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Mensile professionale di comunicazione e produzione cine-televisiva
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Media Key srl, Via Arcivescovo Romilli, 20/8 - 20139 Milano - www.mediakey.tv
MOVIE PEOPLE: UN SERVIZIO COMPLETO E INNOVATIVO
N° 351 Giugno-Luglio-Agosto 2020
Giugno-Luglio-Agosto 2020 - N. 351 - e 6
ALTERNATIVE GROUP: CREATIVITÀ A 360˚ SPECIALE CINEMA OBE SUMMIT 2020
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Campagna Unieuro Black Friday - The Addams Family Agenzia: Redcell. Direzione creativa: Gianluca Nappi Regia: Luca Lucini & Marcello Lucini Casa di Produzione: Visionaria Film
M OS T R U OS A M E N T E
VISIONARI! VI IDEAZIONE - PRODUZIONE - POSTPRODUZIONE
TAILO OR MADE PRODUCTIONS S
WWW.VISIONARIAFILM.IT The characters known as The Addams Family are registered Trademarks an Copyrights of Tee and Charles Addams Foundation
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40 ANNI DI SOLUZIONI INGEGNERISTICHE ORIGINALI PER LA PRODUZIONE La cover di questo fascicolo è dedicata a Movie People, l’azienda di noleggio all’avanguardia guidata da Mario Maronati e che quest’anno compie 40 anni. Un periodo temporale lungo nel quale la tecnologia ha fatto passi da gigante. In particolare il mondo della produzione, con l’avvento del digitale che ha sostituito la pellicola, ha subito profondi cambiamenti. Il percorso di Movie People è stato sorprendente e straordinario, contrassegnato dalla continua ricerca di sempre nuove tecnologie al servizio di case di produzione, registi, direttori della fotografia per il cinema, la pubblicità, la televisione. Il suo fiore all’occhiello è la divisione Engineering, in grado di assistere tecnicamente proponendo soluzioni ingegneristiche originali per le produzioni e tali da meritare brevetti internazionali. Il fascicolo che avete fra le mani è in buona parte dedicato al cinema. Dopo il rinvio a causa del Covid-19 del Festival del Cinema di Cannes, i Festival che si svolgono in Italia assumono un’importanza maggiore, ragion per cui questo numero ospita uno Special Report sul cinema italiano. L’attesissima 77ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia è in programma dal 2 al 12 settembre, giorno in cui saranno attribuiti i Leoni d’Oro. Nelle tre tradizionali sezioni, ‘Concorso’, ‘Fuori Concorso’ e ‘Orizzonti’, il Festival vede in gara ben 55 film provenienti da tutto il mondo (dagli Stati Uniti all’Azerbaijan) di cui riportiamo titoli e relativi protagonisti. Seguiranno poi la prima edizione del Matera Film Festival, in programma dal 24 al 26 settembre, la Festa del Cinema di Roma, prevista dal 15 al 25 ottobre, dove fra i film che saranno proiettati figura anche Mi chiamo Francesco Totti, il Torino Film Festival, in tabellone dal 20 al 28 novembre. Intanto si è già conclusa la terza edizione del Filming Italy Sardegna Festival. Superando le notevoli difficoltà dovute al momento Tiziana Rocca, con il supporto del Governatore Solinas, è riuscita nell’impresa di organizzare questo festival in modo brillante. Fra i premiati, Gabriele Muccino con il film Gli anni più belli, Carol Alt, Isabelle Huppert, Matt Dillon, Arisa, Riccardo Milani e Paola Cortellesi. Concludono lo Special due miti come Ennio Morricone, recentemente scomparso, e Alberto Sordi, nel centenario della nascita, insieme a una carrellata sui film che vedremo nella prossima stagione cinematografica. Vi proponiamo inoltre un servizio su Visionaria Film, l’emergente struttura agile e versatile guidata da Daniele Cantalupo, un’intervista a Luigi Zanolio, a capo di Alternative Group, un’agenzia di marketing, comunicazione e produzioni digitali e video, un articolo su FM Records, condotta da Alessandro Pinnelli, che utilizza l’Intelligenza Artificiale per produrre music library, e un servizio sui 10 anni di Foxtrot di Lorenzo Ferrario, più volte vincitore ai nostri Key Award. Concludono il volume un servizio su ‘OBE Summit 2020’, la conferenza di UNA sull’andamento degli investimenti pubblicitari, la presentazione di Pe-
tra, il nuovo progetto per Sky Cinema prodotto da Cattleya, il terzo appuntamento con la rubrica di storytelling e le interviste ad alcuni manager per comprendere come sta cambiando la comunicazione. Buona Lettura! Roberto Albano
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EDITORIALE
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Direttore responsabile Roberto Albano roberto.albano@mediakey.it redazione@mediakey.it Collaboratori Helen Albano Raul Alvarez Claudio Branca Laura Caminada Madela Canepa Maurizio Ermisino Elisabetta Flamini Gianni Martinelli Castiglia Masella Mauro Murero Riccardo Rossiello Barbara Tomasi Impaginazione Sara Barile Tel. 02 52.20.37.23 sara.barile@mediakey.it Luisa Paola Bassu Tel. 02 52.20.37.25 luisa.bassu@mediakey.it Comunicazione, pubblicità e PR Anna Meneghetti anna.meneghetti@mediakey.it Ufficio commerciale Piera Piscozzi piera.piscozzi@mediakey.it Responsabile trattamento dati Roberto Albano roberto.albano@mediakey.it Amministrazione/Segreteria commerciale Carla Oggioni carla.oggioni@mediakey.it Ufficio abbonamenti Tiziana Cerutti tiziana.cerutti@mediakey.it
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Mensile professionale di comunicazione e produzione cine-televisiva
EDITORIALE
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40 ANNI DI SOLUZIONI INGEGNERISTICHE ORIGINALI PER LA PRODUZIONE COVER STORY
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MOVIE PEOPLE: UN SERVIZIO COMPLETO E INNOVATIVO
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VISIONARIA FILM
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CREATIVITÀ A 360˚
0 16
SCENARIO MEDIA 2020-2021
0 18
OBE SUMMIT 2020
0 22
ARCHETYPAL ADVERTISING: STORYTELLING & PUBBLICITÀ
0 26
FOXTROT
0 28
PRODUZIONI SKY ORIGINAL
0 32
FM RECORDS
0 36
77ª MOSTRA INTERNAZIONALE DI VENEZIA
0 38
BIENNALE DI VENEZIA: I TITOLI IN CONCORSO
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FILMING ITALY SARDEGNA FESTIVAL
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MATERA FILM FESTIVAL
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Pubblicità --Consegna Pubblicità Consegnamateriale: materiale: 20 gg. gg. prima primadel delmese mesedidicopertina copertina Editore: Media Editore: MediaKey KeyS.r.l. S.r.l.
0 45
FESTA DEL CINEMA DI ROMA
0 46
TORINO FILM FESTIVAL
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LA NUOVA STAGIONE CINEMATOGRAFICA
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ENNIO MORRICONE
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ALBERTO SORDI
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#MKINTERVISTA
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NEWS SPOT
MEDIA KEY EVENTS
Responsabile Roberto Albano Produzione Astrid Fiorella astrid.fiorella@mediakey.it Simona Dagnello simona.dagnello@mediakey.it Simona Saccone simona.saccone@mediakey.it Stampa Galli Thierry Stampa S.r.l. - Milano Distribuzione G.M.A. Sas
Direzione,Amministrazione, Amministrazione, Redazione, Pubblicità Direzione, Redazione, Pubblicità
Via Arcivescovo Via ArcivescovoRomilli, Romilli,20/8 20/8 20139 Milano 20139 Milano Tel. 02 52.20.37.1 Tel. 02 52.20.37.1 Fax Fax020255.21.30.37 55.21.30.37 info@mediakey.it ––www.mediakey.tv info@mediakey.it www.mediakey.tv Registrazione n° 348/16.5.90 presso il Registrazione n° 348/16.5.90 presso il TriTribunale di Milano bunale di Milano Sped. in Abb.to Postale - 45% Art. 2 Comma 20/b Sped. Abb.to Postale 45% Art. 2 Comma Legge in 662/96 - Filiale di -Milano 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano Media Key S.r.l. è iscritta nel Registro Nazionale la Presidenza Media Keydella S.r.l. Stampa è iscrittapresso nel Registro del Consiglio deiStampa Ministri, Servizio dell’Editoria, Nazionale della presso la Presidenza Divisione X Legge 5/8/1981Servizio n. 416, dell’EditoArt. 11 del Consiglio dei Ministri, con il numero 01397 Vol. 14 Foglio 769Art. in data ria, Divisione X Legge 5/8/1981 n. 416, 11 21/11/84. Iscritta al ROC n. 29902 con il numero 01397 Vol. 14 - Foglio 769 in data 21/11/84. Iscritta al ROC n. 7278 Prezzo di copertina: 6 euro Prezzo di copertina arretrato: euroeuro Abbonamento annuo Italia: 9 120 Abbonamento cumulativo annuo165 Italia: Abbonamento annuo Estero: euro120 euro Abbonamento cumulativo annuo Estero: 165 euro L’abbonamento comprende l’invio di Media Key L’abbonamento comprende l’invio di Media Key Synthesis (10 fascicoli), Tv Key (9 fascicoli), più gli Synthesise (10 fascicoli), Tv Key (7 fascicoli), più gli speciali l’Annual. speciali e l’Annual.
Tutti i diritti sono riservati Tutti i diritti sono riservati Associato all’USPI Associato all’USPI Unione Stampa Unione StampaPeriodica PeriodicaItaliana Italiana
CI PIACCIONO LE SFIDE IMPOSSIBILI PROVA L’ALTERNATIVA CON ALTERNATIVE GROUP I DATI DI UN ANNO A DUE VELOCITÀ BRAND INTEGRATION O PRODUZIONE ORIGINALE? DIO SALVI IL BRAND REGINA! SPOT A RITMO DI ROCK PETRA, BELLISSIMA COME GENOVA L’ELEMENTO UMANO NELLA MACCHINA VENEZIA È SEMPRE VENEZIA VENEZIA, UN PATRIMONIO PER CHI VERRÀ DOPO DI NOI CONCLUSA CON GRANDE SUCCESSO LA 3ª EDIZIONE TUTTO PRONTO PER LA PRIMA EDIZIONE NELLA CITTÀ DEI SASSI LE PRIME ANTICIPAZIONI DELLA 15ª EDIZIONE LE NUOVE SFIDE DEL CINEMA E DEL TERRITORIO IL CINEMA CHE VERRÀ IL COMPOSITORE TRASVERSALE IO SO’ IO, E VOI? #PRONTIARIPARTIRE
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SOMMARIO
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COVER STORY
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SPECIALIZZATA IN SERVIZI PER IL CINEMA E LA TELEVISIONE, MOVIE PEOPLE HA ADATTATO E MIGLIORATO NEL CORSO DI QUESTI 40 ANNI LE SUE TECNOLOGIE, ADEGUANDOSI ALLE NUOVE ESIGENZE DEL SETTORE.
MOVIE PEOPLE: UN SERVIZIO COMPLETO E INNOVATIVO
È stata fondata a Milano nel 1980 con l’esigenza di creare una struttura di noleggio all’avanguardia, che prendesse in considerazione le innumerevoli richieste di registi, tecnici e case di produzione. La prima sede
nel cuore della città meneghina, perfetta per prendere contatto con le maggiori realtà produttive presenti sul territorio. In quel periodo Movie People ha proposto ciò che in futuro è diventato lo standard per il trasporto del materiale e dell’energia sui set milanesi e nazionali: i Cinemobili. Equipaggiati al loro interno con un gruppo elettrogeno silenziato di varia potenza e arredati con scaffali per immagazzinare il materiale di elettricisti e macchinisti, sono diventati di fatto un piccolo magazzino mobile, adatto a soddisfare le esigenze di piccole e medie produzioni. Nel 1985, dopo soli cinque anni di attività, è stata necessaria una sede operativa più consona alla mole di lavoro che si stava
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Sopra, Mini Russian Arm Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio sul set di Ferrari P80. Sotto, le lenti anamorfiche Vantage Hawk V-Lite.
creando, quella di Viale Berbera: un magazzino con uffici annessi di 2.000 mq, capace di ospitare tutti i reparti produttivi principali. Un’esperienza durata più di vent’anni, nei quali oltre a proporre un ottimo servizio a produzioni e tecnici, si iniziò a pensare che fosse necessario certificare il duro lavoro; arrivando così nel 2000 a intraprendere un lungo e faticoso
cammino verso il Sistema di Gestione per la Qualità ISO 9001 e la Certificazione per la Sicurezza sul Lavoro 18.000. L’obiettivo, ottenuto e mantenuto con successo fino ad ora, permette ai dipendenti e ai lavoratori esterni all’azienda di fare affidamento su una realtà solida e sicura.
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Nei primi anni 2000 l’azienda milanese era ormai già affermata come uno dei punti di riferimento più quotati tra i noleggiatori, lavorando per le più importanti produzioni pubblicitarie e televisive. La politica aziendale, privilegiando gli investimenti sulle attrezzature e sulla formazione del pro-
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prio personale, permise di pensare a una vera e propria espansione. Con il definitivo trasferimento a Cologno Monzese, dove sorge l’attuale sede centrale, si arrivò a una maggiore sinergia tra i reparti. Vennero aperte con successo due succursali, Roma e Bari, pensate per permettere di coprire una superficie più vasta, creando nuove possibilità di crescita e avvicinando con successo Movie People alla fornitura di materiale per le più importanti produzioni cinematografiche nazionali.
E DIGITALE FU... Questi ultimi 15 anni, caratterizzati dal sostanziale passaggio dalla pellicola al digitale, hanno portato Movie People a investire fin da subito sulla nuova tecnologia, inizialmente con camere broadcast ad alta definizione (Cinealta) e poi con le nuove camere digitali con sensore super 35mm, arrivando ora a possedere i più recenti modelli di aziende leader. I clienti possono contare su una vasta scelta di Arri Alexa: da Alexa 4:3 Plus ad Alexa Mini fino ad abbracciare il Large Format con Alexa Mini LF. Nel 2019 Movie People ottiene da Red la certificazione Authorized Rental House e la possibilità di acquistare la Ranger Monstro 8K VistaVision; tutto ciò dopo aver investito molto sul marchio americano, comprando le camere Epic Misterium, Weapon Helium 8K S35, Gemini 5K, e Monstro 8K VistaVision. Oggi Movie People vanta un parco camere vasto e internazionale, che comprende marchi australiani come Blackmagic Design e Giapponesi con Canon e Sony, di cui possiede la nuova Venice 6K. Si può contare sulle camere high-speed statunitensi Vision Research Phantom Flex 4K e 2K. Ogni esigenza viene accolta ed è così che anche camere broadcast Panasonic, Sony e Canon sono disponibi-
Sopra, Ranger Monstro 8K VistaVision sul set di TIM girato a Venezia. A destra, Skypanel S120 e Astera Helios Tube.
li, oltre alle microcamere e cineprese, da 35mm e 16mm marchiate Arri ed Aaton. Per supportare i direttori della fotografia Movie People propone, oltre a un’importante selezione di camere, anche una grande scelta di lenti. Venendo incontro ai nuovi sensori Full Frame, Movie People conta a catalogo una numerosa serie di ottiche e zoom dei brand di punta: Cooke, Leitz, Zeiss, Canon e Angenieux. Altro punto cruciale per un noleggio di questa statura sono le lenti anamorfiche. Gli investimenti fatti su questa tipologia di obbiettivi sono stati notevoli portando Movie People a poter fornire un’ampia gamma di scelta: JDC XtalXpres, per gli amanti del look vintage, passando dalle Cooke Anamorphic Special Flair alle Zeiss Master Anamorphic; fino a poter dire orgogliosamente di possedere una serie di Vantage Hawk VLite. Non vengono comunque tralasciati gli obbiettivi sferici, dalle focali fisse agli zoom e tutti gli accessori legati al mondo ‘macchina da presa’
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compresi gimbal, monitor, recorder e blimp subacquei. Un esempio di adattamento a questo periodo, che sta vivendo l’intero Pianeta, è sicuramente stata la creazione di un sistema streaming, che permetta ai clienti di poter osservare cosa si sta girando comodamente dai propri uffici,
aumentando notevolmente la sicurezza sanitaria sui set.
DALLA TERRA AL CIELO, ALLA RICERCA DI NOVITÀ E TECNOLOGIA Fin dalla sua nascita Movie People ha permesso alle produzioni di poter girare spot dedicati all’Automobile grazie ai
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mezzi più classici già presenti da anni sui set, come il Camera Car e il Low Loader. Un altro supporto notevole alle produzioni è stata la creazione di un garage dedicato ai mezzi speciali, implementando quelli sopracitati con una serie di quad e vetture elettriche, attrezzati ad hoc per le riprese. La svolta è avvenuta quando a metà 2013 è stato messo in opera il primo Russian Arm acquistato e messo in opera con la collaborazione di Filmotechnic. Questo braccio giro-stabilizzato è stato una vera rivoluzione nel campo delle riprese di veicoli in movimento; girare ad alta velocità e praticamente ovunque: su strada, sui circuiti e fuori strada. La sfida accolta da Movie People fu quella di equipaggiare un veicolo ad alte prestazioni, una Mercedes GLE 63 AMG, con monitor e ricevitori, ideale per ospitare il braccio con testa stabilizzata oltre al precision driver, il regista o direttore della fotografia e i tecnici del braccio. Il risultato ha rappresentato un grande successo di mercato ed è stato utilizzato in numerose produzioni tra le quali spicca la lavorazione in Marocco del film Mission Impossible - Rogue Nation. Questo ha permesso a distanza di un paio d’anni di poter allestire un altro mezzo innovativo. A differenza del primo, che doveva viaggiare per i trasferimenti su un bilico, il nuovo Mini Russian Arm, più piccolo del suo ‘fratellone’, è montato su un’auto altamente performante, la Porsche Macan S. Quest’ultima poteva viaggiare normalmente su strada per i trasferimenti e realizzare riprese incredibili. Ciò ha portato un maggiore utilizzo di tale equipaggiamento sul mercato italiano che si è tradotto nell’esigenza di acquistare un terzo sistema simile al precedente. Il terzo braccio Mini Russia Arm, montato su una splendida Stelvio Quadrifoglio da 510
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Sopra, un ‘gigante’ sul set: Supertechno 75 Plus a Matera. A destra, il Filo Via progettato dalla divisione Engineering.
CV, è stato pensato soprattutto per lavorare sulle produzioni legate al gruppo FCA. Movie People ha acquistato in questi anni svariati sistemi di stabilizzazione, da affiancare ai mezzi speciali: Flight Head 6S, con Roll illimitato e capace sempre di più di mantenere un’ottima stabilizzazione anche sui mezzi speciali ad alta velocità, Flight Head 5, Mini Flight Head e Shotover G1. Shotover F1, invece pensata appositamente per le riprese aeree, è capace di ospitare un gran numero di camere e ottiche, perfetta per chi ricerca un’accurata stabilità dell’inquadratura. Tramite la sua staffa omologata è possibile montarla su elicotteri e aerei, oltre che su imbarcazioni e mezzi speciali. Una menzione speciale va alla Stabil CAMS, progettata e assemblata direttamente da Movie People, una testa giro-stabilizzata a 3 assi capace di caricare fino a 40 kg e con un movimento sia del PAN sia del TILT di 360°. Ideale per qualsiasi tipo di supporto è l’unica nel suo genere che, tramite il sistema di controllo PAN/BAR, permette una risoluzione di movi-
mento altissima raggiungendo i 2.000.500 step.
IL CUORE PULSANTE DELL’AZIENDA La luce è il cuore pulsante del cinema e di qualsiasi produzione video che si rispetti. Movie People ha sempre cercato di soddisfare le richieste dei direttori della fotografia e dei capi elettricisti più esigenti, a partire dai proiettori HMI e Tungsteno marchiati Arri ai neon Kino Flo e agli illuminatori speciali come i palloni aerostatici illuminanti, fino ad arrivare agli ombrelli riflettenti del calibro di Briese Light. Negli ultimi dieci anni, con l’avvento sempre più crescente della tecnologia Led, Movie People è stata in grado di soddisfare ogni esigenza seguendo gli orientamenti del mercato: pannelli Led Arri Skypanel, Kino Flo Select 30, le serie complete di DMG Lu-
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mière, Cineo, Litepanels e Rosco, una selezione di illuminatori in voga sui set internazionali quali Digital Sputnik DS1, DS6 e Creamsource Sky. Se gli spazi si riducono anche il peso si riduce, Movie People viene in soccorso con una vasta scelta di Led flessibili: Litegear Litetile Plus 8, Sourcemaker Blanket e Rubi Light Boa sono solo alcuni esempi. In questi ultimi anni inoltre si possono annoverare, tra i corpi illuminanti più richiesti, tutti gli illuminatori a tubo che usano questa tecnologia: Astera Titan, Helios, AX1, Digital Sputnik Voyager, i Qasar Science Q-Lion e Q-Led X. Il settore luci è inoltre supportato da una gran scelta di gruppi elettrogeni noleggiati tramite i cinemobili, con relativa dotazione, oppure separatamente, e vanno dai 2 kw ai 150 kw. Se il reparto luci è il cuore, il reparto Grip è il brac-
cio e Movie People è fiera di possedere numerosi crane telescopici. Partendo dall’imponente Supertechno 75 Plus, con uno sbraccio che va oltre ai 22 m, vero gigante del set; il Supertechno 50, il Supertechno 30 e il più piccolo della serie, il New Techno 22. Movie People propone figure professionali, attente e preparate a usare queste tecnologie. Tra i crane modulari più moderni si contano: il GF-16, GF8 e GF-6 di Grip Factory Munich, il Foxy, Foxy Pro ed Advanced di Panther. I dolly non sono da meno: J.L. Fisher 10 e 11, Movietech Magnum, Super Falcon, Albatros e Capinera di Cinetech.
DIVISIONE ENGINEERING: 20 ANNI DI RICERCA E PROGETTAZIONE, DAL CINEMA ALLA TELEVISIONE La divisione Engineering nasce per portare assistenza tecnica di alto livello alle case di produzione e alle maggiori realtà televisive italiane, proponendo soluzioni ingegneristiche originali, al punto da meritare brevetti internazionali. Il primo di questi sistemi, il CAMS, un sistema computerizzato di testate a controllo remoto per cineprese e telecamere, in grado di operare nelle più disparate condizioni: su crane, colonne e carrelli, a terra, in aria e con Aqua CAMS anche sott’acqua. Nel corso degli anni il sistema è stato migliorato dando vita al progetto Easy CAMS affiancata alla testa giro-stabilizzata Stabil CAMS, progettata e realizzata interamente da Movie People. La divisione Engineering annovera tra le sue proposte carrelli motorizzati all’avanguardia quali il Filo Via, che non necessita di binari, ma solamente di una striscia di rame posata sul pavimento degli studi televisivi, un carrello versatile, che può ospitare una colonna idraulica e teste motorizzate. Partendo dall’idea di
Dynamicam significa velocità, sicurezza, precisione, letteralmente volando nella scenografia, inquadratura stabilizzata, 4K. Alcuni dei lavori più importanti sono: Il Festival di Sanremo, Sanremo Giovani, X-Factor, Italia’s Got Talent, Live - Non è la d’Urso e Domenica Live.
poter arrivare ovunque, i carrelli progettati dal dipartimento sono completamente modulari, sia a terra sia aerei, adattandosi a qualsiasi spazio. Floor Cams, Floor Lift e Floor Sport, che raggiunge i 40Km/h, sono alcuni esempi di carrelli a terra. Rolly, Ceiling Dolly, Air Compact e Tesla, carrelli aerei e a parete, completano una vasta scelta a catalogo di soluzioni per riprese televisive e non solo. In questi ultimi anni inoltre è stato portato avanti il progetto Pole Cams, un braccio telescopico verticale aereo, che si nasconde sui soffitti dei teatri o degli studi e che permette riprese e movimenti d’impatto con escursioni da 4 a 12 m. Usato ad esempio durante il Festival di Sanremo e altre importanti trasmissioni televisive. La divisione Engineering è il reparto aziendale che propone continui miglioramenti tecnologici sia sul materiale progettato in azienda sia su quello di terzi. Un nuovissimo sistema di ripresa aerea è la Dynamicam, leggera e veloce, fornita di 4 motori e 4 pulegge da posizionare agli angoli di una location, che permette al sistema stabilizzato di volare in tutte e tre le dimensioni (alto, basso, destra, sinistra) con la massima stabilità e sicurezza.
VOLETE CAMBIARE LE CONDIZIONI ATMOSFERICHE SUL SET? Movie People con la sua pluridecennale esperienza assiste le produzioni che richiedono tali effetti. Una cisterna da 8.000 L attrezzata con venti lance consente di ricreare un effetto ‘pioggia’ di un set in maniera uniforme. Progettato per ricreare un vero e proprio acquazzone, il sistema Turbo Rain di Movie
People permette di portare l’acqua tramite una gru e il camion cisterna fino a un’altezza di 20 m. Vento e neve non sono certo un problema, con la possibilità di fornire ventole adatte a ogni esigenza; dai piccoli ventilatori all’imponente ventola della Universal Effect, che sprigiona un vento, fino a 120 km/h. Quest’ultima può essere equipaggiata con Snow Head permettendo di ricreare una vera e propria tormenta di neve anche ad agosto. Come per l’effetto pioggia, sono disponibili macchine per la neve più piccole che possono essere affiancate o usate singolarmente. Movie People inoltre vanta a catalogo 15 macchine del fumo diverse oltre a sei piastre girevoli con portate differenti dai 2.000 ai 3.000 Kg.
Sopra, effetti speciali sul set ‘Intesa Sanpaolo’. Sotto, Turbo Rain per effetto pioggia.
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VISIONARIA FILM
_VisionariaFilm ok.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 17:44 Pagina 10
GRAZIE ALLA SUA STRUTTURA AGILE E VERSATILE VISIONARIA FILM OFFRE UN SERVIZIO A 360° OTTIMIZZANDO I BUDGET SIA NEL CASO DI GRANDI PRODUZIONI, SIA DI PROGETTI PER PICCOLE START UP. VELOCITÀ, AGILITÀ E QUALITÀ IN UN TEAM DI PROFESSIONISTI CHE METTE SEMPRE AL CENTRO LE ESIGENZE DEI CLIENTI IN MODO DA STIMOLARE L’INTERESSE DEL PUBBLICO E DEI MEDIA.
DI
GIANNI MARTINELLI
CI PIACCIONO LE SFIDE IMPOSSIBILI Visionaria Film è una casa di produzione video dinamica e in forte espansione che, insieme ai direttori creativi e al cliente finale, studiano ed elaborano la strategia migliore per raggiungere gli obiettivi desiderati.
Visionaria Film nasce dall’incontro di professionisti delle produzioni video e cinematografiche con un team di esperti nelle attività di marketing, comunicazione e promozione con background differenti che, con passione e competenza, hanno reso in pochissimo tempo Visionaria Film una realtà di grande successo con uno showreel eccezionale, tanto che nel 2019 è stata tra le case di produzione che hanno realizzato il maggior numero di spot Tv e digital in Italia. Per conoscere la genesi di Visionaria Film dobbiamo gettare lo sguardo più da vicino all’eccezionale carriera del suo fondatore e produttore, Daniele Cantalupo. Dopo essersi laureato a pieni voti al DAMS di Bologna in cinema e spettacolo, ha iniziato un periodo di esperienze emozionanti che lo hanno portato in giro per l’Europa prendendo parte da prota-
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gonista a numerose produzioni teatrali sia nelle vesti di attore sia in quelle di regista. Alla vita bohémien sulle tavole del palcoscenico, ha affiancato un sempre più intenso lavoro dietro la macchina da presa prima come montatore e poi come regista. Contemporaneamente lo abbiamo visto attore in numerosissimi spot Tv (era protagonista di ‘Antò fa caldo’ nel celebre spot della Nestea), e in molte fiction oltre che all'opera come cabarettista e monologhista per diversi anni. A questo periodo risalgono le frequentazioni con celebri personaggi del mondo della cultura e del cinema che lo hanno avvicinato sempre di più all’attività di produzione. Dal 1998, ha iniziato a collaborare con alcune fra le più importanti agenzie pubblicitarie italiane realizzando spot Tv, e con case discografiche e noti artisti del mondo musicale per i quali ha prodotto una lunga serie di videoclip. Nel 2000 ha iniziato una fruttifera collaborazione con Z&lig, costola Adv dello storico Zelig di Milano e, insieme a Morena Rossi e Francesco Gori, ha creato le prime campagne e spot virali in Italia
Daniele Cantalupo, fondatore e produttore di Visionaria Film. Sotto, i backstage di due spot per Unieuro: quello ispirato ad Addams Family e la campagna con Adriano Pappalardo.
per importantissimi brand nazionali e internazionali: qualcosa stava cambiando nell’Adv. Il gioco era fatto: era nato l’embrione di quella che ora è Visionaria Film. Abbiamo intervistato Daniele Cantalupo. Tv Key: Ci parli di Visionaria
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Film, qual è il segreto del suo successo? Daniele Cantalupo: Penso che il segreto risieda nell’umanità, nella determinazione, nella professionalità, nella ricerca della perfezione, nella passione e nella gioia del nostro fantastico team di ‘Visionari’.
Tv Key: Come avete affrontato il recente periodo di lockdown e quali strategie avete adottato per la ripartenza? Daniele Cantalupo: Fortunatamente non abbiamo molto risentito del periodo visto che abbiamo continuato a lavorare con alcuni nostri clienti. Siamo in grande espansione e abbiamo utilizzato questo periodo anche per riorganizzarci internamente, e cercare nuovi talenti da fare entrare nel team. Fortunatamente siamo stati tra gli ultimi a girare prima del lockdown e tra i primi a girare alla riapertura. Tv Key: Ma come hanno vissuto i clienti questo periodo così difficile? Cosa vi chiedono in particolare oggi? Daniele Cantalupo: Molti clienti hanno avuto paura perché l’atmosfera era davvero surreale, da fine del mondo. Non dirò una cosa originale, ma ritengo che quando l’economia si ferma, come in questo caso, gli investimenti in comunicazione diventino ancora più importanti per infondere fiducia nel consumatore. Non è il momento di sparire per riapparire quando tutto è tornato nella norma. Sicuramente oggi i clienti pongono ancora una maggiore attenzione sui budget ma questo non è un problema per Visionaria Film perché ci siamo strutturati proprio per venire incontro a questa esigenza contingente. L’obiettivo finale è quindi quello di trasformare la parola ‘crisi’ in ‘opportunità’.
Tv Key: Quali sono i principali
punti di forza di Visionaria Film? Daniele Cantalupo: Sicuramente la nostra velocità e agilità. Ci piacciono le sfide quasi impossibili e siamo convinti di potere offrire sempre un prodotto della massima qualità. Le posso raccontare, ad esempio, la storia di come abbiamo conquistato il nostro cliente più importante: Unieuro. Era un giovedì e dovevano realizzare uno spot nel deserto che andasse in emissione il mercoledì successivo. Pensi che il sabato tutto il team era già su un volo diretto a Dubai dove abbiamo allestito il set con più di 100 persone oltre che cammelli e attori di diverse etnie eccetera. Questo per rendere l’idea di come il nostro team di professionisti sia in grado di lavorare rapidamente e bene. Per noi la qualità è un must imprescindibile. Negli ultimi mesi abbiamo stretto partnership con importanti realtà d’oltreoceano. Possiamo contare sulle sedi di Buenos Aires e Miami grazie ai nostri partner Nativa e Vibra Contenidos con i quali abbiamo un grosso progetto di fiction internazionale. Inoltre siamo stati felici di affiancare la Lux Vide nelle riprese in esterni a Milano della fiction campione di incassi con Luca Argentero DOC, nelle tue mani per Rai 1.
sonali e caratteriali, innanzitutto i collaboratori mi devono stare simpatici, devono avere il nostro stesso approccio ‘visionario’ al lavoro, sui nostri set vige la regola che non si urla e si cerca di tenere la tensione al minimo e l’umore e il divertimento al massimo. Quando il clima è positivo tutti lavorano meglio e sono motivati a dare il massimo, poi mi piace spostare i diversi professionisti dai loro ambiti, dalla loro confort zone, perché in questo modo il coinvolgimento aumenta e migliora la qualità generale. Tv Key: Ci può citare qualche cliente e qualche lavoro che vi hanno dato particolari soddisfazioni? Daniele Cantalupo: Per Unieuro abbiamo recentemente realizzato la campagna Black Friday Summer con Adriano Pappalardo. Come location abbiamo scelto una spiaggia del Cilento difficilissima da raggiungere sia via mare sia via terra. Per di più nei giorni di ripresa il mare era mosso per cui abbiamo davvero tribolato parecchio per riuscire nell’intento. Ma anche stavolta ce l’abbiamo fatta, Visionaria Film
vince sempre le sfide che sembrano impossibili. Sempre per Unieuro mi piace inoltre ricordare la campagna con la regia dei fratelli Lucini che vedeva protagonista la famiglia Addams alle prese con la quotidianità degli elettrodomestici. Una creatività esilarante realizzata da Gianluca Nappi, un professionista davvero eccezionale che stimo molto. Divertente anche la campagna che aveva come protagonista Rocco Siffredi e famiglia, davvero una bella famiglia molto unita. Infine le posso citare l’ascensore subacqueo che veniva gestito da una decina di sub costruito per Columbus Assicurazioni con un’attrice che doveva uscire dal mare al largo, o la costruzione di meravigliosi interni pugliesi in teatro a Milano per Natuzzi, realizzati davvero in tempi record mentre molti ci dicevano: “non lo si può fare!” Penso che “non si può fare” sia una frase da bandire sui set. Anche in questi casi il risultato è stato davvero ottimo! La possibilità di creare ogni volta nuovi universi e distruggerli subito dopo rende il nostro lavoro sempre sorprendente, divertente ed emozionante.
Tv Key: Cosa può dirci del team? Daniele Cantalupo: Mi piace sce-
gliere le persone non solo sulla base dei curriculum vitae ma per le loro caratteristiche per-
Sotto, PPM per lo spot Addams Family, in alto a destra il backstage della campagna con Rocco Siffredi e, in basso, black friday summer.
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VISIONARIA FILM
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CREATIVITÀ A 360˚
Alternative Group ok.qxp_nuovoTV_Servizi vari 05/08/20 17:44 Pagina 12
ALTERNATIVE GROUP È UN’AGENZIA DI MARKETING E COMUNICAZIONE CON ALL’INTERNO UNA CASA DI PRODUZIONE INDIPENDENTE. UN TEAM COMPOSTO DA PROFESSIONISTI PROVENIENTI DA DIVERSI KNOWHOW, DOVE IL COMUNE DENOMINATORE È LA CRE-ATTIVITÀ.
PROVA L’ALTERNATIVA CON ALTERNATIVE GROUP
I processi di comunicazione mutano inevitabilmente con il pas-
Luigi Zanolio, CEO di Alternative Group. Sotto, film animazione UP Day per Well@Work Contest.
sare del tempo e lo scorrere degli eventi. Alternative Group si impegna da sempre a immaginare, per i suoi clienti, forme nuove di comunicazione che facciano la differenza. Dalla matita alle più sofisticate tecnologie digitali, l’Alternativa è ciò che conta. L’agenzia nasce con un cervello analogico, ma con un DNA digital e cinematografico e ama profondamente la carta. Ne parliamo con Luigi Zanolio, CEO di Alternative Group.
spirito di avventura, utilizza le varie professionalità del team e un comune denominatore: rimanere concentrati sulla nostra radicata capacità di immaginazione. Utilizziamo tutto ciò che ci occorre per dare unicità ai
nostri messaggi pubblicitari, partendo da strategie marketing e copy che facciano la differenza e siano duttili ed efficaci su ogni tipologia di domanda. Advertising, Corporate, Web Conference, Dirette So-
Tv Key: Qual è l’anima della
vostra agenzia? Che cosa caratterizza il vostro modo di lavorare? Luigi Zanolio: Idee e tecnologia caratterizzano l’attività di molti competitor, ma il nostro lavoro, fatto ‘su misura’ e con
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cial, Stand Virtuali, strumenti cinematografici fino all’animazione classica, cercando e percorrendo sempre, nel nostro viaggio, anche sentieri impervi e poco praticati per dare vita a un costante esercizio di pensiero trasversale, miscelando il know-how cinematografico, televisivo e digitale per
CREATIVITÀ A 360˚
Alternative Group ok.qxp_nuovoTV_Servizi vari 05/08/20 17:44 Pagina 13
ottenere, sempre, il miglior risultato. Non sono certo i premi vinti che ci spingono a continuare con l’entusiasmo e lo spirito di squadra che ci caratterizzano, ma a muoverci c’è sempre e solo la soddisfazione delle aziende per conto delle quali il nostro ‘sforzo creativo’ cerca di offrire il piacere di indossare un vestito realizzato interamente su misura. Crediamo che ogni messaggio sia una rinascita. Come un tatuaggio veste un corpo di informazioni e strategie che approdano in una forma unica e insostituibile, le nostre proposte fanno dello stile Alternative una vera e propria filosofia di vita. La flessibilità delle idee e lo spirito di cambiamento sono la nostra parte analogica che si shakera in un mix controcorrente, sempre perfettamente bilanciato, per permetterci di essere performanti e con soluzioni adatte ai bisogni dei nostri clienti, in qualsiasi situazione e in qualsiasi condizione. Advertising tradizionali, guerrilla, analisi strategica dei dati, tecnologia mobile e innovativa rispondono sempre a una sottile linea trasversale che lega il messaggio alla libertà con cui pratichiamo il nostro spirito di servizio. Si può dire, per fare una battuta, che ne facciamo di tutti i colori. Tv Key: Quali sono i vostri pun-
A sinistra, la campagna di Bologna Festival 2011 e, sopra, la campagna KVNordik premiata, entrambe con direzione creativa di Luigi Zanolio.
Sopra, la campagna di autopromozione per il concerto Bologna Festival 2019.
ti di forza? Luigi Zanolio: Abbiamo al no-
stro interno risorse di ogni tipo e una autonoma casa di produzione che ci consentono di passare dalla fase di brainstorming al prodotto finito, mantenendo il nostro stile incontaminato. Inoltre, siamo in un costante rapporto con i nostri clienti che accompagniamo in tutte le fasi del progetto, per garantire loro l’ottenimento del risultato tanto ambito. Tutto questo ci consente una cosa ben più grande che porta con sé i valori del cambiamento e dell’adattamento a un mondo in evoluzione; ci consente di con-
tinuare a guardare in prospettiva senza sosta e dare sempre il meglio della nostra creatività scatenando un caos calmo dove l’immaginazione resta l’unica risorsa in un mondo della comunicazione in costante processo omologativo.
vi. Questi incontri sono per noi occasione di formazione, approfondimento e confronto con la trasversalità di cui parlavo prima: psicologia, PNL, nuove tecniche di formazione, cinema, musica e per ultime, ma non per importanza, arti figurative.
Tv Key: Vi occupate anche di
Tv Key: Come avete vissuto i
eventi?
mesi di lockdown?
Luigi Zanolio: Il nostro lavoro
Luigi Zanolio: Anche durante la
comprende anche la realizzazione di eventi Alternative dove trattiamo sotto forma di conferenze, sempre affollatissime, tutti i temi centrali o collaterali circa i processi comunicati-
terribile pandemia di Covid-19, essendo da sempre attrezzati per lo smart-working, abbiamo fatto quadrato, lavorato e mantenuto le tecnologie al servizio delle idee. L’alternativa c’è, ec-
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come! Sono certo stati ‘straordinari’ e drammatici giorni quelli che abbiamo vissuto, ma voglio fare una riflessione su cosa abbiamo potuto realizzare insieme e che trasformazione incredibile ci aspetterà quando tutto sarà realmente finito. Abbiamo dovuto fare questo ulteriore piccolo passo che io e il mio team pratichiamo ogni giorno per le aziende e le realtà produttive che si fidano di noi e della nostra filosofia; lo ribadisco: rimanere concentrati sulla nostra capacità d’immaginazione. Fermamente convinti che dalla crisi possano nascere buone attitudini e abitudini, è nostro dovere cercare di spingerci oltre, éclaté ver, vedere, come Leopardi, oltre la celebre siepe de ‘L’infinito’. Ecco a cosa ci ispiriamo ogni giorno: infinite possibilità di cambiamento. Le paure, le paure delle paure, ci costringono a guardare al passato, a chiuderci in un guscio che certamente presto seccherà. Se ‘il mezzo è il messaggio’, proprio come sosteneva il grandissimo McLuhan, è importante capire oggi che il messaggio è rinascita e il mezzo, ora come non mai, è l’infinita possibilità del digitale. Nei passati giorni di chiusura, di terribile isolamento, noi di Alternative Group abbiamo continuato a lavorare, a impegnar-
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CREATIVITÀ A 360˚
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Sicuramente ci interessa il fatturato, ma non è prioritario circa le nostre scelte. Se la possibilità di servire un’azienda secondo il nostro stile e la nostra filosofia viene meno, preferiamo rinunciare all’impresa piuttosto che snaturare il nostro desiderio di libertà creativa. Siamo quelli spesso diversi ma quelli che risaltano e soprattutto danno alla diversità l’importanza che merita.
In alto, la campagna per l’Erboristica di Athena’s dal 1969, a destra, la campagna CIELO Aviation. Sotto, la campagna SURF Imola.
ci, a pensare, a immaginare parole e cose per i nostri cari partner e clienti e lo abbiamo fatto grazie alla tecnologia, che ci ha consentito non solo di rimanere connessi, ma di continuare la nostra incessante produzione di creatività e delle sue estrapolazioni esecutive che mantengono sempre vivo il nostro lavoro di comunicatori. Tutto questo sui mezzi classici della comunicazione (Adv, video ecc.), ma soprattutto sulle nuove creatività che stiamo sviluppando costantemente per i social, per il web e, più in generale, per il mondo digital. Quello a cui aspiravamo era riuscire a trasformare questa contingenza in un’abitudine con-
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solidata e forte per tutti quelli che ci vorranno seguire. E ci siamo riusciti! L’immaginazione usa il mezzo necessario alla contingenza! Tv Key: Ci volete parlare di
qualche progetto particolarmente significativo? Luigi Zanolio: In questo caso, vorrei rubare le parole ad Albert Camus: ‘La grandezza dell’uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione’. Per fare un esempio, su richiesta di una committenza importante abbiamo realizzato, proprio durante il lockdown, un film in animazione classica (animation by Michele Bernardi), partecipando a un importantis-
simo contest (Well@Work) sul tema ‘welfare’ con uno strumento assolutamente controcorrente e ottenendo risultati straordinari. Per fortuna, l’emergenza più o meno è finita, ma i cambiamenti restano. Bisogna continuamente trasformarsi mantenendo tuttavia un centro di gravità permanente, una cifra, una vision e una mission molto precise: rapporto sinergico con i clienti che comprendano e abbraccino le esigenze Alternative. Ad esempio, come la straordinaria collaborazione con la Riccardo Muti Music per la costruzione di un nuovo grande progetto che unisce musica, editoria, tecnologia, storia e creatività.
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Tv Key: Cosa contraddistingue la squadra di Alternative Group? Luigi Zanolio: Black Sheep Matters. Mi piace pensare di essere la pecora nera in un gregge di pecore bianche, mi piace pensare che molti, in realtà, si sentono proprio come me. I membri della mia squadra sono stati scelti così, ognuno di loro specializzato in un ambito ma capace di immergersi anche in mari sconosciuti, perché a noi pecore nere le sfide piacciono sempre. È così che siamo nati ed è proprio così che stiamo crescendo. Ecco perché siamo un gruppo, un gruppo alternativo. Ai nostri clienti questo piace e, del resto, è la cosa che ci rende davvero unici. La squadra, l’unione e un obiettivo definito, chiaro e soprattutto comune muovono ineluttabilmente verso risultati sempre altissimi e ambiziosi. Ci piace pensare di essere l’alternativa ed è l’alternativa ciò che proponiamo ai nostri clienti: la possibilità di visualizzare un nuovo punto di vista e di raggiungerlo. Le aziende che ci scelgono si trovano, inevitabilmente, a diventare a loro volta alternativamente diverse. Se questo è quello che vuoi anche tu, se anche tu ti senti una pecora nera, se vedi il tuo prodotto come un’alternativa, scegli l’alternativa per farlo comunicare. Sono sicuro che il mio team e io saremo lieti di accettare qualsiasi sfida tu voglia lanciarci. Quando smetti di contare le pecore, inizi a vedere ciò che conta davvero.
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SCENARIO MEDIA 2020-2021
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IL 28 LUGLIO SONO STATI PRESENTATI I DATI ELABORATI DAL CENTRO STUDI UNA RELATIVI AGLI INVESTIMENTI MEDIA PER L’ANNO IN CORSO INSIEME A UN PRIMO TENTATIVO PREVISIONALE SUL PROSSIMO ANNO. DI
ALESSIA ZAMPANO
I DATI DI UN ANNO A DUE VELOCITÀ Quello relativo al 2021è un work in progress che vedrà un aggiornamento nel prossimo mese di ottobre, quando – come afferma Marianna Ghirlanda, Presidente del Centro Studi UNA – verrà comunicata anche la data ufficiale del consueto evento annuale ‘Comunicare Domani’.
L’associazione si propone di restituire uno scenario che sia di riferimento per l’intero settore e che funga da bussola soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Il primo dato incoraggiante è che lo studio presentato è stato il frutto di un tavolo allargato anche ad agenzie media che non fanno parte di UNA. Questo, parafrasando le parole di Emanuele Nenna, Presidente di UNA, è un chiaro segno di quanto il comparto della comunicazione stia rispondendo con la necessaria coesione alla congiuntura di crisi nonché di quanto esso sia rilevante e fondamentale per la ripresa economica. È la stessa Marianna Ghirlanda nella sua introduzione a esorta-
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re le aziende a considerare quello in comunicazione come un investimento e non un costo. Un vero e proprio asset che genera valore a supporto del quale l’associazione sta lavorando, con la collaborazione di Nielsen e UPA, per mettere a disposizione di tutti gli operatori del settore metriche, numeri e quote condivise. È il motivo per cui lo scenario di quest’anno, elaborato sui dati Nielsen 2019, rappresenta la totalità del mercato senza, cioè, segmentazione tra grandi e piccoli investitori. Il primo dato rilevante è che per il 2020 si prospetta una fragorosa diminuzione degli investimenti, stimata al 17,4%, che porta il valore di mercato ad abbassarsi a 7,2 miliardi di euro rispetto agli 8,8 miliardi di euro dell’anno precedente. Caduta che non ha precedenti nella storia recente dell’advertising. Stima, questa, che sarebbe destinata a salire a 8,1 miliardi di euro già nel corso del 2021 con un incremento, quindi, del 12%.
Sopra, Marianna Ghirlanda, Presidente del Centro Studi UNA; in basso, Emanuele Nenna, Presidente di UNA.
Quello che si può osservare dai grafici in prima battuta è che non si prevedono grossi scostamenti delle quote per mezzo, che rimangono sostanzialmente stabili e assestate sul duopolio Tv e Digital, nonostante l’accelerazione della digitalizzazione dei business generata dalla pandemia. Andando più nello specifico, i settori da cui ci si aspetta una più cospicua ripresa sono quelli maggiormente colpiti dagli effetti del lockdown: il cinema, che ha subito una flessione del 53,8% e l’OOH che ha raggiunto quota –34,4%. Nel 2021 si stima, infatti, una crescita – ma sarebbe meglio definirlo rimbalzo tecnico – del 39,4% YoY per il primo e del 33,6% per il secondo. A resistere meglio allo tsunami Covid nell’anno in corso sono il Digital, con un –12,1%, la Tv – che si assesta
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su –18% – e la radio che registra un –20,1%, settori che si prevedono in ripresa nel 2021 rispettivamente del +12,7%, del +11,1% e del +12,4%. Inevitabilmente più complicata la situazione del mercato dell’editoria che, partendo da una pregressa situazione di sofferenza, ha di fronte una ripresa più faticosa. Si parla di una previsione di recovery del +1,8% per i quotidiani e del +1,1% per i periodici. Più difficile, invece, identificare e prevedere per il 2020 un valore totale di media inflation. Già storicamente, infatti, questo valore viene calcolato per i singoli mezzi, a maggior ragione in quest’anno decisamente anomalo, dove un solo numero non riuscirebbe a essere sufficientemente rappresentativo di una situazione a dir poco complessa.
STIME SUGLI INVESTIMENTI MEDIA 2020-2021 2020
Totale mercato
–17,4%
–12,1% –18,0%
–20,1% –26,3% –27,4% –34,4% –53,8%
Variazione % 2020 vs 2019
2021
39,4% 33,6%
Totale mercato
12,7%
12,4%
11,1%
12,0%
1,8%
1,1%
Variazione % 2021 vs 2020 Fonte: Stime Centro Studi UNA
E il tema caldo attorno a cui si è riunita l’intelligenza collettiva di cui si parlava in apertura è stata proprio la deflazione dei costi, senza dubbio una delle conseguenze più devastanti che l’emergenza sanitaria ha avuto sul settore. Per analizzare gli effetti di questo evento, straordinario da tutti i punti di vista, e mettere a fuoco le tendenze future, i centri media associati di UNA si sono avvalsi della collaborazione di GroupM e di Publicis Media, nell’intento di condividere e mettere a sistema le esperienze comuni. Il ragionamento di fondo è stato quello di analizzare non solo le specifiche dinamiche del singolo mezzo ma anche di tenere conto delle differenze tra i diversi mesi del 2020, senza giungere di fatto a una media annua. Alcuni mezzi, infatti, come il cinema e l’outdoor, si sono completamente fermati scontando le
conseguenze più pesanti del lockdown. E, in particolare per il primo, sarà difficile tornare alla normalità anche nel corso di quest’anno, viste le limitazioni vigenti agli assembramenti di persone. Per altri, come la radio, a fermarsi sono state le misurazioni ufficiali degli ascolti. Praticamente tutti gli eventi, da quelli di maggiore portata come gli Europei di calcio e le Olimpiadi a quelli relativamente più piccoli come la Fashion Week e il Salone del Mobile di Milano, sono stati cancellati. Una congiuntura che ha completamente stravolto la domanda di spazi pubblicitari generando, trasversalmente alle diverse industry, situazioni estreme e mai osservate in precedenza. Partendo dalla Tv, per rendersi conto dell’entità della scossa tellurica subita dal mercato basta guardare i dati relativi all’audience che, dal 2005 a questa
parte, sono stati sostanzialmente omogenei. È impressionante osservare come, tra i mesi di marzo e maggio, si siano sviluppate dinamiche da ‘effetto shock’ che, nel momento di massimo aumento dell’audience, hanno visto diminuire le richieste di spazio. Esattamente il contrario di quello che accade normalmente. In un mercato, quello degli investimenti televisivi, che da anni non subisce variazioni di sorta, alcuni settori, come quello dell’automotive seguito a ruota da quello dei viaggi e del turismo, hanno dimezzato la loro quota di presenza. Mentre altri settori, come quello dell’editoria o della gestione della casa, hanno visto aumentare le loro quote di mercato. L’80% delle perdite subite da marzo a maggio si è concentrato sui primi sette settori Nielsen che per volume, nel 2019, rappresentavano il 65% del merca-
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to. Tutto ciò considerato e mettendo a fattor comune il lavoro di tutte le agenzie, l’ipotesi è che l’inflazione Tv ritorni al segno ‘più’ già a partire dal mese di ottobre raggiungendo dati simili al periodo pre-Covid, se non in crescita, entro la fine dell’anno. Il Digital, dal canto suo, per quanto con un andamento negativo e un po’ anche per forza di cose, ha frenato la caduta libera del mercato. Durante i mesi di lockdown gran parte della nostra vita relazionale e pubblica si è trasferita online, dal lavoro, all’apprendimento passando per gli acquisti e il tempo libero. È cresciuto, di conseguenza, il tempo speso online (in totale del 10%) con un ritorno inaspettato a quello speso sul desktop, che per la prima volta dopo tanto tempo ha intaccato l’esclusività del mobile. Ad aumentare è stata anche la penetrazione del web nelle fasce più estreme della popolazione, dai più piccoli impegnati nelle attività di e-learning agli over 60 che hanno utilizzato per la prima volta canali di vendita online o strumenti di pagamento elettronici. Una nuova familiarità acquisita nell’utilizzo del digitale che è destinata a una continuità anche nel periodo post-Covid e che potrà, quindi, generare non solo nuove audience ma anche nuove opportunità di business. La fruizione di contenuti video è aumentata del 25%, confermando e accelerando – come è successo in molti casi nel corso di questa pandemia – un trend già in atto nell’ambito della digital consumption. I fenomeni fin qui evidenziati portano a prevedere, quindi, un andamento inflattivo per il quarto periodo dell’anno (suddiviso in Pre-Covid, Lockdown, Estate e Autunno) del +0,7% per il Display e del +1,3% per il Video. Andamento negativo, invece, per radio, periodici e quotidiani con una deflazione prevista – in questo caso su base annua – rispettivamente del 3,7%, 4,6% e 7,2%.
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SCENARIO MEDIA 2020-2021
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OBE SUMMIT 2020
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IN OCCASIONE DELL’OBE SUMMIT 2020, CHE SI È SVOLTO IL 30 GIUGNO, È STATA PRESENTATA LA RICERCA ‘BRAND INTEGRATION & ORIGINAL PRODUCTION TV – LA VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA’, CHE CI RACCONTA COSA DISTINGUE QUESTE DUE FORME DI BRANDED ENTERTAINMENT.
DI
MAURIZIO ERMISINO
BRAND INTEGRATION O PRODUZIONE ORIGINALE? L’OBE Summit 2020, andato in scena in streaming il 30 giugno dalla sede di Fondazione Feltrinelli, a Milano, ha presentato una ricerca molto interessante, ‘Brand Integration & Original Production Tv – La valutazione dell’efficacia’, ad opera di Erik Rollini, membro di OBE Insight Hub e Managing Director di MediaCom, e Antonio Filoni, Head of Digital Offering di BVA Doxa. La ricerca si propone di valutare l’efficacia di questi due modi di fare Branded Entertainment in Tv, e di risolvere un annoso dilemma: è meglio inserire il brand in un prodotto televisivo di successo o costruire il proprio prodotto ad hoc, secondo le caratteristiche del brand? L’indagine ha analizzato alcuni progetti di Branded Entertainment andati in onda in autunno/inverno, in periodo preCovid. OBE ha deciso di analizzare come e quanto i programmi di Branded Entertainment impattino sul ricordo e sull’Intention To Buy della marca basandosi su interviste a un campione di 1.000 persone e sulle operazioni di 15 brand. La prima notazione che arriva dallo studio è che se il contesto è favorevole l’attenzione è superiore. Il primo dato è un 80% di apprezzamento dei programmi: quando le persone vedono programmi di questo tipo di solito è perché li apprezzano. Il brand, allora, si trova a comunicare in un’atmosfera di positività. I programmi in questione sono format di successo, come Amici di Maria De Filippi, Bake Off, X Factor, 4 Ristoranti, Giù in 60 secondi,
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L’OBE Summit 2020 è andato in onda in streaming da Milano il 30 giugno. A sinistra, Laura Corbetta, Presidente di OBE, Osservatorio Branded Entertainment.
Integration entra nella sceneggiatura, si muove all’interno dello spettacolo”.
RICORDO DEL BRAND E RICONOSCIBILITÀ
Mix And Match, Nella mia cucina, Shop, Cook & Win, Ettore, Un caffè con... I brand che hanno investito operano in settori importanti come telefonia, food, consegne, entertainment, beauty, grande distribuzione. Ma prima di raccontarvi lo studio vogliamo fugare un dubbio. Quando la Brand Integration
non è vero Branded Entertainment e diventa un semplice Product Placement? “Il Product Placement è un po’ borderline, è la classica situazione in cui valgono le opinioni”, precisa Erik Rollini. “Se metto un prodotto sullo sfondo, nella scenografia, ed è statico, quello è Product Placement. La Brand
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Sia in caso di Brand Integration sia di Original Production, il ricordo pubblicitario è decisamente elevato. La differenza principale è che il ricordo medio e la riconoscibilità del brand in un’Original Production sono logicamente superiori, ma anche meno ‘variabili’. Per le operazioni di Original Production il ricordo e la riconoscibilità sono del 53%, per quelle di Brand Integraton del 24%. “Questa discrepanza tra le due categorie deriva da quello che dicevamo sulla Brand Integration e sulle Original Production”, ci spiega Antonio Filoni. “Le Original Production sono operazioni che partono dal brand che sviluppa un programma di intratteni-
mento che andrà a finire in un canale televisivo, in cui il brand è sì protagonista, ma è già coerente con la tematica e il target da coinvolgere. Per quanto riguarda la Brand Integration la sfida è realizzare un’operazione che non sia un Product Placement; bisogna scegliere benissimo il programma, perché non è il brand che lo produce, ma è una macchina che vive di vita propria, che ha dei protagonisti e uno storytelling. È fondamentale inserirsi, non basta essere presenti come sponsor essendo protagonista di determinati momenti, che non devono essere troppo forzati. È importante che il brand non contrasti la storia principale, e che sia distintivo: non deve essere l’auto che trasporta quel personaggio, ma l’auto è stata scelta perché ha le caratteristiche per fare proprio quel trasporto. Se tutto questo non accade, il brand esce meno”.
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Associati OBE
EMOTIVITÀ E PASSIONE VS TARGET Original Production e Brand Integration diventano efficienti in presenza di un target appassionato e segmentato. Se in un diagramma con ascisse e ordinate mettiamo su un asse la dimensione emotiva e la passione e sull’altra l’ampiezza del target, i progetti di Original Production e Brand Integration sono più spostati verso l’asse dell’emotività e della passione, e lo spot pubblicitario verso quella del target. “Se il target che vogliamo raggiungere è molto ampio, ma è comunque socio-demografico – le donne, i giovani, gli anziani, target ampi ma che non hanno una dimensione emotiva – uno spot pubblicitario è sufficiente, è efficace ed efficiente, perché raggiungo tante persone”, ragiona Rollini. “Se dietro al mio brand c’è una dimensione emotiva, preesistente, che io voglio costruire – voglio piacere agli appassionati di musica, o sono un brand che ha un’heritage musicale forte –, in quel caso anche un contenitore più
piccolo è giusto. Magari non devo contattare 30 milioni di persone, ma uno e mezzo che sono i miei, quelli che mi compreranno o parleranno bene di me. In quel caso l’Original Production e la Brand Integration diventano fortissimi: è il modo migliore per parlare con chi è appassionato, è stare dentro la loro passione. A volte serve un mix di queste operazioni e di spot televisivi”.
PIÙ SPAZIO, PIÙ RICORDO Il ricordo è strettamente dipendente dallo spazio occupato: quanto più sono presente all’interno del programma, tanto più ricordo pubblicitario avrò. Per un buon risultato serve, insomma, occupare più spazio possibile all’interno del programma. Ma ci può essere un problema di invasività? “Lo spazio occupato è comunque
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un valore, lo dice la ricerca”, risponde Rollini. “Il prodotto non appare mai in una situazione di fastidio. Ma occupare spazio ha un costo. Pur rivolgendoci a un pubblico appassionato, non è detto che questo segua il programma con attenzione. Avere più occasioni in una puntata, e nel corso di tutte le puntate, è meglio, altrimenti il rischio è di non essere visti”. “Sono d’accordo”,
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più efficace: ma devo convincere qualcuno a vedere un contenuto nuovo, non esistente, da me sponsorizzato. Nella Brand Integration, invece, l’audience è preesistente. E lì essere visti o non essere visti, generare o non generare Intention To Buy varia molto, da 5 a 50, magari spendendo la stessa cifra”.
aggiunge Filoni. “Visto che costa essere presenti e aumentare il minutaggio, la sfida e il lavoro dei brand sono affidarsi a società in grado di capire come, in quei pochi spazi a disposizione, essere integrati. E non essere solo un Product Placement. In un programma dove il conduttore beve spesso, una bevanda potrebbe avere un senso. Se invece c’è una bottiglietta sul tavolino, ma il conduttore non ha mai bevuto, è un Product Placement, e forse uscito male. Sono i creativi a immaginare come un marchio possa essere integrato in un programma, che ha il suo target, e quindi guida”.
LA FORMULA MAGICA: LA CREATIVITÀ
UNICITÀ: INTEGRAZIONE ALL’ENNESIMA POTENZA Costruire un’integrazione efficace e coerente rinforza il ricordo. Per questo l’Original Production e la Brand Integration devono essere il più possibile coerenti con la narrazione di un programma. L’unicità è un valore importante, per non confondersi con un competitor. Ma spesso dipende dalla categoria merceologica più o meno affollata. “L’unicità è un elemento che premia sempre”, commenta Antonio Filoni. “Non bisogna banalizzarlo nell’ottica di pensare a un brand che abbia esplicitamente un’unicità di prodotto, ma a tutto quello che l’azienda e il brand è riuscito a costruire intorno al marchio. Pensiamo a una categoria che si potrebbe considerare semplice, come la pasta. Ogni brand, in realtà, dietro alla pasta ha costruito una storia. Ed è lì l’unicità che fa sì che quel brand pasta in quel programma sia veramente unico rispetto a un’altra marca. Scegliere il programma di cucina in base a chi lo conduce, al canale, all’orario può rendere più distintiva la presenza di un brand rispetto a un altro”. “Alla fine dipende dagli obiettivi”, aggiunge. “Magari parlo a più persone e sono disposto
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L’ultima edizione dell’OBE Summit ha visto la partecipazione delle più importanti realtà del mondo del marketing e della comunicazione.
a rinunciare in parte ai miei valori, rispetto a un’Original Production dove sono fortemente centrato su quello che sono io, e magari parlo a poche persone, che però diventano la mia community. Sono investimenti differenti, con finalità diverse”. L’unicità dipende dall’heritage del brand ma può anche essere inserita ex novo. “Ci sono categorie merceologiche talmente affollate che se io non mi approprio di un territorio vengo confuso con qualcun altro”, spiega Erik Rollini. “Anche perché il prodotto potrebbe essere sfuggente, in qualche situazione. L’unicità è un’integrazione fatta bene nel lungo termine. Mi integro con la musica nel giorno 1, ma devo farlo nel giorno 2, nel giorno 3, e allora nel lungo termine sono unico all’interno della musica. Quando qualcuno vedrà una birra in mano a un cantante penserà a me e non a qualcun altro. Quando la vedrà in spiaggia penserà a me perché mi sono integrato nel mondo balneare.
L’unicità è l’integrazione all’ennesima potenza”.
ORIGINAL PRODUCTION E INTENTION TO BUY Al lordo dell’efficienza, le Original Production sono un top value per integrazione e call to action. In un programma confezionato ad hoc da un brand, questo è più presente, più riconoscibile, è nel Dna del programma, e questo porta a un’Intention To Buy maggiore. “Per la sua costruzione l’Original Production è naturalmente integrata”, ci conferma Erik Rollini. “Se no l’ho fatta davvero male… Per questo c’è più integrazione, meno variabilità, e l’Intention To Buy c’è: stiamo intervistando una persona che ha visto quel programma. E l’ha visto perché le è piaciuto. E se le è piaciuto, l’intenzione d’acquisto è quasi scontata, nel senso che l’audience che vede quel programma è benevola nei confronti del brand. Il gioco dell’Original Production è avere audience più ampie possibili. Non c’è dubbio che sia la cosa
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Qual è allora la formula magica? In operazioni di questo tipo, il ricordo è una funzione dello spazio occupato. Se voglio garantire un ricordo compro quanto più spazio possibile: sono presente all’inizio, in mezzo e alla fine del programma. L’Intention To Buy è invece una funzione dell’integrazione e dell’unicità, e anche del ricordo. Bisogna essere integrati nel programma e avere una relazione unica con esso. “La scelta dell’una o dell’altra, Original Production o Brand Integration, dipende anche da qual è il territorio che si è scelto”, commenta Rollini. “Se è già presidiato da un programma preesistente è più facile, visto che ha già un’audience. Se questo non accade potrebbe essere necessario costruire una produzione originale. Ma le due cose possono anche coesistere nel tempo: una volta scelto un tema, un anno può andare in un modo, un anno in un altro. E poi dipende dalla creatività. Alla fine la creatività vince sempre”. È la creatività quella che permette di fare lo switch”, concorda Filoni. “Mi basta essere presente e, se il mio obiettivo è costruire Brand Awareness, mi va bene anche essere un po’ più superficiale. Se si vuole arrivare all’Intention To Buy bisogna smuovere emozioni, attrattività, spingere il consumatore a non essere fermo, ma a uscire e andare su un sito o in un punto vendita. E per quello serve qualcosa in più della sola presenza. L’integrazione deve essere geniale. E per essere geniale dev’essere creativa”.
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_Dio salvi il brand Regina OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:19 Pagina 22
QUELLO DELLA REGINA È UN ARCHETIPO ESTREMAMENTE ATTUALE, DUTTILE E RICCO DI POTENZIALITÀ. HASBRO, DOVE E GILLETTE LO HANNO SAPUTO TRASFORMARE IN UNA POTENTE LEVA SIMBOLICA. MA ATTENZIONE, PERCHÉ OGNI CORONA HA IL SUO PESO.
DI
CLAUDIO BRANCA
DIO SALVI IL BRAND REGINA! “Non conosco una formula per il successo – dice Elisabetta II d’Inghilterra – ma col passare degli anni ho potuto notare che alcune capacità di leadership sono universali e spesso hanno a che
fare con l’incoraggiare le persone a mettere a frutto il loro talento, il loro entusiasmo e la loro ispirazione per lavorare insieme”. Non c’è niente di meglio che le parole di una regina per entrare nel mondo di questo archetipo: il volto più umano, benevolente, saggio ed empatico del saper guidare e governare. Una forma di autorità basata sul rispetto e sull’ascolto, che sa lasciarsi alle spalle – come vedremo – la tossicità di certi modelli di leadership testosteronica e aggressiva. Scopriamo in che modo tre brand, molto diversi tra loro, hanno scelto di farsi carico di questa responsabilità. Il loro messaggio ha avuto grande risonanza, ma li ha anche esposti al giudizio di un pubblico che non sempre accetta di buon grado di ricevere ‘buoni consigli’. È bene che il brand intenzionato a vestire i panni della regina ricordi sempre che ogni corona, oltre al prestigio, ha anche il suo peso. Se volete una breve definizio-
“... alcune capacità di leadership sono universali e spesso hanno a che fare con l’incoraggiare le persone a mettere a frutto il loro talento, il loro entusiasmo e la loro ispirazione per lavorare insieme” – Elisabetta II d’Inghilterra.
ne degli otto archetipi di riferimento di questa rubrica, la potete trovare nel numero 349 di Tv Key, nell’articolo dedicato all’archetipo del mago.
HASBRO ‘WE ALL CAN TAKE CARE’: CHE COSA SE NE FA UN BAMBINO DI UNA BAMBOLA? “Che cosa fa un bambino con
una bambola?” recita lo spot. E molto probabilmente, purtroppo, tutti la interpretiamo subito come “che cosa ci fa un maschietto con una bambola?”. Hasbro, senza battere ciglio, risponde alla domanda. Fa pratica nel ‘prendersi cura’. Sviluppa il proprio senso di responsabilità. Diventa una persona migliore. Se una bam-
bina può imparare così tante cose prendendosi cura di una bambola, perché non dovrebbe poterle imparare anche un bambino? Tutti possiamo prenderci cura di qualcuno. Chi è il protagonista di questo spot? Il bambino curioso e ingenuo – o meglio innocente – che in una bambola vede semplicemente un giocattolo, e prova a giocarci senza farsi troppe domande? La bambola che accompagna il bambino nella scoperta del mondo della genitorialità, e del caring più in generale? O forse il brand che rende possibile tutto questo? Nessuno dei tre. Il granVedete qualcosa di strano in questa scena? Possibile, ma per Hasbro forse il problema non è nel bambino che gioca con le bambole. È nell’occhio del genitore che guarda e censura.
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de protagonista di questa storia è il personaggio che non vediamo: il genitore. Il genitore che osserva. Il genitore che vedendo un maschietto giocare con una bambola si chiede “va bene che mio figlio giochi con le bambole? Devo preoccuparmi? Devo intervenire?”. Un protagonista incerto e preoccupato sul modo in cui l’attività di gioco può influenzare il corretto sviluppo di suo figlio. E il brand ascolta questo genitore in apprensione. Non lo condanna, non lo giudica, ma lo comprende e lo supporta, consigliandolo per il meglio. Hasbro è la voce saggia e benevolente che accompagna il caregiver nel suo percorso, condividendo un insegnamento di empatia e responsabilità con tutti i genitori all’ascolto – da educatore a educatore.
DOVE ‘REAL BEAUTY SKETCHES’: SEI PIÙ BELLA DI COME TI RITRAI Facciamo un esperimento. Prova a descrivere il tuo aspetto. Se un artista forense ascoltasse questo tuo racconto, e lo trasformasse in un identikit, ti riconosceresti nel suo ritratto? E se invece chiedessimo a uno sconosciuto di descriverti, pensi che l’artista disegnerebbe lo stesso ritratto? Con la sua campagna “Real Beauty Sketches”, Dove ha saputo intercettare un customer insight dall’enorme potenzia-
Insight: solo il 4% delle donne pensano di essere belle. La soluzione di Dove: ispirare l’altro 96% a pensarla allo stesso modo.
le, un sentimento profondo e determinante per la vita delle sue consumatrici, ed è riuscita a posizionarsi in relazione a esso in modo prepotente. Lo spot ha ricevuto premi in quantità e, soprattutto, ha avuto un riscontro sostanziale sul mercato – un’operazione su cui si sono già spesi fiumi di inchiostro fisico e digitale, e che ha probabilmente contribuito a lanciare la ‘moda’ dell’esperimento sociale nell’advertising. Dal nostro punto di vista, però, è un ottimo esempio di come un brand può fare molto più che cavalcare pretestuosamente un tema sociale, o costruirci sopra una campagna a ef-
fetto: Dove ha rimodellato la propria personalità di brand nella soluzione a un problema esistenziale del proprio target – incorporando in questo modo la funzione e l’utilità intrinseca dell’aiutante nella propria stessa essenza. Educa, sostiene, incoraggia a riflettere e aiuta a migliorare.
GILLETTE ‘WE BELIEVE: THE BEST MEN CAN BE’: OGNI UOMO DOVREBBE ESSERE UN PO’ PIÙ ‘REGINA’ È davvero questo “il meglio di un uomo”? Bullismo, maschilismo, reificazione e svilimento della donna, discrimi-
nazione, violenza? Noi crediamo negli uomini. Crediamo che gli uomini possano aiutare gli altri uomini a tirare fuori il meglio. A dire e fare le cose giuste. Qualcuno lo fa già – anche nel suo piccolo. Ma qualcuno non è abbastanza. Perché i ragazzi che ci guardano oggi saranno gli uomini di domani. È solo sfidando noi stessi che possiamo avvicinarci al nostro meglio. Noi abbiamo scelto di agire. Gli spot Gillette hanno cantato per anni nelle nostre orecchie ‘il meglio di un uomo’, con un jingle degno delle più graffianti band di hair rock degli anni ’80. Le stesse parole però, se ascoltate in lingua originale e alla luce della nostra sensibilità attuale sul tema dell’identità maschile, hanno un suono molto diverso: ‘the best a man can get’. Che cosa può avere un uomo? Che cosa può prendersi? Che cosa dovrebbe possedere? Con il suo spot ‘We believe: the best men can be’, Gillette ha raccontato una presa di coscienza. Si è guardata indietro, ha riflettuto sul modello di mascolinità che ha rappresentato in passato, e che i mass media in generale propongono di continuo, e ha capito che era ora di prendere posizione. E l’ha fatto – con l’intenzione di dare il buon esempio. Perché gli uomini devono agire, riconoscere le infinite
“Perché i ragazzi che ci guardano oggi saranno gli uomini di domani”. Gillette con il suo nuovo spot ha superato e ribaltato il modello di mascolinità del passato.
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_Dio salvi il brand Regina OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:19 Pagina 23
Photo: Pro Church Media on Unsplash
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_Dio salvi il brand Regina OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:20 Pagina 24
Un brand ‘regina’ può avere un ruolo significativo nella vita dei consumatori e posizionarsi su temi cruciali per il suo target.
variazioni che la mascolinità tossica può assumere nella vita di tutti i giorni e contrastarle una a una. Gillette ha mostrato agli uomini il ritratto di un genere migliore, più saggio e più maturo dal punto di vista dell’intelligenza emotiva e relazionale, convinta che sia quello il vero ‘the best a man can get’ – il meglio che un uomo può diventare.
REGINA: UN BRAND BENEVOLENTE, MA NON INGENUO Gli esempi che abbiamo visto rendono subito evidenti due aspetti molto importanti del rapporto tra l’archetipo della regina e il brand. Il primo è che il brand regina ha il coraggio e la capacità di toccare argomenti sensibili e questioni molto importanti, affrontando l’inevitabile dose di conflittualità che questi si portano appresso. L’archetipo della regina, come visto in apertura, è particolarmente predisposto a tirare fuori il meglio dagli altri, coltivando con profonda saggezza e lungimiranza i semi del cambiamento. È caratterizzato da una spiccata maturità, intelligenza emotiva ed empatia, e parte del
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suo ruolo è quello di educare e trasmettere queste doti agli altri. Hasbro, per esempio, nel suo spot cerca di accompagnare i genitori in un percorso di evoluzione e ridefinizione del rapporto tra generi, ruoli e comportamenti che emergono nel corso delle attività di gioco dei bambini. Si propone come una guida esperta nella grande sfida dell’essere genitori oggi, e preparare i propri figli a essere dei validi membri della società. Dove declina questo ruolo educativo in modo leggermente diverso, affrontando un tema sensibile come la percezione che le donne hanno di sé e della propria bellezza senza far mostra della propria corona e adottando invece un tono più confidenziale, da pari. Dei tre brand, Gillette è forse quello che riduce più le distanze, rivolgendosi non tanto a un ‘voi, genitori’, né a un ‘tu, donna’, ma assumendo il ruolo di un uomo che dice ‘noi, uomini, dobbiamo tutti fare un passo avanti’. Che cosa differenzia queste tre regine da un innocente che sostiene con dedizione il proprio ideale? La saggezza: una regina non agisce per un ingenuo slancio al-
truistico, ma dall’alto di una maggiore consapevolezza. È per questo che non consiglia di allontanarsi dai vecchi modelli semplicemente perché ‘è giusto’, ma perché si rende conto e cerca di spiegarci come questi modelli non siano più funzionali per il benessere del regno. Una benevolenza declinata non come semplice ‘voler bene’, ma come un ‘riconoscere il meglio’. Un processo di rinnovamento per tutta la società, insomma: un piano per un futuro migliore. Non commettiamo quindi l’errore di etichettare l’archetipo della regina come un ‘archetipo femminile’. Se da un lato è vero che la stessa regina Elisabetta II ha detto che “sono state le donne a portare dolcezza e benevolenza nel duro processo di umanizzazione della società”, è anche vero che il compito di umanizzare e rendere più saggia la nostra società non può essere appannaggio di un solo genere. Un Re che impara dalla propria Regina non è ‘meno Re’, ma un ‘Re migliore’.
LA CORONA HA I SUOI PRIVILEGI, MA FATE ATTENZIONE! L’archetipo della regina in-
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dubbiamente offre al brand grandi vantaggi, e una forte leva simbolica. Un brand regina può posizionarsi su temi di estrema importanza per i propri target, e può avere un ruolo significativo nella vita dei consumatori e nel progresso della società. Può parlare contemporaneamente al cuore e alla mente delle persone, alla ragione e all’emozione. Essere allo stesso tempo rilevante ed emozionante è un vantaggio non da poco, per un brand. A differenza dell’innocente, che può risultare a tratti velleitario e troppo soggettivo, il posizionamento della regina è più autorevole e concreto, solido e adulto. Qual è il rovescio della medaglia? Rinunciando alla freschezza e spontaneità dell’innocente, un brand regina corre il rischio di essere pedante, invadente e serioso. Deve essere pronto a ricevere e gestire le contestazioni, il malcontento, e il suo comportamento deve essere ineccepibile, improntato a una grande coerenza, competenza e credibilità. Perché se il popolo è scontento e il trono non è saldo, le teste cominciano a rotolare. E a quel punto, che Dio salvi il brand regina!
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FOXTROT
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FOXTROT COMPIE 10 ANNI. LA STRUTTURA DI LORENZO FERRARIO UNISCE ALLE FEATURE TIPICHE DELLA CASA DI PRODUZIONE AUDIO QUELLE DELLA CONSULENZA AUDIO E MUSICALE. È SPECIALIZZATA ANCHE NELLA LOCALIZZAZIONE DEGLI SPOT, CIOÈ NELL’ADATTAMENTO DEI MESSAGGI IN TUTTE LE LINGUE. DI MAURIZIO ERMISINO
SPOT A RITMO DI ROCK La sua casa di produzione si chiama come un famoso disco dei Genesis. E lui nasce come chitarrista.
Lorenzo Ferrario ha il rock nel sangue e ha deciso di mettere tutto questo nel suo lavoro. Ascoltando attentamente i suoi lavori si sente. Foxtrot unisce alle feature tipiche della casa di produzione audio quelle della consulenza audio e musicale ed è specializzata anche nella localizzazione degli spot: significa adattarli e doppiarli dall’estero per il mercato italiano, ma soprattutto adattare uno spot italiano in tutte le lingue del mondo. Foxtrot compie dieci anni. Dieci anni in cui è cresciuta costantemente. Tra le operazioni da ricordare c’è il riarrangiamento dello storico jingle Negroni (che ha vinto al 48° Key Award) con grandi voci della musica italiana, e il sound design ‘emotivo’ dello spot Shimano (vittorioso al 49° Key Award). A Lorenzo Ferrario, che ci ha parlato di questo e molto altro, auguriamo altri 10, 20, 100 anni di successi. A ritmo di rock. Tv Key: Da dove viene il nome
Foxtrot? Lorenzo Ferrario: Avevo fondato
Foxtrot con un’altra persona e avevamo in comune la passione per i Genesis: ci è sembrato naturale chiamare la società con il nome di uno dei loro principali
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album. Visto che ‘Nursery Crime’ ci pareva un po’ fuorviante abbiamo optato per ‘Foxtrot’. Inizialmente anche il logo aziendale era ispirato al volpino del disco, poi, aprendoci al settore della post produzione, abbiamo deciso di rivederlo allontanandoci da quel mondo per qualcosa di più attuale. Tv Key: Foxtrot nasceva 10 anni fa. Qual era la vostra mission? Lorenzo Ferrario: Ho sempre lavorato nel mondo della musica, facevo il chitarrista e venivo chiamato dagli studi di registrazione per registrare le chitarre nei jingle pubblicitari. Era la metà degli anni Novanta. Ho cominciato a seguire questo mondo da vicino lavorando come assistente in case di produzione musicali, poi da consulente e assistente residente, e ho capito che poteva essere un ambito meno esplorato del lavoro con la musica, dove c’era la possibilità di sperimentare. Ho fondato Foxtrot, che per anni è stata una one man band: mi occupavo di produzione e consulenza musicale per la pubblicità, poi sono arrivati anche i lavori di post produzione audio e voice over. Tv Key: Com’è cambiato il mercato in questi anni?
Sopra, Lorenzo Ferrario, fondatore di Foxtrot. Sotto, ingresso e regia della casa di produzione audio. Lorenzo Ferrario: La componente musicale nella pubblicità, intesa come musica ad hoc, ha subito più di tutte la crisi e l’evoluzione dei media. Fino a metà degli anni Novanta il jingle era di uso comune; le library non esistevano ed esisteva poco anche il concetto di sincronizzazione: i dischi all’epoca si vendevano e la discografia era poco interessata a proporsi sul mercato pubblicitario. Oggi vende decisamente meno e molto passa per la pubblicità; contemporaneamente sul web si è creato uno sterminato parco musica, non sempre di qualità ma a cifre risibili e la musica originale in parte è rimasta vittima di que-
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sti due estremi. Peccato perchè credo sia una delle strade maestre per dare valore e maggior personalità alla comunicazione dei brand. In ogni caso la presenza di questi due ‘poli’, library o brani famosi, rende necessaria una serie di competenze che riguardano la consulenza e le trattative editoriali a ogni livello. Proprio per Negroni ad esempio, ci siamo occupati non solo degli arrangiamenti ma anche di tutte le trattative e la contrattualizzazione degli artisti. Ci piace molto quando i clienti ci danno modo di seguire anche questo aspetto e spesso riusciamo a ottenere condizioni molto favorevoli per il brand.
Tv Key: Qual è il bilancio di questi primi 10 anni? Lorenzo Ferrario: È assolutamente positivo. Sono partito 10 anni fa in un periodo delicato, molte delle grandi case di produzione audio del tempo oggi non ci sono più, perché vivevano su un modello improntato su numeri che oggi non sono più fattibili. In questi anni il fatturato è sempre cresciuto rispetto all’anno precedente. Ora ho un gruppo di collaboratori, ho uno studio nuovo da 5 anni che presto verrà rimodulato in base alle nuove esigenze. Essersi aperti a tutti i settori dell’audio è stata una scelta vincente. Tv Key: Tra i lavori più importanti di questi anni c’è stato il riarrangiamento dello storico jingle Negroni. Come ci avete lavorato? Lorenzo Ferrario: Nel 2015 abbiamo vinto insieme a Freccia Ambrosini Volpi una gara in cui il cliente chiedeva una formula che riprendesse il jingle storico e lo attualizzasse. L’idea era quella di associare al marchio voci molto riconoscibili. Il jingle storico aveva i limiti tipici dello stile di quegli anni, e abbiamo cercato di dargli un vestito nuovo, rappresentativo di chi era il cantante. Il primo è stato Enrico Ruggeri, nel 2015, con una ballad. Con Mario Biondi si è optato per un brano swing moderno. Noemi ha rappresentato la scelta di rivolgersi alle generazioni giovani, mantenendo quel suo sound rock genuino. L’ultimo è Federico Zampaglione dei Tiromancino quest’anno: il suo contributo è stato molto propositivo, a livello di ricerca di suono e arrangiamento. È molto riconoscibile, distante dai lavori che abbiamo fatto prima, mantiene il sapore del jingle senza diventare troppo pubblicitario. Tv Key: Non a caso Negroni ha
vinto al 48° Key Award. Al 49° avete vinto con Shimano… Lorenzo Ferrario: Abbiamo vin-
mondo giovanile, c’è la tendenza a rivolgersi ad altri generi musicali, il rap e la trap, ma non è detto che sia per forza la strada. SanThe è un prodotto per giovani, ma attraversa un target abbastanza ampio, e una via di mezzo tra il rock e l’hip-hop funziona bene: mantiene una matrice giovane e ha un respiro rock che ampia l’utenza. Il lavoro di consulenza è l’abilità di sapersi orientare in uno smisurato panorama di musiche e presuppone la capacità di andare a colpo sicuro: capire dove cercare e cosa cercare è un valore aggiunto.
Sopra, dall’alto, tre campagne importanti per Foxtrot: Idealista, il lavoro per Shimano, sound design premiato al 49° Key Award, e il riarrangiamento del jingle di Negroni, vincitore del 48° Key Award.
to per il sound design. È un lavoro completamente diverso. Tendo a distinguere la mera post produzione audio dal sound design: la prima si traduce nel dare un suono a quello che vediamo; cade un bicchiere e sento un bicchiere che si rompe; il sound design è una cosa pittorica, ha un significato diverso, più etereo, è meno realismo e più racconto. Il mondo di Shimano è una via di mezzo tra i suoni di mera post produzione e quelli che evocano la sensazione che si ha alla guida di quel tipo di mezzo: il battito del cuore, il respiro dell’atleta, la sensazione della fatica e dell’appagamento. Il bilanciamento tra realtà ed emozione funziona bene. Tv Key: Il lavoro sulla localiz-
zazione è molto importante per voi... Lorenzo Ferrario: La localizzazione per l’estero di campagne fatte in Italia è cresciuta molto,
tra l’altro è quella che ci ha sicuramente ‘aiutato’ nei mesi di lockdown. Nel corso degli ultimi anni ci siamo accreditati con le agenzie come casa di produzione per le localizzazioni: abbiamo sviluppato partnership in Europa e negli Stati Uniti che ci consentono di doppiare lo spot in tutte le lingue. Abbiamo doppiato spot in azero, in russo, in cinese. Con certezza posso dire che non sono molte le realtà che possono gestire questi progetti con rapidità e performance. Tv Key: Tra i vostri lavori storici c’è SanThe Sant’Anna. Perché è stato scelto il rock? Lorenzo Ferrario: È un lavoro che fa parte della sfera della consulenza e ricerca editoriale per la scelta di musiche note o di library. Si tratta di coniugare i budget dei clienti con una musica che non sia troppo scontata e che sia funzionale alle immagini. Oggi, quando si rappresenta il
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Tv Key: Anche Jeep Patriot ha un piglio rock. C’è un lavoro molto particolare su suoni e voci, prima che parta l’annuncio. Lorenzo Ferrario: L’idea creativa dell’agenzia era una sorta di riflessione, con frasi che si rincorrevano, sulla libertà: una ricerca interiore che trovasse la sua nemesi nel finale. Abbiamo lavorato con alcune voci, molte meno di quelle che sembra, con un grande lavoro tecnico di post produzione per assegnare a ogni voce un suo timbro, echi e riverberi che si ripetono. È stata importante anche la bravura degli speaker. Sul finale la musica è mutuata ancora una volta dal rock, realizzata da noi: ha un senso di apertura verso i grandi spazi. Tv Key: Come vede i prossimi 10 anni di Foxtrot? Lorenzo Ferrario: Sono fiducioso: il mercato non è facile, ma le opportunità di crescere ci sono. Si tratta di essere molto flessibili e di adattarsi alle esigenze che cambiano. Con i nuovi media, l’audio sta vivendo un buon momento, penso ad esempio ai podcast che si stanno rivelando anche per le aziende un ottimo strumento di comunicazione o a tutto il comparto degli audiolibri. Si tratta di integrarsi con un mondo dove la pubblicità non è più solo quella tradizionale. Si tratta di guardare al futuro con intelligenza e creatività.
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PRODUZIONI SKY ORIGINAL
_Petra bellissima come Genova OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:23 Pagina 28
PETRA, IL NUOVO PROGETTO SKY ORIGINAL PRODOTTO DA CATTLEYA E BARTLEBYFILM, DEBUTTERÀ A SETTEMBRE SU SKY CINEMA. È AMBIENTATA A GENOVA, UNA DELLE NOSTRE CITTÀ PIÙ BELLE, PROFONDAMENTE VALORIZZATA, ANCHE GRAZIE AL LAVORO DI GENOVA LIGURIA FILM COMMISSION.
DI
MAURIZIO ERMISINO
PETRA, BELLISSIMA COME GENOVA duttrice delegata di Petra, e Michele Ottaggio, Direttore di produzione, per Cattleya.
SE DA BARCELLONA SI ARRIVA A GENOVA
Il primo sguardo ufficiale a Petra, il nuovo progetto Sky Original prodotto da Cattleya – parte di ITV Studios – in associazione con Bartlebyfilm, pronto a debuttare a settembre su Sky Cinema, lascia senza fiato. Il trailer di Petra inizia con una panoramica dall’alto su Genova e il suo mare, e un’inquadratura sul Porto Vecchio ammantato di luce dorata. E ancora, i portici del centro e la sopraelevata. Genova, una delle nostre città più belle, nella produzione di Cattleya è valorizzata come non mai, grazie anche al lavoro di Genova Liguria Film Commission. In scena ci sono i luoghi più caratteristici del capoluogo ligure, ma anche spazi meno noti e suggestivi, che entrano alla perfezione nel racconto. Petra è composta da quattro storie gialle al femminile ispirate alla detective di Barcellona più famosa al mondo, il personaggio creato dalla penna di Alicia Giménez-Bartlett e apparso per la prima volta in Spa-
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Paola Cortellesi, per la seconda volta in un cast diretto da Maria Sole Tognazzi, veste i panni della protagonista di ‘Petra’, un’ispettrice della Polizia di Genova incaricata di risolvere diversi casi di violenza e omicidio.
gna nel romanzo Riti di morte (1996), pubblicato in Italia nel 2002 da Sellerio. Nella produzione Sky Original è Paola Cortellesi a prestare il volto a Petra Delicato, un’ispettrice della mobile di Genova, che dall’archivio si ritrova catapultata in prima linea a risolvere dei casi di omicidio e di violenza, assieme al viceispettore Antonio Monte (Andrea Pennacchi). Petra è diretta da Maria Sole Tognazzi, per la prima volta im-
pegnata in una produzione per la Tv, che torna a dirigere Paola Cortellesi dopo Passato prossimo (2003). La serie è scritta da Giulia Calenda, Furio Andreotti e Ilaria Macchia. Una sceneggiatura è firmata anche da Enrico Audenino. A Genova le riprese si sono svolte con il supporto di Genova Liguria Film Commission. Ne abbiamo parlato con Cristina Bolla, Presidente della Film Commission, e con Arianna De Chiara, Pro-
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Se la produzione di Petra è stata un viaggio affascinante, lo è già il primo ‘viaggio nel viaggio’ che ha dato il via a tutto. La scelta di ambientare le storie di Petra, nata nella Barcellona di Alicia Giménez-Bartlett, a Genova, una città di mare in qualche modo legata a Barcellona, ma con una sua spiccata personalità, è molto interessante. “Dopo aver incontrato Alicia Giménez-Bartlett e ottenuto i diritti di questi libri di cui ci eravamo innamorati, la prima domanda che ci siamo fatti è stata: l’ambientazione quale sarà?”, ricorda Arianna De Chiara. “Sapevamo che il lavoro da fare sarebbe stato quello di un’attualizzazione: Alicia ha iniziato a scrivere questi libri negli anni Novanta, ed eravamo consapevoli che avremmo voluto spostare nel tempo i racconti, ma con la sicurezza di un personaggio moderno che avrebbe potuto mantenere la sua indole, il suo carattere, la sua storia”. Ma Barcellona è un vero e proprio personaggio nei romanzi. “Petra e Firmin, che nella nostra serie è diventato Antonio, si muovono e vivono la città, e hanno i loro luoghi, che raccontano loro due, il loro rapporto”, ci spiega Arianna De Chiara. “E che, nei lettori appassionati dei romanzi, hanno creato un immaginario”. “Barcellona ha una forte identità, un suo carattere”, continua. “Abbiamo iniziato a pensare a una
città: volevamo mantenere il mare, non perché i racconti fossero così legati a esso, ma perché questo mare è sempre presente. Siamo arrivati a Genova in maniera semplice, pensando a una città che avesse una stratificazione geografica simile a quella di Barcellona, dal mare verso l’alto, ma anche sociale. Nonostante i lavori che sono stati fatti dalle Olimpiadi in poi, Barcellona mantiene i suoi quartieri popolari, i quartieri borghesi e ha una zona portuale. È difficile trovare tutto questo in Italia, e solo Genova conteneva in sé tutta questa molteplicità”. E questa sensazione è stata confermata subito dai primi sopralluoghi. “Abbiamo avuto questa intuizione e sono andata a verificarlo”, ci racconta Arianna De Chiara. “Sono partita insieme agli sceneggiatori prima dell’inizio della scrittura, e siamo stati tre giorni a Genova. A ogni spazio che visitavamo avevamo conferma che la scelta fosse stata quella giusta, soprattutto per la qualità dei luoghi, che diventavano essi stessi fonte di racconto. In qualche modo riuscivamo a ritrovare i discorsi e gli sguardi che avrebbero dovuto avere i nostri protagonisti. Ogni romanzo posa lo sguardo su un mondo, una parte della città, e a Genova vedevamo quei vari mondi possibili”.
da un punto di vista della logistica e dell’accoglienza. La fiction è piaciuta molto ai genovesi, che hanno amato questa idea. Siamo conosciuti per la nostra privacy, e infatti tutti hanno lasciato girare senza essere invadenti. Nonostante la città sapesse benissimo che regista e attori fossero importanti”.
PETRA È COME GENOVA E a Genova il personaggio di Petra ha dimostrato di vivere benissimo, come se fosse sempre stato in questa città. “Per quanto riguarda il personaggio di Petra, ricordo che la scrittrice Alicia Giménez-Bartlett mi disse: ‘Petra sembra scritta per Genova, perché è una città che è co-
me Petra, sembra dura, ma in fondo è morbida al suo interno’”, ricorda con piacere Cristina Bolla. “Mi è piaciuto molto questo accostamento”. “È uno di quei casi in cui hai un’intuizione ma non sai esattamente dove ti porterà e quanto possa essere calzante”, riflette Arianna De Chiara. “Nel tempo gli sceneggiatori hanno realizzato, stando lì, girando, quanto la città fosse un luogo che calzava a meraviglia col personaggio. Petra si è trasferita da poco a Genova, viene da Roma, e la domanda che ci siamo posti è per quale motivo fosse lì, al di là dell’appartenenza alla polizia. E la scoperta di quella città è stata la risposta. Infatti in sceneg-
giatura è stato inserito uno scambio tra Petra e il suo secondo ex marito, in cui lei dichiara che vuole restare lì. E lui risponde che questa città le assomiglia”.
LE LOCATION: UN ASPETTO DIVERSO DELLA STESSA VISIONE Con una sceneggiatura scritta già pensando a Genova, il lavoro sulle location è stato molto affascinante. Per Michele Ottaggio, il Direttore di produzione, è stato un lavoro molto speciale. “Io sono genovese di nascita, per me è stato un ritorno con occhi diversi alla città dove sono nato”, ci ha raccontato. Genova ha un centro storico me-
L’APPORTO DELLA FILM COMMISSION Genova Liguria Film Commission è entrata così in scena dando subito tutto il supporto migliore per realizzare il progetto. “Abbiamo avuto i primi rapporti con Cattleya più di due anni fa, quando è venuta in Liguria a fare i sopralluoghi”, ci racconta Cristina Bolla. “Abbiamo presentato tutte le istituzioni del territorio, che hanno assolutamente appoggiato l’arrivo in Liguria di una fiction così importante. Abbiamo lavorato insieme per mettere in moto le buone pratiche necessarie perché si facesse a Genova e si facesse bene, con il supporto adeguato
Sopra, a partire dall’alto: Andrea Pennacchi (nei panni del viceispettore Antonio Monte) e Paola Cortellesi in una scena di ‘Petra’; Maria Sole Tognazzi, la regista.
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PRODUZIONI SKY ORIGINAL
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PRODUZIONI SKY ORIGINAL
Petra, adattamento cinematografico delle storie create da Alicia Giménez Bartlett, vanta un cast tutto al femminile, dalla regista, Maria Sole Tognazzi, alla protagonista, Paola Cortellesi, a Giulia Calenda e Ilaria Macchia che con Furio Andreotti compongono il team degli sceneggiatori.
dioevale come tante città italiane, ma i vari livelli di costruzione, il mare che in ogni momento spunta da un vicolo o da una strada e le montagne da dietro che stringono la città la rendono unica. E quindi ha una declinazione quasi obbligata e molto atipica rispetto ad altre città. È una città di porto, che ha una sua impronta particolare. Quando abbiamo fatto i primi sopralluoghi abbiamo subito visto che la città ha un suo gusto, una sua caratteristica forte, che sarebbe stato impossibile nascondere. Il bello è stato cercare di privilegiare quelli che erano sguardi della memoria, insieme ad altri nuovi, per trovare uno sguardo cinematografico in grado di raccontare questa città”. E l’impresa è riuscita. Genova, probabilmente, non è mai stata raccontata così sullo schermo prima d’ora. “L’esplorazione di Genova si è svolta per cerchi concentrici: siamo partiti dal centro medievale, allargandoci un po’ alla volta, per andare a scoprire come la città sia stratificata sia a livello verticale sia a livello orizzontale. Da Levante a Ponente i quartieri sono fortemente caratterizzati, ed è stato molto divertente riuscire a dare una connotazione geografica che fosse anche sociologica. Spostandoci si arrivava a vedere come sui monti ci fossero antichi villaggi di abitazioni pic-
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cole, e anche grossi palazzoni di edilizia popolare anni Sessanta e Settanta. E l’affaccio è diverso ma sempre uguale: tutti hanno la stessa vista sul mare che segue la costa della città, anche se hanno estrazioni sociali differenti. Ogni volta si riusciva a trovare un aspetto diverso della stessa visione”.
IL PALASPORT ALLA FIERA DI GENOVA Ma una serie Tv vive spesso anche in luoghi meno noti, dei ‘non luoghi’ in grado di diventare i teatri giusti per i momenti di maggiore tensione. Una delle scene clou di Petra si svolge proprio in uno di questi. “È il Palasport, all’interno della Fiera di Genova: è un monumento nazionale, l’abbiamo solo noi”, ci rivela Cristina Bolla. “È assolutamente riconoscibile e ha una struttura particolare, è stata una scelta artistica molto forte e molto riuscita”. “Ricordo che da bambino era la sede del Salone del mare, poi è stato abbandonato”, ci racconta il Direttore di produzione. “È stata una delle cose che abbiamo visitato per prime. Ci servivano questo tipo di spazi, ci è venuta questa idea, e c’è stato un grosso intervento della Genova Liguria Film Commission per entrare in un posto che, per il fatto stesso di essere abbandonato, non era così facile. Non dimentico che siamo
arrivati a girare Petra poco dopo il crollo del Ponte Morandi, la viabilità aveva una serie di difficoltà. Abbiamo avuto un grande sostegno da parte della Polizia Municipale”. “Sono state scelte delle location che valorizzano quelle che sono particolarità che abbiamo solo noi, si riconosce fortemente Genova”, commenta la Presidente della Film Commision. “Conosco bene la nostra città, anche alcune location che possono essere inconsuete, non allettanti ai più, ma sono scenograficamente molto efficaci. Alcune scelte hanno reso al massimo, anche strutture che per l’occhio inesperto non possono sembrare adatte sono location interessanti. La regia evidenzia una città con le sue caratteristiche e i suoi colori. Dal punto di vista registico Genova è stata valorizzata al massimo: veritiera, riconoscibile”.
UNA SERIE TUTTA AL FEMMINILE Se il ritratto di Petra è riuscito è anche merito di una sensibilità tutta al femminile che caratterizza la produzione. “C’è un insieme di personaggi forti, la protagonista, sia in termini letterari sia per l’attrice che la impersona, la regia, la scrittrice, che è una donna”, commenta Cristina Bolla. “Tutto questo si vede molto: la fiction è permeata da questa sensibilità”.
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“C’è una componente femminile anche nel trio sceneggiatura molto forte”, aggiunge Arianna De Chiara. “È avvenuto tutto in maniera naturale: Giulia Calenda, Furio Andreotti e Ilaria Macchia sono tutti fan dei romanzi”, ci spiega la Delegata di Produzione. “Paola Cortellesi ha fatto un grande lavoro sul personaggio, che è molto lontano da lei”, continua. “C’è una Paola inedita, spigolosa, tagliente”. Ma Petra non è affatto lontana dalla regista. “Maria Sole Tognazzi è la regista più vicina a Petra”, ci spiega Arianna De Chiara. “Quando le abbiamo proposto il progetto ha sentito l’occasione per portare quelli che sono i suoi racconti al femminile, come Viaggio sola. Maria Sole contiene due anime, una più ironica e l’altra dalla grande profondità di sguardo. E poi c’è l’aspetto noir”.
PETRA AL DIGITAL FICTION FESTIVAL “Abbiamo valorizzato Petra in occasione del Digital Fiction Festival, andato in scena dal 2 agosto, abbiamo consegnato un premio, ritirato da Maria Sole Tognazzi e Arianna De Chiara di Cattleya”, ci ha raccontato Cristina Bolla. “Per noi è un modo di premiare la fiction e soprattutto il legame con Genova. Il Digital Fiction Festival nasce per valorizzare il brand lanciato l’anno scorso, ‘Liguria terra da fiction’. Ventuno anni fa noi giravamo Vento di ponente, la fiction che ha lanciato la serialità d’Italia. E ora la Liguria è diventata terra da fiction: molte produzioni verranno girate qui, e abbiamo assegnato il premio a chi per primo ha investito nella nostra città”.
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FM RECORDS È UNA LABEL DISCOGRAFICA ORIENTATA ALLA PRODUZIONE DI MUSIC LIBRARY CHE NASCE A ROMA NEL 2005 DALL’ESPERIENZA DEL SUO FONDATORE, ALESSANDRO PINNELLI. È LA PRIMA IN ITALIA A USARE UN SISTEMA DI AI PER TROVARE IL GIUSTO BRANO MUSICALE. MA CIÒ CHE FA LA DIFFERENZA È IL FATTORE UMANO. DI
MAURIZIO ERMISINO
L’ELEMENTO UMANO NELLA MACCHINA In un mondo dove le nostre playlist e le nostre scelte musicali sono dettate sempre più da algoritmi, c’è ancora una realtà dove la professionalità e il talento la fanno da padrone. È ‘l’elemento
arrivato in Rai a presentare questo disco e, parlando con i consulenti musicali, sono stato affascinato dal mondo della sincronizzazione. E ho cominciato a produrre nell’ambito della sincronizzazione audio-video, soprattutto documentari. Da musicista ero molto curioso: produrre musica di vario tipo mi dà più possibilità di quelle che avevo solo suonando. Oggi spazio dalla musica barocca all’heavy metal...
umano nella macchina’, come dice la canzone. Parliamo di quella musica destinata ai film, agli spot pubblicitari, ai programmi televisivi. FM Records è una label discografica dedicata soprattutto alla Production Music, ovvero musica per immagini, e ha il suo quartier generale a Roma dove è nata nel 2005 dall’esperienza decennale del suo fondatore, Alessandro Pinnelli. Come batterista, Alessandro ha lavorato con grandi artisti come Giorgia, Gino Paoli, Raf, Paola Turci e in molte produzioni Rai e Mediaset: dalla sua esperienza e dalla conoscenza delle esigenze dei clienti è nata FM Records, editore per l’Italia dei più prestigiosi cataloghi internazionali. Oggi è la prima label in Italia a utilizzare l’innovativa Similarity Search Technology, integrata nel nuovo sito web www.fmrecordsmusic.it: realizzata da AIMS, società leader nel settore dell’Intelligenza Artificiale, consentirà ai professionisti di cercare brani simili basandosi su una traccia di riferimento.
Tv Key: Uno dei vostri punti di forza è lo studio di registrazione... Alessandro Pinnelli: Ormai ci sono sempre più possibilità di produrre musica a casa. Lo studio di registrazione tradizionale, come il nostro, oggi costa moltissimo, è un investimento che spesso non è giustificato. Ma avere uno studio di produzione propria è un valore aggiunto, permette di produrre con una qualità molto elevata. Se per fare un disco oggi dovessi pagare uno studio costerebbe tantissimo. La tecnologia del nostro studio è elevata e si avvale di elementi analogici, i ‘manopoloni’, che non si trovano più. Oggi è tutto ‘in the box’, nel computer, ma non suona come lo studio analogico.
Tv Key: Come è iniziata l’av-
Tv Key: Quanto è importante il
ventura di FM Records? Alessandro Pinnelli: In modo quasi fortuito. Stavo suonando con un cantautore di cui poi ho curato la produzione. Così ho messo su il mio primo studio e ho fatto la mia prima produzione. Sempre per caso, sono
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vostro team? Alessandro Pinnelli: È quello che
fa in modo che FM viaggi a questi livelli. Mettiamo nel nostro sito interi cataloghi, da decine di label da tutto il mondo che arrivano con diverse keywords e diversi tag – genere, mood, stru-
Alessandro Pinnelli, fondatore della label discografica della FM Records.
mento – e che devono essere ottimizzati per l’Italia: devono poter essere trovati facilmente da un’agenzia di comunicazione che vuole un brano che sia emozionale o epico o tensivo. Ho un Data Base Manager, Alessandro Ferrara, e due collaboratori che si dedicano a quello, e sono insostituibili. Un’altra parte del team fa capo al Copyright Manager, Valentina Greco, che si occupa di registrare in SIAE ogni brano, in modo che, quando viene utilizzato, possa fruttare i diritti. E poi io stabilisco le mie produzioni con il mio assistente, il Produttore Artistico Marco Pesci, con cui decido la linea da tenere. Se un’agenzia chiede una selezione di musica per un brief, Marco e il suo team fan-
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no sì che in mezz’ora tu abbia una playlist pronta. Tv Key: Il vostro lavoro va in
due direzioni: le produzioni originali e il lavoro licensing/sincronizzazione... Alessandro Pinnelli: La produzione è un lavoro artistico: è là che attingo al mio know-how, al fatto di aver avuto a che fare davvero con la musica, di aver conosciuto tanti musicisti e di poter giudicare un’esecuzione. Il licensing è un aspetto più commerciale, un cercare di intercettare una necessità, di fornire l’opzione migliore al cliente. Puoi scegliere tra diversi tipi di licenze, a seconda del tipo di brano. Dobbiamo competere con l’offerta infinta che si tro-
va sul digitale. Ma è un’offerta a cui manca il fattore umano, paghi un abbonamento ai siti e non puoi chiedere aiuto a nessuno. Da noi hai un rapporto diretto con un supervisor, a cui dici “ho bisogno di questo, ma un po’ più ‘blu’, un po’ più ‘verde’”, e lui corregge il tiro. Tv Key: Avete una serie di so-
luzioni e pacchetti molto interessanti... Alessandro Pinnelli: Dovendo competere con grossi aggregatori, ho dovuto per forza fornire la possibilità di acquistare un abbonamento. Che non è la royalty free che propongono questi provider, ma ci si avvicina. Sul sito i prezzi sono ben visibili, c’è uno spazio dedicato alle prepagate, alle ricaricabili, agli abbonamenti, alle offerte. E comunque siamo qui. Alzi il telefono, chiami me, e il mio team, e noi siamo a disposizione. È un valore aggiunto che non sottovaluterei. Oggi va tutto veloce, ma voglio ancora credere nel fattore umano. Il sito è pensato per essere superveloce. Ma io sono qui per risolvere ogni dubbio.
Tv Key: Come funziona l’inno-
vativa Similarity Search Technology - Full Options? Alessandro Pinnelli: È il frutto di anni di lavoro e di sollecitazioni da parte degli addetti ai lavori. Quando ti arriva una reference ricevi un link a YouTube con un brano: ad esempio il tema di Jurassic Park, che però non si può usare. Con la nuova tecnologia basta incollare il link sulla barra di ricerca, e l’Intelligenza Artificiale ti trova, con precisione, tutto quello che è simile a quella colonna sonora. Puoi caricare un mp3 sul sito e il sistema di trova, tra migliaia di brani, quello più simile: nel momento in cui individui un brano c’è un’icona su cui cliccare per trovare tutti i brani simili a questo. Tv Key: In che cosa consiste il vostro lavoro con il cinema? Alessandro Pinnelli: Per film come Pinocchio, Favolacce, Figli, L’amica geniale 2, abbiamo lavorato sui trailer: spesso nei promo si utilizzano delle musiche che non fanno parte della colonna sonora, e le forniamo noi, dai nostri cataloghi. Un al-
Nella foto, il team di FM Records, da sinistra: Valentina Greco, Alessandro Ferrara, Marco Pesci (seduto) e Alessandro Pinnelli.
tro tipo di lavoro, come è capitato nell’ultimo film di Muccino, Gli anni più belli, e nel prossimo di Moretti, Tre piani, è il lavoro su brani all’interno del film: c’è un compositore che cura la colonna sonora, ma, se nel film c’è un momento in cui ballano un walzer viennese, si ricorre ai cataloghi. Altre volte siamo i produttori della colonna sonora, come per Drive Me Home, con le musiche di Giorgio Giampà. Un quarto aspetto è la realizzazione di musica su misura o cover: per Lo chiamavano Jeeg Robot l’editore aveva comprato solo i diritti editoriali di Non sono una signora e Un’emozione da poco, e non l’esecuzione: noi abbiamo rifatto le cover, che sono la copia esatta dell’originale. Tv Key: Anche il vostro lavoro
in pubblicità è molto importante... Alessandro Pinnelli: Costa D’Oro è una campagna distribuita in molti paesi, utilizza un pezzo di musica classica, La gazza ladra, che non puoi trovare nei siti cheap online. Con Barilla, Armani, Lavazza, Fiat collaboriamo spesso. Lavoriamo con molte agenzie pubblicitarie, e ne vorremmo conoscere di nuove.
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Ci contattano spesso per il nostro catalogo, ma realizziamo anche musica su misura. È un lato importante del nostro business, che sta crescendo. Un valore aggiunto è la musica classica: il nostro fiore all’occhiello è Naxos, una grossa label che nasce in Germania. Quando al cinema si cercano titoli di musica classica, Naxos ce l’ha. Tv Key: C’è qualche insegna-
mento dei grandi della musica che porta con sé? Alessandro Pinnelli: Gino Paoli è una di quelle persone che, quando ti si avvicinano, ti fanno tremare le gambe. Quello che mi sento di condividere con lui è il sacrificio, la dedizione per la musica. In momenti di grande competizione se non hai dedizione, abnegazione verso l’arte, non puoi competere. Vale anche per la mia attività, per la quale nutro ancora grande passione, e spero che non mi abbandoni. Da artista ho vissuto un’epoca in cui si suonava tanto, nei tour ma anche nei club: era vitale, voleva dire confrontarsi coi tuoi colleghi, improvvisare. Questo non ha un valore economico quantificabile. Quando hai quella passione che ti brucia non ragioni.
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LA 77ª MOSTRA INTERNAZIONALE DI VENEZIA ANDRÀ IN SCENA, E NON SARÀ UN FESTIVAL DAL BASSO PROFILO. PARTECIPERANNO 55 FILM IN ARRIVO DA TUTTO IL MONDO. CI SARANNO MENO DIVI, MA UN GRAN NUMERO DI OTTIMI FILM. NE HA PARLATO ALL’ULTRAPOP FESTIVAL EMANUELE RAUCO, CRITICO E GIORNALISTA CINEMATOGRAFICO.
DI
MAURIZIO ERMISINO
VENEZIA È SEMPRE VENEZIA
La Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ci sarà. E non sarà un festival dal basso profilo, a ranghi ridotti, come si pensava fino a qualche settimana fa, a causa dell’emergenza Covid19. Sarà un festival in grande stile, con molti film, e con il red carpet. È uno dei più lunghi del mondo, ha detto il Direttore della Mostra Alberto Barbera, e ci sarà tutto lo spazio per distanziare i divi e anche i fotografi. Tutte le sezioni tradizionali della Mostra del Cinema saranno pronte ai nastri di partenza: ‘Concorso’, ‘Fuori Concorso’, ‘Orizzonti’. Il Concorso sarà ricco, 18 titoli contro i 20 dello scorso anno. E ci saranno anche le Giornate degli Autori. La 77ª Mostra del Cinema avrà il via il 2 settembre per concludersi il 12 con la consegna dei
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Leoni d’Oro. È confermata anche Cate Blanchett come Presidente di Giuria. Qualcosa, ovviamente, dovrà essere ridotto, ma è molto meno di quello che ci si aspettava: Venezia dovrà rinunciare alla sezione ‘Sconfini’. E la sezione ‘Venezia Virtual Reality’ sarà fruibile solo online. ‘Venezia Classici’ è stata spostata a Bologna, all’interno della rassegna ‘Il Cinema Ritrovato’. Saranno quindi circa 55 film invece degli 80 previsti. Ci saranno film da tutto il mondo, anche quelli americani che, secondo qualcuno, sarebbero mancati all’appello: ci saranno opere dall’Australia, dall’India, dalla Cina, dall’America Latina e dall’Africa. Se la Sala Grande avrà una capienza ridotta a causa del distanziamen-
to, i film saranno proiettati anche in due arene all’aperto, al Pattinodromo del Lido e ai Giardini della Biennale, e in tre cinema: l’Astra, al Lido, il Rossini, a Venezia, e il Centro culturale Candiani di Mestre. Allora sarà festival e lo sarà in grande stile. “Siamo contenti perché non ci aspettavamo di trovare un buon numero di bei film”, ci ha spiegato Emanuele Rauco, intervenuto online a UltraPop Festival, il festival online con più di 140 ore di live su TWITCH dedicate a cinema, serie Tv, videogiochi, tecnologia, scienza e cultura nerd, organizzato da Multiplayer.it, Movieplayer.it e Leganerd.com. “Pensavamo a un’edizione di transizione. Invece sarà un’edizione quasi normale”. A proposito degli Stati Uniti, il cuore dell’industria cinematografica mondiale è ancora piuttosto fermo, lo dimostra la decisione di spostare la prossima
cerimonia degli Oscar ad aprile. E la cosa andrà a incidere sull’aspetto più glamour della mostra: il red carpet e i grandi divi. “Se per glamour si intendono i grandi divi americani, quello è molto difficile”, ci spiega Emanuele Rauco. “Questo perché hanno difficoltà a viaggiare. O meglio, possono viaggiare, con una serie di scali intermedi, o con la possibilità di venire dall’America, previo controllo, rimanere per cinque giorni e poi ripartire. Ma non è solo la difficoltà di viaggiare. Il fatto è che in questo momento le grandi major, e i grandi nomi, cercano di essere più cauti possibile. Questo non vuol dire che non ci saranno grandi attori”, precisa Rauco, “ma di sicuro questo è l’aspetto più complesso. Se pensiamo alla Mostra degli ultimi anni, a film come Ad astra con Brad Pitt, sarà un po’ diverso. Perché è quel tipo di film che tar-
Sopra, il manifesto della 77ª Mostra Internazionale di Venezia (Credits: disegno originale Lorenzo Mattotti, progetto grafico Designwork Courtesy La Biennale di Venezia). Sotto, Alberto Barbera, Direttore della mostra.
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Credits: La Biennale di Venezia - foto ASAC - 2
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da ad arrivare”. Il cinema americano però ci sarà. “Abbiamo un buon numero di produzioni americane medie, non necessariamente indipendenti e piccole, tra cui alcuni titoli per i quali siamo in trattative”. Ma la situazione di crisi, come sappiamo, si può trasformare in opportunità (in giapponese il significato delle due parole coincide). “Abbiamo cercato di cogliere la palla al balzo per fare qualcosa di diverso”, ci ha svelato Emanuele Rauco. “Abbiamo cercato di affondare di più i piedi dentro un tipo di cinema che il glamour può rischiare di soffocare. E di guardare ad altri Paesi che magari sarebbero finiti in seconda fascia, e invece hanno dimostrato di avere qualcosa da offrire”. Sarà quindi un festival davvero internazionale, nel senso più proprio del termine. Non sarà, invece, come molti ipotizzavano, un festival molto italiano. “I film italiani pronti, considerati quelli che hanno rifiutato il label, il bollino di Cannes, ripongono nella Mostra un sacco di speranze in vista dell’uscita nella seconda parte dell’anno, nell’autunno e nell’inverno”, commenta Rauco. “Però non vogliamo fare l’errore di fare una mostra italocentrica. La Mostra di Venezia ha una responsabilità nei confronti del cinema d’autore e del cinema indipendente italiano, ed è chiaro che, in un momento del genere, questa responsabilità ce la dobbiamo prendere. Ma non possiamo fare come ha fatto Cannes, che ha selezionato quasi il nostro stesso numero di film, 55-56, di cui la metà di bandiera francese, e un’altra parte coproduzioni francesi. Lì poi c’era un lavoro di un altro tipo, i film non dovevano essere proiettati, ma solo promossi sul mercato. Noi invece, volendo e dovendo proiettare i film, abbiamo la responsabilità di realizzare, come dice il titolo stesso, una Mostra Internazionale del Cinema. Quindi parteciperanno un bel po’ di film italiani, ma non tan-
Sopra, Cate Blanchett, Presidente di Giuria. Sotto, Emanuele Rauco, critico e giornalista cinematografico, intervenuto online a UltraPop Festival.
ti: più o meno il numero che c’era nelle altre edizioni”. Ci saranno ovviamente delle misure di sicurezza: la misurazione della temperatura all’ingresso delle sale, l’obbligo di indossare le mascherine, e una misura ridotta di persone nelle sale. “Stiamo cercando di capire quante persone potranno esserci”, ci ha spiegato Rauco (era la metà di luglio). “A oggi il Dpcm consente 200 persone al massimo, in un luogo chiuso, a prescindere dalla capienza”, ci ha spiegato Emanuele Rauco. “L’ideale sarebbe se il numero di persone potesse invece dipendere dalla
percentuale: la Sala Darsena ha 1.400 posti, portare dentro solo 200 persone non avrebbe molto senso. Noi speriamo di arrivare alla condizione di un posto sì e un posto o no, o comunque alla distanza di un metro tra un posto e l’altro. Cercheremo di mettere insieme le necessità sanitarie con quelle di pubblico e addetti ai lavori”. Stiamo lavorando per dividere un’area – che potrebbe essere il Palazzo del Cinema, il Casino e la Sala Darsena – per addetti ai lavori, e un’area – che era quella del PalaBiennale – per il pubblico. La differenziazione potrebbe essere anche a
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livello temporale, ad esempio tra la mattina e la sera”. È chiaro che gli accreditati quest’anno per forza di cose saranno di meno. “Si parla della metà” ci conferma Rauco. “Invece dei soliti 12-13mila, potrebbero essere circa 6mila. Ma cercando di dare la possibilità a tutti di godersi veramente il festival, sperando che, soprattutto quest’anno, sia una festa per segnare un passo avanti rispetto a un momento difficile”. Anche il red carpet sarà particolare: ci saranno gli attori, i fotografi, ma non ci sarà la folla. Cambierà insomma il modo di seguire il festival per il pubblico. Ma lo farà anche quello degli addetti ai lavori, tra cui i tanti giornalisti che arrivano al Lido, oltre che per vedere i film, per intervistare i protagonisti del cinema. “Le conferenze stampa, molte se non tutte, saranno online” ci anticipa Rauco. “Si sta pensando di farle in questo modo proprio perché dentro la sala stampa dove si svolgono di solito potranno entrare meno persone. Se prima, per fare un esempio, potevano accedere 100 giornalisti, quest’anno potrebbero essere autorizzati la metà”. E si sta lavorando anche a un’altra possibilità, ancora da verificare, ma non difficile da realizzare. “Qualora i talent dei film non potessero essere presenti a Venezia, cercheremo di fare le conferenze stampa da remoto, via Skype o con altri mezzi. E anche le presentazioni ufficiali dei film in Sala Grande potrebbero essere fatte così, magari tramite Zoom”. “Spero che si sfrutti questo momento per far sì che certi modi di usufruire del cinema siano un po’ più ampi”, aggiunge il selezionatore. “Che possano convivere l’idea della comunità di cinefili che vedono un film insieme e l’idea che il cinema possa viaggiare dappertutto: se non il film come oggetto, il rapporto con registi, attori e personalità che vivono nel cinema possa essere sfruttato anche online”.
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“OLTRE AD ESSERE UN SEGNALE DI RIPRESA, LA MOSTRA DI VENEZIA DIVENTA UN PATRIMONIO A DISPOSIZIONE DI TUTTI I FESTIVAL CHE VERRANNO DOPO”, HA AFFERMATO ROBERTO CICUTTO, IL NUOVO PRESIDENTE DELLA BIENNALE E, COME HA SOTTOLINEATO ALBERTO BARBERA, DIRETTORE DEL FESTIVAL, OTTO DEI FILM IN CONCORSO SONO DIRETTI DA DONNE.
DI
MAURIZIO ERMISINO
VENEZIA, UN PATRIMONIO PER CHI VERRÀ DOPO DI NOI Credits La Biennale di Venezia - foto ASAC
“L’abbiamo voluto, senza dimenticare quello che il nostro Paese ha passato, senza dimenticare le vittime del Covid, le conseguenze economiche che tutti i settori stanno affrontando, compreso quello dello spettacolo, del cinema e della cultura in generale. Ma abbiamo da sempre detto che, se le condizioni lo avessero permesso, non avremmo rinunciato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica in presenza”. Lo ha dichiarato, con fermezza e orgoglio, Roberto Cicutto, il nuovo Presidente della Biennale di Venezia, alla conferenza stampa di presentazione della 77a Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, in scena dal 2 al 12 settembre. “È una mostra diversa, che ha comportato dei sacrifici in termini di selezione, ma senza rinunciare né alla qualità né al numero dei film della ‘Selezione ufficiale’ e di ‘Orizzonti’”, ha proseguito Cicutto. “Pensiamo sia una scelta importante, lo vediamo dalle aspettative, anche dall’estero. Io credo che, oltre a essere un segnale di ripresa, sia importante perché diventa un patrimonio a disposizione di tutti quelli che verranno dopo di noi, una sperimentazione sul campo di come si può affrontare un evento così importante che, seppur ridotto nei numeri, mantenga presenze significative”.
Sopra, Roberto Cicutto, il nuovo Presidente della Biennale di Venezia. Sotto, Alberto Barbera, Direttore della Mostra del Cinema.
essere i primi, avremmo voluto che ci fossero stati tutti gli altri festival, che non fosse successo quello che è successo”, ha risposto lui. “Ma siamo soddisfatti di tutto quello che siamo riusciti a fare finora, per la qualità dei film e per quello che siamo riusciti a organizzare. Per
la sicurezza di chi ci sarà”. Ma il concetto a cui tiene il nuovo Presidente è molto chiaro. “È importante per noi che tutte le mostre della Biennale siano fatte in presenza. Rifiutiamo categoricamente il ricorso all’online. Lo abbiamo detto per le mostre di architettura e di arte”. Photo: Andrea Avezzu - Credits La Biennale di Venezia - foto ASAC
BIENNALE DI VENEZIA: I TITOLI IN CONCORSO
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TORNARE IN PRESENZA Una giornalista americana ha chiesto a Cicutto se fossero orgogliosi di essere i primi a riprendere il viaggio dei festival. “No, non siamo orgogliosi di
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Lo ribadisce anche in funzione dei nuovi eventi e del nuovo concetto di Biennale a cui tiene molto. “Non in sostituzione dell’architettura, ma come inizio di un nuovo percorso, abbiamo organizzato e prodotto, per la prima volta in 120 anni di storia della Biennale, una mostra nel padiglione centrale dei Giardini, curata da tutti e sei i direttori: cinema, teatro, musica, danza, arte e architettura”, ci ha spiegato Cicutto. “Questo perché pensiamo che la Biennale non sia fatta solo dalle mostre che sono il suo core business: al tempo stesso vogliamo che la Biennale si presenti come un unicum, che sia la casa di queste arti, la casa a Venezia delle arti contemporanee. La Mostra sarà l’inizio di questo percorso”.
IN CONCORSO OTTO FILM DIRETTI DA DONNE “Il cuore della Mostra è salvo” dichiara, tirando un sospiro di sollievo, il Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera. “Abbiamo ridotto un po’ ma non di tantissimo il numero dei film che verranno ufficialmente invitati. Ma il cuore è salvo: il ‘Concorso’, ‘Orizzonti’ e un’ampia selezione di film fuori concorso e i due film di ‘Biennale College’. Arriviamo a un totale di 62 film più 15 cortometraggi”. Il numero di film italiani è analogo a quello dell’anno scorso. “Ma la selezione italiana è davvero di grande qualità”, ci promette Barbera. “È un buon segno per il nostro cinema, che sta attraversando un periodo felice,
BIENNALE DI VENEZIA: I TITOLI IN CONCORSO
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per la capacità di rinnovarsi e proporre una narrazione che sembra voler lasciare alle spalle i modelli più collaudati, ma anche più usurati del passato”. E poi c’è il discorso che riguarda le donne. “Tra tutti i film inviati alla selezione, la percentuale di quelli diretti da donne è del 22,4%, più o meno quella dello scorso anno”, ci spiega Barbera. “La percentuale dei film diretti da donne invitati alla Mostra sale al 28,1%, un 3,1% in più dell’anno scorso. Ma il dato più interessante diventa il concorso, con 8 titoli a regia femminile, su 18 totali, tutti scelti in base alla qualità e non per seguire protocolli di genere”.
Nelle immagini, i quattro film italiani in concorso. A partire dall’alto, in senso orario: ‘Le sorelle Mancuso’ di Emma Dante, ‘Miss Marx’ di Susanna Nicchiarelli, ‘Padrenostro’ di Pierfrancesco Favino e ‘Notturno’ di Gianfranco Rosi.
QUATTRO FILM ITALIANI IN CONCORSO La pattuglia italiana è aperta da Le sorelle Macaluso di Emma Dante: è tratto da una sua piece teatrale e ha dentro tutti i suoi temi, come la famiglia e la violenza dei legami di sangue, il confine tra vita e morte. Il secondo film italiano è Miss Marx, di Susanna Nicchiarelli, che, dopo Nico, 1988, affronta un nuovo biopic, girato in inglese, dedicato alla figlia minore di Marx, una tra le prime donne a far convergere le istanze femministe con quelle del socialismo. Il terzo film italiano è quello di Claudio Noce, Padrenostro, prodotto da Pierfrancesco Favino che è anche nel cast: è ispirato a fatti reali, accaduti alla famiglia del regista negli anni Settanta del terrorismo, visti con gli occhi di un bambino di 10 anni che scopre la violenza del mondo adul-
to, ma anche un’inaspettata amicizia. L’ultimo film italiano in concorso è l’attesissimo Notturno, di Gianfranco Rosi, nato da due anni di esplorazioni in uno dei posti più pericolosi del mondo, la Siria. Ma non dobbiamo aspettarci immagini di combattimenti, di cadaveri, di distruzioni: Rosi è più interessato alla devastazione lasciata negli individui.
GLI ALTRI FILM IN CONCORSO Diamo un primo sguardo agli altri film in concorso. The World To Come, di Mona Fastvold, è la storia di due donne che, alla fine dell’Ottocento, vivono con i rispettivi mariti in case isolate a qualche miglio di distanza, e si innamorano. Nue-
vo Orden, di Michel Franco, è un film proiettato nel futuro, di fantascienza distopica, che rimanda alla situazione attuale di molti Paesi governati da regimi totalitari. Amants (Lovers), della francese Nicole Garcia, è un thriller in cui una donna incontra il suo vecchio amante dopo che è scomparso e lei si è sposata con un ricco avvocato. Amos Gitai presenta Laila in Haifa, girato in un locale notturno, una galleria d’arte contemporanea frequentata da israeliani e palestinesi nella città più aperta di Israele. Il russo Andrei Konchalovsky, con Dorogie Tovarischi (Dear Comrades), ricostruisce il primo sciopero di una fabbrica di operai che protestavano per le dure condizioni di lavoro, repres-
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so nel sangue da cecchini del KGB all’epoca di Breznev. Il giapponese Kiyoshi Kurosawa, con Spy No Tsuma (Wife Of A Spy), affronta un melodramma di spionaggio ambientato alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Majid Majidi, autore iraniano, con Khorshid (Sun Children), denuncia le condizioni dei bambini di strada in Iran nel segno di Oliver Twist di Dickens. Kornél Mundruczó, autore francese, è al suo primo film in lingua inglese, Pieces Of a Woman, un dramma familiare di rara potenza. Dalla Polonia arriva Never Gonna Snow Again, il nuovo film di Malgorzata Szumowska, la storia di un massaggiatore in visita presso clienti che vivono in un comprensorio di villette tutte uguali. The Disciple, dell’indiano Chaitanya Tamhane, è una riflessione sull’arte e il fallimento nella ricerca della perfezione assoluta. Und Morgen Die Ganze Welt (And Tomorrow The Entire World), della tedesca Julia Von Heinz, affronta il tema dei radicalismi politici nella Germania contemporanea. Dalla Bosnia arriva Quo Vadis, Aida?, di Jasmila Zbanic, che racconta il genocidio di Srebrenica. Dall’Azerbaigian Hilal Baydarov porta a Venezia In Between Dying, un film misterioso, poetico, lirico e struggente. Nomadland, di Chloé Zhao, è il terzo film di una regista di origine cinese che lavora negli Stati Uniti, un viaggio toccante in un mondo sconosciuto, quello dei nuovi nomadi degli Stati Uniti, con la splendida interpretazione di Frances McDormand.
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BIENNALE DI VENEZIA: I TITOLI IN CONCORSO
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MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA 2020 FILM IN CONCORSO IN BETWEEN DYING di HILAL BAYDAROV con Orkhan Iskandarli, Rana Asgarova, Maryam Naghiyeva, Murvat Abdulazizov, Kamran Huseynov, Samir Abbasov / Azerbaijan, USA / 88’
LE SORELLE MACALUSO di EMMA DANTE con Viola Pusateri, Eleonora De Luca, Simona Malato, Susanna Piraino, Serena Barone, Maria Rosaria Alati, Anita Pomario, Donatella Finocchiaro / Italia / 94’ THE WORLD TO COME di MONA FASTVOLD con Katherine Waterston, Vanessa Kirby, Christopher Abbott, Casey Affleck / USA / 98’ NUEVO ORDEN di MICHEL FRANCO con Naián González Norvind, Diego Boneta, Mónica Del Carmen, Fernando Cuautle, Darío Yazbek, Eligio Meléndez / Messico, Francia / 88’ AMANTS (LOVERS) di NICOLE GARCIA con Pierre Niney, Stacy Martin, Benoît Magimel / Francia / 102’ LAILA IN HAIFA di AMOS GITAI con Maria Zreik, Khawla Ibraheem, Bahira Ablassi, Naama Preis, Tsahi Halevi, Makram J. Khoury / Israele, Francia / 99’
MANDIBULES di QUENTIN DUPIEUX con David Marsais, Grégoire Ludig, Adèle Exarchopoulos, India Hair, Roméo Elvis, Coralie Russier / Francia, Belgio / 77’ DI YI LU XIANG (LOVE AFTER LOVE) di ANN HUI con Sandra Ma, Faye Yu, Eddie Peng, Ning Chang, Wei Fan, Isabella Leong / Cina / 144’ ASSANDIRA di SALVATORE MEREU con Gavino Ledda, Anna Koenig, Marco Zucca, Corrado Giannetti / Italia / 126’ THE DUKE di ROGER MICHELL con Jim Broadbent, Helen Mirren, Fionn Whitehead, Matthew Goode, Anna Maxwell Martin / UK / 96’ NAK-WON-EUI-BAM (NIGHT IN PARADISE) di PARK HOON-JUNG con Tae-goo Eom, Yeo-been Jeon, Seoung-won Cha, Ki-young Lee, Ho-san Park / Corea del Sud / 131’ MOSQUITO STATE di FILIP JAN RYMSZA con Beau Knapp, Charlotte Vega, Jack Kesy, Olivier Martinez / Polonia / 100’
DOROGIE TOVARISCHI (DEAR COMRADES) di ANDREI KONCHALOVSKY con Julia Vysotskaya, Vladislav Komarov, Andrei Gusev, Yulia Burova, Sergei Erlish / Russia / 116’
Non fiction SPORTIN’ LIFE di ABEL FERRARA con Abel Ferrara, Willem Dafoe, Cristina Chiriac, Anna Ferrara, Paul Hipp, Joe Delia / Italia / 65’
SPY NO TSUMA (WIFE OF A SPY) di KIYOSHI KUROSAWA con Yu Aoi, Issey Takahashi / Giappone / 116’
CRAZY, NOT INSANE di ALEX GIBNEY USA / 118’
KHORSHID (SUN CHILDREN) di MAJID MAJIDI con Ali Nasirian, Javad Ezzati, Tannaz Tabatabaie, Rouhollah Zamani, Seyed Mohammad Mehdi Mousavi Fard, Shamila Shirzad / Iran / 99’
GRETA di NATHAN GROSSMAN con Greta Thunberg / Svezia / 97’
PIECES OF A WOMAN di KORNÉL MUNDRUCZÓ con Vanessa Kirby, Shia LaBeouf, Ellen Burstyn, Jimmie Fails, Molly Parker, Sarah Snook, Iliza Shlesinger, Benny Safdie / Canada, Ungheria / 115’ MISS MARX di SUSANNA NICCHIARELLI con Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon Sinclair, Felicity Montagu, Karina Fernandez, Oliver Chris, Philip Gröning / Italia, Belgio / 107’ PADRENOSTRO di CLAUDIO NOCE con Pierfrancesco Favino, Mattia Garaci, Barbara Ronchi, Francesco Gheghi, Francesco Colella, Antonio Gerardi / Italia / 120’ NOTTURNO di GIANFRANCO ROSI Italia, Francia, Germania / 100’ ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BĘDZIE (NEVER GONNA SNOW AGAIN) di MAŁGORZATA SZUMOWSKA, coregia: MICHAŁ ENGLERT con Alec Utgoff, Maja Ostaszewska, Agata Kulesza, Weronika Rosati, Katarzyna Figura, Andrzej Chyra / Polonia, Germania / 113’
THE DISCIPLE di CHAITANYA TAMHANE con Aditya Modak, Arun Dravid, Sumitra Bhave, Kiran Yadnyopavit / India / 127’ UND MORGEN DIE GANZE WELT (AND TOMORROW THE ENTIRE WORLD) di JULIA VON HEINZ con Mala Emde, Noah Saavedra, Tonio Schneider, Luisa-Céline Gaffron, Andreas Lust / Germania, Francia / 101’ QUO VADIS, AIDA? di JASMILA ZBANIC con Jasna Duričić, Izudin Bajrović, Boris Ler, Dino Bajrović, Boris Isaković / Bosnia ed Erzegovina, Austria, Romania, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Francia, Norvegia / 101’
SALVATORE - SHOEMAKER OF DREAMS di LUCA GUADAGNINO Italia / 120’ FINAL ACCOUNT di LUKE HOLLAND UK / 90’ LA VERITÀ SU LA DOLCE VITA di GIUSEPPE PEDERSOLI Italia / 83’ MOLECOLE – FILM DI PREAPERTURA di ANDREA SEGRE Italia / 68’ NARCISO EM FÉRIAS di RENATO TERRA, RICARDO CALIL con Caetano Veloso / Brasile / 84’ PAOLO CONTE, VIA CON ME di GIORGIO VERDELLI con Luca Zingaretti, Roberto Benigni, Caterina Caselli, Isabella Rossellini, Francesco De Gregori, Patrice Leconte / Italia / 100’ HOPPER/WELLES di ORSON WELLES con Dennis Hopper, Orson Welles / USA / 130’ CITY HALL di FREDERICK WISEMAN USA / 272’ Proiezioni speciali 30 MONEDAS – EPISODIO 1 di ÁLEX DE LA IGLESIA con Eduard Fernández, Megan Montaner, Miguel Ángel Silvestre, Macarena Gómez, Pepón Nieto, Manolo Solo / Spagna / 78’
PRINCESSE EUROPE di CAMILLE LOTTEAU con Bernard-Henri Lévy / Francia / 108’ in collaborazione con il Comune di Venezia
NOMADLAND di CHLOÉ ZHAO con Frances McDormand, David Strathairn, Linda May, Swankie, Bob Wells / USA / 108’
OMELIA CONTADINA di ALICE ROHRWACHER, JR con Luciano Vergaro, Dario Sforza, Iris Pulvano, Emanuele La Barbera, Elisa Cortese, i contadini dell’Altopiano dell’Alfina / Italia, Francia / 9’
FUORI CONCORSO Fiction LACCI – FILM D’APERTURA di DANIELE LUCHETTI con Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi / Italia / 100’
ORIZZONTI MILA (APPLES) – FILM DI APERTURA di CHRISTOS NIKOU con Aris Servetalis, Sofia Georgovasili / Grecia, Polonia, Slovenia / 90’
LASCIAMI ANDARE – FILM DI CHIUSURA di STEFANO MORDINI con Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa, Serena Rossi, Antonia Truppo, Lino Musella / Italia / 98’
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LA TROISIÈME GUERRE di GIOVANNI ALOI con Anthony Bajon, Karim Leklou, Leïla Bekhti / Francia / 92’ MEEL PATTHAR (MILESTONE) di IVAN AYR con Suvinder Vicky, Lakshvir Saran / India / 98’
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DASHTE KHAMOUSH (THE WASTELAND) di AHMAD BAHRAMI con Ali Bagheri, Farrokh Nemati, Majid Farhang, Mahdieh Nassaj, Touraj Alvand / Iran / 102’
MIEGAMASIS RAJONAS (PLACES) di VYTAUTAS KATKUS con Vygantas Bachmackij, Karolis Kasperavicius, Vismante Ruzgaite, Emilija Ruzgaite, Aiste Zavotkaite / Lituania / 13’
THE MAN WHO SOLD HIS SKIN di KAOUTHER BEN HANIA con Yahya Mahayni, Dea Liane, Monica Bellucci, Koen de Bouw, Darina Al Joundi, Christian Vadim / Tunisia, Francia, Germania, Belgio, Svezia / 140’
ANITA di SUSHMA KHADEPAUN con Aditi Vasudev, Mitra Gadhvi, Sanjivani Sathe, Nikhil Dave, Bhakti Maniar, Deep Seth / India, USA / 17’
I PREDATORI di PIETRO CASTELLITTO con Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli / Italia / 109’
À FLEUR DE PEAU di MERIEM MESRAOUA con Amina Hilal, Salima Abada, Mohammed Benameur, Hayem Delfi / Francia, Qatar, Algeria / 15’
MAINSTREAM di GIA COPPOLA con Andrew Garfield, Maya Hawke, Nat Wolff, Jason Schwartzman / USA / 94’
ENTRE TÚ Y MILAGROS di MARIANA SAFFON con Sofía Paz, Marcela Mar, Maria Fernanda Giraldo, Olga Cecilia Tablorda Vélez, Pedro Fernandez, Jimi Alejandro Jaramillo / Colombia / 20’
LAHI, HAYOP (GENUS PAN) di LAV DIAZ con Bart Guingona, DMs Boongaling, Nanding Josef, Hazel Orencio, Joel Saracho, Noel Sto. Domingo / Filippine / 150’ ZANKA CONTACT di ISMAËL EL IRAKI con Khansa Batma, Ahmed Hammoud, Saïd Bey, Abderrahmane Oubihem, Mourad Zaoui / Francia, Marocco, Belgio / 125’ LA NUIT DES ROIS di PHILIPPE LACÔTE con Koné Bakary, Steve Tientcheu, Rasmané Ouédraogo, Issaka Sawadogo, Digbeu Jean Cyrille, Abdoul Karim Konaté / Costa d’Avorio, Francia, Canada / 92’ THE FURNACE di RODERICK MACKAY con Ahmed Malek, David Wenham / Australia / 116’ JENAYAT-E BI DEGHAT (CARELESS CRIME) di SHAHRAM MOKRI con Babak Karimi, Razieh Mansouri, Abolfazl Kahani, Mohammad Sareban, Adel Yaraghi, Mahmoud Behraznia / Iran / 139’ GAZA MON AMOUR di TARZAN NASSER, ARAB NASSER con Salim Daw, Hiam Abbass, Maisa Abd Elhadi, George Iskandar, Hitham Al Omai, Manal Awad / Palestina, Francia, Germania, Portogallo, Qatar / 87’ SELVA TRÁGICA di YULENE OLAIZOLA con Indira Andrewin, Gilberto Barraza, Mariano Tun Xool, Lázaro Gabino Rodríguez, Eligio Meléndez / Messico, Francia, Colombia / 96’ GUERRA E PACE di MARTINA PARENTI, MASSIMO D’ANOLFI Italia, Svizzera / 128’ NOWHERE SPECIAL di UBERTO PASOLINI con James Norton, Daniel Lamont / Italia, Romania, UK / 96’ LISTEN di ANA ROCHA DE SOUSA con Lúcia Moniz, Sophia Myles, Ruben Garcia, Maisie Sly, Kiran Sonia Sawar, James Felner / UK, Portogallo / 73’ BU ZHI BU XIU (THE BEST IS YET TO COME) di WANG JING con Bai Ke, Miao Miao, Song Wenzhang, Fu Kesi, Jia Zhangke, Qin Hailu, Song Yang / Cina / 114’ ZHELTAYA KOSHKA (YELLOW CAT) di ADILKHAN YERZHANOV con Azamat Nigmanov, Kamila Nugmanova, Sanjar Madi, Yerzhan Zhamankulov, Yerken Gubashev, Nurbek Mukushev / Kazakistan, Francia / 90’ ORIZZONTI – CORTOMETRAGGI – CONCORSO NATTÅGET (THE NIGHT TRAIN) di JERRY CARLSSON con Erik Nilsson, Khalil Ben Gharbia / Svezia / 15’ THE SHIFT di LAURA CARREIRA con Anna Russell-Martin / UK, Portogallo / 9’
MÂY NHU’NG KHÔNG MU’A (LIVE IN CLOUD CUCKOO LAND) di NGHIA VU MINH con Giang Le Binh, Huong Phung, Vy Vu Chau Khanh, Trung Tran / Vietnam, Corea del Sud / 19’ ORIZZONTI – CORTOMETRAGGI – FUORI CONCORSO SÌ di LUCA FERRI Italia / 19’
THE RETURN OF TRAGEDY di BERTRAND MANDICO con David Patrick Kelly, Elina Löwensohn, Juliana Francis, Peter McCabe, Oleg Dubson, Thomas Jay Ryan / Francia / 24’ BIENNALE COLLEGE – CINEMA E BIENNALE COLLEGE CINEMA – VIRTUAL REALITY Biennale College – Cinema Alla 77. Mostra di Venezia saranno proiettati due lungometraggi selezionati, sviluppati e prodotti nella ottava edizione (2019/2020) di Biennale College - Cinema, laboratorio di alta formazione aperto a giovani filmmaker di tutto il mondo per la produzione di film a basso costo, lanciato dalla Biennale alla Mostra del Cinema del 2012. I due film sono:
EL ARTE DE VOLVER di PEDRO COLLANTES, produttore: DANIEL REMÓN con Macarena García, Nacho Sánchez, Ingrid García-Jonsson, Mireia Oriol, Luka Peros, Lucía Juárez / Spagna / 91’ FUCKING WITH NOBODY di HANNALEENA HAURU, produttrice: EMILIA HAUKKA con Hannaleena Hauru, Lasse Poser, Samuel Kujala, Pietu Wikström, Sara Melleri, Hanna-Kaisa Tiainen / Finlandia / 95’ La presentazione di altri due lungometraggi selezionati nell’ambito della stessa edizione di Biennale College – Cinema, La Santa Piccola di Silvia Brunelli/Francesca Maria Scanu e Mon Père, Le Diable di Ellie Foumbi/Joseph Mastantuono, è stata rimandata al prossimo anno. Biennale College – Cinema, realizzato dalla Biennale di Venezia, ha il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale Cinema. Biennale College – Cinema si avvale della collaborazione accademica di IFP New York e del TorinoFilmLab. Direttore è Alberto Barbera, Head of Programme Savina Neirotti. Dal 2017, Biennale College – Cinema è sostenuto dal contributo di Eurimages, il fondo culturale del Consiglio Europeo che copre le spese di viaggio, ospitalità e formazione per una regista donna (Eurimages Residency Grant), che quest’anno è stata Silvia Brunelli (Italia), regista del film La Santa Piccola.
WORKSHOP di JUDAH FINNIGAN con Elizabeth Winders, TJ Snow, Richard Crouchley, Danielle Meldrum, Rasmus Wessman, Zechariah Julius-Donnelly / Nuova Zelanda / 16’ SOGNI AL CAMPO di MAGDA GUIDI animazione / Francia, Italia / 9’ WAS WAHRSCHEINLICH PASSIERT WÄRE, WÄRE ICH NICHT ZUHAUSE (WHAT PROBABLY WOULD HAVE HAPPENED, IF I HADN’T STAYED AT HOME) di WILLY HANS con Anne Rohde, Hauke Heumann, Victoria Schulz, Felix Maria Zeppenfeld, Rabea Schubert, Anthoula Bourna/ Germania / 21’
DAS SPIEL (THE GAME) di ROMAN HODEL Svizzera / 17’
BEING MY MOM di JASMINE TRINCA con Alba Rohrwacher, Maayane Conti / Italia / 12’
Biennale College Cinema – Virtual Reality Il progetto della quarta edizione (2019/2020) di Biennale College Cinema – Virtual Reality che ha ottenuto, come contributo alla produzione, il grant di €60.000 della Biennale di Venezia e che sarà presentato nella sezione Venice VR Expanded della 77. Mostra è:
VAJONT di IOLANDA DI BONAVENTURA, produttore: SAVERIO TRAPASSO con Valentina Beotti, Jacopo Giacomoni, Arianna Moro / Italia / 25’ Le attività formative di Biennale College Cinema – Virtual Reality ottengono un importante finanziamento dal Programma MEDIA – Europa Creativa della Commissione europea – Direzione Generale Connect. Tale contributo si aggiunge al sostegno che il Programma MEDIA ha dato allo sviluppo del Venice Production Bridge.
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BIENNALE DI VENEZIA: I TITOLI IN CONCORSO
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FILMING ITALY SARDEGNA FESTIVAL
_Festival ok.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:45 Pagina 42
GRANDE IL SUCCESSO DELL’ULTIMA EDIZIONE DEL FILMING ITALY SARDEGNA FESTIVAL DIRETTO DA TIZIANA ROCCA, CHE SI È TENUTO DAL 22 AL 26 LUGLIO A FORTE VILLAGE.
CONCLUSA CON GRANDE SUCCESSO LA 3ª EDIZIONE La kermesse si è svolta grazie al sostegno del Governatore della Regione Autonoma della Sardegna Christian Solinas e dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Forte Village Lorenzo Giannuzzi. 28 titoli
presentati tra film, anteprime, serie Tv, documentari, docufilm e cortometraggi, a cui hanno potuto assistere fisicamente tutti gli ospiti presenti al festival e in streaming gli oltre 600 studenti dell’Academy Cinema che quest’anno non hanno potuto presenziare a causa delle norme vigenti anti-Covid, nonostante l’attuazione di un protocollo che ha visto tutti, star e giornalisti, sottoporsi a test sierologici e, dove necessario, anche a tamponi per assicurare un Festival sicuro e sereno. Tiziana Rocca ha dichiarato: “È stata un’edizione particolare, davvero difficile da realizzare, non mi stanco di ripeterlo. Nonostante sorgessero problemi e impedimenti da ogni dove, ci ho voluto credere fino alla fine e ci siamo riusciti. Vorrei rivolgere un sentito ringraziamento al Governatore della Regione Autonoma della Sardegna Christian Solinas e all’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Forte Village Lorenzo Giannuzzi per l’ospitalità in questa splendida regione. Sono stata felicissima di avere qui con noi attrici e attori dalla fama unica ed eccezionale come Matt Dillon, Isabelle Huppert, Carol Alt, averli qui dagli Stati Uniti non è stato semplice. Ma un grazie anche a tutti gli artisti italiani che hanno deciso di crederci insieme a me, mostrando una spinta alla necessità di ripartenza e alla volontà di non fermarsi. È un ono-
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Tiziana Rocca, ideatrice del Filming Italy Sardegna Festival.
re poter affermare che il Filming Italy Sardegna Festival è stata la prima manifestazione cinematografica al mondo post Covid19. Una terza edizione che si è dovuta adeguare al delicato periodo storico che stiamo vivendo: abbiamo mantenuto se non incrementato la ricchezza delle proiezioni, degli incontri e delle presentazioni di film e serie televisive, continuando a coinvolgere le più importanti distribuzioni e produzioni del piccolo e grande schermo insieme ai colossi dell’entertainment VOD e televisivo; ma ci siamo rivolti anche al web, trasformandolo in un Festival interattivo e multimediale, per permettere a tutti di poter vivere le nostre stesse emozioni, come se fossero qui presenti. Abbiamo dato spazio al cinema, alla televisione, alla musica e all’intero mondo dell’intrattenimento ma abbiamo affrontato anche la situazione cinematografica attuale post
lockdown con i problemi legati al Covid con diversi produttori e broadcaster internazionali e italiani. Ancora una volta abbiamo creato un momento di connessione tra il mondo dell’intrattenimento del nostro Paese e quello estero, promuovendo l’internazionalizzazione del prodotto culturale ma anche dei nostri territori”. Il Governatore della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, ha aggiunto: “La Regione Sardegna ha sempre creduto nel cinema e sostenuto le produzioni cinematografiche come strumento di promozione culturale e rappresentazione delle peculiari caratteristiche della nostra isola. Siamo stati felici di ospitare la terza edizione del Festival e ci auguriamo che – in particolare in questo momento storico – sia stato un appuntamento culturale di rilievo che abbia consentito al grande pubblico, anche internazionale, di co-
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noscere e apprezzare le bellezze della nostra terra”. “Il Filming Italy Sardegna Festival è un festival giovane, ma già di grande seguito. In pieno lockdown, sembrava una follia ipotizzare la realizzazione di un evento internazionale di questo calibro. Con grande determinazione, coraggio e ottimismo nostro, di Tiziana Rocca e della Regione Sardegna abbiamo scelto di andare avanti”, ha sottolineato Lorenzo Giannuzzi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Forte Village. “Ora che questa terza edizione si è conclusa con grande successo e possiamo dire di aver vinto la scommessa, vogliamo mandare un forte messaggio di positività: vogliamo tornare alla normalità e c’è la possibilità di avviarsi in questo senso”. Tantissime le star italiane e internazionali che hanno calcato il palco della manifestazione: Isabelle Huppert, Matt Dillon, Joaquin de Almeida, Carol Alt, María Isabel Díaz Lago, Marta
Milans, Nora Arnezeder, Guy Burnet, Toby Jones, Melissa George, Claudia Gerini, Ilenia Pastorelli, Riccardo Milani, Marco Bocci, Gabriele Muccino, Paola Cortellesi, Michele Placido, Michela Andreozzi, Selene Caramazza, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Giorgio Pasotti, Gianmarco Tognazzi, Gaia Girace, Maria Sole Tognazzi, Arisa, Benedicta Boccoli, Margherita Mazzucco, Elettra Mallaby, Bianca Atzei, Mal, Gianbattista Longu, Veronica Perseo, Maria Giovanna Cherchi. Non hanno potuto presenziare ma si sono collegati con il festival in streaming John Turturro, Harvey Keitel, Sarah Ferguson, Laia Costa e Rossy De Palma. Due i film Disney per celebrare il lancio italiano di Disney+: il live action Lilli e il Vagabondo, anticipato da un’esibizione dal vivo della cantante Arisa, e il lungometraggio Disney e Pixar Onward – Oltre la Magia. Molte le proiezioni speciali: Tornare a vincere (titolo originale The Way Back), il nuovo film di Gavin O’Connor con Ben Affleck; Primal di Nick Powell con Nicholas Cage; Synchronic di Justin Benson e Aaron Scott Moorhead; Gli anni più belli, presentato al pubblico dal regista Gabriele Muccino in persona, a cui è stato consegnato il Filming Italy Award; Un Figlio di nome Erasmus, diretto da Alberto Ferrari, con Luca e Paolo, Daniele Liotti e Ricky Memphis, presentato da Carol Alt; Magari di Ginevra Elkann; D.N.A. Decisamente Non Adatti, diretto da Lillo & Greg; Abbi fede, diretto da Giorgio Pasotti; 7 ore per farti innamorare, diretto da Giampaolo Morelli, una commedia romantica interpretata dallo stesso Morelli con Serena Rossi; A Tor Bella Monaca non piove mai per la regia di Marco Bocci; Cambio tutto!, diretto da Guido Chiesa con Valentina Lodovini; Calibro 9, il nuovo film di Toni D’Angelo con Marco Bocci, prodotto da Gianluca Curti per Minerva Pictures e, sempre di Minerva, Bastardi a
La terza edizione del Filming Italy Sardegna Festival si è svolta a Forte Village.
mano armata di Gabriele Albanesi con Marco Bocci e Fortunato Cerlino. E il film di chiusura Blackbird, diretto da Roger Michell che vede protagoniste Susan Sarandon e Kate Winslet. Tra le serie Tv presentate: The Plot Against America, serie HBO adattamento di un libro di Philip Roth; Yellowstone e Le Bureau Sotto copertura. Nella sezione dedicata ai docu-film: Life as a B-Movie: Piero Vivarelli di Nick Vivarelli, a cui è stato consegnato il Filming Italy Best Documentary Award per questo documentario; In her shoes di Maria Iovine; Fucilateli – Commissione d’inchiesta su Caporetto 1918 di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon; Una primavera di Valentina Primavera; e il documentario La confessione, opera prima da regista di Benedicta Boccoli, che lo ha presentato in anteprima assoluta al Filming Italy Sardegna Festival.
Tre i film della sezione Variety Choise: Collective di Alexander Nanau; Better Days, diretto da Derek Tsang; e il film indiano Jallikattu, diretto da Lijo Jose Pellissery. Due invece sono stati i documentari presentati in collaborazione con National Geographic: Gli eroi del Mediterraneo e Sea of shadows: trafficanti di mare, prodotto dal premio Oscar Leonardo Di Caprio e diretto da Richard Ladkani. Tanti i premi consegnati durante questa edizione: il Filming Italy Woman Power Award è stato consegnato a Isabelle Huppert, mentre il Filming Italy Award è stato assegnato a Matt Dillon, che quest’anno è stato il presidente onorario del festival. A Riccardo Milani è stato consegnato il Premio Women in Film - Filming Italy Award come ringraziamento per la sua sensibilità nei confronti delle donne, così che possa continua-
SPONSOR E PARTNER DEL FESTIVAL Official Thanks: Cartier. Official Partner: Cotril. Sponsor: Falconeri, Gerardo Sacco, Montegrappa, Comte de Montagne Champagne, Italia Independent, Victoria Torlonia, Damilano, Illy, Franciacorta Berlucchi, Making Beauty Management. Media Partner: Best Movie, Box Office, Cinecittanews.it, FRED Film Radio, Corriere della Sera, TG COM24, Variety, Affaritaliani.it, Film 4 Life, MyMovies. Con la partecipazione di: Disney, Disney+, National Geographic, RAI Cinema Channel, RAI Cinema, RAI Fiction, SKY Italia, Eagle Pictures, Notorious Pictures, HBO, Vision Distribution, Warner Bros., 01 Distribution, Minerva Pictures, Doc/it. Partner tecnici: Cagliari Airport, Assicurazioni Generali, San Benedetto, Bevande Futuriste, Quartomoro, Pino Chiodo, Floricoltura Loi, JB, Ottomillimetri. Solidarity Project: Never Alone - The Chopra Foundation, Sarah’s Trust.
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re a scrivere nuovi soggetti e sceneggiature con protagoniste femminili. A Carol Alt il premio Fiming Italy Actress Award per il suo ruolo nel film Un figlio di nome Erasmus; ad Arisa il Filming Italy Music Award; Il Premio in onore di Pietro Coccia, realizzato per l’occasione da Crystal Couture Milano, è stato consegnato a Paola Cortellesi. In collaborazione con APA - Associazione Produttori Audiovisivi, sono stati presentati due panel alla presenza di diversi produttori e broadcaster internazionali e italiani: “La distribuzione del film cinematografico tra Tv e sala. Cosa è cambiato dopo il lockdown” e “La ripartenza delle serie Tv dopo il lockdown”. L’Italy Sardegna Festival in Corto (II edizione), il premio dedicato ai corti cinematografici in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, è stato vinto da Straniere Cose di Andrea Petrillo, attore e film-maker cagliaritano premiato dalla presidentessa di giuria Claudia Gerini. Il suo lavoro sarà trasmesso su Rai Cinema Channel e sulla piattaforma MyMovies, un progetto che si lega all’Academy Cinema ideata dal Professore Ordinario di Linguistica Italiana presso l’Università degli Studi di Cagliari Massimo Arcangeli. Il Filming Italy Sardegna Festival gode del patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna; del Comune di Cagliari; del Comune di Pula; del Consorzio Costa Smeralda, grazie al suo Presidente Renzo Persico; della Direzione Generale Cinema - MIBACT; del Nuovo IMAIE; dell’Associazione 100Autori del cinema italiano; di ITALY for Movies; di ANICA; di ANEC; del SNCCI; di ANAC; di Women in Film Italia; dell’AGISCUOLA; del CONI; dell’Università degli Studi di Cagliari; di AFIC; di Fare Ambiente; di La Parola che non muore; di Sardegna Film Commission; del Newport Beach Film Festival; e dell’Ambasciata in Italia degli Stati Uniti d’America.
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FILMING ITALY SARDEGNA FESTIVAL
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MATERA FILM FESTIVAL
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DAL 24 AL 26 SETTEMBRE LA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA OSPITERÀ PER LA PRIMA VOLTA IL CONCORSO PER CORTOMETRAGGI, LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI.
TUTTO PRONTO PER LA PRIMA EDIZIONE NELLA CITTÀ DEI SASSI
Il Matera Film Festival si terrà nella città dei sassi dal 24 al 26 settembre. Un grande evento che vuole promuovere il cinema attraverso la città di Matera, che da set cinematografico si trasforma in soggetto attivo nella diffusione della cultura cinematografica tout-court. Ulteriore tassello nel rapporto tra il cinema e la Capitale Europea della Cultura 2019, il Matera Film Festival si articolerà in tre sezioni competitive: MFF Long, Concorso Internazionale dei lungometraggi di finzione; MFF Doc, Concorso Internazionale dei documentari; MFF Short, Concorso Internazionale dei cortometraggi. Saranno anche proposte proiezioni di film ‘Fuori Concorso’, sia italiani sia internazionali, e ‘Masterclass’ con attori, attrici e registi/e che metteranno a disposizione tutta la
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loro professionalità per svelare i segreti del loro talento. Ai vincitori delle tre sezioni competitive saranno assegnati 5mila euro (MFF Long), 2mila euro (MFF Doc) e 2mila euro (MFF Short) in servizi messi a disposizione dalla società Camera Service Group. Oltre ai premi destinati ai vincitori delle tre sezioni competitive sono previsti altri riconoscimenti: il premio alla ‘Miglior Opera Prima Italiana’ e il ‘Premio alla Carriera’, destinato a un nome di richiamo nel panorama culturale italiano e internazionale. Come simbolo del festival è stata scelta l’immagine di una balena, Giuliana, che sarà l’emblema della statuetta di premiazione consegnata ai vincitori del festival. Giuliana, la balena scoperta nel 2006 sulle
sponde del Lago di San Giuliano (Matera), da cui prende il nome, è il più grande cetaceo del Pleistocene mai scoperto. Giuliana diventa simbolo creativo del Matera Film Festival incarnando, fin dalle origini della civiltà, quanto di più propriamente letterario e cinematografico possa esistere: il divino, il mistero, la sfida, la vendetta, il superamento dell’essere umano, l’avventura. È questa la filosofia che muove gli ideatori e organizzatori del Matera Film Festival, novelli marinai contemporanei che solcano il cielo della terza città più antica del mondo. Per la realizzazione della statuetta Giuliana è stato indetto un concorso di creatività. I luoghi scelti per lo svolgimento della manifestazione sono il CineTeatro Comunale Gerardo Guerrieri e alcune piazzette collocate lungo via dei Fiorentini, all’interno dei Sassi di Matera, che saranno allestite per ospitare proiezioni all’aperto. Ma non solo luoghi fisici: agli interventi dei numerosi ospiti presenti a Matera se ne affiancheranno altri in collegamento streaming sul sito web del festival: www.materafilmfestival.it. Il Presidente Onorario del Matera Film Festival è Enzo Sisti. Ha portato a Matera le principali produzioni internazionali, a partire da The Passion di Mel Gibson fino all’ultimo film di James Bond, No Time to Die. Tra i molti film a cui ha lavorato ci sono Ladyhawke di Richard Donner; Indiana Jones and the Last Crusade di Steven Spielberg, Le avventure del barone Munchausen di Terry Gil-
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liam; Kundun e Gangs of New York di Martin Scorsese, Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella e il premio Oscar® Il Paziente Inglese. È stato co-produttore di The Life Aquatic of Steve Zissou di Wes Anderson e When in Rome di Mark Steven Johnson; produttore di The Nativity Story di Catherine Hardwicke. È stato produttore esecutivo di numerosi film internazionali per i segmenti produttivi girati in Italia: Mission: Impossible III, Avengers: Age of Ultron; Operazione U.N.C.L.E, Il giovane Messia, Ben Hur. I suoi ultimi progetti sono Wonder Woman, in qualità di line producer e la produzione del primo film VR mai realizzato Jesus - the Story of Christ, dove è tornato a lavorare a Matera. Inoltre ha collaborato anche alla lavorazione dei film La migliore offerta, del regista premio Oscar® Giuseppe Tornatore, e Spectre-007 del regista premio Oscar Sam Mendes. Il comitato organizzativo del festival è composto da professionisti e cultori della settima arte: Anna Rita Del Piano, Dario Toma, Nando Irene, Silvio Giordano, Giuseppe Mattia, Maria Vittoria Pellecchia, Maria Cappiello, Michelangelo Toma, Adelaide De Fino, Luigi Viapiano e Cosimo Frascella. Il Matera Film Festival è ideato, promosso e organizzato dall’associazione di promozione sociale Making-of in collaborazione con l’associazione culturale Camera con vista. Il programma completo del Matera Film Festival sarà annunciato in una conferenza stampa prevista a metà settembre 2020.
LA FESTA DEL CINEMA DI ROMA SI SVOLGERÀ DAL 15 AL 25 OTTOBRE PRESSO L’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA E FARÀ PARTE DI ‘ROMARAMA’, IL PROGRAMMA DI EVENTI CULTURALI PROMOSSO DA ROMA CAPITALE.
LE PRIME ANTICIPAZIONI DELLA 15ª EDIZIONE Il Direttore Artistico Antonio Monda, d’intesa con Laura Delli Colli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Francesca Via, Direttore Generale, ha annunciato oggi alcune anticipazioni della quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, che si svolgerà dal 15 al 25 ottobre 2020 all’Auditorium Parco della Musica. Quest’anno la manifestazione fa parte di ‘Romarama’, il programma di eventi culturali promosso da Roma Capitale. Fra le opere della prossima edizione della Festa del Cinema ci sarà Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli, pluripremiato regista di Almost Blue e S is for Stanley. È la notte che precede l’addio al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo. Diretto da Alex Infascelli, soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, il film è tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli). Prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video. Sarà distribuito da Vision Distribution nelle sale italiane, che ne curerà anche
le vendite internazionali. Nel corso della prossima edizione, la Festa del Cinema ospiterà alcuni film della Selezione Ufficiale 2020 del Festival di Cannes in un evento speciale dedicato alla celebre manifestazione francese: i titoli saranno presentati dal delegato generale Thierry Frémaux. “Siamo entusiasti di poter organizzare un evento dedicato al Festival di Cannes durante la Festa del Cinema di Roma e onorati di far parte del tour di Cannes che include molti prestigiosi festival’, ha dichiarato Antonio Monda. “Per noi è un grande onore poter collaborare con il più importante festival cinematografico del mondo e avere Thierry Fremaux a Roma per presentare film della Selezione Ufficiale 2020”. “In quest’anno così particolare è più importante che mai sostenere i film e le sale cinematografiche così come essere vicini agli artisti e agli spettatori”, ha detto Thierry Fremaux. Fremaux ha aggiunto: “Que-
st’anno il Festival di Cannes non si è svolto ma è onorato di presentare i film della Selezione Ufficiale 2020 nei festival in cui vengono invitati. E a Roma, con la sua Festa, la sua storia e il suo spirito, il cinema è più vivo che mai!”. Satyajit Ray, considerato uno dei più maggiori cineasti della storia della settima arte, sarà protagonista di una retrospettiva alla prossima Festa del Cinema, a cura di Mario Sesti. Produttore, regista, sceneggiatore e compositore dei temi per i suoi film, Satyajit Ray esplora nella sua opera i generi più diversi con stili e linguaggi sempre nuovi: forti le influenze della letteratura e della tradizione indiana, i richiami al neorealismo italiano e l’attenzione al contesto internazionale che lo porterà ad affrontare anche i conflitti ideologici con la cultura occidentale. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso degli anni, dal Leone d’Oro al Premio Oscar® alla Carriera.
La quindicesima edizione della Festa del Cinema presenterà al pubblico due pietre miliari del cinema italiano: In nome della legge di Pietro Germi, nella versione restaurata da CSC – Cineteca Nazionale, e Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani, restaurato da CSC – Cineteca Nazionale e Istituto Luce Cinecittà. Il primo è uno dei principali successi del cineasta genovese, autore di straordinaria cultura in grado di affrontare con la stessa intensità dramma, commedia e satira, vincitore di un Oscar® per la sceneggiatura di Divorzio all’italiana. Padre padrone è considerato uno dei capolavori dei fratelli Taviani e una delle pellicole più rappresentative del cinema italiano. Palma d’oro al Festival di Cannes e Nastro d’argento, il film contiene tutti i tratti che hanno reso celebri i due registi toscani con continui richiami al realismo e alla poesia, alla letteratura e all’attualità dei temi civili e politici.
Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli, in anteprima alla Festa del Cinema.
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FESTA DEL CINEMA DI ROMA
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TORINO FILM FESTIVAL
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IL 38° TORINO FILM FESTIVAL SI SVOLGERÀ DAL 20 AL 28 NOVEMBRE. LA GRANDE SPERANZA È QUELLA DI FAR COESISTERE UN ARTICOLATO PROGETTO CULTURALE PER IL WEB E UN FESTIVAL SUL TERRITORIO.
LE NUOVE SFIDE DEL CINEMA E DEL TERRITORIO “Allo stato attuale delle cose, il Torino Film Festival diventa un articolato progetto culturale per il web che non deve disturbare la filiera della distribuzione e non sarà una semplice trasposizione online. La speranza di riuscire a tornare in sala al più presto è fortissima e se così sarà faremo proficuamente coesistere le due opportunità in un progetto di svolta”. Con queste parole ha esordito Stefano Francia di Celle, direttore del Torino Film Festival, ai microfoni della trasmissione radiofonica di Rai 3 Hollywood Party, di cui era ospite insieme a Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Sollecitati dai conduttori Steve Della Casa e Alessandro Boschi, Stefano Francia e Enzo Ghigo hanno fatto il punto su che cosa significhi pensare e organizzare un festival cinematografico, il terzo in Italia per importanza, in un momento come questo. “Di fronte all’alternativa di far saltare il festival per gli enormi problemi del momento attuale abbiamo deciso di reinventarci”, continua Stefano Francia di Celle, “ponendoci come massima preoccupazione il rispetto del lavoro dei produttori, dei distributori e degli esercenti che vogliamo promuovere. Le sezioni saranno rafforzate e semplificate ed è stato ridotto il numero dei film; ho voluto dare una forte impronta al femminile, confermando l’adesione al protocollo per la parità di genere. Rafforzeremo la vocazione del festival per la creatività giovanile con il ritorno della sezione di cortometraggi interna-
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Stefano Francia di Celle, Direttore del Torino Film Festival.
zionali, impreziosita dal premio Rai Cinema Channel”. “Per il Museo Nazionale del Cinema è una sfida veicolare il Torino Film Festival con un meccanismo nuovo”, sottolinea Enzo Ghigo, “con la speranza forte di poter ritornare
in sala, è la cosa a cui si tiene di più, perché solo lì le pellicole creano quel pathos particolare, è lì che il miracolo del cinema si compie. Nel caso riuscissimo ad avere i cinema aperti, la nostra idea è di coinvolgere un alto numero di sa-
le cittadine, oltre una decina, per fare un festival diffuso sul territorio”. “Il Museo Nazionale del Cinema non può fermarsi anche in un momento difficile e pieno di incognite come questo”, afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo. “Ha un dovere morale e culturale sia nei confronti degli enti che lo sostengono sia nei confronti del pubblico che in questi anni ha creduto in noi. Per questo motivo ci siamo da subito attivati per valutare tutte le opzioni, non solo per il TFF, ma anche per gli altri festival, il Cinema Massimo e il museo alla Mole. Una progettualità che portiamo avanti in sinergia con le istituzioni del territorio e in coordinamento con il mondo culturale piemontese”.
LE SEZIONI E LA SQUADRA IN VIA DI DEFINIZIONE TORINO 38 (Concorso Internazionale Lungometraggi opere prime e seconde) e FUORI CONCORSO Comitato di selezione: Natalia Aspesi, Federico Bernocchi, Massimo Causo, Rita Di Santo, Giuseppe Gariazzo, Grazia Paganelli e Sofia Nadalini, individuata da Giulia Carluccio, Prorettrice dell’Università di Torino e Presidente della Consulta Universitaria del Cinema, tra i neolaureati e le neolaureate dell’Università di Torino. TFFDoc (INTERNAZIONALE.DOC e ITALIANA DOC) e ITALIANA.CORTI a cura di Davide Oberto con la collaborazione di Paola Cassano, Mazzino Montinari e Séverine Petit TORINO 38 CORTI (Concorso Internazionale Cortometraggi) a cura Daniele De Cicco LE STANZE DI ROL a cura di Pier Maria Bocchi PROGRAMMI SPECIALI a cura di Caterina Taricano RETROSPETTIVA a cura di Emanuela Martini con la collaborazione di Luca Andreotti BACK TO LIFE Vice Direttore, progetto Women in Cinema, relazioni internazionali: Fedra Fateh Relazioni esterne: Massimo Sordella Comunicazione, promozione, PR: Maria Grazia Girotto Ufficio stampa: Veronica Geraci con la collaborazione di Helleana Grussu e Serena Santoro Segretario generale: Bruna Ponti Coordinamento del programma e ricerca film: Luca Andreotti e Salvo Cutaia Assistente alla direzione e rapporti con gli autori: Mara Signori Ufficio Ospitalità: Elisa Liani Logistica: Flavio Armone Cerimoniale: Giulietta Revel Corrispondenti: Alena Shumakova (Russia e Europa dell’Est), Sabrina Baracetti (Estremo Oriente) Gruppo editoriale: Maicol Casale, Chiara Borroni e Roberto Manassero
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Illustrazione di Giorgio Espen (allievo di Manara ed altri Maestri del fumetto italiano)
LA NUOVA STAGIONE CINEMATOGRAFICA
_ Il cinema che verra ok.qxp_nuovoTV_Servizi vari 05/08/20 12:06 Pagina 48
C’È GRANDE ATTESA PER LA STAGIONE CHE DOVRÀ FAR RIPARTIRE IL CINEMA E L’INTERO SETTORE DELL’AUDIOVISIVO. IN ARRIVO CI SONO GRANDI TITOLI COME TENET DI CHRISTOPHER NOLAN E IL NUOVO 007,
NO TIME TO DIE, MA ANCHE ALCUNI ATTESISSIMI FILM ITALIANI COME FREAKS OUT DI GABRIELE MAINETTI, DIABOLIK DEI MANETTI BROS E TRE PIANI DI NANNI MORETTI.
DI
MAURIZIO ERMISINO
IL CINEMA CHE VERRÀ
A sinistra, la locandina di ‘Tenet’, il nuovo film di Christopher Nolan. In alto, un frame da ‘No Time To Die’, il nuovo film di 007, diretto da Cary Fukunaga e in uscita il 12 novembre.
Ci siamo. Settembre 2020, è il momento della ripartenza. Sta per iniziare la stagione che dovrà vedere davvero riaperti i cinema, e un intero settore, quello dell’audiovisivo, ripartire. Il
Festival di Venezia, come vi raccontiamo su altre pagine di Tv Key, andrà in scena. E finalmente vedremo arrivare sui grandi schermi alcuni film che stiamo aspettando da mesi. Se, come confermato al momento di andare in stampa, tutto sarà andato come previsto, il 26 agosto è la data di uscita italiana di Tenet (Warner Bros), il nuovo, attesissimo film di Christopher Nolan (l’autore di Inception e Il cavaliere oscuro) che, secondo l’ambizioso regista inglese, avrà il compito di salvare il cinema e riportare la
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gente nelle sale. Tenet, pellicola dal titolo palindromo (si può leggere in entrambi i sensi), con John David Washington, Robert Pattinson, Aaron TaylorJohnson, Kenneth Branagh e Michael Caine, promette di essere l’ennesimo, suggestivo rompicapo alla Nolan, dopo Memento e Inception. Tenet è ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale (il regista ha chiesto al cast di ispirarsi ai grandi classici del genere, tra cui i film di James Bond). La chiave del film è nella capacità del protagonista di spostarsi avanti e indietro nel tempo, o meglio, di invertire il tempo. Dalla sua, ha solo una parola, Tenet, e la sua impresa sarà quella di evitare la Terza Guerra Mondiale.
Le prime immagini che abbiamo visto sono spettacolari, degne del miglior film di James Bond. Non è un caso: Christopher Nolan è un grande fan dei Bond movie, ed è seriamente uno dei candidati a prendere in mano la saga. Dal prossimo film però. Il nuovo film di 007 in arrivo, No Time To Die (Universal), in uscita il 12 novembre, è diretto da Cary Fukunaga e vedrà, per la quinta e ultima volta, Daniel Craig nei panni di James Bond. Girato anche in Italia, tra Matera e Gravina in Puglia, No Time To Die vedrà l’agente segreto tornare in scena dopo essersi ritirato a vita privata con Madeleine Swann (Léa Seydoux): proprio lei ha un segreto che rischia di ferire profondamente Bond. Se, mentre Bond era a riposo, è entrata in scena un’altra agente 00, con licenza di uccidere (Lashana Lynch), ci sono da combattere nemici storici (il Blofeld di Christoph Waltz) e nuovi, come Safin, interpretato da quel Rami Malek che ha conquistato tutti nei panni di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody. No Time To Die promette di essere un film emotivo, com-
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movente, nel solco di Skyfall, e l’occasione per vedere per l’ultima volta Craig, che ha dimostrato di essere il miglior Bond dopo Sean Connery.
ITALIANI E DI GENERE: FREAKS OUT E DIABOLIK Anche il cinema italiano ha i suoi assi nella manica. A cominciare da due pellicole che – una volta sarebbe stato impossibile – verranno lanciate da 01 Distribution nel periodo natalizio. Sono due film ‘di genere’, firmati da registi quasi omonimi, due generazioni diverse ma garanzia di grande spettacolo: il 16 dicembre è previsto Freaks Out di Gabriele Mainetti, il 31 dicembre Diabolik dei Manetti Bros. Freaks Out è l’opera seconda di Gabriele Mainetti, il più promettente tra i giovani autori italiani, e arriva a 5 anni dall’inatteso, e clamoroso, successo di Lo chiamavano Jeeg Robot. La squadra di Freaks Out è la stessa: Nicola Guaglianone e Mainetti anche alla sceneggiatura, e Claudio Santamaria come protagonista, accanto a Pietro Castellitto, Aurora Giovinazzo e Giorgio Tirabassi. Anche la ricetta promette di esse-
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Sopra, ‘Freaks Out’, il nuovo film di Gabriele Mainetti; a destra, ‘Diabolik’, il cinecomic dietto dai Manetti Bros.
re la stessa del primo film di Mainetti: empatia con i diversi, confezione intrisa di cultura pop, regia dal respiro internazionale, come pochi altri sanno fare. E una storia sempre in bilico tra fantasia e realtà. Stavolta siamo nella Roma del 1943, in piena occupazione nazista, e i ragazzi che lavorano in un circo, dopo la scomparsa del proprietario, si trovano senza casa, allo sbando e in pericolo. Però hanno dei poteri: chi è l’uomo lupo, chi sa parlare con gli animali, chi sa governare l’elettricità. Le prime immagini di Freaks Out ci mostrano un mondo tra gli X-Men, Tim Burton, Freaks di Tod Browning e Ballata dell’odio e dell’amore. Toccherà temi come il razzismo, l’empatia per i ‘mostri’, sarà un film corale e intenso. Ma, a livello di spettacolarità, non sarà da meno Diabolik, il film tratto da uno dei più famosi fumetti italiani, diretto dai Manetti Bros (al secolo Antonio e Marco Manetti). Sulla breccia
da più di vent’anni, i fratelli hanno esplorato qualsiasi genere possibile, dall’horror al crime al musical, e ora si cimentano con un cinecomic molto particolare. Il film racconterà le origini del personaggio, con una storia molto fedele al fumetto, spettacolare e ricca di effetti speciali. Un effetto non speciale ma specialissimo saranno gli attori: Diabolik è Luca Marinelli, che era proprio l’antagonista in Lo chiamavano Jeeg Robot; Eva Kant è Miriam Leone, per l’occasione bionda platino, e Valerio Mastandrea è Ginko. Nel cast c’è anche Claudia Gerini, il cui sogno era proprio quello di interpretare Eva Kant: farà un altro ruolo, ma ci sarà anche lei.
CINEMA D’AUTORE: NANNI MORETTI, DANIELE LUCHETTI, GIANFRANCO ROSI Sfido chiunque a non definire autori Gabriele Mainetti e i Manetti Bros, ma, andando a par-
lare di quello che è inteso come cinema d’autore in senso classico, è indubbio che il film più atteso è Tre piani di Nanni Moretti. Previsto inizialmente ad aprile 2020, e quindi al Festival di Cannes, ci si aspettava di vederlo a Venezia. Non sarà al Lido, ma sarà comunque tra i protagonisti della stagione, probabilmente a gennaio o in primavera. Tre piani è l’adattamento del romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo, una storia intimista e corale ambientata in un condominio: tre famiglie sembrano vivere un’esistenza normale, ma dietro l’apparenza ci sono in realtà molti problemi. Il cast è ricchissimo:
Margherita Buy, Adriano Giannini, Alba Rohrwacher, Riccardo Scamarcio e lo stesso Nanni Moretti. Un caro amico di Moretti è Daniele Luchetti (ricordate la gag nel film Aprile?). Anche il suo film, come quello di Moretti, è distribuito da 01 Distribution, ed è tratto da un libro: Lacci, in arrivo il 1° ottobre, è tratto dal romanzo di Domenico Starnone, e ci viene presentato come un giallo dei sentimenti: è la storia del matrimonio tormentato tra Aldo (Luigi Lo Cascio) e Vanda (Alba Rohrwacher), due figli, e il bisogno di lui di liberarsi dai lacci di un rapporto che non funziona più.
Sopra, da sinistra, ‘Tre Piani’, adattamento cinematografico dell’omonimo libro di Eshkol Nevo diretto da Nanni Moretti, e ‘Lacci’, il film di Daniele Luchetti tratto dal romanzo di Domenico Starnone.
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LA NUOVA STAGIONE CINEMATOGRAFICA
I SUPEREROI DI PAOLO GENOVESE, IL NATALE DI ALESSANDRO GENOVESI
Sopra, dall’alto, Gianfranco Rosi durante le riprese di ‘Notturno’, il suo nuovo film in uscita, e ‘La Terra dei Figli’, adattamento cinematografico della graphic novel di Gipi, diretto da Claudio Cupellini.
Un autore ormai affermato del nostro cinema è Gianfranco Rosi, Leone d’Oro a Venezia per Sacro GRA e Orso d’Oro a Berlino per Fuocoammare. Rosi si muove nel mondo del documentario e anche il suo nuovo lavoro è attesissimo: Notturno, in uscita per 01 Distribution, è un viaggio, tutto di notte, nel Medio Oriente: Libano, Siria, Iran, Egitto. Il metodo di Rosi è sempre lo stesso: calarsi nei luoghi, mescolarsi tra le persone, immergersi in un mondo per raccontarlo senza preconcetti. Il film sarà nelle sale probabilmente nei primi mesi del 2021 (andrà a Berlino?). Il listino ‘autoriale’ di 01 Distribution vede anche Claudio Cupellini, con il suo La terra dei figli, adattamento della graphic novel di Gipi: è una di quelle storie post-apocalittiche, dove la protagonista, una Valeria Golino cieca, si trova in viaggio con un giovanissimo compagno per trovare il misterioso
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quaderno del padre. Susanna Nicchiarelli, una delle nostre autrici più interessanti, dopo il fantastico film Nico, 1988, sulla cantante musa dei Velvet Underground, punta su un altro ritratto al femminile, Eleanor Marx, figlia dell’ideologo Karl Marx: Miss Marx è atteso per il 17 settembre.
Se 01 Distribution punta sul cinema d’autore, Medusa, da sempre, punta sul divertimento. E non a caso il campione di incassi della stagione, la si intenda come 2019/2020, o come l’anno solare 2020, è suo, Tolo Tolo di Checco Zalone, uscito giusto in tempo per portare tutti al cinema prima della pandemia. Poi, certo, non ha avuto avversari, ma avrebbe vinto lo stesso. Medusa è pronta a calare un altro pezzo da 90: Supereroi, il nuovo film di Paolo Genovese, il regista di Perfetti sconosciuti, la pellicola con più remake della storia del cinema. Alessandro Borghi e Jasmine Trinca, ancora insieme dopo Fortunata di Sergio Castellitto e Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, saranno i protagonisti. I Supereroi non vanno intesi in senso stretto, ma nel senso di eroi quotidiani. Quanti superpoteri deve avere una coppia per resistere al tempo che passa? È un quasi omonimo del regista
A destra, ‘Ritorno al crimine’, commedia di Massimiliano Bruno. Sotto, ‘Il cattivo poeta’, biopic con Sergio Castellitto nei panni di Gabriele D’Annunzio.
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di Perfetti sconosciuti, si chiama Alessandro Genovesi, e ha una comicità molto più fisica, slapstick, fatta di gag. Dopo 10 giorni senza mamma, Genovesi continua il suo lungo sodalizio con Fabio De Luigi (e, in questo caso, con Valentina Lodovini), nel suo nuovo film, 10 giorni con Babbo Natale, che dovrebbe arrivare sotto le feste. Alla coppia alle prese con la prole, stavolta, si unirà Diego Abatantuono nei panni del famoso personaggio con la barba bianca. A Natale è annunciato anche il nuovo Cinepanettone che riunisce la coppia Boldi – De Sica: Natale su Marte.
GRANDI DELLA COMMEDIA: CARLO VERDONE E FRANCESCO BRUNI Andrà tutto bene, questa è la nostra speranza. Nella stagione che verrà troveranno sicuramente il momento di uscire due grandi della nostra commedia, i loro film erano già pronti per andare nelle sale tra febbraio e aprile, ma poi il Covid-19 ha fermato tutto. Si vive una volta sola (Filmauro/Vision Distribu-
Sopra, ‘The Land of Dreams’, musical del regista esordiente Nicola Abbatangelo; a sinistra, un frame da ‘The Turning - La casa del male’, horror diretto da Flora Sigismondi.
oggi sono raccontati con tenerezza e spleen livornese e Kim Rossi Stuart come protagonista.
tion) è il nuovo film di Carlo Verdone, con Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora nei panni di quattro medici: tre di loro prendono di mira il quarto, il povero Papaleo, con uno scherzo. Il film inizia in maniera goliardica e continua in maniera malinconica, com’è nelle corde dell’autore romano, che non a caso, a inizio carriera, fu definito ‘malincomico’.
È una commedia diversa, ancora più riflessiva e malinconica, quella di Francesco Bruni, sceneggiatore per anni a fianco di Paolo Virzì, e autore più intimista da quando dirige in proprio, da Scialla a Tutto quello che vuoi. Cosa sarà (Vision) si muove tra Livorno e Roma ed è tratto da uno spunto autobiografico, i problemi di salute del regista di qualche anno fa, che
DISNEY E DREAMWORKS, TRA ANIMAZIONE E LIVE ACTION Il primo film che dovrebbe arrivare dal mondo Disney non è un film d’animazione, ma la riedizione in live action di un famoso ‘cartone’: Mulan, la cui uscita era prevista per il 29 marzo, e per il lancio del quale si puntava molto sul mercato cinese, arriverà sui nostri schermi appena la macchina sarà ripartita (l’uscita americana è pre-
After 2, adattamento cinematografico della saga Young Adult ‘After: un cuore in mille pezzi’.
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vista per il 21 agosto). Mulan è diretto da Niki Caro ed è l’avventura di un’intrepida giovane donna che si traveste da uomo per difendere la Cina dall’attacco di invasori provenienti dal Nord: nel cast c’è anche la diva cinese Gong Li. Il mondo Disney è anche Pixar, che per noi ha in serbo un vero gioiello, quel Soul che sarebbe dovuto essere presentato a Cannes: è un film che parla di passioni, sogni e musica, ambientato tra New York e una dimensione cosmica. E il mondo Disney è anche Marvel: ad aprile sarebbe dovuto uscire Black Widow, il film con Scarlett Johansson che apre la fase 4 del Marvel Cinematic Universe, il primo a uscire dopo Avengers: Endgame. Anche per questa pellicola si attendono notizie a breve. Ha già una data di uscita precisa, invece, il film d’animazione targato Dreamworks, I Croods 2, che arriverà proprio per Natale, il 23 dicembre, distribuito da Universal: sarà divertente ritrovare sul grande schermo la buffa famiglia di cavernicoli.
CINEMA PER TUTTI I GUSTI E TUTTI I GENERI Sempre dal listino di 01 Distribution, vi segnaliamo film di tutti i generi: il biopic con Sergio Castellitto nei panni di Gabriele D’Annunzio, Il cattivo poeta, in uscita 5 novembre, la commedia Ritorno al crimine, di Massimiliano Bruno, in arrivo il 26 novembre, il coraggioso musical The Land of Dreams, emulo di La La Land ambientato nella New York anni ’20 e diretto dall’esordiente Nicola Abbatangelo, l’horror The Turning - La casa del male, tratto da Giro di vite di Henry James, e diretto da Flora Sigismondi, e l’action Il giorno sbagliato con Russell Crowe, in uscita il 24 settembre. Attenzione ad After 2, in uscita il 2 settembre: è il nuovo fenomeno teen, tratto da una fortunata saga di romanzi Young Adult, che potrebbe ripetere il successo di Twilight.
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ENNIO MORRICONE
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SI È RIUNITO ALL’AUDITORIUM ‘PARCO DELLA MUSICA’ IL CONSIGLIO STRAORDINARIO PER LA COMMEMORAZIONE DI ENNIO MORRICONE E PER L’INTITOLAZIONE DELL’AUDITORIUM AL GRANDE MAESTRO. I MUSICISTI DELL’ORCHESTRA DI SANTA CECILIA HANNO ESEGUITO PER L’OCCASIONE ALCUNI BRANI TRATTI DAL SUO VASTO REPERTORIO.
DI
ELISABETTA FLAMINI
IL COMPOSITORE TRASVERSALE Provate un po’ voi a sintetizzare 60 anni di carriera di un autore geniale e prolifico come pochi con la sua musica in sottofondo: invece di darvi il la, vi commuove fino alle lacrime e non vedete più neanche la tastiera.
E allora, via la musica e rileggiamo la sua vita a ritroso. Partendo da quell’alba del 6 luglio 2020, in cui Ennio Morricone, 91 anni, lasciandoci, consegnava la sua opera a gloria imperitura. Compositore, direttore d’orchestra, arrangiatore italiano tra i più talentosi di sempre, due premi Oscar, Ennio Morricone, nato ad Arpino in provincia di Frosinone il 10 ottobre 1928, si è distinto fino all’ultimo, lasciando uno struggente necrologio scritto in prima persona e ripreso, com’è sempre accaduto per tutto quel che lo riguardava, dai giornali di tutto il mondo. Quest’ultimo gioiello d’artista, che meriterebbe un’accurata rilettura, inizia così: “Io, Ennio Morricone, sono morto”. E, nelle righe che seguono, vengono citate alcune delle persone che più hanno contato per lui, i figli, i nipoti, l’amatissima moglie, il registaamico prediletto Giuseppe Tornatore... E il Maestro si scusa, come nel suo stile garbato, per non riuscire a citare tutte le persone amate, per quanto sono stati intensi e ricchi di incontri i suoi ultimi 60 anni. Ma l’idea di procedere a ritroso per raccontarlo non funziona, perché Ennio Morricone continua a far parlare di sé, proiettato, suo malgrado, anche nel futuro. Nel momento in cui stiamo scrivendo, per esempio, venerdì 17 luglio 2020, all’Auditorium Parco della Musica di Roma si sta svolgendo una struggente
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“La bellezza per me è sempre unita al timore che qualcosa non vada bene. E quest’ansia me la porto dentro finché il concerto non finisce”. Ennio Morricone sarà ricordato per sempre per le sue produzioni memorabili, ma anche per la sua umiltà e la sua umanità.
cerimonia presieduta da due dei suoi quattro figli, in presenza della sindaca Raggi e di vari personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo per cambiare nome alla struttura e intitolarla proprio a Ennio Morricone. Data poi l’importanza del complesso multifunzionale progettato da Renzo Piano a livello italiano e internazionale, la giornata è stata ripresa dalle Tv di tutto il mondo. La seduta si è aperta sulle note della colonna sonora di C’era una volta in America, ese-
guita dall’orchestra di Santa Cecilia e diretta dal figlio Andrea Morricone, che del padre ha seguito appieno le orme, affermando poi commosso, riferito all’Auditorium, “Era casa sua”. Come, del resto, ha rimarcato anche la sindaca. Poi, via via, in un crescendo di commozione, è stata la volta del ricordo di Giuseppe Tornatore: “Nel corso della mia carriera ho avuto molti privilegi: il più bello è stato quello di aver conosciuto Ennio Morricone, di averlo frequentato per 32 anni,
L’Auditorium Parco della Musica di Roma, progettato da Renzo Piano e inaugurato nel 2002, il 17 luglio 2020 è stato intitolato a Ennio Morricone, in memoria della sua ineguagliabile cifra artistica.
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lavorando e vivendo insieme; ci siamo divertiti, confrontati dialetticamente ed è stato l’incontro più memorabile della mia carriera”. Per Tornatore, Morricone viveva nella “religione di dover lavorare sempre al meglio. Poi, amava il silenzio”, ha proseguito il regista, “e definiva la musica la ‘pausa del silenzio’. Ma il silenzio che inizia da oggi sarà per noi il più difficile da ascoltare, perché troppo lungo”, ha concluso commuovendosi. “Ma forse è il suo ennesimo esperimento musicale”. Sentite anche le parole del premio Oscar Nicola Piovani: “Non era un compositore del passato, ma del futuro. La trasversalità l’ha capita prima degli altri’, ha proseguito. “E chi più di Ennio Morricone merita di aver intestato questo Auditorium, invidiatoci anche all’estero, che rappresenta la trasversalità per antonomasia?” Ma più toccante di tutti è stato l’intervento di Renato Zero, cui la sindaca Raggi ha dato a sorpresa la parola: “Ennio ti amerò sempre’, ha esordito il cantante, “e ringrazio Maria che è presente in tutte le tue
partiture. La musica vuole dedizione, sacrificio e totale disponibilità. Ennio, dovunque sei, Renato ti amerà sempre e piangerà ogni volta che sentirà le tue note”, confessa, anche lui. E con ‘Mission’, il brano indicato spesso dal compositore come il suo preferito, si è conclusa la cerimonia. La stima tributatagli a livello universale non era solo per le produzioni memorabili, ma anche per l’umanità, l’umiltà, il riserbo del personaggio, come tutti hanno constatato anche dal suo necrologio: “C’è una sola ragione che mi spinge a salutare così e ad avere un funerale in forma privata : non voglio disturbare”. La cifra dell’artista. Che saluta “per ultima (ma non meno importante) Maria. A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A lei il più doloroso addio”. Era artista provvisto di un’immensa sensibilità, insomma, che riusciva a trasfondere in ogni suo brano. Interrogato, infatti, sul suo magistrale modus operandi, era solito rispondere con gran semplicità e con dichiarazioni di questo tipo: “Io rispondo soprattutto a me stesso, rischiando, mettendomi in gioco, cercando di fare sempre qualcosa di nuovo”. E confessava pure: “Metto in conto che la mia musica possa non piacere. E oggi sono più preoccupato di un tempo: è come se la maturità mi rendesse sempre più responsabile. Ma non basta che sia contento solo io”. Cercava l’empatia con la personalità del regista e di trovare, di volta in volta, un linguaggio condiviso da entrambi. “Poi c’è il pubblico, che ascolta e a cui la musica deve raccontare quello che non si dice o non si vede nel film. Una responsabilità su tre fronti, quindi”, confessava. “Un bel brano può dar molto a una bella storia e viceversa, ma, a volte, un’ottima musica non riesce a migliorare un cattivo film e questo è tragico. Quando però si è fatto il
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Sopra, ‘Ennio un maestro’, il libro-intervista uscito nel 2018, scritto da Giuseppe Tornatore e dedicato al Maestro; a destra Morricone con Quentin Tarantino, in occasione dell’Oscar per la colonna sonora del suo film ‘The Hateful Eight’. Sotto, il Maestro con l’amatissima moglie Maria.
meglio di cui si è capaci, quando si è lavorato con tutto l’impegno il riconoscimento arriva, magari in ritardo, ma arriva. E quanti ne ha avuti, di riconoscimenti: 500 collaborazioni con cinema e Tv, registi di massimo livello da Leone a Tornatore, a Tarantino, 60 film vincitori di premi, 70 milioni di dischi venduti, centinaia di partiture, l’ultima delle quali completata dal Maestro pochi giorni prima di morire in memoria delle vittime del crollo del Ponte Morandi. A ulteriore riprova del suo inimitabile attivismo e dell’encomiabile e sempre vivo impegno sociale. E poi quei due Oscar, il primo alla Carriera nel 2007 e il secondo nel 2016 per la colonna sonora di Hateful Eight di
Quentin Tarantino. Oscar di cui lui parlava in questi termini: “È un bel momento, ma, come tutte le soddisfazioni, è provvisorio, perché si può sempre fare peggio all’appuntamento successivo. Proprio come il tour di concerti che mi sta portando in giro per il mondo”, ha detto, solo alla fine di giugno. “E se penso a un piacere nella vita in questo momento, questo è di eseguire le mie musiche, dirette da me, strumentate da me, davanti a un pubblico che le vuole ascoltare. Quando dirigo, ho davanti 90, 95 orchestrali e 70 coristi. Adoro la voce umana, è lo strumento principe a nostra disposizione. Eppure, la bellezza per me è sempre unita al timore che qualcosa non vada bene. E quest’an-
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sia me la porto dentro finché il concerto non finisce”. Ma le migliaia di fan sparsi nel mondo forse non intuivano quest’ansia e dopo ogni capolavoro restavano sempre in attesa del successivo. Memorabile a tale proposito come andò con Tarantino, da sempre tra questi suoi irriducibili fan: lo corteggiò professionalmente e lo attese per anni, ma lui, non troppo convinto, accettò di collaborare solo dietro insistenza dei figli. Risultato? Il secondo Oscar di cui sopra. E con Sergio Leone che lo lanciò nel panorama dei film western, invece, come andò? “Beh, con lui fu più facile”, rispose una volta. “Non cercai ispirazione, infatti, nei classici western americani, ma pensai di usare i rumori, il fischio, la frusta. Un’idea che già circolava: ‘musica concreta’, la chiamavano, cioè rumori mescolati insieme con arte. Era più nelle mie corde, perché volevo essere contemporaneo e popolare”. Riuscendoci appieno, evidentemente. Infine, una volta gli fu chiesto: “Lei già sapeva da giovane di essere Morricone?” Risposta: “No, perché importantissima è la pratica; e lavorare tanto”. Poi, magari, Morricone lo diventi dopo? Monito ed esempio ineguagliabili.
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ALBERTO SORDI
_Aberto Sordi OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:55 Pagina 54
RIMANDATA AL 16 SETTEMBRE, CAUSA NOTA, DRAMMATICA EMERGENZA, LA MOSTRA COLLEGATA AL CENTENARIO DALLA NASCITA DI ALBERTO SORDI, PREVISTA ALL’ORIGINE PER IL 7 MARZO. ORMAI CI SIAMO E AUGURIAMOCI CHE STAVOLTA SIA QUELLA BUONA.
DI
ELISABETTA FLAMINI
IO SO’ IO, E VOI? Alberto Sordi, nel giardino della sua villa a Roma durante una intervista (1974) Photo: Reporters Associati & Archivi.
Erano gli eventi più attesi di stagione nella Capitale, la mostra ‘Il Centenario – Alberto Sordi 19202020’ e la commemorazione della ricorrenza del centenario stesso dalla sua nascita, che sarebbe caduto il successivo 15 giugno.
Un progetto ben strutturato, di sicuro successo, che fin dall’inizio dell’anno aveva visto crescere in misura esponenziale le prenotazioni, tanto da registrarne un record. Poi, però, la pandemia si è abbattuta come un fulmine a cielo tersissimo e si è reso necessario posticipare. La mostra inizierà allora il 16 settembre 2020, per protrarsi fino al 31 gennaio 2021. Guardiamo allora che ci attende, Covid-19 permettendo, ormai davvero a breve. Quando il curatore della mostra Alessandro Nicosia iniziò a idearla già un paio d’anni fa, per commemorare il centenario di una delle icone della ro-
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manità più amate dai conterranei e celebrate nel mondo, fu affiancato da Vincenzo Mollica, noto giornalista televisivo, e Gloria Satta, giornalista per Il Messaggero, e ne nacque un progetto originale, ambizioso e di sicuro avvenire. La mostra, come da progetto originario, prenderà le mosse dalla villa romana dell’attore, aperta al pubblico per la prima volta: una vera casa-rifugio celata allora a (quasi) tutti i personaggi dello star system, per il naturale riserbo dell’attore. Ma che tanto racconta sia dell’artista sia dell’uomo.
Trenta. L’abitazione, autentico colpo di fulmine per l’artista, fu acquistata nell’arco di un giorno nel 1954, dopo averla ‘soffiata’, la leggenda racconta, all’amico Vittorio de Sica, invaghitosene, anche lui, ma in quel momento sprovvisto di risorse per un’ingente perdita al gioco. Già in questa fase della visita, sarà possibile una prima full immersion nel quotidiano del grande attore, di cui era sempre stato geloso custode. L’esposizione si articola poi tra i vari ambienti della casa e del giardino, presentandoci documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie, video e curiosità di ogni tipo. Dopo la Villa, la visita continuerà nel Teatro dei Dioscuri, in via Piacenza 1, che ospiterà una seconda sezione dal titolo Storia di un italiano, come il celebre programma televisivo degli anni ’70, a cui il giovane Sordi si dichiarò sempre molto affezionato.
NEL CUORE DELLA VILLA La rassegna non è stata volutamente allestita in un museo, perché la villa stessa, nelle inten-
zioni di istituzioni e curatori, diverrà museo al termine dell’esposizione. Il valore della mostra, intanto, come constateranno subito i primi, fortunati visitatori, non starà solo negli interni, ma anche nella splendida struttura, già aperta in passato solo a piccoli gruppi, prenotati tramite la Fondazione Alberto Sordi. Quanto balzerà subito agli occhi sarà la labile separazione tra l’uomo e l’artista, perché totale era l’abnegazione dell’attore al lavoro, uno dei (vari) motivi dichiarati, per cui non aveva mai voluto sposarsi e con (apparente) misoginia respingeva tutte le (numerose) profferte amorose. Chi non ricorda battute come: “Ad ogni uomo che nasce, il destino assegna una donna: la felicità sta nel riuscire a evitarla per tutta la vita” o come “Non mi sposo, perché non mi piace avere gente estranea in casa”? La casa, appunto. Per un uomo acclamato come lui, costretto, volente o nolente, ai bagni di folla, la casa era l’unica oasi di quiete, il rifugio dove coltivare i suoi affetti, quello per le sorelle, per esempio, o per tutti
DUE LOCATION DI TUTTO RISPETTO La villa da cui si parte è quella leggendaria in piazzale Numa Pompilio a Roma, sepolta nel verde delle Terme di Caracalla e progettata dall’architetto Clemente Busiri Vici negli anni
Alberto Sordi con le sorelle Aurelia e Savina al III Rallye del Cinema (1956) Photo: Reporters Associati & Archivi.
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gli hobby che amava di più. Ed è per questo che impiegò così tanto tempo, soldi ed energie per arredarla, con lavori di ristrutturazione durati un paio d’anni. Ma con gli splendidi risultati ormai visibili a tutti. Nella villa dorata un tempo, infatti, non entravano giornalisti e fotografi, ma solo prossimi congiunti o amici strettissimi. Fatto salvo, si racconta, per la tradizionale festa di Santo Stefano, cui avevano accesso tutti i principali protagonisti del cinema italiano. Ma anche questa consuetudine ebbe termine e per la precisione nel 1972, quando morì l’adorata sorella Savina. Distrutto dal dolore, Sordi trasformò, infatti, il rifugio in una sorta di fortezza. Tanti gli interessi e i ricordi molteplici, qui conservati e raccolti con cura quasi maniacale dall’attore nel corso di una carriera, oltre che lunga, alquanto diversificata. L’attore infatti fu anche, ricordiamolo, doppiatore, regista, produttore, sceneggiatore, editorialista per Il Messaggero, cantante, compositore, filantropo. E come disse Gloria Satta, giornalista e co-curatrice della mostra, “Lui è stato l’archivio storico di se stesso. La cosa che amava di più quando era in vita era raccontare la storia della sua carriera. In particolare contestualizzare i film all’epoca storica in cui erano stati girati. Aveva catalogato in modo quasi maniacale tutto il materiale della sua carriera. La carriera è stata la sua vita.” Una chicca della mostra è sicuramente il piccolo teatro che Sordi aveva fatto ricavare dalla legnaia durante i lavori di ristrutturazione. Nel teatrino, provvisto persino di due piccoli camerini, l’attore si esibiva e faceva esibire gli amici. Un piccolo gioiello con il soffitto decorato di stucchi che rappresentavano le pellicole cinematografiche, mentre le nicchie erano impreziosite da sculture policrome dell’artista Andrea Spadini. Tutto nella sua dimora racconta del rapporto simbiotico con l’amatissima Roma, che considerava
ALBERTO SORDI
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La storica villa in Piazzale Numa Pompilio a Roma, in alto, diventerà un museo dopo aver ospitato la mostra in occasione del centenario dalla nascita di Alberto Sordi: a sinistra, la locandina dell’esposizione.
la città più bella del mondo o, come definì in una celebre occasione: “Un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi”. Quanto allo stile, si incappa spesso durante la visita in complementi d’arredo giudicati ‘eccessivi’: ma era lo stile imperante nella classe borghese romana dei primi anni Sessanta e Settanta, con i suoi velluti, broccati floreali, porcellane cinesi, argenti antichi nelle vetrinette, i quadri con le vedute del Settecento. Lo specchio di un’epoca.
Interessanti poi anche molti dei suoi abiti di scena qui conservati, nonché il guardaroba privato curato dalla sorella Aurelia, con quegli outfit cui l’attore ci ha abituato nelle sue apparizioni pubbliche, nei passaggi televisivi, nel corso di interviste o nelle ‘paparazzate’ di cui è stato sempre, giocoforza, vittima. Nella villa-museo sarà visitabile anche il suo studio, con la macchina da scrivere in bella vista, con la sua bici e la camera da letto, dove morì nel 2003 per
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un male incurabile ai polmoni. Poi, ci saranno amene curiosità, come la palestra, con tanto di toro meccanico, con il quale si racconta l’attore sfidasse gli amici più cari in buffe gare in stile rodeo. O come la madonnina in ceramica bianca in giardino, incastonata in una piccola grotta dove lui pregava ogni mattina. Tanti altri poi gli aspetti che saranno passati in rassegna del Sordi privato, come il suo ruolo di benefattore, specialmente per gli anziani che considerava fragili o come quello di donatore di ingenti somme di denaro date in benificenza, ma sempre in incognito. Un’attitudine in netto contrasto con la diceria che lo descriveva come un avaro. Si scoprirà qui quindi un Sordi generoso... e anche animalista: quanti sanno, per esempio, del suo amore per i cavalli e di quanti ne salvò dalla morte nei macelli? O dell’amore per i suoi cani, tutti amorevolmente sepolti in giardino? Insomma, la mostra sarà l’occasione per far luce su aspetti inediti della sua vita e per soddisfare schiere di fan, che continuano a crescere, acclamandolo ancora numerosi.
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pubb_POKA 2020.qxp_Pubb_PRESS KEY AWARD 03/08/20 19:44 Pagina 1
Disegno pubblicato dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Chiaravalle e realizzato da Franco Rivolli
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#MKINTERVISTA
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IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE STA SUBENDO UN CAMBIAMENTO RADICALE. ABBIAMO INTERVISTATO I PROTAGONISTI DEL SETTORE PER SPIEGARE COME SI STANNO MODIFICANDO I CONTENUTI, LE TECNICHE E I LINGUAGGI DELLA LORO REALTÀ.
#PRONTIARIPARTIRE
GIANMARIO MOTTA GENERAL MANAGER DI SPRING STUDIOS MILAN
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Gianmario Motta: Durante l’emergenza Covid-19 Spring Studios Milan e le sue sedi internazionali a Londra e New York hanno continuato a proporre a clienti e partner in tutto il mondo soluzioni creative, produzione di contenuti e comunicazione strategica. In particolare, abbiamo adottato misure innovative e soluzioni tempestive per la creazione di contenuti per accompagnare e supportare strategicamente da remoto i nostri clienti in questo periodo. Ad esempio, grazie al nostro network globale di art director, registi, produttori, fotografi, stylist, talent, modelle, responsabili di produzione, siamo stati in grado di realizzare campagne Adv e contenuti di qualità per i brand, allestendo veri e propri ‘in-house set’. Oltre a questo sono state utilizzate modalità di ‘rielaborazione’ di materiali già esistenti o realizzati per altri obiettivi, tra cui l’e-commerce, con interventi di grafica ed editing importanti. Tv Key: Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti? Gianmario Motta: L’emergenza sanitaria ha cambiato in maniera radicale e repentina le regole, le abitudini e il nostro modo di vivere su tutti i livelli. Il mondo del lusso è stato duramente colpito e gli eventi in programma sono stati cancellati o rimandati favorendo format digitali/virtuali. Il settore ha dovuto comprendere le nuove necessità affrontando questa crisi come un’opportunità per ripensarsi e ridare valore all’autenticità. Il lockdown e il distanziamento sociale hanno evidenziato maggiormente l’importanza dell’utilizzo dei canali digitali, diventato una priorità urgente come mezzo per comunicare con il consumatore finale e gli addetti ai lavori.
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In uno scenario di resilienza della maggior fruizione di media digitali e di acquisti effettuati online, grazie al suo know-how digital, Spring Studios ha promosso iniziative made to measure ai brand, con l’obiettivo d’interagire con la propria community attraverso la creazione e il supporto di piattaforme di livestream dedicate agli eventi, talk virtuali e conferenze stampa. In ambito e-commerce, le capacità creative e di produzioni di contenuti del nostro team internazionale sono state fondamentali per proporre ai nostri clienti contenuti stimolanti e coinvolgenti, con l’obiettivo di garantire un’esperienza unica d’acquisto per il consumatore finale in questo momento. Tv Key: L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità? Gianmario Motta: Il Coronavirus ha portato un momento d’incertezza, con un forte impatto sulla comunicazione e sui budget destinati al supporto e all’amplificazione della stessa. Sicuramente abbiamo riscontrato una diminuzione dei budget disponibili da parte dei clienti, ma tagli inferiori allo spending media sulla creazione degli asset, per evitare di compromettere la qualità. Si sono visti poi comportamenti molto differenti: un’enfasi di messaggi di brand in alcuni casi o una forte spinta sul prodotto in altri, in questo caso spesso a solo appannaggio delle aziende che hanno potuto far leva adeguatamente sull’e-commerce, vista l’assenza del retail. Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore?
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Gianmario Motta: Il Covid-19 non ha semplicemente cambiato le nostre abitudini e il nostro stile di vita. Ha fortemente mutato il modo in cui navighiamo online, effettuiamo le ricerche e finalizziamo i nostri acquisti. Per noi è fondamentale in questo momento essere in grado di definire strategie in perfetto allineamento tra canali puntando sulla crescita del rapporto diretto, tramite il digitale, con i clienti finali. Tv Key: Il motto di tutto il Paese è #prontiaripartire più forti
di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione? Gianmario Motta: Questo periodo estremamente duro ha stimolato in tutti la voglia di vivere e di assaporare appieno quel che la vita può darci. Ovviamente saranno necessarie diverse accortezze, soprattutto in una fase iniziale, ma il rilancio ci sarà. Il nostro consiglio è quello di puntare su una comunicazione sincera e positiva, che aiuti a contribuire al bene della comunità e alla ricchezza sociale del Paese, e non solo.
ELISA BERNASCONI DIPM ACIM – COUNTRY MANAGER ITALY DI PAPRIKA
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Elisa Bernasconi: In realtà all’interno della nostra azienda, nativamente dal forte taglio digitalizzato, l’organizzazione è stata immediata. La dislocazione decentrata delle figure fisiche con un approccio di smart working rappresenta un format che già da anni applicavamo. Forti anche delle strutture informatiche che noi stessi proponiamo alle agenzie di comunicazione, il controllo delle attività e della produttività non ha subito alcun tipo di calo o variazione. L’elemento chiave da garantire è che pur operando in remoto si continui a lavorare insieme, in modo sinergico e coordinato. Le strutture digitali per poterlo fare le produciamo e sono in realtà a disposizione di tutti. Tv Key: La vostra azienda come sta affrontando questo cambiamento sul fronte della comunicazione? Avete dovuto rimodulare le strategie e i budget in pubblicità? Elisa Bernasconi: La nostra presenza pubblicitaria è rimasta invariata. Abbiamo infatti ritenuto fondamentale trasmettere anche attraverso la presenza pubblicitaria la nostra effettiva e reale presenza operativa a supporto dei nostri clienti e in generale del settore della comunicazione. Non abbiamo visto alcuna ragione di ridurre i budget, mentre certamente il messaggio è stato rimodulato in base al vissuto circostanziale del pubblico. A livello di comunicazione diretta verso la base clienti ci siamo organizzati per comunicare e of-
frire il massimo supporto in una forma ancora più intensa e presente con format di servizio dilatati a livello di orari e mirati circa la gestione interna delle attività di agenzia in assetto di smart working. Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione dei vostri prodotti restando sempre più vicini alle esigenze del consumatore? Elisa Bernasconi: La nostra comunicazione verso le agenzie di comunicazione è sempre stata veicolata principalmente attraverso supporti digitali. Questo resterà invariato mentre, come accennavo prima, il messaggio ha subito e subirà un riformatting. Verrà infatti evidenziata la forte valenza di supporto e sinergia che una soluzione informatica integrata può offrire ai nuovi assetti futuri di operatività che facilmente, anche nel lungo termine, integreranno elementi di smart working. Tv Key: Il motto di tutto il Paese è #prontiaripartire più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare l’economia? Elisa Bernasconi: Come sempre l’abilità starà nel cogliere le opportunità che ogni cambiamento porta con sé. Le esigenze del mercato non sono diminuite, sono solo cambiate. Sapersi ridisegnare con agilità e fornire ai fruitori ciò che realmente è per loro importante nel nuovo assetto rappresenteranno la chiave di volta per ogni azienda.
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_Giro MKIntervista OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:58 Pagina 59
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BEATRICE AGOSTINACCHIO MANAGING DIRECTOR DI HOTWIRE ITALY
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Beatrice Agostinacchio: In Hotwire abbiamo abbracciato ormai da qualche anno il concetto di Thoughtful Working. Non è stato per noi difficile, quindi, adattarci a lavorare continuamente da casa. Disponevamo già di tutta la tecnologia necessaria per garantire una totale continuità operativa. Tutto il team ha a disposizione un PC portatile e uno smartphone, possiamo contare su metodi di comunicazione avanzati come Zoom o Slack oltre ad avere tutto in cloud. Abbiamo anche cercato di mantenere i nostri ritmi ‘da ufficio’ per cui ci riuniamo virtualmente il lunedì mattina e abbiamo cercato di non perdere il contatto umano mantenendo dei momenti di condivisione non puramente lavorativa sia con il team in Italia sia con i colleghi all’estero. Tv Key: Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti? Beatrice Agostinacchio: Con questa emergenza molte logiche a cui eravamo abituati sono mutate. In primis è cambiato l’utilizzo dei mezzi di comunicazione e di informazione da parte del pubblico. Questo ha fatto sì che alcune piattaforme prendessero il sopravvento, si pensi ad esempio ai social network. In questo periodo ci è capitato di lavorare maggiormente su campagne social o di influencer relation. D’altro canto abbiamo totalmente rivisto la concezione degli eventi: c’è stato un proliferare di webinar, strumento risultato molto utile per colmare quel distanziamento sociale obbligatorio che non ha più permesso l’aggregazione fisica. Un’ulteriore opportunità è stata quella di affiancare i clienti nell’attività più strategica di ridefinizione totale del marketing mix. Mai come in questo momento le PR hanno dimostrato la loro strategicità e centralità per definire un preciso storytelling da declinare, poi, attraverso i vari canali della comunicazione, a partire dal piano editoriale dei canali social al paid advertising, fino alla definizione di un piano media. Tv Key: L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità? Beatrice Agostinacchio: Assolutamente sì. È cambiato radicalmente il contesto e il nostro lavoro è stato proprio quello di modificare il tono della comunicazione adattandola ai sempre nuovi scenari che andavano a delinearsi. Non è stato facile per-
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ché non c’era conoscenza di quello che potesse riservare l’imminente futuro ma è stato fondamentale ascoltare per cercare di anticipare i tempi. Con molti dei nostri clienti siamo passati da una comunicazione puramente di prodotto o servizio – più strettamente commerciale – a una comunicazione di branding, che sostenesse i valori della marca, più in chiave informativa che promozionale. La flessibilità in questi ultimi due mesi è stata la leva vincente e devo dire che i clienti hanno dimostrato piena fiducia per questo approccio, portando al raggiungimento di risultati sorprendenti oltre che alla creazione di benchmark per i clienti internazionali che guardavano all’Italia come Paese pilota in quanto in anticipo rispetto all’Europa e agli Stati Uniti di almeno due settimane. Abbiamo assistito come gran parte dei mercati a una rimodulazione dei budget dovuta in particolare a una paura iniziale e a logiche molto diffuse di contenimento dei costi. È stato marzo, infatti, che ha visto il maggiore calo, anche se in linea di massima il settore delle PR credo sia stato uno dei meno colpiti nell’ambito della comunicazione dagli effetti di questa pandemia: in molti hanno deciso di contenere i costi, ma davvero in pochi hanno optato per uno stop definitivo alla comunicazione verso l’esterno. Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore? Beatrice Agostinacchio: È ancora molto presto per sapere come cambierà il contesto, siamo certi non si tornerà al punto di partenza. Ciò che continueremo a proporre ai nostri clienti è di non smettere di comunicare ma di allineare il tono e lo stile della comunicazione allo scenario in atto. Anche una perfetta campagna di comunicazione, estremamente creativa e con una presenza media molto elevata può essere decisamente controproducente se i messaggi che veicola sono distonici rispetto al contesto. L’attività di monitoraggio e analisi sarà sempre più cruciale. È per questo che Hotwire ha messo a fattore comune le proprie conoscenze e ha creato un hub di contenuti in costante aggiornamento – chiamata HotComms Toolkit – per supportare i professionisti del marketing e della comunicazione a orientarsi in questo complesso e delicato momento profondamente mutato dal Covid-19. Ci sono contenuti che spaziano dalla comunicazione di crisi alle opportunità offerte al marketing da strumenti quali i podcast e i video, pas-
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sando per l’impatto dei social media sul ranking dei motori di ricerca e il ruolo che ricoprono in questo periodo complesso; l’importanza della misurazione; la corretta integrazione di strategia e tattica; il mantenimento e rafforzamento della brand reputation; ma anche suggerimenti di comunicazione esterna e interna per parlare efficacemente a tutti gli stakeholder, compresi i dipendenti. L’idea è quindi di assicurare un servizio completo che va dal monitoraggio del contesto per individuare gli insight utili a definire una strategia di comunicazione efficace senza mai perdere di vista l’obiettivo di business dell’azienda. Tv Key: Il motto di tutto il Paese è #prontiaripartire più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione? Beatrice Agostinacchio: Credo che per ripartire alla grande
serva un sistema che funzioni, non singole unità a elevatissime performance ma stand alone. Di sicuro alcune eccellenze o alcuni settori possono fare da traino, ma perché si vedano risultati tangibili e di lungo termine è necessario creare circolarità. La comunicazione in questo contesto ha un ruolo centrale perché è in grado di pervadere e oleare questo sistema oltre che di supportarlo. Credo anche che il ruolo delle associazioni in questo momento sia fondamentale. Hotwire è parte di UNA – Aziende della Comunicazione Unite e della verticale Pr Hub che in tutto questo periodo si sono dimostrate un supporto utilissimo di condivisione di informazioni, best practice ma anche preoccupazioni, per supportare la nostra industry a ‘convivere’ con questo virus e preparare il terreno per la ripartenza. Siamo all’inizio della cosiddetta fase 3, è una partita importante da giocare ma sono sicura che l’Italia – seppure all’ultimo rigore – saprà distinguersi.
GIULIANO PUGOLOTTI DIRETTORE CREATIVO DI DOUBLE P ITALIA
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Giuliano Pugolotti: Ci siamo organizzati dalla fine dello scorso febbraio con lo smart working. E così abbiamo continuato a realizzare progetti nei mesi successivi. Tv Key: Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti? Giuliano Pugolotti: Tutte le iniziative sono finalizzate all’evolversi dell’online. Sono nate nuove esigenze e opportunità a discapito degli altri settori e dell’offline. Tv Key: L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità? Giuliano Pugolotti: Nell’immediato la soluzione adottata dalle aziende è quella di ridurre gli investimenti in attesa di capire come si evolve la richiesta dei consumatori. Occorre ora capire dove investire rapidamente.
Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore? Giuliano Pugolotti: Per valorizzare la comunicazione occorre intercettare i cambiamenti delle abitudini reali e non di quelle legate all’emergenza. Per far questo comunque bisogna aspettare una fase di assestamento. Sarà la sfida dei prossimi mesi. Tv Key: Il motto di tutto il Paese è #prontiaripartire più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione? Giuliano Pugolotti: Lo slogan deriva dal desiderio di ripartire. Ma per tornare alla realtà occorre capire come l’economia uscirà da questa fase. Da lì i cambiamenti delle abitudini e delle richieste dei consumatori. La comunicazione farà la sua parte, come sempre nella nostra storia.
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_Giro MKIntervista OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:58 Pagina 61
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STEFANO SPADINI CEO DI HAVAS MEDIA
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Stefano Spadini: Abbiamo incentivato tutti i dipendenti a lavorare in smart working, prima ancora del lockdown nazionale. Havas Media ha iniziato a sperimentare lo smart working da cinque anni, siamo giunti quindi all’inizio dell’emergenza con una modalità di lavoro collaudata e implementata per tutti i dipartimenti del Gruppo. Abbiamo agito su due fronti: hard e soft. Sul fronte hard, abbiamo dotato le persone di tutte le facility necessarie per svolgere le proprie attività da casa. Abbiamo lanciato una ricerca proprietaria organizzata in più wave per monitorare costantemente la situazione e dare aggiornamenti puntuali ai nostri clienti. Sul fronte soft, abbiamo messo in atto una serie attività per mantenere lo spirito di gruppo, come le colazioni virtuali, un blog nella intranet dove i colleghi si raccontano, gli appuntamenti serali per cucinare insieme, iniziativa così apprezzata che si sono uniti a noi i colleghi dalla Germania. A queste si aggiungono varie attività per supportare il benessere fisico e psicologico dei dipendenti, come ad esempio il risveglio muscolare mattutino, la mindfulness e il counseling. Senza dimenticare i più piccoli con corsi di teatro e attività ludiche. Questo periodo ha portato le aziende a ripensare al proprio business e anche le agenzie a ripensare al proprio modello organizzativo. Stiamo già pensando a soluzioni che ci permettano di essere sempre più agili. Tv Key: Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti? Stefano Spadini: Siamo sempre più vicini ai clienti, e sempre più pronti a suggerire loro le opportunità da cogliere in questo momento. Da diversi anni Havas Media punta sul suo ruolo di consulente. Questa posizione si è accentuata ulteriormente in quest’ultimo periodo: ci siamo mossi fin da subito per aiutare ciascun cliente a trovare la soluzione ottimale per affrontare la difficile situazione in cui ci troviamo, con una consulenza specifica per ognuno, mappando ogni tipologia. I clienti si sono rivolti a noi da subito per essere guidati in questo percorso, e abbiamo avuto un feedback molto positivo da parte loro, perché hanno sentito la nostra vicinanza e riconosciuto il valore che portiamo. Ogni settimana rilasciamo una newsletter rivolta ai nostri clienti per analizzare come si evolve il mercato. Abbiamo avviato un’indagine ad hoc per tenere monitorati i comportamenti degli italiani dall’inizio della pandemia, e siamo già al rilascio della terza wave di ricerca; tutto per fornire gli strumenti necessari a prendere le decisioni più puntuali e con tempestività. Alcune aziende si sono focalizzate esclusivamente sulla performance, ma mai come ora la comunicazione si deve concentrare su messaggi che met-
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tano in luce i valori di marca. Per i brand, questo momento rappresenta un’opportunità per rafforzare i propri valori e la loro vicinanza alla popolazione. Per questo devono capire come essere rilevanti nei contenuti, nel tono della comunicazione e nella scelta dei mezzi. Tv Key: L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità? Stefano Spadini: Dipende dall’azienda, ma il trend generale è stato di spostare gli investimenti: per i brand è importante mantenere attivo il contatto con il consumatore. Bisogna ripensare ai modelli di business. Come anticipato prima, si sono aperte nuove opportunità sia per investire sui valori del brand, sia per puntare sui canali di vendita online potenziando l’e-commerce, cavalcando le nuove abitudini della popolazione italiana. Tuttavia, non bisogna pensare che la digitalizzazione sia una scorciatoia a costo zero. Come tutti i cambiamenti prevede visione, competenza e capacità di assunzione di rischio: tutte attività nelle quali un’agenzia media attuale deve sapere affiancare il cliente. Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore? Stefano Spadini: Usciremo da questa crisi trasformati, nelle attitudini e nelle abitudini di consumo. Ci vorrà del tempo prima di un vero e proprio ritorno a una situazione pre emergenza, e fino ad allora vivremo in una ‘nuova’ normalità. Tuttavia, alcune abitudini acquisite dagli italiani in questo periodo rimarranno anche a emergenza conclusa. Il dover restare in casa ha dato una spinta alla digitalizzazione del Paese: una percentuale sempre maggiore della popolazione si è collegata a internet non solo per lavorare, ma anche per fare acquisti e fruire dei contenuti, prendendo così confidenza e acquisendo una familiarità che non dimenticherà più. Si aprono opportunità per i brand, che avranno il ruolo di guidare il consumatore in queste nuove abitudini di consumo, ad esempio continuando a sviluppare i propri servizi digitali. L’ultima wave della nostra ricerca ha voluto indagare quali fossero le attività a cui gli italiani pensavano di dedicarsi maggiormente una volta superato il lockdown: visite da parrucchieri ed estetiste, shopping in negozi fisici, giornate all’aria aperta e pranzo/cena al ristorante, mentre tra i beni che sarebbero stati acquistati si trovavano al primo posto abbigliamento, accessori, scarpe e borse e pacchetti vacanze. Sono tutti buoni spunti da cui partire per rilanciare la comunicazione di prodotti e servizi volta a soddisfare i bisogni delle persone.
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Tv Key: Il motto di tutto il Paese è #prontiaripartire più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare l’economia? Stefano Spadini: Tutto il Paese ha dimostrato ogni giorno che gli italiani sono un popolo che ha nel suo Dna un’altissima capacità di adattamento, e questo ci darà la forza necessaria per ripartire. Dobbiamo
sfruttare il momento attuale per riflettere, come detto in precedenza: non è il momento di fermarsi, ma i brand devono lavorare per rafforzare il loro valore agli occhi delle persone, diventando sempre più ‘meaningful’. I brand che si saranno dimostrati vicini alla popolazione nel momento del bisogno potranno poi fare leva sul loro ruolo per supportare gli italiani nella ripartenza, con i loro prodotti e servizi.
CHIARA MORELLI GENERAL MANAGER ITALY LEWIS
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Chiara Morelli: In LEWIS, ormai dall’8 marzo, giorno dell’inizio del lockdown, abbiamo lavorato ognuno da casa propria in modalità smartworking. Essendo tutti i dipendenti, a tutti i livelli, dotati di laptop e facendo ampio uso di tool aziendali per la comunicazione interna ed esterna con il trasferimento delle chiamate sui propri PC e sistemi di videoconferenze, siamo state tra le aziende fortunate che hanno potuto essere operative al 100% già dal ‘day 1’. Tv Key: Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti? Chiara Morelli: Con molti eventi fisici cancellati e con una crescente richiesta da parte dei clienti di spingere su attività più commerciali rivolte alla raccolta di nuovi lead, abbiamo proposto e già potuto mettere a punto nuovi servizi digitali, come webinar, tavole rotonde virtuali, annunci stampa e media training online, oltre a servizi di podcast che hanno recentemente visto un’impennata nell’utilizzo proprio in questo periodo di chiusura forzata. Tv Key: L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità? Chiara Morelli: Assolutamente sì. La nostra priorità è stata ed è quella di ascoltare i nostri clienti in un momento così difficile e comprendere i loro reali bisogni. Abbiamo quindi lavorato su nuovi piani strategici di comunicazione essendo cambiati, in poco tempo, gli obiettivi e il comportamento del pubblico di riferimento in merito agli acquisti. In alcuni casi, abbiamo dovuto anche rimodulare i budget per garantire la fattibilità dei vari progetti e la messa a terra delle campagne. Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore? Chiara Morelli: La ripresa ci sarà, ma non sarà immediata. Per-
tanto, continueremo a fornire supporto e consulenza strategica ai nostri clienti proponendo soluzioni ‘chiavi in mano’ che possano portare un valore reale e un ritorno sull’investimento nel breve periodo. Le tecnologie digitali si stanno svelando in tutta la loro potenza, permettendo alle persone di restare connesse e informate, abbattendo le distanze e offrendo alle aziende la possibilità di mantenere ancora operative alcune delle loro attività. Proprio in questo periodo di emergenza abbiamo realizzato il Covid-19 tool kit che includeva insight, white paper, aggiornamenti quotidiani e previsioni da parte del nostro team. Inoltre, per valorizzare la comunicazione dei nostri clienti continueremo a fare leva sui contenuti e sullo storytelling delle aziende, per valorizzare l’unicità che contraddistingue ciascun brand, nella quale si riconosce anche il consumatore. Tv Key: Il motto di tutto il Paese è #prontiaripartire più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare l’economia? Chiara Morelli: Innanzitutto, mi preme dire che, anche nella ‘fase 1’, nel pieno dell’emergenza, il nostro suggerimento alle aziende è stato quello di non interrompere, ove possibile, la comunicazione, ma al contrario di investire sul proprio brand rimodulando attività e budget. Sicuramente uno degli aspetti determinanti è rappresentato dal fattore tempo. Prima saremo in grado di riprendere in mano, seppur con modalità diverse, le attività che hanno visto un rallentamento e sono state messe in stand-by, prima si riuscirà a far ripartire il business. Dopo questa pandemia, la comunicazione dovrà necessariamente adeguarsi a un nuovo scenario e a nuove misure. Il mio suggerimento è quindi di vivere questa situazione come un’opportunità per sfruttare al massimo le grandi potenzialità che oggi ci offre la tecnologia e accelerare il processo di digitalizzazione dei servizi per essere sempre più competitivi e al passo con i nostri tempi. Le aziende non devono pensare a come poter tornare alla normalità, piuttosto devono immaginare il loro brand nel nuovo mondo che ci attende e iniziare già da oggi a reinventare il business.
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_Giro MKIntervista OK.qxp_nuovoTV_Servizi vari 04/08/20 15:59 Pagina 63
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ROBERTO SCOTTI PARTNER E DIRETTORE CREATIVO DI LORO
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Roberto Scotti: La tecnologia è stata fondamentale. Tutta l’agenzia è in smart working, il lavoro prosegue in maniera fluida: riunioni su Zoom o Teams, telefonate collettive, gruppi su whatsapp divisi per progetti. Abbiamo sempre pensato che il lavoro a distanza potesse essere già il presente, questa situazione negativa ha avuto la capacità di confermarlo per chi la pensa come noi o dimostrarlo ai più dubbiosi. Tv Key: L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità? Roberto Scotti: Alcuni l’hanno fatto, altri no. Per quello che ci riguarda voglio parlare del Teatro alla Scala, che seguiamo da 3 anni, che è stato bloccato da questa pandemia. Cercheremo di capire quale saranno le azioni più opportune da fare al momento giusto. È stato bellissimo vedere i loro spettacoli in televisione e anche gli artisti esibirsi #lontanimavicini, ma l’emozione che si prova dal vivo non ha paragoni al mondo. Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clien-
ti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore? Roberto Scotti: Prima del consumatore bisogna pensare agli esseri umani. Abbiamo vissuto un grandissimo trauma, molti vivranno la tragedia di non avere i soldi a fine mese per fare la spesa. Credo servirà una comunicazione più sobria, serena, onesta. Quando ho davanti un brief spero sempre che ci siano dei fatti che aspettano solo di essere colti e tramutati in creatività per essere valorizzati. Basta aria fritta. Tv Key: Il motto di tutto il Paese è stato ‘andrà tutto bene’, con l’augurio di uscirne più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione? Roberto Scotti: È stato un inno alla speranza ma accostato al crescente numero dei morti, alle fosse comuni di NYC, agli ospedali come trincee, ai medici come soldati, alla colonna di mezzi militari di Bergamo, mi ha spesso infastidito. Per ripartire bisognerebbe avere una classe politica di grande capacità, spessore e lungimiranza. La comunicazione? In questo periodo c’è stata una marmellata di spot pieni di retorica con parole tutte uguali (grazie, forza, uniti, ripartiremo, insieme, e ancora grazie) tanto da far fatica a capire chi stava parlando. Non ho una ricetta per la ripartenza, penso che dovremo agire con più attenzione, meno di pancia, ma con più testa e cuore.
MIRIAM FRIGERIO HEAD OF BRAND & COMMUNICATION DI SORGENIA
Tv Key: Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria? Miriam Frigerio: Abbiamo lavorato da casa, di fatto con gli stes-
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si ritmi dell’ufficio (e anche di più!). Quindi riunioni, incontri, brief e proposte, ma tutto via conference call e online meeting. In Sorgenia eravamo già abituati a un giorno di smart working alla
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settimana, quindi direi che sistemi e dotazioni tecnologiche erano già pronte. Certo, un giorno alla settimana significa potersi organizzare secondo tempi propri, spesso dedicandosi ad attività che non richiedono troppe interazioni. Il lavoro da casa al tempo del Coronavirus è stato tutta un’altra cosa, non è sempre facilissimo, credo che non siamo preparati alla totale ‘virtualizzazione’ delle relazioni, e personalmente penso sia giusto così. Nel nostro lavoro, ma probabilmente in tutti, i contatti umani e gli incontri servono a percepire umori, tendenze, climi – che non si possono cogliere solo leggendo statistiche o risultati di sondaggi. Però per ora va bene così: continuare la propria attività non è solo un modo per mantenere un certo equilibrio mentale, ma anche per contribuire – almeno chi può – a far funzionare il sistema Paese e a farci trovare pronti quando torneremo a una normalità che inevitabilmente sarà molto diversa da quella cui eravamo abituati. A proposito di sistema Paese, ci tengo a dedicare un pensiero e un ringraziamento ai colleghi di Sorgenia che hanno operato nelle centrali di generazione elettrica. Se possiamo contare su un bene essenziale come l’elettricità è grazie a persone come loro, che per mesi hanno lavorato con turni impegnativi, adottando accorgimenti sanitari che sono diventati parte delle loro procedure quotidiane. Tv Key: La vostra azienda come sta affrontando questo cambiamento sul fronte della comunicazione? Avete dovuto rimodulare le strategie e i budget in pubblicità? Miriam Frigerio: La nostra comunicazione, in particolare l’advertising, ha sempre avuto un ruolo di posizionamento del brand, quindi un ancoraggio forte ai valori e alla visione aziendale. Proprio a inizio anno abbiamo lanciato la campagna #iononhovisto, dando la parola a bambini e adolescenti portatori della più che legittima richiesta di poter godere di bellezze naturali messe a rischio da fattori climatici e comportamenti antropici. È chiaro che molte istanze sociali assolutamente urgenti solo un paio di mesi fa adesso sembrano essere passate in secondo piano. A livello ambientale ci sono state decisioni internazionali e prese di posizione importanti che hanno guadagnato titoli di mezza pagina per una giornata e poi sono sparite dai riflettori. Quindi anche noi abbiamo dovuto mettere in standby alcune iniziative già programmate, che probabilmente sarebbero state soffocate da altre proposte più allineate alle preoccupazioni del momento. Quando l’attenzione delle persone è monopolizzata da un unico tema, concreto al punto da aver imposto nuove abitudini e regole di vita, non è pensabile aggiungerne altri. Meglio aspettare e magari pensare a nuove modalità di racconto quando l’emergenza sarà passata. Nel frattempo non siamo stati in silenzio. Senza ulteriori investimenti, abbiamo riformulato la nostra comunicazione social per rispondere alle esigenze della nostra community, continuando a parlare di energia, ambiente, sostenibilità e integrazione, ma in chiave #iorestoacasa: i ‘nostri’ contenuti, insomma, con un tono leggero che aiutasse a superare l’ansia del lockdown e fornisse intanto qualche suggerimento da mettere subito in pratica. Giusto per fare un esempio, abbiamo trasformato in pil-
lole di benessere fisico & ecologia domestica gli appuntamenti di plogging che avevamo una volta al mese nei parchi di Milano. Tv Key: Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione dei vostri prodotti restando sempre più vicini alle esigenze del consumatore? Miriam Frigerio: Certamente il new normal sarà diverso da quello a cui eravamo abituati: avremo fatto passi da gigante nell’uso delle tecnologie e ne avremo capito i limiti, ma probabilmente saremo anche molto più cauti, forse guardinghi, nei confronti degli altri. Saremo sollevati dalla fine di un incubo, ma appesantiti da preoccupazioni economiche e da qualche ansia sul futuro. Dire adesso quali saranno i formati e le soluzioni che adotteremo è forse prematuro. Quello su cui mi sento assolutamente sicura è che continueremo a comunicare i nostri principi e valori: la tecnologia al servizio delle persone, l’inclusione, la tutela del Pianeta e del territorio. Sono questioni che si ripresenteranno come fondamentali, ancora di più se lette dopo l’esperienza della chiusura, mesi in cui abbiamo usato la connessione per restare in contatto con parenti e amici, i nostri fiumi sono tornati puliti e nei parchi di città si sono visti animali di cui nemmeno ci ricordavamo. Tv Key: Il motto di tutto il Paese è stato ‘andrà tutto bene’, con l’augurio di uscirne più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare l’economia? Miriam Frigerio: Che domanda complicata! Mi occupo di comunicazione e non mi sento certo di dare consigli di economia o di politica. Come cittadina credo che si debba puntare anzitutto su strumenti e tecnologie accessibili a tutti, inclusi formazione e servizi. Sicuramente può servire un modello più agile di organizzazione del lavoro, che alla fine significa anche maggiore tutela sociale. Penso ai milioni di famiglie dove da casa si è lavorato e studiato insieme: con fatica e con qualche errore, certo, ma con un’efficacia che nessuno avrebbe pensato possibile fino a poco tempo fa. Chi è nelle condizioni di fare qualcosa lo faccia, anche nella comunicazione. Abbiamo fatto tanto per sentirci uniti, rassicurarci, intrattenerci. Adesso è ora che tutti si sostengano per ripartire, per fare. Tutti dobbiamo tornare al nostro lavoro, ma nelle scelte magari possiamo chiederci che cosa può essere d’aiuto a qualcun altro, a partire dalle aziende del nostro territorio. Senza ambizioni rivoluzionarie, forse è tempo di sperimentare soluzioni di economia circolare, anche nelle piccole cose: possono fare la differenza nel turismo, nella ristorazione, nella cultura – settori importanti dell’economia italiana. E con un po’ di sforzo credo potremmo riuscire a fare qualche passo anche nei servizi e nell’industria. Quello che il Coronavirus ha dimostrato chiaramente è che siamo tutti interconnessi: per salvarci, e poi solo per stare bene e prosperare, dobbiamo muoverci insieme. C’era chi pensava di essere immune, ma i fatti gli hanno dato torto. Credo sia questa la lezione da tenerci a mente.
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NEWS SPOT
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TIM: ON AIR IL NUOVO SPOT ISTITUZIONALE È on air sulle principali reti televisive il nuovo spot istituzionale di TIM che racconta la storia del Gruppo e la sua mission di connettere da sempre il Paese. Un percorso che parte nel 1925, quando il territorio italiano viene suddiviso in cinque zone gestite da cinque Concessionarie, dalla cui fusione nel 1964 nasce la SIP, che nel 1994 diventa Telecom Italia e nel 2016 TIM. Le immagini dell’Archivio Storico di TIM e dell’Archivio Storico di Istituto Luce Cinecittà ripercorrono le tappe fondamentali che hanno segnato la storia dell’azienda e del Paese fino ai nostri giorni. Sulle note de Il Signor Bruschino - Ouverture di Gioacchino Rossini, si anima un dialogo costante tra passato e presente, con uno sguardo rivolto al futuro con frame evocativi su umanità e tecnologia e il fil rouge del racconto è proprio quest’ultima rappresentata da un segno grafico luminoso che da ‘rame’ nel passato, diventa ‘fibra’ nel presente. Lo spot da 60’’ è stato ideato da Luca Josi, Responsabile Divisione Brand Strategy, Media & Multimedia Entertainment di TIM, realizzato in collaborazione con la casa di produzione Think Cattleya.
I NUOVI SPOT FELCE AZZURRA CELEBRANO I 50 ANNI DEL BAGNODOCCIA PIÙ AMATO DI SEMPRE
TOSCANA. RINASCIMENTO SENZA FINE Toscana Promozione Turistica – l’agenzia della Regione Toscana che sostiene i territori nella costruzione e promozione dei diversi prodotti turistici – si è rivolta a FutureBrand per realizzare una campagna istituzionale con una doppia finalità: invitare turisti da altre regioni d’Italia a trascorrere l’estate 2020 tra le tante bellezze toscane e presentare l’unicità dell’offerta con modalità nuove, lontane dai classici stereotipi. Il concept della campagna affonda nel patrimonio culturale e artistico della Toscana, indiscussa culla del Rinascimento, proponendo una nuova lettura dei valori umanistici. Oggi l’uomo torna a scoprire la libertà e la meraviglia di esplorare ogni possibilità, tra le bellezze naturali e artistiche della Regione. ‘Toscana. Rinascimento senza fine’ è il claim che firma il video hero da 30’, il cui voice over è ispirato all’Orazione De hominis dignitate scritta da Pico della Mirandola e considerata il manifesto del Rinascimento. Per interpretare il voice over sono stati coinvolti i giovani attori della Compagnia
dei Ragazzi dell’Associazione Teatrale Pistoiese. Voci fresche, vibranti, totalmente genuine e spontanee, che hanno aggiunto alla grandiosità del testo una leggerezza nuova e delicata. Un cortocircuito tra passato e presente, sintesi perfetta dell’essenza più vera della Toscana. Il concept è stato declinato in un’estesa campagna stampa e digital in più soggetti, pensata per il mercato italiano e per una successiva estensione ai Paesi dell’UE. Il mediaplan si articola in outdoor grandi formati, quotidiani generalisti e stampa di settore e soprattutto digital marketing. L’obiettivo è la promozione delle proposte più innovative di viaggio per l’estate in Toscana, veicolate attraverso il portale di destinazione VisitTuscany.com.
Felce Azzurra torna on air con due spot di 15’’ che mettono al centro i celebri bagnodoccia, con un codino dedicato al più amato di tutti, da sempre: Bagno Classico, che quest’anno celebra il suo 50° anniversario. “Ma quanti profumi ci sono nei Bagni Doccia Felce Azzurra?”. I film si aprono con una sfilata di colori e profumi che rendono unica e variegata la gamma del brand di casa Paglieri. “Non resta che domandarti di cosa hai voglia oggi, e scegliere – senza dimenticare che domani è un altro giorno, e potrai provarne un altro!” Nel codino una vorticosa pioggia di diamanti avvolge il Bagno Classico, icona di un passato che ha il profumo dei ricordi, con l’invito a recarsi sul sito per vedere svelato il regolamento del contest che coinvolge direttamente i consumatori, mettendo in palio dei veri diamanti. Gli spot firmati dall’agenzia LoRo saranno on air dal 12 luglio fino a metà agosto su tutte le reti terrestri italiane, sulle principali reti digitali e sulle piattaforme social del brand.
INDEPENDENT IDEAS E BANCA IFIS INSIEME PER RACCONTARE UN FUTURO FATTO DI VICINANZA E NUOVI VALORI Independent Ideas – l’agenzia del Gruppo Publicis guidata da Alberto Fusignani e con la direzione creativa di Erick Loi – si è aggiudicata il progetto per il lancio della nuova immagine di Banca Ifis, nonché la prima comunicazione a 360° fatta dall’istituto di credito in 37 anni di storia. La campagna Tv, digital, stampa e radio utilizza un linguaggio artistico e visionario per mostrare come la vicinanza
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tra gli imprenditori e Banca Ifis può trasformare qualsiasi situazione in uno spunto di miglioramento. Un’attitudine che
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si concretizza nel nuovo payoff di brand ‘il valore di crescere insieme’. Per la presentazione ufficiale della campagna, la collaborazione tra Independent Ideas e Banca Ifis – con il supporto tecnico di Radio Deejay – ha fatto nascere un evento completamente digitale con momenti di interazione e intrattenimento musicale che hanno coinvolto per un'intera giornata 1.800 dipendenti della banca.
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Qua arant tanni d'inn novazione e
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MARK KETING & COMMUNICAT ATION N
AL LTERNAT TIV VA AMENTE CRE EA ATIVI I modi di comunicare mutano con il passare del tempo e lo scorrere degli eventi. Noi crediamo nella CRE-AT ATTIVITTÀ À . Ci impegniamo da sempre a immaginare, per i nostri clienti, forme nuove di comunicazione \a^ _Z\\bZgh eZ ]b__^k^gsZ' =ZeeZ fZmbmZ Zee^ ib½ lhÛlmb\Zm^ m^\gheh`b^ ]b`bmZeb% e : :em^kgZmboZ ¯ \b¸ \a^ \hgmZ' Alternative Group SRL – Bologna – info@alternative-group.it – www.alternative-group.it