Meeting News dicembre 2023

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DICEMBRE 2023

SE NON SIAMO ALLA RICERCA DELL’ ESSENZIALE ALLORA COSA CERCHIAMO? 20·25 AGOSTO 2024 FIERA DI RIMINI

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Meeting 2024

Scholz: la domanda sull’essenziale decisiva per affrontare le sfide del presente

Giansanti (Confagricoltura)

«Il made in Italy in agricoltura è un modello per tutto il mondo»

Protagonisti del #meeting23 12 Transizione ecologica, lavoro e città: tre domande a venti relatori

Il lavoro volontario 20 Barbara Aquilano: «Sono tremila ma per me ognuno di loro è unico»

Mostre itineranti 24 Boom di prenotazioni nell’ultimo anno E scendono in campo le mostre 2023

Livatino a Caivano 26 Tre tappe in provincia di Napoli per la mostra “Sub tutela Dei”

A cura di: Direzione Commerciale e Dipartimento Comunicazione FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI ETS via Flaminia 18/20, 47923 Rimini RN meeting@meetingrimini.org Progetto Grafico Bruno Monaco comunicazione non convenzionale Rimini DICEMBRE 2023 Questo numero è stato chiuso in redazione il 31/12/2023

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meeting 2024

Il Meeting dell’essenziale sta prendendo forma Scholz: la domanda del titolo è decisiva per affrontare in modo costruttivo le grandi sfide di oggi Nell’orizzonte del titolo “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”, stanno man mano prendendo forma mostre, convegni e spettacoli del Meeting 2024, oltre alle attività dello sport e del villaggio ragazzi. E nel frattempo è stato presentato il manifesto dell’edizione 2024 della manifestazione, che si terrà dal 20 al 25 agosto nella Fiera di Rimini. È già annunciata una mostra dedicata allo scrittore Cormac McCarthy (1933–2023), l’autore de La strada, Non è un paese per vecchi, Il buio fuori e del suo ultimo romanzo Il passeggero dal quale è tratto il titolo del Meeting 2024. McCarthy è uno scrittore molto caro al pubblico del Meeting, che già nel 2012 gli aveva dedicato un evento. Proprio “essenziale” era l’aggettivo usato allora per descrivere sia l’uso della lingua di Mc Carthy, un linguaggio che aiuta ad entrare nella realtà, a raccontare le cose andandone al fondo, e la sua caratteristica di occuparsi solo di questioni decisive, che hanno a che fare con la vita e con la morte. «Stiamo assistendo ad un’accelerazione dell’evoluzione tecnologica come mai in precedenza nella storia dell’umanità», così il presidente del Meeting Bernhard Scholz introduce il titolo del Meeting 2024. «Ma quali saranno i reali benefici e quali i rischi? Tante e incisive sono le domande che nascono dalla crescente incertezza esistenziale di tanti giovani e meno giovani, dalla frammentazione della vita sociale, dai cambiamenti climatici, dall’aumento

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della conflittualità e della violenza, dalle guerre sempre più atroci».

è qualcosa che riduce la vita ad un minimo indispensabile, ma al con-

La provocazione di McCarthy contenuta nel titolo del 45° Meeting va al cuore di questo momento storico. «Quella sull’essenziale», spiega Scholz, «è una domanda che impegna la nostra persona nella sua totalità, mobilita la nostra ragione, muove la nostra intelligenza, incentiva le nostre relazioni, aprendo una prospettiva nuova. Qual è la consistenza della relazione che vivo, del dolore che mi affligge, della gioia che mi assilla, della bellezza che mi affascina, del lavoro che svolgo, della contraddizione che mi inquieta? La ricerca dell’essenziale non

trario fa vedere ogni singola cosa nel suo orizzonte di senso, fa conoscere i momenti della vita nella loro apertura verso un destino irriducibile, esalta la bellezza anche quando si nasconde sotto le macerie dell’indifferenza, valorizza il bene anche quando sembra annientato dal male». Essere alla ricerca dell’essenziale, ricorda Scholz, «è un’attesa vigile e consapevole, un’attenzione appassionata e intelligente, nella certezza che esiste una consistenza indistruttibile in ciò che avviene, un MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023


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di distinguere, di valorizzare per poter riconoscere e far emergere ciò in cui tutto consiste, ciò in cui io consisto».

SE NON SIAMO ALLA RICERCA DELL’ ESSENZIALE ALLORA COSA CERCHIAMO? 20·25 AGOSTO 2024 FIERA DI RIMINI

E ION DIZ

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bene infinito in ciò che accade. Altrimenti che senso avrebbe l’impeto di questa ricerca che, soprattutto nei momenti più lucidi e più bui della nostra vita, quasi si impone? È troppo evidente che solo la ricerca dell’essenziale può liberare una forza e una creatività autentica che ci permette, in tutte le circostanze e situazioni, di valutare, di giudicare, MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023

Per questo motivo il Meeting 2024 proporrà la ricerca dell’essenziale come decisiva per affrontare in modo costruttivo le grandi sfide della vita sociale e culturale, economica e politica, dell’evoluzione tecnologica e degli impatti geopolitici. Certamente, sottolinea il presidente del Meeting, questa ricerca «non è possibile senza un dialogo che faccia maturare la propria comprensione, un confronto che approfondisca la propria conoscenza, una condivisione che crei la possibilità di costruire insieme un pezzo di strada, per un futuro più corrispondente alle attese più vere di ogni uomo».

Ascolta il podcast di Bernhard Scholz: «La ricerca dell’essenziale è decisiva per affrontare in modo costruttivo le grandi sfide di oggi» al link https://meetingrimini.news/podcast_scholz oppure inquadrando il QR code

Contribuire proprio a questo dialogo e a questa condivisione è la prospettiva della prossima edizione del Meeting di Rimini, che sarà tanto più ricca e tanto più incidente quanto più ognuno parteciperà come protagonista di un’appassionata ricerca dell’essenziale.

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Missione ambiente:

un futuro rinnovabile, ecologico e più verde

«Con uno spazio aperto e tanti momenti di confronto, il Ministero ha trasmesso al Meeting di Rimini la sua visione di Ambiente e di Energia: due sfide da vincere insieme, puntando sul senso di comunità». Gilberto Pichetto

Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

www.mase.gov.it


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«In agricoltura il made in Italy è un modello» Intervista a Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura Oggi l’agricoltura è chiamata a uno sforzo apparentemente contraddittorio: produrre di più e preservare le risorse naturali, in primo luogo l’acqua. Come è possibile? E quale aiuto possono dare le nuove tecnologie? Crescita della produzione e maggiore sostenibilità ambientale possono assolutamente coesistere, come da tempo sostiene la Confagricoltura in tutte la sedi in Italia ed in ambito europeo. Occorre, però, spingere decisamente sulla diffusione delle innovazioni tecnologiche. Ad esempio, sulle nuove tecniche genomiche che consentono, tra l’altro, di ridurre il consumo di acqua e il ricorso ai prodotti chimici a parità di quantità prodotte. In Italia, con una scelta lungimirante da parte del Parlamento europeo e del governo, è stata già autorizzata la sperimentazione in campo. Ora siamo in attesa dell’inquadramento delle tecniche di evoluzione assistita (TEA) nell’ordinamento della UE. Ci auguriamo che l’intesa tra Parlamento europeo e Consiglio venga siglata prima della fine della legislatura. Diversamente, per le elezioni all’Europarlamento e per l’insediamento della nuova Commissione, risulterebbe inevitabile il rinvio fino al 2025. Stiamo lavorando attivamente per evitare questo slittamento. Si è parlato spesso di modello italiano per l’agricoltura. Cosa significa questo per il nostro paese che si affaccia al 2024? E come si può esportare il modello italiano nel mondo? I dati statistici presentati in occasione della nostra recente Assemblea invernale, dimostrano che l’agricol-

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tura italiana è ai primi posti nella UE per valore aggiunto. Per alcune produzioni, soprattutto ortofrutticole, siamo leader a livello mondiale. La presenza del “Made in Italy” agroalimentare continua a crescere sui mercati internazionali, nonostante il rallentamento economico. In dieci anni, le nostre esportazioni di settore sono quasi raddoppiate in valore. Certo, non sono esportabili le no-

stre tradizioni alimentari e il legame stretto tra produzioni e territori. Possiamo però esportare un modello basato sulla coesistenza tra produzione agricola e sostenibilità ambientale, grazie alle innovazioni. Oltre all’esperienza che abbiamo maturato nella produzione di energie rinnovabili. In quest’ottica, seguiamo con grande attenzione il “Piano Mattei” lanciato dal governo. Lei al Meeting ha fatto un parallelo che può sembrare ardito tra agricoltura e democrazia, affermando che là dove c’è un’agricoltura forte

anche la democrazia ha basi più solide. Può spiegarlo meglio? La disponibilità di cibo in quantità adeguata e a prezzi ragionevoli è una condizione essenziale per la coesione sociale. Molti esempi, anche recenti, dimostrano che quando i rifornimenti sono carenti e i prezzi aumentano a livelli insostenibili per i consumatori, salgono le tensioni

e le dimostrazioni di piazza. Vorrei ricordare che nel suo intervento alla nostra Assemblea, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto rinnovare agli agricoltori il ringraziamento per essere riusciti a non interrompere la produzione duMEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023


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rante l’emergenza sanitaria. Gli scaffali vuoti avrebbero senz’altro innescato problemi di ordine pubblico. I sistemi democratici assicurano, entro i limiti posti dall’interesse pubblico, la libera impresa e l’iniziativa privata. Sono queste, alla prova dei fatti, le condizioni migliori per la sviluppo economico. Agricoltura ed energia pulita, un nesso che lei conosce bene anche da imprenditore oltre che da dirigente di Confindustria. Ci può fare qualche cenno in merito? Per prima, la Confagricoltura ha individuato le potenzialità della pro-

duzione di energie rinnovabili in agricoltura. Oggi, circa il 10% dell’elettricità prodotta nel nostro Paese deriva da fonti collegate al settore agricolo. E le foreste italiane assorbono 40 milioni di tonnellate di CO2, il 10% delle emissioni totali. Le nostre imprese continueranno a produrre cibo in quantità adeguata, di eccezionale qualità e in condizioni di crescente sostenibilità ambientale. Inoltre, daranno un valido contributo al processo di neutralità climatica fissato in ambito internazionale. Secondo le intese raggiunte alla COP 28, la produzione di energie rinnovabili dovrà essere triplicata entro il 2030. Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), i fondi non mancano, ma occorre fare in fretta superando resistenze ideologiche e ostacoli burocratici. Le opere finanziate dal PNRR devono essere concluse entro il 2026.

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L’invasione russa dell’Ucraina e il conflitto che ne è seguito hanno mostrato a tutto il mondo che l’agricoltura è un asset strategico per garantire la sicurezza alimentare e gli equilibri geopolitici internazionali. Quanto è importante la geopolitica dell’agricoltura? A seguito della pandemia e dell’aggressione russa in Ucraina, il tema della sicurezza alimentare è tornato in primo piano nelle riunioni dei principali consessi internazionali. La preoccupazione maggiore è stata, e continua ad essere, quella di evitare crisi alimentari nei paesi meno avanzati. Ostacolando le esportazioni

sicurezza alimentare. Non solo: l’Unione è anche il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari.

ucraine, la Federazione Russa ha di fatto utilizzato il cibo come un’arma ed ora, come strumento di pressione geostrategica, sta inviando gratuitamente ingenti quantità di grano ad alcuni paesi africani. Lo scenario è in profonda trasformazione. La Cina sta accumulando scorte record di cereali, oltre il 50 degli stock mondiali. Il Brasile punta a diventare il primo produttore mondiale di proteine vegetali. Negli USA sono stati investiti 20 miliardi di dollari per la transizione energetica e digitale. L’Unione europea ha tutto l’interesse a salvaguardare il proprio potenziale produttivo, che garantisce la

la nostra gioia e il nostro interesse a proseguire nel dialogo e nella partecipazione a un consesso di tale livello per il pregio dei contenuti e la bontà di intenti. La sicurezza alimentare, il lavoro, la sostenibilità, il territorio e l’ambiente con le sue comunità sono gli asset su cui si basa la nostra attività a livello centrale e locale. Il confronto generazionale che il Meeting da sempre garantisce un valore aggiunto che ci aiuta nel percorso di crescita e di diffusione dei valori legati al settore primario.

Quella del 2023 è stata la sua seconda partecipazione al Meeting. Che impressioni ne ha ricavato? Il nome “Meeting per l’amicizia fra i popoli” contiene la mission e il vantaggio stesso di prendere parte all’iniziativa, ossia la possibilità di incontro e confronto con una pluralità di voci dall’opinione pubblica nazionale e internazionale. Aggiungo un plauso all’autorevolezza di queste voci che rappresentano il mondo delle istituzioni, della politica, dell’associazionismo, dell’Università, della scuola, delle imprese. Si tratta, quindi, di un’occasione unica per la rilevanza degli interlocutori e per il perimetro entro cui si svolge il dibattito, quello dell’amicizia, un valore che la Fondazione organizzatrice riesce a preservare e incentivare. Come portavoce di Confagricoltura confermo

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DAI BORGHI ALLE AREE NATURALI, DALLE MONTAGNE AI LAGHI FINO AL MARE, IL LAZIO HA TUTTO CIÒ CHE DESIDERI. VIVI UN'ESPERIENZA ALLA SCOPERTA DI LUOGHI RICCHI DI BELLEZZA, STORIA E CULTURA.


In Italia dal 1963


protagonisti

Le interviste-lampo del Meeting 2023 Una cinquantina di interviste-lampo a personalità del primo piano della vita sociale, economica, politica, culturale del nostro Paese. Questo è stato “Una domanda a…”, il format video del Meeting 2023 coordinato dalla video giornalista Annalisa Pomponio. Vi proponiamo le tre domande sui temi della transizione ecologica ed energetica, del lavoro e delle città che abbiamo sottoposto a una ventina di relatori, con le loro risposte. Le videointerviste originali sono tutte raccolte in un’unica playlist di Youtube, le trovate al link meetingrimini.news/unadomanda inquadrando con lo smartphone il QR code a fianco. La trascrizione del parlato è nostra e non è stata rivista dagli intervistati. Buona lettura!

1. Transizione ecologica/digitale

La nuova urgenza sulla quale l’Italia è chiamata a misurarsi è la doppia transizione: quella ecologica e quella digitale. Devono procedere insieme e velocemente, si dice. Qualcosa è già stato fatto, ma cosa è primario fare nell’immediato futuro? in più per raggiungere e superare l’eccellenza, perché credo che in questo campo il sistema Italia è sicuramente a livelli di eccellenza europei.

Marina Elvira Calderone Ministro del Lavoro

Ignazio Capuano Presidente Conai

Credo sia necessario investire sulla formazione e sulla riqualificazione, guardando al futuro e soprattutto ai lavori che verranno. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha questa dimensione: far acquisire competenze in materia digitale a tanti giovani e a tante giovani donne. Io credo sia fondamentale guardare al futuro senza indossare gli occhiali del passato o del presente ma cercando invece di intercettare le sollecitazioni che non vengono solo dal mondo del lavoro ma dalla società intera.

Per quanto riguarda Conai, quindi il sistema del riciclo di tutti gli imballaggi in Italia, abbiamo già raggiunto livelli di riciclo piuttosto importanti, come media oltre il 70% su tutti i materiali, quindi siamo già avanti rispetto agli obiettivi europei del 2025 e del 2030: da questo punto di vista stiamo dando un notevole contributo. Sulla parte energetica e digitale siamo un po’ più in difficoltà ma sulla parte energetica e sul climate change il riciclo è una parte fondamentale, perché ci consente di recuperare materia prima, di risparmiare energia e ridurre le emissioni di CO2. Certo, c’è sempre da fare, manca sempre qualche passo

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Fabrizio Iaccarino Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali Enel Italia Per fare in modo che transizione ecologica e transizione digitale arrivano in porto, bisogna fare grandi investimenti in infrastrutture nel settore energetico in particolare sulle reti. Come gruppo Enel noi lo stiamo facendo. Siamo investendo da anni vari miliardi per rendere le nostre reti sempre più smart, intelligenti, in grado di gestire questa grande capacità di fonti rinnovabili intermittenti MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023


protagonisti e lo stiamo facendo in una crescita esponenziale delle domande di connessione di nuovi impianti. Prima lanciavamo 50mila impianti l’anno, oggi più di 200mila. Questo significa che bisogna fare un grande lavoro ma noi ci siamo per estendere le reti digitali e consentire questa transizione.

Roberto Sancinelli Presidente Montello Spa

Gilberto Pichetto Fratin Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Il nostro paese si è impegnato alla neutralità carbonica per il 2050 e all’abbattimento del 55% delle missioni per il 2030. Questo è il percorso della mitigazione ed è la prima grande azione che noi dobbiamo svolgere come primo contributo ambientale. A fianco della mitigazione abbiamo l’adattamento, cioè creare condizioni perché non si danneggi ulteriormente l’ambiente. È chiaro che tutto questo è possibile utilizzando le più moderne tecnologie, sfidando il futuro con nuove tecnologie, con la capacità tecnologica che l’uomo ha purtroppo dimostrato anche nel danneggiare l’ambiente: questa stessa capacità va messa all’opera in senso contrario impiegando le moderne tecnologie. La digitalizzazione è un percorso fondamentale per la modernizzazione, proprio per arrivare a dare il miglior contributo non solo al nostro paese ma alla terra.

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Il futuro è che si passi dalle parole alle cose concrete. Oggi si fa tanto parlare di transizione digitale e transizione ecologica, con la necessità di raggiungere obiettivi certi. Quello che voglio dire è semplicemente che le imprese sono pronte e sono molto più avanti della politica o di quello che dovrebbe fare la politica per supportare le imprese nei fatti.

dell’approvvigionamento energetico come l’Italia. Allora da questo punto di vista è fondamentale fissare paletti stringenti e cooperare a livello internazionale - nel caso italiano ad esempio a livello europeo - per far sì che la transizione avvenga il più velocemente possibile, ma guardando alla sostenibilità dal punto di vista economico e sociale. Molto diversa è la transizione digitale, tecnologica, che invece dovrebbe essere accelerata al massimo. Il Covid ci ha insegnato quanto velocemente si possono apprendere alcune cose e quanto ciò abbia impatti estremamente positivi sulla produttività. Anche su questo però facciamo attenzione, perché l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione possono comportare nel breve termine una perdita di posti di lavoro, perché l’automazione ad esempio sostituisce la manodopera. Bisogna essere in grado di convertire in specializzazioni i lavori che si perdono, quelle funzioni più banali e normali che sono sostituite dall’innovazione.

Paolo Emilio Signorini Presidente Autorità del Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Sono due transizioni estremamente sfidanti ed estremamente necessarie, ma presentano problemi diversi. La transizione ecologica - o se vogliamo declinarla ancora meglio, energetica - vorremmo tutti che fosse più rapida possibile per averne ovviamente i benefici dal punto di vista dell’ambiente e della salute. Sappiamo però che se fosse troppo veloce avremmo ricadute negative in termini di investimenti, di impatto sull’economia, soprattutto per alcuni stati dipendenti dal punto di vista

Angelo Sticchi Damiani Presidente ACI – Automobile Club d’Italia Sul piano ecologico è fondamentale muoversi con rapidità. Parlando di automobili - da presidente Automobile Club d’Italia parlo del mio tema – noi abbiamo il parco circolante più vecchio d’Europa. È un parco altamente inquinante e oggi ci stiamo preoccupando di verificare quale siano le motorizzazioni del futuro. L’importante è però che ci rendiamo conto che siamo seduti su una bom-

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protagonisti ba ecologica che è il parco italiano circolante oggi. La sostenibilità economica di questa transizione è fondamentale, è importante, però cerchiamo di concentrarci e soprattutto concentrare le risorse sulle azioni a portata di mano, sulle iniziative più fattibili e soprattutto cercando di renderci conto, noi e soprattutto l’Europa, che l’Italia è diversa dagli altri paesi.

Adolfo Urso Ministro delle Imprese e del Made in Italy Noi ci auguriamo che in queste ore la Commissione Europea dia il via libero definitivo alla revisione del PNRR REPower EU che riguarda proprio queste misure, perché noi abbiamo chiesto e abbiamo ottenuto in un primo confronto – e ora aspettiamo il via libera definitivo – di utilizzare le nuove risorse svincolate dai progetti che erano inattuabili, per destinare 4 miliardi di euro a Transizione 5.0 cioè a crediti fiscali significativi per le imprese che investono in tecnologia green e digitale, un miliardo e mezzo di euro per le imprese che realizzano impianti a energie rinnovabili ai fini dell’autoconsumo industriale, 2

miliardi di euro per le imprese che producono tecnologia green quindi batterie elettriche, impianti fotovoltaici, pannelli solari, impianti eolici e infine tra le nuove risorse che si aggiungono a quelle già previste, 320 milioni di euro per la Sabatini Green, quindi per abbattere il tasso di interesse che le imprese ottengono dalle banche, oggi purtroppo particolarmente elevato, per investimenti proprio nella tecnologia green. Queste risorse in più che dovrebbero pervenire al nostro dicastero e quindi alle imprese per la duplice transizione digitale e tecnologica dalla revisione del PNRR io ritengo siano assolutamente decisive.

2. Lavoro

Il mondo del lavoro sta affrontando profondi cambiamenti. E non è solo un problema di salario ed occupazione per i lavoratori o di investimenti per le imprese. Rischiano soprattutto di indebolirsi la dignità e il senso di responsabilità. Quale può essere allora la ricetta per spingere crescita e sviluppo del paese? strutture e della rigenerazione urbana. Abbiamo una serie di professioni che erano presenti in passato, dalle competenze idrauliche, ai gruisti, agli autisti, eccetera che oggi sono venuti a mancare. Quindi forse è il momento di focalizzarsi non tanto sul creare figure professionali fine a se stesse, ma in linea con l’effettiva domanda del mercato del lavoro. Mario Abbadessa Senior Managing Director e Country Head Hines Italy Occorre creare professioni in linea con la domanda. Avere un’offerta di professionisti del mondo del lavoro che non trova poi una corrispondenza con l’effettiva domanda quindi con le necessità è inutile, si creano solo frustrazioni, si crea disoccupazione e tutto questo ovviamente va a danno del mondo dell’impresa. Noi operiamo nel mondo delle infra-

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La formazione e l’istruzione sono due elementi fondamentali. Occorre innalzare il livello di preparazione delle persone chiave lungo tutto il ciclo di vita, non soltanto durante la prima fase, quella giovanile, ma anche dopo. L’altro elemento fondamentale sicuramente sono gli elementi di protezione. Il presidente Mattarella ha detto una cosa giusta: il reddito è sicuramente fondamentale, la dignità passa non soltanto attraverso un lavoro adeguatamente retribuito ma il lavoro deve essere protetto, ci deve essere certezza, perché è soltanto attraverso la certezza del lavoro e le protezioni che questo comporta, che le persone possono programmare meglio il loro futuro.

Stefano Barrese Resp. Divisione Banca Territori Intesa Sanpaolo MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023


protagonisti

Marco Ceresa Group Chief Executive Officer di Randstad in Italia

Marco Hannappel Presidente e AD di Philip Morris Italia

Per continuare a far crescere il nostro paese prima di tutto dobbiamo fare in modo che ci siano abbastanza persone che lavorino e per fare ciò bisogna fare in modo che ci siano persone che vengano in Italia provenendo da altri paesi, perché la demografia è lì a dirci che sono molte di più le persone che vanno in pensione rispetto ai giovani che entrano nel mercato del lavoro. Quest’anno perderemo circa 197mila persone in età lavorativa. D’altra parte bisogna continuare a investire nella formazione delle persone, perché i lavori diventano sempre più complessi e le aziende cercano persone sempre più specializzate. Ecco perché è importante non solo formare, ma anche assicurarsi che le persone abbiano la capacità di apprendere. La seconda cosa molto importante è formare le persone a tutte le nuove tecnologie informatiche digitali. I lavori stanno diventando molto più complessi che in passato. Se si pensa ad esempio al lavoro dell’idraulico, del medico, di colui che fa il controllo di gestione in azienda, in tutti i lavori la digitalizzazione ha un impatto importante, per cui dobbiamo continuare a formare le persone su questi temi. Però bisogna rimanere ottimisti. Il nostro è un grande paese, abbiamo belle aziende, dobbiamo riuscire a formare le persone e continuare a far crescere le nostre aziende e quindi il nostro paese.

https://youtu.be/AF2eijKnG6w

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Una ricetta unica non esiste. C’è però un’esperienza da parte nostra molto importante. Mi riferisco all’apertura in soli sei anni e mezzo dell’impianto produttivo di Crespellano che è il fulcro di una fiera integrata che oggi occupa in Italia 38mila persone, pesa oltre mezzo punto del pil ed è un’esperienza che ha visto coinvolti agricoltura, industria e servizi partendo da un accordo di filiera con Coldiretti. Ciò ha permesso lo sviluppo di 500 milioni di investimento in Italia ogni 5 anni, che ha portato all’integrazione in fabbrica di un prodotto agricolo con tantissimi sviluppi in ambito di gestione efficiente dell’energia, dell’acqua, delle persone, per una fabbrica aperta nel 2016 che è la più grande costruita in questo paese in questo secolo. Parliamo di un investimento da oltre un miliardo di euro e che oggi è l’impianto produttivo più grande al mondo di Philip Morris, a cui si sono aggiunte molte parti addizionali come la ricerca e sviluppo e le competenze. Questi ultimi sono due motori importantissimi: la ricerca e sviluppo è il cervello, laddove l’agricoltura e l’industria sono i muscoli, e le competenze invece una componente ulteriormente fondamentale per lo sviluppo della vita del lavoratore, prima, durante e dopo la propria chiusura di carriera. Occorre partire prima con la formazione, già dalla scuola dell’obbligo con attività nel digitale e poi nel periodo universitario con investimenti,

come abbiamo fatto noi con Philip Morris Institute for Manufacturing Competences, investendo sugli istituti tecnico professionali e nel post universitario con borse di studio in partnership con le Università di Bologna, il Politecnico di Bari e di Torino e l’Università di Napoli Federico II. Sono tante attività che possono permettere di creare delle competenze tecniche per l’industria 4.0 da utilizzare immediatamente in fabbrica oppure da programmare per i cinque, sei, sette anni successivi garantendo una continuità di lavoro grazie ad una filiera integrata, filiera che è ovviamente una realtà esemplare, che mostra come in questo paese la piccola e media impresa, l’agricoltura e l’industria possono e devono stare insieme.

Massimo Monacelli General Manager di Generali Italia Io credo che il welfare aziendale sia destinato a giocare un ruolo sempre più importante nella trasformazione del mondo del lavoro e di riflesso quindi sulla crescita delle persone e del nostro paese. Oggi il welfare aziendale tocca davvero tanti temi centrali nel cambiamento della nostra società, a cominciare dalla tema della salute che è in cima alle nostre agende, per arrivare a toccare i temi del cambiamento dei modi di lavorare, della formazione che diventa sempre più importante a fronte dei tantissimi cambiamenti che il mondo del lavoro deve continuamente affrontare, e di tante altre tematiche che riguardano la vita delle persone, sia nella loro dimensione familiare, sia nella loro vita profes-

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protagonisti sionale. Quindi credo che il welfare aziendale da questo punto di vista possa rappresentare un volano di crescita fondamentale per il paese. Come Generali già da alcuni anni conduciamo un’indagine che si chiama Welfare Index PMI che è volta a misurare la crescita e la qualità del

welfare della piccola media impresa italiana ed è notevole rilevare come le quasi 7.000 imprese che hanno partecipato all’ultima indagine abbiano aumentato esponenzialmente la quantità e qualità di welfare all’interno delle proprie organizzazioni e ci sia una correlazione diretta tra il

welfare e la produttività e la profittabilità delle imprese che lo adottano. Quindi è un volano non solo di crescita della qualità del lavoro, non solo di crescita delle persone, ma anche di crescita dell’economia del nostro paese.

3. Città

Città e territori che si devono reinventare, disagio sociale - e soprattutto giovanile - che avanza. C’è tanto da fare e le mani - così come le idee - sembrano non bastare mai. Chi può aiutare questa umanità che chiede aiuto? Lo facciamo perché la gran parte dei nostri figli e i nostri nipoti faranno lavori che oggi non esistono e a quei lavori arriveranno dal grado di innovazione robotica, tecnologica e digitale di un territorio.

uscire dalle difficoltà. Dobbiamo riuscire a trovare questa unità, questo fare sistema anche nelle circostanze ordinarie.

Stefano Bonaccini Presidente della Regione EmiliaRomagna Ognuno di noi nel ruolo in cui si trova deve provare a indicare soluzioni a problemi complessi senza demagogia cercando di parlare non alla pancia ma alla testa delle persone. Io credo che dobbiamo mettere al centro alcune questioni che in particolare riguardano il tema della formazione, del lavoro e dell’istruzione, perché credo che siano questi gli investimenti per le nuove generazioni. Faccio tre esempi. A Bologna nascerà un centro che farà le previsioni meteo per tutta Europa e coinvolgerà 1.500 ricercatori da tutto il continente. Abbiamo avviato un supercomputer che per potenza di calcolo è il primo in Europa e il quarto al mondo e quindi diventeremo la principale data valley europea. È confermato l’arrivo dell’Università delle Nazioni Unite, la prima dell’area mediterranea che avrà due obiettivi: lo studio dei cambiamenti climatici e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

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Attilio Fontana Presidente Regione Lombardia Massimiliano Fedriga Presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione FriuliVenezia Giulia Io credo che dobbiamo creare opportunità non assistenzialismo. Creare opportunità per i giovani, per chi oggi non le trova, ma può costruirsi un futuro nei nostri territori. Per questo non basta l’istruzione, non basta il singolo privato, non basta l’impresa: serve la squadra. Penso che le istituzioni debbano mettersi a disposizione del mondo produttivo, sociale e formativo e riuscire a creare un sistema che possa remare nella stessa direzione. Penso che questo sia stato l’atteggiamento che ci ha portato fuori dalla pandemia. Nei momenti di emergenza l’Italia è molto brava a trovare elementi di unità e

https://youtu.be/Vp8LGrivt8I Credo che le istituzioni innanzitutto debbano aiutare chi si trova in un momento di confusione e di disagio e credo che lo si debba fare innanzitutto cercando di far capire ai più giovani che il futuro è loro, che il futuro ha sicuramente delle difficoltà ma anche delle prospettive che possono diventare bellissime. Quindi non ci si deve lasciare abbattere dalle preoccupazioni eccessive. Non ci si deve ritenere sconfitti prima ancora di aver combattuto la propria battaglia. Io sono assolutamente convinto che ci siano tantissime possibilità e che ci sia d’altra parte anche un capitale umano eccellente. Noi come regione Lombardia stiamo facendo molto in questa direzione, sia MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023


protagonisti con una legge dedicata ai giovani per favorire l’orientamento, per aiutare la voglia di fare di tanti ragazzi, e poi con le leggi sulla formazione, perché affrontare la vita con un bagaglio di conoscenze e di capacità professionali è fondamentale. E poi abbiamo avviato tante altre iniziative che cercano di dare la possibilità ai ragazzi di far valere i loro valori. Per esempio stiamo collaborando con tante università per la realizzazione di sedi di startup per i giovani, per favorire ed incrementare la voglia di presentare nuove idee e per fare in modo che queste idee e queste capacità si possano realizzare. Quindi la prima e unica vera risposta che si deve dare è: diamo un po’ di entusiasmo e di fiducia ai nostri ragazzi. Loro sono più bravi di noi. E se partono con volontà e con entusiasmo riusciranno a realizzare molto di più di quello che è stato fatto fino ad oggi.

mondi diversi per poter collaborare di più, per creare le partnership e di conseguenza anche stimolare la nascita di nuove opportunità e può far sì che anche alcune delle sfide che in questo momento stiamo affrontando, come il cambiamento climatico, forme nuove di povertà o temi legati all’educazione, al trading, alla formazione, possano essere risolti. La tecnologia offre delle risposte che in questo momento possono essere prese in considerazione.

Marco Piuri Direttore Generale FNM e Amministratore Delegato Trenord

Maximo Ibarra Vice President at Engineering Ingegneria Informatica S.p.A. Direi che occorre mettersi dal punto di vista degli abilitatori al cambiamento inclusivo, in modo tale che le diverse comunità, le collettività possono vivere meglio, nel rapporto tra di loro e rispetto anche l’ambiente nel quale si trovano: in questo la tecnologia può sicuramente dare una piccola risposta. Non è sicuramente la risposta unica che esiste in questo momento, però l’innovazione può avvicinare le persone, può rendere l’ambiente più inclusivo, può chiaramente permettere alle persone di poter avere accesso alle informazioni e quindi di conseguenza prendere le decisioni migliori, può avvicinare MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023

Credo che lo sforzo deve essere fatto e la sfida e la scommessa principale è investire sulle comunità. Cioè la risposta al disagio che si manifesta in tanti modi non passa innanzitutto, credo, da soluzioni tecniche o tecnologiche, passa dal fatto di essere in condizione di ricreare identità, ricostruendo a partire dalla rete di relazioni e dalle comunità, perché le comunità sono in grado di esprimere una domanda, esprimere le necessità e costruire anche risposte. È un tema di transizione antropologica, un processo evidentemente non semplice, non dirigistico, ma io credo che o scommettiamo su questa capacità di ricostruire relazioni, oppure le risposte che riusciremo a dare, anche magari tecnicamente molto belle, risulteranno comunque parziali.

Donatella Tesei Presidente Regione Umbria Il discorso è particolarmente complesso. Diciamo che oggi ci sono politiche sia europee sia nazionali - ma anche quelle che stiamo sviluppando noi a livello regionale - che guardano molto ai giovani e cercano di costruire insieme a loro il loro futuro. Perché poi pensare di poterlo fare noi per loro è sicuramente sbagliato. Stiamo perseguendo queste politiche attraverso i percorsi di formazione, attraverso l’ascolto dei giovani e devo dire che il frutto di questo primo lavoro che come Regione Umbria abbiamo portato avanti è un risultato molto importante. L’anno scorso rispetto ad un numero elevato di nostri giovani che per moltissimi anni uscivano dalla nostra regione e andavano a cercare il futuro fuori, circa 500 ogni anno, per la prima volta nel 2022 abbiamo avuto un’inversione di tendenza e soltanto 38 giovani sono andati fuori regione. Questo già è un passo che, certo, da solo non è sufficiente a dare le risposte che ci occorrono, ma è sicuramente un dato importante, perché poi bisogna fare in modo che i luoghi nei quali i giovani studiano, nei quali crescono diventino attrattivi anche per costruire la loro vita, la loro famiglia, la loro impresa e il loro futuro. Quanto al disagio sociale, in generale effettivamente è un tema rilevante su cui comunque le politiche del pubblico stanno cercando di dare risposte. Però anche su questo io continuo a dire che occorre fare un lavoro di squadra, di confronto anche con le associazioni del territorio, proprio per poter essere vicini a coloro che hanno più bisogno, che hanno un disagio e insieme cercare di realizzare quel passo in avanti che serve per avere una vita normale, come è giusto che sia.

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«Sono tremila, ma per me ognuno di loro è unico» Parla la responsabile dei volontari, Barbara Aquilano. «Senza di loro il Meeting sarebbe impensabile. E non solo dal punto di vista organizzativo» È da due anni ormai che Barbara Aquilano coordina i volontari del Meeting. Un lavoro impegnativo che la mette in contatto giorno dopo giorno con le persone che possono ben essere chiamate “il cuore del Meeting”. Le abbiamo chiesto di mostrarci questo cuore e di raccontarci anche un po’ del suo lavoro.

chi vede il Meeting dall’esterno, ma sempre essenziali per noi: dal servizio medico ai traduttori, da chi gestisce la tesoreria a chi innaffia le piante, da chi gestisce le reti informatiche a chi rifornisce di acqua i vari settori. Abbiamo bisogno di competenze di ogni tipo, da chi ha il patentino dei muletti a chi fa lo speaker radiofonico, dagli statistici ai cameraman, passando dai

anno c’è un ricambio quasi del 50%, ci sono sempre nuove persone che si candidano al lavoro volontario, tanti tornano anche a distanza di vari anni. Questo dimostra una vitalità straordinaria del Meeting, è incredibile pensare che da 44 anni c’è un concorso spontaneo di così tante persone che danno il loro apporto.

Partiamo da una domanda generalissima. Perché i volontari al Meeting? Senza di loro il Meeting, almeno per com’è strutturato oggi, sarebbe letteralmente impensabile. Stiamo parlando di tremila persone, 500 nel preMeeting e 2.500 durante il Meeting, che danno il loro apporto gratuito una settimana, coprendo tutti i settori della manifestazione e in più pagandosi vitto e alloggio. Ma soprattutto mostrando qual è l’atteggiamento, la motivazione profonda, da cui sorge il Meeting. Quante tipologie di volontari esistono, in quanti settori sono coinvolti? Moltissimi, per la precisione 112. I più numerosi sono i volontari impegnati al Villaggio ragazzi, ai cancelli, alle pulizie, nella gestione di audio video e luci degli eventi, e poi i cassieri, quelli che lavorano nel fundraising, le hostess e gli steward, i volontari degli ingressi… Se poi consideriamo i dipartimenti e non i singoli settori, abbiamo ben 220 guide alle mostre, e più di 400 volontari impegnati nella ristorazione. Un alveare, ordinatissimo peraltro. E ognuno ha il suo compito… A volte svolgono mansioni che difficilmente verrebbero in mente a

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grafici editoriali ai laureati in scienze motorie. L’adesione è volontaria, ci si iscrive per dare il proprio contributo al Meeting dell’anno in corso. Quindi di fatto ogni anno si riparte, almeno teoricamente, da zero. Come si passa da zero a tremila? A piccoli passi. Anzitutto si ipotizza di quali numeri abbiamo bisogno, poi iniziamo a comunicare le date e le esigenze del Meeting, si cercano le persone in grado di svolgere compiti particolari: sono azioni a cui ogni nostro dipartimento collabora. Ogni

Cosa spinge le persone a fare i volontari al Meeting? La motivazione di chi si iscrive al lavoro volontario è molto forte. Mi viene in mente un’amica che mi diceva: «Io ho due settimane di ferie quest’anno, una la dedico al Meeting», come se MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023


volontari

fosse la cosa più naturale del mondo. Direi che i volontari nuovi vengono per un invito personale, parlerei quasi di un’invidia buona verso gli amici che gli hanno raccontato la loro esperienza al Meeting. Tutto avviene sempre comunque in un rapporto personale,

one-to-one. I volontari storici, o comunque quelli che hanno già fatto questa esperienza, tornano per la bellezza di quello che hanno vissuto l’anno prima, per affezione al Meeting, non inteso solo come luogo di contenuti, mostre, spettacoli, convegni... ma per l’incontro con persone con cui ti ritrovi a scoprirti amico, perché è chiara la ragione per cui entrambi vi trovate lì. Un’amicizia che può anche – capita spessissimo – non esserci in partenza, ma nascere dalla condivisione del lavoro in Fiera. Tu per prima hai fatto l’esperienza del lavoro volontario, nella ristorazione, all’auditorium e poi nella segreteria dei Servizi generali. Cosa ha significato per te metterti al timone di questa macchina dalla cilindrata piuttosto elevata? È sicuramente un lavoro più impegnativo di quanto io stessa avrei pensato, però è affascinante scoprire le dinamiche che portano le persone al Meeting e individuare gli snodi da tenere sott’occhio perché tutto vada come si deve. Cerco di non dimenticare mai che ognuna di queste persone è unica, vive la scelta di aver donato il proprio tempo al Meeting in modo particolare, con esigenze diverse anche secondo il lavoro che andrà a svolgere. MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023

Esiste un profilo del volontario tipo? Direi proprio di no, c’è un range di età che va dai 16 ai 90 anni, provengono dall’Italia ma anche dall’estero, perfino da Argentina, Egitto, Usa. Uomini e donne sono bilanciati quasi perfettamente. Quanto all’età e alla prove-

Ed è una grande testimonianza, non rara peraltro, quella di chi accetta un lavoro diverso da quello che aveva pensato. In fondo il lavoro volontario al Meeting è anche una scuola in cui si impara gli uni dagli altri. Sì, ma non solo dal punto di vista professionale. La prima cosa che si impara è un certo modo di stare davanti al lavoro. Tanti mi vengono a dire «questa cosa che ho visto al Meeting poi mi sono trovato a viverla anche nel mio lavoro». Si impara a guardare i dettagli con cura e passione.

nienza, nel 2023 abbiamo avuto una buona metà di adulti, il rimanente sono per due terzi universitari e un terzo studenti delle scuole superiori, più una settantina di persone provenienti dall’estero. Alcune mansioni sono abbastanza semplici, altre estremamente specializzate. Come si concilia il senso di dono e di gratuità con la professionalità? In realtà devo dire che non noto differenze a livello di atteggiamento tra chi fa lavori semplici o più complessi. Vedo la stessa disponibilità e la stessa voglia di imparare, anche da parte di chi in teoria “sa già”. Spesso poi ci sono professionisti, penso ad alcuni amici infermieri o medici, che verrebbero volentieri al Meeting per fare altro, per staccare dal lavoro che fanno lungo tutto l’anno. Noi cerchiamo di assecondare i desideri dei nostri volontari ma non sempre ci si riesce.

C’è anche un know-how che si tramanda all’interno dei singoli settori, un patrimonio di esperienze e di competenze che sarebbe da studiare come modello organizzativo. Forse non in tutti i settori, nella maggior parte sì, soprattutto dove abbiamo la compresenza di volontari storici e altri che arrivano per la prima volta. I volontari sono amatissimi dal popolo del Meeting. Di cui peraltro sono espressione… Sì, è proprio evidente. Mi colpiva quello che diceva Francesco Rai-

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volontari

none, il nostro direttore commerciale, quando osservava che anche gli sponsor sono colpiti da questo aspetto, dal sorriso con cui i volontari della ristorazione porgono il vassoio, così come i giornalisti in sala stampa, che apprezzano moltissimo l’apporto dei nostri volontari, sapendo molto bene che solo in parte sono loro colleghi. Ma anche nella Cittadella dello Sport, per fare un ulteriore esempio, abbiamo visto come i nostri volontari abbiano legato subito con quelli tradizionali del Centro Sportivo Italiano ma anche con le “new entries” del Derthona Basket. ognuna con un suo apporto originale. Quanto è importante ad esempio che in una stessa situazione possano esserci persone di età ed esperienze diverse, che chi è più navigato metta a disposizione la sua esperienza ma impari anche da chi vive per la prima volta il lavoro volontario. Spesso si creano anche rapporti personali significativi… Ricordo quello che diceva due anni fa Pupi Avati a proposito dei nostri autisti: «I volontari sono i più consapevoli del senso ultimo del Meeting. Se uno non lo capisce, deve fare un viaggio con uno dei vostri autisti, vedrà che lui lo spiega meglio di chiunque altro». Comunque organizzare i volontari ormai richiede un impegno a tempo pieno tutto l’anno. Sì, perché si parte da subito dopo il Meeting raccogliendo i moltissimi feedback che vengono dai dipartimenti e dai singoli volontari, si analizzano anche i dati oggettivi. Ma soprattutto il mio è un lavoro che implica l’incontro con le persone dodici mesi all’anno. Penso ad esempio alle cene che abbiamo fatto in questo periodo con i cassieri e i volontari dei Servizi generali. Incontrarli, ascoltare i loro racconti e scoprire il tipo di esperien-

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Nel numero precedente di Meeting News un imprenditore consigliava ai colleghi: «Fate vivere il Meeting ai vostri collaboratori. Questa esperienza darà a loro la possibilità di vedere una manifestazione completamente diversa dal solito, dove al centro c’è l’incontro e la valorizzazione dell’essere umano» Certo. E l’aspetto più interessante non è neanche quello lavorativo ma il modo con cui i volontari si pongono di fronte al lavoro, la gioia di tanti ragazzi nello svolgere le loro mansioni. Prima ancora che il tuo lavoro, questo è una provocazione a cambiare il tuo sguardo. za che hanno fatto, i punti di forza e gli aspetti da migliorare, è fondamentale. E poi fin da ora cominciamo a fare un ragionamento sui numeri, ad esempio su quanti adulti, universitari e studenti ci piacerebbe coinvolgere, perché sono componenti diverse, MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023



mostre

Il fenomeno carsico delle mostre itineranti Poco appariscenti, ma diffuse ovunque: un vero boom le prenotazioni nell’ultimo anno. E intanto stanno “scendendo in campo” anche le mostre dell’edizione 2023 È un fenomeno quasi carsico quello delle mostre itineranti del Meeting. Tanto sono evidenti e centrali le mostre durante la manifestazione, amatissime dal nostro pubblico, tanto sono discrete e (apparentemente) poco vistose, una volta convertite in una forma adatta alla presentazione nelle sedi di associazioni, comunità, scuole, istituzioni. Eppure proprio come un fiume carsico le vediamo affiorare dove meno te lo aspetti, in tutto il territorio nazionale, a formare una trama che copre tutte le regioni. E con il passare degli anni si allarga sempre più la cerchia dei promotori e anche il numero di mostre circolanti, in particolare nel 2023, un anno da record.

La prima delle mostre presentate al Meeting 2023 a rompere il ghiaccio è stata in ottobre a Rho (MI) “Da solo non basto - In viaggio con i ragazzi di Kayròs, Portofranco e Piazza dei Mestieri”. E non a caso. È un’esposi-

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zione che vede i giovani come protagonisti, ha un impianto innovativo e può essere proposta in forma “light” (anche come costi) nelle scuole, perché tra giovani ci si possa incontrare sulle questioni cruciali della vita, che emergono proprio negli anni dell’adolescenza: perché sono al mondo? E come posso essere felice anche in una situazione controversa e contraddittoria?

geli” di Pordenone per iniziativa della diocesi di Concordia-Pordenone. E c’è già una manifestazione di interesse per Trento a fine gennaio. Battesimo in forma itinerante anche per “La grande inquietudine - Péguy e la città armoniosa”, curata da Ubaldo Casotto e promossa dalla Fondazione Costruiamo il Futuro, in collabora-

Si è già conclusa anche la prima “uscita” della mostra “Il gusto del quotidiano - Lavoro e compimento di sé da San Benedetto ad oggi”, promossa da Cdo Agroalimentare. A cavallo di Capodanno è stata proposta all’Ospedale Civile “Santa Maria degli An-

zione con la Fondazione Censis. Sarà visitabile dal 12 al 18 gennaio a Lentate sul Seveso, in Brianza, nella sede di Artwood Academy. L’Academy ha contribuito al progetto della mostra realizzando per il suo allestimento al Meeting, la sedia in legno, simbolo per Peguy del lavoro ben fatto. Debutto infine a Brescia per “Il medico del popolo. Vita e opera di José Gregorio Hernández”. Sarà alla Fondazione Poliambulanza dal 19 gennaio al 10 febbraio. Una location molto adatta per una mostra che racconta la storia di un beato ma anche di un medico che formò una scuola di riMEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023


mostre cercatori importante nella medicina venezuelana. Prima uscita anche per “Azer l’impronta di Dio - Un monastero nel cuore della Siria”, che attraverso video, interviste, testi e foto racconta lo stupore per la straordinaria vicenda di alcune monache trappiste di un monastero siriano e l’amicizia imprevedibile, nata con persone ed esperienze di progettisti, donatori, ong, Avsi e Ban-

Forense, Centro studi Rosario Livatino e Centro culturale Il Sentiero. A partire da settembre 2022 ha avuto da subito un boom di prenotazioni, venendo proposta in oltre 70 città e rendendo necessaria la realizzazione in quattro copie: per i prossimi slot liberi occorre attendere la fine di aprile. Questa esposizione inoltre è giunta in luoghi in cui le mostre del Meeting non erano mai entrate, soprattutto nelle aule dei Tribunali. Magistrati e

A ulteriore testimonianza del “carsismo” delle mostre itineranti segnaliamo “Il cielo vive dentro di me - Etty Hillesum” a Forlì dal 20 al 31 gennaio, promotore il Centro Culturale Don Francesco Ricci – La Bottega dell’Orefice. Proposta al Meeting 2019, nelle settimane successive aveva ricevuto varie prenotazioni, bloccate poi dall’epidemia di Covid-19. Ora a distanza di quattro anni ritorna, proponendo la vicenda di questa ragazza ebrea olandese, una testimone credibile e vera di cosa significhi vivere la bellezza della propria umanità in situazioni tragiche e contraddittorie nel contesto di un mondo lacerato dalle guerre. Ultimo nota bene sulle mostre disponibili dell’edizione 2023: oltre a quelle già citate, sono in pista anche “Dono e

co Building di Milano. Anche in questo caso, come dietro ogni mostra del Meeting, c’è una storia da raccontare. È la storia delle monache Benedettine di via Bellotti a Milano, una presenza silenziosa e storica (sono a Milano dal 1892 con l’arrivo da Arras di alcune monache costrette all’esilio dai decreti di soppressione dei monasteri di Francia). Quando l’Associazione Charles Péguy ha raccontato loro della mostra di Azer, subito, con entusiasmo, le monache hanno offerto il loro monastero quale sede per ospitare la mostra, una specie di gemellaggio tra due esperienze monastiche vicine nel cuore anche se lontane geograficamente. “Azer l’impronta di Dio” promette bene comunque, visto che dopo la tappa milanese si trasferirà subito in una parrocchia del centro di Udine. Un vero fenomeno invece la mostra “Sub tutela Dei - Il giudice Rosario Livatino”, a cura di Libera Associazione MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023

avvocati hanno “adottato” il giovane collega siciliano elevato all’onore degli altari, che pagò con la vita le sue innovative indagini antimafia. Difficile peraltro non cogliere la straordinarietà dell’impatto di questa mostra. Non solo per il popolo del Meeting ma in molti altri contesti, soprattutto legati al mondo giuridico, Livatino si è affermato come un testimone vivo senza che ciò fosse stato minimamente pianificato, per l’attrattiva che ha suscitato in chi ha voluto conoscere la sua storia. Ma di Livatino a Caivano parliamo più approfonditamente nell’articolo che segue.

risorsa - Le sfide dell’energia” e “Il cavallo rosso di Eugenio Corti - Le prove della storia, il lievito della vita”. I riferimenti per le prenotazioni sono info@ meetingmostre.com e 0541-728565, ma c’è da credere che non passeranno molti giorni prima che escano dai magazzini di via Pietrarubbia a Rimini per iniziare il loro viaggio lungo la Penisola. «L’augurio», è il commento di Alessandra, «è che tutte le mostre del 2023 possano, nei luoghi in cui verranno esposte, diventare un punto di lavoro e di paragone che apre a uno sguardo sulla realtà interessante e pieno di gusto».

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mostre

La testimonianza di Livatino arriva a Caivano A Caivano, il comune dell’hinterland partenopeo teatro di tristi recenti fatti di cronaca, giunge la testimonianza di Rosario Livatino, il magistrato ucciso da un’organizzazione mafiosa nel 1990 e proclamato beato nel 2021. Nelle prime settimane dell’anno la mostra “Sub tutela Dei – il giudice Rosario Livatino”, realizzata nel 2022 per il Meeting di Rimini da Libera Associazione Forense, Centro Studi Rosario Livatino e Centro Culturale Il Sentiero, farà tre tappe molto significative nel territorio napoletano.

della chiesa di Sant’Antonio, in piazza Plebiscito. Dopo il saluto istituzionale di Filippo Dispenza, coordinatore della Commissione straordinaria di Caivano, assente per malattia il parroco della chiesa di San Paolo apostolo don Maurizio Patriciello, da sempre impegnato nella lotta contro la camorra e per la tutela di un territorio difficile, sono intervenuti il procura-

tore capo della Repubblica di Avelli-

La prima è appunto Caivano, dove la mostra itinerante viene esposta dall’8 al 12 gennaio nel Liceo Statale Braucci in piazza Plebiscito. Si trasfe-

rirà poi, dal 15 al 28 gennaio, nel Tribunale di Napoli (Centro Direzionale - piazza Coperta). Queste prime due tappe si svolgono sotto il patrocinio della Prefettura di Napoli, del Comune di Caivano e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. È infine prevista una terza tappa, dal 3 al 10 febbraio, nel Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei. L’inaugurazione della mostra “Sub tutela Dei – il giudice Rosario Livatino” a Caivano si è tenuta martedì 9 gennaio 2024 alle 9.30 nell’auditorium

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mostre no Domenico Airoma, il presidente della Libera Associazione Forense (Laf) Carlo Tremolada e il prefetto di Napoli Michele di Bari. Ha moderato l’incontro il presidente Laf Napoli Mario Barretta. «La Commissione Straordinaria di Caivano», dice Simonetta Calcaterra, viceprefetto, «nell’ambito delle attività che le sono proprie, volte al ripristino della legalità, ha fortemen-

della sua vita. È un simbolo di speranza e impegno, che ci auguriamo fortemente possa ispirare le nuove generazioni», afferma Mario Barretta, presidente Laf Napoli. «Abbiamo promosso la mostra a Napoli e siamo contenti che il percorso cominci a Caivano, perché riteniamo che la figura umana di Livatino sia un faro di luce e di credibilità». Da segnalare anche l’evento parallelo “Rosario Livatino incontra gli studenti”, mercoledì 10 gennaio 2024 alle 10.00, sempre nell’auditorium della chiesa di Sant’Antonio in piazza Plebiscito a Caivano. Pochi giorni dopo, venerdì 19 gennaio alle 15.00 nella sala Arengario del Tribunale di Napoli - Centro Di-

te voluto, con il sostegno del Prefetto di Napoli, che una tappa della mostra potesse realizzarsi anche sul territorio comunale, proprio per il significativo contributo della figura del giudice Livatino, con il suo esempio personale e professionale». «Si tratta di uno straordinario esempio di magistrato e servitore dello Stato e delle istituzioni», aggiunge Filippo Dispenza, prefetto a riposo, che con Calcaterra e Maurizio Alicandro compongono la Commissione Straordinaria. «Il giudice Livatino ha immolato la sua esistenza per il bene comune. Un esempio da indicare alle nuove generazioni della città di Caivano e del mondo intero, come colui che ci ha indicato la via per operare in totale onestà ed osservanza delle leggi e delle regole». «Rosario Livatino è stato un martire per la giustizia e un uomo di fede che ha vissuto con unità tutti gli aspetti MEETING NEWS | N. 26 | DICEMBRE 2023

numero di prenotazioni è stato necessario realizzarla in quattro copie: per le prossime date libere occorre attendere la fine di aprile. Questa esposizione inoltre è giunta in luoghi in cui le mostre del Meeting non erano mai arrivate, soprattutto nelle aule dei Tribunali, come a Benevento, Bologna, Brescia, Como, Genova, Milano, Torino, Padova, in quest’ultima sede con l’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Magistrati e avvocati hanno “adottato” il giovane collega siciliano elevato all’onore degli altari, che pagò con la vita le sue innovative indagini antimafia. Livatino si è affermato come un testimone vivo, senza che ciò fosse stato minimamente pianificato, per l’attrattiva che ha suscitato in chi ha voluto conoscere la sua storia. «È l’attratti-

I Commissari straordinari del Comune di Caivano, Maurizio Alicandro, Simonetta Calcaterra e Filippo Dispenza

rezionale, l’evento “Rosario Livatino: magistrato - dialogo tra magistrati e avvocati”, con gli interventi dell’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, del presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo e del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Immacolata Troianiello. In programmazione nel mese di gennaio 2024 gli eventi “Rosario Livatino: giurista” e “Rosario Livatino: beato”. La mostra “Sub tutela Dei - il giudice Rosario Livatino” fin da settembre 2022, subito dopo il Meeting, ha avuto un boom di prenotazioni, venendo proposta in oltre 70 città. Per l’alto

va», commenta Alessandra Vitez, responsabile delle mostre del Meeting, «che nasce dallo stupore di fronte a un uomo che ha vissuto intensamente il lavoro e i rapporti, generando una bellezza e una certezza di vivere con semplicità un’esperienza di fede, dentro una circostanza drammatica, anzi almeno apparentemente tragica. Moltissimi, soprattutto giovani, sono stati colpiti dal suo modo di guardare la vita, i rapporti, il lavoro».

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