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EDITORIALE
Le voci dell’io di Guadalupe Arbona Abascal La crisi del nostro tempo è senza dubbio una circostanza che ha spezzato in mille pezzi tante sicurezze e cose che pensavamo durassero per sempre. Dunque, che succede? Ci domandiamo. Le domande nascono poco a poco, man mano si ascoltano le donne e gli uomini del nostro tempo che hanno il coraggio di rompere il silenzio. Dove va il nostro mondo? Perché la malattia? E la morte? Da dove ricominciare? Come guardare le ferite che vediamo in noi e attorno a noi? E questa tristezza? Chi siamo? Queste domande, che poco fa ci vergognavamo di farci davanti a tutti - e anzi nascondevamo un poco per non fare uscire le nostre debolezze - adesso le ascoltiamo ovunque: le pongono i rapper, gli influencer, i personaggi delle serie TV. Il Meeting di Rimini non ha paura di quelle domande, al contrario le sente come proprie. Così le offre alla società italiana e al mondo intero come la cosa più preziosa per ricominciare. Il Meeting vibra con queste domande sussurrate, cantate o gridate: sono le emozioni drammatiche e intelligenti che costituiscono la persona, oppure, le vibrazioni più intime e più vere dell’io. Come non sentire quella domanda profetica di Pasolini: «Manca sempre qualcosa, c’è un vuoto in ogni mio intuire» (Io, P.P. Pasolini). O quella nostalgia che sente Jules dell’amore di una madre nella sua vita fratturata in pezzi (Una domanda che brucia). Come non abbracciare la domanda della ebrea Edith Bruck che si domanda - dopo tutta la sua sofferenza ad Auschwitz -: «chi mi ha permesso di non odiare?» (La crepa e la luce). E la domanda di Lady Gaga ci infiamma dentro: «Dimmi una cosa, ragazza, sei felice in questo mondo moderno o hai bisogno di qualcosa in più? C’è qualcosa altro che stai cercando?» Il Meeting di Rimini vuole incontrare chiunque sente così la vita [continua a pagina 4]
L’enciclica di papa Francesco rilancia il dialogo tra ebrei, cristiani e musulmani
Fratelli tutti, nuova era Mondo
Di Maio: Afghanistan l’Italia c’è A pagina 5 Fraternità
Giuseppe secondo San Carlo A pagina 7
Pupi Avati
«Il mio film su Dante» L’enciclica “Fratres omnes” ha innescato una nuova era del dialogo interreligioso. Quello reale, che nasce nel cuore prima che nelle strategie e che si spinge sino alla determinazione di agire insieme per il bene di qualunque comunità e qualunque popolo. Rimini-Meeting, dove è presente il cardinale Zuppi di Bologna, si connette con l’imam Damir a Mo-
sca, con il rabbino Rosen a Gerusalemme, con il patriarca … a Bagdad e il confronto si rilancia e si approfondisce. Sulle ragioni di fondo: fratelli perché tutti figli di Dio. E sulle conseguenze: rispetto per ogni identità e collaborazione umanitaria nel soccorso ai sofferenti. Anche per aprire corridoi a favore delle popolazioni afgane in fuga.
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Meeting News Protagonisti, voci, immagini e servizi nel notiziario quotidiano sul canale YouTube Meetingdirimini
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SANTA MESSA Dopo la “standing ovation” per la moltiplicazione dei pani e dei pesci il dramma di una scelta per la vita
Nel sì di Pietro il coraggio dell’io
L’omelia del vescovo Lambiasi e la sfida di Gesù ai discepoli: «Volete andarvene anche voi?» di Oreste Malatesta Continuare ad «andare dietro a Lui» oppure fare come quelli che «si tirano indietro». È la scelta di fronte alla quale, riprendendo la sfida di Gesù e la decisione di Pietro, monsignor Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, ha voluto porre al popolo del Meeting ancor prima di iniziare la celebrazione della Santa Messa. A commento della lettura evangelica, quella con lo scandalo provocato da Gesù nelle persone che lo ascoltavano quel sabato nella sinagoga di Cafarnao, Lambiasi ha parlato di un epilogo «tristemente drammatico»: «quella folla straripante, che il giorno prima aveva reagito con una standing ovation alla moltiplicazione dei pani, si era squaglia-
ta» quando Gesù ha pronunciato le parole: “Io sono il pane disceso dal cielo”. La provocazione di Gesù a quei pochi discepoli rimasti («Ve ne volete andare anche voi? ») trova pronta la risposta di Pietro: «Signore, da chi andremo?» Il vescovo di Rimini, scavando dentro la
risposta di Pietro, ne ha colto «un insuperabile coraggio di dire io e di esprimere una convinzione fortissima», maturata dopo una lunga convivenza con Gesù e dopo aver visto fiorire la sua umanità, seguendolo. Per amore alla sua stessa vita Pietro ha infatti scelto di rimanere
con Lui. E da allora si è immerso in tutte le circostanze della vita, «senza naufragare», perché ha «assorbito, dalla sua intensa, intima amicizia con Gesù, la coscienza di non poter più fare a meno di Lui». A concelebrare la messa con Lambiasi in auditorium, l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, Javer Prades, rettore dell’Università San Damaso di Madrid, Stefano Alberto, docente di teologia all’Università Cattolica di Milano, e Roberto Battaglia, assistente ecclesiastico di Cl a Rimini. Trasmessa anche in B4 e nella Hall Sud, la messa si è arricchita anche dei dipinti di Reni, Paronzio, Duccio da Boninsegna e Nelli, e dei canti eseguiti dal coro di Cl di Rimini, diretto da Anastasia Germani.
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L’enciclica di papa Francesco rilancia il dialogo tra leader religiosi cristiani, ebrei e musulmani
Fratelli tutti, grazie Francesco Da Mosca, Bagdad, Gerusalemme impegni comuni per il confronto e l’azione umanitaria di Maurizio Vitali Un patriarca, un cardinale, un imam, un rabbino. Mosca, Gerusalemme, Bagdad, Rimini collegate in diretta per un dialogo tutt’altro che accademico tra leader religiosi sull’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco. Dalla capitale russa, l’imam Damir Mukhetdinov, direttore del Forum Internazionale musulmano. Da Israele il rabbino David Rosen, direttore internazionale degli affari interreligiosi del Comitato ebraico americano. Dall’Iraq, il patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël I Sako. Dal Meeting l’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, sul palco con il moderatore Roberto Fontolan, direttore del Centro internazionale di Comunione e Liberazione. L’enciclica ha innescato riflessioni e dialoghi in diversi contesti geo-politici e religiosi, ben oltre il mondo cattolico, come forse mai prima, che la pandemia non ha interrotto e che segnano, come ha detto Fontolan, un “prima e un dopo”. «Nell’enciclica – ha esordito il rabbino Rosen – in particolare nel libro della Genesi- l’uomo è creato a immagine di Dio. I profeti sottolineando che tutti abbiamo uno stesso padre, e in alcuni come Malachia e Isaia è esplicitato che non si tratta solo degli appartenenti al popolo eletto, ma dell’umanità intera. Da cui l’amore anche per lo straniero e per lo sconosciuto». Per Rosen il dialogo interreligioso è innanzitutto essenziale per approfondire la propria stessa fede. Non bisogna però pensare che tutte le soluzioni ai problemi nascano dall’interno del proprio orizzonte identitario: dobbiamo dimostrare insieme, ha detto in sostanza, l’amore per il prossimo e per la creazione. L’imam traduce l’enciclica L’imam Damir è rimasto così colpito dalla lettura della “Fratres omnes” che l’ha tradotta (in russo) e fatta pubblicare. «È per noi straordinario che l’incontro con il mondo musulmano abbia ispirato papa Francesco a scrivere questo documento». Damir ha lavorato alla traduzione accanto al capezzale dell’anziana madre ammalata, accompagnandola alla morte, e avendo sempre in mente le sofferenze e i dolori di tanta gente nel mondo: così ha sentito bruciare sulla propria
pelle, condividendolo profondamente, l’appello del papa alla “fraternità e all’amicizia sociale”. E ha ammonito: «Mai politicizzare la religione». Conforto e speranza. Ecco il dono che Francesco e la sua enciclica hanno fatto alla gente irachena. «Un’indicazione e un sostegno – ha detto nel suo breve intervento il patriarca da Bagdad – a tornare alla fonte della propria fede e della comune umanità. Perciò non vendette, ma riconciliazione; non settarismi ma profondo rispetto per tutti». Senza mancare di ammonire noi occidentali: «Egualmente bisogna superare l’individualismo consumistico». Per il cardinale Zuppi l’enciclica è «la grammatica per imparare a parlarci da fratelli. E la pandemia è l’opportunità di convincerci che non c’è futuro senza l’incontro con l’altro, perché non ci si salva da soli. Il fanatico non è un vero religioso ma un bestemmiatore». Uniti per l’Afghanistan Zuppi ha messo in guardia da considerare queste riflessioni di fondo un’astrazione: «È pure realismo. Tant’è che possiamo fare battaglie comuni, per esempio per l’abolizione della pena di morte e per la creazione di corridoi umanitari per salvare le vittime dei conflitti». «Non possiamo restare indifferenti – gli ha fatto eco l’imam Damir – alle sofferenze di quelle popolazioni. Dobbiamo averli presenti nei nostri cuori, pregare per loro, inseme, e aiutarli per tutto quanto è possibile». Damir si è spinto anche ad invocare l’apertura delle moschee per sostenetre le persone al di là di ogni appartenenza reliosa o nazionale. Un monito all’occidente è giunto anche dal rabbino Rosen, quando ha affermato che la responsabilità verso la comunità umana e verso il pianeta deve indurre tutti, e non solo le autorità costituite, ad evitare lo spreco delle risorse o lo scarto degli ultimi. L’invito è a cambiare gli stili di vita cui ci siamo abituati. Che si sia giunti a parlare di battaglie da condurre in comune è qualcosa di straordinario, che non deve sfuggire alla nostra attenzione. Segna veramente un passo avanti, almeno nel desiderio. Ma è proprio il desiderio il motore della vita privata e collettiva.
IL “MODELLO BRINDISI” PER LA PREPARAZIONE E RISPOSTA ALLE EMERGENZE UMANITARIE. Il Meeting di Rimini 2021 ospiterà, nell’Area Internazionale, una mostra dedicata alla Base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi organizzata in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Mostrando sotto una luce diversa gli oggetti che nel nostro quotidiano spesso passano inosservati, ma diventano importantissimi per chi ha perso tutto a causa di un una catastrofe naturale o di un conflitto, la mostra offrirà la possibilità di conoscere una sorprendente realtà parte dell’agenzia ONU World Food Programme (WFP) e finanziata dalla Cooperazione Italiana. UNHRD Brindisi negli anni si è affermata come un modello di partenariato e cooperazione per la preparazione e risposta alle emergenze umanitarie.
AREA INTERNAZIONALE PAD B1/B2
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[segue da pagina 1] - nella sua sproporzione e necessità perché anche noi sentiamo così la mancanza e vorremmo conoscere ancora quel di più che stiamo cercando. E vado un passo oltre: io - spagnola, che vengo al Meeting da 30 anni, all’inizio come ragazzina facendo diciassette ore di macchina per arrivare - mi sono mossa per una attrazione, e ancora per una simpatia gratuita che trovavo sfidante e drammatica nella esperienza del Meeting. Da allora, ogni anno, quest’anno specialmente, mi dà l’opportunità di verificare se l’esperienza cristiana, dalla quale nasce il Meeting, mi offre la sua pretesa unica: abbracciare le mie domande. Come dice un personaggio della serie TV West World, citato nella mostra Una domanda che brucia, io spero di dire attraverso incontri, mostre, spettacoli e lavoro gratuito di tanti amici: «tu sei la prima cosa che mi sia capitata dopo tanto tempo». Lo spero da tanto tempo e lo continuo a sperare ora con i miei contemporanei. Guadalupe Arbona Abascal
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EDITORIAL
The voice of the heart di Guadalupe Arbona Abascal There is no doubt the crisis of our time has shattered many certainties and things we thought would last forever. So, we ask ourselves: what is happening? Questions arise little by little, as we listen to other people, those who have the courage to break the silence. Where is our world going? Why illness? And death? Is it possible for us to start over? How can we face the wounds we feel inside ourselves and we see around us? What about this sadness? Who are we? Nowadays, we hear these questions everywhere, these same questions we were ashamed to ask ourselves in front of everyone a short time ago - and indeed we hid a little not to reveal our own weaknesses: we hear them asked by rappers, influencers, characters in TV series. The
Rimini Meeting is not afraid of these questions, on the contrary they stand at the centre of its purpose. And so it offers them to Italian society and to the world as a whole, as the foundation of how to start over. The Meeting resounds with these whispered, sung or shouted questions: they are the dramatic and intelligent emotions that make up a person, or, the most intimate and truest expressions of oneself. How could we not hear Pasolini’s prophetic statement: ‘Something is always missing, there is a void in all my thoughts’ (Io, P.P. Pasolini), or the nostalgia Jules feels for a mother’s love in her troubled life (A Question that Burns). How can we not embrace the question of Edith Bruck who asks herself - after all her suffering at Auschwitz - “what allowed me not to hate?” (The Crack and the Light). And Lady Gaga’s question arouses something inside us: ‘Tell me something, girl, are you happy in this modern world or do you need more? Is there something else you’re searching for?”. The Rimini Meeting wants to meet
anyone who feels this way about life – those who feel this longing. We feel the same way and we would like to find that “something” we are searching for. I’ll go one step further: I - a Spaniard, who has been coming to the Meeting for 30 years now, first as a young girl, driving seventeen hours to get there because I was fascinated by something, and then because of a gratuitous sympathy that I found challenging and dramatic in the Meeting experience. Since then, every year, this year especially, gives me the opportunity to verify whether the Christian experience, from which the Meeting is born, offers me its unique claim: to embrace my questions. As a character from the TV series West World says, quoted in the exhibition A Burning Question, I hope to say through meetings, exhibitions, shows and the free work of so many friends: “you are the first thing that has happened to me in a long time”. I have hoped this for a long time and I continue to hope it now with all the people of my time.
MilanoSesto
SCOPRILO A
#MilanoSesto
AL PADIGLIONE C2
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INCONTRI
Relazioni internazionali alla prova Crisi afghana, Covid, ambiente: per la comunità mondiale aumentano le sfide e l’urgenza di un’azione coordinata e cooperante di Sara Spimpolo Il 2020 per le istituzioni internazionali è stato un anno di svolta: l’epidemia da coronavirus ha aggiunto nuove sfide agli obiettivi del multilateralismo. Di come queste siano state affrontate si è parlato nell’incontro: “Il rinnovato impegno delle istituzioni internazionali e del multilateralismo alla prova del Covid”. L’evento, svolto in collaborazione col ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale, con la moderazione del presidente del Meeting Bernhard Scholz, ha visto gli interventi del ministro degli esteri Luigi Di Maio, della presidente B20 Emma Marcegaglia, e del presidente di Croce rossa e Mezzaluna rossa Francesco Rocca, con un breve saluto introduttivo del segretario di stato per gli affari esteri della Repubblica di San Marino, Luca Beccari. Marcegaglia: «Stati e organismi devono sviluppare la cooperazione» «La pandemia ha acuito dei processi già in corso: dall’aumento delle disuguaglianze dal punto di vista sociale, a nazionalismo e populismo a livello geopolitico – ha esordito Marcegaglia – I nostri successi (abbiamo trovato i vaccini in un anno) e i nostri insuccessi (primo fra tutti, oggi, l’Afghanistan) ci dicono che la soluzione ai problemi può essere trovata solo attraverso cooperazioni multilaterali. Covid, clima, crisi internazionali, povertà: oggi tutti i problemi sono globali e devono essere affrontati attraverso la cooperazione, lavorando tutti insieme». Marcegaglia ha continuato ricordando come G20 e B20 (il G20 delle imprese) siano un’occasione importante per l’Italia, per mostrare la propria leadership a livello internazionale. «Se il 2021 è l’anno del ritorno alla crescita - ha concluso - allora questa deve essere più sostenibile, a livello ambientale e sociale e proprio come B20 stiamo lavorando per individuare priorità e proposte concrete concordate tra gli Stati e finalizzate a sostenere la crescita. Dobbiamo tornare ad avere mercati aperti, giusti ma aperti». Gli obiettivi della presidenza italiana nel G20 Delle tensioni geopolitiche pre-Covid aggravate dalla pandemia ha parlato
Di Maio sull’Afghanistan: «L’ Italia c’è» «L’Afghanistan negli ultimi venti anni ha rappresentato una delle principali sfide per il multilateralismo. Ora, però, il collasso repentino del suo governo e delle sue istituzioni ci deve innanzitutto interrogare sugli errori commessi e spingerci a relazioni più stringenti con i nostri alleati a partire proprio dall’alleanza occidentale, che non possiamo mettere in discussione. Crisi come questa non possono che essere affrontate rafforzando il multilateralismo, che è la modalità che da sempre contraddistingue l’azione dell’Italia nelle relazioni mondiali». Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio interviene (in collegamento) al Meeting e traccia le linee dell’impegno italiano in questa fase di crisi afghana. Questi gli obiettivi: proteggere i civili (in una settimana il nostro presidio ha permesso l’evacuazione di 1600 afghani), garantire l’accesso umanitario al Paese mediorientale, lavorare per una risposta comune dell’Europa sull’immigrazione, per non permettere che vadano perse le conquiste degli ultimi venti anni (per esempio i diritti delle donne), per un contrasto internazionale al terrorismo e al traffico di droga. «Con il Presidente Draghi - ha inoltre detto Di Maio - stiamo operando perché nelle prossime settimane si possa svolgere un G20 straordinario sul problema afghano. Il G 20 è la sede naturale per rendere concreto il multilateralismo. Riunisce Paesi che insieme valgono l’80% del Pil mondiale e contano il 60% della popolazione. Sono presenti anche Cina, Russia e India. Soluzioni comuni ai problemi globali non possono che passare da lì». Così come, ha aggiunto il ministro, devono essere coinvolte le istituzioni internazionali a tutti i livelli (per quanto riguarda l’ONU è urgente la riforma del Consiglio di Sicurezza). «L’Europa - ha detto - sta per dare vita alla Conferenza sul suo futuro, che dovrà servire per individuare soluzioni e politiche comuni, oltre che riforme che possano rendere più incisiva la sua azione». Ma risultati concreti, come la riforma del meccanismo di veto sulla politica estera, ha aggiunto, possono arrivare dalla Conferenza «se l’opinione pubblica avrà un ruolo attivo dimostrando maggior consapevolezza della sua importanza e partecipando attivamente ai processi». P. C.
anche il ministro Di Maio, che ha fatto il punto anche riguardo l’Afghanistan. Per il ministro la sfida Covid è stata ben affrontata dall’Italia nel contesto internazionale. Ha ricordato infatti come il governo abbia partecipato al programma Covax, donando 11 milioni di dosi ai paesi più poveri, e sia stata traino in Europa per lo sviluppo del Next generation Ue. Adesso la sfida per l’Italia è quella della presidenza del G20 nel 2021. «L’Italia vuole essere protagonista nella transizione climatica e digitale – ha detto Di Maio – e con la dichiarazione di Matera ha confermato il suo impegno nell’obiettivo ‘fame zero’ dell’agenda 2030 dell’Onu». Più critico nei confronti del ruolo della comunità internazionale il presidente Rocca, che ha denunciato i malfunzionamenti della gestione dei flussi migratori e i difetti del programma Covax: «In Africa il 98% delle persone non sono state vaccinate, e gli attacchi a ospedali e operatori umanitari sono aumentati. «Bisogna dirlo – ha concluso – il multilateralismo al tempo del Covid non ha funzionato. Eppure ce n’è tanto bisogno, oggi più che mai». Sassoli: «Più sovranità all’Europa» E delle nuove sfide a cui chiama il mondo globale ha parlato anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nell’incontro ‘Europa, nazioni, regioni – la verticalizzazione del potere’. «Non sfugge a nessuno – ha detto – che la crisi del Covid, così drammatica e profonda, costituisca uno spartiacque fra un mondo che ci è noto, che abbiamo imparato a conoscere, e una scena nuova. Ma non dobbiamo avere paura della crisi. A noi europei oggi è chiesto di partecipare a scrivere le regole del mondo globale. E ne abbiamo la possibilità perché siamo ancora in grado di connettere la responsabilità individuale ad uno spazio plausibile, e questo spazio è la dimensione europea. Lo avevamo capito anche prima della pandemia: solo la sovranità comune europea può consentire di dare senso e respiro alla sovranità nazionale». «È questo per me – ha concluso – il coraggio di dire io».
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IN FIERA
Il Meeting in salute
Medici, infermieri e volontari agli ingressi e accanto alle sale tra pronto soccorso e prevenzione di Giorgio Garrone Il servizio medico e infermieristico è una presenza indispensabile e storica al Meeting, assicurata giornalmente da una cinquantina di operatori fra medici, infermieri e personale sanitario e di pronto soccorso, garantito dagli uomini e dalle donne delle Misericordie. Un’attività estesa quest’anno anche ai controlli sanitari agli ingressi dei visitatori in fiera. Servizio medico e controlli tamponi «Il presidio medico – annota Antonio Boscolo, responsabile del servizio nel padiglione B0 - è garantito con una turnazione di cinquanta persone fra medici e infermieri in Hall Sud, da un presidio all’ingresso Ovest. Visitatori e volontari, a seconda delle richieste e necessità, vengono sottoposti a tampone rapido con una apposita area di accettazione e controllo. Infine, in auditorium, e nelle sale dove si registra un maggiore afflusso, è sempre presente il personale di primo soccorso». «L’assistenza attraverso i volontari – sottolinea ancora Antonio Boscolo – è estesa a tutti i visitatori, gruppi famigliari, giovani e persone anziane che popolano gli stand e le sale incontri». «L’attività silente degli operatori medici a volte passa inosservata ma è una presenza attiva – sottolinea Diana Chiezzi, responsabile organizzativa – per garantire una pronta assistenza ad una manifestazione di grande impatto di pubblico come il Meeting. Medici e infermieri, tutti volontari, sono in collegamento con l’ospedale e l’Asl con i quali sono stati sottoscritti appositi protocolli. Oltre agli interventi di primo soccorso quest’anno sono in media duecento i tamponi rapi-
Oggi in Fiera il camper dei vaccini La Asl Romagna ha indetto una campagna itinerante di vaccinazioni aperta non solo ai residenti ma anche ai turisti italiani presenti in Riviera. Un camper sta facendo varie tappe in località per vaccinare quanti lo desiderano e ne abbiano necessità. Oggi pomeriggio, dalle 12,30 alle 16,30, il camper della Asl farà sosta all’ingresso principale della Fiera. Chiunque potrà farsi vaccinare presentandosi munito di tessera sanitaria e documento di identità. La compilazione dei moduli sarà fatta sul posto. Verranno usati i vaccini Moderna (la prima dose) o J&J in monodose per gli over 60, che potranno così immunizzarsi in un’unica seduta. Per accedere al Meeting occorre essere in possesso di Greenpass, registrato sulla app o, in alternativa, sottoporsi a tampone, effettuabile presso l’ingresso Ovest al momento di entrare. Oggi è atteso in fiera il ministro della Salute Roberto Speranza che parteciperà all’incontro su “Nuovi sistemi sanitari nel mondo” (ore 17 Sala Generali B4) G.B.
di che vengono fatti giornalmente per garantire l’afflusso del pubblico in sicurezza». Un surplus di pratiche mediche individuali da svolgere con la necessaria perizia. Volontari “azzurri” agli ingressi Volontari in maglietta azzurra, trenta in ciascuno dei tre turni per coprire l’intero arco della giornata, presidiano gli ingressi (Sud e Ovest in particolare) per controllare la correttezza dei dati inseriti nella App necessaria ai visitatori per poter accedere al Meeting. Un primo filtro utile per poter monitorare la situazione. Angelo Bedini è il responsabile del gruppo della fascia pomeridiana: «E’ un’attività delicata - spiega - per la quale è richiesta particolare pazienza. I volontari naturalmente agevolano il flusso del pubblico attraverso i varchi e aiutano a scaricare o a completare l’inserimento dei dati nella App. Quando non è possibile, o quando si verificano criticità, le persone sono invitate a ritornare o eventualmente a sottoporsi al tampone. Anche per gli ultimi giorni il suggerimento è quello di controllare il corretto utilizzo della applicazione per non incorrere in disagi». Le Misericordie La confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia è presente da sempre al Meeting con le divise e le polo azzurre. Gli operatori volontari provengono da varie sedi italiane. Si tratta di un servizio sempre più indispensabile e svolto in maniera altamente professionale. Il personale, supportato dai medici, interviene sempre con ausili tecnici di pronto intervento e strumentazioni di controllo all’avanguardia. Un’attività preziosa che
ha un particolare significato etico in quanto svolta con dedizione, umanità e gratuità. Abbiamo avvicinato il coordinatore delle attività delle Misericordie al Meeting, Israel De Vito: «La nostra è una confederazione fondata oltre 700 anni fa a Firenze e da trentacinque anni siamo amici del Meeting. Le nostre sedi sparse, oltre che in tutte le regioni italiane, sono presenti in varie aree del mondo: a causa di conflitti e carestie i volontari delle Misericordie rispondono a svariati bisogni di assistenza; penso – aggiunge - alla recente situazione in Afghanistan, ma pure in altre situazioni «calde» del globo e, non da ultimo, il primo soccorso ai migranti e agli sfollati in fuga da cruenti conflitti bellici». Per richieste e necessità il punto medico è disponibile al 348 0140746, dove è di servizio un operatore sanitario per tutta la fascia oraria di apertura del pubblico. Presidi medici in pillole Servizio medico: Spazio B0 Hall Sud 50 medici e infermieri (25 nell’edizione 2019). Area tamponi: Hall Ovest strutturata in sala d’attesa, area tamponi, area esito con differenti uscite per positivi e negativi. Presidi auditorium e sale incontri: presso gli spazi a maggiore affluenza di pubblico è presente personale sanitario per casi di pronto intervento durante le assemblee. Controlli “Green Pass”: presso tutti i varchi di accesso (in particolare Hall Sud e Ovest) sono presenti volontari per i controlli di App e Green Pass per il corretto accesso in fiera
Banco farmaceutico: una storia (e una cura) che continua di Gigi Brioschi Non pochi quando furono invitati alla prima Giornata della raccolta del farmaco, promossa dal Banco farmaceutico, pensarono a una versione “medicinale” della Colletta del Banco Alimentare. Sono trascorsi ventuno anni da allora e il Banco farmaceutico è ora una fondazione che opera non solo a livello nazionale, ma anche in quattro sedi estere.
Il Banco farmaceutico è presente al Meeting con una mostra sulla propria storia, agile ma aperta all’approfondimento. Una scansione temporale degli avvenimenti dal 2000 fino a quest’anno. Si è iniziato con la Giornata della raccolta, poi nel 2012 venne aperta la via delle donazioni aziendali, l’anno dopo il recupero dei farmaci validi nelle farmacie. In totale quasi 12 milioni di
confezioni donate e ridistribuite a enti assistenziali. Successivamente nel 2016 le donazioni, su richiesta di istituzioni internazionali, a Grecia Libia e Venezuela colpite da crisi umanitarie. La pandemia ha poi messo a dura prova il Banco farmaceutico. In questi mesi si è impegnato anche nel rispondere all’emergenza sanitaria. Molti enti assistenziali sono stati messi
in condizioni di estrema difficoltà, a volte addirittura impossibilitati a continuare. All’attività tradizionale il Banco ha affiancato progetti di sostegno alle realtà assistenziali, in alcuni casi anche a ospedali in grave difficoltà, e a persone in stato di povertà. Lo scorso anno i volontari sono stati ricevuti in udienza privata da papa Francesco, che li ha ringraziati per vent’anni di impegno silenzioso e prezioso.
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IN FIERA Nel padiglione C4 il banchetto e la mostra della San Carlo, quest’anno dedicata alla figura di San Giuseppe
Presenza viva, compagnia vera Da anni seminaristi e sacerdoti della Fraternità fondata da don Massimo Camisasca tessono di incontri la vita tra gli stand. Ora con loro un gruppo di missionarie di Matteo Rigamonti Chissà cosa proverebbe il fondatore, don Massimo Camisasca, oggi vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, visitando lo stand della Fraternità San Carlo (C4), con la sua mostra “O Felice virum!”, dedicata alla figura dell’uomo felice, San Giuseppe, sposo di Maria e genitore del Salvatore, nonché patrono della Fraternità oggi guidata da don Paolo Sottopietra. Chissà quali sentimenti attraverserebbero l’animo di colui che padre è stato, e lo è ancora, di «una famiglia in due istituti», come ha definito il rapporto tra la Fraternità e le Missionarie di San Carlo che, dopo il riconoscimento dieci anni fa, dal 2019 godono di un governo, indipendente dai confratelli maggiori sacerdoti, ora affidato alla superiora suor Rachele Paiusco. Due fioriture, l’una già rigogliosa, l’altra solamente più giovane, che sbocciano da un unico ramo, proprio come i due germogli che spuntano dal bastone del nobile falegname nell’iconografia che campeggia sullo sfondo, alle spalle del bancone, dove è possibile, come ogni anno, rinnovare l’abbonamento a “Fraternità e Missione”, la loro rivista (in omaggio c’è la maglietta con la stampa del tema della mostra). Innanzitutto uomini (e donne) «Volevo essere felice come quel mio amico che stava per entrare in seminario», racconta un novello prete testimoniando le ragioni di una fede, maturata tra le scuole superiori e l’università e vissuta con pienezza fino al sorgere della vocazione, di fronte agli occhi sgranati di quanti sostano ad ascoltare quello che è solo uno tra i tanti incontri che quotidianamente animano il programma del giorno (lo potete consultare sul sito internet Sancarlo.org o in loco sulla lavagnetta appesa a una colonna all’interno dello stand). «E sentivo anche che quella strada poteva essere per me», prosegue il giovane uomo. Un uomo di cui Dio ha avuto bisogno, di lui come di quel centinaio di sacerdoti missionari che popolano, in gruppi di almeno tre, una moltitudine di case sparpagliate per una ventina di paesi in più d’un continente. Ora c’è anche un gruppo di missiona-
sa forza: tanto il ragazzino che sfreccia libero sullo skateboard quanto l’anziano e barbuto presbitero che si avvicina per salutare concisamente una giovane suora. Caldi sorrisi e occhi vivi sorgono dietro le mascherine, che proprio non riescono a celare la grandezza di cuori avvinti alla presenza, palpabile, del Mistero. Sembra quasi di essere in chiesa. Dio fatto carne nelle membra di giovani donne, e uomini, che colpiscono per maturità e intelligenza, attenzione e capacità di accogliere. Ma osservandoli in azione si capisce che non stanno in piedi da soli, non brillano di luce propria: a sostenerli è proprio la fede. È la ricchezza di una storia, viva, che parte lontano.
rie (17 professe definitive, 8 temporanee e 7 novizie) che vivono, come loro e con loro, la passione per la gloria di Cristo nel mondo. L’origine di una diversità È una capacità di incontro, ascolto
e abbraccio sorprendente quella che si percepisce, quasi magneticamente, avvicinandosi allo stand della Fraternità San Carlo in Fiera a Rimini. È così da anni ormai. Sembra che quando passano di lì, i visitatori siano come attratti da una misterio-
Sulla panchina in silenzio Il bel clima che si respira nei paraggi del temporaneo distaccamento della San Carlo presso i padiglioni – dove a dar man forte ai giovani seminaristi e alle novizie che governano sicure lo stand ci sono persino laici storici dell’amministrazione – si alimenta, almeno a tratti, di uno strano silenzio. Qualcuna lo cerca anche appartandosi con discrezione su di una panchina per preparare l’imminente testimonianza. Forse è il «silenzio di San Giuseppe», come si legge, sfogliando nel quartino che approfondisce i contenuti della mostra, in una citazione di Benedetto XVI; un silenzio che «non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione». Una citazione che segue quelle di Francesco, Giovanni Paolo II, Bernardo di Chiaravalle, Adrienne von Speyr… quasi fossero una compagnia di giganti nella fede, a loro volta stupefatti testimoni del «segreto della grandezza di Giuseppe», notato da Paolo VI. Quale segreto? «L’aver fatto della sua vita un servizio, un sacrificio, al mistero dell’Incarnazione e alla missione redentrice che vi è congiunta». Che bello avere uomini e donne così come compagni di viaggio nel cammino al Destino.
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lunedì 23 agosto 2021
La domanda di Pasolini IN MOSTRA
Lettura originale dello scrittore definito da Giussani “l’unico intellettuale cattolico italiano” di Giuseppe Bianchini Pasolini muore in circostanze cruente alle porte di Roma il 2 novembre del 1975 e con questa semplice e inequivocabile espressione disse di lui, l’indomani della sua morte, don Luigi Giussani. La sottolineatura non è ovviamente sull’aspetto confessionale. In un passaggio di una video intervista con il giornalista Enzo Biagi, Pasolini afferma di rifiutare come “retorica vuota” la riduzione consolatoria e pietistica della religione e di avere necessità invece di un cristianesimo che sia come quello che emerge nella semplice crudezza delle pagine evangeliche. Forse dovremmo usare la parola “cattolico” come sinonimo di “uomo integrale” che affronta cioè la sfida della vita. La mostra del Meeting, proposta da CasaTestori, è quindi una sfida. Già lo si evince dal titolo che ha la formulazione di una domanda. Pasolini ha scosso la sua epoca e può scuotere anche noi con i suoi interrogativi. Ne abbiamo bisogno. Pasolini è, e rimane, una domanda aperta, viva e non retorica, nella nostra storia italiana, sia per la sua statura di intellettuale di ampio respiro e poliedrico tra poesia, cinema, letteratura, saggistica e giornalismo, sia per la profondità drammatica delle ferite che ha indicato in sè e nella società italiana. Era necessario quindi, restituire vitalità e immediatezza alla sua persona e alla sua opera. Per fare ciò la scelta di fondo è stata quella di presentare lui e soltanto lui, come in una finestra aperta nel passato. Far parlare Pasolini e non parlare di Pasolini. Perché lui è ancora una parola che smuove e brucia e nell’opera al Meeting soprattutto ci sono la sua voce tagliente e il suo volto. Ecco perché i visitatori della mostra, come indicano i curatori, sono interpellati a immedesimarsi direttamente con il nostro autore, che con video e narrazioni si offre alla commossa attenzione di chi decide di stare alla provocazione di una presenza affascinante ma anche scomoda; come appunto sono scomode le domande se si insinuano nel personale vissuto. L’immedesimazione è il metodo e il guadagno della partecipazione alla visione della mostra. La mostra segue un itinerario ponendo un arco ideale della sua vita a partire dal-
L’amico Testori Alcune volte si incontrano elementi che farebbero pensare ad una mostra nella mostra. È la grande impressione che si ha entrando nella quarta stanza della esposizione dedicata a Pier Paolo Pasolini al Meeting. Nel clamore generato dalla morte di Pasolini solo una voce si elevò dal polverume dei commentatori dell’epoca e fu quella del drammaturgo Giovanni Testori, che pubblicò un articolo a riguardo sul settimanale L’Espresso. Difficile esporre in poche parole il pathos di quell’accorato documento offerto all’ascolto. Sicuramente colpisce la prossimità di Testori al suo amico Pasolini
con il quale condivideva molti aspetti: l’omosessualità, il complesso rapporto con la figura materna, la statura di altissimo intellettuale, la lotta al sistema di potere omologatore, il riferimento ad alcuni elementi culturali.Principalmente va sottolineato che la preziosità della sua testo sta nell’averci posto questa domanda “Cosa lo spingeva, la sera o la notte, a volere e a cercare quegli incontri?”. Pasolini va fino alla morte per cercare qualcosa. È morto per quel qualcosa.Da un fatto di sangue il genio di Testori pone la questione sul desiderio del cuore dell’uomo. G.B.
Letture in diretta Francesca Radaelli, storica dell’arte e collaboratrice dell’associazione culturale Casa Testori, è una dei curatori della mostra pasoliniana. A destra dell’ingresso, ecco un box di performances letterarie dove si alternano attori professionisti o dilettanti o piuttosto anche semplici amanti dell’intellettuale friulano. Per dieci ore al giorno e per i cinque giorni del Meeting si trasmettono, nella quasi totalità in streaming, letture di testi di Pasolini. Una sfida mai tentata prima nei riguardi di uno scrittore. Francesca Radaelli spiega le ragioni di questa novità: la proposta del box di
diretta streaming “nasce dall’idea stessa della mostra di Pasolini e cioè presentare solo lui, la sua voce e il suo volto per restituire integralmente la sua grandezza a coloro che accettano la proposta della lettura”. Sempre la curatrice: “le persone che hanno partecipato allo streaming tornano a dire della commozione e della ferita che si apre, la stessa ferita di Pasolini che è quindi personale ma che ha una valenza collettiva”. Un popolo nasce solo così, dietro ad un gigante capace di evocare le profondità del cuore di ciascuno. G.B.
le origini familiari e culturali, fino al tragico epilogo del suo misterioso omicidio. Nelle parole di uno dei curatori, Davide Dall’Ombra di CasaTestori, emergono i punti cardine del perchè presentare Pasolini al Meeting di Rimini. “Lui ha la capacità di spaccare le false certezze con la potenza delle immagini che evoca”, e ancora “va guardato non tanto per le risposte che dà, nella sua vastissima produzione ha detto tutto e il contrario di tutto, va guardato invece per le tante domande che è in grado di generare”. Pasolini è un testimone ferito del nostro cambiamento d’epoca, ne è un preconizzatore. Vive nella sua carne molte contraddizioni: l’omosessualità, il rapporto complesso con la madre, il conflitto con il potere omologatore, ma “rispetto alla vita che ha amato ferocemente non ha fatto un passo indietro” continua il nostro intervistato, e questo è un passaggio “metodologicamente importante”. La figura umana di Pasolini che viene consegnata da Pasolini stesso è un passaggio che ogni spettatore della mostra è costretto a fare. Il passaggio dalla banalità e dalla superficialità della cultura/dittatura della società dei consumi (che ci coinvolge tutti) alla “elevazione del livello rispetto a tutto ciò che vede, qualunque cosa essa sia”. Il poeta non dice cosa si debba fare ma consegna gli strumenti, questa è la sua missione, perché ciascuno li usi.
lunedì 23 agosto 2021
E la mostra diventa digitale SOCIAL
In dieci minuti la possibilità di visite guidate anche da remoto su piattaforme online di Marta Bettiol Cosa succede alle esposizioni una volta che si spengono le luci del Meeting? «Ogni anno, alla conclusione della manifestazione, viene tutto smantellato, racconta Carlo Colombo, responsabile social media team del Meeting – Così, un paio di anni fa, è nata l’idea di creare un format social che potesse mettere in dialogo l’esperienza fisica delle mostre con le piattaforme digitali, preservando i contenuti e rendendoli sempre fruibili». Il risultato è un prodotto comunicativo di grande valore: in 10 minuti di IGTV, sulla pagina Instagram ufficiale, il team social riassume il punto centrale delle mostre. Il curatore si rivolge al singolo spettatore, e racconta il percorso di curatela, accompagnandolo passo passo all’interno dell’esposizione. In questa edizione la contaminazione tra fisico e virtuale non si ferma ai social, ma si amplia anche in sette mostre: “Vivere senza paura nell’età dell’incertezza”, “The Tree of Tales”, “Tu sei un valore”, “Io, Pier Paolo Pasolini”, “Una domanda che brucia”, “Costruttori di futuro. Quando il lavoro abbraccia la fragilità” e “Disruptive. La sfida di ricostruire”.
Un’opportunità per chi non ha potuto essere presente a Rimini
Il punto di fuga digitale «Nel 2020, a causa della pandemia, ci siamo trovati di fronte ad un dilemma esistenziale nel percorso di curatela spiega Alessandra Vitez, responsabile del dipartimento mostre del Meeting - Come potevamo far vivere un’esperienza ai nostri visitatori senza che loro potessero venire in fiera? Da qui è iniziata la contaminazione tra gli allestimenti fisici e i supporti digitali, che abbiamo intenzione di mantenere anche nelle prossime edizioni. Che cosa dobbiamo preservare di una mostra quando la si priva dell’esperienza sensoriale e fisica degli allestimenti? L’originalità del conte-
nuto, il percorso culturale costruito dal comitato scientifico, dai curatori, dagli architetti, che poi sfocia nelle esposizioni in fiera». Lo storytelling diventa centrale nella comunicazione dei contenuti online, e richiede un’essenzialità del messaggio che permette di sintetizzare l’anima della curatela in pochi passaggi, arrivando al cuore del visitatore anche attraverso uno schermo. «L’incontro tra curatela e digitale - aggiunge Vitez - è un’opportunità di ricchezza perché pone nuovi limiti che stimolano la creatività: per coinvolgere serve creare un universo narrativo dove poter raccontare una storia, dove il visitatore può vivere virtualmente l’esperienza della mostra. Il digitale diventa la finestra attraverso cui noi riusciamo a far intravedere scenari, in cui poi lo spettatore decide di immergersi». Il punto di incontro tra le mostre e il digitale diventa il punto di fuga che permette di entrare nelle esposizioni anche senza fare esperienza dell’allestimento, segnando il punto di inizio di una grande storia ancora da scrivere. Disruptive, la mostra design centred La massima espressione della commistione tra mostre e digitale si realizza in “Disruptive. La sfida di ricostruire” (padiglione C3), organizzata da un gruppo di studenti del Politecnico di Milano. L’esposizione è ispirata al percorso di Sergio Marchionne alla guida del gruppo FCA ed al suo metodo di ricostruzione. «Abbiamo voluto progettare una mostra che fosse transmediale, su più canali di comunicazione e diversi supporti, - spiega Andrea Silvano, digital exhibition developer - Con un linguaggio coordinato e fruibile su più livelli di significato, il visitatore può sfruttare la visita guidata in fiera, ma può anche accedere ai contenuti multimediali sulle piattaforme online». Tutto il percorso espositivo è progettato in funzione dei contenuti digitali: dalle interviste di approfondimento a John Elkann, Mario Calabresi, Dario Odifreddi allo sviluppo del percorso web, fino alle singole infografiche animate che sono poi state trasportate in versione cartacea in fiera. «Il nostro - aggiunge Andrea Silvano - è stato un percorso di ricerca, studio e reiterazione. Progettando una mostra digitale, vogliamo porre le basi per una discussione sulla potenzialità del digitale come veicolo di esperienze culturali».
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INCONTRI Il viaggio dell’io, la nostra avventura
Il mondo legge Dante
La modernità dell’autore della Commedia a 700 anni dalla morte di Daniele Ragno Il peso insostenibile dei volumi danteschi è un ricordo indelebile per chi ha vissuto gli anni delle superiori. Pagine ingiallite fitte di versi da imparare a memoria, assegnate per compito a studenti costretti a misurarsi con il pensiero di un autore apparentemente estraneo e certamente di non facile comprensione. Questo approccio negativo all’opera di Dante attendeva qualcuno capace di riproporre quelle parole mal sopportate in gioventù. Gli interventi di Ron Herzman, Vittorio Montemaggi, Brian K. Reynolds e Filippo Gianferrari, docenti di alcune delle più importanti università del mondo, hanno offerto una lettura
appassionata e moderna del pensiero del sommo poeta. Il dialogo con Emilia Guarnieri e Marco Aluigi ha approfondito le domande che, urtando e (com)muovendo il nostro io, ci avvicinano all’autore della Commedia. Perché oggi Dante può muovere l’io? Il poeta fiorentino racconta l’esperienza umana nella sua universalità, è capace di «evocarne il punto infiammato, penetrando nel punto sorgivo della verità umana: il desiderio». “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, sin dalle prime terzine dell’opera ci scopriamo compagni di cammino, noi uomini costituiti da fragilità e da paure, afferriamo quella mano tesa verso il maestro Virgilio, ultimamente mossi
dalla povertà d’animo che vince sul nostro orgoglio e ci fa gridare «Miserere». Dante è consapevole di trovarsi di fronte a un bivio: fuggire dalla selva oscura oppure affrontare il proprio male. È una scelta di libertà che interroga noi stessi, il dramma dell’esistenza che ci rende fratelli l’uno dell’altro: decidere se scappare o andare verso il proprio inferno in compagnia di un altro a sostenerci, intraprendere un cammino umano verso il compimento del nostro desiderio. L’attimo immortalato dalla visione di Dio, che raccoglie in sé e mette in ordine “ciò che per l’universo si squaderna”. «Alla prima lettura ricordo di non
aver compreso nulla del testo - reagisce a fine incontro Elisabetta Conte, studentessa di Lettere all’Università Cattolica di Milano - ma una cosa è apparsa subito evidente: Dante é un uomo sempre alla ricerca di qualcosa di vero per lui, perché vuole mettersi nelle condizioni di guardare di più a ciò che gli accade, al mistero di quel che gli accade. Grazie a lui ho scoperto che l’unico modo per crescere realmente e per diventare grandi nella vita è avere qualcuno a cui affidarsi, essere curiosi e non avere paura di incontrare le persone, anche quelle più diverse da me, che sono tramite al destino».
Ciao sono Chim Chim!
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Perché c’è un futuro da costruire.
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INCONTRI Pupi Avati
«Dalla vita qualcosa di straordinario»
Nel dialogo con Otello Cenci, il regista anticipa il suo film su Dante di Valeria Vimercati «Seducente. Voglio fare un Dante seducente». Così Pupi Avati svela al Meeting, a due settimane dalla fine della lavorazione, il film che lui considera il più ambizioso della sua vita. Dante «che la scuola mi aveva fatto odiare soprattutto nella sua fisicità, con il suo naso adunco, ritratto sempre di profilo», al quale poi «mi sono avvicinato grazie ad una sorta di password» Giovanni Boccaccio che nel 1350 viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro a Beatrice Alighieri, la figlia di Dante, monaca a Ravenna. «E questo
è, già di per sé, un film», soprattutto se a raccontarlo con tanto di sceneggiatura è il regista, produttore, sceneggiatore, scrittore, marito, padre, nonno e amico Pupi Avati. È stato tutto questo e molto altro, durante l’incontro di ieri dal titolo “I giovani, il talento e il maestro”. Dialogando con Otello Cenci, responsabile degli spettacoli del Meeting, Avati ha commosso la platea ripercorrendo l’ellissi della sua vita fino a condividere gli aspetti intimi e anche sofferti, in cui esperienze personali e professionali si intrecciano in una trama avvincente, incluso l’oggi del
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L’energia non si muove da sola. Noi di Terna siamo il più grande operatore indipendente europeo di trasmissione dell’energia elettrica e la portiamo in tutta Italia, a beneficio di persone e imprese. Con soluzioni innovative lavoriamo per garantire alle prossime generazioni un futuro veramente sostenibile, alimentato da fonti rinnovabili e senza emissioni inquinanti. Perché l’energia è un diritto di tutti. E il nostro dovere ogni giorno.
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«momento terribile della vecchiaia. Ma ecco perché credo, perché c’è una parte di me che non vive questa consumazione, questo degrado». La crisi del cinema italiano nella dimensione della narrazione, «la prossima Mostra del cinema di Venezia ha almeno cinque titoli che sconfessano questa mia considerazione», è conseguenza di una mancanza di creatività e ambizione, che non riguarda solo il cinema ma l’intero Paese. «Da noi dibattiamo del green pass mentre a qualche migliaio di chilometri le mamme mandano i figli oltre2021-3 il muro per gaQUOTID. MEETING inserz.pdf
rantirgli un futuro migliore». Poi un invito: «Comunque vadano le cose, conviene aspettarsi dalla vita qualcosa di straordinario». Ed è importante, e non scontato, trovare un lavoro che ci permetta di dire chi siamo, attraverso quello che facciamo. E confida: «Io mi preparo sempre il discorso di ringraziamento per l’Oscar, anche se non lo vinco». In bocca al 2 04/08/21 16:05 lupo, maestro!
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COSTRUTTORI DI FUTURO
Insieme per il lavoro
Una nuova opportunità: «Quando qualcuno la coglie facciamo festa» di Marouen Bejaoui e Gianni Mereghetti “Insieme per il lavoro” è un progetto che nasce nel 2017 a Bologna grazie al cardinale Matteo Maria Zuppi e al sindaco di Bologna, Virginio Merola, e investe la città metropolitana in forza della collaborazione tra Comune, Città Metropolitana e Arcidiocesi di Bologna. È un progetto che ha come scopo l’inserimento nel mondo del lavoro di persone sia giovani sia adulti scarsamente autonome nella ricerca di occupazione. «Quello che facciamo – dice Martina che lavora nel progetto – non è assistenzialismo, noi diamo alle persone che incontriamo degli strumenti per lavorare su se stessi, per crescere come persone». «Alle persone che arrivano da noi e sono in difficoltà – aggiunge Sara, anche lei
un’operatrice del progetto – offriamo degli strumenti perché abbiano un’altra opportunità, una seconda chances. Per questo il nostro non è assistenzialismo perché proponiamo un percorso che uno deve fare se vuole afferrare una nuova opportunità di lavoro. Per questo vi è una condizione fondamentale, essere disposti a mettersi in discussione». Silvia sottolinea che con questo progetto si offre a tante persone l’opportunità di ritrovare la propria dignità che era andata persa. «Noi diamo una opportunità di crescita che chi si rivolge a noi deve saper cogliere » sottolinea Silvia. «Fare questo lavoro porta una grande soddisfazione umana - evidenzia Martina – con quello che faccio sento di aver contribuito alla rinascita di una persona e
quando qualcuno coglie questa seconda opportunità noi tutte facciamo festa, è uno di noi che ce l’ha fatta». «Questo succede - sottolineano Sara e Silvia - perché lavoriamo in team e noi grazie al fatto che ogni settimana ci troviamo a parlare di tutte le persone che aiutiamo scambiandoci informazioni di ogni tipo le conosciamo bene: tutte ci sono presenti!» La storia di Elena Elena è una donna che si definisce ribelle e testarda. Ogni lavoro, che si trovava a svolgere, era sempre deciso o dalle circostanze o dagli altri. «Incontrare Insieme per il lavoro – racconta Elena - è stata la possibilità di ricevere. Mi sono resa conto come, facendo star bene gli altri, sto
bene con me stessa. Insieme per il lavoro mi ha dato la possibilità di fare un corso da OSS, e sostenere tutte le spese che da sola non sarei mai riuscita a pagarmi. Ho trovato persone, che hanno creduto in una donna di 55 anni offrendole una nuova opportunità». Oggi Elena lavora in un centro diurno e di questo lavoro dice: «accolgo gli anziani, cerco di farli sentire amati ma soprattutto non soli, faccio cose semplici. Loro hanno bisogno di semplicità, di piccoli gesti: è nel dare che io sono felice perché sento di ricevere tanto, il mio non è un lavoro, è un dono che il Signore mi ha fatto.»
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IN FIERA
Talk
Impegno grato
Il lavoro che ci aspetta
Il racconto della quotidianità dei volontari del Meeting di Emilia Leban e Cecilia Rossi Tra piadine e bicchieri di sangiovese, al ristorante romagnolo Azdora, nell’area C3, c’è un giovane cinese che ripone nei cassetti le posate a fine turno. È un universitario che studia fisica in Germania. Per lui è la prima volta al Meeting come volontario. I convegni li segue per lo più in streaming grazie alle traduzioni in inglese. «Mi permettono di riflettere e trarre nuovi spunti su temi che non affronto all’università», confida. Insieme a lui due amiche e colleghe di studi. Una ha convinto i suoi amici a partecipare al Meeting: dopo averlo frequentato come ospite per anni, ha voluto viverlo per la prima volta da volontaria. «Sono stata sua tutor durante i primi anni di università e per un caso ci siamo ritrovati ad essere coinquilini», racconta l’amica. Vivendo insieme si sono trovati a condividere idee e opinioni scoprendo, nonostante le differenze culturali di avere molto in comune.
«Siamo entrambi cattolici e ognuno di noi aveva il desiderio di mettersi alla prova, essendo utile per gli altri». La voglia di partecipare alla buona realizzazione del progetto si respira in tutti i settori del Meeting. «È un lavoro duro, ma la gratificazione è sempre immensa». A parlare è Giorgio, di professione geometra, un veterano del lavoro volontario: «Sono 20 anni che vengo in Fiera e mi sono giostrato in tanti reparti. Se c’è bisogno di un servizio io dico di sì». Quest’anno dà il suo contributo all’ufficio atti, dove vengono gestiti i contratti. «In questa edizione ci siamo trovati solo in dieci in ufficio, ma questo non ci ha fermato. Sono stati diversi i ragazzi e le ragazze che si sono offerti come volontari improvvisati: come Eleonora e Giovanni che sono venuti in presenza a darmi una mano anche solo per poche ore. Il loro entusiasmo ha fatto la differenza».
I lavori che verranno. Sarà questo il tema odierno di “Talk”, il format a cura della Fondazione per la sussidiarietà, trasmesso in diretta alle 19 su Repubblica.it e nella Hall centrale della Fiera. Nell’ultimo decennio, stiamo assistendo ad un radicale cambiamento del mercato del lavoro dovuto principalmente al progresso tecnologico, alla globalizzazione, ai cambiamenti demografici e alla trasformazione ecologica. Tali fattori sono alla base della riorganizzazione dei processi produttivi, i quali impongono un cambiamento nelle modalità e nelle caratteristiche della domanda e dell’offerta di lavoro. Quale lavoro ci aspetta? Come affrontare le sfide in atto? Su cosa investire per un mercato del lavoro libero e inclusivo? Queste e altre domande saranno affrontate nella puntata attraverso analisi di dati, interviste e il dialogo tra gli ospiti. Interverranno Mario Mezzanzanica, professore di Computer Science and Engineering, università di Milano Bicocca; Sabina Nuti, rettrice Sant’Anna di Pisa; Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. Video dialogo tra Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica e Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati. Conducono Massimo Bernardini ed Enrico Castelli. Stefano Andrini
FUNDRAISING
Nel dono un perché di Gianni Mereghetti Fundraising (#DonaOra) è un team che ha qualcosa di speciale: ne fanno parte tre ragazze e due ragazzi che esplodono di vita, incontrarli fa vibrare di passione. Ognuno di loro chiede alle persone di fare una donazione al Meeting e a chi dona la ragione per cui lo fa, domandarlo è ravvivare la ragione che lo ha portato a fare il volontario. «Il Meeting è il gesto più bello – racconta Chiara –. Poter contribuire mi arricchisce. Ieri ho incontrato un ragazzo di 16 anni, prima volta che viene al Meeting. Gli ho chiesto perché ha fatto una donazione e lui mi ha risposto che ha voluto farla perché guardandosi intorno ha visto persone come lui». «Mi sono trovata a vivere questo gesto con altri, - dice Marta - e questa è una cosa bella. Un signore mi ha detto che ha voluto donare per fedeltà, ogni anno torna al Meeting e si sente a casa sua». «Un ragazzo, dopo aver fatto una donazione – spiega Luca – mi ha detto che era da parte di sua mamma. Per una gratitudine». «La mia stessa gratitudi-
ne!» aggiunge con impeto Luca. Andrea che è arrivato a fare il volontario perché si è fidato di un’amica racconta un aneddoto: «In un momento di confusione ci sono due persone, marito e moglie, lui è infastidito, la moglie gli dice che nella confusione devi vedere il singolo. Mi ha colpito che questa donna non si sia lasciata travolgere dalla confusione, il suo sguardo è stato capace di fissarsi sull’io». Laura ricorda che per lei il Meeting è uno dei fiori più belli nati dal movimento, un’occasione per allargare lo sguardo. «La gente viene a donare e questo ti stupisce sempre. Mi ha colpito un uomo che si commuoveva mentre diceva che era bellissimo donare». Luca sottolinea che le persone vogliono contribuire e racconta di una giovane donna che gli ha detto che il suo conto corrente è in rosso, ma ugualmente ha voluto donare. Laura dice che con il fundraising è cresciuta in lei la consapevolezza del valore del Meeting, la gratitudine nell’accorgersi che dopo questo lungo periodo di pandemia il popolo c’è.
Il tempo e i luoghi del coraggio
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SPETTACOLI
Mandulinata a Rimini Tre musicisti molisani interpretano la canzone napoletana di Davide Amata A Rimini la musica è sempre di casa. Questa sera alle 21, in sala Ravezzi, al primo piano della Hall Sud, va in scena il primo appuntamento di guida all’ascolto della collana Spirto Gentil dedicato alle canzoni napoletane di “Mandulinata a Napule”. Alla presentazione di un autorevole panel di relatori si affiancano i musicisti. Il curatore Pier Paolo Bellini, compositore e musicologo, conduce la serata, alla quale partecipano in collegamento il giornalista Giuseppe Corigliano, per parlare della componente umana e spirituale delle canzoni napoletane, e il musicista Ambrogio Sparagna, già presente al Meeting nelle edizioni del 2009 e 2011, grande conoscitore della musica popolare europea, alla quale ha dedicato diversi progetti negli
ultimi anni, tra questi “Le trincee del cuore” incentrato sui canti popolari nella Prima guerra mondiale. Ad eseguire dal vivo la selezione di canzoni dalla ricca tradizione musicale partenopea il Trio Napulammore, composto dai giovani molisani Francesco Santoro (voce e tammorra) a Osvaldo Caruso (chitarra) e Marco Aldovasio (mandolino). Il concerto verrà trasmesso anche in diretta streaming sul canale youtube del Meeting. La seconda serata della guida all’ascolto realizzata in collaborazione con la collana fondata da don Luigi Giussani è dedicata, invece, ai Preludi di Rachmaninov e vedrà come protagonista, insieme a Bellini, il giovane pianista Pietro Beltrani con ospiti i musicisti Nazzareno Carusi e Christopher Vath. Appuntamento martedì 24 agosto alle 21 sempre in Sala Ravezzi.
In piazza Tre Martiri
Il sogno di Giuseppe
La figura di San Giuseppe, patrono dei lavoratori, è protagonista dello spettacolo dal titolo “Il sogno di Giuseppe”, presentato dal Teatro de Gli Incamminati e scritto da Luca Doninelli, che andrà in scena questa sera alle 21:30 nell’Area Spettacoli Sgr in piazza Tre Martiri a Rimini. Sul palco l’attore Maurizio Donadoni con Walter Muto alla chitarra e Carlo Lazzaroni al violino e violino basso. Al centro della rappresentazione l’episodio del sogno di San Giuseppe, presente nel Vangelo di Matteo, riletto da Doninelli a partire da una semplice domanda: «Ma come avrà fatto quella notte Giuseppe a dormire?». La voce narrante sarà quella dell’arcangelo Gabriele, il portatore dell’annuncio. «Mi sono convinto – spiega lo scrittore – che tutto ciò che Dio aveva fatto nei secoli col suo popolo fosse servito a produrre un uomo così giusto, così integro, così uomo da dormire quella notte come tutte le altre notti». Una replica dello spettacolo è in calendario per la sera dell’8 settembre, in occasione del “deSidera Bergamo Festival” a Sant’Omobono Terme. D. A.
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OGGI IN FIERA WEBINAR COMUNICARE I TEMI COMPLESSI: AMBIENTE, SALUTE E SOSTENIBILITÀ DEL PAESE Ore 11:00 | WEBINAR A cura di Meeting di Rimini, Il Sussidiario, Comin & Partners, Ferpi - Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, Ascai - Associazione per lo Sviluppo della comunicazione aziendale in Italia. Saluti di Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli e Emmanuele Forlani, Direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Introduzione di Gianluca Comin, Presidente Comin & Partners e Docente LUISS Guido Carli e Rossella Sobrero, Presidente Ferpi. Relatori: Gianluca Ansalone, Head of Public Affairs in Novartis Italia; Luca Brivio, Direttore Comunicazione di Conai; Fabrizio Iaccarino, Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali di Enel Italia; Andrea Porchera, Relazioni Istituzionali Renexia; Patrizia Rutigliano, Executive Vice President Institutional Affairs, ESG, Communication & Marketing di Snam; Federica Serra, Head of Institutional Affairs INVITALIA. Modera Rossella Sobrero, Presidente Ferpi. FRA FEDERALISMO E CENTRALISMO QUALI PROSPETTIVE PER LE REGIONI Ore 12:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Corriere TV e SkyTg24 Francesco Acquaroli, Presidente Regione Marche; Sabino Cassese, Giudice emerito della Corte Costituzionale e Professore di Global Governance alla School of Government della LUISS Guido Carli; Mariastella Gelmini, Ministro per gli affari regionali e le autonomie; Arno Kompatscher, Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano; Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria. Introduce Andrea Simoncini, Vice Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Docente di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze. Modera Roberto Inciocchi, Giornalista di SkyTg24. Con il sostegno di Gruppo Maggioli, Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige, Tracce. RETAIL 5.0: SCENARI, STRATEGIE E POLITICHE PER UN SETTORE CHIAVE PER IL BENESSERE DELLA SOCIETÀ Ore 13:00 | Sala Generali B4 In collaborazione con Community Retail 5.0 di The European House – Ambrosetti Patrizia De Luise, Presidente Nazionale Confesercenti; Massimo Dell’Acqua, Amministratore Delegato Euronics; Valerio De Molli, Managing Partner e Amministratore Delegato The European House - Ambrosetti; Gilberto Pichetto Fratin, Viceministro dello Sviluppo Economico; Laura Gabrielli, Vice Presidente Gruppo Gabrielli (TBC). Introduce Alessandro Bracci, Presidente e Amministratore Delegato Teddy Group e Vice Presidente Cdo. LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E VETTORI ENERGETICI: L’ELETTRICO Ore 13:00 | Sala Ravezzi
Direttore Gianfranco Giuliani Direttore responsabile Cesare Trevisani
In collaborazione con Cdo e Punti Impresa Digitale delle Camere di commercio. Gerardo Capozza, Segretario Generale ACI; Angelo Costa, Managing Director Arriva Italia; Alessandro Morelli, Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili; Giorgio Moroni, Amministratore Delegato e Presidente FREE TO X; Alberto Viano, Amministratore Delegato LeasePlan. Introduce Andrea Dellabianca, Presidente Cdo Milano. Con il sostegno di Enel, Arriva Italia, ACI. L’EUROPA DEL RECOVERY PLAN. NEXT GENERATION EU Ore 15:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Corriere TV, Repubblica.it, SkyTg24 e Telepace In collaborazione con Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà. Intervento di Paolo Gentiloni, Commissario Europeo per gli Affari Economici. Partecipano Alessandro Cattaneo, Membro del Coordinamento di Presidenza e Responsabile Nazionale dei Dipartimenti di Forza Italia; Carlo Fidanza, Capogruppo al Parlamento Europeo di Fratelli d’Italia; Maurizio Lupi , Presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà; Fabio Melilli, Presidente della Commissione Bilancio alla Camera, Partito Democratico; Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato PWC. Introduce e modera Luciano Fontana, Direttore del Corriere della Sera. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, TIM, Enel, Generali, Tracce. WEBINAR MOBILITÀ FUTURA TRA TECNOLOGIA E SOCIETÀ Ore 16:15 | WEBINAR A cura di ACI Federico Aliverti, Direttore Rivista Motociclismo; Enrico Pagliari, Coordinatore area tecnica ACI; Roberto Zucchetti, Docente economia dei trasporti Università Bocconi. MEDITERRANEO FRONTIERA DI PACE Ore 17:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su SkyTg24, Telepace e TV2000 S. Em. Card. Gualtiero Bassetti, Presidente CEI; Dario Nardella, Sindaco di Firenze. Introduce Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Con il sostegno di Tracce. NUOVI SISTEMI SANITARI NEL MONDO Ore 17:00 | Sala Generali B4 In diretta su Corriere TV e su Repubblica.it In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà. Amitabh Chandra, Ethel Zimmerman Wiener Professor of Public Policy, HKS and Henry and Allison McCance Professor of Business Administration, HBS; Walter Ricciardi, Presi-
Editore Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli, Fondazione costituita in data 31 marzo 2008 con atto a ministero del Notaio del Plescia di Rimini (rep. n. 47.236/7949, registrato all’Agenzia delle Entrate di Rimini il 10 aprile 2008 al n. 4.919/I), sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel.0541-783100 | Fax 0541-786422
dente della World Federation of Public Health Associations e Professore Ordinario di Igiene e Medicina Preventiva, Università Cattolica del Sacro Cuore; Roberto Speranza, Ministro della Salute. Introduce Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Con il sostegno di DOC Generici. DIALOGO COL MONDO, INCONTRO FRA PERSONE: IL LAVORO DI UN AMBASCIATORE NEL XXI SECOLO Ore 17:00 | Sala Ravezzi Mauro Battocchi, Ambasciatore d’Italia in Cile; Laura Carpini, Capo Unità per le politiche e la sicurezza dello spazio cibernetico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Lorenzo Fanara, Ambasciatore d’Italia a Tunisi; Nicola Minasi, Ambasciatore d’Italia a Sarajevo; Elena Sgarbi, Console Generale di Italia ad Istambul. Introduce Emmanuele Forlani, Direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo. ECONOMIA, SUSSIDIARIETÀ E BENE COMUNE Ore 19:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà. Domenico Fanizza, Executive Director for Italy, Portugal, Greece, Malta, Albania, and San Marino at International Monetary Fund; Eduard Heger, Primo Ministro della Repubblica Slovacca; Corrado Passera, Fondatore e Amministratore Delegato Illimity Bank; Rajan Raghuram, Katherine Dusak Miller Distinguished Service Professor of Finance at the University of Chicago Booth School of Business. Introduce Samuele Rosa, Senior Economist al Fondo Monetario Internazionale (FMI). Con il sostegno di Tracce. POVERTÀ E VALORE DELLA PERSONA Ore 19:00 | Sala Generali B4 In diretta su Telepace Gregory Boyle, Gesuita, Fondatore e direttore di Homeboy Industries, USA; Simona Carobene, Direttrice dell’Associazione Fdp – Protagonisti nell’Educazione, Romania; Maria Chiara Gadda, Deputata di Italia Viva al Parlamento Italiano; Anastasia Zolotova, Direttrice Ong Emmaus, Kharkiv, Ucraina. Introduce Alessandra Stoppa, Direttrice di Tracce. TALK “IL LAVORO CHE VERRÀ”. I LAVORI CHE VERRANNO Ore 19:00 | Sala Ravezzi In diretta su Repubblica.it Il TALK sarà trasmesso nella Hall Centrale A cura di Fondazione per la Sussidiarietà. Mario Mezzanzanica, Professore di Computer Science and Engineering, Università di Milano Bicocca; Sabina Nuti, Rettrice Sant’Anna di Pisa; Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia. Video dialogo tra
Roberto Cingolani, Ministro della Transizione ecologica e Luciano Violante, Presidente emerito Camera dei Deputati. Conducono Massimo Bernardini ed Enrico Castelli. Con il sostegno di Philip Morris Italia, Bayer SpA. UN VIAGGIO NEL CERVELLO ALLA RICERCA DELLA COSCIENZA Ore 21:00 | Sala Generali B4 In collaborazione con Associazione Euresis. Marcello Massimini, Professore di Fisiologia, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco, Università degli Studi di Milano. Introduce Samir Suweis, Ricercatore in fisica, Laboratorio di Fisica Interdisciplinare, Dipartimento di Fisica e Astronomia e Padova Neuroscience Center, Università degli Studi di Padova. SPETTACOLI SPIRTO GENTIL. MANDULINATA A NAPULE: CANZONI NAPOLETANE Ore 21:00 | Sala Ravezzi “Mandulinata a Napule” è il primo appuntamento di guida all’ascolto sul programma musicale della collana Spirto Gentil, fondata da Don Luigi Giussani. Il curatore Pier Paolo Bellini, compositore e musicologo, conduce la serata insieme agli ospiti in sala e in collegamento: il giornalista Giuseppe Corigliano e il musicista Ambrogio Sparagna. Il Trio Napulammore melodie napoletane eseguirà dal vivo alcuni dei brani più rappresentativi della tradizione musicale. “IL SOGNO DI GIUSEPPE” DI LUCA DONINELLI, CON MAURIZIO DONADONI Ore 21:30 | Arena Spettacoli SGR Piazza Tre Martiri Acquista il biglietto su Vivaticket o trova i punti vendita più vicini a te. Il Teatro de Gli Incamminati presenterà uno spettacolo scritto da Luca Doninelli sulla figura di Giuseppe: “Il giusto di Israele”, il primo a dover fare i conti con l’imprevedibile scelta di Dio di entrare nel mondo in un modo così ‘scandaloso’. In scena ci saranno Maurizio Donadoni, Walter Muto (chitarra) e Carlo Lazzaroni (violino e violino basso). Con il sostegno di Comune di Rimini, SGR. MEETING MUSIC CONTEST QUARTA SERATA DI ESIBIZIONE DEI SEMIFINALISTI Ore 21:30 | Palco Spettacoli Piscine Ovest Spettacolo ad accesso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti. Il Meeting Music Contest, ideato dal Meeting di Rimini e dal Mei di Faenza, giunge alle semifinali riproponendo finalmente la musica dal vivo. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
Progetto Grafico Bruno Monaco
Fotolito e stampa CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS)
Impaginazione Elisa Compagnoni Veronica Conchetto Petra Mistura Sabrina Scalesciani
Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991
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lunedì 23 agosto 2021