Quotidiano Meeting, sabato 20 agosto 2016

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PRIMO PIANO

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LA STRANA DEMOGRAFIA ITALIANA: AVREMO FUTURO?

IL MONDO È IN FIAMME MA LE CITTÀ NON DEVONO MORIRE

ONDE GRAVITAZIONALI, NUOVA LUCE SULL’UNIVERSO

“IL GENIO DELLA REPUBBLICA. 1946-2016”: LA CULTURA

SALONE B3

SALONE B3

SALA B3

SALONE B1

Partecipano: Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia all’Università MilanoBicocca; Alessandro Rosina, docente di Demografia all’Università Cattolica di Milano. Introduce Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà.

Partecipano: Moncef Ben Moussa, direttore del Museo del Bardo, Tunisia; Staffan De Mistura, inviato speciale ONU per la Siria; i sindaci: Gultan Kisanak, Dario Nardella e Giusi Nicolini. Introduce Andrea Simoncini.

Partecipano: Roberto Battiston, presidente A.S.I.; Laura Cadonati, Georgia Institute of Technology, USA. Introduce Marco Bersanelli, Docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano.

Partecipa Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale. Introduce Lorenza Violini, Docente di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano.

Muri e divisioni non salveranno nessuno Un paese che si accanisce a marcare le divisioni non va da nessuna parte. Un paese che valorizza la ricchezza delle sue diversità nella coscienza di un destino comune da perseguire insieme può essere la casa comune di tutti e pensa al futuro delle giovani generazioni. La vocazione dell’Italia non è di chiudersi nel proprio fortino nazionale ma di promuovere l’unione europea. E l’Europa non può pensare di risolvere il problema dei flussi migratori alzando cartelli di divieto di accesso, ma disponendosi a governare il fenomeno con saggezza e responsabilità. Sono i temi principali toccati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri all’inaugurazione del Meeting per l’amicizia tra i popoli, in un intervento di spessore culturale e politico che il pubblico che ha gremito il salone ha seguito con grandissima attenzione in tutti i suoi passaggi, esplodendo alla fine in una lunga standing ovation. Il capo dello Stato è stato ricevuto dalla presidente del Meeting, Emilia Guarnieri e dal presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, i quali l’hanno accompagnato a visitare la mostra allestita per i 70 anni della Repubblica («L’incontro con l’altro, (...) Maurizio Vitali segue a pag. 2

Papa Francesco il magistero dell’accoglienza Il saluto di Papa Francesco al Meeting di Rimini ne coglie espressamente, nel titolo dell’edizione di quest’anno “Tu sei un bene per me”, il coraggio. Il coraggio — controintuitivo, sotto la pressione dei nostri interessi che sentiamo minacciati — di vedere nell’altro che ci viene incontro con i suoi bisogni, avvertiti in competizione con i nostri, un

IL COMMENTO Mattarella e l’autunno caldo delle riforme Se l’arena politica, i suoi uomini e le sue espressioni sono il luogo del confronto, anche aspro, sui temi cruciali per l’oggi del Paese (pensiamo al difficile rapporto con l’Europa, allo stato del nostro sistema bancario, all’immigrazione e alla lotta al terrorismo — tutti temi che hanno visto il Paese, in questa tiepida e altalenante estate, coinvolgersi e confrontarsi su posizioni anche radicalmente opposte), come si prospetta il dibattito del prossimo autunno che sarà, inevitabilmente, determinato dalle questioni istituzionali rimaste un po’ in sordina durante le ferie agostane: il referendum, il giudizio sulla costituzionalità del nuovo (...) Lorenza Violini segue a pag. 5 Il presidente Sergio Mattarella firma il libro d’onore della mostra sui settant’anni della Repubblica

bene; un bene comunque per noi, e non “qualcosa di superfluo, o peggio un fastidio, un ostacolo”. Una pulsione naturale nell’angoscia di perdere “il proprio spazio vitale” — dal posto di lavoro in crisi, alle “sicurezze” vere o presunte della propria quotidianità, all’agibilità senza conflitti dei propri “valori” —, e che pure non è la nostra “vera” natura: la nostra natura “umana”, che possiamo e dobbiamo portare a verità; fare verità di tutti e per tutti. Perché anche quando l’individualismo imperante nelle nostre società ci allontana dalla nostra natura relazionale e la sola cura di sé ci sembra il vestito più adatto per

difendere noi stessi, il noi individuale, anche quando difendiamo la nostra individualità, noi difendiamo comunque un noi, che va al di là di noi stessi: la nostra famiglia, il proprio gruppo, l’ambiente, il nostro contesto sociale. Nessuno si salva da solo, ricorda Francesco. Questa semplice verità dell’esperienza è vera tanto più oggi, nel mondo multiculturale della globalizzazione. Con i suoi incontri ora cercati (se vuoi incrementare lo scambio economico) ora obbligati (se ti vengono incontro sui barconi dei migranti). (...) Eugenio Mazzarella segue a pag. 5

Il Nobel Mahfoudh: la nuova Tunisia pag. 7 Cerca i cuori e sostieni il Meeting pag. 9 Guardini, Giussani e la modernità pag. 11


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Diversità ma destino comune Mattarella: le forze politiche imparino il dialogo. Profughi: governare l’accoglienza, non alzare reticolati segue da pag. 1 (...) genio della Repubblica, 1946 –2016») prima di introdurre il suo discorso. IL SALUTO DI CARRON – Ad salutare il presidente nel grande auditorium c’era anche il succes-

«Anni di piombo, terrorismo e stagione delle stragi sono stati superati grazie all’ unità repubblicana» sore di mons. Giussani alla guida di Comunione e Liberazione, Juliàn Carrón. Con brevi parole, molto apprezzate dal capo dello Stato: «Desideriamo ascoltarla e far tesoro delle sue parole, sperando così di poterle dare il nostro contributo». Nel corso del suo intervento Mattarella citerà due paragrafi de «La

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri al Meeting. Alla sua destra Emilia Guarnieri

bellezza disarmata» di Carrón, dedicati alla confusione dell’io e alla nostalgia del tu: «Si raffigura la condizione umana». VERA RISORSA – Il presidente ha inteso «incoraggiare tutti i giovani che sono disposti a mettersi in gioco per una buona causa. Nei problemi in cui ci dibattiamo «spesso sono proprio i

Dopo il discorso ufficiale, il Presidente ha accettato di buon grado di rispondere alle domande di tre studenti universitari, in rappresentanza di quella generazione che, come spiega Mattarella stesso, «si trova tra due epoche storiche diverse». Il primo a parlare è Carlo: «Quest’estate ho avuto modo di viaggiare dalla Val d’Aosta alla Sicilia, e ho visto un’Italia segnata da differenze che per me paiono un grande valore. Ma in questa varietà, dove è possibile vedere l’unità del Paese?». «La diversità è una ricchezza» risponde il capo dello stato, e continua: «Per esempio, il nostro patrimonio culturale nasce dall’eterogeneità, e continua ad essere un frutto comune che cresce nel tempo. Questa ricchezza, che tanto si fatica a riconoscere all’interno del Paese, ma che

giovani – ha proseguito – a pagare il prezzo più alto». Occorre rendersi conto «che vi è un destino da condividere. Evitando di alzare muri verso l’esterno e di aggravare le divisioni». «TU» NECESSARIO COME L’ARIA – «Viviamo nell’epoca dell’io – ha sottolineato Mattarella – dei diritti individuali,

della dignità della persona. Ma l’io ha bisogno del tu come dell’aria per respirare. L’io contiene l’esigenza di diventare un “noi”. E qui ha citato un passaggio de “L’avvenimento cristiano” di Luigi Giussani: “La moralità è l’esperienza di un uomo che vive un’appartenenza a una realtà più grande di sé».

«Scusi presidente, ma...» Il dialogo con tre giovani all’estero ci viene ben riconosciuta, è anche una responsabilità di voi giovani, perché questa unità di fondo che ci accomuna vada crescendo». Il secondo è il sottoscritto: «Oggi, l’esperienza e la cultura del popolo italiano non sembrano consistere in alcuna delle vecchie matrici ideali (cattolica, comunista e liberale), le identità sono confuse, e mi sembra veder realizzarsi quell’omologazione di cui parlava Pasolini. Esiste ancora qualcosa capace di unire un popolo?»

«È vero», risponde il Presidente: «Quelle idealità non sono lo specchio della società di oggi, ma i valori di quelle culture sono permanenti: la pace, la libertà e l’uguaglianza. Dobbiamo inverarli nell’oggi». Mattarella continua a sottolineare l’importanza del ruolo dei giovani in questo particolare momento storico: «L’impegno che ci collega al passato è riconoscere questi valori permanenti della realtà sociale e politica. E anche questo è un impegno affidato a voi».

ITALIA – Per «spezzare la catena dell’autoreferenzialità, dell’egoismo e, in definitiva, dell’impotenza della politica, è necessario dare il giusto valore all’altro, al dialogo». Mattarella si è rifatto alla nascita della Repubblica, che «è stata una scelta di popolo» che ci ha fatto uscire dal baratro della dittatura». Con un referendum: «La divisione degli orientamenti, però, è stata tradotta in una straordinaria forza unitaria». Anche gli anni di piombo, il terrorismo e lo stragismo sono stati superato «con l’unità repubblicana». EUROPA – E’ una pericolosa illusione rifugiarsi nella dimensione nazionale, sperando così, velleitariamente, di difendersi». La missione dell’Italia è di contribuire al rilancio dell’Unione. PROFUGHI – Assurdo pensare di risolvere il problema dei flussi migratori con un «vietato l’ingresso». Si tratta invece di governare il fenomeno con «senso di responsabilità». Conclude Mattarella: «Ci può soccorrere soltanto il principio che ci si realizza con gli altri”. Maurizio Vitali

At last, but not at least, Laura: «Noi giovani viviamo imprigionati nel quotidiano: lavoro, studio, famiglia… Che cosa può insegnarci la storia della Repubblica riguardo all’iniziativa che pare mancarci?». «Ci sono difficioltà reali per i giovani» risponde, per l’ultima volta, Mattarella: «Ma visione, realismo, concretezza e coraggio per le iniziative economiche e sociali sono qualità di cui il paese è ricco. Sta alle istituzioni mantenere le condizioni per cui queste possano dare risultati». Alla fine, il presidente della Repubblica ha guardato con reale tenerezza i tanti giovani presenti al Meeting, e quell’augurio finale è sia un onore che un ònere: «Ragazzi, ormai sono vecchio, tutto questo lo affido a voi» Davide Grammatica

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PRIMO PIANO

«Torniamo alla Costituente» Giuliano Amato anticipa l’intervento di oggi: «Alle nuove domande dobbiamo rispondere con la cultura che ha fondato la repubblica. Cattolici e comunisti avevano idee diverse sulla società ma erano accomunati dal solidarismo» «A fronteggiarsi non erano l’ideologia del mercato contro quella del comunismo, tout court. Cattolici e comunisti avevano idee profondamente diverse sull’assetto finale della società, ma le due culture erano improntate entrambe al solidarismo e al ruolo delle formazioni intermedie». Spiega così, Giuliano Amato, politico, uomo di governo in anni cruciali, ora giudice costituzionale, il “miracolo” che la Costituente seppe realizzare nel ‘46. Amato ne parlerà oggi al Meeting. Nell’incontro di cui sarà ospite e relatore, la cultura del nostro Paese viene associata al “genio” della repubblica. Qual è il suo pensiero? Il tema che ho cercato di capire io per primo è in quale modo le tendenze culturali sviluppate dai nostri letterati, artisti e studiosi hanno accompagnato la vita degli italiani. Aiutandoli a capirla, per vivere e scegliere. Può anticiparci qualcosa?

Una delle conclusioni alle quali sono arrivato è che l’avvio della repubblica è segnato da un contesto culturale che non si ripeterà nei decenni successivi. Un contesto nel quale le istituzioni sono sorrette da culture politiche forti, colte, capaci di disegnare un futuro improntato a principi e valori nuovi rispetto al passato. Al fianco della cultura della Costituente c’è quella di film come “Ladri di biciclette” e di “Umberto D.”L’ispirazione è la stessa. Un accostamento audace, non trova? E invece no. Nella cultura letteraria e cinematografica, dopo anni di fascismo, di guerra, di oppressione, c’è un nuovo bagno di realtà, dove la realtà non è più rappresentata da un’astrazione, ma s’incarna nella dignità della persona. Mentre alla Costituente? Questo accade mentre alla Costituente si rovescia il segno della società futura rispetto a quella

Giuliano Amato giudice della Corte costituzionale

passata, all’insegna di quella cultura personalista, secondo la quale la persona con i suoi diritti inviolabili e anche con i suoi doveri inderogabili di solidarietà sociale, viene prima dello stato. Allora i partiti non facevano solo politica, trasmettevano anche una cultura. E oggi? Tra allora e oggi la differenza è enorme. Basti pensare a cosa voleva dire in politica, ma non solo,

EDUCAZIONE, FORMAZIONE, CREA AT TIVITÀ PER COSTRUIRE UNA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA FONDAZIONE GOLINELLI

OPIFICIO GOLINELLI

Nasce a Bologna nel 1988 per volontà di Marino Golinelli, imprenditore e filantropo. Ispirata alle fondazioni americane, promuove l’educazione e la formazione, favorisce la crescita intellettuale, culturale ed etica dei giovani. Sviluppa progetti innovativi che mettono in contatto scuola, università, ricerca e mondo dell’impresa e del lavoro. Crede nell’approccio sperimentale: il sapere che si conquista attraverso l’esperienza concreta e il saper fare. Divulga contenuti di qualità attraverso mostre, laboratori, corsi e convegni, rivolgendosi a persone di tutte le età, da zero a cento anni e oltre.

È la cittadella per la conoscenza e la cultura che da ottobre 2015 riunisce le attività svolte dalla Fondazione Golinelli. Opificio Golinelli si trova a Bologna e si sviluppa su 9 mila metri quadri grazie a un importante intervento di riqualificazione urbana. Qui la Fondazione ha registrato nel suo primo anno di vita circa 100 mila presenze tra studenti, insegnanti e famiglie e svolge ampia parte delle attività formative, didattiche e culturali che fanno capo alle sei aree progettuali: Scuola delle idee, Scienze in pratica, Giardino delle imprese, Scienza in Piazza, Educare a educare, Arte scienza e conoscenza.

APPUNTAMENTI

mercoledì 24 agosto, ore 10.45 GIARDINO DELLE

Giardino delle imprese, un progetto per avvicinare i giovani alla cultura imprenditoriale

Lo spazio espositivo della Fondazione Golinelli si trova all’interno del Padiglione A3 nell’area “Conta su di te”. Gli appuntamenti si svolgono nell’area workshop “Conta su di te”.

OPIFICIO GOLINELLI

via Paolo Nanni Costa 14, Bologna www.fondazionegolinelli.it

graficalpg.it

martedì 23 agosto, ore 19.45

L'innovazione della didattica L' e del sistema scuola: Educare a educare

“noi” e “loro”. Noi democristiani, noi comunisti, noi socialisti; loro erano, simmetricamente, quelli degli altri partiti. E oggi? “Noi” indica quelli che sono fuori dal palazzo; “noi” cittadini che manteniamo i “loro” privilegi, i privilegi di quelli che stanno nel palazzo. Il titolo del Meeting dice, perentoriamente, che l’altro è un bene per me. La cosa sorpren-

dente è che oggi è necessario ridirselo. E’ questo il punto. Vede, da un lato siamo di fronte a domande, come quelle sulla vita, delle quali la generazione che ci ha preceduto non saprebbe nemmeno decifrare i termini. Dall’altro assistiamo a quella che papa Francesco chiama l’anestesia dell’assuefazione, per cui c’è l’iPad, c’è l’iPhone, Instagram e allo stesso modo ci sono le tecnologie della vita e della morte. Si può tecnicamente fare? E allora facciamolo, perché no? Ma attenzione, se le domande sono nuove, per rispondere non occorre inventarsi una nuova cultura; la cultura è sempre quella della Costituente, è sempre quella di “ladri di biciclette”. Un intellettuale liberale come Isaiah Berlin dice che il limite non è invalicabile perché lo decide qualcuno, ma perché l’esistenza dell’altro è incancellabile dalla nostra coscienza. Pensiamo di cancellarla e invece la ritroviamo.


LA LIBRERIA DEL MEETING ore 20.30 Incontro con Andrea Avveduto e Maria Acqua Simi

ore 13.45 Incontro con Giuditta Boscagli e Paolo Bellotti

libreria Jaca Book Rimini

ore 18.45 Incontro con Franco Casadei e Gianfranco Lauretano

Libro + DVD

PADIGLIONE A3

1.200 mq, oltre 7.000 titoli


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PRIMO PIANO

Il papa: nessuno si salva da solo Il filosofo Mazzarella riflette sul messaggio di Francesco: «Il magistero dell’accoglienza non ha niente della predica buonista. È un messaggio politico. Abbiamo bisogno di mettere negli occhi degli uomini lo sguardo di Cristo» segue da pag. 1 (...) Dove il noi da difendere si è fatto più largo di noi, del noi che conosciamo. E dove anche in questo più largo “noi” del mondo globale — un destino dell’umano, cercato o obbligato che sia — nessuno si salva da solo; fosse pure il “da soli”, il “solo noi” di una nostra comunità chiusa, respingente, non accogliente. Il magistero dell’accoglienza che la Chiesa di Francesco affida all’impegno di tutti, e alla riflessione del Meeting di quest’anno, non ha niente della predica buonista. È un messaggio tutto politico. Della sola possibilità “politica”, sensatamente governata, sugli scenari della globalizzazione di dare cittadinanza all’uomo; invito alla loro “comunione” necessaria come unica risposta possibile alle faglie di divisione che attraversano il nostro mondo, il vero baratro in cui possiamo precipitare. Francesco invoca, anche ricordando Giussani, il bisogno enorme che abbiamo di mettere negli occhi dell’uomo contemporaneo lo stesso sguardo,

IL COMMENTO Il presidente e le riforme

Papa Francesco. Il suo messaggio integrale si trova su www.meetingrimini.org

abbracciante ogni bisogno umano, di Cristo. Certo la richiesta è alta. Ma quando si è voluti essere “buoni” davvero, non si è mai potuto chiedere di meno. Si tratta ancora una volta di attingere al pozzo non esaurito della nostra natura umana, alle riserve d’immedesimazione nella vita degli altri che ci sono proprie come uomini; ogni giorno, ogni volta che lo siamo. Basterebbe forse,

anche solo per un po’, quando bussano alla nostra porta, metterci nei panni del bisogno degli altri; fare per un po’ gli inviati speciali nella loro vita, per giudicarla meglio, almeno quanto vorremmo che, nel bisogno, fosse giudicata la nostra. E per sapere cosa significhi la speranza che ti venga aperta la porta, quando bussi. Eugenio Mazzarella

Scuola libera, l’esempio trentino: qualità d’accordo con autonomia Rossi, presidente della Provincia: valorizziamo la creatività sociale «Nella scuola e nella formazione professionale abbiamo sempre cercato di coniugare qualità e universalità del servizio con la libera espressione della società civile». Lo afferma Ugo Rossi, presidente della Provincia autonoma di Trento, che stasera alle 19 partecipa all’incontro su “Autonomia e parità dei sistemi formativi” con Marco Masi, presidente della Federazione opere educative della Cdo, Matteo Rossetti, fondatore della Thomson House School di Londra, e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Presidente Rossi, che esperienza si fa in Trentino di autonomia e parità nella scuola? La sfida è quella nei sistemi formativi di conciliare il dovere della pubblica amministrazione di dare un servizio universalistico, con il diritto e la libertà della società civile di autorganizzarsi dando risposte sul proprio

futuro. Oggi più che mai parità significa guardare alla qualità e all’accessibilità del servizio non tanto alla natura giuridica del soggetto erogatore. In Provincia abbiamo da anni un sistema misto fortemente voluto e promosso. Vi sono esempi al riguardo? Da noi due terzi delle scuole materne sono scuole equiparate, espressioni del territorio e dell’associazionismo e le altre sono provinciali. In tale contesto vi è una peculiare e significativa tradizione con due consorzi di secondo grado che danno servizi alle singole scuole, un fortissimo ruolo del volontariato e della comunità locale e un ruolo di governance della Provincia. Ma anche nella formazione professionale piuttosto che nelle altre scuole abbiamo sempre cercato di coniugare la qualità e l’universalità del servizio con la libera espressione della società civile cercando di promuovere sussi-

diarietà e libertà di educazione, in un quadro di sistema assicurato dalla Provincia. Quali sono oggi le scelte più qualificanti? Abbiamo fatto in modo che la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti siano offerti anche alle paritarie, se lo vogliono. Tutto ciò che qualifica il servizio per i nostri giovani fatte le necessarie verifiche deve poter essere offerto a tutti. Spesso su tale fronte i soggetti privati sono più veloci. Per esempio nella promozione delle lingue straniere le materne equiparate ed anche una scuola paritaria sono partite molto prima del pubblico, ma questo è diventato patrimonio pubblico in tutte le scuole con il trilinguismo da me fortemente voluto. Ma ciò è capitato anche nella conciliazione scuola lavoro per le politiche familiari, così come per i bisogni educativi speciali. W.V.

segue da pag. 1 (...) sistema elettorale, le prospettive di ulteriore modifica dello stesso eccetera? Le questioni di tale natura infatti hanno, inevitabilmente, due facce: da un lato esse chiamano in questione scelte destinate a durare nel tempo, scelte — in un certo senso — “tecniche” (che volto assumerà l’attuazione dell’eventuale cambiamento costituzionale, come si muoverà il sistema politico a fronte di una nuova legge elettorale, come si posizionerà il Paese rispetto ai partner europei in presenza/assenza di nuove forme istituzionali…) che si mischiano al contingente, ai sentimenti favorevoli o contrari alle scelte politiche compiute, al giudizio sul passato del Governo, alle prospettive di nuove alleanze tra gruppi politici o di interesse. Prima dell’estate il dibattito sulle riforme si era mosso in modo drammaticamente oppositivo, con toni aspri e argomenti che tendevano a radicalizzare le posizioni e ad alzare il tono del conflitto politico. Tutto, ovviamente, più che comprensibile vista la posta in gioco, sia politica sia istituzionale, ma che non prometteva gran che. Entrambi i risultati (una nuova Costituzione o il permanere della vigente) se ottenuti a questo prezzo, apparivano inadeguati rispetto alla posta in gioco, quella di un rinnovamento effettivo delle dinamiche istituzionali di un Paese, di una spinta innovativa che potesse aiutare l’Italia a riprendere la via dello sviluppo e della modernizzazione, di uno stimolo al sistema partitico a riprendere la capacità di dialogo e in grado di rinsaldare la democrazia. E siccome, al prospettarsi del nuovo anno sociale, si dovrà entrare ancora nel vivo dei problemi, e schierarsi, almeno come singoli elettori o come esperti o come opinion leaders, da dove pescare una ispirazione positiva che porti a scelte di ampio respiro e di sicuro futuro, qualunque siano gli esiti del referendum? Un apporto interessante è stato offerto dal discorso del presidente Mattarella all’apertura del Meeting di Rimini, che ne ha riecheggiato il tema (“Tu sei un bene per me”) e ha dato forma compiuta a interventi precedenti di Luciano Violante e di Giorgio Vittadini, apparsi sulla stampa nazionale. Riflettendo sul tema dei 70 anni della nostra Repubblica, oggetto di una delle mostre centrali del Meeting stesso, il presidente ha ripercorso la nostra storia, prefigurando le condizioni per il permanere di tutto il positivo che da essa si può trarre. Fondamentale il tema dell’unità: “Gli inevitabili contrasti che animano la dialettica democratica non devono farci dimenticare che i momenti di unità sono decisivi... Un Paese che non sa trovare occasioni di unità, diventa più debole”. Prendere sul serio questa prospettiva costringe ad un cambiamento radicale e muove a ricercare tutti quegli elementi che possano condurre tutta la società italiana verso un bene più grande della propria contingente visione, cominciando dalle domande fondamentali che non possono non appassionarci, quelle relative al nostro io, al nostro noi, al nostro essere un Paese “con faglie antiche e nuove divisioni” ma anche con tanto bene da conservare, insomma al nostro avere un destino. Lorenza Violini


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PERSONAGGI

Il suo Meeting non finisce mai La storia di Daniele, 27 anni, volontario sia nell’allestimento (ha curato il verde e oggi il banco lavori) sia durante la settimana (cameriere del ristorante bergamasco): «Qui ho imparato a vivere l’istante senza avere pretese» «Mettiamoci qua che mi devo inc... un attimo con uno». Bergamasco sanguigno, Daniele Toresani, detto Tore, studente universitario prossimo alla laurea, non è uno che le mandi a dire, anzi «quando è ora, bisogna anche litigare: perché così ci scontriamo con la realtà fino in fondo. Poi, nello stesso istante, si riparte e si fa di tutto per aiutare quello che hai di fronte». Seduto al ristorante bergamasco “Caravaggio” saluta i volontari. Nel pre-Meeting era viceresponsabile del “banco lavori”, punto di riferimento per i 500 volontari all’opera, ora fa il cameriere del ristorante “Caravaggio”. Con un comun denominatore: servire. Perché saltare le vacanze e fare sia il pre-Meeting sia il Meeting? È un’esperienza che non cambierei per niente al mondo. Certo, oggi non lavoro ancora, sto facendo la tesi, la porterò avanti al pomeriggio, dopo i turni, ma se dovessi lavorare… Piuttosto mi

licenzierei e mi farei riassumere dopo il Meeting. Addirittura? Per quattro anni ho lavorato agli allestimenti delle mostre. Un periodo bellissimo. Ma un giorno mi arriva una telefonata: “Sono Alessandro, da domani lavorerai con me all’allestimento del verde. Dovresti andare alle 6 a Pesaro a prendere 6 bilici di piante”. Volevo girare la macchina e tornare indietro. Ma, a malincuore, accetto la sfida, anche se inc… Poi che è successo? A un’assemblea dei volontari ho sentito una frase da uno dei responsabili sull’urgenza “che abbiamo di vivere l’istante per noi”. Io invece davo il mio tempo, ma con un po’ di pretesa. Ho accettato la sfida allora, e mi sono accorto, per esempio, che non esisteva un catalogo delle piante. Mi sono messo a fotografarle e ho contattato un botanico per saperne i nomi. Insomma mi ci sono buttato. Ne è venuta fuori

Daniele Toresani al ristorante Caravaggio: «Aiutiamo alcune opere in Ucraina»

una mappa di tutto il verde in fiera, ma soprattutto siamo cambiati io e i miei amici. Le piante erano il pezzo che mi era stato affidato. Anche oggi è così, lavorando al banco lavori: se stai in poltrona a far finta di guardare

gli altri, a sera sei triste. Se ti implichi nel concreto perché sia per te, sei lieto, anche se i problemi si moltiplicano! E non bastava il pre-Meeting? Perché anche il ristorante? L’idea è di mio padre e dei suoi

amici. Si sono detti: per noi mangiare insieme vuol dire vivere il Meeting, non è diverso! Quello che ci interessa è che le persone che fanno il turno possano fare una bella esperienza. A chi vuole, proponiamo di mangiare dopo il turno tutti insieme e di raccontarci quel che è successo. È un momento fantastico. L’ultimo anno abbiamo bevuto insieme 31 bottiglie di grappa. Ma così i conti tornano? Non ci interessa guadagnare, parte del ricavato lo diamo al Meeting, parte a realtà educative, ai cristiani in Medio Oriente, in Sierra Leone e Uganda, per esempio, o a una scuola di Bergamo. Un anno abbiamo anche aiutato a ricostruire la basilica del Santo Sepolcro (sul tema c’è anche una mostra in fiera, nel padiglione A3 ndr). Quest’anno invece aiutiamo alcune opere in Ucraina. Alla fine il conto economico per noi è uguale a zero, ma il cuore è pieno davvero. Alessandro Caprio


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INCONTRI

Le colonne della nuova Tunisia Amicizia e dialogo sostengono il cammino del paese verso una moderna democrazia. Il premio Nobel Mahfoudh: «In nessuna altra realtà araba lo statuto della donna» «Sono orgoglioso di partecipare al Meeting e vorrei ricordare la grande amicizia che mi lega alle organizzazioni tunisine con cui condivido l’assegnazione del premio Nobel per la pace». Con queste parole Mohamed Fadhel Mahfoudh si è presentato ieri alla conferenza stampa prima dell’incontro in salone. “Amicizia” è una delle parole che ritorna più spesso. Anche Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, introducendo l’incontro ricorda le parole del presidente della Repubblica Sergio Matta-

rella, che invita a riconoscere nell’amicizia tra i giovani un motore per le numerose sfide del presente. L’avvocato tunisino non nasconde l’orgoglio per la nuova costituzione del Paese, sintesi di un lavoro congiunto che ha coinvolto tutte le forze politiche, e ci tiene a ricordare il ruolo svolto dalle donne tunisine nel processo di democratizzazione del paese. «Lo statuto della donna tunisina non esiste in altri paesi arabi», afferma con convinzione. È inoltre la prima volta che un

Il premio Nobel Mohamed Fadhel Mahfoudh attraversa i padiglioni del Meeting

premio Nobel viene conferito a un Ordine di avvocati, che attraverso il dialogo e un assiduo impegno hanno svolto un ruolo da protagonista nella transizione democratica; una sfida condivisa con il sindacato generale dei lavoratori Ugtt, il sindacato patronale Utica e la Lega Tunisina per i Diritti Umani, definita «la più antica in Africa». Mahfoudh è grato anche per il sostegno ricevuto dall’Ordine degli avvocati italiani, ed è consapevole che c’è ancora molta strada da fare, ogni

paese deve vivere la propria esperienza e trovare il suo percorso, tuttavia precisa: «Il dialogo è importante per uno sviluppo della società. Sono certo che con scambi culturali come quelli di oggi riusciremo a dire a tutti che la violenza porta solo al caos, mentre il percorso di pace passa attraverso una società civile che dia prova di forza, maturità e consapevolezza». Una delle domande chiede ragione dei passi in avanti compiuti dalla Tunisia rispetto agli altri paesi arabi, Manfoudh si

sofferma allora sulla importanza dell’istruzione e della cultura nella storia del paese, due componenti importanti fin da quando la Tunisia era un protettorato francese; entrambi questi fattori sono stati imprescindibili per ritrovare la stabilità politica odierna. Sottolinea infine come il titolo del meeting è in piena continuità con l’esperienza vissuta in Tunisia, dove la transizione democratica è stata possibile solo grazie al riconoscimento reciproco del bene presente nell’altro. Davide Amata

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MONDO MEETING

«Ecco il mio dono. E il mio grazie» Fundraising: ogni giorno in fiera iniziative e storie di persone che sostengono il Meeting con gesti semplici e concreti. Una comunità che cresce attorno alle postazioni di raccolta contrassegnate con un “cuore” che vale più del “dollaro” Storie di ordinario fundraising. «Oggi è venuto un uomo che ha offerto al Meeting i soldi che erano stati raccolti durante la messa celebrata in ricordo della moglie», racconta Liliana, volontaria addetta a questo compito, oppure, come spiega Anna Maria «una signora ha fatto un’importante donazione, ma ha voluto rimanere anomima per non essere ringraziata, perché lei per prima sentiva l’esigenza di compiere questo gesto». Quando anche il fundraising diventa un luogo d’incontro “cambia volto” e da semplice strumento commerciale, pur necessario, diventa un luogo dove si intrecciano storie personali ed eventi che accadono in fiera. Due anni fa il Meeting ha avvertito la necessità di formare un gruppo di persone che proponessero un fundraing per aiutare a sostenere un’esperienza che, soprattutto a causa della crisi economica globale, aveva visto ridursi le sponsorizzazioni. Un obiettivo chiaro e da raggiungere. Gli stessi promotori però hanno visto questo strumento evolversi sotto i loro occhi. Si sono così create vere e pro-

prie postazioni dove chi vuole può donare, anziché sguinzagliare schiere di giovani che andassero in giro a chiedere un obolo per una giusta causa. A queste postazioni, segnalate significamente con un cuore, identificabili facilmente anche sulla mappa della

«Un uomo ha offerto i soldi che erano stati raccolti durante la messa celebrata in ricordo della moglie» fiera, e non con il classico simbolo del dollaro, si sono presentati molti che avevano non solo il desiderio di fare un’offerta al Meeting, ma anche di raccontare le ragioni per cui lo facevano. E’ emersa così una comunità che ha dimostrato che il valore incontrato a Rimini è così prezioso da “mettere mano al portafoglio” per poterlo custodire e farlo crescere.Dietro ogni numero, ogni singola donazione c’è

Una delle postazioni di fundraising allestite in fiera per il sostegno economico del Meeting

una storia che ha volti e aspetti diversi, ma un epicentro comune: la fiera. Sono tanti a dare un’offerta al di là di ogni appartenenza religiosa o culturale «per mantenere vivo un luogo d’incontri che sono speranza per tutti». E’ così vero che i punti del fundraising sono luoghi

d’incontro che i volontari, a fine giornata, non raccontano come prima cosa quanto hanno raccolto, ma quali persone li hanno colpiti maggiormente. Allora l’invito è proprio quello di continuare a donare, perché l’esigenza iniziale resta, ma di farlo cogliendo l’occasione per ap-

profondire per chi e cosa lo si sta facendo, come spunto per rinnovare un rapporto che è tipico di una famiglia perché «solo in una famiglia si è diposti a condividere anche i soldi per la costruzione di un bene più grande». Parola di Elisabetta, volontaria del fundraising. Luca Brambilla

Verona e la scuola di fra’ Giovanni Capolavori per l’incontro con Dio In mostra le tarsie del Coro e della Sacrestia di Santa Maria in Organo «Prendi una tavola. Disegnaci sopra ciò che vuoi, preferibilmente un animale, un bel felino, un oggetto da lavoro o perché no? - un santo, uno di quelli con l’aureola. Ora, dividi la tavola in tante piccole tessere». Deve essere iniziata all’incirca così la prima lezione della scuola di fra’ Giovanni da Verona, nato nella seconda metà del ‘400. I suoi principali lavori sono presentati nella mostra Tessere la tua lode. Le opere lignee di fra’ Giovanni da Verona in Santa Maria in Organo (piazza A5/C5). Scuola di tarsia, non esattamente la corrente d’arte di punta del tempo, ma che si guadagnò l’apprezza-

mento del critico Vasari. Fra’ Giovanni ha compiuto la sua più grande opera nella chiesa di Santa Maria in Organo degli Olivetani, ordine a cui apparteneva. Le tecniche dell’arte lignea prevedevano un lavoro minuzioso e paziente e fra’ Giovanni era uno dei maggiori espositori. Una lavorazione lunga, per la quale ci si aspetterebbe un giusto riconoscimento e una doverosa visibilità nel panorama artistico. Invece esposizione nulla. I grandi capolavori del religioso sono il Coro e la Sacrestia, di cui alla mostra si erigono splendide stampe in scala uno a uno. Luoghi silenziosi e nascosti, non immediatamente appariscenti. Sulle opere

dei monaci raramente appariva la firma dell’autore, se non per il Coro, dove fra’ Giovanni una tesserina l’ha tenuta per il proprio nome. Un’arte che seguiva le regole benedettine: arte come preparazione al momento di preghiera e come espressione di bellezza attraverso cui il Mistero si mostra. Queste le ragioni che muovevano il frate a offrire il suo talento non per un riconoscimento artistico, ma per preparare l’incontro quotidiano dei monaci con Dio. Il legame inscindibile tra l’arte e la Chiesa mostra un secondo filo rosso che unisce le tre stanze della mostra: la presenza del mondo nell’opera. La grande capacità tecnica di fra’

La mostra dedicata a fra’ Giovanni da Verona allestita in piazza A5/C5

Giovanni non genera soltanto una scuola di tarsia, ma viene accresciuta dai viaggi che il frate è chiamato a fare in diversi monasteri per realizzare le proprie opere lignee. Testimonianza brillante ne sono le rappresentazioni di meravigliosi scorci di città italiane nei suoi capolavori, o l’affidarsi agli studi del matematico Luca Pa-

cioli, incontrato nella capitale, a riguardo delle proporzioni da utilizzare che alzano l’asticella artistica delle sue opere. Un piccolo angolo della fiera, anche piuttosto silenzioso, racconta di un luogo dove è possibile conoscere e imparare a offrire la propria persona per una grande bellezza. Andrea Fornasieri


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MOSTRE

Il vero oro della Georgia Un viaggio attraverso l’arte, le parole e la fede di un piccolo Paese affacciato sul Mar Nero, la cui storia è segnata dalla conversione al cristianesimo nell’anno 337 Una scritta rossa su sfondo bianco campeggia su un muro nel padiglione A5: “Sakartveloâ€?, che in georgiano signiďŹ ca, appunto, Georgia. In questa parola, nel suo carattere affusolato e armonico è racchiuso uno degli aspetti fondamentali della mostra “Georgia. La forza dell’identitĂ cristianaâ€? curata da Marylin Kelly-Buccellati, archeologa e docente di fama mondiale, e dal Museo Nazionale di Tbilisi. PerchĂŠ la lingua di questo Paese affacciato sul Mar Nero ÂŤnasce per esprimere la conversione al cristianesimo del popolo geor-

giano, avvenuta nel 337, per affermare ciò che ha incontrato nella religione cristiana e che ha portato a una nuova ďŹ oritura della sua tradizioneÂť, osserva Marco Rossi, professore di Storia dell’arte medievale all’UniversitĂ cattolica di Milano, che ha collaborato alla realizzazione della mostra, insieme ad Alessandro Rovetta, docente di Storia della critica d'arte sempre in Cattolica. Gli studi e gli scavi che Kelly-Buccellati ha compiuto negli anni sono stati il la dell’esposizione, nata da un’idea semplice e profonda, esposta

La mostra “Georgia. La forza dell’identitĂ cristianaâ€? nel padiglione A5

dalla stessa archeologa nel video di presentazione: ÂŤQuando sono tornata in Georgia per compiere altri scavi, ho visto che c'era una

Kelly-Buccellati: ÂŤUna cultura vasta e visivamente bellaÂť cultura vasta e importante, anche visivamente bella: perchĂŠ non allestire una mostra sul medioevo georgiano?Âť.

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ÂŤMarylin Kelly-Buccellati ha chiesto a me e a Rovetta un aiuto per approfondire l’aspetto storico della mostra e la valenza formativa per gli studenti che fanno da guida all’esposizioneÂť, continua Rossi. Una ricerca non solo sui libri, ma sul campo: ÂŤCon i ragazzi siamo andati a visitare la Georgia per immedesimarci con la sua culturaÂť. Oltre alla fede e alla lingua, la terza chiave della mostra – ma la prima che si incontra nel percorso espositivo – è l’oreďŹ ceria georgiana, celebre sia prima che dopo la conversione al cristianesimo, e di cui

sono presenti delle testimonianze concrete. Una tradizione millenaria e variegata, dunque, quella di questo Paese e, per la posizione geograďŹ ca, spesso al centro di conitti, divisioni e riuniďŹ cazioni. Un fatto stupisce: dall’apparente rapporto complicato con gli invasori e gli altri popoli, è emersa, in realtĂ , una cultura capace di “prendereâ€? il meglio dall’altro – lo stile artistico in primis – senza appiattire la propria identitĂ , ma reinterpretandola. Un popolo per cui il tu è stato, ed è un bene. Alessandro Giuntini


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CULTURA

La sfida della modernità Il dialogo a distanza tra don Giussani e Romano Guardini, teologo prediletto da Paolo VI, Benedetto XVI e anche Francesco. Entrambi hanno intuito la necessità di non respingere le domande poste dall’uomo di oggi «Nell’esperienza di un grande amore tutto ciò che accade diventa un avvenimento nel suo ambito». Ecco la radice della grande amicizia, seppure vissuta a distanza, tra Romano Guardini e Luigi Giussani. Non solo. È anche la risposta alla modernità che i due pensatori e sacerdoti cattolici stavano esprimendo e costruendo nel percorso della loro vita. Una vita sempre più intrecciata e unita attorno ad una intuizione fondamentale: Cristo come presenza viva e incontrabile nell’oggi. È quanto emerso dall’incontro, “Romano Guardini e Luigi Giussani in dialogo con la modernità”, introdotto da Alberto Savorana, con Johannes Modesto (postulatore della causa di beatificazione di Romano Guardini), Massimo Borghesi e Monica Scholz-Zappa. Il rapporto tra questi due grandi pensatori, educatori e servi di Dio nasce dall’aver intuito la necessità di accettare fino in fondo

la sfida della modernità, una sfida intesa non come obiezione al cristianesimo, ma come possibilità di tornare all’origine della fede, ovvero di tornare ad un cristianesimo che trovi di nuovo centrale Cristo e non altro, al di fuori di ogni riduzione moralistica o dottrinaria. Dunque una intuizione che coincide con la grande lezione dei grandi pontefici che hanno guidato la Chiesa dal Concilio Vaticano II, in poi. Non è un caso che Guardini sia stato uno dei teologi più amati sia da Paolo VI, che da Benedetto XVI, e non meno da Francesco. Borghesi ha ricordato in particolare come il Medio Evo, assai amato da entrambi, non sia stato visto dagli stessi con intenti nostalgici o di emulazione. Guardini, già fin dagli anni ‘20, capì che la grande rinascita della neoscolastica, da cui proveniva il suo studio, non poteva implicare un rifiuto della lezione della modernità. Lo stesso percepì Giussani negli anni ‘50 in Italia,

Monica Scholz-Zappa, autrice di un volume appena uscito su Giussani e Guardini

individuando entrambi soluzioni, sia teoriche che esistenziali, di assoluta originalità. Sottolineatura quanto mai interessante, in grado di togliere ogni equivoco e ambiguità, in un equilibrato rapporto tra tradizione e futuro. Borghesi, ha citato inequivocabili passi di Guardini, il quale riteneva, a

Terra, bene prezioso Recenti stime ONU confermano la previsione che la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di persone nel 2050. Per alimentare un così alto numero di esseri umani sarà necessario rivedere molte delle pratiche in corso e cercare soprattutto di preservare la risorsa base di ogni attività umana, la terra. Un terzo di tutti i territori emersi - pari a 5 miliardi di ettari - è utilizzato per l’agricoltura, una quota che, nonostante nuovi dissodamenti e nuove super fici messe a coltura, non si riesce realmente ad incrementare. Infatti, se per un verso si cerca di ottenere maggiore area coltivabile, d’altra parte una super ficie enorme di terreno viene continuamente sottratta all’agricoltura per fenomeni di impoverimento o desertificazione dei suoli e di urbanizzazione. Mai come in questo momento la terra appare come un bene da difendere e conservare. Le macchine agricole possono offrire un contributo decisivo non solo per la produttività dei suoli ma anche per la loro conservazione, grazie allo sviluppo di tecnologie e sistemi sempre più innovativi e attenti alla difesa e al mantenimento delle caratteristiche dei terreni e degli ecosistemi presenti nel Pianeta. FederUnacoma rappresenta i costruttori italiani di mezzi e attrezzature per l’agricoltura, un settore della meccanica che esprime un’ampia produzione in grado di rispondere alle più varie esigenze colturali, e in grado di proporre soluzioni innovative per un impiego sempre più sostenibile della risorsa terra, il nostro bene prezioso.

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fronte dei nostalgici di allora, che la fede oggi è ancor più grande che nel Medio Evo, in quanto non più sostenuta da alcuna struttura esterna facilitante e dunque nuda, interamente fondata su Cristo stesso. La modernità viene affrontata da Giussani e Guardini secondo due posizioni. La prima, non “li-

berale”, consiste nel vivere e annunciare il Cristo storico e reale, senza annacquarlo. Un Cristo irriducibile al senso religioso, così come ad una morale o dottrina. L’altra posizione è invece pienamente “liberale” e moderna, ovvero esistenziale. Non si dà verità, se non accompagnata da una certezza esistenziale E dunque libera. In tal senso, ha concluso Monica Scholz-Zappa, l’altro passaggio sintetico che individua la positiva risposta di Guardini e Giussani alla modernità è il noto episodio del ragazzo spinto alla confessione, pur ateo, dalla madre, il quale ostenta il Capaneo dantesco quale figura che attesta la grandezza dell’uomo moderno: pur incatenato all’inferno non rinuncia alla sua ostinata volontà di bestemmiare e maledire Dio. E la risposta di Giussani è una domanda: “Ma non è ancora più grande amare l’infinito?”. Emanuele Polverelli



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SPETTACOLI

«Chi ride è padrone del mondo»

21.45

ARENA UNIPOL SAI

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Paolo Cevoli torna al Meeting con il monologo «Perché non parli» storia dell’imprevedibile amicizia tra Michelangelo e un suo garzone Nessuno come Paolo Cevoli riesce a raccontare la vita da un punto di vista insolito, simpatico e irriverente. Lo ha fatto con i suoi primi due celebri monologhi – “La penultima cena” e “Il sosia di lui”– e continua a farlo con lo spettacolo che andrà in scena questa sera al Meeting (ore 21,45, Arena Spettacoli UnipolSai-D3; biglietto di ingresso: intero 10 euro, ridotto 8 euro): “Perché non parli”. Insolita e intrigante è l'idea di partenza che Cevoli propone al pubblico: Michelangelo Buonarroti ha un garzone, di nome Vincenzo “Cencio” Donati. Ragazzo di buona volontà, Cencio è anche un condensato di incolpevole sbadataggine: confusionario, caotico, balbuziente e anche mancino (che a quei tempi era considerato una caratteristica maligna). L’artista non sa come fare con il povero garzone, visto

inoltre che Cencio supera la sua balbuzie solo quando è alle prese con il teatro di strada e con i guitti della commedia popolare. Ha detto lo stesso Cevoli: «Questo monologo è la storia di un orfanello allevato dai frati domenicani di Bologna, che un giorno incontra Michelangelo: il maestro lo sceglie per posare come angioletto reggi-candelabro. Le loro vite, da quel momento in poi, sono legate a doppio filo, nel bene e nel male». Il monologo di Cevoli – che va in scena per la regia di Daniele Sala – prende le mosse da queste originalissime idee iniziali per svilupparsi in modo imprevedibile: Cencio impara da Michelangelo a confrontarsi con grandi orizzonti, mentre l'artista inizia ad affezionarsi a quel garzone goffo, ma umanissimo, che lo costringe ad aver a che fare con l'umanità più normale e umile. E

il rapporto, quasi filiale, che il monologo va a raccontare si sviluppa come un'amicizia tra i due che li accompagna tutta la vita. Come sempre da solo in scena, Paolo Cevoli – mattatore del palcoscenico come nei migliori mo-

menti del teatro - interpreta come un maestro i registri della comicità e dell'amicizia, della commozione e del colpo di scena, di fronte all'arte del Buonarroti, di fronte alla Cappella Sistina e alle statue che tutto il

L’epopea del “patacca” “Mi piacciono - ha detto Cevoli parlando del monologo di stasera - i ruoli dei servitori, dei "patacca" che da Plauto a Goldoni hanno sempre avuto successo e posseggono un grande potenziale comico. Sono coloro che ricevono le confidenze dei personaggi cui stanno a fianco, che ne conoscono ogni pregio e difetto: sono gustosamente interessanti e pieni di informazioni. Il mio personaggio, il Cencio, è uno che si accontentava, al contrario di Michelangelo, che invece non era mai contento. E allora Cencio scopre che proprio Michelangelo è una porta verso l’infinito, perché è una sfida in tutto quello che fa. E allora anche questo ‘patacca’ non può fare a meno di porsi qualche domanda».

mondo ammira ed ama. “Perché non parli” arriva circa quindici anni dopo l'esordio televisivo di Cevoli (classe 1958) a “Zelig”, nei panni dell'assessore Palmiro Cangini, ed è probabilmente la piece teatrale che più rivela genio e ingegno dell'attore e dell'autore di Riccione, che continua a considerare stimolante il racconto dei grandi fatti della storia rivisitati attraverso l'occhio dei personaggi umili, anzi dei “servi”. Nel monologo si ride, si sorride, ci si emoziona, ci si fa prendere dal fascino delle parole e delle evoazioni. E soprattutto si ride. Anche perché, come ha ricordato lo stesso Cevoli, «Leopardi diceva: chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo. Mi sembra una bella sintesi di quello che, ancora oggi, rappresenta il sorriso, il buonumore e l’ironia». Carlo Alberti

Tania Kassis e la prima Ave Maria islamo-cristiana Un senso di speranza per il mondo e un’impressionante energia: per Tania Kassis l’essenza del Meeting è questa. «Sono onorata di partecipare a questa grande manifestazione come cittadina del Libano», ha dichiarato la soprano, protagonista dello spettacolo inaugurale insieme a Tosca e a Mirna Kassis, intervenendo alla conferenza stampa di apertura. «Per Giovanni Paolo II, il Libano non era solo un Paese, ma anche un messaggio di speranza. È proprio così, nella mia terra ci sono 18 comunità e 18 confessioni diverse che riescono a convivere pacificamente, malgrado le difficoltà, facendo leva su ciò che unisce. Anche per questo la mia presenza ha un valore simbolico». Al suo fianco, in sala stampa, c’è il pre-

mio Nobel Mohamed Fadhel Mahfoudh, presidente dell'Ordine degli avvocati della Tunisia. Il titolo del Meeting “Tu sei un bene per me” prende forma, nell’esperienza e nella testimonianza di chi vive giorno dopo giorno sulla propria pelle i temi della sofferenza e dell'accoglienza, dell'unità nella diversità. «Nel nostro Paese – ha proseguito la cantante – la Vergine Maria è venerata da cristiani e musulmani, insieme festeggiamo una festa islamo-cristiana. Solo riconoscendo l'altro possiamo completarci e vivere insieme». E’ la prima volta che un’Ave Maria islamo-cristiana risuona su un palcoscenico del Meeting, e questo è avvenuto grazie all'interpretazione di Tania. Ma è chiaro che lei, Tosca e Mirna non hanno "solo" portato in scena un concerto inau-

gurale: «La musica è la metafora delle relazioni umane», ha affermato la soprano libanese, "coniugando le diversità si può creare bellezza. Ognuno possiede una propria unicità, ma insieme si può creare una melodia armoniosa». Alle domande dei giornalisti sullo spettacolo "Un solo Canto", capace di unire la voce di un'italiana, di una siriana e di una libanese, Tania ha continuato a rispondere: «Spero che il nostro messaggio di speranza raggiunga tutti, soprattutto i giovani che spesso davanti alle difficoltà di questo tempo sembrano scoraggiati. Mi auguro che il pubblico possa uscire con uno sguardo diverso». Così è stato, bastava guardarsi negli occhi. Un senso di speranza e un’impressionante energia... Paolo Corazza

Tania Kassis


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VITA MEETING

«Vi portiamo in Paradiso» Viaggio al Villaggio Ragazzi dove gli adulti imparano dai più piccoli la semplicità del vivere Una papperia, un cortile recintato chiamato “area kids”, un babyclub, un teatrino delle marionette, due mostre e un teatro polivalente. I bambini al Meeting di Rimini non hanno un semplice spazio d’intrattenimento ma una vera e propria area educativa ricca di proposte per ogni età ed esigenza. Raffaella Ottaviani, una delle responsabili del Villaggio Ragazzi

Padre Marco: «I bambini capiscono molto più di noi. Hanno meno filtri sia nel dire che nell’ascoltare» Bambine sull’aereo giocattolo della mostra su Antoine de Saint- Exupéry

spiega: «I bambini imparano guardando e facendo, più che parlando. Desideriamo offrire delle esperienze e per questo ho chiesto ai volontari di coinvol-

gersi totalmente, senza fare i “maestrini” ma entrando in diretto contatto con i piccoli ». In questa direzione va anche la ricca

e semplice mostra-spettacolo “Oggi voglio portarvi tutti in paradiso”, del centro francescano culturale artistico Rosetum.

Padre Marco, responsabile del centro, racconta: «I bambini capiscono molto più di noi, hanno meno filtri sia nel dire che nel-

l’ascoltare. La semplicità costringe tutti, anche noi adulti, a essere veri ». La mostra racconta la storia del Perdono di Assisi e di come San Francesco abbia riparato la Porziuncola, dove ha iniziato a vivere la sua Fraternità, riconoscendo che l’altro, mio fratello, è un bene per me. « Ho lavorato per anni con ragazzi handicappati ed è stata una vera provocazione ad andare al cuore del Vangelo», continua padre Marco: «Noi adulti ci mascheriamo dietro ai discorsi pensando di capirli. In realtà cadiamo in un intellettualismo, il problema è capire nella carne». Accanto alla mostra francescana si trova la mostra: “Diario di volo di Antoine de Saint-Exupéry e del suo Piccolo Principe”. Sotto forma di un semplice diario sono presentati i sogni dell’autore da bambino, la sua passione per gli aeroplani. Il metodo privilegiato è sempre quello del coinvolgimento sensoriale e alla fine i piccoli sono invitati a costruire e colorare un modellino di aereo di carta. Un grosso aereo giocattolo troneggia al centro dell’esposizione, lasciando ai bambini che vi salgono sopra, la possibilità di immaginare l’ebrezza del volo che tanto affascinava e ispirava l’autore francese. Benedetta Parenti

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Oggi al Meeting Incontri LA STRANA DEMOGRAFIA ITALIANA: C’È FUTURO PER NOI? Ore 11.15 Salone Intesa Sanpaolo B3. Partecipano: Gian Carlo Blangiardo, Docente di Demografia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca; Alessandro Rosina, Docente di Demografia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Introduce Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. AGRICOLTURA SOCIALE: RICOSTRUIRE LA SOCIETÀ DALLA TERRA Ore 11.15 Sala Illumia B1. Partecipano: Maurizio Bergia, Presidente “I Tesori della Terra” Cooperativa Sociale di Cuneo; Claudio Collina, Responsabile C.A.S.P. Valle del Brasimone Società Cooperativa; Nicola Corti, Segretario Generale Fondazione Allianz Umana Mente; Paolo Gramiccia, Responsabile Azienda Agricola “La Sonnina” di Roma; Elisa Mapelli, Responsabile “In Opera” Cooperativa Sociale di Milano; Walter Sabattoli, Responsabile Pinocchio Group Cooperativa Sociale di Brescia; Ilaria Signoriello, Responsabile “Agricoltura Capodarco” Cooperativa Sociale di Roma. Conclusioni Andrea Olivero, Vice Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Introduce Camillo Gardini, Presidente Compagnia delle Opere Agroalimentare. LO SVILUPPO COME RISORSA Dialoghi a cura di Monica Maggioni, Presidente RAI Ore 11.15 Sala Neri CONAI. Partecipa Claudio Descalzi, Amministratore Dele-

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LA GIORNATA Tre incontri a cura di Monica Maggioni, presidente Rai

Onde gravitazionali e il restauro del cielo gato di Eni. WHAT’S HUMAN ABOUT TECHNOLOGY. DIALOGO CON… Ore 11.30 What? - Spazio Innovazione Piazza A5/C5.Maurizio Carvelli, AD Fondazione CEUR; Dario Odifreddi, Presidente Fondazione Piazza dei Mestieri. IL LEGNO CHE CANTA. Ore 13.45 Stand FederlegnoArredo Pad. C1. Partecipano: Piero Bonaguri, Chitarrista e Docente al Conservatorio di Bologna; Stefano Cattoi, Amministratore Unico Segagione Legnami SpA della Magnifica Comunità di Fiemme; Lorenzo Lippi, Liutaio e Docente alla Scuola Civica di Liuteria di Milano; Raffaello Vignali, Deputato al Parlamento italiano. Introduce Paolo Foschini, Giornalista de Il Corriere della Sera. LE CITTÀ NON POSSONO MORIRE Ore 15.00 Salone Intesa Sanpaolo B3. Partecipano: Moncef Ben Moussa, Direttore del Museo del Bardo, Tunisia; Staffan De Mistura, Inviato speciale del Segretario Generale ONU per la Siria; Gultan Kisanak, Sindaco di Diyarbakir, Turchia; Dario Nardella, Sindaco di Firenze; Giusi Nicolini, Sindaco di Lampedusa e Linosa. Introduce Andrea Simoncini, Docente di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Firenze. LAVORO PUBBLICO E BENE COMUNE. DALLA CASTA ALLA COMUNITÀ PROFESSIONALE Ore 15.00 Sala Illumia B1.Partecipano: Francesco Delzio, Manager e scrittore, Autore di “Opzione Zero. Il virus che tiene in ostaggio l’Italia”; Marco Gay, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria e Vice Presidente Confindustria; Giovanni Pitruzzella, Presidente Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Introduce Salvatore Taormina, Dirigente Regione Siciliana/Fondazione per la Sussidiarietà. DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI LIBERTÀ RELIGIOSA. Dia-

loghi a cura di Monica Maggioni, Presidente RAI Ore 15.00 Sala Neri CONAI. Partecipa Brian Grim, President Religious Freedom & Business Foundation, USA. WHAT’S HUMAN ABOUT TECHNOLOGY. DIALOGO CON… Ore 15.30 What? - Spazio Innovazione Piazza A5/C5. Luca Doninelli, Scrittore; Lucio Rossi, Fisico, High Luminosity LHC Project leader, CERN. ONDE GRAVITAZIONALI, UNA NUOVA FINESTRA SULL’UNIVERSO Ore 17.00 Auditorium Intesa Sanpaolo B3. Partecipano: Roberto Battiston, Presidente A.S.I. (Agenzia Spaziale Italiana); Laura Cadonati, Professore Associato presso la Scuola di Fisica del Georgia Institute of Technology, USA. Introduce Marco Bersanelli, Docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano. LA MINIERA VERDE DELL’ITALIA: IL PATRIMONIO FORESTALE. Ore 18.00 Stand FederlegnoArredo Pad. C1. Partecipano: Angelo Funes Nova, Appassionato del legno; Andrea Negri, Presidente AFI (Associazione Forestale Italiana); Stefano Saviola, Consigliere Delegato Saviola Holding; Nicola Semeraro, Presidente Rilegno. Introduce Sebastiano Cerullo, Vicedirettore FederlegnoArredo. AUTONOMIA E PARITÀ DEI SISTEMI FORMATIVI Ore 19.00 Salone Intesa Sanpaolo B3. Sono stati invitati: Marco Masi, Presidente Compagnia delle Opere Educative-FOE; Matteo Rossetti, Fondatore Free School “Thomson House School” di Londra, UK; Ugo Rossi, Presidente della Provincia Autonoma di Trento; Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Introduce Francesco Magni, Dottore di ricerca all’Università di Bergamo e Coordinatore Redazione della rivista Nuova Secondaria. “L’INCONTRO CON L’ALTRO: GENIO

Direttore: Stefano Filippi

Progetto grafico e Impaginazione: Èdita, Rimini

Direttore responsabile: Cesare Trevisani Editore: Associazione Meeting per l’amicizia tra i popoli Associazione riconosciuta con D.P.R. n.869 del 6/8/1986, sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini. Tel. 0541-783100, Fax. 0541-786422

Fotolito e stampa: CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS) Registrazione Tribunale di Rimini n.16/91 del 15/07/1991

DELLA REPUBBLICA. 1946-2016”: LA CULTURA Ore 19.00 Sala Illumia B1. Partecipa Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale. Introduce Lorenza Violini, Docente di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano. PROVE DI ORIENTAMENTO NEL GRANDE DISORDINE. Dialoghi a cura di Monica Maggioni, Presidente RAI Ore 19.00 Sala Neri CONAI. Partecipa Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo e Direttore ISPI. RESTAURARE IL CIELO, IL RESTAURO DELLA BASILICA DELLA NATIVITÀ A BETLEMME Ore 20.45 Sala Poste Italiane A4. Partecipano: Mariella Carlotti, Insegnante e Curatrice della Mostra; Giammarco Piacenti, Presidente Piacenti SpA; Tommaso Santi, Regista. Introduce Bernhard Scholz, Presidente Compagnia delle Opere. STORIE DAL MONDO. ALELUYA Ore 21.00 Sala Neri CONAI. Presentazione e proiezione del reportage di Fernando De Haro. Partecipa l’Autore.

Spettacoli APERITIVO CON… Paolo Cevoli Ore 19.00 Area Piscine Ovest. PERCHÉ NON PARLI Di e con Paolo Cevoli. Ore 21.45 Arena Spettacoli Unipolsai D3. RADIOLONDRA. “Certe Volte live” Ore 22.00 Area Piscine Ovest. Francesco Picciano alla Voce e Chitarre; Pietro Beltrani, Pianoforte, Tastiere, Cori; Filippo Zoffoli, Basso e Cori; Carlo Rinaldini, Chitarre.

Sport 2° TORNEO BASEBALL GIOVANILE MEETING RIMINI Ore 10.00 Stadio baseball - Rimini. 1° TORNEO DI CALCIO A 5 "MEMORIAL GIGI TADEI" Ore 11.00 Kinder + Sport Village (PAD A7/C7). TORNEO DI SCACCHI Ore 15.00 PAD. A6 - C6. A cura di Francesco De Vincenzo.

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RE. E . I G N G A E GIOV I DI RATE L O U T U M 0 ANN 1 A O FIN AS NGIDE I R A H S

Anche per lavoratori a tuttele crescenti

Finanziamento fino al 100% Fino a 4 0 anni di durat a Opzioni di flessibilità gratuite

intesasanpaolo.com Mu t uo Domus Giova ni, pia no base lig h t con t as so f is so, TAN 2,10% per le s tipule di mu tu o con f ina li t à a cquis t o prima casa , e ffe t t ua te entro il 30.09.20 16 per u n impor to super iore a ll ’80% del valore dell ’immobile e f ino a l 100% e du ra te f ino a 4 0 a nni, inclusi 10 a nni di prea mmor ta ment o. L a ra t a indica t a nel mani fe s t o è rela t i va a l per e iodo di 1 0 a nni di prea mmor t a men t o. Per il per iodo succe s sivo a l prea mmor t a men t o la rat a diven t a par i a 74 9 euro. Me s s a g g i o p ub b l i c i t a r i o c o n f in a li t à p r o m oz i o n a l e . E se m p i o a ll ’0 1 . 0 5 . 2 0 1 6 . M ut u o D om u s G io va n i p i a n o b as e l ig h t a t as s o f is s o , i mp or t o m ut u o 2 00 . 0 0 0 e ur o , d ur a t a p er io d o p re a m m o r t a m e n t o d i 1 0 a nni , d ur a t a p er io d o d i a mmor t a me n t o 3 0 a nni , f ina li t à a cq u i s t o p ri m a c aas a , im p o r t o d e l 1 00 % d e l v al o r e d el l ’ i m mob i l e , c li e n t e c o n m en o d i 3 5 a nni . TAEG 2 ,2 7 9 % e TA N 2 ,1 0 % . S p e s e i st r u t t o r i a 9 0 0 e ur o , p er i z i a 3 2 0 e ur o , i mp o s t a s os t i t u t i v a 5 0 0 e ur o ( pa r i a ll o 0,2 5% d el l ’ i m p o r t o d e l m ut u o), n es s u n a s pe s a p e r a vv i s o /q u i e t a n z a p ag a m e n t o d el l e r at e m en s i l i , 0,7 0 e ur o p e r l ’i n v i o d el l e c om u n i c a z i on i d i l eg ge , p re m i o p ol i z z a f ina li z z a t a a g ar ant i r e i f ab b r i c a t i o gg e t t o d i i po t e c a c on t r o i d an n i d a i nc e nd i o p ar i a 1 .28 8 e ur o ( pe r i l c al c o l o d e l p re m i o s i è f at t o r if e r i m e n t o a ll a p ol i z z a I nc e nd i o M ut u i d is t r i b u i t a d al l a B an c a), c os t i g es t i o n e ti t o l i d i St a t o i n pe g n o s u de p o si t o am m i n i s t r a t o p a r i a 1 2 0 e u r o . Pe r ra t a “l e g g e r a” s i in t e n d e un a ra t a d i sol i in t e r e s s i pre v i s t a pe r u n pe r i od o in i z ia l e de l mu m t u o a sc e l t a de l cl i e n t e (m i n i m o 1 an n o - ma s s i m o d i 1 0 ann n i ), i n se g u i t o a l qu a l e de c o r r e l’a m m o r t a m e n t o co n un a r a t a pi ù a lt a i n q ua n t o s i i ni z i a a r i m b o r sa r e a n c he i l c ap i t a l e . A l t e r m i ne d e l p ri m o a nno d i p re a m m o r taa m e n to i l c l i e n te p uò c h i e d e r e d i a nt i c ip a r e l a d ec o r r e n za d e l l’a m m o r ta m e n to . P e r u n i m p o r to d e l m ut u o s up e r i o r e a ll ’8 0 % d e l v a l o r e d e l l ’ i m m o b i l e , i n c as o d i p re a m m o r ta m e n to su p e r i o r e a 2 a nn i è r ic h ie s t a u n a g ar an z i a i nt e g r a t i v a ( pe g n o s u t it o l i d i S ta t o o i po t e c a s u u n s ec o n d o i mmob i l e d i p ro p r i e t à d i t er z i ) . L’a t t i v a z i o n e d el l e o pz i o n i d i f le s s i b i l i t à è g ra t u i t a e p u ò a vv e n i r e s ol o d op o i l r im m b o r s o r ego la r e d i a lm e n o 24 m en s i l i t à a nc h e d i s ol i i nt e r e s s i . Pe r l e c on d i z i on i e co n o m i c h e e c on t ra t t u a l i d e l m ut u o c on s u l t a r e i Fog l i I nf o r m a t i v i d isp o ni b il i i n F il i a l e e s u l s it o d el l a B an c a . L a c on c e s s i on e d e l m ut u o è s u b o rd i n a t a a ll ’a p p r o v a z i o n e d el l a B an c a . L a p ol i z z a I nc e nd i o M ut u i è u n p rod o t t o a ss i c u r a t i v o d i I nt e s a S an p a o l o A ss i c u r a S.p . A . . P ri m a d el l a s ot t o s c r i z i o n e d el l a p ol o i z z a l eg ge r e a tt e n t a m e n t e i l Fas c i c o l o I nf o r m a t i v o d isp o ni n b il e p re s s o l e F il i a l i d e l G ru p p o I nt e s a S an p a o l o e s u l s it o d el l a C omp a g n i a w ww. i n t e s a s a n p a o l o a s s i c u r a . c o m

VI ASPE TTIAMO: pia z za Intesa Sanpaolo, padiglione C1


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