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3. Moxibustione [pag

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1. Qi Gong [pag

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III. LA MOXIBUSTIONE

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La Moxibustione (o Moxa) è una particolare tecnica terapeutica della medicina tradizionale cinese, caratterizzata dall'applicazione prolungata di calore su punti e meridiani tipici dell'agopuntura. Si applica in abbinamento al massaggio, all'agopuntura o come tecnica singola. Tuttora qu esta pratica millenaria (alcuni sostengono sia precedente alla pratica dell'agopuntura) viene utilizzata negli ospedali cinesi che mettono ancora in atto la medicina tradizionale. Ad oggi la Moxibustione risulta priva di fondamento scientifico; sebbene possano esserci benefici nel trattamento dei sintomi, ad esempio in pazienti con cancro, la maggior parte degli studi non sono significativi. La storia della pratica della moxibustione è molto antica. I primi cenni storici di tale terapia risalgono al II-I secolo a.C. Nel 1973 furono rinvenuti alcuni libri in seta a Mawangdui, tra cui il “Classico della Moxibustione negli Undici Meridiani dei piedi e del braccio” e il “Classico della Moxibustione negli Undici meridiani dello yin e dello yang”. Questi provano l’esistenza della Moxibustione e la sua applicazione terapeutica ben otto secoli prima dei Tang e vengono considerati i più antichi testi di Medicina Cinese.

L'etimologia del termine va fatta risalire alla parola Moe Kusa, (dal giapponese moe kusa = erba che brucia L'erba che viene fatta bruciare per questa tecnica è il cosiddetto “assenzio cinese”, scientificamente conosciuto come Arthemisia vulgaris, pianta della famiglia delle Aesteracee. L’Artemisia è una pianta officinale che contiene vari oli essenziali e vari terpenoidi come l'eucaliptolo, il tujone e il cineolo; contiene anche flavonoidi e derivati della cumarina. Dell’Artemisia si utilizzano le foglie - raccolte in primavera che vengono essiccate, pressate e polverizzate in un mortaio fino a ricavare un impasto lanoso con cui si preparano delle palline o dei coni o dei sigari. I sigari di artemisia, lunghi circa 20 cm e con un diametro di 2 cm, sono composti da foglie intere avvolte in carta di gelso imbibita di albume d’uovo e ricoperto da un involucro di carta. La tecnica della moxibustione consiste nel bruciare questi preparati di artemisia o sulla pelle o indirettamente in prossimità di questa. La modalità diretta è sempre più in disuso, in quanto comporta un'ustione di secondo grado, con la comparsa di un flittene (vescicola subepidermica). La modalità indiretta invece è meno violenta, diffondendo il calore per induzione e non per contatto fisico: si esegue bruciando la sommità del sigaro e avvicinandolo alla pelle (almeno 3 cm di distanza). Se il sigaro viene mantenuto fermo, l'operazione dura all'incirca dieci minuti. Per trattamenti più lunghi, di circa venti minuti, il sigaro di artemisia viene ruotato con dei piccoli movimenti, evitando la possibilità di ustioni. Infatti l'artemisia, quando brucia al massimo è capace di irradiare una temperatura di 500 gradi, terapeuticamente molto efficace. Esiste una variante senza fumo per chi non sopporta l’odore intenso che viene emanato dall’Artemisia quando brucia. Questa tipologia di trattamento va eseguita con molta calma, a intervalli ben scanditi nel tempo. Solitamente l'applicazione dovrebbe essere intervallata da un giorno o due. Particolarmente indicata in caso di dolori articolari e cervicali legati al freddo e all'umidi tà o in quelli di bronchite e asma, la Moxa va invece evitata in caso di febbre elevata, ipertensione arteriosa e su aree cutanee non integre. E' sconsigliata sui bambini piccoli. Con il termine moxa adesiva si intendono coni o

cilindri di artemisia disseccata che possono essere posizionati direttamente sulla pelle. Questi coni sono dotati di un piedino autoadesivo sul lato inferiore; nel piede è in genere presente un foro tramite il quale il calore all'incandescenza può penetrare fino alla pelle.

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