di mandare in stampa questo numero di Tv Key, il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, che è nel Cda della Mostra. “Gli esperti dicono che settembre è la finestra per le elezioni quindi si può fare la Mostra. Ho parlato con il Presidente Roberto Cicutto; per la Biennale Architettura è stato detto che la maggior parte degli espositori non se la sentiva di fare gli allestimenti dei padiglioni, per la Mostra del cinema probabilmente non ci saranno tutte le produzioni che siamo abituati a vedere perché si sono fermate le lavorazioni e anteprime dei film”. È il primo grande festival cinematografico ad avere luogo dopo la chiusura per l’emergenza Covid-19 (ma non il
primo in assoluto: il Festival di Pesaro si terrà dal 22 al 29 agosto), dopo che il Festival di Cannes, inizialmente previsto per maggio e poi spostato a luglio, ha dovuto alla fine rinunciare e dare appuntamento al 2021. Probabilmente, alcuni film in procinto di essere presentati a Cannes potranno finire al Lido, anche in virtù di una collaborazione tra i due festival, secondo una formula che è ancora da studiare. Il titolo più facile da immaginare tra quelli che arriverebbero a Venezia dopo essere passati ‘virtualmente’ per Cannes è Tre piani di Nanni Moretti: visto e amato, come al solito, da Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes, il nuovo film di Moretti sarebbe stato sicuramente in concorso a Cannes, dove il regista di Caro diario è stato sette volte in concorso dal 1978 e ininterrottamente dal 1994. A questo punto, Tre piani potrebbe davvero essere in lizza per il Festi-
val di Venezia: sarebbe un segnale importante, un grande del cinema italiano che decide di sostenere l’evento più importante per il cinema del nostro Paese. Altri due film che erano dati ‘in pectore’ per il Festival di Cannes erano The French Dispatch di Wes Anderson e Soul della Pixar. Vedremo se Venezia avrà voglia di accoglierli, e loro di essere presenti. Un altro attesissimo film italiano è Freaks Out di Gabriele Mainetti, l’attesissima opera seconda del regista di Lo chiamavano Jeeg Robot. La data d’uscita, annunciata da tempo e fissata per il 22 ottobre, è saltata ma a settembre il film sarà pronto, e Venezia è una platea importante per lanciare un film. Come sarà questa edizione del Festival di Venezia? Sarà sicuramente una kermesse molto diversa da quelle che abbiamo visto in questi anni, e che speriamo di rivedere presto. Sarà un festival in sicurezza, organizzato secondo le norme di distan-
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ziamento sociale e della ‘nuova normalità’, parola che usiamo, ma che non ci piace affatto. Probabilmente sarà un festival meno internazionale del solito, vista la difficoltà a spostarsi tra vari stati in questo periodo, probabilmente poco animato da star. Sarà un’edizione molto più italiana, ma egualmente importante. Ci saranno meno accreditati (e sarà molto difficile trovare un criterio per accettare alcuni ed escludere altri), e molto meno pubblico. E anche meno film: vuoi perché molte produzioni, vista la situazione, sono sospese e alcune pellicole non saranno finite, vuoi perché, con le norme di distanziamento, le lunghe file per entrare in sala e le procedure di sanificazione, ci vorrà del tempo tra una proiezione e l’altra e i film dovranno essere di meno. Sarà un festival per addetti ai lavori, anche questi selezionati. Ma è davvero importante che Venezia quest’anno ci sia, per tutto il movimento cinema.
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MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA 2020
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DAVID DI DONATELLO 2020
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IL TRADITORE, IL FILM DI MARCO BELLOCCHIO CON PIERFRANCESCO FAVINO, VINCE SEI DAVID DI DONATELLO, TRA CUI FILM, REGIA, SCENEGGIATURA E ATTORE PROTAGONISTA E NON PROTAGONISTA. PINOCCHIO DI MATTEO GARRONE CONQUISTA SEI PREMI, QUASI TUTTE LE CATEGORIE TECNICHE. TRE DAVID PER IL PRIMO RE DI MATTEO ROVERE.
DI
MAURIZIO ERMISINO
IL TRADITORE TRIONFA La celebrazione dei David di Donatello 2020, svolta in un’atmosfera del tutto particolare, ci ha detto parecchie cose sul cinema italiano. Abbiamo dei grandi autori capaci di fare film universali e di livello assoluto, e siamo in grado di realizzare produzioni di livello internazionale, spettacolari, perfette a livello tecnico. E i nuovi filmmaker hanno il coraggio di immaginare grandi imprese, e poi di realizzarle. La recente edizione dei David, che si è svolta in sicurezza, con il solo Carlo Conti (con Piera Detassis) in studio e tutti i candi-
dati in collegamento dalle proprie case, ha visto trionfare Il traditore di Marco Bellocchio, con 6 David conquistati. Dovendo riassumere, i premi sono stati divisi in maniera piuttosto netta: tutti quelli più importanti a livello artistico al film di Bellocchio, tutti – o quasi – i premi tecnici a Pinocchio di Matteo Garrone, con tre riconoscimenti cruciali a Il primo re di Matteo Rovere, segno che la sua scommessa è risultata vincente. Il traditore di Marco Bellocchio, film immenso e indimenticabile, prodotto da Ibc Sopra, ‘Il traditore’, vincitore di 6 David di Donatello. A sinistra, Piera Detassis e Carlo Conti, conduttori dell’ultima cerimonia dei David.
Movie, Kavac Film, con Rai Cinema, porta a casa tutti i premi più importanti: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale, (Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi, Valia Santella, Francesco Piccolo), miglior attore protagonista (Pierfrancesco Favino) e miglior attore non protagonista (Luigi Lo Cascio). Ma anche il premio per il miglior montatore, Francesca Calvelli. Questo è un successo di cui andare orgogliosi: la storia di Tommaso Buscetta, il più famoso pentito di mafia, è raccontata con una grande potenza visiva e un attore protagonista, Pierfrancesco Favino, davvero impressionante, somigliante a Buscetta senza bisogno di troppo trucco, immediatamente evocativo del personaggio, senza farne copie e caricature. Ma siamo contenti anche per il premio come non protagonista di Luigi Lo Cascio, che interpre-
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ta Totuccio Contorno, un mafioso che parla solo in dialetto e a velocità impossibile: il suo assolo nella scena del maxiprocesso è un film nel film, e il David è meritatissimo. Quello di Bellocchio è un film non convenzionale, ma semplice, popolare, e anche un’analisi intima, quasi psicanalitica, di Buscetta. “Ho ottant’anni e spero di poter continuare ancora per un po’ a fare dei film in cui credo e che mi entusiasmano”, ha dichiarato Marco Bellocchio in collegamento dalla sua abitazione. “In tutta la mia carriera avevo già vinto tre David, ne ho ricevuti tre in una sola serata. È chiaro che la gloria passa e mi ha colpito la galleria a ricordare tutti gli artisti scomparsi quest’anno. Non voglio fare il filosofo, ma penso che bisogna cercare di vivere al meglio la propria vita, fare al meglio le cose che si possono fare, senza perdere tempo”.
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A sinistra, Pierfrancesco Favino, premiato ai David come Migliore attore protagonista; a destra, Luigi Lo Cascio, premiato come Migliore attore non protagonista per il film ‘Il traditore’ di Marco Bellocchio.
Pierfrancesco Favino, miglior attore nel ruolo di Tommaso Buscetta, non ha parlato del film ma ha raccontato un aneddoto, che spiega bene i tempi che stiamo vivendo. “Prima del lockdown stavo uscendo e nell’androne del palazzo ho incontrato una signora”, ricorda. “Aveva visto un mio film e mi ha detto: torni presto a trovarci. Tornando verso la macchina ho provato tenerezza, gratitudine e orgoglio di far parte delle persone dello spettacolo. Voglio dire a questa signora che non vediamo l’ora di tornare a farle visita”.
MATTEO GARRONE: PREMIATA LA GRANDE PRODUZIONE DEL SUO PINOCCHIO Lo scorso anno stavamo celebrando la grandezza di un altro grande autore, Matteo Garrone, che con il suo Dogman aveva vinto 9 David di Donatello, tra cui miglior film e regia. Questo è stato l’anno del suo Pinocchio, un film forse meno riuscito del precedente, ma avercene di film così: forse meno toccante ed empatico di altri film di Garrone, Pinocchio è comunque una produzione grandiosa, un film spettacolare, una commistione tra reale e fantastico tipica di Garrone. Il
regista romano è riuscito a costruire un mondo, e tutti gli artefici di questa ‘costruzione’ sono stati premiati. Pinocchio ha vinto 5 David: migliore scenografo (Dimitri Capuani), miglior costumista (Massimo Cantini Parrini), miglior truccatore (Dalia Colli e Mark Coulier, per il trucco prostetico) e miglior acconciatore (Francesco Pegoretti). E infine quel premio, fondamentale per capire il lavoro fatto su Pinocchio, che è quello per i migliori effetti visivi a Theo Demiris e Rodolfo Migliari.
zione è riuscita, ed è stata premiata, non a caso, con dei riconoscimenti che dicono tutto: su tutti, il David come miglior produttore, che è andato ad Andrea Paris e Matteo Rovere per Groenlandia, Rai Cinema, Gapbusters e Roman Citizen. Ma Il primo re ha anche vinto il David per il miglior suono (presa diretta: Angelo Bonanni; microfonista: Davide D’Onofrio; montaggio: Mirko Perri; creazione suoni: Mauro Eusepi;
Mix: Michele Mazzucco). E un altro premio importantissimo, quello per la miglior fotografia, andato al nostro storico operatore Daniele Ciprì. Un altro autore emergente spicca per il David alla migliore sceneggiatura non originale: è Pietro Marcello, autore, con Maurizio Braucci, dello script di Martin Eden, tratto dal romanzo di Jack London. “Il plauso va fatto a lui”, spiega Marcello riferendosi a Brauc-
PREMIATI IL CORAGGIO DE IL PRIMO RE E LA SCENEGGIATURA DI MARTIN EDEN E poi c’è il caso de Il primo re, la temeraria e riuscita operazione di Matteo Rovere, che qualche anno fa, ai tempi di Veloce come il vento, vi presentavamo su Tv Key come uno dei nostri registi più promettenti. Rovere ha avuto l’idea di raccontare la leggenda di Romolo e Remo, e lo ha fatto con un film crudo, ancestrale, recitato in latino: una sorta di Apocalypto all’italiana. L’operaFrancesco Pegoretti, Miglior acconciatore nel film ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone.
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A sinistra, Valeria Golino, Miglior attrice non protagonista nel film ‘5 è il numero perfetto’ di Igort e, a destra, Jasmine Trinca, Miglior attrice protagonista nel film ‘La dea fortuna’ di Ozpetek.
ci. “Che mi ha regalato quel romanzo a vent’anni; e ci siamo interrogati su quest’opera, che è americana: noi siamo italiani, non abbiamo questa cultura della marineria come loro. Così lo abbiamo ambientato a Napoli: la cosa più importante è stata realizzarlo lì perché è una città che accoglie”.
LE NOSTRE ATTRICI: JASMINE TRINCA E VALERIA GOLINO Il cinema è da sempre fatto di volti. E i David del 2020 sono stati l’occasione per valorizzare due dei volti più belli del nostro cinema: Jasmine Trinca e Valeria Golino. La prima, due anni dopo Fortunata, ha vinto il premio per miglior attrice nel
film La dea fortuna di Ferzan Ozpetek. Sembra ieri quando avevamo conosciuto Jasmine nei panni della giovane Giorgia de La meglio gioventù, e l’attrice ora ha una carriera quasi ventennale. “Ferzan riscrive degli scenari dove la famiglia è il posto del cuore e della cura”, ha raccontato l’attrice. “Penso a tutte le persone che mi hanno cresciuto e hanno cura di me”. La miglior attrice non protagonista è invece Valeria Golino per 5 è il numero perfetto, opera prima del fumettista Igort. “Valeria è un’attrice meravigliosa, vibrante e delicata, Toni Servillo l’ha definita la regina delle nuance, delle sfumature”, ci aveva spiegato Igort
in occasione dell’uscita del film. “Ha un modo tremante di toccare il volto di Toni, una recitazione ipersensibile. È la protagonista segreta del film, l’unico personaggio che sa dove vuole andare”. “Dedico il premio all’Italia, a tutti noi, a questo momento così fragile, potente ed emozionante”, ha dichiarato Valeria Golino. “Abbiamo potuto rincontrarci, possiamo farlo ed è una gran bella cosa, l’anno prossimo vogliamo e possiamo rivederci, abbracciarci, baciarci”. Piccola nota a margine: come ha fatto notare il regista Francesco Bruni sui social media, “fa abbastanza impressione la scarsità di candidature memorabili sia come migliore attrice pro-
tagonista, dove figurano attrici che non sono le vere protagoniste dei film, ma solo coloro che hanno avuto più minutaggio, sia come migliore non protagonista, dove figurano attrici che hanno fatto poco più che un’apparizione”. Un messaggio per il cinema italiano: servono più ruoli significativi per le nostre attrici.
IL MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE È PHAIM BHUIYAN, IL MIGLIOR DOCUMENTARIO È SELFIE Il David per il miglior regista esordiente è andato a Phaim Bhuiyan, vera e propria rivelazione per il film Bangla, di cui è anche sceneggiatore e attore protagonista. È la sua storia: Phaim, nella realtà come nel film, ha incontrato una ragazza italiana, se ne è innamorato, ma si è trovato di fronte a una serie di problemi: i genitori, da tradizione bengalese, per lui pensano a un matrimonio combinato con una ragazza del Bangladesh, e la sua fede religiosa prevede di non avere rapporti sessuali prima del matrimonio... Phaim Bhuiyan, Miglior regista esordiente con il film ‘Bangla’, nel quale è anche sceneggiatore e attore non protagonista.
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stino Ferrente è bravissimo a far raccontare ai ragazzi il loro mondo con i loro mezzi quotidiani. E adatta il suo cinema ai nuovi media, ma senza rinunciare a una sua idea di regia. Selfie non è un film girato con il telefonino. È il selfie, di solito immagine fissa per eccellenza, che diventa movimento. È un’immagine che di solito è solipsistica ed edonistica e che qui si apre agli altri e diventa racconto del mondo.
MACCHEMUSICA: DIODATO E L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO Sopra, ‘Il Primo Natale’ di Ficarra e Picone, vincitore del David dello Spettatore. Sotto, ‘Inverno’ di Giulio Mastromauro, Miglior cortometraggio.
Come il Nanni Moretti di Ecce Bombo, a cui è stato paragonato, Phaim attraversa il film con un’aria disincantata e disillusa, e racconta tutto questo con un’ironia unica, che arriva dalla sua cultura, ma anche dal suo carattere. La stessa aria con cui ha accolto, incredulo, il premio. “Voglio ringraziare i produttori, la sceneggiatrice e tutti gli attori e i non attori, per questo film che tratta temi che non erano mai stati raccontati”, ha dichiarato Phaim. “E tutti i ragazzi di seconda generazione che stano facendo tanti sacrifici. Ce la stiamo facendo. E ringrazio l’Italia che è un paese accogliente”.
Anche il vincitore del David per il miglior documentario è un film particolarissimo. È Selfie, di Agostino Ferrente. Prendendo spunto dalla morte di Davide Bifolco, sedici anni, colpito dalla pallottola di un carabiniere che lo aveva scambiato per un latitante, Ferrente ha scelto di raccontare quella di altri due sedicenni del Rione Traiano di Napoli, e di affidare loro uno smartphone, proponendo di filmarsi in ‘modalità selfie’, cioè guardando sempre verso la camera, come se si guardassero allo specchio. Ago-
Spesso un grande film lo fa anche una grande colonna sonora. Il David per il migliore musicista va a L’Orchestra di Piazza Vittorio per il film Il Flauto Magico di Piazza Vittorio, mentre la miglior canzone è Che vita meravigliosa, musica e testi di Antonio Diodato, interpretata da Diodato per il film La dea fortuna: dopo la vittoria al Festival di Sanremo, un altro colpo centrato per il cantautore. Il David Giovani è stato vinto da Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani, e il David dello Spettatore, destinato al film dal maggiore incasso, è andato a Il primo Natale di Salvo Ficarra e Valentino Picone. Il miglior cortometraggio è Inverno di Giulio Mastromauro
e il miglior film straniero è Parasite di Bong Joon Ho.
IL DAVID SPECIALE A FRANCA VALERI Ma è stata anche la sera del David Speciale a Franca Valeri, storica attrice comica e modello per tante attrici che sarebbero arrivate dopo. Per celebrarla sono andati in onda degli spezzoni di alcuni sketch e di alcune interviste. “Sono un’attrice comica, ma quasi tutto quello che ho recitato l’ho scritto”, ha dichiarato, facendo notare un aspetto molto importante del suo lavoro. “Faccio la comica, ma spesso qualcuno mi dice: ‘mi sono commosso’. Quando la comicità è di un certo livello tocca anche certe corde”. È stata la serata di Federico Fellini, nell’anno del centenario della nascita, ricordato da un filmato di repertorio di Alberto Sordi. È stata soprattutto la serata di un cinema italiano che si è dimostrato in grande salute prima dell’emergenza Covid-19, e che ha una grande voglia di ripartire. Come ha ribadito anche il Ministro dei Beni Culturali Franceschini, che ha confermato di voler aiutare i lavoratori del cinema, e di pensare a piazze e arene estive per far ripartire le proiezioni. “Pensando a quella signora che ha detto a Favino ‘torni presto a trovarci’, vorrei che il cinema tornasse presto a trovarci”.
Franca Valeri, premiata con il David Speciale 2020.
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ELIO GERMANO HA VINTO L’ORSO D’ARGENTO COME MIGLIOR ATTORE CON VOLEVO NASCONDERMI E I FRATELLI D’INNOCENZO L’ORSO D’ARGENTO PER LA SCENEGGIATURA CON FAVOLACCE. L’ORSO D’ORO VA A ALL’IRANIANO MOHAMMAD RASOULOF PER THERE IS NO EVIL.
DI
MAURIZIO ERMISINO
GERMANO E I D’INNOCENZO ORSI A BERLINO Si scrive Berlino, si legge Italia. Come successo spesso di recente, l’Italia torna dal Festival di Berlino con due importanti riconoscimenti per il suo cinema.
Elio Germano ha vinto l’Orso d’Argento come miglior attore in Volevo nascondermi, il film di Giorgio Diritti dedicato al pittore Antonio Ligabue, e i gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, che lo scorso anno su Tv Key abbiamo inserito tra i nostri giovani registi più promettenti, hanno portato a casa l’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura per Favolacce, la loro opera seconda. Noi italiani piacciamo all’Orso: dopo le vittorie dei fratelli Taviani con Cesare non deve morire (2012), di Francesco Rosi con Fuocoammare (2016) e la miglior sceneggiatura dello scorso anno a La paranza dei bambini di Roberto Saviano e Claudio Giovannesi, ecco un altro segnale che il cinema italiano è in salute. Da quest’anno è italiano anche il Direttore, Carlo Chatrian, già al timone del Festival di Locarno. La Berlinale del 2020 verrà ricordata anche per il film vincitore dell’Orso d’Oro, There
Sopra, Volevo nascondermi di Antonio Diritti, con cui Elio Germano si è aggiudicato l’Orso d’Argento. A destra, Elio Germano mentre ritira il premio.
is no Evil dell’iraniano Mohammad Rasoulof. È un film composto da quattro storie diverse con un minimo comun denominatore: i regimi dove c’è la pena di morte, dove c’è gente che uccide altra gente, in nome dello Stato e della giustizia. In There is no Evil quattro uomini si trovano a prendere una decisione semplice e allo stesso tempo inconcepibile. Una scel-
(Photo: SandraWeller)
ta che si porteranno dentro, che li consumerà nel tempo, che non potrà non influire sulla loro vita privata e sulle loro relazioni. Rasoulof, che è stato in carcere, come il suo amico e collega Jafar Panahi, e a cui è stato ritirato il passaporto per cui non è potuto essere a Berlino, non può neanche girare film nel suo Paese, ma è riuscito ad aggirare il divieto con
uno stratagemma, segnalando alle autorità che si trattava di quattro cortometraggi distinti. E quello dei corti è un genere di cui il governo non si cura poi molto. Il regista ha potuto essere presente sul set solo nelle scene girate fuori città, le uniche in cui si sentiva libero di lavorare. Il suo film è ovviamente una critica aperta contro il governo. “Il tuo potere è di
There Is No Evil di Mohammad Rasoulof, Orso d’Oro al Festival di Berlino.
(Photo: SandraWeller)
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ELIO GERMANO È IL MIGLIOR ATTORE PER VOLEVO SOLO NASCONDERMI “Voglio dedicare questo premio a tutti gli storti, a tutti gli sbagliati, a tutti gli emarginati, e ad Antonio Ligabue e alla sua grandissima lezione: quel che facciamo in vita rimane”. Così Elio Germano, sul palco del Berlinale Palast, ha accolto il suo Orso d’Argento per Volevo solo nascondermi di Giorgio Diritti. È la storia del pittore Antonio Ligabue, della sua arte, della sua follia, del suo disagio mentale, della sua emarginazione e del suo riscatto. Elio Germano fa un ritratto dell’artista furibondo e tenerissimo, un personaggio capace di crolli nervosi e al contempo di dolcezza verso i bambini. Aiutato, come Pierfrancesco Favino in Hammamet, da molto trucco prostetico, ma con il fuoco negli occhi. Il suo è un lavoro di sguardi, di postura. Un lavoro che arriva all’anima. Giorgio Diritti, regista unico nel nostro panorama, riesce a trasformare la storia di Ligabue in un film potentissimo, a livello visivo ed emotivo. A partire da quei primi venti minuti – con un montaggio serratissimo, da togliere il fiato – che riassumono la sua infanzia e la sua giovinezza, passata tra la Svizzera e l’Italia, tra ospedali psichiatrici e famiglie adottive, in ogni caso
A destra, Damiano e Fabio D’Innocenzo ritirano l’Orso d’Argento come miglior sceneggiatura con il film ‘Favolacce’: in basso a destra, un frame.
istituzioni repressive. Il matto, il diverso, quello col diavolo dentro, come si pensava un tempo, per caso viene ospitato da un’artista e comincia a dipingere. I suoi disegni sono ingenui, ma potenti, infuocati, espressionisti. Predilige gli animali, che ama fin da quando è piccolo, e come è naturale, visto il trattamento che riceve dagli uomini: dipinge tigri e gorilla in riva al Po. Dal vivere in una baracca passa a essere valorizzato come artista, a guadagnare anche parecchi soldi, che spenderà tutti in auto e motociclette. Dall’aver paura delle donne, a causa della madre adottiva, passa a desiderarle e a volersi sposare, senza coronare il suo sogno. Giorgio Diritti racconta tutto questo con il suo cinema unico, centrato, come sempre, sull’uomo, il suo intimo, le sue sfide. Ma anche con un incredibile senso per il contatto con la natura, tanto che a tratti sembra di essere in un film di Terrence Malick (guardate le sequenze in riva al Po, dove l’uomo si fonde con la natura). E, come sempre, quello di Diritti è un cinema materico, fatto di immagini che sembra quasi di toccare. Come la terra su cui camminano i personaggi, i muri scrostati tra i quali si muovono. Guardate il film fino ai titoli di coda, con i primissimi piani sui quadri del pittore, con la sua corporeità, in tutto il suo spessore.
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dire no” è la frase chiave del film. E nella colonna sonora si sente Bella ciao, con un testo leggermente modificato. “Verrà un giorno che tutte quante lavoreremo in libertà”.
(Photo: Erik Weiss)
DAMIANO E FABIO D’INNOCENZO: PREMIATA LA SCENEGGIATURA DI FAVOLACCE “Cos’è il nostro film? Un’American Beauty senza American e senza beauty. Così lo abbiamo presentato ai produttori per far capire il nostro progetto”. Sono le parole dei gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, che hanno vinto il Leone d’Argento per la miglior sceneggiatura con il loro Favolacce. Il cinema dei D’Innocenzo ricorda molti grandi del passato ma in realtà è unico, e non somiglia veramente a
nessuno. Dopo la periferia urbana de La terra dell’abbastanza, ecco quella di un villaggio lontano dalla città, in realtà in un luogo e un tempo imprecisati, in quelle villette a schiera che abbiamo visto in tante storie americane, come, appunto, quella di American Beauty. Nel loro film ci sono una provincia e una piccola borghesia come tante, fatta di padri e figli, e di piccole grandi cattiverie. È una storia che i gemelli D’Innocenzo hanno scritto tanto tempo fa, a 19 anni, ma che non sarebbe mai potuta diventare la loro prima pellicola: troppo particolare.
Cult. I film che ti hanno cambiato la vita Ci sono i film d’autore, come quelli che vanno ai festival, e poi ci sono i film ‘cult’. Perché non serve essere un colossal per entrare nella storia. Ci sono semplici commedie o action movie, in alcuni casi poco considerati dai critici, che sono entrati nelle nostre vite di tutti i giorni, tra citazioni di frasi o intere scene: sono i primi film che ci vengono in mente per trascorrere una serata di puro relax. Movieplayer ha voluto dedicare il suo nuovo libro Cult. I film che ti hanno cambiato la vita a quese pellicole che hanno lasciato un’impronta indelebile nelle nostre vite: personaggi iconici, frasi memorabili, sequenze indimenticabili. Il libro è stato scritto a sei mani dalle tre penne più brillanti del web magazine di cinema e serie Tv del gruppo Netaddiction, Luca Liguori, Antonio Cuomo e Giuseppe Grossi. Il lavoro degli autori è partito dal concetto di ‘film cult’ per individuare quali opere si possono fregiare di questo titolo. Ne sono scaturite una meticolosa ricerca e analisi nel mondo del cinema che hanno portato alla definizione di 135 film catalogati in base al genere (azione, thriller, avventura, fantastico, animazione, commedia, dramma, musical e horror) con schede dettagliate, curiosità dal backstage, scene cult e le frasi più memorabili.
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Sopra, un frame del film ‘Never Rarely Sometimes Always’, vincitore del Gran Premio della Giuria; a destra ‘Irradiés’ di Rithy Panh, vincitore come Miglior documentario; sotto, Paula Beer, Miglior attrice in ‘Undine’.
Quei bambini del film, gli unici maturi, sono loro da piccoli, e il film è una serie di spezzoni della loro infanzia. “Siamo diventati quegli errori che vedevamo da bambini. È stato come sfogliare un album di famiglia”, hanno detto. È un film autobiografico, filtrato attraverso una visione incantata, da favola, ma virata al nero, da cui il suffisso spregiativo del titolo. Quello dei D’Innocenzo è un cinema personale e particolare. Eppure pieno di rimandi. Si è parlato dei paesaggi di Pasolini e del cinema di Bresson, delle atmosfere di Wes Anderson e di quelle di David Lynch. Ma anche di scrittori come Carver e l’Edgar Lee Masters dell’Antologia di Spoon River. Anche qui il protagonista è Elio Germano: accanto a lui Barbara Chichiarelli, già vista in Suburra – La serie.
un’amica, ma non ha il denaro per tornare a casa, e così, per procurarseli, una delle due accetta di baciare un ragazzo e viaggiare verso la Pennsylvania. Il Leone d’Argento speciale per il miglior contributo tecnico è andato a Delete History di Benoît Delépine e Gustave Kervern. È la storia di tre vicini di casa in un sobborgo francese che vengono travolti dalle conseguenze di alcune loro azioni online: Marie ha paura di perdere il rispetto di suo figlio a causa di un sex tape finito in rete, Bertrand si invaghisce della voce di una centralinista e cerca di proteggere la figlia dal cyberbullismo e
Christine, che ha perso il marito a causa della sua dipendenza dalle serie Tv, è disposta a tutto per far aumentare la sua valutazione come autista di Uber. I tre si ritroveranno a combattere una battaglia contro i giganti della tecnologia. Il premio alla migliore attrice è andato alla tedesca Paula Beer per il suo ruolo in Undine di Christian Petzold: il film è una rilettura del mito delle ondine, un classico della mitologia nordica che ispirò anche Richard Wagner. Il miglior documentario è Irradiés di Rithy Panh, cambogiano, realizzato con potenti immagini d’archivio che hanno in comune la crudeltà dell’essere umano: la prigionia nei campi di concentramento nazisti, la bomba atomica a Hiroshima e le sue conseguenze, il genocidio dei khmer rossi. DAU. Natasha dei russi Ilya Khrzhanovsky e Jekaterina
SIGOURNEY WEAVER E MARGARET QUALLEY, DUE GENERAZIONI DI BELLEZZA Il Festival si è aperto con My Salinger Years di Philippe Falardeau, nella sezione Special Gala. È un film che gira intorno al mito di J.D. Salinger, il mitico scrittore de Il giovane Holden, che dopo quel libro decise di diventare invisibile, e alla sua agenzia letteraria. L’agente di Salinger, interpretata da Sigourney Weaver, assume una giovane assistente, Joanna Rakoff (è Margaret Qualley, la figlia di Andie MacDowell). Il suo compito è quello di rispondere alle lettere dei tanti
Delete History, Leone d’Argento speciale per il Miglior contributo tecnico.
TUTTI I PREMIATI Il Gran Premio della Giuria è andato a Never Rarely Sometimes Always dell’americana Eliza Hittman. È la storia di una teenager che rimane incinta e decide di abortire. Si trova con
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Oertel ha vinto il premio per la miglior fotografia e il coreano Hong Sang-soo ha vinto il premio per la regia per The Woman who Ran.
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A sinistra, ‘DAU. Natasha’, premio per la Miglior fotografia; sotto, ‘My Salinger Years’, che ha aperto il Festival nella sezione Special Gala.
ammiratori ai quali Il giovane Holden aveva cambiato la vita con una risposta standard, “La ringrazio ma non posso rispondere in quanto...”. Ma a un certo punto la ragazza decide di fingersi Salinger cominciando a rispondere a modo suo ad aspiranti scrittori, studenti e così via. Il film è una lettera d’amore alla letteratura, che scava nella relazione tra uno scrittore e il suo pubblico e, allo stesso tempo, la storia di un rapporto tra due donne, un po’ sulla falsariga de Il Diavolo veste Prada. Due generazioni di bellezza si sfidano sul grande schermo: la Sigourney Weaver di Alien e Avatar, e la giovane Margaret Qualley, di C’era una volta a... Hollywood.
THE ASSISTANT: KITTY GREENE CI PARLA DI HARVEY WEINSTEIN The Assistant, di Kitty Greene (sezione Panorama), parla di un’assistente, che lavora in un mondo artistico. È la storia di una donna, Jane, dipendente di una grande media company, una di quelle lavoratrici stakanoviste, le prime ad arrivare e le ultime a uscire. Tra giornate impegnative e noiose, comincia a nutrire sospetti sul suo capo, e sul rapporto con le giovani donne che passano dal suo ufficio. The Assistant fa riferimento a quelle figure che hanno grande potere nell’industria del cinema, e ne abusano per fini aberranti: il riferimento a Harvey Weinstein non è casuale.
vato dal tempo e dall’esperienza, uno di quei visi che, già di per sé, riescono a raccontare tantissimo.
parso povero di star, il film The Roads not Taken, di Sally Potter, ne ha potuto schierare tre in un colpo solo: Javer Bardem, Elle Fanning e Salma Hayek. Bardem e la Fanning sono padre e figlia: lui è afflitto da un male che lo porta alla disabilità mentale, lei scoprirà via via dei segreti del suo passato di cui finora non era a conoscenza. È proprio in quel passato che ha avuto origine il trauma per cui l’uomo sta soffrendo oggi. Sally Potter ha dedicato il film a suo fratello, affetto da una forma di demenza giovanile: si è sempre chiesta dove fosse la sua mente quando non era con lei. Con un sapiente montaggio alternato, il film di Sally Potter viaggia tra il presente e il passato, dove assistiamo alla storia di un amore di gioventù del protagonista (Salma Hayek).
SIBERIA: WILLEM DAFOE E ABEL FERRARA Berlino ha ospitato anche l’ultima opera di un regista ‘maledetto’ come Abel Ferrara, con protagonista il suo sodale (e alter ego) Willem Dafoe, che con lui ha recitato in sei film. Siberia, una coproduzione tra Italia, Germania e Messico, racconta la storia di un viaggio, un viaggio reale che diventa viaggio dell’anima. Un uomo che gestisce un rifugio su una vetta decide di prendere una slitta trainata dai cani e lanciarsi in un percorso dove incontrerà le persone che hanno segnato la sua vita: il padre e il fratello, che hanno sempre il volto di Dafoe, e la donna che è stato il suo grande amore. Ma anche sciamani, lupi e un pesce parlante. Il tutto con al centro il volto unico di Dafoe: sca-
Siberia, l’ultima opera del regista Abel Ferrara.
JAVIER BARDEM, ELLE FANNING E SALMA HAYEK SONO LE STAR DI SALLY POTTER
MINAMATA: JOHNNY DEPP COME NON L’AVETE MAI VISTO A proposito di volti, Berlino è stato anche il momento per un grande ritorno, quello di Johnny Depp, in un ruolo in cui non lo ritrovavamo ormai da tempo. L’occasione è Minamata, presentato come Special Gala, un film che racconta il disastro ambientale avvenuto in una località costiera del Giappone, dove una fabbrica chimica scaricava in mare un’enorme quantità di mercurio, avvelenando così le acque e i pesci con un conto molto salato: 2mila vittime, con richieste di risarcimento rifiutate per anni e anni (il caso scoppiò nel 1956). Diretto dal giovane Andrew Levitas, in scena c’è un Johnny Depp (qui in veste anche di produttore) nei panni di un fotografo americano alcolista e con tendenze suicide, W. Eugene Smith, che realizzò un reportage per Life nel 1971. È un Depp convincente e inedito: gli occhiali dalla montatura nera, la lunga barba brizzolata, le rughe sulle mani in vista. Non è più il Johnny Depp delle maschere e delle caricature, ma un attore che vuole mettere in scena la verità.
SUA MAESTÀ HELEN MIRREN È L’ORSO ALLA CARRIERA Come sceglie un ruolo Helen Mirren? Legge l’ultima pagina
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A sinistra, ‘Minamata’ diretto da Andrew Levitas e interpretato da Johnny Depp. Sotto, ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone, interpretato da Roberto Benigni.
della sceneggiatura e se il suo personaggio è ancora lì, allora la legge da principio. Signore e signori, a Berlino è arrivata la Regina. Helen Mirren, Orso d’Oro alla carriera, lo è non solo per aver interpretato Elisabetta I ed Elisabetta II d’Inghilterra e Caterina di Russia sullo schermo, ma per il suo portamento, il suo carisma, la sua ironia. “Non sono una star del cinema, il mio collega Vin Diesel in Fast & Furious è una star del cinema, ne ha il fisico e l’allure. Io sono un’attrice”, ha raccontato a Berlino. E da qui si capisce chi sia il personaggio di cui parliamo. Helen Mirren, all’inizio della carriera, non era nemmeno interessata al cinema, ma al teatro. E, nel suo esordio al cinema, non sceglieva i ruoli, ma le interessava imparare. Non tutti sanno che Helen Mirren ha recitato anche in un film di Tinto Brass, Io Caligola, accanto a Malcom McDowell: all’epoca fu considerato scandaloso, ma, dice l’attrice, “ne Il trono di spade vedi tutto quello che vedevi in Caligola”. “All’epoca il film venne proiettato solo nei cinema porno, ma è stata un’esperienza meravigliosa, ho amato il caos, l’anarchia radicale della pellicola”, ha raccontato. “Rivedendo il film oggi, con le sequenze piccanti ormai normalizzate, lo trovo un ottimo lavoro e una pellicola di grande valore politico”. A proposito di autori italiani, Helen Mirren ha anche dichiarato di voler lavorare con il nostro Checco Zalone...
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ROBERTO BENIGNI RACCONTA DI QUELLA VOLTA CON COPPOLA... Chissà se un giorno potrà lavorare anche con Roberto Benigni. L’attore e autore italiano non gira un film da regista ormai da quindici anni (La tigre e la neve è del 2005). Ma è stato un piacere rivederlo sul grande schermo come attore, nel Pinocchio di Matteo Garrone, presentato fuori concorso alla Berlinale. Nel film di Garrone, 18 anni dopo il suo Pinocchio, ha interpretato Geppetto. “Sono l’unico attore al mondo ad aver recitato i ruoli di Pinocchio e Geppetto”, ha raccontato Benigni, raggiante ed esplosivo come al solito. “Tanto che la gente per strada a Roma mi dice: a Benì, te manca solo la Fata Turchina!”. Accanto a Benigni c’era ovviamente Matteo Garrone. “Mi ha guidato passo passo, lasciandomi libero di improvvisare”, ha raccontato l’attore. “Ha girato il film con il suo stile, vedevo crescere il film come una quercia. È una grande storia d’amore tra padre e figlio”. In fondo, quella di Pinoc-
chio è una storia tipica di Matteo Garrone: quella di un essere puro, di un candido che è destinato a scontrarsi con il mondo, come il protagonista di Reality o quello di Dogman. Come la protagonista di Primo amore, è una creatura forgiata dalle mani di un artigiano, lì un orafo, qui un falegname. Chiudiamo con un curioso aneddoto, che proprio Garrone ha tirato fuori: Benigni doveva essere Geppetto per Francis Ford Coppola in una sua versione di Pinocchio. “Era il 2000”, svela l’attore. “A una cena a San Francisco da Robin Williams c’era Coppola che mi propose un film su Pinocchio. Poi la produzione fallì e non se ne fece più nulla”.
ONWARD: PIXAR, LA MAGIA CON UN PIZZICO DI EMPATIA IN MENO Da una storica favola italiana, come quella di Pinocchio, passiamo a una favola dei nostri tempi, come quelle che la Pixar, leader del mondo dell’animazione, ci regala ogni anno. Onward, proiettato nello Special Gala, è
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la storia di Ian e Barney, due elfi che hanno perso il padre quando erano piccoli e vivono con la mamma e il nuovo compagno di lei. Avrebbero tanto bisogno di una guida, di parlare con il loro vero padre. Il mondo in cui vivono è il nostro di oggi, ma le persone convivono con tutti gli esseri magici e mitologici possibili, dagli elfi ai minotauri agli unicorni. Un po’ come essere nella taverna di Mos Esley di Guerre stellari, solo che è tutto il mondo a essere così. Ian e Barney trovano un messaggio del padre, con un incantesimo per cui, opportunamente evocato, questi potrà tornare per un giorno e stare insieme ai loro figli. Gli autori della Pixar crescono e, se i primi film avevano spesso per protagonisti i bambini, ora cominciano a esplorare le altre età. Se già Inside Out raccontava il rapporto tra i genitori e una bambina che cresceva, fino ad arrivare alla preadolescenza, Onward racconta un giovane e un adolescente. Ian è un ragazzo del liceo e ha i problemi che hanno tutti i ragazzi di quell’età. Onward è il primo vero teen movie della Pixar, un coming of age ricco di rimandi ai tipici teen movie anni Ottanta, con Ian che ricorda tanto il Michael J. Fox di Ritorno al futuro e Voglia di vincere, ma anche l’Otis della serie Sex Education. Ma Onward è anche un film ricco di gag. Il fatto che Ian riesca a evocare il padre solo per metà fa sì che il genitore venga portato in giro con la parte inferiore, dalla cintola in giù attiva, e con la parte superiore che è un fantoccio inerme: nascono così una serie di gag vicine a quelle di Weekend con il morto. Fino a un gran finale che sfiora il film d’avventura alla Indiana Jones, il fantasy e il monster movie alla Godzilla. Forse proprio per questa continua ricerca della gag e della stranezza si consumano troppe energie e ne risulta un film che, pur non annoiando neanche per un secondo, non ha il tasso di commozione e di empatia degli altri prodotti Pixar.
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IN QUESTA EMERGENZA IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE STA SUBENDO UN CAMBIAMENTO RADICALE. ABBIAMO INTERVISTATO I PROTAGONISTI DEL SETTORE PER SPIEGARE COME SI STANNO MODIFICANDO I CONTENUTI, LE TECNICHE E I LINGUAGGI DELLA LORO REALTÀ.
#PRONTI A RIPARTIRE
EMANUELE CONCADORO COFONDATORE DI VIDEOZONE
Tv Key: L’emergenza sanitaria con il relativo lockdown ha provocato il blocco delle produzioni classiche. Come riuscite a mandare avanti il vostro lavoro in questa emergenza? Emanuele Concadoro: Videozone è un’azienda giovane e intraprendente, quindi sin dall’inizio dell’emergenza ci siamo organizzati per lavorare in smart working e mettere in sicurezza il personale preservando la salute di tutti. Il reparto di produzione ha ovviamente risentito parecchio del blocco delle produzioni classiche, ma gran parte della post produzione ha gestito egregiamente il lavoro da remoto, sfruttando una progettazione informatica, avvalendosi di server condivisi e accontentando così le più svariate richieste dei nostri clienti, sia per finalizzare progetti iniziati precedentemente al lockdown sia per consegnare riedizioni di precedenti campagne pubblicitarie. Siamo una società che da sempre investe in personale altamente professionale e in nuove tecnologie, quindi abbiamo sfruttato un sistema già testato e ben performante; inoltre abbiamo il privilegio di fare il lavoro più bello del mondo, quindi abbiamo approfittato del momento particolare per mettere a punto alcuni dei nostri nuovi servizi. Tv Key: Quali idee e nuove opportunità tecnologiche e di comunicazione state studiando per i vostri clienti? Emanuele Concadoro: In questo momento surreale e delicato, nel quale tutte le case di produzione e le agenzie di comunicazione – e soprattutto di eventi – sono per forza di cose ferme, abbiamo sviluppato internamente un sistema che integra differenti tecnologie per permettere a tutti di avere soluzioni concrete da subito. Nella fattispecie abbiamo ultimato la fase di test della nostra Videozone Virtual Production, una vera e propria rivoluzione che permette di annullare le distanze di tempo e di luogo, do-
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ve il mondo fisico incontra quello digitale e dove davvero tutto è possibile. Oggi siamo in grado di ideare e finalizzare set virtuali, sia di location create ad hoc da noi, sia di luoghi davvero esistenti ma ai quali al momento è impossibile accedere per ovvi motivi, e questo lo facciamo con un fotorealismo impressionante; all’interno del nostro studio green back di 65 mq, possiamo simulare di essere su Marte, come in un hangar, in un loft già arredato, in un laboratorio farmaceutico altamente tecnologico o in una cucina, il tutto con una coerenza fotografica eccezionale. Ma ciò che rende davvero unica questa tecnologia è il fatto che, ad esempio, un presentatore o un testimonial può presenziare anche da solo sul set, avere un ritorno dell’esperienza immersiva in studio e in contemporanea il regista, l’art director e il cliente possono potenzialmente avere già l’immagine delle camere e del program compositato da casa propria, usufruire dei segnali della nostra regia sul proprio computer in live e, nel mentre, coordinarsi via audio con la crew Videozone. Abbiamo trovato il modo di produrre uno spot, una trasmissione Tv o un evento con un monitoraggio completo su multipiattaforme informatiche via streaming, garantendo una qualità eccezionale, abbattendo totalmente le distanze e rispettando i nuovi protocolli di sicurezza. Stiamo inoltre studiando una modalità per presentare questo servizio molto presto all’interno di un evento web, per proporci come partner tecnologico ideale e supportare tutti coloro che al momento non possono riprendere le canoniche iniziative di comunicazione per tutte le restrizioni a tutela della salute che sono in atto. Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione dei vostri clienti?
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Emanuele Concadoro: Personalmente sono abituato ad analizzare le situazioni in prospettiva e penso che dopo questa emergenza sia non solo giusto ma necessario cambiare sia il proprio stile di vita sia il registro della comunicazione. A mio modo di vedere, occorre puntare di più sull’ascolto e sul confronto, dando spazio ai valori di solidarietà e sensibilità ambientale, facendo leva sulla responsabilità della coscienza di ognuno e sforzandoci di vedere nella difficoltà una grande opportunità! Videozone, ad esempio, nel suo piccolo da tempo non utilizza più materiale di plastica al proprio interno, i pochi bicchieri usa e getta e la carta presente nella nostra sede sono totalmente riciclati e riciclabili, l’utilizzo dell’energia elettrica è ponderato verso un uso critico e consapevole. Ormai tutti condividiamo, chi più chi meno, che è già troppo tardi per prendersi tempo ulteriormente, per questo credo forte-
mente che sia il momento di agire, aiutandoci e credendo in un cambiamento immediato e concreto. Così dovrebbero agire anche i brand, facendosi portatori di valori vicini al consumatore, ma muovendosi ora, investendo in maniera intelligente, decisa, sia in visibilità sia in nuove strategie e tecniche di comunicazione; perché chi si ferma ora probabilmente non sparirà, ma sicuramente perderà un’opportunità storica eccezionale. C’è un detto di Seneca che ha ormai più di due millenni, ma mi pare più attuale che mai, specie in questo periodo: ‘Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare’. Ecco, secondo me è arrivato il momento di delineare precisamente la direzione, issare le vele ed essere pronti alla folata di vento favorevole, perché abbiamo in qualche modo attraversato la tempesta, ma è tempo di ripartire e farlo meglio che mai! ... Si vede che mi manca il mare? Ah ah ah!
ANTONIO D’AMBROSIO CEO DI DISC TO DISC
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Antonio D’Ambrosio: Per noi che abbiamo da sempre più sedi dislocate passare da ufficio a casa non è stato un grosso trauma: tutti i nostri server sono strutturati per comunicare tra di loro in rete protetta, già da 10 anni. Dal giorno del lockdown i nostri fonici con le loro DAW a casa hanno potuto svolgere il normale lavoro come in ufficio. Vista l’impossibilità di accesso dei doppiatori in sala ci è sembrato più sicuro tenere tutti a casa, sia fonici sia producer, e tutte le incisioni fatte fino a oggi sono state realizzate in link. Tv Key: In teoria il lavoro di una produzione audio permette di lavorare con poche persone alla volta, senza assembramenti. È davvero così, e questo vi favorisce in questo momento? Antonio D’Ambrosio: Il lavoro creativo, quello delle incisioni con il doppiatore, è un po’ penalizzato... ma nemmeno più di tanto, in quanto il nostro sistema RAPP (Remote Audio Post Production) limita più possibile il gap perché integra audio e video in realtime in qualità e senza perdita di sync. Per quanto riguarda il lavoro tecnico, quindi di mix e montaggio, questo viene realizzato già da un paio d’anni in sala dal fonico e dal producer, tranne casi eccezionali, poi il cliente riceve il risultato finale e ci dà i suoi feedback.
Tv Key: L’emergenza attuale potrebbe aver spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media. State notando, ad esempio, una maggiore richiesta di spot radiofonici, in teoria più facili da realizzare in questo momento? Antonio D’Ambrosio: Lavoriamo spesso con clienti abbastanza grandi che sviluppano campagne integrate, comprendenti Tv e radio e naturalmente la parte social. Non stiamo ricevendo maggiore richiesta di spot radiofonici, perché i grandi al momento non stanno girando… mancando le campagne Tv mancano anche quelle radio. Tv Key: Il vostro lavoro ha spesso a che fare con microfoni e sale di registrazione. È stato difficile metterle in sicurezza? Come siete organizzati in questo senso? Antonio D’Ambrosio: Ci stiamo organizzando come viene richiesto per legge, ovvero sanificando, ricambiando aria nelle sale e disinfettando tutto alla fine di ogni turno, ma non prevediamo, almeno per i primi mesi, un grande afflusso di doppiatori in sala e abbiamo deciso, fino a quando non ci saranno disposizioni più chiare in materia di sicurezza, di proseguire con una parte del nostro personale in smart working e un’altra, molto esigua, in sede.
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_Chi non fa pubblicità 21x29,7_ok.qxp_Layout 1 26/05/20 20:52 Pagina 1
Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo. Henry Ford
NEWS OCCHIELLO SPOT
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‘COMUNICARE PER RIPARTIRE’, LA CAMPAGNA RAI CON IL PATROCINIO DI UPA ALFA ROMEO RIPARTE CON THIS IS IDEAL
‘Comunicare per ripartire’, su tutti i canali Tv Rai generalisti e specializzati, è la campagna che Rai Pubblicità ha realizzato per dare voce al mercato, con l’obiettivo di sottolineare oggi più che mai l’importanza di continuare a comunicare per far ripartire l’economia, accompagnata da un sincero ringraziamento per tutti i brand che hanno continuato a farlo anche durante l’emergenza sanitaria. Dopo un’iniziale fase di disorientamento, oggi siamo alla fase della consapevolezza in attesa della rinascita, in cui la pubblicità, che è da sempre lo specchio della società, dei suoi valori, dei suoi stili di vita e dei suoi modelli di crescita, rappresenta il motore economico per la ripartenza del Paese, anche attraverso il sostegno alla ripresa dei consumi socialmente responsabili. Un messaggio positivo, concreto, per affrontare il futuro, giorno dopo giorno, con consapevolezza e responsabilità. La campagna, oltre alla pianificazione sui canali Tv Rai generalisti e specializzati, avrà una speciale declinazione sulla stampa trade. Sarà pubblicata anche sul profilo Linkedin di Rai Pubblicità e sul sito e sui social di UPA.
ORTOROMI: MEDIA MIX RADIO E DIGITAL PER IL NUOVO SPOT INSAL’ARTE CHE CELEBRA LA RIPARTENZA OrtoRomi, leader nella produzione e commercializzazione di verdure fresche pronte al consumo e di piatti pronti freschi, dall’inizio dell’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo intero ha continuato con il consueto impegno, la passione e il grande senso di responsabilità il suo lavoro. Con il nuovo spot OrtoRomi sceglie attraverso il brand Insal’Arte di raccontare un pezzo della storia che abbiamo tutti condiviso, ma con un messaggio positivo e incentrato su quanto la pandemia sia stata anche un’occasione per prendere atto della forza dimostrata dal popolo italiano nell’affrontare pericoli e cambiamenti e nel credere in un futuro migliore. Creatività e realizzazione dello spot sono firmate DigitalMind Group. L’intento è quello di comunicare l’affidabilità di un’azienda che non si è mai fermata, appartenendo a uno dei settori fondamentali per fornire prodotti e servizi indispensabili al Paese, e di trasmettere un’aspettativa ottimistica e un’intenzione sincera da parte del brand.
Lo spot prevede un video di 30”, con copy declinato anche per la radio. Il video sarà veicolato con una campagna social della durata di 4 settimane sulle piattaforme Facebook, Instagram e YouTube e attraverso una pianificazione Teads In Programmatic video in read per 2 settimane, su siti in target. La pianificazione radio prevede spot di 20” a rotazione per due settimane su Radio Deejay, con partenza il 18 maggio 2020. I prodotti Insal’Arte verranno raccontati anche all’interno del programma Deejay chiama Italia, condotto da Linus, e durante la trasmissione Pinocchio da La Pina, Diego e la Vale.
Il gruppo This Is Ideal racconta il ritorno sulle strade di Alfa Romeo, in concomitanza con la ripartenza del Paese e di tutto il Gruppo FCA. La casa del Biscione descrive la fase di pausa e la nuova partenza che tutta l’Italia ha dovuto affrontare, fermando il normale flusso del suo spot Tv per pochi secondi, prima di farlo riprendere esattamente da dov’era stato interrotto, proprio com’è stato per la quotidianità di tutti noi. Per Alfa Romeo la vita che conduciamo non è altro che un viaggio, ed è solo fermandoci che possiamo apprezzare davvero quant’è emozionante. Per sottolineare ancora di più il legame tra il posizionamento di Alfa Romeo e l’attualità italiana, è stata scelta come colonna sonora del film, il brano La vita di Shirley Brassey, che invita a riflettere sull’importanza e la bellezza della nostra esistenza. Alfa Romeo si unisce con questo commercial agli altri brand del gruppo FCA per invitare tutti a rimettere in moto l’economia nazionale scegliendo l’Italia e le sue eccellenze produttive. Il tema della ripartenza viene sottolineato anche all’interno della campagna stampa dedicata alla promozione ‘Drive Forward’. Il film è pianificato da Starcom sulle principali reti televisive e online, con i tagli 30” e 15”.
BURGER KING E WUNDERMAN THOMPSON LANCIANO ‘THE SOCIAL DISTANCING WHOPPER’ In Italia il tempo dell’isolamento è finito e ci ritroviamo nella fase 2 in cui siamo finalmente liberi di muoverci. Le regole sono più chiare di qualche settimana fa: mascherina, guanti e, più di tutte, “restiamo tutti a un metro distanza”. In questo scenario Wunderman Thompson Italia e Burger King Italia hanno deciso di non optare per una comunicazione classica, ma di lanciare
sul mercato un vero e proprio sandwich, decisamente unico. Nasce il Social Distancing Whopper, il famosissimo
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Whopper, ma con molta più cipolla, per promuovere il distanziamento sociale in una chiave squisitamente BK. Disponibile in tutti i Burger King d’Italia, tramite il servizio drive-trough KingDrive, come take-away o eat-in. La campagna è stata ideata dai direttori creativi di Wunderman Thompson Italia Luca Iannucci e Pas Frezza e realizzata nella sua parte video con il regista Alessandro De Leo.
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UMBRIA BELLA E SICURA
Un invito a tornare viaggiare, scegliendo paesaggi naturali da vivere in totale sicurezza, a piedi o in bici, senza dimenticare i prodotti tipici. È questo il messaggio lanciato da
Regione Umbria con la nuova campagna di promozione turistica per l’estate 2020. Dal 17 maggio è in onda lo spot Tv, nei formati 10” e 15”, su Rai, Mediaset, La7 e su Sky, ideato dall’agenzia Salt&Pepper di Perugia. È una sequenza inedita di immagini accattivanti volte a raccontare tutto il bello del “cuore verde d’Italia”, quel paesaggio, quei borghi che possono essere vissuti e apprezzati senza alcun timore. Un rilancio significativo per superare le criticità avute e intercettare i principali target di riferimento della
destinazione: le coppie, le famiglie e i giovani, ora in televisione e poi su una pluralità di mezzi. Un lavoro articolato gestito da The Gate Communication con l’incarico di costruire sia la strategia media sia il mediabuying che riguarderà poi, per le prossime settimane, anche stampa, web, radio e outdoor. Oltre alla campagna l’Umbria lancia contemporaneamente il restyling del portale turistico UMBRIATOURISM, con una veste grafica più accattivante, responsive e nuove funzionalità.
CRÉDIT AGRICOLE TORNA IN COMUNICAZIONE CON FCB MILAN NUOVA CAMPAGNA TV, RADIO E DIGITAL PER ITALIAONLINE
È on air dal 17 maggio la nuova campagna di Italiaonline, ideata e realizzata dalla creative community KleinRusso, che propone una nuova creatività in chiave karaoke per promuovere il prodotto e-commerce. In questi mesi in cui la vendita online si è trasformata da opportunità di business per la grande distribuzione organizzata a canale indispensabile anche per le piccole attività, Italiaonline si pone come partner naturale per ‘aprire’ a tutti le porte del business online. Dalla micro alla grande impresa. Il risultato è uno spot pop, incisivo e dirompente. Roberto Giacchi, CEO di Italiaonline, commenta: “Questa campagna è una comunicazione chiara di ciò che siamo e che facciamo ogni giorno per le nostre imprese, con professionalità e orgoglio: il digitale al servizio del business”. La pianificazione dello spot, in versione 30’’ e 15’’, è a cura del centro media Mindshare e prevede: – lo spot Tv di 30’’ e 15’’, on air sui network Publitalia, Sky, Discovery e La7; – lo spot radio di 30’’ e 15’’, on air su Radio 24, sui circuiti RDS 100%, CNR, TeamRadio, Radio Subasio, Radio Norba, Norba Music; – digital: saranno pianificati formati video preroll, native, display, DEM, social e search.
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Crédit Agricole Italia lancia la nuova campagna firmata FCB Milan, l’agenzia guidata da Giorgio Brenna, CEO, e da Fabio Bianchi, Managing Partner, e con Hearst&Science come centro media. Il cuore del messaggio è la possibilità di ripartire con il progetto di una casa, con il nuovo mutuo che si attiva subito ma si inizia a pagare dopo un anno. Il concept creativo vede come protagoniste le persone che in questi mesi hanno vissuto intensamente la propria casa, che si sono scoperte cuochi e hanno desiderato una cucina più grande, o si sono allenate in casa e ora pensano a uno spazio dedicato, che hanno sperimentato lo smart working e sognano una stanza in più per lavorare al meglio. E qualcuno ha capito quanto sia importante anche un piccolo spazio verde e ora pensa a una casa che possa averlo. La campagna ha come cuore lo spot Tv 30” diretto da Ago Panini con la casa di produzione The Family. La musica che accompagna le ‘slice of life’ è una cover del brano Try di Pink, realizzata da Flavio Ibba. Una campagna a 360°, anche su digital e social, che si chiude con un messaggio importante: “ripartiamo insieme con fiducia”.
RECOARO TORNA IN TV: NUOVO SPOT E RESTYLING IN COLLABORAZIONE CON WACKY WEAPON Recoaro torna in Tv dal 17 maggio con una pianificazione su La7, continuando la strategia d’investimento del piano di comunicazione integrata a forte sostegno del brand, in particolare delle bibite biologiche Recoaro Bio. Lo spot sviluppa il concept del lato divertente del Bio grazie al connubio tra il lato allegro del frizzante e quello salutare del Bio. Le iconiche bibite biologiche e frizzanti arrivano sugli scaffali della GDO in una veste ancora più giovane e fresca grazie a un restyling completo e colorato ispirato agli agrumi mediterranei. Tre le referenze disponibili, con una nuova veste ma il gusto di sempre: Chinotto Bio, Limonata Bio con estratto di Zenzero, Aranciata Bio con estratto di Bergamotto. Recoaro ha scelto l’agenzia Wacky Weapon anche per l’ideazione delle nuove etichette: una grafica dallo stile illustrazione, con geometrie che richiamano le forme degli agrumi 100% italiani, i veri protagonisti del prodotto. Le caratteristiche texture dei frutti
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limone, chinotto e arancia sono ricreate visivamente grazie a piccoli elementi grafici che richiamano anche un altro elemento fondamentale del prodotto: la frizzantezza. L’anima biologica è chiaramente presente ed enfatizzata dalle foglie verdi che accompagnano gli agrumi in tutte e tre le referenze. Il risultato è un pattern fresco, allegro ed estivo, declinato su cromie differenti per ogni gusto. Le Recoaro Bio uniscono la genuinità del biologico e la bontà della frutta 100% di origine italiana, in sola acqua minerale naturale Recoaro.
È USER-GENERATED LO SPOT ARCAPLANET FIRMATO ALKEMY AL VIA LA CAMPAGNA DI AXA ITALIA #INSIEMEPERPROTEGGERCI PER GUARDARE ALLA RIPARTENZA E AL FUTURO IN CHIAVE POSITIVA
Un racconto attraverso gli occhi di un bambino del mondo in cui viviamo oggi, durante l’emergenza Coronavirus, che inizia dalla finestra di casa, tra strade vuote, strane abitudini e mascherine sui volti che ci fanno assomigliare tutti. Il suo sguardo però è capace di darci una nuova prospettiva, facendoci riflettere sul concetto di uguaglianza: ci somigliamo tutti perché ci siamo uniti, per proteggerci a vicenda. È questo il messaggio al centro della nuova campagna #InsiemePerProteggerci del Gruppo assicurativo AXA Italia, ispirata dal concept ‘All the same’ e articolata in una video strategy dal forte impatto visivo ed emozionale. On air dal 26 aprile, è ideata da Publicis Italia, e la pianificazione è curata da Starcom. Lo spot coinvolge Tv e video online, in due formati, 30” e 45”. L’hashtag #InsiemePerProteggerci, che chiude lo spot, esprime la mission di AXA Italia, che vuole essere partner di questo Paese, dei propri clienti, della rete distributiva – agenti e la rete di Banca Monte dei Paschi di Siena – e dipendenti, per ripartire con fiducia, guardando al futuro in modo positivo e accompagnando le persone a rimettere in gioco i loro sogni.
Arcaplanet, la catena italiana leader nella distribuzione di prodotti per animali domestici con oltre 350 punti vendita diretti, una piattaforma di vendita online e circa 1.700 dipendenti, ha messo in scena il valore che un pet porta in ogni famiglia chiedendo agli italiani di raccontare un momento di allegria insieme ai propri animali domestici. Alkemy, società leader nel settore dell’evoluzione dei modelli di business, scelta da Arcaplanet per la comunicazione 2020, ha ideato e prodotto l’activation ‘Your Pet Stories’, che ha ingaggiato i pet parent sui social invitandoli a registrare un breve video insieme ai propri beniamini per collaborare alla realizzazione di uno spot interamente user-generated che mostra come gli animali domestici siano membri di diritto delle nostre famiglie, alla cui vita partecipano in modo attivo e coinvolgente. Che siano momenti di difficoltà o di spensieratezza, i nostri animali domestici sono sempre con noi. Lo spot ‘Your Pet Stories’ è on air dal 9 maggio in Tv e sui canali digital e social di Arcaplanet. La produzione è gestita dalla Entertainment Unit di Alkemy guidata da Giorgio Cignoni.
DA UN’IDEA DI BAM, NASCE IL NUOVO SPOT POMÌ “Per quanto possibile, cerchiamo ciò che c’è di buono in ogni situazione”: un messaggio positivo che esprime i valori e la profonda vicinanza del brand Pomì, alle persone protagoniste di un tempo cambiato, a tutti noi che ogni giorno cerchiamo di reinventarci le nostre giornate in casa. Mentre scorrono le immagini dello spot, ci riconosciamo in tanti piccoli gesti quotidiani: è vero infatti che abbiamo modificato il modo di lavorare, di uscire, di svagarci, ma è vero anche che possiamo sempre farlo con ottimismo e positività, cercando quel che c’è di buono, anche in questa situazione. Augurandoci di tornare presto a dare alle nostre giornate anche il sapore della convivialità. “Questa inaspettata situazione”, dice Umberto Mauri, “ha cancellato ogni consuetudine: oltre alle nostre abitudini di persone, sono saltati anche la maggior parte dei piani marketing delle aziende. Bisogna ritararsi rispetto a una nuova realtà: capire se comunicare, cosa comunicare e come comunicarlo”. “Un panorama complesso”, interviene Paolo Bassanetti, “che ci ha portati a sconvolgere gli iter più consolidati: non aspettando i brief dei clienti ma, spesso,
facendoci promotori di progetti pensati da noi. Da un lato dobbiamo avere grande consapevolezza di ciò che il Paese sta attraversando, dell’altro non possiamo immaginare di rimanere immobili poiché questo si tradurrebbe in un gap troppo difficile da colmare quando ripartiremo”. Conclude Dario Alesani: “BAM si è fatta promotrice di progetti che mettessero sempre al centro le persone: crediamo infatti che il ruolo delle marche in questa parentesi di vita isolata debba per quanto possibile essere percepito come un supporto, una presenza al nostro fianco, un modo per dire: “non tutto è cambiato, noi ci siamo”. Lo spot da 30’’ è on air su tutte le e principali reti televisive nazionali, Rai, Mediaset, Sky, Discovery, la7. Agenzia media: Personalmedia.
STAR AL TUO FIANCO PER… RIPARTIRE On air sulle principali emittenti Tv e sul web dal 19 aprile, il nuovo spot di STAR, creato da VMLY&R Italia e Spagna, racconta uno spaccato della vita in cucina di tutti noi nei lunghi giorni di resistenza. Un racconto vero, dove la cucina diventa il luogo per provare a dissolvere paura e tristezza, nel quale si fa qualcosa che è molto più che cucinare: si ride, si piange, si studia, si balla, si litiga, si fa pace, ci si consola, si resiste, si spera. Lo spot inizia con una
persiana che si apre sulla città silenziosa. L’attenzione si sposta nelle case, nelle cucine degli italiani, nei cortili, sui tetti. Si scopre così la vita che pulsa, l’emozione
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dello stare insieme con piccoli gesti quotidiani, come un cestino calato dalla ringhiera per scambiarsi un ingrediente, una ricetta improvvisata per i propri figli o un tramonto che vale una nuova alba sul tetto di un condominio: il finale ci prepara a ripartire. STAR ha parlato alle persone prima che ai consumatori confermando la sua promessa di brand: essere sempre al fianco delle famiglie italiane. Lo spot è prodotto da Akita con la regia di I Cric.
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WUNDERMAN THOMPSON: LE EMOZIONI OLTRE LE DISTANZE Le emozioni più belle superano ogni distanza, questo il concept del nuovo spot curato da Wunderman Thompson per WINDTRE, che ha l’obiettivo di essere ‘Human Network Builder’, capace di supportare le persone nelle sfide quotidiane del presente. Lo spot, interamente girato da remoto, racconta la festa di compleanno del piccolo Nicolò che, quest’anno, deve svolgersi a casa. Ma, grazie alla Super Fibra di WINDTRE, i suoi genitori coinvolgono
nei festeggiamenti nonni, zii e amici, che fanno sentire al festeggiato tutto il loro affetto, pur non essendo fisicamente presenti. La giornata è resa ancor più speciale dai video auguri del brand
ambassador di WINDTRE, Rosario Fiorello. Interamente diretto da casa dal regista Marco Bellone, qui anche direttore della fotografia e attore, lo spot è in onda sui principali network nazionali, con formati da 45”, 30” e 15”, e tagli da 7” e 10”. Casa di produzione Alto Verbano, postproduzione di XLR8. Colonna sonora, Esseri umani di Marco Mengoni, in una versione adattata che riprende il claim ‘molto più vicini’.
‘ENERGIA A IMPATTO ZERO’: LA NUOVA CAMPAGNA DI BLUENERGY GROUP “BLU, come il nostro gas a zero emissioni”, “ENERGY, come la nostra energia da fonti verdi e pulite”: inizia così lo spot della nuova campagna pubblicitaria con cui Bluenergy Group, on air sulle reti RAI, LA7 e Sky e sulle radio e sui media digitali. La creatività dello spot, che si distingue per un tono dinamico e coinvolgente, si sviluppa sul concetto di energia a impatto zero, valorizzando la scelta verde di Bluenergy e l’offerta ‘Deciso Green’, la proposta per una fornitura energetica verde, semplice e a prezzo bloccato. Lo spot racconta l’impegno green della multiutility che ha scelto di puntare sulla sostenibilità con forniture di gas 100% ‘CO2 free’ e forniture di energia elettrica proveniente interamente da fonti rinnovabili. La realizzazione è stata curata da Quasar Corporate, casa di produzione friulana specializzata da oltre 15 anni in video commerciali e istituzionali di alta qualità. La regia è di Giorgio Milocco, cofondatore della casa di produzione che ha curato la scrittura e la regia di molti commercial per svariati e prestigiosi brand nazionali e internazionali. Il media mix della campagna adv di Bluenergy Group prevede anche un’intensa programmazione radio e online e sui principali social network.
FIORDIFRUTTA RIGONI DI ASIAGO HA LA NATURA NEL CUORE. IL TVC FIRMATO FCB MILAN Fiordifrutta è uno dei fiori all’occhiello di Rigoni di Asiago, un prodotto unico che esprime alla perfezione tutti i valori del brand: è fatta con amore, nel pieno rispetto della natura, dedicata a chi vuole migliorare il proprio mondo, e anche quello circostante con un piccolo gesto quotidiano. Perché la ricetta di Fiordifrutta è semplicissima e buonissima: solo la migliore frutta biologica, succo di mela e pectina. E per celebrarla, Rigoni di Asiago ha affidato a FCB Milan – l’agenzia guidata da Giorgio Brenna (CEO) e da Fabio Bianchi (Managing Partner) – la realizzazione di un TVC in grado di raccontare una piccola storia quotidiana, capace di glorificare l’heritage di un prodotto da molti anni leader di mercato. La ricetta per renderlo memorabile? La luce chiara di una mattinata italiana che contrasta con il colore morbido e armonioso di Fiordifrutta, la sua
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consistenza irresistibile, un parlato elegante sulle note raffinate e affascinanti di un pianoforte. Il tutto incorniciato dal claim ‘La natura nel cuore’, una vera unique selling proposition per chi racconta la magia di sapori e profumi che sembrano arrivare ogni giorno direttamente dall’Altopiano di Asiago. “Per Fiordifrutta abbiamo scelto un approccio semplice e naturale, che racconta un prodotto che aggiunge ogni giorno dolcezza alla nostra vita”, commenta Alessandro Antonini, Executive Creative Director di FCB Milan.
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SALUMIFICIO BORDONI APPRODA IN TV. FIRMA COMUNICO GROUP E PIANIFICA ADDRESS
Prosegue il percorso di affermazione del brand Bordoni nel panorama della comunicazione italiana, grazie alla sua prima campagna televisiva, pianificata da Address e in onda sulle principali emittenti di Discovery a partire dal 17 maggio, ideata e sviluppata da Comunico Group, che accompagnerà l’azienda per i prossimi due anni e che ha definito le linee guida dello sviluppo strategico del brand. “L’occasione di vedere il nostro brand in Tv ci rende orgogliosi”, afferma Barbara Bordoni, capo marketing e vendite dell’azienda. “Negli ultimi anni abbiamo concentrato i nostri sforzi sul prodotto per mantenere fede agli elevati standard di qualità. Adesso è arrivato il momento di conquistare il consumatore finale e, per questa ragione, siamo consapevoli che la comunicazione sia imprescindibile. L’agenzia ci sta supportando in maniera egregia e la sinergia professionale ci lascia molto soddisfatti”. Oggi i prodotti del Salumificio Bordoni sono presenti nelle principali insegne della GDO italiana. Insieme a Carmelo Cadili, il team creativo dell’agenzia è stato guidato da Fabiana Turolla, partner dell’agenzia e head of client.
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Liguria Power
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