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Testori, parole che sono entrate nel nostro dna
Tre convegni e uno spettacolo per il centenario di uno dei personaggi più amati dal popolo del Meeting
Tre convegni e uno spettacolo: così il Meeting 2023 celebrerà il centenario di Giovanni Testori. Per il popolo del Meeting quello con l’autore di Novate Milanese è stato e continua ad essere l’incontro non solo con lo scrittore, il poeta e commediografo dallo stile che sapeva essere abissale e dolcissimo, non solo con il critico d’arte discepolo pre-
«Allora, grazie per questi dieci anni che mi avete dato, in cui mi avete sopportato, portato, aiutato, in cui mi avete abbracciato senza chiedermi niente di tutti i miei errori, di tutte le mie colpe, di tutte le mie stramberie, di tutta la mia disperazione», diceva dal palco del Meeting nel 1989, in un incontro intitolato proprio “Testori dieci anni dopo”.
«Io vorrei dire che qui al Meeting la cosa che mi ha fatto più dolcezza è vedere quanti giovani e giovani ci lavorano», aggiunse Testori, «da quelli che lo costruiscono e che lo mettono in atto, a quelli che sono lì e nei vari stand aiutano, a quelli che ti portano in macchina, gratui- diletto di Roberto Longhi, o con il corsivista e polemista che dalle colonne del Corriere della Sera aveva preso il posto di Pier Paolo Pasolini come coscienza critica, spesso scomoda, di un intero paese. Parlare di Testori è soprattutto ricordare una persona che con il popolo del Meeting si è totalmente riconosciuta, un autore che nelle sue numerose partecipazioni all’evento, in qualità di relatore, autore e regista, ha detto parole di verità che sono entrate a far parte del nostro dna. tamente. Quando vado fuori vedo tutti questi che girano, girano, tutti come mosche senza testa, e qui invece lavorano, per un fatto, per una testimonianza ... Come si fa allora a parlare di CL e del Meeting se non si vedono queste cose, se non si toccano queste cose? A me CL non mi ha mica preso per delle teorie di teologia, mi hanno preso quando sono venuti a trovarmi tre, quattro, per la tenerezza, l’amicizia, per qualche cosa in più di umano che oggi invece la società - e lasciatemi dire anche gran parte della società cristiana - ha buttato via per inseguire la mitologia di uno stramorto progressismo»
Proprio nel 1989 l’editore Franco Maria Ricci pubblicò il testo “Maddalena - con una ghirlanda di testi ma lo mescola con la meditazione e il coinvolgimento appassionato del fedele».
Lunedì 21 agosto alle 21.30 al Teatro Galli di Rimini le didascalie poetiche di Testori diverranno uno spettacolo con una figura di primo piano del teatro italiano come Valter Malosti. «Un vero e proprio work in progress», spiega Malosti, «con numerose e successive commissioni, tra cui spicca quella dell’Unione Musicale nel 2013 e quella primigenia del Festival DeSidera del 2002, hanno permesso
Giovanni Testori, nei 100 anni dalla nascita”. Interverranno il giornalista Riccardo Bonacina, la drammaturga e attrice Angela Demattè, oltre ad Emilia Guarnieri, già presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Introdurrà l’incontro Giuseppe Frangi, giornalista, anima dell’Associazione Culturale Casa Testori.
Frangi coordinerà anche il successivo incontro, “L’amicizia con il Teatro. Giovanni Testori nei 100 anni dalla nascita”, al quale sono attesi il già citato Valter Malosti, una testoriana e di immagini”, con testi di Testori. Un libro di pregio, come tutti quelli dell’editore di Fontanellato, che proponeva 40 immagini della Maddalena evangelica, da Duccio a Masaccio, da Giotto a Cézanne, da Beato Angelico a Caravaggio, da Raffaello a Rubens, da Botticelli a Tiziano, da Grünewald a Bacon. A Testori erano state chieste delle didascalie, lui fece molto di più. Come scrive Pierluigi Colognesi «quelle quaranta didascalie sono diventate altrettante poesie, dove Testori non rinuncia al giudizio artistico, al progetto di evolvere». I versi di Testori sono accompagnati e contrappuntati da una ventina di brevi suite originali per violoncello scritte nel corso degli anni dal compositore Carlo Boccadoro e ad ogni occasione variate e implementate anche grazie al talento del violoncellista Lamberto Curtoni. della prima ora come Andrée Ruth Shammah della Cooperativa Teatro Franco Parenti e Andrea Soffiantini, attore e pupillo di Giovanni Testori, che per lui scrisse appositamente l’opera “Factum Est”.
Il primo dei tre convegni nel centesimo anniversario della nascita di Testori, in collaborazione con Casa Testori di Novate Milanese, si intitolerà “Un’amicizia che apre al mondo.
Il terzo convegno verterà sul rapporto di Giovanni Testori con altri autori quali Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci che hanno saputo raccontare l’umanità dolente delle periferie milanesi. Il panel dei relatori è in via di definizione.