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AGOSTO 2021
Costruisci il Meeting con noi!
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Intervista
Scholz: dire “io” vuol dire desiderio di bene
Al Meeting 14 Un talk per raccontare il lavoro che verrà
Compagnia delle Opere 17 Vivere di imprese, uno stand che vi sorprenderà
Sui media 21 Vittadini: vi racconto le competenze del domani
I Partner 25 IMA, dall’officina alle macchine intelligenti
I Partner 29 Philip Morris: il nostro obiettivo? Un futuro senza fumo
Spettacoli 35 Giuseppe, l’uomo giusto che sapeva cogliere i segni
Mostre 36 Vivere senza paura nell’età dell’incertezza
Mostre 46 Giovannino fa i conti: 120 meno 50 uguale 70
Spettacoli 50 “La vita nascosta” di Malick nella Corte degli Agostiniani
Spirto Gentil 52 “Mandulinata a Napule” e i Preludi di Rachmaninov A cura di: Direzione Commerciale e Dipartimento Comunicazione FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI via Flaminia 18/20, 47923 Rimini RN meeting@meetingrimini.org Progetto Grafico Bruno Monaco comunicazione non convenzionale Rimini Agosto 2021 Questo numero è stato chiuso in redazione il 18/08/2021
MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
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MARCHE. PRONTI A FARTI
intervista
Scholz: dire “io” vuol dire desiderio di bene Finalmente ci siamo! Si apre un Meeting del tutto inedito, aperto a tutti, completamente in presenza (ma anche completamente online in diretta in tre lingue diverse), predisposto ad accogliere il grande pubblico ma anche a garantire il massimo livello di sicurezza. Il modo migliore di presentare l’edizione di quest’anno ci sembra questa intervista del nostro presidente Bernhard Scholz a Daniele Rocchi dell’Agenzia Sir, che ripercorre i principali temi ed appuntamenti della manifestazione. Buona lettura! Il Meeting 2021 ha per tema “Il coraggio di dire ‘io’” scelto per porre l’attenzione sulla libertà dell’uomo e sulla sua vocazione a contribuire alla costruzione di un mondo più umano. Tuttavia nel mondo attuale
sottolineare l’’io’ sembra più un ‘atto’ di forza e di individualismo. Come il Meeting intende ribaltare questa visione individualista a favore di una visione più inclusiva, volta alla ricerca del bene comune?
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Da dove può nascere una maggiore assunzione di responsabilità, una solidarietà più forte, un impegno sociale più diffuso se non da ogni singola persona? Dire “io” vuol dire desiderio di bene, di bellezza, di condivisione, perché questi desideri sono parte es-
senziali della nostra persona. Ed è la fedeltà a questi desideri anche in situazioni difficili che ci fa superare l’individualismo che invece nasce dall’appiattimento di questi desideri perché non ha il coraggio di affrontare le inevitabili sfide e provocazione che si presentano a chi entra in reazione con gli altri. Il coraggio di dire “io” è il vero antidoto all’individualismo e anche al collettivismo, due forme che riducono la potenzialità della propria persona con il rifiutare responsabilità e partecipazione attiva e creativa alla vita sociale e culturale. Pasolini, sul quale ci sarà una mostra al Meeting, ci aveva messo in guardia dal rischio di una grande omologazione che aliena la creatività della singola persona. Un’altra mostra sul famoso scrittore inglese Tolkien illustrerà come la creatività del singolo trova la sua vera fecondità nella polifonia del creato. Nel tema si cita il “coraggio”: dove
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intervista
comprendere le sfide economiche e politiche che dobbiamo affrontare e con quali criteri.
trovarlo per ribaltare questa visione individualista? Quanti atti coraggiosi sono stati compiuti per esempio da madri e padri quando i loro figli si sono trovati in difficoltà? Quando teniamo fortemente ad un bene da affermare, da salvaguardare, da curare allora diventiamo coraggiosi. SI tratta quindi di comunicare il più possibile che nella vita personale e famigliare, ma anche nella vita pubblica ognuno ha la possibilità, direi l’opportunità, di contribuire al bene che desidera. L’indebolimento del coraggio nasce spesso da una specie di rassegnazione che va superata guardando alle tante testimonianze che invece hanno dimostrato che vale la pena impegnarsi anche con piccoli passi perché tutti possiamo camminare più spediti verso il bene comune. Al Meeting queste testimonianze non mancheranno. Quest’anno il Meeting torna in pre-
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senza, dopo la forma – diciamo così - “ibrida” del 2020. Cosa significa per il popolo del Meeting – e non solo – ritrovarsi ‘fisicamente’ nonostante una pandemia che pare non voler finire e che ci ha fatto scoprire fragili e vulnerabili? Prima di tutto sarà un momento di gratitudine. La pandemia ci ha insegnato che nulla è scontato, niente è ovvio. Tutto, anche il semplice ritrovarsi, e sempre un dono che va colto anche per scoprirne il significato vero e duraturo. Nello stesso tempo ci sarà una apertura ancora maggiore verso le domande esistenziali e culturali che sono emerse con una certa urgenza in questo anno e mezzo, domande sul significato della vita, delle relazioni, del lavoro. Siamo diventati più consapevoli delle nostre fragilità ma questo ci ha reso anche più sensibili nella ricerca di ciò che realmente ci può sostenere e far maturare. Penso che ci sarà anche un interesse più acuto per
Quest’anno all’evento inaugurale del Meeting interverrà in collegamento diretto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo aveva già fatto nel 2016. Con lui saranno presenti nelle giornate riminesi anche molti ministri e politici, tra loro anche il presidente dell’Europarlamento Sassoli e il Commissario Gentiloni. Meeting e politica un binomio, spesso criticato, ma che ha dato anche grandi contributi al dialogo e al dibattito. Sarà così anche quest’anno? Il Meeting ha da sempre cercato il dialogo con i rappresentanti istituzionali e politici per parlare delle grandi scelte che riguardano l’educazione, la scuola e l’università, la sostenibilità sociale ed ecologica dell’economia, la trasformazione digitale, la salute e i sistemi sanitari e tutti gli altri temi legati alla costruzione del bene comune. E cosi sarà anche quest’anno, evidentemente con dei focus particolari sul PNRR, sulla ripresa economica nelle piccole e medie imprese e il futuro del lavoro. Penso che sia una grande opportunità poter parlare direttamente con chi deve decidere su questioni così decisive. Spesso non emerge che gli incontri sulla politica sono al massimo un sesto di tutti gli incontri che si svolgono al Meeting insieme a tanti spettacoli musicali e teatrali e le mostre sull’arte e su personalità significative. Il Meeting vuole dare il giusto peso alla politica ma vuole anche contrastare aspettative messianiche nei confronti dello Stato e delle istituzioni, che nuocciono sia alla politica stessa sia alla responsabilizzazione di ogni persona e della società civile nel suo insieme – tema decisivo in questa edizione. In che modo il programma cercherà MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
intervista
di declinare il tema del Meeting? In tutte le tematiche già citate prima ci sarà una domanda trasversale: come è possibile favorire la crescita di persone responsabili, creative e competenti per affrontare le diverse sfide che si presentano? In modo particolare questa domanda verrà affrontato in un ciclo di incontri sul lavoro e le sue evoluzioni. Il mondo è pieno di progetti, ciò che spesso manca sono i soggetti. Penso che anche i concerti e le rappresentazioni teatrali metteranno in luce come il coraggio di dire “io” sia decisivo per la scoperta della bellezza, la realizzazione di ope-
re artistiche e l’intensità della collaborazione per realizzarle. Ci saranno anche riflessioni esplicite sul tema dell’“io” dal punto di vista delle neuroscienze e della neurolinguistica: cosa vuol dire avere una autocoscienza del proprio “io” e come è possibile “dire” io e quali sono le considerazioni che ne nascono rispetto all’intelligenza artificiale. Il tema del “io” e dalla sua apertura alla diversità sarà tema cruciale in un incontro sull’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco che vede la partecipazione del cardinale Matteo Zuppi di Bologna, del cardinale Louis Raphaël I Sako di Bagdad, del MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
direttore internazionale degli affari interreligiosi del Comitato Ebraico Americano David Rosen, del segretario generale del Muslim International Forum Damir Mukhetdinov di Mosca. Il Meeting presenta, per solida tradizione, anche un vasto programma culturale fatto di spettacoli e mostre… Il concerto inaugurale sarà guidato dal maestro Uto Ughi, un altro concerto presenterà il giovane ma oramai famoso violinista Federico Mecozzi, ci sarà uno spettacolo sulla
Divina Commedia con Marco Martinelli e uno spettacolo come sempre ironico di Paolo Cevoli. Ma ci sarà un’importante novità: per la prima volta il Meeting ha invitato giovani musicisti ad un contest sul tema del Meeting. I finalisti si presenteranno nelle diverse serate del Meeting e saranno protagonisti anche del concerto finale. Tutti questi spettacoli serali si svolgeranno nel centro storico di Rimini. Oltre alle mostre su Paolini e su Tolkien delle quali ho già parlato ci sarà una mostra particolare che mette in luce la modalità con la quale il filosofo canadese Charles Taylor, il
teologo anglicano e già arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Julián Carrón si pongono di fronte alla secolarizzazione. Non con un atteggiamento di difesa, ma con l’intento di coglierne le provocazioni e le domande come occasione di maggiore approfondimento e comunicazione più immediata della fede cristiana stessa. A questo si aggiungono una mostra sulle serie tv, una mostra di giovani universitari sulla figura di Sergio Marchionne, un’importante esposizione di scultura contemporanea nel muovo museo PART di Rimini. Il coraggio di dire “io” in situazioni più che ostili emergerà in modo sorprendente nella mostra su una comunità di donne a Kampala che hanno affrontato con un’intraprendenza straordinaria la sfida della povertà e dell’emarginazione. Un’ultima domanda: qual è il suo auspicio per il Meeting a pochi giorni dalla apertura? Che possa crescere il coraggio di dire “io” come fonte di creatività, di responsabilità, di vera condivisone, che la fedeltà al proprio desiderio di bene trovi nuovo vigore in questo momento storico, che la dimensione del “io” possa essere riscoperta come vera fonte di un “noi” autentico. Spero che chi seguirà questo invito di Kierkegaard, ripreso poi anche in diverse occasioni da don Luigi Giussani, si possa aprire o riaprire di nuovo l’orizzonte di quel “Tu” che è la vera consistenza del nostro “io”.
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appuntamenti
Un Meeting che ritorna nel cuore della sua città Un vero dialogo tra amici del Meeting il 28 luglio all’Aeroporto di Rimini. Il presidente del Meeting Bernhard Scholz e il sindaco di Rimini Andrea Gnassi si sono confrontati sui temi del Meeting 2021, alla presenza di tanti amici e ospiti del territorio riminese. «Il Meeting ha trovato nel genius loci di questo territorio un terreno molto fertile», ha raccontato Scholz. «Il vostro territorio è sempre stato capace di coniugare l’amore al lavoro, la capacità imprenditoriale e un particolare senso dell’accoglienza». Il presidente del Meeting ha poi spiegato la genesi del titolo del Meeting “il coraggio di dire «io»”. «L’assunzione di una responsabilità personale, l’apertura al dialogo e alla relazione con gli altri anche in momenti difficili
cono la potenzialità espressiva della persona. Pasolini, sul quale ci sarà una mostra al Meeting, ci aveva messo in guardia dal rischio di una grande omologazione che rischia di alienare il singolo nella sua unicità. Un’altra mostra su Tolkien illustrerà come la creatività del singolo trova la sua vera fecondità nella polifonia del creato». Coglie la palla al balzo il sindaco di Rimini: «Il Meeting quest’anno compie il miracolo di esserci, di essere integralmente in presenza, non solo come streaming. Dico che è un miracolo perché in questi tempi strani abbiamo bisogno di piazze, di relazioni, di umanità e il coraggio del Meeting quest’anno è anche quello di costruire un evento in presenza in questa nostra terra di Romagna». Sul titolo del Meeting 2021, «è in controten-
denza con la retorica del “tempo del noi”», osserva il sindaco, «ma se vogliamo approfondire cosa sta dietro a questo noi, scopriamo che ci sono tanti “io”, che rischiano con la loro creatività e responsabilità, che danno il loro contributo con il coraggio di innovare nel rapporto con gli altri». possono solo nascere da una vera fedeltà al desiderio di bene che caratterizza profondamente il nostro “io”. In questo senso il coraggio di dire “io” di fronte alle sfide della vita è un vero antidoto all’individualismo e anche al collettivismo, due modalità che riduMEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
te delle mostre e degli spettacoli del Meeting, anche questo fa parte di quel contatto umano di cui oggi abbiamo così tanto bisogno».
Il Meeting quest’anno inoltre, sottolinea Gnassi, «oltre che in presenza nella nostra fiera, sarà in presenza nel cuore della città ritrovata, nel polo culturale e museale, nelle nostre piazze. Quest’anno il centro storico con la sua anima sarà parte integran-
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Costruiamo insieme il tuo futuro Innovare la Formazione
Valorizzare il Talento
Educare alla Bellezza
Imparare i Mestieri del Futuro
Educare al Lavoro
Piemonte:
Sostenere lo Sviluppo Economico
Lombardia:
Sede Nazionale CSL Immaginazione e Lavoro FILOS
ASLAM COFELB COMETA FORMAZIONE EDUCO GALDUS IN-PRESA
Veneto:
DIEFFE – Coop. La Dimora
Quindici Enti associati con sedi in otto Regioni italiane
Molise:
Scuola e Lavoro
Percorsi di formazione per i giovani (Iefp, Duale e ITS)
Puglia:
ASCLA
Accompagnamento all’inserimento lavorativo
Campania: CONSVIP EITD
Percorsi di upskilling e reskilling
Basilicata: ESCLA
Sicilia: Archè
Consorzio Scuole Lavoro 10123 Torino via Carlo Alberto, 22/A tel. 011.533559 - segreteria@cslitalia.net cslitalia.net
il ricordo
Mikel, l’intellettuale dal cuore semplice «Con profondo dolore abbiamo appreso la notizia che Mikel Azurmendi è tornato alla casa del Padre». È il commento a caldo di Bernhard Scholz alla notizia, giunta venerdì 6 agosto, della scomparsa del filosofo, antropologo e scrittore basco, grande amico del Meeting. «Lo ricorderemo sempre», ha aggiunto Scholz, «come testimone eccezionale di un’intelligenza straordinaria e di una grande semplicità di cuore che gli permettevano di cogliere il vero e il bello con un’immediatezza che ci lasciava sempre pieni di stupore e di gratitudine». Antropologo, Azurmendi è stato membro dell’ETA ai suoi inizi, per poi abbandonarla quando prese la via del terrorismo. Dopo due tentativi di attacchi e le continue minacce dell’ETA, lasciò temporaneamente l’incarico di professore di antropologia all’Unimunione e Liberazione. Attraverso le sue pagine l’autore supera il metodo ristretto imposto dalla sociologia accademica ed entra personalmente nella vita di un gruppo di persone per le quali nutre crescente ammirazione. Da non perdere il video della bellissima testimonianza online “L’abbraccio. Verso una cultura dell’incontro” che fece per il Meeting 2020, intervistato da Fernando De Haro. Azurmendi inoltre ricevette il premio Hellman/Hammet nel 2000 e anche il IV premio per la coesistenza nel 2001, dalla Fondazione Miguel Ángel Blanco.
versità dei Paesi Baschi, partendo per gli Stati Uniti. Dichiaratamente laico e agnostico fino al giorno dell’incontro con la realtà di Comunione e Liberazione, nella sua lunga carriera si è confrontato con alcuni dei temi più stringenti
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della società moderna come l’immigrazione, il nazionalismo, il jihadismo e il valore pubblico dell’esperienza religiosa. Ha pubblicato in italiano “L’abbraccio” (Ed. Rizzoli). Il volume contiene lo studio condotto da Azurmendi sulla comunità spagnola di CoMEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
il ricordo
Il ricordo di Costantino Esposito Sul canale youtube e i social del Meeting abbiamo ospitato un bel contributo video del filosofo Costantino Esposito, amico di Mikel Azurmendi. Ecco la nostra trascrizione. «La prima volta che ho incontrato Michel Azurmendi è stato in occasione dell’Encuentro Madrid nell’aprile del 2016. L’appuntamento annuale spagnolo di incontri, dibattiti e mostre quell’anno verteva su Europa, un nuovo inizio. Ho avuto la fortuna di essere invitato ad un dialogo con Mikel proprio sull’interpretazione della crisi del nostro continente e su quali fossero le prospettive più adeguate per rispondere a questa crisi di senso, di impegno, di progettualità. Ricordo molto bene che Azurmendi, armato della sua passione di analisi e di interpretazione del mondo, della società, degli esseri umani a partire dai suoi studi e dai suoi interventi come sociologo, come antropologo, come studioso dell’etica delle religioni comparate, si gettò, si buttò dentro una disamina dell’insufficienza della costruzione illuminista della cultura e del mondo. Diceva - ricordo bene - che la grande opera dell’Illuminismo, cioè la codificazione dei diritti umani, da sola non basta a dare le motivazioni ideali e personali per una ripresa, e che era necessario invece educarci alla gratitudine e al desiderio del bene. Ma la cosa più interessante e che mentre diceva questo e dialogavamo anche su questo con tante persone che ci ascoltavano, a un certo punto, dall’interno stesso della sua analisi, guadagnò come una prospettiva diversa, tanto che alla fine del suo incontro disse: «Mi rendo conto che qui oggi sta accadendo qualcosa» e questa è un po’ la cifra di questa umanità e di questa intelligenza straordinaria di Mikel Azurmendi, cioè riuscire a intercettare quasi in tempo reale qualcosa che accadeva e farlo entrare MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
dentro le sue analisi, che in qualche maniera erano perturbate, acquisivano per così dire un nuovo punto di visuale, un nuovo punto di prospettiva. Questa passione per comprendere il mondo era in Mikel una curiosità fortissima che però aveva questa genialità, era una curiosità mai fine a se stessa ma che diventava una vera ricerca. Non si accontentava appunto di sapere a priori alcune cose o anche semplicemente di catalogare fenomeni che incontrava, ma ricercava il senso. E anche le sue domande non erano mai semplicemente domande accademiche ma portavano dentro di sé un’attesa. E questo è merce rara, perché noi facciamo tantissime domande, ci interroghiamo su tante cose senza aspettare veramente con la sincerità della nostra ragione e del nostro cuore una risposta. Lui invce era una persona che concepiva l’esperienza individuale sempre a partire dal rapporto con un ‘tu’, con un ‘noi’. Questo suo cruccio, questa inquietudine permanente a voler spiegare si e poi impattata con quella che lui chiamava “la tribù di questi imprevedibili e inattesi cristiani” che erano gli amici di Comunione e liberazione, che in qualche maniera hanno provocato in lui un cambio di passo anche epistemologico, metodologico nel suo stesso lavoro di ricerca, nella scoperta appunto che non si tratta tanto di ridefinire un modello o di analizzare una mancanza, ma che bisogna per così dire partire da qualcosa di umano già in atto, da un’esperienza in atto che cambia anche il modo di analizzare e che propone questa novità come un principio ermeneutico nuovo, senza più timore, senza più avere il problema di dover dimostrare agli altri la giustizia teorica della propria posizione ma al contrario scoprendo tutta la potenza di ragionevolezza e di persuasività di un evento storico. Eravamo rimasti buoni amici anche se a distanza con Mikel, e spesso ci
scrivevamo, ci mandavamo i nostri articoli, a volte le nostre bozze di lavoro. Qualche tempo fa lui mi aveva mandato la bozza di suo percorso filosofico, antropologico ed etico sul problema del desiderio. In uno dei suoi passaggi lui scriveva che il desiderio è come il riflesso di una mancanza, di una insufficienza originaria. Noi esseri umani siamo esseri di desiderio e siamo come attraversati da questa aspettativa di una pienezza, di cui noi manchiamo. Ecco, lo struggimento che provo nel pensare alla figura, all’eloquio, allo sguardo vivacissimo e prensile di Mikel si accompagna anche ad una gratitudine, perché ci ha testimoniato, a me personalmente ha testimoniato che questa aspettativa non è mai qualcosa di sospeso ma è un cammino per corrispondere a questa pienezza che nella storia a poco a poco ci viene incontro.
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al Meeting
Un talk per raccontare il lavoro che verrà Dopo il successo del 2020, torna al Meeting di Rimini il Talk di approfondimento della Fondazione per la Sussidiarietà, quest’anno intitolato “Il lavoro che verrà”. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il centro di ricerca CRISP dell’Università di Milano Bicocca e l’associazione per gli studi internazionali e comparativi in materia di lavoro, ADAPT. Il talk si terrà ogni giorno dal 20 al 25 agosto, dalle 19 alle 20, in presenza nella sala Ravezzi della Fiera, in diretta streaming e poi in differita su IlSussidiario.net. Sono previsti sia ospiti in studio sia in collegamento, con domande in diretta: parleranno leader e persone in prima linea, verranno presentati dati e ricerche e reportage dall’Italia e dal mondo. Parteciperanno, tra gli altri, Patrizio Bianchi, Gian Carlo Blangiardo, Elena Bonetti, Giancarlo Giorgetti, Maurizio Martina, Sabina Nuti, Andrea Orlando, Luigi Sbarra, che dialogheranno con i conduttori Massimo Bernardini ed Enrico Castelli, oltre che con Giorgio Vittadini e Massimo Ferlini. La regia sarà curata da Eugenio Bollani. «Il mondo del lavoro si trova in un’affannosa ricerca di assestamento»,
spiegano gli organizzatori, «sconvolto dal salto tecnologico e dall’apertura dei mercati globali che hanno rallentato il sistema delle tutele con l’aumento dei lavoratori poveri, ma anche lo sfruttamento dei giovani professionisti. Si sono create disoccupazione, diseguaglianze e si è messo in discussione il sistema educativo-formativo. L’indebolimento dei legami sociali e dei corpi intermedi, anche per questo, dee venire rimesso al centro dell’attenzione».
Durante i quindi ci si chiederà In che cosa e come sta cambiando il mondo del lavoro, in Italia e nel resto del pianeta, come le innovazioni che si susseguono a grande ritmo potranno contribuire a creare occupazione. E poi, dicono i redattori del Talk, «le nuove forme di organizzazione contribuiranno a garantire la dignità del lavoro? Come i cambiamenti che ci aspettano potranno essere fonte di maggiore integrazione e migliore convivenza? Formazione continua e
disponibilità a rimettersi continuamente in gioco diventeranno sempre più centrali. Siamo pronti a vivere questa sfida? Ci sono già le strutture capaci di dare i servizi necessari?» Potete scoprire tutti i Talk del Meeting 2021 nella card “Il lavoro che verrà” che trovate nell’homepage del sito www.meetingrimini.org. Buona visione!
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MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
al Meeting
Forlani a Buone Notizie: l’«io» diventi «noi» Il 3 agosto sul “Buone Notizie” del Corriere della Sera è uscita un’intervista al direttore della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emmanuele Forlani, a firma di Cesare Zapperi. Ve la proponiamo. Il Meeting torna in presenza dopo l’edizione 2020 condizionata dalla pandemia. È un segno di ripartenza? «È un passaggio importante. Ci stiamo lavorando - conferma Emmanuele Forlani, direttore della Fondazione Meeting - dall’autunno scorso, fiduciosi che quest’estate saremmo tornati alla normalità, alla Fiera di Rimini, nella nostra casa, in mezzo alla nostra gente. E ci siamo mossi per tempo prevedendo tutto ciò che era possibile perla sicurezza. Per esempio, abbiamo pensato al QR code e al green pass quando ancora non era nell’agenda di governo. E ora siamo pronti a ripartire». C’è attesa? «I segnali che abbiamo ricevuto finora sono di grande entusiasmo. A partire dalla risposta che ci è venuta con l’adesione, in tempi record, di oltre 2mila volontari. Mai come stavolta poteva essere l’occasione, viste le preoccupazioni per la salute, per prendersi un anno sabbatico. E invece la risposta è stata entusiasta». L’edizione di quest’anno offre un parterre di ospiti straordinario. Aprirà il presidente della Repubblica, poi ci saranno 11 ministri, il commissario europeo Gentiloni e i leader di partito. «Siamo in linea con la nostra tradizione. Forse appare più rilevante perché il Meeting è il primo evento pubblico di queste dimensioni dopo il lockdown. Abbiamo sempre puntato al dialogo e al confronto con le istituzioMEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
ni. La presenza di tante personalità è il segno di una volontà di dialogo che ci aiuta anche a spiegare il senso del titolo che abbiamo scelto per questa edizione». Ecco, quel «II coraggio di dire io» cosa significa? «È una citazione dal Diario del filosofo danese Kierkegaard. Il messaggio non ha nulla di narcisista e di muscolare. Vuoi semplicemente dire che ciascuno, mettendo in gioco se stesso e la sua responsabilità, può aiutare a costruire un Noi. Nell’ultimo anno e mezzo lo abbiamo visto bene se pensiamo ai tanti, dagli operatori sanitari agli insegnanti, si sono messi in gioco per il bene comune. Tanta gente che ha avuto il coraggio di dire io non per mettersi in vetrina ma per garantire alla comunità il proprio contributo. Era chiaro che la ripresa sarebbe partita da questa assunzione di responsabilità». E a suo avviso il Paese si è rialzato o si sta rialzando? «Noi abbiamo intercettato diversi segnali positivi. C’è soprattutto grande speranza. I tanti interlocutori invitati ci restituiscono questo sentimento. Il nostro vuole essere, quindi, un piccolo contributo per dimostrare che siamo già nel pieno della ripartenza. E lo dimostreremo anche con alcuni esempi concreti». A cosa si riferisce? «Parlo in particolare di due mostre. Una è intitolata “Costruttori di futuro. Quando il lavoro abbraccia la fragilità” e mette a confronto 5-6 realtà del non profit che hanno realizzato esperienze di accompagnamento al lavoro di soggetti deboli. E l’altra, “Alleanza scuola lavoro. Non è mai troppo tardi” ci mostrerà come è possibile investire
in formazione ed educazione». L’anno scorso il Meeting ospitò Mario Draghi. Il suo discorso era quasi un programma di governo. Avevate visto lontano. «Non abbiamo meriti se non quello di tenere fede allo spirito di chi ha sempre gli occhi aperti e cerca di intercettare testimonianze utili alla crescita della comunità. Il presidente Draghi lo invitammo nell’autunno del 2019, ben prima che scoppiasse la pandemia. Ma avendolo avuto già ospite sapevamo cosa significa lavorare per il bene comune». Avete in cartellone temi di grande attualità. «Cercheremo di declinare il titolo del Meeting nelle diverse aree tematiche: dall’educazione al lavoro, la sostenibilità ambientale alla scienza, dalla transizione ecologica alla salute». Gli appuntamenti sono tantissimi. Quale la incuriosisce di più? «Sono tutti molto interessanti. Ma penso che, come al solito, rimarremo stupiti da testimonianze che raggiungeranno livelli di grande profondità che arriveranno da incontri apparentemente secondari. Un motivo in più per scoprire la bellezza del Meeting». Dalla presenza di tanti politici, infine, cosa vi aspettate? «Penso che oggi più che mai il nostro format abbia una forte valenza perché c’è bisogno di un dialogo reale. Non è uno show né una festa di partito. Qui c’è la possibilità di un confronto senza rete per cercare di individuare occasioni di costruzione comune. Verranno i leader di partito e molti presidenti di Regione. Ci aspettiamo spunti e riflessioni importanti».
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Compagnia delle Opere
Vivere di imprese, uno stand che vi sorprenderà Una presenza costante al Meeting è quella della Compagnia delle Opere, che quest’anno trova la sua sede nel Padiglione C3 della Fiera di Rimini,
posti a sedere situata al centro dello stand, la cui capienza massima è determinata dalle norme anti covid) ospiterà fino a tre incontri, alle ore
professionisti, operatori sociali, associazioni locali e filiere dallo scoppio dell’emergenza in poi. Persone che hanno attraversato la tempesta con il coraggio di dire io, nelle loro imprese o in smart working, aiutando chi ha bisogno, mettendo anche a nudo le proprie fragilità, creando nuove opportunità. Da dove è scaturito questo coraggio? Come hanno fatto a orientarsi? Al termine del racconto di quest’ultimo anno e mezzo, ci imbatteremo in una “storia nella storia” che, seppur prenda le mosse qualche anno fa, ha molto da dire all’oggi: continuando a camminare intorno allo stand Cdo, si potrà infatti apprezzare grazie a un breve percorso per immagini - con approfondimenti via podcast narrati da un attore - la vicenda di Amadeo
con lo spazio artistico-multimediale: «Vivere di imprese: l’avventura del lavoro, la responsabilità di costruire», con l’intento di approfondire il tema dell’edizione 2021 «Il coraggio di dire “io”» dal punto di vista di alcune sfide economiche e sociali del nostro tempo così segnato dalla pandemia. Ogni parte dello stand «Vivere di imprese» avrà qualcosa di importante da comunicare con modalità anche inaspettate e sarà essa stessa un’occasione di incontro e scoperta. Il filo invisibile che unirà tutti i contributi sarà l’orientamento, una caratteristica che si è rivelata preziosa nelle fasi calde dell’emergenza ma che, come ciascuno di noi sta sperimentando nella sua vita, lo sarà ancor di più nella complicata ricostruzione dell’economia, del tessuto sociale e, prima ancora, delle relazioni tra le persone. Ogni giorno la Cdo Discovery Arena (una sala aperta con alcune decine di MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
14.15, 16.15 e 18.15, che saranno trasmessi anche in diretta streaming sui canali social della Cdo (LinkedIn, Facebook e YouTube). L’articolato programma di questi incontri è il frutto dell’impegno di tanti imprenditori e professionisti associati Cdo che si sono coinvolti nel lavoro delle filiere, nelle associazioni locali e delle opere sociali ed educative. Le pareti stesse dello stand non saranno “mute”, al contrario, ospiteranno un racconto che ha preso le mosse da una domanda che ha coinvolto tutti gli associati e che naturalmente è rivolta a tutti i visitatori del Meeting: cosa abbiamo imparato nei duri mesi della pandemia? Basterà mettere un’unica grande X su questo periodo per ricominciare? C’è qualcosa che vale la pena trattenere? I volti, le parole e i numeri del percorso raccontano esperienze e iniziative vissute nella Compagnia da imprenditori,
Peter Giannini, un brillante uomo d’affari nato in California alla fine dell’800 da genitori italiani, che ha propiziato e finanziato una lunga serie di attività economiche in cui la valorizzazione del lavoro delle persone era un elemento essenziale. Proprio
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Compagnia delle Opere
questo racconto ci darà lo spunto per conoscere il progetto di Sirio, una novità dedicata a tutti gli imprenditori che potranno rafforzare le proprie capacità di leadership, vision aziendale e maturità digitale. Ma non finisce qui, perché ogni visitatore del padiglione potrà vivere un’esperienza immersiva che sarà svelata soltanto a chi verrà a Rimini: si tratta di una installazione artistica davvero insolita, che sarà costruita da alcuni artisti nei giorni precedenti l’inizio del Meeting, dedicata ad un soggetto molto famoso. La particolarità dell’installazione è che richiederà il proprio orientamento personale o, se vogliamo, il proprio “coraggio di dire io” per essere gustata in tutta la sua sorprendente bellezza. Non vogliamo anticipare nulla... La Cdo vi aspetta al Padiglione C3 della Fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto 2021!
BARDELLI: DOVE NASCE LA RESPONSABILITÀ Bardelli, che percezione hanno i vostri associati del Meeting? Il sentimento che vedo negli associati Cdo e in genere nella gente rispetto a questo Meeting è un sentimento di grande attesa, di attesa emozionata, perché il coraggio di dire io è stata la storia di questi mesi di molti imprenditori e professionisti, di operatori della Cdo che hanno avuto un senso di grande responsabilità nell’affrontare le difficoltà della pandemia. Quindi il Meeting arriva puntuale ad aiutarci a riflettere su dove nasce questa responsabilità e come sostenere questa responsabilità. Come avete impostato la vostra area in Fiera? L’area della Cdo che abbiamo pensato al Meeting - non a caso parlo di area proprio per intendere uno spazio aperto di riflessione e di dialogo - vuole essere proprio un luogo dove possiamo testimoniare quello che è successo. Da un canto vogliamo raccontare questa ricchezza, questo dinamismo che ha caratterizzato nella drammaticità della pandemia l’attività di tanti imprenditori e di tanti associati cdo o e d’altro canto il desiderio è riflettere, capire che cosa ci aspetta, aiutarci a farci le domande giuste per affrontare le sfide che aspettano
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le imprese e le attività produttive e imprenditoriali nei prossimi anni nel nostro paese. Moltissimi gli incontri da voi proposti, sia nel programma del Meeting, sia nel padiglione C3… Quindi avremo un’area dove vedremo quello che è successo con i video, con degli spazi sulle pareti dedicati alle testimonianze di ciò che è accaduto e avremo un’area dove sarà possibile fare incontri. La ricchezza del calendario sia degli incontri di Cdo nel programma ufficiale del Meeting sia degli incontri delle varie filiere della Cdo e delle varie sedi locali nell’area stessa, testimoniano questo desiderio e questa passione di capire non solo quello che è successo ma quello che ci attende dentro una riflessione insieme ad altri, non stando da soli. Avete annunciato anche una sorpresa. Di cosa si tratta? Sì, sarà una sorpresa che aiuterà ancora di più a capire cosa vuol dire riflettere sulla realtà senza fermarsi all’apparenza. È un’installazione che invito tutti a visitare, che ci aiuterà a capire che appunto la realtà, anche quella imprenditoriale, non si può giudicare a partire da impressioni e o riflettendo da soli. ma guardando insieme ad altri la propria realtà lavorativa nel confronto con la realtà che ci attende. MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
sui media
Vittadini: vi racconto le competenze del domani Un approfondimento da non perdere, l’intervista di Debora Rosciani di Radio 24 - Focus Economia a Giorgio Vittadini del 3 agosto, un dialogo soprattutto su temi economici che ci aiuta a entrare in tante tematiche del Meeting 2021. Dopo aver mandato in onda il brano del discorso di Mario Draghi al Meeting 2020, là dove l’attuale premier parla di debito buono e cattivo, l’intervistatrice chiede al presidente della Fondazione per la Sussidiarietà come ci ritroviamo a un anno di distanza di fronte a questo raffronto tra debito buono e debito cattivo. La risposta di Vittadini parte da una precisazione: per debito buono intendiamo il debito per investire e costruire nuovo lavoro, visto che in Italia lavorano solo 58 persone su 100, mentre in Europa siamo a quota 68. Draghi, annota Vittadini, «ha cominciato a fare un percorso che stimola in modo sussidiario le persone, i corpi intermedi a creare lavoro. Dopo un anno abbiamo capito che l’assistenzialismo non paga, è il debito cattivo, Draghi ha intrapreso la strada per il debito buono. Il reddito di cittadinanza può essere considerato una misura parziale e un metodo provvisorio per i poveri, ma nel lungo periodo, noi se non creiamo lavoro non diamo speranza alla gente». Quanto all’annoso problema delle aziende che cercano i ragazzi che non si candidano o perché comunque si presentano con un curriculum inadeguato, Vittadini osserva: «Abbiamo presentato l’ultimo rapporto della Fondazione per la sussidiarietà che valuta le competenze che saranno necessarie per svolgere qualunque lavoro. Ci vogliono 30% di competenze in più per svolgere qualunque lavoro MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
rispetto al passato. Soprattutto il 22% in più di capacità digitali e il 20% in più di soft skills. Quindi i temi cruciali sono formazione, istruzione e lavoro». E a proposito di formazione, «dev’essere valorizzata la riforma degli ITS, ma anche della formazione permanente. Da sole le piccole imprese non ce la fanno, ma se si creano dei nessi fra le associazioni di categoria, l’università e la scuola, cosa che non si è fatta negli ultimi vent’anni, è possibile questa in-
dente della Fondazione, «capacità di lavorare in team, motivazione, stabilità relazionale». Serve anche un altro modo di informare le persone, «non solo dare delle nozioni, ma metterli in grado di muoversi “imparare ad imparare” perché l’obsolescenza oggi è meno di cinque anni e quindi se qualcuno non continua ad imparare dopo poco è fuori mercato e le imprese pensano più a sostituirlo che a formarlo».
versione di tendenza». C’è tutta una serie di nuove competenze da insegnare, soprattutto in settori trainanti, dall’energia ai trasporti ambiente e agricoltura: «è l’investimento in formazione il debito buono che creerà nuova occupazione».
Alla domanda sui giovani che sono anche scoraggiati e spesso fanno fatica anche a mettere il naso fuori casa perché si sentono respinti, Vittadini risponde facendo osservare “una cosa strana”: «Il 12% dei laureati italiani emigra, noi li chiamiamo “cervelli in fuga”, in realtà non sono altro che persone dinamiche che vanno lì dove vengono valorizzate. I giovani, è l’esempio di Vittadini, «vengono a fare l’università a Milano, che è diventata una città di universitari fuorisede, perché vogliono lavorare. Altro che “bamboccioni che stanno vicino a casa”, dobbiamo forse pensare che
Vittadini cita poi il saggio dal titolo “Viaggio nei character skills” che prende spunto da alcune ricerche del premio Nobel Heckman e altri studi italiani, in cui si nota che ormai «la personalità è ciò che permette di imparare». «Personalità vuol dire apertura alla realtà», precisa il presi-
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sui media
questo cambio di mentalità dei giovani è forse la più grande speranza per noi. Dobbiamo aiutarli». Sui Neet, i ragazzi che non studiano né lavorano, «si deve partire anzitutto dagli abbandoni, 150mila all’anno, due stadi di San Siro pieni in era non-Covid. Dobbiamo investire non solo nella quantità, ma nella qualità della scuola. Qualità vuol dire anche la capacità di motivare i ragazzi perché molti dei Neet nascono dal fatto che la scuola diventa noiosa, diventa lontana.È questo il più grande investimento da fare. I paesi che hanno avuto il più grande aumento di pil degli ultimi anni sono i paesi del Sud Est Asiatico che hanno migliorato di più nella formazione come dimostrano le statistiche internazionali di Ocse Pisa». Cosa non perdere poi del Meeting di Rimini? «Uno è il talk quotidiano delle 19 su “Il lavoro che verrà” che vedrà la presenza di ministri, imprenditori, imprese e giovani che stanno creando lavoro e l’altro è l’incontro con tutti i segretari di partito sul rilancio della democrazia, perché mi sembra un segno fondamentale anche di risposta a Draghi: se non c’è concordia e non si cerca il bene comune non si riesce a costruire. Ci sono momenti come il 1948 o il 2021 in cui prima degli interessi particolari c’è il bene comune e noi come Meeting 2021 speriamo di essere uno strumento in funzione di questo bene comune. Trovate il podcast dell’intervista di Giorgio a Radio24 a questo link https://www.meetingrimini.org/ vittadini-a-radio24-il-meeting-come-strumento-di-bene-comune/.
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Sport sempre più in primo piano al Meeting di Rimini. Nelle scorse settimane abbiamo annunciato la presenza del Sottosegretario di Stato allo Sport – nonché plurimedagliata olimpica – Valentina Vezzali, ora all’elenco dei campioni made in Italy si aggiungono tre veri pezzi da novanta, reduci dalla vittoriosa nazionale che ha trionfato agli Europei di calcio, dall’Olimpiade dei record di Tokyo e dal campionato di Formula Uno. Parliamo di Matteo Pessina, centrocampista della nazionale e dell’Atalanta Bergamasca Calcio, del nuotatore Gregorio Paltrinieri, argento e bronzo a Tokyo 2020, e di Antonio Giovinazzi, unico pilota italiano di Formula Uno.
e seguire? Come rimanere lucidi e determinati, sapendo che un errore può compromettere il duro lavoro e lo sforzo di anni di allenamenti? Quali sono i valori a cui non si può rinunciare? E il rapporto con il pubblico e con il successo come cambia, se cambia, la vita di tutti i giorni?» Come sempre,
Arrivano i campioni dell’estate d’oro
I tre sportivi si collegheranno in diretta venerdì 20 agosto alle 14.00 al convegno organizzato dal Meeting in collaborazione con Star Biz. Convegno che si terrà in Sala Generali B4 con il titolo “Il coraggio della sfida – Andare oltre i limiti - incontro con grandi talenti dello sport italiano”.
«Da dove scaturisce l’audacia che serve per compiere “l’impresa” nella vita di giovani e talentuosi sportivi? Come si vince la sfida di competere e superare i propri avversari e, spesso, i propri limiti?», sono le domande che emergono nella sinossi del convegno. «Quali sono i modelli da imitare
il Meeting con l’intervista e il dialogo a tutto campo con Vezzali, Pessina, Paltrinieri e Giovinazzi, moderati dal giornalista Davide Perillo, vuole andare ad indagare gli aspetti più umani dello sport, quelli che possono essere considerati espressione di quel “coraggio di dire «io»” indicato nel titolo dell’edizione di quest’anno.
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B E W A R T X E E C U L O I M R A P S I R E A I ENERG E INSIEME. T N E M L A FIN A SUBITO L’OFFERTA ATTIV
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IMA, dall’officina alle macchine intelligenti
Intervista ad Alberto Vacchi Presidente e Amministratore Delegato IMA
Il Gruppo IMA è partito da un’officina di Bologna nel 1961, oggi è leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per l’imballaggio. Quali sono stati i passi decisivi verso l’affermazione internazionale? La storia di IMA, 60 anni or sono, inizia come quella di molte realtà metalmeccaniche nel nostro territorio Bolognese. Si parte dall’abilità nel costruire macchine, automatismi, sistemi sempre più complessi. Le testimonianze storiche della capacità bolognese di saper fare macchine risale al Medioevo, e noi siamo ancora qui, proprio per la capacità dei nostri artigiani poi cresciuti ed evoluti in moderni sistemi industriali. Dunque, le ragioni della nostra crescita ed affermazione internazionale sono nella qualità delle nostre macchine, nell’affidabilità, risultato di abilità straordinaria dei nostri lavoratori nelle officine, negli uffici tecnici, dove si inventa, si sperimenta, si disegna, si fanno applicazioni avanzate ed innovative. Per questo bisogna investire in ricerca ed innovazione e non limitarsi a sviluppare l’esistente, aspetto per altro necessario e da svolgere in continuo. Ad esempio, con IMA Digital abbiamo iniziato applicazioni per macchine intelligenti che offrono migliorie tangibili e misurabili. Grazie a una mirata politica di acquisizioni, avete raggiunto nuovi settori, come quello dell’e-mobility. Quali sono i valori che guidano il Gruppo IMA nel pianificare le sue strategie di ulteriore sviluppo?
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Certamente IMA è cresciuta su due binari, per noi paralleli, quello delle acquisizioni e quello della crescita interna. Nelle acquisizioni abbiamo cercato occasioni rilevanti per la nostra crescita tecnologica, grazie all’integrazione di esperienze tecnologiche consolidate di altri. Noi abbiamo molto rispetto delle esperienze altrui e cerchiamo integrazioni positive, più che generare concorrenze che consumano energie e fanno perdere occupazione con eventuali delocalizzazioni o dismissione di attività perché assorbite dal gruppo più grande. I nostri settori sono quelli virtuosi per la qualità della vita: Pharma, Food, Environment, lo chiamiamo Ecosistema PFE internamente. Nuovi materiali senza plastiche tradizionali, e mobilità elettrica, sono le più recenti frontiere che stiamo esplorando. In IMA Automation abbiamo aperto il grande capitolo della fornitura di sistemi che fabbricano parti essenziali del motore elettrico. Il tutto è iniziato con l’acquisizione di ATOP, specializzata in sistemi per produrre avvolgimenti elettrici con tecnologie innovative. Oggi puntiamo sulla reale applicabilità della AI per gestire dati utili e costruire sistemi predittivi veramente nuovi ed utili alle industrie settoriali. Il Gruppo IMA si è lanciato in una sfida fondamentale per sconfiggere la pandemia: vaccinare tutti i dipendenti che lo desiderano e i loro familiari maggiorenni. Quali sono i primi risultati della campagna? La sfida alla pandemia è entrata nel DNA di IMA fin dalle prime fasi del triste evento che ha sconvolto il nuo-
vo secolo. Abbiamo iniziato con una unità di crisi, costruita con i sindacati, volta a garantire la sicurezza in fabbrica. Poi abbiamo avviato un vasto programma di Smart Work a distanza, per ridurre assembramenti. Siamo stati facilitati dall’elevato livello di digitalizzazione del Gruppo. Abbiamo dato il nostro contributo industriale con le nostre macchine per mascherine, realizzate in tempi record. Abbiamo avviato il programma Fast Track per la consegna rapida di linee di macchine per il processo ed il confezionamento di vaccini.
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Siamo stati tra i primi a proporre piani di monitoraggio dei lavoratori, attraverso i tamponi, ed oggi abbiamo un centro vaccinale per i nostri lavoratori e le loro famiglie, realizzato in collaborazione con la nostra Regione. Stiamo procedendo bene, ci sono ridottissime sacche no-vax, ma continuiamo il nostro lavoro di sensibilizzazione. La formazione dei dipendenti per il Gruppo IMA è una risorsa strategica, con lo scopo di favorire crescita professionale e motivazione individuale. Ci racconterebbe l’esperienza di IMA Academy? Come si può leggere sul nostro sito: L’Academy del Gruppo IMA è l’ecosistema formativo in cui si prova a dare una risposta strutturata alla
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necessità di declinare e caratterizzare competenze generiche in competenze IMA abbinando il saper fare al saper essere. IMA è sempre alla ricerca di nuovi talenti con attitudini specifiche e con la determinazione a realizzare il proprio potenziale per costruire una carriera di successo. Offriamo a tutti i nostri dipendenti un piano di crescita personalizzato unico, mirato ad uno specifico ruolo o carriera, seguendo i nostri metodi collaudati di valutazione delle risorse umane, mappatura delle competenze, formazione specifica selezionata dal nostro catalogo didattico e corsi di aggiornamento delle competenze. Nella sostanza, la formazione è la base su cui costruire una impresa di successo, competitiva per la qualità tecnologica dei prodotti e dei servizi
che solo persone competenti possono offrire. La formazione è anche uno dei compiti del mondo del lavoro con cui concordiamo che la difesa dell’occupazione, con la digitalizzazione, sarà legata a figure professionali sempre più qualificate.
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*Pollo allevato dalla nascita senza uso di antibiotici. Suino allevato senza uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi di vita.
I Mini Spiedini Martini arrivano in tavola in pochi minuti anche se partono da lontano: dalle mani degli uomini che lavorano nella nostra Filiera per nutrire e allevare in modo sano, con alimentazione NO OGM e senza uso di antibiotici. In ogni passaggio, da più di cento anni, garantiamo le migliori carni di suino e pollo, per darti un prodotto gustoso e genuino, veloce e semplice da preparare. Alla griglia, in padella o al forno, scegli tu come colpire nel segno.
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Sapori che colpiscono
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Spinti dall’energia della natura
L’Alto Adige si muove verso il futuro con l’idrogeno
Generare elettricità in modo sostenibile e immagazzinarla tramite l’idrogeno migliora l‘efficienza dell‘industria energetica e permette una mobilità sempre più sostenibile. È così che ci impegniamo a tutelare l’ambiente in Alto Adige.
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Il nostro obiettivo? Un futuro senza fumo
Intervista a Marco Hannappel Presidente e Amministratore Delegato Philip Morris Italia
Philip Morris International, una delle principali aziende nel settore del tabacco a livello mondiale, sta vivendo una profonda trasformazione: costruire per il mondo un futuro senza fumo. Ce lo può spiegare? Stiamo attraversando un cambio di paradigma: l’obiettivo dell’azienda, in Italia come nel resto del mondo, è quello di costruire un futuro senza fumo. Un futuro, cioè, in cui tutti i fumatori adulti che diversamente continuerebbero a fumare decidano di abbandonare le sigarette per passare a nuovi prodotti senza combustione, valide alternative al fumo tradizionale. In poche parole, lavoriamo per eliminare le sigarette nel più breve tempo possibile. Si tratta di un obiettivo ambizioso, che ha richiesto una profonda trasformazione del nostro modello di business e della nostra organizzazione, e che necessita di competenze nuove e di altissimo livello in ogni ambito del business. Cosa sta facendo nel concreto Philip Morris International per raggiungere il suo obiettivo? Per raggiungere questo obiettivo il più rapidamente possibile, stiamo innovando profondamente le nostre attività: ad esempio, nel 2020 il 99% degli investimenti in Ricerca & Sviluppo e il 76% di quelli commerciali sono stati dedicati ai prodotti senza combustione. A fronte di una progressiva espansione nella commercializzazione dei prodotti senza combustione, oggi venduti in 66 mercati nel mondo, dal 2016 al 2020 il gruppo Philip Morris ha ridotto il volume di spedizioni di
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sigarette di oltre 200 miliardi di unità. Perseguendo la nostra visione di un futuro senza fumo, ci siamo impegnati affinché 40 milioni dei nostri fumatori adulti passino ai prodotti senza combustione entro il 2025. I risultati ottenuti sinora sono incoraggianti. I prodotti senza combustione valgono già oggi più del 20% dei nostri ricavi
netti e al 31 marzo 2021, abbiamo stimato in oltre 19 milioni nel mondo il numero totale di utilizzatori del nostro principale sistema senza combustione, IQOS. Sempre secondo le stime, il 73% del totale – circa 14 milioni
di persone, di cui oltre un milione in Italia – lo utilizzano in maniera esclusiva e hanno abbandonato completamente le sigarette. L’Italia è il principale produttore di tabacco in Europa, ma al tempo stesso “cuore pulsante” della trasformazione di Philip Morris International. Qual è il modello di sviluppo che avete stabilito nel nostro Paese? Vero, l’Italia è il principale produttore di tabacco in Europa e circa la metà della produzione annuale italiana viene acquistata direttamente da Philip Morris. In quest’ottica, la filiera tabacchicola riveste un ruolo centrale e per questo abbiamo deciso di investire con forza sul tabacco italiano. Il modello di sviluppo promosso negli ultimi dieci anni guarda a una fortissima integrazione della filiera, grazie ad accordi pluriennali firmati con il Ministero delle Politiche Agricole e con Coldiretti. A partire dai primi anni 2000, abbiamo sostenuto oltre 1.000 imprese tabacchicole italiane – attive in Campania, Umbria, Veneto e Toscana – nello sviluppo di un modello innovativo di gestione agricola per garantire prevedibilità commerciale, sostenibilità di lungo periodo e migliore competitività. L’impegno di lungo corso del gruppo Philip Morris in Italia ha generato investimenti in agricoltura per circa 2 miliardi di euro complessivi. Nel quinquennio 20192024, siamo impegnati a garantire oltre 500 milioni di euro di investimenti sulla filiera tabacchicola italiana, che conta oltre 50.000 addetti nelle fasi di coltivazione e trasformazione primaria.
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L’innovazione è quindi uno dei valori fondamentali per la Philip Morris, che, al proposito, ha in programma di realizzare a Bologna il suo più grande centro ricerca del mondo dedicato al tema. Può raccontarci di più su questo progetto? L’innovazione è al centro di ogni attività del nostro business. In tal senso, lo stabilimento produttivo di Crespellano, inaugurato nel 2016, ricopre un ruolo importantissimo. Frutto di oltre 1 miliardo euro di investimento, rappresenta il centro di eccellenza nel mondo Philip Morris per l’innovazione di prodotto e di processo per i prodotti senza combustione. E’ qui, infatti, che viene definito il knowhow relativo ai processi industriali, poi esportato negli altri 39 impianti produttivi del gruppo presenti in 28 Paesi. In virtù del ruolo centrale di questa fabbrica, è stato naturale per noi scegliere di creare proprio a Bologna un nuovo centro di servizi per l’innovazione e la ricerca e sviluppo. Il centro sarà ospitato presso lo stabilimento di Crespellano e farà convergere sul territorio nuove competenze e persone, per 250 posti di lavoro complessivi (alcuni di questi già esistenti). Nel triennio 2021-2023, Philip Morris International investirà 2,4 miliardi di dollari in spese di capitale
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per macchinari e attività di industrializzazione di nuova generazione, di cui una parte importante sarà spesa nel nostro Paese. Nel 2018, Philip Morris è stata per dimensione della forza lavoro la terza tra le multinazionali americane, la 29esima tra le multinazionali estere operanti nel nostro Paese e la 63esima azienda tra le società industriali e di servizi. Quanto pesano capitale umano, passione e competenze nella costruzione di un futuro senza fumo? Costruire un futuro senza fumo sarebbe impossibile senza la passione e le competenze delle persone che ogni giorno lavorano per Philip Morris. Progettare un mondo completamente nuovo, in cui le sigarette siano solo un ricordo del passato, richiede nuove competenze e conoscenze: capacità che solo nuove figure professionali sono in grado di trasferire a un’azienda in profondo cambiamento. Anche per questo, nel dicembre 2020 abbiamo avviato i lavori per la costruzione del Philip Morris Institute for Manufacturing Competences (IMC), il nuovo centro di Philip Morris per l’alta formazione delle competenze legate a Industria 4.0. L’obiettivo è realizzare un centro di sviluppo delle
competenze per la formazione continua e il trasferimento tecnologico nel mondo manifatturiero. Le attività del Philip Morris IMC saranno organizzate attorno a tre aree fondamentali: formazione e professionalizzazione, trasferimento tecnologico e open innovation, ricerca applicata e rapporto università-impresa. In qualità di sistema aperto, le attività saranno rivolte alle persone di Philip Morris e della sua filiera, così come a tutto il mondo economico, imprenditoriale, dell’istruzione e della formazione, a livello regionale e nazionale. Il centro sorgerà accanto allo stabilimento produttivo di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna a Crespellano e i lavori si concluderanno nell’autunno del 2021.
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C’È UN’ITALIA CHE COOPERA AREA INTERNAZIONALE MEETING DI RIMINI 2021 PAD B1/B2
Focaccia col formaggio TRE FETTE
Limonata e Mandarinata del Tigullio
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5 SEI FETTE
CONSORZIO DELLA FOCACCIA DI RECCO COL FORMAGGIO
N I A S C A P O RT O F I N O
comunicazione
EuVENTS, una piattaforma tutta nuova per il Meeting Da quest’anno il Meeting di Rimini aumenta la sua presenza online grazie alla recente collaborazione con EuVENTS: la piattaforma digitale, realizzata dalla scaleup hi-tech italiana FacilityLive, che consente agli utenti di vivere i propri eventi preferiti in ogni momento: prima, durante e dopo!
innovativa, brevettata in 46 paesi del mondo, consente un accesso unico e semplificato alle informazioni offrendo un’esperienza di navigazione senza precedenti. Su EuVENTS gli utenti interessati a
trovato senza mai uscire dalla pagina dei risultati e l’infobag® per conservare, organizzare, comprare ciò che hanno scelto trascinandolo all’interno della cartella intelligente di fianco alla buca di ricerca.
Nella sezione di EuVENTS dedicata al Meeting, i visitatori possono accedere da un unico punto agli appuntamenti dell’edizione 2021 e trovare le informazioni che gli servono per organizzare la loro partecipazione come programma, ospiti, mappe, locandine, documenti e molto altro. Inoltre, nella home page del Meeting è presente l’archivio storico della manifestazione per rivivere i momenti di rilievo e le emozioni di alcune edizioni
passate attraverso video, immagini e approfondimenti. EuVENTS è una delle piattaforme a vocazione europea realizzate da FacilityLive. La sua tecnologia software
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un evento possono trovare esattamente quello che stanno cercando in un’unica pagina e arricchire la loro esperienza con funzionalità brevettate: l’iperlente® che consente di approfondire le informazioni che hanno
FacilityLive è stata fondata nel 2010 da Mariuccia Teroni e Gianpiero Lotito, innovatori da oltre trent’anni nella sperimentazione e applicazione di tecnologie digitali nel mondo editoriale e dei contenuti. Oggi FacilityLive è una delle più note scaleup europee, riconosciuta dalle istituzioni e dai media internazionali come “The European Search Platform”. Grazie alla sua forte componente innovativa (deep technology), si propone come uno dei prossimi Tech Champion europei per l’accesso alle informazioni e, a inizio anno, la Commissione europea l’ha selezionata nell’EU Unicorns Group per contribuire alla creazione della futura leadership industriale europea attraverso una nuova generazione di Champion globali.
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Ecco perché è il tuo Avvenire Da oltre 50 anni Avvenire ha il tuo stesso sguardo e la tua voce, si riflette nell’attenzione ai più deboli e ha a cuore il mondo in cui vivi. Una presenza attiva nella società che mette in prima pagina le istanze umane fondamentali e le sostiene, sempre fuori dal coro. Un quotidiano unico e necessario a garantire un futuro alla tua libertà di opinione. Ecco perché Avvenire è il tuo Avvenire.
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spettacoli
Giuseppe, l’uomo giusto che sapeva cogliere i segni Lunedì 23 agosto alle 21.30 in Arena Spettacoli SGR - Piazza Tre Martiri, il Teatro de Gli Incamminati presenterà uno spettacolo scritto da Luca Doninelli sulla figura di san Giuseppe: “Il giusto di Israele”, il primo a dover fare i conti con l’imprevedibile scelta di Dio di entrare nel mondo in un modo ‘scandaloso’. Il titolo è “Il sogno di Giuseppe”, in scena ci saranno Maurizio Donadoni, Walter Muto (chitarra) e Carlo Lazzaroni (violino e violino basso). Quello del padre putativo di Gesù è un tema intrigante, percorso da venti secoli dalla letteratura e dall’iconografia, poiché risponde al bisogno, che l’uomo sente di addomesticare lo scandalo per il modo con cui Dio ha deciso di entrare nel mondo. Dio stesso ha suggerito al suo popolo delle leggi per una vita giusta. Le ha scritte sulla pietra perché durassero nel tempo. Ma ad un certo punto ha sentito la necessità di oltrepassarle, di rompere i loro argini per insegnare che l’amore non ha confini. Da qui lo spunto da cui Doninelli parte per raccontare il “giusto d’Israele”: Giuseppe. Egli, erede di una lunga storia di confidenza con Jahvè, sa che quando Dio prende l’iniziativa è sempre imprevisto ai pensieri dell’uomo, imprevisto e imprevedibile. Ma altrettanto con certezza sa che fidarsi è meglio. Occorre star pronti a cogliere i segni di questo intervento anche quando appaiono contraddittori o misteriosi. Proprio per questo l’atteggiamento di Giuseppe, nel tempo, nei secoli, si è rivelato come l’unico atteggiamento plausibile per guardare la realtà così come ci viene incontro ogni giorno, davvero non addomesticabile. «Il testo è nato da una mia riflessione sul mistero di san Giuseppe», spie-
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ga Doninelli. «Ho sempre amato san Giuseppe, l’ho sempre pregato e mi sono anche sempre chiesto come avesse fatto in quella notte, quella tremenda, straordinaria e luminosissima notte a dormire, perché per ricevere la visita dell’angelo in sogno bisognava dormire. Io credo che questo sia stato un miracolo straordinario. Noi proponiamo san Giuseppe non solo nell’anno a lui dedicato dalla Chiesa, ma in un Meeting il cui titolo è il coraggio di dire “io”. Ecco, io penso che san Giuseppe rappresenti il culmine, il punto più alto e più straordinario dell’alleanza che Dio ha stretto a partire da Abramo con il suo popolo, di questa pedagogia che educa e fa crescere uomini capaci di dire sì al Mistero». A parlare in scena non sarà lo stes-
so Giuseppe, che nel Vangelo non parla mai, ma Gabriele, l’arcangelo che ha avuto la possibilità di porgere il suo annuncio solo per il fatto che quella notte Giuseppe, nonostante tutto, prese tranquillamente sonno.
«Mi sono convinto», è la conclusione dell’autore, «che tutto quello che Dio aveva fatto nei secoli col suo popolo
fosse servito a produrre un uomo così giusto, così integro, così uomo da dormire quella notte come tutte le altre notti” «Quest’anno sarò con molto piacere al Meeting di Rimini con questo nuovo lavoro di Doninelli», aggiunge Maurizio Donadoni, «un monologo in cui Giuseppe dovrebbe raccontare dell’annunciazione fatta dall’arcangelo Gabriele a Maria. Ma il racconto è fatto proprio dall’arcangelo perché Giuseppe non se la sente di raccontare una storia così complicata e che gli ha procurato non pochi problemi. È un testo molto bello, con un’inquadratura, uno scorcio un po’ più laterale. La storia non viene presa di petto, ma comunque raccontata fino in fondo. È un approccio che trovo molto originale, bello e riuscito, davvero complimenti a Luca».
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“Vivere senza paura nell’età dell’incertezza” Relativismo, secolarizzazione, incertezza, perdita di punti di riferimento. Viviamo davvero nell’ora più buia per la fede cristiana, quella in cui il cristianesimo ha cessato di essere una guida per la vita nostra e dei nostri contemporanei. Oppure proprio in un’epoca così apparentemente, e a volte sostanzialmente, ostile nasce un nuovo spazio per comprendere e vivere l’avvenimento cristiano nella sua irriducibile e sempre nuova identità? Di qui nasce la mostra forse più importante del Meeting 2021, quella che più esplicitamente mostra dove sta la consistenza di quell’“io” celebrato dal titolo: «Vivere senza paura nell’età dell’incertezza”, una mostra curata da Samuele Busetto, Pia De Simone, Alessandra Gerolin, Alessandro Rovati, Kirsten Pinto Gfroerer, Aaron Riches, e che nasce dal confronto di tre personaltà: Julián Carrón, docente di Teologia alla Cattolica di Milano, più noto come presidente della Fraternità di Comunione e liberazione, Charles Taylor, professore emerito di Filosofia alla McGill University di Montreal e vincitore Premio Ratzinger nel 2019 e infine Rowan Williams, professore emerito di Pensiero cristiano contemporaneo all’Università di Cambridge, ma soprattutto in precedenza Arcivescovo di Canterbury, molto stimato anche al di fuori della Chiesa d’Inghilterra. La mostra, con la regia di Giulia Sodi in collaborazione con Massimo Bernardini, ricerche audiovisive e musicali di Matteo R. Bernardini e videoediting di Enrico Bettella e con il sostegno di Prostand, mette a fuoco l’irriducibilità dell’umano che, in età secolare, emerge con sorprendente evidenza.
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Il percorso comprende le testimonianze di Carrón, Taylor e Williams,
Il dialogo tra i tre protagonisti troverà anche uno spazio in presenza al Me-
continuamente intrecciate a provocazioni, fatti e domande riguardanti il mondo contemporaneo. Si viene così a creare un percorso audio-visivo, nella modalità full immersion, composto da canzoni, testi, interviste, clip di film e serie TV, poesie, opere d’arte e immagini tratte dalla realtà contemporanea. «L’età secolare in cui viviamo, segnata per molti versi da un senso di diffusa incertezza», annotano i curatori, «si presenta come una grandissima opportunità per riscoprire la vera natura dell’io, la sua sete di verità, giustizia e bontà, e – al tempo stesso – l’originalità dell’avvenimento cristiano». La mostra illustra così un percorso conoscitivo, nel quale nessuna domanda attinente all’umano viene censurata. I riflettori vengono puntati sulla realtà: anche gli interrogativi più scomodi vengono accolti, senza paura, come fattori indispensabili di questa avventura umana.
eting, martedì 24 agosto alle 15.00 nell’Auditorium Intesa Sanpaolo D1 all’incontro, che si intitola pure “Vivere senza paura nell’età dell’incertezza” che ha l’ambizione di costituire una parte integrante dell’omonima mostra. Si tratta di mettere in campo un dialogo a tre sui contenuti integrali delle interviste che costituiscono il tessuto della mostra (il cui minutaggio è stato necessariamente ridotto all’interno del percorso espositivo). «Ciascuno dei tre relatori», spiega Marco Aluigi, responsabile dipartimento Convegni del Meeting, «sarà invitato a prendere posizione e a rispondere alle sollecitazioni e alle sfide sollevate dagli altri due interlocutori all’interno delle loro precedenti interviste e dei dialoghi avvenuti nel corso dell’anno. Si tratterà di un confronto a 360 gradi che concerne la possibilità di vivere “la pienezza” in questa età secolare». Il dialogo, per come è stato condotto
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mostre
Nelle foto Julián Carrón Docente di Teologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano. Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Charles Taylor Professore emerito di Filosofia, McGill University, Montreal. Vincitore Premio Ratzinger 2019 Rowan Williams Professore emerito di Pensiero Cristiano Contemporaneo, University of Cambridge. Già Arcivescovo di Canterbury
fino ad ora, non ha mai assunto i toni di un confronto intellettuale, ma piuttosto ha rappresentato la posizione di tre grandi personalità impegnate con la loro vita e con la vita degli uomini del nostro tempo. «Vivere senza paura nell’età dell’incertezza”, quindi, nella sua unità di mostra più convegno, viene a costituire un percorso conoscitivo nel quale nessuna domanda attinente l’umano viene censurata: i riflettori vengono puntati sulla realtà e anche gli interrogativi più scomodi vengono accolti come fattore indispensabile di questa avventura umana. «Dai precedenti dialoghi con i tre pensatori», conclude Aluigi, «è apparso evidente come la secolarizzazione stia facendo emergere con forza l’irriducibilità dell’umano: non si tratterà quindi di illustrare delle valutazioni da ‘applicare’ alla realtà, ma di farsi ferire dal grido dell’umano in questo tempo di incertezza, dialogando e narrando al pubblico quali sono le certezze che, in modo diverso tra loro, li sostengono nel vivere il reale senza paura».
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Il nostro messaggio per il futuro Coca-Cola HBC Italia
comunità nel corso dei mesi segnati dall’emergenza Covid-19 che hanno visto l’azienda al fianco del Paese su vari fronti: dalla donazione di 1,4 milioni di euro, insieme a Coca-Cola Italia e The Coca-Cola Foundation, a Croce Rossa Italiana che ancora oggi fornisce un sostegno fondamentale
La sostenibilità, intesa nel suo senso più ampio di sostenibilità economica, sociale e ambientale, si configura oggi più che mai come leva strategica per far fronte, governare ed anticipare le sfide del mondo post-Covid, da qui è nato “Il nostro messaggio per il futuro”, il 17esimo Rapporto di Sostenibilità di Coca-Cola HBC Italia, disponibile online su lanostraricetta.it. OItre a raccogliere i risultati dell’azienda in questi ambiti, infatti, il documento vuole essere un invito rivolto a tutti gli attori della filiera a proseguire fianco a fianco in questo nuovo cammino verso un business sempre più sostenibile. A partire dall’economia circolare che rappresenta una sfida di enorme portata, un modello pensato per preservare le risorse naturali, limitando il ricorso a nuove materie prime e all’energia da fonti non rinnovabili nei processi produttivi, continuando a diminuire scarti e rifiuti e promuovendone il riciclo e il riutilizzo. È una missione che l’azienda ha intrapreso da diversi anni facendosi promotrice del cambiamento con tutti i suoi interlocutori: dalle fabbriche ai consumatori, negli ultimi dieci anni, Coca-Cola MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
HBC Italia ha infatti investito più di 100 milioni di euro per innovare le sue attività con un impatto positivo sulla sostenibilità. Ne sono un esempio i nuovi imballaggi primari e secondari, tra cui le recenti introduzioni di KeelClip™ - l’innovativa confezione in carta 100% riciclabile - e le prime bottiglie con il 100% di plastica riciclata (rPET), le ottimizzazioni dei flussi logistici e la gestione consapevole delle risorse nel processo produttivo, con un risparmio del 20% di acqua utilizzata per produrre le bevande negli ultimi 10 anni, e poi ancora il 63% delle frigovetrine dell’azienda nei punti vendita dei clienti che sono eco-friendly, con un riduzione di 3.500 tonnellate di CO2 ogni anno. Ma non finisce qui. “Il nostro messaggio per il futuro” contiene anche gli altri ingredienti della ricetta di Coca-Cola HBC Italia che, oltre all’ambiente, comprendono l’attenzione alla crescita e al benessere delle circa 2.000 persone che lavorano tra uffici, stabilimenti e forza vendita, coinvolte in più di 50.000 ore di formazione durante il 2020. Particolare attenzione anche alle
per debellare l’epidemia, passando per i 23.500 giovani coinvolti nel programma #YouthEmpowered, trasformato in modalità digitale durante il passaggio alla didattica a distanza, fino ai 2,5 milioni euro reinvesti nel canale Ho.Re.Ca. per sostenere i bar e i ristoranti in Italia attraverso politiche commerciali, fiscali e di comunicazione dedicate, per aiutare i clienti ad intercettare tutte le opportunità di business e prepararsi ad affrontare la nuova realtà.
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i partner
Il Buono che ci auguriamo ogni giorno. L’impegno di Nestlé Il buono è sicuramente nelle cose che mangiamo Quante cose buone ci auguriamo ogni giorno? Buongiorno, buon lavoro, buon viaggio, buon appetito… ll buono è sicuramente nelle cose che mangiamo, ma non solo. Buono nella nutrizione, con il territorio e con la terra. Per questo il cibo preparato in Nestlé è buono per chi lo mangia e con chi lo produce. Scopriamo più da vicino il Gruppo Nestlé in Italia che è presente con più di 50 marche tra cui il formaggino Mio, Nesquik che oggi compie 50 anni, Nescafé, Nespresso, i cereali Fitness, la pizza Buitoni, Baci Perugina e Meritene … solo per nominarne alcune che accompagnano le nostre tavole da piccoli e grandi. Il Gruppo Nestlé è presente in Italia da oltre 100 anni e ha su tutto il territorio italiano oltre 10 sedi (tra fabbriche e centri di distribuzione) nelle quali lavorano circa 4.600 persone. La missione dell’azienda è “Good food, Good life” e si fonda proprio sulla convinzione che una buona alimentazione migliori la vita. Il buon cibo nutre, il buon cibo delizia i nostri sensi e soprattutto ci unisce. Permette ai bambini di diventare grandi in salute, agli animali da compagnia di crescere sani e felici e a tutti di godere una vita piena. Le marche e i prodotti Nestlé sono la prova di come, ogni giorno, l’azienda si impegni ad esprimere tutto il potenziale del buon cibo. Che è davvero buono quando rispetta il pianeta e MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
protegge le sue risorse anche per le generazioni future. Attraverso i suoi prodotti, ogni giorno entra nella vita di milioni di famiglie con l’obiettivo di contribuire a dar forma a un mondo migliore e più sano per gli individui e le famiglie, per le comunità e per il pianeta.
il 2030 e, in Italia, Nestlé scommette
Tra le diverse iniziative sviluppate da Nestlé a sostegno del pianeta, c’è il Nestlé Sustainable Packaging Commitment. Un importante impegno che ha l’obiettivo di rendere tutti i packaging riciclabili o riutilizzabili entro il 2025. Il 96% delle confezioni dei prodotti Nestlé realizzati in Italia sono già riciclabili. Inoltre, per contribuire alla corretta raccolta differenziata, abbiamo sviluppato Dove Lo Butto?, una piattaforma che aiuta i consumatori nella corretta raccolta differenziata. A favore della nutrizione dei più piccoli è stato lanciato nel 2018 Nestlé for Healthier Kids, che intende aiutare 50 milioni di bambini a vivere in modo più sano entro il 2050. All’interno di questo programma, Nestlé in Italia ha sviluppato Nutripiatto, un progetto di educazione nutrizionale che ha il fine di promuovere i principi di un’alimentazione sana e bilanciata. Infine, con Nestlé Needs YOUth, l’azienda intende aiutare 10 milioni di giovani in tutto il mondo ad avere accesso ad opportunità lavorative entro
ancora sui giovani con un impegno a offrire nel nostro Paese 2850 opportunità di lavoro entro il 2025. Con il progetto Nestlé Startup Program, si vuole fornire ai giovani competenze e aiuti per creare una propria startup. Nestlé Italiana S.p.A. www.nestle.it
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i partner
Welfare aziendale e family kit
Nuovi strumenti per la ripresa Un contributo di Marco Ceresa, Group Chief Executive Officer, Randstad
Durante e post pandemia ci resta da gestire un cambiamento che sarà permanente, anche nel momento in cui ci riapproprieremo della nostra normalità. Insieme alle nuove modalità di lavoro è cambiato l’approccio, il mindset, al lavoro stesso. Le priorità di ieri non sono quelle di oggi, le persone cercano benessere e sicurezza, le aziende si ri-organizzano per offrire loro un lavoro sostenibile, in termini economici, sociali, ambientali. L’attenzione ai servizi welfare e le pratiche inclusive in capo alle funzioni di responsabilità sociale all’interno delle aziende insieme alla garanzia di un giusto equilibrio tra vita privata e
lavorativa rappresentano le maggiori attrattive nei confronti dei lavoratori o potenziali tali, più dello stipendio o delle possibilità di carriera. Ce lo confermano le ricerche Randstad condotte nel corso di questi primi sei mesi del 2021, dal Talent Trends research alla più vasta ricerca al mondo nel settore dell’Employer Branding, il Randstad REBR.
Il nostro appello va quindi alle aziende alle quali suggeriamo di perseguire politiche sempre più inclusive che sostengano le famiglie e le supportino nel coniugare esigenze private e lavorative. Anche in Randstad cerchiamo di rappresentare un esempio positivo offrendo un family kit
Durante il lockdown, le famiglie hanno dovuto spesso compiere scelte importanti costrette ad un ultimatum professionale. Non possiamo permetterci di perdere i nostri talenti, peraltro già costantemente in calo, per via di un problema organizzativo.
che comprende sostegni concreti, dal contributo all’asilo nido, al bonus baby sitter interno all’iniziativa grow up, con un contributo in welfare di 1000 euro all’anno per ogni bambino fino al sesto anno di età. Il mercato è in ripresa, le aziende cercano ma non trovano candidati disponibili. Puntiamo quindi sulla formazione, tra reskilling e upskilling possiamo contribuire a colmare il gap tra domanda e offerta e a far rinascere, finalmente, la nostra economia.
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mostre
Incontri e scoperte nel mondo delle serie TV Il segreto dell’enorme successo delle serie tv? Il profondo bisogno di perdono dell’uomo. Chi lo dice? Neil Landau sceneggiatore statunitense di serie di successo. «Le serie raccontano della fragilità dell’uomo», dice Landau, «perché esprimono quel bisogno che abbiamo tutti di perdono, di redenzione». Che proprio lui «dica così e che le case di produzione investano milioni di dollari ogni anno per produrre serie che si fondano su
se possibile, con la mostra. «Viviamo totalmente immersi nelle serie televisive, se ne parla ovunque, sono diventate una delle dinamiche più diffuse con cui raccontiamo e con cui ci raccontiamo», nota Davide Perillo. «La mostra? È vedendo il fascino che hanno in primis su di noi». Per Perillo, «è evidente che le serie sono il linguaggio più consono per descrivere la società di oggi. Sono un po’ quello che era il romanzo fino a qualche de-
questo principio, che è possibile essere perdonati, che è possibile essere voluti bene, ci ha colpiti moltissimo». Lo sottolineano Davide Perillo e Martina Saltamacchia, tra i curatori della mostra del Meeting 2021, “Una domanda che brucia. Incontri e scoperte nel mondo delle serie Tv”, insieme a Filippo De Bortoli, Costantino Esposito, Ana de Haro, Simone Invernizzi, Jorge Martinez, Claudia Munarin, Roberto Rizzi, César Senra Riesgo.
cennio fa: una delle modalità più diffuse con cui si trattano le grandi questioni che riguardano tutti. Famiglia, rapporto con il potere, domanda di significato: l’approdo al grande pubblico passa attraverso le serie perché dentro hanno domande che riguardano tutti».
Una domanda che brucia: perché ci appassionano così tanto le serie tv? Al Meeting proveremo a rispondere,
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La mostra del Meeting si divide in tre sezioni, nella prima verranno sei serie; nella seconda si racconterà come si costruisce una serie; infine, nella terza, si potranno incontrare i curatori della mostra per parlarne insieme. «Abbiamo deciso di far ruotare la
mostra attorno a sei personaggi che i visitatori potranno “incontrare”», precisa Martina Saltamacchia. «C’è Rust di “True detective”. Molto ruvido, arso vivo dal dolore per la tragica perdita della figlioletta. Nella sua caccia al “mostro” non cerca solo il colpevole degli assassini, ma cerca anche di capire se sia rimasto ancora un senso alla vita. La sua è una vera e propria discesa negli inferi. Il secondo personaggio sarà Legasov, lo scienziato di “Chernobyl”, si trova a indagare sul tragico incidente alla centrale nucleare. Nel racconto si vede da un lato lo Stato che tenta di schiacciare l’uomo, inoltre che l’ideologia non è l’ultima parola. Incontreremo Rue e Jules di “Euphoria”: due ragazzine che devono provare a costruirsi una vita propria dentro il vuoto lasciato dagli
adulti, una sorta di orfanità non registrata. In America “Euphoria” è vietata ai minori, ma proprio per la schiettezza con cui tratta temi sensibili ha avuto un grandissimo successo. Il viaggio prosegue con Dolores di “Westworld”, un androide di questo MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
mostre
domande, le tue fragilità che si dipanano a poco a poco nelle dinamiche delle storie dei personaggi fino ad una profondità empatica. Nelle serie TV riconosciamo qualcosa di profondamente nostro. Lì dentro passa il racconto della nostra umanità, della nostra ferita e la domanda su come possiamo dire io e come affrontare le situazioni», spiega Perillo. Ma quanto marketing c’è dietro il successo delle serie televisive? Landau ci ha confermato, «le serie sono un universo vastissimo in America, ne escono 500 l’anno e forse 450 sono scritte a tavolino con criteri di marketing.
parco divertimenti dove i miliardari americani si divertono sfogando tutta la loro aggressività. A un certo punto, però, gli androidi iniziano a sviluppare una coscienza (indotta dagli scienziati che hanno cura di loro) si ribellano, ed è proprio Dolores a guidare la rivolta. La domanda è: a questo punto, qual’ è la differenza tra un androide e un uomo? La risposta la possiamo trovare nel personaggio di Ragnar in “Vikings”, quando nell’incontro con un monaco cristiano riconosce la stessa sete, lo stesso desiderio. Infine, Rocco Schiavone, un vicequestore mandato ad Aosta per cattiva condotta in bilico tra la sua esigenza di patteggiare sono i suoi drammi e un cuore infranto che non può trovare pace».
Però generalizzare non basta, alla fine ci affascinano perché sono storie umane, magari estreme, ma proprio per questo universali».
La “magia” delle serie è quindi che «nonostante le vicende trattate in maniera speso estrema, ti ci ritrovi dentro, ci sono i tuoi problemi, le tue MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
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mostre
Giovannino fa i conti: 120 meno 50 uguale 70 Quest’anno al Meeting ci sarà anche una mostra (ad accesso libero senza prenotazione) dal titolo strano: “120 meno 50 uguale 70”. La mostra, promossa dall’Associazione “Gruppo Amici di Giovannino Guareschi” e curata da Egidio Bandini è dedicata agli anniversari di Gino Cervi, Fernandel e al primo film della serie. In un video registrato per il Meeting, Bandini ci ha presentato i contenuti della mostra.
Ve ne proponiamo una nostra trascrizione. Gino Cervi era emiliano e per noi emiliani qualunque nostro conterraneo abbia avuto successo, si sia
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imposto, abbia portato alto il nome della nostra regione in tutto il mondo, diventa un mito. Gino Cervi era Peppone, innanzitutto per noi, perché Peppone è sindaco nei nostri paesi, è sindaco del nostro Mondo piccolo, del Mondo piccolo di ognuno di noi, e quindi ancora più emiliano.
pretare Peppone, arrivò proprio lui, Gino Cervi. La produzione francese volle Fernandel nei panni di don Camillo e così Gino Cervi mise i baffi finti che tenne per tutti i film - tutti e 5 e mezzo, quasi 6 - per la sua scaramanzia tipica di quasi tutti gli attori, e quindi Gino Cervi è Peppone.
Ma Gino Cervi - pochi lo sanno - forse doveva essere don Camillo. Esiste una fotografia e una sola di quel pro-
A Giovannino Guareschi a un certo punto venne in mente che Gino Cervi potesse interpretare don Camillo magari a teatro, scrisse una lettera convincente a Cervi per chiedergli di interpretare il prete di Mondo piccolo, ma Gino Cervi rispose molto garbatamente dicendo: caro Giovannino io per tutti, ma soprattutto per me stesso, sono Peppone. Era Peppone anche quando mandò una corona di fiori al funerale di Fernandel, 50 anni or sono. La dedica sulla corona era: A Fernand, son ami Peppone, il suo amico Peppone. Ed era così. I due sono diventati talmente emblematici dei personaggi guareschiani che quando ognuno di noi pensa a don Camillo o pensa a Peppone è chiaro che l’immagine che torna in mente è quella di Fernandel e quella di Gino Cervi. Fernandel moriva 50 anni fa, Gino Cervi nasceva 120 anni fa giusto il 3 maggio a Bologna.
vino che Gino Cervi fece senza baffi, con la talare e il tricorno del sacerdote in Mondo piccolo, però questo provino non diede l’esito sperato, perché in luogo di Giovannino Guareschi, che era stato scelto per inter-
Nessuno dei due piaceva a Giovannino Guareschi, questo va detto, perché Giovannino Guareschi scrisse una lettera abbastanza pesante al commendator Rizzoli nella quale diceva che Gino Cervi era troppo pulitino, era troppo corretto per fare il suo sindaco comunista, mentre Fernandel aveva una faccia da cavallo, e per avvalorare la tesi aveva allegato alla missiva la fotografia di Fernandel di profilo. Probabilmen-
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mostre
te - almeno questo è ciò che penso io - Giovannino Guareschi temeva che due attori così famosi potessero fagocitare i personaggi. Non fu così. Anzi don Camillo e Peppone si impadronirono talmente tanto di Fernandel e Gino Cervi che i due divennero non più gli attori, ma i personaggi. Personaggi che sopravvissero anche al loro autore. Chi oggi parla di don Camillo e di Peppone è chiaro che nell’interlocutore fa venire subito alla mente Fernandel e Gino Cervi. A un certo punto Giovannino Guareschi dovette ricredersi e scrisse che mentre Gino Cervi somigliava moltissimo al suo Peppone, non fosse altro per l’accento emiliano, Fernandel poco o nulla aveva da spartire con il suo pretone gigantesco con le mani grandi come badili, ma era talmente bravo, scriveva Guareschi, “che adesso quando io scrivo una storia di Mondo piccolo mi ritrovo a far lavorare un prete che ha il sorriso di Fernandel”. Molti hanno tentato di prendere il loro posto. nessuno con successo. Nella mostra di Rimini al Meeting di quest’anno ripercorriamo questa storia, ripercorriamo la storia del settantesimo del primo giro di manovella del film Don Camillo, dei 50 anni dalla morte di Fernandel, dei 120 dalla nascita di Gino Cervi, attraverso i loro film, attraverso Peppone e don Camillo, attraverso quell’ultimo film incompiuto del quale tanto si è parlato e del quale credo, spero si parlerà ancora. Voglio chiudere ricordando ancora una volta l’emilianità, anzi l’emilia-romagnità di Gino Cervi. L’Emilia Romagna è una regione sola, noi siamo emiliano romagnoli. Gino Cervi era emiliano romagnolo, al punto che per noi era talmente evidente questo suo essere emiliano che - almeno questo è capitato a me all’eMEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
poca quando venivano trasmessi in televisione - alla fine per me era diventato un mio conterraneo, un mio concittadino, un mio corregionale, chiamiamolo come vogliamo, anche il Commissario Maigret. Il Commissario Maigret era emiliano romagnolo perché era interpretato da Gino Cervi. Commissario Maigret che, ricordo, al contrario di Peppone i baffi di Gino Cervi ce li aveva, ma veri.
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il ricordo
Lo scienziato missilistico che portò don Giussani negli Usa Il Meeting, grazie alla collaborazione del New York Encounter, ha proposto The Alvìbacete Show, un video con la
nimento che sia eco dell’avvenimento iniziale» La cultura del Meeting di Rimini, la
poi attraverso il New York Encounter. The Albacete Show è stato presentato per la prima volta in occasione del New York Encounter 2021 ed è stato accompagnato da incontri interattivi su Zoom con gli amici e i fan di Albacete. Di Lorenzo Albacete è appena stato pubblicato «The Relevance of the Stars: Christ, Culture, Destiny» Lisa Lickona (Editor), Gregory Wolfe (Editor) Visita The Albacete Forum, il sito dedicato alla vita e l’opera di Lorenzo Albacete https://www.albaceteforum.org/.
regia di John Touhey e con sottotitoli in italiano che percorre la vita e l’eredità dello straordinario monsignor Lorenzo Albacete, sacerdote e teologo dopo esser stato uno scienziato aerospaziale. Albacete è stato più volte ospite del Meeting di Rimini, dove in oltre 15 interventi nel corso degli anni ha discusso una varietà di temi - dalla storia della Chiesa americana al multiculturalismo, dai dilemmi della modernità all’esperienza di libertà del sogno a stelle e strisce. Ha conosciuto e vissuto profondamente il carisma di don Luigi Giussani e ne ha compreso l’originalità e il valore culturale per la società americana. Ha colto da una prospettiva americana il cuore della proposta di Giussani: la fede perde interesse o viene ridotta ad etica se non è pertinente alle vere esigenze della vita, al vero bisogno di ogni uomo. «È un impatto umano che può scuotere l’uomo di oggi, un avve-
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sua apertura alla realtà in tutti i suoi aspetti e le sue dimensioni è stata promossa e divulgata da Albacete in tutta America prima attraverso i Centri Culturali Crossroads (di cui era Presidente dell’Advisory Board) e
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spettacoli
“La vita nascosta” di Malick Non c’è solo piazza Tre Martiri a disposizione degli spettacoli di un Meeting mai così proteso alla città di Rimini. Anche la Corte degli Agostiniani, bellissimo spazio utilizzato spesso in estate per rassegne cinematografiche all’aperto e concerti, domenica 22 agosto alle 20.30 sarà sede della proiezione di A Hidden Life, l’ultimo film del carismatico regista statunitense Terrence Malick. Lo spettacolo è ad accesso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti. In caso di maltempo, la proiezione si terrà lunedì 23 agosto. Poche pellicole come “A Hidden Life”, capolavoro di straordinaria forza cinematografica e spirituale, potrebbero essere più esemplificative del titolo del Meeting di quest’anno. La vicenda si situa nell’Alta Austria, dove Radegund è un’oasi di pace dove Franz e Fani si sono incontrati e innamorati. La loro vita scorre lieta scandita dalle stagioni e dalle campane della chiesa, dal lavoro nei campi e la ricreazione sui prati. Ma la guerra allunga la sua ombra e rovescia il loro destino. Franz è chiamato alle armi e a giurare fedeltà al Führer. Incapace di concepire la violenza obietta, per via della sua profonda fede cattolica, procede in direzione ostinata e contraria. Arrestato per tradimento, viene processato e condannato a morte nell’agosto del 1943. La proiezione sarà preceduta dall’ intervento introduttivo di Francesco Comina, autore di “Solo contro Hitler. Franz Jägerstätter, il primato coscienza”. «Malick sceglie di celebrare il sacrificio di un uomo che sarebbe rimasto sconosciuto per decenni, forse per sempre», scrive il critico Beppe Musicco nella recensione del sito www. sentieridelcinema.it, «se qualche studioso non fosse inciampato nella sua storia. E tuttavia la frase scelta dal regista per chiudere il film (tratta dal romanzo Middlemarch di George Eliot) è emblematica: “Il crescente bene del
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mondo dipende in parte da atti non storici; e il fatto che le cose tra te e me non siano così malvage come avrebbero potuto essere, è in parte dovuto a coloro che hanno vissuto fedelmente una vita nascosta e riposano in tombe che nessuno visita”. Una frase che rivela la scelta dell’autore di mostrare la sua fede nell’umanità stando dalla parte di chi si oppone alla corrente, e affronta il tormento della scelta più difficile. Ma che, al fondo di tante sofferenze, è più pacificato di chi gli sta di fronte. Come conferma il dialogo più bello del film. All’avvocato che gli chiede di firmare l’atto di fedel-
i santi-eroi di Malick acquistano una verità che non ha bisogno di grandi atti e di grandi discorsi. La loro dignità trascende nel sublime e passa per piccoli gesti: una valigia deposta, un ombrellino raccolto, una mela sbucciata, un boccone offerto. Nel décor di un poema bucolico, Malick trova ancora una volta la sottile linea rossa che brucia nei suoi personaggi», parlando poi di «radicalità morale di un’opera spirituale che chiede allo spettatore una disponibilità a misura della sua ambizione». La narrazione in A Hidden Life, conclude Gandolfi, «ritrova un posto fondamentale, dimo-
tà al Führer, «così sarai libero», Franz risponde con il candore di un santo e la grandezza di un vero uomo: «Ma io sono libero». Marzia Gandoilfi su mymovies.it parla invece di un “cambiamento di forma” di Malick. «Illuminati dall’interno,
strando che Terrence Malick realizza i suoi migliori film quando ha un soggetto da affrontare, una montagna da scalare, una guerra da denunciare, un obiettore da beatificare perché non sa e non vuole sparare».
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Spirto Gentil
Mandulinata a Napule: le note della malinconia Educazione alla bellezza, educazione alla lettura, educazione alla musica. Componenti irrinunciabili della proposta del Meeting di Rimini, sulle tracce delle intuizioni di don Luigi Giussani, che nella musica trovava una fonte insostituibile di ispirazione. E a due cd della serie Spirto Gentil, voluta dal sacerdote lombardo, si richiamano esplicitamente i due appuntamenti “Spirto Gentil” del Meeting di quest’anno, dedicati alle
Il Trio Napulammore Melodie Napoletane eseguirà dal vivo alcuni dei brani più rappresentativi della tradizione musicale. Ma perché proprio le canzoni napoletane? Don Giussani in esse coglieva soprattutto una parola: malinconia. «In quella parola ci riconosciamo tutti, in questa verità di attesa misteriosa facilmente ci riconosciamo tutti», scriveva. «L’essenza del cuore
dell’uomo è rapporto con una felicità attesa, di cui non si conosce né l’ultima natura né il nome. Attesa di un compimento a cui noi diamo un nome: Dio. Ciò che i miei amici bonzi avevano colto nei canti napoletani è proprio la nostalgia, dentro al pulsare della vita, del rapporto con l’Infinito – che emerge nell’esperienza umana come malinconia, tristezza –, così che tutta la vita è infiltrata da questa parola. C’è qui una affermazione della passione amorosa esplicitata e vissuta: si può dunque dire che questi canti introducono il mistero di Cristo più di qualsiasi altra produzione artistica». Il giorno dopo sempre alle 21 in sala Ravezzi, sarò la volta di “Sergej Rachmaninov: Preludi”, sempre con la guida di Pier Paolo Bellini. Nell’occasione il pianista Pietro Beltrani proporrà dal vivo sei dei preludi del compositore russo. Ospiti della serata saranno i musicisti Nazzareno Carusi e Christopher Vath. Don Giussani non nascondeva la sua passione per il compositore e virtuoso russo che trovò un’immensa fortuna negli Usa. «La novità del mondo c’è se l’uomo
canzoni napoletane e alla musica per pianoforte solo di Rachmaninov. Si inizierà lunedì 23 agosto alle 21.00 in sala Ravezzi nella Hall Sud della Fiera con “Mandulinata a Napule” con il primo appuntamento di guida all’ascolto sul programma musicale della collana Spirto Gentil. Il curatore Pier Paolo Bellini, compositore e musicologo, condurrà la serata insieme agli ospiti in sala e in collegamento: il giornalista Pippo Corigliano e il musicista Ambrogio Sparagna.
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Spirto Gentil
Rachmaninov: il solista che apparteneva a un popolo appartiene», argomentava Giussani. «È l’appartenenza a un popolo la differenza fra Beethoven, o Chopin, e Rachmaninov: una appartenenza che permette un cammino meno tortuoso, più diritto allo scopo. Da quale certezza e ricchezza è generata, allora, la creatività del singolo! Quando si identifica con la vita del popolo, tocca la sua maturità più grande; la maturità diventa totale e sempre più piena quanto più si identifica col popolo intero, implicandosi con la totalità della propria affettività e della propria creatività, fino a portare il popolo intero».
partecipato a masterclass con Michael Dalberto, Daniel Rivera, Joaquin Soriano e Alexander Lonquich. Ha
mia Filarmonica di Bologna, il Teatro Vittoria di Torino, il Teatro Comunale di Firenze, il Parco della Musica di
Un cenno infine all’esecutore. Dopo essersi diplomato col massimo dei voti e lode al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, Pietro Beltrani si è Roma, la Grand Hall del Conservatorio di Tiblisi, la Carnegie Hall di New York. Ha infine preso parte ai migliori festival italiani, fra cui il Festival MiTo di Milano Torino, il Bologna Festival e il Maggio Musicale Fiorentino.
diplomato all’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola sotto la guida dei maestri Franco Scala e Piero Rattalino. Ha
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suonato in numerose sale e teatri italiani e internazionali fra cui La Fenice di Venezia, il Manzoni di Bologna, il Teatro delle Celebrazioni e l’Accade-
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info utili
Vivere il Meeting al 100% ecco le istruzioni per l’uso Ci siamo quindi, il Meeting è alle porte. Ecco allora a voi tutte le informazioni utili per vivere appieno i sei giorni di un’edizione che si annuncia di altissimo livello. Trovi tutte le info utili del Meeting 2021 anche nel sito del Meeting al link https://www. meetingrimini.org/edizione-2021/ info-utili-2021/.
Date La 42ma edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli si terrà da venerdì 20 a mercoledì 25 agosto 2021. Luogo dell’evento La manifestazione si svolgerà in presenza nella Fiera di Rimini: via Emilia, 155 – 47921 Rimini Orari L’ingresso al Meeting è gratuito. La Fiera è aperta dalle 10.30 alle 24.00 Come arrivare Per tutta la durata della manifestazione la Fiera di Rimini è collegata al resto della città con un servizio navetta. LINEA 5: Torre Pedrera, Viserba FS, Rimini Fiera • a Viserba FS coincidenza con la Linea 4 e 8 LINEA 9: Aeroporto Fellini, Rimini (centro storico), Rimini (stazione FS), Fiera di Rimini • a Rimini (stazione FS) coincidenza con la Linea 4, 11 e le altre linee di Rimini LINEA 10: Piazza Marvelli (ex Piazza Tripoli), Marina Centro, San Giuliano Mare, Rivabella, Fiera di Rimini • a Marina Centro coincidenza con la Linea 11 (fermate 7-8-9-10-1112-13-14) • a San Giuliano Mare coincidenza con la Linea 4 (fermate 6-7-8) • a Rivabella coincidenza con la Linea 4 (fermate 9-10-11-12-13). I titoli di viaggio possono essere acquistati alla biglietteria Meeting all’esterno della Fiera di Rimini e in tutte le biglietterie e le rivendite autorizzate START Romagna diffuse su tutto il territorio provinciale. Con questi
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biglietti si può usufruire, oltre che del servizio navetta del Meeting, anche di tutti i servizi di trasporto pubblico di linea Start Romagna della provincia di Rimini secondo le validità di zona e/o temporali e per ogni tipologia di titolo di viaggio acquistato. Tariffe e validità dei titoli di viaggio a disposizione degli utenti delle navette Meeting: • Biglietto 1 zona = 1,50 € • Multicorsa (vale per 10 viaggi, anche con trasbordo su più linee; può essere utilizzato da più persone contem- poraneamente) = 12,00 € • 3 giorni (intero bacino di Rimini) = 11,00 € TRENO La stazione di Rimini Fiera, all’interno del Quartiere Fieristico, è attiva per treni regionali FS, Frecciabianca e Frecciarossa. Per info e orari consultare il sito web www.trenitalia. com. Dalla Stazione di Rimini (servita anche da Italo Treno www.italotreno. it) si può raggiungere la Fiera con la linea 9. AEREO Rete di collegamenti dall’Aeroporto Internazionale di Rimini - San Marino “Federico Fellini” e dagli aeroporti di Bologna e Milano. Come partecipare al Meeting Può entrare in Fiera: • chi è vaccinato (15 giorni dopo la prima dose o con entrambe le dosi) • chi è guarito dal Covid entro i 6 mesi precedenti • chi ha fatto un tampone negativo entro le 48 ore precedenti Ovvero i requisiti del Green Pass. Questi dati dovranno essere autocertificati nell’app Meeting Rimini.
MEETING NEWS | N. 14 | AGOSTO 2021
info utili
Se non hai nessuno di questi requisiti puoi fare il tampone: • nella tua città, prima di partire • in Fiera (Ingresso Ovest) prenotandolo attraverso l’App. Il tampone con risultato negativo è valido 48 ore. L’app “Meeting Rimini” Scarica sul tuo smartphone l’app “Meeting Rimini”, segui le istruzioni e registrati, con il QR code personalizzato generato dall’app potrai: • consultare il programma • entrare in Fiera • prenotare incontri e mostre I minori devono essere registrati dai genitori. Sotto i 12 anni l’ingresso in Fiera è libero da certificazioni Covid (registrazione in app comunque necessaria). Per info scrivere a assistenza.ospiti@meetingrimini.org. Parcheggi gratuiti Ci sono 8.000 posti auto gratuiti in prossimità dell’Ingresso Ovest. I parcheggi disabili e i parcheggi per camper sono in zona Park Ovest 1 e 2. Le aree camper non sono provviste di allacciamento elettrico. Ingresso visitatori I visitatori e i volontari possono entrare in Fiera dagli ingressi Ovest e Sud (preferibile per chi arriva con i mezzi pubblici). Il tampone Covid-19 si effettua solo all’ingresso Ovest. Piantina Al Meeting è disponibile la piantina della Fiera, che puoi trovare anche sul sito www.meetingrimini.org. Spettacoli Oltre agli appuntamenti previsti in Fiera, il Meeting quest’anno propone tutte le sere alle 21.30 degli spettacoli nella centrale Piazza Tre Martiri. La serata finale si svolgerà presso l’A-
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rena Lido nella Darsena di Rimini. Saranno a pagamento le serate del 20 (Uto Ughi in concerto), 22 (Federico Mecozzi in concerto), 23 (“Il sogno di Giuseppe” di Luca Doninelli, con Maurizio Donadoni) e 24 agosto (“La Sagra Famiglia” di Paolo Cevoli). I biglietti si possono acquistati sulla piattaforma www.vivaticket.com, a cui si può accedere anche dall’app o dal sito del Meeting. Domenica 22 alle 20.30 nella Corte degli Agostiniani in centro a Rimini verrà proposta la proiezione del film A Hidden Life di Terrence Malick. Visite alle mostre Le visite alle mostre, comprese le visite guidate, sono gratuite. È necessario prenotare la propria visita tramite app. Nella sezione dedicata puoi scegliere l’orario e indicare per quante persone prenotare una visita guidata, tutti i giorni dalle 10.30 alle 23.00. Per ragioni di sicurezza ti invitiamo a dotarti di auricolari. Sono disponibili audio-guide di alcune mostre in formato digitale che puoi scaricare direttamente sul tuo device a partire dal 19 agosto. Nel PART - Palazzi dell’Arte Rimini in Piazza Cavour è allestita la mostra “La mano dell’artista e l’effigie umana. Scultura italiana contemporanea”. L’ingresso alla mostra è gratuito. Gli orari sono gli stessi del museo (https:// palazziarterimini. it/).
arte, saggistica, libreria dei ragazzi, libri in lingua. Webinar Puoi prenotare la partecipazione ai webinar attraverso l’app.
20·25 AGOSTO 2021 FIERA DI RIMINI
Libreria Meeting Il Meeting quest’anno in collaborazione con Itaca propone la sua libreria sia nei padiglioni della Fiera sia online al link www.itacalibri.it. In un’area di circa 900 mq (padiglione B1) la libreria offre una ricca e qualificata selezione di libri, che mette al centro la persona, il suo desiderio di verità e di ricerca di senso dentro ai diversi generi: narrativa, storie e testimonianze, cataloghi delle mostre,
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