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19 agosto 2016
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LA REPUBBLICA HA 70 ANNI, INCONTRO CON IL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA
LA SOCIETA’ COSTRUISCE LA PACE. L’ESEMPIO DELLA TUNISIA
ROMANO GUARDINI E LUIGI GIUSSANI IN DIALOGO CON LA MODERNITÀ
L’INCONTRO CON L’ALTRO: GENIO DELLA REPUBBLICA. 1946-2016: LA REPUBBLICA
SALONE B3
SALONE B3
SALA NERI CONAI
SALONE D3
Introducono: Emilia Guarnieri, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli e Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà.
Partecipano: Tania Groppi, Università degli Studi di Siena; Mohamed Fadhel Mahfoudh, premio Nobel per la Pace 2015; Fadhel Moussa, membro dell’Assemblea Nazionale Costituente.
Partecipano: Massimo Borghesi, docente di Filosofia Morale all’Università di Perugia; Johannes Modesto, postulatore; Monica Scholz-Zappa, docente Università Albert-Ludwig di Freiburg im Br.
Partecipa Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati. Introduce: Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà.
Il Meeting salpa nel mare della gratuità Il lavoro oscuro e prezioso dei 2600 volontari. La storia di Alejandra: sono malata ma che bellezza poter servire «Sono malata di cancro, un sarcoma sinoviale. E c’è la metastasi di venti tumori ai polmoni. Non c’è guarigione». Sono le parole di Alejandra Diez Bernal, spagnola di 49 anni malata dal febbraio del 2014, che fa parte del gruppo di volontari che ha lavorato sodo
dall’11 al 18 agosto per preparare il Meeting e continuerà tutta questa settimana a prestare il suo servizio gratuito. I grandi padiglioni dell’edificio vengono allestiti da ragazzi universitari e adulti che offrono il loro tempo estivo per permettere al Meeting di esistere.
Ciò che stupisce non è solamente vedere studenti che nella settimana centrale di agosto preferiscono stare chiusi in saloni fino a ieri privi di aria condizionata, al posto di sdraiarsi sulla sabbia a essere accarezzati dal sole, ma che molti di questi giovani per circostanze
Volontari al lavoro per allestire il Meeting. Sono 2607 i militanti che partecipano all’edizione del 2016
Settant’anni dopo come all’inizio della Repubblica Come ogni anno, il Meeting di Rimini è arrivato a fare il punto sulla vita del Paese. Questo è il nono anno consecutivo di crisi globale, ma la chiave per aprire alla comprensione di quanto sta accadendo in Italia e nel mondo sembra appartenere a mondi sempre più lontani. Come se non bastasse il nostro assetto sociale ricorda il corpo malato del
famoso apologo di Menenio Agrippa: basta che anche un solo organo non svolga la sua funzione in sintonia con gli altri organi perché il corpo intero perisca. Eppure, oggi come allora, il malcontento ha più di una ragione valida. Bisognerebbe rinunciare a protestare per la “ragion di Stato”? Certamente no. Il punto è che la protesta non deve essere fatta per distruggere gli altri organi. Ci siamo ormai abituati a una vita pubblica come scontro e delegittimazione continui, ma non è sempre stato così. Il titolo del Meeting di quest’anno: “Tu sei un bene per me” e il titolo della mostra
“L’incontro con l’altro: genio della Repubblica. 1946-2016”, che oggi qui verrà inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, documentano come una strada alternativa sia possibile. Come ha scritto il presidente Violante che ha ispirato e guidato il lavoro di questa mostra, “la grande risorsa dell'Italia repubblicana sono state tutte le persone che si sono assunte l'onere di costruire, operare, esortare, dirigere sostenendo così la speranza di tutti”. Questi “io” non si sono mossi isolatamente, ma hanno costruito e vissuto legami (...) Giorgio Vittadini segue a pag. 5
stringenti di studio o di tempo non riescano a vivere nemmeno da visitatori la settimana che preparano. Colpisce in modo particolare se a fare tutto questo è una donna malata terminale. Alejandra si occupa dell’accoglienza volontari, dell’ospitalità negli alberghi, allestisce i piani camera, vende i buoni pasto e prepara tutto il necessario per chi durante la kermesse riminese darà il proprio contributo per far vivere il Meeting. Il sorriso e il volto di Alejandra sono travolgenti e a chi le domanda il perché faccia il volontario e con quella contentezza visibile lei risponde con una frase sintetica: «Perché sono grata». Una risposta che rimarrebbe nell’implicito se non si facesse memoria della gratuità da lei ricevuta, come da lei raccontato, nell’incontro con don Julián Carrón nel maggio del 2015. Alejandra raccontò questo incontro durante il pellegrinaggio da Macerata a Loreto lo scorso giugno. Lei disse a Carrón della sua malattia ed egli la sorprese rispondendo che quello era il segno della preferenza di un Altro e che dunque non doveva avere paura (...) Andrea Fornasieri segue a pag. 5
Violante: I partiti imparino il dialogo pag. 3 Tre regine della voce in “Un solo canto” pag. 9 Cinque aziende a caccia di talenti pag. 13
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La lunga marcia dei presidenti L’anticonformista Pertini voleva superare gli steccati ma non potè venire al Meeting. Cossiga previde un cambio d’epoca, Scalfaro chiese ai giovani di salvare i valori, Napolitano ha condiviso l’urgenza di ricostruire dal basso
1983, PERTINI: LA CAVIGLIA Forfait causa tempestiva slogatura
1991, COSSIGA: PICCONE E T-SHIRT Discorso in maglietta da volontario
In principio fu la caviglia. Quella del presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Ufficialmente slogata. Correva il 1983. Con gli organizzatori a Selva in Val Gardena si era detto entusiasta di andare a parlare ai giovani del raduno riminese. Invece non arrivò mai, e il motivo spiegato dagli uffici del Quirinale fu appunto la slogatura della caviglia. Lasciamo perdere le dietrologie e le malignità di allora su perfidie quirinalizie e manovre massoniche. E’ tuttavia innegabile che gli assetti e le lotte di potere dell’Italia di allora non favorivano certo il dialogo tra giovani cattolici e Stato laico. Che l’anno prima il Meeting
Il primo a scuotere queesto establishment fu Francesco Cossiga. Egli colse tutta la portata della caduta del Muro di Berlino e la necessità di cambiare concezione e modi della politica. E siccome non la capivano, si mise a menar colpi di piccone. Comparve a Rimini, , primo presidente a “osare”, lasciò giacca e cravatta in hotel, indossò la maglietta dei volontari. Delineò la visione di una nuova Europa dall’Atlantico agli Urali, frutto dell’incontro dopo mille anni” fra le chiese e le culture d’Oriente e d’Occidente. Poi additò nuovi orizzonti di “libertà coraggio e fantasia” per la missione della
avesse avuto la visita del pontefice... affari interni alla Chiesa. Ma una benedizione del laico più popolare del Paese, per certa nomenclatura sarebbe stata inaccettabile perché avrebbe legittimato i cattolici del Meeting a partecipare a pieno titolo allo “spazio pubblico” del nostro Paese. La caviglia si slogò a tempo giusto.
Chiesa non più costretta ad arroccarsi “nella difesa essenziale della sua libertà temporale e della indipendenza del nostro paese”, come negli anni ‘50, chiedendo l’unità dei cattolici nella DC. Infine l’augurio: “Siate liberi dal potere e dalla demagogia contro il potere. Siate freschi, abbiate la fantasia dei figli di Dio”.
1993, SCALFARO: LA PATRIA CHIAMA Giovani, salvate il senso dello Stato
2011, NAPOLITANO: IL NOSTRO DNA Riscoprirlo nella storia per rinascere
Il secondo presidente a metter piede a Rimini fu Oscar Luigi Scalfaro, un anno e mezzo dopo la sua elezione. Tempi da fine impero per la prima repubblica: politici inquisiti per corruzione e folle plaudenti al tintinnare delle manette; partiti tradizionali grandi e piccoli che vacillavano e si sfaldavano e movimenti che inneggiavano alla secessione della Padania. E magistrati esemplari come Falcone e Borsellino uccisi dalla mafia con quintali di tritolo. Scalfaro spiegò di essere venuto al Meeting per parlare ai giovani, a tutti i giovani del Paese. Sentiva scricchiolare l’unità della Nazione e il senso dello
La crisi mondiale mordeva . L’Italia era a rischio collasso per il cumulo di emergenze: economica, politica, di credibilità internazionale. Ma anche per il diffondersi della sfiducia e dell’incerteza su di sè. Il Meeting andrò in contropiede al cuore: “E l’esistenza diventa una immensa certezza”. La risorsa per affrontare la crisi è umana e popolare e la nostra storia lo documenta. E’ il 150° aniversario dell’Unità d’Italia e la mostra principale del Meeting ripercorre la costruzione della Nazione dal basso, nell’ottica della sussidiarietà. Napolitano appare ben sintonizzato: “La storia che abbiamo vissuto in 150 anni di Unità, nei suoi momenti mi-
Stato, che cercava di puntellare con il richiamo insistente ai valori della Costituzione. Al Meeting chiamò a questo compito soprattutto i giovani, educati agli ideali e capaci di testimoniarli con sacrificio. “La patria ha bisogno di voi giovani... La patria vi chiede soltanto di saper servire con generosità il bene comune”.
gliori, come quando sapemmo rialzarci da tremende cadute e poi evitare fatali vicoli ciechi, racchiude il DNA della nazione. E quello non si è disperso, e non può disperdersi... Portate nell’impegno politico le vostre motivazioni s Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza”. Maurizio Vitali
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PRIMO PIANO
«I partiti imparino il dialogo» Luciano Violante, ex presidente della Camera, inaugura oggi il ciclo di interventi su «L’incontro con l’altro, genio della Repubblica». Denuncia le storture delle forze politiche e invita a una partecipazione responsabile L'ex presidente della Camera Luciano Violante, giurista, magistrato, politico, terrà oggi a battesimo, insieme a Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, un ciclo di conferenze dal titolo "L'incontro con l'altro: genio della Repubblica. 1946-2016". Presidente, non crede che il rapporto originale con l'altro, ben presente ai nostri costituenti, sia però smentito dalla storia degli ultimi 25 anni?
La crisi di questo quarto di secolo appare inguaribile proprio perché i partiti hanno smarrito il dovere di riconoscere l'altro e si fanno propugnatori di uno scontro senza confini e senza regole. Il Paese non è andato avanti perché i partiti non hanno avuto il coraggio del dialogo e del confronto. Lei sostiene che il cittadino ha il dovere di partecipare alla cosa pubblica. Come può avvenire questo oggi?
L’ex presidente della Camera, Luciano Violante
I vecchi partiti sono morti, ma ciò non può essere un alibi per il disimpegno. La partecipazione politica democratica non può essere frutto di una imposizione o di una "chiamata alle armi". Si fonda anche su scelte consapevoli dei singoli: volontà di informarsi, decisioni responsabili, capacità di costruire luoghi di aggregazione. C'è un'altra espressione che sembra morta: classe dirigente.
EDUCAZIONE, FORMAZIONE, CREA AT TIVITÀ PER COSTRUIRE UNA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA FONDAZIONE GOLINELLI
OPIFICIO GOLINELLI
Nasce a Bologna nel 1988 per volontà di Marino Golinelli, imprenditore e filantropo. Ispirata alle fondazioni americane, promuove l’educazione e la formazione, favorisce la crescita intellettuale, culturale ed etica dei giovani. Sviluppa progetti innovativi che mettono in contatto scuola, università, ricerca e mondo dell’impresa e del lavoro. Crede nell’approccio sperimentale: il sapere che si conquista attraverso l’esperienza concreta e il saper fare. Divulga contenuti di qualità attraverso mostre, laboratori, corsi e convegni, rivolgendosi a persone di tutte le età, da zero a cento anni e oltre.
È la cittadella per la conoscenza e la cultura che da ottobre 2015 riunisce le attività svolte dalla Fondazione Golinelli. Opificio Golinelli si trova a Bologna e si sviluppa su 9 mila metri quadri grazie a un importante intervento di riqualificazione urbana. Qui la Fondazione ha registrato nel suo primo anno di vita circa 100 mila presenze tra studenti, insegnanti e famiglie e svolge ampia parte delle attività formative, didattiche e culturali che fanno capo alle sei aree progettuali: Scuola delle idee, Scienze in pratica, Giardino delle imprese, Scienza in Piazza, Educare a educare, Arte scienza e conoscenza.
APPUNTAMENTI
mercoledì 24 agosto, ore 10.45 GIARDINO DELLE
Giardino delle imprese, un progetto per avvicinare i giovani alla cultura imprenditoriale
Lo spazio espositivo della Fondazione Golinelli si trova all’interno del Padiglione A3 nell’area “Conta su di te”. Gli appuntamenti si svolgono nell’area workshop “Conta su di te”.
OPIFICIO GOLINELLI
via Paolo Nanni Costa 14, Bologna www.fondazionegolinelli.it
graficalpg.it
martedì 23 agosto, ore 19.45
L'innovazione della didattica L' e del sistema scuola: Educare a educare
Non esiste democrazia senza una classe politica dirigente. La classe dirigente esercita una funzione di indirizzo non solo con le norme ma soprattutto con i comportamenti. Sono i comportamenti che danno credibilità e autorevolezza. La cooptazione non è una risposta; è la conferma dell'oligarchia. Lei ha vissuto da protagonista gli anni di piombo. Allora lo Stato e il suo patto — il riconoscimento dell'altro — hanno
retto. Oggi non c'è nessun rischio simile, però il patto appare molto più debole. Che cosa si può fare? Per l'immediato credo che il confronto sul referendum possa costituire una grande occasione di partecipazione e di confronto civile con l'altro. Potrebbe essere un momento realmente importante di pedagogia politica per tutti. Chi ci crede dovrebbe essere il primo a muoversi in questa direzione.
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«Sperimento la vita bella» La storia e il sorriso di Alejandra Diez Bernal, malata di tumore, tra i volontari in Fiera segue da pag. 1 (...) perché il figlio riscopre di più l’abbraccio della madre quando ha un problema, quando è sofferente. Attraverso quello sguardo diverso sulla sua vita Alejandra racconta «niente di quello che succede ora è guardato con paura, ma con commozione per il disegno che vedo compiersi per la mia vita».
«Questi giorni sono un privilegio, un’opportunità per permettere che ciò che sperimento sia visibile a tutti» Questa gratuità è il vero motore della vita di Alejandra durante il pre-meeting. Descrivendo questi giorni dice «sono un privilegio, un’opportunità per permettere che la possibilità della vita bella che sperimento sia visibile per tutti i visitatori durante i giorni in fiera». Dare la propria disponibilità, il proprio tempo libero per co-
Alejandra Diez Bernal, a sinistra, tra i padiglioni del Meeting
struire un luogo dove ciò che si è incontrato possa essere sperimentabile da tutti è ciò che muove anche gli altri colleghi della numerosa squadra dei volontari a una grande attenzione nel lavoro insieme. Racconta una delle ragazze dell’Accademia di Belle arti di Brera, chiamata a costruire una scultura da utilizzare per la mostra L’abbraccio misericordioso. Una sorgente di perdono, di una modalità diversa di lavorare che durante l’anno non aveva mai visto. Abituata
a svolgere i propri lavori seguendo la sua personale idea sul come compiere l’opera, guardando il suo responsabile lavorare alla mostra si dice sorpresa di essere disponibile nel seguire le sue indicazioni e consigli, ad aprirsi alla proposta di un altro per la realizzazione della scultura. Le numerose braccia che hanno aiutato ad allestire la fiera raccontano di questi otto giorni come grande aiuto nell’imparare a lavorare insieme. Ascoltare il proprio collega,
confrontarsi con diverse idee perché la manifestazione possa essere adeguata in ogni sua parte. La grande attenzione a ogni particolare affinché quella possibilità di bellezza possa emergere. Questo è ciò che colpisce sia i volontari sia i visitatori del raduno riminese. Entrare in fiera per la trentasettesimaedizione del Meeting, conoscendo il lavoro di questi volontari, può far nascere una grande curiosità per quello che la manifestazione saprà offrire. Andrea Fornasieri
ALL’OPERA Sono 2607 i costruttori del Meeting Sono 2.190 le persone che, durante la settimana del Meeting, impegneranno gratuitamente energie, competenze e anche ferie per consentire lo svolgimento della manifestazione e garantirle quel particolare clima che la caratterizza. Provengono da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Il lavoro dei volontari è articolato in 15 Dipartimenti; quelli numericamente più consistenti sono i Servizi generali (488 persone) e la Ristorazione (432 volontari). Per completare il quadro, bisogna ricordare e aggiungere le altre 417 persone (in maggioranza universitari) che, durante il “preMeeting”, hanno lavorato per l’allestimento della Fiera. Sommando i dati, sono 2.607 i “costruttori”.
Settant’anni dopo, con il popolo. Come all’inizio della Repubblica segue da pag. 1 (...) con altri individui di provenienza, ideali e culture anche molto diverse. Soprattutto nei momenti più critici, è prevalsa l’intuizione che solo incontrando gli altri, la propria identità si sviluppa e si arricchisce. «La democrazia nasce come dialogo e collaborazione fra entità umane che si stimano in quanto precise identità, e si rispettano non perché si autolimitano, ma per l’imperscrutabile destino della differenza, che è cammino diverso al destino comune» (don Luigi Giussani). Questo fenomeno è documentato fin dall’inizio. L’Italia era spaccata in due: la scelta per la Repubblica prevalse sulla Monarchia per due milioni di voti; alle elezioni del 1948 non si sapeva davvero chi avrebbe vinto tra DC e Fronte popolare (PCI e PSI). Eppure nonostante i forti contrasti, si è riusciti a costruire insieme guardando l’altro come un alleato necessario, non un nemico da umiliare. L’opera di mediazione è poi continuata in Assemblea costituente, dove la cultura cattolica, socialista, comunista e liberale hanno trovato un compromesso virtuoso, che si è ripetuto nei momenti drammatici della nostra storia (es. ricostruzione economica, terrorismo, guerra fredda, caduta del muro di Berlino). Nella nostra storia spesso ci si è incontrati e poi spesso ci si è divisi. Almeno fino alla metà
degli anni Novanta si è sempre cercato di superare le divisioni e di andare avanti. Incontrarsi, dividersi, mettere insieme ancora, come è urgente tornare a fare oggi per non arenarsi. “Il velo di ignoranza” (concetto ripreso dal filosofo americano John Rawls) su chi può vincere una battaglia può far paura e paralizzare, oppure può aiutare a vedere che si ha bisogno dell’altro. La logica dell’eliminazione del nemico, storicamente, non è mai stata fruttuosa. Quanto detto vale non solo per chi ha grandi responsabilità: la vita di questa Repubblica è soprattutto la vita del popolo. Il popolo, fatto di persone e realtà diversissime tra loro, è stato fattore dinamico della storia italiana e ha dato vita a opere economiche, sociali, culturali, artistiche che hanno contribuito al bene comune e allo sviluppo del paese. Dall’autostrada del Sole all’ Eni di Mattei, dalla lotta all’analfabetismo prima e dalla scolarizzazione di massa all’assistenza sanitaria per tutti, al tentativo di dare la casa a più persone possibile, all’affronto collettivo di catastrofi naturali fino all’industrializzazione di un paese prima arretrato, tanti sono i casi di impegno documentati nella mostra. Cosa ci insegna allora la storia in questo momento difficile della nostra vita repubblicana e del mondo? Alla metà degli anni Novanta è iniziata una dialettica politica paralizzante, perché basata
sull’idea di delegittimare l’avversario. Per troppo tempo abbiamo sperimentato la sterilità di una logica di contrapposizione frontale. Nessuna riforma è stata possibile, perché la maggioranza cercava di imporla contro l’opposizione e quest’ultima per definizione provava a bloccarla. Questa logica ha impedito la ricerca di una costruzione comune, magari imperfetta, ma condivisa e perciò più solida. Oggi siamo di fronte all’incombenza dell’incertezza economica, della trasformazione demografica, del terrorismo, con egoismi, divisioni, paura dell’altro. Ed è forte il rischio che ogni identità si atrofizzi e vinca lo scetticismo, la delusione, lo scoramento, il lamento, la rabbia, il contrasto, la divisione e alla fine il nichilismo contrabbandato come novità, comunque lo si mascheri. Occorre allora riprendere il filo smarrito. La situazione sembra molto diversa dall’inizio, ma il metodo di affronto è lo stesso. C’è una potenza nella “persona” dell’altro che facilita l’incontro. In politica e nella gestione della cosa pubblica è facile pensare che affermare il brandello di bene che c’è nell’altro sia una posizione debole o relativista. Il genio della Repubblica - al di là dei limiti e delle contraddizioni - può essere ancora adesso nella scommessa che l'altro, anche se diverso, è una risorsa e non un ostacolo. Oc-
corre perciò tornare a vivere in nome degli ideali in cui si crede, nei corpi intermedi cui si partecipa, movimenti, associazioni, realtà politiche ed economiche per riscoprire in queste realtà, non una chiusura corporativa che difende solo il proprio interesse, ma il desiderio di costruire il bene per sé e per tutti, qualunque livello. E in nome di questo occorre riprendere a incontrarsi per ritrovarsi e scoprire esempi interessanti nei tentativi degli altri, superando le differenze ideologiche. E questo, come nella prima parte di questi 70 anni deve coinvolgere tutto il popolo. La res publica ha bisogno che anche la parte più ai margini del popolo torni a partecipare a un progetto comune; è fondamentale che tutti coloro che per povertà, per miseria, per dolore, per solitudine, si sono progressivamente estraniati dalla vita comune tornino a essere protagonisti e a costruire insieme. Le classi dirigenti, invece di cercare il consenso a ogni costo e inseguire vecchi e nuovi demiurghi, devono ritornare a servire il popolo: non bastano le dichiarazioni, occorre un lavoro reale, non alle spalle della gente, ma con la gente. Così si può trovare anche la strada per affrontare a livello politico e istituzionale questioni che sembrano irrimediabilmente divisive e non ricomponibili. Come è stato all’inizio della Repubblica. Giorgio Vittadini
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Noi, il «Tu» e la misericordia Un’ex terrorista che aiuta le donne recluse, un missionario in Centrafrica che ospita 3.500 rifugiati, un vescovo che opera nella Penisola arabica. Tre personaggi per la prima volta al Meeting a confronto con il tema e il Giubileo Diversi per storia, cultura e vita. Maria Grazia Grena, dopo aver militato in gioventù nelle organizzazioni terroristiche Brigate Rosse e Prima Linea, una volta uscita dal carcere ha deciso di aiutare le
donne recluse; padre Federico Trinchero, missionario carmelitano a Bangui (Repubblica Centrafricana), insieme ai suoi confratelli ospita attualmente nel monastero oltre 3500 rifugiati; il ve-
scovo Camillo Ballin, vicario apostolico in Bahrain, Kuwait, Qatar e Arabia Saudita; profondo conoscitore del passato e del presente del Medio Oriente. Diversi praticamente per tutto, ma acco-
munati dal debutto come relatori qui a Rimini. I tre nuovi ospiti si misurano con il tema del Meeting e con l’Anno Giubilare della Misericordia. Leonardo Cavallo
MARIA GRAZIA GRENA Arresa al volto dell’altro
FEDERICO TRINCHERO Il Vangelo nella guerra
CAMILLO BALLIN E se fossi al loro posto?
È la prima volta che partecipo al Meeting. Non nascondo un certo disagio, ma ho accettato per due motivi. Il primo è che ho amici ciellini che stimo e con i quali collaboro; il secondo è far conoscere l’esperienza de “Il libro dell’incontro”, che è per me un grande sacrificio, ma anche una grande opportunità, in sintonia con il titolo del Meeting. Arrendersi al volto dell’altro, infatti, è stata la mia più grande scoperta degli ultimi anni e sono molto grata alle persone che mi hanno donato questa opportunità. Rappresenta uno dei più grandi apprendimenti della mia esistenza. Da anni ho scelto di dedicarmi ai problemi delle persone detenute e dei loro familiari. Ho vissuto l’esperienza del carcere e sono stata molto aiutata ad uscire dal “cul de sac” in cui mi ero cacciata; mi pare importante dare ad altri le stesse opportunità.
Questo Meeting è un invito ad accorgersi dell’altro e a meravigliarsi del suo inafferrabile e inesauribile mistero. Forse, è già un passo importante - e per nulla scontato - accorgermi che l'altro esiste (come esisto io), con la sua diversità, i suoi pregi e i difetti. L’altro allora diventa qualcuno davanti al quale ci si ferma, ci si meraviglia, ci si interroga. L’altro è ciò che è, non ciò che vorrei che fosse. E allora è sempre un bene in sé, da accogliere come qualcosa di sacro e davanti al quale ci si inginocchia. Amare è dire all’altro: «Tu esisti, tu sei un bene per me». In questi tre anni di guerra, l'altro è stato per me il profugo, non atteso e neppure previsto, ma un bene perché mi ha costretto a vivere il Vangelo. Così papa Francesco a Bangui per aprire la prima Porta Santa del Giubileo:. non ce lo meritavamo, non ce l'aspettavamo, non eravamo neppure pronti... ma ci è capitato.
Il tema di quest’anno è molto attuale: in un momento in cui nessuno vuole accettare cordialmente chi scappa da guerre e fame, il Meeting di Rimini dice che “Tu sei un bene per me”! Non sei un numero, sei un bene! Vorrei chiedere a quelli che si oppongono così fortemente al flusso migratorio, di per sé preoccupante: “E se tu fossi al loro posto? Cosa faresti? Come giudicheresti quelli che non ti accettano, mentre tu sei disperato e non sai dove far dormire i tuoi figli?”. La presenza dei rifugiati in mezzo a noi è un bene perché ci apre l'orizzonte, ci fa vedere che tanti sono bisognosi, ci fa sentire che anche gli altri sono esseri umani come noi. È un’esperienza di umanità. In questi 47 anni nei Paesi arabi il Signore mi ha guidato con grande saggezza e immensa pazienza: ho sperimentato che quando metto un problema nelle mani del Signore, tutto si svolge in modo migliore.
Sopra il manifesto del Meeting, quasi come sopra una conchiglia non proprio fossile, nel mio studio. Il titolo 2016, Tu sei un bene per me, lo so a memoria dal momento in cui fu reso noto. Bello, chiaro e facile. Soggetto predicato e complemento. Facile appunto da mandare a memoria. Buonista quanto basta e perciò facile anche da condividere, se non si è dei brutaloni: pensarci bene, l’altro può essere sì un bene per me. Questione di buon senso: non tutto il male viene per nuocere; si deve fare di necessità virtù; nella vita c’è sempre da imparare. P. E poi: non siamo figli della civiltà della tolleranza? Sopra il manifesto del Meeting, quasi come sopra una conchiglia non proprio fossile, nel mio studio. Ohibò. Perchè la grafica non va via liscia come la sintassi della frase? Tu sei un bene per me: facile anche da scrivere, ci piazzi sotto una bella immagine, che so, uno Chagall che fa volteggiare la moglie nel cielo della felicità, ed
Costretto a chiedermi il perché di quel grande TU inciso a biro Per non prendere alla leggera un titolo che indica una via rivoluzionaria è fatta. No, non c’è immagine. Fondo bianco, dov’è sbalzato quel TU gigantesco, cubitale. Il resto del titolo è in corsivo, in corpo piccolo, come scritto a mano. A ben vedere anche il TU è scritto a mano, con fitte stilettate orizzontali incise con una biro blu: non ha i contorni perfettamente definiti, e non è un carattere standard. TU non è il soggetto astratto di una frase grammaticalmente corretta. E’ una realtà in cui mi imbatto e che non posso ridurre alla mia definizione, Così ho pensato che chi ha ideato il manifesto volesse arginare l’inclinazione a scivolare via, senza turbamenti, sulla bella facile e condivisibile frase del titolo. Per fare realmente il percorso che il titolo suggerisce,
occorre fermarsi davanti a quel TU e riconoscerlo, L’altro può addirittura dare l’impressione di corrispondermc, fino a un certo punto, s’intende, e in rarissimi casi: perché ci sembra di poterlo assimilare e integrare. Oppure, siccome siamo tutti fatti per la re-
lazione e non per la solitudine, ricorriamo a dei falsi tu, esempio il tu virtuale e il tu animale. Niente contro internet e niente contro gli esseri a quattro zampe. Solo che la chat è una chiacchiera tra anonimi e al cane puoi anche mettere l’impermeabile fucsia o un cappellino a pois, che tanto non si lamenta, . Per il resto, dove corrispondenza non c’è, e visto che sono tollerante, basta che l’altro non mi pesti i piedi. Ognuno per i fatti suoi, ognuno a rincorrere i suoi guai. Da estranei, possibilmente ben educati. La verità e che siamo disposti ad accettare l’altro quando è lontano, quando cioè non è un TU. Quando invece è vicino, puzza e ci minaccia, che sia un rom, un profugo, un com-
petitore politico, un collega in carriera, un condomino, uno che non la pensa come me, magari una moglie o un fratello, o uno sconosciuto che parcheggia in doppia fila. Perché tutto nel mondo odierno ci induce a pensare che il mio bene è difendermi, arroccandomi o contrattaccando, da questo TU insidioso e maleodorante:: muri e guerre. Il Meeting 2016 ha l’ardire di proporre una via opposta: abbattere i muri, non sopprimere il TU. Un percorso né virtuale né a quattro zampe, ma pienamente umano e coraggiosamente rivoluzionario, dove quel TU grande come una casa prova a sbriciolare i muri della separazione. E’ un percorso niente affatto scontato in cui vale la pena che io mi coinvolga (non sfugga che nells scritta del manifesto il per me è ben sottolineato). Sopra il manifesto del Meeting, quasi come sopra una conchiglia non proprio fossile, nel mio studio, me ne è venuta voglia. Maurizio Vitali
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MONDO MEETING
DIETRO LE QUINTE «Voce di un popolo che soffre»
Le canzoni le tragedie le speranze
Portano in scena “Un solo canto” quattro personaggi dall'invidiabile percorso artistico: Massimo Venturiello, Tosca, Tania Kassis e Mirna Kassis. Attore, regista, doppiatore, autore, Venturiello è uno degli uomini più eclettici del cinema e del teatro italiano. Ha lavorato, tra gli altri, con Scola (“La famiglia”), i fratelli Taviani (“Good Morning Babilonia”), Salvatores (“Marrakesh Express”), ed è stato protagonista di molte serie televisive di successo (tra cui “Distretto di polizia”). Negli ultimi anni si è dedicato al teatro-canzone, portando nei teatri italiani spettacoli tratti da Moliere e Fellini. In molte delle sue recenti produzioni la protagonista è Tosca, compagna nell'arte e nella vita. Sarà lei la colonna portante dello spettacolo di stasera. Ha iniziato il suo percorso artistico con Renzo Arbore, affermandosi come cantante di musica leggera. E' del 1996 la sua vittoria a Sanremo con Ron, grazie all'interpretazione di “Vorrei incontrarti tra cent'anni”. Dopo aver vinto la targa Tenco nel 1997, Tosca si allontana gradatamente dalla musica leggera
per approdare a forme artistiche più ampie: teatro, doppiaggio, teatro-canzone, progetti di formazione per giovani artisti. Tania Kassis, vocalist libanese diplomata al Conservatorio di Parigi, ha già una lunghissima esperienza di tourneé internazionali, e con la sua musica e la sua voce ha raggiunto e conquistato molti Paesi. Ha interpretato i musical “Les Misérables” e "Il Fantasma dell'Opera". Mirna Kassis è invece siriana trapiantata a Genova, dove ha terminato i suoi studi presso il Conservatorio Niccolò Paganini. Gli studi presso l’Higher Institute of Music di Damasco gli hanno permesso di assemblare la conoscenza ed esperienza del canto lirico con quella del repertorio classico arabo e orientale. Nata a Damasco, Mirna è in un qualche modo una rappresentante “diretta” dell'esodo siriano di questi nostri anni. Non a caso lei stessa afferma: «con il mio canto vorrei far arrivare ovunque la voce del mio popolo siriano, un popolo che sta soffrendo, ma che non deve perdere la speranza».
«Un solo canto», lo spettacolo inaugurale del Meeting: melodie e immagini che raccontano la fuga dalle guerre Tosca, Mirna Kassis e Tania Kassis daranno voce ai drammi con musiche e letture. Perché «ci salverà la bellezza» Buio in scena. Solo una luce illumina un musicista, mentre il suono di un violoncello avvolge il pubblico e il palco. Tosca, una delle più dotate e intelligenti interpreti della canzone italiana, sola davanti al pubblico declama: «... C'è una musica del popolo: ascoltandola io sono chi vorrei essere.
Mirna Kassis tra i protagonisti dello spettacolo inaugurale. In alto: Tosca
«Reciteremo passi commoventi sulla situazione dei profughi. Sarà un inno alla pace» E' una semplice melodia, ma è così consolatrice e in un qualche modo io canto...». Così si apre lo spettacolo inaugurale del Meeting “Un solo canto” (ore 21.45, Arena UnipolSai D3), un viaggio poetico-musicale che ripercorre una delle tragedie del nostro tempo: la fuga dei rifugiati dalle terre della guerra, delle esecuzioni sommarie e del terrorismo.
Da anni lo spettacolo inaugurale è una delle porte d'ingresso principali per chi vuole immergersi nelle viscere del tema del Meeting. Il palcoscenico artistico, con artisti e testi, messe in scena e soluzioni tecnologiche, offre sempre al pubblico del Meeting stesso spunti di riflessione e punti d'osservazione di particolare impatto emotivo, che gli incontri e i dibattiti – per ovvia differenza di linguaggi utilizzati – non possono distribuire con eguale coinvolgimento. “Un solo canto” punta a mostrare, attraverso canzoni dalle diversissime radici etniche, che la speranza può vincere sulle tragedie del nostro tempo, che la sofferenza di chi è strappato
dalle proprie radici è un fatto comune a tutti i popoli e che proprio la bellezza – come suggeriva Dostoevskij ne “L'Idiota” – può salvare il mondo. Scritto e portato in scena dall'autore e regista Massimo Venturiello e interpretato da tre “regine della voce” – Tosca, Mirna Kassis e Tania Kassis - “Un solo canto” è una dichiarazione d'intenti chiara e precisa che incarna il grande dramma dei rifugiati e dei popoli in fuga dal terrore e dalla morte, attraverso la sfida dell'unità, della speranza e della bellezza. In questo emozionante spettacolo inaugurale la bellezza prende forma in un percorso poliedrico di canzoni e musi-
che, poesie e narrazioni tratte da lettere di persone semplici, di rifugiati del nostro tempo e delle nostre terre, di rifugiati sbarcati in Sicilia, di famiglie che hanno attraversato il Mediterraneo sui barconi, oppure di vecchi che hanno superato le frontiere slave di notte, cercando riparo dalla morte. Il palcoscenico del Meeting si animerà quindi con le parole e con le voci di madri, mogli, padri, figli, fratelli che abbandonano le terre violentate dalla guerra, diventando “voci di coloro” che possono essere “un bene” per ognuno di noi, proprio mentre noi possiamo essere volti di speranza per ognuno di loro. Tutto questo accadrà – merito anche della collaborazione artistica della Sagra musicale malatestiana – grazie a quel mix di parole, emozioni e musiche etniche che Venturello è riuscito a creare e in cui la risposta all'odio e alla disperazione è già portata in scena dalle tre eccezionali interpreti che occuperanno il palco in nome dell'amicizia, della stima e del destino comune. Non a caso Tosca ha dichiarato, anticipando l'anima più autentica dello spettacolo: «Noi tre in-
sieme, reciteremo passi commoventi sulla situazione dei profughi e la loro condizione umana. Sarà un vero inno alla pace, un esempio di come la musica può creare comunione”. Nel recital sviluppato per il Meeting le tre interpreti canteranno, reciteranno, interagi-
Un viaggio multietnico sviluppato in un mix di lingue con grandi musicisti ranno tra loro e con i musicisti che saranno la colonna portante di questo viaggio multietnico sviluppato in un melange di linguaggi che va dall'italiano al rumeno, dal francese all'arabo, dall'jiddish al libanese, dal siriano al portoghese. In scena con le interpreti ci sarà un ensemble multietnico di strumentisti d'eccezione. Carlo Alberti
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PERSONAGGI
Il don del Beccaria: «Aperti a tutti» Cappellano del carcere minorile di Milano, Claudio Burgio parteciperà oggi all’incontro “Gli ultimi saranno i primi”. Sedici anni fa ha fondato una comunità che ora offre un’esperienza educativa globale a oltre cinquanta ragazzi Tra gli ospiti del Meeting don Claudio Burgio, sacerdote della diocesi di Milano, nel 2000 ha fondato l’Associazione Kayros, comunità di accoglienza per minori. Oggi parteciperà all’incontro “Gli ultimi saranno i primi” al salone B3 alle ore 15. Don Claudio è cappellano del carcere minorile Beccaria. È la prima volta che partecipa al Meeting? Sono venuto altre volte, ma come relatore, questa è la prima. Cosa significa per lei il titolo del Meeting di quest’anno? Il titolo del Meeting esprime bene il bisogno di reciprocità inalienabile che è dentro l’uomo. L’altro è diverso da me ed è un’occasione di cambiamento, una risorsa, un kairos, cioè un’opportunità. La parola kairos per lei è molto importante, infatti la sua comunità si chiama proprio così.
Com’è nata questa esperienza? È stata fondata grazie a un ragazzo del Camerun che era solo e chiedeva accoglienza in parrocchia. Poi è cresciuta e oggi nella realtà di Kairos a Vimodrone, in provincia di Milano, ci sono più di cinquanta ragazzi. Che cosa l’aiuta a essere sempre pronto ad accogliere i giovani incontrati? Sul sito della comunità c’è scritto che lei è disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte. Stare con loro aiuta molto me. Questo scambio è gratuito e ci si sostiene a vicenda, proprio perché l’altro è un bene per me, non posso fare a meno di lui. Ricorda in particolare qualche ragazzo che è passato nella sua comunità? Potrei raccontare tante storie. Molti oggi sono diventati padri e vengono a trovarmi con i loro figli. I primi che ho accolto in comunità ora hanno 30 anni.
Tra le sue grandi passioni c’è anche il calcio, ha fondato una squadra la: “Selecao Internazionale Sacerdoti Calcio”. Lo sport è un’occasione di crescita? Lo sport è una disciplina che aiuta molti adolescenti a leggersi dentro e a capirsi. Lo sport è una dinamica di rapporto con gli altri che migliora i ragazzi. Inoltre il fatto che ci siano regole da rispettare aiuta molto. Dino Zoff ripete spesso che lo sport può migliorare le persone. Lui ne sa qualcosa. Fate anche teatro e musica con i giovani? Sono attività che sembrano lontane, in realtà sono i prerequisiti perché un ragazzo evolva, il teatro aiuta a incontrare la gente e a rapportarsi con le persone. Tra i compiti che le sono stati affidati c’è anche quello di direttore della Cappella musicale del Duomo di Milano.
SÌ
Hai voglia di metterti in gioco per vincere le sfide che la globalizzazione impone? Se la risposta è sì, in Unitec saremo felici di conoscerti. UNITEC è un gruppo 100% ITALIANO. Operiamo nel settore industriale dell’automazione meccanica, elettrica ed elettronica e siamo in forte espansione (180 nuove assunzioni dal 01.02.2015 al 01.02.2016). Cerchiamo giovani talenti in grado di fare la differenza nei vari ambiti dell’organico, per vincere le sfide di oggi e di domani. Vuoi essere uno di loro? risorseumane@unitec-group.com • tel. 0545 288884 • unitec-group.com
Pad. A3 Area “Conta su di Te”
Don Claudio Burgio a colloquio con uno dei suoi ragazzi
È un altro compito educativo, il suo accento è prioritario. Stare con dei ragazzi ed educarli alla musica è molto bello. Come vive l’Anno santo della misericordia voluto da papa Francesco? È una grande occasione per scoprire una concezione autentica della vita, il mondo del carcere ti avvicina molto a vivere la misericordia. Il contenuto della fede
è proprio la misericordia, il volto di Dio. Qual è il suo augurio per i giovani che vengono al Meeting? Il mio augurio è quello di essere aperti a tutti, a coloro che non sono credenti e ai cristiani che non sono del movimento. L’augurio di riscoprire insieme l’appartenenza che abbiamo in comune: l’essere un bene per l’altro. Davide Amata
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MOSTRE
L’«invasione» che non c’è «Il 60 % di chi arriva in Italia è cristiano, i musulmani sono una minoranza», spiega Giorgio Paolucci, curatore della mostra “Migranti, la sfida dell’incontro”. Che va visitata seguendo una parola chiave: immedesimazione La massa di migranti che ogni giorno si riversa sull'Europa occupa giornali e tg da mesi. Ma oltre i numeri e i necrologi quotidiani, quanto conosciamo veramente chi, dietro questi dati, vive, sopravvive, fugge e scampa ai conflitti, cercando ciò che cerchiamo tutti, cioè la felicitá? Da questo punto provocante parte la mostra “Migranti, la sfida dell'incontro” (piazza padiglione A1). E pensata seguendo «una parola chiave: immedesimazione». Ad affermarlo è il giornalista Giorgio Paolucci, curatore dell'esposizione. «Quando l'anno scorso è uscito il titolo del Meeting sono stato provocato da questo pensiero: come posso dire di fronte a un migrante 'tu sei un bene per me'?». Così è nata l'idea di «lasciarsi guidare dalla provocazione del Meeting» e creare insieme ad amici docenti, esperti, ma anche studenti universitari di Bologna e
La croce fatta con le travi dei barconi approdati a Lampedusa esposta nella mostra
Milano, una mostra su questo tema. «Abbiamo scelto - continua Paolucci - la prospettiva indicata da papa Francesco, cioè quella di guardare ai migranti come persone e non come una categoria o un problema sociale, andando all'in-
contro con loro». In che modo? L'esposizione, «senza la pretesa di offrire soluzioni o ricette a un problema molto complesso», presenta un quadro statistico del fenomeno migratorio, a livello sia internazionale che italiano,
grazie all'aiuto del demografo Giancarlo Blangiardo che ha contribuito alla realizzazione della mostra. E cadono così alcuni luoghi comuni intorno all'immigrazione. Un esempio? Quello della “invasione islamista” in Italia: «Il 60% degli immigrati presenti in Italia è cristiano, mentre i musulmani costituiscono il 30%», dice Paolucci. Per non ridurre la mostra a un'indagine statistica, «abbiamo cercato, poi, di mostrare tutti i lati dell'immigrazione, che non è fatta solo di barconi e profughi». Così, accanto a storie di fuga da situazioni drammatiche, «si raccontano anche esempi di normalità. Infatti, l'immigrazione dura da anni, e in Italia riguarda più di 5 milioni di stranieri che già vivono qui, e che sono spesso nostri colleghi, compagni di squadra o vicini di casa», prosegue Paolucci. All'interno del percorso espo-
sitivo, questo tentativo di tenere insieme i vari aspetti del fenomeno migratorio si realizza, per esempio, con tre video-story. Quello di una delle famiglie siriane e musulmane che il Papa ha portato con sé a Roma di ritorno da Lesbo. Quello di un profugo afghano che, accolto in Italia, oggi aiuta chi arriva nel nostro Paese facendo da mediatore linguistico. E infine la storia di Raymond, della repubblica democratica del Congo, che ha vinto una borsa di studio per studiare psicologia in Italia e ha fondato il coro multietnico Elikya, con il quale gira lo Stivale per animare messe e fare concerti. Racconti di emergenze, di dolori, ma anche esempi di normalità: «Una sdrammatizzazione non per buonismo, ma per realismo, che cerca di guardare a tutti gli aspetti del fenomeno», afferma Paolucci. Alessandro Giuntini
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INCONTRI
Monaci “salvati” dalla birra La tradizione delle abbazie del Belgio e un’intuizione dei Benedettini della Cascinazza: il prodotto che ha consentito la sopravvivenza economica del monastero Miniatura medioevale di un monaco benedettino impegnato nella produzione (e verifica) della birra
Per alcuni è solo una bevanda alcolica dissetante da gustare meglio se in compagnia, per altri un prodotto di qualità oggetto quasi di una sincera devozione. Comunque sia, la storia insegna che la birra, con i suoi aromi, la schiuma candida e le profondità ramate, non è mai stata solo un supplemento da tavola. Lo testimonia la comunità monastica dei Santi Pietro e Paolo alla Cascinazza di Buccinasco, alle porte di Milano: diciannove monaci benedettini che dalla birra sono stati letteralmente
“salvati”. Era il 2004, e la vita del monastero poggiava interamente, dal punto di vista economico, sull’attività agricola. Lo scarso reddito costrinse i monaci a cercare nuove vie di sostentamento che potessero essere integrate con il lavoro tradizionale. La soluzione fu imboccare la strada della produzione della birra. Un tentativo che presto si risolse in «un vero e proprio successo», come spiega padre Claudio Del Ponte, uno dei monaci impegnati in prima persona nel progetto Birra
Cascinazza: «Fu un’attività nata dalla necessità di trovare un lavoro che servisse a sostenere la comunità, ma presto diventò un’opportunità per creare un prodotto di grande qualità, nella scia di alcune famose birrerie delle abbazie del Belgio, dove due dei nostri confratelli hanno intrapreso un percorso di formazione». Fu così che nel 2008 venne spillata per la prima volta la Amber, la prima birra prodotta alla Cascinazza, alla quale si sono via via aggiunte la Blond, la Bruin e, da poco, la
Kriek. Tutta la produzione si basa su principi di genuinità, alta fermentazione e rifermentazione in bottiglia, senza nessun processo di filtrazione, stabilizzazione o pastorizzazione. Una scelta che vuole offrire al consumatore un prodotto “vivo”, che si evolve nel tempo, tenendo sempre presente che lo scopo della prima birra artigianale italiana di produzione monastica è la sopravvivenza della comunità monastica stessa. Quest’anno, la tradizione birra-
ria della Cascinazza s’incontra con quella gastronomica bergamasca, al padiglione D5 del Meeting. La collaborazione con il ristorante bergamasco “Il Caravaggio”, cominciata nel 2014, viene quindi rinnovata quest’anno, con la presenza accanto ai tavoli di alcuni pannelli che racconteranno l’esperienza dell’incontro tra i monaci della Cascinazza e lo staff del ristorante, introducendo i clienti a una “santa” libagione. Davide Grammatica
LA LIBRERIA DEL MEETING ore 15 Incontro con Paola Gianni
ore 18 Incontro con Flavio Babini
libreria Jaca Book Rimini
Libro + DVD
PADIGLIONE A3
1.200 mq, oltre 7.000 titoli
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ECONOMIA
Giovani: le aziende ci credono Nel padiglione A3 opportunità concrete di assunzione grazie a un progetto innovativo coordinato da Gi Group. “Conta su di te” crea contatti diretti con cinque società leader nel mercato italiano Incontri ravvicinati con il mondo dei mestieri e delle professioni. Giovani talenti da scoprire e imprese di primo piano disponibili a farlo, investendo energie e risorse. Quest'anno il Meeting ospita, nel padiglione A3, un interessante esperimento. Cinque aziende hanno infatti deciso, con la consulenza della multinazionale Gi Group, di dare vita al progetto "Conta su di te" (presente con una sezione dedicata sul sito del Meeting) che vedrà aziende offrire occasioni di lavoro nelle proprie strutture attraverso veri e propri colloqui. Giovanni Gemmani, presidente di Scm Group, società leader nella costruzione di macchine per la lavorazione del legno, racconta che «abbiamo capito che questo progetto poteva essere un’opportunità per trovare profili adatti per la nostre esi-
genze, ma anche per fare conoscere le nostre attività». Il Meeting però non è un'agenzia interinale e
«Ci aspettiamo di trovare talenti da inserire in futuro nelle nostre strutture» quindi, come racconta Cristina Maggioli, responsabile delle risorse umane della Maggioli spa, primaria fornitrice di software sia per la pubblica amministrazione sia per il settore privato, «è stato fatto un grande lavoro per rendere organica questa proposta alla realtà culturale che è rappresentata dal Meeting. Per mesi, coadiuvati da Gi
Il logo del progetto “Conta su di te”, padiglione A3
Group, abbiamo cercato di integrare le competenze e le attitudini che pensiamo di potere trovare al Meeting con quelle richieste dai nostri clienti e interlocutori. Tra queste, in primo piano, una sana curiosità verso l'altro, proprio come suggerisce il titolo di quest'anno». In particolare il progetto “Conta su di te” si rivolge ai giovani volontari che animano la settimana riminese e che ne costituiscono il motore. Gabriele Corazza, re-
sponsabile della formazione per Illumia, società leader nella fornitura di energia elettrica e gas naturale, su questo punto ha le idee chiare: «ci sono migliaia di giovani spiega - che costruiscono questo evento con competenza, passione ed entusiasmo. Ci aspettiamo di incontrare persone così, in movimento, che non abbiano paura di rischiare quello che sono». Tra le imprese che hanno creduto nel progetto c'è anche Teddy, ramo abbigliamento,
titolare del marchio Terranova e a capo di una rete con oltre duecento negozi in tutta Italia. Andrea Prosperi, responsabile della formazione per Teddy, sottolinea che la scelta di essere presenti al Meeting non è causale perché «c'è un forte nesso tra cultura e lavoro. Noi cerchiamo di imparare da tutto: un quadro, un film, la storia di una persona. Questa curiosità intelligente per noi è cultura». È infine il presidente di Unitec Angelo Benedetti, azienda che produce macchine e impianti per la lavorazione dell'orto-frutta, a ricordare la concretezza e l’originalità del progetto quando afferma che «ci aspettiamo di trovare cinquanta giovani talenti da inserire in futuro in azienda. Giovani disponibili a vincere insieme a noi le sfide che il mercato impone. Siamo convinti che ciò possa accadere». Luca Brambilla
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SPETTACOLI
Metti una sera con artisti e spritz
19.00
SPAZIO PISCINE OVEST
OGNI SERA
Come si va in scena? Quali emozioni sul palco? Negli «Aperitivi con...» i segreti di Cevoli, Dix, Gnocchi e dei musicisti ospiti del Meeting Come un artista si prepara ad andare in scena con il suo spettacolo al Meeting? Quali emozioni e quali motivazioni stanno “dietro” una serata in Fiera? Segreti e tecniche, cuori e pensieri dei protagonisti delle serate di spettacolo al Meeting saranno oggetto ogni sera degli “Aperitivi con....” (Spazio Piscine Ovest, ore 19.00). L'appuntamento è un'occasione informale e decisamente amichevole per entrare in contatto diretto con i protagonisti delle serate del Meeting - attori e cantanti, showman e interpreti internazionali – cogliendo l'occasione di un dialogo diretto e senza rete. Gli “Aperitivi con....” si aprono oggi con il dialogo-intervista che
vedrà protagoniste le tre stelle dello spettacolo inaugurale, cioè Tosca, Tania Kassis e Mirna Kas-
Si comincia oggi con le tre protagoniste del grande spettacolo inaugurale
sis. Nei giorni successivi gli Aperitivi vedranno le presenze di Paolo Cevoli (sabato 20), Matteo Fedeli (domenica 21), Carlotta Santandrea (lunedì 22), Franco
Branciaroli (martedì 23), Gioele Dix (mercoledì 24) e Gene Gnocchi (giovedì 25). Di cosa si parlerà agli Aperitivi? Facciamo qualche anticipazione: come fa Paolo Cevoli ad afferrare ogni volta un'intuizione inedita e divertente (quest'anno in scena ci sarà un garzone di Michelangelo Buonarroti)? Perché Franco Branciaroli ha deciso di portare il più potente e tormentato personaggio di Alessandro Manzoni – cioè l'Innominato - in scena? Qual è la molla che porta un'artista italianissima come Carlotta Santandrea a “convertirsi” anima e corpo al tango argentino? Come si fa a raccontare la storia vera di un'amicizia come farà Gioele Dix al Meeting? E, per finire, quale è il vero
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rapporto che lega Gene Gnocchi al rock'n'roll? Agli Aperitivi, insomma, ce ne sarà per tutti i gusti: per chi vuole divertirsi e per chi vuole approfondire, per chi ama vedere i propri beniamini da vicino e senza filtri. Ogni sera sarà Walter Gatti, cronista musicale e saggista, a presentare e chiacchierare con gli artisti, conce-
dendo volentieri il microfono al pubblico delle piscine per domande e considerazioni, con l'implicita complicità che da anni anima questi momenti di dialogo tra il “popolo del Meeting” e gli attori e musicisti che a Rimini – chissà come mai... - si concedono con particolare disponibilità e simpatia. Carlo Alberti
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Oggi al Meeting
Incontri LA REPUBBLICA HA 70 ANNI, INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA Ore 11.45 Auditorium Intesa Sanpaolo B3. Introducono Emilia Guarnieri, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli e Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. CAPIRE CIÒ CHE ACCADE. DA ISTANBUL A TEHERAN, LE PROVOCAZIONI DELL’ATTUALITÀ. UN CAFFÈ CON… FEDERLEGNOARREDO Ore 13.45 Stand FederlegnoArredo Pad. C1. Dialogo con Alberto Negri, Giornalista de Il Sole 24 ore. Introduce Giovanni De Ponti, Direttore Generale FederlegnoArredo. GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI Ore 15.00 Salone Intesa Sanpaolo B3 Partecipano: Claudio Burgio, Cappellano del carcere minorile “Beccaria” di Milano e Presidente Associazione Kayros Onlus; Mario Persano, Presidente Associazione di Volontariato Opera San Nicola Onlus. Introduce Monica Poletto, Presidente Compagnia delle Opere Sociali. GEORGIA: PAESE DI ORO E DI FEDE. IDENTITÀ E ALTERITÀ NELLA STORIA DI UN POPOLO Ore 15.00 Sala Illumia B1. Partecipano: Marilyn Kelly-Buccellati, Professoressa
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LA GIORNATA Incontro inaugurale con il presidente Sergio Mattarella
Il vescovo d’Arabia e il Nobel tunisino Emerita presso la California State University di Los Angeles e Visiting Professor presso il Cotsen Institute of Archaeology della UCLA e Direttore del Progetto Archeologico Mozan/Urkesh; David Lordkipanidze, Director of the Georgian National Museum, Georgia; Marco Rossi, Docente di Storia dell’Arte Medievale e Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Introduce Andrea Simoncini, Docente di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Firenze. VIA EMILIA: FOOD, MOTOR E WELLNESS VALLEY Ore 15.00 Sala Neri CONAI. Partecipano: Nerio Alessandri, Presidente e Amministratore Delegato Technogym; Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia-Romagna; Massimo Spigaroli, Chef/Patron Antica Corte Pallavicina. Introduce Roberto Perrone, Giornalista e Scrittore. WHAT’S HUMAN ABOUT TECHNOLOGY. DIALOGO CON… Ore 15.30 What? - Spazio Innovazione Piazza A5/C5. Partecipano Marco Bersanelli, Professore di astrofisica, Università degli Studi Milano; Mario Morcellini, Professore di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, Università La Sapienza Roma. LA SOCIETÀ COSTRUISCE LA PACE. L’ESEMPIO DELLA TUNISIA Ore 17.00 Salone Intesa Sanpaolo B3. Partecipano: Tania Groppi, Docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università degli Studi di Siena; Mohamed Fadhel Mahfoudh, Premio Nobel per la Pace 2015, già Presidente dell’Ordine nazionale degli Avvocati di Tunisia; Fadhel Moussa, Professeur des universités, Ancien Doyen de la Faculté des Sciences Ju-
ridiques Politiques et Sociales de Tunis e Membro dell’Assemblea Nazionale Costituente. Introduce Andrea Simoncini, Docente di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Firenze. L’INTRODUZIONE DEI GIOVANI NEL MONDO DEL LAVORO Ore 17.00 Sala Illumia B1. Partecipano: Fabio Cerchiai, Presidente Atlantia Spa e Autostrade per l’Italia; Maurizio Del Conte, Presidente ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro); Roberto Maroni, Governatore Regione Lombardia; Dario Odifreddi, Presidente Fondazione Piazza dei Mestieri. Introduce Bernhard Scholz, Presidente Compagnia delle Opere. ROMANO GUARDINI E LUIGI GIUSSANI IN DIALOGO CON LA MODERNITÀ Ore 17.00 Sala Neri CONAI. Partecipano: Massimo Borghesi, Docente di Filosofia Morale all’Università degli Studi di Perugia; Johannes Modesto, Postulatore della Causa di Beatificazione di Romano Guardini e Addetto Pastorale nella curia arcivescovile di Monaco di Baviera; Monica Scholz-Zappa, Docente di Scienze Linguistiche e Culturali all’Università Albert-Ludwig di Freiburg im Br. Introduce Alberto Savorana, Portavoce di Comunione e Liberazione. VIVERE DA CRISTIANI Ore 19.00 Salone Intesa Sanpaolo B3. Incontro con S. Ecc. Mons. Camillo Ballin, Vicario apostolico dell’Arabia del Nord. Introduce Davide Perillo, Direttore di Tracce. “L’INCONTRO CON L’ALTRO: GENIO DELLA REPUBBLICA. 19462016”: LA REPUBBLICA Ore 19.00 Sala Illumia B1. Partecipa Luciano Violante, Presidente Emerito della Camera dei Deputati. Introduce Giorgio
Direttore: Stefano Filippi
Progetto grafico e Impaginazione: Èdita, Rimini
Direttore responsabile: Cesare Trevisani Editore: Associazione Meeting per l’amicizia tra i popoli Associazione riconosciuta con D.P.R. n.869 del 6/8/1986, sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini. Tel. 0541-783100, Fax. 0541-786422
Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. ANCHE I SANTI HANNO SOGNATO L’AMERICA Ore 19.00 Sala Neri CONAI. Partecipano: Emanuele Colombo, Docente alla DePaul University di Chicago, USA; Paolo Valesio, Giuseppe Ungaretti Professor Emeritus in Italian Literature alla Columbia University di New York e Presidente Centro Studi Sara Valesio di Bologna. Introduce Letizia Bardazzi, Presidente AIC (Associazione Italiana Centri Culturali). “NIENTE DI CIÒ CHE È UMANO MI È ESTRANEO” (Terenzio). Testi pagani e cristiani sul rapporto con l’altro Ore 19.00 Sala Poste Italiane A4. Reading a cura di Zetesis. Partecipano: Moreno Morani, Docente di Glottologia all’Università degli Studi di Genova; Giulia Regoliosi, Direttore Responsabile di Zetesis. Preparazione dei lettori a cura di Adriana Bagnoli, Regista e attrice.
Spettacoli APERITIVO CON… Tosca; Tania Kassis; Mirna Kassis Ore: 19.00 Area Piscine Ovest. UN SOLO CANTO In collaborazione con Sagra Musicale Malatestiana. Concerto con: Tosca; Tania Kassis; Mirna Kassis; Regia di Massimo Venturiello. Ore 21:45 Area Spettacoli Unipolsai D3. Ingresso a pagamento.
Sport 2° TORNEO BASEBALL GIOVANILE MEETING RIMINI Ore 10.00 Stadio baseball - Rimini. TORNEO DI SCACCHI Ore 15.00 PAD. A6 - C6 CAMMINATE PER LE VIE E LA STORIA DI RIMINI Ore 21.00 Arco d'Augusto Rimini. A cura di Fondazione Meeting Rimini, A.S.D. La Pedivella, CSI-Centro Sportivo Italiano.
Pubblicità Ufficio commerciale Meeting Tel. 0541-783100
Fotolito e stampa: CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS) Registrazione Tribunale di Rimini n.16/91 del 15/07/1991
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