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I. Terapie di origine vegetale [pag
CAP. XII - LA TERAPIA FARMACOLOGICA NELLA M.T.C.
La terapia farmacologica cinese punta da oltre 2000 anni soprattutto sulla fitoterapia, cioè sull’impiego di piante medicinali, e solo in piccola parte utilizza prodotti di origine animale o minerale.
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さPrendere medicine quando si è già sviluppata la malattia è come iniziare a scavare un pozzo quando si ha già sete.ざ (Iミ ケuesto seミso, peヴ la マediIiミa Iiミese さcurarsiざ ミoミ sigミifiIa taミto assuマeヴe faヴマaIi quando si sta male, マa sigミifiIa さpヴeミdeヴsi Iuヴa di sYざ ケuaミdo si sta Heミe.)
TERAPIE DI ORIGINE VEGETALE (FITOTERAPIA)
L’utilizzo delle erbe rappresenta uno dei pilastri della MTC. Le erbe venivano assunte o sotto forma di decotti (decuocendo gli ingredienti per 20-45 minuti e filtrando alla fine la decozione) oppure di pillole confezionate col miele o con farine varie. La M.T.C. ritiene che il decotto sia tuttora il modo migliore per assumere i principi attivi di un’erba medicinale, ma sono molto usate anche le polveri (ottenute disidratando i decotti) e le pillole. Di notevole efficacia anche gli estratti, gli sciroppi e, relativamente ai rimedi per uso esterno, i cerotti preparati con polveri e sostanze adesive, che agiscono tramite contatto.
I. CLASSIFICAZIONE Tutti i farmaci naturali cinesi sono classificati in base alla loro natura
(fredda, fresca, neutra, tiepida e calda), in base al sapore (amaro, salato, acido, dolce e piccante), in base alla tendenza direzionale (ascendente e discendente, emergente o interiorizzante) ed in base al tropismo verso uno o più organi e visceri. Dopo questa prima classificazione i singoli rimedi cinesi vengono suddivisi in diciassette categorie generali: farmaci antinfiammatori, farmaci purganti, farmaci antireumatici, farmaci tonici, farmaci sedativi ed ansiolitici, farmaci carminativi, farmaci riscaldanti, etc. Generalmente la farmacologia cinese utilizza l’associazione di più farmaci in una ricetta studiata secondo regole che si sono mantenute inalterate su principi utilizzati tradizionalmente per migliaia di anni.
Naturalmente è impossibile considerare tutte le erbe medicinali utilizzate nella MTC, ne cito solo alcune, tra le più importanti (in ordine alfabetico secondo la nomenclatura cinese).
Bai Shao (Paeonia Lactiflora Pall) Più comunemente conosciuta come la radice di peonia bianca, scientificamente chiamata Paeonia Lactiflora Pall.
Questo farmaco si ottiene scavando le radici di una pianta di peonia bianca coltivata di 3-4 anni, che viene poi lavata e cotta in acqua tiepida e infine essiccata al sole. Viene consumato principalmente sotto forma di tisana.
La radice di peonia bianca è usata come tonico per il sangue e come erba "che riduce il calore" per il fegato. E’ utilizzata anche in caso di capogiri e cefalea causati da un aumento dello yang, dolore addominale, spasmi muscolari, perdite vaginali, e periodi irregolari nelle donne; ha anche un effetto astringente sulla sudorazione.
Ban Xia (Pinellia ternata) E’ un arbusto nativo dell'Asia, specialmente della Cina, del Giappone e della Corea. In medicina tradizionale si utilizza la sua parte sotterranea, il rizoma, utile per il trattamento anticatarrale (bronchite, tosse, labirintite, ecc.). E’ controindicata soprattutto in caso di emorragie e di gravidanza, in quanto può essere prescritto anche come sostanza anticoncezionale. Dal 2004 questa pianta è bandita dagli Stati Uniti in quanto sembra contenga efedrina, una sostanza che può causare infarto del miocardio, ictus e convulsioni.
Ci Wu Jia (Eleuterococco) Da un testo del III secolo a.C. leggiamo che serve a “far ritornare giovane il viso e prolungare la vita”.
Conosciuto col nome di «corteccia dei cinque supplementi», a indicare la sua equilibrata azione tonificante su tutti gli organi dell’uomo, è da sempre stato usato come tonico, energetico e per ritardare l’invecchiamento; aumenta la performance psico-fisica (effetto adattogeno), ha anche un’azione diuretica, regolatrice del sonno, stimolante dell’appetito e immunostimolante. Tonifica il Qi di tutti gli organi, elimina il vento-umidità, è di natura calda, il sapore è piccante, leggermente dolce. Queste sue proprietà simili a quelle del ginseng gli hanno valso il nome di Ginseng siberiano. Le parti usate sono le radici (rizomi), il suo tempo balsamico è l’Autunno.
Da Huang (Rabarbaro) Il rabarbaro si identifica comunemente nella specie di Rheum palmatum o Rabarbaro cinese. E’ usato nella Medicina Tradizionale Cinese da più di 2000 anni. I popoli mongoli e gli ariani utilizzavano il rizoma del rabarbaro già 1000 anni prima di Cristo e nei secoli successivi i popoli europei usavano importare dalla Cina (tramite i mercanti arabi e turchi) le formelle essiccate di rizoma di rabarbaro (radice barbara). L’etimologia del nome ha un curioso doppio senso in greco: Rha significa sia pianta che Volga, nome del fiume attorno al quale sono sorte le prime coltivazioni di rabarbaro in Europa. In Cina il suo nome letteralmente si traduce “grande giallo”, a indicare il colore della radice impiegata come medicinale. I principi attivi sono contenuti principalmente nel rizoma che viene raccolto in autunno, quando le foglie
iniziano ad appassire. A scopo medicinale e terapeutico è impiegato esclusivamente il rizoma essiccato. Il sapore è amaro e astringente e presenta un odore caratteristico e aromatico. Il Rabarbaro cinese possiede numerose proprietà officinali, che l’hanno reso un ottimo rimedio della medicina popolare cinese: purifica il calore e seda il fuoco, rinfresca il sangue, elimina le tossine e tratta il calore tossico du, drena il calore-umidità, muove il sangue e ne tratta la stasi. Svolge un’efficace azione colagoga, favorendo il deflusso della bile dal fegato verso il primo tratto dell’intestino, e stimola la produzione di bile da parte della ghiandola epatica. A piccole dosi agisce come astringente, utile in caso di diarrea e dissenteria, a dosi medie svolge un’azione lassativa, indicata in caso di stitichezza e stipsi ostinata, a dosi più elevate è purgante e vomitiva. Il Rabarbaro svolge anche un’azione stomachica e digestiva, efficace in caso di cattiva e lenta digestione, favorisce la produzione dei succhi gastrici, migliorando i processi intestinali, è indicato anche in caso d’inappetenza dovuta a debilitazione fisica. Per uso esterno svolge un’azione astringente sulla pelle e sulle mucose. Il rabarbaro viene utilizzato anche a scopo alimentare da moltissimi secoli.
Dang Gui (Angelica sinensis) Si utilizza la radice essiccata. È conosciuto principalmente come "erba delle donne", o "ginseng femminile", anche se molti uomini lo consumano. E’ noto come "rivitalizzante del sangue", il che significa che supporta una sana circolazione sanguigna, specialmente nell'addome e nel bacino pelvico. Dang Gui è ampiamente utilizzato per aiutare a stabilire, sostenere e mantenere un sano equilibrio mestruale nelle donne.
Ha anche azioni analgesiche e blande sedative (calmanti, rilassanti).
Du Zhong (Eucommia) E’ la corteccia del robusto albero della gomma. Viene utilizzata la parte interna della corteccia che viene sottoposta a lunga essiccazione. Può essere presa da sola o in miscele di erbe.
Essendo un'erba piccante e dolce che riscalda il corpo, può dissipare molte delle condizioni di vento freddo che si verificano con l'età, come l'artrite, la minzione frequente e il dolore generalizzato nella parte inferiore del corpo. E’ usato più comunemente per rafforzare le ossa e le articolazioni deboli, specialmente nelle ginocchia e nella parte bassa della schiena. Du zhong è anche un'erba anti-età efficace perché favorisce la circolazione e tonifica fegato e reni. E’ infine benefico per le donne che hanno gravidanze rischiose e instabili: in gravidanza, una carenza renale o epatica può portare a complicazioni potenzialmente pericolose per la vita e aborto spontaneo.
Gan Cao (Glycyrrhizae radix) La glicirrizina, che è il principale ingrediente attivo della radice di liquirizia, agisce come espettorante disperdendo muco e catarro diradati dalle vie respiratorie, facilitando la tosse. Tonifica la milza e aumenta il Qi. Zhi Gan Chao aiuta in alcuni disturbi digestivi tra cui ulcere gastriche, bruciore di stomaco, coliche. La radice di questa straordinaria erba contiene anche molti composti antidepressivi.
Il decotto Shaoyao-Gan Cao, una popolare medicina tradizionale cinese, è composto da due erbe, Bao Shao (Paeoniae Radix) e Gran Cao (Glycyrrhizae Radix) ed è utilizzato principalmente per il trattamento del dolore addominale e della dismenorrea.
Gouqizi (Frutto di Licia) E’ il frutto di Lycium barbarum e Lycium chinense ed è conosciuto in Occidente con il nome di Bacche di Goji.
Le bacche di Goji hanno una storia antica: utilizzate da oltre 5000 anni nella Medicina Tradizionale Cinese, sono dette “frutto del paradiso“, “diamante rosso” o “frutto della longevità“. In Cina questo piccolo frutto rosso viene usato sia all’interno di ricette di erbe cinesi che anche in brodi e tisane quotidiane: la goji dunque, come molti altri rimedi cinesi, si posiziona con un piede in cucina e l’altro in farmacia. Apprezzato da secoli nella medicina tradizionale cinese, il “Frutto di Licia” (il nome deriva dalla Licia, regione dell’Anatolia meridionale) svolge un’efficace azione di nutrire il Sangue del sistema di Fegato e lo yin del sistema di Rene. Viene utilizzato per contrastare l’infertilità sia maschile che femminile, per curare le malattie respiratorie e per proteggere occhi, pelle, reni e fegato. Inoltre, l’antico manuale di erboristeria Shennong Ben Cao Jing definisce la pianta come curativa per diversi disturbi, per rafforzare il sistema immunitario e rallentare l’invecchiamento.
La leggenda: il pozzo della giovinezza. Si racconta che tra l’ottavo e il nono secolo d.C. (dinastia T’ang), un pozzo d’acqua accanto ad un tempio buddista tibetano fosse attorniato da piante di Lycium barbarum, le cui bacche talvolta cadevano nell’acqua. Secondo la leggenda, alcuni monaci tibetani si dissetavano bevendo l’acqua del pozzo e, proprio grazie a quest’acqua magica, la loro esistenza terrena fu più longeva e serena.
L’incredibile longevità di Li Chung Yun. Anche gli abitanti della zona, durante i loro pellegrinaggi presso il tempio, erano usi dissetarsi con l’acqua di questo pozzo e godevano di una salute invidiabile: molti di loro, nonostante fossero in età avanzata di oltre gli ottant’anni, avevano ancora una dentatura in ottima salute e sulla loro testa non
cresceva nemmeno un capello bianco. Da qui nacque la leggenda riguardante il Goji e le sue bacche, veri e propri elisir di giovinezza dalla proprietà considerate quasi magiche.
L’erborista e monaco taoista Li Ching Yuen (1677-1933) visse ben 256 anni, sposò 23 mogli, crebbe 180 bambini, ma questo è difficile da dimostrare.
Era un uomo alto 2 metri, dalla pelle secca e screpolata, calvo e con unghie lunghissime; nonostante l’età, i suoi movimenti rimasero sempre agili e sicuri.
Il suo necrologio finì addirittura sul New York Times. Il segreto di tale longevità? Si nutriva di vino di riso ed erbe, tra le quali una zuppa di bacche di Goji.
Le bacche di goji secondo la medicina cinese sono molto utili anche in tutte quelle situazioni che vedono lo yang di Fegato diventare sofferente in seguito ad un deficit di Sangue o yin, dunque in moti casi di cefalea o ipertensione e generalmente durante gli anni del climaterio. Qui è ideale una tisana molto bevuta in Cina: si tratta di un’infusione di bacche di goji insieme a fiori di crisantemo cinese che, bevuta regolarmente, aiuta a rimettere in equilibrio yin e yang. La zona di produzione principale è lo Ningxia, una regione a Nord della Cina e a Sud della Mongolia che produce le migliori Goji in assoluto, perché lì scorre il fiume Huáng Hé, il fiume giallo. Le bacche di Goji del Ningxia (Ning Goji), grazie alle condizioni geografiche e climatiche uniche della regione Ningxia, hanno qualità migliori rispetto ad altre produzioni fatte in altri luoghi. Sono ricche di 18 tipi di amminoacidi, più di 30 tipi di oligoelementi, nonché una varietà di alcali biologicamente attiva, e β- carotene, dal 10% al 70% del contenuto di vitamina E e sono superiori a quelle di altra origine. Molto usate anche ai giorni nostri, se ne sconsiglia il consumo a soggetti allergici al polline e a chi assume farmaci regolatori della pressione, per il controllo del diabete e metabolizzati a livello epatico, con cui le sostanze contenute nelle bacche potrebbero interagire.
Huang Bai (Phellodendron Amurense) Il Phellodendron è un tipo di albero: il nome "huang bai" deriva dal colore giallo brillante de lla corteccia interna della pianta, utilizzata come medicinale. La corteccia viene sbucciata dall'albero durante la tarda primavera (dopo che la corteccia esterna ruvida è stata rimossa), quindi lasciata asciugare al sole. La corteccia può essere utilizzata sia cruda, sia dopo essere stata fritta con sale. Viene spesso utilizzata in combinazione con altre erbe.
Nella medicina tradizionale cinese, la corteccia di Phellodendron ha la funzione di drenare il calore umido e
il fuoco dei reni. Tra le condizioni ci sono diarrea, dissenteria, gonfiore delle articolazioni delle gambe e ittero.
Huang Lian (Coptis chinensis) L'estratto è preparato dal rizoma di Coptis chinensis e il principio attivo è la berberina, un potente costituente con forti effetti antibiotici ad ampio spettro.
Gastroenterite, diarrea, infezioni o dissenteria a causa del caldo umido (diarrea del viaggiatore); feci sanguinolente o acquose frequenti con dolore addominale accompagnato da vomito e febbre. Nella medicina moderna vi sono studi che lo consigliano in caso di cancro gastrico, del colon e della mammella.
Huang Qi (Astragalo) L’Astragalo è certamente il più famoso immunostimolante della farmacologia cinese. Stimola il Qi difensivo, e nella medicina cinese equivale a trattare i pazienti che si ammalano frequentemente di patologie respiratorie e talora reumatiche perché hanno una scarsa capacità di difesa.
In questi casi è il farmaco di prima scelta e può essere utilizzato da solo ma anche all’interno della ricetta yu ping feng san, la polvere del “paravento di giada” un’antichissima formula in cui viene associato ad altri due rimedi: la radice di Ledebouriella e quella di Atractylodis. Come afferma il nome di questa formula la sua azione è quella di “riparare, proteggere dal vento” un organismo che per il deficit di wei qi non è in grado di organizzare delle difese efficaci contro le energie cosmopatogene.
I principi attivi si trovano nella radice disseccata che si presenta in forma cilindrica, in genere senza diramazioni.
Le Radici di Astragalo + Ledebouriella + Atractylodis compongono il Yu ping feng san, la polvere del “paravento di giada”. La loro azione combinata è quella di «riparare, proteggere dal vento».
Huang Qin (Scutellaria baicanensis) E’ la radice della Scutellaria baicalensis.
E’ considerato un rimedio per l’eccesso di calore (tosse e febbre), per le patologie caldo-umide come la dissenteria e la diarrea, per le malattie epatiche, come antiinfiammatorio.
Huo Ma Ren (Semi di cannabis sativa)
Nella Medicina Tradizionale Cinese la canapa (Cannabis sativa) è conosciuta come una delle 50 erbe fondamentali.
Gli usi della canapa nella farmacopea cinese hanno una lunga e documentata storia culturale, che vede l’utilizzo di tutte le parti della pianta - il seme, le foglie, l’olio, le radici e i fiori - in applicazioni sia orali sia topiche.
L'uso della cannabis nella M.T.C. è molto antico. Secondo un’antica leggenda cinese, l’imperatore (e farmacologo) Shen Nong scrisse un trattato medico in cui illustra un elisir ottenuto dalle foglie di cime di cannabis. L’erba era così preziosa che egli addirittura la accettava anche come pagamento di debiti o tributi.
In un libro scritto nell'anno 1 d.C., intitolato “Pen Ts’ao Ching”, conosciuto come la più antica farmacopea del mondo, la pianta di cannabis viene nominata con riverenza e raccomandata per più di cento disturbi, tra cui la gotta, la malaria e i reumatismi. Secoli più tardi numerosi testi cinesi la consigliarono invece per il trattamento di emorragie, infezioni, parassiti e vomiti. Non sembra invece esserci nella storia della cannabis una forte tradizione di fumarne i fiori: anzi, alcuni testi consideravano addirittura quella parte della pianta velenosa. In un trattato del II sec. si cita che la cannabis poteva essere utilizzata anche per regolare i "Cinque Movimenti" e trattare i danni causati da un loro eventuale squilibrio. Si diceva che l'erba fosse benefica per le cinque viscere, abbassare la pressione sanguigna e il qi vit ale freddo. Il testo afferma anche che un consumo eccessivo di cannabis avrebbe provocato visioni di fantasmi e comportamento irrequieto, Il libro spiega che un utilizzo prolungato libera la luce dello spirito e alleggerisce il corpo. Gli autori affermano che la cannabis è tossica ed è in grado di "dissolvere gli accumuli, alleviare i disturbi e smaltire il pus." La canapa, nella medicina cinese, ha energie sia yin sia yang, poiché le piante di canapa sono dioiche, cioè sviluppano sia l’organo riproduttivo maschile, sia quello femminile: le più apprezzate, però, sono le piante portatrici di seme - le femmine - e quindi la canapa è spesso considerata una pianta yin. Oggi i semi sembrano costituire l'ultima frontiera non illegale nell’uso di questa pianta; inoltre, consultando antichi testi della medicina cinese si è potuto notare che, col passare del tempo, i semi hanno ottenuto un ruolo sempre più rilevante rispetto alle altre parti della pianta. I semi di canapa sono associati allo stomaco, alla milza e all'intestino crasso e vengono usati come lassativi per la stitichezza da carenza di sangue (sono particolarmente utili nel trattamento della stipsi negli anziani o nei debilitati), come antidolorifici, specie nei dolori mestruali, per risolvere gli spasmi muscolari, come ansiolitici, per combattere l’insonnia. Eliminano il calore: sono perciò utilizzati topicamente con altre erbe per ridurre ulcerazioni e piaghe.
Ma Ye, la pianta maschile della cannabis, che matura prima di quella femminile, è usata per la tosse secca, l'asma, la tossicità e i parassiti. Viene assunta sotto forma di succo o capsula ricavata dalle foglie oppure applicata topicamente. Cannabis ed agopuntura. Hua Tuo (140-208 d.C.) è stato un medico cinese, che visse durante la fine della dinastia Han orientale. Nel libro storico Cronache dei Tre Regni e nel Libro degli Han posteriori si riporta che Hua Tuo sia stato il primo medico in Cina che ha usato l'anestesia durante un intervento chirurgico, usando la cannabis combinata con l’agopuntura come anestetico. Il termine cinese per “anestesia” (麻醉 mázuì) è infatti composto da il primo carattere che
significa “cannabis” e dal secondo che significa “intossicazione”. Hua Tuo sperimentò diverse tecniche tra cui l’essiccazione e lo sbriciolamento della pianta, mischiandola con il vino per somministrazioni interne ed esterne. L’agopuntura è spesso accompagnata dalla moxibustione, ovvero l’utilizzo di artemisia come incenso, bruciato vicino alla pelle o rollato in un sigaro per concentrare la fonte di calore. Numerosi ricercatori che leggono e interpretano i testi antichi ci illustrano come i sigari fossero tradizionalmente avvolti in artemisia solo nella parte esterna che racchiudeva il ripieno, composto invece di cannabis. Molti medici facevano addirittura inalare o fumare i propri pazienti prima del trattamento, perché convinti che i principi attivi avessero proprietà curative capaci di stimolare il movimento dell’energia interiore (Qi) prima dell’inserimento degli aghi.
Tuttavia, se nell’antichità cinese la cannabis era riconosciuta per le sue proprietà curative, oggi, è etichettata come droga ed è illegale in tutta la Cina continentale.
Huo Xiang (Agastache rugosa) La stagnazione di umido alla milza e allo stomaco provoca sintomi quali febbre, mal di testa, dolore epigastrico e addominale, vomito, nausea, diarrea: quest’erba elimina il vento freddo, disperde l’umido, normalizza l’attività del Qi, e ristabilisce le funzioni gastriche in caso di gastroenterite acuta. [23]
Viene disseccata e usata come decotto.
Usata topicamente anche nelle infezioni fungine delle mani e dei piedi.
Jie Geng (Platycodon Grandiflorus) Quest’erba agisce sul flegma (cioè sulle emissioni liquide) e viene impiegata nella terapia delle alte vie respiratorie (bronchiti, faringiti, ecc.).
Krachai (Zenzero) Il suo rizoma, carnoso e densamente ramificato, è considerata nella MTC un efficace tonico Yang, in quanto rafforza le energie maschili, del fuoco e della vitalità. Lo zenzero appartiene al gruppo cibi “caldi”, poiché libera dal vento freddo e previene l’abbassamento dello Yang; riscalda milza, stomaco e polmoni e asciuga il muco umido (chiaro). Per tali proprietà il suo utilizzo curativo è come antiemetico, o antinfiammatorio in caso di raffreddore o sintomi influenzali o in caso di dolori di varia natura (dolori mestruali, dolori muscolo-scheletrici). Molto conosciuta la tisana zenzero limone e miele che ha una valida azione naturale anti-influenzale e un
ottimo rimedio per mal di gola, tosse e raffreddore Viene infine aggiunto a molte prescrizioni per aiutare le altre piante a circolare nell’organismo.
Ling Shi (Ganoderma lucidum) Ling zhi significa “pianta dello spirito”, ma è stato chiamato anche il “fungo dei mille anni”, “il fungo della potenza spirituale” e “il fungo dell'immortalità” perché gli antichi medici cinesi ritenevano che favorisse la longevità. Reishi è il nome con il quale è conosciuto in occidente e deriva dal Giapponese. Sul Reishi ci sono notizie davvero antiche: la storia dice che in Cina il suo uti lizzo risalga a diversi secoli prima di Cristo ed inoltre vanti una documentazione di oltre 2000 anni in Medicina Tradizionale Cinese e Giapponese. Il Reishi infatti si trova in cima all'elenco della più antica attestazione scritta della medicina erboristica cinese, il Classico sulle Radici di Erbe del Contadino Divino, una scrittura del 200 d.C. in cui vi sono un elenco di medicine derivanti da piante. Questo scritto classifica i 365 ingredienti e li suddivide in tre categorie: superiori, medi e accettabili. Il Reishi è fra gli ingredienti superiori, prima del ginseng, proprio grazie alle grandi qualità medicinali e perché la sua assunzione per periodi estesi non produce effetti collaterali o nocivi per l'uomo.
Si racconta che, ben 23 secoli fa, l'Imperatore Ti della dinastia Chin, data la notorietà del Reishi come “fungo dell’immortalità” fece allestire una flotta di navi con 300 uomini forti e 300 bellissime donne, ai quali ordinò di dirigersi verso Oriente, alla ricerca del Reishi. La leggenda narra che le navi affondarono a causa di una tempesta e i naufraghi riuscirono ad arrivare su un’isola, fondando una nuova nazione. Quell’isola era il Giappone.
Il Ganoderma lucidum (nome scientifico del Reishi) è un fungo coriaceo, molto ricco di tannini (e quindi di interesse gastronomico molto limitato) che cresce su legno in decomposizione, di preferenza su quercia o castagno. La sua forma ricorda il rene, è lucido e ha un colore rosso vivo, ma può assumere anche altre colorazioni. Viene intensamente coltivato, essiccato e trasformato in preparati a uso medicinale (polvere, decotti, unguenti, compresse, ecc.). Il Reishi è stato inserito fra le 10 sostanze terapeutiche naturali più efficaci esistenti in natura ed è fra i funghi più utilizzati in micoterapia. La medicina tradizionale cinese attribuisce al consumo di questo fungo la capacità di normalizzare il colesterolo e la glicemia, di regolare il battito cardiaco e la pressione sanguigna, di combattere stress ed insonnia, di assicurare salute e longevità. Qualche curiosità sul reishi. Il largo utilizzo del reishi ha fatto si che questo fungo entrasse a far parte anche dell’arte cinese, per questo lo si trova raffigurato come simbolo di buona salute e lunga vita nelle residenze imperiali su porte, arcate e ringhiere. A volte il Reishi poteva essere inciso anche sullo scettro usato nelle cerimonie ufficiali e sulle vesti di seta dell’imperatore. Inoltre anche il popolo amava utilizzare l'immagine dei reishi come portafortuna o talismano in disegni, arazzi e dipinti. In alcune raffigurazioni i soggetti dipinti indossano ornamenti o gioielli di giada a forma di Reishi. Anche la dea cinese della guarigione Kuan Yin è talvolta raffigurata con un Reishi in mano.
Ren Shen (Ginseng) Il Ren Shen (o ginseng) è uno dei rimedi più antichi (oltre 4000 anni!) ed importanti della farmacologia cinese, verso il quale il popolo cinese ha sempre nutrito una forma di rispetto reverenziale degna di un sovrano. In passato era talmente apprezzato che lo si barattava con oro e pietre preziose. In Occidente ha acquisito nei tempi moderni una grande notorietà, ma spesso non viene utilizzato in accordo con le sue specifiche indicazioni secondo la medicina cinese. Il ginseng è sempre stato considerato una pianta dalle proprietà miracolose, in grado non solo di guarire tutte le malattie ma anche di fortificare lo spirito, rallegrare il cuore e prolungare la vita. La pianta è già descritta in uno dei testi più antichi di farmacopea cinese, lo Shen Nong Ben Cao Jing . Il nome Ren Shen人参 significa “radice a forma di uomo”: la sua morfologia simile umana spiega il motivo. Le radici hanno mantenuto un posto d’onore nella medicina cinese, tanto da meritarsi persino un proverbio: “Il genere umano ha la sua più alta espressione nel saggio, il mondo minerale nell’oro, le pietre preziose hanno la loro regina nella giada e il mondo vegetale ha il suo imperatore nel ginseng”. Un’antica leggenda cinese narra di come non sia stato l’uomo a scoprire il Ginseng, ma è la radice stessa che ne ha richiamato l’attenzione:
"Per tre notti di seguito gli abitanti del villaggio di Shantang furono turbati da forti lamenti: alcuni uomini si incamminarono nella foresta seguendone il richiamo e scavando sotto un grande albero trovarono una meravigliosa radice dalle sembianze umane, con testa, braccia e gambe ben delineate. Increduli gli uomini compresero che si trattava dello spirito della terra che li aveva attirati fin lì affinché la radice potesse essere trovata e utilizzata per i suoi miracolosi prodigi."
Secondo una leggenda coreana, invece, nelle gole strette e ombrose intorno alla cittadina di Kumsan, in Corea, ai piedi del picco di Kwanumbul, il giovane Kang trovò, su indicazione del dio della montagna, la pianta medicinale dalle piccole bacche rosse. Fece bere un decotto di radici alla madre ammalata, che prodigiosamente guarì. Dopo questo “miracolo” il ginseng iniziò ad essere utilizzato su larga scala. Secondo altre tradizioni la radice fu scoperta grazie ai sogni degli sciamani. Comunque sia, tutte concordano nel ritenere che non sia stato l’uomo a trovare la radice, bensì essa a richiamare l’uomo. Del Ginseng si utilizza la radice, che si sviluppa maggiormente rispetto al resto della pianta; ramificandosi in numerose radici laterali, il tubero assume un aspetto caratteristico costituito da testa, tronco, braccia e gambe. In origine il Ginseng era utilizzato nella sua versione più selvatica, ma la richiesta sempre più abbondante portò alle prime coltivazioni tutt’altro che semplici: la produzione richiede molta cura e attenzioni, un terreno ben specifico (granitico, ricco di humus e riparato dal sole); ci vogliono inoltre diversi anni prima della raccolta (almeno sei) e con l’effetto collaterale di ritrovarsi con un terreno completamente svuotato e inaridito dopo dodici anni di coltivazione (a causa dell’enorme richiesta di sostanze nutritive richieste dalla radice). Preparazione In Cina, prima del suo impiego, la radice viene preparata e trattata secondo precise metodiche volte ad ottenere prodotti con caratteristiche farmacologiche diverse e, quindi, con indicazioni (e controindicazioni) specifiche. Dalla radice del ginseng si possono ottenere due varietà: rossa (derivante dalla macerazione della radice insieme a liquirizia e zolfo) e bianca (derivante dalla macerazione con acqua e zucchero). Indicazioni
Li Shi Zhen, 1518-1593 d. C., uno dei più importanti medici e farmacologi tradizionali della storia della Cina, nella sua monumentale opera “Ben Cao Gang Mu” (o “Compendio di Materia Medica”) descrive il ginseng come la “radice del terzo occhio”, l’occhio della conoscenza di sé: «Il ginseng rinforza le cinque parti dell’intestino. Il suo consumo durante un lungo periodo stimola la mente, calma il nervosismo, stimola il cuore, migliora la saggezza e aumenta la longevità». Nella classificazione cinese, il Ren Shén è un forte tonico del Qi, in particolare della Yuan Qi, ossia l’energia primaria e originale che ognuno di noi riceve sin dalla nascita e dalla quale si originano i differenti qi che circolano nel corpo mantenendolo sano e vitale. Tra le sue qualità la medicina cinese riconosce le seguenti: migliora la concentrazione, rinforza il sistema immunitario, riduce i tempi di convalescenza (anche di malattie croniche e gravi), rinforza il
sistema Milza Pancreas-Stomaco, migliora la vitalità e riduce l’ansia, migliora le prestazioni sessuali, sostiene il Qi di Cuore (palpitazioni da deficit, amnesie, disturbo dello Shèn…).
Shan Zha (Crataegus Pinnafitida) Questa pianta prende anche il nome di Biancospino cinese, e nella MTC si utilizzano i frutti.
E’ considerata un rimedio digestivo: viene spesso adoperata per le stasi di cibo, per la diarrea, ma esercita e generano un effetto ipotensivo agendo come tonico cardiaco.
Shu Di Huang (Rehmannia glutinosa) Nella medicina tradizionale cinese (TCM), la Rehmannia glutinosa è una delle 50 erbe fondamentali. In cinese viene chiamata Di Huang (terra gialla). A scopo medicamentoso viene utilizzata la radice.
Nella sua forma trattata (shú - in acqua oppure in liquori a base di grano) viene utilizzata in caso di deficit del sangue del sangue (aumenta il numero degli eritrociti). Si ritiene che i componenti chimici della pianta purificano i reni e le surrenali e aiutino a ridurre la glicemia, e influisca positivamente sui sintomi (irritabilità, vampate di calore) legati alla menopausa.
La Rehmannia trova in molte formule classiche, tra cui in una delle più famose formule per la tonificazione dello Yin ( yīn) chiamata "Pillola degli 6 ingredienti con Rehmannia", che viene considerata la formula classica per eccellenza per il deficit di Yin in particolare del Rene e del Fegato. La peculiarità di questa formula è che possiede un aspetto tonificante e sedativo allo stesso tempo: infatti delle sei erbe che la costituiscono tre sono tonificanti, mentre le altre tre sono sedative.
Shishigashira (Hericium erinaceus)
Più comunemente conosciuto come
Barba di vecchio, Criniera di leone, Testa di scimmia. I nomi affibbiati a
questo fungo sono un’ovvia denominazione per la sua forma particolare che è quella di una massa di curiosi filamenti bianchi e
gommosi lunghi circa 2-3 cm distribuiti in una fitta struttura
tondeggiante. È sempre stato largamente adoperato per le sue grandi proprietà curative e rigenerative sulla mucosa gastrica e quella intestinale.
Suan Zao Ren (Dattero acido) Lo Sperma ziziphi spinosae viene utilizzato per il trattamento delle forme di ansia e dell’insonnia. Esso nutre i due organi responsabili del sonno, il fegato e il cuore: quando l'equilibrio viene riportato a questi organi, il sonno avviene in modo naturale.