Meeting News 18 | Giugno 2022

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meeting GIUGNO 2022

Meet the Meeting L’attesa e la sorpresa

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Meet the Meeting «Attesa e sorpresa», Federica ci racconta la quinta edizione

Partners Intervista a Maximo Ibarra Chief Executive Officer Engineering

Partners 10 “Eni for 2021”, un report nel nome della transizione equa

Partners 15 Philip Morris: il nostro obiettivo è un futuro senza fumo

Mostre 18 Non un “santino” ma un uomo vero Una mostra su Rosario Livatino

Strumenti 19 Un booklet per raccontare il contributo del Meeting sulla pace

Spettacoli 20 L’Orchestra Sinopoli, i santi di Scifoni e Leonardo vs. Michelangelo

Partnership 25 Giovani giornalisti crescono Parla Lella Mazzoli, fondatrice IFG Urbino

Sport 26 Un grande evento di popolo La parola ad Emmanuele Forlani

A cura di: Direzione Commerciale e Dipartimento Comunicazione FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI via Flaminia 18/20, 47923 Rimini RN meeting@meetingrimini.org Progetto Grafico Bruno Monaco comunicazione non convenzionale Rimini Giugno 2022 Questo numero è stato chiuso in redazione il 30/06/2022

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verso il Meeting

Meet the Meeting l’attesa e la sorpresa

La quinta edizione nel racconto di Federica Cipressi del team di coordinatori «Meet the Meeting per me è sempre un’attesa, l’attesa di sapere in quale forma riusciremo a farlo, poiché nulla mai è scontato. È anche l’attesa di sentire e rivedere gli amici volontari e i loro sorrisi, di dare vita alla loro creatività e scoprire i loro progetti». Federica Cipressi, che con Nicoletta Rastelli e Alessia Lachi coordina Meet the Meeting, in una frase condensa la storia di questo evento. Perché all’inizio in punta di piedi, e poi sempre più entusiasticamente, Meet the Meeting in cinque anni non solo ha generato un coinvolgimento che nessuno avrebbe potuto prevedere, ma ha saputo reinventarsi e riproporsi ogni anno in forma sempre diversa. Complici due anni

di pandemia, si potrebbe osservare. Vero, ma due anni in cui, anziché spegnersi, l’evento-Meet the Meeting si è saputo ripensare completamente in forma digitale. Quest’anno, con l’allentarsi della morsa del virus, si prospettava il ritorno in pubblico. Sarebbero tornati nelle piazze fisiche i tanti amici che avevano saputo popolare quelle digitali? Federica non aveva dubbi. «Meet the Meeting richiede tante energie, tempo, organizzazione, collaborazione, per questo è speciale, perché quando gli amici ti raccon-

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tano i progetti che hanno in mente - a volte magari con poco tempo ed energie - capisci che in sostanza quello che richiede è semplicemente avere un grande cuore. E il loro lo è davvero!»

Da questo cuore sono nate le iniziative più diverse e creative. In quasi un centinaio di città in tutta Italia, da Aosta a Messina sono stati proposti incontri, organizzate mostre, imbandite tavole, offerte degustazioni – perché da sempre il buon vino locale accompagna come prodotto-simbolo questa iniziativa – il tutto sempre per anticipare i contenuti del prossimo Meeting e dare un concreto sostegno alla sua realizzazione. «Mi sono attivata per il Meet the Meeting con alcuni amici fedelissimi», conferma Ambra di Milano, «dividendoci i compiti, perché far conoscere il Meeting e l’esperienza di CL è ciò che mi fa vivere e accettare tutto il resto». Cento città, cento piazze. Ma non cento punti scollegati tra di loro. «La parte che più mi coinvolge», racconta infatti Federica, «è il dialogo che

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abbiamo quasi quotidianamente, il vedere ogni iniziativa prendere forma, dall’idea alla realizzazione, a partire da aperitivi in giardino, degustazioni e cene, gazebi in piazza, passando per le proposte di mostre, spettacoli e concerti dal vivo, per vi-

nascere una libertà che può attraversare anche i momenti drammatici e dolorosi della vita personale e sociale con la certezza di un bene indistruttibile?» “Una passione per l’uomo” - Il titolo di questa nuova edizione del Meeting «vuole essere

imminente (quest’anno ad esempio torneranno ad esserci il padiglione dello sport e - con tante novità - il villaggio ragazzi), augurandosi che «in questo nuovo Meeting ognuno possa scoprire e riscoprire di essere chiamato con passione alla costru-

vere insieme i primi assaggi dei temi dell’edizione Meeting 2022». A tutta questa attività sul territorio hanno fatto da contrappunto le proposte sul sito e i social del Meeting, i quattro “assaggi di Meeting”, video anticipazioni dedicate alle mostre dell’edizione 2022 (https://youtu. be/myArdjggU4E), all’arte e alla scienza (https://youtu.be/O4ummv35bJc), agli spettacoli e infine, il 21 maggio, il video in cui il nostro presidente Bernhard Scholz ha presentato alcuni temi portanti della manifestazione. «Da dove può nascere una libertà che non si piega alle circostanze anche avverse ma le affronta, una libertà che accoglie la propria fragilità come apertura alla ricerca di un compimento vero e duraturo?», ha esordito Scholz. «Da dove può

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zione della “civiltà dell’amore” alla quale ci ha invitato san Giovanni Paolo II quando ha visitato il Meeting quarant’anni fa, nel 1982».

un invito a dare seguito a queste domande che si impongono più che mai alla vita di ognuno di noi». Il presidente del Meeting ha presentato varie novità dell’edizione

Meet the Meeting però – e anche questa è una novità rispetto agli anni precedenti – non si arresta a fine maggio con l’intervento del Presidente, ma continua a realizzarsi in modo diffuso sul territorio. Sono ancora molte le città in cui si tengono eventi anche lungo il mese di giugno. E tutto questo, lasciando a Federica le parole finali, «mossi dal desiderio

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verso il Meeting

di far conoscere il Meeting, sostenerlo e costruirlo insieme, condividendone il valore e l’utilità per tutto il mondo. Sono davvero grata a ognuno dei tantissimi amici che quest’anno sono stati con noi per Meet the Meeting».

«Una carezza per il cuore» Sabato 21 maggio la nostra amica Natalia ci ha invitati a casa sua per una “serata Meeting” o meglio “Meet the Meeting”. Abbiamo accolto il suo invito con immediatezza perché conosciamo i trascorsi della nostra amica come volontaria al Meeting per diversi anni e anche (e soprattutto) per aver avuto il coraggio e l’audacia di proporre due anni fa nel suo paese a quarantacinque minuti da Avellino lo “spettacolo” del Meeting secondo la modalità possibile e praticabile allora per “visitare” il Meeting da lontano. Era stato un successo ma non perché lei fosse brava ad organizzare (anzi, è alquanto timorosa e riservata) ma perché aveva desiderato proporre e mostrare ai suoi compaesani quanto di bello e straordinario lei aveva potuto guardare da vicino facendo appunto la volontaria al Meeting. Pertanto il suo invito ha subito significato per noi una bella possibilità per stare in compagnia di una nostra amica semplice ma capace di fare cose grandi. E la serata si è snodata, appunto, in un clima di grande semplicità, con i suoi familiari, amici, vicini di casa e anche un suonatore di chitarra e uno di mandolino, che hanno suonato canzoni napoletane in sottofondo contribuendo a creare un clima di gioiosa familiarità. Un buffet ricco e colorato ha condito la serata e

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una fila di bottiglie di ottimo vino fatto in casa dal fratello facevano mostra di sé con al collo la scritta “Meet the Meeting”. Natalia, con la semplicità mista a timidezza e l’autenticità che la contraddistinguono, ha introdotto i video che con l’aiuto tecnico della tenace e fattiva nipote Valentina (che già l’aveva aiutata due anni prima) sono stati proiettati per presentare e illustrare agli ospiti cos’è il Meeting. Eravamo con lei un piccolo gruppetto di noi amici del Movimento di CL e ci ha subito colpiti la naturalezza con cui Natalia ha parlato del Meeting facendo trasparire dalle sue parole cariche di esperienza e dal suo sguardo colmo di meraviglia e gratitudine quanto di bello, vero e umano si potesse incontrare al Meeting. E questo non è sfuggito a quelli che erano lì perché l’indomani alcuni di loro le hanno telefonato per ringraziarla della serata e di come erano stati “bene” e assicurando anche di voler visitare il Meeting. Per noi, per me in particolare, quella serata semplice ma piena di autenticità è stata una boccata di ossigeno, una carezza per il cuore, l’occasione per essere ancora una volta, e sempre più convintamente, grata di poter godere di una amicizia che accompagna la mia vita fin nel profondo del suo bisogno, la sorprende sempre e mi fa dire «Grazie, Signore, di questo dono prezioso al mio cuore!». E grazie anche a Natalia. Lella, Mirabella Eclano (AV)

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PROTEGGIAMO LE EMOZIONI Sosteniamo l’arte e la cultura per renderle accessibili ad un pubblico sempre più vasto e per valorizzare la comunità e i territori.

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«Puntiamo a diventare il Tech Champion Italiano» Intervista a Maximo Ibarra, Chief Executive Officier di Engineering

Engineering è una delle principali società italiane nel mercato della digital transformation, con 12 mila dipendenti in 40 sedi e un gruppo di 20 aziende in 12 Paesi in tutto il mondo. Qual è il vostro impegno accanto alle amministrazioni e aziende italiane impegnate nella sfida della digitalizzazione? Da oltre 40 anni in Engineering accompagniamo la Pubblica Amministrazione e le aziende del Paese nell’innovare i loro processi attraverso la tecnologia. Negli anni, anche attraverso ingenti investimenti in ricerca, siamo diventati un’azienda leader nella realizzazione di processi di Digital Transformation, che punta sull’eccellenza tecnologica con l’ambizione di diventare il Tech Champion italiano e di essere un asset sempre più strategico per l’Italia. Una sfida che affrontiamo consapevoli che oggi la digitalizzazione sta procedendo a una velocità mai vista prima, cambiando in modo irreversibile il nostro modo di comunicare, lavorare, curarci, vivere le città. Nel settore pubblico, supportiamo la PA nella digitalizzazione dei servizi al cittadino anche attraverso tecnologie all’avanguardia, così da renderla ancora più efficiente e accessibile. Il Gruppo Engineering si compone poi di diverse company con competenze specifiche. Per esempio, attraverso Cybertech, specializzata nella Cybersecurity, permettiamo alle Amministrazioni di adottare strategie di sicurezza per essere Cyber-Resilienti alle minacce informatiche, che soprattutto negli ultimi mesi hanno subìto una pericolosa escalation. Con Municipia

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siamo al fianco di oltre mille Comuni di ogni dimensione, per rendere i contesti urbani più innovativi, resilienti, inclusivi e sicuri. Abilitiamo anche la digitalizzazione della Sanità, innovandone i processi di cura attraverso soluzioni che mettono in campo le tecnologie più disruptive. Possiamo quindi dire che Engineering aiuta le Amministrazioni e le Istituzioni a dare vita a una Cittadinanza Digitale

tegici del nostro Paese - Energia, Trasporti, Telecomunicazioni, Finance -, ma creiamo ecosistemi digitali capaci di connettere player molti distanti tra di loro, mettendone in comune esigenze e competenze, per creare, ad esempio, servizi innovativi per la mobilità e l’energia, con benefici importanti anche sull’ambiente e sulla gestione delle risorse del pianeta.

che offre servizi capaci di coprire tutte le necessità del cittadino: welfare, occupazione, salute, sicurezza.

In Engineering partiamo infatti da una convinzione: il valore della tecnologia non si esaurisce nella sua capacità di creare efficienza, ma nell’essere uno strumento in grado di realizzare progetti che davvero migliorino l’ambiente e le condizioni di vita dei cittadini, creando un legame forte tra l’organizzazione e il territorio in cui opera. In fondo, tecnologia significa semplificare la nostra vita.

Al contempo, siamo un player strategico anche per il mondo corporate, di cui abilitiamo la digitalizzazione del business garantendone nello stesso momento una strategia di cyberresilienza. Le nostre competenze tecnologiche e le nostre conoscenze dei processi core ci permettono di essere al fianco delle più importanti aziende italiane e di operare in tutti i mercati anche attraverso le nostre sedi all’estero: Stati Uniti, Sud America, Germania, Belgio. In questo modo non solo accompagniamo la Digital Transformation di tutti settori stra-

Un futuro più digitale per l’Europa è tra gli obiettivi cardine del fondo Next generation Eu, che va a finanziare i bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In quanto maggiore realtà italiana di settore, qual è il vostro ruolo?

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Oggi in Europa la Digital Transformation passa attraverso la straordinaria opportunità di rinnovamento rappresentata dal PNRR, che può permettere al nostro Paese di innovarsi ed evolversi in modo ecosistemico. Va ricordato che il caposaldo del Piano è lo stretto legame che c’è tra Transizione Green e Transizione Digitale, le due leve che permetteranno all’Italia di avviare uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Questo processo di rinnovamento, che davvero potrebbe rimodellare il futuro del nostro Paese, riguarderà tutti i mercati e dovrà essere portato

avanti creando forti sinergie tra Istituzioni e Aziende. Per storia ed esperienza, Engineering possiede una conoscenza trasversale di tutti settori industriali, di cui sappiamo individuare, governare e risolvere non solo i problemi attuali, ma anche il percorso che dovranno fare nei prossimi 5 anni. Questo, insieme alla nostra conoscenza dei meccanismi del partenariato pubblico/privato, ci pongono come player in grado di contribuire a utilizzare in modo efficiente le risorse del PNRR attraverso progetti che potranno dar vita a servizi davvero capaci di migliorare il mondo in cui viviamo e lavoriamo. Recentemente nell’ambito della Sda

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Bocconi School of Management, avete promosso, insieme ad altri partner fondatori, il Pnrr Lab, un laboratorio per monitorare non solo l’attuazione del piano, ma anche le ricadute socio-economiche per cittadini e imprese. Nella sfida della trasformazione digitale, quanto contano formazione e informazione? Proprio perché, come dicevamo prima, il PNRR riguarderà tutti i mercati, il Laboratorio promosso dalla Bocconi si pone l’obiettivo di studiare gli impatti che il Piano di Ripresa e Resilienza avrà sul Sistema-Paese a

tutti i livelli, così da amplificare e valorizzare forme di collaborazione tra pubblico e privato. Il progetto è appena partito, ma conferma che le sfide imposte dal PNRR vanno affrontate creando sinergie, e quelle tra aziende ed università sono destinate senza dubbio ad avere un valore strategico per la trasformazione del Paese. Da sempre Engineering ha uno stretto legame con il mondo accademico sia attraverso la sua Direzione R&D, che porta avanti oltre cento progetti di ricerca in network con le più importanti università europee, sia attraverso la nostra IT & Management Academy “Enrico Della Valle”. L’Academy, che rappresenta uno degli asset strategici del

Gruppo, cura l’upskilling e il reskilling delle persone Engineering, puntando a migliorarne non solo le competenze tecnologiche, ma anche quelle manageriali, indispensabili a comprendere gli impatti della Digital Transformation su tutti i settori della società. Attraverso la nostra Academy puntiamo anche sulla formazione dei giovani talenti che stanno entrando in Engineering a seguito di un imponente piano di hiring, che quest’anno porterà in azienda oltre 1000 nuove persone. Da qualche settimana, in coincidenza con la ripresa delle lezioni in presenza dopo due anni di intensa attività didattica online, la Scuola ha avviato dei corsi altamente professionalizzanti per neolaureati e neodiplomati STEM e non STEM. Per due anni, queste ragazze e ragazzi avranno la possibilità di affiancare alla loro attività lavorativa un percorso formativo di 360°, diventando dei veri manager dell’innovazione. Attraverso la nostra Academy supportiamo anche la diffusione della cultura del digitale nel Paese, anche con l’obiettivo di essere da supporto al superamento dello skill mismatch tra quanto richiesto dal mondo del lavoro e l’offerta formativa. La “Enrico Della Valle” collabora infatti con alcuni ITS per portare la formazione tecnologica sui banchi di scuola, supporta realtà come la Comunità di San Patrignano nel creare corsi di formazione digitale con cui favorire l’ingresso nel mondo del lavoro, e affianca tutte le strutture del Gruppo nelle loro collaborazioni con il mondo universitario. Tutte occasioni che ci permettono di entrare in piena e responsabile sinergia con una Paese proiettato verso il futuro.

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“Eni for 2021” nel nome della transizione equa

Pubblicato il report con i risultati e gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda Eni pubblica Eni for 2021 – A just transition, il 16° report volontario di sostenibilità che presenta il contributo e gli obiettivi dell’azienda per una transizione equa, in un’ottica di condivisione dei risultati sociali ed economici nel percorso verso la neutralità carbonica al 2050. “In Eni, sentiamo con forza la responsabilità di contribuire a dare acces-

so all’energia a tutti, sostenendo lo sviluppo dei Paesi in cui siamo presenti, e raggiungere le massime ambizioni dell’Accordo di Parigi. Un impegno tanto più forte oggi, alla luce della guerra in Ucraina, in un momento storico in cui è necessario essere tanto più inclusivi e non divisivi, ricercando il bene comune e aumentando gli sforzi per garantire la sicurezza energetica europea, accelerando al contempo la decarbonizzazione”, ha detto Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni.

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Questi sono i messaggi approfonditi nel report, che si completa con i volumi Eni for 2021 – Neutralità carbonica al 2050, dedicato alle strategie e i principali target di Eni in materia di clima, ed Eni for 2021 – Performance di sostenibilità, che fornisce una panoramica sugli indicatori ambientali, sociali e di governance della società. In particolare, sul fronte della stra-

velli del 2018 (rispetto agli obiettivi di -25% e -65% del precedente piano). Per quanto riguarda le emissioni nette scope 1 e 2, l’azienda arriverà a -40% entro il 2025 (rispetto ai livelli del 2018) e raggiungerà le zero emissioni nette entro il 2035, in anticipo di cinque anni rispetto al precedente piano. Aumenterà inoltre la quota degli investimenti dedicati alle nuove soluzioni energetiche, puntando al 30% entro il 2025, raddoppiando al 60% entro il 2030 e arrivando all’80% al 2040.

tegia per la neutralità carbonica al 2050, Eni ha rafforzato ulteriormente i propri obiettivi, annunciando una riduzione del -35% delle emissioni nette scope 1, 2 e 3 entro il 2030 e del -80% entro il 2040 rispetto ai li-

Nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione una crescente attenzione è posta sul concetto di “giusta transizione”, ovvero la corretta gestione degli impatti che tale trasformazione energetica genera sulle persone, a partire dai lavoratori diretti e indiretti fino alle comunità e ai clienti.

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Il report fornisce una rappresentazione sintetica di progetti e iniziative adottati da Eni nella prospettiva di garantire un percorso di transizione equo. Tali progetti si integrano nella costante evoluzione delle attività di business che comprende la conver-

sione di raffinerie in bioraffinerie, i progetti di conservazione delle foreste, lo sviluppo delle rinnovabili e gli accordi siglati per la realizzazione degli agri-hub che consentiranno di fornire agri-feedstock per le bioraffinerie creando nuovi posti di lavoro e supportando lo sviluppo di nuove attività nei Paesi di presenza. Eni ha infine rafforzato le partnership con le organizzazioni internazionali per la cooperazione allo sviluppo. Tra le principali iniziative per il territorio realizzate nel 2021 si segnalano: le attività volte a migliorare l’accesso all’acqua in Iraq per la popolazione di Bassora grazie agli impianti di trattamento delle acque messi a disposizione da Eni; i progetti di diversificazione economica nel settore agricolo in Angola, Congo e Nigeria, e i progetti per supportare l’imprenditoria locale e giovanile in Egitto. Resta centrale l’impegno di Eni per promuovere l’educazione e la formazione professionale: ne sono un esempio le iniziative in Angola, Egitto, Iraq, Messico e Mozambico.

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Neutralità carbonica entro il 2050 Strategia di lungo termine per la decarbonizzazione di processi e prodotti Consapevole dell’emergenza climatica in atto, Eni vuole essere leader del settore energetico con una strategia di lungo termine che traguarderà la neutralità carbonica nel 2050, in linea con quanto previsto dagli scenari compatibili con il mantenimento del riscaldamento globale entro la soglia di 1,5°C a fine secolo. Nel 2022 Eni ha rilanciato la propria strategia, con un approccio distintivo che fa leva su tecnologie proprietarie e breakthrough, nuovi modelli di business e stretta collaborazione con gli stakeholder, accelerando nel percorso verso Net Zero con nuovi target di breve e medio termine che confermano l’impegno di Eni ad allineare ulteriormente la traiettoria di riduzione agli scenari low carbon. Il piano di trasformazione industriale verso il net zero si snoda attraverso i percorsi distinti e sinergici delle due Direzioni Generali: Natural Resources impegnata a ottimizzare il valore del portafoglio upstream e a migliorarne la sostenibilità, attraverso una progressiva decarbonizzazione ed Energy Evolution, impegnata ad ampliare i business bio, rinnovabili ed economia circolare. Eni ha pianificato per il prossimo quadriennio 2022-2025 uno spending totale per decarbonizzazione, economia circolare, rinnovabili e sviluppo portafoglio retail pari a circa €9,7 miliardi, incluse le attività di ricerca scientifica e tecnologica di supporto. L’evoluzione verso un portafoglio di prodotti totalmente decarbonizzati sarà supportata da una progressiva

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crescita della quota di investimenti dedicati al potenziamento della capacità di generazione rinnovabile, alla crescita dei biocarburanti e della chimica verde, allo “scaling up” di nuove soluzioni energetiche e servizi per la decarbonizzazione (CCS) e agli interventi di efficienza energetica e decarbonizzazione degli asset legacy, raggiungendo circa il 30% degli investimenti complessivi nel 2025, circa il 60% nel 2030 e oltre l’80% nel 2040. I piani e le decisioni di investimento sono allineati alla strategia di decarbonizzazione di Eni verso il Net Zero al 2050.

La quota di spesa dedicata alle attività Oil & Gas sarà gradualmente ridotta, continuando a selezionare i principali progetti di investimento in base al loro profilo emissivo e coerentemente con i target prefissati di abbattimento delle emissioni con il progressivo phase-out degli investimenti in attività o prodotti ad alta intensità carbonica.

METRICHE E TARGET Eni è storicamente impegnata nella riduzione delle proprie emissioni GHG dirette ed è stata tra i primi del settore a definire, a partire dal 2015, una serie di obiettivi volti a migliorare

le performance relative alle emissioni GHG degli asset operati, con indicatori specifici che illustrano i progressi finora conseguiti in termini di riduzione di emissioni di GHG in atmosfera.

prodotti energetici gestiti dai vari business Eni, inclusi gli acquisti da terzi, e tutte le emissioni che essi generano lungo l’intera filiera (Scope 1+2+3), secondo un approccio well-to-wheel. Gli indicatori risultanti tracciano così il percorso di Eni verso la neutralità

carbonica sia in termini assoluti (Net GHG Lifecycle Emissions) che di intensità (Net Carbon Intensity).

A questi si sono aggiunti nel 2020 gli indicatori contabilizzati su base equity, che fanno riferimento ad una metodologia di contabilizzazione GHG distintiva che considera tutti i

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Emilia-Romagna. Il futuro lo facciamo insieme.


Francesca, Mauro, Tommaso... sono alcuni dei tanti amici che in questi anni hanno contribuito a costruire il Meeting insieme a noi. Il Meeting sarebbe inimmaginabile senza di loro. Anche tu, con il tuo 5x1000 puoi contribuire ogni anno a far crescere la grande storia del Meeting che da più di 40 anni è luogo di amicizia, incontro, dialogo, libertà, cultura, condivisione.

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Il nostro obiettivo è un futuro senza fumo

«Il nostro approccio? Un New Deal delle competenze 4.0, con al centro il capitale umano». Parla Marco Hannappel, presidente e ad Philip Morris Italia Philip Morris ha accettato una sfida ambiziosa: costruire un futuro senza fumo. Una missione impossibile senza la passione e le competenze delle persone che ogni giorno lavorano con voi. Qual è il vostro approccio in tema di persone e formazione? La nostra trasformazione coinvolge l’azienda sotto ogni punto di vista: costruire un futuro senza fumo richiede una forte spinta in termini di innovazione, di cultura aziendale e di competenze. Per questo non possiamo prescindere da un approccio strutturato, da un New Deal delle competenze 4.0, come mi piace chiamarlo, con al centro il capitale umano. Mi riferisco a un sistema che metta in connessione università, centri di ricerca, startup, grandi aziende facendole collaborare. L’ultimo esempio in ordine di tempo è il Philip Morris Institute for Manufacturing Competences (IMC), il nostro nuovo centro dedicato alla formazione, allo sviluppo di nuove conoscenze e al rafforzamento di quelle esistenti, il primo in Italia promosso da un soggetto privato, che abbiamo inaugurato a Crespellano lo scorso giugno. In quanto leader di settore e pionieri di questa trasformazione sappiamo che abbiamo un ruolo da giocare rispetto alle competenze specialmente quelle legate all’industria manifatturiera del futuro. Quali sono le vostre best practice per colmare il divario di genere? Vogliamo garantire un ambiente di lavoro inclusivo con pari opportunità e trattamento per ciascuna delle nostre persone, con un’attenzione particolare alla valorizzazione del talento femminile e all’eliminazione delle differenze di trattamento tra uomini e donne.

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Philip Morris Italia e Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna sono state le prime realtà aziendali in Italia ad avere ottenuto l’Equal-Salary Certification, che attesta la parità di retribuzione a parità di mansione svolta tra uomini e donne. Da noi il gender gap non è un problema da affrontare, lo stiamo già risolvendo: al momento, in Philip Morris International abbiamo

piano di welfare aziendale per garantire strumenti di flessibilità lavorativa e andare incontro alle esigenze di ciascun dipendente. Un esempio è il Global Parental Leave (GPL), che consente ai futuri genitori di concentrarsi sulla cura del/la figlio/a nel periodo successivo alla nascita o all’adozione, garantendo un periodo minimo retribuito al 100% per entrambi i genitori,

raggiunto il 39,7% di presenza femminile in posizioni manageriali, in linea con l’obiettivo del 40% fissato per il 2022.

ad integrazione di quanto già previsto dalla normativa nazionale e dal contratto integrativo aziendale.

Un ambiente di lavoro armonico è importante non solo ai fini produttivi, ma anche e soprattutto per creare le migliori condizioni di lavoro possibili per le persone. Come si riflette tutto ciò nella vostra organizzazione aziendale? Il benessere delle persone fa parte della nostra cultura come azienda. Per questo, abbiamo adottato un vasto

Si può anticipare qualcosina in merito alla vostra proposta per il Meeting 2022? Una piccola anticipazione per parole chiave: innovazione, trasformazione, sostenibilità, industria 4.0, capitale umano, collaborazione pubblico-privato. Messe insieme, queste parole sono già di per sé eloquenti rispetto alla direzione che stiamo prendendo, e a tutto quello che ci sta a cuore.

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Partner Istituzionale

quarto

Insieme, sulla stessa strada


eventi

Benvenuti Alpini

Un concerto con il Coro Grigna dell’Ana per la grande adunata riminese Benvenuti Alpini! Il Meeting di Rimini, la cui storia si intreccia da quarant’anni con tante espressioni del Corpo degli Alpini, in occasione della 93° Adunata nazionale di Rimini e San Marino ha partecipato alla festa di centinaia di migliaia di persone. Abbiamo proposto «Il Bello è lo splendore del vero», un concerto del Coro Grigna dell’Associazione Nazionale Alpini, sezione di Lecco diretto da Riccardo Invernizzi. Il concerto si è tenuto sabato 7 maggio alle 21.00 a Rimini nella chiesa di San Girolamo.

Durante i giorni dell’Adunata, dal 5 all’8 maggio, il Meeting inoltre ha reso disponibile gratuitamente la mostra Siamo in cima! La vetta del K2 e i volti di un popolo, che racconta la conquista, avvenuta il 31 luglio 1954 ad opera di due italiani, Compagnoni e Lacedelli, del K2, “il tetto del mondo” e la spedizione di sessant’anni dopo, nel 2014, con Michele Cucchi e Simone Origone,

Il Coro ha eseguito alcuni tra i più famosi canti del repertorio alpino e di montagna, da Il testamento del Capitano a La Leggenda della GriNel 1967 è divenuto Coro dell’Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Lecco.

guidati da Agostino Da Polenza.

gna, intervallati da letture in tema. Al termine del concerto ha portato un breve intervento il direttore del Meeting Emmanuele Forlani.

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Ha una storia lunga e gloriosa il Coro Grigna, protagonista del concerto dell’8 maggio. Fondato nel dicembre 1958 a Lecco, ebbe subito come direttore Giuseppe Scaioli, allora allievo di Conservatorio. Preso il nome di una delle più belle montagne del lecchese, il Coro Grigna è da sempre interamente composto da dilettanti, in maggioranza alpini in congedo, che hanno trovato, nello studio e nell’esecuzione dei canti una fonte di piacere e di intima soddisfazione.

Si è imposto, in poco tempo, all’attenzione degli appassionati e degli esperti per l’ottima qualità delle esecuzioni evidenziata anche da incisioni tecnicamente ed artisticamente apprezzabili, con un repertorio di canti alpini, tradizionali e d’autore. Ha inciso vari lp e cd, e in oltre 60 anni di attività ha eseguito più di 2000 concerti sia in Italia che all’estero (Andorra, Austria, Belgio, Francia, Svizzera, Spagna, Ungheria e Vaticano). Nel 2014, con il compimento del suo ottantesimo anno di età il Maestro Giuseppe Scaioli lascia la direzione del Coro al suo allievo di sempre Riccardo Invernizzi.

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mostre

Non un “santino” ma un uomo vero

Al Meeting una mostra su Livatino, il magistrato ucciso dalla Stidda nel 1990 Al #meeting22 incontreremo Rosario Livatino. Magistrato e giudice siciliano, ucciso 32 anni fa dalla Stidda, organizzazione criminale di tipo mafioso e proclamato beato un anno fa da papa Francesco. La LAF - Libera Associazione Forense è all’opera per realizzare una mostra inedita. «Si sono messi sulle tracce della sua vita», spiega la responsabile delle mostre del Meeting, Alessandra Vi-

la persona, e quindi della legge che riguarda questi fatti, senza alcuna forzatura o schema precostituito. «Da dove nasceva questo sguardo? Questa è la domanda che vogliamo approfondire nella mostra», prosegue Vitez. «L’eredità che Livatino ha lasciato infatti non è patrimonio solo di chi amministra la giustizia. Conosceremo non un uomo perfetto, ma un uomo vero.

dedicata al giorno dell’agguato e alla sua morte fino al processo di beatificazione. In questa ultima parte ci sarà anche un affondo sugli artefici dell’agguato che, con alcuni amici magistrati, hanno fatto un percorso umano di riconciliazione.

Il percorso della mostra sarà suddiviso in quattro sezioni.

umana che può sorprendere, toccare e commuovere davvero tutti, ben al di là dell’ambito giudiziario».

Troveremo infine un accenno sulla eredità che Livatino ha lasciato a tutti noi, perché la sua è una traiettoria

tez, «hanno intervistato 22 fra amici, familiari e tanti colleghi di cui era diventato il punto di riferimento». «Di lui», spiega Vitez, «gli amici dicevano che aveva uno “sguardo sapienziale sulla realtà” per la profonda intelligenza nello stare di fronte non solo alle persone ma ai fenomeni sociali e criminali in cui si imbatteva. Ricordano la straordinaria operosità ed efficacia del suo lavoro nel rispettare in modo sorprendente tutti i termini processuali, producendo sempre delle sentenze particolarmente curate sotto ogni profilo. In gioco non c’era solo la capacità di interpretare e applicare la legge ma l’esigenza profonda di un rapporto con la persona che deve essere giudicata». Un rapporto puro, cioè rispettoso fino in fondo dei fatti che riguardano

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Dopo una breve introduzione, si racconterà la vita di Rosario, cresciuto dentro la tradizione cattolica, una tradizione che crescendo ha fatto propria, all’interno del contesto storico in cui ha vissuto. Successivamente si analizzerà il suo lavoro come magistrato, caratterizzato da una grande umanità e una forte religiosità che gli hanno permesso di vivere il lavoro con un rigore mai fine a se stesso. L’ultima stanza sarà

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strumenti

Un booklet online per costruire la pace

Raccoglie interventi e contributi sul tema tratti da 42 anni di Meeting La costruzione della pace è una preoccupazione costante del Meeting fin dalle sue origini. Proprio per questa ragione ha scelto il nome “Meeting per l’amicizia fra i popoli”. In più di quarant’anni si sono susseguiti convegni, mostre e spettacoli che hanno inteso promuovere il dialogo fra le culture e le religioni, comprendere i cambiamenti geopolitici e approfondire il ruolo delle istituzioni.

il Venezuela, l’Uganda, la Nigeria e soprattutto il Medioriente con una costante presenza di approfondimenti dedicati ai Luoghi Santi.

dalla cultura fino alla politica e alle istituzioni internazionali.

Una caratteristica dell’approccio del Meeting è sempre stata il focus particolare sulle testimonianze. Abbiamo dato voce a chi ha vissuto i conflitti in prima persona, non raramente con risvolti inaspettati di

Molto in questi quattro decenni si è riflettuto sullo sviluppo sostenibile e la giustizia sociale come condizioni decisive di una pace duratura. Grande attenzione è stata dedicata alle religioni nei conflitti, andando al di là di luoghi comuni (significativo il titolo di un convegno del 2015 “Le religioni sono parte della soluzione, non il problema”). Un punto cardine è sempre stato l’opera della Chiesa Cattolica, la sua riflessione sulla pace e la fraternità tra i popoli culminata con la Fratelli tutti, ma anche la sua azione diplomatica in tante guerre e conflitti nel mondo. Di fronte alla tremenda guerra in Ucraina abbiamo voluto pubblicare in forma di booklet una selezione di questi momenti della storia del Meeting come apporto alla comprensione, alla valutazione e alla motivazione per un impegno realistico e audace per la pace. L’Ucraina è stata spesso protagonista al Meeting, trovando espressione in voci come quelle del filosofo Constantin Sigov e del professore Aleksandr Filonenko. Un’attenzione non minore è stata rivolta alla Russia, e poi anche a paesi come l’Afghanistan,

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riconciliazione, fino al perdono, e con esiti grandiosi di ricostruzione sociale. Per questo con il booklet “Costruire la pace”, scaricabile in formato pdf ed .epub dalla pagina https://meetingrimini.news/booklet offriamo questi contributi nella speranza che le tante esperienze e riflessioni possano incoraggiare ognuno di noi - secondo le sue possibilità e responsabilità - alla costruzione della pace, a partire dall’educazione e

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spettacoli

Un’orchestra diversa da tutte le altre Nata per promuovere la pratica musicale tra i giovani di aree disagiate

Al Meeting la grande musica classica ha sempre avuto un ruolo di primo piano, sia con gli ascolti guidati della serie “Spirto gentil”, sia con esecuzioni dal vivo di formazioni orchestrali, com’è avvenuto l’anno scorso con le Quattro Stagioni di Vivaldi, impareggiabilmente dirette e introdotte da Uto Ughi.

una storia interessante da raccontare, così come molto belle sono la genesi e la storia della “Sinopoli”. L’Orchestra Nazionale infatti, che a Rimini conterà più di cinquanta elementi, è composta da ragazzi dagli 11 ai 20 anni, provenienti dai nuclei (esperienze educative e formative orchestrali costituite nei territori) di diverse città italiane.

Anche nel 2022, nel bellissimo Teatro Galli di Rimini, saranno di scena le musiche di Haydn e Mozart, nell’esecuzione dell’Orchestra Nazionale Giovanile Giuseppe Sinopoli diretta da Carla Delfrate, violoncello Giovanni Sollima. Di Mozart ascolteremo in apertura di concerto l’Ouverture de Le nozze di Figaro e in chiusura quella che forse è la sua composizione più

L’Orchestra nasce per promuovere la

celebre, ovvero la Sinfonia n. 40 in sol minore KV 550. Meno noto, ma di valore perlomeno pari, lo splendido Concerto in do maggiore per violoncello e orchestra di Franz Joseph Haydn. Grande classicismo viennese quindi, per una serata organizzata in collaborazione con la Sagra Musicale Malatestiana. Il progetto nasce dalla collaborazione del Meeting con l’Associazione Sistema Orchestre e Cori giovanili e infantili d’Italia e con il suo presidente Claudio Formisano. Un’associazione con

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pratica musicale tra i giovani di aree disagiate, dove è forte la presenza di criminalità organizzata e devianza giovanile, sottolineando come il linguaggio universale della musica costituisca un valido strumento per combattere la dispersione scolastica, favorire il dialogo e lo scambio interculturale, promuovere tra le nuove generazioni una rinnovata scala di valori. Ospite eccezionale della serata sarà Giovanni Sollima, virtuoso del violoncello e compositore di fama interna-

zionale. L’artista collabora nel settore della danza, tra gli altri, con Karole Armitage e Carolyn Carlson, nel teatro con Bob Wilson, Alessandro Baricco e Peter Stein e collabora per il cinema con Marco Tullio Giordana, Peter Greenaway, John Turturro e Lasse Gjertsen. Quanto alla direttrice Carla Delfrate, parmense di nascita, si è diplomata in

oboe e direzione d’orchestra al Conservatorio “A. Boito” della sua città sotto la guida di Piero Guarino e Daniele Gatti. Nel 1987 ha fondato l’orchestra da camera “Il Divertimento Musicale”. Nel 1992 è stata nominata direttore stabile dell’Orchestra Femminile Europea esibendosi in varie sedi, partecipando a concerti televisivi sulle reti Rai e Mediaset. Dopo aver lavorato diversi anni come maestro sostituto al Teatro Regio di Parma, ha debuttato nell’opera lirica dirigendo diversi titoli. È stata assistente musicale della Fondazione “Arturo Toscanini” di Parma. È docente di ruolo del Corso di Esercitazioni Orchestrali presso il Conservatorio di Adria, dove è giunta dopo aver insegnato anche nei Conservatori di Milano, Bologna, Parma, Cagliari e Frosinone. Ha inoltre diretto nei più importanti teatri italiani ed effettuato varie incisioni discografiche.

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spettacoli

Santi con i brufoli e geni litigiosi Scifoni “scherzerà con i santi” e Mercadini racconterà Leonardo e Michelangelo Due grandi artisti e quattro grandi santi. Sono i personaggi che incontreremo lunedì 22 e martedì 23 agosto alle 21.30 al Teatro Galli di Rimini con la conferenza-spettacolo di Roberto Mercadini “Leonardo e Michelangelo, una passione per l’uomo” e lo spettacolo “Anche i santi hanno i brufoli” di e con Giovanni Scifoni. Due modi di raccontare il titolo del Meeting quindi, non antitetici ma complementari. Partiamo da Roberto Mercadini, story teller di eccezione che racconta con la profondità e la leggerezza che gli sono propri i due geni del Rinascimento. Pensando a quest’epoca è probabile che

vi vengano in mente lo splendore delle città, le opere sublimi, la magnificenza di signori e papi. Lunedì 22 agosto però dovrete mettere da parte ciò che sapete: verrete travolti dallo stupore. State per cominciare un viaggio nei meandri di un tempo imprevedibile, fatto di voli pindarici e cadute fragorose. Popolato di artisti strepitosi oggi dimenticati, contesse guerriere e frati ribelli. Al vostro fianco in questa avventura, ci saranno due giganti della storia dell’arte destinati a odiarsi per tutta la vita, Leonardo e Michelangelo, la

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cui rivalità vi accompagnerà lungo il racconto. Entrambi toscani, geniali e precoci, non potrebbero essere più distanti: Michelangelo è capriccioso, perfezionista, trasandato nei modi ma determinato a farsi strada a colpi di scalpello; Leonardo è un uomo dai contorni sfumati, elegantissimo, non rispetta mai una consegna e, tra le tante mansioni, finisce persino a fare il musicista di corte. Perché questa è una storia con tappe straordinarie e inaspettate, tra buie botteghe d’arte e cappelle che esplodono di colore. Un’epoca in cui, come nelle vite di Leonardo e Michelangelo, non ci sono confini tra le luci e le ombre:

tore per Rizzoli di “Storia perfetta dell’errore” (2018) - ha in repertorio oltre venti monologhi, che spaziano dalla Bibbia ebraica all’origine della filosofia, dall’evoluzionismo alla felicità. Con oltre 150 date all’anno, porta in giro per la Romagna e per il resto d’Italia i suoi spettacoli di narrazione e i suoi monologhi poetici.

l’ingegno solare dei gesti perfetti di un artista convive sempre con le tenebre dell’ossessione. Roberto Mercadini, uno dei personaggi più interessanti e originali del panorama teatrale degli ultimi anni, si conferma un narratore d’eccezione, che con una verve fuori dal comune sa far rivivere, scompigliati e umanissimi, i protagonisti del nostro passato e, attraverso scorci mai scontati, ci porta dritti al cuore di un tempo che non smetterà di sorprenderci. D’altra parte parliamo di un autore che – au-

Non meno spiazzante si annuncia “Anche i santi hanno i brufoli”. Scifoni è autore e interprete molto amato dal pubblico del Meeting e martedì 23 agosto al Galli si cimenterà con le vite dei santi, quelle

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spettacoli

che raccontavano le nostre nonne, come un rito che si compiva nella quotidianità, in mezzo alle faccende domestiche, mentre veniva steso l’impasto delle tagliatelle, o mentre si spidocchiavano le teste dei bambini.

struiva la faccia del santo, e nonna non aveva paura a mescolare realtà e leggenda, mentre le sue mani impastavano farina e acqua la sua voce impastava fatti storici e fandonie stratificate nel tempo, ma magnifiche. I santi facevano di tutto,

Le festività, i giorni del calendario, le usanze, i rimedi scaramantici contro le malattie, le preghiere per trovare oggetti smarriti, ogni aspetto della vita dei nostri antenati era scandito dalla presenza dei santi. Il mondo moderno è arrivato e ha cambiato tutto, di nonne che raccontano ne son rimaste poche, e insieme alle storie delle vite dei santi è scomparso molto altro nel respiro comune della nostra civiltà.

sembrano aver vissuto 50 vite, eroi giganteschi in piccoli corpi, sono le gesta di uomini innamorati pazzi, che partono per un viaggio, il viaggio per incontrare il loro innamorato e scoprire qual è l’impresa che ha affidato loro. È un viaggio inquieto, pieno di peripezie, fallimenti, questi uomini e queste donne non trovano pace finché non arrivano alla fine del viaggio, l’incontro con lo sposo, quando chiudono gli occhi, finalmente, felici, entrano nella stanza del letto nuziale.

“Anche i santi hanno i brufoli” è un racconto giullaresco dove Giovanni Scifoni, accompagnato dagli strumenti di Davide Vaccari e Maurizio Picchiò, prende in prestito le vite e le opere di san Giovanni Bosco, sant’Agostino, san Giovanni di Dio e santa Francesca Romana. Insieme a loro ripercorre quei racconti dimenticati, quando nonna parlava e nella nostra immaginazione si co-

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questa cosa? Non sei capace a farla e sicuramente sarà un disastro. Ti va? Il santo è colui che risponde: se ci sei Tu mi va.

Ma a volte succede qualcosa di strano, sembra che Dio lo fa apposta: si sceglie le persone peggiori per compiere le sue grandi opere, e forse lo fa apposta, per rendere evidente che sicuramente è merito suo. Spesso i santi sono persone senza qualità, senza talento, che ricevono una proposta: vuoi fare

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partnership

Giovani giornalisti crescono (al Meeting) Intervento di Lella Mazzoli, sociologa e fondatrice dell’IFG di Urbino da testate diverse, da media diversi, possono scrivere, intervistare, commentare, incontrare politici, studiosi, artisti. Insomma possono mettere in pratica quella formazione che ricevono e ibridare le diverse forme di giornalismo.

Le Scuole di giornalismo hanno il compito di formare la nuova generazione di giornalisti che dovranno affrontare il mondo della informazione che è sempre più complesso non solo per la gran quantità di media che ognuno ha a disposizione ma anche per gli intrecci di competenze che vanno oltre la cronaca, la politica, l’economia, la cultura. Competenze che richiedono capacità di intrecci fra tutte le discipline del giornalismo e per esempio raccontare i grandi eventi. Per questo la Scuola di Urbino apre a collaborazioni come quella con il Meeting dell’Amicizia di Rimini dove ormai da quattro anni i praticanti dell’Ifg di Urbino svolgono una settimana di lavoro professionale all’interno della Redazione dell’importante evento internazionale. Abbiamo ritenuto questa una collaborazione

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Una esperienza che sia i docenti che i giovani praticanti vivono con molta attenzione e professionalità.

preziosa, una bella opportunità perché in quella settimana, -che vede incontri preparatori fra Istituto e organizzatori del Meeting-, i praticanti della Scuola di Urbino svolgono un lavoro con giornalisti che arrivano

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sport

Un grande evento di popolo

Lo sport torna con un padiglione di 10mila mq. Parla Emmanuele Forlani

Per l’uomo di ogni tempo ed età lo sport è sempre stato molto di più che una semplice attività fisica, molto di più di uno svago o di un divertimento vuoto e senza significato. Giovanni Paolo II della pratica sportiva sottolineava “valori importanti quali la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la condivisione, la solidarietà”, la vedeva anche come un modo per “superare la diversità di culture e di nazioni”. Per

questo lo sport ha accompagnato costantemente la storia del Meeting. «Abbiamo avuto testimonial importanti in questi anni», spiega il direttore del Meeting Emmanuele Forlani, «ma soprattutto abbiamo dato spazio allo sport vissuto insieme, a livello compe-

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titivo e non». Sempre in collaborazioni con realtà sportive nazionali come il

Quest’anno quindi in Fiera ci aspetta un padiglione di circa 10mila metri quadrati dove saranno riproposte le attività di gioco, la pratica delle attività sportive libere, la possibilità di stare insieme e di vivere lo sport nella sua forma più classica. Attraverso l’app “Meeting Rimini” giovani e adulti potranno iscriversi anche alle attività dei “camp”, momenti di sport (calcetto, pallamano, scherma, basket e altri)

Centro Sportivo Italiano, e negli ultimi anni, Master Group Sport, realtà che dal 1996 opera al fianco di istituzioni sportive e aziende sul territorio nazionale ed internazionale, attraverso l’organizzazione di importanti eventi sportivi e la gestione delle attività di sponsorizzazione.

guidati da allenatori professionisti che insegneranno ai ragazzi le regole, il rispetto e perché no anche la sana competizione.

«In sintesi direi che il nostro obiettivo è ritornare ad essere al 100% un grande evento di popolo», prosegue Forlani, «che attraverso le varie attività, sport, villaggio ragazzi, mostre, convegni e spettacoli, possa aiutare le persone ad approfondire temi di vita quotidiana suscitando domande per confrontarci sulle risposte. Ci siamo riusciti, potenziando il digitale, anche negli anni della pandemia, e questa è un’acquisizione che consideriamo definitiva per il Meeting, ma non c’è dubbio che ritornare senza limitazioni a incontrarsi in presenza è essenziale per noi».

Il programma è in corso di definizione, il nostro lavoro punta principalmente ai temi che ci stanno a cuore, come l’educazione, che quest’anno al Meeting avrà uno spazio straordinario. «I personaggi vengono di conseguenza», precisa il direttore del Meeting. «Ma ci sono tutte le premesse perché anche quest’anno possiamo ascoltare la testimonianza di campioni come già in passato Valentino Rossi, Dino Meneghin, Javier Zanetti, Arrigo Sacchi, Franco Baresi, Gregorio Paltrinieri, Valentina Vezzali e tanti altri». Il programma verrà lanciato il 12 luglio a Roma durante la presentazione ufficiale del Meeting, da allora attraverso l’app si potrà prenotare il posto in sala.

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UN TEMPO NUOVO



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